Ancora non ci credeva. Quello era
davvero il colmo. Di tutte le cose che quei due si erano inventati, questa di
sicuro le superava tutte. Con un sospiro, Kaori appoggiò la fronte al vetro
della finestra, continuando a fissare il vorticare della neve all’esterno. Erano
bloccati lì già da due ore e la tempesta non accennava a smettere. Doveva
ammetterlo, questa volta Miki e Umibozu l’avevano pensata proprio bene. Due
giorni prima, i loro due amici li avevano invitati a passare il weekend nella
baita in montagna che avevano appena acquistato, assicurando loro che era molto
grande e che quindi Ryo e Kaori avrebbero potuto avere stanze separate. Non era
stato facile convincere il socio, ma alla fine questi aveva accettato, dicendo
che così avrebbe potuto passare un po’ di tempo con la sua Miki. Ovviamente, si
era preso un pugno in testa da Umibozu per quel commento. Kaori aveva intuito
subito che sotto quell’invito si nascondeva qualcos’altro. Certo, era già
capitato che i loro due amici li invitassero per una vacanza in compagnia, ma
solitamente anche Mick e Kazue si univano a loro. Quella volta, invece, non era
stato così. Miki aveva detto qualcosa sul fatto che Kazue era impegnata in un
convegno con il Professore, ma Kaori aveva capito subito che mentiva. Oramai era
diventata brava nell’indovinare quando la sua amica ne stava pensando una delle
sue. D’altronde, dal giorno del suo matrimonio, la barista non perdeva
un’occasione per lanciare una frecciatina o per cercare di creare una situazione
in cui lei e Ryo potessero rimanere soli. Quell’impicciona di Miki! Sapeva bene
che, dal giorno del suo matrimonio, le cose non andavano bene tra lei e il suo
partner. Come al suo solito, dopo aver fatto un passo avanti, Ryo ne aveva fatti
tre indietro. Sembrava che quello che le aveva detto in quella radura non
contasse nulla. Come se quelle bellissime parole non ci fossero mai state. Che
era quello che succedeva ogni volta che lui si apriva un po’ con lei,
d’altronde. E così Miki aveva deciso di fare qualcosa. Però, accidenti, stavolta
c’erano andati giù pesante! Con la scusa di dover sistemare ancora delle cose al
bar, Miki e Umibozu avevano detto a lei e Ryo di precederli alla baita,
promettendo di raggiungerli subito. Ma così non era stato. Inoltre, i loro due
cari amici avevano omesso di avvertirli di un piccolissimo particolare: per quel
weekend era prevista una violenta bufera di neve. Kaori e Ryo erano riusciti ad
arrivare giusto pochi minuti prima che questa iniziasse. Oh, e non dimentichiamo
il fatto che quella che doveva essere una grande baita con numerose camere e
provvista di ogni comfort era in realtà poco più di un capanno, accogliente sì,
ma formata da un’unica stanza. E, cosa più importante, con un unico letto.
Ovviamente non c’erano telefoni e, vista la tempesta che imperversava
all’esterno, di tornare in città non se ne parlava nemmeno. Erano bloccato lì
per almeno due giorni.
Non c’era bisogno di dire che Ryo
si era arrabbiato moltissimo quando aveva scoperto il brutto tiro che Miki e
Umibozu gli avevano fatto. Alla fine, però, si era arreso all’evidenza e si era
messo all’opera per accendere il fuoco. Anche Kaori aveva finto di essere
infuriata, ma in realtà era ben felice di avere la possibilità di passare due
giorni con l’uomo che amava. Certo, sarebbe stato meglio se si fossero rivolti
la parola, ma non si poteva avere tutto dalla vita! Dal giorno del matrimonio di
Umi e Miki, le conversazioni tra lei e Ryo erano ridotte al minimo, quasi
fossero due estranei. Non usava nemmeno più i suoi martelli... A che pro? Non
avevano mai cambiato le cose in quei sette anni, perchè mai avrebbero dovuto
farlo ora?
Con un altro sospiro, chiuse gli
occhi. Due giorni di silenzi e tensioni...Eh sì, le si prospettava proprio un
bel weekend! Poi, però, le tornarono in mente le parole che Miki le aveva
rivolto qualche giorno prima: “Hai un atteggiamento troppo passivo nei riguardi
di Ryo! Perchè non provi a metterlo di fronte a quello che provi per lui! Voglio
proprio vedere se ha il coraggio di tirarsi indietro anche di fronte
all’evidenza!”
Doveva ammettere che non era una
cattiva idea. Forse quella era l’occasione giusta per obbligare Ryo a parlare
chiaro e per far cambiare le cose. Di certo, non potevano andare avanti così. E
poi, qual’era la cosa peggiore che poteva succedere? Che lui si arrabbiasse? Era
pur sempre un modo di comunicare! Di sicuro, stavolta non avrebbe potuto
scappare e rifugiarsi in qualche bar...“Ma sì, o la va o la spacca!” si disse
per farsi coraggio. Riaprendo gli occhi, Kaori si voltò a guardare Ryo che stava
aggiungendo un altro ciocco al fuoco. Il riflesso delle fiamme danzava sulla sua
pelle, donandole una sfumatura ancora più scura. Dio, com’era bello...Con quei
jeans slavati e il maglione nero a collo alto che gli aveva regalato a Natale
aveva quell’aria allo stesso tempo virile e rilassata che lo rendeva ancora più
affascinante.
-Hai acceso davvero un bel fuoco-
disse per rompere il silenzio
Nessuna risposta. D’altronde, non
si era aspettata una reazione diversa.
-Vuoi che prepari qualcosa da
mangiare?- tentò di nuovo
-Non ho fame-
Breve e conciso. Kaori alzò gli
occhi al cielo. Non sarebbe stato per nulla facile, ma questo già lo sapeva.
Tuttavia, era fuori discussione rinunciare e perdere quell’occasione. Decise di
andare dritta al punto.
-Bene, allora parliamo- disse con
decisione
Era un’affermazione, non una
domanda. Accucciato davanti al camino, Ryo le lanciò una breve occhiata, poi
tornò a fissare le fiamme, smuovendo leggermente la legna con un attizzatoio.
-E di cosa vuoi parlare? Del
tempo?- le chiese lui ironico
-Ha-ha, molto spiritoso- ribatté
lei –No, voglio parlare di noi-
Ryo imprecò mentalmente. Imprecò
contro Kaori, che aveva deciso di mettere le carte in tavola. E sapeva che non
avrebbe demorso per nulla al mondo, testarda com’era quando si metteva in testa
qualcosa. Contro Miki e Umibozu per quello stupido scherzo. E contro se stesso
per non essersi accorto di niente, troppo impegnato a nascondere quello che
provava per la sua partner per accorgersi di quello che gli accadeva intorno.
D’altronde, era cosciente che prima o poi quel giorno sarebbe arrivato. Erano
state troppe le volte in cui dava l’impressione di volersi finalmente aprire con
lei e poi si tirava puntualmente indietro e il giorno del matrimonio aveva
decisamente superato il limite. Sapeva che prima o poi Kaori avrebbe preteso una
spiegazione. Solo che non sapeva se era pronto a dargliela. Come spiegarle che
il motivo per cui si comportava in quel modo nei suoi confronti era dettato
dalla paura? Paura di perderla. Paura di lasciarsi andare completamente a quel
sentimento che sentiva per lei. Quel sentimento che gli riempiva il cuore e
l’anima così intensamente da stordirlo e da fargli perdere la testa
ogniqualvolta lei era in pericolo.
-Non capisco cosa intendi dire-
borbottò alzandosi e iniziando a camminare nervosamente per la stanza
-È inutile che fai così, Ryo- gli
disse Kaori con un leggero sorriso –Questa volta non puoi andartene sbattendo la
porta come fai di solito. Siamo bloccati qui, perciò sei costretto ad
affrontarmi stavolta-
-Affrontarti?- lo sweeper fece una
risata che suonò falsa persino alle sue orecchie –Non siamo nemici, Kaori-
-Eppure è proprio questa
l’impressione che ho a volte. Ho l’impressione di essere una nemica per te,
qualcuno da cui devi difenderti- la sua partner fece una pausa –Oppure è dai
tuoi stessi sentimenti che ti stai difendendo, Ryo?-
Con un sospiro, Ryo si passò una
mano tra i capelli in un gesto nervoso.
-Che cosa vuoi sentirti dire,
Kaori?- le chiese guardandola –Cosa vuoi da me?-
-Voglio la verità- Kaori ricambiò
lo sguardo con intensità –Voglio che tu mi dica la verità sui tuoi sentimenti,
su quello che provi per me, sul perchè mi hai tenuto al tuo fianco in questi
sette anni. Non intendo accettare niente di meno- gli puntò un dito contro in
modo minaccioso –E non pensare neanche un secondo di mentirmi, Ryo, perchè non
ti lascerò in pace finché non sarò certa che quello che mi dici è vero-
-E se io non volessi parlare?-
Si diede mentalmente dello stupido.
Stava tentando di evitare l’inevitabile. Sapeva che era arrivato il momento
della verità. Dopo quel giorno niente sarebbe stato più come prima. Stava a lui
decidere se il cambiamento dovesse avvenire in meglio o in peggio.
-Non mi interessa quello che vuoi
tu, Ryo. Per una volta voglio essere egoista. Voglio smetterla di mettere al
primo posto i tuoi sentimenti e al secondo i miei per paura che tu mi mandi via
dalla tua vita. Sono sette anni che cerco di comprenderti, di capire quello che
pensi e che provi per dare un senso al tuo comportamento. Ora voglio che sia tu
a cercare di capire me-
-Io capisco, Kaori. Capisco più di
quanto tu non creda-
-Davvero? Ne sei sicuro, Ryo? Hai
capito il motivo per cui sette anni fa ho deciso di diventare la tua partner? Il
motivo per cui in questi anni ti sono rimasta accanto nonostante il modo
orribile in cui mi tratti? Il motivo per cui tutte le volte che ti tiravi
indietro dopo avermi aperto uno spiraglio sui tuoi sentimenti ti ho sempre
perdonato?-
-Sì. Lo so-
-Allora dillo-
-Kaori...-
-Dillo!- ripeté lei con rabbia
-Perché mi ami- disse lui dopo una
breve esitazione
-Bene. Sono contenta che almeno tu
sia cosciente dei miei sentimenti per te, visto che tu hai paura di ammettere i
tuoi- Kaori gli sorrise, ironica –Perchè è di questo che si tratta, vero? Paura.
Tu hai paura di lasciarti andare, di amare e lasciarti amare-
Kaori non sapeva da dove le veniva
il coraggio di parlargli in quel modo. Forse dalla disperazione. O forse proprio
dall’amore che nutriva per lui. O forse da entrambi. Ma era stanca di stare a
guardare mentre Ryo si negava – e negava a entrambi – la felicità che avrebbero
potuto assaporare se solo lui lo volesse. Perciò continuò imperterrita per la
sua strada:
-Beh, è ora che tu superi le tue
paure, Ryo. Perchè la paura ti impedisce di vivere la tua vita pienamente, tu
stesso me lo hai detto una volta. Perciò, qui ed ora, mi dirai quelle tre parole
che sto aspettando di sentirmi dire da sette anni-
Kaori mantenne lo sguardo fisso in
quello di Ryo, senza distoglierlo nemmeno per un secondo, nonostante il cuore le
martellasse nel petto al punto che si aspettava che scoppiasse da un momento
all’altro.
-E se non lo facessi?- le chiese
Ryo dopo qualche secondo –Che cosa succederebbe, Kaori? Mi odieresti? Te ne
andresti per sempre?-
Lei scosse la testa con uno strano
sorriso sulle labbra.
-Già, è quello che hai cercato di
fare in questi sette anni, vero? Cercare di farmi andar via perchè tu non avevi
il coraggio di cacciarmi. Beh, scordatelo, caro mio. Non me ne sono andata in
tutto questo tempo e non ho nessuna intenzione di farlo adesso. Io non ti
lascio, Ryo, rimarrò al tuo fianco per sempre, perciò sarà meglio che ti abitui
all’idea. Senza contare che il fatto che tu non mi dica quello che io voglio
sentirmi dire non è contemplato nel mio piano. Dovessi metterci delle ore, tu mi
dirai quelle parole, Ryo Saeba-
Questa volta Ryo doveva ammettere
di essere stato preso in trappola. Ma perchè quella sciocca non voleva capire
che in quel modo metteva ancora più in pericolo la sua vita? Essere la partner
di City Hunter era già di per se molto pericoloso, ma essere la sua donna lo era
ancora di più. Si avvicinò a Kaori di qualche passo, in modo da trovarsi uno di
fronte all’altra.
-Kaori, anche se ti dicessi quelle
parole, non cambierebbe niente- le disse serio
-Oh, sì invece. Cambierebbe e molto
anche- rispose lei –Avanti, dimmelo-
-No-
-Dimmelo. Dai, sono solo tre
parole-
Ryo stava per perdere la pazienza.
-Dillo- insistette Kaori
-Maledizione, ma perchè sei così
testarda?!- esplose lo sweeper
-Mai quanto te. Forza, dimmelo-
Non sapeva se era per la tensione
degli ultimi giorni, per l’insistenza di lei, per quella strana situazione o
chissà che altro...Sta di fatto che Ryo si ritrovò a
cedere.
-E va bene. Ti amo!- esasperato, la
prese per le spalle –Ti amo così tanto che a volte mi sembra di impazzire. Ogni
notte sei tu la protagonista dei miei sogni. Sogno di baciarti, di accarezzarti,
di farti mia. E ogni notte mi sveglio roso dal desiderio di compiere i pochi
passi che dividono le nostre stanze e infilarmi nel tuo letto- la lasciò andare
all’improvviso –Ora sei contenta? Sei soddisfatta?-
Kaori aveva sentito il cuore
fermarsi, tanto intensa era la felicità che aveva provato sentendo quelle parole
così tanto e così a lungo desiderate.
-Non sai quanto- gli rispose con un
sorriso
-Questo, però, non cambia il fatto
che io e te non possiamo stare insieme. Sarebbe troppo pericoloso- sentenziò Ryo
-Pericoloso? Pericoloso?! Ryo, sono
la tua partner da sette anni e so cos’è il pericolo. Perchè pensi che stare
insieme sarebbe diverso?-
-Certo che sarebbe diverso! Se tu
fossi la mia donna ti prenderebbero di mira con ancora più intensità di quanto
non facciano adesso!-
-Sono pronta a correre il rischio-
si limitò a dire lei
-Beh, io no!- sbottò Ryo –Non sono
pronto a vederti morire davanti ai miei occhi!-
Kaori fu colpita da quelle parole e
dal tono con cui le disse. Sembrava...disperato.
-Ryo, ti stai nascondendo ancora
dietro alle tue paure. Lo so che ti preoccupi per me, ma so cavarmela oramai. So
sparare bene da quando Mick mi ha insegnato e so prevedere con facilità le tue
mosse...-
-È proprio questo il punto!- la
interruppe lo sweeper –Tu non dovresti saper sparare, non dovresti vivere nel
pericolo! Dovresti vivere una vita normale come qualsiasi altra ragazza! È
questo che tuo fratello avrebbe voluto per te!-
-Ma qui non stiamo parlando di
quello che avrebbe voluto mio fratello- Kaori gli si avvicinò e, prendendogli il
viso tra le mani, piantò lo sguardo in quello di lui –Qui stiamo parlando di
quello che voglio io. E io voglio stare con te. Questa è la scelta che ho fatto
sette anni fa quando ho voluto diventare la tua partner ed è la stessa scelta
che faccio ora, qui, davanti a te. E sono più che sicura che Hideyuki sarebbe
molto fiero della persona che sono diventata-
Ryo posò le mani sulle sue.
-La solita testarda- mormorò
Capendo che stava per cedere, Kaori
gli sorrise.
-Già, ma è anche per questo che mi
ami. Come io amo te, con i tuoi pregi e i tuoi numerosi difetti-
-Numerosi, eh?- replicò lui alzando
un sopracciglio con finto rimprovero
-Ryo, promettimi una cosa- gli
disse lei tornando seria
-Che cosa?-
-Promettimi che quello che è
successo oggi...quello che ci siamo detti...non resterà in questa stanza-
-Te lo prometto- rispose Ryo
sapendo quello che c’era dietro a quella frase –D’altronde, con una tiranna come
te, non ho altra scelta!- fece poi scherzoso
-Tiranna a chi?- replicò Kaori
colpendolo ad un braccio.
-Ti amo, Kaori-
Il fatto che fosse stato Ryo il
primo a dirlo, di sua iniziativa, significò molto per Kaori.
-Anch’io ti amo, Ryo- gli rispose
commossa
Prendendole il viso tra le mani,
lui le catturò le labbra in un bacio esigente. Poi, senza porre fine al bacio,
la sollevò tra le braccia e si diresse verso il letto. Forse, dopotutto,
avrebbero risparmiato Miki e Umibozu...
THE END
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