Non puoi chiedermi questo

di Nidham
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Mentre la morte e il delirio della Prole oscura premeva contro le nostre menti e l'Arcidemone invadeva la nostra anima con promesse di disperazione, io mi trovai, in un attimo, trasportata fuori dalla realtà da quell'unica, inaspettata, incomprensibile parola: “sposami”.

Un'insieme assurdo di sillabe che squarciò il mio cuore come una lama di ghiaccio.

“Sposami!”

Come se esistesse un futuro, come se avessimo ancora speranza...

“Sposami!”

Come se potessi giurargli eterno amore, eterna fedeltà, eterno conforto...

“Sposami!”

Iniziai a scuotere la testa, ma il suo sguardo, cocciuto e implacabile, mi tenne ferma a sé, inchiodando ogni mia volontà.

“Sposami!”

Non sapevo se le sue labbra l'avessero ripetuto, ma il mio cuore l'aveva sentito di nuovo, quel dolore, quell'incanto...

Volevo farlo! E pregai il Creatore che mi desse la forza di resistere ad un tale paradosso, ma volevo con ogni fibra del mio essere promettermi a lui, legarlo a me, sognare di noi.

La sua mano salì a raccogliere una lacrima che non mi ero accorta di aver versato e si fermò sulla mia guancia, sicura e delicata, impedendomi di abbassare il volto e sottrarmi a quell'illusione.

Senza alcuna pietà, senza concedere niente ai miei dubbi e alla mia cruda ragionevolezza, si impossessò delle mie labbra, in un bacio casto e selvaggio, ferendomi con languido fervore e mischiando il suo sangue al mio, finché il respiro non mi mancò in gola e le mie mani gli artigliarono le spalle, in una muta risposta.

Solo allora allontanò il volto, per lo spazio di un alito di fiato, guardandomi con una gioia tanto immensa, quanto incredibile, come un qualsiasi fidanzato, che avesse nel cuore il sogno di un futuro e la promessa di un'eternità.

Cercai di sorridere, senza successo, ma il forzato stiracchiarsi delle mie labbra sembrò bastargli.

Ero arruffata e nuda, sicuramente diversa da come avrei potuto mai immaginarmi nel ricevere una proposta di matrimonio.

Intorno a noi c'erano desolazione e fumo maleodorante, il vocio dei soldati e la crudeltà della guerra... niente avrebbe potuto essere meno perfetto.

Ma Alistair invadeva tutto il mio campo visivo e il mio mondo nasceva e moriva tra le sue braccia.

Quando feci per aprire bocca, seppi che nulla di quanto avrei potuto dire avrebbe avuto un senso, perché entrambi ne eravamo già dolorosamente consapevoli; ma se avevamo deciso di ignorarla, perché sprecare tempo e fiato con la realtà, quando già ci dominava in ogni istante, con implacabile ferocia?

Mi strinsi a lui, lasciando cadere il mantello con cui mi ero fatta scudo.

Ogni “per sempre” che avremmo pronunciato avrebbe avuto senso nell'immensità di un solo battito di cuore, ma quel giuramento non sarebbe stato, per questo, meno solenne.

“Anche se potessi averti solo per un giorno o per un'ora, vorrei che tutto il mondo sapesse che sei mia!” mi sussurrò al seno, sfiorandomi il cuore con un bacio.

“E' folle...” Protestai senza convinzione, carezzandogli i capelli.

“Allora è perfetto, perché da quando ci siamo incontrati, è nella follia che siamo stati costretti a vivere”





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