12 mesi, 12 prompt, 12 storie

di saramichy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una tradizione speciale ***
Capitolo 2: *** Il primo Natale di Harry ***
Capitolo 3: *** Natale a casa Malfoy/Greengrass ***
Capitolo 4: *** Domande che lasciano il segno ***
Capitolo 5: *** Una serata alcolica ***
Capitolo 6: *** Il pianto degli angeli ***



Capitolo 1
*** Una tradizione speciale ***



Questa storia è stata scritta per il contest "12 mesi di fanfiction" di BS. Il prompt di questo mese è Halloween, spero che vi piaccia e che mi lasciate una piccola recensione. Buona lettura!



UNA TRADIZIONE SPECIALE



Il giorno di Halloween era finalmente giunto ed i figli di Harry erano estremamente contenti. I ragazzi aspettavano tutto l’anno questo momento per potersi travestire ed andare casa per casa a fare «Dolcetto o Scherzetto». James aveva deciso di vestirsi da vampiro quell’anno, mentre Albus si era fatto confezionare dalla nonna un abito da maghetto. La piccola Lily, invece, si era voluta vestire da zucca. Era così carina vestita di arancione che Ginny aveva deciso di farle tante foto, in modo da ricordarsi quel giorno. Come ogni anno i bambini erano tutti presi dalla preparazione della serata da non accorgersi che il padre, in quel giorno particolare, era più taciturno del solito. Harry non aveva mai partecipato alla festa di Halloween, non gli andava di festeggiare, perché per lui era una ricorrenza molto triste. Tanti anni prima, infatti, aveva perso i suoi genitori per colpa di Voldemort e, da quando aveva visitato il cimitero di Godric’s Hollow, era solito recarsi lì tutti gli anni in quel preciso giorno. Aspettava che la moglie portasse i bambini a fare il loro solito giro per dolcetti e poi si smaterializzava direttamente nel cimitero per portare dei fiori sulle tombe di Lily e James. Non aveva mai voluto privare i propri figli di quel giorno e perciò, invece di raccontargli la verità, aveva deciso di tenerselo per sé e farli crescere come dei normali ragazzi. Non si aspettava di certo quello che accadde in soggiorno quella sera. Albus era l’unico dei suoi figli ad essersi accorto che il padre nel giorno di Halloween cambiava il suo comportamento. Quella sera, infatti, aveva deciso di parlarne con la madre per capire che cosa stava succedendo.



«Mamma, perché papà non viene mai con noi a fare Dolcetto o Scherzetto?»



Ginny lo aveva guardato amorevolmente e gli aveva risposto.



«Tesoro, credo che faresti meglio a chiederlo direttamente a lui. Sono sicura che se lo farai, ti risponderà.»



La risposta era sembrata ad Albus un tantino strana, ma era deciso a scoprire la verità e quindi era salito sopra in camera del padre per fargli la stessa domanda.



«Papà, posso chiederti una cosa?»



Harry era perso nei suoi pensieri e non si era accorto dell’entrata del figlio nella camera, ma si era riscosso appena sentita la sua domanda. Aveva sorriso ed aveva fatto cenno ad Albus di sedersi vicino a lui sul lettone.



«Puoi chiedermi qualsiasi cosa tu voglia, tesoro.»



Albus era rimasto a pensare a come porgli la domanda, ma si era convinto che essere diretto era la miglior cosa.



«Papà, perché tutti gli anni per Halloween ti isoli e non vuoi venire con noi a fare Dolcetto o Scherzetto?»

Harry era rimasto spiazzato, forse era finalmente giunto il momento di raccontare la verità ai propri figli.



«Che ne dici se andiamo di sotto e lo spiego a tutti? Capirai presto il perché del mio comportamento, te lo assicuro.»



Si erano avviati di sotto ed avevano radunato la famiglia. Harry si era seduto vicino alla moglie e le aveva preso la mano per farsi forza. Aveva iniziato il discorso e spiegato ai propri bambini perché questa festa per lui assumesse un valore così importante. James, Albus e Lily erano rimasti attenti a quello che lui raccontava e poi avevano chiesto un piccolo favore al padre.



«Papà, ci porti con te? Vogliamo venire anche noi a visitare la tomba dei nonni, ti prego!»



Harry aveva sorriso ed erano andati tutti insieme a Godric’s Hollow. I bambini avevano fatto comparire un bellissimo mazzo di lilium da appoggiare sopra la tomba dei nonni ed Harry si era sentito finalmente rilassato dopo tanto tempo. Da quel giorno la tradizione di famiglia era diventata quella. I ragazzi e i loro genitori andavano a trovare i nonni e poi tutti insieme si recavano a fare il loro giro per ottenere i dolcetti. Era una tradizione speciale ed Harry era convinto che i propri figli l’avrebbero mantenuta anche negli anni successivi. Avrebbero tenuta viva la memoria dei loro nonni anche quando loro non ci sarebbero stati più ed avrebbero raccontato la storia della famiglia Potter anche ai suoi nipotini.

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Capitolo 2
*** Il primo Natale di Harry ***



Rieccomi, questa seconda shot parlerà del primo Natale di Harry.



IL PRIMO NATALE DI HARRY



La neve stava cadendo su Godric’s Hollow e, nella loro piccola casetta, i coniugi Potter erano intenti ad addobbare l’albero di Natale. Harry stava per compiere cinque mesi ma, nonostante lui non potesse ricordarsi di quel preciso momento, loro volevano festeggiare alla grande. Lily canticchiava le canzoni natalizie mentre appendeva il vischio e le decorazioni in tutta la casa. Il camino era stato coperto di agrifoglio e c’erano appese tre calze con i nomi dell‘intera famiglia. James era felice perché, almeno per quell’anno, avrebbero potuto festeggiare tutti assieme. Aveva invitato i suoi migliori amici fin dai tempi della scuola: Sirius, Remus e Peter. Però una strana sensazione aleggiava tra di loro; Lily si stava dando troppo da fare secondo lui, sembrava quasi che sapesse che quello sarebbe stato anche il loro ultimo Natale insieme. Ad un certo punto, James si decise a dirlo alla moglie.



«Lily, perché ti stai dando così tanto da fare? Sai benissimo che Harry non si ricorderà nemmeno di tutto questo, non credi di esagerare un pochino?»



Lily aveva scosso la testa, il suo cuore le diceva che poteva essere l’ultima possibilità di festeggiare e non voleva rendere triste suo figlio prima del tempo.



«Non mi importa se Harry ricorderà o meno, lo farò io e spero che qualcuno di noi possa raccontarglielo un giorno. Magari potremmo fare tante belle foto e lasciargliele in modo che lui sappia quanto lo amavamo e quanto ci eravamo dati da fare per fargli passare delle belle feste.»



James si era rattristato, il motivo era molto semplice. Loro due sapevano benissimo di avere una condanna di morte che gravava sulle loro teste. Il Signore Oscuro era convinto che Harry potesse distruggerlo e quindi stava dando loro la caccia da tempo. L’uomo aveva cercato di darsi un contegno e poi aveva ripreso a parlare.



«Hai ragione, vedrai che appena Sirius arriverà con gli altri addobbi, non ci staremo più in casa.»



Come si ci aspettava, proprio in quel momento squillò il campanello e James aprì la porta di casa ad un sorridente Sirius Black.



«Buon Natale! Ora credo che dovresti farmi entrare, altrimenti il pacco che reggo in mano cadrà per terra ed allora tuo figlio potrebbe anche ucciderti, visto che è il suo regalo.»



James sorrise, era bello avere intorno Sirius, portava sempre una ventata di felicità in casa. Lo fece accomodare in casa e lui mise il regalo per il piccolo sotto l’albero, pieno di lucine e palline colorate. Harry stava facendo il suo pisolino nella culla accanto al camino e il suo padrino, come sempre, andò a posargli un bacio in fronte, poi riprese a parlare.



«Lily, cara, credo che manchi ancora qualcosa. Ma certo! Che ne dici di fare un bel presepe? Credo di avere tutto l’occorrente in macchina, ci metterò meno di un minuto per portarlo dentro.»



Detto questo, Sirius era uscito dalla porta e ne era rientrato con le braccia piene di scatole. Lily aveva sorriso, si poteva sempre contare su Sirius, se avevi intenzione di fare una festa in grande. Si era messa così a frugare tra le scatole, mentre i due uomini se ne andavano in cucina a chiacchierare tra di loro. In pochi minuti aveva così preparato il più bel presepe che si fosse mai visto ed era estremamente soddisfatta di sé, perciò aveva deciso di chiamare James e Sirius.



«Ragazzi, che ne dite di venire a dare un’occhiata al mio presepe?»



I due ricomparvero in soggiorno e si complimentarono con Lily per la magia che regnava in tutta la casa. Proprio in quel momento il bambino si era svegliato ed aveva richiamato l’attenzione della sua mamma con qualche vagito. Ad un tratto avevano di nuovo bussato alla porta, Lily aveva lasciato Harry tra le braccia di James ed era andata ad aprire. Alla porta erano apparsi Remus Lupin e Peter Minus, mancavano solo loro, quindi la donna li invitò ad entrare. I due avevano appoggiato i loro regali sotto l’albero, poi Lupin si era complimentato per la meravigliosa decorazione della casa.



«Lily hai fatto un’opera magnifica, l’albero è decisamente bellissimo e il presepe immagino sia un’idea di Sirius. Mi sembra di riconoscere qualcuna delle statuine, non è che ne hai rubate qualcuna ai miei genitori? Comunque mi sembra di essere a casa di Babbo Natale, piuttosto che a casa Potter. Hai creato una bellissima atmosfera.»



Lily aveva sorriso e poi risposto.



«Grazie, Remus. Sei molto gentile come sempre.»



La giornata era continuata nei migliore dei modi, Sirius aveva fatto aprire il pacco ad Harry e il bambino vedendo il contenuto aveva sorriso. Era strano pensare che fosse un sorriso spontaneo e voluto, perché Harry era ancora troppo piccolo, ma Sirius si era sentito felice. Al contrario Lily aveva sgridato Sirius per il regalo appena fatto.



«Sirius, dimmi che quella non è una scopa! Accidenti, ma che cosa ti passa per il cervello? Non è sicuro, non intendo farlo salire su quell’aggeggio.»



James aveva sorriso e poi aveva cercato di tranquillizzare la moglie.



«Dai, non essere così dura. E’ solo un giocattolo, non si farà del male. Ci siamo io e te, non volerà mica da solo.»



«Un giocattolo, no dico, ma siete impazziti tutti? Remus, diglielo tu. Io non so più come confrontarmi con loro due.»



Remus aveva scosso la testa e poi aveva parlato.



«Cerca di capirli, vogliono che Harry diventi un magnifico giocatore di Quidditch come James. Credo che in fondo abbiano ragione, non si farà del male, se ci sarete voi intorno a guardarlo.»



Lily si era fatta convincere in fretta, infatti dopo venti minuti il bambino stava già facendo il suo primo giro sulla scopa. Tutti gli uomini lo controllavano, ma Peter sembrava essere piuttosto assente. Forse aveva dei problemi suoi, o magari non era propriamente felice di festeggiare il Natale, ma nessuno di loro parve accorgersene. L’unica cosa che accomunava tutti era l’essere felici in questo meraviglioso giorno di festa, che avrebbero ricordato per la loro intera vita.

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Capitolo 3
*** Natale a casa Malfoy/Greengrass ***



Una vigilia di Natale particolare in casa Malfoy. Un ragazzino di tre anni che canta Santa Claus is coming to town, un padre che non riesce a credere ai suoi orecchi ed una madre che farà di tutto per far avverare il sogno del figlio. Questa storia ha partecipato al concorso "Have a merry Glee Christmas" di Erin Malfoy, classificandosi seconda e vincendo il premio sorriso. Ha partecipato anche al contest "Natale in famiglia" di Bessie B classificandosi sempre seconda e vincendo il premio Giuria.


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NATALE A CASA MALFOY/GREENGRASS



L’atmosfera natalizia si stava diffondendo in tutta Malfoy Manor. Era la vigilia di Natale e Astoria era intenta a preparare il camino per l’arrivo di Babbo Natale, mentre il figlio Scorpius, che aveva solo tre anni, andava in giro per casa cantando una canzoncina natalizia.



«You better watch out. You better not cry. Better not pout. I'm telling you why. Santa Claus is coming to town. Mamma, credi che Babbo Natale verrà anche a casa nostra? La maestra ha detto che va solo a casa dei bambini buoni ed io ho paura di aver fatto arrabbiare parecchie volte il papà quest‘anno.»



La madre lo aveva guardato ed aveva sorriso e poi aveva cercato di rassicurarlo.



«Stai tranquillo, Babbo Natale arriverà di sicuro. Stasera vedrai se ho ragione oppure no.»



Astoria aveva chiesto al cognato, Blaise Zabini, di travestirsi da Babbo Natale per il piccolo Scorpius e visto che aveva invitato la sorella e il marito per la cena della vigilia, avevano finito per convincerlo a portare i regali a mezzanotte. Draco non sapeva niente di questa cosa, infatti era tutto il giorno che era rinchiuso nel suo ufficio a lavorare. Ad un certo punto, sentendo la voce del figlio cantare a squarciagola canzoni natalizie, si era spazientito ed era uscito andando al piano di sotto.



«He's making a list, and checking it twice; gonna find out who's naughty and nice. Santa Claus is coming to town. Papà, sai che la mamma ha detto che stasera arriverà Babbo Natale a portarmi i regali?»



Il bambino si era rallegrato di vedere il padre uscire e gli era andato incontro. Draco aveva guardato di sbieco la moglie che aveva riso, poi aveva preso il bambino in braccio e gli aveva risposto.



«Se lo ha detto la mamma, allora vuol dire che arriverà sicuramente.»



Aveva poi rimesso il figlio per terra e quello aveva continuato a canticchiare felice per la risposta del padre.



«He sees you when you're sleeping, he knows when you're awake. He knows if you've been bad or good, so be good for goodness sake! O! You better watch out! You better not cry. Better not pout, I'm telling you why. Santa Claus is coming to town. Santa Claus is coming to town.»



Draco aveva scosso la testa, meravigliato dalla tenerezza del figlio e dalla sua ingenuità, poi si era avvicinato alla moglie ed aveva chiesto spiegazioni.



«Astoria, mi dici perché nostro figlio sta cantando da tutto il giorno? Chi diamine, gliela ha insegnata? E poi scusa, da quando noi crediamo a Babbo Natale?»



La moglie l’aveva guardato ed aveva risposto ad ogni singola domanda.



«Tuo figlio è solo felice dell’arrivo del Natale. La canzone l’ha imparata all’asilo e stasera vedrai con i tuoi stessi occhi Babbo Natale, in carne ed ossa.»



Draco era molto scettico sull’ultima affermazione, ma aveva da dire la sua opinione su quelle precedenti.



«Okay, quindi mi stai dicendo che è colpa del Ministero, se mio figlio canta questa canzone. Pensavo di mandarlo in quella scuola babbana per non farlo diventare come me, o meglio per non fargli commettere i miei stessi errori ed invece scopro che gli insegnano a credere in Babbo Natale e magari anche nel coniglietto pasquale? Non capisco cosa posso imparare da questo, ma visto che siamo costretti a mandarcelo, dobbiamo tenerlo così. Comunque, come fai ad essere così sicura che Babbo Natale si presenterà stasera?»



La moglie aveva fatto uno strano sogghigno e poi gli aveva risposto.



«Mia sorella ha gentilmente convinto Blaise a vestirsi da Babbo Natale. Ognuna ha i propri metodi e quindi Scorpius avrà il suo regalo di Natale.»



Draco aveva riso e poi le aveva risposto.



«Devo ammettere che voi donne Greengrass sapete il fatto vostro, non vedo l’ora di vedere Blaise conciato in quel modo. Devo prendere la macchina fotografica e magari fargli una bella foto, per poterlo ricattare in futuro.»



E ridendo, se ne era tornato nel suo studio. La sera era arrivata molto in fretta, tra le canzoncine allegre di Scorpius e i preparativi della cena. Blaise e Daphne erano arrivati in perfetto orario e tutti insieme avevano cenato in maniera molto allegra, quando ad un certo punto l’uomo aveva finto di dover andare in bagno ed aveva adempiuto al suo compito. Gli altri erano rimasti in salotto e proprio allora si era sentita un’inconfondibile risata provenire dal camino e Scorpius era scattato sull’attenti.



«Mamma, papà, è arrivato Babbo Natale!»



Aveva esclamato contento e felice. Proprio in quel momento Blaise era comparso dentro al camino e gli aveva dato i suoi regali.



«Buon Natale, Scorpius. Sei stato un bravo bambino quest’anno e qui dentro al sacco ci sono i tuoi regali. Oh, oh, oh!»



Dopo aver detto questa frase, aveva lasciato il sacco davanti ai piedi di Scorpius ed era sparito dentro al camino. Il piccolo era rimasto soddisfatto e poi aveva preso a scartare i suoi regali. Quando Blaise era riapparso Draco aveva un’aria molto soddisfatta e lui si era insospettito.



«Che cosa hai da ridere, Draco?»



Il ragazzo aveva risposto sorridendo.



«Niente, sto solo pensando a dove mettere questa bellissima foto.»



Blaise era rimasto a bocca aperta, ma era stato preceduto dal piccolo Scorpius.



«Zio Blaise, ti sei perso l’entrata di Babbo Natale. Guarda quanti regali mi ha portato.»



L’uomo era rimasto zitto, mentre guardava i giocattoli di Scorpius ed aveva fatto finta di niente sulla fotografia che Draco gli aveva scattato. Quella sera era stata decisamente una meravigliosa vigilia di Natale e soprattutto Scorpius aveva finalmente avuto quello che voleva: la visita di Babbo Natale in persona.



SECONDA CLASSIFICATA AL CONTEST "HAVE A MERRY GLEE CHRISTMAS" DI ERIN MALFOY



Giudizio: Un connubio di dolcezza e umorismo. Se permetti, la perfetta commedia di Natale. La storia ruota tutta intorno alla figura del piccolo Scorpius, cosa che ti ha fatto acquistare parecchi punti. Mi sono letteralmente sciolta in una bolla di tenerezza immaginandolo cantare «Santa Claus is coming to town» con Astoria che ride e Draco che scocciato, cambia subito umore. Non ho esitato nell'assegnarti un secondo posto davvero meritato e il premio Sorriso. Continua così, che sei bravissima!

SECONDA CLASSIFICATA AL CONTEST "NATALE IN FAMIGLIA" DI BESSIE B

Totale: 69\70

Grammatica: 15\15 La grammatica è eccellente, non ho trovato nemmeno un errore grammaticale. La storia è semplice e carina da leggere. Complimenti.

Punteggiatura: 15\15 Vale lo stesso per la punteggiatura. Sei stata in grado di usare bene tutti i segni d'Interpunzione in modo chiaro.

Stile: 9\10 La storia è scritta molto bene, ho letteralmente adorato il modo in cui hai descritto Scorpius.

Originalità: 15\15 l'idea è davvero originale. Povero Blaise costretto a travestirsi da Babbo Natale! Mi è piaciuto anche il fatto che Scorpius viene mandato a scuola con i Babbani. E che Blaise fosse sposato con Daphne ...

Gradimento personale: 10\10 Io amo le sorelle Greengrass. E le Daphne\Blaise e le Draco\Astoria. Quindi parti più che avvantaggiata. Poi mi hai sorpresa con la trama della storia. Davvero carina e divertente!

Bonus: 5\5 Ho deciso di attribuirti cinque punti bonus perchè sei stata capace di sorprendermi con la tua storia. Mi è piaciuta mooooooltissimo!

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Capitolo 4
*** Domande che lasciano il segno ***



Eccomi con la nuova storia per il mese di Gennaio che parte dalla citazione che ci ha dato BS. "Ho visto tante persone che se ne andavano." "E nessuno è mai tornato indietro?". Spero gradirete e mi lascerete una recensioncina.

DOMANDE CHE LASCIANO IL SEGNO



Era una giornata tranquilla, come tante altre, ed Harry stava facendo la sua parte di padrino premuroso. Aveva portato Teddy al parco giochi quando, ad un certo punto, il ragazzino si era fermato sulla panchina vicino a lui e gli aveva posto una domanda importante.



«Harry, potresti parlarmi dei miei genitori?»



Harry aveva guardato il suo pupillo e gli aveva sorriso.



«Ma certo, sai tuo padre era un insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, il migliore che io abbia mai avuto, mentre frequentavo Hogwarts. Era anche il migliore amico di mio padre, ecco perché ha scelto me come tuo padrino. Tua madre, invece, l’ho conosciuta più tardi. Era un Auror, proprio come me. Anzi devo ammettere che ho voluto diventare Auror per essere come lei, ma perché mi hai fatto questa domanda?»



Teddy si era voltato verso di lui e, vedendo gli occhi verdi del suo padrino, aveva deciso di essere sincero fino in fondo.



«Sai, tra qualche mese dovrò andare ad Hogwarts ed ho paura di non essere all’altezza. Loro erano così bravi e se io non dovessi rispettare le loro aspettative, se li deludessi, non me lo perdonerei mai.»



Harry capiva perfettamente i timori di Teddy, erano gli stessi che aveva avuto a suo tempo anche lui.



«Non devi pensarlo neanche minimamente. Loro ti amavano e saranno contenti qualsiasi cosa succeda. Sai, ho visto tante persone che se ne andavano e so per certo che loro volevano solo il tuo bene.»



Harry, però, non si era aspettato la domanda che Teddy gli aveva posto subito dopo.



«E mai nessuno è tornato indietro?»



Dopo un primo momento di shock, Harry si era ripreso ed aveva risposto.



«Purtroppo no, ma credimi sono sempre vicino a te, anche se non li vedi.»



Non sapeva se aveva fatto bene o meno, ma il sorriso che aveva visto spuntare sul volto del ragazzo era stata una risposta positiva.



Tornando a casa, quel giorno, aveva capito che alcune domande lasciano il segno e quelle di Teddy ne avevano lasciato uno ben visibile: il sorriso smagliante che brillava sul volto del ragazzino, una volta capito di non essere solo.

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Capitolo 5
*** Una serata alcolica ***



Eccomi con la nuova storia, il prompt questa volta era una dichiarazione d'amore finita male. Diciamo che la mia finisce in risata.



UNA SERATA ALCOLICA:



Hermione Granger stava passeggiando per i corridoi di Hogwarts, facendo la solita ronda notturna. Era il suo turno, come Prefetto, ma ad un certo punto si accorse che qualcosa nella torre di Grifondoro non funzionava come doveva.



Arrivò di corsa al quadro della Signora Grassa e la scena che le si parò davanti era a dir poco comica: Harry stava sorreggendo Ron, il quale sembrava essersi ubriacato alla festa per la vittoria della Coppa di Quidditch.



«Harry, che diavolo fai fuori a quest’ora? Sai che non puoi uscire, ci farai perdere altri punti e allora addio Coppa delle Case.»



Harry aveva scrollato le spalle e risposto.



«Lo so, è tutta colpa sua. Accidenti Ron, dovevi proprio provarlo stasera il Whisky Incendiario?»



Ron rideva solamente, senza rispondere, forse era troppo ubriaco per farlo. Ad un certo punto Hermione prese in mano la situazione.



«Lascialo a me, questo stupido. Rientra nel dormitorio e vai a dormire, io cerco di fargli sbollire la sbornia. Vieni Ron, appoggiati a me, andiamo a fare una bella passeggiata.»



Harry sorrise, Hermione era sempre in grado di tirarli fuori dai guai, qualsiasi cosa succedesse. Rientrò nel dormitorio, mentre Hermione si trascinava dietro Ron, barcollante per l’alcool e lo portò sulla Riva del Lago Nero.



«Ron, ma quanto hai bevuto? Lo sai che se ci beccano i professori, possono anche espellerci. Sei proprio un cretino alle volte.»



Ron si beava dell’aria fresca che sentiva sul viso e rispose alla ragazza.



«Non fare la secchiona, tutti hanno bisogno di un po’ di allegria una volta ogni tanto. Anche tu, sei sempre così seria. Vieni che balliamo!»



Accidenti, doveva essere proprio fradicio per dire certe cose. Ronald Weasley non avrebbe mai ballato di sua spontanea volontà, questo era poco ma sicuro.



«Ma che dici, tu non balli, te lo sei scordato, Ron?»



Ma mentre diceva queste parole, Ron l’aveva già presa per la vita e stavano ballando, come due fidanzatini, sulla Riva del Lago. Ad un certo punto, Hermione si mise a ridere, se non fosse stata sul punto di essere espulsa, la scena era alquanto comica. Poi Ron prese a cantare e allora fu davvero il delirio.



«It's a beautiful night, we're looking for something dumb to do. Hey baby, I think I wanna marry you. Is it the look in your eyes, or is it this dancing juice? Who cares baby, I think I wanna marry you.»



Dette queste parole, il ragazzo si inginocchio davanti ad Hermione e le fece una dichiarazione d’amore.



«Non credere che io non sappia quello che dico, ti amo fin dalla prima volta che ti ho visto, vuoi diventare mia moglie?»



Hermione era sull’orlo delle lacrime, l’indomani lei si sarebbe ricordata questa cosa, mentre lui no e quindi decise di far finta di niente e prenderla come uno scherzo dettato dall’alcool.



«Non fare lo scemo, Ron. Tu stai con Lavanda, te la ricordi? Io e te siamo solo amici, questo è tutto!»



«Tu lo sai che non amo Lavanda, è solo un passatempo. Comunque facciamo pure come vuoi tu.»



Hermione non riusciva a credere alle sue parole e si riprese immergendo la testa di Ron dentro il Lago Nero.



«Okay, passiamo alle maniere forti. Tranquillo, tra poco tornerai come prima, ne sono sicura!»



Immerse la testa del ragazzo tre volte nell’acqua e ad un certo punto quello sembrò essersi ripreso.



«Ma sei scema? Volevi affogarmi? Che diavolo ti prende stasera, Hermione?»



La ragazza era rimasta interdetta, non credeva alle sue orecchie. Lui era quello che aveva fatto casini e lei veniva rimproverata.



«Ronald Weasley, eri ubriaco fradicio, ti sei messo a cantare e ballare. Cosa avrei dovuto fare secondo te, spedirti nell’ufficio della McGranitt per essere espulso?»



Ron era rimasto senza parole, ma si mise a ridere.



«Cosa ho fatto? Io ho cantato e ballato? Tu devi aver preso una botta in testa, io non farei mai niente del genere, credimi!»



«Ma certo, ecco perché ti ho spinto sott’acqua, per riprenderti e mi sembra che abbia funzionato a meraviglia. Andiamo, torniamo nel dormitorio, prima che qualcuno si accorga della nostra piccola fuga.»



I due ragazzi si diressero verso il castello, ma nella mente di Ron tutto sembrava ricomporsi e, poco prima di entrare nel dormitorio, se ne uscì con una domanda alquanto imbarazzante.



«Sbaglio o ti ho chiesto di sposarmi, prima in Riva al Lago?»



«Sì, l’hai fatto. Non ti preoccupare, questo rimarrà un segreto tra te e me. Non dirò niente a Lavanda, tranquillo.»



Già, ma a Ron non importava niente di Lavanda, ma solo della pessima figura che aveva appena fatto davanti agli occhi di Hermione. Non la biasimava se lei gli aveva detto di no, era davvero stato patetico. Doveva liberarsi della sua fidanzata e cercare di diventare migliore per poter uscire con Hermione, lei si meritava il meglio e lui glielo avrebbe dato.



Settimo posto pari merito al contest "The magic in the music" di TheGosthOfYou:



Titolo: 4/5

Grammatica e Sintassi: 10/10

Originalità: 9/10

Utilizzo pairing: 10/10

Utilizzo luogo: 5/5

Utilizzo canzone: 5/5

Caratterizzazione dei Personaggi: 5/5

Gradimento personale: 9,5/10

Totale: 57,5/60



Davvero carina! Non amo molto il pairing Ron/Hermione, però devo dire che tutte le storie che leggo in questi giorni me li stanno facendo rivalutare. Titolo carino, azzeccato con il contesto iniziale della storia e con il suo svoglimento. Come ho detto mille volte, anche il titolo deve funzionare ed il tuo funziona eccome! Grammatica e Sintassi impeccabile! Non ho riscontrato nessun errore grave e nemmeno alcuna imperfezione. Il testo è scorrevole e l'uso delle parole è piacevole. Non ti ho dato il massimo in originalità perchè di storie su Ron ed Hermione ne ho lette tantissime; devo dire però che sono rimasta colpita da due element in particolare: la sbronza - spesso si legge una sbornia volgare, mentre quella di Ron l'ho trovata quasi tenera - che da origine al tutto ed il fatto che alla fine lui non sia comunque riuscito a dichiararsi, usando la sbornia come una scusa per aver cantato quella canzone ed aver fatto quella richiesta. Ottima idea! Mi sono piaciuti molto come coppia, perchè è una "coppia/non coppia" e ho apprezzato davvero tanto il loro battibeccare e tutta la scena in se. L'utilizzo del Lago Nero come fulcro della storia è davvero un'ottima idea. Mi è piaciuto come hai integrato la canzone, facendola cantare a Ron. Nulla da dire. Ancora il massimo anche per la caratterizzazione. Ho trovato Ron ed Hermione perfettamente IC, lui con la paura di affrontare l'argomento una volta per tutte e lei con la sua ansia ed ossessione per le regole, ma anche quando ha pensato che la richiesta di Ron fosse uno scherzo. Come ho già detto, non amo il pairing, ma l'insieme della storia è davvero gradevole ed ho sorriso più di una volta. Complimenti!

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Capitolo 6
*** Il pianto degli angeli ***



Questo mese il prompt era in un giorno di pioggia ed a me è venuta questa semplice storia e spero tanto che vi piaccia.



IL PIANTO DEGLI ANGELI



Una bimba con i capelli fucsia era seduta vicino ad una finestra quando, all'improvviso, si lasciò andare all'ennesimo sospiro.



Fuori pioveva e la bambina non poteva giocare, come al solito, sulla sua altalena o sullo scivolo che i genitori avevano installato in giardino, perciò era annoiata.



Suo padre la guardava di sottecchi, mentre leggeva un giornale, seduto a tavola e pensava ad un modo per tirarle su il morale ma, in un attimo, la bambina aveva preso ad esternare la sua noia.



«Uffa, io odio la pioggia! Non posso uscire a giocare e mi sto annoiando a morte.»



Il padre la capiva perfettamente, anche lui quando era piccolo si era sentito in quel modo e in suo soccorso era arrivata la nonna, perciò decise di far conoscere alla figlia le stesse cose che, a suo tempo, erano state dette a lui.



«Ninfadora, non devi essere così arrabbiata. La pioggia è il pianto degli angeli che ti guardano e ti vedono triste. Se tu continui ad essere così infelice, la pioggia continuerà a cadere e tu non potrai uscire a giocare.»



La bambina si era ammutolita e guardava il padre, poi aveva deciso di chiedere conferma alle sue parole.



«Davvero papà? Allora anche i nonni stanno piangendo, adesso?»



L'uomo dai capelli blu elettrico sorrise e fece cenno di sì con il capo, la bambina allora gli saltò in braccio e ricominciò a parlare.



«Io non voglio che i nonni piangano, credo che mi piaccia di più adesso la pioggia. Credi che loro saranno contenti, se mi vedranno sorridere?»



L'uomo le rispose senza tentennamenti.



«Ma certo che saranno felici, ti avrebbero adorato.»



Detto questo i due si scambiarono un bacio dolce, mentre dalla porta rientrò Victoire, la madre della piccola Ninfadora.



«Cosa stavate confabulando, voi due?»



La bambina nascose un sorrisetto dietro ad una manina e poi le rispose.



«E' un segreto tra me e papà. Non possiamo dirlo a nessuno, altrimenti i nonni si metteranno a piangere.»



Victoire guardò sua figlia con molto amore, ma non aveva capito proprio un bel niente dalle parole della figlia.



«Guarda papà, è tornato il sole!» La bambina lo aveva gridato eccitata e contenta che i suoi adorati nonni avessero smesso di piangere.



La madre confusa aveva guardato il marito in cerca di risposte, ma lui non gliene aveva date. Alle volte si sentiva tagliata fuori dal rapporto che i due avevano, sembravano così complici ed affiatati che era impossibile carpire loro dei segreti, ma per quel giorno decise di passarci sopra, in fondo era tornato il sole e lei era felice di avere una famiglia serena.

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