The
last song.
Please,
forgive me.
"Non
ti sei più fatto sentire" Questa frase colpì Dave
in pieno
volto, mille volte peggio di qualsiasi schiaffo.
Sebastian,
il SUO Seb, stava attaccato ad una matricola come una piovra che
tenta di soffocare un granchio.
Il
caffè corretto con courvoiser, il preferito di Seb, cadde
dalle mani
di Dave formando un piccolo laghetto scuro ai suoi piedi e
sporcandogli la T-shirt che aveva comprato apposta per l'occasione.
Dave aveva gli occhi sbarrati; non ci credeva quasi.
Incuranti
della sua entrata in scena, i due continuarono a pomiciare come degli
assatanati.
Dave
si schiarì la voce, deglutendo a vuoto, per richiamare la
loro
attenzione. La matricola si stacco e fuggì precipitosamente
dalla
stanza; non aveva proprio voglia di sentire il discorso che ci
sarebbe stato fra poco.
Sebastian
si alzò dal divano mentre si risistemava l'uniforme
spiegazzata che
addosso a lui stava particolarmente bene, come tutto peraltro.
Dave
era rimasto accanto alla porta, impietrito, mentre la pozza
scura si
allargava di più avvicinandosi pericolosamente al tappeto.
Sebastian
lo squadrò da capo a piedi con uno sguardo strafottente.
"Non
ti sei più fatto sentire"
"Beh,
sai com'è. Stavo tentando di ristabilirmi dal
suicidio” disse con
una piega amara sulle labbra. Sebastian
iniziò ad avvicinarglisi con arroganza, cercando la sua
bocca,
mentre Dave si allontanava sempre di più, nonostante il suo
copro
gli urlasse con tutte le sue forze di arrendersi a quelle labbra
morbide e spaventosamente invitanti.
"Non
ti avvicinare. Mi fai schifo. Mentre stavo male e avevo bisogno di
qualcuno accanto tu ti divertivi qui con quell'insulsa matricola. E
io che pensavo fosse tutto reale."
E la
mente di Dave corse di nuovo a quel pomeriggio in cui Seb lo era
venuto a visitare in ospedale. Sembrava tutto perfetto, troppo
perfetto perché durasse.
Kurt
era appena andato via, lasciandogli il cuore in mille
frantumi. E poi era arrivata l'infermiera che gli aveva annunciato
una visita inaspettata. All'inizio non lo voleva vedere.
Insomma,
gli aveva detto che era in sovrappeso di 50 kili, ma non era nella
condizione di rifiutare nessuna compagnia.
Sebastian
si era avvicinato al suo letto, preso una sedia e seduto. Tutto
questo senza dire nulla.
Da
dentro alla tasca prende l'inseparabile i-Phone, ci smanetta un
pochino e, all'improvviso era partita una base lenta e melodiosa.
Aveva
cercato di fargli cenno di smettere, debolmente, con una mano mentre
mormorava un fievole: ”Shh, non possiamo; l'infermiera ti
manderà
via”. Seb liquidò la possibilità con un
gesto noncurante, mentre
intonava le prime note. Aveva uno sguardo assorto e stranamente
angelico, era così vero e sincero.
Dave
sentiva il cuore fondersi e spostarglisi dalla cassa toracica alla
gola. Lacrime gli affioravano dagli occhi e rigavano le sue guance.
Sebastian
aveva fatto tutto quello per lui? All'improvviso si sentiva
così
unico e speciale; erano bastate solo poche parole e il suo cuore
aveva ricominciato a battere di nuovo.
Poi,
lentamente, Seb si era seduto sul bordo del letto e gli aveva preso
con delicatezza le mani, come se un gesto brusco potesse spaventarlo.
I loro sguardi si erano fusi assieme e con un'esitazione piena di
promesse le loro labbra si erano toccate per un singolo, intensissimo
secondo.
Dave
non era mai stato baciato in questo modo, tutti gli altri baci che
aveva ricevuto non potevano essere paragonati ad un tale piacere.
Nella sua mente li divideva in due categorie: baci dategli da donne,
scialbi e insipidi, e baci dati da Kurt, in realtà era uno
solo, ma
ne valeva più di mille.
Ogni
sera ripensava a quel momento, quel momento in cui aveva capito per
la prima volta la sua vera natura. Non aveva nessun rimpianto, tranne
quello di averlo dato il suo primo vero bacio
per ripicca e con rabbia.
Non
c'era paragone con questo, però. Quel minimo sfioramento di
labbra
con Seb lo aveva sconvolto più di quanto potesse immaginare;
il suo
cuore era in tumulto, il sangue pulsava nelle vene, nelle orecchie
sentiva un rumore sordo e continuo, come un martellamento.
Per
la prima volta dopo molto tempo si sentiva vivo.
Sebastian
gli passò la mano fra i capelli con maliziosa dolcezza e
scomparve
in quel labirinto di camici e volti sconosciuti.
Dave
rimase intontito per qualche secondo. Le labbra di Smythe erano
peggio di qualsiasi droga.
Era
stato tutto troppo bello per essere vero. Troppo effimero, troppo
perfetto per poter durare.
Dave
sbatté la porta con forza e afferrò la ringhiera
delle scale pieno
di frustrazione e rabbia, mentre Sebastian si avvicinava alla pozza
scura. Si inginocchiò davanti e, dopo averne osservato
colore e
aroma, disse: ”Caffè corretto con courvoiser, il
mio preferito.
Dave ti ho in pugno (?)”
Prima
log-fic. Ditemi se vale la pena di continuare.
Sono
una Klainer e Thaddastian convinta, ma purtroppo dovrò
macellarle un
po' per movimentare la storia. Scuse in anticipo. :)
E'
moolto possibile che i personaggi siano OOC in qualche capitolo; non
reggo l'angst, infatti dopo questi primi capitoli sarà
prevalentemente fluffosa.
Mi
hanno detto che la frase sul suicidio di Dave non è molto
delicata,
ma secondo me Dave è così risentito del
comportamento di Sebastian
che gli vuole sbattere in faccia la verità senza filtri
né censure.
Ogni
capitolo si baserà su una canzone e quella di oggi
é
:http://www.youtube.com/watch?v=9EHAo6rEuas.
E' quella che canta Sebastian a Dave, per intenderci.
Leggete
e recensite, se volete qualche anticipazione-spoiler potete chiedere,
ma non so nemmeno io dove andremo a finire, quindi ;)
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