Mwen renmen

di MarchesaVanzetta
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Viaggio di ricerca
Bayardo amava immensamente tutto ciò che concerneva l’antropologia e quando la facoltà gli aveva proposto una tesi sui Moskitos, andando a vivere con loro per un certo periodo,aveva accettato senza remore, eccitato dal futuro di scoperte.
Mentre preparava la valigia, riempiendola di pantaloni e camice a mezza manica, non si immaginava certo che tra quel popolo avrebbe trovato l’amore della sua vita.
Eppure adesso lo stava stringendo, e tutto il resto diventava una pallida imitazione di vita, in confronto alla pelle morbida di Naklili e ai suoi occhi misteriosi, sempre velati da qualcosa di magico, oscuro e potente.
Semplicemente, lo amava.
 

Misquitia
Era in quel posto dimenticato da Dio solo per lui, e Naklili lo sa e si sente in colpa: è pericoloso oltre che scomodo e glielo ripete continuamente ma Bayardo lo zittisce sempre con un bacio, anche quando c’è gente. È solo grazie a suo padre che il villaggio li ha accolti senza remore e loro possono amarsi alla luce del sole.
E adesso che sono nella loro capanna, addobbata come quella di due sposi, e Bayardo gli sta accarezzando piano i capelli, capisce che nonostante tutto è giusto così e lui può essere felice solo con Bayardo, lì e in quel momento.

 
Leòn
Certo, adorava stare tra i Miskitos e dividere una capanna con Naklili ma poterlo finalmente amare su un letto vero, con le molle che cigolano e il vociare della strada in sottofondo, era tutto ciò che desiderava.
Dopo la morte del padre si erano rifugiati nel suo appartamento per fuggire dai fantasmi e mentre lui finiva la tesi Naklili scolpiva maschere e le vendeva ai turisti.
Quando lui, verso le sei, tornava a casa dall’università, lo trovava chino su un pezzo di legno; ma appena sentiva la porta chiudersi alzava il viso e lo baciava, per ore. La sua vita era completa.
 

Addio
Sapeva che doveva andarsene. Lo sapeva dl momento in cui aveva messo piede in città: quel luogo così caotico e in contrasto con gli spiriti lo avrebbe distrutto e cacciato via. Così, quando Bayardo l’aveva sorpreso a fare i bagagli e gli aveva chiesto una spiegazione, Naklili aveva semplicemente indicato l’isola di Omepete, avvolta nella nebbia. L’isola magica, l’isola dei suoi avi.
Lo amava, immensamente. Crede che non smetterà mai di amarlo. Ma, semplicemente, non era più tempo per loro. Erano finiti i tempi dei baci: ora c’era la guerra, quella vera che si sente sulla pelle, e lui doveva andarsene.
Addio, mwen renmen*.

 
 
 

*”Amore mio” in creolo.





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