Angolino:
salve a
tutti, sono Neme.
Finalmente trovo il coraggio e il pretesto di postare la mia prima
fan fiction crossover
su EFP!
L'idea mi ronzava già
da un po', perché mi sono affezionata moltissimo al pairing
crossover che è il LaviRuki e
uno dei miei tanti sogni era di scriverci qualcosa a riguardo. A dire
il vero starei lavorando anche a una long AU, ma il crossover
è un
genere difficile, voglio andarci cauta. Così ho approfittato
di un
giochetto che ho scovato da Tallu_chan
e, sopo aver ottenuto il permesso di poterci giocare anch'io, ho
provato a lavorarci.
No.
1: scegli un personaggio, una coppia o un fandom.
No.
2: apri la tua cartella di musica, seleziona la modalità
casuale e
fai partire.
No.
3: scrivi una drabble/flashfic che sia collegata alla canzone, hai
tempo fino al termine della canzone.
No.
4: scrivine dieci e pubblicale.
C'è
da dire che purtroppo non sono portata per le drabble. Sono troppo
breve e non riesco a orientarmi. Così mi sono presa la
libertà di
adattare la terza regola a una semplice one shot. Per fortuna poi
sono anche brevine rispetto al solito.
E
quindi eccoci qui alla partenza. Che mi è capitata una
canzone...
Dio santo, Mika, come si fa a restare seri ascoltando te? È
stata
una delle cose più divertenti che abbia mai fatto, Mika ti
trascina
bene in certe atmosfere e ne esci addirittura illuminata. Sono anche
riuscita ad adattarla bene al contesto, di un Lavi che sotto certi
aspetti è molto sprovveduto e di una Rukia che...
bè, è Rukia,
riservata, tosta e determinata. Ma io amo questi due insieme. Peccato
che appartengano a due manga diversi.
Ne
ho scritto un'altra che però non si adattava molto a una one
shot di
“benvenuto”, quindi la posterò
più avanti. Ultimamente i miei
tempi di aggiornamento non sono frequentissimi, ma cercherò
di fare
del mio meglio e spero che interessi, nonostante il genere sia poco
quotato.
Ringrazio
di cuore Angy_Valentine e M e g a m i,
compagne
inseparabili di taaanti deliri, e che mi hanno convinta, con la loro
lettura in anteprima, a postarla. E grazie a tutti quelli che
leggeranno e troveranno il tempo di recensire, spero di leggere
presto i vostri pareri! E ringrazio Tallu_chan per
avermi dato
l'idea!
P.s.:
il titolo della raccolta è implicito. Raccoglierà
dieci one shot,
ma fosse per me ne scriverei dieci volte tanto, tanto amo questi due!
[crossover
Bleach/D.Gray-man][LaviRuki][Het][POV
Lavi][Introspettivo][song fic][raccolta]
Dieci
volte tanto
Grace
Kelly
«
I could be brown, I could be blue,
I
could be violet sky,
I
could be hurtful, I could be purple,
I
could be anything you like,
gotta
be green, gotta be mean,
gotta
be everything more,
why
don't you like me,
why
don't you like me,
why
don't you walk out the door? »
[
Grace Kelly – Mika ]
Ho
assunto quarantanove identità diverse in diciannove anni di
vita.
Quarantanove. Nel caso non fosse chiaro, ho interpretato quarantanove
personalità
in diciannove
anni.
Straordinario, no? Il
carattere di base è tutto sommato semplice: l'amicone
sorridente con
tutti. Non importa se sei bianco, nero, alto, basso, grasso,
anoressico, scemo, genio, razzista, sfigato, uomo, donna, omosessuale
o etero, io ti spalancherò sempre le braccia e, gridando il
tuo
nome, reclamerò affetto. Poi, a seconda del luogo in cui mi
trovo e
della cultura con cui entro in contatto, ricamo su questi caratteri
con qualche particolare, tanto per non rendere i log sempre tutti
uguali. Così la gente incontra quarantanove persone con la
stessa
faccia, ma diverse tra loro, a uno piacciono i cani, l'altro ne
è
allergico, uno ama il bacon, l'altro lo disgusta, uno si imbuca sulle
navi senza biglietto e l'altro soffre il mal di mare. È
forse la
parte più divertente dell'essere Bookman. Per infiltrarti
tra
perfetti sconosciuti senza destare sospetti devi avere una certa
vocazione per la recitazione e, se posso permettermi, io ce l'ho.
Certo, non ho un vero pubblico, nessuno mi paga e non mi esibisco in
grandi teatri, ma tutti mi apprezzano comunque. Il vero attore
assimila tutti i tratti comportamentali della gente e li adatta a
seconda delle circostanze, così non capita mai di incontrare
qualcuno che non ti sopporti -a parte Yu, ma lui è un caso a
parte-
perché tu esibisci il carattere perfetto che più
s'intona a quella
persona. E così è più facile
raccogliere confidenze e registrare.
Piaccio
a tutti, sono la persona più simpatica del mondo. O almeno
così
credevo fino a ieri. Di colpo la mia autostima ha subito seri danni,
porca miseria, non mi sono mai, mai ridotto così per una
donna. E
dire che io le donne le faccio ridere a crepapelle -poi per qualche
strano motivo mi lasciano sempre in bianco, ma son dettagli- e
invece. La mia reputazione di bravo Bookman sta rischiando di farsi
friggere per una donna.
Komui
ci aveva
avvertito che era gente particolare. Vengono da un mondo che si
chiama Soul Society -ho chiesto com'è e pare che sia un po'
come
Edo- e fanno un mestiere particolare, gli shinigami. Praticamente se
ne vanno in giro con un kimono tutto nero, ci sono anche quelli che
portano un soprabito bianco ma quella è gente che conta e
non si
scomoda per sciocchezze, e si occupano di far trapassare le anime
serenamente, oppure danno la caccia a spiriti maligni che loro
chiamano hollow e li purificano oppure, se sono cattivissimi, li
uccidono. È un lavoro simile a quello degli esorcisti, solo
che noi
distruggiamo akuma, che sono macchine da guerra particolari che
assumono sembianze umane e hanno un processo di evoluzione diverso.
Ma la sostanza è quella, combattiamo per un qualcosa di
superiore,
loro per l'equilibrio del mondo e noi per evitare una nuova
apocalisse “nel nome del Signore” (amen). Pare che
il Conte del
Millennio mini l'equilibrio che questi personaggi tengono a
preservare, così si sono uniti a noi in questa guerra. Il
mio
istinto da Bookman però sente che ci sia qualcos'altro sotto
-eh,
sì, un bravo Bookman dev'essere un po' attore e un po'
investigatore- ma non conta più di tanto, io devo registrare
e basta
-un bravo Bookman è un po' attore, un po' investigatore e un
po'
tanto menefreghista-
Questi
shinigami sembrano proprio esseri umani normali, sono divisi in
tredici squadre guidate da un capitano e dal proprio luogotenente.
Per farli ambientare per il momento li mettono in coppia con uno di
noi e li mandano in missione come normali esorcisti. A me è
capitata
una che sembra una bambina, che colpo al cuore sapere che ha vissuto
almeno dieci volte più di me -però non mi
dispiacciono affatto le
donne più grandi, hanno quella maturità che ti
attira come una
calamita- cioè, è pazzesco, è
così piccola che dimostra sì e no
quattordici anni, ed è carina, un sacco carina, niente a che
vedere
con quella sbarba di Eliade, neanche con Chomesuke, bè, lei
era
carina ma era un akuma e poi è morta troppo presto
perché potessi
instaurare chissà quale rapporto. A mio parere nessuno
supera la
bellezza di Anita, ma questa qui non è male, per niente,
come
portamento un po' me la ricorda.
A
dire il vero
dalla Soul Society sono venute un sacco di ragazze che superano la
bellezza canonica di qualsiasi cultura conosciuta. Questa che
è
capitata a me si chiama Rukia e occupa un posto di rilievo dalle sue
parti. Oltre ad essere luogotenente della tredicesima compagnia fa
parte di una famiglia che è il top del top, per fare un
paragone
veloce, così a colpo d'occhio, sembrano i De' Medici, tutti
li
conoscono, ma come, non conosci i Kuchiki, che mondo alla deriva, ma
vergognati, porta rispetto perché questi sono un modello per
tutti.
Komui mi aveva avvertito anche di questo particolare. Questa Rukia va
trattata con i guanti. Okay, mi sono detto, sarò l'essere
più
accomodante che si sia mai incontrato, tanto che ci vuole, è
pur
sempre una donna, un complimento qua e là, una battuta, le
dai una
mano nei combattimenti ed è subito amica tua.
E
qui cascò
l'asino.
Rukia
è davvero
molto carina. Sembra una bambola di porcellana, per tante ragioni.
È
piccola di statura, è composta, ma soprattutto ha degli
occhi che
persino io, Bookman Junior, che il linguaggio degli sguardi dovrei
conoscerlo meglio di chiunque altro, non riesco a definire. Hanno una
strana tonalità di blu, sono grandi, profondi, senza
un'espressione
definita. Proprio come una bambola di porcellana, stanno lì
a
fissarti e ti mettono una soggezione assurda senza fare assolutamente
niente. Non ho mai visto occhi del genere, credo che nessuno li abbia
mai visti -tanto per intendere, guardano strano persino me che ho
l'occhio di un verde chiaro, che è una cosa che non si vede
spesso,
soprattutto in Oriente- e poi quel colore le dona molto. Oltretutto,
quando sono in missione con lei non ho il vecchio panda intorno, si
può dire che sia stato fortunato oltre ogni aspettativa.
Allora mi
sono detto, devi conoscerla, devi registrare, è pure di
bella
presenza, se non ti butti adesso sei proprio un idiota.
Ho
dato fondo a
tutte le mie quarantanove personalità, ho sfoderato ogni
sorta di
battuta, ho tentato di allacciare ogni tipo di discorso. Ma Rukia,
ecco, a malapena mi considera.
Intendiamoci,
in
battaglia facciamo furore. Lei sa come muoversi, ha una certa
esperienza e io riesco a capire a grandi linee le sue strategie e ad
assecondarla. Nei combattimenti riusciamo ad intenderci quasi alla
perfezione. E allora perché durante il resto della giornata
non mi
chiede come sto, se ho dormito bene, di raccontarle qualcosa? Anzi,
le nostre conversazioni si impostano perlopiù su domande che
io le
faccio e sulle risposte che ricevo. Per dirla tutta, sembra proprio
non tollerare la mia presenza, forse pensa che sia una sciagura
l'avermi come partner in missione. Eh, ti è andata male,
cara la mia
shinigami, ma visto che ci sei, tenta almeno un po' di stringere
amicizia. E invece no. Per un Bookman non c'è niente di
più
frustrante, se questa non si confida io le registrazioni le vedo col
binocolo.
Io
però non sono
il tipo che si arrende al primo no, sia mai. Ho solo sbagliato
approccio, che vuoi che sia, ho quarantanove personalità a
mia
disposizione, e ormai è una questione di principio,
perché lei mi
incuriosisce davvero, ci voglio parlare, voglio sapere cosa le piace
fare, ma voglio saperlo davvero, e voglio vederla sorridere per
merito mio, anche solo per una volta, così il mio orgoglio
maschile
non si sotterrerà per la vergogna.
Insomma,
Rukia,
perché non ti piaccio? Ho usato quarantanove
personalità diverse,
posso essere di tutto. Vuoi il classico fascino del bastardo? Ce
l'ho. Vuoi il romanticone che ti fa le serenate sotto il balcone? Ho
anche quello. Vuoi l'intellettuale riservato? Lo faccio subito,
quando vuoi. Ci sarà qualcosa che ti piacerà,
qualcosa che io possa
fare, mi hanno addestrato a fare di tutto, dammi un'occasione,
dannazione. Forse non lo capisci perché sei una donna, ma
per un
uomo questa cosa è umiliante, mi strazia, mi fa sentire uno
schifo,
non si tratta solo di lavoro di Bookman, ma di me, che ci campo coi
sorrisi delle donne. Dove sbaglio, perché non ti piaccio?
La
rivelazione mi
arriva come, se non peggio, di un pugno in pieno stomaco. Sono seduto
vicino a Rukia, mentre aspettiamo un treno per tornare all'Ordine
Oscuro dopo la missione. Siamo un po' stanchi, però provo,
come al
solito, ad allacciare un rapporto con lei. Sbuffa di fronte ai miei
sforzi, è peggio di uno schiaffo. Poi mi guarda, con quegli
occhi
blu che ricordano una bambola di porcellana -è carina,
davvero
carina- solo che stavolta è un po' severa -ma è
carina, davvero
carina- e parla, inizia a parlare lei, di sua spontanea
volontà, le
labbra si muovono appena e dal tono che ha sembra rimproverarmi -ma
è
carina, davvero carina-
«
È inutile che
ci provi. » per un attimo non afferro davvero. Poi metto
subito le
mani avanti, cioè, aspetta, che hai capito?
«
No, no, guarda
che non sono un maniaco! »
«
Non fare il
finto tonto, hai capito benissimo. »
«
Ti giuro, non
capisco davvero. »
«
Non voglio che
ti sforzi di compiacermi. Questi atteggiamenti non fanno altro che
farmi sentire una sciocca. Parlerò con te quando ti sarai
deciso a
mostrare te stesso. »
Allarme
rosso,
allarme rosso! Questa qui sta mandando a monte la mia reputazione di
Bookman! Al di là del fatto che mi danno fastidio le sue
considerazioni poiché indicano un totale menefreghismo di
fronte ai
miei sforzi, ma cos'è questa storia che dovrei essere me
stesso? Ma
con chi crede di parlare?
«
Me stesso? »
«
Esatto. Io non
sono una stupida. Mi accorgo benissimo quando una persona finge di
essere qualcun altro. Quanto tempo è che facciamo missioni
insieme,
due, tre settimane? »
«
Ventisei
giorni. » forse la mia memoria di Bookman è un
tantino fuori luogo
in un momento simile.
«
Ecco, sono già
passati ventisei giorni e io non ho ancora idea di chi tu sia.
»
Questa
ragazza mi
dà continuamente schiaffi morali. La cosa che mi fa rabbia,
più di
tutte, anche più delle sue considerazioni ciniche,
è il mio non
riuscire a rispondere, capire che ha centrato il punto, addirittura
arrivare a chiedermi chi sono. Sono stato Deak, sono stato un sacco
di uomini, ora sono Lavi, ma dopo Lavi cosa c'è? No,
aspetta, la
domanda dovrebbe essere un'altra. Io so benissimo cosa c'è
oltre
Lavi, io lo so chi sono, non mi dimentico, so di esistere, ho anche
io le mie passioni, mi piace un sacco indossare le sciarpe, ma
è
sempre stato così, non è perché lo
volesse Lavi o Deak o
chicchessia, e il wasabi, mai sopportato e non mi è mai
saltato in
mente di interpretare qualcuno che lo adorasse. Io ci sono, lo so che
ci sono, cerco di fare il mio lavoro, cerco di essere adatto, anche a
te, Rukia, che almeno ti sei accorta che sotto questo Lavi
c'è
qualcos'altro, ma avresti potuto anche dirmelo prima invece di farmi
fare figuracce su figuracce ignorandomi candidamente.
Tant'è.
Per un bel po' di tempo me ne sto zitto, stupito, guardo fisso per
terra e lei guarda me, lo so come mi sta guardando e mi vergogno di
alzare la testa davanti a lei, che ha davvero quella
maturità che mi
attira come una calamita -è carina, davvero carina- ma
qualcosa la
devo pur dire, non voglio perdere, e non sono le quarantanove persone
che ho interpretato, sono io
che
non voglio perdere.
Ma che devo fare? Essere sincero? Dio santo, come si fa, da che parte
comincio?
Facciamo
a piccoli
passi. Punto primo: respiro profondo, però non troppo
perché se lei
se ne accorge capisce che mi ha innervosito e significherebbe
vittoria per lei, okay, fatto.
Punto
secondo: guardarla dritto negli occhi, ma deciso, coi miei
occhi
-ops, occhio- e
non con quelli di Jack, Lucas, Brandon o chiunque altro sia stato,
bene, fatto anche questo.
Punto
terzo: dire qualunque cosa passi per la tua
testa
-in questo momento
sto pensando a un mucchio di cose insensate ma tanto vale provare- e
stupirla, una volta per tutte.
«
Forse per voi
shinigami è diverso, ma noi esseri umani, a volte, ci
mettiamo una
vita a capire chi siamo. »
Non
so come mi sia
venuta, ma mi sento Dio. Vorrei una folla intorno a me che mi acclami
per questa uscita a dir poco filosofica-geniale. Ci sei rimasta di
sasso, vero, Rukia? Sarai anche carina e tutto quello che vuoi, ma
prima che tu conosca il vero Lavi ce ne vuole. Non è per
sfiducia,
credimi, ma... sì, okay, un po' di sfiducia c'è.
Che ne so che
prima o poi voi shinigami non tradite l'Ordine e tanti saluti? Quindi
capisci che devo muovermi cautamente.
Il
silenzio che si
crea mi dà una soddisfazione grandissima. Lei non cambia
espressione
più di tanto, ma una risposta così non se
l'aspettava proprio. Ah,
se mi vedesse il vecchio panda.
Poi
ecco che si riprende e ritrova le parole. «
Dunque tu non sai come sei? »
«
Diciamo che descrivermi è difficile. »
«
Guarda che anche per noi è così. Siamo stati
umani e le vecchie
abitudini non si dimenticano. Io penso di essere un certo tipo di
persona, ma poi conosco gente che mi ritiene tutt'altro tipo.
»
«
Esatto. »
«
Però tu non mostri mai te stesso, la gente non ti
può giudicare. »
«
Forse non mi piace essere giudicato. » comincia a
innervosirmi, devo
ammetterlo -ma è carina, davvero carina- « E poi,
parli come se
avessi capito chi sono veramente. »
Si
gira dall'altra parte un po' snervata. Ti ha detto male, cara la mia
shinigami. D'accordo essere gentile e accomodante, ma fesso no. Ne va
della mia professione e del mio orgoglio.
«
Io voglio potermi fidare del mio partner. » mi dice
semplicemente. E
stavolta sono io a rimanere di stucco.
Merda,
non mi era mai capitato di sentirmi così. Sono confuso,
incredulo,
non so bene come prenderla. Che vuol dire? Vuoi scoprirmi, Rukia,
vuoi vedere se il vero io ti piace? Anch'io voglio che ti fidi di me,
ma è una situazione difficile, e anch'io voglio fidarmi di
te, ma
arrivare a pretese del genere... insomma, mettiti nei miei panni.
In
parte però sono anche lusingato. Perché tu,
Rukia, ti sei accorta
subito che sotto questo Lavi c'è altro e il fatto che tu
voglia
scoprirlo mi fa sentire un privilegiato. Tu, nobile, scostante, un
po' cinica, schietta, accidenti, ma quando te ne sei accorta? Dov'era
la falla nelle mie personalità?
Cavolo,
che frase ambigua che mi ha detto. Vuole potersi fidare. Di me.
Dovrei esserne felice, ma mi mette in seria difficoltà. Come
faccio?
Non sono preparato a una cosa del genere, dannazione, sto facendo la
figura dello scemo colossale, e lei continua a guardarmi -è
carina,
davvero carina- e io sto ancora zitto, rendendomi conto di aver
perso, su tutta la linea. Non mi resta molto da fare.
«
Converrai con me col fatto che ci vuole tempo per queste cose, Rukia.
»
«
Me ne rendo conto. »
«
Potresti pentirtene. »
«
Preferisco parlare con te piuttosto che con dieci, cento, mille
persone diverse. »
«
Volevo solo essere gentile con te. Non darti fastidio. È la
mia
missione non dar fastidio agli altri, non è un'esagerazione.
»
«
Ora non mi stai dando fastidio. »
«
… con chi stai parlando, ora? »
«
Con Lavi. Cioè. Con un Lavi che non si sforza di essere un
altro. È
pur sempre un inizio. »
Mi
sorride. Mi sorride davvero. È carina, davvero carina. Dio,
se lo è.
E anch'io sorrido, mi sento come se mi avessero tolto un peso enorme.
Il vecchio non lo saprà mai, non lo deve sapere se no sono
fritto.
Ma a una così carina come faccio a negarle qualcosa che
rientra nei
suoi diritti? È uno shinigami, niente di più
diverso da me, eppure
mi ha capito subito, e nonostante tutto una possibilità me
l'ha
data. Sì, ci posso provare, voglio farle vedere una
cinquantesima
personalità che non ho mai svelato a nessuno
perché è troppo,
troppo preziosa. Ma sicuramente lei i segreti li sa mantenere.
Sì,
me la sento. Voglio provarci.
Questa
ragazza mi farà impazzire.
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