Say ''cliché''!

di Il Saggio Trentstiel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** DxC: Disco & Craziness ***
Capitolo 2: *** TxG: Treason & Going Out ***



Capitolo 1
*** DxC: Disco & Craziness ***


-... Tutto accadde quando ancora andavo al liceo...
C'era una festa, c'era tanta gente, tanto alcool... E lui...
Ci provò più volte con me, io lo respinsi, ma quando uscii per una boccata d'aria...-
 

-Lasciami indovinare, lui ha cercato di violentarla? E magari è arrivato un eroe da operetta a salvarla?-
Courtney lanciò un'occhiata altezzosa al punk comodamente sdraiato accanto a lei sul divano.
-Duncan, sei davvero un essere insensibile! Claire...- indicò lo schermo del televisore, dove una bella ragazza bionda piangeva e raccontava ad un'amica la sua storia struggente -... È rimasta traumatizzata da quel tentativo di abuso! Ma d'altronde tu sei un uomo, cosa vuoi saperne?-
Duncan alzò gli occhi al cielo, gesto che non passò inosservato alla ragazza.
-Cos'è, ti dà fastidio ammettere che ho ragione?-
Il punk, sorprendentemente, ghignò: Courtney si aspettava una risposta sarcastica, o magari scocciata, ma di certo non quel sorrisetto soddisfatto!
Rapido il ragazzo si impadronì del telecomando, spense il televisore e, sordo alle proteste di Courtney, si alzò dal divano.
-Visto che l'argomento sembra interessarti così tanto, voglio mostrarti qualcosa di divertente!-
Courtney cercò di strappargli il telecomando dalle mani ma, dopo due tentativi falliti, si limitò a stringere a sé un cuscino e a metter su un'espressione ostinata.
Duncan fece spallucce e si allontanò dal salotto, non senza aver lanciato un'occhiata divertita alla ragazza.
-Come vuoi, io sono in camera!-
-Ecco, bravo, restaci...- borbottò inacidita Courtney, seguendolo con lo sguardo finché non fu uscito.

Il punk, come aveva poco prima preannunciato, raggiunse la camera da letto e, entratovi, si diresse verso il computer: lo accese, si accomodò davanti alla scrivania ed osservò con un ghignetto l'orologio appeso alla parete.
-Meno tre... Due... Uno...-
Un colpetto di tosse attirò la sua attenzione: sulla porta c'era Courtney, l'espressione meno ostinata di prima, ma che lasciava intendere che ancora non era disposta a dargli ragione.
Come previsto, pensò divertito Duncan.
Fece un cenno alla castana e, non appena la ebbe a tiro, la trasse a sé e la fece sedere sulle sue gambe: ignorando i suoi urletti di protesta, le tappò la bocca con un bacio.
-Perdonato?-
Courtney roteò gli occhi, puntandoli poi sullo schermo del computer.
-Forse. Cosa volevi farmi vedere?-
Duncan cominciò a digitare qualcosa su un motore di ricerca, sinceramente divertito.
-Vedrai, principessa! È qualcosa di sensazionale!-
La ragazza sbuffò sarcastica, cercando di leggere cosa stesse scrivendo il fidanzato.
-Immagino. Spero sia qualcosa di meglio di quello Scary Maze che mi hai propinato l'ultima volta!-
Duncan la osservò di sottecchi.
-Oh, stai ammettendo di esserti spaventata? Dopo soltanto... Due settimane?-
-Spaventata? Io?- protestò con enfasi Courtney -Figuriamoci! È solo che non tollero certe forme di divertimento, cose da veri incivili, privi di humour e raziocinio, e...-
Duncan la ignorò come sempre, scorrendo la pagina internet davanti ai suoi occhi alla ricerca di quello specifico link: quando lo vide gli si illuminarono gli occhi.
-Trovato!- annunciò, mettendo fine alla ramanzina della ragazza.
Questa avvicinò cautamente il volto allo schermo, come se temesse l'apparizione di qualche altro volto mostruoso, e lesse silenziosamente la descrizione del link che il cursore indicava.
Terminata la breve lettura si voltò verso il fidanzato.
-Fanfictions? Intendi quelle storie scritte da... Beh, dalle persone comuni, che hanno come protagonisti personaggi di libri, film, fumetti...?-
Il punk annuì, ridacchiando.
-Sei molto preparata per essere una cinica aspirante avvocatessa!-
Courtney replicò con una smorfia.
-Credo sia più preoccupante il fatto che tu ti diletti con questi passatempi... Dunkyno_Punk?- quasi urlò, leggendo sconvolta il nome comparso sullo schermo.
Duncan ebbe il buonsenso di apparire almeno un po' imbarazzato.
-Ecco, quello... Non sono io! Giuro, è un autore che si è ispirato a me per scegliere il suo nickname!-
La ragazza esibì un'espressione vittoriosa, cosa che fece quasi rabbrividire il punk.
-Sai che mestiere voglio fare, vero Dunkyno?-
L'altro annuì, ammutolito.
-Molto bene. Saprai anche, spero, che per fare questo mestiere bisogna essere abili nel riconoscere le bugie. Tu. Stai. Mentendo.- sillabò, avvicinando sempre più il volto a quello via via più annichilito del fidanzato -Dunkyno.- aggiunse divertita subito dopo.
Duncan sbuffò sonoramente e si voltò verso lo schermo, riprendendo a digitare sulla tastiera e rifiutandosi di guardare Courtney.
Dal canto suo la ragazza gioiva interiormente, ma non riusciva a non pensare a cosa stesse per mostrarle l'altro: uno scherzo discutibile? Un video disgustoso? Un video porno?
-Ecco qua!- comunicò Duncan con aria scocciata, indicando le parole appena comparse sullo schermo.
Prima di cominciare a leggere, Courtney gli afferrò il mento con una mano, costringendolo a girarsi, e lo baciò dolcemente.
-Perdonata?- sussurrò, terminate le effusioni.
Duncan la fissò con il suo solito ghigno stampato sul volto.
-Forse. Avanti, leggiamo!-
I due si avvicinarono appena allo schermo, cominciando a leggere quella che aveva tutta l'aria di essere una storia.
Effettivamente c'erano un titolo, una breve introduzione e qualche riga che accennava alla trama della storia: Duncan afferrò il mouse e fece scorrere la pagina più in basso, impedendo a Courtney di leggere.
-Aspetta!- la mise a tacere lui prima che potesse cominciare a protestare -Facciamo un patto: se questa storia ti sembrerà divertente, stasera...-
L'espressione libidinosa dipintasi sul volto di lui lasciò intendere a Courtney quali fossero i termini del patto: curiosamente non protestò, limitandosi ad un'indifferente scrollatina di spalle.
-Va bene.-
Sicuro di aver vinto, Duncan sorrise e cominciò a leggere ad alta voce le parole sullo schermo del computer.

Cortney-Marie Barlow era una ragazza come tante altre...”

-Scusa un attimo, ho sentito bene? Cortney? Marie? Quella... Sarei io?-
Il punk, già preso da attacchi di risatine, annuì: la ragazza cominciò a borbottare.
-Roba da matti, neanche il mio nome è riuscita a scrivere... E chi è questa Marie? Io mi chiamo Courtney Alice Barlow!-

... Ma aveva un terribile segreto.
Ma torniamo indietro di qualche mese per scoprire cosa era successo...

FLASHBACK NEL PROSSIMO CAPITOLO :D”

-Co...? Già finito? Questa sarebbe...-
-... L'introduzione, sì.- confermò Duncan -Ovviamente il meglio deve ancora venire!-
La pagina seguente cominciava con una lunga serie di vaneggiamenti dell'autrice -insomma, si firmava “Kokka_DxC”, doveva essere una ragazza- su quanto fosse stato arduo per lei scrivere il capitolo, su quanto amasse la DxC (Courtney si domandò più volte cosa accidenti stesse a significare quella sigla) e via discorrendo, in un turbinio di chiacchiere futili e sgrammaticate.
L'occhio critico di Courtney individuò non meno di dodici errori grammaticali, più innumerevoli altri che, almeno sperava, erano di distrazione.
-Ora capisco perché proprio tu sei capitato su questo sito!- commentò sarcasticamente, non riuscendo però a cancellare il sorriso dalla faccia di Duncan.

Courtney si trovava in discoteca.
Era andata lì per svagarsi, assieme alla sua migliore amica Bridgette e al fidanzato di lei, Goeff.”

Discoteca? Goeff?
A parte che non aveva mai messo piede in una discoteca... Ma da quando lei e Bridgette erano diventate migliori amiche? Insomma, la ragazza era simpatica e gentile, e ci aveva anche scambiato qualche parola di tanto in tanto, ma migliori amiche le sembrava eccessivo!

Un ragazzo alto, con indosso una camicia attillata rossa ed un paio di pantaloni di velluto blu, aveva cominciato a ballare con lei.”

Courtney rabbrividì impercettibilmente.
-Ma questo tipo si è vestito al buio?-
Duncan rise rumorosamente, indicandole con un cenno di proseguire.

Era carino, con quei capelli biondi e gli occhi smeraldini.
Si chiamava John.

-Hm, fantasia all'ennesima potenza...- commentò la castana, procurando un altro attacco di risate al suo ragazzo.

Courtney lo respinse.
Non era un bel periodo per lei, e poi la discoteca non le piaceva così tanto, e poi aveva bisogno di aria.”

-E poi uscì!- aggiunse Duncan tra le risate, strappando un sorriso anche a Courtney.

Giunta all'esterno, si accese una sigaretta...”

Courtney smise di sorridere.
Detestava il fumo, come provavano le continue discussioni con Duncan, e quella lì scriveva che lei si accendeva una sigaretta?

... Quando avvenne l'irreparabile.
Jack uscì dalla discoteca, ubriaco fradicio, la camicia rossa un po' macchiata.
Afferrò Courtney e la spinse in un vicolo, cominciando a baciarle il collo.
Una mano bloccava i polsi di lei, l'altra le accarezzava i fianchi.
La ragazza urlò, ma lui le tappò la bocca con la mano libera.”

Duncan era ormai preda di risate incontrollabili, mentre Courtney impallidiva sempre di più.
Ma quel tipo non si chiamava John? E, in nome del cielo, quante mani aveva?
Ora capiva l'insensibilità di Duncan mentre guardavano il film...
-Duncan...- mormorò, indecisa se piangere o arrabbiarsi.
L'opzione “unirsi alle sue risate” non era assolutamente contemplata.
Il punk provò a dire qualcosa, ma una nuova ondata di risate gli impedì di parlare.
Courtney si accigliò, ma decise di proseguire la lettura di quella cosa.

Cortney...”

E dalli, pensò scocciata la vera Courtney.

... Piangeva, mentre l'altro tentava di slacciarle il reggiseno.
<< No... >>
<< Ci divertiremo io e te... >>
<< Non ci contare!!! >>”

Che fine avevano fatto i verbi?
Courtney ricontrollò attentamente il passo appena letto, alla ricerca di qualche parola che magari, a causa delle risate di Duncan, le era sfuggita.
Niente da fare: non vide un “disse”, un “sussurrò” o un “gridò” da nessuna parte...
Mollò una gomitata sul petto a Duncan, irritata dalla sua immotivata ilarità, e continuò.

Un ragazzo muscoloso, pieno di pirsing e con una cresta mohicana verde si era avvicinato.
A colpire Courtney furono gli occhi color acquamarina del ragazzo.”

A questo punto Courtney si voltò orripilata verso Duncan.
Non poteva essere vero... Non doveva essere vero...
Il punk si asciugò le lacrime ed accennò col capo allo schermo del computer.
-Già finito?-
Courtney era, strano a dirsi, senza parole.
Chi aveva osato scrivere un orrore simile con lei come protagonista?
-Principessa?-
Lei non aveva mai subito avances pesanti o, addirittura, tentativi di stupro.
Lei non frequentava le discoteche.
Lei non era la migliore amica di Bridgette.
-Courtney?- ritentò Duncan, un po' preoccupato.
Lei non era stata colpita dagli occhi acquamarina di Duncan.
-La cresta, la cresta!- urlò all'improvviso, facendo sobbalzare Duncan e schizzando in piedi -La prima cosa che mi ha colpito di lui è stata la cresta! Quale essere con un minimo di logica noterebbe prima gli occhi e dopo questi assurdi capelli?-
Duncan si allontanò prudentemente, nel caso in cui la ragazza decidesse di prendersela con lui: sembrava fragile, ma quando si arrabbiava era davvero in grado di fargli male.
Molto male!
-... Fumare? Non ho mai neanche sfiorato quegli schifosi concentrati di tabacco, nicotina...-
Il punk alzò gli occhi al cielo.
Quella che gli era sembrata un'idea divertente per rallegrare la serata (e per ottenere qualcosa da Courtney, ovviamente) adesso gli appariva come la più grande stupidaggine mai concepita da mente umana.
Courtney sarebbe andata avanti per ore, lo avrebbe incolpato di chissà cosa, si sarebbe rifiutata di dormire con lui per giorni...
-Duncan!-
Ecco, il momento tanto temuto era arrivato prima del previsto!
-Sì?- tentò lui, sperando che la voce non gli tremasse.
Courtney gli si avvicinò e gli puntò un dito sul petto.
-Domattina telefonerò ai miei avvocati: questo scempio dovrà finire!-
Il punk annuì, sperando di cavarsela con poco: magari un ceffone, o qualche giorno di astinenza...
-Adesso voglio solo io, te e sesso!-
Cosa?
Prima che il ragazzo potesse reagire, Courtney lo aveva afferrato per le spalle e aveva cominciato a baciarlo avidamente, con una violenza mai utilizzata prima e che a Duncan, tutto sommato, non dispiaceva.
Mentre lei gli strappava letteralmente di dosso la maglietta, lanciò un'occhiata al computer ancora acceso ed un sorriso astuto gli si disegnò sul volto.
Fanfictions scadenti, vi amo!

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Capitolo 2
*** TxG: Treason & Going Out ***


Quella sera Gwen era stranamente di buonumore.
Sua madre e suo fratello erano usciti, lei aveva finito di studiare da parecchio tempo e a breve sarebbe arrivato Trent.
Cosa avrebbe potuto desiderare di più, in quel momento?
Si sedette sul divano e, telecomando alla mano, si dedicò allo zapping più sfrenato: stava cercando di decidere se cercare un film horror decente o seguire l'ultima puntata di un telefilm, quando il campanello suonò.
Interdetta controllò l'ora: le sette e venti.
Possibile che fosse Trent? Eppure l'appuntamento era alle otto in punto... O magari era sua madre, già di ritorno per chissà quale astruso motivo?
C'era un solo modo per saperlo, ovviamente.
Mentre il campanello continuava a trillare fastidiosamente, Gwen aprì la porta e si ritrovò davanti un Trent scarmigliato e all'apparenza spaventato.
Fece per salutarlo, ma il ragazzo la strinse in un abbraccio quantomeno esagerato, biascicando cose incomprensibili con il viso premuto sulla sua spalla.
-Trent... Cosa...? Lasciami...-
Finalmente riuscì a liberarsi dalla morsa del giovane e lo sospinse in casa, scrutandolo preoccupata: aveva gli occhi sbarrati, l'espressione timorosa e continuava a guardarsi attorno muovendo la testa a scatti.
Gwen sollevò un sopracciglio: era forse ripiombato nella sua ossessione per il numero nove?
Inaspettatamente, dopo aver concluso la sua frenetica osservazione dell'ambiente circostante, Trent parlò.
-Dio, sono così contento che tu stia bene...-
Quella frase colpì e preoccupò la gotica: avvicinatasi al ragazzo gli passò una mano sul viso, cercando di sorridere con fare rassicurante.
Non si aspettava però che Trent le afferrasse il polso e le sollevasse la manica della maglietta, cominciando poi a scrutare con aria inquisitoria ogni centimetro di pelle scoperta.
Sbarrò gli occhi a sua volta e, quando l'altro ebbe terminato anche questa ennesima ispezione, sottrasse la mano dalla sua presa.
-Sono così felice... Accidenti...-
Fece per abbracciarla ma Gwen si scostò, furibonda.
-Ti ha dato di volta il cervello? Cosa... Cosa ti è preso stasera?-
Trent abbassò lo sguardo con aria contrita, sapendo quanto poco Gwen potesse resistere a quell'atteggiamento da cucciolo pentito: infatti, qualche istante dopo, sentì la mano di lei posarsi delicatamente sul suo volto.
-Parla chiaramente...- esordì lei con voce aspra, a dispetto del suo gesto dolce -... E cerca di essere convincente!-
Il ragazzo sospirò e tornò a guardarla negli occhi: si sentiva uno stupido, e aveva anche difficoltà a trovare le parole giuste... Però, magari...
Sorrise e accennò alla camera della ragazza.
-Il computer è acceso?-
Gwen annuì, non capendo assolutamente dove volesse andare a parare l'altro ma, curiosa e desiderosa di sapere, lo seguì all'interno della stanza.
Trent si sedette davanti alla scrivania e, aperta una pagina internet, digitò qualcosa su Google: Gwen, che non lo aveva perso di vista per un solo istante, si avvicinò per leggere.
-”Total Drama Fanfictions”?- domandò, senza riuscire a reprimere una nota di irritazione.
Credeva che Trent avesse una spiegazione logica e delle scuse pronte, e invece? Le voleva far leggere qualche squallida storiella da adolescente?
Un istante dopo il suo cervello notò un dettaglio affatto insignificante.
-Trent...- esordì, posandogli una mano sulla spalla -... Qualcuno ha scritto delle fanfictions su noi concorrenti di “A Tutto Reality”?-
Il ragazzo annuì, imbastendo l'ennesimo sorrisetto di scuse: la gotica gli strinse convulsamente la spalla.
-E perché mai tu ne sei a conoscenza?-
Trent sobbalzò ed abbassò lo sguardo: non era mai stato bravo a raccontare bugie, dunque era meglio dire a Gwen una parte di verità... Ma senza guardarla negli occhi!
-Me ne ha parlato un amico...- borbottò, mentre la gotica inspirava profondamente per calmarsi.
-Accedi al sito.-
Non era un invito, era un ordine.
Gwen non si arrabbiava quasi mai, ma quando lo faceva... Beh, meglio non ricordarlo!
Trent obbedì rapidamente, passando da una pagina all'altra senza dare alla ragazza il tempo di leggere quanto le scorreva sotto gli occhi: finalmente si fermò, e Gwen ebbe la possibilità di visualizzare, un istante prima che sparisse per lasciar spazio ad un'altra pagina, il titolo di una storia.
Last solution”.
Inarcò un sopracciglio, domandandosi perché mai Trent volesse farle leggere quella cosa che, a giudicare dall'entusiastica introduzione dell'autrice (una tal TrewenForevah), doveva essere “ricca di lacrime e colpi di scena”.

Gwen Fhalebook era nel suo appartamento di Vancuver...”

La vera Gwen sgranò gli occhi, spostando alternativamente lo sguardo da Trent, la cui espressione colpevole la diceva lunga, al baluginante schermo del computer.
Una storia su di lei.
Su di lei, con un cognome storpiato all'inverosimile -che colpa ne aveva se suo padre si chiamava Fahlenbock?- e abitante di una città immaginaria.
Perché lei conosceva Vancouver, non certo quella pessima e sgrammaticata imitazione!
Trattenne un sospiro irritato e proseguì la lettura.

... Aveva lasciato Duncan dopo che aveva scoperto che la tradiva con Cortney.
Era stato il giorno peggiore della sua inutile vita.”


Qui Gwen sobbalzò.
Non tanto per quel mendace riferimento alla sua rottura con Duncan -si erano lasciati da amici, perdiana!-, né tanto meno per quell'orripilante “Cortney”: era l'aggettivo accostato alla sua vita che la inquietava ed irritava in egual misura.
-Trent, chi è questa imbecille?-
Il chitarrista mormorò qualcosa di incomprensibile, ma il peggio doveva ancora venire.

Aveva fatto soffrire Trent se lo meritava.
Prese un coltello dalla cucina e tornò in camera sua, guardando le pareti nere e piene di ragnatele con disgusto.


Ok, la sua camera da letto non era esattamente un tripudio di colori e gaiezza, ma...
Pareti nere? Ragnatele?
-Mi ha forse preso per uno Spiderman con tendenze suicide?- ringhiò, provocando una serie di imbarazzati colpetti di tosse da parte di Trent.
Il motivo di questo rinnovato scoppio di imbarazzo fu chiaro dalle parole successive.


Si sedde...

Dove aveva studiato quella lì, in una fognatura?

... sul letto e si taglia le vene.
Il sangue che usciva le bagna i vestiti ma lei non se ne preoccupo.

Lentamente Gwen cominciò a capire.
Trent aveva letto quell'obbrobrio.
Trent le aveva controllato i polsi.
Trent aveva creduto alle sgrammaticate parole di quella decerebrata di TrewenForevah.
Il sillogismo era semplice.
-Dimmi che non è vero.-
Trent ostentò il suo sguardo da cucciolo dispiaciuto, ma Gwen stavolta non si lasciò intenerire.
-Dimmi che non hai creduto alle cazzate scritte qui sopra. Dimmelo, Trent.-
Il ragazzo deglutì e tentò di sorridere.
-Ovviamente no, ma...-
All'udire quel “ma” Gwen assottigliò lo sguardo.
-... Ecco... Controllare non... Non mi costava nulla...-
La gotica strinse le labbra fino a farle sbiancare.
-Alzati.- sibilò minacciosa.
Trent si morse un labbro, a disagio.
-Gwen, avanti...-
-Alzati. Da. Quella. Sedia.-
Il tono di Gwen non ammetteva repliche, così Trent si affrettò ad eseguire l'ordine.
La ragazza si impadronì della sedia e del computer, battendo sulla tastiera con una violenza tale che Trent fu tentato di fermarla.
Non lo fece, consapevole che in quel momento stava rischiando seriamente la vita.
Maledetto il momento in cui si era affidato al consiglio di...
-Trent?- lo chiamò Gwen, la voce fredda e intrisa di crudele divertimento.
Le si avvicinò cautamente, sbirciando al di sopra della sua spalla.
-Sì? Oh, cavolo...-
Sullo schermo non c'era più la storia di prima.
Adesso, in lettere colorate ed accecanti, campeggiava una nuova storia: “Good-bye my lover”.
Scorrendola rapidamente, Trent poté constatare con orrore che il protagonista di quel nuovo delirio era lui.
O forse un suo alter ego dal nome incredibilmente somigliante al suo, visto che Maccord non era decisamente il suo cognome!
Gwen lo fissò con aria cupamente soddisfatta finché non comprese che aveva terminato la lettura della brevissima (e sconclusionata) storia.
-Allora... Niente male, vero?-
Trent era completamente ammutolito.
Sentiva di meritarsi quella vendetta, ma era sconvolto da quanto aveva letto.
-Colpito?- domandò Gwen, come leggendogli nel pensiero -Lo capisco benissimo. D'altronde non capita tutti i giorni di essere tradito, scaricato, scopare con Courtney e suicidarsi. In un solo giorno.-
Il chitarrista rabbrividì impercettibilmente: chi era la mente malata che aveva creato una cosa simile?
Lui non era stato tradito, non aveva cercato conforto sessuale ed assistenza in Courtney e non aveva mai meditato il suicidio!
Fece per dire tutto questo a Gwen, ma lei lo anticipò, un sorrisetto inquietante che le aleggiava sul volto.
-Ti dispiace se controllo i tuoi sms? Sai, mi piacerebbe sapere se hai davvero tramato alle mie spalle assieme a Courtney! E già che ci siamo, mi mostreresti il collo? Vorrei vedere se ci sono segni di corde o qualche taglio sospetto!-
Mentre la gotica continuava ad infierire su di lui, Trent sentì improvvisa la voglia di urlare.
-Basta!-
-... E magari... Come, scusa?- domandò con finta cortesia la ragazza.
-Basta.- ripeté Trent, con tono più accomodante -Ho sbagliato, sono stato un idiota, un coglione, mi merito le tue prese per i fondelli e la tua vendetta...-
Gwen nel frattempo si era alzata in piedi e lo aveva raggiunto: lo ascoltò scusarsi e protestare per qualche secondo ancora -notando con ammirazione quanto il ragazzo sembrasse determinato ad addossarsi tutte le colpe pur di non perderla- poi gli gettò le braccia al collo, riuscendo ad ammutolirlo.
-Il tuo interessamento e la tua premura nei miei confronti sono dolcissimi...- si interruppe per baciarlo delicatamente -... Ma che sia l'ultima volta che ti lasci abbindolare da questa roba!-
Il ragazzo, sollevato per lo scampato pericolo, sorrise ed annuì.
-Lo giuro.-
La gotica lo baciò nuovamente, allontanandosi poi da lui.
-Vado a farmi una doccia, se vuoi raggiungermi...-
Gli lanciò uno sguardo malizioso ed uscì dalla stanza, lasciandolo imbambolato al centro della stessa.
Gwen gli aveva davvero fatto una proposta simile?
Smise di ragionare all'istante.
Mentre dal bagno giungeva il rumore scrosciante dell'acqua, si sfilò la maglietta e i pantaloni, lanciando un'ultima occhiata al computer.
Fanfictions scadenti, Duncan... Grazie!

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