Eternity is
suffering and loneliness.
La
sofferenza.
Damon
Salvatore la conosceva bene. Profondamente.
Quell'autoritario
padre - che aveva ucciso i propri figli
per paura - fino alla sua morte lo aveva considerato un fallito, una
nullità, facendolo sempre sentire inferiore a chiunque. Lui era il ribelle, l'inaffidabile, il donnaiolo, aveva interrotto gli
studi universitari per scappare ed arruolarsi nell'esercito, ma ne era
consapevole, la cruda verità era un'altra ....
-
Non era Stefan - e non lo sarebbe mai stato.
Stefan, o Santo Stefano - come gli piaceva
chiamarlo
quando voleva prenderlo in giro, divertendosi a sottolineare
quell'indole tranquilla e repressiva che era totalmente fittizia.
Sapeva di lui, The Ripper , lo squartatore - il
suo fratellino perfetto.
Per tutta la vita era stato messo a confronto e paragonato a lui,
fallendo miseramente agli occhi della sua stessa esistenza.
Stefan era gentile, cavalleresco e si era autoimposto di non bere sangue umano, rimpiangendo di avere abbracciato il suo lato demoniaco anche se per poco tempo rispetto al fratello maggiore che ne andava - apparentemente - orgoglioso e veniva spesso condannato per quella sua fierezza. Fratello di sangue, che pur sapendo dei suoi profondi sentimenti per
quella misteriosa donna gliel'aveva portata via ugualmente,
infischiandosene del dolore che gli stava causando.
Ma ripensandoci bene, non era mai stata sua ....
- Non era Stefan - e non lo sarebbe mai stato.
Katerina
Petrova.
Bella, sensuale, opportunista e soprannaturale. Costantemente in fuga
dalla morte.
Da umano l'aveva sinceramente amata con tutte se stesso, avrebbe fatto
di tutto per lei, era morto per lei .... e non era mai stato abbastanza. Solo un oggetto, un mezzo attraverso cui raggiungere uno scopo ....
- Non era Stefan - e, di nuovo, non lo sarebbe mai stato.
Come se non bastasse, il suo caro fratellino adorato
lo aveva vincolato alla vita eterna. Violenta, opprimente e controllata
dalla sete di sangue. E lui, testardamente accecato dall'amore aveva continuato a desiderare
e cercare Katerina per un altro secolo e mezzo, portandosi pesantemente
dietro il tradimento e l'egoismo di Stefan. Promettendogli
però,
un'eternità di sofferenza per tutto quello che gli aveva
fatto.
Ma ora era arrivata anche Lei ad infliggergli
altro dolore. Martire viziata. Elena.
Una ragazzina umana, debole. Una ragazzina che incessantemente lo
guardava con sguardo accusatorio e giudicante, anche quando quasi ci
rimetteva la pelle per lei.
- Damon, non devi fare così.
- Damon, è sbagliato.
- Damon, tu non sei così , devi essere
migliore - per me -
e che senza tregua gli ricordava - come se già non lo
sapesse - che non era Stefan e non lo sarebbe mai stato.
La odiava. La odiava tanto da amarla. Straziantemente.
Voleva urlare, urlare che questo era quello che era. Arrogante,
presuntuoso, sarcastico, capace di trovare un doppio senso in qualsiasi
cosa. Impaziente, così tanto da prendere quello che voleva senza
permesso. Diffidente, soprattutto nei confronti di quel fratello
traditore che tuttavia continuava a volere bene. A volte era
spaventoso, a volte vulnerabile, ma di parola. Stava facendo di tutto
per essere migliore - per lei - per essere degno del suo amore.
Elena però lo teneva costantemente sul filo del rasoio.
Spesso era come trovarsi di fronte ad un magnete dello stesso polo,
talmente vicino, sfiorandolo, quasi toccandolo, e un istante dopo si
ritrovava - forzatamente - respinto come non era mai successo prima.
Sopportava tutte le sue indecisioni, aveva cominciato anche a
rispettare di nuovo suo fratello - quel fidanzato perfetto che lei
tanto amava nonostante la facesse soffrire - .... e ancora non era
abbastanza.
- E' Stefan, sarà sempre Stefan -
Quella frase, attimo dopo attimo, secolo dopo secolo, lo consumava.
Non era nemmeno lontanamente vicino all'essere affidabile ai loro occhi,
ma li amava. Forse in modo sbagliato, per questo li allontanava, lo
faceva troppo irrazionalmente, con troppo fervore, tanto da spaventarli
con quel suo insano modo di farsi comandare ciecamente dalla rabbia del
rifiuto e dalla sofferenza che l'ennesima delusione gli lasciava.
Elena glielo aveva anche detto, l'amore che provava per lei era un peso, un
ostacolo.
Lo usava - proprio come Katerina- come se niente fosse, senza
ripensamenti, e con l'aiuto di Stefan lo metteva da parte quando aveva
finito. Era
sempre pronto a prendersi la colpa di tutto per loro,
per il loro bene, senza che gli pesasse, e in cambio continuava ad
essere ferito senza cura.
Era intrappolato nell'eternità, tragicamente solo.
Chiudendosi in se stesso, incanalando la sofferenza e indossando quella
maschera di strafottenza infrangibile per non permettere più a
nessuno di vedere la profondità vulnerabile del suo Demone, che
non era altro che un cuore - centenario - stanco e maltrattato, ancora
bisogno di accettazione, sostegno e amore.
Suffering is Vital
Loneliness is Tragical