Un istante e tutte le barriere caddero.
Un istante e
tutte le barriere caddero.
Vegeta aveva
deciso di non andare in ospedale da Bulma … era un sayan, il principe per
giunta, e non poteva abbassarsi a confondersi fra una folla di umani.
Però …
nonostante ostentasse in ogni modo la sua classica espressione corrucciata,
fiera e severa, nel suo profondo era un uomo completamente diverso. Aveva
ammesso una volta per tutte il suo amore per l’affascinante scienziata, non a
tutti ovviamente, ma solo a sé. Neanche a Bulma, che però era l’unica ad averlo
amato nonostante tutto e l’unica capace a leggere fra le righe del suo altero
sorriso.
“Smettila di
comportarti così. Capisco che tu non voglia essere venuto in ospedale, ma qui
siamo soli noi tre. Non c’è nemmeno Trunks.” Bulma era appena tornata, e, senza
nemmeno andare a cercare il marito o qualcun’altro, era andata a sdraiarsi e
mettersi sotto le coperte, per riposarsi. Aveva passato nove duri mesi e il
parto non era stato molto facile, aveva persino temuto di morire.
Si era
addormentata lì, con la sua bambina fra le braccia, e con un sereno sorriso
stampato sulle labbra.
Non che a
Vegeta non interessasse nulla, anzi, attendeva con ansia il ritorno dell’unica
donna che era riuscita ad abbattere molte delle sue barriere. Era cambiato, inutile negarlo all’infinito.
Quando aveva saputo che sarebbe di nuovo diventato padre era stato felice, e
Bulma se ne era accorta. Le labbra del sayan si erano arcuate in un dolce
sorriso, ammorbidendo le severe pieghe del volto.
Il principe
era rimasto imbambolato, poco dopo essere entrato in camera.
“Dai,
avvicinati. Non mordo, mordiamo mica!” Sorrise e accarezzò la guancia d’avorio
della piccola che aveva fra le braccia e cullava amorevolmente. Il sayan mosse
un passo, molto timoroso e preoccupato. Non rispose a nessuna delle
provocazioni della moglie … moglie, gli sembrava così strano in principio, ma
in seguito era divenuto così naturale pensarlo.
Tese le
braccia e afferrò con estrema delicatezza la piccola, quasi temesse di romperla
a causa della sua forza. Era padre per
la seconda volta ma per lui era come se fosse la prima, visto che con il
piccolo Trunks aveva commesso i suoi errori, tutti causati dall’orgoglio che lo
animava da una vita e lo paralizzava dal fare ciò che realmente desiderasse nel
profondo del suo cuore. Era stato felice anche per quel primo figlio che
dapprincipio aveva ignorato, però lo era stato solo in massima segretezza,
nascondendo quella gioia anche al suo cuore.
Tutte le
barriere caddero in un istante, non era più Vegeta, il Principe dei Sayan, ma
era Vegeta, un padre.
Bulma li
osservò con occhi sognanti e sentì un immenso calore prendere lentamente
spazio, facendola sentire amata e protetta, ma in primis raggiante e
soddisfatta. In quel momento la donna capì che aveva fatto la scelta migliore
della sua vita quando aveva deciso di lottare e intraprendere un amore dal
tortuoso cammino.
Ci fu
silenzio.
La piccola
emise un lieve suono, rideva, fra le possenti braccia del padre. Gli occhi
azzurri e senza pensieri di una incontrarono quelli neri e profondi dell’altro
e in quel preciso momento entrambi sentirono che un profondo legame si era
appena instaurato e che li avrebbe tenuti sempre vicinissimi.
Lui l’amava.
Per un momento la stanza sparì e rimasero solo Vegeta e la sua piccola. In
quell’istante si promise che l’avrebbe protetta sempre, anche a costo di dare
la sua vita. Una promessa indissolubile,
sancita dalla manina di Bra che stringeva con la sua modesta forza un dito,
molto più grande di tutta la sua mano, del suo caro padre.
“Ti
proteggerò, sempre. E’ una promessa.” Bisbigliò alla piccola, regalandole un
veloce, ma anche intenso, bacio sulla fronte. Si voltò verso Bulma e le
sorrise. In quei momenti era inutile nascondersi o fuggire. L’azzurra lesse nei
suoi occhi gratitudine e amore. Non c’erano bisogno di parole, bastavano solo
fugaci sguardi per intendersi.
Spero
vi piaccia.
Baci,
Fanny