Petali di speranza
Quel mattino, Naoko aprì gli occhi ad un
nuovo giorno,
salutandone i primi raggi di sole con emozione; Dopo essersi alzata, si
preparò in tutta fretta augurando il buon giorno ai propri
cari, i cui volti le sorridevano da foto senza tempo.
Accendere
dell’incenso davanti al piccolo altare e perdersi
in pensieri lontani era un rituale che l’aiutava a mantenere
un legame con la sé di un anno prima, permettendole al
contempo di relegare le lacrime a quei soli momenti.
Era ancora in
contemplazione dei suoi ricordi quando il rombo di una
moto la spinse a rialzarsi.
Nonostante il
traffico, Ryo aveva suonato alla sua porta perfettamente
in orario, affacciandosi sull’uscio e mostrandole un
bento-box* grande abbastanza da promettere una scorpacciata.
«L'ho
comprato nuovo» Dichiarò
fermandosi sulla soglia, apparentemente fiero di sé.
«..sai, per inaugurare una nuova era.»
Naoko si
limitò a sospirare, scendendo le scale per poi
raggiungerlo.
Quel giorno
avrebbero passato insieme il loro primo Hanami*.
Si conoscevano già da qualche anno, eppure Ryo si era sempre
mostrato indolente davanti alla fioritura dei ciliegi. Non che gli
dispiacessero, semplicemente aveva sempre avuto di meglio da fare che
sedervisi sotto per ammirarne la danza dei petali, come amava chiamarla
Naoko.
Da quel giorno di un anno prima però tante cose erano
cambiate.
In quelle terribili ore in cui tutto sembrava essersi fermato e
l’orrore si era abbattuto sulle vite di molti, erano stati
proprio dei petali di ciliegio a salvarlo, a ridargli la speranza.
Tutto era avvenuto in quel preciso istante in cui, senza quasi
accorgersene, si era trovato a pensare che se le cose fossero andate
bene gli sarebbe davvero piaciuto fermarsi ad ammirare la danza di quei
petali.
Fu con quel pensiero che, deciso a mantenere la promessa fatta a
sé stesso, prese posto sotto un albero di ciliegio. Un
albero diverso dagli altri ormai in fiore; un ciliegio che loro stessi
avevano ripiantato un anno prima, sperando di vederlo tornare a
fiorire, di poterne ammirare i primi sakura*. Un albero che per
entrambi
era al contempo ancora e portatore di speranza.
«Sarebbe bello se anche loro riuscissero a vederlo»
Dichiarò Ryo osservando la scritta che avevano inciso sul
tronco. Una dedica a chi non c'era più. Un monito per non
dimenticare pur andando avanti.
«Se tornerà a fiorire lo vedranno
sicuramente.» Replicò Naoko sedendogli accanto,
osservando quei rami ancora spogli.
Li ricordava ancora quei giorni: un insieme di ore in cui la paura
sembrava andare a braccetto con il dolore; Attimi scanditi dal terrore
di perdere tutto: la vita, i propri cari, la casa.
Eppure non tutto era andato perso. Oltre a lei e Ryo, oltre ai
sopravvissuti e quanto era già stato ricostruito, c'era
qualcosa di impalpabile, visibile solo a pochi ma non per questo meno
reale.
«Si, lo vedranno sicuramente.» Ripeté
mentre una piccola piega le increspava le labbra, portando in
sé il ricordo di ciò che era andato perso per
sempre.
Era certa di quanto affermava. Una consapevolezza che ben si sposava
con il sorriso che ora sembrava brillare improvvisamente della sua
forza, quella da sempre insita nella sua gente.
Non si era mai fermata a ragionare troppo sulla propria nazione, eppure
proprio in quei giorni orribili era riuscita a coglierne tutta la
bellezza. Si era trovata ad amare quel popolo coraggioso che in poco
tempo era riuscito a ricucire gli strappi causati dal terremoto,
asciugando al contempo le lacrime che il mare aveva versato sulla terra.
Aveva imparato a conoscere se stessa attraverso gli altri, accettando
ogni cosa con un coraggio inatteso, continuando a lottare, a sperare, a
vivere.
Senza aggiungere altro indicò dei petali appena staccatisi
da un ramo più in alto. Li osservò aleggiare
sulle loro teste, accogliendone uno tra le mani, sentendosi
incredibilmente carica di speranza. La stessa che Ryo aveva
sperimentato un anno prima nell’osservare quasi per caso la
natura che continuava ad esistere nonostante tutto.
Certo, da quel giorno tante cose erano cambiate, tante non sarebbero
state più come prima ed altre ancora avrebbero conosciuto
ulteriori mutamenti. Eppure, pensare a simili cose standosene ai piedi
di quel ciliegio riusciva ad infondere loro una strana energia.
«Per quanto le cose cambino..» Commentò
Ryo, sollevando gli occhi al cielo «Noi saremo sempre in
grado di andare avanti. Anche a costo di cadere e ricominciare
più e più volte.»
Proprio come i fiori di ciliegio, si trovò a pensare, capaci
di fiorire in ogni circostanza, mostrandosi sempre in tutta la loro
bellezza.
Alle sue parole Naoko annuì, sfiorandogli una mano.
Si, era proprio l’inizio di una nuova era.
)o(
Un anno fa, in seguito alla
tragedia che colpì il Giappone, scrissi questa breve shot
ambientata esattamente un anno dopo.
In essa ho infuso la speranza di vedere il paese che amo rialzarsi e
superare quei terribili momenti.
Oggi
a distanza di un anno posso solo ammirare il coraggio dei Giapponesi e
la forza di spirito che hanno saputo dimostrare. A loro e a chi come me
si sente legato a questa splendida nazione, dedico questa storia.
Gambarè Nihon.
Note:
*Hanami significa “ammirare i fiori” ed
è una ricorrenza giapponese durante la quale si ammirano i
fiori di ciliegio.
*bento-box particolari contenitori nei quali viene riposto il cibo.
Solitamente si tratta di onigiri (polpette di riso) ed altre pietanze
tipiche giapponesi, facili da mangiare a scuola o al lavoro.
*sakura è il nome dei giapponese dei fiori dell'albero di
ciliegio.
|