What would make you happy,Dan?

di hikaru90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I care about you ***
Capitolo 2: *** Wait!Do you like her? ***
Capitolo 3: *** The Beginning ***
Capitolo 4: *** Thank you,Humphrey ***
Capitolo 5: *** The Car ***
Capitolo 6: *** Plausible Deniability ***
Capitolo 7: *** The wolf looses his hair, but... ***
Capitolo 8: *** No HeadBands in College ***
Capitolo 9: *** My friend.The only one. ***
Capitolo 10: *** The Groom & The Evil Queen ***



Capitolo 1
*** I care about you ***


Dan:Beh, lei e' la migliore amica di... questa ragazza, Blair Waldorf, che rappresenta fondamentalmente tutto quello che odio dell'Upper East Sidedistillato in 45 kg di crudelta' femminile, occhi da cerbiatto, sputasentenze, con l'etichetta di sgualdrina.
Rufus:Nessuno e' cosi' cattivo.
Dan: Lei lo e'. Esagererei appena se ti dicessi che Medusa vorrebbe indietro il suo sguardo raggelante.
Rufus:Beh, se c'e' una cosa che ho imparato ,e' che solitamente sotto la superficie c'e' qualcosa in persone come lei, che le fa agire nel modo in cui agiscono.
Dan:Tipo cosa? Il succo d'arancia nel suo Mimosa era succo concentrato, e non spremuto fresco?


La guardava da lontano, quella Blair Waldorf.
Era poggiata su una delle panchine esterne della Costance Saint Jude, e posava distrattamente i libri scolastici nella costosa borsa di Louis Vuitton.
Stranamente era sola.
Non c’era nessuna Serena con la quale litigare.
Nessuna leccapiedi alla quale impartire ordini.
Nessun Archibald al quale sussurrare dolci e fugaci parole d’amore.

Vista da uno straniero qualunque, quella ragazza così pallida e magra poteva sembrare un’innocua e comune sedicenne, ma Dan Humphrey sapeva che Blair Waldorf di comune non aveva proprio niente.
Figuriamoci di innocuo!

La “Regina B”, come ormai tutti la chiamavano alla Costance, era l’essenza stessa del male.
Sputava sentenze su tutto e tutti. Si atteggiava a divinità fashionista, decretando ciò che è giusto e ciò che è sbagliato in quanto a buon gusto e moda. E se qualcuno osava contraddirla, Dio sa quale maligna vendetta avrebbe riservato al povero malcapitato.

Blair Waldorf era Il Male.

O almeno era quello che a tutti voleva far intendere.

Ricordava benissimo la prima volta che l’aveva incontrata.
L’aveva guardato con sguardo sprezzante, come se fosse il peggiore dei criminali, e l’aveva liquidato con poche semplici parole, prima di trascinare una Serena non del tutto lucida dentro un taxi.
Come se non bastasse, era bastata un’occhiata per classificarlo subito come un senzatetto. Come unica colpa quella di indossare una comoda e morbida camicia di flanella, invece di un rigido smoking al quale sicuramente lei era più abituata.

A Dan era bastata quell’unica occasione per farsi un’idea piuttosto precisa di quella ragazza. E i loro incontri successivi non fecero altro che aumentare l’opinione deleteria che si era fatto di lei in principio.
Per Dan infatti ,Blair Waldorf incarnava il classico prototipo di ragazza viziata, egoista e snob che spesso si incontrava nell’Upper East Side; che ostentava quello che aveva senza troppi problemi o scrupoli di coscienza, e che si faceva beffe di tutti coloro che non potevano permettersi certe comodità-come lui ad esempio.
Inoltre era vendicativa, malipolatrice e tremendamente egoista.

Qualche volta si ritrovava a pensare che doveva avere per forza almeno una caratteristica positiva-è pur sempre un’essere umano, no?- ma il motivo per cui quella ragazza così carina e raffinata si ostinasse a mostrare a tutti il suo lato peggiore rimaneva un mistero per il giovane Humphrey.

Eppure era a quella stessa Blair Waldorf che, qualche giorno prima, aveva confidato l’abbandono della madre, rivelandole una parte di sé che non aveva mostrato nemmeno a persone a lui più vicine, come Jenny e suo padre.
Ed era sempre quella Blair Waldorf che aveva tacitamente consolato, dopo l’ennesimo litigio con Serena, standole accanto nonostante le continue-ma finte- minacce di lei di chiamare la sicurezza .

Non sapeva esattamente cosa l’aveva spinto in quell’occasione a correre dietro a Blair piuttosto che a Serena.
Normalmente si sarebbe precipitato da Serena, ma c’era un qualcosa dentro di sé che lo aveva spinto da Blair. Che gli suggeriva che era Blair la persona che aveva maggiore bisogno di conforto. Che era lei la più fragile.

Ma perché?

Dan la osservò di nuovo, meditabondo, notando che aveva appena fatto una scenata ad una povera ragazzina che l’aveva urtata appena.

Forse perché dietro quella maschera di strafottenza e altezzosità si nascondeva una ragazza fragile e insicura?
Perché quelle continue minacce che rivolgeva non solo a lui, ma a tutti quelli che gli andavano contro, erano in realtà disperate richieste di aiuto?
Perché, anche se non voleva ammetterlo ,era una persona terribilmente sola, proprio come lui?

La campanella della Costance distrasse il ragazzo solitario dal suo incessante flusso di pensieri, e da bravo studente modello qual era si precipitò in classe. Non voleva far attendere il professor Edgar, anche se i suoi vani tentativi di farlo appassionare alla matematica lo avessero francamente stancato.
Tuttavia mentre prendeva posto tra i banchi, una domanda non poté fare a meno di insinuarsi nella sua mente:

“Perché mi sto preoccupando di Blair Waldorf?”





allora…come molti di voi avranno capito,la fic è ambiantata nella prima stagione,più o meno dopo la puntata 1x04,quando Dan e Blair mal si sopportavano!Apparte questo,sulla fic non so dirvi altro, se non che ho amato molto scriverla!:)
per quanto invece riguarda il come intendo strutturare la raccolta, procederò in questo modo: all’inizio di ogni fic riporterò una frase o una conversazione tratta direttamente da un episodio della serie e che mi avrà per così dire “ispirato” a scriverla ,seguita poi dalla fanfiction stessa…
che penso di Dan e Blair,dite ?Bhè niente…se non che sono fantastici insieme,che è stato interessante assistere all’evoluzione del loro rapporto dalla prima alla quinta stagione, e che, a mio parere, è la coppia meglio sviluppata di tutta la serie!
Soooo…thank you for reading it,and see you next time!:)

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Capitolo 2
*** Wait!Do you like her? ***


Eric: Wow! Non l'avrei mai detto.
Dan: Già nemmeno io. Voglio dire, è successo una volta ed è stato strano. 
E: Oh, me lo immagino, certo!
D: Sì, ma uno strano piacevole, tipo ''wow che strano, è proprio un bel bacio''? O strano negativo, tipo... non so, ''wow stranissimo''? 
E: Lei non ti ha dato degli indizi in quel momento? 
D: No. no, se n'è semplicemente andata, ammutolita. Mi ha lasciato lì all'ingresso.
E: Misteriosa!
D: Vero? Poi ho fatto ciò che ritenevo cortese, ovvero chiamarla il giorno dopo. E' passata quasi una settimana e non l'ho risentita.
  E: Aspetta. Aspetta. Perché t'importa così tanto? Per caso... ti piace?
D: Come? No. No, non mi piace. No, certo che no. Per niente. Sono soltanto curioso. E... e poi... sai, ha un buon profumo.
E: Oh, ti sei preso una super cotta per Blair Waldorf!




A quelle parole, Dan si irrigidì..
"Su-super cotta?NO!No davvero!Ripeto...sono curioso...e il fatto che mi piaccia il suo profumo non prova assolutamente niente."
Il fratellastro fece una smorfia,scettico.
"Niente dici?"
"Assolutamente!Trovi così strano che a un uomo possa piacere il profumo di una donna?"
"No" replicò Eric,sedendosi sul divano "normalmente non lo troverei strano.Se però quell'uomo sei tu e quella donna Blair Waldorf, permettimi di essere leggermente perplesso."

Dan lo fissò,infastidito.

"E perchè,scusa?"
"Bè"rispose Eric, grattandosi la nuca "Ormai conosci Blair da più di cinque anni, e sinceramente in tutto questo frangente di tempo non ti ho mai sentito rivolgerle parole di apprezzamento.Di nessun tipo.
Perchè tutto di un tratto mi dici che trovi gradevole il suo profumo?Quando mai in passato hai trovato gradevole una qualsiasi cosa che appartenesse a Blair?Quando mai hai trovato piacevole lei?"

Il giovane Van der Woodsen si concesse una piccola pausa, per valutare l'effetto che avevano avuto quelle parole nel fratellastro.

Soddisfatto, continuò:

"E' evidente che è cambiato qualcosa nel frattempo. Non mi guarderesti con quella faccia se non fosse così!
E sinceramente, Dan, se Blair davvero non ti piacesse,non credo saresti così curioso di sapere quale sia stata la sua reazione al bacio, e nemmeno ti chiederesti perchè non ti abbia ancora richiamato!"

Fissò l'Humphrey, in cerca di risposta, ma questo sembrava assente.
Anzi, scioccato.

Davvero aveva realizzato solo in quel momento che provava qualcosa per Blair?




mmmmm,ok...questa è decisamente patetica!lo ammetto!infatti ero indecisa se pubblicarla o meno,però mi sono divertita molto a immaginare come fosse continuata la conversazione (esilarante!XD) tra Eric e Dan che avviene nella 4x18...
Ovviamente ringrazio tutte le persone che hanno letto la ff precedente e che hanno avuto il coraggio di leggere anche questa.Grazie davvero!per me significa tanto!
Naturalmente le recensioni sono sempre ben gradite!anche negative!così capisco dove migliorare...
detto ciò...alla prossima!(se vorrete...) :)

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Capitolo 3
*** The Beginning ***


Blair:Che ci fai ancora qui? Non dovresti essere partito per vivere il tuo sogno...per giorni e giorni con Serena in una vera auto?
Dan:No, rimarro' qui, quindi a quanto pare vivro' nel mio peggior incubo:rimanere intrappolato in citta', con solo Blair Waldorf con cui parlare.
Blair:C'e' Nate. Ne divido con te la custodia se sto in posizione dominante.
Dan:No, Nate e' dal nonno.
Blair:Eric allora?
Dan:A Gastaad con Elliot. Per favore non continuare con l'elenco. Ti assicuro,ci sono solo io. Tranquilla,non chiamero'.Saro' molto occupato a scrivere,a trasformare la stanza di Vanessa in un ufficio, a vedere "Nanette" al cineforum...
Blair:IO vado a vedere"Nanette" al cineforum.
Dan: Vedi documentari francesi sugli oranghi?
Blair:"Nanette" e' un'ispirazione. La scorsa estate, andavo ai Jardins des Plantes di continuo solo per farle visita. Se dovesse succedere di incontrarci, per favore, non sederti accanto a me.
Dan:Non ci penso neanche. Finiamo di lavare i piatti, cosi' torniamo a casa, ok?




Dan fissò lo schermo del computer con sguardo vacuo, poggiando le mani sulla tastiera.
Il foglio del documento di testo davanti a lui era immacolato,esattamente come un'ora prima, quando l'aveva aperto.

Vuoto.

Dan sospirò, afflitto.
Da un po' di tempo anche lui si sentiva vuoto, come quel documento di testo.
Privo di idee.
Di immaginazione.
Di voglia di scrivere.
Aveva sperato fino all'ultimo che lo cogliesse un'idea improvvisa, come spesso gli accadeva nelle situazioni più disperate, ma niente.
L'ispirazione sembrava essersi dimenticato di lui.
Come poteva scrivere in quelle condizioni?

Rassegnato,chiuse di scatto il computer e indossò la giacca poggiata sul divano, guardando l'orario.
Avrebbe dovuto precipitarsi dai Van der Woodsen per l'ennesimo pranzo in famiglia, ma prima aveva bisogno di una boccata d'aria a Central Park.
“Mio padre capirà” pensò.

Mise le mani in tasca,in cerca delle chiavi,ma la prima cosa che le sue dita afferrarono fu un biglietto.
Dan lo guardò,interrogativo.
Nanette
martedì 21/12/10
ore 4:30


“Oh,già!”ricordò il ragazzo solitario.
Erano passati due giorni da quando aveva visto quel vecchio documentario francese al cineforum.
Era stato piacevole guardarlo. Come sempre.
Anche quando la saccente presenza di Blair Waldorf l'aveva affiancato nell'ultima ora di programmazione.


Dan sorrise,ricordando la serata.

Era stato divertente osservare Blair in veste non ufficiale.
Mai avrebbe potuto immaginare che una come lei avesse potuto frequentare uno sporco e rumoroso cineforum ,o che avesse potuto anche solo toccare del comune cibo plebeo.
Eppure non solo era rimasta lì al suo fianco fino alla fine del film, senza lamentarsi della plebaglia che la circondava, ma aveva anche finito metà dei suoi pop corn in poco più di dieci minuti.

Ripose il biglietto nella tasca sinistra e finalmente trovò le chiavi.

Era sorpreso di avere trovato dei punti in comune con Blair.
Mentre uscivano dal cineforum,aveva scoperto che condividevano non solo la passione per il cinema in bianco e nero, ma anche per l'arte.

Solo l'anno precedente non si sarebbe mai sognato di passare un intero pomeriggio con Blair ,o di trovare addirittura piacevole la sua presenza,ma era così.

Doveva ammettere che la cosa un po' lo spaventava.
In fondo era sempre la ragazza che aveva bandito sua sorella da New York, che aveva fatto passare a Vanessa le cosiddette pene dell'inferno,che lo prendeva di mira da ormai cinque anni, e che aveva rovinato la reputazione di chissà quante persone.
Fraternizzare con il nemico poteva essere pericoloso.

Uscì dal loft e chiuse la porta,chiudendo la serratura.

“Ma alla fine l'ho mai conosciuta davvero?”




Ho notato che questa è l'ennesima ff che termina con una domanda...avrò poca immaginazione?
Anyway,dedico questa one.shot a SunRising. E' dopo aver letto le tue magnifiche drabble e one-shot che ho per così dire “concepito” questa cosa...e anche se il risultato non è un granchè,mi faceva piacere dedicartela!In fondo è solo colpa tua!:)
Grazie ai recensori e ai lettori!^ ^ A presto!

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Capitolo 4
*** Thank you,Humphrey ***


Dan:Solo per chiarire...credo che tu meriti di stare con qualcuno che ti renda felice.
Blair:Beh, detto da colui che esce con Vanessa Abrams significa molto poco per me. Comunque,grazie Humphrey.
Dan:Ti va di ballare?
Blair:D'accordo.





“Che strana serata”pensò Blair ,mentre sorseggiava il suo Martini al bancone del bar e fissava distrattamente Dan Humphrey, mentre quest'ultimo discuteva animatamente con Cyrus e sua madre.

E in un certo senso aveva ragione.
Quella serata era stata diversa da tutte le altre.
E la presenza dell'Humprey al bar insieme a lei, a sua madre e al patrigno ne era la testimonianza.

Inclinò la testa , come ad osservare l'Humprey più attentamente.



Normalmente Blair lo avrebbe evitato come la peste.
Non che avesse qualcosa contro di lui, sia chiaro.
Semplicemente lo disprezzava.
Quel provinciale e logorroico pseudo-scrittore non era certamente idoneo a stare in sua compagnia.
Specie se abitava in un ambiente squallido e lugubre come Brooklyn e frequentava persone insulse e dai discutibili gusti in fatto di moda come Vanessa Abrams.

Eppure, sebbene disprezzasse apertamente Dan Humprey e il suo disordinato taglio di capelli -così come la sua dannata faccia da bravo ragazzo- al matrimonio di Dorota, dopo quello che era successo con Chuck, non solo gli aveva concesso di ballare con lei, ma gli aveva anche permesso di consolarla e trattarla come sua pari.
Per tutta la serata.
Come se fossero amici.

Blair sbuffò sonoramente, facendo voltare non pochi clienti, che sussurrarono tra loro, guardandola di sottecchi.

Lei amica di Dan Humphrey? Figuriamoci!
Non poteva permettersi di rovinare la propria reputazione abbassandosi al suo livello!
E se lui si aspettava che gli avrebbe riservato lo stesso trattamento di quella sera nei giorni seguenti si sbagliava.
Di grosso.

“Stiamo per uscire, Blair. Ci raggiungi?”
Blair si voltò e si trovò faccia a faccia con Dan, che la guardava interrogativo.
“Ovvio, Humphrey!Volevi lasciarmi qui , per caso?”
“Bè, per quanto l'idea sia molto allettante,e – fidati – lo è, per oggi passo. Hai una pessima cera, e mi sentirei in colpa se ti lasciassi qui da sola. Hai bisogno di riposare”
Blair alzò un sopracciglio, guardandolo di stucco.
“Cos' è?Ti preoccupi per me?”
Dan le sorrise.
“Oggi si”
Blair le poggiò una mano sulla spalla, accennando un sorriso, quasi a ringraziarlo.
Uscirono insieme dal bar e raggiunsero Eleanor e Cyrus, che li aspettavano davanti alla limousine.



Si,Blair Waldorf disprezzava Dan Humprey.
Da morire.

Ma benché fosse riluttante ad ammetterlo,Blair aveva bisogno di un amico, specie in un momento come quello.
Aveva solo voglia di sprofondare.
E se quella serata Dan Humphrey l'aveva tirata un po' su , in fondo che male c'era?




Sconclusionata...ma in fondo mi piace!Ed è raro!
Credo si sia capito, ma per chi non ci è arrivato, questa shot è ambientata nella terza stagione, in particolare nella puntata 3x18, significativa per molti aspetti secondo me!
come sempre ringrazio recensori e lettori!A presto!

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Capitolo 5
*** The Car ***


Blair sbarrò gli occhi e rimase immobile sul marciapiede, incredula che,tra tutte le macchine disponibili, Dan avesse deciso di guidare proprio quella.
“Scordatelo Humphrey”
Dan, al posto del guidatore, la fissò perplesso.
“Cosa?”
“Di arrivare nel Connecticut con questa cosa! Come ti è venuto in mente? Abbiamo bisogno di una macchina, non di un pezzo d'antiquariato!A questo punto chiamo una limousine...”
“Ferma, Blair!Non abbiamo tempo da perdere. Ricordi?Abbiamo una missione!”

Blair alzò gli occhi al cielo.

Per quanto la scocciasse essere ripresa da Dan Humphrey, doveva ammettere che ,per una volta, non aveva tutti i torti.
Quindi ripose in borsa il cellulare che d'istinto aveva cacciato fuori e, di malavoglia, aprì la porta della macchina, sedendosi accanto al guidatore, stando ben attenta a dove metteva le mani.
Era pur sempre la macchina di un Humphrey.

“E per tua informazione” continuò Dan,guardandola di sottecchi “le macchine d'epoca svolgono più che egregiamente la loro funzione. Giudichi le macchine come le persone, vedo.”
“Ovvio! Ma parti, prima che cambi idea”
Dan non se lo fece ripetere due volte.Infatti accese immediatamente il motore e partì, lasciandosi Brooklyn e il suo famoso ponte alle spalle.




Blair:Questo è il massimo della velocità?Perchè sono sicura che se andassi a piedi,andrei molto più veloce. Almeno non c'è la radio, quindi mi risparmio il tuo orrido gusto musicale. Dovevamo girare di là!
Dan:Smettila di fare il passeggero che da consigli di guida, visto che non sai nemmeno guidare.
Blair:Avevo proposto di noleggiare un auto con sedili comodi ,autista,champagne...
Dan:Siamo in missione,Blair. Dobbiamo poterci muovere in fretta, pedinare qualcuno. Correre, se serve.
Blair:Correre?Ti prego!E per quanto riguarda i pedinamenti, una limousine con vasca idromassaggio darebbe meno nell'occhio.
Dan:Primo, mio padre ha scambiato una Nespol del 69 per quest'auto. E secondo, c'era questa o il furgoncino del Lincoln noke, che è personalizzato.
Blair:D'accordo. Dovremmo essere quasi arrivati. Fammi controllare sul gps. Uh!Aspetta!Sono io.





E torniamo di nuovo alla quarta stagione!(Alla 4x11,per precisione!)
Questa volta ho voluto prima inserire la flashfiction e poi il dialogo perchè, in questo caso specifico, non avrebbe avuto senso fare il contrario.
Almeno secondo me! Se poi ho sbagliato fatemelo sapere!
See you!

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Capitolo 6
*** Plausible Deniability ***


Blandir:”Che ci fai qui?”
Dan:”Non lo so...c'è Serena?”
Blair:”No...che succede? Tutto bene?”
Dan:”E' tutta la notte che cammino con un unico pensiero...una specie di chiodo fisso.”
Blair:”Perché cammino per tutta la città se abito a Brooklyn?”
Dan:"E se mio padre e Dorota avessero ragione?e se ci fosse un altro motivo per cui ci nascondiamo?"
Blair:"Quale altro motivo?"
Dan:"Negazione plausibile. Blair, noi abbiamo tenuto il segreto perché abbiamo paura che ci sia di più..."
Blair:”...dovresti tornare a Brooklyn...”
Dan:”Non finché non sarò sicuro che si sbagliavano, e che tra di noi non c'è niente.”





Dopo essersi cambiata l'abito da domestica, Dorota si guardò distrattamente allo specchio,aggiustandosi una ciocca ribelle che le spuntava da dietro l'orecchio, e prese rapida cappotto e borsa, decisa a lasciare l'appartamento dei Waldorf.

Dopo una giornata di duro lavoro, non vedeva l'ora di tornare al suo, di appartamento.

Certo, teneva tantissimo a quella casa, e ancor di più alle persone che ci abitavano.
Ma adesso che era una persona sposata , e aveva delle responsabilità da assolvere quale moglie e madre, non poteva permettersi di restare dai Waldorf come faceva in passato.
Si guardò attorno, chiedendosi se avesse dimenticato qualcosa, ma nel constatare che aveva tutto quello che l'occorreva, e che stranamente Eleanor non le aveva assegnato alcuna particolare commissione da sbrigare, si incamminò spedita verso l'ingresso.

Tuttavia si bloccò, scioccata.
L'ingresso era già occupato.

Strabuzzò gli occhi, non credendo che, proprio davanti a lei, si stesse consumando quella scena.

Ma era vero.
Blair Waldorf stava baciando Daniel Humphrey.

Evitando di fare rumore, Dorota si nascose dietro un pilastro, trattenendo il respiro.
“Hai capito alla signorina Blair” pensò.
Dopo tutte le storie che quella mattina Blair le aveva fatto riguardo alla sua supposizione che avesse una relazione segreta con il signor Humphrey, non si aspettava certo di rivedere il “ragazzo solitario” in sua compagnia.
Per lo meno non così presto.
E mai in una circostanza simile.
Eppure la scena che aveva davanti non dava adito a dubbi.


Si distrasse un attimo, giusto il tempo per guardare l'orario, e con dispiacere notò che il bacio era già terminato.

Dorota sbuffò.

Doveva ammettere che un po' era delusa.
Si aspettava un bacio travolgente e ardito, di quelli che non si dimenticano, e che spesso e volentieri fanno da cornice a un melenso film romantico, ma quello certamente non era niente di tutto questo.
Non era stato un bacio passionale.
Nè romantico.
Se doveva dirla tutta non sembrava nemmeno particolarmente coinvolgente.
Era poco più di un bacio a stampo.
Un bacio timido.

Sembrava una specie di esperimento.
Una cosa da niente, quindi.

Eppure aveva visto chiaramente la faccia di entrambi quando si erano staccati.
Evidentemente il bacio, per quanto goffo, anti-romatico e insulso, aveva provocato una reazione.
Ora Dorota non sapeva se era la stessa in entrambi, ma era da quella reazione che Blair stava scappando, lasciando un Dan sconvolto e immobile all'ingresso.

Colta da un senso d' empatia per quel ragazzo che era così dolce e gentile anche con le persone che meno lo meritavano, Dorota stava quasi per rivelarsi dal suo nascondiglio e andargli incontro.
Tuttavia si fermò, notando Dan volgersi improvvisamente verso l'ascensore.
Vide le porte dell'ascensore chiudersi e, meccanicamente, spostò lo sguardo verso le scale che portavano alla stanza di Blair.
Infine fissò l'ingresso, sconcertata .
“E adesso?”




Strana vero?Lo so...però volevo scrivere del loro primo bacio in modo un po' diverso...e ho pensato a Dorota., semplicemente.
Ah!Potete dirmi quello che volete,ma io il bacio incriminato nella fic l'ho rivisto tantissime volte...e non è propriamente un bacetto...nè un bacio vero e proprio!Quindi la definizione che ho dato qui di “poco più di un bacio a stampo” secondo me ci sta.
Basta!Ho parlato troppo...aggiornerò la prossima settimana!(a vostro rischio e pericolo!:))Un abbraccio!

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Capitolo 7
*** The wolf looses his hair, but... ***


Gossip Girl:Molte persone pensano che sia il cervello a guidare le nostre azioni, ma spesso è il cuore a fare il lavoro maggiore. E’ capace di farci fare le cose più folli, ma può anche spingerci a intraprendere nuove avventure. Perché quando apriamo il nostro cuore possiamo esplorare un mondo d’amore, e essere piacevolmente sorpresi da coloro che fanno già parte della nostra vita.



Riscaldata dal tepore di un raggio di sole che filtrava dalla finestra e che le accarezzava dolcemente il viso, Blair aprì lentamente gli occhi, svegliandosi dall’ ennesimo sonno senza sogni.
Immediatamente li socchiuse, accecata e infastidita dalla stessa luce che l’aveva svegliata e che , constatò, rendeva quella stanza decisamente troppo chiara.
Stando ben attenta a mantenere le palpebre in uno stato semi-chiuso, almeno fin quando i suoi occhi si sarebbero abitati a quella luce terrificante, Blair tentò di alzarsi, con l’intenzione di sgranchire braccia e gambe intorpidite, ma qualcosa di pesante, poggiato in prossimità della vita, la bloccava.

Un braccio, rilevò Blair, ancora mezza addormentata.

Un braccio di un uomo.


Sgranò gli occhi.

Ci mise un pò per rendersi conto che, no, non si trovava nell’ Upper East Side, che, no, quella non era la sua stanza , e che, decisamente no, non poteva essere un cuscino quello che le premeva il volto.
Si trovava a Brooklyn, in uno scomodo divano di un lurido loft ed era stretta in una specie di abbraccio con Dan Humphrey.

Scossa da come era potuto capitare in una sola sera ciò che da una vita intera si era ripromessa di non fare -dormire in un postaccio di Brooklyn con un semplice plebeo- stava quasi per urlare.

Poi ricordò.

I diciott’anni di Eric. Il ricatto di Damien. La droga. I tulipani. Il test fallito. Il licenziamento.
E Il film.

Sorrise.

Si era semplicemente appisolata. E probabilmente Dan aveva fatto lo stesso, dato che il computer davanti a loro era ancora acceso.
Si divincolò dalla stretta dell’ Humphrey, che dal canto suo dormiva ancora beatamente, e prese la clutch in raso sul tavolo,con l’intenzione di dirigersi verso l’uscita.
Prima di andarsene ,tuttavia, lasciò un biglietto sul tavolino.

*------*------*

Il suono di una sveglia non identificata riecheggiò per tutto il loft, costringendo il ragazzo solitario, piuttosto seccato, ad aprire gli occhi, seppur con una certa fatica.
Non ricordava di aver impostato una sveglia, dato che quella mattina non doveva andare all’NYU ,quindi il fastidio di essersi svegliato senza un motivo per una sveglia che neanche lui aveva regolato – e che, con tutta probabilità, apparteneva al padre smemorato - si duplicò.
Quando poi si voltò verso sinistra e constatò che Blair, la sua nuova amica - o non-amica, o conoscente, non sapeva nemmeno lui come definirla con precisione- se l’era già data a gambe, non riuscì a trattenere un imprecazione.

Ecco il ringraziamento per essere stati cordiali e ospitali: l’indifferenza. Non c’è niente da fare…Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ma la prossima volta ci penso due volte prima di aprirle la porta.

Allungò il busto verso il tavolino per prendere il pc, aperto dalla sera precedente, per chiuderlo, ma il suo sguardo fu catturato da un qualcosa di appariscente posto proprio accanto ad esso.

Prese tra le mani l’oggetto incriminato e lo studiò con attenzione.
Normalmente non avrebbe trovato vistoso un semplice foglio di carta, ma quello che aveva tra le mani aveva una finitura troppo elegante per essere definito semplice. Tra l’altro lui non possedeva fogli di quel tipo, dunque il sentore che quel foglio appartenesse a Blair e che glielo avesse lasciato apposta lì sul tavolino pian piano si dipanò nella sua mente

Un momento…Blair Waldorf si prende la briga di lasciare un biglietto a ME? Non è da lei…
Fissò il foglio ancora per qualche secondo, indeciso sul da farsi, ma poi lo aprì,curioso, leggendone velocemente il contenuto.

Non fare quella faccia. Si ,quella .Non sono scappata, se è quello che ti stai chiedendo, ma sono andata alla Columbia. Dopo aver fallito il test di ieri, devo almeno sapere quando avrò l’occasione di rifarmi. Ma perché sto dando delle spiegazioni a TE?
Ci vediamo alle quattro al Moma, e vedi di non fare tardi stavolta.
Con orrore.

Blair

p.s.=Ah ,e casomai pensassi che io sia un’ingrata, grazie per ieri. Nonostante il tuo incessante e fastidioso chiacchiericcio abbia rovinato gran parte della serata, tutto sommato sono stata bene.


Sorrise.

In fondo, per quanto abbia passato buona parte della sua vita in cattività, un lupo può sempre essere addomesticato.




lo so!avevo promesso che avrei aggiornato presto…e invece non l’ho fatto!
perdonatemi, ma è un periodaccio! Ringrazio comunque voi tutti che siete sempre pazienti e seguite, leggete e recensite questa raccolta del cavolo! Vi ammiro sul serio!
Alla prossima!

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Capitolo 8
*** No HeadBands in College ***


Dan:Stai bene?
Blair:Penso di aver iniziato con il piede sbagliato e voglio ricominciare, quindi…grazie per avermi portata, Humphrey.
Dan:Oh…bè si si…ho pensato che se mi fosse servito, qualcuno avrebbe fatto lo stesso per me, anche se so che non saresti stata tu…oh, niente cerchietti al college, ok?




Di Blair Waldorf si potevano dire molte cose. Soprattutto negative.

Dan Humphrey lo sapeva bene. Fin troppo forse, dato che aveva testato personalmente più di una volta il potere distruttivo e implacabile di quel mostro da passerella.

Ora, non che provasse un minimo di interesse per lei, ma dopo averla vista in facoltà per tre settimane di fila senza uno straccio di amico e con la sola compagnia del suo BlackBerry, suo malgrado dovette ammettere di essere un po’ dispiaciuto per lei.

Non che lo sorprendesse sul serio il fatto che non si fosse fatta degli amici. Tutt’altro.
Col carattere superiore e altezzoso che si ritrovava, era in grado di allontanare le persone a priori, indipendentemente dalla loro volontà.
E poi, per quel che ne sapeva, Blair non voleva farsi degli amici, se questo significava stare in stretta compagnia di gente comune. E di questa gente, l’NYU era piena.

Però la vedeva, seduta tra i primi banchi, durante la lezione di Filologia Romanza, mentre prendeva appunti nel suo taccuino; e sebbene la cosa non dovesse importargliene minimamente, pensò che deve essere molto triste per una persona passare un intera giornata al campus senza scambiare battute con qualcuno che non sia un professore.


Inoltre –doveva ammetterlo - se nessuno all’università la avvicinava, in parte era colpa sua.
L’aveva messa in ridicolo alla festa per le matricole per prendere ingenuamente le difese di Georgina Sparks, convinto sul serio che lei fosse cambiata e che stesse soltanto cercando di rimediare ai danni passati, e che Blair stesse in tutti i modi tentando di sabotarla. E sebbene fu abbastanza previdente da capire che le intenzioni della Sparks erano tutt’altro che innocue, non lo fu abbastanza da impedirgli di fargli fare la figura dell’idiota. Non solo perché le aveva creduto, ma anche perché aveva punito ingiustamente Blair che, per una volta, non aveva colpe così gravi da meritare una pubblica umiliazione.

Quindi, anche se era seccante ammetterlo, gli toccava chiederle scusa.

Il problema era come.



L’opportunità per farlo gli si presentò – più presto di quanto si aspettasse, in realtà – proprio dopo la lezione di Filologia Romanza, dato che il logorroico professor Scott quella mattina aveva deciso di dimezzare la lezione poiché “impegnato in faccende delicate e personalissime”.

Notando con la coda dell’occhio che, mentre il professore lasciava l’aula, Blair era ancora seduta ai primi banchi ad ordinare fogli spaiati, Dan prese una bella boccata d’aria e, zaino in spalla, le si avvicinò lentamente.

“Waldorf”
Riconoscendo la sua voce, ma senza staccare gli occhi dai fogli che stava raggruppando in un plico, Blair gli rivolse un brusco cenno, per poi replicare freddamente: “Humphrey. A cosa devo l’onore della tua presenza?”

Dan partì a raffica.
“Bè ecco…ricordi due settimane fa’? Quando ti ho umiliato pubblicamente in terrazza davanti a praticamente mezza facoltà? Non è stato un bel momento, eh? Bè…per quanto sia assurdo, volevo scusarmi per come mi sono comportato. Sono stato ingiusto, oltre che ingenuo, e ti ho dato colpe che non avevi. Non meritavi il trattamento che ti ho riservato. Lo so che, non essendo tuo amico, tecnicamente non ho l’obbligo di scusarmi; ma sento che, se non lo faccio adesso, i sensi di colpa ben presto mi divoreranno. Che posso farci? Sono sempre il solito moralista.”

Blair si immobilizzò per qualche istante, soppesando le parole dell’ Humphrey. Certo, ne aveva sentite di scuse migliori. Più brevi innanzitutto, e forse più formali. Ma per lo meno era stato sincero, e aveva un senso morale a dir poco disarmante. Perciò non si sorprese quando, poco dopo, gli rispose: “Se serve a farti sentire meglio, ti perdono, Humphrey. Ma ora sparisci! Ho cose ben più importanti da fare, che parlare con te. L’hai detto tu, non siamo amici, quindi ora che ho formalmente accettato la tua richiesta di scuse e ho appagato il tuo ego, puoi pure tornartene da dove sei venuto…”

Ma Dan non se ne andò.
Era andata meglio di quanto si aspettasse, sì, ma mentre la osservava, Dan si ritrovò a pensare che, con qualche piccolo sforzo, non sarebbe stato poi tanto difficile per Blair piacere alla gente.

Era vero che rimaneva un tipo poco avvicinabile, ma se qualche volta avesse rinunciato ad abiti, tailleur e scarpe col tacco per indossare abiti forse non meno costosi, ma almeno più comuni, avrebbe suscitato almeno qualche simpatia.
Ma probabilmente ostentare la propria diversità ai quattro venti rientrava tra gli obblighi di una Waldorf, e rinunciare agli amati Givenchy, Valentino e Mark Jacobs solo per piacere al popolino dell’NYU, costituiva un sacrificio troppo grande.

Ora che la osservava meglio però, notò che una rinuncia, seppur minuscola e relativamente insignificante, l’aveva fatta, e senza neanche accorgersene, Dan finì per sorridere.

“Bè? Che ci fai ancora qui? Forse non sono stata chiara quando ti ho detto di sparire dalla mia vista?” proruppe Blair, guardandolo storto.
“No, no, sei stata chiarissima. Solo che ti stavo osservando e…bè, mi sono accorto che anche se abito a Brooklyn e, come dici tu, ho un senso estetico equivalente a quello di un bradipo, i pochi consigli che ti do li stai a sentire.”
“Perdonami Humphrey, ma credo di aver sentito male. Quando sarebbe successo che TU mi avresti dato un consiglio e che IO ti avrei non solo ascoltato, ma addirittura messo in pratica le tue parole? Se è uno stupido tentativo di fare una battuta, spiacente, ma non è divertente. Ora sparisci, e sul serio stavolta!”
“Come vuoi” sospirò Dan, voltandole le spalle e dirigendosi verso l’uscita, dove l’aspettava una Vanessa un po’ sorpresa. “Ci si vede in giro, allora.”
“Non contarci troppo” rispose Blair con una voce talmente bassa da essere appena udibile.

E mentre insieme all’amica raggiungeva la mensa, Dan si sconvolse nel pensare, irrazionalmente e contro ogni logica, che stava proprio bene senza cerchietto.




Avanti! Chi non ha notato che, dopo l’affermazione di Dan della 3x02,diventano sempre più rare le volte in cui vediamo Blair col cerchietto! Semplice casualità?
in realtà questa ff avevo intenzione di pubblicarla più avanti, ma dato che, per un crudele scherzo del mio computer (o mio?) ho perso il file che conteneva la ff che volevo pubblicare, eccoci qua!
un saluto!

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Capitolo 9
*** My friend.The only one. ***


Blair:E ora sono a Brooklyn...a parlare di questo con Dan Humphrey!
Dan: Bè,stavo per ordinare una pizza.Se vuoi puoi restare...
Blair:Mi sembra di essere in quel pazzo venerdì. Questa non può essere la mia vita.
Dan:Invece lo è. Quale vuoi?





“Senza offesa Blair, ma non trovi che sia un tantino insensato criticare il mio modo di vestire quando oggi tu, regina del bonton e del savoire-faire, ti sei presentata ad una festa calzando due- e ripeto due- scarpe diverse?” e mentre lo diceva, Dan addentò la sua fetta di pizza, ghignando serafico in direzione della moretta al suo fianco.
In tutta risposta, Blair sospirò afflitta, fissando la Mark Jacobs e la Louboutin rispettivamente calzate al piede destro e sinistro, per poi indirizzare all'Humphrey il migliore- ergo peggiore- dei suoi sguardi truci.

Touchè Humphrey.Ma non credere che questo basti a farmi zittire. L'ultima parola DEVE essere la mia. Sempre.

E infatti subito incalzò:”Primo,non è mai insensato criticarti. E lo dico in senso generale, Cabbage-Patch, non solo per quanto riguarda il tuo vestiario-se tale dobbiamo definirlo. Secondo, dovresti ringraziarmi. Se non fosse per le mie dritte, potresti confonderti molto facilmente con uno di quei barboni che girano per Central Park. E non sto scherzando. Terzo, cos'è quella smorfia? Sei inquietante!”
“E' un ghigno, miss Blair non-mi sfugge-niente Waldorf. E comunque io avrò pure un senso estetico scadente, come dici tu, ma per lo meno non me ne vado in giro a sbandierare il mio ego spropositato per poi fare una caduta di stile di tali proporzioni.”
“Ancora!Quante volte hai intenzione di rinfacciarmelo?e poi te l'ho detto che è stato un errore della mia domestica...”
“Eh già.” proruppe Dan con falsa convinzione, agitando le braccia con energia come ad evidenziare il sarcasmo contenuto nelle sue parole.” E' proprio colpa di Dorota se, prima di precipitarti in redazione, non hai avuto neanche il tempo di darti una guardata allo specchio. Che persona orribile...hai proprio ragione.”

A quest'ultima affermazione, Blair arrossì dalla rabbia, anche perchè, per completare quel quadretto già di per sé fantastico ,il ghigno di Dan si fece ancora più beffardo. E la sconfitta della Waldorf ,che da quel tete-à-tete con l'Humprey voleva a tutti i costi uscirne vincente, ancora più evidente.

Ma il ghigno di Dan d'improvvisò si ammorbidì, facendo spazio a un più sincero sorriso, e Blair semplicemente dimenticò il motivo per cui si era infuriata.

La verità era che non le importava niente se, per una volta, l'ultima parola non l'aveva avuta lei.
Non le importava se se ne stava in un freddo postaccio di Brooklyn in compagnia di uno sognatore dalla capigliatura cespugliosa che si divertiva ad irritarla.
Perchè quel sognatore era suo amico. L'unico.
E a lei quello bastava.




Si,sono viva ,e si ,sono in un ritardo pazzesco. Chiudete un occhio,su!:)
mancano ancora due ff per completare la raccolta,e vorrei pubblicarle entro marzo...ma mi sa che, se vado avanti di questo passo, finirò l'estate prossima!
grazie a tutte le persone che hanno letto, anche solo di sfuggita, questa raccolta e,ancora, a coloro che hanno avuto il coraggio di seguirla!grazie sul serio!
a presto!

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Capitolo 10
*** The Groom & The Evil Queen ***


Blair:”Ho detto a Chuck che non ha più il mio cuore. Ho capito che appartiene a un altro.”



“...e così, invece di accontentarsi della bionda e ammaliante principessa Serena, il principe azzurro si innamorò della regina cattiva, conducendo una vita di stenti e di miseria alle sue dipendenze...”
“Oh, povero principe!” lo canzonò l'ormai ex Ape Regina della Costance alle sue spalle. “E per la cronaca, tu hai più le fattezze di uno stalliere che di un principe. E di basso rango, per giunta.”
“Ciò nonostante” continuò Dan, ignorando di proposito la mora e cullando tra le braccia la sua primogenita ”visse per sempre felice e contento” e si avvicinò a Blair, dandole un bacio a fior di labbra.
Blair sorrise alla piccola Audrey, materna e malinconica, per poi poggiare la propria fronte con quella del marito e guardarlo con quel misto di gratitudine, affetto e sentimenti indefiniti che prende il nome di amore.




E vai con la flashfic smielata con finale alternativo!su!più zucchero per tutti!
A parte gli scherzi, è la prima volta che scrivo una flash fluff, e non so se il risultato è credibile...del resto è difficile rendere Blair dolce...
Comunque!rinvio saluti e ringraziamenti vari per la prossima fanfiction (l'ultima) che però non so minimamente quando pubblicherò.
Un saluto!

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