Touchè.
-Sei
un idiota!-
Alejandro
si voltò appena in tempo per fare in modo che la boccetta
vitrea contenente un liquido azzurro, che gli era stata tirata
mirando alla sua scapola, gli colpisse invece la clavicola,
incrinandosi e facendo uscire dalle crepe un goccio di detersivo dal
forte odore di candeggina sulla camicia che, fortunatamente, era già
bianca di suo.
-Madre
de Dios, Heather! Uno non ti puede fare un favore che__
Venne interrotto dagli occhi di lei
che, fiammeggianti, gli si posarono sgarbatamente sul volto, in un
intreccio di ghiaccio e piombo liquido.
-Non
te l'avevo chiesto, io. Tu
hai insistito per andarlo a comprare, ma avresti potuto almeno
prendere quello giusto!-
Lui alzò gli occhi al cielo.
-Santoiddio, sempre di qualcosa
per pulire si tratta! Su, da brava, chica, puoi anche pulire il
pianoforte con quel__
Fu fermato di nuovo da una sempre più
arrabbiata Heather.
-Pulire
un piano con della candeggina? Dov'è finito il tuo cervello,
Cascamuerto?
Sempre che tu ne abbia mai avuto uno, s'intende.-
Alejandro sgranò gli occhi
smeraldini inarcando le sopracciglia e facendo comparire un paio di
rughe sulla fronte semicoperta da poche ciocche ribelli del colore
dell'ebano.
-Il
mio cervello è andato a farsi fottere da quando abbiamo –
hai
– delapidato la bellezza di diecimila dollari per quello
stupido pezzo di legno con ottantasette tasti e l'hai cominciato a
strimpellare-
-I
tasti sono ottantotto, cretino!-,
esplose Heather.
Alejandro rimase per qualche secondo
con la bocca dischiusa ed il braccio sospeso a mezz'aria, l'indice
puntato verso di lei.
-Fa lo stesso. Fatto sta, però
che tu e le tue note stonate mi avete rovinato il cervello.-
-Io
canto da Dio.-,
proferì la mora.
-Ma
quell'hijo de
puta
del pianoforte no!-,
strillò allora lui.
Sul viso di Heather comparve qualcosa
di molto simile ad un sorrisetto.
-Eppure, cinque mesi fa non lo
odiavi poi così tanto, dico bene, Al?-
Digrignò i denti e ridusse a
fessura gli occhi verdi.
-Non
devi. Chiamarmi. Al.-,
sibilò.
-E
tu. Non devi. Far finta. Di non. Aver. Sentito. Quello. Che ho
detto.-,
asserì allora lei nello stesso tono, imitando perfettamente il
modo in cui lui aveva parlato.
Alejandro levò lo sguardo
verso il soffitto e lo fece poi ricadere pesantemente sul pianoforte.
Non aveva fatto finta di non sentire quello a cui lei aveva fatto
allusione pochi istanti addietro, anzi, ricordava benissimo cosa
fosse successo.
Probabilmente,
se una qualunque persona avesse potuto sentire ma non vedere ciò
che era accaduto, sarebbe rimasta basita: accordi non troppo stonati
di My Immortal, poi delle voci confuse, un paio d'imprecazioni in
spagnolo e poi il suono sordo di uno schiaffo ben tirato. Un Madre
de Dios! urlato
a pieni polmoni, seguito da un momento di silenzio. Un orecchio
abbastanza fino, poi, avrebbe persino udito due diversi ritmi di
respiro: uno sommesso e trattenuto, uno ansimante. Poi, il rumore
assordante e cacofonico che provocano i martelletti sulle corde nella
cassa armonica del pianoforte quando vi sono battuti tutti assieme e
senza un ordine preciso, come se qualcuno avesse premuto con violenza
l'avambraccio sui tasti che vanno dal La sotto il Do centrale al Mi
dell'ottava superiore. L'ansimare che poi si fa più
insistente, poi altre parole incomprensibili, sussurrate, dette,
gridate, urlate.
E questo, Alejandro se lo ricordava
benissimo, come se gocce di metallo fuse si fossero impresse nella
sua mente, imprimendo allo stesso tempo anche le immagini di quel
pomeriggio.
-Beh?-
Un'Heather piuttosto scocciata lo
distolse dai suoi pensieri non esattamente adatti ai più
giovani.
-Beh
cosa?-,
disse in rimando lui.
-Non
mi chiedi perdono, non vai a comprare il Pronto per legno, così
pulirai il pianoforte?-,
gli chiese minacciosa.
La mente di Alejandro ebbe un
sobbalzo.
-Come mai devo pulirlo io, se lo
suo.. strimpelli solo tu?-
In quel momento, Heather alzò
secca la mano destra, zittendo immediatamente il giovane.
-Perchè l'idea di invitare
a cena quei deficienti dei vicini è stata tua.-
Alejandro lo sapeva, discutere con
lei era una partita persa in partenza.
Uscì, inviperito com'era, a
comprare quella lozione pulente per legno che lei tanto desiderava.
Prese ben presto, in preda a chissà quali oscuri pensieri, a
pensare ad alta voce.
-Madre
de Dios, vorrei tanto sapere perchè le ho chiesto di andare a
convivìr.. Oh,
mi Preciosa, sarà fantastico, non pensas?,
no, fantastico un corno!-
Andò a sbattere contro una
vecchietta che reggeva a stento un cestino pieno di spesa, facendo
cadere svariate scatolette di tonno dal contenitore verdognolo dai
manici neri.
-Giovanotto, perdio, sta' più
attento!-
Non le prestò nemmeno uno
sguardo, si concentrò per fare in modo di prendere il
detersivo giusto e tornò a casa.
-Querida, ho trovato il tuo
Pronto.-
Freddo, invincibile, ma tuttavia
impossibilitato a non usare tutte le sante volte un nomignolo dolce.
Le sue parole furono tuttavia
smorzate da una valanga di note stonate che avevano la presunzione di
voler assomigliare a My Immortal. Rimase per un momento ad ascoltare,
crogiolandosi nel pensiero a luci rosse che gli provocava quella
canzone.
Un accordo decisamente cacofonico lo
risvegliò dall'idillio d'oblio.
-Eh no, chica, no! Quante volte ti
avrò detto che quell'accordo è un Mi maggiore?-
Si stagliò davanti al
pianoforte, con tutto il sole delle cinque del pomeriggio che entrava
dalla finestra che lo inondava, facendo rifulgere la camicia bianca.
Le gambe leggermente divaricate, le braccia muscolose sui fianchi, in
posizione di chi si è veramente stancato di ripetere sempre le
stesse cose.
-Non
me ne importa niente. Per me, ci suona meglio un Mi minore.-,
replicò stizzita Heather.
Alejandro appoggiò la
bottiglietta di detersivo sul bordo della tastiera del pianoforte,
mosse le gambe in un paio di passi e si avvicinò alla sua
convivente.
-Santoiddio,
Heather Wilson, se non la pianti di suonare così malamente
questa canzone, giuro sulla mia madre tierra y sul mio corazòn
palpitante che quel cosetto
che porti in grembo lo chiameremo Owen!-
Heather lo fissò in volto con
un'espressione indecifrabile. I secondi passarono, la tensione si
fece più pesante sulle spalle del castano mentre la ragazza
non dava segni di preoccupazioni.
-Sappiamo
benissimo tutti e due che non permetterai mai
a tuo figlio di chiamarsi Owen.-
Detto questo, lanciò un ultimo
sguardo di sfida al povero Alejandro e riprese a far scivolare le
dita su quei bianchi tasti d'avorio. L'uomo le si avvicinò
ancora di più, fino a che lei non potè sentire
distintamente il suo respiro sulla pelle del collo.
-La
canzone.. Devo finirla.-,
sussurrò, ma lo fece con assai poca convinzione.
-Devo
andarmene, chica?-,
le domandò lui.
-No. Piuttosto, potresti anche
baciarmi, e__-
Protese le labbra. Alejandro le si
fece ancora più vicino, e quando ormai ritenne che Heather
stesse aspettando solo un suo bacio, appoggiò entrambi i palmi
sulla tastiera, provocando di nuovo quell'orribile suono che danno
tanti tasti pigiati insieme sconnessamente.
-Heather, Querida, quand'è
che cambierai e ti accorgerai che ti sto manipolando?-
Alzò le braccia e si ritrovò
in mano il Pronto. Guardò la ragazza con un'espressione
contrariata.
-Cambierò
quando ti accorgerai tu che in realtà la manipolatrice sono
io, caro il mio Al.-
Touchè.
Giudizio della Piratessa:
Punti
grammatica/sintassi: 8/10
Non
ho visto obbrobri particolari XD, a parte qualche virgola abusata o,
al contrario, dimenticata, ma nulla di che. Piuttosto, ho notato che
tendi a porre una virgola dopo ogni discorso diretto. Inoltre ho
voluto toglierti un punto per i vocaboli in spagnolo: mi spiace,
perchè possono essere considerati un'inezia, ma credo che ogni
aspetto vada curatissimo. Tu, forse, non hai studiato lo spagnolo, ma
basta andare su un sito traduttore -per quanto schifidi e inutili
possano essere :)- Ed è convivir,
senza accento; piensas,
non pensas.
A parte queste robe da rompiballe nulla di grave ^^ Punti
lessico/stile: 6,75/10 Un'altra
cosa di cui mi stradispiace. In alcuni punti il tuo stile si fa un
po'confusionario, al punto che mi sono dovuta rileggere per bene le
frasi per capire chi stesse facendo cosa e di cosa si stesse
parlando. Ad esempio: nella parte finale non capisco come Alejandro
faccia a trovarsi in mano il Pronto. Altre volte usi un lessico un
po' trascinato, in punti in cui le frasi potevano essere
tranquillamente "sintetizzate", non so se mi spiego
^^ Punti
originalità: 9/10 Per
quanto riguarda questa non ho nulla da obiettare: quanti hanno visto
Heather con un pianoforte in mano? L'unica, scassante, piccolissima
nota dolente è stato Alejandro che va a prendere il Pronto:
non so perchè, ma mi è sembrata una scelta un
po'sbrigativa... Punti
IC: 9,75/10 Oh,
meravigliosi *-* Cattivi al punto giusto, dall'orgoglio
insormontabile, ma anche pervasi dall'ammmore che comunque li lega (e
che loro, in giusta misura, non vogliono far fuoriuscire).
Bravissima! Punti
gradimento personale: 3,75/5 Per
quanto Heather con il pianoforte sia originale, mi è parsa
anche un po'bizzarra e difficile da accettare, nella maniera in cui
me l'hai presentata. Inoltre il Pronto è un prodotto
italiano... Magari io sono un'ignorante colossale e non so che viene
venduto anche in Canada, ma il fatto che Alejandro comprasse un
prodotto che si trova in Italia mi ha "infastidito"
^^. TOTALE:
37,25/45
Cosa
posso aggiungere? Non posso negare che non mi sarebbe dispiaciuto il
podio, ma mi sono già data millemila ragioni per cui non l'ho
raggiunto. E poi, diamine, ho quindici anni, è il mio primo
contest, di tempo ce ne ho eccome davanti!
Giudizi
come questi aiutano molto a migliorare, ecco quello che penso.
Ammetto
di aver trattenuto il respiro mentre leggevo la classifica e di aver
tirato un sospiro che non era né di sollievo e né di
delusione quando sono incappata in quel Quinto posto –
Clover Armstrong. Potevo andar meglio, ma anche molto, molto
peggio.
In
totale, sono abbastanza soddisfatta di me stessa.
Unica
pecca che mi sono rivolta? Lo stile.
DAMN,
migliorerò! :3
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