Oggi ho imparato a succhiarmi il
pollice.
Sasuke guardò la porta di Naruto per un tempo indefinito. La
notte era scesa già da un po’ sul villaggio e
l’aria fresca della sera gli accarezzava i capelli neri che
gli ricadevano sul viso.
Dopo la missione, aveva deciso di parlare con Naruto. Si era perfino
preparato il discorso da dirgli, parola per parole e aveva vagliato
ogni cambio di risposta che Naruto gli avrebbe dato.
Prese un grosso respiro e alzò il braccio per bussare.
Aspettò un poco, il braccio a mezz’aria e poi,
dopo l’ennesimo sospiro, bussò.
Dei passi leggeri si sentirono dietro alla porta, e la serratura
scattò.
Naruto indossava una semplice maglia bianca, con una spirale stampata e
dei pantaloni morbidi blu che gli ricadevano dolcemente sui fianchi.
L’espressione era sorpresa. Gli occhi erano più
larghi del solito, mentre la bocca era leggermente aperta.
-.. Sasuke? Che ci fai qui?
Domandò, leggermente in panico.
Da quanto tempo non rimaneva solo con Sasuke. Orami non si parlavano
neanche quasi più, se non erano in missione insieme.
Sasuke lo guardò, scrollando le spalle.
-Non posso venir a trovare un amico?
Disse. Sapeva di aver detto troppo quando Naruto strinse con troppa
forza la mano sulla porta, segnandola.
-Amico..?!
Sibilò il biondo, gli occhi ridotti a due fessure.
Un silenzio calò tra i due e un venticello fresco fece
ricordare a Naruto dove si trovavano.
Abbassò lo sguardo, sbuffando per poi spostarsi di lato, e
Sasuke entrò in quella casa.
Sentì Naruto chiudere la porta con insolita forza e si
voltò lentamente. Naruto era appoggiato al muro, lo sguardo
duro e le braccia incrociate al petto.
-Perché sei qui, Sasuke? Questa non è una visita
di cortesia.
Il moro si morse una guancia, di nuovo. Le parole che si era preparato
a casa, scomparse all’improvviso mentre il sapore ferroso del
sangue gli invase la gola.
Socchiuse gli occhi per pochi secondi e poi riportarli in quelli
azzurri di Naruto.
-Dobbiamo parlare di cosa è successo qualche mese fa, dopo
il compleanno di Kiba.
La voce era calma, ma dentro stava tramando.
Il corpo del biondo si irrigidì, le palpebre che si
assottigliavano ancora di più.
-E di cosa vorresti parlare di grazia.. Umh?
Ringhiò letteralmente Naruto, avanzando pericolosamente
verso Sasuke, che non si mosse, aspettandosi tutto.
In fondo se lo meritava.
-.. Vattene da casa mia!
Ma Naruto lo sorpassò, dandogli una spallata.
-Sai di cosa!
Disse, furioso non ascoltando le parole di Naruto che si
voltò furente verso di lui.
-.. Non ne voglio parlare.. Vattene Sasuke, sono stanco!
Naruto si incamminò verso la camera, attraversando il breve
corridoio buio. I piedi nudi che battevano sul tatami consumato dal
tempo.
Sasuke rimase fermo per qualche istante, assottigliò gli
occhi e inseguì Naruto.
-.. Non osare mandarmi via.. Questa situazione sta diventando pesante..
Aggiunse, entrando nella camera di Naruto, mentre immagini su immagini
gli invasero la testa, mostrandogli la notte che aveva posseduto Naruto
in quella stanza.
Scosse il capo violentemente, scacciando quei pensieri. Non era il
momento.
Naruto si voltò, le iridi che brillavano di una furia ceca.
-.. Quale situazione, umh? Quale fottutissima situazione?! Vattene, non
farmelo ripetere. Dopo non risponderò delle mie azioni.
Lo minacciò Naruto.
Il moro strinse le labbra, digrignando i denti bianchi.
Si guardarono a lungo senza parlarsi, mentre all’esterno
iniziò a piovere lievemente per poi aumentare
all’improvviso.
-.. Senti..
Cominciò Sasuke, inciampando sulle sue stesse parole, mentre
indifferente si portava le braccia al petto, incrociandole.
-Quella sera.. Non eravamo pienamente in noi.. Io non ero in me..
Naruto si massaggiò le palpebre stanco, per poi spostarsi la
coda bionda dietro alla schiena.
-Cosa stai cercando di dirmi..
Disse esasperato, interrompendo quello strano monologo.
Sasuke lo guardò, il viso solcato da una piccola smorfia di
fastidio.
-Voglio che dimentichi quella notte, e che ritorniamo come eravamo
prima..
Una risata, priva di alcun sentimento gioioso si alzò dalla
camera e Sasuke guardò scioccato Naruto.
-Dimenticare.. Mi stai dicendo di dimenticare.. Tu sei pazzo..
Ritornare come prima.. Perché prima cosa eravamo? Amici? Non
mi hai mai considerato come tale..
Naruto lo guardò con scherno, nascondendo
l’espressione ferita e il dolore che gli aveva procurato dire
quelle parole
-Sei sempre stato tu a dire che volevi tagliare i ponti con me.
Distruggere il nostro legame.. Ora ci sei riuscito, contento?
I pugno del moro si strinsero pericolosamente ai lati del corpo, mentre
avanzò di un passo verso Naruto.
-Cazzo Naruto.. Ero uno stupido a quei tempi, bramavo una stupida,
quanto insensata vendetta.. Mi hai sempre chiesto perché non
riuscivo mai ad ucciderti, spezzando il legame che c’era tra
noi.. Era perché non ce la facevo. Tu.. Tu eri
l’unica persona che non avrei mai voluto ferire, mai.
Disse Sasuke, alzando appena la voce. Aprire il suo cuore, per una
volta, gli fece uno strano effetto.
-.. Mi dispiace per quella sera.
Naruto aveva spalancato gli occhi, sorpreso e anche arrabbiato.
Fece scattare le braccia lungo i fianchi.
-Ti dispiace?
Ripeté. I pungi che si strinsero. Le unghie affondarono
nella morbida carne del palmo lasciandoci le mezzelune, chiare.
-.. Ti sei approfittato di me.. Ero ubriaco e non ti sei minimamente
fermato dal farlo.
Urlò Naruto, stringendo i pungi, di più, cercando
di far scemare la voglia di piangere. Non doveva cedere. Non doveva, se
l’era ripromesso che non sarebbe più caduto in
quell’oscurità dove tutta una vita si era
crogiolato.
Sasuke abbassò il capo, consapevole.
Cosa poteva rispondergli, niente.
Un tuono si abbatté sul villaggio e illuminò la
camera da letto, le piccole lacrime ai lati di Naruto e il viso
nascosto, dalle lunghe ciocche corvine, di Sasuke.
Il biondo si voltò, dandogli le spalle e cercando di
respirare coerentemente.
Sasuke, invece, alzò lo sguardo, guardando le spalle di
Naruto. Si morse un labbro, a sangue, non sapendo come spezzare quel
silenzio. Doveva andarsene? Ma poi, cosa avrebbe concluso. Non era
andato a casa del biondo per far finire quella distanza che si era
creata far loro. Sapeva di aver sbagliato quella notte, era stato
impaziente, troppo veloce e ora ne pagava le conseguenza.
Aveva ferito l’unica persona che non avrebbe mai voluto far
star male.
Avanzò verso il ragazzo, fece il primo passo ma Naruto
gemette di dolore, cadendo sulle ginocchia, stringendosi in
un’ abbraccio l’addome.
Scattò verso il ragazzo, accucciandosi al suo fianco.
-Ehi.. Che succede?
Domandò, preoccupato per l’espressione di puro
dolore di Naruto, che ansimava pesantemente.
Sangue.. Ha bisogno di
sangue..
Naruto scosse il capo, singhiozzando per l’acuto dolore che
partì dal ventre. Si piegò ancora, la fronte
appoggiata sulla superficie fredda del pavimento mentre sentiva
distrattamente Sasuke chiamarlo e cercando di alzarlo.
L’unica cosa che sentì, fu l’odore del
sangue di Sasuke all’improvviso. Un odore dolce e invitante.
Si cacciò a piangere come un bambino spaventato e confuso.
Non voleva, non voleva rifarlo ancora. Quando aveva ucciso quei uomini,
si era ripromesso che non lo avrebbe più rifatto. Non voleva
ferire Sasuke.
Il ragazzo moro strinse la presa intorno alle spalle di Naruto, e lo
chiamò ancora.
Era spaventato. Non capiva cosa stesse capitando a Naruto. Per cosa
erano quelle lacrime che scendevano dalle iridi azzurre.
-.. Parlami..
Sussurrò, quasi disperato.
-Ti prego.. Vattene.. Vattene via! Non c’è la
faccio più.
Disse Naruto, affondando ancora nel pavimento e stringendo tra le dita
la stoffa della maglia.
Una fitta al cuore colpì Sasuke a quelle parole, ma sapeva
con certezza che Naruto non lo stava mandando via per quello che si
stavano dicendo, ma perché gli stava capitando qualcosa.
-Non ti lascio in queste condizioni.
-Non puoi aiutarmi.
Rispose in un sussurro Naruto, singhiozzando poi quando una nuova fitta
lo colpì.
Sasuke si infervori e con forza sbatté Naruto sul pavimento,
facendogli aprire gli occhi di scatto. Occhi che ora erano rosso rubino
e, come luce, erano luminosi al buio.
Si ritrasse indietro, quasi spaventato per quelle iridi feline.
Naruto le richiuse, voltando il capo da un lato.
-Non guardarmi..
Quasi supplicò il biondo.
-Cosa ti sta capitando?
Domandò Sasuke, stringendo le gambe ai lati di quelle di
Naruto il quale portò le mani al suo petto, prendendolo a
pugni.
-Ti prego.. Vattene via..
Sasuke scosse il capo e afferrò con decisione i polsi
sottili del ragazzo, abbassandosi in avanti e posandoli accanto al viso
di Naruto che cercò di dimenarsi, urlando.
-Smettila..
Ruggì Sasuke, stringendo la presa intorno ai polsi.
-Smettila dannazione.. Che cazzo ti sta succedendo.
Sbottò, furioso.
Perché Naruto non gli parlava, perché Naruto non
lo ascoltava.
Il biondo aprì le palpebre, guardando con odio mal celato
Sasuke, alzando appena il capo da terra.
Ringhiò, mostrando i canini leggermente più
lunghi del normale.
-Aspetto un fottuto bambino.. Bastardo! Ed è tutta colpa
tua.. Tua!
Urlò davanti al viso scioccato di Sasuke.
-Io non lo voglio.. Non lo voglio.
Aggiunse disperato Naruto, sbattendo la testa al suolo
Sasuke guardava con occhi sgranati il viso di Naruto, in cerca di
qualche menzogna e come se fosse stato chiamato da una presenza
abbassò lo sguardo verso il basso.
Portò le mani sul capo di Naruto, afferrando con una mano
entrambi i polsi del ragazzo ora inerme.
Portò la mano libera sul ventre del biondo che
tremò appena e con una strana calma, alzò la
maglietta del giovane.
Il ventre di Naruto era stranamente gonfio, tondo e duro e quando lo
toccò, facendo vagare una mano ricoperta di chakra,
sentì la presenza che Naruto gli aveva urlato pochi attimi
fa.
Di scattò alzò lo sguardo sul viso di Naruto, la
mano ancora sul suo ventre.
-Come è possibile?
Naruto non rispose, accucciandosi ancora in lui, stringendo le palpebre.
Sasuke alleggerì il peso sul biondo, appoggiandosi sulle
ginocchia.
-Naruto..
Chiamò.
-Non lo so.. Non lo sappiamo. Kyuubi non lo sa. Dannazione Sasuke! Io
non lo voglio.. Non lo voglio.
Urlò disperato Naruto, aprendo gli occhi colmi di lacrime,
ora azzurri.
Una fitta al cuore colpì Sasuke a quelle parole. Naruto non
desiderava il bambino. Quel bambino che doveva ancora nascere.
-.. Perché..
Disse in un sussurrò. All’improvviso le forze gli
erano venute meno.
Naruto lo guardò, singhiozzando.
-Perché dovrei volerlo.. Perché dovrei
prendermene cura.. Non è normale.. Non è sano!
Quelle parole erano così piene di disperazione.
-.. Ho paura.. Tremendamente paura.
Singhiozzò Naruto, abbandonandosi sotto il corpo di Sasuke
che guardava con aria persa il ventre del ragazzo.
-Mi prenderò cura io di tutte e due.
Naruto guardò il ragazzo sopra di se, scioccato dalle parole
appena sussurrate.
Scosse il capo, guardando verso la finestra.
Il temporale si abbatteva furioso sul villaggio, e la pioggia creava un
fastidioso rumore di sottofondo.
-Tra un mese me ne libererò è le cose torneranno
come prima.
Disse Naruto. Senza tono nella voce.
Sasuke guardò il profilo di Naruto.
-Quindi hai già deciso..
-Si.
-Non te lo permetterò.
Disse Sasuke con determinazione facendo voltare Naruto verso di lui.
-Diamine Sasuke… non hai sentito quello che ho detto. Non lo
voglio! Non lo voglio!
Scandì a modo le ultime parole.
Sasuke rimase in silenzio guardandolo con quei profondi occhi neri.
-Ti farò amare il bambino.. Non ti permetterò di
ucciderlo.
Era così pacata la voce del moro, così calma.
Come se stessero parlando di qualcos’altro.
Una rabbia ceca invase Naruto. Sasuke era così bastardo e lo
odiava così tanto che voleva rovinargli la vita.
-Mi odi così tanto, ne?.. Perché vuoi farmi
tenere il bambino.. È un altro dei tuoi stupidi capricci..
Disse acido Naruto, alzandosi a sedere, ma rimanendo sempre sotto la
morsa di Sasuke.
Il moro strinse le sua mani sulle spalle del giovane che
ringhiò al suo indirizzo, infastidito.
Il cipiglio di Sasuke si intensificò, le iridi, sovrastate
dalla rabbia, cambiarono colore, diventando rosse, mostrando lo
sharingan.
-Non è un mio capriccio…
Sibilò tra i denti.
-.. Voglio questo bambino perché è nostro
figlio.. Perché ti amo.
Un altro fulmine, più forte di quello precedente,
squarciò il cielo abbattendosi al suolo, facendo tremare la
finestra di casa Uzumaki e illuminando Naruto che stava abbracciando
disperatamente Sasuke, nascondendo il capo nel petto.
Appendendosi a lui, come se fosse la sua ancora di salvezza. E il moro
lo stringeva a se, nascondendo il viso tra i morbidi capelli biondi,
leggermente arruffati.
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