Chiamatemi Mary.

di _Milla3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Said you'd beat me up. ***
Capitolo 2: *** I dared you to kiss me. ***
Capitolo 3: *** They never believed we'd really fall in love. ***
Capitolo 4: *** All i need is you next to me. ***
Capitolo 5: *** The time we had our very first fight. ***
Capitolo 6: *** You got down on one knee. ***



Capitolo 1
*** Said you'd beat me up. ***


'Tana per me!' gridai, stremata, toccando l'albero grande. Cris non riusciva mai a superarmi, mentre correvamo, ma era più furbo, e quindi spesso vinceva lui. Batterlo era una soddisfazione.

'Inutile, Mary, vinci sempre tu.' sorrise lui, con quel sorriso perfetto che aveva. Me ne rendo conto solo ora, che già a sette anni ero innamorata di lui. Innamorata per dire, come può essere innamorata una bambina. Cris è sempre stato il mio migliore amico, pià grande di me. Quello da cui prendevo esempio, insomma. E non avrei mai pensato che mi sarei innamorata di lui.

'Mi hai fatta vincere'. Ero indispettita. Non avevo mica bisogno che lui mi facesse vincere! Ero veloce, e potevo batterlo in qualsiasi momento. Bastava solo che io lo volessi.

'No che non ti ho fatto vincere. Perché devi sempre fare  la difficile? Sei veloce, e non posso batterti'. Il suo tono era quasi accondiscendente, e mi irritava. Ma in fondo lo preferivo quando mi dava ragione piuttosto che quando minacciava di picchiarmi. Non l'avrebbe mai fatto veramente, ma per una bambina di sette anni le sue minacce erano parecchio spaventose, quasi come erano brillanti i suoi occhi. C'è sempre stato, in Cris, qualcosa che mi ha attratta. Qualcosa che non riuscivo a capire, qualcosa che mi spingeva verso di lui, e non me lo faceva mai abbandonare. Da bambini, io ero un po' il suo satellite, giravo intorno a lui, e mi muovevo in sua funzione. 

'D'accordo, allora ho vinto io, e tu sei un incapace che si fa battere da una bambina.' Lo provocavo, sperando in una sua reazione. Solo che la reazione non arrivò, o almeno furono più veloci le voci delle nostre madri.

'Mary, Cris!' Sentimmo che ci chiamavano, e ci rendemmo conto di aver fatto tardi, che il sole stava già tramontando, e che dovevamo cenare. 

'Accidenti, Cris, abbiamo dimenticato la cena!' Iniziai a correre, ancora una volta. Fui la prima ad arrivare a casa. Eravamo entrambi sporchi di terreno e con i vestiti macchiati di terra. Non ci permisero di metterci a tavola, e ci mandarono a cambiarci. Uscimmo mezz'ora dopo, lavati e cambiati. Una cosa per cui ho sempre preso in giro Cris è che ci mette lo stesso tempo delle ragazze per lavarsi e prepararsi. O almeno, lo stesso tempo che ci ho sempre messo io. 

'Allora, che avete fatto?' chiese il padre di Cris ridendo. La domanda mi diede fastidio. Erano già alcuni mesi che i nostri padri dicevano che Mary e Cristopher amoreggiavano come due piccioncini. Era il mio migliore amico, solo l'idea mi disgustava. Anche alla scuola del paese ci prendevano in giro. Eravamo sempre insieme durante l'intervallo, anche se, a dirla tutta, ero io a cercarlo. Senza Cris mi sentivo persa, e mi feriva sempre quando lui preferiva giocare con i suoi amici piuttosto che con me. Per fortuna non capitava spesso, per lui ero una sorellina, e mi doveva proteggere. Mi sono sempre chiesta se anche lui, già a quell'età, mi considerasse qualcosa di più.

'Abbiamo giocato a nascondino' Rispondemmo noi in coro, per poi iniziare a ridere. Ridevamo sempre quando parlavamo in coro. 

'Non sappiamo se credervi o no' Dissero maliziosamente loro. Ma noi eravamo piccoli, non capivamo. E ovviamente credo che i nostri genitori non dicessero sul serio, che volessero solo prenderci in giro. Finita la cena, ci alzammo, e andammo ognuno in casa propria. Dopo il tramonto non si usciva, questa era la regola. Finii i compiti per il giorno dopo e andai a dormire.

Lo ricordo nitidamente, quella notte sognai la nostra partita a nascondino. E seppi, con assoluta certezza, che per tutta la nostra vita non avremmo fatto altro che nasconderci e cercarci. 

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Capitolo 2
*** I dared you to kiss me. ***


Ricordo ancora perfettamente gli anni della mia infanzia, e tutti erano stati scanditi da una sola cosa. Cristopher. Le nostre case erano isolate dal resto del paese, e non potendoci allontanare - se non per andare a scuola - passavamo tutto il nostro tempo insieme. Non c'è molto da dire sulla mia infanzia, giocavamo tutto il tempo dietro casa. Giocavamo a nascondino, ad acchiaparello, strega comanda colore. Non ci importava di cosa dicessero gli altri, o cosa pensassero i nostri genitori. Sapevo solo che vicino a Cris riuscivo ad essere felice. 

Un giorno, durante l'intervallo, sentii le mie amiche che parlavano di baci. Avevo solo otto anni, ed ero piuttosto ingenua per la mia età, e per me un bacio - anche se solo sulla guancia - era una cosa che non avrei mai fatto, tranne che ai miei genitori. Invece Julie parlava di baci sulle labbra, e affermava di averne dato uno a Thomas, il bambino ripetente che c'era in classe nostra. Ero scandalizzata.

Quel pomeriggio non avevo voglia di giocare con Cris, stavo iniziando a capire, realizzare, pensare che forse ragazzi e ragazze, maschi e femmine, dovevano restare due mondi separati, almeno finché si era bambini. Insomma, mi dava una strana sensazione stare con lui.

'Che hai, Mary?' Cris si accorgeva sempre quando ero triste, o turbata. Era stupido credere che avrei dovuto rinunciare a Cris solo per quello che dicevano le stupide oche della mia classe. 'Niente Cris', risposi infatti sorridendo.Tuttavia era impossibile pensare che le cose non sarebbero cambiate. Due anni dopo ero seduta sotto quello stesso albero, e pensavo proprio a questo.

A dieci anni non mi era mai piaciuto nessuno, o almeno credevo. Io mi consideravo ancora piccola per queste cose, e mentre le mie amiche crescevano troppo in fretta, io rimanevo indietro e le perdevo tutte. E Cris era l'unico che continuava a volermi bene. Solo avevo tanta voglia di sentirmi come le altre.

'Cristopher..' Non lo chiamavo mai così, infatti mi rivolse un'occhiata stranita. Ormai aveva dodici anni, aveva smesso con le minacce e con il suo modo di fare da fratello maggiore. Ripensandoci dopo tanto tempo, mi rendevo conto che forse quello era stato il momento in cui avevo iniziato a piacere a Cris. 

'Cristopher? Sei sicura di sentirti bene, Mary?' Mi misi una mano sulla fronte, come a controllare se avessi o no la febbre.

Sorrisi 'Si, Cris, mi sento bene. Dai, non fare lo scemo. Volevo chiederti una cosa.' 

'Dimmi tutto' Lui le sorrise fiducioso, a me avrebbe detto tutto, e per me avrebbe fatto qualsiasi cosa. 

'Tu hai mai baciato una ragazza?' Ragazza .. A pensarci adesso mi veniva da ridere, a dodici anni Cris si poteva considerare ancora un bambino, ma è tipico di qualsiasi età considerarsi grandi, e considerare grandi gli amici. 

'Intendi sulla bocca?' Mi chiese lui.

'Sì, Cristopher Jhonson, sulla bocca, e dove sennò?' Cercai di dimostrarmi Esperta. In realtà solo l'idea che lui potesse aver baciato qualcuno mi faceva male, già a quell'età. Consideravo Cristopher di mia proprietà. Immersa nei miei pensieri com'ero, mi accorsi a malapena di lui che annuiva. Solo quel gesto bastò a farmi rabbrividire, anche se ancora non capivo perché.

'Mi dai un bacio, Cris?' Non seppi nemmeno da dove mi era uscito. Un bacio da Cristopher era una cosa che avrebbe dovuto farmi schifo solo a pensarci. Invece improvvisamente mi resi conto che lo volevo. Anche lui si comportò in modo strano, come se io non gli avessi detto niente di che. Tuttora non so se fu perché lo voleva anche lui, o perché lo considerava come qualcosa senza importanza. Si avvicinò a me e mi guardò negli occhi. Tutto quello che riuscii a pensare fu 'Oddio, sto per baciare Cris', e mi resi conto che il mio primo bacio sarebbe dovuto essere qualcosa di speciale.

'Che fai Mary?' Strillò lui ridendo mentre io scappavo via, via dal suo bacio. Con Cristopher correvo sempre. Anche perché sapevo che in realtà quel bacio era stato solo rimandato.

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Capitolo 3
*** They never believed we'd really fall in love. ***


Insomma, la mia infanzia passò. Passò con Cris, ed io credevo che saremmo stati amici per sempre. Certo, ormai io avevo sedici anni, lui diciotto. Non giocavamo più a nascondino, ma la radura dietro casa era comunque il nostro posto preferito. Non lo vedevo più tanto spesso, ora lavorava. Ma quando aveva un po' di tempo preferiva stare con me, che con i suoi amici. Il mio angelo custode appena poteva era vicino a me. Un giorno guardavamo vecchie foto.

'Mary, guarda qui com'eravamo piccoli!' Una fotografia in cui avevo nove anni circa. Indossavo un vestitino azzurro, color del cielo, e sorridevo. Il mio sguardo sembrava illuminato, infatti era fisso su Cristopher. Undici anni, nel suo completo marrone, guardava dritto nell'obiettivo. E io guardavo lui. Sperai che non se ne accorgesse.

'Eh già, davvero piccoli..', risposi, mordendomi un labbro. 

'Che hai, Mary? Ti vedo strana.' Che avevo? Avevo un buco nello stomaco, ogni singola volta che ero vicino a lui.E mi chiedevo se fosse questo l'amore di cui tutti parlavano. Dopo che, per sentirmi uguale alle altre, già a dieci anni avevo chiesto un bacio a Cris, non avevo più voluto baciare nessuno. E adesso avevo sedici anni, e non ero mai stata fidanzata. Mi resi conto che, inconsciamente, avevo aspettato Cris, che intanto passava da una ragazza ad un'altra come se fossero mutande da cambiare. 'Tu sei l'unica ragazza della mia vita', mi diceva sempre, quando lo sgridavo per come trattava le sue fidanzate. E poi avrei voluto picchiarlo, perché sapevo mi prendeva in giro.

'Non è niente .. E' che pensavo .. Come va con Shaileen?' Shaileen era la ragazza di turno, ma lei, a differenza delle altre, mi preoccupava. I due si lasciavano e prendevano almeno una volta al mese, lei era una costante nella sua vita.

'A dire la verità, l'ho lasciata. Mi piace un'altra.' Il solito. Solo stavolta lo sentivo diverso. Nervoso. 

'Ah, sì? E chi sarebbe la fortunata?' Diedi un tono ironico alla parola fortunata, mentre dentro di me maledicevo quella ragazza che nemmeno conoscevo. 

Non seppi mai la risposta di Cris. La intuii, diciamo. La intuii quando le sue labbra si poggiarono sulle mie e me le dischiusero lentamente. Lo inutii quando intrecciò la sua lingua con la mia, e all'improvviso tutto cambiò. Avevo gli occhi aperti - forse lo stupore? -, ma ad un certo punto non vidi più né gli alberi, né il cielo, né l'erba. Esistevamo solo io e Cris, e lui mi stava baciando.

Quel giorno lo passammo così, con lui steso sulle mie gambe, parlando. Ogni tanto alzava la testa e mi dava un bacio. Tra me e Cris non ci fu mai nessun 'Che ne diresti di stare insieme?' o 'Vuoi diventare la mia ragazza?'. Noi due eravamo felici così, lo sapevamo e basta. E non c'era bisogno di parole.

Nota dell'autrice:
Nella canzone 'Mary's Song', non dice mai il nome del ragazzo. Cris è una mia invenzione. Ovviamente non potevo scrivere chiamandolo 'Lui' tutto il tempo. Inoltre nella canzone non parla di come loro si fossero messi insieme, dice solo che ad un certo punto si sono innamorati, quindi ho dovuto usare un po' di fantasia. Spero vi sia piaciuto. Una recensione non fa male, eh? Grazie a chi legge <3.

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Capitolo 4
*** All i need is you next to me. ***


Ricordo ancora la faccia stupita dei nostri genitori. Okkei, era impossibile non rendersi conto che tra me e Cristopher c'era qualcosa. Ma forse saremmo dovuti stare più attenti.Già, perché il modo migliore per far scoprire ai tuoi genitori - e a quelli di lui - che sei fidanzata con il tuo migliore amico da tutta una vita, non è certo farvi trovare alle due di notte nella sua macchina a baciarsi. D'accordo, lo ammetto, avevamo perso leggermente la cognizione del tempo, e 'Baciarsi' è un eufemismo, diciamo che eravamo un tantino più impegnati. Per fortuna i nostri genitori non videro niente più di qualche bacio un po' spinto. E solo per quello successe il finimondo. Mi viene ancora da ridere quando ci ripenso, anche se in quel momento di divertente c'era ben poco. Claire prese Cris per un orecchio e lo trascinò in casa. Mio padre mi prese per un braccio e me lo girò. Ahi.

'CHE VERGOGNA!' Strillava lui. 'UNA RAGAZZA COME TE, CON I PRINCIPI CON CUI TI ABBIAMO CRESCIUTA! FARTI TROVARE IN QUEL MODO CON UN RAGAZZO CHE NEMMENO HAI MAI PRESENTATO ALLA FAMIGLIA!'. In quel momento mio padre era troppo arrabbiato, per fargli notare che Cristopher lo conosceva da quando era nato. Ma sapevo che lui parlava di un fidanzamento ufficiale, cosa che io assolutamente non volevo. Avevo anche voglia di dirgli che era stato lui il primo ad indirizzarmi verso l'idea di stare con Cris, dieci anni prima, ma questo l'avrebbe irritato ancora di più. In pratica, ero senza via d'uscita. Abbassai gli occhi e feci una faccia pentita.

'Scusa, papà.' Sussurrai. Non l'avessi mai fatto. Ripensandoci adesso, papà aveva ragione. Si chiede scusa quando si sa di aver commesso un errore, e non lo si vuol più ripetere. Quindi era più che lecito che lui credesse che io non avrei più visto Cristopher. E così fu, per una settimana circa. Poi iniziammo a vederci di nascosto. La notte soprattutto.

'Questo è un GRANDE rischio, Mary, lo sai?' Mi diceva Cris ogni volta che ci vedevamo, mentre le mie mani correvano ai bottoni della sua camicia. Me le prendeva e le fermava, non voleva che qualcuno ci vedesse. A lui non avevano fatto grandi storie, semplicemente avevano parlato di aver disonorato un'amicizia tra famiglie e bla bla bla. Il rischio lo vedeva per me. Se mio padre mi avesse vista con lui, e in quel modo, sarei stata in punizione a vita. Ma non ci beccarono, non successe mai. Io sapevo che mia madre sapeva tutto. Mi guardava spesso con uno sguardo di complicità. Lei mi voleva felice, e cercava di coprirmi il più possibile. Non ci beccarono mai, ma sapevo sarebbe successo, un giorno.

Due mesi dopo, durante la prima cena che facevamo insieme dopo 'lo scadalo', mi alzai in piedi, lanciando un occhiata prima a Cris e poi a mia madre. I suoi genitori e mio padre, ne ero certa, erano convinti che tutto fosse già superato. 'Cris e Mary capitolo chiuso'. Ma no. E non potevamo andare avanti così. 

'Claire, Stewart, papà ... Mamma ... ' Aggiunsi mia madre nell'annuncio per due motivi. Primo: Io non avrei dovuto sapere che lei sapeva. E secondo: Se non l'avessi fatto qualcuno avrebbe potuto pensare che lei fosse stata nostra complice. 'Io e Cristopher  stiamo insieme.' Mia madre sorrise, Claire si portò le mani alla bocca, ma poi sorrise anche lei. I nostri padri. Beh. Non ci avrebbero mai creduto. Ma credo che capirono che ci eravamo innamorati. Quel giorno Cristopher e mio padre fecero una lunga 'chiacchierata tra uomini', non ho mai saputo cosa si sono detti. So solo che da quel momento la mia storia con Cris era, se non ufficiale, almeno libera di esistere alla luce del sole. Certo, qualche problemino c'era ancora. Tipo quando rincasavo alle quattro del mattino, e papà mi sentiva. Ricordo che in quel periodo fingevo spesso attacchi di sonnambulismo. Ma non mi importava. Cristopher non aveva molto tempo, ed ogni secondo andava sfruttato. La mattina mi accompagnava a scuola in macchina, con le occhiaie. Dormivamo poco. 

Magari dal punto di vista della salute, quello non fu il nostro periodo migliore. Ma eravamo felici, felici, felici. Come non lo eravamo mai stati.

'Dovresti dormire di più, Mary. Io resisto, ma per te è più difficile, lo vedo. Hai bisogno di sonno.' Mi disse lui un giorno.

'Tutto quello di cui ho bisogno, Cristopher Jhonson' Gli risposi con un sorriso 'Sei tu accanto a me.'

Nota dell'autrice:
Bene. Ecco un altro capitolo. Mi scuso se non riesco a farli più lunghi, ma devo attenermi al titolo del capitolo e alla canzone, e i particolari non sono mai stati il mio forte. Tendo a divagare, ecco. La reazione dei genitori è un po' diversa da quella che lascia intendere nella canzone. Infatti c'è 'E i nostri padri scherzavano su di noi, che crescevamo e ci innamoravamo (E in seguito 'Non avrebbero mai pensato che ci saremmo innamorati sul serio'), e poi 'E le nostre madri sorridevano, e alzavano gli occhi al cielo'. Però così mi piaceva, e mi sono presa qualche libertà. La battuta finale è anche il titolo del capitolo, la frase della canzone. Beh, spero vi piaccia. Alla prossima<3

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Capitolo 5
*** The time we had our very first fight. ***


Ecco. Lo sapevo. Stupida, Mary. Lui è Cristopher. Hai sempre visto come si comporta con le ragazze, hai sempre saputo che lui era così. Era troppo illudersi che sarebbe cambiato? Non dire lo sapevo, Mary, non dirlo. Tu non lo sapevi. Stupida che sono. Mi sono lasciata trascinare, okkei, lo ammetto. E non sapevo che sarebbe andata così. Che modo stupido di rovinare un'amicizia. Che ti ci sei messa a fare? Era ovvio come sarebbe andata. E se non l'avessi fatto, ora sareste ancora amici. Stupida Mary.

'Aspetta, Mary!' Aveva urlato lui, mentre io correvo via. Aspetta cosa? Aspetta, Mary, finisco di baciarmi con Shaileen e poi ti spiego tutto. Come hai potuto pensare che lui sarebbe cambiato? Certo, avrei dovuto aspettare, mentre lui mi rifilava una delle sue improbabili scuse?

'Non è come sembra' Mi gridava dietro. Non è mai come sembra, Cristopher. Massì, scommetto che ti ha baciato lei, scommetto che giusto un momento dopo che io me ne sono andata tu l'hai respinta dicendo che ami solo me. Come nei film, Cris? Arrivai a casa di corsa, sbattendogli la porta in faccia. Che vantaggio essere più veloci di lui. E che svantaggio che conoscesse così bene mia madre.

'Io e Mary abbiamo litigato, Gail...Puoi farmi entrare, così chiarisco?' Non farlo entrare, non farlo entrare, mormoravo tra me e me, sapendo che lei l'avrebbe fatto entrare. Le lacrime mi rigavano le guance. Stupida Mary, stupida. Entrò in camera. Era assurdo pensare di essere più forte di lui, ma provai lo stesso a buttarlo fuori dalla porta. Non oppose resistenza e uscì. Rimase fuori a parlare, la sua voce era rotta dalle lacrime. Non farti ingannare Mary, è tutta finzione.

'Mary...So che sembra assurdo, so che non mi crederai, ma è stata lei. So che non mi crederai, ma ti amo. So che non mi crederai, ma questo è il momento più brutto della mia vita. E d'accordo, non credermi. Ma prova a guardarmi negli occhi e saprai che non mento. Io e te siamo fatti per stare insieme. E' sempre stato così, da quando siamo nati...Mary ti ricordi quando mi chiedesti un bacio? Dio, che voglia avevo di dartelo! Ma sapevo che per te ero solo tuo fratello maggiore, sapevo che non ti interessavo.
Quanto mi sbagliavo...Iniziai ad uscire con più ragazze che potevo, e nessuna - nessuna - è riuscita a levarti dalla mia testa. Mary ascoltami...Io e te siamo una sola cosa. Non distruggiamo tutto...Ti prego'

Non ascoltarlo, non ascoltarlo. Cercavo di trattenere le lacrime e quelle, quasi a dispetto, si trasformarono in singhiozzi, impedendomi di parlare. Meglio così.

'Vai..Vai via' Sapevo che aveva sentito, anche se l'avevo detto a bassa voce. Per me era finita. Non riuscivo a reggere niente. Mi buttai sul letto e mi addormentai, stremata. Senza Cris avrei preferito non svegliarmi più.

Non so quanto tempo passò, qualche ora, più o meno, era circa mezzanotte. Arrivò mia madre con una tazza di cioccolata calda e mi scosse leggermente dal mio sonno. Avevo ancora gli occhi rossi e gonfi. Sentivo la pioggia che scrosciava sul tetto, e mi resi conto che era iniziato un temporale in piena regola. E in quei suoni indistinti, una voce.

'Credimi, Mary!' Non ci potevo credere. Con quel tempo? Mi affacciai alla finestra, e fuori casa mia, senza un ombrello, bagnato da capo a piedi, c'era Cris. Un nodo al cuore. Sii forte, Mary, non cedere. Non cedetti. Mezz'ora dopo era ancora lì, a implorare il mio perdono. Un'ora, un'ora e mezza. Non riuscivo a dormire sapendolo fuori, al freddo. Mary tu lo ami? Cazzo, certo che lo amo. Scesi nell'atrio. L'orologio segnava le due e tre minuti. Aprii la porta, mi asciugai le lacrime e sorrisi. Lui mi corse incontro perdendomi in braccio e baciandomi.

'Ti amo' Sussurrò. E sentii che era vero. 'Ti amo anche io, Cris..'. Riuscii a dire semplicemente, prima di perdermi in quel bacio.

Nota dell'autrice:
In realtà, nella canzone non si accenna il motivo della litigata di Mary e Cris. Da romantica quale sono, l'unico motivo che in una coppia per me possa portare ad una litigata SERIA è un tradimento. Il lettore è libero di credere o no a Cristopher. Mary ci ha creduto, ma nessuno ci assicura che lui non l'abbia davvero tradita. Nient'altro da dire. Spero vi sia piaciuto. Alla prossima<3

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Capitolo 6
*** You got down on one knee. ***


Erano passati ormai tanti anni. Io e Cristopher eravamo ormai fidanzati da tanto tempo, in paese lo sapevano tutti. Quando camminavamo insieme, io sorridevo orgogliosa, facevo capire a tutte che lui era mio, anche se già lo sapevano. Mi sentivo felicissima, al suo fianco. Avevo ventitré anni, ed ero in fondo ancora una bambina. Non avevo avuto nessuna esperienza, non ero mai stata con nessuno che non fosse lui. Ma ero felice. E sapevo che niente avrebbe mai potuto dividerci.

Quella sera Cristopher mi mandò un segnale. Io e lui - nel nostro paese i telefoni non prendevano - comunicavamo con due barattoli legati con un filo. Lui batteva un colpo, io lo sentivo e correvo a vedere cosa voleva. 

'Ti va di andare da Mike, stasera?' Mike era il proprietario del nostro locale preferito. Un bar, ma che la sera diventava un ristorante. Sorrisi. Cris sapeva che preferivo quel posto a qualunque altro, per mangiare.

'Hmm...' Feci finta di rifletterci 'D'accordo, si può fare'. E saltellai contenta per la casa. Mia mamma mi fermò chiedendomi che avessi da essere così contenta. Trovava assurdo il fatto che, dopo sette anni con Cristopher, ancora mi emozionavo per ogni suo gesto, invece era così. Lui trovava sempre il modo di rendere tutto speciale, ed io non facevo altro che  sorridere di ogni minimo particolare.

Mi vestii relativamente elegante, in fondo non andavamo in un locale di classe, ma ci tenevo ad apparire al meglio. Un abitino arancio, il suo colore preferito, e delle scarpe con il tacco. Tocco di classe, lo chignon. Trucco, ed ero pronta. Anche quella sera Cris si fece attendere. Si presentò mezz'ora in ritardo, con un mazzo di rose. Beh, non esa un gesto che avrebbe fatto normalmente, quindi gli perdonai il ritardo. Gli stampai un bacio sulle labbra e uscimmo.

Non faceva altro che ripetermi quanto mi amasse e quanto fossi bella. Arrivò la cena, e lui sembrava strano, in continua ricerca di conferme, di certezze. Mi chiese almeno otto volte se io lo amassi, mi disse che voleva passare la sua vita con me, e domandò se anch'io lo volessi. Ero confusa, e gli rispondevo dolcemente ogni volta che sì, lo amavo, e sì, volevo stare con lui per sempre, ma sembrava non gli bastasse.

Non capii il motivo di quello strano comportamento, fino a quando non arrivò il dolce. Mangiammo, in silenzio. Mi guardava di sottecchi, ed era parecchio nervoso. Finito il dolce, feci per alzarmi, ma lui mi trattenne per una mano...Mi girai e lo vidi in ginocchio.

'Mary...' Sussurrò, mentre sia i miei che i suoi occhi si riempivano di lacrime 'Io ti amo. E voglio stare tutta la mia vita con te. E so che non è una novità, che già lo sai. So che non ti sto dicendo niente di nuovo. Ma queste non sono le parole senza peso di un adolescente innamorato. Queste parole che ti sto dicendo, mettitele bene in testa. Perché valgono ora e varranno per sempre. Io voglio stare con te, voglio avere dei figli con te, e passare con te il resto della mia vita. Voglio prendermi cura di te, voglio essere tutto quello che tu hai sempre sognato. Voglio sposarti. Tu vuoi?'

Per un momento non riuscii a parlare. Poi aprii la bocca, e ne uscì un suono strozzato. Vi lascio immaginare cos'ho risposto, io non lo ricordo più. Ero troppo impegnata a baciarlo e a piangere.

Nota dell'autrice:
Spero vi piaccia. Come al solito ci metto l'anima, anche se magari non mi riesce chissà quanto bene. La canzone dice poco su questo 'Molti anni dopo eravamo seduti al nostro bar preferito in città, quando tu mi hai guardato, e ti sei messo in ginocchio..' Insomma, ho dovuto inventare. Tranquilli, non è finito, anche se poco ci manca. Un bacio<3

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