Il bacio! Un rituale?

di Rebychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


1 Ecco qui il primo capitolo di questa mia nuova storia. Oggi avrei dovuto postare quello nuovo di Futuri incerti (Grigio) – Ritrovarsi ma non piacendomi come era uscito, ho deciso di prendermi un po’ di più tempo per rileggerlo e vedere se era migliorabile.
Mi sono resa conto inoltre che avevo bisogno di scrivere qualcosa di più leggero per staccare la spina e quindi è nata questa storia. Una fic semplice, senza grosse pretese e che sulla carta dovrebbe essere composta da pochi capitoli. D’ora in poi questa fic fino a quando non si concluderà si alternerà al giovedì con Futuri incerti, e spero che vi possa piacere un pochino.
Per maggiori delucidazioni vi aspetto sull’angolo di Rebychan.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio in anticipo chi metterà la storia tra le preferite, ricordate e seguite (se ce ne saranno) e soprattutto chi commenterà il capitolo. Grazie di cuore.
Ringrazio anche le persone che hanno messo la sottoscritta tra gli autori preferiti, e quelli che mi hanno selezionato sulla pagina di Facebook. Grazie!
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

 CAPITOLO 1

Finalmente Gokudera stava ottenendo tutto quello che aveva sempre desiderato.

Mancava pochissimo alla conclusione del rituale, ancora quei sei baci di cui uno tanto atteso e bramato e gli altri cinque una fastidiosa costrizione ed il ruolo di braccio destro dell’ultimo boss della famiglia Vongola sarebbe stato ufficialmente suo.

Lui era lì, fremente, in ginocchio sul freddo pavimento di quella sontuosa stanza, a dimostrazione della sua totale sottomissione al volere del suo Capo e unico signore. Aveva il viso rivolto verso l’alto e gli occhi spalancati in attesa di ricevere quell’agognato contatto di labbra. Ed ad un tratto la bocca impacciata del Decimo seppure fosse titubante e rosso  fino in cima ai capelli fu sulla sua. Gli alitò il suo fiato in bocca segno della sua anima che sarebbe rifluita in lui e ci sarebbe rimasta per sempre creando un legame vincolante e perpetuo tra loro e lui ricambiò.

Poi le labbra si separarono e mentre il Decimo tornava a sedersi nel suo scranno d’onore sinonimo del suo potere, Gokudera si rialzò in piedi.

Era confuso, anche se non lo voleva dare a vedere.

Per diversi anni aveva agognato quel bacio con il suo boss, perché sebbene sapesse di non essere ricambiato per lui il Decimo non era mai stato solo il suo capo ed un amico.

A Gokudera era sempre stato chiaro di essere gay. Le donne non gli erano mai interessate.

E così quando aveva conosciuto il Decimo e lo aveva accettato come capo, giorno per giorno si era fatto affascinare da lui, finendo con l’infatuarsene.

Se diventare braccio destro del Decimo boss dei Vongola era sempre stato il suo sogno, per lui il ragazzo che ricopriva quella carica era tutto il suo mondo.

Aveva combattuto con i denti per raggiungere la sua posizione, per potergli stare accanto per sempre, per poterlo proteggere, consigliare, per diventare speciale per lui se non come innamorato almeno come il suo uomo più indispensabile.

Aveva studiato come un dannato, si era allenato superando i suoi limiti, aveva sputato sangue per raggiungere quello scopo. Ed infatti ora era il suo braccio destro. C’era riuscito! Ed era felice come mai nella vita.

Tuttavia con quel bacio, sebbene fosse sulla carta solo un rituale mafioso con cui si affidava  la propria anima all’altro, facendoli diventare fratelli, essendosi convinto di essere innamorato del Decimo pensava avrebbe provato qualcosa in più.

Aveva pensato che avrebbe sentito il cuore battergli nel petto più in fretta, mentre le sue gote si sarebbero colorate di porpora. Aveva creduto che avrebbe sentito il mondo intorno a lui scomparire, ed avrebbe dovuto farsi violenza per non chiudere gli occhi, visto che l’etichetta costringeva a tenere le palpebre bene aperte. Aveva creduto che avrebbe sentito le farfalle ballargli nello stomaco mentre le sue gambe si sarebbero fatte molli e per fortuna che era inginocchiato perché se no, avrebbe corso il rischio di cadere.

Aveva pensato che quel bacio lo avrebbe così sconvolto da legarlo al Decimo non solo come fedele e perpetuo braccio destro com’era stato, ma anche come innamorato fino a quando morte non li avrebbe separati.

Un innamorato che non pretendeva di essere corrisposto, ma solo di poter amare e stargli accanto anche solo come amico e confidente.

Ed invece non era successo.

Il suo cuore non aveva accelerato i battiti, le sue gote erano rimaste pallide, il mondo intorno a loro non era scomparso, le palpebre era stato facile tenerle aperte, le farfalle non avevano ballato a festa nello stomaco, e le sue gambe erano ancora ferme come non mai.

Era felice perché il suo sogno si era realizzato. Era soddisfatto per aver raggiunto la posizione che aveva sempre voluto e sapeva che avrebbe dato la vita per il Decimo se fosse stato necessario, ma quel bacio non aveva assolutamente scatenato il suo sentimento d’amore, palesandolo del tutto ai suoi occhi interiori. C’era stato solo affetto e nient’altro. Non amore!

Perché?

Si voltò verso le cinque persone che avrebbe dovuto baciare per consolidare la sua posizione.

Gli altri guardiani del Decimo erano lì in piedi e stavano aspettando il loro turno per farla finita con quello stupido rituale che tutti avevano accolto con un cipiglio.

Nessuno voleva ricevere quel bacio eppure Reborn era stato categorico. La tradizione mafiosa doveva essere rispettata.

Mentre si avvicinava al primo dei suoi compagni per affidargli la sua anima unita a quella del boss e ricevere quella dell’altro in segno di rispetto, che vincolavano quest’ultimo ad accettarlo come braccio destro, e quindi come vice capo, non faceva che chiedersi perché non avesse provato nulla nel baciare il Decimo.

Meccanicamente costrinse le sua labbra ad unirsi a quelle imbronciate del ragazzo che aveva davanti, che lo guardava furente con i suoi occhi grigi.

Il tocco fu leggero e veloce.

Ed entrambi appena ebbero finito anche se tentarono di non darlo a vedere, tirarono fuori la lingua schifati.

Nel constatare quello Gokudera se non altro si consolò dicendosi che per lo meno il bacio del Decimo non lo aveva disgustato, come quello con Hibari.

E per fortuna che quest’ultimo aveva accettato di partecipare al rituale, anche se all’inizio aveva detto di no. Era stato Reborn ad organizzare il tutto, e chissà cosa gli aveva detto per costringerlo.

Senza infatti una giusta arma di ricatto, dubitava che Hibari sarebbe stato presente. Non era nel suo carattere. E la sua defezione avrebbe di sicuro rovinato la cerimonia.
 

Sinceramente Gokudera non ci teneva poi più di tanto a sapere con cosa Reborn lo avesse ricattato. In quel momento per lui infatti l’importante era concludere quel rituale quanto prima.

Era la sua festa. Era diventato braccio destro e tutto doveva andare per il meglio, seguendo il protocollo e la tradizione in modo che nessuno potesse avere a che ridere in futuro sulla sua nomina.

Si avvicinò al secondo ragazzo. Mukuro lo guardava ironico. Gokudera avrebbe preferito che ci fosse stata Chrome al suo posto, ma l’altro non aveva voluto sapere ragioni. Le labbra della sua piccola Chrome dovevano rimanere immacolate. Si sarebbe sottoposto lui anche se a malincuore a quel fastidioso rituale.

Sì, se non ci fosse stata in ballo Chrome che aveva accettato di presenziare alla cerimonia, di sicuro Mukuro non si sarebbe mai presentato.

Era lì solo per sostituire lei.

Il bacio fu veloce quanto quello con Hibari, se non che Mukuro scherzosamente provò ad infilargli la lingua in bocca e lui si staccò di scatto, guardandolo furente, mentre l’altro ridacchiava divertito.

Come aveva osato?, fu il suo pensiero.

Stavolta nonostante il rituale non riuscì a resistere e si pulì la bocca con le mani.

Anche quel bacio lo aveva schifato. Pensò. Ancora tre persone e sarebbe tutto finito. Si disse per farsi forza.

Il suo pensiero ritornò al Decimo mentre faceva i pochi passi che lo separavano dal terzo guardiano.

Forse il non fastidio era sinonimo d’amore?, si chiese incerto.

No. Significava solo che i suoi sentimenti per il Decimo erano più forti di quelli che lo univano a Hibari e Mukuro.

I baci d’amore dovevano essere più coinvolgenti altrimenti non si sarebbe spiegato il perché agli innamorati piacesse così tanto soffermarsi in effusioni.

Si piazzò di fronte al terzo ragazzo. Lui era stato facile convincerlo. Era bastato dirgli che quel gesto era sinonimo di fratellanza perenne e subito si era dimostrato sì imbarazzato, ma anche entusiasta.

In quel momento per dimostrare la sua buona volontà, infatti, invece di aspettare che Gokudera appoggiasse lui la bocca sulla sua come prevedeva il rituale, lo afferrò per le spalle e gli stampò due baci con lo schiocco sulle labbra. Poi, lo lasciò e ridacchiò urlando: “Sono stato estremamente bravo, vero?”

Quell’imbecille aveva rovinato la cerimonia, pensò Gokudera, mentre finalmente arrossiva sì, ma di sicuro non per il piacere, ma bensì per il disgusto.

Si ripulì la bocca, mentre Reborn dichiarava che andava bene così, che il protocollo era stato rispettato lo stesso.

Gokudera lanciò un’occhiataccia a Ryohei che rideva ancora come se non avesse capito cosa aveva combinato, e lo superò per andare dal quarto guardiano.

E quello che fu costretto a fare con lui per il povero nuovo braccio destro fu ancora più traumatico.

Fu costretto infatti ad afferrare Lambo per la collottola e sollevarlo di peso visto che tentava di divincolarsi con tutto se stesso, urlando a squarciagola che lui Goku-scemo non lo voleva baciare.

Era lì solo perché gli era stato promesso una buna cenetta e nuovi giocattoli, non di sicuro per quelle sconcezze.

Ci vollero dieci minuti buoni a Gokudera per immobilizzarlo e finalmente dargli il bacio del rito.

Tuttavia il bambino non si era ancora arreso, perché mentre univano le labbra invece di dargli il suo fiato, Lambo gli sputò in bocca.

Gokudera subito mollò il bambino, mentre sputava a terra la saliva dell’altro unita alla propria, e si ripuliva la bocca nel tentativo di cancellare quel brutto sapore.

Ancora una volta Reborn stabilì che il rituale tutto sommato era stato rispettato per cui si poteva andare avanti.

Fu allora che Gokudera capì che il famoso killer appartenente agli Arcobaleno si stava divertendo un mondo in quella cerimonia, mentre lui invece affrontava quel supplizio con stoicismo.
Già era confuso per via della faccenda del bacio con il Decimo, in quanto dentro di sé una vocina che tentava di scacciare continuava a ripetergli insistentemente che probabilmente in tutti quegli anni lui aveva semplicemente confuso l’amore con l’ammirazione ed il rispetto ed era per quello che quel bacio non gli aveva procurato nessun piacere.

Ed ora anche quegli idioti dei suoi compagni sembrava facessero di tutto per rovinargli la giornata.

Anche a lui l’idea di baciarli lo disgustava, ma visto che avevano tutti accettato di fare quel rituale, ognuno per i suoi motivi, almeno potevano dimostrarsi più rispettosi.

Per fortuna che gliene mancava ancora solo uno. Tirò un profondo respiro di sollievo.

Quando però si piazzò di fronte all’ultimo guardiano rimasto, si rese conto che per lui era proprio questi il più difficile da baciare.

Era in fin dei conti la persona con cui aveva legato di più dopo il Decimo, nonostante il loro rapporto fosse sempre stato conflittuale e pieno di rivalità.

L’altro non aveva mai combattuto contro di lui per ottenere il posto di braccio destro, eppure visto il legame che aveva con il Decimo sapeva che l’unico altro candidato possibile per quel ruolo sarebbe stato proprio lui.

Se l’altro avesse fatto sul serio per aggiudicarsi quella posizione sarebbe mai riuscito a sconfiggerlo?

Gokudera aveva sempre avuto quel dubbio.

Se Yamamoto  avesse deciso di lottare, nonostante in intelligenza lo battesse come niente, ora forse sarebbe stato l’altro al suo posto, sarebbe spettato a lui svolgere quel rituale.

Yamamoto era infatti più intuitivo di lui, e sapeva trattare con gli altri meglio di come faceva lui. E quelli erano doti eccezionali per un buon braccio destro.

Tuttavia così non era stato.

Yamamoto non aveva combattuto, e lui era diventato braccio destro.

Ed ora doveva svolgere fino in fondo  il suo dovere.

Era però titubante, perché a dirla tutta non era mai riuscito a capire perfettamente quali erano i suoi sentimenti per l’altro.

Gli piaceva, non gli piaceva, lo guardava, non lo guardava, era preoccupato per lui, ma pretendeva con se stesso che non fosse così tentando di non darlo a vedere.

Il loro rapporto era complesso.

Yamamoto lo guardava senza nessuna ombra nello sguardo e sorridente. Al contrario di tutto gli altri guardiano era davvero felice per lui. E sapeva quanto importante fosse quel giorno per il guardiano della tempesta.

E Gokudera si fece ancora più incerto.

Sapeva che avrebbe dovuto darsi una mossa ma non riusciva a sollevare il capo e baciarlo.

Con gli altri era stato facile ma con lui le cose si complicavano sempre e non capiva il perché.

Yamamoto dovette accorgersi che c’era qualcosa di sbagliato. Sembrava sempre capirlo meglio di chiunque altro. E quando ne aveva bisogno c’era sempre. E per spronarlo non esitava a dirgli in faccia i suoi sbagli in modo franco e spiccio.

Era la persona più vicina ad un amico vero che avesse mai avuto.

Anche il Decimo era suo amico, ma la loro amicizia era macchiata dal rispetto per la posizione dell’altro. Con Yamamoto invece erano alla pari.

Yamamoto notando il suo turbamento decise come sempre di corrergli incontro, prendendo in mano la situazione, in modo da aiutarlo.

Se lui era titubante nel baciarlo, allora gli avrebbe dato una mano per rendergli le cose più facili.

Il solito sorriso dolce ma anche sfrontato che attraversava quasi sempre il volto del guardiano della pioggia svanì mentre gli appoggiava le mani sulle spalle, per poi chinarsi verso di lui.

Visto che lui non si dava una mossa, voleva baciarlo lui?, fu quello il pensiero di Gokudera.

Il ragazzo dai capelli argentati a quel punto si ritrovò istintivamente a porgergli  le labbra. Quelle di Yamamoto nel frattempo si avvicinavano sempre di più alle sue e…

FINE CAPITOLO 1

Yamamoto bacerà davvero Gokudera? Oppure no? Cosa succederà? Tutto quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.

L’ANGOLO DI REBYCHAN:
Come avevo annunciato nello scorso capitolo in un piccolo avviso, sentivo il bisogno di novità e quindi ho deciso di iniziare a scrivere una nuova storia su Reborn. Una storia semplice senza grosse pretese. D’ora in poi credo infatti che scriverò sempre due fic contemporaneamente su questo manga, che si alterneranno al giovedì, tempo permettendo. Avendo tante idee per la testa, sento il bisogno di sfogarle.
L’ispirazione della fic è un’immagine che ho visto di un bacio sulla bocca fra due camorristi mentre il giornale ne spiegava il principio. Ora sappiamo tutti che le vere organizzazioni mafiose non sono per nulla una bella cosa, ma il senso di quel bacio è davvero profondo ovvero lo scambio di anime e così è nato il rituale della storia, che è decisamente inventato.
L’ostentazione del bacio mafioso invece ha una valenza diversa, e più dispregiativa, ma quella sarà un’altra storia se mai deciderò di scriverla, per cui mi tengo la bocca cucita.
Ed ora passiamo all’altra decisione che ho preso per le fic nuove. Ho deciso infatti che d’ora in poi se una mia storia su EFP non dovesse avere un certo riscontro, la toglierò per proseguirla solo nel mio forum. Se infatti a nessuno dovesse interessare qui, per me ho intenzione di continuarla lo stesso ma almeno mi libero un po’ di tempo (preparazione del file, postaggio, controllo) che potrei impiegare in altro. Queste mie parole non vogliono spingere nessuno a commentare, uno perché fin’ora sono sempre stata molto contenta dei commenti ricevuti in questo fandom, e secondo perché chiunque volesse continuare a leggere la storia può sempre farlo nel mio forum che è accessibile a tutti. E’ solo una questione di tempo. Se sembra che a nessuno interessi, infatti, tanto vale guadagnarne un po’ e postarla una sola volta e la scelta non può che essere il mio archivio privato. Spero sia tutto chiaro, ma se qualcosa non è stata capita ditemelo pure, che tenterò di essere più precisa.  
Grazie per l’attenzione.
Con questo mi sembra di aver detto tutto.
Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ecco qui il nuovo capitolo di questa storia, ed è un POV di Yamamoto.
Spero vi piaccia.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite, ricordate e seguite e soprattutto chi ha commento lo scorso capitolo. Grazie di cuore.
Ringrazio anche le persone che hanno messo la sottoscritta tra gli autori preferiti, e quelli che mi hanno selezionato sulla pagina di Facebook. Grazie!
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 2

Gokudera ci aveva dato dentro pesantemente con l’alcol quella sera. Era la sua festa per festeggiare la nomina a braccio destro per cui tutti si aspettavano che fosse euforico, tuttavia nessuno avrebbe mai creduto che si sarebbe ridotto in quello stato.

Aveva bevuto così tanto che ormai le gambe non lo reggevano più, parlava dicendo frasi sconnesse e senza senso e gli occhi gli si chiudevano inesorabili.
 

Fu proprio quando la sua testa cadde in avanti, sbattendo contro il tavolo e perse conoscenza che Yamamoto si decise ad intervenire.

Tutti i presenti pensavano che Gokudera bevesse per festeggiare la realizzazione del suo sogno, che avesse deciso per una volta d’indugiare nell’alcol anche se questo significava perdere le proprie capacità cognitive perché entusiasta della sua nomina a braccio destro, ma Yamamoto sapeva che tutto ciò non era dovuto solo a quello.

Al ragazzo era chiaro che la maggior parte della colpa per il fatto che l'altro beveva così tanto era sua.

Gokudera doveva aver pensato che lui gli avesse rovinato la cerimonia di nomina e non lo ritenesse degno di essere il vice capo visto quello che aveva combinato durante il rito del bacio.
Doveva pensare che avesse a che ridere sulla sua nomina, ma invece non era così.

Lui pensava che Gokudera fosse fantastico e che fosse degno di tutto il successo che riusciva ad ottenere.

Era migliorato tantissimo in quegli anni e se già da ragazzo lo apprezzava ora gli piaceva milioni di volte di più.

Lo avrebbe seguito e appoggiato sempre, in tutto e per tutto, se fosse stato in suo potere. A parte ovviamente per quello.

Il guardiano della pioggia sospirò. Yamamoto a dirla tutta era stata la persona che più era rimasta sconvolta all’idea di dover baciare Gokudera alla cerimonia di nomina.

Avrebbe fatto di tutto per l’altro, ma quello gli era sembrato proprio uno strano scherzo del destino.

Aveva provato a prendere quel gesto come un gioco come di solito riusciva a fare con tutto, ma quella volta non c’era proprio riuscito.

Tuttavia l’avrebbe accettato se quello fosse stato l’unico mezzo per rendere felice l’altro.

Ma poi Gokudera quando era stato il suo turno per il bacio, se con gli altri si era dimostrato determinato, aveva mostrato titubanza ed allora lui…

Sospirò di nuovo al ricordo di quello che aveva fatto.

Si sentiva in colpa per aver macchiato con quell’ombra la giornata perfetta di Gokudera, ma l’aveva fatto anche per lui.

Proprio perché provava dei rimorsi per aver ingannato tutti, però, quando Hayato svenne per il troppo bere fu il primo ad avvicinarsi a lui e non avendo bevuto quasi per niente si offrì ben volentieri di scortare l’altro fino a casa.

Tsuna fu felice di affidarglielo e così la festa per il festeggiato ed il guardiano della pioggia finì.

Yamamoto si sistemò bene in spalla Gokudera, e uscito all’aria aperta, respirando a pieni polmoni quel venticello fresco, cominciò a camminare a passi fermi e sicuri verso la casa dell’altro.

Non prese un taxi. Sentiva il bisogno di andare a piedi per godersi ogni attimo di quel momento.

Quando gli sarebbe mai capitato ancora di avere così vicino Gokudera?

Era inutile negarlo. E siccome Yamamoto era sempre sincero con se stesso ormai da diverso tempo lo aveva ammesso. A lui Gokudera piaceva e non come amico ed era per quello che il bacio della cerimonia lo aveva terrorizzato.

Aveva temuto, mentre le loro labbra si univano, di rivelare troppo sui suoi sentimenti. E sapendo che Gokudera non lo corrispondeva, avrebbe preferito evitarlo.

All’altro infatti piaceva Tsuna.

Quella era un’altra cosa di cui Yamamoto era certo. L’aveva capito per come lo guardava, per come desiderasse sempre stargli vicino, per come aveva accolto entusiasta il bacio con il suo boss, per poi però fare una faccia disgustata quando aveva saputo che avrebbe dovuto baciare anche gli altri guardiani.

Era palese per Yamamoto che l’unico bacio che Gokudera avesse agognato fosse quello con Tsuna. Gli altri li aveva visti solo come una semplice costrizione.

E quello gli aveva fatto male.

Per essere sinceri, lui non era geloso del legame che univa Tsuna e Gokudera. Anche lui riconosceva tutti i meriti del primo e poteva capire perché piacesse così tanto all’altro.

Tsuna era un ragazzo eccezionale, che avrebbe fatto di tutto per i suoi amici. Anche se per molto non era riuscito a metterlo a frutto, poi il suo talento era dilagato rendendolo una persona d’ammirare e apprezzata da tutti.

Sì, poteva benissimo capire perché Gokudera amasse Tsuna.

Il problema però era che invece lui amava Gokudera, e non riusciva ad accettare che l’altro vivesse quel bacio con le labbra che lui avrebbe tanto desiderato ricevere come pegno d’amore, sapendo che non l'avrebbe mai ottenuto, solo come una formalità.

Aveva provato a convincersi ad accettare la situazione, dicendosi che il rito stabiliva così e non ci si poteva fare niente, che era solo un modo metaforico per unire per sempre in un’ideale famiglia le anime delle persone che se lo scambiavano, ma non c’era riuscito.

Per lui un bacio con Gokudera era un bacio d’amore punto e basta visto i suoi sentimenti.

E poi di sicuro non aveva bisogno di quel gesto per unire la sua anima a quella di Tsuna e Gokudera. Lui era già convinto che sarebbe stato con loro per sempre. Aveva già giurato eterna fedeltà a Tsuna come capo ed a Gokudera come braccio destro.

E così quando aveva visto Gokudera titubante nel baciarlo, all’improvviso gli era venuta quell’idea ed aveva agito in quel modo.

Se lui era già convinto della sua fedeltà e quel rito era solo una proforma perché doveva per forza farlo?

Dalla posizione in cui si trovava poteva benissimo comportarsi in quel modo e nessuno a parte Gokudera si sarebbe accorto di niente.

Tanto nemmeno l’altro sembrava così voglioso di appoggiare le sue labbra sulle sue.

Aveva pensato di fargli un piacere visto il disgusto che aveva provato con gli altri guardiani ed invece dopo l'accaduto l’altro lo aveva guardato furente.

Perché?  Avrebbe dovuto essere felice di quel suo espediente visto che a parte forse un po’ di amicizia non provava niente per lui, ed invece si era incavolato tanto che aveva cominciato ad insultarlo pesante, chiamandolo con le più colorite offese del suo repertorio.

Reborn doveva aver pensato che lo facesse perché era stato lui a baciarlo e chissà in che modo, e così aveva stabilito che il rito era stato concluso in modo appropriato e si poteva andare a festeggiare.

Gokudera aveva guardato sia il killer degli Arcobaleno sia Yamamoto in malo modo e solo facendo leva sulla sua forza di volontà si era girato di scatto per andare dal suo Decimo in modo da affiancarlo quando avrebbero lasciato la stanza.

Anche gli altri li avevano seguiti e Yamamoto era rimasto da solo per un po’ a riflettere sul motivo per cui Gokudera aveva reagito così rabbiosamente con lui pochi istanti prima. Ed alla fine pensò di averlo capito.

Probabilmente Hayato pensava che lui non lo avesse accettato come braccio destro ed avesse fatto quello che aveva fatto per rovinargli la festa.

Aveva preso un grosso granchio.

Non c’era infatti niente di più falso.

Yamamoto si era così reso conto che doveva chiarirsi con Gokudera  ma la festa visto la confusione non era di sicuro il posto adatto.

E poi l’altro si era ubriacato togliendogli così la possibilità di parlarci anche una volta che fosse finito tutto.

Sospirò.   

Yamamoto stava ancora riflettendo su quelle cose quando la voce di Gokudera riuscì a sorprenderlo e farlo sussultare.

Era ancora lievemente impastata a causa dell’alcol, ma dopo un po’ di sonno sembrava aver ritrovato la proprio lucidità ed infatti le parole gli uscirono normali, non se le mangiò.

Yamamoto sentì le braccia di Gokudera appoggiarsi sulle sue spalle mentre si metteva più comodo, ma non tentò di scendere dalla sua schiena e ciò rese felice Yamamoto perché significava che tutto sommato l’altro si fidava ancora di lui, nonostante l’episodio intercorso tra loro quel giorno.

Era palese però che Gokudera necessitava di spiegazioni circa il suo comportamento.

Ed infatti quando riuscì a comprendere cosa gli aveva chiesto a bruciapelo, non ne rimase sorpreso.

“Perché non mi hai baciato sulla bocca?”, gli aveva domandato Gokudera.

E Yamamoto sospirò per l’ennesima volta quella sera rendendosi conto di dovergli una risposta. Non poteva infatti lasciare che l’altro pensasse che non lo ritenesse degno di essere il braccio destro di Tsuna.

Ma cosa poteva dirgli per giustificare quel mancato bacio?

Ebbene sì! Quando lui aveva avvicinato il suo viso a quello di Gokudera durante la cerimonia approfittando della posizione favorevole che non permetteva agli altri di controllare la situazione, invece di baciarlo come stabiliva il rito, aveva solamente appoggiato lievemente le sue labbra sulla sua guancia.

Ed anche lì l’aveva solamente sfiorata.

Era stato un bacio innocente, e non un bacio sulle labbra.

E nonostante quello il tocco leggero era riuscito a produrre in Yamamoto dei deliziosi brividi di piacere. Il ragazzo aveva sentito la colonna vertebrale fremere. Per fortuna che era durato solo un attimo e si era tirato indietro in fretta perché se no, di sicuro anche senza baciarlo in bocca, avrebbe svelato lo stesso i suoi sentimenti.

L'amore chissà infatti cosa l'avrebbe spinto a fare.  

E quindi eccolo il problema.

Come poteva giustificarsi con Gokudera, senza rivelargli il vero motivo che lo aveva spinto a tirarsi indietro?

Era difficile trovare le parole giuste.

Fu per quello che abbassando lo sguardo triste, si decise di rimanere sul vago e disse semplicemente: “Da come eri titubante, ho pensato che non volessi baciarmi e quindi ho deciso di usare un espediente per tirarti fuori da quella situazione.”

Poi Yamamoto si sforzò di ridere come al suo solito, ma quella risata era talmente forzata che chiunque si sarebbe accorto che c’era qualcosa che non andava. Chiunque sì, ma forse non un Gokudera ancora parecchio brillo.

FINE CAPITOLO 2

Come ha vissuto la festa Gokudera? Cosa l'ha portato a fare quella domanda di spiegazioni a Yamamoto? Cosa succederà? Tutto quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.

L'ANGOLO DI REBYCHAN:
In questo POV di Yamamoto si è chiarito cos'è successo alla cerimonia del bacio, e sono già fin da subito chiari i sentimenti che il patito del baseball prova per Gokudera.
Nel prossimo invece tornerà il POV di Hayato per rendere chiari quali sono i suoi sentimenti dopo il mancato bacio e speriamo in bene.
Spero che la fic continui a piacervi.
Con questo anche stavolta mi sembra di aver detto tutto.
Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan

L'ANGOLO DELLE RISPOSTE AI COMMENTI:

Un ringraziamento speciale va a:

Dead Master: Grazie! Sono felice di sapere che ti sembra che questa semplice storiella promette bene. Spero di non deluderti con il proseguo.
E' più forte di me, interrompere i capitoli sul più bello. Lo "stacco bastardo" è il mio marchio di fabbrica.
Sono contenta di sapere che è ti è piaciuta l'idea del rituale, e che ti sembra ne abbia spiegato bene le finalità. Tiro un profondo respiro di sollievo.
Diciamo che io sono una tipa cui piace incasinare le situazioni, per cui a volte Gokudera potrebbe anche sembrare innamorato di Tsuna nelle mie fic, ma poi tutto si rivelerà essere un abbaglio oppure verrà spietatamente scaricato. Sono una Yamagoku fan convinta fino al midollo. E se anche Yamamoto e Gokudera all'inizio potrebbero sembrare provare qualcosa per altre persone, alla fine non potranno che rendersi conto che sono loro due ad essere follemente innamorati tra loro. Sono la coppia perfetta!
Sono felice di sapere che hai trovato divertente il modo di agire degli altri guardiani al bacio. Mukuro è sempre il solito, sfrontato ed irriverente.
Il rapporto tra Takeshi e Hayato è ambiguo anche nell'opera originale, per cui è naturale renderlo ambiguo anche nelle fic, no?
Addirittura dipendente dalle mie storie? Troppo buona! Sono felicissima di sapere che ti piacciono così tanto e che aspetti gli aggiornamenti con così tanta trepidazione. Grazie!
Grazie per le tue belle parole su "Futuri incerti", per le tue rassicurazioni e la tua pazienza.. Alla fine ho postato il nuovo capitolo ed è piaciuto più di quello che credevo per cui tiro un profondo respiro di sollievo.
Grazie per il commento.

lightdragon 91: Mi dispiace! Ma è il mio marchio di fabbrica finire i capitoli con uno "stacco bastardo" e poi per come doveva iniziare questo, non avrei nemmeno potuto fare altrimenti, perché quel tentativo di bacio doveva rimanere sfumato. Eh eh eh!
Per fortuna, non hai messo il broncio con me. Mi sarebbe spiaciuto. Sigh. Sigh. Sob.
Grazie! Sono felice di sapere che la storia ti è sembrata interessante, e che ti piace come scrivo. ^^
Già! Reborn è stato un grande sadico ad organizzare quella cerimonia. Deve essersi divertito tantissimo nel vedere Hayato alle prese con quei baci, sopportando di tutto pur di diventare il braccio destro. Poveretto!
Soddisfatta di scoprire come è finita la cerimonia? Spero di sì.
Grazie per il commento.

Milli Milk: Grazie! Sono felice di ritrovarti qui.
E sono stra contenta di sapere che il primo capitolo di questa mia nuova storia ti è piaciuto.
Diciamo che il bacio camorristico, ed il bacio mafioso differenziano di significato. Il mio rito prende spunto dal primo che ha un senso più positivo. L'ostentazione del bacio mafioso,invece, è un vero bacio di Giuda, senza possibili dubbi.
Sono felice di aver reso chiaro il rito, e più che su Reborn e le sue intenzioni (ognuno può pensare quello che vuole sul perché ha portato la situazione così allo stremo) essendo una fic corta, ho preferito concentrarmi su Yamamoto e Gokudera e vediamo come andrà a finire.
Ebbene sì, era mia intenzione creare un contrasto tra le serietà del bacio con Tsuna e la comicità di quello con gli altri guardiani e mi rassicura sapere di esserci riuscita.
Sapere di averti coinvolta nelle vicende tanto da farti sentire come una spettatrice (Reborn) è il complimento più bello che mi potessi fare. Sono davvero felice di avere raggiunto un tale risultate, e che hai apprezzato il modo in cui ho reso le frasi e strutturato la fic per conseguirlo.
Questo capitolo invece è molto più classico per il mio stile ed introspettivo, ma d'altra parte è in capitoli come questi che mi trovo meglio. E' più forte di me. Spero di non averti delusa.
Sono felice di sapere che hai apprezzato la suspense finale derivata dal mio stacco di fine capitolo. Diciamo che per come doveva iniziare questo capitolo, l'altro non poteva che finire così, con quel tentativo di bacio appena sfumato.
Veramente in questo capitolo c'è stato il POV di Yamamoto, per leggere cosa passa per la testa di Hayato dopo gli eventi finali della cerimonia dovrai aspettare il prossimo.
E come avrai letto, la cerimonia non è stata interrotta, Gokudera non ha fermato il bacio, ma è stato Yamamoto a decidere di usare un trucco. Mi sembra d'intuire che non avevi pensato a questa eventualità, vero? Eh eh eh! Se è così, sono felice di averti sorpresa. ^^
In effetti come fic è leggera, senza grosse pretese, ma ogni tanto per staccare la spina le storie così sono l'ideale.
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
Grazie per il commento ed i complimenti ondeggianti.

Willow: Grazie! Sono felice di sapere che l’idea ti è piaciuta e che sono riuscita a farti ridere. ^^
Già! Hayato farebbe proprio di tutto per il Decimo. Eh eh eh!
Diciamo pure che la fic è molto più semplice di quello che sembra, per cui il discorso del rituale è solo un pretesto per… beh capirai. ^^
In effetti, Gokudera era in difficoltà a baciare Yamamoto, ma poi quando l’altro aveva preso l’iniziativa, non sembrava gli spiacesse. Hi hi hi!
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
Grazie per il commento.  

Hibari Kyoite: Già! Lo so! I miei finali di capitolo sono molto particolari e di solito “fanno mangiare le unghie”, ma sono convinta che quando finisco una storia poi un po’ vi mancano. Ci si abitua dopotutto a tutto, anche al male. Eh eh eh!
Sì, in effetti questa è un storiella leggera, leggera, senza grosse pretese, e non dovrebbe nemmeno durare a lungo. Solo qualche capitolo, anche se non ho ancora deciso quanti. Si sa, infatti, che a me le storie molto spesso sfuggono di mano.
L’ispirazione arriva sempre in modo imprevisto. A volte basta un’immagine, una frase ed ecco una fic. E trovo sempre giusto indicare lo spunto, rende tutto più chiaro, no?
Povero Gokudera! Cosa non farebbe per il suo Decimo? E Reborn sì, credo proprio si sia divertito un mondo ad organizzare tutto quello. E’ proprio degno del Killer che è. Eh eh eh! Sono felice di sapere che la parte dei “baci” ti ha divertita.
Come avrai letto, stavolta è stato proprio Yamamoto a rivelare le più grande sorprese. Non ha poi così tanto tolto dagli impicci Hayato, anzi forse lo ha ancora di più incasinato. Vediamo come andrà avanti la storia e speriamo in bene.
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
Grazie per il commento.

Un bacione

Rebychan

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


3 Ecco qui il nuovo capitolo di questa storia e i pensieri ovviamente spettano a lui.
Spero vi piaccia.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite, ricordate e seguite e soprattutto chi ha commento lo scorso capitolo. Grazie di cuore.
Ringrazio anche le persone che hanno messo la sottoscritta tra gli autori preferiti, e quelli che mi hanno selezionato sulla pagina di Facebook. Grazie!
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 3

Gokudera era profondamente deluso. E quando era deluso reagiva sempre in modo scostante e rabbioso. Ma quando a causa di forze maggiori non poteva sfogare la sua frustrazione lanciando dinamite o prendendo a pugni chi l'aveva oltraggiato, finiva sempre con il commettere qualche sciocchezza, tipo bere come il peggiore degli ubriaconi, riducendosi in uno stato pietoso.

E tutto ciò era quello che gli era capitato quel giorno.

Tutto era andato storto.

Il bacio con il Decimo non gli aveva fatto provare le sensazioni che aveva creduto, gli altri guardiani si erano divertiti a prendersi gioco di lui, e poi...

Il ricordo di quell’ultimo episodio riusciva ogni volta che ci pensava a mandarlo in bestia.

Afferrò un altro bicchiere e se lo portò alla bocca per berne il contenuto tutto d'un fiato e per un po' ogni pensiero svanì dalla sua mente, per poi l'attimo dopo però tornare.

E pensare che lui aveva sempre creduto che Yamamoto lo avesse capito ed accettato, ed invece era stato proprio quest’ultimo  il più crudele di tutti durante la cerimonia.

Perché non aveva ufficializzato la sua nomina baciandolo ed invece gli aveva solo sfiorato con le labbra la guancia?

Era ingiusto!

Bene che Reborn aveva decretato che la cerimonia si era svolta lo stesso correttamente, ma il fatto che Yamamoto non avesse scambiato la propria anima con la sua in quell'antico rituale gli faceva male.

Era come se la sua gioia per la nomina fosse stata di colpo dimezzata.

Ed il motivo era semplice, non poteva che domandarsi il perché di quel comportamento dell'altro. E la sua testa si riempiva di stupidi dubbi.

Avrebbe voluto prenderlo a pugni ed insultarlo fino a quando non avesse avuto una degna risposta, ma in quel momento non poteva.

Se avesse insistito troppo con le sue "parolacce" avrebbe fatto capire a tutti che c'era qualcosa che non andava. E tutta la cerimonia sarebbe stata compromessa.

E non voleva rovinare la festa a tutti.

Aveva quindi dovuto sopportare in silenzio quell'oltraggio. E per dimenticare...

Afferrò un altro bicchiere e lo svuotò tutto d'un fiato.

La sua mente era annebbiata, eppure come un tarlo il pensiero tornava sempre là.

Perché l'idiota del baseball non l'aveva baciato?

Possibile che non lo ritenesse degno di essere il braccio destro del Decimo?

Il solo pensiero che fosse così lo faceva sentire incredibilmente triste.

La sua rabbia anche se fosse stato solo per quel dubbio quindi era altamente giustificata. Yamamoto gli aveva tirato proprio un brutto scherzetto.  

Eppure più beveva, e più i suoi freni inibitori scomparivano, più si rendeva conto che sotto, sotto se era così nervoso c'era anche dell'altro.

Il fatto era che quando Yamamoto aveva fatto il segno di baciarlo, lui all'improvviso si era reso conto di volere che lo facesse.

Aveva sporto le labbra e abbassato le palpebre quasi dimentico che quello che stava facendo era semplicemente un rito, bramoso solamente di sentire quelle labbra sulle sue.

E quella era una cosa incomprensibile!

L'unico bacio che aveva atteso di quel giorno era quello con il Decimo, eppure quello che gli aveva scatenato dentro le emozioni più forti era stato quello che non c'era stato con Yamamoto.
 

Nell’attesa, mentre l’altro si chinava su di lui, in effetti, anche il suo cuore gli aveva giocato un brutto scherzo, visto che aveva cominciato a battere furiosamente nel petto, mentre le sue gambe erano state scosse da degli strani tremori.

Sarebbe bastato solo che fosse arrossito e avesse sentito ballare le farfalle nello stomaco e sarebbe stato a  posto, era stato costretto a dirsi, ed era per quello che aveva reagito con tutta quella furia nei confronti dell'altro.

Non era solo perché l'altro aveva rovinato il rito che si sentiva così frustrato, ma era perché non capiva più le sue emozioni.
 

Fino al giorno prima era tutto così semplice: amava il Decimo, e provava una sorta d'amicizia inspiegabile e piena di rivalità con Yamamoto.

Ora invece a causa di quello stupido rituale non sapeva più cosa provava né per l'uno, né per l'altro.

Un altro po' di alcol scivolò lungo la sua gola arsa a quella confessione ansiosa.

Ed ora cosa doveva fare?

Fare finta che tutto quello non fosse mai capitato o investigare sul motivo per cui Yamamoto non l'aveva baciato?

E con i suoi sentimenti come doveva comportarsi?

Era così confuso! E l'unica cosa che avrebbe voluto davvero in quel momento era staccare la spina da tutto e non pensare più.

Bevve un altro bicchiere e poi un altro ancora.

E stavolta il ritmo in cui buttò giù tutto quell'alcol fu così frenetico che smise di pensare del tutto, finalmente. La sua mente si fece sempre più pesante, mentre il suo corpo rispondeva con sempre più difficoltà agli ordini del suo cervello.

Non era tuttavia ancora abbastanza, ogni tanto il pensiero di Yamamoto  tornava ancora a fare capolino nella sua mente.

Doveva bere di più, fino a quando la sua testa si sarebbe svuotata del tutto e solo il caos più completo ne avrebbe fatto da padrone. O meglio fino a quando le tenebre l'avrebbero avvolta con le loro spire e finalmente avrebbe trovato pace nel nulla assoluto.

E finalmente dopo l'ennesimo bicchiere tracannato il cui contenuto finì più sul tavolo, che sul suo stomaco, ottenne il risultato sperato.

La sua mente fu invasa dal nero più assoluto e svenne.

Per un po' non ci fu più niente per lui. Finalmente aveva trovato pace nel vuoto assoluto.

Poi però tra le coltri dell'incoscienza aveva cominciato a provare strane sensazioni.

Il suo torace era venuto a contatto con un calore piacevole, e gli sembrava che il suo corpo si stesse muovendo.

Corrugò la fronte, non trovando però la forza di aprire gli occhi per sapere cosa stesse succedendo.

Stava bene in quello stato di sonnolenza. Era senza pensieri.

All'improvviso però cominciò a farsi delle domande frutto della sua confusione.

Quali erano i pensieri da cui si stava proteggendo stando in quel piacevole vuoto di sensi? Non se lo ricordava!

Anche se non avrebbe voluto,  la sua mente cominciò a sforzarsi di rammentare.

Una parte di lui aveva paura dei ricordi, ma l'altra sentiva che era importante sapere. Era curiosa!

All'inizio il suo sforzo non ottenne nessun risultato. La sua mente era troppo annebbiata e combattuta.

Poi, però oltre al tatto che sentiva qualcosa comprimergli lo stomaco, un altro dei suoi sensi si risvegliò ovvero l'odorato.

L'odore di un dopobarba che avrebbe riconosciuto tra mille, e che ancora persisteva nel proprietario nonostante i bagordi della serata, gli solleticò il naso.

E l'oscurità si dissolse, mentre apriva gli occhi, pensando ad un nome: 'Yamamoto.'.

Avendo aperto gli occhi troppo in fretta, una fitta dolorosa gli spaccò in due il cranio, tanto che dovette richiudere le palpebre per tentare di resisterle.

Per un po' continuò a rimanere così, mentre ritornava abbastanza lucido per ricordare cosa era successo e  finalmente capire il motivo per cui Yamamoto lo portava sulla schiena.

Dopo i fatti della cerimonia aveva bevuto troppo e doveva essere svenuto.

E a quel punto Yamamoto doveva essersi offerto di scortarlo fino a casa.

Riaprì gli occhi e stavolta lo fece lentamente.

Lasciò che anche tutti gli altri sensi si risvegliassero completamente in lui: vista, udito, gusto.

Quando si rese conto che i suoi occhi si erano adattati a vedere al buio, che la sua bocca impastata dall'alcol era amara e che le sue orecchie captavano ogni più piccolo scricchiolio che le scarpe di Yamamoto producevano sulla strada capì di essere abbastanza in forze per decidere il da farsi.

Fino a quel momento, aveva ancora finto di essere svenuto, per cui l'idiota del baseball non doveva essersi reso conto del suo risveglio.

Ed ora cosa doveva fare?

Forse poteva continuare la sceneggiata fino al suo appartamento. Avrebbe fatto lavorare come un mulo Yamamoto  per lui obbligandolo a portarlo fino a casa in modo da vendicarsi per il mancato bacio.

Quando il suo pensiero si soffermò su quell'episodio della cerimonia, però, all'improvviso capì di voler sapere perché non l'aveva baciato.

Forse se non avesse bevuto così tanto e fosse stato del tutto lucido, non si sarebbe mai comportato in quel modo, si ritrovò infatti istintivamente ad appoggiare le mani sulle spalle di Yamamoto per sistemarsi meglio.

Normalmente si sarebbe allontanato dall'altro ragazzo come se la sua pelle fosse stava rovente, ora che aveva parcheggiato l'idea della vendetta, ed era stata sostituita dalla voglia di sapere.

Ed invece non lo fece.

Rimase lì in groppa all’altro.

L'alcol che aveva in corpo gli permetteva infatti di essere abbastanza onesto con se stesso, per ammettere che farsi scorazzare in giro così da Yamamoto tutto sommato era piacevole.

Sentire la sua schiena muscolosa e solida contro il suo torace gli dava sicurezza.

Il suo modo di camminare deciso ma nel contempo leggero era quasi ipnotico, e gli donava pace.

Il suo profumo che gli arrivava alle narici lo faceva sentire bene.

Probabilmente fu per quello, perché si sentiva in pace con se stesso che si ritrovò a dare voce ai suoi pensieri quasi senza accorgersene. Le parole gli vennero fuori con naturalezza, perché il desiderio di sapere il motivo per cui la persona di cui più di ogni altra alla cerimonia si era fidato, pensando che l'avesse accettato come braccio destro, l’avesse tradito, era troppo forte.

Voleva saperlo perché se ora i suoi sentimenti erano in subbuglio, in quanto non riusciva a capire perchè avesse desiderato quel bacio così tanto, e la sua mancata concretizzazione lo avesse abbattuto fin troppo, forse con una risposta dell'altro finalmente avrebbero trovato pace.

Gli chiese: “Perché non mi hai baciato sulla bocca?”

Rimase in attesa della risposta che l'avrebbe liberato da ogni dubbio.

Purtroppo fu quella sbagliata! Aveva sperato che Yamamoto avrebbe parlato di sé per giustificarsi ed invece...

"Da come eri titubante, ho pensato che non volessi baciarmi e quindi ho deciso di usare un espediente per tirarti fuori da quella situazione.”, rispose l'idiota del baseball, prima di cominciare a ridere come un idiota, appunto!  

E Gokudera non notando niente di strano in quella risata a causa dell’alcol a quel punto non ci vide più.

Quale diritto aveva su di lui quello scemo per prendere delle decisioni al suo posto, pensando di testa sua a quello che lui avrebbe voluto? Soprattutto quando in verità non capiva un accidente di quello che voleva?

Poco importava che di solito riuscisse sempre a intuire le sue esigenze prima che lui le esprimesse, stavolta aveva sbagliato su tutta la linea.

Se era stato titubante non era perchè non aveva voluto quel bacio, ma era perché doveva baciare lui.

Ed i suoi sentimenti per l’idiota erano sempre stati indecifrabili.

Non era mai riuscito a definirli con assoluta certezza e li aveva per cui sempre etichettati sotto il nome di un'amicizia strana.  

E poi  per essere sinceri quando l'altro aveva preso l'iniziativa, lui  invece quel bacio lo aveva desiderato.

Era l'alcol che lo portava ad essere onesto probabilmente, ma Gokudera era stufo di rifiutarsi di pensare a quel suo desiderio, così come era stufo dell'interferenze da parte dell'altro nel suo libero arbitrio.

Yamamoto doveva capire una volta per tutte, che non aveva nessun diritto di fare cose che lui non gli chiedeva, giustificandosi dietro al fatto che era per il suo bene.

Lui aveva il diritto di scegliere anche di sbagliare se avesse voluto.

Fu quindi per frustrazione e rabbia che si ritrovò ad agire in quel modo.

Cominciò a divincolarsi ed ad urlare per farsi mettere giù dall’altro.

Poi, lo afferrò cominciando a stringere ed urlò: "Anche se non avessi voluto, e non ho mai detto che fosse così, avresti dovuto baciarmi lo stesso. Così hai rovinato la cerimonia. Dovevi sapere che per me era la cosa più importante. Pensavo avessi capito quanto per me fosse stato importante diventare il braccio destro del Decimo. Pensavo mi avessi accettato. Ed invece hai rovinato tutto. Chi mi dice che in futuro tu non abbia a che ridire, e riveli a tutti che non mi hai baciato. In questo modo la mia nomina verrebbe messo in discussione. Sei un idiota! Perché continui a farti gli affari miei, anche quando non ti è richiesto?"

A quel punto, mentre Gokudera cominciava a ripetere senza sosta:" Idiota! Idiota! Idiota!" Yamamoto fu costretto a lasciarlo cadere dalle sue spalle, mentre con le mani andava ad allentare la presa dell'altro sul suo collo. La risata gli era morta in gola, ed il fiato gli si era fatto pesante.

Se continuava così infatti Gokudera stavolta avrebbe corso sul serio il rischio di strangolarlo.

FINE CAPITOLO 3

Yamamoto riuscirà a salvarsi la vita? Cos'altro si diranno lui e Gokudera? Cosa succederà? Tutto quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.

L'ANGOLO DI REBYCHAN:
Ecco qui i pensieri dell'altra metà del cielo.
Gokudera come sempre è contorto e spero di averlo reso bene. Incrocio le dita.
Ve l'aspettavate che sarebbe andata così? Fatemi sapere.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
Con questo, anche stavolta mi sembra di aver detto tutto.
Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan

L'ANGOLO DELLE RISPOSTE AI COMMENTI:

Un ringraziamento speciale va a:

kury: Purtroppo non sono riuscita ad aggiornare domani. Spero però che il nuovo capitolo sia arrivato comunque abbastanza presto.
Sono felice di sapere che trovi la storia kawai!
Già! E' impossibile non volere del bene a Yamamoto. Gokudera spicciati a svegliarti e consolalo.
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
Grazie per il commento.

Dead Master: Sono felice di sapere che anche lo scorso capitolo ti è piaciuto.
Sì, anch'io provavo molta tenerezza per Yamamoto mentre scrivevo. Povero caro! E così innamorato!
Che ci vuoi fare? Per gli occhi innamorati di Takeshi, Gokudera è fantastico! E come dargli torto? Ho voluto ribadirlo e sono felice che la frase ti sia piaciuta.
Ho pensato che quando si ama si odia vedere sviliti i proprio sentimenti. E quindi il bacio per Yamamoto non poteva che avere una valenza importante, visto che riguardava Gokudera. Ho preferito quindi che trovasse un modo per non darglielo, anche perché in fin dei conti quel bacio mancato ha creato più problemi al ragazzo dai capelli argentati, che se fosse stato dato. Eh eh eh!
Sì, Yamamoto è rassegnato, ma forse quando si renderà conto di una cosa, proverà speranza. Vediamo come andrà avanti la faccenda.
No! Come hai letto, purtroppo Gokudera non si è accorto di quanto forzata fosse la risata, e come al solito è partito per la tangente, adottando un atteggiamento brusco. E chissà ora come reagirà Takeshi. Speriamo in bene.
Sono felice di sapere che hai apprezzato la storia tanto da farti coinvolgere in modo così profondo. Grazie!
Sì, vedo che noi due ci capiamo benissimo. Ci piace far soffrire i personaggi che amiamo,  ma tanto prima o poi gli daremo una qualche ricompensa, no?
Grazie! Troppo buona! Sono felice di sapere che le mie fic ti piacciono così tanto da aspettarle con ansia e da sentirtene quasi drogata. Spero di non deluderti mai.
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
Grazie per il commento.

lightdragon91: Grazie! Sono felice di sapere che hai trovato tenero lo scorso capitolo.
Sì, il povero Yamamoto è un sentimentalone e quindi non se la sentiva di baciare Hayato pensando che non lo amasse.
Già! Il pensiero di Dante su Hayato à perfetto. Yamamoto può essere il ragazzo più ottimista del mondo, ma quando si tratta di lui è naturale essere pessimisti, anche perché nei suoi confronti non ha mai mostrato un vero e proprio interesse. Vediamo però come andranno le cose in futuro e speriamo in bene.
Soddisfatta di scoprire tutte le paranoie che l'italiano si è fatto alla sua festa? Spero di sì! Eh eh eh!
Spero che la fic continuerà a piacerti, visto che così continuerai a commentarla. Che approfittatrice!
A parte gli scherzi, sono contenta di sapere che questa mia storia ti piace così tanto.
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
Grazie per il commento.

Willow: Grazie! Sono felice di sapere che hai trovato lo scorso capitolo dolce e tenero.
Anche a me Yamamoto piace moltissimo, per cui sono felice di averlo reso bene. Tiro un profondo respiro di sollievo. Povero caro! E' così innamorato, ma è anche così sicuro di non essere corrisposto. Chissà però se è davvero così. Vediamo!
Diciamo che un po' di incomprensione tra Yamamoto e Gokudera ci sarà, ma essendo una fic non troppo lunga non credo sarà una saga infinita. Speriamo in bene.
Già! Tutto sommato anche Gokudera fa tenerezza, visto che lui per primo non riesce a capire i suoi sentimenti. E l'alcol è stato un palliativo.
In effetti sul primo capitolo volevo proprio divertire, e sul secondo volevo far provare tenerezza. Sono felice di esserci riuscita.
Beh già! Baciare qualcuno che non t'interessa è naturale che ti turbi, ma ti turba ancora di più baciare chi ti piace. Eh eh eh!
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
Grazie per il commento.  

Scribak: Grazie per aver recensito questa mia storia.
Sono felice di sapere che ti è piaciuto il plot base (il bacio), lo svilupparsi della faccenda (l'analisi del legame che unisce i guardiani), l'introspezione di Yamamoto e Gokudera (la caratterizzazione che ti sembra fedele, visto che sono stati enfatizzati i lati più tipici dei loro caratteri), l'espediente di non far capire subito se Yamamoto aveva baciato o meno l'altro lasciando con il fiato sospeso, il bacio sulla guancia che hai trovato profondo.
Spero di non deluderti con i prossimi capitoli, perchè quello è sempre il rischio che si corre quando una storia viene accolta con tutto questo entusiasmo. Incrocio le dita e rimango in attesa di un tuo responso.  
Spero che questo capitolo sia arrivato abbastanza presto.
Grazie per il commento.

Un bacione

Rebychan

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ecco qui il nuovo capitolo di questa storia.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio tutti coloro che hanno lasciato un segno della loro lettura su questa storia, commentando o mettendo me o la fic sui preferiti, ricordati e seguiti.
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 4

Yamamoto non si sarebbe mai aspettato una risposta ed una reazione del genere da parte di Gokudera. O meglio immaginava che ce l'avesse con lui perché temeva che avesse a che ridire sulla sua nomina a braccio destro. La prima parte del suo discorso quindi non l'aveva stupito, il problema però era la seconda. L'aveva accusato di farsi troppo gli affari suoi e da come l'aveva detto gli sembrava che la cosa gli pesasse di più di tutto il resto.

Davvero non sopportava minimamente  l’idea che lui interferisse nella sua vita? Lo detestava così tanto?

Takeshi aveva sempre creduto che con gli anni l'altro avesse iniziato ad apprezzarlo un pochino tanto da considerarlo un amico, ma forse si era sbagliato.

Se odiava essere aiutato da lui infatti probabilmente era perchè non voleva avere debiti di riconoscenza nei suoi confronti e quello implicava che da lui non voleva amicizia, ma solo un rapporto di collaborazione reciproca dovuto al fatto di essere co-guardiani.

Quella consapevolezza lo colpì come un pugno nello stomaco, mandandolo KO. E fu per quello che reagì con un attimo di ritardo al tentativo di strangolamento da parte dell'altro.
Le dita di Gokudera sul suo collo strinsero con forza, mentre continuava a ripetere: "Idiota! Idiota!"

Yamamoto dovette fare leva su tutta la sua forza per liberarsene.

Stavolta Hayato sembrava intenzionato sul serio ad ammazzarlo.

L'alcol doveva aver fatto emergere l'odio per lui che si era tenuto dentro per anni e se quando era sobrio il raziocinio lo spingeva ad apparire tranquillo, ora la rabbia lo guidava in quel tentato omicidio.

Takeshi con le dita riuscì ad insinuarsi sotto quelle dell'altro, ed ad allontanarle. Ogni centimetro fu conquistato sudando copiosamente, mentre il fiato seppure corto a causa della fatica, riprendeva vigore perché non c'era più niente che ostruiva le vie respiratorie.

Quando le mani di Gokudera furono distanti una ventina di centimetri, Yamamoto ne approfittò per sfuggire dalla sua presa, mettendo diversi passi tra lui e l'altro ragazzo.

Solo allora si voltò per guardare negli occhi Hayato che non l'aveva seguito.  

Anche il ragazzo dai capelli argentati aveva preso a respirare a fatica. Teneva ancora le mani sollevate come se non avesse capito esattamente cosa fosse successo. Poi se le portò davanti agli occhi e le guardò per diversi secondi, prima di lasciarle cadere lungo i fianchi.

Solo allora fissò di nuovo l'attenzione su Takeshi.

Le sue iridi erano appannate, dopotutto era impossibile che dopo aver bevuto così tanto fosse di già tornato completamente lucido in così poco tempo.

Gokudera ci mise qualche istante a mettere davvero a fuoco Yamamoto.

E con un cambio d'umore repentino, il suo sguardo si fece triste. La rabbia scomparve, mentre guardava l’altro con due occhi umidi, quasi preda delle lacrime.

"Perchè non mi hai baciato?", chiese di nuovo con voce scossa. "E non dirmi che l'hai fatto per me. Io non ti ho mai chiesto di non farlo."

Yamamoto abbassò lo sguardo titubante non sapendo più cosa rispondere.

La sua prima risposta infatti aveva fatto andare fuori di testa Hayato. E se l'avesse ripetuta chissà come se la sarebbe presa.

Tuttavia non poteva nemmeno dirgli la verità circa i suoi sentimenti.

Se gli avesse confessato che l'amava l'altro l'avrebbe allontanato e lui non voleva essere costretto a stargli distante.

Anche se Gokudera lo odiava, lui lo amava e quell'amore lo spingeva a volerci essere per l’altro indipendentemente dai sentimenti che  provava nei suoi confronti.

Come doveva quindi rispondergli?

Aveva le mani legate.

Vederlo così ferito da quella faccenda, rendeva però triste anche Yamamoto che sentiva il forte impulso di consolarlo.

Ma come poteva fare?

L'altro era ubriaco e quindi le sue reazioni erano inaspettate.

Forse poteva sdrammatizzare la situazione con qualche battuta, ma non sarebbe stato giusto.  Prima era meglio chiarire alcune cose.

Sospirò e disse: "Voglio rassicurati sul fatto che se non ti ho baciato non è perché non ti considero degno di essere il braccio destro di Tsuna, anzi penso che quel ruolo ti calzi a pennello. Credimi non troverai mai nessuno più fedele di me a lui ed a te."

Lo guardò intensamente negli occhi per fargli comprendere la sua sincerità.

Gokudera sembrò credergli visto che inclinò il capo in segno di assenso.

Poi però scostò lo sguardo pensieroso, gli si avvicinò lievemente e di nuovo gli chiese: "Se è così però non capisco perché non mi hai baciato. Avresti potuto farlo, avresti suggellato il nostro legame."

"Ho pensato che trattandosi solo di uno stupido rituale, potevo evitarlo visto che tu non sembravi volerlo."

Fu Yamamoto a quel punto ad abbassare lo sguardo. Gli faceva male pensare a tutto quello, visto che l'amava.

Lui in verità avrebbe voluto davvero baciarlo, ma sapendo che l'altro non lo desiderava, come avrebbe potuto approfittarsi così di un rituale stupido ma innocente, solo per assaggiare per la prima ed unica volta le sue labbra? Non poteva!

Gokudera non sapeva quali sporchi pensieri si annidavano in lui.

Piacendogli, infatti, non poteva impedirsi di desiderarlo. E più di una volta aveva fantasticato su di loro, ben sapendo che quel sogno non sarebbe mai diventato realtà.

Eppure in quei pensieri l'aveva sporcato tante volte baciandolo e leccandolo in tutto il corpo e di quello si sentiva in colpa. E non voleva sporcare anche un bacio dal significato bellissimo che avrebbe dovuto unire l'anima delle due persone che se lo scambiavano, con quei suoi vili desideri.

Lui non poteva unire la sua anima con quella di Gokudera, non nel modo in cui l'altro voleva.

L'altro voleva solo "servilismo", lui voleva "amore".

Lo sguardo di Hayato si era fatto pungente, anche se a causa dell'alcol sembrava sempre sul punto di potersi riaddormentare di nuovo da un momento all’altro.

Probabilmente Gokudera si stava sforzando di capire il significato recondito delle parole e degli sguardi di Yamamoto, non riuscendoci però a causa della mancanza di lucidità e quindi captandone solo il senso più diretto.

"Non ti ho mai detto che non lo volevo. Ogni volta intervieni nelle mie faccende pensando di farmi piacere, ma non è così. Lasciami libero di prendere le mie decisioni.", fu infatti il suo commento.

"Mi dispiace. Non sapevo ti pesasse così tanto la mia ingerenza.", si scusò Yamamoto  non riuscendo più  a nascondere il suo rammarico. Cominciò a giocare con un piede con un piccolo sasso che si trovava in mezzo alla strada per concentrare la sua attenzione su qualcos'altro e non far vedere quanto tutto quello lo facesse soffrire, mentre aggiungeva: "Non lo farò più."

Passarono alcuni istanti di silenzio e poi Gokudera improvvisamente gli si fece ancora più vicino, appoggiandogli una mano sulla spalla.

Chiese un'altra volta: "Perché non mi hai baciato?"

Yamamoto risollevò lo sguardo con un cipiglio.

Gokudera lo guardava in un modo strano.

"Te l'ho già detto.", disse incerto.

"Davvero? Non mi ricordo.", esclamò Hayato pensieroso, poi ridacchiò. Quando tornò serio la sua testa ondeggiò pericolosamente per qualche secondo, e ripeté come un chiodo fisso e fosse l'unica cosa che gli interessasse, mentre tutto il resto passava in secondo piano e gli entrava da un orecchio e gli usciva dall'altro a causa dell'ubriacatura: "Perché non mi hai baciato?"

Yamamoto a quel punto capì che era inutile fare un discorso serio con lui, non era nello stato adatto per comprenderlo.

Anche se in certe circostanze sembrava lucido, invece era ancora straubriaco.

Fu per quello che si sforzò di sorridere mentre si decideva a lanciare una battuta, in modo da tenere la mente contorta dell'altro occupata. Gli disse: "Ehi, non credevo ci tenessi così tanto ad un mio bacio?"

L'aveva detta per alleggerire la tensione perché se anche Gokudera si fosse incavolato, finalmente avrebbe smesso di chiedergli spiegazioni che poi si dimenticava o fingeva di dimenticarsi.
Ma Gokudera non si arrabbiò.

A quella sua battuta, si fece serio.

La sua testa si perse in pensieri incomprensibili che poi sfociarono in quella battuta: "Già! Nemmeno io credevo l'avrei voluto così tanto."

Poi di nuovo il ragazzo dai capelli argentati cambiò umore.

Yamamoto era ancora impegnato a capire cosa significasse quella frase, quando se lo ritrovò schiacciato addosso.

Stavolta non però per picchiarlo o fargli male ma per abbracciarlo.

L'impeto fu così forte che Takeshi venne sbilanciato e cadde a terra di schiena.

Per fortuna che era abituato a certe cadute, visto tutti i combattimenti fatti, perché non si fece poi più di tanto male.

Gli ci volle però qualche secondo per riprendersi ed in quei secondi, Gokudera che gli era rovinato addosso, si sedette a cavalcioni su di lui.

Quando Yamamoto riuscì a fissare la sua attenzione su di lui, vide che il suo volto era attraversato da un'espressione maliziosa, mentre le sue iridi verdi erano diventate più scure, a causa della frenesia.

Hayato biascicò: "Finiamo il rituale. Baciamoci ora.", prima di chinare il viso per avvicinarlo a quello dell'altro.

Yamamoto inclinò però il capo per impedirgli di baciarlo.

Non capiva perché Gokudera si stava comportando così, ma sapeva che era l’alcol a parlare e non lui.

"Gokudera.", provò a dirgli mentre, muovendo la testa, evitava anche il secondo tentativo di bacio dell'altro, che finì sui suoi capelli. "Non so cosa ti sia preso ma è meglio se ti alzi. Hai bisogno di tornare a casa e dormire."

"Dopo!", disse con autorità Gokudera, tanto che improvvisamente sembrò essere tornato il solito ragazzo burbero che era diventato degno di stare al fianco di Tsuna come suo vice comandante.

I suoi occhi però erano ancora annebbiati e carichi di un'emozione che Yamamoto non riusciva a spiegarsi.

"Ora voglio che mi baci. Sì, voglio un bacio.", disse l'attimo dopo.

Il tono di voce deciso di prima venne dimenticato, sostituito da uno petulante, tipico dei bambini che fanno i capricci per avere un giocattolo.

"Non credo sia una buona idea.", si rifiutò Yamamoto tentando di divincolarsi dalla presa a terra dell'altro.

Gokudera però essendo in una posizione vantaggiosa, premette il proprio corpo contro il suo per bloccarlo definitivamente.

Poi con le mani andò ad afferrargli la testa che continuava a muoversi per impedire alle sue labbra di posarsi dove volevano.

"Sì, bravo così. Stai fermo.", esclamò il ragazzo dai capelli argentati diventando improvvisamente sadico. "Mi piaci di più quando obbedisci."

Il suo viso si avvicinò di nuovo a quello di Yamamoto che si rese conto di non poter più fare niente per impedire quello che sarebbe successo.

Era immobilizzato lì in mezzo alla strada.

Se solo fosse passata qualche macchina avrebbero dovuto spostarsi e l'altro forse si sarebbe risvegliato dall'incantesimo che l'aveva reso così voglioso nei suoi confronti.

Certo essendo innamorato di lui sulla carta tutto quello a Takeshi avrebbe dovuto fare piacere, ma aveva il dubbio che Gokudera agisse così non perché sul serio desiderasse baciarlo, ma semplicemente per puntiglio personale. Lui non l'aveva fatto alla cerimonia, l'aveva ingannato, ed ora voleva appropriarsi di qualcosa che riteneva fosse suo di diritto.

Hayato quando ormai le sue labbra erano a pochi centimetri da quelle dell'altro, infatti, dichiarò: "Ed ora concludiamo definitivamente la cerimonia."

E poi premette la propria bocca su quella di Yamamoto.

Di prassi il rito della nomina avrebbe previsto che Hayato alitasse in bocca a Yamamoto e poi ricevesse il suo fiato, ed all'inizio infatti Gokudera fece proprio quello. Gli respirò in bocca, facendo quasi vomitare Takeshi visto che sapeva di alcol.

Tuttavia il bacio non durò pochi secondi come da previsione. No, durò molto di più.

Gokudera infatti pochi istanti dopo gli infilò la lingua in bocca e quello non centrava proprio più niente con il rito.

Quello era diventato un bacio a tutti gli effetti.

E se prima aveva provato una forma di rifiuto, Yamamoto si ritrovò suo malgrado coinvolto.

Sentì le mani di Gokudera lasciargli il viso per andargli a cingere il collo in un abbraccio possessivo. Le sue braccia invece si liberarono da sotto il corpo dell'altro per andarlo ad abbracciare lungo la vita.

Si baciarono con trasporto per diversi minuti, come se fosse stata l'unica cosa di cui avessero bisogno per sentirsi felici. E per Yamamoto era davvero così.

Aveva sempre sognato baciare in quel modo Gokudera e finalmente la fantasia era diventata realtà.

Lo amava così tanto, e più le loro lingue giocavano tra loro, più i suoi sentimenti diventano più forti, più avrebbe voluto che tutto quello durasse per sempre.

Purtroppo però non durò, perché proprio in quel momento accadde quello.

FINE CAPITOLO 4

Quali sono i pensieri che hanno affollato la mente di Gokudera mentre faceva certe cose? Come proseguirà il bacio? Cosa succederà? Tutto quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.

L'ANGOLO DI REBYCHAN:
In questo capitolo Gokudera si è comportato in modo molto strano. E' passato da un estremo all'altro.
Vorrei giustificare tutto dicendo che è perché è ubriaco, ma probabilmente il suo atteggiamento è strano anche per una persona brilla.
E' lui che è contorto ed io non ho saputo renderlo meglio di così. Mi dispiace!
Ed ora vediamo come proseguirà la storia. Speriamo in bene.
Con questo, anche stavolta mi sembra di aver detto tutto.
Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan

L'ANGOLO DELLE RISPOSTE AI COMMENTI:

Un ringraziamento speciale va a:

Dead Master: Grazie! Sono felice di sapere che aspetti questa mia storia con tutta quell'aspettativa. Tutto ciò mi rende orgogliosa.
Diciamo che per il momento, i pensieri di Gokudera e Yamamoto si alterneranno capitolo per capitolo, e poi si vedrà. Eh eh eh!
Esatto! Gokudera è contorto, ma se non lo fosse non sarebbe più lui, non credi?
Come avrai letto, complice gli ormoni alti, un tarlo fisso, e l'ubriacatura, Gokudera in questo capitolo ha agito. Eccome se ha agito. E chissà ora cosa combinerà, sarà pronto a scendere a patti con i suoi sentimenti per Yamamoto, oppure no? Speriamo in bene!
Sono felice di sapere che ti piace come rendo l'emotività dei personaggi. Spero di continuare così e di non deluderti.
Diciamo che Gokudera è passato nel giro di due capitoli, da un estremo all'altro, prima infatti ha provato ad uccidere Yamamoto, e poi l'ha baciato. E' veramente strano, oltre che incomprensibile.
In uno dei tuoi filmini mentali avevi considerato questa svolta? Sono curiosa di saperlo.
Anch'io soffro sempre con i personaggi quando leggo e scrivo certe cose, ma se in una storia andasse tutto bene sarebbe monotona per cui purtroppo per peparla bisogna creare delle situazioni di rottura, che colpiscono come un pugno nello stomaco o peggio.
Spero sul serio di non deluderti.
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
Grazie per il commento.

lightdragon91: Sono felice di sapere che le paranoie di Gokudera ti hanno soddisfatta. ^^
In effetti le sue conclusioni erano anche logiche, non sapendo i sentimenti che l'altro prova per lui.
Io direi che dopo la dormita Gokudera aveva trovato un minimo di coerenza di pensieri, ma poi la sbornia si è rifatta sentire facendolo agire in modo del tutto sconclusionato. Ha un unico tarlo fisso il bacio, ed il resto gli passa attraverso senza sentirlo. Che brutta situazione! Eh eh eh!
Mi sa che proprio perchè non riesce a definire il loro rapporto, per Gokudera Yamamoto è uno dei più grandi misteri. Non riesce a capire se stesso, per cui non capisce nemmeno l'altro.
Come avrai letto, sì Yamamoto è sfuggito alla morte, e no, non c'è stata la sfuriata, ma qualcos'altro. Eh eh eh! Avevi ipotizzato una cosa del genere? Sono curiosa!
Spero che questa storia continuerà a piacerti e non ti deluderà nel proseguo.
Grazie per la disponibilità a commentare. Mi fa piacere poter contare sul tuo.
Grazie per il commento.

Hibari Kyoite: Sono felice di sapere che questa storia ti piace così tanto. Spero di non deluderti con il proseguo.
Mi dispiace per i tuoi problemi di salute. Spero che ora tutto si sia risolto e tu possa stare meglio. E' così?
E non preoccuparti! Commenta pure quando riesci.
Sì, per il momento i punti di vista di Gokudera e Yamamoto si alterneranno di capitolo in capitolo per creare un piano completo di quello che succede, poi si vedrà e speriamo in bene.
Diciamo che dire che Yamamoto è un idiota, è una cosa molto semplice, visto che Gokudera non fa che ripeterlo. Eh eh eh! A parte questo, in effetti, Takeshi sa essere disarmante. Sembra che non pensi nulla, ma in verità certe volte pensa troppo ed alla fine si complica la vita. Se in questo contesto infatti avesse permesso al suo istinto di portarlo dove voleva, probabilmente avrebbe baciato Hayato, ma a quel punto la storia sarebbe finita, non credi?
Non preoccuparti! Io la penso come te per quanto riguarda le 5927. Quello che Gokudera prova per Tsuna non è amore, è adorazione ed è una cosa diversa perché manca quello che in un rapporto è basilare, il confronto.
Vedrai, al più presto (spero) Gokudera scenderà a patti con i suoi sentimenti per Yamamoto, già in questo capitolo, infatti ha fatto una cosa imprevedibile che fa pensare. Ed ora vediamo come si svilupperà la vicenda. Incrociamo le dita.
No, per ora Yamamoto è salvo ed in futuro si vedrà. Incrociamo le dita.
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
Grazie per il commento.

Un bacione

Rebychan

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ecco qui il nuovo capitolo di questa storia.
Nell'angolo di Rebychan c'è un piccolo avviso, per chi è interessato a leggerlo.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio tutti coloro che hanno lasciato un segno della loro lettura su questa storia, soprattutto commentando ma anche mettendo me o la fic sui preferiti, ricordati e seguiti.
Un ringraziamento speciale va a: Dead Master, lightdragon91, Milli Milk, Hibari Kyoite che hanno commentato lo scorso capitolo. Grazie! Ho risposto ieri ai vostri bellissimi commenti.
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 5

Gokudera alternava momenti in cui gli sembrava di essere perfettamente lucido, ad altri in cui era preda della confusione più totale.

Al risveglio era stato lucido, quando aveva provato a strangolare Yamamoto era confuso, quando ci aveva parlato per chiarire il motivo per cui non l'aveva baciato era ancora una volta lucido, poi però ad un certo punto di nuovo la confusione lo aveva avvolto con le sue spire.

Ad un tratto le parole di Yamamoto che sentiva avrebbero dovuto essere rassicuranti si erano volatilizzate dalla sua testa, lasciandogli in gola ancora e solo la stessa domanda che per lui era diventata un tarlo fisso.

"Perchè non mi hai baciato?", si era ritrovato a richiedergli.

L’altro doveva avergli già risposto, oppure no?

Non se lo ricordava.

O meglio qualcosa si ricordava, ma non era abbastanza.

Voleva un'altra risposta da Yamamoto, una risposta che mettesse a tacere i suoi sentimenti ingarbugliati, che lo spingevano a desiderare l'altro.

Ecco!, era quello il problema. Si era accorto di desiderare una cosa. E l'alcol non gli permetteva di negarlo.

Voleva Yamamoto, voleva che lo baciasse e siccome sentiva che tutto quello non era una buona idea, cercava una risposta da parte dell’altro che lo spingesse a raffreddare i bollenti spiriti.

E quella risposta non poteva essere 'pensavo che tu non lo volessi', perchè invece lui lo voleva.

Tentò di allontanare quel pensiero dalla sua testa, e per un po' ci riuscì.

Poi però l'altro gli rispose in un modo che lo fece letteralmente impazzire di fronte ai sentimenti che provava.

Se Yamamoto gli avesse detto che non l'aveva fatto perché gli faceva schifo l'idea di baciare un uomo, avrebbe potuto cancellare dalla sua mente definitivamente ciò che provava.

Lo stesso sarebbe stato se gli avesse detto che in particolare non voleva baciare lui.

Se invece gli avesse detto che non voleva baciarlo nel rito, perchè considerava un loro bacio importante, allora... No, quell'ipotesi anche se era ubriaco e non riusciva a connettere bene le sue sinapsi celebrali che andavano dove volevano non voleva nemmeno considerarla.

Eppure dopo i primi due botta e riposta, in cui Yamamoto gli diceva che gli aveva già spiegato tutto e lui rispondeva ancora una volta con la fatidica domanda, la nuova battuta dell'altro sortì un effetto analogo in lui, come  se avesse indugiato in quell’ipotesi.

"Ehi, non credevo ci tenessi così tanto ad un mio bacio?", fu il commento lanciato alla leggera da Yamamoto. E Gokudera non riuscì più a celare ciò che voleva.

Per un attimo si fermò pensieroso ed alla fine dalle sue labbra uscì la verità: "Già! Nemmeno io credevo l'avrei voluto così tanto."

E poi cadde nella confusione più totale, perché solo quello avrebbe potuto giustificare ciò che accadde successivamente.

Lui normalmente e se fosse stato lucido non si sarebbe mai e dico mai comportato in quel modo così imbarazzante.

Si schiacciò addosso a Yamamoto, facendolo cadere a terra.

Gli si mise a cavalcioni desideroso di baciarlo.

L'altro gli si oppose con le parole ed i gesti, o meglio provò ad opporvisi ma lui non gli lasciò scampo.

Il suo animo in pochi istanti alternò diversi stati d’animo:  l'esaltazione più completa, il dolore per la ritrosia dell'altro, una voglia quasi bambinesca, un imbarazzo dilagante che però non riusciva a fermarlo, il desiderio più cocente, un volere implacabile.

Immobilizzò sotto di sé Yamamoto, gli afferrò la testa, e, con l’ultimo barlume di lucidità rimastogli, si giustificò usando la scusa del rito prima di baciarlo.

All'inizio provò sul serio a suggellare il loro legame attraverso il rito. In quel momento era tornato abbastanza lucido per fare quel tentativo, in modo che se ci fosse riuscito, avrebbe potuto ancora fingere che quella fosse l'unica cosa che desiderava.

Quando però le sue labbra toccarono quelle dell'altro, la loro morbidezza ed il loro sapore annullarono completamente di nuovo le sue facoltà mentali e si lasciò guidare dall'istinto.

Gli infilò la lingua in bocca per dare avvio ad un vero bacio.

Fu appassionato e disperato.

Le sue mani si strinsero intorno al collo di Yamamoto per non permettergli di allontanarsi.

Non che in verità fosse necessario, visto che il patito del baseball dopo il primo attimo d'incertezza, iniziò a corrispondere al suo bacio con una foga inaspettata.

Riuscì a liberare le sue braccia da sotto il suo corpo e gli cinse la schiena.

Fu impossibile per Gokudera capire quanto durò quel bacio.

Forse pochi istanti, oppure ore.

Non lo seppe mai.

Il suo tempo interiore era sballottato, e si dilatava e restringeva a causa della sbornia, ma anche del piacere che provava.

Tuttavia ben presto un altro momento di lucidità si affacciò alla sua mente, facendogli capire quello che stava combinando.
 

Stava baciando Yamamoto! E lo stava facendo come se fosse la cosa più bella che avesse mai fatto.

Era vero!, gli disse una vocina sulla sua testa, poche volte era stato così sereno nella sua vita.

Per un attimo si crogiolò di nuovo nelle sensazioni che quel bacio gli avevano fatto nascere dentro.

Era sereno e tranquillo come non mai.

Mentre la sua lingua danzava con quella di Yamamoto, si sentiva in pace con se stesso.

La sua testa era come svuotata, e gli influssi della sbornia sembravano annullati.

Ma c'erano eccome perché se no, non si sarebbe mai trovato in una situazione del genere con l'altro.

Non si sarebbero mai baciati in quel modo. Lui non l’avrebbe permesso.

Solo allora si rese conto che non era solo lui che baciava Yamamoto, ma anche l'altro lui.

Perchè? Durante la cerimonia non aveva voluto farlo ed ora che era diventato un bacio vero, sì.

Non riusciva più a capire niente.

Sapeva solo che non poteva continuare così.

Se prima non capiva il perché di tutto quel desiderio reciproco, non poteva indugiare in quel gesto intimo, com'era quel bacio.

Doveva farla finita. Ma non aveva la forza per farlo.

Di nuovo un momento di confusione lo colse, pochi istanti dopo invece ritornò lucido.

E gli arrivò come un fulmine a ciel sereno la soluzione.

Era ubriaco e lo si vedeva da quello che faceva e da come si sentiva, per cui non ci sarebbe stato nulla di male se si fosse riaddormentato di nuovo.

E così fece, finse di cadere tra le braccia di Morfeo.

Chiuse gli occhi e si accasciò su Yamamoto, allontanando le loro labbra.

Per un attimo il guardiano della pioggia non fece niente.

Il suo respiro era pesante, a causa del bacio, e tentò di tranquillizzarlo.

Continuò a stringerlo a sé teneramente, poi lo chiamò: "Gokudera?"

Lui non gli diede risposta.

Addirittura la sua voce gli arrivò da molto distante, forse si stava per addormentare  sul serio. Ed infatti nel giro di pochi secondi, il fatto che avesse messo in uno stato di relax il suo corpo produsse proprio quell'effetto.

E la finzione divenne realtà.

Tuttavia quel sonno non durò a lungo.

Si risvegliò e si rese conto di essere di nuovo in spalla a Yamamoto. Stavolta non tentò di fargli capire che era sveglio. Non ne aveva la forza!

Era ancora molto stanco e confuso, tant'è che per un po' non si ricordò minimamente di quello che era successo pochi istanti prima.

E quando se ne ricordò, la sua mente lo protesse dall'imbarazzo facendolo riaddormentare ancora una volta.

Quando i suoi sensi si risvegliarono per l'ennesima volta, nonostante tenesse gli occhi chiusi, si accorse di essere adagiato su qualcosa di soffice.

Era un letto, e dal profumo che emanava di fumo e spezie doveva essere il suo di letto.

Yamamoto doveva finalmente essere riuscito a portarlo a destinazione.

E per entrare in casa doveva essersi impadronito delle chiavi che teneva in tasca.

Stava per aprire gli occhi, ma per fortuna non lo fece.

Pensava che Yamamoto se ne fosse già andato ed invece non era così.

Era ancora lì.

Qualcuno infatti trafficò con le sue scarpe per togliergliele e metterlo più comodo e non poteva che essere lui.

All'improvviso si chiese, perché fosse così importante per lui celare il suo risveglio all’altro ragazzo.

E fu allora che si ricordò di nuovo del bacio.

Quello che era successo pochi istanti prima tra lui ed il patito del baseball, aveva soppiantato il suo problema primario di poco fa. Ora non era più il perchè non lo avesse baciato alla cerimonia il dilemma per lui ma perché si erano baciati in quel modo così carico di passione non appena ne avessero avuto l'occasione.

Era stato tutto così appassionante e vivido.

Si sentì avvampare al ricordo ma riuscì a trattenersi dall'arrossire anche all'esterno.

Doveva apparire addormentato fino a quando Yamamoto non se ne fosse andato.

Sentì il materasso abbassarsi e cigolare.

Yamamoto doveva essersi seduto vicino a lui.

Poi un tocco leggero gli accarezzò la bocca dolcemente.

Un dito fresco di Yamamoto cominciò a giocare teneramente con le sue labbra.

E Gokudera si ritrovò a trattenere il fiato. Poi però si rese conto che essendo addormentato non avrebbe dovuto farlo.

Rilasciò il respiro e si lasciò andare permettendo all'altro di fare quello che voleva.

E fu dannatamente facile agire così, visto che si ritrovò ad aprire le labbra come in trance per permettergli di accarezzarle meglio.

Con il dito Yamamoto ne saggiò i contorni sia interni, sia esterni in modo irregolare come se volesse imprimersi al tatto la loro morbidezza.

Poi all'improvviso sostituì quel dito con le labbra.

Fu un bacio casto e durò solo pochi istanti.

Appoggiò la propria guancia destra su quella dell'altro, e gli sussurrò teneramente all'orecchio: "Non troverei mai il coraggio di dirtelo da sveglio Gokudera, ma visto che sei addormentato ed oggi mi hai baciato ora lo posso fare. Con quel bacio, hai trasformato per una volta i miei sogni in realtà. Ti amo. Ti ho sempre amato."

Poi Yamamoto si alzò dal materasso, si voltò e se ne andò.

Solo quando fu uscito dalla stanza, gli occhi di Gokudera si spalancarono dalla sorpresa.

Il suo cuore alla confessione di Yamamoto aveva cominciato a battergli furiosamente nel petto, tanto che il ragazzo si ritrovò a chiedersi se non volesse abbandonare la cassa toracica arrivandogli in bocca.

Il secondo nuovo bacio era stato qualcosa di tenero e dolce che gli aveva scaldato l'animo, ma quelle parole invece gliel'avevano distrutto.

Yamamoto lo amava, continuava a ripetersi.

E lui invece cosa provava per l’altro?

No!, si rispose. Fino a quella mattina aveva creduto di amare il Decimo e quindi no, non poteva essere innamorato di Yamamoto.

Eppure...

Eppure cosa?

Si urlò nella testa martellata da un dolore sordo.

I postumi della sbornia cominciavano a farsi sentire, e non era nello stato adatto  per riflettere su quanto era appena accaduto.

Che poi cosa c'era da riflettere?

Yamamoto lo amava, si ripeté di nuovo.

E lui?, fu ancora una volta la sua successiva domanda.

Doveva capire i suoi sentimenti, ecco su cosa doveva riflettere.

Baciare il Decimo non gli aveva provocato nessuna emozione, baciare Yamamoto invece sì.

Ora poteva ammetterlo, mentre era lì ancora un po' brillo, disteso al sicuro sul suo letto.

Prima si era concentrato solo sullo stare bene, ma ora doveva essere onesto con se stesso fino in fondo, e quindi ammetterlo, sia durante il bacio appassionato, sia durante quello lieve che Yamamoto gli aveva dato da addormentato lui aveva provato quello che pensava avrebbe dovuto provare con il bacio del Decimo.

Le sue gambe si erano fatte molli, il cuore gli aveva battuto forsennatamente nel petto, le farfalle avevano ballato nello stomaco, era avvampato mentre il suo animo si era riempito delle emozioni più belle mai sperimentate.

Perché era successo tutto quello?

Ancora non lo sapeva, ma doveva capirlo perché se no, avrebbe fatto soffrire sia lui, sia Yamamoto.

Ed il pensiero di far soffrire quest'ultimo se fino a poche ore prima gli sarebbe risultato indifferente, ora lo rattristava.

L'altro anche se non lo sapeva gli aveva rivelato i suoi sentimenti e lui non poteva fingere di non saperli.

Doveva capire come doveva comportarsi d'ora in poi con lui e per farlo era giunto il momento che capisse cosa provava sul serio per l’altro.

Solo che in quell’istante non ci sarebbe mai riuscito.

Doveva dormire, e farsi passare la sbornia.

In quel momento gli era infatti facile ammettere le cose, ma difficile riflettere.

E se l'indomani al risveglio avesse dimenticato tutto?

Sarebbe stato bello, così non avrebbe dovuto riflettere su cose che l’avrebbero angustiato, tuttavia si rese conto che al pensiero il suo cuore gli faceva male.

No, capì, anche a costo di soffrire, non voleva dimenticare.

Si alzò in piedi resistendo al mal di testa, e afferrò un foglio per scrivere gli eventi della serata come promemoria.

Gli bastò scrivere:

“Ho baciato Yamamoto e lui ha ricambiato e mi è piaciuto. Ho finto di addormentarmi per interrompere il bacio.
Lui mentre mi credeva addormentato mi ha ribaciato e mi ha confessato di amarmi.
Io cosa provo per lui?”
 

Conclusa quell'incombenza, appoggiò il foglietto in bella mostra sulla scrivania.

Poi si ridistese sul letto.

La consapevolezza dei sentimenti di Yamamoto per lui lo avevano reso più sicuro di sé,ora infatti non temeva più di non essere stato accettato come braccio destro.

A dirla tutta, però, continuava ad avere molta paura del domani, ma in modo diverso. Era terrorizzato infatti più che altro da quello che avrebbe potuto scoprire  su se stesso se avesse analizzato la sua emotività.

Non poteva però più fingere che andasse tutto bene.

Aveva sempre detto di non sopportare Yamamoto ma invece lo considerava un amico, almeno quello lo poteva di già affermare con forza e quindi non poteva lasciare che soffrisse per ciò che provava per lui.

Doveva capire cosa lui provava per l'altro in modo da aiutare entrambi, a superare quel momento.

Era giunto il momento che affrontasse quella parte della sua emotività che aveva sempre avuto paura di esplorare, nascondendo tutto dietro "un amicizia piena di rivalità."

Presa la sua decisione, stanco e spossato da quelle riflessioni si riaddormentò e poi arrivò il mattino.

FINE CAPITOLO 5

Come andrà il giorno dopo il bacio? Yamamoto cosa farà? Cosa succederà? Tutto quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.

L'ANGOLO DI REBYCHAN:
Ora si sanno i pensieri di Gokudera nel momento del fattaccio. E' pieno di confusione ed ansia, e nemmeno lui sa cosa vuole o non vuole, per cui si lascia guidare da qualsiasi cosa lo faccia sentire un po' meglio.
Verso la fine del capitolo invece il ragazzo dai capelli argentati è molto  più lucido, quello perchè la dichiarazione di Yamamoto è stata un vero shock che per un po' ha cancellato la sbornia e poi avendo dormito parecchio, a fasi alterne, la sua mente è più riposata, non così tanto però di permettergli di pensare subito ad una soluzione.
Ed ora i due protagonisti si ritrovano davanti ad una situazione particolare, in cui uno sa e l'altro non sa che sa. E chissà cosa succederà. Speriamo in bene.
Piccolo avviso.
Siccome ultimamente ho molti impegni, d'ora in poi ho deciso che aggiornerò le mie fic a random, senza un ordine preciso, in base all'ispirazione del momento. Ho intenzione di portare tutte le mie storie a conclusione, ma i tempi di alcune dilateranno. E' mia intenzione dare la precedenza infatti alle storie che sono più seguite tramite commenti, perché almeno so che interessano. Le altre verranno portate avanti in tempi più lunghi. Mi dispiace, ma purtroppo mi vedo costretta a fare così. Nel mio forum domenica sera, comunque riporterò in un apposito topic le fic che hanno più possibilità di essere aggiornate nella settimana.
Per quanto riguarda i commenti d'ora in poi risponderò direttamente dal sito EFP, nel giorno stesso od al massimo uno o due giorni prima di quando posterò il nuovo capitolo, in modo così che chi segue la storia saprà che presto verrà aggiornata.  Ieri infatti ho risposto ai commenti di questa storia.
Vediamo se in futuro riuscirò a recuperare la tranquillità che avevo fino al mese scorso, e quindi gli aggiornamenti torneranno ad essere regolari. Ora però non posso che fare così.
Grazie per l'attenzione.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Chi vuole contattarmi, può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan


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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ecco qui il nuovo capitolo di questa storia.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio tutti coloro che hanno lasciato un segno della loro lettura su questa storia, soprattutto commentando ma anche mettendo me o la fic nei preferiti, ricordati e seguiti.
Un ringraziamento speciale va a: kury, Hibari Kyoite e lightdragon91 che hanno commentato lo scorso capitolo. Grazie! Ho risposto ieri ai vostri bellissimi commenti.  
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 6

Erano passati due giorni dalla cerimonia di nomina del braccio destro, e Yamamoto e Gokudera non avevano avuto più modo di incontrarsi. O meglio sarebbe stato più giusto dire che entrambi facevano di tutto per evitarsi perché erano ancora troppo scossi a causa degli eventi di quella notte.

Se si fossero trovati l'uno di fronte all'altro sarebbero stati costretti a parlare ed anche se non l'avessero fatto sarebbero stati così tesi che qualcuno di sicuro si sarebbe reso conto che in loro c'era qualcosa che non andava.

Preferivano quindi stare lontani per trovare un nuovo equilibrio prima di affrontare l'altro, e ritornare ad agire in modo naturale, come era sempre stato.



Hayato secondo i bene informati non faceva che dedicarsi alle pratiche lasciate in sospeso dei Vongola. Leggeva documenti su documenti, scrivendo relazioni e telefonando agli alleati per stabilizzare ed incrementare il potere della famiglia. Non usciva quasi mai dal suo ufficio. Sembrava colto da un raptus di follia lavorativa che niente riusciva a scalfire, nemmeno le parole del Decimo che gli chiedevano di  andare a mangiare con lui qualcosa da qualche parte.

Aveva preso troppo sul serio il suo ruolo di Braccio Destro secondo tutti, e Reborn a quel punto aveva suggerito a Tsuna di lasciarlo fare, intanto il suo slancio si sarebbe esaurito presto, non appena avesse trovato un equilibrio ed avesse compreso che il suo sogno era diventato realtà e quindi poteva prendersela alla leggera. Nessuno sapeva il vero motivo per cui Hayato si comportava così, e lui ne era contento. Aveva infatti bisogno di riflettere su alcune cose ed il lavoro lo aiutava a farlo.

Certo visto tutto il suo impegno, nessuno avrebbe mai pensato che solo due giorni dopo, alla sera, si sarebbe conclusa la sua clausura.

Eppure invece fu così.

Aveva preso finalmente una decisione su una certa faccenda, o meglio più che una vera decisone si poteva dire che era arrivato ad un bivio ed aveva bisogno di una piccola spinta per capire da che parte doveva andare.

Fu per quello che quella sera si precipitò dove sapeva avrebbe trovato Yamamoto.

Doveva vederlo e...



Yamamoto da parte sua in quei due giorni si era dedicato più che altro al ristorante di famiglia. Non era qualcosa di strano che sparisse per qualche tempo per dare una mano al padre, per cui nessuno poi più di tanto aveva fatto caso a quella sua solerzia improvvisa. Tsuna sia a pranzo, sia a cena trascinandosi dietro Reborn, o Kyoko o Haru, o Lambo e I-pin, o ancora Ryohei era andato spesso a trovarlo per mangiare e fare quattro chiacchiere.

Era un periodo abbastanza tranquillo per la famiglia Vongola per cui ci si poteva rilassare, e vivere serenamente.

In verità però Yamamoto non era per nulla tranquillo.

Mentre tagliava il sushi in piccoli pezzettini precisi e lo lavorava con le mani per dargli la forma giusta, unendoci le verdure appropriate i suoi pensieri erano da un'altra parte.

Se il suo corpo agiva con precisione a causa dell'abitudine, i suoi pensieri non facevano che andare alla notte di due giorni prima.

I suoi sensi si accendevano al ricordo del bacio cui aveva dato vita con Gokudera.

Aveva deciso di non indugiare mai poi più di tanto in certi sogni proibiti in cui lui e Hayato avrebbero formato una coppia a tutti gli effetti per non illudersi in qualcosa che sapeva mai si sarebbe realizzato, ma in quel periodo sempre più spesso suo malgrado  si ritrovava a fantasticarci su.

Sapeva che Gokudera era da sempre innamorato di Tsuna, ma non poteva non continuare a chiedersi il perché lo avesse baciato in quel modo, come se da quel bacio ne fosse dipesa la sua vita, se davvero per lui non provava nulla.

Ma più ci pensava, più non ci capiva niente.

Era stato solo l'alcol a farlo agire così oppure sotto c'era dell'altro?

Perchè per l'altro era stato così importante che lo baciasse durante la cerimonia? Solo perché così avrebbe accettato il suo ruolo di braccio destro oppure c'erano altre motivazioni?

Non riusciva ad arrivarci.

Da sempre Hayato gli dava dell'idiota ed infatti su certe cose lui ci metteva un po' a giungere ad una conclusione.

Tuttavia aveva sempre pensato di riuscire a comprendere Gokudera meglio probabilmente di lui stesso. Lo aveva osservato per così tanto tempo che ogni sua azione, suo comportamento gli erano così familiari, da riuscire a prevedere cosa avrebbe fatto il momento dopo.

Ora però non era più sicuro di niente.

Hayato era diventato qualcosa di incomprensibile.

Non avrebbe mai nemmeno lontanamente immaginato che potesse decidere di baciarlo, alcol o non alcol ed invece l'aveva fatto. Certo lo aveva sperato, come tutti gli innamorati sperano, ma sapeva che era una speranza futile, che mai avrebbe trovato compimento.

Ed invece così non era stato. Lo aveva baciato e lui l'aveva ricambiato.

Poi Hayato si era addormentato. E ciò lo aveva deluso, anche se poi mentre se lo riprendeva in spalla per portarlo a casa aveva capito che era stato giusto così.

Se avessero continuato a baciarsi chissà fin dove si sarebbero spinti.

E Gokudera essendo ubriaco il giorno dopo chissà come lo avrebbe trattato. Probabilmente a pesci in faccia, negando ciò che era successo, sempre ovviamente se si fosse ricordato quanto era accaduto.

Sarebbe stato quindi meglio fare finta di niente, come se non fosse mai accaduto nulla. Anche se  per lui adattarsi a quella decisione era molto difficile, perchè quel bacio in verità aveva cambiato molte cose.

Con imbarazzo, anche se la persona che avrebbe dovuto ascoltarlo era addormentata, si era pure dichiarato. Aveva finalmente espresso ad alta voce i suoi sentimenti, come non era mai riuscito a fare.

Certo se Gokudera fosse stato sveglio, non ne avrebbe mai avuto il coraggio, perché temeva di perdere quella poca amicizia che l'altro gli aveva dato nel corso degli anni, ma parlare del suo amore ad alta voce lo aveva riempito di serenità.

Gli aveva fatto capire che i suoi sentimenti non erano sbagliati, che poteva continuare ad amare Hayato, anche se non corrisposto, per sempre, perché ciò che provava era forte, genuino e giusto.

Non gli importava di quello che l'altro provava per lui, gli bastava stargli accanto per proteggerlo. Era il suo unico desiderio.

No, non era vero.

Da quando Hayato lo aveva baciato, non riusciva più a negare che avrebbe voluto qualcosa di più dall'altro. Avrebbe voluto essere corrisposto.

Se Hayato l'aveva baciato infatti significava che non gli era del tutto indifferente, no?

Sì Gokudera amava Tsuna, ma forse si sentiva un pochino attratto anche da lui.

E se così fosse stato, lui avrebbe avuto una possibilità.

Ma come avrebbe dovuto agire per ottenere dall'altro qualcosa di più di quello che aveva ora?

Non ne era sicuro.

Una parte di lui avrebbe voluto parlare a tu per tu con Gokudera degli eventi di quella notte, ma se per caso l'altro si fosse dimenticato tutto a causa dell'alcol la delusione sarebbe stata così grande che Yamamoto probabilmente non si sarebbe più ripreso.

Lo stesso sarebbe stato se Hayato gli avesse rivelato che lo aveva baciato per capriccio, che non c'era niente di serio in tutto quello.

Di fronte a quelle parole il cuore di Takeshi si sarebbe frantumato in mille pezzi.

Forse quindi sarebbe stato meglio lasciare tutto come era ora.

Non lo sapeva.

Era per quello che in quei giorni aveva evitato Gokudera.

Prima di incontrarlo di nuovo doveva capire come doveva agire, capire cosa sarebbe stato meglio fare per loro, ma anche per la famiglia Vongola.

Ebbene sì, anche quello ora come ora era un problema per Yamamoto.

Se lui avesse deciso di parlare a Gokudera dei suoi sentimenti e l'altro non l'avesse corrisposto, stare nella stessa Famiglia, incontrarsi per le riunioni, stare insieme per proteggere Tsuna poteva diventare imbarazzante.

Ormai il loro legame non era più solo loro, ma apparteneva anche al resto della famiglia.

E qualsiasi cambiamento avesse subito, si sarebbe ripercosso anche su Tsuna e gli altri guardiani.

Ormai erano davvero una famiglia con tutta una serie di dinamiche che Yamamoto non comprendeva a fondo, ma che sapeva era necessario rimanessero tali.

Una rottura tra lui e Gokudera le avrebbe compromesse, una loro unione le avrebbe consolidate.

Il problema era che Yamamoto continuava a pensare che fosse più probabile per loro la rottura che l'unione.

Qualsiasi motivo avesse spinto Hayato a baciarlo non gli dava la certezza dei sentimenti dell'altro per lui, anzi se avesse agito così solo perché l'euforia di aver baciato Tsuna gli aveva dato alla testa, tanto che l'aveva scambiato per l'altro sarebbe stato umiliante.

Certo lui era completamente diverso da Tsuna, era più alto e muscoloso. Non si assomigliavano nemmeno un po'. Tuttavia gli era difficile capire la mente degli ubriachi. Lui evitava infatti di bere più del necessario, proprio per non perdere il controllo.

Amando Hayato, quei sentimenti doveva sempre tenerli sepolti in lui. E se l'alcol li avesse fatti emergere sarebbe stato terribile.

Sospirò.

Un'altra giornata di lavoro era finita e aveva detto a suo padre di andare a riposarsi. Avrebbe chiuso lui il ristorante dopo aver pulito.

Era sempre più confuso.

Non sapeva proprio quale sarebbe stato il modo  più giusto di agire con Hayato.

E quindi forse l'unica soluzione era sempre quella ovvero lasciare tutto come era fino a due giorni prima.

Ricominciare a comportarsi come il solito idiota che era con lui, e fare come se non fosse mai successo niente.

E mal che vada lasciare che fosse l'altro a fare la prima mossa, se  mai avesse voluto parlare dell'accaduto.  

Non si sarebbe mai aspettato però che la mossa dell'altro sarebbe arrivata così presto.

Quando uscì per tirare dentro l'insegna del ristorante, sussultò nel notare la persona davanti alla porta.

Strabuzzò gli occhi mentre diceva: "Gokudera?"

Hayato lo guardava con un cipiglio. Ansimava pesantemente come se avesse corso.

Si prese le ginocchia tra le mani per riprendere fiato, mentre guardava con i suoi occhi verdi Yamamoto in modo indecifrabile.

Quando il respiro si fu stabilizzato chiese: "Sei da solo?"

Yamamoto non sapendo cosa fare e dire, si ritrovò a rispondere sinceramente: "Mio padre è appena salito di sopra per andare a dormire. Vuoi entrare?"

Hayato non se lo fece ripetere due volte e s'introdusse nel ristorante mentre Yamamoto toglieva l'insegna e la portava dentro con sé, chiudendo la porta.

"Vuoi mangiare qualcosa?", chiese Yamamoto tentando di capire il motivo che aveva spinto Hayato ad andare lì.

Nell'ultimo periodo riusciva a sorprenderlo di continuo.

E pensare che fino a qualche giorno prima credeva di conoscerlo a menadito.

Ora invece sembrava amare confonderlo, eppure tutto quello invece che far diminuire i suoi sentimenti per l'altro, non faceva che aumentarli.

Gli piaceva essere spiazzato da Gokudera. Amava quei suoi comportamenti scostanti ed incomprensibili. Erano il sinonimo di un estro creativo che lo attirava come una falena la luce.

"No.", rispose secco Gokudera guardandosi intorno nervosamente. Sembrava stesse controllando la stanza per accertarsi che sul serio non ci fosse nessun altro oltre loro.

"C'è qualcosa che non va?", chiese Yamamoto notando quel suo strano comportamento.

"Sì e no.", fu l'enigmatica risposta di Gokudera che tornò a fissare la sua attenzione su di lui.

I suoi occhi trasmettevano una forte determinazione.

Poi aggiunse: "Sono due giorni che ci rifletto sopra ma non sono arrivato a nessuna conclusione. Ho pensato quindi che facendo una prova, avrei capito meglio."

Sentendo nominare i due giorni, Yamamoto intuì subito che si stava riferendo alla notte che aveva cambiato le dinamiche del loro rapporto, mandando in confusione anche lui.

Anche Gokudera quindi continuava a pensarci, senza trovare un nesso a quanto accaduto.

Il cuore del patito del baseball perse un battito, mentre si chiedeva se quell'affermazione poteva indurlo a sperare di poter ottenere qualcosa di più da Hayato oppure no.

Solo dopo si rese conto del resto del discorso dell'altro.

"Una prova?", ripeté incerto. Cosa intendeva con quella parola?

"Sì, una prova.", esclamò di nuovo Gokudera con forza, avvicinandosi determinato a Yamamoto che lo guardava confuso, non capendo cosa volesse fare.

Poi però ogni pensiero divenne superfluo.

Hayato con un abile mossa, repentino, sollevò i talloni dei piedi per rimanere in punta, prese per le spalle Takeshi e avvicinò i loro volti.

Chiuse gli occhi e lo baciò sulle labbra.

Prima appoggiò solo la bocca sulla sua, poi però gli circondò il collo con le mani e con la lingua gli fece aprire un varco sulle labbra, per baciarlo in modo più approfondito.

Lentamente ne saggiò la consistenza interna, mentre Yamamoto al principio sorpreso per un po' non fece niente.

Successivamente però  il ragazzo dai capelli neri su ritrovò ad abbracciare a sua volta Hayato, cominciando a corrispondere il bacio come molto trasporto, mentre il suo cuore si riempiva di euforia e speranza.

FINE CAPITOLO 6

Quali sono i pensieri che hanno portato Gokudera al bacio con Yamamoto? In cosa consiste la prova? Cosa succederà? Tutto quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.

L'ANGOLO DI REBYCHAN:
Sono appena tornata dall'ospedale per una visita di controllo a mio fratello, dopo sei ore in salata d'attesa dove c'era un caldo che faceva rimpiangere di non stare fuori al gelo. Sì, era esagerato, è riuscito a bollirmi.
A parte queste chiacchiere che non interessano a nessuno, su questo capitolo non ho nessuna voglia di sbilanciarmi visto infatti che l'altalena del mio morale e della mia autostima è ferma, bloccata al suolo, e quindi non sarei obiettiva.
Spero solo che un pochino almeno a voi lettori piacerà.
Con questo, anche stavolta mi sembra di aver detto tutto.
Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


7 Ecco qui il nuovo capitolo di questa storia.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio tutti coloro che hanno lasciato un segno della loro lettura su questa storia, soprattutto commentando ma anche mettendo me o la fic nei preferiti, ricordati e seguiti.
Un ringraziamento speciale va a: Willow, Milli Milk, kury, lightdragon91 e Hibari Kyoite che hanno commentato lo scorso capitolo. Grazie! Ho risposto ieri  ai vostri bellissimi commenti.  
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 7

Gokudera il giorno dopo la cerimonia di nomina si era svegliato molto tardi. Aveva dormito per dieci ore di fila. Gli occhi gli bruciavano, un leggero mal di testa lo intontiva, e aveva la bocca amara e secca.

Sbadigliò sollevando le braccia verso l’alto per stiracchiarsi.

Non si alzò però dal letto.

Per alcuni minuti rimase lì a crogiolarsi del calore delle coperte che lo avvolgevano.

Solo quando si ricordò del bacio che si era scambiato con Yamamoto scalciò lontano da sé quelle protezioni, alzandosi in piedi di scatto.

Guardò verso la scrivania dove aveva lasciato il biglietto con il resoconto dei fatti della notte, e scrollò il capo.

Non aveva nessun bisogno di leggerlo.

Si ricordava tutto per filo e per segno, forse perché sì si era ubriacato, ma non essendo la sua prima volta, il suo corpo si era abituato ai postumi.

Forse perché ciò che era accaduto era stato così scioccante che si era impresso a ferro e fuoco sulla sua mente.

Forse perché la sorpresa per come aveva agito era stato così tanta, che era riuscita a destarlo dall’ubriacatura in quegli attimi, lasciandolo solo un po’ brillo.

Arrossì imbarazzato.

Scosse il capo.

Eppure anche se si ricordava tutto, non riusciva proprio a capire il motivo per cui aveva assalito Yamamoto e lo aveva baciato la prima volta.

Era debole giustificarsi dietro il desiderio di finire il rito. Non sarebbe servito che lo baciasse in quel modo.

Al ricordo, istintivamente si ritrovò a passarsi la lingua sulle labbra, come se potesse ancora esserci il sapore dell’altro.

Nell’accorgersi di quello che aveva fatto, scrollò la testa violentemente ed una fitta di dolore più acuta delle altre gli fece chiudere un occhio per calmarla.
Era uno stupido.

L’unico sapore che aveva in bocca era quello rancido e disgustoso dell’alcol fermentato.

Ieri sera aveva bevuto davvero troppo.

Aveva bisogno di fumare e di un caffè.

Il fumo era il suo pane quotidiano e l'avrebbe aiutato a rifugiarsi nella normalità.
 

La caffeina invece l’avrebbe spinto a svegliarsi del tutto e così forse avrebbe pensato a mente lucida anche a tutto il resto.

Andò nel piccolo cucinino, prese una moka, riempì la parte inferiore d’acqua, sull’imbuto mise la miscela arabica che si era procurato d’importazione, chiuse il tutto, accese il forno e la mise a scaldarsi.

Adorava il caffè fatto all’italiana.

Quando tre sigarette  dopo, il suo profumo gli invase le narici, gli sembrò di sentirsi già meglio.

Quando dopo cinque poté versarlo sulla tazza, unirci un misero cucchiaino di zucchero, perché esagerare avrebbe privato il caffè del suo aroma naturale, ed assaggiarlo, non riuscì a trattenere un verso di piacere.

Sì, non c’era niente di meglio di un buon caffè per iniziare la giornata, soprattutto dopo una sbronza.

Grazie ad esso gli sembrava già che la sua mente fosse più libera.

Peccato però che proprio perché era più sveglio, il suo cervello non poté non fargli ricordare una conversazione che aveva avuto con Yamamoto su quella bevanda qualche tempo addietro.

E così fu costretto di nuovo e subito a pensare a lui. Ormai era diventato proprio  un tarlo fisso.

Sì, perché se lui beveva il caffè o nero, od al massimo con un cucchiaino di zucchero, l’altro invece lo preferiva così dolce da renderne irriconoscibile il gusto amarognolo, tanto che Gokudera gli aveva detto che se faceva così a quel punto era meglio se non lo prendeva, optando per qualche altra bevanda.

L’idiota ovviamente gli aveva sorriso come al solito, prima di rispondergli in modo disarmante che lo prendeva per fargli compagnia.

Al ricordo, Gokudera sentì il suo stomaco contrarsi.

Appoggiò la tazzina sopra il tavolo.

Si sedette e premette la fronte contro il freddo marmo che avvolgeva il mobile della cucina.

Il dolore alla testa che ancora persisteva cessò, mentre non poté fare a meno di chiedersi, se era possibile che Yamamoto fosse stato innamorato di lui già all’epoca.

La risposta gli fu subito chiara.

Sì, non poteva essere altrimenti. Solo che lui non si era mai accorto di niente, troppo preso a pensare di essere innamorato del Decimo.

Quando si ricordò del suo boss risollevò il capo.

Aveva appena dato per certo di non essere davvero innamorato del Decimo si rese conto. Aveva dichiarato di averlo solo pensato.

Beh, visto l’assenza di emozioni forti che il bacio tanto atteso con lui gli aveva scatenato dentro, pensarla diversamente sarebbe stato da scemi. Forse sul serio era stato infatuato del Decimo perché l’ammirava e l’unico suo desiderio ancora attuale era stargli accanto per sempre, ma si trattava solo di quello. Non era amore, ma devozione.

Sospirò.

Ma se  era così, e ciò che scatenava in una persona un bacio era importante, allora lui per Yamamoto cosa provava?

Al ricordo delle sensazioni che aveva provato nel baciarlo e che nemmeno la sbronza era riuscita a cancellare sentì le guance ardere.

No, non poteva essere vero.

Non poteva piacergli sul serio.

L’altro era l’idiota, l’aveva considerato sempre e solo così.

Era il suo rivale per diventare braccio destro, era un mollaccione sempre sorridente che non faceva che ricercare la sua compagnia facendolo irritare,  però era anche la persona che lo capiva meglio di tutti ed era forse l’unico amico che aveva.

Sì, era inutile negarlo. Ormai era da tempo che considerava l’altro un amico.

Sospirò per l’ennesima volta.

Ma fino a ieri avrebbe giurato che si trattasse solo di quello, di amicizia, ed ora…

Non capiva!

Gli piaceva più che come amico?

Più ci pensava, più non riusciva a capirlo.

Per anni aveva dedicato la sua vita solo al Decimo, ogni suo sentimento d’amore cosciente vero o falso che fosse era stato destinato a lui. Se a livello inconscio invece aveva imparato a volere bene a qualcun altro, non poteva saperlo. Anzi gli sembrava inconcepibile anche solo il pensarlo.

Lui non poteva essere stato così stupido d’amare una persona, e non essersene reso conto.

Aveva pensato di amare il Decimo, però e non era anche quello da idioti, visto che si era rivelata una falsità?

No, non era una falsità.

Lui amava sul serio a suo modo il Decimo, solo che era un amore servile, invece di essere un amore passionale.

Aveva solo confuso le due cose.

Ed allora non poteva aver scambiato l’amore per l’amicizia che aveva iniziato a provare per Yamamoto e che ancora adesso ogni tanto negava?

NO!, si urlò nella testa, scrollandola di nuovo con forza.

Sapeva che doveva scendere a patti con se stesso perché altrimenti avrebbero sofferto sia lui sia Yamamoto e la tensione tra loro avrebbe rischiato di distruggere dall’interno la famiglia Vongola ma non riusciva proprio ad arrivare a nessuna conclusione.

Sapeva anche che doveva a Yamamoto una risposta visto che anche se non lo sapeva gli si era dichiarato, ma non sapeva quale sarebbe stata.

Sarebbe stato semplice fare finta di niente, sarebbe stato altrettanto semplice dirgli che per lui era solo un amico, ma c’era qualcosa che non capiva in lui, che gli impediva di farlo.

Il bacio e la dichiarazione avevano aperto in lui una crepa su una teca  del suo cuore che nascondeva certi sentimenti sopiti e mai del tutto capiti che non poteva più ignorare.

Ormai doveva farsi forza ed analizzare quelle emozioni per capirle, ma purtroppo in quel momento non ci riusciva.

Si versò dell’altro caffè sulla tazza. Lo bevve, stavolta completamente nero.

Poi andò in bagno a farsi una doccia.

E si rivestì di tutto punto.

Il dolore alla testa era passato, ed era abbastanza lucido per andare in ufficio e lavorare.

Sistemare un po’ di scartoffie lo avrebbe aiutato a rilassarsi, ed a pensare.

Il lavoro gli faceva quell’effetto.

Giunto in ufficio scoprì che Yamamoto per qualche giorno non si sarebbe presentato alla base. Doveva aiutare il padre al ristorante.

Gokudera capì che se agiva così era perché voleva evitarlo. Meglio così!

Anche lui non aveva nessuna intenzione di trovarselo davanti fino a quando non avesse chiarito i suoi sentimenti.

Fu per quello che quando il Decimo gli chiese di andare a pranzo e poi a cena con lui gli disse di no, che doveva lavorare. Molte pratiche si erano accumulate  e voleva sistemarle.

La sua solerzia lavorativa doveva aver sorpreso il Decimo non poco, ma alla lunga l’accettò.

Probabilmente aveva pensato che facesse così perché galvanizzato dall’idea di essere diventato braccio destro, volesse dimostrare di essere davvero degno di quel ruolo.

Sì, in parte poteva essere vero anche quello, ma soprattutto era perché voleva evitare Yamamoto e sapeva che il Decimo sarebbe andato a mangiare al suo ristorante.

Aveva bisogno di riflettere, e più ci rifletteva, più pensava che fosse impossibile che a lui piacesse l’idiota.

E più ci pensava, più capiva che probabilmente se il bacio con Yamamoto era stato così intenso al ricordo era solo perché era ubriaco.

Sì, probabilmente era stato l’alcol a renderlo così ipersensibile alla presenza dell’altro.

Ed aveva donato al ricordo delle sue labbra tutta quella magnificenza.

Sì, perché mentre lavorava non faceva che pensare a quello che aveva provato nel baciare l’altro.

E si faceva molte domande. Sul serio aveva provato con l’altro ciò che pensava avrebbe dovuto sentire invece con il Decimo? Sul serio le gambe si erano fatte molli? Sul serio il suo cuore aveva battuto di gran cassa nel petto? Sul serio lo stomaco si era chiuso, e le farfalle avevano ballato? Sul serio dei fremiti di piacere avevano attraversato la sua pelle?
Sì, era successo, aveva dovuto ammettere, ma era possibile che fosse stato l’alcol a produrgli quegli effetti secondari?

Non faceva che chiedersi quelle cose, insieme a cosa stesse facendo in quel momento Yamamoto, se anche lui lo stesse pensando, cosa lui avesse provato nel baciarlo visto che si era detto innamorato, perché la sua dichiarazione gli aveva fatto più piacere di quanto volesse ammettere visto che non faceva che ripetersene le parole, perché avrebbe voluto vederlo.

Già, si era reso conto infatti che stargli distante ed evitarlo era più difficile del previsto.

Non era mai capitato che stessero più di un giorno senza incontrarsi da quando si conoscevano,  a parte quando uno dei due andava in missione per conto del Decimo. Ed ora non era quello il caso.

Yamamoto ogni giorno gli appariva davanti con il suo sorriso allegro, e lo salutava. Poi gli parlava un po’, mentre lui sbuffava.

Oppure quando era impegnato con il padre, lui andava al ristorante a mangiare. L’altro lo accoglieva con il suo sorriso allegro, e poi gli parlava un po’ mentre lui ringhiava.

Non che le cose cambiassero poi molto se era lui o l’altro a fare la prima mossa, L’importante era vedersi.

Sì, perché doveva essere onesto, per molto tempo la presenza dell’altro gli era stato di sprono a migliorare per diventare un buon braccio destro. Era il suo rivale per quel ruolo e non voleva farsi battere. Proprio per quello però era diventato una presenza fissa per lui, ed ora gli dava sicurezza.

Il fatto che lui lo trattasse amichevolmente, lo faceva sentire apprezzato almeno da qualcuno.

Possibile che tutto quello significava che l’amava?

Possibile che il fatto che sentisse così tanto la sua mancanza anche se erano solo due giorni che non si vedevano, possibile che il fatto che avrebbe tanto voluto vederlo, scorgere il suo sorriso, ringhiargli contro che era un idiota, ma poi starlo ad ascoltare significava che gli piacesse più di quanto avesse mai creduto?

Forse era così, ma non ne era sicuro.

E prima di dargli false speranze voleva averne la certezza.

Se solo fosse stato sicuro che sul serio baciarlo lo coinvolgesse così tanto, anche da sobrio, forse tutto ciò sarebbe stato un buon indizio per giungere alla verità.

Ma non poteva saperlo.

No! I ricordi di ieri erano offuscati dall’ubriacatura, anche se sembravano così vividi.

Fissò la sua attenzione sul rapporto che aveva davanti. Una famiglia mafiosa aveva chiesto ai Vongola una prova della loro forza.

Mentre pensava ad un modo per mandarli al diavolo e nel contempo fargli capire che non era il caso di attaccare briga con loro se non volevano farsi molto male, forse avrebbe potuto mandargli indietro la missiva con un candelotto di dinamite dentro, la sua attenzione si soffermò sulla parola “prova” ed ebbe come un’illuminazione.

Possibile che fosse così semplice. Si disse.

Beh di solito era così. Erano proprio le soluzioni più dirette e semplici quelle che facevano centro.

Ed allora perché non farlo?

Se voleva sapere cosa avrebbe provato nel baciare Yamamoto da sobrio, bastava solo che facesse una prova.

Andasse da lui e…

Non ebbe nemmeno finito di pensarlo che era già in piedi.

Non pensò minimamente alle conseguenze ovvero al fatto che se l’altro era innamorato di lui, fare quello che aveva in mente di fare poteva illuderlo.

Nelle sue intenzioni lui gli avrebbe detto chiaramente che era solo una prova, e che quindi non doveva farsi strane idee.

Con il senno di poi, probabilmente avrebbe capito che in verità se gli era stato così facile arrivare a quella conclusione, era solo perché era esasperato.

Voleva vederlo, voleva baciarlo e qualunque scusa sarebbe stata buona per farlo.

Voleva semplicemente smettere di pensare troppo, ed agire perché era più a suo agio di fronte a certe emozioni inspiegabile se si comportava così.

Corse come un disperato per raggiungere Yamamoto, lasciando il buon senso chiuso a doppio mandato nel suo ufficio.

Ormai aveva preso la sua decisione.

Per capire cosa doveva fare d'ora in poi doveva scoprire cosa avrebbe provato nel baciare Yamamoto.

Solo dopo finalmente avrebbe potuto fare una vera scelta ed analizzare meglio i suoi sentimenti.

Rimase sorpreso quando raggiunto il locale si trovò davanti appena uscito dal ristorante l'oggetto dei suoi pensieri.

Solo allora si rese conto che era tardissimo.

Si ritrovò a chiedergli se era da solo.

L’altro gli rispose che suo padre era appena andato di sopra a dormire.

Gokudera capì che il destino voleva che lo baciasse.

Sì, perché se avesse voluto che non lo facesse, avrebbe potuto farglielo trovare in compagnia.

Di sicuro sarebbe stato costretto a rimandare la prova.

S’introdusse nel ristorante, Yamamoto lo seguì con l’insegna.

Stava chiudendo.

Si guardò intorno, non c’era davvero nessuno.

A quel punto, tanto valeva buttarsi.

Gli fece sapere che voleva fare una prova, poi gli si avvicinò e lo baciò.

All’inizio fu solo un bacio a fior di labbra, ma voleva di più.

E lo ebbe non appena Yamamoto gli diede il permesso di accedere alla sua bocca, e dopo il primo attimo di sbigottimento cominciò a corrisponderlo.

Voleva perdersi nelle labbra dell’altro e capire fin nel profondo cosa nel farlo avrebbe provato.

Voleva leggere ogni sfumatura delle emozioni che quel bacio potevano dargli.

Voleva essere sicuro che l’aurora provata da ubriaco fosse reale.

Voleva sapere se avrebbe provato nel suo corpo tutte quelle cose che gli innamorati associano al bacio con la persona cara.

Sì, sempre quella storia delle gambe, cuore, stomaco e tutto il resto.

Si lasciò andare e subito gli fu chiaro che ciò che sentiva era diverso da quelle provato due sere prima.

Era diverso da tutto quello che aveva mai immaginato.

Era diecimila volte meglio, si rese conto, tanto che nemmeno si accorse quando Yamamoto spinto dalla foga del momento, lo adagiò sopra un tavolo.

E quando lo capì...

FINE CAPITOLO 7

Cosa farà Gokudera quando capirà cosa sta facendo? E Yamamoto? Cosa succederà? Tutto quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.

L'ANGOLO DI REBYCHAN:
Il capitolo si è fermato praticamente come il precedente. Temporalmente è progredito solo di pochi istanti.
Sono stati i pensieri di Gokudera il vero fulcro del capitolo e spero che siano stati chiari. Incrocio le dita.
Spero che un pochino il capitolo vi sia piaciuto.
Con questo, anche stavolta mi sembra di aver detto tutto.
Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Ecco qui il nuovo capitolo di questa storia.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio tutti coloro che hanno lasciato un segno della loro lettura su questa storia, soprattutto commentando ma anche mettendo me o la fic nei preferiti, ricordati e seguiti.
Un ringraziamento speciale va a: Hibari Kyoite, lightdragon91, Willow e Kiyomi che hanno commentato lo scorso capitolo. Grazie! Ho risposto ieri ai vostri bellissimi commenti.  
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 8

Yamamoto affogò letteralmente in Gokudera.

Dopo il primo attimo di sbigottimento dimenticò ogni cosa e si lasciò andare.

Baciò l’altro come se fosse l’aria di cui aveva bisogno per vivere, l’unica acqua che necessitava per dissetarsi.

La sua lingua cominciò a giocare con quella di Hayato in modo sensuale. Il ritmo alternava momenti più veloci, ad altri più lenti.

Le loro labbra si staccavano per qualche istante, per poi riunirsi.

A volte si baciavano iniziando con il succhiarsi il labbro inferiore, altre volte un casto contattato partiva dall’angolo più estremo della bocca, altre ancora le loro fronti si appoggiavano l’una all’altra, si guardavano languidamente, un flash di desiderio appariva nelle loro iridi e le loro bocche come delle calamite si univano.

Quei baci erano sensuali e ipnotici.

Takeshi ben presto perse ogni controllo.

Si sentiva ribollire il sangue nelle vene.

Hayato era sobrio e lo stava baciando, non faceva che ripetersi. Come poteva opporsi a tutto quello? Non poteva!

Era l’esperienza più bella che avesse mai sperimentato.

Finalmente assaporava le sue labbra senza il gusto dell’alcol.

Avevano un retrogusto amaro a causa delle troppe sigarette che Gokudera fumava, ma ormai anche quello faceva parte di lui, per cui lo trovò irresistibile.

Per troppo tempo aveva aspettato di poter sfogare il suo amore, e ora che l’altro glielo stava lasciando fare, non avrebbe permesso a niente e a nessuno di rovinare quel momento.

Preso dalla foga, trascinò Gokudera verso un tavolo e lo sollevò di peso facendolo stendere.

Le loro bocche continuavano a cercarsi senza mai smettere un attimo.

Lui gli fu subito sopra.

Le sue mani cominciarono a vagare lungo il corpo del ragazzo sotto di lui, tentando di sbottonargli la camicia per toccargli la pelle nuda.

Il suo corpo era in fiamme.

Sentì i pantaloni cominciare a stringere in mezzo alle gambe. Si era eccitato.

Premette il suo corpo maggiormente contro quello di Gokudera per fargli sentire che effetto gli provocava.

E fu allora che l’altro sbarrò gli occhi incredulo.

Un lampo di panico e di paura attraversò le sue iridi verdi.

Smise di baciare Yamamoto e portò le mani sul suo ampio petto. Nel toccare il suo torace sembrò avere un attimo di esitazione, come se avesse trovato quel contatto estremamente piacevole, ma poi scrollò il capo e bruscamente lo spinse ad allontanarsi da lui.

“Basta brutto idiota.”, ringhiò Gokudera, riportando anche Yamamoto con i piedi per terra. “Non sono venuto qua per questo, ma solo per fare una prova. Ora è troppo!”

Il ragazzo dai capelli argentati provò a rimettersi in piedi.  

Tremava leggermente e barcollò.

Aveva le gambe molli. Yamamoto sollevò un braccio per aiutarlo a sostenersi, ma Gokudera lo rifiutò preferendo appoggiarsi a una sedia.

Sembrava dopo quello che era successo, che tentasse di tenerlo il più lontano possibile per non cadere di nuovo nella dolce trappola che erano le sue labbra e il suo corpo.

Non lo guardava nemmeno in viso. Le sue guance erano arrossate, ed era in palese imbarazzo.

“Non doveva andare così.”, disse Hayato più a se stesso, che a Yamamoto. “Io volevo solo capire e invece sono più confuso di prima.”

Si arrischiò a risollevare lo sguardo per guadare l’altro.

Yamamoto lo osservava con un’espressione limpida e carica di amore.

Sulle pupille di Gokudera invece persisteva l’ansia e la paura. Era terrorizzato, probabilmente dalla sua reazione al bacio, da quello che aveva provato.

“E’ meglio se vado.”, disse e cominciò a camminare verso la porta bramoso di allontanarsi dall’altro per riflettere.

Quando fu quasi a destinazione e le sue mani già sfioravano la maniglia, fu però raggiunto da Yamamoto.

Quest’ultimo dopo essere stato allontanato per un po’ intontito non era riuscito a fare niente.

Nella sua mente continuavano a succedersi le immagini del bacio e al pensiero il fiato gli moriva in gola.

Aveva sentito le parole senza senso di Gokudera come in trance. E aveva avuto bisogno di qualche minuto per comprenderle.

Se l’era chiesto già quando l’altro era arrivato ma cosa significava che quella era una prova?
Si baciano le persone così solo per un test? E ora perché era Gokudera quello confuso, quando invece, l’unico che aveva diritto di esserlo era lui? Sì, non capiva assolutamente niente di quello che era successo in quella stanza. E ciò non era dovuto al fatto che era un idiota, come gli diceva sempre Hayato, la vera colpa era di quest’ultimo che agiva in modo inspiegabile e poi o si addormentava o se ne andava come se niente fosse. Era da qualche giorno che lo spiazzava con i suoi atteggiamenti ed era giunto il momento di cominciare a capirne il significato.

Necessitava di alcune spiegazioni.

Afferrò Gokudera per un braccio e lo girò verso di sé.

Lo guardò fisso negli occhi.

Il suo sguardo era schietto com’era la sua indole.

Per una volta le sue labbra non erano sollevate all’insù in un sorriso. Era serio, e la sua fronte era lievemente aggrottata.

“Perché mi hai baciato?”, gli chiese di getto.

Sì, se Hayato alcune sere prima aveva voluto sapere perché non l’aveva baciato durante il rituale, ora lui voleva sapere il contrario. Voleva sapere perché l’aveva fatto.

Gokudera boccheggiò, non sapendo come rispondere.

I suoi occhi si dilatarono dallo shock.

Poi però si assottigliarono mentre tentava di darsi un tono.

Si scrollò di dosso le mani di Yamamoto e tentando di apparire sicuro e sprezzante disse: “Te l’ho detto idiota. Era una prova.”

“Una prova di cosa?”

Gokudera di nuovo atteggiandosi disse: “E’ palese di cosa. Volevo sapere.”

“Sapere, cosa?”

Yamamoto era sempre più irritato dal fatto che l’altro non gli desse delle risposte certe. Gli diceva mezze frasi come se lui potesse capirle, come se lui potesse leggergli nel pensiero.

Sì, a volte sembrava in grado di farlo, ma non era un vero telepate. Se Hayato non gli dava una chiave di lettura, difficilmente sarebbe riuscito a leggerne le intenzioni.

Gokudera sospirò. “Sei un idiota. Dovresti capirlo. Quando ti ho baciato da ubriaco io ho sentito…”, non finì la frase come se si fosse reso conto che stava rivelando troppo.

Si prese il labbro inferiore tra i denti, e Yamamoto a quel gesto si ritrovò istintivamente a umettarsi le labbra carico di desiderio. Avrebbe tanto voluto baciarlo di nuovo.

Ora che l’altro aveva dato inizio a quel gioco, non riusciva più opporre resistenza ai suoi sentimenti e al desiderio cocente che era nato in lui.  

Scrollò il capo. In quel momento non poteva far parlare la carne. Per una volta doveva usare il cervello.

“Allora ricordi cosa è successo.”, disse con la sua voce profonda.

“Hn.”, fu l’unica risposta che uscì dalla bocca di Gokudera.

“Cosa hai sentito nel baciarmi da ubriaco?”, chiese Yamamoto per spingerlo a confessarsi.

Gokudera però non rispose, tuttavia l’occhiataccia che gli rivolse fu abbastanza eloquente per il ragazzo dai capelli neri.

Takeshi sorrise, con un sorriso dolce. “Ti è piaciuto.”, fu la sua considerazione.

Hayato avvampò. E improvvisamente Takeshi trovò la chiave che cercava per riuscire a capire quello che era successo.

“Volevi sapere se baciarmi da sobrio ti avrebbe scatenato dentro le stesse sensazioni che hai provato da ubriaco. Consisteva in questo la prova?”

Gokudera diede di nuovo le spalle a Yamamoto per non rivelargli il suo turbamento.

“Ora che lo sai, posso andare.”, disse poi tentando di mantenere la voce più neutra possibile.

“No.” Takeshi lo prese per le spalle e lo voltò di forza nuovamente verso di lui.

Ora che aveva la certezza di non essere indifferente all’altro, non aveva nessuna intenzione di lasciarlo scappare per permettergli di costruire nuove barriere tra lui e il mondo.

Ora che a causa del bacio e di quello che aveva provato era diventato vulnerabile, doveva approfittarne per capire meglio i suoi sentimenti.

“E cosa hai provato nel baciarmi ora?”, gli chiese a bruciapelo.

Gokudera provò a divincolarsi ma non ci riuscì. “Non sono affari tuoi.”

“Sì, che lo sono visto che ti amo.” Yamamoto finalmente aveva trovato la forza di affermare la verità sui suoi sentimenti con il suo interlocutore sveglio.

Sì, visto che Gokudera l’aveva baciato, visto che aveva cominciato a farsi domande sulle emozioni che provava per lui, voleva fargli sapere ciò che lui sentiva perché non poteva più fingere che niente fosse accaduto.

Lo amava alla follia e voleva rendere partecipe l’altro di tutto quello. Il bacio che si erano appena scambiati aveva cambiato molte cose e non poteva più tornare indietro.

Di fronte a quelle parole, gli occhi di Gokudera si spalancarono preda del panico, e si lasciò sfuggire dalle labbra: “Non dovevi ridirmelo ora. Io non sono ancora pronto a risponderti.”

Yamamoto grazie a quelle parole capì altre cose sulla notte in cui l’altro si era ubriacato.

“Eri sveglio quando mi sono dichiarato.”, fu la sua constatazione.

Hayato arrossì rendendosi conto di essersi sputtanato.

Yamamoto sospirò. “E’ per quello che ti stai sforzando di capire cosa provi? Vuoi decidere cosa rispondermi?”

“Sì.”, finalmente Gokudera si decise a essere sincero.

Takeshi sorrise triste fraintendendo la situazione. “Non devi sentirti in colpa solo perché ti amo. Non devi sforzarti di ricambiarmi. Ti ho sempre amato, e anche se tu non provi lo stesso per me, posso accettarlo. Rimarrò nella famiglia Vongola come ho sempre fatto. E aiuterò Tsuna. Non solo tu, ma anch’io gli voglio molto bene. Certo non lo amo, ma gli voglio lo stesso molto bene.”

Yamamoto aveva inteso che quando aveva saputo dei suoi sentimenti, Hayato si fosse sforzato di ricambiarlo per timore che lui se ne andasse dalla famiglia deluso per non essere ricambiato. E che baciandolo volesse sapere se tutto sommato potevano essere compatibili in modo da accettare la sua corte, quello nonostante non lo amasse. Tutto quello era per il bene di Tsuna, il vero oggetto dei suoi desideri, che però lo vedeva solo come un amico.

Takeshi non poteva però accettare di stare insieme a una persona che non lo amava.

Gli occhi di Gokudera a quelle parole strabuzzarono sorpresi.

Poi le sue gote andarono in fiamme di nuovo mentre capiva cosa significavano.

“Tu pensi che io sia innamorato del Decimo?”, chiese in un sospiro.

Yamamoto lo guardò dolcemente. “Amandoti ti ho guardato a lungo e ho visto come osservavi Tsuna. I tuoi occhi ardevano di devozione. E a me sta bene. Tsuna è un ragazzo eccezionale, posso capire perfettamente perché ti piace così tanto.”

Di fronte a quelle parole un grido disarticolato uscì dalla bocca di Gokudera.

Poi però scrollò il capo e cominciò a ridere istericamente.

Tra una risata e l’altra riuscì però a dire: “Anche tu hai pensato che lo amassi. Siamo caduti entrambi nello stesso errore. Tu che sei un idiota lo posso capire, ma io…”

Yamamoto lo guardò incredulo. “Vuol dire che non lo ami?”

“No, non nel senso romantico del termine.” Gokudera tornò serio e decise di essere sincero. Scrollò il capo. Non poteva accettare di veder soffrire Yamamoto. Il suo cuore era stato invaso da una strana tenerezza nel vederlo prendere quel granchio e nel constatare la sua sofferenza. E aveva provato l’impulso di chiarire il fraintendimento per rassicurarlo. “Il mio è un amore servile. Per anni però l’ho scambiato per qualcosa in più. Baciandolo alla cerimonia ho capito la verità. Il suo bacio non mi ha fatto provare niente, quello con te invece… Sì, mi è piaciuto e se sono venuto qua era per caprie se anche da sobrio avrei provato le stesse emozioni. Io non credevo di amarti, io pensavo che mi sarei reso conto che sei solo un amico. Sì, sono riuscito ad ammettere di provare amicizia per te, ma solo quella. E invece non capisco. Quando mi tocchi e mi baci è così semplice perdere il controllo. Io non so più cosa mi stia succedendo. Ho pensato di amare il Decimo ma in verità non lo amavo. Ho pensato di provare amicizia per te, e invece… non so. Cosa si prova ad amare davvero? Non capisco.”

Yamamoto sorrise, un sorriso di quelli radiosi che scaldò l’animo di Gokudera.

In quelle parole caotiche di sfogo, Takeshi aveva letto quella verità che Hayato ancora non riusciva a comprendere.

Fu per quello che gli si avvicinò e di scatto afferrandolo per le spalle lo schiacciò contro un muro.
 

Avvicinò di nuovo le sue labbra a quelle dell’altro.

Gli sussurrò sulla bocca. “Scopriamolo insieme cosa significa amare. Non devi però obbligarti a pensare di doverlo capire, fai parlare solo l’istinto, così tutto ti diventerà chiaro. L’amore non si comprende, si vive.”

E poi lo baciò di nuovo. Stavolta però mettendo in quel gesto tutto il suo amore.

Quel tocco di labbra, quella danza di lingua fu sia molto dolce, sia passionale.

Provocava assuefazione.

E Gokudera di nuovo si lasciò andare per corrisponderlo.

Gli circondò il collo con le braccia e lo baciò a sua volta con foga.

Allontanò da sé ogni pensiero molesto.

Non pensò più a niente e fu allora che sentì quel calore invadergli le membra.

Un calore che divenne sempre più grande fino a quando sfociò in quello.

FINE CAPITOLO 8

Cosa farà Gokudera? Capirà meglio i suoi sentimenti? Cosa succederà? Tutto quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.

L’ANGOLO DI REBYCHAN:
A dirla tutta avevo una nuova idea che mi avrebbe permesso di allungare la fic ma dopo averci pensato un po’ su, ho deciso di non usarla. Questa storia era nata per essere semplice e breve, e allungarla probabilmente l’avrebbe appesantita. Ho preferito quindi mantenerle intatto lo spirito originale e questo capitolo si è costruito da solo così.
Il prossimo salvo cambiamenti dell’ultima ora dovrebbe essere l’ultimo capitolo. Ancora un po’ quindi e conoscerete la conclusione.
Di solito quando sono in dirittura di arrivo con una fic, penso immediatamente a quella dopo che dovrebbe sostituirla ma ora non so cosa farò. Sono molto indecisa se iniziare o no un’altra storia su questo fandom. Le idee fioccano ma sono in uno stato d’animo un po’ particolare che non mi permette di prendere una decisione in tutta serenità. Vedrò più avanti!
Se inizierò una nuova fic probabilmente però sarà a multi coppia e un AU. Vediamo!
Smetto di tediarvi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Con questo, anche stavolta mi sembra di aver detto tutto.
Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Ecco finalmente l’ultimo capitolo di questa storia. Spero vi piacerà.
Ringrazio tutte le persone che l’hanno letta fino alla fine, mettendola tra le preferite, ricordate e seguite, e soprattutto chi l’ha commentata sostenendola. E’ grazie a voi se sono arrivata alla conclusione in tempi relativamente brevi per cui ve la dedico di tutto cuore.
Ringrazio ovviamente soprattutto Hibari Kyoite, Dead Master, Milli Milk e lightdragon 91 perché hanno commentato lo scorso capitolo. Grazie ragazze!
I personaggi come al solito non sono miei. Scusate se ci saranno degli errori.
Un bacione.
Rebychan

CAPITOLO 9

Gokudera aveva provato l’impulso di scappare quando si era accorto che il bacio di prova con Yamamoto lo aveva sconvolto più di quanto avesse mai creduto fosse possibile. Dentro di sé aveva pensato che baciarlo gli avrebbe fatto capire che lo considerava solo un amico. Non era pronto, infatti, ad ammettere che invece tra loro e da entrambe le parti c’era qualcosa di più.

Yamamoto però gli aveva impedito di andarsene, e lo aveva obbligato a spiegarsi.

Gli aveva sbattuto di nuovo in faccia i suoi sentimenti sapendolo sveglio, aveva frainteso la situazione pensando che quel suo comportamento fosse dipeso dal suo “amore” per il Decimo e senza accorgersene Hayato si era ritrovato a mettersi a nudo.

Non poteva però dire a Takeshi che lo amava sul serio, semplicemente perché non sapeva cosa significasse amare.

E poi Yamamoto lo aveva baciato dicendogli che avrebbero scoperto insieme il significato di quel sentimento, gli aveva chiesto di non obbligarsi a pensare di doverlo capire, ma di lasciarsi andare, perché l’amore si vive, non si può spiegare.

E Hayato aveva obbedito.

Quando le labbra di Takeshi si erano posate di nuovo sulle sue, aveva smesso di pensare.

Aveva lasciato parlare il suo istinto che gli gridava di corrispondere l’impeto dell’altro.

Le loro lingue avevano cominciato a giocare con sempre più passione, mentre il sapore della bocca di Yamamoto lo inebriava fin nel profondo.

Gli aveva afferrato i capelli per obbligarlo a non staccarsi.

Non che Takeshi pensasse di farlo visto come lo stringeva contro di sé, ma così era più sicuro che non gli sfuggisse.

Yamamoto era notevolmente eccitato, e, infatti, Gokudera sentiva la sua virilità ingrossata sbattergli contro una gamba.

Il suo corpo si riempì di un calore e di una frenesia incredibili capendo di essere lui quello che aveva tutto quel potere sull’altro.

Il suo cuore batteva forte nel petto, si sentiva leggero e a posto con il mondo, lo stomaco era avvolto da una piacevole sensazione, le gambe molli erano sorrette dalle braccia forti dell’altro.

Era tutto così perfetto.

E fu allora che si rese conto che il calore soffocante che lo avvolgeva si stava concentrando in un unico punto.

E gemette sulle labbra di Yamamoto.

Il suo sesso cominciò a vibrare e ben presto anche la sua eccitazione divenne palese.

Takeshi gli sorrise tra le labbra, mentre faceva entrare in contatto le due virilità.

Gemettero entrambi e separarono le loro bocche per guardarsi intensamente negli occhi.

Gli occhi di Hayato erano arrossati, sembrava febbricitante.

Takeshi gli scompigliò i capelli, accarezzandogli la fronte.

“Stai bene?”, chiese.

“Sì.”, fu l’unica risposta decente che riuscì a dare il ragazzo dai capelli d’argento, mentre istintivamente schiacciava il suo bacino con più forza contro quello dell’altro.

Entrambi furono attraversati da un brivido.

Tremarono, ma non si staccarono.

Era bello stare così.

Si scambiarono un altro lieve bacio e poi ritornarono a guardarsi.

Yamamoto aveva capito che a Gokudera stare tra le sue braccia piaceva, ma il ragazzo sentiva il bisogno di rassicurazioni anche verbali visto che l’altro gli aveva detto di non sapere se lo amava.

Aveva cambiato idea?

Sorrise, un sorriso tirato ma pieno di aspettativa.

“Allora hai capito cosa provi per me?”

Gli occhi di Hayato fino a quel momento velati dal piacere, ripresero coscienza del mondo che lo circondava. Fino a quel momento aveva fatto agire solo l’istinto, non aveva più fatto pensare il cervello.  

“No.”, fu costretto a dire.

Sul volto di Yamamoto passò un’ombra.

Hayato tornò a baciarlo per rassicurarlo prima di aggiungere: “Di solito sono bravo a scuola ma credo che in questo caso una sola lezione non mi basti. Hai detto che dobbiamo scoprire insieme cosa significhi amare, no? Allora continuiamo a scoprirlo.”

Dopo quell’affermazione, sul viso di entrambi nacque spontaneo un sorriso.

“E di quante lezioni avrai ancora bisogno?”, chiese Yamamoto, pregustandosi la risposta che sperava l’altro gli disse.

E Hayato, infatti, lo accontentò.

“Non lo so.”, disse fingendo di pensarci su. “Ma se sono tutte così piacevoli, beh potremmo andare avanti anche per tutta la vita.”

Yamamoto rise spensierato.

Gokudera non era riuscito a dire all’altro che lo amava, perché sul serio non sapeva se ciò che provava era amore.

Di sicuro visto i segnali del suo corpo era un sentimento simile, ma non avendo grandi esperienze in proposito, se non si considerava il grosso abbaglio preso con il Decimo, non poteva saperlo. Stavolta inoltre reduce della sua esperienza passata sentiva il bisogno di andarci con i piedi di piombo.

E poi diciamocela tutti lui non era tipo da dichiarazioni eclatanti.

Già affermare di aver bisogno di imparare, e di volerlo fare per tutta la vita, era per lui una grande ammissione.

Yamamoto sarebbe stato costretto ad accontentarsi.

Più di così non riusciva a essere espansivo.

Non riusciva a dirgli come aveva fatto l’altro, ti amo. Non era da lui, soprattutto perché era ancora pieno di dubbi.

Yamamoto ovviamente si accontentò. Anzi prese quelle parole decisamente bene, perché erano esattamente quelle che desiderava sentire per sperare di condividere una vita intera insieme con l’altro ragazzo.

Da quando aveva iniziato a diventare avido, e a sperare che forse Gokudera potesse ricambiarlo, era diventato quello il suo sogno.

Fu allora che compì quel piccolo gesto, che fece battere di nuovo forte il cuore di Gokudera.

Appoggiò la bocca su quella dell’altro ragazzo e soffiò dentro il suo caldo alito, Hayato fu colto alla sprovvista, ma dopo qualche istante ricambiò il gesto.

Quando si separarono, il ragazzo dai capelli argentati chiese: “Perché hai voluto terminare ora il rito mafioso?”

“Perché era il momento giusto. Ho sempre desiderato condividere la mia anima con te e Tsuna. Solo che non potevo baciarti durante il rito, perché un bacio con te per me avrebbe avuto una valenza diversa da quella concordata. Avrei sporcato il rituale con dei sentimenti libidinosi.”

A quelle parole, Gokudera arrossì imbarazzato, rendendosi conto che lui quei pensieri libidinosi li aveva avuti eccome, che lui quel rituale lo aveva sporcato sul serio, desiderando baciare Tsuna per sordidi motivi personali.

Il fatto che non avesse provato niente, lo aveva in fin dei conti salvato dall’aver usato quel rituale per motivi seri sì, ma non adatti al momento.

Takeshi si dimostrava sempre più profondo di quello che appariva.

Riusciva sempre a stupirlo, e forse era per quello che gli piaceva.

Sì, era inutile negarlo. Gli piaceva. Forse non lo amava, non del tutto almeno, ma gli piaceva da morire, altrimenti non si spiegava l’erezione che aveva in mezzo alle gambe ancora unita a quella dell’altro che gli provocava brividi piacevoli lungo il corpo e quel desiderio impellente di continuare a baciarlo che sentiva.

Il corpo di Yamamoto era qualcosa che lo stimolava tantissimo.

Ma non era solo quello era tutta l’anima dell’altro ragazzo a sconvolgerlo.

Lo desiderava tutto.

Era il suo opposto complementare.

Era l’unico che si sforzava di conoscerlo per davvero, rimproverandolo quando agiva in modo sbagliato, e tentando di aiutarlo a cambiare per far sì che fosse felice.

Era l’unico che aveva sempre dimostrato di considerarlo più di qualsiasi altra persona.

Era grazie a lui se era diventato braccio destro. Sì, se non ci fosse stato non avrebbe mai smussato certi lati del suo carattere, e nessuno degli altri guardiani lo avrebbe mai considerato un buon comandante in seconda.

Addirittura forse nemmeno il Decimo lo avrebbe mai preso sul serio.

Era sempre stato così servile nei suoi confronti, che alla lunga avrebbe potuto annoiarlo.

Era stato Yamamoto a permettergli di realizzare i suoi sogni con la sua calda presenza che non aveva mai chiesto niente in cambio.

Non lo aveva obbligato infatti ad amarlo.

Il suo cuore si era aperto a lui in modo naturale, dopo che lo aveva rimproverato di non riuscire a fidarsi di nessuno, a parte il Decimo, facendogli capire che quello era sbagliato.

Gli aveva sul serio raddrizzato il carattere, e con una dedizione che rasentava il stoicismo.

Se era diventato quello che era, era anche grazie all’altro.

E quindi era giusto dirgli: “Grazie.”

Quella parola che per Gokudera era sempre stato difficile dire, uscì dalle sue labbra con facilità.

Yamamoto lo guardò sorpreso, non capendo perché in quel momento lo ringraziasse.

Hayato non diede spiegazioni, si rannicchiò più forte contro di lui.

Takeshi capì che doveva ricevere quei ringraziamenti così senza chiedere spiegazioni. L’altro non era pronto a dargliele. Sapeva che non l’aveva ringraziato solo per aver terminato il rituale e averlo così accettato come braccio destro, quel grazie racchiudeva molto altro, ma era un altro che Hayato non riusciva a esprimere, non per il momento almeno.

Gokudera era passionale, ma trovava sempre difficoltà a comunicare con gli altri come si deve.

E a Takeshi andava bene così.

Ancora una volta il ragazzo dai capelli neri si accontentò di quanto aveva ottenuto.

Sì, perché non poteva chiedere di meglio che avere Hayato tra le sue braccia.

Con la mano sollevò il mento di Gokudera e lo baciò di nuovo.

Un bacio dolce e tenero. Non si sarebbe mai stufato di quelle labbra.

“Andiamo di sopra?”, poi suggerì. Si era fatto tardi ed era inutile continuare a stare nel ristorante.

Hayato strabuzzò gli occhi colto da un leggero panico.

Takeshi capì immediatamente cosa aveva pensato gli stesse proponendo.

E ridacchiò dicendo: “Sei un maialino, Hayato. Non l’avrei mai creduto.”

“Ma come?”

“Stavi pensando a quello, no?”

Gokudera scosse il capo. “Sei tu che fai proposte indecenti.”

“Non è vero. Io ti ho chiesto di venire di sopra, mica di venire a letto con me. Sei tu che hai pensato al resto.”

“Perché tu non lo pensavi?”

“Mentirei se dicessi che non mi piacerebbe fare l’amore con te, ma abbiamo appena trovato un equilibrio, tu non hai ancora deciso se mi ami o no, sarebbe prematuro. Voglio solo passare la notte con te tra baci e carezze. Non voglio altro.”

Gokudera arrossì. Come al solito la sincerità di Yamamoto era disarmante. Sospirò e capitolò. “Se è così mi sta bene. Non credo di essere pronto per il resto.”

Yamamoto sorrise e baciò di nuovo le labbra imbronciate di Gokudera.
“Ti ho già detto che ti amo?”, gli disse tutto allegro.


“Sì, è la terza volta.”, affermò Hayato rasserenandosi.

Se le prime due volte quella dichiarazione lo aveva schiacciato con il suo peso, ora Hayato riusciva ad assaporarla serenamente, perché lui e Yamamoto erano insieme.

Sì, perché visto tutte le ammissioni di quel giorno, anche se a lui non erano ancora chiari del tutto i suoi sentimenti, loro due ormai si potevano considerare una coppia senza ombra di dubbio.

O almeno stavano provando a esserlo costruendo un noi.

“Vedrai molto presto diventeranno di più.”, esclamò Yamamoto felice. ”Te lo dirò fino a quando non mi risponderai con un anch’io.”

“Allora aspetterai anni.”, tentò di riportarlo con i piedi per terra Gokudera, visto che gli sembrava stesse volando ebbro di felicità.

Yamamoto non fece caso a quelle parole, continuò la sua frase precedente dicendo: “E poi continuerò a dirtelo ancora, per tutta la vita.”

Hayato abbassò lo sguardo pensando che tutto sommato forse un po’ sognare non era male. Quelle romanticherie di Yamamoto stavano cominciando a fare effetto anche su di lui. Non gli sarebbe infatti spiaciuto avere intorno Takeshi per molto tempo atto a riempirlo di premure, sussurrandogli parole dolci all’orecchio.

Si ritrovò a immaginare una vita intera con lui e arrossì.

Non era da lui perdersi in tale fantasie, ma qualche volta non era male indugiarci.

Ancora una volta nel vedere le sue guance imporporate, Takeshi chiese: “Allora andiamo di sopra?”

Hayato non rispose. Si staccò da Yamamoto e s’incamminò. Sembrava voler dire: ‘Ti precedo. Conosco la strada.’

Quante volte infatti era stato nella camera dell’altro? Tante!

Era un covo piacevole dove studiare, mangiare a sbaffo, o semplicemente cazzeggiare.

Takeshi gli fu subito accanto.

Lo prese a braccetto, gli baciò una guancia e poi le labbra.

Gli sussurrò all’orecchio. “Sai? Anche questi baci potrebbero ritenersi un rituale.”

“Quale?”, fu la risposta di Gokudera. Poi però gli sovvenne qualcosa. “E poi dicevi a me che sono un maialino, tu sei peggiore.”

Takeshi lo guardò dubbioso. Non era una cima ma capì subito cosa stava intendendo l’altro.

Ridacchiò per l’ennesima volta. “Sei proprio buffo, Gokudera.”, disse, facendo strabuzzare gli occhi dell’altro. “Oltre che un autentico maialino. Io non pensavo minimamente al rituale di accoppiamento se intendevi quello. Pensavo a quello che viene prima. Il rituale di corteggiamento. Ti sto ancora corteggiando visto che non vuoi ammettere che mi ami. E con i baci ti faccio sentire il mio amore.”

Hayato arrossì dall’imbarazzo, rendendosi conto di essere stato preso per l’ennesima volta in castagna.

Non ci poteva credere, ma sembrava sul serio che fosse lui quello pieno di pensieri impuri.

Takeshi lo stava rispettando e lui invece pensava solo a quello. Era un caso senza speranza.

Takeshi continuava a ridere della sua uscita.

Hayato sbuffò perdendosi nei suoi pensieri, per dimostrargli il suo sdegno. Yamamoto aveva chiamato il bacio rituale di corteggiamento? A lui sinceramente sembrava che fosse già di un livello superiore. Ma se non era un rituale di corteggiamento né di accoppiamento, cos’era?

Semplicemente un rituale per conto suo, che univa non solo due anime, ma anche due corpi e due cuori in modo molto profondo.

E a lui quel rituale piaceva da morire. Concluse usando la logica perfetta che lo caratterizzava.

Guardò di sottecchi Yamamoto e decise di fermare le sue risate con quel rituale.

Era stanco di sentirlo ridere di lui, preferiva che la sua bocca fosse occupata con qualcos’altro.

Lo baciò d’impeto e così entrarono nella camera di Takeshi avvinghiati.

Si distesero sul letto non staccandosi nemmeno un attimo.

E per tutta la notte solo sospiri, baci, ansimi e carezze riempirono quelle quattro mura, fino a un nuovo mattino che trovò uniti quei due ragazzi come mai nella vita.

FINE CAPITOLO 9

FINE IL BACIO! UN RITUALE?

ULTIME CONSIDERAZIONI + AVVISI:
Così si conclude questa storia. Come avevo precisato nello scorso capitolo, è un finale “semplice” perché volevo che la fic rimanesse proprio così. Era nata infatti per essere breve e tenera.
Mi erano venute altre idee per infittire l’intreccio della trama ma ho preferito non usarle per non appesantirla.
Vorrà dire che le sfrutterò per un’altra storia.
Come qualcuno avrà notato, ultimamente ho dilatato i miei tempi di aggiornamento. Questo però non significa che non stia scrivendo, anzi è tutto il contrario.
Ho solo preferito prendermi una piccola pausa da EFP. Tutto qui!
Per chi è interessato saperlo, infatti, ho già finito di scrivere sempre per il fandom di Reborn pure gli ultimi due capitoli di “Futuri incerti (grigio) – Ritrovarsi. Ho predisposto la fic per il compleanno di Yamamoto che è in aprile. Ed improntato il primo capitolo di una nuova storia, un AU ispirata al manga Sei il mio cucciolo. E’ sempre una Yamagoku, ma saranno presenti anche altre coppie.
Non so però quando posterò tutto quanto. Probabilmente quando mi sarò presa un po’ avanti con la scrittura. Vediamo!
Questo è quanto riguarda il fandom di Reborn.
Per quanto riguarda il resto, in aggiornamento questa settimana c’è di sicuro domenica una fic su Slam Dunk. E’ la fic di compleanno di Hanamichi Sakuragi per la raccolta Corona di Fiori.
Spero di riuscire inoltre a postare qualcosa anche sabato ovvero il nuovo capitolo di Ritornare ad amare, per il fandom Loveless.
Altre notizie su di me non mi sembra ci siano.
D’ora in poi vorrei usare lo spazio dopo la fic per dare della anticipazioni su quello che sto scrivendo o su quello che aggiornerò se farà piacere, altrimenti lo lascerò in bianco. Fatemi sapere.
Vi saluto. Spero di ritrovarvi presto in un’altra storia.
Un bacione
Rebychan

L’ANGOLO DEI RINGRAZIAMENTI:
Essendo l’ultimo capitolo volevo lasciarvi ringraziando le sei persone che hanno messo la storia tra le preferite (Amy Uzumaki, Fuiuki, Hibari Kyoite, kaguravampire, kury e Willow), le due che l’hanno messa tra le ricordate (kaguravampire e Willow) e le quindici che l’hanno messa tra le seguite (Dead Master, DeathNote4Ever96, Fania_Carriedo, Hibari Kyoite, ImPhenomeNiall, lightdragon91, lyrin, manga_darling, MaRmOtTeLlA, Milli Milk, Nothing, OhMiracle, Queen of Dragons, shizuka89, _PectusInane_).
Vorrei abbracciarvi tutti virtualmente.
Un bacio di ringraziamento invece lo riservo per coloro che hanno commentato chi assiduamente, chi invece anche un solo capitolo ovvero, Dead Master, lightdragon91, Milli Milk, Willow, Hibari Kyoite, kuri, Scribak, Kiyomi.
Spero che anche questo ultimo capitolo vi sia piaciuto. Spero di sapere le vostre impressioni, così come spero di ritrovarvi al più presto in qualche altra mia storia.
A presto (spero).
Rebychan

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