A Strange Interest

di FaDiesis
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-Vai, stupida televisione da rottamare!- esclamò Duncan, colpendo con un pugno quello scatolo nero e ronzante che si ritrovava per TV.
Infatti il Dinosauro, così prontamente soprannominato dal ragazzo, si era bloccato sullo stesso canale da circa 25 minuti, impedendogli di guardare la partita di football dell’anno che sarebbe cominciata a momenti.
Duncan si buttò a peso morto sul divano, con il telecomando in mano, schiacciando  invano quegli odiosi tastini numerati.
Stavano trasmettendo una vecchia replica di un programma di cucina; e lui fece “attenzione” a non perdersi neanche un passaggio delgustoso  porridge che un grasso presentatore stava mostrando con un enorme sorriso, tanto che Duncan pensò che la mascella di quella paffuta faccia da schiaffi fosse sul punto di fracassarsi con un sonoro Crack.
-Aggiungere poi i fiocchi d’avena alla miscela…- diceva l’omaccione. Fiocchi di che? D’a…vena? E mo’ che c’entra il sangue con il cibo?
Un’odiosa musichetta di conclusione mise finalmente un punto e accapo al programma culinario.
Duncan pensò di essersi salvato, che la tortura fosse finita, ma…
Eh sì, ovvio che c’è un ma.
Il ragazzo sussultò e i suoi occhi azzurri si ritrovarono sgranati sullo schermo del Dinosauro.
Una telenovela.
Era appena cominciata una telenovela.
Cresta-Verde non seppe più che fare, era disperato… ma suo malgrado si mise a guardare la fiction.
Era la solita straziante storia di un amore impossibile, piena di passioni e tradimenti, con colpi di scena inaspettati, amanti e figli illegittimi.
Duncan si alzò leggermente con il busto e fissò Dino con strano interesse.
La scena era ora di un uomo e di una donna che gli infradiciava con le lacrime tutta la camicia continuando a ripetere “perché? perché a me? ”.
L’uomo scattò con la testa di lato, facendo oscillare i capelli con aria fascinosa.
La donnaurlò ancora disperata.
Duncan si sollevò ancora, fremendo.
L’uomo stava per aprire bocca.
La donna lo guardava con gli occhi lucidi e l’aria depressa.
Duncan era oramai quasi sceso dal sofa, solo leggermente appoggiato sul didietro.
L’uomoassottigliò gli occhi e…
Taratatata! Pubblicità!
Duncan si alzò e urlò felicemente a squarciagola, FINALMENTE LA PUBBLICITA’!!!
Era solo questo che aspettava, la pubblicità… In quel momento, sentì di amarla più di qualsiasi partita di qualunque sport.
Non rispose neanche al telefono, voleva godersi fino all’ultimo quegli attimi di assoluta demenzialità commerciale, prima della ripresa del programma sdolcinato.
Sospirò, guardando la faccia di una bambinetta, che stava dicendo con un pupazzo di un koala in mano:- Si chiama Ciuffo…





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