E se mi chiederai perchè: buonanotte.

di DouglasSpunk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E se mi chiederai perchè: buonanotte. ***
Capitolo 2: *** Non sono come lei, o forse sì. ***
Capitolo 3: *** Buon compleanno, Bella. ***
Capitolo 4: *** Mine, forever. ***
Capitolo 5: *** A un passo da me. ***
Capitolo 6: *** Fix you ***
Capitolo 7: *** See me, feel me, touch me, heal me. ***
Capitolo 8: *** Epilogo; Menta e Cioccolato. ***



Capitolo 1
*** E se mi chiederai perchè: buonanotte. ***


One shot - E se mi chiederei perchè: Buonanotte E se mi chiederai perchè: buonanotte.
( Ascoltate la canzone QUI )

Questi eventi sono sempre così inutili che dovrei seriamente pensare a non parteciparvici più, ma poi non ti vedrei arrivare in tutto il tuo splendore e cambio idea: sei bello, sai?
Quel completo bordeux ti dona. Siamo schifosamente coordinati. Il colore del tuo vestito è uguale al mio, e la tua cravatta è dello stesso tono di grigio che colora le mie scarpe. Sorrido compiaciuta a quel pensiero; non ti dirò mai come ho fatto a sapere che avresti indossato proprio una mise di quella tonalità di rosso.
Stringi la vita di tua moglie in modo delicato e leggermente possessivo, mentre parli con un nostro futuro cliente - alla fine è a questo che serve questa serata, vero? - lui annuisce qualche volta, mentre la sua compagna ti ascolta rapito; probabilmente sta pensando che la tua voce è la più sexy del pianeta.
Ha ragione.
Sorseggio il mio champagne, lisciando distrattamente il vestito che ho indossato per te. Vestito che probabilmente non hai notato visto che neanche mi hai guardata da quando sei arrivato.
Stupida, stupida Bella.
«Isabella, sei bellissima stasera » James Hunter, mi guarda affamato. Mi prende una mano e con un gesto d'altri tempi, la sfiora con la bocca.
Dovresti farlo tu.
Arrossisco leggermente. Ma le mie guance non si colorano di rosa acceso per quel contatto sfiorato, no. Il mio cuore ha pulsato più sangue solo perchè ho pensato alla tua bocca sulla mia pelle.
« James, stai forse dicendo che gli altri giorni sono brutta? » gli dico sorridendo.
Mi guardi.
Gli sorrido lascivamente.
Porti tua moglie con te, mentre ti avvicini a me.
Impongo a me stessa di rivolgere le mie attenzioni a James, la sua risata le reclama ed io gliele concederò.
Qualcuno ti ferma, presenti lei al tipo bassino che ti ha avvicinato. « Questa è mia moglie Tanya », dici con tono dolce.
Muoio un po di più quando ti sento pronunciare quella parola.
Torno da James, e dai suoi occhi che ora sono due fessure da cui si intravede il grigio delle sue iridi, ride di una battuta a cui non ho fatto caso.
« Oh, Bella tu » Alzo una mano per fermare il suo sproloquio, non mi piace che mi abbia chiamato con quel nome. Non gli è permesso; a nessuno è dato farlo.
« Sono Isabella, non Bella. » Il mio tono è comprensivo, non voglio che vada via, per questa sera farò finta che lui sia te.
Sorride ancora e poi si avvicina al mio orecchio, il suo fiato è morbido sulla pelle più sensibile di quel punto.
Non è te.
« Scusa, non volevo. »
Gli sorrido appena, intanto lei ti sta accarezzando il petto con fare tenero.
Dovrei farlo io.
James si è allontanato dal mio collo, ma è vicino... troppo vicino.
« Comunque ti facevo solo notare che stasera sei più bella del solito, Isabella. Il rosso dona al tuo viso, soprattutto alle tue labbra. »
Dio, se solo quelle parole me le dicessi tu!
« Hunter. » Sei al mio fianco, sento il tuo profumo speziato e di uomo.
« Masen. » Il suo tono è freddo, tagliente e infastidito; è uguale al tuo.
« Ciao Isabella » Tanya mi saluta con entusiasmo, sorrido di rimando. È felice, ti guarda con aria sognante.
« Ehi, ciao » non la chiamo mai per nome, è doloroso pronunciarlo.
Indossa un vestito bianco e rosso, probabilmente anche lei ha coordinato i colori del suo vestito al tuo. O forse è il contrario? È bella anche lei, quasi quanto te.
I suoi lunghi capelli biondi le ricadono morbidi sulle spalle, la carnagione leggermente imbrunita dai raggi del sole fa sembrare i suoi occhi blu, degli zaffiri preziosi. Sorride fiera, con lo sguardo scendo verso la mia fonte di invidia: il suo anulare sinistro.
Gli invidio quel cerchietto d'oro rosa che porta al dito.
« Tanya, che piacere vederti. Vedo che sei sempre più bella, la gravidanza ti dona. »
Il tono di James è sincero, e privo di qualunque malizia.
Lei sorride e il suo volto si illumina.
Stringi ancora di più la sua mano.
Non mi guardi.
« Sì beh insoomma, ho preso qualche chilo ma ehi per mia figlia questo ed altro suppongo » l'accarezzi il volto, e lei ti guarda dolcemente.
Mi manca l'aria.
Il mio sguardo si posa sul suo ventre ingrossato, è all'ottavo mese oramai. Mi hai detto che è una femmina, la chiamerete Elizabeth. Avrà il nome di tua madre.
Io avrei dovuto dare alla luce la piccola Lizzie, non lei.
« Sei perfettamente in forma, amore. E sei bellissima, lo sai. »
Perchè lo fai? Perchè mi fai così male? Spiegamelo, Edward ti prego.
« È vero Tanya, sei uno splendore. Anche se mi astengo nel dirti che sei la donna più affascinante della serata: Il primato tocca ad Isabella »
Mi guardi, finalmente.
E di nuovo arrossisco, James si prenderà il merito anche di questa cosa ma sei tu a farmi battere il cuore, non lui.
« James, per favore basta complimenti per stasera. » Distogli il tuo sguardo da me, e quasi come se fosse una partita di tennis segui il nostro battibecco.
Tanya ride divertita, pensa che siamo una bellissima coppia.
No, io e lui non lo siamo. Io e te, sì.
Prima che lui si avvicini ancora di più a me, vado via con una banale scusa.
Torni con lo sguardo a tua moglie.
Cammino veloce, oramai sono talmente abituata a questi tacchi che non sono più un problema. Arrivo alla terrazza di casa mia, qui nessuno ha il permesso di salirci.
Il muretto freddo di marmo bianco sostiene le mie braccia, e i miei problemi.
Anche i miei pensieri cupi, a dirla tutta.
« Smettila di farlo » Riconosco la tua voce, il tuo fiato sul mio collo, il tuo profumo, il tuo tocco delicato.
« fare cosa ? » ti chiedo mentre tu inspiri a fondo la fraganza di fragola che emanano i miei capelli. Ho chiuso gli occhi, voglio sentirti.
« Di fare questo » Mi volto di scatto verso il tuo viso che come sempre mi fa male per quanto è perfetto.
Le tue labbra sono ad un respiro di distanza dalle mie, riesco a sentire l'aroma della tua lingua.
« E di grazia, cosa avrei fatto? » Mi sorridi malizioso, sai che lo adoro.
Ti avvicini e strusci una guancia sul mio profilo. Arrivi con la bocca al mio orecchio « Mi provochi. » mordi il lobo, e poi la giugulare.
« Non ti provoco » asserisco decisa. Sorridi sul mio collo.
« Ti ha chiamata Bella. » Il tuo tono di voce è roco, e rabbioso.
« Sì è confuso, e poi non sono affari tuoi » Mento, sono cose tue invece. Io sono cosa tua, ma tu questo non devi saperlo.
« Io ti chiamo Bella. Io posso, non lui o chiunque altro. » Ti guardo maliziosa, se proprio devo essere accusata di provocarti, tanto vale farlo davvero.
« Geloso, Masen? » Ti stacchi come se fossi rimasto scottato da quella domanda. Il tuo viso è sfigurato da un'espressione troppo dura che non ti si addice.
« Non dire stupidaggini, Bells » Bells... odio quando mi chiami così.
« Perfetto, allora perchè ne fai un affare di stato? » Prendi una mia mano tra le tue, e fai lo stesso gesto che James ha compiuto poco fa. Stavolta però è il tuo calore che induce le mie guance ad imporporarsi. La sfiori prima con le tue labbra color del peccato, e poi baci con delicatezza le dita, soffermandoti sui polpastrelli.
Fremo a quel contatto.
« Tuo padre mi ha fatto promettere che t'avrei protetta, da quel momento ho dei diritti e dei doveri su di te Isabella, e intendo rispettare la mia promessa. Sono un uomo di parola. » Non mi ami, è questo che mi fai capire ogni volta con le tue parole e con i tuoi gesti.
Ma mi vuoi.
Ed io? Io ti amo, io ti voglio, io ti desidero nei modi più assurdi e inconsueti.
Ma sono innamorata Edward, non stupida.
Mi scanso, e mi allontano da te. È un dolore questa freddezza.
« Mio padre è morto, Edward. E tu, non mantieni tutte le tue promesse.  » Volgo il mio sguardo alla porta di ferro battuto che mi indica l'uscita e cerco di andare via, e lo farei se solo tu non mi attirassi a te afferrandomi i polsi.
Mi fai male, dolore fisico e non.
Siamo così vicini che potrei baciarti; ma non lo farò.
« Bella, smettila di fare la bambina capricciosa. » i tuoi occhi sono così scuri che faccio fatica a credere che siano i tuoi.
« Edward, mi fai male. LASCIAMI.. » Non lo fai, ma anzi mi attiri ancora di più a te, così da far scontrare i nostri petti. Sento una tua mano che lenta percorre il profilo del mio collo, della mia bocca ed è lì che posi le tue labbra. Sulle mie. È quello il loro posto.
Scompiglio i tuoi capelli che stasera avevi pettinato come li odio io.
Sono statici, non posso toccarli come voglio.
Sai che lo odio, e adori sfidarmi.
Mi baci forte.
Mi baci così forte che non riesco a capire dove cominci la tua lingua e dove finisca la mia.
Mi bacì così intensamente da farmi girare la testa.
Mi baci così impazientemente che fa male.
Mi baci come se un domani non ci fosse.
Quando riesco a guardarti, i miei occhi color del cioccolato si fondono con gli smeraldi che ti impreziosiscono il viso.
« Hunter su una cosa aveva ragione, sai? » Non parlo, non mi fido della mia voce al momento e faccio cenno di no con la testa. Un piccolo ricciolo castano ha deciso di rovinare la mia acconciatura, e cade libero ai lati del mio viso lo raccogli e lo metti dietro l'orecchio; un gesto tanto semplice quanto importante.
« Stasera, sei realmente la più bella della serata. » E vorrei crederti, credimi lo vorrei tanto.
« Sei uno stupido Edward ». Cerco di andare via da te, di scappare, di essere felice senza la tua presenza ma tu mi intossichi, mi rendi debole.
Le tue mani sono strette attorno ai miei polsi, poi lo noti; noti il mio braccialetto, quello che porto sempre alla caviglia, quello che non hai mai sopportato, quello che ti ho detto essere un regalo.
Accarezzi piano quelle incisioni: Deep in the heart, somewhere in the soul, love finds a way to be forever.*
« Non ho mai capito cosa ci trovi di bello, o di vero in questa frase. »è questo che hai sempre odiato, quelle parole ed il fatto che io le amassi così tanto.
Tieni lo sguardo basso, fissi quell'intreccio di corda nera, e oro. Ultimamente, non mi guardi negli occhi, mi eviti.
« Tu dovresti capirlo meglio di me, no? TU sei quello sposato. » Alzi lo sguardo come a fulminarmi.
Voglio ferirti come tu fai con me ogni giorno da quando ti conosco.
Voglio ferirti come quando mentre stavamo facendo l'amore, dalla tasca dei pantaloni che avevi appena tolto ti è cascata una custodia di velluto; all'interno il suo anello di fidanzamento.
Voglio ferirti come hai fatto tu mesi fa, quando mi hai detto che era incinta.
Voglio ferirti come tu fai con me quando ti chiedo di restare, di non lasciami sola ed invece lo fai.
Voglio ferirti come tu ferisci me.
« Hai ragione ». Ti allontani da me. Fa male, molto male.
« Perchè lo fai? Perchè mi tratti così?! » Ti giri, mi guardi con quel tuo sorriso dolce. Quello di cui anni prima mi sono innamorata.E poi con un gesto esperto porti le tue labbra a contatto con le mie.
È una bacio diverso da quello che mi dai di solito.
« Buonanotte »
Vai via.


* Nel profondo del cuore, da qualche parte nell'anima l'amore trova il modo di essere per sempre.

Bracciale, Vestiti e varie :)
Piccola cretinata che mi è venuta in mente ascoltando la canzone che vi ho messo sopra, si chiama Ottobre di Pierdavide Carone.
Lo stile di scrittuta non è il mio stile, ma mi è venuto da scriverlo così e sono soddisfatta. Se avrò tempo voglio sviluppare la storia, mi piace un casino :3

Beh ditemi se vi piace perchè a me ispira la trama... davvero tanto xD


P.s
Per chi aspetta il continuo di Lightweight  stay tuned perchè in settimana posto il prologo e ci sarà da ridere, o da piangere v.v

Un bacio; ROSIE


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Capitolo 2
*** Non sono come lei, o forse sì. ***


Non sono come lei, o forse sì.


Una delle cose più difficili dello svegliarsi la mattina è ricordare cos'hai cercato di dimenticare così tanto l'altra notte.

Come non mi capitava da anni, sono in ritardo; avevo dimenticato l'adrenalina che ti scorre nelle vene quando sei di fretta.
« Bella, sei in ritardo ». Mi guardi pieno di rimprovero, odi chi non è puntuale.
Poso le mie cose sulla scrivania, getto uno sguardo alla foto incorniciata in un rettangolo di argento: Io e Charlie.
La foto l'hai scattata tu, ricordi?
« Sono solo dieci minuti Ed, diamine non è così grave » . Non sopporto quando ti rispondo con questo tono acido, ma da quando ventisette giorni fa, Tanya ha dato alla luce Lizzie io ti odio.
Ma infondo tu che colpa ne hai se ti sei innamorato di lei mentre stavi con me?
Ironia  della sorte, fino al giorno in cui è nata tua figlia, la tradivi proprio con la sottoscritta.
Stringi i pugni fino a far sbiancare le nocche; questa freddezza fa male anche a te.
« Non usare questo linguaggio con me Isabella ». Mi chiami con il mio nome intero, lo fai solo quando sei arrabbiato con me.
Ora lo sei.
« Edward, ti prego niente prediche sul mio modo di parlare. Non sei mio padre » Il mio tono è tagliente, freddo e duro; voglio farti male.
Mi guardi mentre lasci andare un sospiro di frustrazione.
Ora che sei più vicino a me, ti noto meglio: Sei bello.
Il tuo completo nero si sposa bene con il colore della  camicetta che indosso - stavolta io non c'entro niente.
« Bella » Il tuo tono di voce e la tua espressione sono cambiati, ora sono dolci e tradiscono un emozione che non riesco a decifrare. Vorresti che fosse tutto come prima.
Vorresti dividere il letto con me, mentre porti quella fede.
Vorresti usarmi ancora.
Io non lo voglio più.
Ma quando fai così, resisterti è la cosa più difficile del mondo; il cellulare per fortuna mi ridesta dai miei pensieri e mi evita certe tentazioni.
Il nome sul display mi è sconosciuto: Riley.
Chi è Riley?
Non rispondo, non so perché ma accettare una chiamata di un uomo mentre sono con te mi provoca ribrezzo. Come se non fosse giusto.
« Perché non rispondi? » Sei tranquillo quando lo dici; hai sbottonato la giacca ed in questo momento la stai togliendo.
La camicia ti fascia in maniera perfetta il torace, le spalle larghe, le braccia.
Amo le tue spalle, sono larghe e protettive. Mi sono sempre sentita a casa ogni qual volta mi stringevi a te.
« Bella? Il cellulare » Ridi divertito.
Persa com'ero nel contemplarti non avevo sentito il cellulare squillare - di nuovo.
Di nuovo questo Riley. Forse è meglio rispondere.
« Pronto? » Dico titubante.
« Ehilà dolcezza! » Dolcezza? La voce al telefono è roca, una bella voce maschile, ma non la riconosco.
Intanto tu mi guardi curioso, forse il mio sguardo sconcertato  ha scatenato la tua curiosità.
« Tu saresti? »
« Mi ritengo offeso! Come non ti ricordi di me? Eppure il mio numero ti è stato salvato nella rubrica. » Il tizio è piuttosto irritante.
« Sì beh so il tuo nome, ma non capisco chi sei, e come diavolo abbia fatto tu ad avere il mio numero »
« Il numero me l'ha dato Rose, e sempre lei ha salvato il mio nel tuo cellulare. » Che stronza!
Mi guardi concentrato, stai scrutando il mio volto per capire cosa stia succedendo.
« Ok, ma ora parliamo di te. »
« Basta, io dovrei proprio staccare sai? Nessuna si dimentica di me! »
« Fatti tuoi. » Lo sento ridere attraverso il cellulare
« Ok, allora mi presento: Sono Riley, ci siamo conosciuti ieri al mio ristorante ed io c'ho spudoratamente provato con te, ma tu anche dopo il sesto bicchiere di vino mi hai rifiutato. Mi sono sentito proprio umiliato, sai? »
Oh, ora ricordo.
« Ah, quel Riley. » Ora sembri nervoso, odi non sapere e se si tratta di un uomo è anche peggio.
In passato ho creduto che la tua  fosse gelosia, ma poi ho realizzato che la tua era una forma di protezione.
« Vedo che ti sei ricordata di me, bene. Anzi benissimo, perché ti invito a cena, e non accetto un no come risposta. Stasera alle sette ti verrò a prendere sotto casa tua, e andiamo al Ginger Eclipse, che poi sarebbe dove ci siamo conosciuti - è il mio ristorante se te lo stai chiedendo. Ok, beh è andata. A dopo Bella. »
Sono allibita.
Credo di aver perso l'uso della parola.
Sono arrabbiata.
Sono lusingata.
Mi ha chiamata Bella, assurdo. Quel tipo è assurdo.
Ho un appuntamento con un ragazzo semi sconosciuto, assurdo e da quel che ricordo estremamente carino.
« Chi era? » Mi svegli dai miei pensieri, con un dito ti intimo di fare silenzio.Le mie mani riprendono possesso dell'iPhone e telefono Rosalie.
Uno squillo e lei risponde.
« Rosalie Hale come hai potuto? » La sento ridacchiare: odiosa.
« Ti ha chiamata eh? »
« Sì! E ripeto, come hai potuto? Quel tizio mi ha palpato il sedere per tutta la serata » Ti agiti sulla sedia, lo sento anche senza aver bisogno di guardarti.
« Hai bisogno di dimenticare Masen, e lui è perfetto. È un bellissimo ragazzo, prova a dire il contrario dai »
Ripercorro con la mente la serata precedente, e beh no Riley non è brutto: Alto, muscoloso, biondino, occhi blu. Il classico figo insomma.
« No, è obbiettivamente fig » Mi fermo appena sento una specie di ringhio, sei tu e sei arrabbiato. Torno a guardare la vista che ho dal mio ufficio.
« E allora qual è il problema? »
« Mi ha messo le mani sul culo! » Urlo sconcertata, perché Rose non ci arriva?
« Ok senti, Emmett mi ha detto che Riley - è suo amico - è un bravo ragazzo, simpatico e soprattutto libero. »
Colpita in pieno.
Mi arrendo, forse è quello di cui ho bisogno.
« Va bene, ma non farlo più » Ride, mentre sento il tuo sguardo traforarmi la schiena. Dopo mi urlerai contro, ne sono sicura.
« Ok, tanto lui sarà l'ultimo in tutti i sensi, me lo sento! »
« Sì fai pure gli inviti del matrimonio, Agosto è perfetto »
« La prima bambina la chiamerete Rosalie » rido, lei mi fa dimenticare il dolore in cui navigo.
« E se fosse maschio lo chiamo Emmett, in vostro onore ovviamente » Tossisci forte, quasi ti stessi strozzando. Mi volto verso di te e sei paonazzo, vorrei ridere ma me la faresti pagare.
« Ovviamente. Isabel, metti qualcosa di sexy. »
« Ma va va »
« Voglio i dettagli domani! »
« A domani Rose. » Chiudo la chiamata e torno con lo sguardo verso di te, hai le mani nei capelli, li afferri e li smuovi come se fossero la tua fonte di stress.
« Si può sapere che diavolo succede? » Sputi quella frase con cattiveria, sei arrabbiato e non fai nulla per nasconderlo.
« Rose ha dato il mio numero ad un tizio che ho conosciuto ieri, tutto qui » Sono tranquilla quando te lo dico; in realtà vorrei urlarlo, vorrei che tu ti accorgessi che se non fai qualcosa mi perderai.
« Tutto qui... Bella, che cazzo vuol dire e cito testualmente
"
Quel tizio mi ha palpato il sedere per tutta la serata " ? »
Sono infastidita, non puoi trattarmi come una bambina, e non puoi fare il fratello geloso quando fino a tre settimane fa mi scopavi ovunque.
Sono stanca di tutto questo, lo sono per davvero.
Perché non mi vedi Edward? Io sono qui, davanti a te.
« Vuol dire esattamente quello che credi. » Torturi con più foga - è quasi rabbia - i tuoi capelli.
« Ti ho già detto che non devi rispondermi con questo tono. »
« Ed io ti ho già detto che non hai diritto di chiedermi questa cosa. » Se tu sei freddo, io lo sarò ancora di più.
« Tu resti a casa, e se hai intenzione di uscire con quel tizio stasera, io verrò con te e mandiamo via questo Riley. » Pronunci il suo nome con disprezzo, quasi come se fosse la peggior feccia umana.
« Edward, tu non farai niente. Lasciami vivere la mia vita »
« NO, ho prome » Eccola la solita scusa, ma no Edward stavolta non lo dirai, non sporcherai ancora il ricordo di mio padre.
« Charlie è morto tre anni fa, e le tue promesse valgono poco. Quindi se hai finito, la porta è quella. »
Se prima eri arrabbiato, ora sei furioso.
Il tuo volto livido di rabbia fa paura.
Ti alzi dalla sedia ed esci sbattendo la porta.
Ho bisogno d'aria, ho bisogno di respirare.

.....


L'intera giornata di lavoro è stata estenuante, e poco proficua; ho pensato a te tutto il tempo.
Nonostante io abbia deciso di porre fine alla nostra relazione, sei il mio migliore amico e litigare con te mi provoca dolore.
Dolore fisico ed emotivo.
È un dolore che mi opprime, è quasi identico a quello che ho provato sentendoti dire quel "" in chiesa .
Esco dal mio ufficio con due cartelline in mano, congedo Jessica la mia segretaria. Lei mi sorride contenta, probabilmente aveva qualche impegno con il suo nuovo fidanzato.
Non ero una molto incline al pettegolezzo, ma il suo nuovo ragazzo ci aveva provato con me in ascensore, una volta.
Edward aveva riso per tutto il tempo del mio racconto.
« A domani Jessica »
Proseguo verso il tuo ufficio, quando sto per aprire la porta sento la tua voce alterata.
« Ti ho detto che alla prossima ci sarò, cazzo! »
La apro delicatamente, ma facendo un minimo di rumore per annunciare la mia presenza. Mi guardi per un istante e poi mi fai segno di aspettare, ed io mi siedo sul tuo muretto di marmo.
Il tuo ufficio l'ha arredato tua zia Esme, è confortevole ed è moderno.
Ci ha messo un piccolo muretto alto di pietre di pomice nere, e marmo grigio; sopra ci sono incisi due nomi: Quello di tua madre, e quello di mio padre.
Non ho mai capito il perché.
« CAVOLO TANYA TI HO DETTO CHE ALLA PROSSIMA NON MANCHERò! » Tanya... da quando è nata la bambina avete problemi.
A volte mi illudo che sia colpa mia se il vostro rapporto va male, perché vorrebbe dire che ti manco esattamente come tu manchi a me.
Poi torno alla realtà delle cose.
« Era solo una visita di routine... e cosa c'entra questo ora? .... Io ne ho ancora per un'ora » Guardi me, c'è una scintilla particolare nei tuoi occhi: Quella scintilla.
« Forse due. Poi arrivo a casa e ne parliamo ok? .... Bene, perfetto a dopo »
Butti il telefono sulla scrivania di legno bianco, e ti appoggi a quest'ultima. Mi guardi sconcertato, sei arrabbiato e frustrato.
« Problemi? »
« Lizzie oggi aveva una visita di controllo, ma avevo troppo da fare per andarci e così si è incazzata dicendo che non sono un bravo padre. »
Di tutte le cose che Tanya poteva rimproverarti, quella era proprio la meno appropriata.
Ami tua figlia, e per lei faresti  di tutto.
Ricordo ancora il tuo sguardo quando mi facesti vedere la prima ecografia; eri così occupato a venerare quel piccolo esserino che faceva già parte di te, da non notare il mio cuore che perdeva un altro pezzo.
« Sei un buon padre, Edward. Infondo sei un genitore da soli ventisette giorni, questo è solo il primo errore; nel corso degli anni ne commetterai altri, ma questo non vuol dire che tu non sappia fare il padre. E per quanto riguarda la visita beh, pensa che lei sarà frustrata... un neonato non è facile da gestire. La prossima volta prenditi due ore libere, sei il capo e puoi farlo »
Mi guardi come se ti fossi appena reso conto di qualcosa, forse hai capito che per quanto io ti eviti, tengo a te più di ieri e meno di domani.
« L'ultima cosa me l'ha detta anche Tanya »
Gliel'ha detto anche lei, beh ovvio.
A volte penso che io sia come lei , sai? Tanya quando ha saputo del tuo tradimento, ha messo da parte l'orgoglio e ti ha sposato lo stesso.
Sono convinta che ti perdonerebbe ancora se sapesse che quella storia non si è mai interrotta.
Lei dipende da te, dalla tua presenza. È per questo che ti perdona ogni volta.
Io non sono come lei, io non ti ho perdonato.
Io non sono come lei, non sono dipendente da te.
Io non sono come lei, o forse sì.
« Masen, il prossimo mese ti prendi due ore. È un ordine »
Ridi gettando la testa all'indietro.
Sei ancora più bello quando sei allegro, è per questo che amo farti ridere. Quando non sei serio, il tuo volto si illumina.
« Ehi, io sono il capo ricordi? »
« Ah no, cinquanta e cinquanta caro mio. Nessuna maggioranza. »
« MH... » Ancora quella scintilla nei tuoi occhi. Poi diventi serio
« Perché lo fai? »
Me lo chiedo anche io Edward...
Lo faccio perché vederti felice è quello che voglio, e mi  hai detto più di una volta che lei lo fa.
Lo faccio perché l'amore non è egoista.
Lo faccio per te, lo faccio per me.
« Lo faccio perché ti amo. » Mi guardi come se ti avessi rivelato il più grande segreto di tutti, come se ti avessi sparato dritto al cuore.
Scendo dal muretto, e mi avvicino alla porta
« Buonanotte »
Vado via.






E beh che dire, siccome ad alcune di voi avevo promesso che avrei aggiornato domenica, mi sono messa al pc e ho scritto... Cosa ne è uscito fuori non lo so sinceramente, ma non mi sembra così male, magari sbaglio ditemi voi :)
Come ho detto anche la scorsa volta, non sono abituata a scrivere con questo stile, ma non volevo cambiarlo... è anche una sorta di sfida... spero non risulti lento xD
Ovviamente scusate gli errori che avete incontrato nella lettura.. sorry ç_ç

Beh, a voi la parola :)

P.s
Per chi segue  SHE is love, HE is all i need vi dico di aspettare massimo fino a martedì per il nuovo capitolo, è quasi pronto e poi sono troppo curiosa di farvi leggere la litigata tra i due piccioncini u.u

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Capitolo 3
*** Buon compleanno, Bella. ***


California  6 anni fa


« Papà perché stiamo andando in California? » L'uomo nerboruto e con tanto di baffi - più noto come Charlie Swan - le sorrise. Un sorriso pieno di amore, pieno di cose belle. 
« Bells, domani a quest'ora sarai una splendida diciottenne e quindi volevo festeggiare. Semplice no? » Buttò uno sguardo all'uomo che era seduto accanto a suo padre: Edward.

La guardò in modo strano - quasi con malizia - prima di passarsi una mano nei capelli ribelli. 
Come faceva ad essere così illegalmente sexy anche solo compiendo quel piccolo gesto? Se lo chiedeva spesso, Bella.

« Sì, appunto. Io avevo in mente di festeggiare con Jazz e gli altri. » Da settimane aveva programmato il giorno del suo compleanno, niente di esagerato; solo una cena con i suoi migliori amici, poi sarebbero andati in uno dei locali più esclusivi di New York. 

Per una sera avrebbe fatto tardi, per una sera avrebbe trasgredito, per una sera si sarebbe scordata di quegli occhi smeralidini.

« Jazz eh? » il tono con cui Charlie pronunciò il nome del suo migliore amico era colmo di doppi sensi. Secondo l'uomo che le aveva donato la vita, Bella era innamorata di qualcuno - Jasper, appunto.
Certo, se solo avesse saputo che sì, sua figlia amava qualcuno, ma non Jasper ma bensì il suo figlioccio... beh, non ne sarebbe stato così felice.


Edward dal canto suo, sembrava essere divertito da quella situazione. Sorrideva sghembamente, appoggiando l'ilarità di suo padre.

« Già Bella... Jazz ? » 

Alzò gli occhi al cielo; Charlie ed Edward quando si coalizzavano fra di loro erano fastidiosi quanto una zanzara che cerca di pungerti in una notte afosa di Agosto. 
E sfortunatamente per Bella, loro se la intendevano quasi sempre. 

« Papà, seriamente smettila di rompermi con questa storia di Jasper. » sperò di essere stata abbastanza convincente.

Intanto una delle hostess venne a controllare se era tutto apposto - questo ufficialmente - ufficiosamente era lì solo per far capire ad Edward che era disponibile.
Al suo Edward. 


« Bella, guarda che non è una brutta cosa essere innamorati. Io alla tua età stavo già con tua madre, e pensavamo già di avere te. » Bella rabbrividì disgustata al pensiero dei suoi genitori intenti a mettere in pratica il pensiero di un figlio. Edward dovette pensare la stessa cosa perché la sua faccia era lo specchio della ragazza mora.

« Oddio che schifo! » 
« Tesoro, sono cose naturali... insomma, anche tu » Fermò il discorso sul nascere per vari motivi, uno di questri era che Edward era lì ed avrebbe ascoltato tutto.
« ALT! Non parliamo di queste cose okay? » 
« Perché no? Bells, devi capire che con me puoi parlare di questi argomenti. Anche con Edward » Il diretto interessato quasi sputò l'acqua che si era fatto portare dall'hostess con l'occhio lungo- era evidentemente imbarazzato. 
« Nono, io non parlerò con mio padre di sesso. Mai, scordatelo. »
« Ma Bella » 
« Papà non insistere » Charlie la guardò un'ultima volta e poi chiuse gli occhi sperando di dormire un po'.


Quando l'aereo atterrò, ad aspettare i tre, con molta sopresa di Bella, c'erano un po' di persone: Billy e Jacob Black, Sue Clearwater insieme a suo figlio minore Seth. 
Bella non ricordava i loro volti, sapeva solo che Sue aveva un'altra figlia di nome Leah, con cui da piccola giocava. Per il resto, il vuoto. 

L'uomo dai lunghi capelli neri come la pece, abbracciò Charlie con vigore dandogli qualche pacca sulla spalla. Ridevano; Bella si lasciò intenerire dalla scena. Era da quando Renèè era scomparsa che vederlo spensierato era una diventato specie di utopia. 

Si accorse che era ancora sulla scaletta ad ammirare quella scena quando Edward le cinse la vita dolcemente per farla scenere. 
« Isabella, ti sei imbambolata per caso? »il suo alito fresco le sfiorò l'orecchio sinistro, e l'istinto di baciarlo stava quasi per prendere il sopravvento sui suoi buoni propositi... ma il buon vecchio Charlie la fermò dal commettere quel disastroso errore.
« Bella, Edward su forza sbrighiamoci. » Bella sbuffò. Quella impaziente non doveva essere lei? Insomma, era l'unica a non sapere cosa ci facessero lì. 
« Che palle » Edward rise sommessamente, ed intanto, insieme, si facevano largo tra la folla. Dal di fuori potevano sembrare una coppia. 
« Cioccolato, attenta al linguaggio che usi quando c'è Charlie in giro, sai che a certe cose ci tiene » Bella lo guardò stizziata, quando si dice: ' il bue che dà del cornuto all'asino ' .
« Menta, dovrei per caso ricordarti  che qui quello peggio di un camionista sei tu, e non io? » Rispose acida, sottolineando bene i loro soprannomi.
Cioccolato per gli occhi scuri di lei, e menta per gli occhi verdi di lui.
Fa tanto coppia, e Bella gioiava ogni volta che glielo facevano notare.
Edward le pizzicò un fianco facendola sobbalzare un attimo .
« Stronzo » sibilò a denti stretti, e forse un poco divertita.
Solo un po'.


Bella ed Edward arrivarono con un po' di ritardo alle auto che li aspettavano fuori l'aeroporto; come espressamente richiesto da Charlie, dovevano esserci due automobili ad attenderli. 
Charlie non amava guidare, quindi se poteva ne faceva a meno per questo aveva un'autista per qualsiasi evenienza.

Edward invece adorava mettersi al volante: era un ottimo pilota, e lo rilassava. Quindi, sarebbe salito in una Chevrolet da solo. 

Beh, non proprio da solo, ci sarebbe stata lei con lui. 

«  Bells, tu vai con Ed giusto? » Bella guardò il ragazzo cercando una conferma che subito arrivò.
« Sì viene con me, ci vediamo lì no? » Charlie annuì e dopo si infilò nella machina insieme a Billy e Sue; 

Una volta saliti in auto, Edward prese a guidare quasi subito. Sfrecciava per le vie di quella città senza problemi di orientamento visto che venivano qui tutte le estati . Non parlarono molto, ma il silenzio che c'era nell'abitacolo era piacevole. Nell'aria aleggiavano solo i loro respiri e quello rendeva il tutto terribilmente eccitante... per entrambi.
« Bella, posso chiederti una cosa? » La ragazza si voltò, guardandolo meglio. Lui alternava lo sguardo tra Bella e la strada. 
« Certo, dimmi » 
« Sei veramente innamorata , oppure tuo padre si è fatto i suoi soliti film? » 
Restò un momento sorpresa dalla domanda; Edward e lei di argomenti così pesanti non parlavano, o almeno, discuteano di ogni sentimento tranne quello. Non sapeva se dirgli la verità o meno, così optò per una via di mezzo. 
« Stavolta i suoi film non sono poi così sbagliati » Per un attimo, seppure breve, incollarono i loro sguardi... Bella si sentì così debole da farle girare la testa. 
« Jasper lo sa? » 
« Non sono innamorata di Jazz » 
La sua espressione era difficile da decifrare. Sembrava stupito e ... poi non riuscì a capirlo. Sta di fatto che la fissava. 
« Chi? » 
« Ed, non fraintendermi io ti voglio bene » avrebbe voluto dirgli che lo amava, ma evitò, « ma queste sono cose che non mi va di dirti » 
Sorrise sornione prima di guardarla ancora con un pizzico di malizia negli occhi. 
« Allora parliamo di sesso, no? » Avvampò, e per un attimo il suo viso dovette raggiungere un livello piuttosto intenso di rossore. 
Ma che domande faceva? 
 « Sei impazzito per caso? » 
« Dai Bella devo dedurre che tu non abbia mai fatto sesso? » 
Rosso porpora ora non era più il suo colorito, forse viola  più adatto. 
« Ma ma ma che domande fai? » 
« Sì sei vergine. Sapevo che quel Newton non ti piaceva abbastanza. » 
« Edward, per favore smettiamola » 
« Facciamo così, tu mi dici la verità ed io e te ne non ne parleremo mai più » 
Ma il punto, Caro Edward è che io con te vorrei passare alla parte pratica.. pensò. 
« Che ti cambia saperlo scusa? » 
« Cambia, fidati » Sospirò insoddisfatta, a volte era odioso. 
« Ok, va bene non ho mai fatto sesso. Felice? » 
Un sorriso glorioso si affacciò sul suo voltò perfetto, mostrava la sua schiera di denti perfetti con grazia. La guardò per un lungo istante, ed in quel momento vide la realtà. 
« Oh tu non puoi immaginarti quanto, Bella » e con ancora quel sorriso disegnato in faccia, tornò a prestare attenzione alla strada davanti a loro.

Dopo aver passato due ore buone a chiacchierare con la famiglia Black, e quella Clearwater, Bella decise di andare a letto. Quel giorno era stato sfiancante. Tra il viaggio e poi Jacob Black che l'aveva riempita di domande, era veramente distrutta. decisi di andare a letto. 
Andò in camera sua, e si buttò di pancia sul letto a baldacchino. Quella stanza l'aveva arredata lei anni prima, con Esme, la zia di Edward. Siccome quella casa era situata a pochi metri di distanza dal mare avevano decido di dipingere le pareti di un azzurro cielo con dettagli verdi smeraldo e verde menta- chissà perché. 

I veli che scendevano leggeri dai ferri del letto, erano di un candido bianco. Amava venire qui, e forse un giorno ci avrebbe vissuto. 

Il rumore di qualcuno che bussava alla porta la ridestò dai suoi pensieri, gracchiò un « sto dormendo » sperando che chiunque fosse la lasciasse in pace.
La porta si aprì ma il profumo dell'uomo che amava le diede la forza per alzare la testa ed ammirarlo in tutto il suo splendore. 
Jeans neri e stretti gli fasciavano le gambe in modo perfetto, la maglia grigia invece gli cadeva addosso con leggerezza.

« Dormi, uh? » il letto si piegò leggermente sotto il peso di Edward. 
« Mh sì » Bella voltà la testa di lato, stando sempre sdraiata, ma quando si trovò due pozzi verdi a pochi centimetri da lei, il suo cuore perse un battito. 

Erano entrambi nella stessa posizione, e lei trovava quella cosa tremendamente intima da farla stare male.

« Non si direbbe » Con un dito le accarezzò una guancia- fremettero a quel contatto. 
« Perché sei qui? » 
« Vuoi che vada via? » Scosse la testa a quell'eventualità. 
« No, voglio che tu mi dica perché sei qui. » La guardò spaesato, e poi le sorrise come solo lui sapeva fare.
« Vieni con me »
« Con te dove? » 
« Sorpresa? » Disse ammiccando, sperando che con quella scusa l'avrebbe convinta.
E beh, lo fece. 


Venti minuti dopo eravano sulla spiaggia da dove potevano vedere casa loro. Il mare era nero, e solo il riflesso della luna donava un aspetto meno minaccioso all'acqua scura. 
Bella e Edward erano seduti ai piedi di una duna sabbiosa, parlavano dei progetti di Bella - oramai andati a monte - per il suo compleanno. Avevano le mani intrecciate tra di loro e quel contatto così tanto agognato da Bella, la fece sentire bene. 
« Perché con Newton non ha funzionato? » Oggi Edward era il re delle domande strane.
« Non lo amavo » optò per la verità.
« Mh... » 
« Tu perché non fai la persona seria e metti la testa a posto fidanzandoti? » Si maledisse per averlo detto, perché quando questa cosa sarebbe successa, lei sarebbe morta dentro. 
« Nessuna è quella giusta » Lo guardò curiosa, chissà come doveva essere la sua donna ideale ...
« Quella giusta ... cioè? » 
Posò lo sguardo sul suo polso - controllava l'ora? Sul serio ?! - e sorridendole ancora prese il suo volto fra le mani.
Accarezzò delicatamente le guance di Bella, con i due pollici, e poi la baciò.
Nel momento in cui le loro labbra si toccarono fu qualcosa di perfetto.
No, forse perfetto non era l'aggettivo adatto.
Meraviglioso, forse rendeva l'idea.
Era un gioco di labbra, niente di eccessivo almeno finché lui con la lingua non chiese il permesso per approfondire il bacio.
Le loro lingue per la prima volta si assaggiarono, e il sapore di Edward era ancora meglio di cioè che aveva immaginato
Quando l'aria mancò, si staccarono. Edward varie volte la ribaciò a stampo, tanto per suggellare quel momento.
Bella si allontanò da lui quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi, doveva sapere cosa significava.
« Cos'era quello? » 
« Bells » Prese di nuovo il suo volto fra le mani; Bella sperò che volesse baciarla di nuovo « Sei tu... sei tu il motivo per cui non posso stare con nessuna. Sei tu quella che voglio»
E con il cuore colmo di gioia, un sorriso sulle labbra, si buttò di nuovo su quella bocca, e stavolta volevano entrambi di più e quello decisamente non era un bacio di attesa, anzi. 
Bella si ritrovò sotto di lui non sapendo neanche come, sentiva solo l'eccitazione crescere, e non solo la sua. Con un sorriso che non aveva niente di tenero, gli tolse la maglia lasciando che la sua mano viaggiasse  su tutto il corpo di Edward
Voleva stare con lui in tutti i modi possibili, e quello era un modo piuttosto piacevole. 
Anche le mani di Edward ebbero accesso alle parti di Bella più intime.
Bella riuscì a capire da quei minuti di pomiciamento che, ad Edward piaceva il suo collo. 
« Nien - niente succhiotti Ed » Sorrise su quella porzione di pelle, per poi staccarsi da lei... perché?
I suoi occhi si aprirono e si accorse del  ghigno malefico che la scrutava con lussuria. 
« Io direi invece che sia proprio il caso, sai non vorrei che poi ti si avvicinasse qualcuno »

Oddio, era geloso. 
Edward Masen, era geloso di lei! DI LEI! 

« Masen, e questo vorrebbe dire? » 
« Che sei mia, sei sempre stata mia e sempre così sarà. » E chi ero lei per dirgli il contrario? 
Tornarono a baciarsi, e a toccarsi. 
« Andiamo su, Bells » Non se lo fece ripetere due volte, e dopo poco erano nella stanza di Bella che lui prontamente aveva chiuso a chiave. 

Tornarono subito a dedicarsi a loro, ma ad un certo punto le carezze davvero non bastarono più. Quel momento fu sancito dalle loro intimità che vennero a contatto fra di loro, ed un gemito strozzato lasciò la gola di Bella. 
Decise che voleva giocare.

Fece scivolare giù il pantalone di Ed, fino a farlo rimanere solo in boxer. Era bellissimo cavolo.
 La sua mano destra afferrò la sua erezione, cominciando a giocarci

« I- Isa bel la, non avevi detto di essere vergine? » Non riuscì però a completare la frase senza balbettare
« Vergine sì, ma non così inesperta come credi mio caro » E quando guardò Edward negli occhi, capì che il momento dei giochi era finito.
Con un colpo di reni, si ritrovò sotto di lui alla sua mercé; la guardò serio, era combattuto? 
« Bella, non voglio fare niente di affrettato, ma se vuoi fermarti dimmelo adesso prima che » Non lo fece continuare, e afferrò il suo viso fino a baciarlo con passione. 

Lei non voleva e non doveva fermarsi. 

Le accarezzò una guancia dolcemente, chiuse ancora gli occhi. 
« Bella, sul serio te lo ripeto: Fermami se senti troppo male » 
Come prima gli fece capire che non c'era bisogno di tutti questi preamboli, leo voleva stare con lui. 
« Per favore stai zitto, e fai quello che devi Masen » Sorrise ancora prima di baciarla. 
Con una spinta decisa ma dolce, la fece sua. Strinse i denti quando, il bruciore si fece sentire prepotentemente e dovette fermarsi un secondo per prendere fiato.
Edward lo capì. Stava per uscire da Bella, ma quest'ultima la fermò. Il suo posto era lì.
Allora riprese a baciarla, a lasciarle carezze anche intime, e così facendo Bella si concentrà solo sul piacere... niente dolore.
Era piacevole. Molto piacevole. 
Le spinte erano lente, ma ben presto quel ritmo cadenzato non bastò più.
Bella chiese di più e lui non se lo fece ripetere.
Alla fine, quando raggiungettero l'amplesso insieme, si staccarono con suo dispiacere.
Dopo essersi allontanato, con il respiro ancora ansante, l'attirò a sé. 
Appoggiò la testa di Bella sul suo petto scolpito, poteva sentire il suo battito del cuore, che in questo momento aveva un ritmo veloce.
« È stato meglio di come l'avevo immaginato » disse mentre la stringeva maggiormente a sé. 
Fu sorpresa dalle sue parole: lui l'aveva sognato.
« Tu, immaginavi noi due? »
« Sì »
« Cosa esattamente? » La maliziosamente, fino a posare un delicato bacio sulle sue labbra
« Credo di avertelo mostrato poco fa »
« Masen, lei è un pervertito anche nei sogni »
« e chi ti dice che immaginavo di fare l'amore con te, solo ad occhi chiusi? »
Bella gli diede un delicato buffetto sulla guancia, per poi intrecciare le loro mani.
Cercò ancora la sua bocca, e lei non esitò. 
Quando il respiro si fece affannato e poco regolare si staccarono, ansanti. 
La guardò con ... amore per poi sussurrarle l'augurio migliore della sua vita.

« Buon compleanno Bella. » 


California 6 anni dopo. 

Ripenso a quella sera, e a quanto la mia vita sia cambiata. 
Tu, non sei più mio.
Io, sono ancora tua. 
L'oceano, il suo colore scuro e i riflessi argentati che la luna gli dona, sembrano non essersi modificati.
Sono seduta qui, dove tu mi hai dato il nostro primo bacio. 
Sei anni sono passati da quel giorno. 
Sospiro se penso che sei a qualche metro da me, nella tua vecchia camera. 
Affari, ecco cosa ci porta a stare qui.
In realtà lo fai perché Tanya ti esaspera, vuole una vacanza e tu gliel'hai data. 
Siete insieme in un letto ora.
Dovrei esserci io con te.

Il mio cellulare vibra, un sms di Riley mi fa sorridere: Ciao stellina, volevo solo dirti che lunedì quando sarai tornata, verrai da me. 
Pizza, sesso, film, sesso, pizza, sesso, ancora pizza ( per recuperare energie, sai :P ) e ho detto per caso sesso? 
Ultima cosa: piccola, mi manchi :( 

Nell'ultimo periodo mi hai vista spesso con lui, anzi tutti i giorni a dire la verità. 
Mi hai chiesto se stiamo insieme e la mia risposta è sempre stata quella più sincera: NO. 

Digito velocemente la risposta : Sai che sei poco gentleman? Comunque almeno il film lo guardiamo stavolta ;)
Mi manchi anche tu ... 

Ed è vero.
Riley mi manca, al contrario di te lui mi vuole bene. Al contrario di te, so che con lui sarei felice. 
« Bella, che fai qui fuori da sola? » Sei tu. 
Sei arrivato. 
Sei qui. 
Mi volto per verificare se tu sia veramente qui, e lo sei. 
Ti siedi accanto a me, e guardi dritto. Forse anche tu hai ricordato quel momento. 
« Non avevo sonno » 
« Ti ammalerai, fa fresco e tu sei troppo scoperta » Sorrido teneramente, il tuo lato protettivo alla fine viene sempre fuori. 
« Tranquillo, non fa così freddo » 
Mi avvolgi le spalle con un tuo braccio, e porti il mio capo a contatto con il tuo petto marmoreo. Perché lo fai? 
Accarezzi i miei capelli con adorazione quasi, ci giochi come se fosse normale farlo. 
Alzo lo sguardo verso di te, incatenando i tuoi occhi ai miei. 
Cioccolato e menta, come la mia combinazione preferita di gelato.
Cioccolato e menta, come la tua torta preferita.
Cioccolato e menta, come io e te. 
Prima che riesca a pensare decentemente, come sei anni prima incolli le tue labbra sulle mie. Mi baci come se fosse l'unica cosa possibile, come se fosse logico.
Mi baci con amore.
Mi baci come sei anni fa.
Mi baci come quando quella sera ti pregai di non lasciarmi anche tu come aveva fatto mio padre, che giaceva nelle lamiere accanto a te.
Mi baci come da mesi non facevi. 
Perché puoi dire tutto quello che vuoi amore mio, ma io ci leggo solo amore nelle tue carezze. 
Ti stacchi da me per prendere fiato, le tue labbra turgide di baci si piegano in un sorriso mozzafiato ed esattamente come sei anni fa mi sussurri sulla bocca quelle stesse paroline
« Buon compleanno Bella ». 










________________________________ Mio spazio :) _____________________________________


Allora, nel flashback ho scritto in terza persona... ma sinceramente non so bene come sia venuto, quindi probabilmente negli altri che ci saranno... vedrò come fare, lol. Scusate. 
Beh, spero che comunque vi sia piaciuto e scusate ancora gli errori che incontrerete durante la lettura :))

Ditemi cosa ne pensate ;) 

Per chi aspetta il nuova capitolo di 
SHE is love, HE is all i need  vi do appuntamente a giovedì :) 

Beh, a domenica!

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Capitolo 4
*** Mine, forever. ***


EDWARD POV

«
 Ed? » La voce di mia moglie è roca, si è appena svegliata; mi guarda con gli occhi ancora gonfi di sonno. Le sorrido complice, per poi baciarla con calma.
Non è l'amore per lei che mi spinge ad unire le nostre bocche, è il senso di colpa. 
Ho ceduto ancora. Ti ho baciata dopo settantadue giorni di pura agonia. 
Ho inferto a tutti e tre un altro colpo, un altro livido.
Muovo le labbra lentamente, ma la mia mente ritorna per l'ennesima volta a stanotte, a quel bacio.
Ripenso alla tua bocca sulla mia, alle tue mani che giocavano con i miei capelli, e improvvisamente mi ritrovo ad approfondire il contatto con Tanya.

« Wow » Mi accascio stremato al suo fianco, i nostri respiri sono ancora pesanti. Il sesso con mia moglie è fantastico, lei è tutto quello che un uomo potrebbe desiderare: bella, passionale, fisico perfetto, ti asseconda sempre. 
Perfetto, no?
Il baby phone si illumina, segno che Lizzie piange. Ho bisogno di allontanarmi da lei, e con la scusa della bambina vado via.
Quel bacio mi ha scombussolato.
Quel bacio ha fatto crollare le barriere.
Cazzo Isabella, cos'è questa sensazione che mi attanaglia lo stomaco? Non è amore. Ho smesso di amarti anni fa.
Ma allora perché non posso fare a meno di te?
Se ti amassi - se potessi amarti - non esiterei un attimo a lasciarla. 
Ma non posso amarti. L'ho promesso.

Apro la porta della stanza in cui riposa mia figlia che si dimena nella culla. Mi avvicino a lei, e la guardo.
È bella.
Somiglia a me. 
Ha i capelli rossicci, e gli occhi chiari. Una schiera di lentiggini poco visibili le marchia a fuoco la pelle del viso. 
A volte penso che un poco ti somigli.
Forse è per quel particolare, quella scia di piccole perle rosse che hai anche tu sul naso
A volte penso che Lizzie sarebbe dovuta essere tua figlia, nostra figlia.
Mi sorride.
Da quando ha imparato a farlo, ripete quel gesto in continuazione e in quei momenti il mio cuore scoppia sempre di gioia. 
Solo ora capisco Charlie. 
L'amore per un figlio va aldilà di tutto. Lo sento. 
È quell'amore puro, l'unico che sento, l'unico che posso concedermi. 
La prendo in braccio, mi sorprendo ancora di quanto possa essere facile stringere una creatura così fragile fra le braccia.
Cerco di metterle il ciuccio in bocca, ma lei sembra non voglia saperne di smetterla di piangere. 
Mi giro quando mi sento osservato, e il volto che incontro non è quello di Tanya: è il tuo. 

Sei appoggiata allo stipite della porta, con in mano una tazza di caffè fumante. Sorrido quando penso che tu senza caffeina non carburi - come Charlie. 
Mi guardi curiosa, con quel tuo sorriso impertinente stampato in faccia.
Ti osservo meglio ed addosso hai solo una canottiera, e un pantaloncini grigio. La stessa mise di stanotte. 
« Sembri un impedito sai? Dovresti lasciar fare a Tanya, quella bambina è troppo carina per piangere. » Il tuo tono di voce è ... adorante. 
Credevo che l'avresti odiata mia figlia, ed invece no, gli sei affezionata. 
Ti sorrido divertito, infondo mi piace scherzare con te come ai vecchi tempi.
« Ehi sono offeso. Io sono un grande padre. Non riesco ancora a mettergli un pannolino, ma un giorno imparerò » 
« Masen, ti hanno mai detto che ad una certa età i bambini usano il vasino e quindi niente pannolino? Ti conviene sbrigarti il tempo è tiranno » Bevi un sorso dalla tazza, e mi faccio schifo per i pensieri che sto facendo su di te e la tua bocca.
« Che stronza » 
Ti avvicini a noi con passo lento E sensuale. Non lo fai apposta, ed è questo che mi ha sempre attirato di te; sei una di quelle bellezze che non sa di esserlo. 
Lasci una carezza sulla manina di mia figlia, e lei trattiene il tuo indice nel pugnetto . Questa scena è così intima. 
« Lizzie, tuo padre voleva dire ' che cara ragazza se'. Niente parolacce. Almeno non prima dei sei anni » Rido, e come prima mi ritrovo a  pensare a come sarebbe stato se lei fosse stata nostra figlia.
Tante cose sarebbero state diverse.
Tutto sarebbe diverso.

Ti allontani, ma prima che tu vada afferro la tazza che hai in mano e la prendo. Mi guardi con uno sguardo misto ad incazzatura e divertimento.
La porto alla bocca- dal lato dove tu hai appoggiato le tue labbra - e bevo un lungo sorso di quel liquido dolciastro.
Dopo aver mandato giù il caffè ti ridò la tazza. 
Per tutto il tempo ci siamo guardati negli occhi, e sono certo che nei miei era visibile tutto il desiderio che ho di te.
« Giù c'è tutto, anche la frutta per Tanya. Quando vuoi  scendi »
E detto questo ti giri e vai via sculettando quasi. 

Quando scendo in cucina ti trovo sorridente mentre controlli il cellulare; probabilmente Riley ti ha mandato un sms. 
Lo odio.
Non sono geloso, ma lo odio. 
Posi l'iPhone sul tavolo, hai quasi l'aria sognante.
Odio che tu sia felice senza di me.
Ti supero andando al lavello per prendere dell'acqua, ma Lizzie mi impedisce i movimenti, te ne accorgi e in un attimo sei accanto a me.
« Io lo dico che sei impedito. Lascia fare a me » Mi sorridi teneramente.
Mi chiedo se ti sei pentita di quel bacio; probabilmente sì.
Ti sta a cuore la mia amicizia, e forse è per questo che fai tutto questo. 
O forse lo fai perché mi ami.

Con gesti esperti e rapidi hai preparato un biberon per mia figlia, e mi stupisco di questa cosa. Ti guardo, ti fisso, ti immagino in mille situazioni diverse.
Io e te in un letto;
Io e te sulla spiaggia;
Io, tu ed una famiglia nostra;
Io e te. 
« che c'è? » mi chiedi mentre mi passi la bottiglina di Lizzie.
« Beh... sembra che tu lo faccia da tutta una vita » portò il biberon in alto facendoti capire a cosa mi riferisco.
Sorridi mordendoti le labbra; un po sei arrossita.
« Masen, chi credi che badi a Josh mentre tuo cugino e Rosalie si danno alla pazza gioia? E poi quando ero via, nel palazzo dove stavo c'era Emily, una ragazza che aveva una bambina quindi da allora ho abbastanza dimestichezza con i bambini. »
Quando ero via ... 
Quel periodo lo ricordo come se fosse ieri, dopo averti lasciata sei andata via. 
Sei stata via troppo tempo.
Quando sei tornata, il mio cuore si è fermato varie volte.
Quel giorno, in mezzo a tutto quel sangue, ti dissi che ti amavo e che non potevo fare a meno di te.
Quel giorno, promisi a Charlie che mi sarei preso cura di te, che avresti avuto solo il meglio dalla vita.
Quel giorno, una parte di noi si è spenta per sempre.
« La donna dalle mille risorse » ti dico un po ammiccando, e tu lo noti.
« Oh, beh tu lo sai bene » non ti tiri indietro, forse non sei così pentita.
Ma io? Io lo sono?
No.
Il mio corpo ti vuole, e almeno lui può averti.
Tanya.
Lei sa.
Lei ha sempre saputo che c'era qualcun'altra.
Tanya mi ama.
Tanya ha voluto un figlio solo perché poi sarebbe stato per sempre.
Tanya quando ha scoperto che la tradivo con un'altra donna, mi ha perdonato senza batter ciglio.
Come fa?
Se tu anni fa mi avessi tradito, io non ti avrei perdonato. 
Perché se si ama, non si tradisce.
Io lei non la amo.
Io te non ti ho mai tradito.
Ti ho fatto credere che sia così, ma no, non lo è.
Siamo stati insieme quasi due anni, e mai ho pensato ad una donna che non fossi tu. Mai. 

Ti metti ai fornelli, hai detto che hai voglia di frittelle.
Hai sempre amato cucinare, ed è per questo che ho sempre creduto che il tuo posto non fosse nell'azienda di famiglia.
In pochi minuti la cucina si riempie di un profumo familiare.
« Vuoi? » Faccio cenno di no con la testa
« Sai di cosa ho voglia » Ed anche stavolta non posso fare a meno di metterci un pizzico di malizia nel mio tono. 
« Edward » dovrebbe essere un rimprovero il tuo, ma è più un gemito.
L'attrazione che c'è tra di noi è qualcosa che va aldilà di qualunque sentimento. 
« Cioccolato, io intendevo che avevo voglia di uova, sei tu qui quella maliziosa. » Mi guardi divertita, e poi scoppi a ridere.
« E uova siano » 

« Bells, io ancora devo capire tu dove diavolo le metti tutte quelle frittelle » Sei al secondo piatto, e non hai intenzione di smettere. 
Ti adoro anche per questo. 
« Ehi, io ho una lineaf impfeccabile » dici quando strozzandoti, ed io non riesco  a non ridere. 
« Dio, Isabella sembri una bambina » il tuo volto si è fatto serio, forse ti sei offesa; so che odi quando ti chiamo con questo aggettivo. 
Ma mentre penso già a come scusarmi, mi sorprendi quando afferri la mia forchetta e prendi un po di uova dal piatto. La porti alla bocca, in un gesto altamente erotico: quella è la tua risposta. No, non sei più una bambina. 
Ci guardiamo negli occhi, e l'aria diventa elettrica.
« Ehi amore, sei qui . Ciao Isa » 
Ti giri nella sua direzione e la saluti con un sorriso. Le indichi tutto quello che le serve per la colazione, e poi vai su . 
Nella fretta hai dimenticato il cellulare sul tavolo.
Se io fossi una persona corretta, eviterei di guardare i tuoi messaggi.
Appunto, se io lo fossi.
Senza farmi scoprire da Tanya afferro il tuo iPhone, e leggo l'ultima conversazione tra te e Riley. 

-   Ciao stellina, volevo solo dirti che lunedì quando sarai tornata, verrai da me. 
Pizza, sesso, film, sesso, pizza, sesso, ancora pizza ( per recuperare energie, sai :P ) e ho detto per caso sesso? 

Ultima cosa: piccola, mi manchi :( 


Avete fatto sesso.
Lui ti ha avuta.
Lui ha messo le sue mani su di te.
Lui ti chiama piccola.
Lui ti dice che gli manchi.



- Sai che sei poco gentleman? Comunque almeno il film lo guardiamo stavolta ;)
Mi manchi anche tu ...  


Gli hai detto che ti manca. 
Lui ti manca.


- Buon compleanno dolcezza. 
Mi manchi.
Mi manca il tuo corpo.
Mi manca la tua voce.
Mi manca il tuo respiro sulla mia pelle.
Mi manca il tuo tocco.
Mi manchi tu, piccola nana.
Vorrei poter festeggiare insieme, ma almeno so che hai il tuo regalo con te.
Ti adoro Bella. 

Ti ha chiamata Bella. 
A lui manca il tuo corpo, a lui non manchi tu.


- Il tuo regalo è sempre con me.
Sempre :)


Non gli hai detto che ti manca.
Non gli hai detto che non deve chiamarti Bella.
Io posso.
Solo io posso farlo.

Sono arrabbiato, Tanya si accorge che qualcosa non va. Mi guarda confusa.
In questo momento mi importa poco di lei.
Mi importa poco di tutto.
Mi importa troppo di te.

« Tanya, tieni la bambina. Io sono in ritardo per quella riunione. » 
« Ma Ed » Mi volto, e con poca delicatezza la sposto
« Non siamo in vacanza Tanya » 

Entro in camera tua con prepotenza.
Ti sei spaventata.
Sei mezza nuda.
E questo peggiora la situazione, sapere che lui ti ha toccata come io ho fatto, mi fa imbestialire.
Non dovevi. 
« Edward, che »
« Ci hai fatto sesso » Ti interrompo facendoti tremare un poco, non capisci a cosa mi riferisco e questo mi irrita ancora di più. 
« Ma di che parli? » Non ti preoccupi neanche di mettere la maglia, sei solo in reggiseno ma non c'è imbarazzo.
Cosa strana visto che siamo ex fidanzati, ex amati, ex tutto.
« Tu e quel Riley avete fatto sesso » 
« Come hai? » Sei perplessa, non ti aspettavi che ti dicessi questo.
« Non dovevi farlo Bella » Ora mi guardi arrabbiata
« Non dovevo? Edward, il diritto di essere l'unico uomo a potermi avere, l'hai perso quando mi hai lasciato dicendomi che ti eri innamorato di Tanya. » Sputi quelle parole quasi fossero veleno.
Ma tu non capisci.
Non hai mai capito.
« No. Tu sei mia. MIA ricordi?  sei mia, sei sempre stata mia e sempre così sarà. » Ripeto quelle parole che ti ho detto sei anni fa.
Quelle parole che sempre ti dirò fin quando sarò in vita.
« NO. » Il tuo è un urlo mozzato, non vuoi che Tanya ci senta, ma quanto vuoi che mi importi in questo momento?
« Il tuo cuore è mio. Il tuo corpo è mio. La tua anima è mia. Non deve chiamarti mai più Bella. È una delle poche cose che posso fare, lui non deve chiamarti così. » 
Mi guardi con una scintilla nuova negli occhi.
Ti avvicini a me, e colpisci il mio petto.
Mi lascio picchiare.
« Tu, sei uno stronzo. Io devo rifarmi una vita Masen. Io non posso morire ogni volta che ti guardo essere felice con lei. Io ho sopportato troppo. Io vedo te e quella bambina e sai cosa penso? Penso che ti amo, e che vorrei esserci io al posto di Tanya. Lasciami stare, lasciami vivere la mia vita. Non fare così, non essere egoista. Lasciami stare bene. Fammi innamorare di Riley, lui è perfetto maledizione. PERFETTO. Potrei amarlo un giorno, ma se tu non fai altro che ferirmi, io non ci riuscirò mai a dimenticarti. Ti odio, ti odio, ti odio perché nonostante tutto questo sei l'unica persona che riesce a farmi sentire viva. » 
Ti sto facendo soffrire.
Mi odi.
Mi ami.
Dovrei lasciarti andare.
Dovrei.
Ma non posso.
Non voglio.
Ma da quando io faccio quello che voglio? Da quando?
Fermo i tuoi polsi, e come la scorsa notte unisco le nostre bocche.
È uno di quei baci che fanno male per quanto è potente.
Se solo potessi.
Io non posso Bella. Non posso lasciarti andare, ma non posso amarti. 
Non posso, è tutta la vita che combatto con questo sentimento. 
Mi stacco dalle tue labbra, e con una carezza ti sfioro la guancia, fermando la corsa solitaria di una lacrima.
« Non innamorarti di lui, ti prego. » 
Mi guardi con dolore, e poi appoggi le tue labbra sulle mie.
Suggelli quella promessa con un bacio.
Sei mia, l'hai sempre saputo.
Io sono tuo, ma forse tu questo non lo saprai mai. 








______________________ 

Weeeelll wellll
Il pov Edward che avevo promesso ad alcune di voi ... spero non sia stato una delusione.

Beh comunque volevo fare delle precisazioni: Edward e Bella sono stati insieme all'incirca due anni, ma poi lui l'ha lasciata dicendole che era innamorato di Tanya ( il motivo poi ve lo spiegherò più in la :P ) . Ovviamente questa era una bugia.
Bella, è andata via dopo aver rotto con Ed.
Il giorno in cui è tornata, Charlie, Edward e Bella hanno avuto l'incidente dove il povero capo Swan è deceduto.
In quell'occasione ( nel prossimo capitolo la descriverò bene ) Edward dice a Bella che l'ama.
Da allora, cominciano i loro incontri clandestini.
Edward e Tanya si sono sposati, sei mesi dopo che Charlie è morto, quindi più o meno tre anni prima di questa giornata per l'appunto. 
Tanya sa dei suoi continui tradimenti, ma ignora l'identità della donna con cui suo marito la tradisce.


Dai inveite pure su questi due u.u

Oraaaa detto questo, vado a dormire xD Sono quasi le tre ed io domani ho una lezione intensa di inglese con la mia insegnate madre lingua che odia Twilight e Rob  .__. MA COME SI FA DICO IO??? D:

A domenica!

Rosie; 

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Capitolo 5
*** A un passo da me. ***


E se mi chiederai perché; buonanotte. 
A un passo da me. 
 
 
« Non ti innamorare di lui, ti prego. » 
Ti guardo con dolore, vorrei dirti che sono sempre stata tua e che sempre lo sarò, ma invece ti bacio che poi è la cosa che so fare meglio.
 
Le nostre labbra si toccano, si assaggiano, succhiano.
Loro non si fanno problemi.
 
« Isabella? » Tanya mi chiama, per fortuna la porta è chiusa a chiave.
Mi guardi dispiaciuto, frustrato. 
« Sì? » 
« Ehm, hai visto Edward?  » 
Mi fermo un attimo prima di capire che ancora una volta avrei dovuto mentirle.
« No, Tanya. » Cerco almeno di essere gentile, lei con me lo è.
Qui la puttana che le ruba il marito sono io.
La stronza che non sa tenere gli ormoni a freno sono io, non lei.
« Oh... chissà dove diavolo è andato a cacciarsi. » 
Va via, mentre tu ti siedi tenendoti la testa tra le mani.
Questa situazione non fa piacere neanche a te. Mi hai detto che non l'hai mai amata, ma allora perché? 
Mi avvicino a te, per quanto io ti odi ancora, vederti stare male non mi piace.
Ti accarezzo lentamente i capelli, come si fa ai bambini, per calmarli.
Mi lasci fare, senza guardarmi mai. 
Tremi.
Vorresti piangere, ma non lo fai.
So che non riesci a piangere, tua madre ci diceva sempre che anche da piccolo piangevi poco. 
Una sola volta ti ho visto piangere, fu la volta in cui mi dicesti ti amo.
Fu quando mio padre morì.
Fu quando tu mi salvasti. 
 
 
Qualche anno prima. 
 
« Allora Bells, com'era Los Angeles? » 
« Assolata » risposi senza entusiasmo alla domanda di mio padre.
Accanto a lui, c'era Edward. 
 
Qualche mese prima, mi aveva lasciato dicendomi di essersi innamorato di Tanya.
Brutto colpo.
Mi guardava con quel suo sguardo... incontrai per un attimo la menta dei suoi occhi, e quando lo feci un sorriso di quelli sghembi nacque sulle sue labbra perfette. 
 
Diamine!
 
« Jacob mi ha detto che vi siete divertiti parecchio » ... Jacob...
Era stato il mio sole, mi aveva fatto ridere nei momenti più bui, mi aveva aiutato con i suoi modi gentili.
Jacob sarebbe potuto essere un buon fidanzato... se solo non ci fosse stato Edward. 
« Jacob parla troppo, ma sì ci siamo divertiti. » Un sorriso nacque spontaneo sulle mie labbra, in effetti parlare di lui mi aveva sempre messo allegria.
Edward mi guardò come se avessi bestemmiato, come se per lui il fatto che io avessi potuto essere felice fosse qualcosa di utopistico. 
Il cellulare di mio padre cominciò a squillare, e gliene fui grata perché la conversazione stava prendendo una piega strana.
 
Certo, non mi aspettavo però che lui si avvicinasse a me.
« Ciao Bella » Lo guardai come si guarda il mare per la prima volta.
Meravigliata.
Era diventato ancora più bello... ma cosa diavolo gli aveva dato da mangiare Elizabeth per farlo così figo ? 
Mi morsi un labbro sorridendo un po per i miei pensieri, lui non lo apprezzò.
« Perché sorridi? Pensi ancora a Black? » Era geloso.
Conoscevo abbastanza Edward da sapere che certi suoi atteggiamenti erano dettati dalla gelosia. 
Lo guardai con sfida.
« Sì, pensavo a Jacob. » Gli dissi con astio.
In realtà volevo solo vedere la sua espressione contrita.
Era divertente.
« Vedo che non ci hai messo poi molto a dimenticarti di noi » Capii dove voleva andare a parare, e non mi abbassai al suo livello; non volevo stare al suo gioco. 
Io ancora ci ero sotto.
Ancora pensavo a lui come l'uomo della mia vita.
« Tu non sai niente, Edward. » sibilai con disprezzo.
Lui lo percepì, e il suo volto si rilassò un po. Divenne quasi dolce, mi accarezzò una guancia, e chiuse gli occhi.
« Mi sei mancata. » 
Mancargli? Io gli ero mancata? Ma stiamo scherzando spero.
« Ti sono mancata? Sul serio, Masen? » La sua espressione era un misto di stupore e rabbia.
« Certo, Bella » 
« Ragazzi, andiamo ci aspettano a lavoro. » E così Charlie interruppe il nostro battibecco, anche se la mia guancia era ancora incandescente a causa del suo precedente tocco.
 
Salimmo in auto, dove per tutto il tempo parlò Charlie. Io ed Edward invece avevamo intrapreso una lunga battaglia fatta di occhiatacce.
Poi una lunga frenata, un rumore tremendo ed il buio.
 
Buio, odore di ruggine, dolore alla testa.
 
Cercai di aprire gli occhi con cautela, perché davvero non ricordavo cosa fosse successo. 
 
Ma forse era meglio se non li avessi aperti.
 
Quello che vidi fu qualcosa di raccapricciante.
 
Sangue, fiamme, mio padre riverso in una pozza di liquido rosso.
 
Sentivo qualcosa di pesante sulla parte destra del mio corpo, mi girai e lo vidi: Edward. 
 
Edward era accasciato su di me, e mi parve strano poiché eravamo seduti lontani, come ci era finito lì?
 
Ma quello non era il momento di pensare; sentivo il suo battito, anche se era irregolare.
 
Mio padre invece... Non vedevo il suo petto alzarsi, e questo mi spaventò.
 
Con poca calma, mi avvicinai a lui, e i miei timori vennero confermati.
 
« Papà, papà, papà ti prego non farlo. Papààà » Ma il suo corpo non reagiva.
 
Mio padre era morto.
 
Prima che potessi ricacciarlo indietro, un mare salato sgorgò dai miei occhi facendomi annebbiare la vista.
 
« Papà » annaspai ancora.
 
« mhh Be Bel » la voce di Edward mi svegliò dal mio torpore, ed andai da lui.
 
Era coperto di sangue, ed aveva una grossa ferita alla testa.
 
Tirai su con il naso, e cominciai ad accarezzargli il volto con tenerezza.
 
« Edward, ti prego non andare via da me... Ti prego non lasciarmi, non farlo » 
 
Mi guardò quasi felice, come poco prima allungò una mano sulla mia guancia, e l'accarezzò.
 
« Sei vi viva » Annuii con la testa mentre altre lacrime si appropriano del mio viso.
 
« Sì e ti prego non andare anche tu, ti prego Ed » 
 
Deglutì con fatica, si stava indebolendo ed io non sapevo cosa fare. 
 
Poi le carezze che mi lasciava sul volto, finirono. La sua mano crollò accanto al suo corpo.
 
« NO NO NO NO AMORE NON FARLO, TI PREGO ED, RESPIRA TI PREGO » Un sorriso ancora spuntò su quella maschera di sangue e dolore che ora era il suo viso.
 
« Mi piac uando mi ch chiami amore » Sorrisi anche io stavolta, tirando ancora su con il naso.
 
« Ok, allora Amore ti prego resta qui, non andare via ti prego. »  
 
« Vie vieni qui » Mi abbassai sul suo viso, cercando di non fargli male
 
« Che c'è? » 
 
Edward fece quello che non mi sarei mai aspettata: mi baciò.
 
Mi baciò anche se le forze gli mancavano. 
 
Era un bacio dal sapore acro, sapeva di sangue, ma era perfetto anche così.
 
« Vo volev fa farlo da quando ti ho vis vista » Lo baciai ancora, sperando che almeno così non si addormentasse. 
 
« Stupido Masen, perché non fai mai quello che vuoi? »
 
« O ora lo fa faccio » 
 
« cosa? » 
 
Aprì gli occhi che erano due pozze verdi senza luce.
 
« Ti amo Bella. Ti ti a amo » Mi disse ti amo, prima di svenire. 
 
Cominciai a colpirlo sperando di provocare in lui qualche reazione.
 
« Non puoi dirmi ti amo e poi morire capito Masen? Capito? Non puoi farlo! Non puoi fare il codardo anche ora, non puoi. Ti prego Edward, ti prego amore vivi. Ti prego brutto figlio di buona donna, non andare. Resta con me, amore. » 
 
Alcuni rivoli di acqua salata lasciarono una scia rosata sul volto di Edward, portando via un po di sangue: piangeva.
 
« Amore » 
 
« Ti ti am amo ricordalo a anche se non do dovessi svegliarmi » 
 
« No no no » 
 
« Di dimmi che che mi ami » Lo baciai, lo baciai più volte per  farglielo capire.
 
« Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo » Sorrise.
 
 
 
 
Mi sussurrasti quelle due parole fino a quando non arrivò l'ambulanza.
Quel momento non lo scorderemo mai nessuno dei due.
Mai.
Solo dopo ho saputo che ti sei abbassato su di me per proteggermi e che prima di morire Charlie ti ha parlato.
Me l'hai detto tu in ospedale, dopo che nuovamente mi baciasti. 
 
Di colpo, come scottato da qualcosa, ti alzi bruscamente.
 
« Devo andare da Tanya » Devi andare da lei...
« Certo... » 
Esci dalla mia stanza, non prima di avermi dato un bacio sulla fronte.
 
Per un attimo mi domando se sei uscito sola dalla mia stanza, o anche dalla mia vita.
 
Il solo pensiero che questo possa accadere mi fa mancare il terreno sotto ai piedi.
 
Il cellulare che mi hai sbattuto in faccia, suona: Riley.
 
Rispondo senza pensarci
 
« Ehi festeggiata » 
 
« Ehi »
 
« Che c'è? Sembri triste » Sorrido, lui ha capito il mio carattere dopo poco tempo che ci siamo incontrati.
E' l'uomo giusto.
 
« Niente, ho solo un gran mal di testa » 
 
« Oh tesoro... mi spiace. Senti ma... non puoi proprio tornare prima vero? » 
 
Vorrei dirgli che sì potrei ma, tu rovini tutti i miei piani. 
Esco dalla mia stanza perché lo sento male, cammino lungo il corridoio e poi vi sento; sento i vostri gemiti, sento il tuo nome pronunciato dalla voce eccitata di Tanya, i tuoi grugniti. 
 
Una lacrima cade silenziosa.
 
Dopo avermi detto quelle cose, sei andato da lei e state facendo l'amore.
 
Perché Edward?
 
« In realtà, posso. » 
 
Poco dopo, ho già avvertito i ragazzi del jet che io tornerò prima, loro sono già pronti; così come la mia valigia.
 
Scendo giù in salone dove Tanya gioca felice con Lizzie, tu le guardi sorridendo.
 
Poi ti volti verso di me, lo sguardo dolce e pieno di aspettative.
 
Noti le mie valigie, sei perplesso.
 
« Isy,  in partenza? » È lei che me lo chiede, non tu. 
 
Stronzo.
 
« Sì, ho delle cose da risolvere a casa. » Sono coincisa, non lascio trapelare nulla dalla mia voce.
 
Ti lecchi le labbra con un gesto che sa di rabbia.
 
« Ohh, immagino che le cose da risolvere si chiamino Riley e abbiano la forma di un bel biondino » mi dice sorridendo ed ammiccando.
E per una volta, ha ragione. 
 
« Sì, esatto. Beh godetevi il resto della vacanza. »
 
« Oh grazie » 
 
Le sorrido e poi prendo le valigie, ma non me lo lasci fare, le afferri tu prima di me.
 
« Ti aiuto » 
« Non scomodarti » 
« Isabella, non fare la bambina » Esci dal portone prima ancora che io possa controbattere. 
Ti raggiungo convinta che tra poco andrai via, ma invece rimani accanto a me.
 
« Allora? Cosa gli dirai? » Ti guardo, forse tu hai capito che voglio lasciarlo.
 
Sbagli.
 
« Non lo so precisamente. » 
« Bella, potevi anche aspettare lunedì, insomma so che lasciarlo non sarà facile » 
« Non ho intenzione di lasciarlo. » 
Mi guardi con rabbia.
Sei arrabbiato e ... deluso? No, non puoi essere deluso. Io lo sono, io posso. 
Tu non puoi.
« Isabella, che diavolo dici? »
« Dico quello che hai sentito. Non lo lascio. Voglio accettare la sua proposta. Voglio indossare la collana che mi ha regalato, quella con una' R ' sotto. Voglio avere qualcuno che dopo avermi detto certe cose, non va a scoparsi la moglie. » 
Veleno. Le mie parole sono veleno. Mi guardi scottato da quello che ti ho detto.
« Bella, ti prego comprendimi. Io non posso, davvero. » 
« Già anche io non posso. Ed ora scusami, ma il mio taxy è arrivato. » 
« Bells » 
 
Ti lascio lì mentre entro in quell'auto.
Vado via da te, da me, da noi. 
Devo ricominciare con la mia vita, è questo è il mio punto di partenza.
Sarà difficile, sarai sempre ad un passo da me, ad un passo dal mio cuore, ma devo farlo.
 
Devo andare via. 
 
Ti basterebbe dire “ Resta, non andare via. Ti amo ” per farmi tornare da te.
 
Ma come quattro anni fa, mi lasci andare.
 
 
 
 
__________________
 
 
Beeeeh, nello scorso capitolo avete odiato Edward, vi voglio vedere ora xD
 
Però dai provate a capire il poverino u.u
 
Vi lascio alle conclusioni ;)
 
Ditemi cosa ne pensate, a domenica! 
 
Rosie;

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Capitolo 6
*** Fix you ***


E se mi chiederai perché; buonanotte 
 
Fix you
 
“ Bella ” ... ricordo ancora il sapore amaro del tuo nome, mentre ti guardavo andare via - ancora una volta - da me.
 
 
Avrei potuto fermarti, ma non l'ho fatto: sono un codardo.
 
Oramai è Novembre, da due fottutissimi mesi mi guardi solo se 
costretta, e mi parli ancora di meno. 
 
Ti vedi assiduamente con Riley; è il tuo fidanzato. 
 
Come fai ad amare lui? Come fai? Spiegamelo perché sinceramente non capisco.
 
Dimmelo Bella, vorrei anche io amare Tanya. 
 
Sei felice.
 
Vorrei esserlo anche io. 
 
Il cellulare squilla da non so quanti minuti, oramai ho perso il conto delle chiamate a cui non ho risposto. 
 
So chi è: Tanya, mia moglie.
 
Un sorriso amaro si affaccia sul mio volto, moglie ... lei non è mia moglie. È la donna che mi ha donato mia figlia, quella da cui la sera torno. Non è lei che amo.
 
Ultimamente mi assilla come mai prima, ha capito che qualcosa non va.
 
Lei capisce sempre.
 
Due settimane fa mi ha detto che vuole andare da qualche consulente per risolvere tutta questa freddezza.
 
Non facciamo sesso - e bada bene, non ho detto “ non facciamo l'amore ” -, dal tredici Settembre, esattamente dall'ultima volta in cui tu ci hai visti, sentiti.
 
Avrei voluto fermarti quel giorno, avrei voluto dirti che quando faccio sesso con lei penso a te, ma mi avresti preso per una persona spregevole.
 
Non è così, sono solo un uomo ... non lo dirò. Non dirò cosa provo per te, perché non posso permettermelo. 
 
Intanto il cellulare non la smette di suonare, sono stufo: rispondo.
 
« Tanya ». Il mio tono di voce è incolore, sentirla non mi provoca nessuna emozione.
« Dove sei? » 
« In ufficio »  
« Perché non rispondevi? » Davvero pensa che se stessi facendo qualcosa con qualcuna perderei tempo a risponderle?
« Perché al contrario di ciò che puoi pensare, io in ufficio ci lavoro. » Non se lo merita, lo so ma... ma non è te.
«  Perfetto, allora non sono vere le voci di te e la tua segretaria nel tuo ufficio mentre ve la spassavate ? ! »  Sorrido amaramente.
 
Perché non capisce che sì, l'ho tradita ma mai con una semplice impiegata? 
 
Ho sempre pensato che lei non interpretasse bene i segnali, come fa a non capire che sei tu? 
 
« Sai perfettamente che non è così. » Non me l'ha mai chiesto apertamente, almeno non da quando ci siamo sposati.
 
Ha paura della risposta, immagino che il  dubbio sia meglio della conferma.
 
Una sola volta mi ha rivolto quella domanda. 
 
 
 
 
Tre anni prima.
 
 
« Bella? » Chiamai la mia Bella; ero appena entrato in casa sua.
Casa di Charlie.
Casa nostra, in un certo senso.
 
Pensare a Charlie ancora faceva male, ma ero abituato a quel dolore che ti incatena il cuore quando una persona amata ti lascia.
Dopo un po è solo come una specie di rumore di sottofondo.
 
E poi c'era lei.
 
« Bella » Urlai ancora il suo nome, mentre accesi le luci del salotto.
 
Il suo profumo aleggiava leggero nell'aria, quasi come se fosse una nuvola che si muoveva piano nel cielo limpido di una domenica di Agosto. 
 
« Ed sono in cucina » Mi leccai le labbra al pensiero di rivederla.
 
Con lei non è sesso, con lei è altro, con lei è amore.
 
Amore con la “ A ” maiuscola.
 
Se solo potessi, se solo ...
 
Tolsi la giacca elegante, e l'appoggiai sopra al divano di pelle nera. Mi muovevo in quella casa quasi ci avessi passato tutta la mia vita; forse era proprio così.
 
Mi appoggiai alla porta, guardandola, ammirandola, amandola con lo sguardo.
 
Era bella.
 
Strano come il suo nome era così azzeccato per lei. Le sorrido, mentre si muoveva a ritmo di musica, tagliando qualche verdura.
 
Come potevo non amarla? Come poteva non essere solo mia quella creatura meravigliosa?
 
Si fermò quando mi vide, mi sorrise maliziosa. 
La mia piccola Isabella era sparita da tanto tempo... ora c'era Bella, colei che mi faceva ammattire.
 
« Signor Masen, che fa qui, mi spia per caso? » Cominciai ad avvicinarmi lento, ammiccando di tanto in tanto.
 
« Isabella » 
 
« Odio quando mi chiami così, Ed. » Le sorrisi ancora, con lei non potevo farne a meno. 
Sapevo che lo odiava quel nome, ma era bello torturarla.
 
« Lo so. » 
 
« Che stronzo » Quando finalmente fui ad un passo da lei, tanto che i nostri respiri si mescolavano tra loro creandone uno solo, incollai le mie labbra alle sue. 
 
Ecco come ritornare a casa. 
 
« Sono uno stronzo, ma mi ami lo stesso » Scese con la bocca sul mio collo, succhiando avidamente e sensualmente.
 
« Non essere sempre così sicuro di te stesso Ed, un giorno potrei stancarmi di essere l'altra. »
 
Non osavo pensarlo. Non era un'opzione. Non doveva accadere, e mai sarebbe accaduto. 
Lei era tutto.
 
Le alzai il volto, per far incatenare i nostri sguardi. Volevo che capisse che senza di lei anche il solo respirare sarebbe stato difficile ed inutile.
 
A volte, sono una persona altamente egoista.
« Non dirlo mai più » E tornai a baciarla, a godere delle sue carezze, della sua lingua.
 
 
Quando tornai a casa quella sera, trovai Tanya che mi aspettava con una faccia scura. 
 
Forse sapeva... forse avrebbe messo fine a tutto... forse dovrei farlo io. 
 
« Sei tornato finalmente. » Come poche ore prima posai la giacca sul divano, e poi tornai  a guardarla.
« Sapevi che finivo tardi » Sorrise in un modo strano, quasi maligno.
Si avvicinò a me velocemente, per un attimo ebbi paura.
Le sue mani andarono alla mia camicia, cominciarono a sbottonarla con frenesia.
 
Ma che diamine le prendeva?
 
« Tanya ma che fai? » Come se non fosse ovvio...
Poi si fermò.
« Chi ti scopi? Voglio saperlo. » Eccola quella domanda a cui morivo dalla voglia di rispondere, la domanda che mi avrebbe reso libero di amare Bella senza costrizioni.
Stavo per rispondere quando mi interruppe, zittendomi con un bacio.
« Sai che ti dico? Non mi importa Edward, tanto lo sapevo quando ho accettato di stare insieme a te che mi avresti tradita. Solo... un po di contegno non guasterebbe sai? » 
Disse facendomi notare il segno che mi aveva lasciato precedentemente Bella.
 
Perché non era arrabbiata? 
 
« Non ti importa di essere tradita? » Dissi quasi con disprezzo, come poteva?
 
« No. Alla fine della giornata torni a casa da me, scopi me. Tutte quelle che ti fai saranno solo un passatempo. Io e te ci sposeremo, io e te saremo una famiglia. Con il tempo di stuferai anche delle tue piccole puttanelle, vedrai. » 
 
Erano parole di una donna ferita. Erano parole sbagliate. Io non la tradivo con l'intero universo femminile, no. 
C'era solo Isabella.
Solo lei.
 
« Tanya, come puoi ... » 
« Sai cosa? So che non mi lascerai. Ti senti troppo in colpa verso qualcuno, per farlo. La notte parli, eri a conoscenza di questa cosa? Dici spesso: “ non la merito. ”, “ non la amerò più”,  “ sposerò Tanya ”,  “ lei sarà felice senza di me, vedrai ” ... Patetico. » 
 
La notte sognavo spesso Charlie, ed a quanto pare lei lo sapeva... 
 
« Io ... » 
 
« Mi sono sempre chiesta chi fosse... Poi sono arrivata alla conclusione che non mi importa. Però, ti prego di stare attento con questi segni... non vorrei che la gente scoprisse che mi tradisci così... Ho ancora la mia dignità. » 
 
Rimasi lì impalato come un idiota, come il codardo che ero. 
Tanya si allontanò, andando nella nostra stanza. 
Perché non riuscivo a dire basta a tutto questo?
 
« Ah Edward, io stasera vado da mia madre. Porta male vedere la sposa il giorno prima del matrimonio. »  
 
 
 
 
Ora.
 
Stacco quella chiamata, mettendo fine all'ennesima litigata tra me e lei.
 
Tanya ha capito che potrei lasciarla... lo sa.
 
Voglio lasciarla per te, Bella.
 
Voglio che tu sia mia.
 
Voglio baciarti  alla luce del sole, voglio dirti che sono tuo.
 
Voglio amarti, voglio lasciarmi amare.
 
Entro nel tuo ufficio senza bussare, spalanco la porta e tu scatti impaurita.
Porti una mano sul petto, mi guardi perplessa.
 
« Dobbiamo parlare »  Il mio tono non ammette repliche, non è una domanda: io te lo sto imponendo.
 
« No, non dobbiamo. » 
 
« Isabella, non hai diritto di scelta. Siediti ed ascolta, poi deciderai tu cosa fare. » 
 
Ti vedo annuire, probabilmente sei confusa, e un po impaurita.  Non devi esserlo amore mio.
 
« Però prima devo chiedertelo: Lo ami? »  Sai a chi mi riferisco, e di nuovo quell'espressione fiera si impadrona del tuo viso.
 
Mentirai.
 
« Sì. »
 
« Bugiarda » Sorrido, forse non è davvero tutto perso. Forse posso aggiustare la cosa, posso aggiustare te, me, i nostri cuori.
 
 
 
 
 
_____________  
 
E allora ... beh, in realtà questo capitolo è solo per spiegare alcune dinamiche... Tanya abbiamo visto non è poi così da consolare eh u.u
 
Lui beh... Edward è il coglione di sempre, maaaa forse sta cambiando? Non saprei ... 
 
Ora chi pensa che da qui in poi la storia sarà tutto rose e fiori, sbaglia. 
 
Ah, non mancano molti capitoli alla fine. Non sono capace di scrivere una long, quindi beh forse arriverò massimo a 10 capitoli + epilogo ç_ç 
 
Beh detto questo... vado via... se volete c'è anche l'altra mia storia sempre su Twilight “ She is love, he is all i need ” è più spensierata, fortunatamente per i miei neuroni xD 
 
Ci si sente domenica :)

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Capitolo 7
*** See me, feel me, touch me, heal me. ***


See me, feel me, touch me, heal me.
Avevo detto che erano 10 capitoli? Bene, sbagliavo. Questo è l'ultimo.
In realtà prima di questo ne avevo scritti altri due, ma rileggendoli non c'ho trovato nulla di buono.
Questa storia è nata come una Shot ma poi il mio cervellino ha continuato a elaborare tutto e ... boh, è tempo che le cose vadano al loro posto.

Potrà sembrarvi affrettato, magari non vi piacerà, rimarrete deluse, non lo so... ma è giusto così.
Almeno per me.

Spero vi piaccia lo stesso. A dopo, e scusate gli errori che purtroppo incontrerete durante la lettura :)








E se mi chiederai perché; buonanotte

See me,
 feel me,
 touch me,
 heal me.

 “ L'unica ossessione che vogliono tutti è l'amore.
Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi?
La platonica unione delle anime?
 Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l’amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due. ”  
Philip Roth. 

 Però prima devo chiedertelo: Lo ami? ”

“ Sì. ”
“ Bugiarda. ”

Mi guardò con quel suo sorriso furbo, quello che in questi ultimi mesi avevo imparato ad odiare.

Sembrava così sicuro di se che quasi mi faceva schifo.

Sbagliava a sentirsi così potente: Non lo era.

Edward si avvicinò di più al bordo della scrivania, facendo quasi sfiorare i nostri volti.
Mi ritrassi veloce, non volevo sentire il suo tocco.
« Edward, volevi parlare giusto? E allora siediti e parla. » Mi sorrise ancora con quella faccia da schiaffi; si sedette sulla poltrona di pelle con accurata lentezza.

« Ho intenzione di lasciare Tanya. »Pronunciò quelle parole come se avesse appena descritto la sua giornata tipo, come se non fosse una cosa importante.
Attendeva una risposta, una mia reazione.

Ma no, da me non avrebbe avuto più nulla.

« Non so cosa si dice in questi casi, quindi aiutami tu... devo farti le congratulazioni, o devo dispiacermi? »

Sembrava spaesato, forse credeva che gli avrei buttato le braccia al collo? No, mi spiace ma era tardi.
Cominciò a torturarsi i capelli ramati con le mani: era chiaramente nervoso.

« Bella io »
« No, stai zitto Edward! Sono due mesi che cerco di rifarmi una vita, cazzo. DUE FOTTUTISSIMI MESI! . Se vuoi che mi butti tra le tue braccia dicendoti che ti amo, beh stai ben sicuro che non accadrà. Sto con Riley, amo Riley, tocco Riley, voglio Riley. Ed ora, se hai finito di sorridere come un emerito coglione, puoi anche andare via e lasciarmi lavorare. »

Era fermo di fronte a me, le braccia conserte, il sorriso sul volto e gli occhi che luccicavano di ... desiderio.

Io gli avevo detto che non lo volevo più e lui mi fissava come se gli avessi chiesto di fare sesso.

Stupido.
Bastardo.
Stronzo.
Idiota.
Coglione.

« Bella, dimmi che non mi ami, che sei veramente felice con lui ed io andrò via come sono entrato. »

E io glielo dissi. Gli dissi quello che voleva sentirsi dire sperando che il mio viso non mi tradisse.

Ero sì arrabbiata con lui ma... no, infondo non amavo Riley. Quando si prova l'amore quello che ti distrugge dentro, è difficile lasciarsi andare con qualcun altro.

« Amo lui. Sono felice con lui. » Osservai i suoi occhi trasformarsi in due pozze di tristezza.
Due smeraldi vuoti, spenti, grigi.
Il sorriso fu spazzato via da un'espressione di puro ... dolore? Risentimento? Forse paura di essere solo per la prima volta da quando ci conoscevamo.

Il suo volto contrito, addolorato mi faceva male, avrei voluto buttargli le braccia al collo dicendogli che era lui che amavo ma mantenni fede al patto che avevo fatto con me stessa.

Io non avrei mai più sofferto per Edward Masen.


.......................


Sei mesi sono passati da quella discussione, da quella bugia.
Sei mesi nei quali sono andata via da te, da noi, da New York.
Sei mesi di quasi leggerezza.
Sei mesi di tua assenza.

Ho saputo che hai effettivamente lasciato Tanya, forse hai capito anche tu che era la cosa giusta da fare per entrambi.

Dirigi l'azienda nella maniera eccellente di sempre, il mio posto l'hai preso tu; ora hai tutto sulle tue spalle.

Ho lasciato Riley quattro mesi fa.
Non l'ho fatto per te, l'ho fatto per me.

Ho scoperto che lui non era migliore di te.

Diceva di amarmi ma poi la sera finiva nel letto di Victoria sperando di farla innamorare.

Sai la cosa strana?Quando l'ho scoperto, ero disgustata non da lui, ma da me stessa perché quello che avevo provato io vedendoli insieme era la stessa cosa che Tanya aveva dovuto sopportare per anni.

Come facevi a guardarla negli occhi e a non provare rimorso?
Come facevi a desiderare me, mentre stavi con lei?

Sono domande che probabilmente non avranno mai risposta.

Sfoglio distrattamente Cime Tempestose, ma come da mesi oramai immagino te nei panni di Heathcliff e me in quelli di Catherine, proprio non riesco a farne a meno.   


« ISABELLA APRI » Una voce, una specie di urlo, un rumore forte, ecco quello che sentivo in quel momento.

La tua voce, senza alcun dubbio.

Andai alla finestra scostando le tende per capire se veramente eri tu.
Il cuore batteva forte, quasi volesse uscire fuori dalla cassa toracica.

« ISABELLA, SO CHE SEI IN CASA. APRI. »

Sei tu.
Sei tu.
Sei tu.
Sei tu.
Sei tu.

Ti apro la porta e trovo davanti a me l'immagine sbiadita dell'uomo che ricordavo di aver lasciato quel giorno a New York.

Sei diverso.

Hai la barba biondiccia che incornicia ruvidamente il viso scarno e più spento.

Il tuo sguardo è vuoto.
Le tue labbra meno piene.
Le tue mani sembrano ruvide.

Sei cambiato.

Mi guardi dritto negli occhi, non ti riconosco: chi sei?
Chi è costui? Questo non è Edward.

Entri di prepotenza in casa, e non mi lasci neanche il tempo di capire cosa sta succedendo perché mi abbracci come se fosse l'unico salvagente a cui aggrapparsi durante una tempesta in mare.

Il tuo profumo - almeno quello -, non è cambiato.
Le tue braccia mi avvolgono stretta, mentre io rimango lì inerme, senza muovermi.

Poi ti stacchi.

Freddo, fa freddo.

« Edward, che ci fai qui? » è tutto quello che riesco a dirti.
Vorrei sembrare cattiva, o almeno disinteressata ma non ci riesco.

« Che ci faccio qua? E me lo chiedi pure? » ridi, ma la tua è una risata diversa, cupa, senza allegria.

Che cosa ti è successo?

« Edw » Non mi lasci finire la frase, ti avventi sulle mie labbra e cominci a baciarmi.
La barba ispida graffia e arrossa le mie guance, le mie mani cercano di fermarti ma la mia bocca invece ricambia.
« Fermo Edward, fermati » Ma tu non lo fai.

Prima ancora di pensare, la mia mano destra si è schiantata sul tuo viso con violenza.
Ti ho schiaffeggiato per la seconda volta in vita mia.

«Ma che diavolo fai? » Sfreghi una mano sulla parte dolente, e sorridi un po.

Sei quasi divertito.

« Hai lasciato Riley »
« Non hai risposto alla mia domanda »
« E tu dimmi perché prima mi dici di amarlo e poi lo lasci »
« Non sono affari tuoi » Ti avvicini di nuovo a me, mi prendi un braccio e mi strattoni.

Chi sei?

« Dimmelo, Isabella »
« Lasciami. » Lo fai, ma solo in parte. Le tue mani tengono sempre stretto il mio braccio, ma stavolta è un contatto piacevole.
« Scusa. Ora dimmi perché » Sbuffo.
« Mi tradiva » E non so perché te l'ho detto, e non so neanche perché ti sto mentendo, ma tu mi spingi oltre.

Amplifichi le mie emozioni, le mie paure.

Sei una droga, un'ossessione e questa cosa non va bene.

Il tuo volto non lascia trasparire neanche un grammo di sorpresa... sembri una maschera.

« Questo lo sapevo, dimmi il vero motivo »

Lo sapevi? Come facevi a saperlo?

« Come? » Mi lasci del tutto mentre ti allontani da me.

Vaghi un po nella cucina come se stessi cercando qualcosa; forse la tua ragione?

« Me l'ha detto lui. »
« Come scusa? » Ti volti verso di me lasciando perdere il vaso su cui ti eri concentrato.
« Non ricordo precisamente quando, ma è venuto nel mio ufficio chiedendomi di te. Con un po di insistenza mi disse che amava un'altra o almeno lo credeva fino a quando non ti aveva visto andare via dalla sua vita. Però aggiunse che tu non lo amavi sul serio, che forse lo avresti lasciato comunque. »

Non ti credevo.

Non era possibile che lui ti avesse detto quelle cose.

« E perché sei qua? » Ridi ancora, stavolta sembri davvero divertito.
« Voglio sapere se è vero. L'avresti lasciato lo stesso Isabella? » Lo dici con la voce roca, lo sussurri quasi.

Chiudo gli occhi per un istante, cercando di ritrovare la mia calma che è andata a farsi fottere nel momento in cui ti ho rivisto.

« Come ti ripeto ogni volta: Non sono affari tuoi »
« E INVECE LO SONO! » Lo gridi senza misure.
Arretro un po, mi fai quasi paura quando fai così.
« Non lo sono. Non più. »
« Bella, ti prego... » E la tua è una vera supplica.
Ma io non ho voglia di essere supplicata, Edward. Io ho voglia di vivere, ho voglia di cantare, di ballare, di guardare un film, di cucinare, di mangiare gelato.

Non ho voglia di litigare.

Sono stufa di tutto questo.

Un attimo prima credo di averti dimenticato, e l'attimo dopo averti rivisto ci ricasco.

Sono così stupida?

« “ Bella ti prego ”... Ma ti senti Edward? Ti vedi? Io non so chi sei. Non so cosa vuoi da me... »

« Voglio che tu mi dica che non mi ami. » ringhiò quasi quella frase 

Perché non mi hai chiesto se amo ancora Riley? Sarebbe stato facile mentirti.

« ISABELLA DIMMI CHE NON MI AMI! »

Chiusi gli occhi sperando che riaprendoli saresti sparito, ma quando li riapro ti trovo ad un respiro dal mio.

E come posso raccontarti l'ennesima bugia? Come posso farlo?

Lacrime amare si beffano di me facendomi sembrare debole.

Quelle parlarono per me, decisero per me.

« No, CHIEDIMI SE AMO LUI. Non chiedermi di te, NON CHIEDERMI SE AMO TE. »

Mi alzi il mento per guardarmi negli occhi.

Asciughi con un bacio quella scia di acqua salata che ancora una volta ho versato per te.

« Dimmi che non sei innamorata di me. »
« No. » Mi baci ancora il volto, gli occhi, le palpebre.
« Dimmi che mi hai dimenticato » Raccogli ancora con la bocca l'ennesima lacrima che ha deciso di rovinare la mia recita
« Edward, smettila »
« Dimmi che non mi ami. »
« Non posso »
« Perché? »
« Perché, perché, cazzo Edward sai dire solo questo? » Ti scosti da me, e di nuovo ho freddo.
« Dimmelo Isabella »
« NON POSSO FARLO EDWARD! Perché non posso smettere di amare colui che ha preso tutto di me e non me l'ha ridato più indietro. Non posso non essere innamorata di colui che ha preso il mio cuore in mano e l'ha stritolato, l'ha rotto, l'ha salvato, l'ha aggiustato, l'ha plasmato... Non posso non amarti perché senza di te la notte tremo, ho freddo. Perché senza di te tutto è diverso. Perché se tu esisti, se tu sei felice io sono contenta. Se tu affondassi io affonderei con te.  Se dovessi vivere in un mondo in cui tu non esistessi, io morirei. »

Presi fiato cercando di capire cosa stessi dicendo, ma le parole venivano fuori da sole.
Sembri imbambolato.
Inebetito.
Ma non me ne curai e vomitai tutte le emozioni che in questi anni avevo trattenuto.

« Io ti amo. Ma il fulcro di tutto questo non è se sono innamorata di te o no. Il punto è tu cosa provi EDWARD? COSA? Mi ami? Sei qui per cosa? Per una scopata? Beh da me non l'avrai. »

Non parli. Mi lasci urlare, mi lasci piangere da sola per non so quanti interminabili minuti.

Poi dopo chissà quanto tempo cominci a parlare con furia.

« Sei cazzo di mesi fa, ho lasciato Tanya. Per quattro schifosissimi mesi la mia ormai ex moglie non mi ha fatto vedere mia figlia. Due mesi fa ho avuto il permesso di vederla almeno il week-end. DUE SCHIFOSISSIMI GIORNI A SETTIMANA. Io posso vederla solo il sabato e la domenica, Bella. Mia figlia crescerà credendo che io sia il peggior padre del mondo perché ho scelto te, NOI, invece che sua madre e tu osi chiedermi se sei solo una scopata? »

Le tue parole mi colpiscono come uno schiaffo. Come un pugno allo stomaco.
Io non lo sapevo.
Io davvero non credevo che fosse possibile che tu avessi sofferto tanto.

« Io »
« Io, io, io, io ... solo questo sai dire ultimamente. Come fai a non capire? Come fai dimmelo!  »
« Ma capire cosa? Ero ferita Edward e non credevo di certo che lei ti impedisse di vedere Lizzie e »
«  Vedi, non capisci! Non hai mai capito. Neanche quando ti dissi che mi ero innamorato di lei hai capito che mentivo, come diamine hai fatto a credermi? »
« MA ALLORA PERCHÉ »
« Perché ti AMAVO! Perché ti ho sempre amato. Perché tuo padre mi disse che non ero fatto per te, perché Charlie era come un padre per me, perché eri infelice quando stavi con me, perché ti trascuravo, perché ti avrei deluso, perché sono un codardo, perché lei era la strada più semplice da prendere. »

Prendi una pausa, respiri e poi ti avvicini al mio viso. Non ragiono, non so cosa sto facendo, e cosa sto pensando.

« Perché avevo paura dei miei sentimenti Bella. »

Ti guardo negli occhi, cercando di non perdermi in te, in noi.

« Perché l'hai sposata? »

Ti passi una mano nei capelli, e ti lecchi le labbra - gesto che avrei voluto compiere io.

« Charlie aveva perso parecchi clienti a causa di Sue e di tutta la storia dei bilanci truccati. La situazione era al limite, io non sapevo cosa fare. Un giorno Garrett, il padre di Tanya si presentò a casa mia dicendo che voleva aiutarci ... ovviamente c'era una specie di penale da pagare... dovevo rimettermi con lei »

« Aspetta, l'avevi lasciata? » Annuisci distratto
« Sì, Bella volevo stare con te alla luce del sole... ma poi successe tutto quel casino e io tenevo troppo alla nostra azienda per poter lasciarla marcire, così accettai tutto: Sarei tornato con Tanya e l'avrei sposata. Lizzie è arrivata non so neanche come, usavo sempre delle precauzioni nonostante fossimo sposati ma quando una sera ti vidi con Jacob, non mi curai di niente e beh... »

Mi guardi in attesa di un verdetto, ma la cosa più importante ancora non me l'hai detta.

Due parole e sarò tua.
Due parole e diremo addio a tutto il passato.
Due parole e non ci sarà più nessuno che potrà dividerci.

« Dimmelo »
« Ti ho detto tutto »
« No, non l'hai fatto »
« Non capisco Bella.. io ti ho detto tutto davvero »
« Edward, hai capito a cosa mi riferisco »
« Non posso, io non sono pronto io... io ... se lo dico ad alta voce, vorrebbe dire »
« Edward, dì quelle due parole ed io dimenticherò il fatto che tu e mio padre avete deciso della mia vita. Dimenticherò il fatto che tu abbia creduto che io non fossi felice con te. Dimenticherò tutto il dolore di questi anni. Dimenticherò tutto. Se tu lo dici, vorrebbe dire essere felici insieme. »

Il tuo sguardo è tormentato, non sei sicuro forse? Hai paura.
Hai ancora paura che scappi da te?
Hai così poca fiducia in me?

« Non posso io »

« Dì CHE MI AMI »

« Io ... »

Prima che io possa risponderti, posi ancora una volta le tue labbra sulle mie, mi baci con possesso, con speranza, con amore, con passione.
Mi baci finché il nostro corpo non dice basta.

È il tuo modo di dire Ti amo? Bel modo Edward, ma io voglio sentirlo.

« Ti amo Isabella Swan. Ti amo dalla prima volta che ti ho vista, da quando sei caduta dall'altalena schizzandomi di fango. Ti amo come mai ho fatto.Ti amo come mi è stato insegnato si amano solo le persone che rimarranno sempre nella tua vita. Ti amo senza riserve, e questo mi fa paura. Ti amo irrimediabilmente. Ti amo. »

E mentre lo dici ti credo.
Mentre lo fai ti bacio, ti amo, ti adoro, ti faccio mio.

Mentre mi dici quelle parole mi guardi negli occhi.
Mi entri dentro, nelle fibre, nelle cellule.
Mi entri nel cuore.
Chiudi le ferite, fai sparire le cicatrici.
Perfori l'anima, la prendi per te, la fai tua.
Respiri la mia aria.
Mescoli i nostri profumi, i nostri sapori.

Mentre le frasi scorrono veloci, imprimi le tue impronte digitali sul mio viso, sul mio collo, sul mio cuore.
Entri nel mio cervello, mi bruci i neuroni.
Mi fai male, mi fai bene.
Mi dai piacere.
Mi fai impazzire.
Fai sparire il dolore.
Mi fai ritrovare il mio posto nel mondo: nel tuo abbraccio.

Mentre mi dici ti amo io sparisco.
Mi ritrovo libera.

Mentre le parole non si fermano rinasco ancora una volta per te.
Tu rinasci ancora una volta per me.

Mentre mi ripeti ancora quelle due parole, mi vedi.
Mi senti.
Mi guarisci.
Mi tocchi.
Mi respiri.
Mi ami.

« Sono tuo Isabella Swan, sono sempre stato tuo. » 













Se volete uccidermi mettetevi in fila, la prima della lista è mia madre, e dovrete scansare lei quindiiii non vi conviene v.v

Torniamo alla storia, volevo dirvi che ci sarà un epilogo che posterò domenica prossima, che spero non vi faccia così schifo xD...

Detto questo io mi dileguo, è decisamente tardi ed io ho da finire per la 192890839 volta Breaking Dawn, visto che Kristen Stewart e la sua sorpresa al panel mi hanno impedito di piangere ancora una volta leggendo le ultime righe scritte da zia Steph.

A domenica :)

 


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Capitolo 8
*** Epilogo; Menta e Cioccolato. ***


La felicità è reale solo se condivisa. 
Into the wild.
 
 
 
 Tre anni dopo.
 
 
 
Il sole mi solleticava la schiena semi nuda, coperta solo da un leggero strato di lino blu. 
Sorrisi quando sentii che i raggi del sole non erano gli unici a toccarmi, destandomi dal mio sonno profondo.
 
Le tue dita, le dita del mio uomo , tracciavano linee immaginarie sulle spalle, fino a scendere sulla curva del mio sedere, e lì rimasero. 
 
Una piccola strizzatina, mi fece sghignazzare un poco; era bello essere così spensierata. 
 
« Sei sveglia » Bisbigliò lui sul mio collo, facendomi avvertire quel formicolio oramai troppo familiare al basso ventre. 
 
Mi girai per guardarlo negli occhi, e come sempre mi ritrovai impreparata alla bellezza del suo volto. 
 
Dopo tre anni, ancora mi ci dovevo abituare a svegliarmi con lui.
 
« Sono sveglia, perché, qualcuno non riesce a non strizzarmi il culo » Volevo sembrare acida nel dirlo, ma il mio sembrò più un : “ Continua pure ” . 
 
Infatti lui rise, e poi si affrettò a baciarmi le labbra, e poi il collo. 
 
Dio ma come faceva a farmi eccitare semplicemente con due bacetti? 
«  Mhhh, no spe » 
« Cosa? » Si fermò un attimo, incatenando il mio sguardo nel suo. 
« È tardi, e dobbiamo andare. » Ed era vero. L'orologio segnava le sette e mezzo, quindi eravamo in ritardo entrambi. 
Lo sentii sbuffare, per poi allontanarsi da me. Il suo cellulare squillò, e quel nome a distanza di anni ancora mi dava la nausea. 
 
« Dimmi » Rispose senza emozioni.
Io intanto mi alzai per andarmi a lavare. 
 
Sul lavabo di marmo c'era il mio beauty case, lo afferrai ed aprii la cerniera per scoprirne il contenuto.
 
Era lì.
 
Guardai quell'oggetto, e sorrisi come un'ebete.
 
Tornai da Edward che mi aspettava ancora a letto. Era sdraiato, le braccia sotto la sua testa. 
 
Bellissimo.
 
« Che voleva tua moglie? » Gli chiesi un poco acida. 
« Non è mia moglie. » Mi disse con tono duro. 
« Come ti pare » 
« Andiamo Bella, non è più mia moglie da tanto tempo e lo sai » 
 
Era vero; Tanya e Edward avevano ufficialmente divorziato due mesi dopo quella sera.
 
La causa fu' difficile, più volte Edward temette di perdere sua figlia.
Poi un giorno in tribunale, qualcosa cambiò. 
Tanya andò da Edward, e gli disse che voleva parlargli da solo.
Dopo quella giornata, il divorzio arrivò in pochi giorni, così come l'affidamento di Lizzie che passò esclusivamente ad Edward.
 
In seguito, Edward mi disse che Tanya - dopo che lui l'aveva lasciata - aveva cominciato a bere molto, ed era diventata una dipendenza, così i suoi genitori l'avevano portata in un centro riabilitativo. 
 
La famiglia di Tanya non cercò mai Lizzie. 
 
Dopo i primi giorni di adattamento, prendermi cura anche di quella bambina, fu' la cosa più normale del mondo. 
 
« Sì, beh comunque... che voleva Tanya? » 
« Mi ha chiesto se poteva vedere Lizzie. » 
« Oh ». 
 
Non mi venne molto da dire. Quella bambina la sentivo mia, fin dentro le vene. 
Era parte di me, ed io ero parte di lei.
Lo sentivo da come mi abbracciava, da come mi chiamava mamma. 
 
Quando la prima volta mi chiamò con quel nome, mi sentii tremendamente in colpa tanto che mollai la bambina ad Edward e sfiorai una crisi di nervi. 
Il ricordo ancora mi faceva ridere. 
 
 
 
 
 
 
“ Edward, sono le otto... Liz non puo' restare in quella vasca a lungo ”. Rimproverai il mio fidanzato, sperando che facesse uscire la bambina dall'acqua. 
Lui rise. 
“ Ci stiamo divertendo, sei una guastafeste ” . Disse ridendo, e accarezzando i capelli ramati di sua figlia.
Mi avvicinai a loro, e presi Lizzie tra le mie braccia, asciugandola con l'accappatoio giallo che un paio di giorni prima avevamo comprato. 
Elizabeth rise delle facce buffe che Edward continuava a fare, impedendomi di essere seria.
 
Non l'avevo mai visto così spensierato con Lizzie, ma da quando era stata affidata a lui, a noi,  era tutto diverso.
 
“ Ma stai zitto ” dissi dandogli una pacca sulla spalla, a cui lui rispose con una strizzatina al mio sedere “ Lizzie, sapevi che tuo padre è una persona poco raccomandabile? ” .
 
Lei rise, e poi con una mano indicò Edward 
 
“ paaaapà ”. Da quando aveva imparato a dire quella parola, la ripeteva ogni due minuti.
Voleva mangiare? ' Paaaapà '. 
Voleva bere? Stessa cosa. 
Credeva che quella fosse la parola chiave per tutto. 
 
“ Sì, tesoro sono papà ”. Edward invece era contento di quella cosa. 
Adorava sentirsi chiamare papà. 
Lei rise buttando la testa all'indietro, era tale e quale ad Edward. 
“ Ma ma mama ”. Lizzie mi guardava sorridendo, e continuava a ripetere la parola mamma, indicandomi.
 
Io deglutii un paio di volte.
 
No, non doveva chiamarmi mamma.
 
Io non lo ero, Tanya era sua madre, e un giorno sarebbe tornata.
 
Sentii i miei occhi inumidirsi, e lo sguardo di Edward mi trafisse dolcemente. 
 
“ No, Lizzie io non sono la mamma. Io sono Bella. ” ma a lei il mio nome parve non piacere, così continuava a chiamarmi mamma. 
Mollai la bambina in braccio ad Edward, e corsi in camera nostra. 
 
Dopo poco Edward mi raggiunse, da solo. Si sedette accanto a me, e mi diede un bacio sulla fronte.
 
“ che succede? ” chiese lui. 
“ Mi ha chiamata mamma, non doveva ”. Spiegai io, e lui dovette fraintendere tutto.
“ Bella... io capisco che tu non voglia che mia figlia ti veda così, che probabilmente non la vedrai mai come nost  ” Lo guardai scioccata dalle sue parole, e da quello che stava per aggiungere.
“ Ma cosa diamine dici? Edward, il problema non è come io la vedo, è come è in realtà. Elizabeth non è mia figlia, ha una madre che tra qualche mese vorrà vederla, che l'ha accudita per quasi un anno, che la ama, ed io non posso permettere che lei mi veda come sua madre.
Non posso permettermi di sentirla mia.” gli rivelai sull'orlo delle lacrime.
 
Lui si appoggiò a me, e mi baciò intensamente. Come se volesse rassicurarmi e dirmi che sarebbe andato tutto bene. 
 
“ Bella, per il momento questo problema non si pone. Quindi smettila di farti paranoie inutili. So perfettamente che Lizzie ha una madre, e che quella non sei tu, ma lei ti vede così ed io sono felice che questo sia accaduto”. 
 
 
 
 
 
 
Dopo quella volta, Lizzie mi chiama mamma ogni volta che vuole.
Tanya, era tornata a Chicago solo da qualche mese, e solo due volte aveva voluto vederla. 
 
La prima volta fu' più traumatica per me che per Elizabeth.
 
 
 
 
 
 
 
“ Tesoro, mi raccomando comportati bene con ... ” non riuscivo a pronunciare il suo nome, e non volevo neanche chiamarla ' madre '. 
 
Lizzie sapeva che non ero sua sua madre, e sapeva chi stesse per incontrare, ma non sembrava nervosa. 
 
“ Tanya ” aggiunse lei, mentre infilavo l'ennesimo bottone nell'asola del suo cappotto rosso. 
“ Sì... Tanya ” . 
“ Mammina, quetto cappotto prude ” . Sorrisi alla mia bambina.
 
Lizzie non aveva mai visto il freddo di Chicago, visto che vivevamo in California, quindi per lei niente cappotti. Era buffissima. 
I capelli ricci e bronzei le cadevano leggeri sulle spalle,facendola sembrare ancora più bella di quello che già era. 
 
“ No, è la tua immaginazione Liz ” aggiunse suo padre, sorridendole. 
Lei sbuffò e piantò i piedi a terra. 
“ Mami, dì a papà che no è vero ” intenerita dalla sua faccina buffa, e dal suo parlare ancora incerto le baciai una guancia. 
“ Edward, non è vero ” . Lui lasciò cadere le braccia scoraggiato
“ Non è possibile vincere con voi due. Quando riuscirò a metterti incinta - e stavolta sarà un maschio -, allora ve la farò pagare. ”. 
 
Io e Edward non avevamo mai usato particolari precauzioni; io prendevo la pillola, ma spesso succedeva che me ne dimenticassi.
Ma non era mai successo nulla. Un anno fa circa, Edward mi chiese di metter su famiglia per davvero: Un figlio, magari due o tre.
 
Voleva una famiglia numerosa, e quando lo sentivo parlare così non riuscivo a non sorridere piena di amore.
Ma a quanto pare il bambino non voleva arrivare.
 
“ No! Io no voio un machietto, io voglio una sorellina ” 
“ Nono, sarà un maschio, te lo dico io. ”
“ Lo dicevi anche del cane ” lo rimbeccai, facendogli ricordare di quando prendemmo Ariel, il nostro labrador. 
“ Ariel non vale. ”. 
“ Edward ” . La voce di Tanya mi fece voltare verso di lei. Lizzie si nascose dietro ad una mia gamba. Era una bambina timida...
“ Tanya, ti trovo bene ”. Disse Edward.
 
I lunghi capelli biondi si erano allungati ancora di più, rendendola ancora più bella. 
Era dimagrita. 
Indossava un vestito che lasciava poco all'immaginazione; quel particolare mi fece storcere il naso. 
 
“ Anche tu stai bene ” disse con tono da flirt.
 
Cominciai ad agitarmi. Dopo aver saputo il modo in cui aveva trattenuto a sè Edward, la mia opinione su di lei era mutata radicalmente.
 
“ Ciao Lizzie ” Salutò sua figlia, che ancora era aggrappata alla mia gamba.
“ Mami ” mi chinai accogliendo la sua tacita richiesta, e prendendola in braccio. Lei come fosse un gesto naturale, si nascose nella mia folta chioma castana. 
“ Tesoro, Tanya vuole conoscerti. Salutala ” le dissi incitandola. 
“ Voio ciuccio ” 
“ No, Lizzie amore, lo sai che non puoi ” le disse Edward, lasciandole poi un bacio sulla manina paffuta.
Dopo qualche minuto, Tanya riuscì a prendere in braccio sua figlia dandole un paio di baci. 
“ Ciao Lizzie, io sono la mamma ” 
“ No, la mia mamma è Bela ” . Un po' mi dispiaceva per lei, ma solo un po'.
Dopo aver finito i suoi tre mesi di disintossicazione, era andata via con un certo Michael, senza chiedere neanche una volta di sua figlia.
Come aveva fatto non lo so. 
 
 
 
 
 
 
 
Il secondo incontro andò meglio, anche se Lizzie non riusciva ancora ad inquadrarla bene. 
Per lei sua madre ero io, punto.
 
« Cosa sta elaborando il tuo cervellino? » Mi chiese Edward facendomi ritornare alla realtà.
Io gli sorrisi.
« Niente, pensavo che sono in ritardo per aprire il bar »
 
Non lavoravo più nell'azienda di famiglia da tanto, Edward aveva quasi la maggioranza assoluta.
Lui teneva troppo a quel posto per lasciare tutto, ma per ricominciare davvero aveva trasferito la sede centrale in California.
Io avevo aperto una specie di bar; in realtà era un misto tra un bar e una libreria.
Il dolce tipico di quel posto era la torta menta e cioccolato.
Me e Edward.
 
« Bella, Tanya mi ha chiesto se poteva andare a prendere la bambina a scuola... » Sgranai gli occhi per la sorpresa. “ No, non puo'.” pensai.
Ma la parte razionale di me, uscii fuori ricordandomi che io non avevo diritti su Lizzie.
« E ? »
« Le ho detto che ne avrei parlato con te »
« Edward, perché gliel'hai detto? Lo sai vero cosa penserà? »  Lui mi guardò confuso, mettendosi a sedere sul letto.
« Cosa ti importa? »
« È sua madre »
« Non lo è stato negli ultimi tre anni. »
Sospirai, e andai da lui, sedendomi sulle sue gambe, e nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
Proprio come faceva spesso Lizzie con me.
« Chiedilo a Liz »
« Sì, volevo fare questo in effetti. » Sorrise sul mio collo.
« Bene »
« Bella? »
« Mh »
«  Perché hai detto “ tua moglie ” ? »
E potevo mai dirgli che mi dava fastidio che lei aveva avuto per anni Edward come marito, e che io invece ero solo la sua fidanzata?
 
Il matrimonio era sempre stato nei miei piani, ed il fatto che lui non ne parlasse mai mi rendeva insicura in un certo senso.
Certo, sapevo che Edward mi amava, ma...
 
« Abitudine, credo » mentii ancora nascosta sulla sua pelle.
« Le bugie non le sai dire » Mi alzai un poco incazzata, e mi allontanai.
« Sì vabbè, vado a svegliare Lizzie, oggi vado a prenderla io, quindi dì a Tanya che lei ci andrà domani. E non aspettarci stasera. » Dissi allontanandomi da lui.
« Perché? »
« Perché Riley mi ha chiesto di andare da lui per la nuova apertura, ed io ho detto di sì. E siccome Liz lo adora, verrà anche lei. » Lo vidi alzarsi dal letto, e raggiungermi con poche falcate; maledette gambe lunghe.
« Non ci andrai. »
« E perché no? »
« Perché non starai da sola con il tuo ex »
« Oh, beh ultimamente tu lo fai spesso. »
Il suo sguardo si illuminò furbo, e con un gesto mi attirò contro il suo petto.
« Sei gelosa . » La sua non era una domanda.
« Terribilmente». E la mia non era una risposta, bensì una constatazione.
 
Edward sorrise, e mi baciò con impeto. Le sue labbra cercavano le mie con ardore, con passione... con amore.
Il bacio si fece passionale, fino a farci scontrare contro il letto.
Le sue mani toccavano, la sua lingua leccava, e i suoi denti mordevano la mia carne.
« Io amo te »
« Solo te.» 
Mi tolse la maglia che avevo messo poco prima « Sei decisamente troppo vestita » Sorrisi della sua intraprendenza, e gemetti quando invece cominciò a succhiare la pelle del mio ventre.
Era il momento.
 
«  I succhiotti evitali » Lui smise per un momento, solo per guardarmi
« Chi vuoi che li veda qui? » riprese a succhiare, infilando anche la lingua nell'ombelico.
« Il dottore ?»
Smise del tutto e mi guardò con aria interrogativa
« Come, scusa? » Deglutii un attimo in cerca di parole adatte... che si diceva in questo caso? Tanya aveva fatto di meglio...
« Eddy, dobbiamo parlare» Si staccò da me, sedendosi al mio fianco.
« Ahia, quando mi chiami Eddy qualcosa non va » Risi un poco.
« Sono incinta. » wow... delicata proprio...
 
La faccia di Edward passò dal bianco al rosso in pochi secondi.
« Qua quando? »
« Credo a capodanno... »
Cominciò a ridere. Rideva proprio tanto, rideva felice.
« Io ti dico che sono incinta e tu ridi? Poi una dice che non si deve incazzare »
Edward si avvicinò a me, dandomi un bacio dolce e lungo.
Niente lingue, solo labbra.
Solo Edward.
« Ti amo » mi disse dolcemente.
« Anche io, stupido »
« Sono felice. »
« Come potrebbe essere il contrario? »
 
Sorridemmo entrambi sulle labbra dell'altro.
 
« Mami, papà » Nostra figlia si avvicinò a noi, con in braccio il suo orsetto di peluche.
« Cosa c'è tesoro? » le chiesi ancora in braccio ad Edward, che però sembrava sofferente.
Era terribilmente eccitato.
« È ora di andare a scuola, vero? » si stropicciò gli occhietti ed io e Edward ci guardammo per un secondo, fino a capire esattamente cosa pensava l'altro.
« No, oggi nessuno andrà a lavoro, o a scuola. Oggi si esce tesoro. » Lizzie spalancò gli occhi per la sorpresa e poi corse sul lettone con noi.
Edward l'accolse sul suo petto, come amava lei.
« Papà hai chietto alla mamma di sp » Edward le chiuse la bocca con una mano, e lei subito dopo si scusò.
« Che dovevi chiedermi? » chiesi curiosa, mentre Lizzie si posizionò al centro, tra me e Edward.
Lui sbuffò, e poi si allungò verso il comodino.
« E va bene... volevo fosse una cosa diversa... ma visto che Liz ha già detto tutto e beh, non potrebbe esserci momento migliore... Bella, io ti amo »
Lo guardai curiosa, mentre Lizzie cominciava ad emettere piccoli gridolini entusiastici.
« E siccome ti amo come mai ho amato prima, e senza di te sarei perso... »
« Papà sbrigatiii » Capivo ciò che voleva fare, e stavo per scoppiare  a piangere
Risi un po' dell'impazienza di Lizzie, invece lui si fece ancora più rosso.
« Isabella... io non so se Charlie approverebbe, ma proprio non posso farne a me no e  e » Aprì la scatolina in cui vi era l'anello di sua madre. Quell'ovale d'oro bianco e diamanti era sempre stato fonte dei miei sguardi, quando Elizabeth era in vita, una volta mi disse: “ Un giorno sarà tuo, vedrai ”.
Lacrime calde scesero veloci e per una volta le lascia cadere senza fermarle.
« Edward... sì ti sposo. »  Non lo lasciai finire, e lui mi sorrise emozionato.
 
Lizzie cominciò a gridare, e a saltare sul letto mentre Edward mi mise l'anello.
Mi baciò poi l'anulare quando ebbe finito.
 
« Piccola? »
« Sì papà? »
« Ricordi la scommessa? » Lei annuì con la testa.
« Bene, perché la vincerò io. È un maschio, me lo sento. »
 
Lizzie spalancò la bocca, capendo le parole del padre e poi si buttò su di me, dando poi leggeri baci alla mia pancia ancora piatta.
 
Edward, ci guardava rapito.
 
« È sicuramente una femmina » esclamò Lizzie.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Otto mesi dopo, nacque Thomas.
 
Un bambino dai capelli ramati e gli occhi color cioccolata.
 
I miei occhi.
 
Avevamo tutto quello che avevamo sempre desiderato: una famiglia, serenità, io e lui.
 
Menta e cioccolato.
 
Edward mi guardò negli occhi e mi lasciò un bacio delicato sulle labbra
« Sempre mio, signor Masen. » gli dissi.
« Sempre tuo, signora Masen », concordò lui, baciandomi ancora.
« Sempre tua, menta ».
« Sempre mia, Cioccolato »
 
E tornammo a goderci quel piccolo spazio di eternità che il destino ci aveva riservato dopo tanto tempo di sofferenza.
 
Una giornata di sole, laddove le nuvole avevano sempre coperto il cielo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Prima di tutto, scusate se ho cambiato lo stile, ma questo epilogo proprio non mi veniva da scriverlo in prima persona.
Mi scuso.
Beh, sinceramente non so cosa dire... È la prima storia che finisco, senza aggiungere extra, o altro, quindi è un po' come dire... difficile ç_ç
Mi sono tanto affezionata a questi due cretini T.T
Vi ringrazio, una per una, per tutte le bellissime recensioni, per le letture silenziose e chi ha ricordato questa storia.
Boh, spero che vi sia piaciuto... e che non vi abbia deluso. 
Vi avevo promesso il lieto fine, ed io ho fatto del mio meglio sperando che vi piaccia...
Detto questo... presto posterò un'altra storia sempre su Edward e Bella, spero mi seguirete anche lì.!
 
Anche se voglio dedicarmi un po' di più a She is love, mi sa che la sto un po' trascurando e me ne dispiaccio molto visto che amo scrivere di quei due zucconi ç_____ç
Detto questo... è stato un piacere per me condividere con voi questa piccola storiella!
Se volete mi trovate su FB Mio account :) Non ho un profilo EFP, anche perché non avrei il tempo per mandarlo avanti x'D
 
Adios!  
Rosie ♥ 
    
    
 
 
 
 

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