Stalking.

di Sitter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Sogni, fantasie e raltà. ***
Capitolo 3: *** Ricordi, pensieri e dubbi. ***
Capitolo 4: *** Decisioni imbarazzanti ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***





A volte credi che la vita riserbi per te fantastiche sorprese, a volte pensi invece che per te ha in serbo solo sofferenze.
Ho sempre pensato al giorno in cui l’ho conosciuto, ci siamo incontrati distrattamente mentre entrambi aspettavamo l’autobus all’uscita della scuola. Lui aveva quell’aria da dannato, un giubbino nero di pelle e i capelli spettinati al vento. Io portavo il mio classico maglione grigio e le mie scarpe basse. Gli occhiali erano sempre lì, sul naso, mentre i capelli raccolti in una coda bassa.
Lui mi guardava distrattamente, sebbene ne fossi attratta provavo paura restarmene lì da sola con quel ragazzo sconosciuto.
Posai gli occhi sulla sua sigaretta che pian piano andava sulle sue labbra morbide. Era un gesto dannatamente sexy per un ragazzo di cui non conoscevo nemmeno il nome. Sbuffava sonoramente e a tratti mi lanciava degli sguardi agghiaccianti.
Quegli occhi, quei maledetti occhi color dello smeraldo mi attrassero come una calamita. Erano elettromagnetici. Verde combinato all’azzurro mare , uno spettacolo a dir poco emozionante.
Rimanemmo lì, per ben un’ora ad aspettare quel maledettissimo autobus che non arrivava.
Iniziò a parlarmi, a chiedermi di dove fossi e quanti anni avessi. Chiacchierammo a lungo e sembrava tutto piacevole.
Mi disse di chiamarsi Edward, era il figlio del dottore più stimato della città.
Quello che non sapevo, che non potevo minimamente immaginare, era che quel ragazzo, dall’aria da bello dannato, sarebbe stata la più triste condanna.
Perché io, Isabella Marie Swan, sono vittima di stalking. Un incubo senza risveglio.
 
 
SPAZIO AUTRICE :
Buon pomeriggio mondo di EPF! ^_^
Premetto che questa sarà una ff molto tosta per chi volesse saperlo.
Ora mi chiederete perché trattare un tale argomento? Bene la risposta è semplice, perché bisogna denunciare chi ci perseguita e soprattutto chi finge di amarci. Oltretutto in questa storia vedremo una Bella molto “cieca” visto che non darà molta importanza a fattori quali “ la libertà personale”.
Oggigiorno due donne su tre sono state vittime di “ stalking” o di violenza. Un dato estremamente agghiacciante.
Spero con questa storia di riuscire a centrare l’argomento, ma soprattutto spero che molte di voi si rendano conto di che cosa, talvolta, può essere capace un uomo sebbene sia “l’uomo della nostra vita”.
Spero mi lasciate un piccolissimo commento perché sono davvero insicura e ho bisogno di un sostegno per mandarla avanti.
P.s
Vado all’opera del primo capitolo!:) 

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Capitolo 2
*** Sogni, fantasie e raltà. ***





Sogni, fantasie e realtà.

 
Dopo tanta attesa finalmente l’autobus fece capolinea. Il ragazzo, da perfetto gentiluomo, mi fece segno di entrare. Allungai  il passo verso il primo gradino che mi sembrava estremamente alto. Entrai titubante guardando l’autista con uno strano berretto in testa e l’aria corrucciata. Gli feci vedere il mio biglietto che fu timbrato da lui stesso. Dietro di me sentivo il fiato caldo del ragazzo, che se ne restava buono ad annusarmi i capelli. Mi accorsi del suo contatto proprio quando stavo oltrepassando il primo sedile per sedermi.
L’autobus era molto affollato di ragazzini e professori in preda ad agitazioni convulsive. Mi accomodai accanto a una ragazza che ascoltava la sua musica Dark ad alto volume. Poggiai la cartella per terra e fissai la strada davanti a me.
Poco più dietro si era seduto Edward, che sembrava guardare nella mia stessa direzione. Per un attimo pensai di avere qualcosa tra i capelli, visto che li guardava insistentemente, ma dopo capii che mi stava solo fissando frettolosamente. Sicuramente l’avevo incuriosito visto l’aria da secchiona che mi perseguitava.
La mia fermata arrivò presto, mi alzai e mi avvicinai all’uscita. Lo vidi guardarmi di sottecchi, mentre un sorrisino dipingeva le sue labbra rosee e ben delineate.
<<  Ciao Isabella, a domani…  >> sussurrò mentre io gli facevo segno con la testa.
La sua voce era calda e roca, era un miscuglio di dolcezza e ti attrazione fatale.
Non capivo per quale motivo un tipo come lui avesse scelto di parlare con una tipa come me.
Mi diressi frettolosamente a casa. La marea di compiti che mi aspettavano non promettevano nulla di buono. Sicuramente avrei trascorso, come di consueto, la mia notte piegata sui libri.
 
La mattina arrivò presto, mi svegliai di controvoglia cercando di capire che ora fosse. Ero in anticipo di dieci minuti, pertanto decisi di rinfrescarmi con una bella doccia calda. Lavai i capelli con dello shampoo alla pesca e li spazzolai facendo bene attenzione a sciogliere i nodi. Sebbene li portassi sempre legati, ci tenevo molto alla cura dei miei capelli, ma soprattutto del mio corpo esile ma formoso.
Avevo avuto la s-fortuna di ereditare da mamma le forme pronunciate. Il seno era prosperoso e ben delineato. Spesso facevo almeno del reggiseno visto che si mantenevano da sole per quanto fossero sode. Di questo ne andavo fiera, ma odiavo tremendamente metterle in mostra. Erano solo roba privata, che toccava essere contemplata solo dalla sottoscritta e da nessun altro, a meno che il principe azzurro avesse fatto capolinea nella mia vita.
Nonostante l’età, credevo ancora nei principi e nelle principesse, negli orchi e nelle bestie. Credevo che il principe azzurro sarebbe arrivato anche da me, avrebbe fatto colpo nel mio cuore.
Lo avevo sempre immaginato biondo, come il principe di cenerentola. Ovviamente doveva essere forte, valoroso e leale. Questi erano i miei prospettivi per il futuro. Il problema ero io, solo e semplicemente io.
Avevo paura di mostrare realmente chi fossi, di togliermi gli occhialoni e di scollarmi un po’ la maglia. Temevo sguardi languidi su di me e questo non lo avrei mai accettato.
Un uomo deve amarti per quello che sei, non per quello che mostri,mi ripetevo in continuazione autoconvincendomi che fosse così.
Le ragazze della mia età, amavano truccarsi e sfoggiare il loro fisico asciutto e ben scolpito. Io le odiavo, così i ragazzi avrebbero sempre e solo guardato il loro aspetto, mai la loro personalità.
Jennifer era una di queste, la più popolare oca della scuola. Ogni giorno sfoggiava un abito all’ultima moda e tutti i ragazzi le andavano dietro. Per cosa poi? Solo per scoparsela. Era difficile da ammettere ma era così. Era una sgualdrina, la regina delle sgualdrine.
Con questi pensieri non mi accorsi dell’ora e mi diressi a scuola velocemente. Anche quella mattina arrivai alla fermata non trovando Edward. Ci speravo, ma non c’era.
L’autobus arrivò puntuale e io mi accomodai vicino al finestrino, non notando uno spostamento d’aria che mi fece ritrovare Edward seduto accanto a me.
<<  Buongiorno Isabella…>> soffiò piano socchiudendo leggermente gli occhi smeraldo.
<<  Buongiorno…  >> risposi timidamente voltando lo sguardo altrove.
Con lui ero sempre tremendamente imbarazzata, la sua bellezza mi metteva in agitazione.
<<  Studiato tutt, bella secchiona?  >> disse divertito mentre poggiava il capo per prendere maggiore comodità con il sedile.
Avvampai dall’imbarazzo, se non avevo compreso male aveva detto bella, ma era altrettanto vero che aveva aggiunto secchiona.
<<  Si, studio sempre…  >>
Lui sorrise allegramente, facendomi arrossire ancora di più <<  Sai non l’avevo capito… >> rispose scherzando.
Evidentemente aveva notato anche lui il modo in cui mi vestito, purtroppo non potevo farci nulla. Era un ossessione andare in giro in quel modo.
<<  Che classe frequenti?  >> chiese mentre sporgeva il suo biglietto al controllore.
Lo recuperai anch’io, facendolo vedere all’uomo con i baffi, e infine risposi. <<  Quarto liceo…tu sei all’ultimo anno?  >>.
<<  Si, quest’anno mi diplomo.  >> rispose scompigliandosi i capelli di uno strano colore.
Erano ramati, di un rosso particolare, misto al castano. Molto belli, gli davano quel tocco di fascino in più , e questo complicava solo le cose.
<<  Senti un po’, sei brava in anatomia?  >> chiese leggermente divertito dalla perente richiesta.
<< Si. Perché? >> domandai intuendo già la risposta.
<< Mi chiedevo se potessi darmi delle ripetizioni, la mia prof. Mi ha detto che c’era una ragazza al quarto dotata di ottime capacità, presumo che sia tu. Oltretutto nell’istituto c’è solo una Isabella Swan. >>.
Iniziò a ridere di gusto, non capivo perché diavolo lo facesse ma stava praticamente ridendomi in faccia.
Titubante gli dissi che ero io, e lui mi chiese gentilmente se potevo dargli ripetizioni dopo la scuola.
Accettai, anche se non avrei dovuto mai farlo.
 
 
 
Buon Pomeriggio ragazzuole, ben trovate!
Come avete visto ho aggiornato velocemente, ultimamente sono in vena di ispirazione ^_^
In questo capitolo abbiamo avuto modo di conoscere un tantino di più Isabella. Abbiamo scoperto quali sono i suoi timori e i suoi sogni. E’ una donna ma sogna ancora il principe azzurro.
Ogni donna lo sogna, ma ci sono alcune che spesso non trovano il principe ma l’orco cattivo.

Per chi volesse saperlo questa storia avrà un lieto fine, dopotutto sono una Bella/Edward.^_^
Fatemi sapere cosa ne pensate!

SItte<3
 
  

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Capitolo 3
*** Ricordi, pensieri e dubbi. ***


Ricordi, pensieri e dubbi.


Era tutto pressoché impossibile. Mi stavo dirigendo presso la lussuosa villa di Edward. Durante la mattinata avevo avuto modo di chiacchierare con lui sino a quando, timidamente, mi aveva chiesto di dargli ripetizioni di anatomia. Ero troppo buona per non accettare, oltretutto lui era uno dei ragazzi più popolari della scuola, non avreimai potuto rinunciare a un simile invito.
Percorsi il lungo viale che si trovava nella sua villa. Tutto era sommerso nel verde delle piante, i giardini erano pieni di rose e margherite. Rosso e bianco, due colori che si opponevano tra loro. Il rosso era il fuoco, la fiamma ardente, l’impulsività. Il bianco era il colore della purezza, della verginità, della bontà d’animo.
Mi avvicinai davanti all’enorme entrata. Il portone era massiccio e molto alto. Tutto era incorniciato da uno stile stranamente ottocentesco, i vasi, le statue di marmo. Era uno spettacolo decisamente meraviglioso.
Il portone si aprì di scatto, allungai l’occhio vedendo una signora bassina dall’aria stressata e affranta. Mi degnò di un flebile sorriso sforzato e mi fece segno di entrare.
<<  Il signor Cullen la sta aspettando in salotto.  >>
La casa era enorme, restandomene solo all’entrata mi sarei persa con molta probabilità. La signora mi condusse in salotto , e io non potetti non ammirare la casa. Era magnifica, i mobili antichi i quadri disegnati a mano. Il pianoforte al centro dell’entrata. Era bianco, il mio colore preferito.
Trovai Edward seduto su un divano di pelle, aveva una maglia a mezza manica bianca e ciò mi permise di ammirare meglio i suoi pettorali. I capelli erano come al solito scompigliati, mentre sul naso portava dei simpatici occhiali neri. Gli donavano molto, pensai.
<< Ciao Edward…  >> dissi timidamente mentre mi accomodavo accanto a lui.
<<  Benvenuta Isabella..  >> rispose avvicinandosi maggiormente.
La sua vicinanza mi metteva molto in imbarazzo, ero avvampata per la vergogna, ma lui questo parve non notarlo.
<<  Da dove iniziamo?  >> chiesi notando degli appunti sparsi qua e là sul tavolino di vetro.
<<   Dal cuore..  >> rispose in un modo molto sensuale tanto da stordirmi.
<<  Allora quale parte del cuore non ti è chiaro?  >>
<<  Il pericardio  >> rispose risoluto.
Mi sistemai meglio e feci prenderli carta e penna. Iniziò a scrivere velocemente mentre io dettavo la mia lezione, per un attimo dimenticai dove e con chi mi trovassi.
 
 
Trascorsero ben due ore, durante le quali Edward se ne era stato buono ad ascoltarmi e a scrivere appunti.
<< Dunque maestra, ricapitolando il pericardio è una membrana che avvolge il cuore e la parte più prossimale della maggior parte dei  grandi vasi a lui adiacenti. Se ne distinguono due componenti: fibroso  e serioso. Giusto?  >> chiese divertito mentre chiudeva i libri.
<<  Giustissimo  >> risposi divertendomi con lui.
Si stiracchiò appena, di sottecchi lo vedevo sbadigliare silenziosamente mentre con la mano si stropicciava gli occhi. Si tolse gli occhiali facendomi perdere un battito. Erano così belli i suoi occhi che sarei rimasta lì, a fissarli per ore intere.
<<  Bè allora vado a casa…  >>dissi mentre prendevo le mie cose per andare via.
<<  Di già? Volevo farti rimanere per cena.  >>
Lo guardai strabuzzando gli occhi, perché si stava comportando così?
<<  Edward, sii sincero. Dimmi che diavolo vuoi da me.  >>
Il dubbio mi aveva attanagliato per tutto il giorno, ripensavo sempre a lui e alla sua richiesta di dargli ripetizioni. Perché l’aveva chiesto alla più secchia della scuola? Jennifer, la sgualdrina per eccellenza, era altrettanto brava come me. Doveva chiederlo a lei non a me.
<<  Che stai dicendo? Non voglio nulla. Perché? >> chiese rimanendone offeso.
<<  Diciamo che non mi hai mai calcolato. A mio parere, pensavi che neanche esistessi. Tutto d’un tratto mi parli, mi chiedi ripetizione, ma insomma che diavolo vuoi?  >>dissi adirata più che mai.
Se voleva provare il brivido di fare sesso con una secchiona , se lo sarebbe sognato alla grande. Era bello, mi piaceva, ma non doveva calpestarmi in quella assurda maniera.Io non mi vendevo.
<<  Pensavo che aiutare gli altri ti piacesse, non credevo che lo facessi solo per sforzo.  >>
Mi fissava, i suoi occhi erano nei miei. Non riuscivo a sopportarlo. Era bellissimo e il mio cuore batteva all’impazzata.
<<  Scusami, tolgo il disturbo.  >>
Presi per voltarmi, lui fu più veloce di me e mi fermò.
<<  Aspetta  >> disse prima di guardarmi e sorridere apertamente.
 
Inizio flashback  POV EDWARD

<<  Ehi Tom, datti una mossa o arriveremo tardi al mare! Sbrigati! >>
Tom era il solito ritardatario, ci aspettava una giornata coi fiocchi. Io, Tom e due sventole da sballo. Le avevamo conosciute il giorno prima in disco, era due sgualdrine per eccellenza. Una era bionda, con due gambe chilometriche, anche se non ricordavo il nome. L’altra era mora e riccia, con un seno da far impazzire.
Ci avevano offertogratuitamente un servizio coi fiocchi. Con quella bocca ci sapevano fare. Le avevamo promesso una giornata al mare, volevamo scoparcele sott’acqua.
Arrivammo in spiaggia in ritardo, le sventole erano già in costume ad aspettarci. Ci togliemmo velocemente i vestiti e corremmo in mare. L’acqua era fredda e me ne beai.
Voltai lo sguardo altrove, per guardare da lontano la mia Volvo. Il mio gioiello. Nella traiettoria che divideva la Volvo dal mare, una ragazza mi colpì come uno schiaffo in pieno viso. Era bellissima, una dea. Le sue forme erano perfette, tutto al punto giusto. E quei capelli, Dio com’erano lunghi e setosi. La fissai da lontano beandomi della sua visione.
<<  Ehi Tom guarda quella lì, ma chi diavolo è?  >>
<< Uhm, Edward a me sembra quella tipa secchia del quarto. Come si chiama? Ah si Isabella Swan!  >>
Lo guardai sbalordito, che diavolo stava farneticando?
<< Che dici razza di imbecille! Quella è una secchia cessa! Guarda quella come è bella!  >>
Le due tipe mi guardarono, avevano uno sguardo accigliato. La riccia proferì parola, lasciandomi ancora di stucco.
<<  Ha ragione Tom, quella è Isabella. Viene in classe con me quella mezza stolta.  >>disse con ribrezzo.
Continuai a tenerle d’occhio per tutta la mattinata, era al mare con un’amica. Era bellissima. I miei occhi si erano incollati ai suoi, l’avrei fatta mia.
 
Fine Flashback*
 
 
 
Salve a tutti ragazze!
Piaciuto il capitolo?

Ebbene si…Edward ha invitato a casa Isabella…..e la sua mente lo ha riportato a vecchi ricordi!
Siete curiose di sapere cosa succederà? Continuate a seguirmi e commentate please :)

 

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Capitolo 4
*** Decisioni imbarazzanti ***


<< Edward non ti farò da sgualdrina  >>
Ero arrabbiata con me stessa, non avrei dovuto accettare la sua richiesta delle ripetizioni. Ero stata una sciocca a non pensare a cosa avrebbe voluto fare Edward dopo lo studio. Mi divincolai dalla sua presa, lui continuava a fissarmi immerso in quali strani pensieri. Fissai la sua mano, ancora rimasta a mezz’aria per la presa avuta sul mio braccio. Voltai lo sguardo altrove cercando di fissare qualcosa che mi distraesse dal suo sguardo. I miei occhi focalizzarono una foto posta al centro della stanza. Ritraeva la famiglia al completo, mi meravigliai della loro bellezza. Edward somigliava molto al padre, anche se lo sguardo era più simile a quello della madre. Le sorelle erano davvero stupende, dotate di una bellezza particolare, quasi rara. Sentivo il fiato di Edward su di me, ma soprattutto sentivo il suo sguardo fisso sul mio corpo. Volevo scappare, fuggire via da quella casa. Mai in vita mia ero stata così tanto a disagio in presenza di un ragazzo, seppur bellissimo e attraente.
<<  Non ho mai pensato che tu lo fossi e non voglia che tu lo faccia  >>
Le sue parole erano risuonate nella stanza, la sua voce era calda e profonda. Avevo voltato lo sguardo, trovandolo sorridente come solo lui sapeva fare.
<<  Verrai domani? >> chiese titubante.
<<  Non lo so…  >>
Detto ciò voltai i tacchi, non avrei più sorpassato la porta di quella casa.
 
2 mesi più tardi.
 
La testa mi faceva molto male, avvertivo la pesantezza sugli occhi, dolore provocato da tanto studio. Spesso mi chiedevo se studiare fosse davvero un buon rimedio per il futuro, molti mi dicevano di lasciar perdere, che forse sarebbe stata solo una perdita di tempo, però d’altra parte, i miei genitori continuavano a sostenermi, volevano vedermi diplomata con un buon voto.
Mi ero concessa un bagno rilassante, avevo poggiato gli occhiali sul bordo del mobile e mi ero totalmente immersa nell’acqua calda.
Ero così concentrata nei miei pensieri, tanto da non accorgermi della voce insistente di mia madre. Era arrivato Edward. Velocemente uscì dalla vasca cercando di fare il più veloce possibile. Pettinai velocemente i capelli cercando di asciugarli come meglio potevo. Indossai l’intimo tra una pettinata e l’altra e passai subito al trucco. Un leggero strato di fondotinta, giusto per dare un po’ di colore alla mia pelle bianca.
Uscì dal bagno ritrovandomi nella mia stanza. Impegnata com’ero a cercare qualcosa da mettere, non mi accorsi di una presenza alquanto imbarazzante.
<<  Che spettacolo…  >>
Mi voltai ritrovandomi Edward impalato a guardarmi. Urlai cercando di coprirmi mentre lui rideva sotto i baffi.
<<  Che diavolo hai da ridere? Vedi di guardare altrove schifoso pervertito!  >>
Si accomodò su una piccola poltroncina posta di fianco al letto. Mi fissava sorridendo, che diavolo aveva da guardare ancora?
<<  Bella in estate ti ho vista spesso al mare, credi che faccia tanto differenza vederti in intimo? Ho focalizzato già abbastanza il tuo esile corpo, tranquilla non mi eccito per così poco  >> ghignò sotto i baffi, coprendo il sorriso con una mano. Ero arrabbiata, cosa stava cercando di dire?
Mi vestì velocemente nel bagno, dopodiché uscì cercando di controbattere.
<<  Senti razza di idiota che non sei altro, di certo non sono qui per soddisfare le tue pseudo voglie maschiliste e pervertite, vedi di smetterla. Se non ti vado bene trovati una sgualdrina che ti faccia da ripetizioni, chiaro? >>
Detto ciò presi alcuni libri e li poggiai sulla scrivania.
<<  Ora vieni qua e vedi di combinare qualcosa di buono prima che perda le staffe!  >>
Lui continuava a ridere, ma non me ne curai.
Negli ultimi mesi avevamo ripassato di tutto, tanto da pensare che la sua era soltanto una misera scusa. Il suo quoziente intellettivo era sorprendentemente alto, perché chiedere le ripetizioni?
<<  Avanti scansa fatica, vedi di guardare bene il risultato a questo problema!  >>
<<  Uffa, odio la fisica! La faccio solo perché devo prepararmi al college. Devo cercare di entrare a Medicina..>>
Lo fissai incredula, lui in veste di dottore? Ma no.
<<  Come mai?  >> risposi cercando di fargli vedere il procedimento del problema.
<<  Mio padre è un famoso dottore e vuole che io segua le sue orme. Mi piace fare il dottore… se vuoi, potresti fare la mia infermiera personale…  >>
La sua voce risultò abbastanza roca, lo fissai per alcuni secondi. Perché doveva essere così maledettamente affascinante?
<<  Giammai! Secondo me saresti un dottore pervertito!  >>
<<  Davvero? Uhm…vediamo se ti faccio cambiare pensiero allora!  >>
Mi buttò sul letto iniziando a farmi il solletico, ridevo tantissimo e lui non la smetteva di farmi ridere. Portò le braccia sulla mia testa imprigionandole con una mano, con l’altra mi solleticava le ascelle ed io ormai ero fuori di testa dal tanto ridere.
<<  Basta! Ti prego!  >> non riuscivo più a smettere di ridere.
<<  Eh no! Mi hai dato del pervertito! >>
Continuava da tutte le parti, ormai si era insediato tra le mie gambe ma io non badavo a quello, nonostante avvertivo qualcosa di duro sul ginocchio.
<<  Sm-smettila!  >>
Finalmente si era fermato, io continuavo a ridere con le lacrime agli occhi. Tra di noi si era instaurata una bella amicizia e purtroppo ero finita per prendermi una brutta cotta per lui. I suoi occhi erano fissi nei miei, il suo respiro era su di me.
<<  Edward alzati sei pesante!  >>
Sorrise prima di posare, con le sue labbra calde e carnose, un piccolo e lieve bacio sul mio collo.
<<  Sicura?  >>
La testa mi girava, volevo alzarmi anche se il mio  cervello respingeva l’idea di farlo. Rimasi immobile, il destino avrebbe scelto per me.


 
 
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!
Come avete visto Bella nonostante si era promessa di non vederlo più, in realtà ha continuato a farlo, fregandosene altamente del resto.
Che cosa avrà in mente Edward? Lo scopriremo prossimamente!
Recensite e fatemi sapere che ne pensate! J

Sitter!  

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