In croce

di mamie
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Titolo: In croce
Autore: Mamie
Prompt: Fede - Crocifisso

IN CROCE

  “… patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato secondo le scritture…”
 
Kanda recitava il Credo meccanicamente. Lo faceva sempre. Erano parole che aveva mandato a memoria molto tempo prima, nient’altro. Quella volta però gli accadde di alzare in quel momento lo sguardo fino ad incontrare il grande crocefisso di legno che sormontava l’altare maggiore. Una figura antica, nodosa e contorta a cui lo scultore aveva cercato di infondere tutti i segni della sofferenza umana. I rivoli di sangue che scendevano dalle mani e dai piedi deformati dai lunghi chiodi, i tendini tesi nello spasimo, la bocca aperta come avida dell’aria che sfuggiva, la ferita slabbrata sul costato che gocciolava altro sangue, la corona di spine conficcate sul capo. Non era una bella morte quella, ma una lenta e feroce tortura, ideata apposta per gli schiavi ribelli, che un dio aveva deciso di prendersi per riscattare l’umanità dai propri peccati. Un dio che decideva di lasciarsi torturare a morte per poi tornare di nuovo, bianco e sfolgorante come una nuvola. Un dio di cui lui non era altro che una brutta copia, uno scherzo ideato da una mente perversa, un esperimento mal riuscito.
Perché anche lui poteva morire e poi risorgere, ma il suo scopiazzare il crocefisso non aveva niente di glorioso né di salvifico. Solo la triste utilità di una macchina da guerra, troppo preziosa per lasciarla rotta, troppo costosa da sostituire ogni volta. Per di più limitato ad una certa durata, al cadere dei petali di un fiore di loto.
 
“… è salito al Cielo, siede alla destra del Padre, e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti…”
 
Quando sarebbe giunto quel momento, lui da che parte sarebbe stato? Da quella dei vivi o da quella dei morti? Non era né l’uno né l’altro. Era solo una macchina. Per un attimo ebbe la tentazione di sguainare la sua spada, decapitare quel simbolo orrendo e urlare a tutta quella gente salmodiante e indifferente la sua disperazione.
Non lo fece.
Si limitò a chinare il capo e ad aspettare, a bocca chiusa, la fine di quella gelida professione di fede. Se anche qualcuno se ne accorse non disse niente. Kanda, si sapeva, era taciturno per natura.
 




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