Dancer

di Esca
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio con il mal di testa ***
Capitolo 2: *** Nello studio ***
Capitolo 3: *** La sera prima ***
Capitolo 4: *** My name is Dancer ***



Capitolo 1
*** Il risveglio con il mal di testa ***


I lunghi riccioli neri cadevano sulle spalle, nella stanza tutto era buio, dalle tapparella entrava un lieve raggio di luce, la stanza era in disordine: sotto la finestra una scrivani con sopra fogli e penne, la sedia a terra con sopra qualche vestito, poco più in là un lungo divano bianco, sopra qualche cuscino blu con ricami floreali, a terra un materasso a due piazze con uno straccio di coperta a scacchi che era appallottolata, a sinistra del letto un porta di legno vecchio chiusa, mentre a destra una piccola porta bianca spalancata da cui proveniva una luce offuscata.
Un acquario messo vicino alla scrivania non era di buon gusto in quella buia stanzetta ma almeno dava un po’ di colore.

-Brian…Svegliati!

La voce calma di John sussurrò queste parole mentre con le mani lo scuoteva leggermente. Brian era addormentato sul divano ancora vestito, aveva a dosso una giacca con qualche pailette, una camicia bianca e pantaloni a zampa d’elefante lunghi e neri.
Aprì un occhio e guardò John con sguardo addormentato, lentamente si mise a sedere e si passò una mano fra i capelli.

-Che ore sono?

John guardò l’orologio togliendo qualche bottiglia di birra dal divano.

-Sono le undici e mezzo.

Brian si guardò attorno disorientato prese una bottiglia di birra e scolò il fondino, si strusciò la faccia per vedere meglio e notò Roger in mutande che faceva colazione con i cereali.

-Dov’è Freddie?

Roger si girò verso di lui e sbadigliò poi prese un altro boccone di cereali.

-È a vomitare in bagno

Con il cucchiaio bricioloso indicò il bagno da cui provenivano colpi di tosse.
John andò a vedere come stava Freddie, mentre Brian si strascinò vicino a Roger sussurrando.

-Che cazzo è successo ieri sera?

Sul viso di Roger spuntò un sorrisetto compiaciuto, Brian appoggiò la testa sulla sua spalla e lui gli diede un buffetto con la mano sulla guancia.
Brian sospirò aspettando una risposta da Roger mentre osservava il riflesso dell’acquario che ondeggiava sul muro.

-Non ti ricordi della bella cubista?

Brian sgranò gli occhi, e si grattò la testa cercando di capire di che cazzo stava parlando, rimase un po’ a pensare rimanendo con la testa sulla spalla di Roger finché non decise di aprire bocca per avere chiarezza di chi stavano parlando.

-Della chi?

Roger fece una risatina compiaciuta, si alzò in piedi e gli sorrise pulendosi la bocca con un fazzoletto di carta, per poi stringerlo nel pugno e ributtarlo sul tavolo.

-Lo studioso May ha preso una bella sbronza tre volte di fila! Non si ricorda niente! Questa si che è bella!

Esclamò con voce sarcastica, per poi scompigliare i capelli a Brian.

-Bravo batuffolo.

Continuò a prenderlo in giro. Brian lo guardò confuso mentre un broncio nasceva sul suo volto, si levò la giacca e si sbottonò la camicia, si versò un po’ di succo per levarsi il saporaccio della sbronza dalla bocca.

-Roger va a farti fottere!

-Non te la prendere.

Il batterista lo guardò con tenerezza e lo abbracciò per consolarlo.

-Mi sento gay a fare così.

Dal bagno spuntò John che si diresse verso le persiane e le aprì un fascio di luce accecò i due; Brian si coprì con la mano mentre Roger si voltò di scatto. I due strizzarono gli occhi.

-Ma sei scemo?! Almeno avverti!

Borbottò Roger stropicciandosi gli occhi.

-Ma avvertirvi di cosa!? È quasi mezzogiorno e le prove iniziano fra pochissimo!

Brian alzò un sopracciglio; sapeva benissimo che Freddie pretendeva che le prove iniziassero presto ed era capace anche di buttarli giù dal letto se non si fossero svegliati in tempo.

-Ma le prove non iniziavano alle otto.

-Freddie l’ha spostate perché si sentiva male…

-Ah, okey.

Brian si appoggiò al muro e continuò a fissare Roger finché il biondino non se ne accorse e lo guardò perplesso.

-Che succede Brì?

Brian sorride e con un gesto del dito lo fece avvicinare a se, Roger si avvicinò facendo un grosso sbadiglio.

-Ora bella bionda mi dici cos’è successo ieri sera!

Roger riprese a ridere di gusto sapendo che questo faceva imbroncare Brian. Si scompigliò un po’ i capelli perché nel sonno se li era appiattiti.

-Bhè… Te lo dirò quando siamo in studio, solo per farti rimanere un po’ sulle spine. Sai mi diverto molto

Roger iniziò a ridere mentre Brian cercava di ricordare e vagava per casa confuso.

La porta bianca del bagno si spalancò, un uomo mediamente alto con baffetti nero fuliggine, uscì barcollando leggermente e si attaccò allo stipite della porta.

-Miei cari, pensavate di poter saltare le prove oggi! Ma il qui presente, Freddie Mercury, ve lo impedirà personalmente. Quindi vestitevi e andiamo… e tu dolcezza bionda lava quella lurida tazza!

-Agli ordini.

Roger sbuffò e iniziò a lavare la tazza, mentre Brian si vestì più comodamente.

Dopo tutta la preparazione, finalmente decisero di incamminarsi verso il Musicland Studios.

Per le strade di Monaco c’è tranquillità, una città così bella, con leggi ferree e dai ritmi pesanti, ma con una scatenata vita notturna.

Nota: La storia è un po' banale e forse anche scontata cerchrò di rendrla migliore nel prossimo copitolo
Pace nell'animo

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Capitolo 2
*** Nello studio ***


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Capitolo 2: Nello studio.

I quattro camminavano sotto il sole cocente.
-Non possiamo prendre la macchina?
Freddie guardò Roger come se fosse stupido, si avvicinò a lui e appoggiò il braccio sulla sua spalla.
-Dolcezza se non te lo ricordi…
Freddie alzò il tono di voce.
-Hai sfasciato la macchina venerdì sera!!
Roger lo guardò con un sorrisetto, s’infilò le mani nelle tasche.
-Ah, già. Non me lo ricordavo.

Freddie gli tirò una sberla, lui si massaggiò la testa. Brian si tolse la giacca per il troppo caldo e la lanciò a dosso a John che si sentì arrivare la giacca dritta in faccia, se la levò del viso e su esso, spuntò una smorfia di fastidio, quindi glie la ritirò sul petto, Brian la afferrò e se la mise sulla spalla tenendola con un dito, proseguì per la sua strada con andatura goffa.
Brian e Roger diedero fastidio a Freddie e John tutto il viaggio dall’hotel agli Studios.
Freddie si alterò ampiamente e agitò le braccia in aria mentre rimproverava i due davanti agli Studios, poco più in là John che sghignazzava mentre il batterista e il chitarrista venivano sgridati come due bambini dalla mamma, e visto che era un anima gentile non aggiunse nulla a le parole di Freddie.

Erano come una famiglia felice. Freddie interpretava la mamma, apprensiva che voleva i propri figli al meglio e che li correggeva e gli orientava ogni volta che si smarrivano, ma che li sgridava ogni tre per due per il loro comportamento fastidioso; John interpretava il babbo gentile e premuroso che non era in grado di tenerli a bada, ma che rideva quando venivano sgridati; e i due bambini erano Brian e Roger, bambini scalmanati che facevano capricci da mattino a sera e che li tormentavano:  Brian era, forse, il bambino più calmo, ma dispettoso che si divertiva ad appoggiare il fratello e ad infastidire soprattutto John; Roger, un bambino scalmanato che amava fare scherzi e visto che
era appoggiato dal fratello si sentiva ancora più fiero di se.

Freddie sbuffò e si allontanò con passo pesante e svelto urlando.

-Se li progettano la notte questi stupidi scherzi! Non è possibile!

John lo seguì divertito lasciando soli Brian e Roger. Il chitarrista si avvicinò all’altro.

-Percò non sarebbe male!

Roger lo guardò perplesso.

-Cosa?

-Pianificare gli scherzi di notte.

Il batterista scoppiò a ridere e gli diede una pacca sulla spalla, per poi avviarsi dentro gli Studios.
Brian rise e iniziò a correre verso Rog, passandogli vicino saltò e li mollò una sberla continuando a correre, il batterista non perse l’occasione e iniziò a inseguirlo per tutti li Studios.

Le prove iniziarono precisamente alle otto, né un minuto di più né uno di meno, Freddie era molto preciso su queste cose; voleva sempre provare fino all’ossesso, passavano intere giornate assieme, litigando, giocando, suonando e facendosi scherzi a vicenda.
Era ormai tre ore che provavano, non avevano fatto neanche una piccola pausa. Il tempo non era scorso veloce come tutte le altre mattine, andava lento. Nella pancia del bassista si sentì un rumorino, non avevano ancora mangiato.

-Adesso vi concedo una pausa. Andate pure a mangiare.

Annunciò Freddie appena sentì quel rumore. Con le mani li cacciò fuori dalla stanza, lui stava sempre a provare e mangiava un panino al
volo mentre scriveva testi e spartiti di canzoni. Gli altri tre membri della band se ne andarono al loro solito bar sotto gli Studios, s’incamminarono per il lungo corridoio bianco per poi scendere due rampe di scale, sbucarono in un enorme sala e uscirono da una porta vetrata con accanto una pianta di strana provenienza.

I tre entrarono nel bar.

-Ciao Mary
John salutò cortesemente, mentre Brian si avvicinò al banco del bar e le buttò un bacio, poco più in là si sentì una voce.

-Guarda che a Mary piaccio io mica te!

Brian si girò verso Roger ridendo.

-Taci, stupido essere. Taci.

Brian prese il suo solito tost al formaggio e la sua birra fresca, poi si andò a sedere vicino a John. Roger arrivò con un vassoio pieno di cose, il bassista sgranò gli occhi.

-Ma quanto cavolo mangi?

Roger posò il vassoio e si mise a sedere davanti a Brian.

-Tanto so che lui mi ruba le cose dal piatto.

Indicò il chitarrista con dito accusatorio; Brian prese le patatine dal piatto di Rog.

-La roba presa dal piatto degl’altri è più buona!

Roger iniziò a ridere e mangiò con gusto, schiaffeggiando, ogni tanto, le mani curiose del chitarrista che si aggiravano vicino le patatine. John finì di mangiare prima degli altri due e quindi tornò da Freddie che per due volte era andato giù a controllare se avessero finito, impaziente di iniziare le prove. Brian addentò il suo tost, ormai dimezzato, Roger lo guardò e si avvicinò a lui.

-Allora vuoi sapere che è successo ieri notte?

-Certo che lo voglio sapere!

Roger si mise comodo sorseggiando la sua birra fresca.

-Ora ti spiego tutto…

Ingoiò un altro sorso.

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Capitolo 3
*** La sera prima ***





Capitolo 3: La sera prima.

Il sole non picchiava forte come prima, fuori dal bar c’erano truccatrici e persone dello staff, che con l’autorizzazione di Freddie, mangiarono qualcosa.

Mary prese il piatto sporco di Roger e posò sul tavolo un’altra birra per Brian.


Il chitarrista finì il suo tost, per poi leccarsi il formaggio fuso che gli era rimasto su il labbro superiore.

-Vuoi sapere proprio tutta la verità?

-Si che voglio la verità. Mi devo ricordare.

Roger appoggiò il braccio sul tavolo e lo guardò.

-Allora… erano circa le sei del pomeriggio, quando abbiamo deciso di finire il lavoro un po’ prima perché Freddie aveva trovato un posto carino dove andare di sera; ci siamo incamminati a casa e come al solito Fred si è chiuso in bagno ed è stato delle ore sotto la doccia a cantare i nuovi pezzi……

 

Brian bussò insistentemente alla porta del bagno.

-Muoviti cazzo non ci sei mica solo te!

La porta si spalancò e fece un botto. Freddie lo guardò e se ne andò sculettando, il chitarrista entrò e iniziò a pettinare i riccioli con un pettine ampio e della schiuma per i riccioli, Roger entrò in scivolata dentro il bagno e con un pettinino nero si sparò in su tutti i capelli.

-Biondina fatti più in la e non occupare tutto lo specchio.

Brian spostò con il sedere Roger, che traballò più in là.

Il sole stava calando lentamente, i quattro stavano urlando in casa, le voci si sentivano fino dell’albergo, ma non stavano litigando erano risate. Dietro una lunga tenda si nascondeva Roger che faceva gli agguati a Freddie, ma il cantante era furbo e quella volta si era accorto di lui quindi quando passò davanti a il batterista mise un quaderno con la copertina rigida davanti e Roger ci finì contro come un idiota.

Uscirono di casa tranquillamente, ma una signora con le buste della spesa che aveva assistito alla scena guardando dalla finestra quando li vide uscire restò impietrita e poi scappò via impaurita da i loro comportamenti strani.

Freddie portò il resto del gruppo in un locale, in una strada buia, dove si vedevano solo le insegne di quel locale, la luce rossa illuminava i volti dei quattro che furono assaliti da qualche ragazzina impazzita, fecero qualche autografo per poi entrare.

Brian vide subito una donna su un dei tanti palchetti rotondi in mezzo alla sala.

Era una donna slanciata, un bel fisico magro, capelli lunghi castani, ma raccolti da una pinza, occhi verdi e naso a punta. Un appariscente rossetto rosso fuoco volumizzava le labbra, ombretto forse anche troppo marcato. I vestiti, quasi non esistevano ma tacchi alti rossi volteggiavano su quel palo. Tutti si sparsero andando a ballare qua e la. Brian si avvicinò al balcone del bar e prese un drink, si girò sorseggiando il drink e guardò la ragazza per  qualche minuto finché non venne invitato a ballare da una dolce ragazza. Lei gli sbarrò la visuale della ballerina, i suo lunghi capelli neri dondolarono davanti a gli occhi del chitarrista un po’ disorientato, la ragazza fece un grosso sorriso e incrociò le mani dietro la schiena.

-Vuoi venire a ballare con me?

Brian la guardò sorridendo e si alzò, con delicatezza le prese la mano e ballò tutta la sera, ma non tolse lo sguardo dalla cubista dalle labbra rosso fuoco.

Spuntò da dietro Roger che con i suoi capelli biondi colpì il chitarrista.

-Ma che cazz...?

-Ahahahahah! Sono io. Io io yooooo!

Brian lo guardò strizzando gli occhi.

-Ma te sei due!!

L’odore di birra si sentiva da lontano, la ragazza dai capelli scuri se andò salutando Brian con un bacio sulla guancia e lo ringraziò per la serata, lui la salutò da lontano con la mano… rimase un'altra decina di minuti a salutare il nulla, forse il suo cervello si era disconnesso.

Passò solo qualche minuto prima che la cubista uscisse dal locale, con un cappotto lungo che copriva il mini vestito. Non aveva più quel trucco appariscente, ma il rossetto rosso spiccava ancora nella notte.

Brian la fermò.

-Aspetta!

Le afferrò la mano con decisione.

-Non te ne andare.

La ragazza sorrise quasi compiaciuta, si avvicinò a lui e con voce mite sussurrò qualche dolce parola. Il batterista li osservava da lontano, un sorrisetto spuntò sulle sue labbra quando vide che i due entrarono in un Hotel.

Il chitarrista l’accompagno fino alla stanza dove la ragazza alloggiava, lei fece per entrare, quando lui l’appoggiò al muro e un lungo e profondo bacio venne dato alla cubista, lei gli levò la maglia gettandola a terra entrarono nella stanza e la porta si chiuse, rimase solo un lungo e silenzioso corridoio con la maglietta di Brian May a terra.”

-Poi ti sono dovuto venire a riprendere perché eri talmente ubriaco che non riuscivi a trovare la strada per tornare a casa, avevi scambiato un palo per la tua mamma e stavi cercando di sradicarlo da terra per portarlo a casa.

Roger rideva come un’idiota, mentre Brian lo guardava, ormai si ricordava tutto. Quel momento fu interrotto da una voce stridula e affannata. Entrò spalancando la porta era la truccatrice del gruppo, che urlò.

-Freddie è arrabbiato perché siete in ritardo! Io non so cosa fare, è tipo impazzito. Ragazzo muovetevi che sennò quello butta giù gli Studios!

Piccola Nota: Dopo tanto tanto tanto tanto...tempo, sono riuscita a scrivere questa storia. Sincermanete mi faceva fatica pubblicarla...Yeah. Mi sembra anche banale come storia, sì. Ma tanto non ricevo molte recensioni quindi mi stanco di scrivre...Yeee :B Pensandoci bene.... CHE CULO QUELLA CHE HA BALLATO CON BRIAN .___. Scrivo le cose e sono invidiosa dei miei personaggi non ha molto senso .___. Bene... la prossima storia è in elaborazione (non è vero)
Pace, Amore e tanta Musica jkbyufvi Frencys May <3

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Capitolo 4
*** My name is Dancer ***




Capitolo 4: My name is Dancer.

Roger e Brian si alzarono di scatto confusi dalla voce della truccatrice. Roger iniziò a girare in tondo e Brian fissava una forchetta, per loro fortuna arrivò il bassista che li tirò via e li portò in studio, tenendoli per l’orecchio.

-Nooooo! La forchetta! Ci volevo scrivere una canzone!

-Idiota, vieni via!
Tornati ne gli Studios i passanti assistirono a una delle tante scenate che faceva Freddie.

-Vi avevo detto di fare veloce! Mi era venuta l’ispirazione, adesso come si fa!?

-Si fa benissimo, non ti preoccupare.

-Sei uno stupido essere! Insieme, te e quel cespuglio, fate una bella coppia. Il cespuglio e la prostituta bionda, si!

-Hey! Pensa per te.
Brian alzò la voce e soffiò via un ciuffo di capelli. Molto gentilmente john si avvicinò al cantante furioso e lo calmò rassicurandolo, così riuscirono a riprendere le estenuanti registrazzioni, fatte di litigate e canzoni.
Una litigata, una canzone. Una litigata, una canzone…..
-Oggi ragazzi mi dispiace per voi, ma niente pub.
-Uffa che palle.
Roger sbuffo e prese il cappotto appoggiandoselo sulle spalle, poi uscì dalla sala registrazioni e si appoggiò allo stipite della porta.
-Su Brianno muoviti.
Brian si caricò in spalla la sua Red Special e sistemò le maniche della camicia, ripiegandole.

-Arrivo, arrivo.
I tre aspettarono fuori dalla porta Freddie, che stava finendo di mettere in ordine, uscito anche lui John chiuse la porta e insieme andarono verso l’uscita degli Studios.

-Ciao, truccatrice urlante!

-Ciao, biondino spettinato.
Roger si girò ridendo, poi diede una spinta a Brian come per provocarlo e il chitarrista non esitò a ridargliela.

-A ROGER PIACE LA TRUCCATRICE URLANEEEE!
Brian iniziò a fare canzonicine da bambini, infastidendo il batterista.

-Zitto, brutto scemo!
Gli tappò la bocca con la mano, poi  levando la mano gli tirò una sberla.

-Bastardo sei scorretto!
Il chitarrista si massaggiò la testa.
Con il calare del sole tornarono a casa. Monaco si stava spengendo, e quando Monaco è al buio viene illuminata da bar psichedelici, pub, club, e cose che a i Queen piacevano molto, ma per quella sera dovevano restare a casa, almeno una serata tranqulla ci voleva, sennò i ritmi no si reggevano.

-Quando si mangiaa!?
Urlò John con insolita scortesia.

-Quando la pizza si scongela.
Rispose Brian deriso da gli altri che avevano già passato il turno di chi doveva cucinare.

-Allora domani visto che sono finiti tutti i turni si ordina in camera perché qui fra tutti facciamo cacare a cucinare!
Si lamentò Roger.

-Perchè le idee geniali di Freddie valgono solo per la musica. Sai che non è stata una buona idea farci questo.
Freddie guardò il batterisa alzando un sopracciglio.

-Non è colpa mia se siete degl’incapaci, dolcezze dovete imparare.
Poco dopo squillò il telefono, il batterisa con le sue pantofole “antiscivolo”, si catapultò  a rispondere.

-Prontoooooo?
Tappò la cornetta del telefono e urlò a gli altri.

-È una donna! Sicuramente vuole me!
Si riavvicinò il telefono all’orecchio.

-Chi cerca?.....Si aspetti glielo passo, ma lei è?........A capisco, glielo dico.
Posò la cornetta vicino al telefono e andò in cucina.

-Brian!! Una ragazza che dice di chiamarsi Dancer ti vuole al telefono. Ma sbrigati che sennò non si mangia mai!
Il chitarrista si levò i guanti da forno e con un sorrisetto provocatrovocatorio camminò verso il telefono.

-Menomale volevano te. Ti rode eeeeh?
Prese la cornetta.

-Pronto?
Dall’altra parte una voce soave.

-Brian, sono io, Dancer, sai la ragazza dell’altra sera?

-Certo mi ricordo di te! Come stai?
Ci  fu un attimo di silenzio.

-Non ho chiamanto per chiaccherare, ma per sentire la tua voce, ma non è solo quello. Ti voglio rivedre.
Brian sorrise, si passò velocemente una mano frà i capelli e rispose.

-Okey, ti va bene domani sera?

-Certo, domani sera è perfetto, ma il posto lo decido io….Vediamo… Ci possiamo trovare alla fontana del parco, vieni qundo hai finito le prove. Ciao!
Si sentì lo schioccare di un bacio, il chitarrista non fece in tempo a risondre che la linea non c’era già più.

-Cia…..
Riattacò, poi tornò in cucina e venne assalito da Roger.

-Era quella di ier sera eeeeh?

-Sii.
Il batterista si appiccicò a lui.

-Ti ha chiesto di uscire?
-Sii.
-Uuuh e te ci vai?
-Sii.
-Mi vuoi bene?
-Siii.
Brian si fermò e lo guardò un po confuso.

-Volevo solo una conferma!
Brian rise di gusto.
-Mi puoi procurare una sua amica?
-Assolutamente NO!

-Cattivo
Brian tornò alla pizza, i dieci minuti di cottura passarono velocemente, così i Queen riuscirono a mangiare una pizza cotta da Brian.

Nota: Gnaaaa, questa storia mi è venuta di getto, non l'ho neanche corretta perchè se la coreggo rovino l'efetto. errori credo ce ne siano tanti. Yeah non so più quello che volevo dire. Notte notte <3 jhghn May

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