Boulevard Of Broken Dreams

di Fran97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sette telefonate perse. [prologo] ***
Capitolo 2: *** Quel maledetto tasto rosso. [ I capitolo] ***
Capitolo 3: *** Il tasto verde del perdono. [II capitolo] ***



Capitolo 1
*** Sette telefonate perse. [prologo] ***


 Ave popolo di Efp^^
Eccomi nuovamente a scrivere qualcosa. Era tanto che non decidevo di scrivere qualcosa per puro “divertimento”.. ma oggi ho avuto l’ispirazione, in un parco, sotto la pioggia.
E’ molto corto, ma il prologo di una nuova storia e non vi volevo rivelare troppi dettagli..
Spero che vi piaccia e che vorrete leggere i futuri capitoli.
Buona lettura!
P.s: vi metto il link di “Nuvole bianche” di Einaudi, concilia la lettura: http://www.youtube.com/watch?v=r0SoF0orkpI
 
POV  Zack.

 
Freddo.
Tanto freddo.
Dentro e fuori me stesso.
Freddo.
Tanto freddo.
Un paio di Jeans neri strappati in ogni punto dove l’occhio riesca a posarsi e una camicia a quadri, niente più.
Sono ancora dentro casa e già sento la fredda aria di Roma penetrarmi le ossa, mi preparo a uscire e, forse, non tornare.
Mi getto nelle fredde viuzze di Roma, a quest’ora non c’è mai nessuno. 
Sono le 21.00, la vita mondana inizierà solo fra un’ora e io non ho la minima voglia di trovarmi a dover guardare stupide coppie mano nella mano  o gruppi di amici che vanno nei Pub a bere.
Sono una persona cattiva, non merito l’amicizia di qualcuno, non merito nessuno accanto a me.
Quant’è che cammino? Trenta minuti, quaranta? Che importa … dove sto andando? Non importa nemmeno quello.
Vado dove mi portano i piedi tanto a casa non ci posso tornare.
Sento il telefono squillare, il residuato della mia vita presente, che farne ormai?
La porta che mio padre mi ha sbattuto in faccia dovrebbe aver chiuso tutti  i legami con il presente, perché tenermi collegato  a l’ultimo filo che mi ancora alla mia vita..
Vorrei gettarlo, via, oltre il Tevere ma non lo faccio, c’è un’unica  cosa che mi impedisce di farlo.
I loro volti dii volti di  coloro che mi sono sempre stati vicini ma che io ho allontanato come faccio con tutti.
Non li merito, non merito il loro amore.
Devo farla finita, sono solo, solo come il cane che vedo passare infreddolito scuotendosi il pelo vicino a me, provo ad accarezzarlo ma scappa via. L’ho impaurito.  Anche il regno animale ha paura di me.
Sento delle gocce di pioggia bagnarmi il viso colpendomi il naso, quanto vorrei che venisse a piovere.
La pioggia lava via ogni cosa.
Ogni dolore, ogni incertezza.
Amo la pioggia, può essere devastante ma si nasconde dietro un velo di falsa tranquillità, un po’ come sono io. Potrei quasi dire che si tratti del mio elemento naturale.
In questo momento vorrei che piovesse, mi cancellerebbe la vergogna, l’umiliazione che sento colarmi addosso come fossero sudore.
Il cellulare continua a vibrare ma io continuo ad ignorarlo.
Voglio stare solo con i miei pensieri  perché , ora, al mondo, ho solo loro.
Loro e nient’altro. Sono compagno di me stesso.
Quella dannata vibrazione, la devo togliere, interrompe troppo spesso il filo dei miei pensieri.
Prendo il cellulare  in mano e vedo il nome del mio seccatore telefonico:
 

                                                                                  
 
“ 21.45  Noah: sette telefonate perse e un messaggio”
 
 
 
 
Angolino dell’autore:
DUNQUE! Bienvenue.  Questo è il primo capitolo di una nuova storia, spero vi abbia lasciato quel senso di amaro in bocca che ha  lasciato a me.
E’ una situazione difficile per il povero Zack, si trova solo per i vicoli di Roma senza nulla e senza una casa e poi gli arriva quel misterioso messaggio.
Come mai lo avranno cacciato di casa? Chi sarà questo Noah?
Spero che abbiate la pazienza di aspettare il prossimo aggiornamento che vi prometto sarà nel più breve tempo possibile.
Un abbraccio metaforico a tutti!
Fran

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Capitolo 2
*** Quel maledetto tasto rosso. [ I capitolo] ***


Ave popolo!
Eccomi qui con il II Capitolo.
L’aggiornamento è arrivato molto presto ma voglio capire se questa storia ha un “pubblico” decente e devo continuare a scriverla oppure non interessa a nessuno e devo smettere.
DUNQUE! Questo capitolo è dedicato a due persona per me importantissime.
Una di loro porta, appunto, il nome di Edoardo, l’altra.. bhe, meglio Skie!
Spero  che vi piaccia come è piaciuto a me scriverlo, vi invito inoltre a recensire per farmi sapere cosa devo fare ….
ENJOY IT!
 
POV Edoardo.
“Ah, i tuoi ti hanno cacciato di casa?” io mi chiedo perché certi genitori facciano cose del genere
**singhiozzi e veramente poche parole**
“Ah, okay, come vuoi” il resto della telefonata che ne seguì fu un misto di piagnistei isterici e scuse farfugliate fra una lacrima e l’altra.
“No, aspetta, ehi, ehi, fa freddo e piove, ti vengo a prendere.. non puoi restare sotto questa pioggia!”
**silenzio**
“Ehi, Zack, ci sei? Dimmi dove sei, così ti vengo a prendere”
**Silenzio**
“OH! Basta, avremo anche litigato ma non lascio un amico sotto il temporale. Dimmi dove diamine sei”
“C-c-c-redo  di essere su..Ponte Sisto? Ti prego, fa in fretta, sto gelando”
“Il tempo di prendere un ombrello e sono da te”
Il bip del tasto rosso è dannatamente fastidioso, lo dico sempre, soprattutto dopo una conversazione “rilassante” come quella.
Così, con quel maledetto ombrello a quadri mi getto nella notte gelata.
L’insegna della farmacia dietro casa segna i -3 gradi. Devo sbrigarmi, è sicuramente fradicio  e con questo freddo rischia di beccarsi una qualche malattia.
La distanza da casa mia a lui è esigua ma fra una canzone dei Green Day e l’altra, mi perdo nei miei pensieri.
E’ così semplice perdere una persona, non serve molto.
Io e Zack siamo amici da..quanto? Poco. Ma ormai è una parte di me, è bello potersi rivedere negl’occhi di una persona, sapere che lui per te ci sarà sempre, non ho intenzione di perdere Zack, non lo sopporterei.. ma lui è così.. distante avvolte, freddo, come se non gli interessasse nulla di ciò che lo circonda, come se coloro che gli vogliono bene fossero solo pedine di una sua partita a scacchi. E’ deprimente alle volte, poi ci fai l’abitudine, capisci che non è così e tenti di tirare avanti, fra i suoi sospiri, le domande non risposte e quelle mai fatte per paura o vergogna.
Lui è così, esagerato ed estroverso, chiuso e introverso allo stesso tempo.
E’ una creatura particolare che va trattata in modo particolare.
E’ una persona meravigliosa ma bisogna saperlo prendere, tutto qui.
Litigare con lui è più facile che rubare le caramelle ad un bimbo, si accende per qualsiasi cosa, basta un nonnulla per farlo dare in escandescenze, eppure, se pur con tutti i suoi difetti è sempre disponibile ad ascoltare e a dare un consiglio.
Io penso che l’amicizia sia la porta di tutta una vita, apre le porte al te futuro.
L’amicizia è tranquillità, equilibrio e questo si scontra con Zack ma..
L’amicizia  è anche sapersi accettare l’un l’altro.
 Non lo perderei per nulla al mondo. NULLA.
I miei pensieri mi hanno accompagnato fino al crocevia sul quale si trova Ponte Sisto.
E’ tutto troppo buoi i lampioni in questa zona di Roma, non so per quale miracolo della tecnica sono spenti o lampeggianti.
Ora riesco a vederlo, è accucciato sotto il cartello che riporta la dedica del ponte.
Trema, ha i capelli zuppi e i vestiti? Ma ci sono? Ha una camicia e un paio di Jeans ma è proprio stupido! E’ febbraio, può uscire così?
Mi avvicino, lentamente. Mi siedo vicino a lui e lo abbraccio.
Lo stringo forte a me. Lo sento singhiozzare.
Odio vederlo così, faccio forza sulle braccia e lo alzo.
 
POV Zack
 
Vedo una figura nera in lontananza. La via è completamente buia, non riesco a  distinguerne i tratti.
Ma pensi sia lui, chi altri uscirebbe a quest’ora e con questa pioggia e si recherebbe qui.
Mano a mano che si avvicino riesco a riconoscerlo. Non lo saluto. Sento troppo freddo.
Riesco solamente a starmene rannicchiato in posizione fetale ad aspettare.
Sento le sue braccia avvolgermi, in questo momento non ho voglia di un contatto fisico ma..è così caldo che non riesco a sottrarmi a lui.
Sento che si sta sforzando per alzarmi ma non lo aiuto, sono debole, non sento nemmeno le gambe.
 
POV Edoardo
 
Cristo, ma vuole darmi una mano o pensa di farsi trascinare fino a casa mia? Sarà pure fissato con diete e esercizio fisico ma ha comunque il suo peso.
Ma infondo lo capisco, è infreddolito ed è rimasto solo chissà per quanto.
Fortunatamente manca pochissimo a casa mia non voglio che stia peggio di come sta ora.
Non ho voglia di chiedergli che cosa è successo.
E’ provato, affamato e infreddolito.  Per le spiegazioni ci sarà tempo in seguito.
Siamo arrivati a casa, fortunatamente il portone è aperto e l’ascensore al piano. Non posso mica portarlo per 6 piani su è giù per 12 rampe di scale …
 
POV Zack
 
Siamo a casa sua, la riconosco, il mobilio è familiare.
Sento delle mani addosso e poi un getto caldo. Il vapore della doccia mi fa riprendere un po’…
Sono ancora infreddolito ma almeno ho ripreso coscienza di me stesso.
Uscendo dalla doccia vedo Edoardo appoggiato al lavabo con dei vestiti asciuti.
“G-g-grazie” riesco a dire.
Sento gli occhi chiudersi da soli, non riesco veramente a stare in piedi.
Mi dirigo nella camera del mio prode salvatore.
 
POV Edoardo
 
Lo seguo nella mia camera lo vedo infilarsi nel mio letto e addormentarsi.
Non ho fatto in tempo a chiedergli nulla ma si vedeva che non avrebbe retto nessun genere di conversazione.
Non so che fare è notte fonda e io non ho sonno.
Estraggo il telefono dalla tasca e decido di chiamare Skie.
Domani mattina parleremo con Zack insieme, sempre che lei accetti di vederlo.
Ultimamente non scorre buon sangue buon sangue e io non voglio essere il loro arbitro.
Ci incontreremo tutti e tre solo se lei si darà una calmata. Qualsiasi cosa abbia fatto, ora ha bisogno di lei.
Le mie dita compongono automaticamente il numero. E’ pur sempre la mia ragazza…
 
POV Skie
 
“Cazzo Edoardo ma che hai nel cervello? Sterco! Sono le 4 di mattina io a quest’ora dormo.”
Io mi chiedo cosa voglia quel deficiente a quest’ora della notte se non gli è morto il miglior’amico giuro che è la volta buona che lo uccido.
Una di quelle poche volte che di notte dormo lui mi doveva svegliare, a me piacerebbe tanto sapere cos’ho fatto di così sbagliato nella vita precedente per avere un ragazzo così cretino.
Una volta raccolto tutto il mio buon senso, riparlo. “Allora, dimmi. Cosa c’è di così importante da dovermi chiamare ORA”  Metto un particolare accento su quella ora, non lo perdonerò facilmente.
“Eh..probabilmente..anzi, non probabilmente, ho trovato Zack su ponte Sisto sotto il temporale. Ora è qui, penso stia bene. Dorme”
Ma è fortemente sceme, questo qui..
“Non mi interessa.”
“Skie, lo hanno cacciato di casa. Non ha dove stare. Non so cosa sia successo fra voi ma devi aiutarlo”
“MA NON CI PENSO NEANCHE”
“Ehi, almeno vieni qui domani. Siete stati amici per troppo, vi conoscete da troppo perché finisca così.”
Vecchi ricordi tornano alla mente come lame.
E’ vero, lo conosco come un fratello, quell’idiota.
Ma mi ha fatto soffrire e non lo perdonerò tanto facilmente, non sono mica uno straccio io!
Ma lo aiuterò, non sopporto di vederlo star male.
“Okay, domani verrò da te …ma, non ti prometto nulla”
“Grande! Ti amo”
“Io no!” e schiaccio con prepotenza il tasto rosso. Produce un brutto rumore, lo dico sempre.
Chissà cos’avrà combinato quel deficiente.
 
POV Zack
 
Ma che ha da urlare così, quel cretino. Lo sa che sto dormendo.
Penso stia parlando con Skie e penso stia parlando di me.
Spero vivamente che non sia così, perché non sopporterei di vederla. Le ho fatto del male, non la merito….
 
POV Edoardo
 
Il fatto che io sia riuscito a convincere Skie è un miracolo, si vede che è notte fonda ed ha la mente annebbiata.
Ma è un bene che lei venga qui; è testardo, solo lei riesce a parlarci e trovare una soluzione decente.
Domani è tempo di risposte.
Ora che ci penso ho urlato al telefono, meglio andare a vedere se l’ho svegliato.
Questa maledetta porta fa sempre un chiasso astronomico, ma fortunatamente dorme.
Sembra tranquillo, almeno nel sonno.
Mi stendo vicino a lui, ho sonno anche io, ora.
 
 
Angolino dell’autore:
 
Capitolo finito! Anche questo cortino ma voglio vedere se questa storia deve andare avanti.
Che sarà successo fra Zack e Skie? Chi è Skie..
Sono un uomo pieno di interrogativi.
Vi invito a recensire per farmi sapere che ne pensate della storia e se devo andare avanti nello scriverla.
 
Un bacio a tutti.
Fran.

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Capitolo 3
*** Il tasto verde del perdono. [II capitolo] ***


Ave popolo!
Diciamo che sono in…ritardo? Sì, linciatemi pure. I miei impegni scolastici ed extra-scolastici mi hanno trattenuto legandomi in uno scantinato con un libro di greco in grembo. Comunque..spero che con questo “BEL” capitolo mi possiate perdonare. (Non è bello affatto, è solo per farvi arrivare a leggere le prime parole)
 
----
 
-Occorre sapere quello che ci serve, prima di attivarci per ottenerlo-
 

 
 
POV Zack
 
La luce del primo mattino mi penetra negli’occhi attraverso le palpebre chiuse. Odio svegliarmi di soprassalto, mi uccide la voglia di affrantare la giornata. Apro gli occhi e guardo distrattamente la svelgia, sono le 5.00. Mano a mano che il torpore lascia spazio alla sensibilità sento qualcosa di caldo attorno alla vita, mi giro di scatto e capisco che uno, non sono dove mi aspettavo di essere e che due, c’è Edoardo abbracciato a me.
Arrivo molto rapidamente alla risposta, ricordandomi gli avvenimenti della notte precedente.
Non riesco a muovermi in scioltezza, ho tutti i muscoli indolenziti e mi sento terribilmente stanco, i frutti della mia nottata alla “singing in the rain”.
Cerco di muovermi con cautela per non svegliare Edoardo, ma fallisco miseramente nei miei intenti e non appena ruoto il bacino per alzarmi dal letto, lui si ha già aperto gli occhi.. e….. dal suo sguardo penso mi stia maledicendo.
Dopo pochi secondi quello sguardo d’odio muta in sorriso appena accennato e senza dire nulla si alza dal letto, mi scavalca investondomi e va in cucina.
Edoardo..eh, sinceramente non so come definirlo, un metro e settantacinque di un misto di dolcezza, comprensione estrema e buon’umore; riesce sempre a farmi stampare sulla faccia un sorriso a trentadue denti. O meglio, riusciva.
Con il mio consueto charme negativo sono riuscito ad allontanare anche lui. Ho allontanato anche l’ultima persona che mi voleva bene, l’ultimo al mondo per cui contassi qualcosa..
Ma tanto ormai..il danno è fatto e io, per giunta, non ho la forza di alzarmi dal letto. Resterò qui aspettando che una forza esogena mi alzi.
 
POV Edoardo
 
Perché quello stupido non viene in cucina? Ha dormito 48 ore, chissà se si rende conto di essere stato in uno stato “comatoso” per due giorni interi e  non aver mangiato nulla, di conseguenza.
Già sono pigro per soddisfare i miei bisogni, non voglio anche un bambinone a cui badare!
Eppure quando l’altro ieri l’ho portato a casa non facevo che andare a sorvegliare che stesse bene. Possibile che mi sia già scivolato addosso tutto quello che è successo? Possibile che io sia riuscito a fare, nuovamente, finta di nulla? Non pensavo di esserne capace. Non pensavo che lo sarei riuscito a perdonare nuovamente, eppure, eccomi qui che gli sto farcendo il dannato cornetto. La sua colazione preferita. Mi chiedo anche perché io abbia dei cornetti..ma questo lo appurerò dopo.

POV Zack
 
Ho fame, troppa fame, ma non ho voglia di alzarmi. Come posso combinare le due cose? La risposta ai miei quesiti interiori arriva con il “Lancio del cornetto” di Edoardo, che fermo sulla porta mi lancia una brioches ripiena di marmellata. Mangio avidamente il cornetto e torno a guardarlo, è fermo sulla porta da più di dieci minuti… forse dovrei dire qualcosa? Qualcosa di sensato? No, non riuscirei a dire nulla di umanamente accettabile. Ho deciso, aspetterò che sia lui a parlare. Il mio orgoglio ferito da prima donna isterica, mi impedisce di essere il primo a prendere la parola, preferisco avere una lavata di capo, che chiedere scusa per primo ed evitarla.
 
 
 
-Una massima che le persone dovrebbero sempre tenere a mente è: “Pensa prima di parlare”. Se lo fai, vivrai sicuramente meglio-

 
---
 
 
POV Esterno
 
Zack e Edoardo si fissavano, aspettando la minima ruga d’espressione dell’altro per poter iniziare a parlare.
Edoardo continua a fissare l’amico nella speranza che gli desse un cenno per poter partire, ma dal canto suo, Zack, questo segno non lo avrebbe mai dato perché sarebbe stato un segno d’arrendevolezza e il suo ego smisurato non poteva sopportare tale batosta.
Nella mente di Zack balenò un pensierò distraendolo dalla sua guerra mentale con Edoardo. Il suo cervello risalì velocemente di 72 a Noah.. il suo Noah, quello che aveva lasciato in un bar piangente per correre da Skie e lasciare anche lei in lacrime.
Ma meritava davvero la compassione di Edoardo? Infondo quello che doveva essere accondiscendente e disponibile, doveva essere lui..non Edoardo. Poi il trillare del cellulare di Edoardo e il rumore dei suoi passi lo distrassero dai suoi pensieri e fu costretto a riaversi alla realtà.
 
POV Zack
 
**Zack, perché sei così stupido, santo Dio, non ti basta mai, eh! Era lì, il tuo angelo custode e tu per pensare ai fatto tuoi te lo sei fatto sfuggire. Sei proprio un coglione, lasciatelo dire** (N.d.A è una conversazione interiore fra il cervello poco attivo di Zack e la sua essenza, ancora non parla da solo. PER ORA, eh)
 
 
 
-Ogni lasciata, è persa-
 
 
 
 
POV Edoardo
 
“Oh, ehi, amore..”
**Silenzio e urla in sotto fondo**
“Si, è qui. Vieni?”
**Silenzio da ambo le parti**
“Okay, a fra poco”
**Sorriso di una sola parte**
 
Mi chiedo io come faccia a stare con Skie, cioè..è piena di complessi, non sa dimostrare quello che prova e ogni angolo c’è un suo scheletro sepolto ma.. al cuor non si comanda.
Prendere il coraggio a due mani non è mai stato il mio forte ma ora c’è bisogno che io lo faccia. Devo parlare con Zack!
Mettere via il cellulare e farlo cadere penso siano state due azioni simultanee e nel tempo di raccoglierlo mi trovo davanti Zack che mi sorride e dopo alcuni secondo mi abbraccia esclamando “EDO!”
Mi chiedo come sia possibile, più penso di conoscere questo ragazzo più, in realtà, non è così. Ma pensarci ora sarebbe inutile, voglio solo abbracciarlo e stringerlo più forte che posso. Non c’è modo migliore per sigillare una amicizia spezzata, per chiedersi scusa di tutto; per le parole non dette e quelle di troppo.
L’abbraccio è un momento magico che milioni di penne hanno provato a descrivere con scarso successo. Perché? Perché come tutto ciò che è magico, è impossibile da dascrivere, sarebbe generalizzare il divino.
 
-Vivi il momento, nessuno ti restituirà l’occasione perduta-
 
 
 
POV Skie
 
** Ma guarda te questo stronzo qui.. prima mi fa soffrire poi reclama il mio aiuto in ginocchio. Non sono mica un cavolo di straccio da spolvero, io! Ho una dignita, diamine, deve smetterla di comportarsi così. Mi chiedo se la cosa più grave sia lui che continui ad approfittarsene o io che ci cada sempre e lo perdoni ** (N.d.A qui parla veramente da sola, diciamo che la nostra Skie.. è..folcloristica)
 
Il rumore del citofono di Edoardo è sempre stato così irritante, non che i citofoni abbiano suoni diversi, per la maggior parte sono un semplice ronzio o scampanellio nel silenzio, ma quello di Edoardo.. è stressante, diamine, preferirei annunciare la mia presenza colpendo la sua finestra con dei sassolini, sarebbe meno irritante, malgrado sembrerebbe poi che io faccia parte di High School Musical. Finalmente, cavolo, ci ha messo tre lunghissimi secondi a rispondere!
Le scale mi sembrano lunghissime, gradino dopo gradino sembra essercene sempre un altro a non finire mai. La strada per la felicità è lunga, disse qualcuno, il punto è che all’epoca non avevano ancora inventato l’ascensore.
Santo dio che cosa inutile avere un palazzo con l’ascensore e non poterlo nemmeno usare, è come andare al mare e non farsi il bagno. Tanto vale restare a casa.
 
POV Zack
 
Sento nella mia testa la voce di mia madre “Zack, ZACKARIA TOM MARTIN! Vieni subito qui” o forse non è la voce di mia madre? Non sono a casa mia, perché ci dovrebbe essere mia madre che mi sbraita dietro?
Oh..ma..non è mia madre. Ah..oh.. . “Ciao Skie”
Skie, la donna fantasma. Il c’è ma non c’è. Il vengo ma resto a casa. Il faccio ma non faccio. Una delle mie più care amiche, lei, quella a cui perdono tutto, anche il torto più grande, quella a cui leggo nel pensiero, quella che mi sa capire. Ma come al solito io non so tenere vicino la gente a cui voglio bene.
Continuo a fissare Skie in modo trasparente, mi sforzo di non provare emozioni, di essere piatto, ma non ci riesco. Inizio a piangere, le lacrime fuoriescono veloci dai miei occhi, mi scorrono sul viso, mi tagliano le guance come lame affilate sul burro, mi fanno essere me stesso, le lacrime. E’ l’unico momento in cui sono io, io davvero. E’ l’unico momento in cui non ho quella maschera, quella maschera da finto menefreghista. Odio che la gente mi veda piangere, odio che la gente mi veda per quello che sono.
L’essere debole, che prova compassione, rabbia, amore.. . Amore.
Il fatto che Skie sia qui mi dice che è pronta a perdonarmi, ma io, sono pronto a perdonare me stesso?
*Distogliere lo sguardo non servirà a niente, Zack, lei ti vede comunque*
Chiudere gli occhi frena il pianto, frena il pianto esteriore, frena le apparenze. Dentro piango ugualmente. Piango per il dolore che ho causato e per quello che mi è stato causato, piango perché potevo essere una persona migliore ma non lo sono stato. Piango per quello che potevo non dire ma ho detto.
Piango perché piangere è giusto.
Il buoio provocato dalle palpebre chiuse mi rassicura, mi calma. Pian piano il mio cervello rallenta, il mio cuore si calma. Io mi calmo. Sento un calore improvviso stringermi la vita, sono le braccia di Skie, le sue braccia.
Sono stanco, non resisto. Devo dormire.
 
POV Skie
 
Sì, sono le cinque e mezza e io sono a casa del mio ragazzo, ma i suoi genitori non ci sono quindi posso starmene qui e dormire. Anche se mi chiedo quale sia l’utilità di dormire  a casa di altri, non ha senso! Niente ha senso, in realtà. Ha senso solo questo momento, uno dei pochi, stare qui abbracciata a Zack, sentire il suo petto rigonfiarsi e il suo cuore battere. Sentire la sua essenza, sentire tutto il suo corpo rilassato. Lui non è mai rilassato, tranne che quando dorme.. e io non posso non godermi questo momento.
Qualsiasi cosa abbia fatto..è perdonabile. Qualsiasi cosa abbia detto..è dimenticabile.
Senti le braccia di Edoardo avvolgermi..sì, che bello essere un hamburger umano, anche se non capisco perché io debba essere sempre la carne.
Ma trovo nel contempo che questo momento sia tenero..
Vorrei poter fermare il tempo e restare così.. con le persone che amo.
 
 
 
 
 
POV Zack
 
Che belli i colori dell’alba. Un insieme di tonalità che si fondono nel cielo per dare vita a qualcosa di spettacolare, mirabile. L’alba è uno dei momenti più calmi della giornata, nemmeno gli uccelli si muovono, sembra che il mondo si fermi in adorazione, aspettando  il sorgere del sole.
Il giallo, il rosso, l’arancio, il viola, si mescolano, creano sfumature nel cielo, colori appena visibili all’occhio umano.
Noi, gli esseri umani, coloro che guidano nazioni, paesi e città, siamo incapaci di vedere le cose più elementari che ci si parano davanti.
I nostri occhi non sono abituati a vedere.
Prendiamo tutto quello che ci si para di fronte come ovvio, come chiaro, come se sapessimo tutto, diamo tutto e tutti per scontato.
Ci diamo per scontati.
E’  l’errore più grande che facciamo, noi non vogliamo conoscerci. Abbiamo paura di noi stessi, ci interessa solo delle apparenze, di come la gente ci giudica: se un tipo okay o un tipo da scartare.
La cosa bella, in tutto ciò è che le persone che la società etichetta come “ da scartare” sono probabilmente quello che ci possono dare di più. Perché? Perché la società di oggi vuole solo automi, macchine che non pensano  ma che obbediscano, incapaci di provare sentimento alcuno.
La verità, è che come per i colori nascosti dell’arcobaleno, i sentimenti non importano a nessuno.
Sono considerati da deboli, le persone non possono farsi vedere deboli.
 
 
Sono qui, solo, sul terrazzo di casa di Edoardo a guardare l’alba. Mi fa pensare..
Mi fa pensare a quanto sia stato stupido. Quanto sia stato cattivo. Quanto non sia stato me stesso.
Devo rimediare, se faccio qualcosa ora, ho ancora qualche possibilità.
 
“-Noah: 10 telefonate perse e 7 messaggi.”
 
E’ il momento, è il momento che io sia forte, che io faccia vedere quanto valgo.
 

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