«
Vegeta, santo cielo ».
Bulma si portò una mano alla fronte ed emise un profondo sospiro,
raccogliendo a sé tutta la calma karmica della quale potesse disporre mentre
Vegeta, ignorandola totalmente, continuava nervosamente ad armeggiare con
una cosa che, senza dubbio, sarebbe stata bene ovunquetranne
che tra le sue mani.
«
Vegeta, non è trapanando la tastiera a ditate che riuscirai a far funzionare
quel cellulare ».
«
Taci, gallina! Ma cosa vuoi capirne tu! », berciò Vegeta, stizzito, « Io
sono il principe dei saiyan, so benissimo come accendere questo cellu...
cel... cella... ».
«
Cellulare, Vegeta. Cellulare ».
« E
io cosa ho detto?! ».
«
Ah, signore ». Bulma afferrò la caffettiera e solo per pura e semplice pietà
divina si limitò a versare il contenuto nella propria tazzina, anziché
scaraventare il tutto addosso alla regale
entità che sedeva al tavolo
poco distante. « Mi chiedo cosa sia saltato in mente a mio padre di regalare
un telefonino anche a te », sospirò, portandosi teatralmente una mano al
petto con rassegnazione, « È come dare un palmare all’uomo di Neanderthal ».
«Chiudi quella bocca. Mi deconcentri ».
«
Uff ».
«
ZITTA! ».
«
HO SOLO SOSPIRATO! ».
« I
TUOI SOSPIRI MI IRRITANO! ».
Bulma si appellò per l’ennesima volta alla suddetta, fidata calma karmica
alla disperata ricerca della propria pace interiore, consapevole che, se
quella sottospecie di discussione si fosse protratta ancora per molto, con
estrema probabilità le sarebbero venute le rughe prima del previsto. Si
massaggiò una tempia e si sedette dalla parte opposta del tavolo, lì dove
Yamcha, serafico ed estraneo al mondo come un monaco buddista in
meditazione, giocherellava rapito col proprio telefonino picchiettando
febbrilmente contro i tasti e sgranando gli occhi come un invasato, con
tanto di entusiasta Trunks appollaiato sulla spalla a fargli da esaltato
spettatore.
Tutta l’allegra combriccola, idiotici saiyan compresi, poteva vantarsi ora
di possedere un cellulare di ultima generazione firmato Capsule Corporation:
si trattava di veri e propri gioiellini placcati, dotati delle più
innovative e moderne tecnologie presenti sulla faccia della terra e godenti
di strabilianti applicazioni – applicazioni che esulavano comunque dalla
comprensione dei più e, di conseguenza, risultavano assolutamente
imperscrutabili a tutti coloro che di tecnologia ed elettronica non capivano
un fico secco (riferimenti a pompati scimmioni parlanti del tutto casuali,
s’intende), e che quindi erano sostanzialmente inutili,
ma dettagli. L’unico che aveva qualche possibilità di comprendere
l’effettiva utilità del cellulare era Gohan, ma prima che il povero ragazzo
avesse potuto anche solo accendere il proprio telefonino Chichi gliel’aveva
strappato di mano urlando istericamente qualcosa del tipo “TI DISTRAE DALLO
STUDIO! STUDIA! MA COSA FAI?! NON STAI ANCORA STUDIANDO?! STUDIA!”,
scaraventandoglielo brutalmente fuori dalla finestra. Con Goku non aveva
potuto fare altrettanto per via del divorzio, ma Bulma era certa che, anche
se avessero continuato ad abitare sotto lo stesso tetto, il saiyan se la
sarebbe data ignominiosamente a gambe pur di non far toccare al proprio
cellulare la stessa sorte infausta e crudele di quello del figlio.
«
Ah, ma cosa ho fatto per meritarmi tutto questo? », gemette sconsolata,
poggiandosi senza forze contro la spalla del suo compagno. « Una donna come
me, bella, intelligente ed in carriera, circondata da un branco di babbei
che non è nemmeno in grado di usare un telefonin— ».
«
AH! ECCO FATTO! », esclamò Vegeta, scattando in piedi e facendo ribaltare la
sedia. Definirlo tronfio come un pavone, al momento, sarebbe stato un
vergognoso eufemismo.
Bulma gli scoccò un’occhiata interrogativa, e persino Yamcha venne distolto
dalla propria performance videoludica. « Sei riuscito ad accenderlo? ».
«
Mi pare evidente! », sputò lui, prodigando loro una delle sue migliori
occhiate caustiche e sprezzanti, « Tsk, stupidi terrestri malfidenti.
Credere veramente che io, il grande Vegeta, il principe di tutti i saiyan,
non sia in grado di accendere un cellucoso! ».
E
giusto per dare conferma di quanto detto, il cellulare gli esplose in mano.
***
Vegeta continuava a picchiettare rabbiosamente contro lo schermo del
cellulare, nervoso come una bestia imbizzarrita. Di tanto in tanto
bofonchiava un “cazzo”, o un “fanculo”, o un “merda”, altre volte si udiva
indistintamente un suo insulto sibilato tra i denti nei confronti di Goku –
perché per il suo regal parere un “mentecatto” appioppato al reietto di
terza classe ci stava sempre e comunque –, intervallando le imprecazioni a
qualche schiocco di lingua contro il palato e rotazioni esasperate di
orbite.
Bulma lo osservava dal ciglio della porta, in dubbio amletico se scoppiare
istericamente a ridere rotolandosi per terra od abbandonarsi ad un pianto
esasperato. Alla fine era giunta alla conclusione che l’unica soluzione
possibile era quella di trovare l’atarassia e godere della pace dei sensi,
lontana da quel principe sociopatico e dal suo pericoloso, conflittuale
rapporto con la telefonia mobile.
« È
più probabile che il cellulare si accenda se glielo chiedi per favore,
Vegeta ».
«
Cosa?! Io sono il principe dei saiyan, non chiedo “per favore” a nessuno! ».
Lei
lo fissò basita, sbattendo un paio di volte le palpebre. « ... Ero ironica,
santo cielo. Ironica ».
***
«
Ok, Vegeta. Patti chiari amicizia lunga », Bulma si portò una ciocca
turchina dietro all’orecchio, sbuffando dal naso. « Io ti insegno ad usare
il cellulare, tu la pianti di distruggere la Gravity Room ogni qualvolta ci
entri dentro. Od alternativamente la smetti di tentare di suicidarti quando
ti alleni, perché sai, la cosa sta diventando piuttosto problematica ».
«
Umpf ».
«
Sì, esattamente, “umpf”. Che traducendo il linguaggio umano sarebbe? ».
«
Io faccio quello che mi pare e piace. E non ho bisogno del tuo aiuto! ».
La
donna levò gli occhi al cielo, irritata, ostentando la stessa esasperazione
di una madre col proprio figlio capriccioso.
«
Ne sono certa »,
sibilò, con un’ironia che il suo interlocutore non colse minimamente, «
Adesso accendi quel telefonino. E vedi di non farlo esplodere di nuovo ».
Vegeta le scoccò un’occhiata acida, incrociando vilipeso le braccia al
petto. « Non è certo colpa mia se questi stupidi marchingegni saltano in
aria per un nonnulla ».
Bulma strinse i pugni, rabbiosa. Nei suoi occhi azzurri, il cui colore
avrebbe dovuto teoricamente essere simbolo di placidità e distensione,
divampò istantaneamente una fiammata di stizza. La convinzione che Vegeta
fosse il principe dei buzzurri piuttosto che dei saiyan si fece sempre più
ferrea e cristallina nella sua mente.
«
Questi “stupidi marchingegni”, come li chiami tu », esordì, puntandogli
piccata l’indice contro, « non sono certo stati progettati per venire
bombardati dalle ditate di stupidi scimmioni pompati che non sanno cos’è il
contegno! ».
«
Umpf ».
«
La vuoi piantare con questi “umpf”?! ».
Mentre i due continuavano a battibeccare, additandosi reciprocamente e
sputacchiandosi addosso, Yamcha si limitò a ridacchiare sotto ai baffi,
scoccando a Trunks un’occhiata divertita.
«
Beh, come direbbe Piccolo... tuo padre ha delle ditate potentissime ».
***
Nuovo messaggio da:
Goku.
Vegeta fissò stralunato il lampeggiante e colorato schermo del proprio
cellulare, sul cui centro campeggiava ora una finestrella rettangolare mai
vista prima d’allora. Non aveva un aspetto minaccioso, né dava
particolarmente fastidio, ma l’occhiataccia incenerente che essa ricevette
fu comunque piuttosto eloquente nell’esprimere un parere circa la sua
effettiva esistenza.
«
Oh, il tuo primo sms »,
chiocciò Bulma con entusiasmo dopo aver gettato uno sguardo al telefonino,
battendo le mani. « E te l’ha scritto Goku, che carino! ».
Vegeta arricciò il naso in un’eloquente smorfia altamente schifata al solo
rivangare l’esistenza del deficiente, ma fu solo per qualche istante. Dopo
un paio di secondi ebbe una sorta di tentennamento, che premurò di
mascherare bene al di sotto della sua solita espressione accigliata.
Bulma non mancò a notarlo. « Che c’è? », chiese, inarcando un sopracciglio.
Vegeta esitò qualche istante prima di rispondere, storcendo le labbra e
facendo rombare in gola un sinistro ringhio gutturale; quando si degnò di
esternare il proprio problema, lo fece come se gli costasse una sofferenza
atroce: « Cosa diavolo è un essemmesse?
».
Lei
sbuffò una risata spontanea dal naso, premurandosi istantaneamente di
mascherarla in un colpo di tosse convulso prima che Vegeta potesse farsi
venire un attacco isterico per la sua immane spudoratezza.
«
Sms è acronimo di short
message service », spiegò
allegramente, con tono da esemplificazione didattica, « Si tratta
semplicemente di un breve messaggio di testo inviato da un cellulare ad un
altro. Dai, aprilo! ».
«
Aprire cosa? ».
Si
schiaffò il palmo in fronte e gli ringhiò addosso: « Il messaggio, Vegeta!
Il messaggio! Santo cielo! ». Era evidente che l’intelligenza dei saiyan
fosse inversamente proporzionale alla loro massa muscolare, suo malgrado. «
Devi premere qui », sospirò, indicando un punto sulla tastiera.
Vegeta bofonchiò scocciato qualcosa e con un’attenzione oltremodo scrupolosa
pigiò prudentemente il tasto interessato, augurandosi nel suo piccolo di non
fracassare tutto un’altra volta. Con suo immenso orgoglio riuscì nella
propria impresa contenitiva. La finestrella s’illuminò ed istantaneamente al
suo posto comparve una nuova schermata grigiastra, avente una scritta nera
nella parte superiore.
Ciaoooo Vegeta! (≧∇≦)/
Il
principe sbatté più volte le palpebre, perplesso, sempre mantenendo la
fronte irreversibilmente aggrottata – gli sarebbero venute le rughe pure a
lui, prima o poi, alla faccia della giovinezza saiyan. « ... Tutto qui?! ».
Bulma gli scoccò un’occhiata sarcastica, sollevando le sopracciglia. « Beh,
che ti aspettavi? », ridacchiò divertita, incrociando le braccia sotto al
seno, « Gli sms sono messaggi istantanei, mica poemi! ».
« E
che diavolo c’entra?! È... » idiotico,
irritante, inutile, da ritardati mentali, da omuncoli terrestri, da infidi
reietti di terza classe « ...
stupido! ».
«
Ahhh, ma smettila di lamentarti », sospirò lei, facendo un mulinante gesto
con la mano, « Sembri una zitella inacidita ».
Istantaneamente la spaziosissima, regal fronte si costellò di eloquenti
venuzze gonfie e pulsanti, segno dell’Apocalisse imminente; prima che Vegeta
potesse ribattere in alcun modo, però, il cellulare vibrò energicamente
contro la superficie del tavolo, accompagnando l’improvviso movimento con un
trillio acuto, simile al suono di una campanella.
«
Ma che diavolo—?! ».
Bulma adocchiò il display con cipiglio curioso. « Oh, ti è arrivato un altro
messaggio. Che aspetti? Aprilo! ».
Vegeta le scoccò un’occhiataccia fulminante, qualcosa che sottintendeva
chiaramente un “non osare darmi ordini, io faccio quello che mi pare e
piace!”, ma senza dire nulla aprì la nuova finestrella, limitandosi a
grugnire qualcosa. Si trattava di un altro messaggio da parte di Goku.
Ciaoooo Vegeta! (≧∇≦)/
«
Ancora?! ».
«
Di che ti lamenti? Non gli hai risposto, prima », Bulma gli prodigò
un’occhiata pedante, portandosi le braccia ai fianchi; dopo qualche secondo
di accorata pausa, le sue labbra si piegarono in una smorfia irriverente: «
Eri troppo impegnato a lamentarti come una zitella inacidita, d’altro canto
».
«
Chiudi il becco, racchia », sbottò Vegeta, arricciando il naso tanto quanto
fosse concesso dal limite umano. Cosa dovesse esattamente fare al momento
gli sfuggiva, ma si trattava di un dettaglio fondamentalmente irrilevante.
Scorgendo la sua propensione a non voler muovere un muscolo – né a premere
il tasto “Rispondi” –, Bulma pensò fosse cosa buona e giusta intervenire
prima che, in un moto di stizza, il principe decidesse di scaraventare il
proprio sacrosanto telefonino da qualche parte pur di non ammettere la
propria totale incompetenza nei confronti della tecnologia.
«
Vegeta, devi schiacciare qui », disse pazientemente, indicando la tastiera.
« Poi digiti la tua risposta. Quando hai finito, basta che premi “Invia” ».
Lui
fece spudoratamente finta di non ascoltarla, ma non mancò a seguire le
istruzioni dettategli. Lottò stoicamente contro le esigue dimensioni dei
tasti per qualche abbondante minuto, affrontò temerario il T9 per
altrettanto tempo, ma quando finalmente ebbe concluso il proprio testo, un
sorriso sentitamente orgoglioso di se stesso e del proprio operato non poté
fare a meno di increspargli le labbra, trabordando di compiacimento da tutti
i pori. Bulma aprì la bocca in tutte le più floride intenzioni di
ricordargli che si trattava solo di un semplicissimo messaggio telefonico e
che, santo cielo, pure i bambini di cinque anni erano in grado di scriverlo
ed inviarlo a qualcuno, ma all’ultimo istante si decise a non demolire in
maniera così brutale tutta quella puerile soddisfazione.
«
Che gli hai scritto? », si limitò a chiedere, sgranando gli occhi con
genuina curiosità.
Il
sorriso orgoglioso di Vegeta si tramutò in un ghigno sardonico piuttosto
detestabile. « Ah! Lo scoprirà il diretto interessato a tempo debito ».
Nuovo messaggio da:
Vegeta.
UN GIORNO TI
AMMAZZERÓ, STUPIDO SCARTO DI TERZA CLASSE! PREPARATI AL PEGGIO! AH AH AH!
***
«
Come diavolo si fa a cambiare il nome?! ».
Bulma levò gli occhi dal giornale e piegò di poco la testa all’indietro, un
sopracciglio leggermente inarcato ed una certa nota di perplessità dipinta
in volto. Vegeta la fissava trucemente poco distante, lo sguardo
dardeggiante e il cellulare stretto in mano, tanto forte da poter udire la
plastica scricchiolare pericolosamente.
«
Cambiare il nome a cosa, esattamente? », domandò confusa, posando la rivista
sul tavolino.
Il
principino arricciò le labbra nella sua notoria smorfia altamente schifata.
« Ma sì, il nome! Il coso scritto qua, qui! » e picchiettò un paio di volte
contro il display del cellulare, nervosamente, « L’idiota si chiama
Kakaroth! Kakaroth! Non Goku, dannazione! ».
«
Il “coso scritto qua” sarebbe il nome associato al suo numero salvato nella
rubrica, presumo », sospirò Bulma, massaggiandosi le tempie. « Basta che
selezioni il nome, premi su “modifica” e scrivi quello che ti pare, Vegeta
». Si concesse una brevissima pausa, durante la quale parve meditare su una
battuta sufficientemente caustica da scoccargli. « E visto che ti piace
offenderlo tanto, perché non lo chiami Idiota, o qualcosa del genere? ».
Non
cogliendo minimamente il sarcasmo, Vegeta trattenne il fiato e strabuzzò gli
occhi. Le sue iridi scure vennero istantaneamente animate dalla
chiarificatrice luce dell’illuminazione divina.
«
Dannazione donna, sorprendentemente hai appena detto una cosa intelligente!
», esclamò, mentre dal suo viso si irradiava quello che,
incontrovertibilmente e sorprendentemente, era vero e proprio entusiasmo.
« Ah ah ah! IDIOTA! ». E ciò dicendo scattò via verso la propria stanza
sotto lo sguardo allibito di Bulma, ridacchiando come un invasato.
***
Nuovo messaggio da:
404. Traffico
insufficiente per accedere al servizio. Se non puoi ricaricare chiama il
42010 e scopri i nuovissimi servizi di ricarica Dragonfone.
Vegeta strabuzzò gli occhi, sentitamente sconvolto, assumendo uno sguardo
inorridito che ricordava vagamente quello de L’Urlo di Munch.
«
Ma che diavolo...?! », scosse energicamente il capo, tornando ad assumere la
sua solita espressione da cane idrofobo, « DONNA! VIENI QUI! SUBITO! ADESSO!
ORA! ».
A
dispetto dell’isteria e della palese urgenza trasparente dal tono di voce,
Bulma si premurò di raggiungerlo con una calma e una tranquillità estreme.
«
Che problema hai, adesso? », sbottò spazientita, avvicinandoglisi con le
mani ai fianchi.
Vegeta si concesse qualche istante pregno di occhiatacce fulminanti al
display del proprio cellulare prima di risponderle: « Cosa diavolo significa
“traffico insufficiente per accedere al servizio”?! », ringhiò
rabbiosamente, sventolandole il telefonino sotto al naso, « Non riesco più
ad inviare messaggi! ».
Bulma diede una celere occhiata al testo dell’sms e scrollò poi le spalle,
imperturbabile.
«
Significa semplicemente che hai finito i soldi, Vegeta. E finché non avrai
un becco di quattrino nel cellulare non potrai mandare sms, né telefonare,
né usare internet. Non potrai fare proprio un bel niente, insomma »,
ridacchiò, con pragmatica imperturbabilità.
Vegeta la fissò indignato, aggrottando le sopracciglia. « Come sarebbe a
dire?! Io, il principe dei saiyan, devo pagare per usare uno stupido
aggeggio terrestre?! ».
«
Non so che dirti », sospirò lei, girando sui tacchi e facendo per andarsene,
« Lamentati con la compagnia telefonica ».
«
AH! Lo farò! », tuonò Vegeta, sbattendo il pugno sul tavolo e giurando
vendetta.
***
«
Servizio clienti Dragonfone, buonasera. Come possiamo aiutarla? ».
«
METTETEMI I SOLDI NEL CELLULARE, MALEDETTI BASTARDI! ».
***
Goku scoccò un’occhiata perplessa al proprio compare
tecnologico, dando l’apparenza di scandagliarlo fin sotto ai circuiti
con una smania tale che, se quel cellulare avesse avuto dei sentimenti,
probabilmente sarebbe arrossito. Gohan fissò sconsolato la scena e si
strinse nelle spalle, ormai fin troppo avvezzo agli insoliti scambi di ruolo
che si svolgevano tra lui e quel saiyan inconsulto che era suo padre. Prese
un profondo sospiro – augurandosi mentalmente di inglobare a sé non solo
aria, ma pure qualche buona tonnellata di santa
pazienza – ed iniziò a
parlare.
«
Ok, papà. Oggi impareremo a... ehm, telefonare ».
Goku annuì entusiasticamente. Non aveva alcuna cognizione del contenimento,
ma ormai nessuno ci faceva più caso.
«
In realtà non è così difficile », proseguì Gohan, con la solerzia di un
insegnante paziente. « Puoi scegliere se selezionare il numero che desideri
chiamare dalla rubrica » e ciò dicendo gli indicò come raggiungere
l’applicazione interessata premendo il tasto collegato ad essa, « Oppure
comporre direttamente il numero sulla tastiera. Certo quest’ultimo metodo è
più veloce, però c’è il rischio che tu possa sbagliare a digitare e chiamare
un numero sconosciuto ».
Goku si agitò appena ciondolando dalla sua posizione a gambe conserte,
ridacchiando. « Ma figurati, basta stare attenti. Dai, proviamo! ». Strappò
il proprio cellulare dalla mano di Gohan, il quale si limitò a fissarlo con
una certa titubanza dipinta in volto.
«
Ehm, chi stai chiamando? ».
«
Crilin! ».
«
Oh. Metti il vivavoce, così lo saluto anche io ».
Goku annuì distrattamente e picchiettò febbricitante sulla tastiera,
componendo il numero del proprio amico in circa un quarto d’ora (gran parte
del quale impiegato a premere tasti fondamentalmente a casaccio, compiendo
uno zampettare degno di una tarantola animato dalla convinzione che sì, sì,
senza dubbio dopo il tre c’era lo zero, poi un paio di cinque, e magari,
forse, anzi, certamente!, a seguire c’erano un sette e un nove). Dopo il
proprio brillante operato fissò impettito il display e premette il tasto
verde di avvio chiamata, trattenendo il respiro sotto l’interdetto sguardo
del figlio. Il tuu-tuu cadenzato
e monocorde che conseguì gli invase i timpani solo per qualche istante, per
venire poi sostituito da uno scatto secco. Si sorprese particolarmente nel
constatare che la voce di Crilin, al cellulare, aveva un che di
particolarmente femmineo,
strascicato e lascivo.
« Ciao
tesoro, grazie per aver chiamato Desiderya,
dove tante calde e sexy ragazze sono vogliose di godere con te »
«
... ehm, Crilin? », mormorò Goku, sentitamente perplesso.
Gohan avvampò, divenendo prima violaceo, poi rosso fuoco, poi sbiancando
come un cencio, iniziando a boccheggiare sull’orlo di un’evidente sincope.
«
P-P-P-PAPÁ! C-COSA STAI COMBINANDO?! O-O-ODDIO! C-CHIUDI SUBITO! ».
***
« Moshi
moshi? Qui parla Bulma, della
Capsule Corporation! ».
« Uhm, ciao Bulma. S-sono Gohan ».
«
Oh, ciao Gohan-chan! Come mai questa telefonata? ».
«
Ehm, ecco... ».
«
Spara! ».
«
C-credo che... ehm, papà si sia appena abbonato per sbaglio ad una linea
erotica a pagamento ».
«
... »
***
“Con
il riso mi piace la ciccia-ciccia-ciccia! È così buono che è una
delizia-izia-iza! È un piatto prelibato che mi sazia-sazia-sazia! Ooooooh
cheeeeee primizia!”.
All’udire l’allegra e acuta vocetta che istantaneamente esplose dal
cellulare, Goku si precipitò furiosamente ad accettare la chiamata,
rischiando almeno un paio di volte di schiantarsi per terra inciampando sui
suoi stessi piedi – totalmente dimentico del fatto che avrebbe potuto
tranquillamente usare il teletrasporto, ma dettagli –, travolgendo senza
pietà alcuna ogni tipo di mobilia che avesse la sfortuna di ritrovarsi sulla
sua strada. Una volta occhieggiato lo schermo lampeggiante del proprio
apparecchio e assodato chi lo stesse contattando, l’esaltazione nei suoi
occhi divenne ancora più travolgente di quanto già non fosse. Catapultò il
braccio in avanti ed istantaneamente si portò il telefonino all’orecchio,
sorridendo come un ebete.
«
Prrrrrronto? », trillò, elettrizzato, « Qui Son Goku! ».
Silenzio.
«
... ehm, pronto? ».
Silenzio, ancora.
Goku rimase immobile per qualche istante, stringendo le labbra nel disperato
tentativo di non scoppiare a ridere. « Guarda che lo so che sei tu, Vegeta.
Quando chiami compare il tuo nome sul display ».
Questione di una manciata di istanti ed in risposta ottenne un alquanto
prevedibile ringhio rabbioso, seguito da un paio di tonfi e da un
distintissimo, regalissimo e principesco “merda”.
« S-SEI
UN DEFICIENTE, KAKAROTH! »,
ululò il principe con voce belluina – discutibilmente imbarazzata –
dall’altra parte della cornetta, sbattendogli poco decorosamente il telefono
in faccia.
***
Nuovo messaggio da:
Idiota. We
Geta!11!1 Cm va???
Nuovo messaggio da:
Vegeta. PARLA
POTABILE, MENTECATTO.
Nuovo messaggio da:
Idiota. Oh,
scusa. Si chiamano abbreviazioni, vanno molto in voga tra i giovani d’oggi.
Me le ha insegnate Goten. Sai com’è, per stare al passo coi tempi!
Nuovo messaggio da:
Idiota. ...
Vegeta?
***
Goku si accoccolò meglio sul divano, sprofondando piacevolmente tra i
morbidi cuscini che lo circondavano. Allungò un braccio poggiandolo sullo
schienale in modo tale da ritrovarsi esattamente dietro alla schiena di
Vegeta e rimase immobile in quella posizione per qualche istante, vigile e
cauto contro qualsiasi possibile attacco a sorpresa che potesse attentare
alla sua incolumità. Si guardò distrattamente attorno, fischiettò con
nonchalance, tamburellò le dita contro la stoffa, e quando ebbe la certezza
di non stare rischiando la deviazione del setto nasale, la distruzione della
mascella, la rottura di un paio di denti o direttamente la vita,
prese a muoversi di qualche centimetro di lato, fino a ritrovarsi con la
coscia destra premuta contro la sinistra di Vegeta. Fossero stati in
condizioni normali si sarebbe beccato con certezza matematica un cazzotto
dritto sul naso, o sullo stomaco, o un calcione nello stinco, ma al momento
il principino era troppo impegnato a cercare una suoneria degna del
proprio cellulare per accorgersi di quel “tocco inconsulto tra regalità e
luridume di classe inferiore”.
«
Non c’è un accidente, dannazione, queste suonerie fanno schifo. Fanno più
schifo di te, Kakaroth, il che è tutto dire ».
Goku si strinse nelle spalle, ridacchiando. Le offese di Vegeta erano quanto
di più ignorabile esistesse sulla faccia della Terra. « Beh, dipende da cosa
stai cercando esattamente », mormorò, sporgendosi in avanti e puntellando il
mento contro la spalla dell’altro, in modo tale da avere una buona visuale
sul display luminoso. « C’è qualche suoneria in particolare che vorresti? ».
Vegeta arrestò il suo frenetico picchiettare sulla tastiera e gli scoccò uno
sguardo indecifrabile. « Urla »,
disse, monocorde, « Voglio urla. Urla agonizzanti. Ma non riesco a trovarle
».
Goku lo fissò inorridito, rabbrividendo.
***
Nuovo MMS da: Bulma. Clicca
[QUI]
per aprire. Foto
di Vegeta che mi è caaasualmente capitata tra le mani.
Nuovo messaggio da:
Goku.
U-U-UUUUUUUUURCA!
***
Nuovo MMS da: Donna. Clicca
[QUI]
per aprire. Foto di Goku che
mi è caaasualmente capitata tra le mani.
Nuovo messaggio da:
Vegeta.
CHI TI HA CHIESTO NIENTE?!
***
Nuovo messaggio da:
Idiota. Geta?
C6?
Nuovo messaggio da:
Vegeta. NO.
E piantala con queste abbreviazioni, mi danno su i nervi!
Nuovo messaggio da:
Idiota. Ah, scusa.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Cosa
vuoi?!
Nuovo messaggio da:
Idiota. ...
Nuovo messaggio da:
Vegeta. ?!?
Nuovo messaggio da:
Idiota. Ehm
ecco... Sono eccitato.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. E
COSA CREDI CHE ME NE IMPORTI?!
Nuovo messaggio da:
Vegeta. DEFICIENTE!
Nuovo messaggio da:
Vegeta. TARDO
LIMITATO!
Nuovo messaggio da:
Vegeta. DEPRAVATO
DI TERZA CLASSE!
Nuovo messaggio da:
Vegeta.
MUORI!
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato.
Uffa, lo sapevo che rispondevi così...
Nuovo messaggio da:
Vegeta. MA
RINGRAZIA I TUOI SANTI PROTETTORI CHE NON SIA ANCORA VENUTO LÍ A MASSACRARTI
DI BOTTE, IMBECILLE!
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Lo
sai che se scrivi tutto in maiuscolo è come se stessi urlando?
Nuovo messaggio da:
Vegeta. NON
ME NE FREGA UN ACCIDENTE! CREPA! IDIOTA!
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Sarò
anche idiota, però tu stai continuando a rispondermi. ( ̄ー ̄)
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. ...
Vegeta?
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Sei
ancora lì?
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Oooooi!
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Vegetaaaaaaaa! (ToT)
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Awwww
scusascusascusa! Per favore per favore per favorino, mi rispondi?
Nuovo messaggio da:
Vegeta. NO.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Yay! \(≧∇≦)/
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Smettila
con quelle schifose faccine da mentecatto. E smettila di infastidirmi. E
magari smettila pure di esistere. Vai a tormentare quell’oca isterica di tua
moglie con queste robe da vecchio pervertito, non me!
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Ma
Vegeta, io e Chichi non siamo più sposati da un sacco di tempo. Te l’avevo
già detto.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Ah,
è vero. L’avevo rimosso. TENDO A RIMUOVERE TUTTO CIÓ CHE TI RIGUARDA, SAI
COM’È.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Aw,
che cattivo!
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Grazie.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Veramente
non era un complimento.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Il
principe dei saiyan è malvagio. E spietato. E feroce. Se mi dici che sono
cattivo, per me è un complimento.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Pensavo
fosse più un complimento dire a qualcuno che è carino, o attraente, o secsi.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. È
SEXY, imbecille. E comunque quelli sono complimenti per deviati mentali. E
froci. E mentecatti. Degni di te, insomma.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Oh. Io
credevo che dirti che sei carino fosse una cosa... ehm, carina.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. OSA
DIRLO DI NUOVO E TI AMMAZZO.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Cosa,
che sei carino?
Nuovo messaggio da:
Vegeta. L’hai
detto di nuovo! L’HAI
DETTO DI NUOVO!
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Che
c’è di male?
Nuovo messaggio da:
Vegeta. IO
SONO IL PRINCIPE DEI SAIYAN! IL PRINCIPE DEI SAIYAN NON È CARINO!
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. È
attraente?
Nuovo messaggio da:
Vegeta. No.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. È
sexy?
Nuovo messaggio da:
Vegeta. NO!
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Ma
scusa, sì che sei sexy. Se non lo fossi, non mi sarei eccitato.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. ...
Vegeeeeta.
Nuovo messaggio da: Idiota Depravato. Oiiiii
ci sei?
Nuovo messaggio da:
Vegeta. VAI
AL DIAVOLO, SCHIFOSO DEPRAVATO! SAPPI CHE SE FOSSI LÍ AVRESTI GIÁ LE MIE
MANI ATTORNO AL COLLO!
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. ... Ma
questo non sarebbe per niente sexy.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Ti
sei dato per caso a qualche danza esoterica che ha incrementato
esponenzialmente la tua già elevata depravazione dilagante?
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. ... Eh?
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Il
tuo quoziente intellettivo è pari a quello di un protozoa. Ossequi.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Non
capisco cosa esattamente tu stia dicendo, ma presumo siano insulti.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Presumi
bene.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. ... Oi!
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Sei
finalmente crepato, per mia immensa gioia?
Nuovo messaggio
da: Vegeta. Kakaroth?!
Nuovo messaggio da:
Vegeta. RISPONDI
IMMEDIATAMENTE AL TUO PRINCIPE! SONO IO CHE DEVO CHIUDERE LA DISCUSSIONE,
NON TU!
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Ah,
scusa.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. VAI
AL DIAVOLO.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Dev’essere
circa la terza o quarta volta che me lo dici.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Come
tu hai detto per almeno tre o quattro volte la parola “sexy”. Sai,
associarla a te è alquanto disturbante.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. È
divertente quando non hai nessun’altra arma che insultarmi.
Nuovo messaggio da:
Vegeta. COSA
HAI DETTO?! VIENI QUI E RIPETIMELO IN FACCIA, SE HAI IL CORAGGIO! BRUTTO
INFAME PATENTATO! REIETTO! IMBECILLE! SCARTO DI SAIYAN SCARTATO DI TERZA
CLASSE!
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. P-POSSO
VENIRE LÍ?!
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Che
diavolo è tutto questo entusiasmo? Ti alletta l’idea di venire massacrato di
botte dal sottoscritto?
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Ma
va. Te l’ho detto, no? Sono eccitato.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Veeeegeta?
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Ci
seeeei?
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Uffa.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. ...
Sai, prima di mandarti il messaggio avevo fatto un sogno un po’ sconcio. Per
questo adesso sono eccitato. Era
un sogno su di te. Però... ecco, non era proprio sconcissimo. Cioè... solo
un po’, eh.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. Eri
disteso sul letto, ringhiandomi contro ed insultandomi come al solito. Non
eri arrabbiato però, sembravi... divertito. Mi sono chinato su di te e ti ho
dato un bacio. Cioè, più di uno. Uno sulla fronte, uno sulla tempia
sinistra, uno sullo zigomo destro, uno sulla punta del naso e uno sotto la
mascella. Sotto la mascella a dir la verità te ne ho dati tre, perché so che
lì ti piacciono un sacco. Poi ti ho baciato sulle labbra. Sapevano di panna,
ma non so perché. Forse avevi mangiato della panna prima che comparissi nel
mio sogno, boh. Hai borbottato qualcosa contro la mia bocca e poi mi hai
ribaltato le posizioni. Mi hai guardato divertito e sei sceso a mordermi il
collo (a proposito, ho ancora il segno dell’ultima volta, mi hai fatto un
sacco di male!), e [messaggio in caricamento]
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Kakaroth.
Nuovo messaggio da:
Idiota Depravato. ?
Nuovo messaggio da:
Vegeta. Ti
do cinque secondi, anzi, TRE, per venire qui.
Nuovo messaggio da: Idiota
Depravato. D-davvero?
Nuovo messaggio da:
Vegeta. E
VEDI DI MUOVERTI, PRIMA CHE CAMBI IDEA.
Nuovo messaggio da: Idiota
Depravato. Signorsì, vostra maestà! (≧∇≦)/
***
«
Dai! ».
«
No ».
Goku arricciò le labbra in una puerile smorfia contrariata, sbuffando dal
naso.
«
Ma che ti costa? », borbottò, imbronciato come un bambino al quale era
appena stato crudelmente confiscato un dolcetto.
«
Che mi costa? CHE MI COSTA?! L’orgoglio, la dignità e la sanità mentale,
ecco che mi costa! ».
«
Oh, andiamo! Te lo sto chiedendo per favore! ».
«
Potrei acconsentire ad una sola condizione, Kakaroth ».
«
D-davvero?! ».
«
Certo. Rispondi alla seguente domanda: se hai tre senzu e devi dividerli col
tuo branco di amici reietti, quanto tempo impiega il sottoscritto a
massacrarti di botte? ».
«
... Eh? Ma cos—cioè... eh? Un attim— ».
«
Dlin dlon, tempo scaduto. Non hai risolto l’indovinello, spiacente. La
risposta rimane NO ».
Impietosamente sordo alle concitate lamentele che conseguirono, Vegeta diede
le spalle a Goku con un ghigno soddisfatto in volto, incrociando le braccia
al petto e puntando altezzosamente il naso in aria. Qualsiasi piccola cosa
s’interponesse tra loro era da considerarsi una sfida, e stavolta la
vittoria era stata incontrovertibilmente, inequivocabilmente sua.
Magari i mugolanti versetti di protesta del demente risultavano alquanto
disturbanti, ma la soddisfazione profonda a quel trionfo schiacciante
compensava a sufficienza.
«
Ma uffa! È solo una foto! ».
«
Esatto, Kakaroth, una foto. Ed il principe dei saiyan non spreca il proprio
tempo a fare foto. Men che meno con gli scarti della catena evolutiva ».
«
Sei davvero odioso quando fai così », sbottò Goku, arrabbiato.
Vegeta s’irrigidì e tornò a fissarlo con astio, digrignando i denti. «
Nessuno ti obbliga a stare qui, visto che sono odioso! », sbraitò,
trapassandolo con un’occhiata di fuoco che la diceva lunga sul suo
discutibile selfcontrol. « Vai, vai! Eclissati dalla mia vista e goditi la
tua insulsa esistenza, arriverà presto il giorno in cui ti ridurrò ad un
ammasso di polvere al vento! ».
Goku si strinse nelle spalle e gonfiò le guance, impiantando crucciato lo
sguardo al pavimento. Calò un denso e corposo silenzio, durante il quale gli
parve persino di udire la testa di Vegeta ribollire e gorgogliare
pericolosamente come una pentola a vapore. Dopo qualche minuto di meritata
pausa, tornò all’attacco.
«
Dai! ».
«
Ti ho detto di no ».
« E
andiaaaamo! È questione di sì e no un secondo! ».
«
Ma è mai possibile che tu sia così schifosamente testardo?! ».
Goku lo fissò sfoggiando un incontrastabile sguardo esortante, confermando
che sì, era più che possibile.
Vegeta ricambiò l’occhiataccia in tutte le più floride intenzioni di
fronteggiarla e sbaragliarla col potere del suo occhio
fulminante, ma in sì e no una manciata d’istanti si ritrovò in simbiosi,
con suo immenso orrore, con nientepopodimeno che un pomodoro, arrossendo
come una donnicciola e ritrovandosi costretto a trovare particolarmente
interessante il pavimento. Dannazione. Diede
un gemito sconfitto e si schiaffò una mano sulla fronte, producendo un
sonoro, allegro schiocco.
«
Sappi che te la farò pagare cara. Carissima. Così cara che ti pentirai
amaramente di essere nato », mormorò, abbassando stancamente le palpebre. Le
riaprì solo dopo qualche secondo, puntando le iridi scure sul volto
dell’altro. « Una foto, Kakaroth. Una
sola »
Goku lo guardò per qualche istante e, una volta avuto modo di metabolizzare
il significato di quella frase masticata sulla lingua, sul suo volto si
distese immediatamente un sorriso oltremodo raggiante, se non smisurato, se
non proprio abbagliante.
«
Ma è meraviglioso! Grazie Vegeta! Sei fantastico! », e ciò dicendo, come se
fossero grandi amici, come
se si potesse permettere tutte quelle confidenze,
come se fossero non soltanto grandi amici, ma pure compagni
amorosi, come se non contasse niente il fatto che rischiava una morte
violenta ed inesorabile con un tale atto inconsulto, gli si lanciò
addosso con un balzo felino, facendolo crollare di schiena sul materasso ed
iniziando a stritolarlo, tempestandolo di sbaciucchiamenti più rumorosi ed
imbranati di quelli di un bambino di cinque anni. Vegeta tentò di protestare
agguantandogli la faccia con una mano ed iniziando a dimenarsi come una
piovra, insultandolo e stramaledicendo lui e tutta la sua razza (se stesso
compreso, quindi), ma, come di
consuetudine, fu tutto inutile. Goku agguantò il cellulare sul comodino
e, in barba all’imperioso ordine datogli dal suo principe, scattò una, due,
cinque, dieci, venti fotografie, ridendo come un matto.
Nuova foto scattata il
xx/xx/xx
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per vedere.
***
Nuovo MMS da: Bulma.
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per aprire. A
Bulma-occhio-di-lince non sfugge nulla! Foto scattata al party alla C.C. la
scorsa settimana. Inoltratela a tutti, mi raccomando!
Nuovo SMS da: Bulma. TRANNE
A VEGETA, OVVIAMENTE. SONO TROPPO GIOVANE PER MORIRE, IO.