Senza Toccare e Senza Guardarti

di lemonade
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'abbraccio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** L'abbraccio ***


senza guardare e senza toccarti 00

 

 

 

“ E sto abbracciato a te

senza chiederti nulla, per timore

che non sia vero

che tu vivi e mi ami.

E sto abbracciato a te

senza guardare e senza toccarti.

Non debba mai scoprire

con domande, con carezze,

quella solitudine immensa

d’amarti solo io.”

                                                                                   P. Salinas

 

 

 

 


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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


senza guardare e senza toccarti 01

Il suo nome era Quoll Luciphul, ma questo non vi dirà niente: non è un nome celebre.

Tristemente famosa era invece l’organizzazione criminale di cui era a capo, la pericolosissima Brigata Fantasma.

 

Notato che i verbi sono tutti al passato? Già, tutto finito…

Per qualche tempo è stato disponibile in rete anche uno snuff-movie in cui si vedevano chiaramente il suo corpo e quelli dei suoi compagni mentre venivano brutalmente smembrati, per finire con un primo piano della sua testa mozzata. Bello, eh?

 

Strano anche…

Dato che la testa sembrava perfettamente al suo posto, attaccata al collo del suo giovane padrone: i capelli castano scuri, perfettamente lisci e puliti, gli cadevano sulla fronte tatuata, da un lato ravviati dietro un orecchio a mostrare gli orecchini antichi, dello stesso colore dei suoi occhi. Quegli occhi che ora fissavano come specchi gemelli l’infinità della notte, un blu troppo scuro e senza stelle.

 

Con tutte le stelle che abbiamo visto cadere, dovremmo poter realizzare ogni singolo sogno, no?

 

No.

Sembrava molto giovane, il volto ancora infantile per un uomo di ventisei anni - occhi troppo grandi e tratti troppo dolci – solcato da un sorriso nostalgico. Neanche da solo riusciva ormai a mostrare i suoi veri sentimenti… non sapeva neanche più se ce li aveva, lui, quei cazzo di sentimenti!

Poteva catalogare le sue espressioni senza sforzo alcuno in due sole categorie: sguardo pensieroso e vagamente triste, gli occhi di solito guardavano in basso o oltre l’interlocutore; oppure sorrisino furbo ed enigmatico, contatto visivo intenso e fisso.

 

Non provava quasi nulla…

Solo un impellente desiderio di vendetta che i giorni ormai affogavano nella noia e nell’apatia.

 

Passava la maggior parte del tempo a leggere appollaiato sul parapetto della terrazza o nella quiete della sua stanza, interrotta solo dal lieve ronzio della console in salotto. Il televisore lo spegneva spesso, non sopportava più di vedere quella foto perennemente sorridente sfotterlo al di là dello schermo… eppure era tutto ciò che gli rimaneva ormai… tutto ciò che teneva insieme i pezzi della sua vita: Hisoka.

 

Come avrebbe riso quello stronzo conoscendo i suoi pensieri, sapendo che lo considerava quasi la sua ancora di salvezza… probabilmente se fosse venuto davvero a conoscenza di queste patetiche riflessioni l’avrebbe ucciso per pietà, per non vederlo umiliarsi ulteriormente e, cazzo, gli avrebbe fatto un favore!

Se lo immaginava benissimo: la bocca decisa piegata in un sorriso amaro di scherno e compatimento, gli occhi allungati dalle palpebre pesanti semichiuse ad osservarlo con scarso interesse, ed infine la sua voce delusa, scazzata, ed allo stesso tempo sempre carezzevole. < Quoll sei proprio squallido. > avrebbe detto, il sorriso che si allarga, compiacendosi del proprio gioco di parole.

 

E avrebbe anche avuto ragione, si disse l’uomo.

 

Hisoka si stava adoperando per lui, per fargli recuperare i poteri che aveva perso, ma non lo faceva certo per gentilezza. Era stato chiaro prima di cominciare la ricerca di colui che avrebbe potuto estrargli la lama di nen dal cuore: quando finalmente Quoll fosse tornato il guerriero temibile e spietato di un tempo, avrebbero duellato fino alla morte.

 

Niente che non si aspettasse, sia chiaro, ma quel “fino alla morte” negli ultimi tempi aveva cominciato a dargli da pensare… voleva davvero uccidere Hisoka?

Domanda stupida, perché più ci pensava e più tutte le sue riflessioni sembravano condurlo ad una sola risposta:

sì, lo odiava…

sì, grazie al suo tradimento aveva perso degli amici fidati…

sì, l’aveva promesso…

e ancora sì, se non l’avesse fatto sarebbe stato Hisoka a prendesi la sua vita.

 

Non lasciava mai molta libertà di scelta quel ragazzo.

… ma allora perché diavolo esitava?

Pensava troppo nell’ultimo periodo e sempre a quello stronzo. Sarà che vivere nel suo appartamento, circondato da tutte le sue cose e libero di curiosarci in mezzo non era proprio un deterrente per simili pensieri… stava diventando un po’ monotematico.

 

< Come casa tua? > aveva chiesto lui sbalordito, ma poco poco, Quoll non si sbalordiva mai.

< Casa mia! Sai… il posto dove vivo quando non sono in giro ad ammazzare la gente… > gli aveva risposto blando, sventolando una mano con noncuranza.

< Ma… così io saprò dove si trova! > si era lamentato ancora l’uomo, vagamente preoccupato.

Hisoka aveva sorriso < E che m’importa, tanto appena torni forte ti uccido! A chi lo dici se sei morto? >

 

Il suo gentile anfitrione lo conosceva bene, sapeva che oltre quelli del Ragno, non c’era nessuno di cui si fidasse, nessuno che potesse aiutarlo.

Ciò che non aveva considerato era che forse, dopo due anni da quando si erano incontrati la prima volta e gli ultimi mesi vissuti a stretto contatto, anche lui cominciava a farsi un’idea di chi fosse Hisoka in realtà.

Niente famiglia, né amici, né ragazza: una vita quasi vuota, come la sua.

 

Solo una foto trovata in mezzo ad un libro di poesie smentiva questa tesi. Era un bosco d’inverno, l’uomo con il piumino verde fosforescente ed i capelli rossicci pieni di neve non poteva essere che Hisoka ed afferrava per la vita la ragazza accanto a lui, una figura poco più bassa, infagottata in un cappotto grigio ed elegante, una sciarpa bianca le copriva la bocca creando un netto contrasto con i lunghi capelli corvini tenuti indietro da un paraorecchi di pelo candido. Lei teneva in alto con la mano qualcosa che il ragazzo cercava di prendere, sembrava ridessero… ma la fotografia era storta e mossa, non si vedeva bene.

Quella ragazza però doveva essere morta, si disse, nessuno con una vita come la loro si sarebbe mai tenuto in casa le prove di un legame, di una debolezza…

Oppure si era semplicemente sbagliato: non era Hisoka, ma suo padre in un momento di tenerezza con sua madre… poteva essere!, non tutti erano orfani come lui.

 

In ogni caso quello sfocato quadretto idilliaco gli aveva aperto una porta sull’anima di Hisoka, un lato di lui che probabilmente non avrebbe mai voluto vedere, che aveva istillato il dubbio nel suo cuore.

Lo sentiva ancora troppo vicino nonostante tutto, mentre per riuscire ad ucciderlo senza rimorsi aveva bisogno di crederlo semplicemente un bastardo senza cuore.

Era una sensazione spiacevole, che gli rimescolava le viscere.

 

Aveva richiuso la foto nel libro e rimesso il libro sulla mensola in alto, ma a volte, quando nuove congetture si facevano strada nella sua mente, inevitabilmente andava a rivederla.

 

Hisoka non c’era mai, era sempre impegnato a rincorrere il fantomatico specialista all’interno di Greed Island. Gli unici che suonavano alla porta erano fattorini take-away e postini annoiati che portavano pacchi dell’assurda roba che il padrone di casa ordinava via internet.

 

Non si stupì dunque quando il campanello suonò.

< Cerco Hisoka. > aveva detto l’attendente.

< Sono io. > mentì Quoll, ormai abituato a smaltire la corrispondenza.

L’altro aveva sorriso dicendo < Ma se non gli somigli neanche! >.

Solo allora l’uomo aveva alzato gli occhi sul visitatore.

 

Era un ragazzo di circa vent’anni: gli occhi grandi, scuri, da gatto ed allo stesso tempo inespressivi ed insondabili, il viso pallido ed ovale come una maschere di teatro,  lunghi capelli lisci del colore della notte. Sopra a dei normalissimi jeans, indossava una maglietta bianca a maniche lunghe, che gli si attorcigliava addosso come fosse fatta di garza, sottolineandone il corpo magro ma ben tornito… ed aveva un aria stranamente familiare.

 

< Chi sei? > gli aveva chiesto irrigidendosi all’istante.

< Chi sei tu! – rispose di rimando il ragazzo, il tono divertito ma le labbra serie – Sono qui per Hisoka. >

< Non c’è. > disse lapidario l’uomo.

L’altro alzò le spalle < Pazienza. Vorrà dire che lo aspetterò. > e detto questo entrò senza aspettare l’invito.

 

Aveva un modo di muoversi veloce ed aggraziato, come se dovesse spiccare il volo da un momento all’altro, sembrava essere a suo agio in quella casa,  probabilmente c’era già stato.

Si diresse senza esitazione verso la camera da letto ed aprì l’armadio, cominciando a far passare gli abiti.

< Ehi, tu! – disse infastidito Quoll – Lascia stare i miei vestiti! >

Il ragazzo lo guardò, le labbra perennemente imbronciate < Questi non sono tuoi. – rispose, afferrando una felpa nera di Hisoka – Anzi questa, se proprio lo vuoi sapere, è mia. >.

 

All’improvviso collegò quello strano individuo alla figura nella foto che aveva preso per una ragazza… non poteva essere vero!

 

< Sei il suo amante!?! > esclamò, doveva avere davvero un’espressione spassosa perché l’altro si concesse un sospiro divertito, infilandosi la felpa che aveva in mano e facendo uscire dal collo di essa i lunghi capelli di seta con un gesto fluido.  Si portò al viso un lembo di stoffa inspirando profondamente l’odore di Hisoka.

< Ilumi Zoldick. > si presentò poi lasciandosi cadere sul letto, lo sguardo nuovamente trasognato.

< I-Ilumi! > ripeté sbalordito l’altro. Cominciava a sbalordirsi un po’ troppo spesso…

 

Il ragazzo roteò gli occhi neri < Sì, mi hai anche assunto una volta. Ci siamo sentiti per telefono. >

< Stai… stai lavorando per Hisoka? > chiese, ancora sorpreso per la rivelazione.

Il giovane Zoldick gli lanciò un occhiata di sufficienza < Credi che te lo direi se così fosse? >. Quoll non rispose e l’altro continuò  < Devo dire che mi hai molto deluso… Mio padre e mio nonno avevano buona stima di te e non capisco perché Hisoka ti trovi ancora tanto interessante, dopo che ti sei fatto fregare da dei principianti. >

< Geloso? > chiese l’uomo con spavalderia, riacquistando un po’ di self control e assumendo la sua espressione numero due.

Sorrise anche Ilumi e rispose < Forse. >.

 

Non aveva negato quando lo aveva accusato di essere il suo amante, pensò Luciphul, non aveva negato la possibile gelosia…. E la cosa cominciava ad avere un senso: Ilumi era un sicario eccellete, il figlio maggiore di una famosa famiglia di assassini, e non aveva certo bisogno di protezione. Hisoka non lo considerava affatto un punto debole, si sentiva tanto sicuro di lui da tenere una sua foto in casa.

< Potrebbe non tornare per giorni… > lo informò.

< Ho detto che aspetterò. > rispose tranquillamente il ragazzo, incrociando le braccia dietro la nuca e chiudendo gli occhi felini.

Non si sentiva minimamente minacciato dalla presenza di quell’uomo, non sarebbe riuscito ad ucciderlo neanche scaricandogli addosso un mitragliatore mentre dormiva.

 

< Ilumi… > lo chiamò l’altro avvicinandosi un po’ ai piedi del letto.

< mh…? >

< Ti piace la neve? > chiese.

Il giovane aprì un occhio solo, squadrando la figura scura, < Adesso sono geloso. > disse, la voce tranquilla, il viso ovale perfettamente rilassato, mentre tornava al suo sonnellino.

 

Quoll arricciò le labbra in un sorriso, forse finalmente sarebbe riuscito a fuggire quella noia costante.

 

 

 

 

****

Ciao a tutti, ecco la mia nuova ff... l'ambientazione ed i protagonisti sono abbastanza simili a quelli dell'ultima, ma che volete che vi dica? al cuor nn si comanda!

Ho esitato abbastanza a pubblicarla perchè non mi sembrava che HunterxHunter fosse molto conosciuto (purtroppo...) ma una recensione ha riacceso le mie speranze e sono andata a rileggermi questa storia che avevo in stanby da un po'...

spero piaccia ^_^

fatemi sapere.

Bye bye,

Lem

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


senza toccare e senza guardarti 02

Quando due ore più tardi Quoll tornò in camera da letto, scoprì che l’ospite si era messo più a suo agio levandosi le scarpe e la felpa precedentemente incriminata. Dormiva.

< Ilumi… > lo chiamò esitante.

Il ragazzo mugolò qualcosa raggomitolandosi sul fianco come un gatto.

< Ilumi. > disse più deciso, ma sempre leggermente timoroso… infondo era un assassino addestrato fin dai primi anni di vita, non era saggio svegliarlo di soprassalto.

< ‘ncora shinque minuti… > biascicò il giovane, ancora profondamente immerso nei suoi sogni.

Questo era peggio di Hisoka quando si sentiva al sicuro… per svegliarlo al mattino di solito doveva usare un emissione di hatsu e poi beccarsi minacce di morte per il resto della giornata, finché al sopraccitato non era passata la luna. Peccato che ora non potesse più emettere nen con intenzioni omicide…

Si avvicinò quindi al letto appoggiandoci sopra un ginocchio e scosse leggermente Ilumi per una spalla, < Ilumi, svegliati… >.

Il ragazzo gli afferrò il polso e lo tirò a sé con facilità, il viso nascosto sul suo petto, sussurrò < ‘soka dai… un minuto e poi mi alzo… > .

< Ilumi, non sono Hisoka. Svegliati. (possibilmente senza uccidermi…)> disse cercando di scrollarselo di dosso.

Se questa l’avesse raccontata non gli avrebbe creduto nessuno.

Il rampollo degli Zoldick gli si strinse di più addosso, poi alzò il viso fino a guardarlo negli occhi mezzo addormentato.

< Hai fame? Sto per ordinare cinese. > gli disse Quoll, cercando di rimanere più serio possibile.

Ilumi si sfregò un occhio con espressione assonnata e sbadigliando rispose < Riso al curry e pollo ai gamberi e bambù. >

< Ok, allora se vuoi che telefoni dovresti prima lasciarmi andare. > constatò l’uomo dato che l’altro si era lasciato ricadere pesantemente sul suo petto e non accennava a muoversi.

< Ilumi! > esclamò in tono lamentoso, spingendolo via. Il ragazzo mugugnò risentito e si voltò dall’altra parte, gli occhi già richiusi.

 

Quoll sospirò, conosceva le abitudini di Hisoka e da quello che aveva visto dello Zoldick cominciava a dubitare che quei due, in un letto, potessero fare qualcosa di diverso dal dormire come sassi.

Il cibo arrivò poco dopo e, al posto di finire nuovamente tra le braccia dello strano ospite nel tentativo di svegliarlo, l’uomo pensò bene di sventolargli sotto il naso la sua porzione di gamberi.

Ilumi aprì immediatamente gli occhi, < Che schifo! - disse facendo una faccia disgustata e piuttosto buffa, ricomponendosi la chioma setosa – Ora mi puzzeranno tutti i capelli… >

L’altro rise, < Vieni dai, io metto la roba nei piatti. >

 

Il ragazzo lo raggiunse in cucina quasi subito, grattandosi un braccio con fare assonnato e trascinando i piedi nudi sul parquet. Hisoka adorava camminare scalzo e casa sua era piena di morbidi tappeti e legno.

Si sedettero sugli sgabelli alti del bancone, uno da una parte e l’altro dall’altra e non parlarono molto durante il pasto, erano entrambi abbastanza silenziosi.

Ilumi aveva piluccato qualche boccone giocherellando svogliatamente col cibo, ed ora si limitava ad affondare più volte le bacchette nel riso con lo sguardo perso ed assente.

< Non è buono? > chiese Quoll, rompendo per primo il silenzio.

L’altro lo guardò sorpreso, come accorgendosi solo ora della sua presenza, poi sospirò rimestando con più foga la povera pietanza < No, è che non ho fame… >.

< Ah… > fece l’uomo.

< Non te l’ha detto lui, vero? > chiese all’improvviso l’assassino con una vocetta flebile, Quoll corrugò le sopracciglia senza capire. Ilumi sospirò e si chiarì < Della neve, intendo. >

L’altro distese le labbra in un sorriso e gli rispose in modo calmo e pacato < No, ho trovato una foto… all’inizio non sapevo fossi tu. >.

Il ragazzo annui ancora pensieroso, poi sorrise guardando il suo interlocutore, < Grazie. > disse sincero.

Quoll ricambiò il sorriso, non sapeva perché gli avesse detto la verità… forse perché all’improvviso Ilumi gli era sembrato fragile e ferito, non aveva niente contro di lui, e sapeva quanto potesse essere stronzo Hisoka, non c’era bisogno di calcare la mano.

Lo Zoldick si appoggiò con le mani sul ripiano sporgendosi fino a posargli un bacio sulla guancia, e rispose a quello sguardo interrogativo dicendo < Prima lo sapevo che eri tu, Hisoka ha un odore diverso. >

< Perché l’hai fatto allora? > chiese confuso, proprio ora che gli sembrava di averlo minimamente inquadrato.

Ilumi scrollò le spalle, sembrava un bambino curioso, con il broncio sulle labbra e gli occhi scuri troppo aperti.

< Sapevi anche che non era stato Hisoka a parlarmi della neve… - aggiunse Quoll pensieroso, poi sorrise furbescamente – Mi stai studiando anche adesso, vero? >

Il ragazzo non abbandonò la sua espressione < Deformazione professionale. – rispose semplicemente – Comunque è vero che non ho fame. >

< Ma che- > iniziò l’uomo ma un rumore nell’altra stanza lo distrasse.

 

< Quoll…! > lo chiamò una voce maschile e vellutata, sembrava quasi divertito. Hisoka sputava fuori le parole come se fosse una scocciatura rivolgersi a qualcuno, eppure inevitabilmente queste gli rotolavano sulla lingua con grazia, assumendo un tono scanzonato ed ammaliante.

< Perché hai frugato tra i miei vestiti? > chiese entrando in salotto, gli occhi nocciola fissi sulla felpa nera che si rigirava tra le mani.

< Ilumi! > disse bloccandosi a guardare il giovane seduto al bancone, l’altro non rispose si limitò semplicemente a volargli tra le braccia.

< Piano, ti sporcherai tutto! > lo ammonì sorridendo, allontanando il proprio viso da quello del moro, una dolcezza che Quoll non aveva mai visto prima nei suoi modi.

Hisoka sorrise sfregandogli il pollice sulla fronte per togliergli la macchia di cerone, < Ti sei imbiancato anche i capelli… >.

Ilumi scosse la testa con gli occhi chiusi ed un sorriso sereno, < Non importa… > disse tenero.

 

Quoll tossicchiò per ricordare ai due della sua presenza. Hisoka lo guardò con un espressione fintamente preoccupata < Che c’è? Stai male? Non è che mi muori prima del tempo… eh? >

L’altro brontolò qualcosa ed Ilumi lo guardò sornione < Credo sia geloso… >

< Oh… -  fece il padrone di casa avvicinandosi al bancone, - c’è niente da mangiare? >.

< Se ti va puoi finire la mia roba, che io non c’ho voglia... > rispose il ragazzo come un bambino capriccioso.

< Che schifo, Ilumi! – disse il mago spostando con le bacchette qualche pezzo di zucchina ed afferrando un gamberetto – Hai pasticciato di nuovo col cibo…? >

L’interessato fece una faccia colpevole e l’altro si rabbonì, cominciando a pranzare comunque.

< Geloso? – chiese finalmente Hisoka dopo cinque minuti, guardando Quoll che infilava i piatti nella lavastoviglie, per poi rivolgersi di nuovo allo Zoldick – Di me o di te? >

Il giovane alzò le spalle, sedendosi sullo schienale del divano < …Secondo te?>

< Dici? > domandò ancora senza troppo interesse, infilandosi in bocca un po’ di riso.

 

< La volete smettere di parlare di me come se non fossi qui? > sbottò Quoll perdendo la pazienza, le guance leggermente colorite. I due scoppiarono a ridere ed Hisoka quasi si strozzò: < Ma allora è vero! Sapevo di essere affascinante… ma che ci cascasse anche Mister Gli-amici-mi-chiamano-Capo…  >

< Non. É. Affatto. Vero. > scandì l’uomo piccato, cercando di mantenere la calma nonostante ormai avesse raggiunto una gradazione di rosso considerevole.

< Secondo te è emotivamente stitico? > chiese Ilumi all’amico, gli occhi spalancati e curiosi.

Hisoka rise fra sé e sé < Probabile… non l’ho mai visto con nessuno… >

< Neanche io ti avevo mai visto con nessuno! > protestò Quoll che ormai aveva perso anche l’ultimo brandello di dignità.

L’altro gli rispose con uno sguardo seducente, di quelli che gli riuscivano così bene, < E con questo? Io non sembrerei frigido neanche vestito da prete… - disse accarezzandosi i capelli, acconciati verso l’alto a formare quasi una fiamma. – è normale che tu ti senta attratto da me, Quollino caro. >

Ilumi scoppiò a ridere mentre l’uomo divenne quasi violaceo, ci mancava anche questa.

 

Ci fu ancora qualche scambio di battute mentre Hisoka finiva di mangiare, poi il rosso annunciò < Per quanto tirare per il culo Luciphul sia divertente, io muoio dalla voglia di farmi una bella doccia calda… >.

A queste parole il ragazzo saltò su, < Ti faccio compagnia… dato come si sono conciati i miei capelli… > disse scuotendo la chioma nerissima.

< Sì, si, i capelli…! – lo sfotté bonario l’altro tirandogli scherzosamente una ciocca, per poi rivolgersi all’uomo – Tu che scusa hai Quoll? >

< Io non voglio fare la doccia con voi! > urlò l’uomo, al limite della crisi isterica.

Hisoka si avviò ghignante verso la camera, avvolgendo un braccio attorno alle spalle del compagno e sussurrandogli, abbastanza forte però da essere udito da entrambi, < Forse hai ragione… avrà qualche blocco psicologico… >.

Ilumi sorrise, reggendogli il gioco, e rispose con la stessa tonalità di voce < … o magari ce l’ha piccolo... >

 

Quoll non rispose, era così livido di rabbia che si sarebbe mangiato le mani e se avesse potuto usare il nen li avrebbe uccisi seduta stante, in preda alla follia omicida. Di colpo si trovò a pensare che il bastardo con la catena gli avesse posto quel vincolo solo per impedirgli di aprire in due il suo complice… maledetto biondino!

 

 

***

NdA: Visto che Neve272 ha commentato (grazie, grazie!!! ^___^), mi sono decisa a pubblicare il capitolo 2... Hisoka non è bellissimo? *__* (lo adoro XD)

Va beh... ho ancora un capitolo già pronto e potrei anche tenerlo come finale (non perchè la vicenda sia realmente finita, ma perchè concluderebbe il quadro)

Il fatto è che sono pigra ed ho in ballo altre storie, in più mi scoccia scrivere se nessuno legge! Ok, fine sfogo... ciau, lasciate un commento se vi va!

 

*baci* Lem

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


senza toccare e senza guardarti 04

Circa mezz’ora dopo Hisoka raggiunse Quoll nel soggiorno e si sedette accanto a lui che stava leggendo sul divano, fissandolo intensamente con il suo sguardo obliquo.

< Ilumi? > chiese l’uomo per spezzare quel silenzio pesante, alzando brevemente gli occhi dal libro. Gli era capitato poche volte, anche vivendo insieme a lui da circa cinque mesi, di vederlo senza make up o vestiti da mago e, malgrado tutto, doveva ammettere che fosse di una bellezza sconvolgente.

< Ancora sotto la doccia… - rispose l’altro con un sorriso stralunato, - è solo al secondo shampoo! >.

Hisoka era alto, abbastanza muscoloso, con gli occhi di un castano tendente al verde, penetranti e dalla forma allungata, i capelli fulvi ed abbastanza lunghi da sfioragli le spalle in ciocche umide e scomposte. Indossava ancora l’accappatoio e si sfregava la testa con un asciugamani bianco.

Quoll sorrise, il ragazzo non sembrava intenzionato a prenderlo in giro, e continuò < Perché? Di solito quanti se ne fa? >.

L’altro sembrava lì lì per scoppiare a ridere, ma al contrario si fece più serio < Non sono venuto qui per parlarti di quanto sia maniacale Ilumi nella cura dei capelli… >

Vedendo l’espressione grave di Hisoka, l’uomo pensò subito alle questioni importanti < Hai scoperto qualcosa sullo specialista del nen? È per questo che oggi sei rientrato? >

Ancora una volta il giovane notando la faccia che aveva il suo interlocutore trattenne a malapena una risata, < Cosa? No! Io… >.

< Tu cosa, maledetto? > stava ormai sbraitando spazientito Quoll afferrandolo per il collo di morbida spugna.

< Ehi! Ehi! Fai piano… così mi spogli…! – rise Hisoka cercando di staccare le mani dell’altro dal suo accappatoio, poi aggiunse con un ghigno malizioso – A meno che non fosse proprio quello il tuo piano… >.

L’uomo lo lasciò immediatamente, indietreggiando imbarazzato.

< Cazzo… e io che non c’ero arrivato! – esclamò il giovane, quasi pensando ad alta voce – Ora capisco perché mi hai accettato nella Brigata nonostante nessuno si fidasse di me… >

< Co-cosa intendi dire? >  balbettò l’altro.

< Oh, andiamo…  - disse Hisoka avvicinandosi con fare lascivo – … è un peccato che poi però tu non ti sia fatto avanti, sarebbe stato interessante. >

< Ma che…? > bisbigliò confuso Quoll, trovandosi stretto nell’angolo del divano dal corpo dell’altro.

< Chi l’avrebbe mai detto che il grande Luciphul avesse una cotta per me? > sussurrò il rosso a pochi centimetri dal suo viso attonito, fissandolo in quel suo modo seducente.

< Hi-hisoka io… > cercò di mantenere la calma, ma si bloccò all’istante sentendo il ginocchio dell’altro farsi strada tra le sue gambe.

< Sai, è strano, - gli disse il ragazzo, sbottonandogli i primi bottoni della camicia senza curarsi delle sue remore – ma devo ammettere che anche io ti ho pensato più di una volta… >

Quoll fu completamente pietrificato da quelle parole, spalancò la bocca per la sorpresa ma Hisoka ne approfittò per coprirla con la sua, facendo scivolare la lingua all’interno e muovendola lentamente. L’uomo sentì una vampata di caldo avvolgerlo, subito seguita da brividi che gli percorrevano la schiena, non fece neanche in tempo a rendersi conto di star rispondendo al bacio che furono interrotti da un applauso discreto.

< Ma bravi! – disse la voce di Hisoka, cosa impossibile dato che non si erano ancora staccati… – Anche se devo dire che io l’avrei fatto capitolare con molto meno. >

Quoll vide Hisoka sulla porta ghignare soddisfatto, con un asciugamano attorno ai fianchi e ciocche di capelli bagnati che gli s’incollavano al viso lasciando scivolare gocce sul petto, poi tornò a guardare colui che lo stava baciando fino ad una frazione di secondo fa. L’Hisoka in accappatoio gli regalò un altro di quei sorrisi fuorvianti, prima di riassumere le sembianze più esili ed infantili di Ilumi.

 

L’uomo sbatté gli occhi più volte, cercando di riprendersi dallo shock, mentre lo Zoldick raggiungeva il suo compagno e lo abbracciava dicendo < Nessuno è bravo quanto me a fare te. >.

Hisoka stava giusto passando una mano tra gli splendidi capelli del ragazzo quando vide un sorriso soddisfatto sulle labbra di Quoll. E non era così che si era immaginato la scena.

Ilumi avvertì il corpo dell’altro irrigidirsi e girandosi gli chiese < Che c’è? >.

< Sì, è vero. – confermò Quoll un sorriso da diavolo stampato sulle labbra – Non solo sai trasformarti perfettamente in lui, ma ne imiti i modi alla perfezione… c’è un solo particolare che hai trascurato. >

Ilumi lo guardò, non offeso, ma incuriosito, spalancando gli occhi scuri con quella sua aria innocente, < Cosa? >.

mentì spudoratamente l’uomo, mantenendo quell’espressione di superiorità.

 

< Non è possibile. – ribatté Hisoka pacato, stringendo gli occhi in un moto di stizza – Inoltre abbiamo appena fatto la doccia entrambi. >

Quoll sostenne lo sguardo piccato dell’altro sentendosi già la vittoria in tasca < Io non parlavo del profumo di bagnoschiuma, ma dell’odore particolare che distingue ogni essere vivente. – si rivolse poi a Ilumi con un tono più dolce e sorridendo gli disse – Anche a me piace la neve. >

Il ragazzo sorrise ed annuì.

Hisoka li guardò entrambi, poi abbracciò in modo forse un po’ possessivo Ilumi, e leccandosi le labbra disse < Interessante… devo ricordarmi di nascondere meglio la mia roba. >

Risero tutti insieme dello strano scherzo e si piazzarono davanti alla tele a vedere un bizzarro film d’autore sotto insistenza del più giovane. Alla fine si divertirono di più a commentarlo che a seguire seriamente la pellicola, ma quando si ritirarono per andare a letto i tre avevano raggiunto una nuova consapevolezza:

Luciphul anche senza i suoi poteri era dotato di un cervello niente male e di un carattere capace di confondere. Ci si sarebbe potuti divertire molto.

 

Ilumi ed Hisoka dormivano nella camera da letto, mentre a Quoll toccò il divano e qualche ora più tardi fu svegliato dalla luce della cucina che si accendeva.

< Scusa, non volevo disturbarti. > Gli disse il padrone di casa, indossando solo dei boxer aderenti rosso scuro e facendo scorrere l’acqua nel lavello prima di riempire un bicchiere e berne qualche sorso.

Hisoka che si scusa?, pensò l’uomo di colpo incredibilmente lucido. O è veramente rintronato dal sonno, o non è lui… e a giudicare dei precedenti propendo per la seconda.

Quasi a conferma di ciò il giovane si andò a sedere accanto a lui, continuando a sorseggiare.

< Non riesci a dormire? > chiese Quoll, cercando di scoprire quale scherzo lo attendesse, ma Hisoka si limitò a scuotere la testa con un aria sconsolata.

< Ti va di parlarne? > domandò ancora, con delicatezza. Domanda trabocchetto: Hisoka non era mai in vena di confidenze, di solito quando si cercava di scoprire qualcosa di lui questo si limitava ad un sorriso enigmatico e cominciava a giocherellare con il suo affilatissimo mazzo di carte. Non era un tic nervoso, il mago era bravissimo a mantenere la calma anche nei momenti più disperati, ma una sottile minaccia.

Il ragazzo che aveva di fronte lo guardò per un attimo, senza nessuna espressione, poi sospirò dicendo < L’unica persona che abbia mai amato sta dormendo nell’altra stanza. >

Quoll non si era aspettato una tale rivelazione, non era Hisoka quello che aveva davanti, il suo volto troppo teso e triste,  mentre l’originale non prendeva mai niente sul serio e se era triste non lo dava a vedere.

< Non mi dà fastidio che giochi con te. – disse ancora quello che ormai quasi sicuramente era Ilumi – Ma ricordati una cosa: lui è mio. >

L’altro sorrise, non capiva bene dove volessero andare a parare con questa nuova messa in scena, ma non avrebbe aspettato di scoprirlo. Si sporse verso il ragazzo e prendendogli il viso tra le mani lo bacio, sussurrandogli poi a fior di labbra < Non preoccuparti. È te che voglio. >

Hisoka lo guardò per un attimo, prima di stirare le labbra in un sorriso divertito che si sarebbe potuto benissimo dire suo. Si alzò dal divano per tornare in camera quando l’uomo lo pugnalò alle spalle con un < Buonanotte Ilumi. >.

Si blocco per un istante, il sorriso che si allargava leggermente < ‘Notte, Quoll. >.

Quando lo vide sparire nell’altra stanza, Luciphul lo segui in silenzio per spiare dalla porta accostata. Due Hisoka dormivano nello stesso letto, aveva avuto ragione ad essere sospettoso, si disse tornando a letto.

 

< Grazie. > sussurrò un Hisoka al suo doppio.

L’altro sorrise rispondendo < Grazie a te. >.

< Ora però vieni un po’ qui. - disse cingendogli il petto con le braccia, - Sei preoccupato? >

< No, morirà presto. >

Passarono qualche secondo in silenzio, poi uno dei due disse: < Dai, riprendi il tuo adorabile aspetto… è troppo narcisistico anche per me baciare me stesso. >

Ilumi ridacchiò e morse leggermente il collo di Hisoka, mentre le lenzuola si adattavano alla nuova forma del suo corpo.

 

 

***

NdA: ebbene ecco a voi l' "ultimo" capitolo... prendetelo come un'istantanea con finale a sorpresa XD

diciamo che se i prossimi numeri di hxh (quei due all'anno che escono... TOGASHI SENSEI, LEI MI FA MORIRE!!!) mi ispireranno, potrebbe venirmi voglia di scrivere un continuo...

secondo voi chi dei due era? XD va beh... vado a morire ammazzata... >.<

Ringrazio tantissimo Neve272, che per inciso ha un ottimo gusto (leggendo questa fanfic ed amando hisoka... XD), grazie!, grazie! Mi hai fatto sperare ancora in questa sezione deserta... ç_ç

Un bacio anche a POD e fernir, ed un applausone al mio jesus che finalmente legge hxh (e che ha detto "ora capisco perchè ti piace Hisoka... Quel uomo è uno spettacolo...!")...

èssì... io non conosco vie di mezzo... li voglio o sociopatici o pirla XD

 

*Baci* Lem

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