Il Tuo Angelo

di Stregazza_
(/viewuser.php?uid=155975)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il serpente d'oro. ***
Capitolo 2: *** non ci riesco...! ***
Capitolo 3: *** Perchè? ***
Capitolo 4: *** Strani salvataggi... (1° parte) ***



Capitolo 1
*** Il serpente d'oro. ***


IL TUO ANGELO


Primo Capitolo Il serpente d’oro.
 
 8.00 – Malfoy Manor.
 
“ BLAAAISE!!”
Una voce risuonò nell’imponente Maniero e un biondo uscì da una camera sbattendo la porta alle sue spalle.
“ BLAISE!! Dove cazzo stai stronzo di merda?! Vieni immediatamente qui!!”
Stava fumando di rabbia…era il 30 luglio e…
“ Che c’è Draco?” Blaise comparve al suo fianco con una faccia d’angelo con tanto di aureola che splendeva sulla testa.
“ È successo qualcosa?” chiese ancora sbattendo le ciglia.
“ Sai che giorno è oggi?!” disse Draco cercando di mantenere un tono pacato senza, ovviamente, riuscirci.
“ Un giorno particolare?” Blaise si stava divertendo da matti…aveva fatto volutamente dimenticare il suo compleanno a Draco e ora erano guai…ma che ci volete fare…lui si divertiva a vedere il suo amico nei pasticci…
Il suddetto amico assottigliò lo sguardo e poi esplose.
“ UN GIORNO PARTICOLARE?! DOMANI È IL COMPLEANNO DI HARRY E IO NON HO COMPRATO ANCORA IL REGALO!”
“ Giusto…domani è il compleanno di Potter…come ho fatto a dimenticarlo?…quale disgrazia…”
Disse Blaise con voce falsamente disperata, molto falsamente disperata e melodrammatica.
Evidentemente il biondo non era dello stesso parere e non colse tutto quell’ironismo.
“ Ecco hai visto? Anche tu sei disperato! Come faccio? Dove vado? Cosa compro? Come lo spedisco? E se non gli piace? Come…”
“DRACO TI SCHIANTO!” ormai Blaise aveva perso tutte le speranze di far rinsavire l’amico dalla super cotta che si era preso per lo Sfregiato…ma non voleva perdere la sanità mentale appresso a lui!
Chi gliel’aveva fatto fare di fargli dimenticare il compleanno di San Potter?
“…usciamo, preparati.” Così dicendo il biondino ritorno nella sua camera risbattendo la porta.
Blaise non sapeva più che fare…quindi lo doveva assecondare.
Con calma ritornò in camera a prepararsi…sarebbe stata una giornata mooolto lunga.
 
1 ora dopo…
 
“ DRACOOO!!”
“ CHE C’È BLAISE?!”
“ MA DOVE CAZZO STAI?!?”
“ STO SCENDENDO!!”
“ MA È QUELLO CHE HAI DETTO 20 MINUTI FA!!”
“ MA NON TROVO LA GELATINA!”
“ Oh mio dio!!” Blaise si buttò sul divano sconsolato.
Era più di mezz’ora che aspettava e non ne poteva più. Se poi non trovava la gelatina…poteva benissimo addormentarsi su quel divano…tanto era comodo.
Ad un tratto gli venne un’idea…
“ Sai Draco…” disse all’indirizzo del biondo che, benché stesse al piano di sopra con la porta chiusa, era certo che avrebbe sentito “ …ho sentito Potter dire che sei più bello senza gel.”
Attimi di silenzio seguirono quest’affermazione ma poi…qualcosa andò in frantumi al piano di sopra, un ghigno increspò le labbra del Serpeverde e…
3…2...1...
“ Davvero?” tempo di assimilare la notizia e Draco si era catapultato giù dalle scale al piano terra con i capelli ribelli e gli occhi pieni di speranza…
“ Sisi…” rispose Blaise accompagnando le parole con un gesto affermativo della testa.
Draco si aprì in un sorriso a 35 denti…sembrava un bambino a cui avevano dato il suo giocattolo preferito…a volte bastava così poco per renderlo felice…altre volte invece era incontentabile!
 “ Allora? Andiamo a comprare il regalo per Potter?” chiese Blaise.
“ Muoviamoci” acconsentì lui.
Detto questo finalmente uscirono.
 
Alcune ore dopo…
 
Ormai erano trascorse già parecchie ore da quell’episodio e Blaise rimpiangeva la sua idea di addormentarsi sul quel divano.
Avevano visitato negozi su negozi, città su città, villaggi su villaggi, l’ora di pranzo era passata da un secolo, Blaise moriva di fame, Draco sembrava iperattivo…e in tutto questo non avevano trovato il regalo che soddisfacesse Draco -sono- il- principe- degli –incontentabili- Malfoy.
“ Draco ti prego…fermiamoci a mangiare sto morendo di fame!”
“ Blaise dopo! Dobbiamo scegliere il regalo!”
“ Ma tu sei incontentabile!”
“ Non è colpa mia se questi negozi non hanno uno straccio!”
“ Draco c’è Potter!”
“ Dove?”
“ È entrato in quel ristorante!”
“ Muoviti andiamo!”
A Blaise dispiaceva sfruttare il punto debole dell’amico…ma era l’unico modo per mettere qualcosa sotto  i denti…
Entrarono nel ristorante attirando l’attenzione soprattutto delle ragazze…due bei fusti come loro attiravano sempre molta attenzione.
Mentre Blaise si complimentava per questo (avere tante ragazze che lo guadavano lo facevano sentire bene) e ordinava, Draco andava in cerca di una testa nera e di due occhi verdi.
“ Ma dov’è? Non lo vedo?!”
“ Bho?!...forse è a casa sua…” disse Blaise incominciando a mangiare.
“ COSA?! E PERCHÉ HAI DETTO CHE LO HAI VISTO?!?”
“ Perché ho fame” rispose Blaise in tutta tranquillità.
“ Ma fottiti!!” disse Draco alzandosi.
“ Era un invito?” Blaise lo guardò maliziosamente.
Il biondino non rispose, si limitò a ringhiare nella sua direzione e ad uscire dal ristorante.
Finalmente Blaise poteva mangiare in pace.
 
30 minuti dopo…
 
Il Serpeverde uscì dal ristorante con la pancia piena e soddisfatto dopotutto si mangia bene qui dentro… pensò avviandosi verso un vicolo.
“ Trovato il regalo perfetto?” disse ad un certo punto a qualcuno alle sue spalle.
Questo qualcuno ghignò e poi rispose:
“ Uffa…volevo farti uno scherzo…ma tu non dai soddisfazione alle persone!”
“ Tornato di buon umore? Lo devo prendere come un si Draco?”
Per tutta risposta il biondo fece un gesto affermativo e poi insieme si avviarono al Manor.
Aspettarono la mezzanotte ammazzando il tempo con  un duello che vinse Blaise solamente perché, a detta del biondo, ‘ lui aveva una fortuna sfacciata ’.
Vinti da sonno, però, si addormentarono pochi minuti prima dello scoccare del’ora tanto attesa.
“ Draco…Draco svegliati…”
“ Ah Blaise…cinque minuti…” disse con la voce ancora impastata dal sonno.
“ Dai amico…sono le tre…la mezzanotte è passata da un pezzo…” provò Blaise scuotendolo.
“ COSAA?!” rispose Draco non appena ebbe compreso la gravità della situazione.
 “ Va a prendere Soraya” continuò rivolgendosi a Blaise.
Poi salì in camera dove aveva lasciato il regalo.
Quando Blaise entrò in camera di Draco, sorreggendo su un braccio Soraya, lo trovò affacciato alla finestra intento ad osservare le stelle.
Si destò subito, però, non appena li sentì entrare.
Soraya volò subito sul braccio teso del biondo che legò alla sua zampa una scatoletta di velluto color argento.
Poi, lei volò via.
“ Ho fatto una gran cazzata non è vero?” disse rivolgendosi a Blaise, ma guardando il punto nel cielo dove l’aquila reale era scomparsa.
“ Non lo so Draco…non lo so…”

 *********************

 
7.00 – Casa Dursley.

“ Buono a nulla!! Muoviti! Devi portare fuori l’immondizia!”
La voce di zio Vernon giunse, come un pugno nello stomaco, alle orecchie di Harry che dormiva soltanto da poche ore. Era andato a letto alle 3.30 perché doveva finire un tema difficilissimo da consegnare al professore di Pozioni (anche se per lui tutti i temi erano difficilissimi).
Bleak…pozioni…quella materia proprio non la sopportava! Se poi aggiungevamo che come insegnante avevano Severus Piton erano a cavallo! Quel professore aveva un odio incondizionato verso di lui, totalmente ricambiato…ma sempre incondizionato!
L’unico lasso di tempo in cui poteva studiare e fare i compiti era la notte; con una torcia per fare luce, e sul letto, sotto un lenzuolo, per attutire il rumore che la piuma produceva a contatto con la pergamena.
Era riuscito a prendere i libri, sequestrati dagli zii, senza farsi scoprire e ora li nascondeva in una federa, in un reparto nascosto sotto il letto.
Si alzò dal suo giaciglio caldo e, con un pennarello rosso, fece una x sul calendario che segnava i giorni che mancavano per andare via da quella prigione e raggiungere la sua vera casa: Hogwarts.
Era il 30 Luglio, domani sarebbe stato il suo compleanno, ma non era mai stato felice di festeggiarlo: senza ricevere auguri, senza ricevere biglietti o regali, senza avere una festa, e senza nessuno con cui festeggiarlo, diventava una giorno come tutti gli altri.
“ Muoviti stupido! Devi preparare anche la colazione! Vuoi che venga li con la frusta?”
“ Scendo.”
Harry portava ancora i segni dell’ultima frustata…quell’estate suo zio era diventato più violento, più irascibile, più grasso…più ogni cosa negativa, e Harry pensava che questo cambiamento fosse dovuto all’episodio dell’anno prima, quando, l’elfo domestico Dobby, aveva fatto levitare una torta sulla testa della moglie di uno degli acquirenti di trapani più importanti facendo perdere così a suo zio ‘l’affare più grande della sua vita’.
Ovviamente, la colpa era stata attribuita a lui.
Se non fosse stato per sua zia sarebbe morto dissanguato, altro che Lord Voldemort!
Infatti lei aveva detto: “ Vernon caro, basta, se il pavimento si sporca di sangue che diranno i vicini?”
Lui mentre la zia parlava era scappato di sopra, si era tolto la maglietta lacerata, e si era fatto una doccia per lavar via il sangue dalle ferite che bruciavano a contatto con l’acqua fredda.
Ripensando a quell’episodio, una lampadina esplose, spargendo pezzi di vetro su tutta la scrivania…il suo cosiddetto zio lo aveva ‘punito’ solo perché Ron aveva telefonato e sfortunatamente non aveva risposto lui.
Era così arrabiato…BUM.
Un’altra lampadina era esplosa. Si doveva dare una calmata.
Si svestì con calma e, con altrettanta calma, si guardò allo specchio: stava diventando un bel ragazzo dopotutto…ma ora aveva delle cicatrici in più.
Lasciò per la seconda volta perdere questi pensieri e si mise la prima cosa che trovò nell’armadio: non paio di jeans e una felpa. Dopodiché, dopo ancora svariati minuti, si decise a scendere di sotto.
“ Ragazzo ma ti eri perso?! Io sto morendo di fame!!” ruggì zio Vernon.
“ Potevi benissimo preparartela da solo la colazione brutto pallone gonfiato!” sussurrò Harry tra i denti.
“ Hai per caso detto qualcosa??”
“ Vado a preparare la colazione” disse atono.
“ Ah…” riprese Harry dopo un po’ con un ghigno sulle labbra “…sono scoppiate due lampadine”
“ Come diavolo hanno fatto a scoppiare!?!” ma si penti subito di aver parlato.
“ Non lo so…per…magia.” E, dopo aver messo la colazione nei piatti, Harry filò di sopra ancor prima che l’urlo dello zio lo potesse fermare. Dopotutto, si era preso la sua piccola rivincita…
La mattinata passò senza altri commenti.
Nessuno rivolgeva la parola ad Harry, ed Harry non rivolgeva la parola a nessuno.
Era sempre stato così, e a lui andava benissimo!
Il pomeriggio, invece, il giovane mago lo trascorse in giardino, nascosto dietro una siepe in modo da non essere visto. Ascoltava il telegiornale, in cerca di qualcosa che facesse pensare ad un attacco del Signore Oscuro…ma l’unica cosa che scoprì fu la fuga non molto sospetta di un certo Sirius Black.
La sera non cenò neanche, non aveva tempo…doveva finire un tema di Trasfigurazione per la McGranitt e stava consultando alcuni libri.
Erano passate parecchie ore, i Dursley era andati a dormire già da un po’, Harry era assonnato, gli occhi gli bruciavano e la sveglia sul suo comodino segnava l’una di notte.
Wau…già da un’ora aveva 13 anni…
“ Buon compleanno Harry” si disse svogliatamente.
Posò i libri sotto il letto e andò alla finestra.
L’aria fresca della notte gli passava tra i capelli come lame. Gelide.
Erano in grado di fargli dimenticare tutti i pensieri.
Chissà dov’era la sua Edvige…ormai mancava da due giorni, e lei era l’unica essere vivente con un po’ di intelligenza in quella casa, oltre a lui, in grado di capirlo.
Ad un certo punto vide una macchia nera sulla luna…si ingrandiva sempre di più…Harry era indeciso se chiudere la finestra o lasciarla aperta.
Decise di rimanere con la mano sulla maniglia ad aspettare.
Ormai la macchia si era fatta così vicina da permettere al ragazzo di riconoscere tre gufi…uno era la sua Edvige!
Si spostò dalla finestra per permettere ai gufi di atterrare sul letto.
Oltre a Edvige c’era Errol, il gufo della famiglia Weasley, e un altro proveniente da Hogwarts.
Ognuno di loro portava una lettera e un pacco: i suoi primi regali!!
Con impazienza prese il pacco e il biglietto che portava Edvige e li scartò…provenivano da Hermione. Conoscendola, si sarebbe aspettato un libro, di quelli ‘semplici’…invece, era il kit di manutenzione per le scope…un regalo strabiliante!!
Ancora con gli occhi lucidi per il regalo appena ricevuto, prese quello di Errol.
Ron gli aveva regalato uno Spioscopio Tascabile, i gemelli un sacco pieno dei migliori scherzi (ancora non brevettati) e Molly e Arthur una scatola di dolci da Mielandia. Questi regali erano stupendi!
Poi c’era anche allegata una foto della famiglia Weasley in Egitto, sotto le piramidi, con quello che dovrebbe essere Bill, un altro fratello che lui non aveva ancora conosciuto.
La lettera di Hogwarts invece conteneva, come ogni anno, la lista dei libri e, per gli studenti del terzo anno come lui, l’autorizzazione per le uscite ad Hogsmade che doveva essere firmata da un genitore o da un tutore…non ci sarebbe mai andato.
Conteneva, però, anche gli auguri della professoressa McGranitt, del professor Silente e di Hagrid.
Quest’ultimo, gli aveva regalato ‘Il libro Mostro dei mostri’ cioè, il libro di Cura delle creature magiche che quest’anno terrà proprio il guardia caccia.
Peccato che il libro fosse un ‘tantino’ pericoloso quindi, dopo aver provato a staccargli una mano, era stato chiuso con una cintura e buttato in fondo al baule.
Dopo quest’inconveniente e dopo che i gufi furono tornati dalle rispettive famiglie (Edvige nella gabbia), Harry si stese sul letto.
Era stanco, ormai erano le due passate, ma, a parte questo, era felice e si addormentò con un sorriso sulle labbra.
TIC-TIC…TIC-TIC…
“Ma chi rompe a quest’ora!?!”
Erano le cinque di mattina, ed era stato svegliato da un picchiettare alla finestra.
Non si poteva più dormire in pace qui!
Sbuffando, si diresse alla finestra e l’aprì.
Una splendida aquila reale entrò posandosi sul suo braccio teso e, dopo aver lasciato cadere una piccola scatoletta di velluto argentato, se ne andò.
Harry la prese e con dita tremanti l’aprì.
Al suo interno vi era un biglietto. Lo lesse. Una serie di emozioni scoppiarono dentro di lui.
Amore, imbarazzo, odio…già, inaspettatamente anche l’odio…
La calligrafia era elegante e chiara, senza sbavature…e non sembrava la scrittura di una delle tante ragazze che gli andava dietro perché si chiamava Harry Potter e aveva una cicatrice sulla fronte…anzi, non
sembrava nemmeno una ragazza…
Poggiò il biglietto sul letto e il suo cuore mancò un battito.
Sul fondo della scatoletta c’era uno stupenda catenina d’argento con un ciondolo: un serpente in oro bianco, ricoperto di Swarovski, e con degli smeraldi al posto degli occhi. Harry era senza parole.
Prese delicatamente la catenina, quasi avesse paura di romperla, e la mise al collo.
Si guardò allo specchio.
Gli occhi del serpente brillavano sotto le prime luci dell’alba.
Riprese il biglietto e lo rilesse:
 

Buon compleanno Harry,
Ti amo…
Il Tuo Angelo.

 
Quel pezzo di pergamena odorava di menta…ecco come avrebbe fatto a riconoscere il mittente…quel profumo…gli sembrava familiare.
Intanto…non avrebbe tolto quel ciondolo dal suo collo per nessuna ragione al mondo…era una promessa!          


**********

Eccomi qua! 
Prima di tutto i personaggi appartengono a J.K.Rowling.
Detto questo...che ne pensate?
Vi piace?
Non vi piace?
Vi fa schifo?
Fatemi sapere mi raccomando!
Baci :D

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** non ci riesco...! ***


IL TUO ANGELO


Secondo capitolo – Non ci riesco…!
 
Casa Dursley.
 
Oramai erano passati tre anni da quel fantastico compleanno e il mittente del biglietto non gli aveva più scritto. Harry temeva che si fosse dimenticato di lui, temeva che quel biglietto e quella piccola scatola erano il frutto di uno scherzo ben riuscito.
Ogni anno, lui aspettava sveglio fino alle 5.00 l’arrivo di quell’aquila reale.
Ogni anno, l’aspettava invano.
Anche quell’estate, come quelle precedenti, era steso sul letto ad aspettare.
Stava ammirando quel serpente d’oro che non si era mai tolto in questi tre lunghissimi anni.
Guardò la sveglia, segnava le 4.50: non si sarebbe fatto vivo neanche ora.
Alcune lacrime incominciarono a bagnargli le guancie e il cuscino.
Ormai si doveva arrendere all’evidenza, chiunque fosse Il Suo Angelo si era dimenticato di lui.
Quelle erano state solo parole su un pezzo di carta che aveva ancora conservato sotto il cuscino.
TIC-TIC…TIC-TIC…
“Ma chi rompe a quest’ora?!” questa frase…un flashback gli attraversò la mente, l’aveva pronunciata quando…
Con  un colpo di reni balzò a sedere sul letto e guardo alla finestra.
Erano le 5.00 e l’aquila era li…non era un sogno…
Sorridendo si precipitò alla finestra,inciampando più volte nella confusione che regnava nella stanza, e l’aprì.
L’aquila entrò battendo le ali e atterrando sulla scrivania, aveva un pezzo di pergamena legato alla zampa.
Lo prese e lo lesse; il cuore tremava.
 

Auguri Harry…
Mi dispiace, non ti ho mai dimenticato…ti amo.
Il Tuo Angelo.

 
Non ci poteva credere…lui l’amava ancora…dopo tutto questo tempo era rimasto ancora Il Suo Angelo…
Sorrise inconsapevolmente, quell’anno lo doveva trovare a tutti i costi!
Doveva per forza trovarsi ad Hogwarts!
In questi tre anni lo aveva cercato, con cautela ovviamente (non voleva che i suoi amici lo venissero a sapere), tra i Grifondoro, tra i Corvonero, perfino tra i Tassorosso e niente…non aveva  trovato NIENTE…non era riuscita a trovare quel buon odore di menta.
Gli rimaneva da cercare solo tra le serpi; Il Suo Angelo era un’infida serpe…interessante…
Si alzò dal letto e, come tre anni prima, si guardò allo specchio: se prima stava diventando un bel ragazzo ora lo era di sicuro! Era più alto, con i muscoli definiti dagli allenamenti di Qhidditch. Le uniche cose che non erano cambiate erano i suoi capelli perennemente in disordine e i suoi occhi, verde acceso. Aveva tolto gli occhiali quindi il loro colore risplendeva di più.
Era diventato il ragazzo più richiesto e popolare insieme a Draco Malfoy.
Chissà se lui sapeva a chi apparteneva quell’aquila...glielo avrebbe domandato! In fondo…che ci perdeva a dirglielo?
La sveglia suonò le sei…meglio dormire, tra un’ora di sicuro si sarebbe dovuto svegliare altrimenti suo zio gli avrebbe dato delle fru-…aspetta un attimo! In questi anni erano successe parecchie cose e il ministero gli aveva tolto il blocco della bacchetta l’anno prima: poteva fare magie fuori da Hogwarts!
Ad esempio…al terzo anno aveva scoperto di avere un padrino, che il professor Lupin in realtà era un lupo mannaro, che da giovani erano stati dei malandrini (compreso suo padre), che erano animagi (anche suo padre), che avevano disegnato una mappa magnifica, che il topo di Ron era Piter Minus trasformato, che i suoi genitori erano morti a causa di quell’uomo…una lampadina esplose, la stessa di tre anni prima.
Il quarto anno aveva avuto invece come insegnante di difesa contro le arti oscure il professor Moody, che si era rivelato un pazzo schizzofrenico che lo voleva uccidere, e aveva visto resuscitare Lord Voldemort grazie a quel verme di Codaliscia e al suo sangue. In quell’anno abbozzò anche l’idea di essere omosessuale poiché ebbe la sua prima volta con Diggory che l’aveva praticamente violentato. Almeno Codaliscia una cosa buona l’aveva fatta…aveva ucciso quel Tassorosso del cazzo!
Sia ben chiaro…lui non aveva niente conto i Tassorosso eh!
Al quinto anno invece aveva avuto un rospo rosa come insegnante sempre di difesa. Cioè…non era proprio un rospo…ma ci assomigliava parecchio!
Abbozzò un sorriso ricordando quei momenti. Quell’anno avevano fondato l’ES: l’Esercito di Silente. Lui aveva fatto da insegnante contro le Arti Oscure a quasi tutti gli studenti del quinti anno di tutte le case…esclusa Serpeverde ovviamente.
Aveva anche scoperto di essere veramente gay quando aveva capito che baciando Cho Chang, una delle ragazze più carine, quello che sentiva nello stomaco non erano le solite ‘farfalle’ ma più una sensazione di fastidio causato da quelle labbra femminili.
Poi c’era stata la battaglia finale al ministero della Magia dove aveva sconfitto Voldemort…e i Mangiamorte erano stati rinchiusi ad Azkaban.
Tranne la famiglia Malfoy: si scoprì che anche se aveva il Marchio agiva sotto Imperius.
Ora doveva affrontare il sesto anno, qualcosa gli diceva che sarebbe stato diverso, più…normale.
Ora erano le 6.30, bloccò la porta con la magia e mise un incantesimo insonorizzante alla stanza.
Voleva dormire fino a tardi senza essere disturbato.
Baciò il serpente d’oro e permise ad un’ultima lacrima di rigargli il viso.
“Ti troverò…buona notte mio angelo”
Si addormentò serenamente. Presto tutto avrebbe avuto un senso.

 
 ********************************
 
Malfoy Manor.
“DRACOOO!! Amico dove sei?! Non farmi preoccupare!!”
Blaise aveva cercato l’amico in lungo e in largo per tutto il Maniero e non riusciva a trovarlo. Erano quasi le 3 di notte…dove poteva essere a quest’ora??
“Blaise! Perché urli? È tardi!” una voce femminile lo fece girare.
“Mi dispiace di averla disturbata signora Malfoy” disse Blaise facendo un piccolo inchino “Non riesco a trovare Draco…è tardi, mi sto preoccupando.” Continuò.
“Anche quest’anno non è vero?” disse la Lady rabbuiandosi.
“Scusi non la seguo…anche quest’anno cosa?”
Narcissa sospirò e si sedette con la testa tra le mani sul comodo divano del salone. Guardò l’orologio e poi parlò.
“Sono tre anni che non riconosco più mio figlio. È diventato spento, non è più felice…neanche la morte dell’Oscuro lo ha messo di buon umore. A volte lo sento piangere, vorrei aiutarlo, ma non so che fare…”
Blaise restò stupido, aveva sempre sospettato che Narcissa non era fredda come sembrava…ma non si aspettava tutto questo amore materno. Voleva molto bene a Draco e si preoccupava per lui.
“Draco è in camera sua. Sono le tre di notte…è un nuovo giorno Blaise, è il 31 Agosto, fa qualcosa ti prego…”
Blaise si alzò di scatto e si precipitò in guferia: Soraya mancava.
“Cazzo!” imprecò mentre scendeva di corsa le scale.
Come aveva fatto ad essere così cieco? Ora capiva perché Draco era sparito tutto il santissimo giorno!
Narcissa aveva detto che si trovava nella sua stanza…ma era stato il primo posto in cui aveva controllato!
Si trovò davanti alla porta della camera e spinse la maniglia. Chiusa. Con un incantesimo. Dall’interno.
“CAZZO DRACO APRI QUESTA PORTA!!” urlò. Da dentro però non proveniva nessun rumore, soltanto…singhiozzi?
“DRACO A-P-R-I!!” Blaise si stava seriamente preoccupando.
Perché non lo voleva aprire?
Cosa era successo di tanto grave e importante da farlo piangere?
Dette un pugno alla porta.
La bacchetta. Dove cazzo è finita la mia bacchetta!!
“ Il salone…” sussurrò e si diresse correndo al piano di sotto.
Entrò come una furia, adocchiò la bacchetta, la prese e corse di nuovo al piano di sopra senza curarsi che la padrona di casa lo osservava interrogativa. Arrivò in meno di un secondo fuori dalla camera, puntò la bacchetta sulla maniglia e l’agitò: niente, l’Alohomora non funzionava. Allora puntò la bacchetta direttamente sulla porta allontanandosi di qualche passo.
“BOMBARDA!” pronunciò. La porta esplose.
Blaise entrò immediatamente all’interno. La stanza era in perfetto ordine ma…Draco?
Dei singhiozzi soffocati attirarono la sua attenzione, abbassò lo sguardo ai piedi del letto: Draco era rannicchiato con le gambe al petto e la testa tra le braccia per soffocare i singhiozzi.
Il  moro gli si avvicinò piano e lo abbracciò dolcemente.
“Draco…” era un invito ad aprirsi…stranamente il biondo lo accettò.
“Mi…mi d-dispiace…n-non ce l’ho f-fatta… “ disse con la voce rotta dai singhiozzi “io stavo male…lui stava m-male…l’ho s-sentito piangere…mi pregava…pregava Il Suo Angelo di farsi t-trovare…di mandargli altri b-biglietti…non ce l’ho fatta B-Blaise…io lo a-amo…non p-posso vederlo c-così…ho provato a d-dimenticarlo in questi t-tre anni…non ci riesco, non ci riesco, non ci riesco…!”
“Dio Draco calmati…” Blaise era completamente sconvolto! Non lo aveva mai visto piangere in questo modo…non sembrava nemmeno lui. Dov’era finito l’arrogante-viziato-Serpeverde-purosangue-senza cuore che tutti descrivevano a che lui si ostentava ad essere? Che gli aveva fatto quel Potter da strapazzo?!
Lo aveva fatto imparare ad amare…ecco cosa aveva fatto.
L’amore cambia le persone…le fa soffrire, soprattutto quando una persona non è abituata a provare questo sentimento così forte…e Draco non lo era per niente.
Vederlo così indifeso e con le spalle scosse dai singhiozzi faceva sentire Blaise un mostro…era stato lui a dire a Draco di lasciar perdere, di dimenticarlo, di pensare ad altro. Ogni 30 Agosto lo faceva uscire e andavano ad ubriacarsi il qualche pub in modo che si svegliavano due giorni dopo e non ricordavano neanche come si chiamavano.
Ora però il gioco era finito, ormai era palese che Draco lo amasse davvero e non era una semplice cotta passeggera che si poteva dimenticare facilmente. Se serviva Potter per farlo felice...o almeno per farlo sorridere, lui sarebbe andato dritto nella tana del Leone per ‘parlargli’ e se lui non era minimamente interessato alla cosa…lo avrebbe prima schiantato e poi sarebbe andato da Draco che purtroppo se ne doveva fare una ragione. Almeno ci avevano provato.
“Draco…!” disse deciso tirandolo per farlo alzare “…non puoi continuare così! Basta. O glielo dici tu, o glielo dico io!”
“Devo…devo farlo io…devo dirglielo io ad Harry.” Si abbracciarono.
“Potter…” sussurrò una voce femminile dietro la porta distrutta “…mio figlio ama Potter…” Narcissa sorrise.

***************************

Mi scuso per il terribile ritardo! ma...ecco il secondo capitolo! ^^
Spero vi piaccia! :D 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Perchè? ***


                                  IL TUO ANGELO



Terzo CapitoloPerchè?
 
Malfoy Manor.
 
“BLAAAAISE! MA È POSSIBILE CHE DEVO SEMPRE URLARE IL TUO NOME PER TUTTO IL MANIERO?!?”
“Sto qua, sto qua…che ho fatto sta volta?” chiese il ragazzo con noncuranza mentre si asciugava i capelli.
Aveva solo un asciugamano in vita…evidentemente era appena uscito dalla doccia e Draco se lo stava mangiando con gli occhi!
“Hey biondino…non sono il vendita!” ghignò divertito.
“Ma davvero?” chiese maliziosamente Draco spingendolo al muro e avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra.
“Davvero!” ringhiò il moro per nulla intimorito.
“Calma, calma amico…scherzavo!” disse Draco alzando le mani in segno di resa e allontanandosi.
“Allora?” Blaise aveva ripreso ad asciugarsi i capelli come se niente fosse, dopotutto…era abituato agli ‘scherzi’ del giovane Malfoy.
“Allora che?” chiese spaesato.
“Che mi devi dire?!” sbottò Blaise esasperato. Ma che aveva al posto del cervello? Gorgosprizzi?!
“Ah, si! Giusto…è il 1 Settembre, lo sai vero?”
Il moro sbiancò sbarrando gli occhi.
“Oh cazzo, il baule!” e corse via.
“No, non lo sapeva…” si disse Draco mentre, divertito, tornava in camera a preparare il suo, di baule.

 
******************************************************************

Casa Dursley.
 
“MUOVITI, BUONO A NULLA!!” ringhiò Vernoon dal piano di sotto.
Harry sbuffò sonoramente, mise la bacchetta in tasca e butto il baule giù dalle scale che cadde accidentalmente sul piede dello zio.
“BRUTTO PEZZO DI…!”
“Si si…neanche voi mi mancherete minimamente…” lo liquidò il mago con un gesto annoiato della mano.
“Ma come osi!” Vernoon divenne paonazzo dalla rabbia. “Porta rispetto moccioso!”
“Mai.” Rispose secco. Poi vide il cugino davanti a se, lo guarda, non sapendo le sue intenzioni.
Quello fece una cosa che non si sarebbe mai aspettato: gli strappò la collana dal collo.
Harry rimase interdetto, scioccato, mentre un vuoto gelido si impossessava di lui.
Preferiva di gran lunga i dissennatori a questo.
“Ridammela.” Dice atono.
“No!” risponde arrogante Dudley. “Ora è mia.”
Il suo cuore perse un battito.
“No.” Dice estraendo la bacchetta. Gli occhi che mandavano lampi. “Questa non è tua.” Gli punta la bacchetta al collo mentre il cugino la guardava spaventato.
“STUPE-…” qualcosa gli colpisce violentemente la schiena e cade in avanti sostenendosi al divano. “ma che…?” si gira, e trova lo zio con la solita frusta in mano.
“non osare, ragazzo.” Ringhiò minaccioso.
Harry si morde la lingua per poi tornare con lo sguardo fisso alla mano stretta a pugno del cugino, quella mano deve ora era rinchiuso il suo bene più grande.
“Ridammela.” Quasi supplica.
Dudley sorride vittorioso. “Non se ne parla.”
Il cuore del giovane mago sembrò arrestarsi. Stringe forte la presa sulla bacchetta.
“PIETRIFUCUS TOTALUS!” urla, e il cugino e lo zio diventano di pietra mentre la zia incominciava ad urlare.
Si avvicina a Dudley mentre quello lo guardava terrorizzato.
Gli apre la mano a prende la collanina che ora stava brillando di nuovo al suo posto: al collo.
Rimpicciolisce il baule mettendoselo in tasca e con un ultimo sguardo a quella famiglia che, fortunatamente, non era la sua, prende il giubbino (era sicuro che la maglietta fosse lacerata) e uscì, per aspettare il Nottetempo che lo avrebbe portato alla stazione di King's Cross.
 

10.30 – Stazione di King's Cross, binario 9 e 3\4
 
Harry arrivò al binario che già tutti i suoi amici si trovavano li.
Appena oltrepassata la barriera fù avvolto in un abbraccio che quasi gli toglieva il respiro.
“Hermione!” sorrise, felice di vederla e ricambiò immediatamente l’abbraccio.
“Come stai? Tutto bene? È successo qualcosa? Come ti hanno trattato? Bene? Male? Hai studiato? Oddio come mi sei mancato!” disse la ragazza tutto d’un fiato.
“Hermione lascialo respirare!” ridacchiò un ragazzo dai folti capelli rossi.
“Ron!” abbracciò l’amico che ricambiò la sua stretta.
“e comunque…” riprese Harry guardando Hermione “Bene, si, no, uno schifo, secondo te? Anche tu!” disse tutto d’un fiato per rispondere alle domande a raffica che la giovane gli aveva fatto.
Poi abbracciò tutti gli altri Weasley: Molly, Arthur, Fred, George e Ginny (che, chissà perché, stava diventando moooolto calorosa).
“Perché hai il giubbino?” chiese d’un tratto Ron “si muore dal caldo!”
“Invece io ho freddo!” rispose con indifferenza.
“Sei sudato.” Gli fece notare Hermione.
Harry alzò gli occhi al cielo e poi guardò un punto dietro le spalle dei due ragazzi.
“C’è Neville! Ciao Neville!” e si dileguò.
“Quello era Dean.” Commentò Hermione.
Ron si strinse nelle spalle.
 
 
Faceva davvero molo caldo…ma non poteva di certo togliersi quel giubbino!
Si passò una mano dietro la schiena, dove sentiva un bruciare lacerante da troppo tempo, e la ritirò rossa, sporca di sangue.
Imprecò contro tutti i magni che conosceva (e ne conosceva tanti) prima di decidersi ad andare in quello che doveva essere il bagno e buttare nel lavello sia il giubbino e sia la maglietta lacerata.
Non riusciva a vedersi la schiena ma poteva sentire distintamente i rivoli sangue che ora stavano percorrendo la sua schiena.
Pulì e asciugò il giubbino con un colpo di bacchetta e usò la maglietta come straccio per fermare l’emorragia alla schiena, anche se era abbastanza difficile visto che non riusciva a capire dove doveva tamponare.
Qualcuno gli tolse la maglietta di mano.
“Da qua…faccio io.” Harry si irrigidì, conosceva troppo bene quella voce.

 
 ***********************************************************************
10.30 – Stazione di Chings-Cross, binario 9 e 3\4
 
Il binario 9 e 3\4 era pieno zeppo di gente, come tutti gli anni.
Purosangue, Mezzosangue e Babbani! Tzk.
Ora stavano tutti salutando quei nanerottoli del primo anno che non sapevano dove andare. Patetici.
Lui, Draco Malfoy, se ne stava appoggiato ad una colonna a fumare una sigaretta mentre guardava piuttosto
 annoiato quello che lo circondava.
“Ma state un po’ zitti!” sbottò ad un tratto ai suoi ancora-per-poco-migliori-amici: Blaise Zabini e Pansy Parkinson.
Non la smettevano più di confabulare fitto fitto tra loro di qualcosa di ancor non ben definito facendo saltare i nervi al biondo Serpeverde che non ne poteva più di sopportare quel mormorio di sottofondo così insistente.
Comunque quelli, per tutta risposta, lo ignorarono bellamente.
Draco li mandò poco elegantemente a quel paese prima di spegnere la cicca e allontanandosi da li sbuffando.
Dopo un po’ che camminava tra la folla si fermò di scattò: aveva intravisto un paio di occhi verdi e una zazzera di capelli neri.
Era lui.
Quel luccichio nei suoi occhi, ora ancora più belli e splendenti visto che aveva finalmente tolto quelle stupide cose rotonde che li coprivano, era indistinguibile.
Potter.
Il SUO Potter.
Harry…era ancora più bello di come se lo ricordava!
Sorrise, era già pronto ad avvicinarsi a lui e cominciare il solito teatrino che ormai metteva in scena da anni…perché doveva sempre essere così?
Perché non poteva semplicemente avvicinarsi e dire: “Ciao Harry, come va?”
Perché doveva per forza dire qualcosa di simile a: “Hey Sfregiato, il Pezzente e la Mezzosangue dove li hai lasciati?”
Sospirò, mentre il suo sorriso si spegneva.
Poi notò qualcosa che non andava: la sua mano, era rossa, sporca di sangue.
Sgranò gli occhi. Sangue?! Perché la sua mano grondava sangue?!
Si guardò intorno. Che qualcuno gli potesse aver lanciato una maledizione? Era già pronto a linciare vivo chiunque si era permesso di fargli del male!
Tornò a guardare Harry, ma lui non c’era più…in compenso lo vide sparire dietro alla porta del bagno.
Con cautela lo seguì. Entrò nel bagno senza fare alcun rumore.
Lui era di spalle, a petto nudo, con la testa china e con uno stracciò in mano con cui stava cercando di fermare il sangue che usciva da una ferita alla schiena.
Una ferita che, avvicinandosi, notò che era profonda e andava dalla spalla sinistra al fianco destro.
Sembrava che qualcuno gli avesse lanciato un Sectumsempra alle spalle...no, a pensarci bene, quello assomigliava in modo impressionante ad un colpo di frusta.
Possibile che il SUO Harry venisse picchiato? Da chi? Da quei luridi babbani?
Gli arrivo alla schiena e gli tolse la maglietta dalle mani incominciando a tamponare la ferita al posto suo.
“Da qua…faccio” lo sentì irrigidirsi e prego con tutto se stesso con non lo mandasse via.
Non lo fece.
“Malfoy…” il Serpeverde percepì l’incredulità nella sua voce “…grazie.”
Il cuore di Draco fece una capriola, e sentì il volto surriscaldarsi. Maledizione era arrossito!
“Non c’è di che Potter.” Risponse ostentando indifferenza, ma dentro stava morendo.
Sia per la contentezza di potergli stare così vicino, sia perche stava soffrendo nel pensare che vacanze di inferno aveva dovuto subire il SUO (ci teneva sempre a precisarlo) Harry.
Dopo alcuni minuti si fermò.
“Ecco fatto..” Gli restituì lo straccio, che poi scoprì essere una maglietta, e si allontanò di alcuni passi mentre Harry sciacquava la maglietta e la rimetteva a posto indossandola.
“Cosa hai combinato alla schiena?”
“Sono caduto, ma non sono fatti tuoi Malfoy.” Fu la acida risposta di Harry.
Di certo non voleva far sapere in giro che il salvatore del mondo magico si faceva sottomettere da dei babbani! Pensò Harry.
La risposta ferì profondamente Draco, ma non lo diede a vedere.
“Sei un pessimo bugiardo, lo sai vero Potter?”
“Lasciami in pace.”
“Quella è una frustata…”
Harry si girò di scatto, turbato.
“Questo è solo quello che credi!”
“No!” risponde Draco prendendogli un polso e tenendolo fermo “Questa è la realtà!”
Il Serpeverde lo guardò, avvicinandosi a lui. Poi uno scintillio al suo collo attirò la sua attenzione.
No, non poteva essere.
Era impossibile…erano passati troppi anni ormai!
“Lasciami Malfoy!” provò ad allontanarlo senza riuscirci “Non sono cose che ti riguardano! Perché ti interessa saperlo?!”
Il biondo non rispose. Ma che pensava di ottenere facendo così?
Rischiava solo di peggiorare la situazione…e non se lo poteva permettere.
Stupido Daraco! Stupido…ed illuso!
Allentò la presa sul suo polso, Harry si svincolò, aprì la porta e corse via.
Ora il Grifondoro aveva un vuoto nel cuore…forse non avrebbe dovuto lasciare Draco così.
Draco?! Da quando era diventato Draco e non più Malfoy?!
Che nervi!
Nel mentre calde lacrime rigavano le guance del giovane Serpeverde che era rimasto solo in bagno.
Cosa gli stava succedendo? Maledetto e stupido amore! Perché lo stava facendo soffrire in questo modo?
“Draco?”
“B-Blaise…” si asciuga in fretta le lacrime.
“Non dirmi che…”
“Si, Blaise. Si. Andiamo, tra poco parte.”
Andarono in un vagone vuoto del treno e rimasero lì, in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.


********************************************************
 
“Harry che ti prende?! Che è successo?” chiese Hermione.
Il Grifondoro era entrato in cabina senza dire una parola e ora se ne stava lì, con la fronte appoggiata al finestrino e gli occhi che osservavano  il paesaggio che scorreva fuori…eppure non sembrava vederlo.
“Amico di qualcosa…” tentò Ron.
“State. Zitti. Silenzio.” Disse Harry freddo non staccando gli occhi da fuori.
Ron e Hermione si guardarono preoccupati senza più parlare.











Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Strani salvataggi... (1° parte) ***


 


IL TUO ANGELO 





 Quarto capitolo –Strani salvataggi…(1° parte)

 
Treno per Hogwarts.
 
“Ecco il Trio dei Miracoli al completo!” disse una voce.
Harry si girò di scatto.

Appoggiato allo stipite della porta della cabina c’era Theodore Nott: alto, bello (aveva davvero pensato che fosse bello?! Si, in realtà non era male…) , capelli neri e occhi così scuri e profondi che sembravano due pozzi di petrolio. Lo guardò in silenzio.

“Sta zitto Nott.” Ringhiò Ron.

“Altrimenti, Donnola?” disse Zabini comparendo al fianco dell’amico.

“Altrimenti vi ritroverete con un occhio nero!!”

“Ron…calmati.” Hermione lo trattenne per un braccio.

“Oh oh…la Mezzosangue corre in aiuto del Pezzente…” Nott ghignò divertito vedendo quella scena, secondo lui, patetica e calcando molto sull’aggettivo “Pezzente”.

“Basta così.” Quattro paia di occhi fissarono Harry che fino ad allora era stato in silenzio.
Si era solo limitato a guardare quei due come si guarda uno schiopodo sparacoda sul proprio dolce preferito.
Ma il Grifondoro non si sentiva bene, aveva incominciato a sudare freddo e voleva uscire a prendere almeno un po’ d’aria.
Si avvicinò ai ragazzi che coprivano l’uscita.

“Spostatevi.” Disse solamente.

“Che c’è Sfregiato?” incominciò Nott senza muoversi minimamente. “…ti senti poco bene? Non è che hai visto un Dissennatore?” Rise del suo stesso commento, e Zabini lo seguì a ruota
Ma Blaise rideva forzatamente. Draco gli aveva raccontato cosa era successo nel bagno e ora poteva immaginare perché si sentisse male. E comunque sapeva fin troppo bene che non doveva toccare Potter… neanche con le parole, se non voleva incorrere nell’ira della bionda serpe…e di certo non voleva!
Harry estrasse la bacchetta e la puntò contro di loro.

“Uh…ci siamo arrabbiati Potty?” disse Nott fingendosi spaventato.

“Harry non fare sciocchezze! Non ne vale la pena…” lo pregò Hermione.

“Che succede qui?!” Questa era la voce di Malfoy.
Le sue serpi si spostarono immediatamente per farlo passare.

“Ci stavamo solo divertendo un po’…”  Nott sorrise a Draco che invece lo freddò con un’occhiataccia, e la stessa cosa fece con Zabini che alzò le spalle come a volersi scusare. Poi il biondo guardò Harry: stava soffrendo, ma non lo dava a vedere.
Draco però lo conosceva troppo bene per non rendersene conto.

Anni a spiarlo di nascosto erano serviti per riconoscere a memoria ogni più piccola sfumatura del suo viso, ogni sua espressione: quando cerca di studiare e non distoglie gli occhi dal libro mentre si forma quella sottile ruga sulla fronte, quando non capisce qualcosa e si morde ripetutamente il labbro inferiore scrivendo su un pezzo di pergamena l’argomento che si dovrà far spiegare dalla Mezzosangue ma che poi prontamente perderà non appena fuori dalla biblioteca perché corre come un pazzo per i corridoi essendo sempre in ritardo, quando è imbarazzato e si passa la mano tra i capelli rendendoli ancor più sexy scompigliati di quanto già non siano, quando ottiene qualcosa che ha tanto agognato e il suo volto si illumina (a volte lo faceva vincere di proposito a Quidditch…), quando rivolge al professor Piton quello sguardo di ammirazione (dopo quello d’odio) quando tutti non lo guardano, la leggera smorfia di fastidio che compare sul suo viso quando scrive qualcosa...si era persino accorto che era mancino, anche se usava molto bene la destra. Ma perché lo nascondesse rimaneva ancora un mistero.   

Conosceva a memoria anche tutte le sue abitudini: dal suo orario, al suo mangiare le consuete due fette di torta alla melassa seguite da un bicchiere di succo di zucca a cena, dal fare sempre un giro per il castello alle 4 di mattina e poi riaddormentarsi per poi svegliarsi in ritardo per la colazione, all’andare ogni mercoledì pomeriggio dalle 16.00 elle 18.00 al platano picchiatore per poi scomparire chissà dove (non era riuscito con tutta la sua buona volontà a seguirlo), dall’andare a farsi sempre un bagno al bagno dei prefetti ogni domenica sera dopo il coprifuoco per non essere beccato (quello oh si, che era riuscito a seguirlo!), all’andare ogni volta prima di pranzo nella stanza delle necessità (anche lì purtroppo non sapeva cosa facesse).

Era semplice capire che stava male: il volto teso, lo sguardo freddo ma appannato, il tremolio nella mano che reggeva la bacchetta mentre l’altra stretta a pugno e la gocciolina di sudore che ora gli stava scendendo lungo la tempia destra…il tutto ovviamente ben nascosto sotto la facciata da fiero e orgoglioso Grifondiota.

Sospira.

Ma quanto poteva amarlo? Cioè…ehm…ok basta.

Scuote la testa, scacciando quei pensieri abbastanza imbarazzanti e torna a fissare male Nott.

“Lascialo stare.”

“Cosa?!”
“Cosa?!”
“Cosa?!”

A parlare erano stati rispettivamente Nott, Ron e Hermione, a distanza di mezzo secondo l’uno dall’altro.
La domanda che ossessionava tutti era “Ma che cazzo gli passava per la testa?!”…ma ovviamente per motivi diversi.

Theo lo chiedeva perché… cioè ragioniamoci, È MALFOY! Da quando DRACO MALFOY arrivava in soccorso di HARRY POTTER?!?!

Ron ed Hermione invece pensarono subito che il biondo volesse tirare un brutto scherzo ad Harry ed erano già pronti a fargliela pagare, di qualunque cosa si trattasse.

Mentre Blaise… bè lui stava dando semplicemente del gran coglione all’amico che stava mandando a fanculo una copertura che durava da circa tre anni!

Harry invece aveva abbassato la bacchetta e ora guardava Draco incredulo, senza proferire parola.
Quando si fu ripreso… gli sorrise grato. Un sorriso che scaldo il cuore della bionda serpe, che gli mozzo letteralmente il respiro.
Potter non gli aveva mai sorriso in quel modo…non gli aveva mai sorriso in generale.

Lo seguì con lo sguardo mentre gli passava accanto superandolo e usciva dalla cabina, per poi fermarsi in corridoio.
 
Menta. Era questo che pensava Harry da quando si era imbambolato nel corridoio.
Aveva sentito un irresistibile, inconfondibile odore di Menta.
Si girò a guardare la cabina da dove era appena uscito e notò che Draco (Draco?) lo stava osservando incuriosito. Profumava di menta. Malfoy profumava di menta. Quell’arrogante, borioso, antipatico, serpeverde, viziato, figlio di papà…profumava di menta.


. . .
Quei bigliettini profumavano di menta.

. . .
Cazzo.

. . .
Ad un certo punto…l’odore di menta era diventato il suo profumo preferito.

Profumo…che ora stava andando via. Seguì con lo sguardo le tre figure scomparire in un altro scompartimento prima di elaborare la strabiliante scoperta che aveva appena fatto. Spalanca gli occhi realizzando la gravità della situazione.

“Harry? Tutto bene?”

“certo Hermione… devo parlare con Malfoy.” Dice di fretta, dimenticandosi del tutto il dolore lancinante alla schiena e avviandosi veloce verso la cabina dove l’aveva visto sparire. Sente Ron e Hermione che urlano il suo nome, ma non si ferma.

Voleva delle risposte.








E rieccomi qui! :D
So che non mi potrete mai perdonare per aver abbandonato questa sottospecie di ff... ma ora ho ripreso questa storia perchè...  mi mancava troppo questa coppia! e leggendo le altre ff... m'è venuta voglia di continuarla! :3 Con la scuola grazie al cielo si sta sistemando tutto, quindi spero davvero di riuscire ad aggiornare presto! :)

Detto questo... beh...che posso dire più se non: fatemi sapere con una piccola recenzione cosa ne pensate del capitolo e della storia in generale! ^^ 
Baci, a presto! xoxo
Stregazza_







Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1001329