My Guardian Angel

di Kurtney Shale
(/viewuser.php?uid=154271)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


The guardian angel 1 Era accaduto tutto così velocemente…

Madre e figlio che tornavano a casa dopo una giornata tra scuola e lavoro.
Il piccolo Kurt, sei anni, occhi azzurri, capelli di un bel castano chiaro e un enorme sorriso perennemente stampato sulle labbra, stava dormendo sul sedile posteriore della vettura, avvolto in una copertina.
Stringeva tra le mani il suo tenero orsetto di peluche, dagli occhi coloro miele e un piccolo papillon posso a pois bianchi chem a sentire il bimbo, gli dava un tocco di classe.
Era sera inoltrata e in autostrada non c'era praticamente anima viva.
Nessuno, se non qualche macchina che passava ogni tanto lasciando intravedere una striscia di luce diversa dal quella proveniente dai fari della propria auto.
Uno di quei giorni in cui sei talmente stanco che non vedi l'ora di tornare a casa, magari bere una cioccolata calda davanti al fuoco scoppiettante e poi andare a letto e addormentarti cullato dal tepore delle coperte.
Ma quella sera purtroppo, per qualche crudele gioco del destino, non ci sarebbero stati né la cioccolata né il letto caldo su cui riposare.
Anzi, a dire il vero non ci sarebbe stato neanche un ritorno a casa.

Sì, era successo davvero troppo velocemente.

La strada bagnata e ghiacciata a causa del freddo di quegli ultimi giorni, un colpo di sonno forse, o una frenata improvvisa.
Quello che successe dopo, beh non lo seppero neanche loro: solo un improvviso buio totale, un forte mal di testa e il suono martellante e ripetitivo della sirena dell ambulanza che si avvicina.

“C'è un bambino qua dentro! È privo di conoscenza, bisogna tirarlo fuori immediatamente!”

Le grida dei medici che correvano da una parte all’altra diventavano lontane fino a svanire del tutto lasciando nell’aria solo un suo ultimo respiro, mentre la donna stava stesa sull’asfalto bagnato con il corpo sempre più freddo
Dentro l'ambulanza, il piccolo Kurt stava sdraiato su un lettino dalle lenzuola bianche, con le braccia lungo i fianchi e l'orsetto ancora stretto nella manina.

“La madre non ce l'ha fatta, come sta il bambino?”
Il medico scosse la testa con aria quasi rassegnata.
“Non sappiamo quando aprirà di nuovo gli occhi…”

Avete presente quella sensazione di paura che avreste se poteste sentire tutto quello che vi accade intorno, ma non poteste muovere neanche un muscolo per dire almeno che in un certo senso state bene e che state lottando per la vita?
Quella, purtroppo, era una sensazione terribilmente reale per il piccolo Kurt, che sarebbe rimasto steso in un letto di ospedale ancora per molto, molto tempo.

Solo un bambino, una vita spezzata in una sera.
Quella stupida e maledetta sera, per colpa di un altrettanta stupida fatalità.
Un corpo che non funziona ma che è vivo e può sentire, come una prigione dalla quale però un piccolo spirito si libera.

Forse era questo quello che chiamano un angelo custode, lui nonostante tutto sapeva di avere un compito e presto non sarebbe stato più tanto solo.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=990869