None but the Brave
That's where I find you tonight
And in my heart you still
survive
None but the brave
No one baby but the brave
Those strong enough to
save
Something from the love
they gave
Quando ero davanti a quella… cosa, che stava succhiando il
mio sangue, pensavo davvero che stavolta sarei morto.
Finalmente.
Ho avuto modo di pensare a molte cose, in quel momento.
La vita non mi era mai passata davanti, le altre volte. Era un buon
segno, no?
La mia mente è tornata indietro, al bene e al male, al
dolore e all’amore.
Ho pensato alle ragazze con la messa in piega e i sottogonna di
crinolina. Ai bei ragazzi in divisa che partivano per la guerra, presi
in un gioco che non avevano speranza di vincere. Allo swing che suonava
in sale da ballo piene di fumo e di sogni infranti.
A Grey. Il mio fratellino perso nei meandri del tempo. E ritrovato.
Quindi perso di nuovo. Per sempre, insieme a tutto ciò che
Torchwood conteneva. I ricordi, i morti, la storia.
Alice, Steven. Una parte di me che ho tenuto nascosta per troppo tempo.
Che ho negato ed evitato. A cui ho solo tolto e mai restituito. E che
mi ha ferito con un dolore inimmaginabile.
Quando vivi per sempre, dovresti abituarti a perdere le cose, le
persone. A prendere le decisioni più difficili. Ma non ci si
abitua mai. Mai.
Ho pensato ai miei amanti. A quello che gli ho concesso. A quello che
gli ho negato. Alla gioia e alla perdizione. Alla passione ed al
distacco. Ho sempre preso tanto e dato troppo poco.
Ho pensato a Gwen. La mia anima gemella. La metà perfetta
della mela, che non combacia solo perché qualcuno
l’ha già morsa prima. La donna più
forte, risoluta e umana che abbia mai conosciuto. È rimasta
solo lei e farò di tutto, anche l’impossibile,
perché la sua vita e quella della sua famiglia sia
preservata.
E al mio Dottore. Ai suoi occhi antichi. Un pazzo con una cabina blu.
La creatura più pura e meravigliosa che abbia mai solcato
gli oceani del tempo e dello spazio. L’unico che non
potrò mai avere e che amerò incondizionatamente
fino alla fine del tempo. Quando rimarremo solo io e lui.
Ed ho pensato a te.
Ai tuoi occhi che mi fissavano con fiducia incrollabile,
così belli. Alle tue mani, che sogno ancora. Alla
disperazione e alla passione con cui ti sei dato a me, sapendo che io
non avrei mai potuto ripagarti. Eppure c’eri, sempre.
Non ho mai capito come qualcuno potesse innamorarsi così di
me, ho talmente tanti difetti… Ho sempre ignorato le
richieste silenziose che mi mandavi. Ho fatto finta di non capire il
bisogno che avevo di te. Perché quando si ama,
inevitabilmente si soffre. Ed io non volevo soffrire più.
Non ho meritato la tua dedizione, il tuo amore, il tuo…
sacrificio.
Ma se rimane qualcosa, dell’amore che mi hai dato, allora
è qui, in fondo al mio cuore. Dove tu sopravvivi, Ianto.
E ora – che, di nuovo, non sono morto – sono qui,
ancora una volta sulla tua tomba, come ogni anno, da così
tanti anni. Poso una rosa rossa e ti chiedo nuovamente perdono.
E mi sembra di sentire la tua voce, mentre lo fai. Mentre mi perdoni,
come facevi sempre.
Ma avrei dovuto dirti, sai, che ti ho amato anch’io.
Più di quello che avrei mai potuto confessarti. Non
l’ho mai fatto.
E mi manchi.
Ma sopravvivo. È la mia condanna.
È qui che ti trovo
stanotte
E nel mio cuore tu
sopravvivi
Nessuno a parte gli
impavidi
Non uno baby a parte gli
impavidi
Coloro forti abbastanza
da salvare
Qualcosa
dell’amore che hanno dato
FINE