Non mi guardare

di mamie
(/viewuser.php?uid=144359)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Nota: questa storia partecipa alla challenge I difetti di Howl. In parte è una rielaborazione del mio precedente "Maschera".

  #07. Svicolone – Fay D. Fluorite
 
NON MI GUARDARE
 
Non mi guardare, Kurogane. Non voglio incontrare i tuoi occhi. Non voglio sentire dalla tua bocca il ritratto delle mie debolezze, delle mie colpe, del mio destino. Non mi guardare, ti prego. I tuoi occhi rossi sono così taglienti, quanto il filo della tua spada. Ecco, preferirei davvero che mi uccidessi, ora, subito, ora che sei così arrabbiato e potresti farlo facilmente e dopo non si potrebbe più tornare indietro. Io non posso farlo, ho giurato di vivere per mantenere una promessa, ma tu, tu potresti. Sarebbe giusto, e allora sarei libero. Perché invece non lo fai? Che cosa te ne importa in fondo di questo idiota che non fa mai la cosa giusta, che non racconta mai la verità, che cerca sempre di scappare dalle cose perché non vuole affrontarle?
Il tuo volto arrabbiato è così bello, la tua furia travolgente come un’onda del mare, la tua spada lucente come la luna. Tu sei un guerriero, sei uno che sa come si uccide in fretta, sei uno che sa passare oltre. Se tu lo facessi ora, adesso, forse riusciresti a vedere il primo sorriso sincero che ti abbia mai fatto. Voglio andarmene da questa esistenza piena solo di dolore e di colpa, voglio andarmene lontano da questi mondi intrisi di morte, voglio andarmene via da tutto, in un sonno senza fine, senza sognare più nulla, senza desiderare più nulla. La punta della tua spada brilla come una stella del cielo. So che desidera il sangue, allora falle bere il mio, avanti Kurogane, non lasciare la tua spada assetata. Una spada è fatta per uccidere e la tua ne ha bevuto molto, di sangue. O forse pensi che io sia talmente indegno da non meritare neanche questo? Che sarebbe per me un onore troppo grande, e per la tua spada un contatto troppo impuro? No, so che non è così, c’è qualcos’altro che ti ferma e io non so cos’è, ma d’improvviso mi fa paura.
Allora chiudo i miei, di occhi, e ti dico qualcosa di stupido. E quando sento i tuoi passi che si allontanano, i tuoi passi così fermi, così sicuri del cammino che hai scelto, allora le forze mi vengono meno di colpo e devo appoggiarmi al muro e scivolare giù, lentamente, per non cadere. E rido perché non devo piangere, perché neanche la morte mi vuole.
Ti prego Kurogane. Un giorno lo farai? Ho tanta paura.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=987092