If you like, I can feel good.

di Jimewriter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Deep sense of shame. ***
Capitolo 2: *** Millenium ***
Capitolo 3: *** Two missed calls. ***
Capitolo 4: *** Why not? ***



Capitolo 1
*** Deep sense of shame. ***


Deep sense of

..shame

Lily.
Si dice che bisogna avere coraggio per essere davvero felici, per esserlo sul serio, per trasformare un evento ordinario in epico.
Ma non si potrebbe avere tutto su un vassoio d'argento?
Voglio dire, qualcosa potrebbe esserci concesso gratis, no?
E poi io quel coraggio non ce l'ho e non l'avrò mai,
è inutile frazionare il tempo con scuse inutili.
Io non sono perfetta neanche agli occhi degli altri,
ho sputtanato i miei problemi alle novanta persone della mia rubrica telefonica
ed ora non mi resta altro che crearmi una nuova immagine,
creare una nuova Lily.
Fondamentalmente non sono così male,
ho la media del nove in quasi tutte le materie,
una migliore amica a cinquecentoquarantanove chilometri,
un gatto che mi impela i vestiti e mi fa sembrare una barbona
e per finire,
ho un sorriso che fa svenire tutti
perché è una bella merda.
Mia madre dice che è una meraviglia,
ma si dice che ogni scarrafone è bell' a mamma sua,
perciò preferirei mettere da parte la sua opinione,
d'altronde è tutto su un equilibrio che fa quasi paura.
Credo di pesare troppo per reggermi,
me lo stanno facendo notare tutti,
anche la bilancia.
Io non mi sono mai pesata,
ma peso 64 chili e 7.
Sono dieci chili sopra il mio peso ideale.
E se convincermi che non è niente può servire, allora ci sto riuscendo.
Comunque non è il peso che mi preoccupa,
non me ne fotte nulla
è solo un altro modo per convincermi
che non sono normale.
Quale altro più grande difetto
se non quello di non esser normali?
Sia mai!
Posso considerarmi soddisfatta di quel che sono
perché non sono nulla
da quando mio padre se n'è andato di casa.
-E' stata colpa sua- dice mia madre, ma io non ci credo,
-lo credo bene, tranquilla, è stato inevitabile- è tutta colpa mia.
E' stata colpa mia perché non l'ho fermato,
perché non ho lasciato che un vetro mi si trapiantasse nel petto
quando i bicchieri volavano per casa.
Perché ho lasciato cadere il telefono con il 112 sul display,
quando eravamo soffocate dai pianti.
Perché ho perso il conto,
ma credo siano passati sei anni
o forse qualcosa di più,
da quando ho lasciato che tutto ciò accadesse
senza che nessuno se ne fosse accorto.

           ***

Come and hold my hand
I wanna contact the living
Not sure I understand
This role I've been given
Not sure I understand
Not sure I understand
Not sure I understand
Not sure I understand.


Lys.
La vedo lì poggiata su quel banco verde e non faccio un cazzo;
mi fa male vederla così, vorrei darle la protezione
che non ha mai ricevuto.
Però non mi va di rivestire questo ruolo così grande,
ma ho l'età giusta per farlo,
il 24 aprile farò quarant'anni.
Fidanzata da otto anni con un uomo che è sposato,
ma non con me,
che ha una figlia di ormai diciott'anni che ha un pessimo rapporto con il padre.
Io ho una figlia, la mia e la sua, è di lei che devo occuparmi.
Serate passate a mettermi da parte automaticamente,
da sola, come gli stupidi,
per lasciar spazio alle loro relazioni.
Perché io sono solo un intralcio,
senza di me per la casa non ci sarebbero stati silenzi fastidiosi,
ma solo risate d'una famiglia felice,
che non esiste.
Forse solo Dio sa quant'è la voglia di andarmene,
e portarmi via quel che m'appartiene,
o forse no, sarebbe un altro peso ed io ne ho già abbastanza.
Ma dove andrei? Solo una ragazzina di tredici anni crede in me,
tende ad addolcire la mia persona,
quando voglio essere un pezzo di ghiaccio.
Perché lei c'è riuscita? Non doveva!
Un giorno di questi, oh sì,
un giorno di questi nessuno troverà più il pranzo pronto,
nessuno troverà più la mia macchina parcheggiata per fare da dama di compagnia,
nessuno troverà più me,
a casa,
a scuola,
da nessuna parte, neanche nella mente.
Spero.
E' tanta la voglia di fare qualcosa di giusto commettere uno sbaglio,
mi sono costruita una persona maschera perfetta che non me lo permette,
ma ripensandoci andrei da quel tizio che me l'ha fatta
e gliela infilerei nel culo.
E' una merda, sinceramente!
Però me l'ha fatta gratis,
allora preferisco non avere le cose su un vassoio d'argento.
Sì ma, tutto fa schifo ugualmente,
non c'è bisogno di pagare miliardi di soldi per avere qualcosa di decente,
tanto non esiste e non sarò io ad inventarlo,
preferisco vivere nello schifo che nella perfezione,
dove io sarei solamente una macchia di catrame,
nera e distinguibile.

          
***

La mia testa è vuota, ricordi?

***

Sai quel profondo senso di vergogna che ti si instaura nel petto?
Tu non puoi farne a meno,
perché ti ci sei orrendamente abituato.
E forse è così,
forse il mio mondo è costituito da persone nascoste,
che hanno un'ombra molto più grande
di quel che sono veramente.
E forse io,
a questo senso di vergogna,
mi ci sono strettamente legata.
Non lo voglio lasciare più.

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Capitolo 2
*** Millenium ***


 

Millenium

 

Some say that we are players
some say that we are pawns
but we've been making money since the day that we were born
then slow down before we fall down

 
Lys.
Ormai è un macigno quello sopra le mie spalle 
e nessuno se n'è accorto.
Cammino con le spalle curve 
e nessuno mi chiede il perché.
Il peso insopportabile della vergogna
d'aver fatto del male
a chi ti ha voluto bene.
Adesso credo si sia risolto tutto,
credo abbia capito ch'è stato solo uno sbaglio,
che la promessa è ancora in gioco,
un po' tentennante ma presente.
Quest'oggi non ho dovuto faticare tra sguardi,
parole azzeccate 
e riferimenti inevitabili,
ma durante il corso di pronto soccorso
io so che voleva starmi vicino.
Lo volevo anch'io,
ma avrei dato nell'occhio tra tre classi, 
no?
Forse dovrei fare un po' l'egoista.
L'ho vista buttare lacrime di ricordi
a luci spente,
ed ho visto occhi perfetti a luce accesa;
di nascosto da tutti, ha pianto
sommersa da timore,
di una possibilità che non le è mai stata negata.
Sono sicura che se n'è accorta,
l'ho osservata e l'ho contemplata,
l'ho ascoltata e l'ho consigliata,
in silenzio.
Avevo un invito, quasi una preghiera negli occhi,
che inesorabilmente diceva
'se vuoi vieni qui'.
Le ho dato scelta per non obbligarla.
L'ho trattata male per non farmi amare.
L'ho ascoltata per non avere ripensamenti?
E lei,
lei avrà fatto lo stesso ragionamento 
da quarant'enne calcolatrice?
Devo essere matta.

Lily.
Ancora non ho capito se mi rende felice
o terribilmente triste.
Sono due maledetti demoni,
cattivi entrambi,
anche se uno continua a giudicarsi buono e
innocente.
Anch'io mi definivo così,
anche i peggiori assassini si definiscono così.
Lui mi ucciderà, mi uccideranno entrambi, 
sotto due riflettori d'un palco nel pieno dello spettacolo,
dove solamente una sedia rosso sangue sarà occupata;
ci sarà Lys.
Le sto morendo sotto gli occhi.
-internet non mi funziona, arriva ma non risponde, rispondo ma non ti arriva- è una cosa complicata,
vorrei dirti che è tuttto ok ma scuoto semplicemente la testa,
annuendo di volta in volta che le tue parole
mi carezzano il viso.
Sono senza voce per colpa dell'aria condizionata
e per una volta che mi hai parlato di fronte alle altre,
sono costretta a stare zitta
per non far precipitare maggiormente la mia autostima,
magari sotto terra.
Allunghi il braccio a carezzarmi la manica della maglietta,
hai visto un piega,
oppure ti sentivi di sfiorarmi un'altra volta?
Qui tutto si fa confuso,
tutto finisce in un turbinìo nero e buio,
dove sono sicura,
non c'è via d'uscita.
Non voglio andarci,
evitalo.
Ubriacarmi d'amore 
e vomitare delusioni 
non è più un rimedio da prendere in considerazione.
Devo reagire,
ma i miei muscoli sono atrofizzati,
le mie corde vocali mute,
i miei occhi gelidi.
Nasciamo come macchine perfette,
e muoriamo rattoppati
da pezze che falliscono.
Confonditi con lo schifo,
ed esalta la perfezione, 
Lys.
Se solo non fossimo così distanti
tenterei d'abbracciarti.

Lys.
Sono più matta io che tengo a lei,
sono meno normale io che custodisco gelosamente il nostro segreto,
e che, senza dar fiato alla vergogna,
lo tengo nascosto, questo affetto.
Non ho il tempo da dedicarle,
non ho quel che si merita,
non posso offrirle nulla,
tranne che un po' di malinconica nostalgia d'ogni pomeriggio,
ma credo ce l'abbia, magari anche di più.
E se scrivere il suo soprannome sulla chiavetta usb fosse servito?
Per lei è stato importante,
l'ho vista la gioia nei suoi occhi.
Sono riuscita a renderla felice,
io con la mia negatività cronica.
Parlo di positività e la conosco per sentito dire.
Vorrei poterle dire che è un amore materno,
come dice lei,
ma finirei con il non sopportare più quel peso
e finire a terra,
con la faccia nel fango
e le emozioni che annegano
in acqua mista a terra,
che producono bolle d'ossigeno
perché vive,
ma che rimarranno solamente oppresse
da qualcosa di infinitamente più grande
che le ucciderà.

***

Com'è facile amare di presunzioni, mh?


***

Una ragazzina che ha visto pezzi di carta straccia prendere fuoco nel camino
 

come se gli alberi venissero uccisi due volte,
 

e mandato a spegnere quelle fiamme rosse ed arancioni sotto gli occhi del mondo
 

sgorgando lacrime amare per fermare il bruciore.

Una ragazzina che custodiva un sogno,

 

quello di buttare un po' di zucchero nel mare per renderlo meno salato,
 

che poi l'avrebbe ringraziata con un secchiello di ricordi
 

per avergli mostrato la dolcezza.


 

 

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Capitolo 3
*** Two missed calls. ***


Two missed calls

 

-

And I just can't keep living this way 
So starting today, I'm breaking out of this cage 
I'm standing up, Imma face my demons 
I'm manning up, Imma hold my ground 
I've had enough, now I'm so fed up 
Time to put my life back together right now 





Lily.

Se solo fossi capace di farmi scivolare le cose addosso, come la pioggia.
E non c'è speranza, contro di lei, ti purifica e ti porta via 
anche l'ultimo ricordo.
Pochi giorni fa m'è arrivato un invito ad un evento,
vorrei andarci. Devo.
Fare un salto e tornarmene via, 
vedere che aria tira e nascondermi un'altra volta
fra tutti quei capolavori riusciti a meraviglia.
E io? 
I matti in cerca d'affetto non possono volere tutto questo.
E' troppo, non gli è concesso.
Non mi è concesso.
Tiro la palla contro il muro,
la schianto contro il cemento armato per far rumore.
Per far arrivare l'eco di quel suono sordo
al piano di sopra.
Dove c'è chi non vuole, dove c'è chi dice che io lì non c'andrò.
Farò abbastanza rumore da convincere qualcuno.
Sarò così presente da avere due paia d'occhi puntati addosso.
-Sto male, non ci andiamo, ho detto-
-Per una volta che non andiamo non succede nulla-
Non succederebbe nulla se non fosse l'ultima volta.
Mia madre urla.
Il telefono squilla, ed io non rispondo.
Due volte a vuoto.
La persona che vorrei non ricevesse più una mia risposta,
vorrei diventare abbastanza forte
da capire quando devo prendere coraggio.
Per smettere di fare ciò che mi fa male.
Non fumare.
Non drogarmi.
Smettere di sopportare tutto.
E un gran vaffanculo all'evento,
qui le lacrime urlano il mio nome
ed invocano aiuto.
Siamo due.
Non siamo più tre.
E i ruoli sono più di noi, 
ma dobbiamo svolgerli tutti e non è facile.
Mi nasconderò in casa mia.

Lys.

-Buonasera! Che piacere vedervi qui!-
-Salve, da quanto tempo?-
Sorrido.
Io l'invito l'ho mandato, ma di lei non c'è ombra.
Chissenefrega, non avrà fatto in tempo.
Qui tutto è ok.
Lì non lo so e non m'interessa,
non più.
Forse è vero, è come ha detto lei, che tutto questo è finito.
Potrebbe pensare che ne sono felice, ma a dir la verità
non lo so neanch'io se mi sono tolta un peso.
Certo, senza di lei era tutto più facile!
Due maledettissimi mesi e tutto ciò sarà solo un ricordo.
E niente lo porterà via.
E nessuno lo rapirà, lo porterà via da me.
Sarà sempre vivido, ma non vorrei rimanerci per una questione di responsabilità,
non altro. 
C'è un sacco di gente, quasi non le distinguo, quasi sono tutte uguali.
Probabilmente è così.
Balbettanti figure che si muovono nella stanza.
Che si divertono a vedere che animale sono.
Bello, entusiasmante.
Personalmente non è un gran che, anzi, proprio una merda.
E forse c'è pure lei qui, solo che non me ne sono accorta.
"Tutti fuori!" forse dovrei gridare questo, 
dovrei farli uscire uno ad uno.
Cacciarli da quello che fondamentalmente è loro.
Essere cacciati da casa.
Essere cacciati dalla libertà di voler stare in quel posto, non in un altro.
Ma in culo l'invito, non gliene frega.
Semplice. 
Manca poco, e mi ha presa in giro.
Per avere la mia età, per averla con una cifra in più fra due giorni,
devo essere proprio matta.
Ma matta da manicomio.
Matta di quei matti che s'amano follemente.

 

Lily e Lys.

-Credevo mi volessi bene- 
Le parole di Lys soffocarono in quella piscina d'anidride carbonica.
-Lo credevo anch'io- 
La gola era soffocata dalla rabbia, pian piano, fino a non poter parlare.
Fino a non poter respirare.
Fino a morire.







 

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Capitolo 4
*** Why not? ***


Why not?
Non sei più l'unica eccezione.

 

Lily.
Tante volte mi chiedo il perché di tutta questa cosa sconclusionata.
E magari anche perché non riesco a viverla normalmente.
Forse perché tutto questo non è normale.
Non me ne accorgo,
ma quei brividi cacciano tutta la nostalgia, quando ti vedo.
Ed è così per l'ennesima volta,
ma non è così che vorrei passare il tempo con te:
forse dovrei accontentarmi e smettere di pensarci.
Ma c'è lei, l'altra. O forse io sono l'altra.
-Perché mi guardate?- mi giro e borbotto qualcosa alla mia amica.
Passa davanti, mi guarda, mi chiede dei lavori.
-Il foglio?- rimango immobile.
-Si può usare di dietro- spero abbia avvertito una certa freddezza nelle mie parole.
-Ah, sì scusami!- un sorriso le si dipinge sul viso. A me no.
Non sento più nulla se ti parlo, non ti aspetto più, e questo è preoccupante.
Torna dietro, percorre la tavolata e va da lei. 
Scherzano.
-La odio- la mia amica è scettica.
-Sei strana, prima le volevi un bene dell'anima, lo sai meglio di me- già, volevo.
-Dici che l'ha capito?- -Non penso-
avrei voluto farglielo capire, falla sentire almeno un po' in colpa.
La campanella suona, l'ora è volata ed io mi sono promessa di non sentire nostalgia quando se ne sarebbe andata via.
Le classi si affacciano al corridoio, nel quale entra una luce decisamente mattutina.
Faccio finta di nulla, do le spalle.
-AHAHAHAH, va bene cara!- ...conto davvero così poco?
Fondamentalmente credo l'abbia fatto per tenermi lontana.
Vuole deludermi, nonostante mi promise di non farlo.
Forse avrei bisogno di qualche iniezione di leggerezza,

infondo il mondo gira uguale.

Lys.
  Non ricordo perché ho detto che è una persona meravigliosa.
E' pesante, credo lo dicano tutti.
E' impensabile quello che vuole, quello che per un attimo ho voluto che si avverasse.
Non posso permettermelo, diamine, non voglio, ma ha tredici anni è difficile capire
cosa non si può, e cosa si vuole.
Poi c'è lei:
simpatica, scherzosa, intelligente.
Che altro manca?
Ci scherzo perché mi viene naturale, con l'altra no perché tutti sanno.
E' imbarazzante anche doverle chiedere un favore...
...Se solo capisse.
Sono sicura che pianterebbe i piedi a terra
e comincerebbe a piagnucolare istericamente fino al giorno dopo. E' una bambina
che non sa controllare le emozioni.
Probabilmente se non l'avessi illusa il primo giorno non avrei causato tutto questo.
Sarebbe stato tutto più facile, evitare di tenersi le cose dentro per non svelarle a nessuno (come da lei richiesto).
La evito in tutti i modi possibili,
e lei è sempre lì a dire di capirmi.
Oggi sono entrata in classe, lei era dalla professoressa di francese
a farle una domanda sulla verifica.
Ma allora è proprio vero che s'accolla.
Se ne va.
Probabilmente non vuole essere in imbarazzo.
Ora comincerà a fare l'idiota con le sue compagne,
a ridere per farsi notare.
No, rimane a scrivere.
What?!


 

Lily.
Anche se non le interessa, voglio farla star male
quanto ci sono stata io. Ma le scivolerebbe addosso.
-Chissenefrega- penserebbe.
Almeno voglio smettere di considerarla importante,
è seriamente l'ora di smettere di andarle dietro come un cane,
a condividere qualsiasi cosa uscita dalla sua bocca.
Vado al posto, non la guardo.
Sbuffo.
Mi passa vicino; per un momento ho sperato poggiasse una mano sulla mia spalla
come per dirmi -Ciao anche a te- ma niente.
Passa avanti e neanche mi nota. Giro gli occhi e la imito.
La porta sbatte, tutto torna in confusione come prima.
-Ragazzi, non posso dirvi tutto io!- torno alla cattedra per pigliare qualche informazione.
-...Allora, le puoi caricare qui!- torna. La guardo. Mi guarda.
Mi siedo. Va via.
Suona la campanella e consegno il compito indubbiamente pieno zeppo di errori.
Matematica. Bussano.
-Dopo scuola ci vediamo al bar!- la guardo e porto gli occhi verso il soffitto in segno di profonda ed intensa noia.
-Quale bar?- la conversazione si dilunga.
-Sali le scale, sulla destra- non ho la minima idea di cosa stia facendo. Sta gesticolando? Sta sorridendo?
-DA BOCCA NERA!- il mio compagno interviene. S'era stufato anche lui?
Strano.
Maledettamente strano.
Saluta e va via. Niente mano sulla spalla.
Non saluto.
Credo di detestarla.


 

Non tutto quel che luccica è oro.
***

A chi ha sempre amato, non è proibito odiare.
E' questa la tua condanna.

 

 

 


 

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