Momenti trasparenti;

di Deianeera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Profumo di lillà, muschio e legna arsa. ***
Capitolo 2: *** Il mio principe tenebroso. ***
Capitolo 3: *** Il dolore di una madre. ***
Capitolo 4: *** Quella cosa che si chiama Amore. ***
Capitolo 5: *** Esiste solo lei. ***
Capitolo 6: *** Sete di vendetta. ***
Capitolo 7: *** Amico, che tanto amico non è. ***
Capitolo 8: *** L'alba di una nuova vita. ***
Capitolo 9: *** Demônio. ***



Capitolo 1
*** Profumo di lillà, muschio e legna arsa. ***


#Edward.

Entrò da quella porta. Lei piccola, insulsa e fragile umana.
Aveva un profumo di lillà, di legna arsa e di muschio.
Buona.
Sentii i miei occhi diventare neri quando si sedette vicino a me. No, non poteva starmi così vicina oppure sarebbe morta. Dovevo trovare un modo per trascinarla fuori di lì e ucciderla.
Deliziosa.
Poi si voltò e vide che mi ero allontanato, così, cercando di non farsi vedere si annusò i capelli. Credeva di puzzare.
Assurdo.
Si voltò di nuovo e incontrai i suoi occhi. Marrone cioccolato. No, non l'avrei uccisa perchè in quegli occhi ci trovai il mondo e la mia vita da quel momento ritrovò un senso.
 


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Capitolo 2
*** Il mio principe tenebroso. ***


#Alice
 
Ero per strada, come sempre.
Con uno straccio addosso, come sempre.
Assetata e alla ricerca di qualche vagabondo da poter uccidere, come sempre.
Poi una visione o meglio un sogno. Il mio sogno.
C'era una famiglia composta indubbiamente da vampiri. Ma erano diversi, avevano occhi gialli ed erano una vera famiglia. Si volevano bene come se fossero tutti accomunati da parentele di sangue.
E c'era lui. Un dio sceso in terra. Un dio tenebroso. Capelli biondo cenere, braccia forti ma non eccessivamente muscolose e il corpo coperto da cicatrici. Lui mi guardava come non aveva mai fatto nessuno. Lo amavo, indubbiamente.
Poi un nome pronunciato da una voce vicina ma che sembrava lontana. "Jasper" diceva. "Jasper, Jasper, Jasper"
Non vedevo altro che lui, non sentivo nient'altro che l'immenso amore per lui.
Japer, il mio principe tenebroso.


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Capitolo 3
*** Il dolore di una madre. ***


#Esme
 
Ero su quel burrone e non avevo nessuna intenzione di tirarmi indietro. Accarezzai la mia pancia piatta e altre lacrime uscirono dai miei occhi. Il mio bambino, la mia piccola creatura era morta. Doveva esserci qualcosa di sbagliato in me, altrimenti perchè lui sarebbe dovuto morire? Ero sbagliata, non ero fatta per avere figli.
Ero fatta male, malissimo.
Feci due passi indietro, giusto per prendere un po' di rincorsa. Lui non c'era, lui era morto e sinceramente in quel momento non mi importava di ferire i miei familiari o chiunque altro mi conoscesse. Lui non c'era e quindi non ci dovevo essere neanche io.
Il mio piccolo bambino. Un passo.
La mia piccola creatura. Un altro passo.
Un figlio morto. Un salto.
E poi l'aria che mi scompigliava i capelli e il vestito. 
Dolore, dolore e buio. E poi due occhi dorati che mi fissavano spaventati.


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Capitolo 4
*** Quella cosa che si chiama Amore. ***


#Renesmee
 
Sentivo tutto. C'era qualcuno, un certo Jake, che voleva che io morissi. Poi c'era un certa Rose che invece faceva di tutto per aiutarmi. C'erano altre persone di cui non conoscevo il nome. C'era il mio papà. Lo sapevo che era lui ma chissà perchè, lui mi odiava. Diceva che la mamma non sarebbe sopravvissuta e che quindi io sarei dovuta morire. Sarebbe andato molto d'accordo con quel Jake.
Poi c'era la mia mamma. La sentivo, era debole, ma nonostante questo continuava a volermi immensamente bene. E io pure. Riuscivo solo a capire che per colpa mia lei era ridotta a uno straccio ma io le volevo bene e non sapevo come aiutarla. L'unica cosa che potevo fare era stare ferma e non muovermi per evitare di farle del male.
Avevo terribilmente fame poi qualcuno, grazie al cielo, ebbe l'idea di nutrirmi.
Sangue.
Volevo far sapere alla gente che nonostante fossi ancora dentro alla pancia della mamma, io sapevo cosa accadeva fuori e volevo far capire a tutti che io non la volevo uccidere. Non lo volevo fare e sarei riuscita a rinunciare anche al sangue per farla stare meglio.
C'era qualcosa in lei che mi piaceva molto.
E c'era qualcosa in me, qualcosa che non avrei mai saputo descrivere. 
Papà mi leggeva nella mente e capì subito.
Era qualcosa che si chiamava Amore.

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Capitolo 5
*** Esiste solo lei. ***


#Sam
 
Ero diventato un mostro. Un orribile mostro. Tutto ciò non aveva senso.
Io, Sam Uley, ero condannato a vivere dentro un lupo, a lasciare la mia ragazza per paura che scoprisse qualcosa e abbandonare tutti i miei amici. Non potevo vedere ne toccare nessuno, mi facevo schifo.
Stavo lentamente impazzendo. Il vecchio Quil Ateara continuava a dirmi di rimanere calmo, di cercare di riprendere la mia forma umana. Come se fosse facile!
Dopo giorni interi di quella tortura riuscii a tornare in me ma fui costretto ad andare a casa di Leah. Lei mi studiava e io non potevo far altro che sentirmi in colpa.
Poi arrivò sua cugina e tutto cambiò. Appena la vidi non potei far altro che ringraziare chiunque fosse lassù per aver fatto nascere una creatura così bella.
Incrociai i suoi occhi e in un attimo la simmetria dell'universo mi fu subito chiara. Lei era tutto ciò che mi mancava. Lei era la mia aria, il mio cibo, la mia acqua. Lei era tutto ciò che volevo.
In quell'esatto istante mi dimenticai del fatto che fino al giorno prima ero un enorme lupo nero, mi dimenticai della mia famiglia, di Leah, di me stesso.
Perchè senza di lei io non ero più nulla. Lei era l'unica cosa che mi teneva in vita come fosse il sangue nelle vene.
Emily.

 

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Capitolo 6
*** Sete di vendetta. ***


#Victoria
 
C'era un gran fracasso nella radura così decisi di vedere cosa stesse succedendo. C'erano pezzi di vampiri ovunque. Quel maledetto clan dei Cullen era ben organizzato grazie alla veggente e al soldato. Cercai di istruire uno del mio esercito su chi attaccare per primo ma, naturalmente, non mi diete ascolto. Cos'altro ci si poteva aspettare da un neonato?
Comparvero anche degli enormi lupi e altri vampiri caddero a terra senza testa.
Agganciai la scia del leggi-pensieri e capii subito che quell'insulsa umana era con lui.
Figuriamoci! Non la mollava un attimo, quasi a volersi portare uno spuntino di riserva dietro.
Arrivai lì, accompagnata da quell'idiota di Riley. Lui credeva di essere il mio unico amore. Stupido e patetico di un vampiro! James, ecco chi amavo. Ora era solo polvere ma io continuavo ad amarlo. E lei, Bella, che poi tanto bella non era, doveva morire.
Vidi Riley venire sbranato da un enorme lupo grigio così scelsi la via della fuga. Mi sarei ricostruita un nuovo esercito, altri mille, anche, se necessario.
Ma no, lui non mi voleva far andare via. Mi attirò continuando a ripetere che ora l'umana era lì, a poca distanza e che io non avrei mai avuto un'occasione migliore.
Così mi girai, gli occhi neri dalla sete, pronta per ucciderli tutti e due.

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Capitolo 7
*** Amico, che tanto amico non è. ***


#Marcus
 
Aro. Un nome, un vampiro, un mostro.
Lui ha sempre creduto che non lo avessi scoperto, che non sapessi la verità.
Ma io lo so, l'ho sempre saputo. E' stato lui. Viscido, schifoso, infame. Così assetato di potere da arrivare a uccidere anche sua sorella.
Mia moglie.
Lei era morta e io non avevo potuto farci nulla. Non potevo neanche uccidere Aro perchè c'era quella schifosa di Chelsea che mi obbligava ad essergli fedele.
Volevo fuggire ma non potevo: mi avrebbe dato la caccia.
Didyme, Didyme, Didyme. Perchè non sei qui? Ho bisogno di te, amore mio. E tu non ci sei. Sei morta per mano di tuo fratello ed è tutta colpa mia.
Se io non avessi avuto in mente quella stupida idea di andarcene insieme, tu saresti ancora viva, qui accanto a me.
Ma ero sciocco e non ho pensato alle conseguenze.
Ma te lo giuro, Didyme. Arriverà il giorno in cui io mi vendicherò di Aro e così finalmente il mondo dei vampiri potrà vivere con più tranquillità.

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Capitolo 8
*** L'alba di una nuova vita. ***


#Riley
 
Me ne stavo tranquillo, per le strade di Forks. Ero appena uscito da un locale, mezzo sbronzo. Poi strani movimenti e strani rumori. Maledetto alcool! Degli spostamenti veloci intorno a me.
Cazzo! Maledetto alcool, di nuovo. Ora doveva anche farmi schiattare di paura. Una chioma rossa mi girava intorno a una velocità  davvero impressionante. 
Non ci capivo un fico secco. Ma che cazzo stava succedendo? Forse mi avevano messo qualche specie di droga nel bicchiere perchè d'un tratto, così dal nulla, una dolore lancinante alla mano mi invase. Dolore, altro dolore, fuoco. BRUCIAVO! Urla, ancora urla, BRUCIAVO!
Qualcuno mi aiuti, qualcuno mi aiuti, qualcuno faccia qualcosa. Qualsiasi cosa, ma spegnete il FUOCO!
Dolore e ancora dolore. Tenebre e tenebre. Fuoco e fuoco. Urla e ancora urla.
Minuti interminabili di agonia. Un'agonia così forte che annullava tutta la mia esistenza.
No, non poteva essere l'alcool. Nulla faceva quell'effetto, neanche la droga più forte. Le avevo provate tutte e nessuna aveva mai fatto così male.
Poi una fitta al cuore che mi fece morire. Letteralmente. 
Aprii gli occhi e le prime cose che vidi furono una chioma del colore del fuoco, un paio di occhi rossi e la carnagione bianca, bianchissima della ragazza -quasi donna- che mi stava davanti. Poi una frase: 'Ti amo, e per questo devi aiutarmi'.
Dipendevo da lei.

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Capitolo 9
*** Demônio. ***


ATTENZIONE!: In questo capitolo sono presenti alcune parole in portoghese. Aprite Google Traduttore o lasciate libero l'intuito.

#Kaure.

L’avevo capito dalla prima volta che lo avevo visto. Lui non era umano.
Ma lei lo sapeva. La piccola e fragile humana sapeva che cos’era e se ne stava tranquilla con aquele vampiro.
Tranquilla, finchè lui non aveva criado um monstro na sua barriga.
Dovevo proteggerla, ma come? L’unica cosa che potevo fare era predizer como iria acabar.

~~~~
~~~~

Mi avvicinai alla sua pancia guardandola con spavento, paura e compassione. Poi, dopo aver ricevuto il suo consenso, poggiai la mano sulla sua pancia, dove si trovava il mostro. Il centro del suo futuro.
Una serie di immagini mi invasero la mente mentre chiudevo gli occhi: pelle, ossa, la ragazza che dimagriva, sangue, dolore e urla. Poi il silenzio mentre la creatura sorrideva accanto al corpo da pobre menina sem vida.
Aprii gli occhi lentamente, poi li fissai nei suoi.

«Morte


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