A quarter mile
Le tue labbra sfiorano la sua pelle più e più volte, le
tue mani riscoprono il suo corpo percorrendolo nella sua interezza, sentono la
consistenza dei suoi muscoli, il suo calore, il petto che si muove sempre più
velocemente in accordo con il suo respiro. Lo guardi, osservi i suoi occhi
chiari, i riccioli biondo scuro, e pensi che debba essere un angelo caduto dal
paradiso. O un diavolo tentatore, non ne sei più certo.
“Non accadrà mai più,” te lo sei detto mille volte, per
mille ragioni diverse. Perché era un poliziotto prima, perché tua sorella
aspetta un figlio da lui ora. Te lo sei detto mille volte, ma ogni volta sei
tornato da lui e hai ceduto di nuovo, perché ne hai bisogno come se fosse una
droga, e te ne fotti del fatto che sia sbagliato in qualunque modo la si
guardi: lo vuoi, lo desideri e non ne puoi più fare a meno.
«Dom…» mormora nel tuo orecchio, e la sua stessa voce ti
eccita oltre ogni dire.
Faresti qualunque cosa, per poterla sentir gemere e
invocare il tuo nome un’altra volta ancora. Qualunque cosa.
E lo sai che un giorno verrete presi, che qualcuno vi
scoprirà.
Ma non importa.
Per tutto il tempo in cui puoi stringerlo a te, entrargli
dentro, sentire il suo odore, il suo sapore, ti senti libero, vivo.
Come se fosse un quarto di miglio che finisci di
percorrere troppo presto, che non dura mai abbastanza. Un quarto di miglio che
potresti percorrere più e più volte, all’infinito.