The Rain Will Not Come Back Tomorrow Prologo
Prologo
Alcuni dicono che la pioggia
è brutta, ma non sanno
che permette di girare a
testa alta con il viso coperto dalle lacrime.
(Jim Morrison)
Guardo fuori dalla porta-finestra la pioggia scrosciare, sciacquando
via l'ultima neve rimasta.
La sera è ormai calata e i lampioni mandano una luce fioca,
creando coni di luce che illuminano poco e niente.
Se prima eravamo in duecento, ora, dopo la selezione, siamo in venti.
La mia classe è stata spolpata, solo in quattro
siamo rimaste: io, Mafalda, Elisa e Nicole, ma già iniziano
ad accusare i sintomi dell'epidemia.
C'è odore di sangue nell'aria e si sentono i colpi di tosse
degli altri, con le bocche premute contro fazzoletti ormai rossi.
Premo il naso contro il vetro, appannandolo. Passo una mano per vedere
chi c'è fuori.
Cadaveri. Pile di cadaveri. Mucchi putrescenti di carne bagnata
infestavano il cortile.
La luce di un lampione trema, spegnendosi e riaccendendosi a
intermittenza.
Mi volto, guardando l'atrio dal pavimento coperto da teli bianchi.
Bidelli e Professori corrono qua e là, trattenendo le
lacrime di disperazione.
Mi dirigo verso la mia classe, dalle ragazze.
Mafalda alza lo sguardo appena entro in classe, fissandomi piena di
speranza.
- E' morto.
Scoppia in lacrime. Il suo amore è morto.
- E gli altri?- mi chiede Nicole, abbracciando l'amica piangente.
- Morti anche loro. Sembra che non ci sia rimasto nessuno della 3^A.
Spostiamo gli occhi sul pavimento. - Di noi che ne sarà?
Elisa tossisce nel fazzoletto. - Finché restiamo qua, il
virus non ci può infettare. Ma guarda: sputiamo sangue.
Sudiamo sangue. Vomitiamo sangue. Siamo già morte.
- Solo tu, Sà - fa Mafalda, singhiozzando, - Sembri ancora
sana...
- Tranquille. Vedrete che quando arriverà la squadra di
disinfestazione sarete ancora qui. Non perdete la speranza!
La Professoressa di Italiano entra in classe, poggiandomi le mani sulle
spalle.
- Dormite ragazze. E' l'una del mattino e nelle vostre condizioni
è meglio riposarsi.
Fa per uscire, mentre le ragazze si sdraiano sul nudo pavimento. -
Sara, se ci sono complicazioni avvertici. Siamo in sala insegnanti.
Annuisco, andando verso le mie amiche e sdraiandomi accanto a Nicole.
Dormono già: sono proprio sfinite.
Forse è meglio che dorma anch'io. E' stato un giorno molto
duro.
Buonanotte, Sà. Buonanotte, Amore mio.
***
-
Ragazzi! A raccolta nell'atrio!
Questo
aveva gridato il vice preside, subito dopo aver visto morire il primo
ragazzo infetto.
-
Dobbiamo salvare chi è salvabile. Mi spiace, ma alcuni di
voi verranno fatti uscire dall'edificio.
Aveva
le lacrime agli occhi. Un adulto non avrebbe mai fatto così,
non si sarebbe mai liberato di chi aveva bisogno d'aiuto.
Ma
qua si rischiava la vita.
-
Adesso farò l'appello di chi dovrà uscire. Sono
gli infetti, chi ha riscontrato i sintomi della Febbre del Sangue.
Iniziò
una lunga sfilza di nomi. Lacrime di sangue sgorgavano dagli occhi di
tutti, imbrattando il pavimento.
Eravamo
in 200, ne rimasero 84.
Eravamo
in 84, rimasimo in 20.
Morirono
davanti a i nostri occhi e i loro cadaveri furono buttati nel cortile.
Guardai
le pile di morti, appannando il vetro della porta-finestra.
***
Un rumore. Una porta che si chiude. Mi alzo. Le ragazze dormono,
respirando pesantemente.
Esco dall'aula, dirigendomi a tentoni verso l'atrio. E' buio, saranno
le prime ore del mattino.
Le bidelle tornano in segreteria, scuotendo la testa.
Mi avvicino alla porta.
Una figura alta e magra cammina, ciondolando, sotto la pioggia. Si
siede sulla panchina sotto al lampione con la luce più
fioca. Aguzzo la vista.
Un ragazzo.
Un ragazzo biondo.
Fine
Prologo
Ciao!
Grazie per aver letto... Spero il prologo sia stato di tuo gradimento!
Al prossimo capitolo! :-)
Y. Kusa
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