Non c'era stato verso di far cambiare idea a Mycroft.
Gli aveva mormorato, al limite di uno scoppio d'ira, di uscire; di andarsene.
Doveva assolutamente chiarire l'intera faccenda con il fratello minore.
Faccia a faccia.
E così John si era trovato nuovamente a Baker Street, a chiedersi cosa mai i due si stessero dicendo mentre lui se ne stava comodamente seduto sul divano.
*
«Esigo immediatamente una spiegazione, Sherlock» sbraitò il maggiore dei due fratelli, paonazzo in volto per l'ira.
«Non credevo che la vecchiaia potesse atrofizzare a tal punto un cervello. Ma va bene, se è proprio necessario, ti spiegherò».
Riprese il suo cellulare e finse di studiare la foto.
«Questa è Karachi...»
«Per una volta nella tua vita, Sherlock, comportati da adulto!».
«L'ho fatto, Mycroft. A Karachi e in un altro paio di occasioni. Ma mi perdonerai se non scendo in particolari con te» replicò lui tranquillamente, facendo solamente infuriare di più il fratello.
«Come ha fatto a sopravvivere? Ha corrotto il boia?».
Sherlock finse di pensarci su.
«No, la decisione è stata tutta del boia. Ne sono certo quasi al 100%».
Mycroft fissò furente il fratello minore.
«Tu. Tu ti sei sostituito al boia. Ecco perché fu impossibile contattarti. Come sapevi dove trovarla? Ma soprattutto come hai potuto fare una cosa simile, Sherlock?».
«Trovarla è stato semplice. E anche il resto, beh… Non è stato difficile».
Sherlock si mise ancora più comodo.
«Ma se proprio non puoi farne a meno, te lo dirò».
*
«Che brutta cera, John. Che è successo?»
«Oh, signora Hudson. Si tratta di Sherlock».
L'anziana donna si sedette accanto al medico.
«Che ha fatto stavolta?»
«Ha mentito al fratello, omettendo di dirgli che una criminale che già aveva messo alle strette il governo britannico era viva».
«Sembra esattamente il genere di cose che farebbe Sherlock… Sono sicura che l'abbia fatto per una buona ragione. Lo fa sempre. Non buttò diverse volte dalla finestra quell'uomo che mi aveva minacciata e colpita, puramente per vendicarsi di come quel bruto mi aveva trattata? E poi quel Mycroft è sempre così serio».
John annuì, mentre la signora Hudson tornava al piano di sotto.
*
«Hai deliberatamente mentito a me e al governo britannico, Sherlock! Te ne rendi conto? A tuo fratello e alla tua nazione!».
«Come? Non siete la stessa cosa, tu e il governo?» replicò placidamente Sherlock.
«Per l'amor del cielo, Sherlock, sii serio!».
Il minore si alzò, sfidandolo con gli occhi chiari.
«Non sono mai stato più serio di così, Mycroft».
Ed era vero.
Non c'era alcun sorrisino ironico sul suo volto, nessuna scintilla divertita negli occhi.
«Non ho iniziato io questo scontro tra di noi, Mycroft. Lo sai benissimo. Parli di come io abbia potuto mentirti. Lascia che sia io a chiederti la stessa cosa. Come hai potuto tu mentirmi?»
«Quando ti avrei mentito, in questa circostanza?» si affrettò ad aggiungere l’altro uomo.
«Mi hai fatto raccontare che era sotto protezione in America»
«Avrei dovuto dirti che l'avevano decapitata? Dopo che avevo saputo come il crederla morta una prima volta ti avesse turbato? Vuoi quindi incolparmi di averti risparmiato un nuovo colpo? Avresti voluto sentirti dire quella che io stesso, fino a dieci minuti fa, credevo essere la verità; sapendo quanto la notizia avrebbe potuto sconvolgerti?».
Sherlock sbuffò ironico.
«Non ero sconvolto o turbato quando l'ho ritenuta morta, a Natale. Ero solo... colpito. Per la perdita di una degna avversaria, capace di battermi in intelligenza».
«Strano. Non ti ho visto ricominciare a fumare, non ti ho visto smettere di mangiare e di parlare, e neppure ti ho visto comporre musica triste quando Moriarty è morto. Non era abbastanza intelligente per te? Non era quindi un degno avversario anche lui?».
Sherlock lo fissò in tralice.
«Fai faville oggi»
«Sei tu a costringermi».
L'uomo non parlò subito.
«Non hai avuto neppure il coraggio di riferirmelo di persona, Mycroft» mormorò alla fine.
«Mi avresti creduto, se l'avessi fatto?».
Mycroft Holmes fissò il fratello.
«Avresti creduto alle mie parole, o a quelle del tuo migliore amico? Tristemente, sappiamo entrambi che avresti creduto a quelle di John».
«Non puoi saperlo. E se anche non ti avessi creduto, non credi che mi avrebbe fatto maggiormente piacere ricevere una notizia simile da mio fratello?».
Sherlock non lo guardava negli occhi, ma li teneva fissi fuori dalla finestra.
«E' questo che ci rende tanto diversi. Tu non fai mai niente di persona. Mai. Tranne che ricevere i tuoi piccoli cagnolini con le informazioni, capitare nel mio appartamento per affidarmi casi che tu sei troppo pigro per risolvere e tornarci solo per rinfacciarmi i fallimenti».
Mycroft attese qualche minuto prima di parlare.
«Non mi sembra che tu ti sia dato la pena di venire qui per dirmi la verità su quanto accaduto realmente alla Donna. Sei stato tu in quell'occasione a mentirmi, o sbaglio?».
«Perché avrei dovuto? Potevi arrestarla o lasciarla andare. L'hai lasciata andare. Ho dedotto che non ti importava realmente della sua sorte».
«Sappiamo entrambi che non è questa la reale motivazione, Sherlock. La verità è che Irene Adler non è mai stata solo lavoro, per te. C'ero anche io la notte che scopristi il codice d'accesso al suo cellulare, ricordi? Ho visto come l'hai trattata, come ti sei sentito umiliato e ferito. Non l'hai trattata come la pericolosa minaccia che era. Certo, molto intelligente, ma sempre una minaccia per il Paese. L'hai trattata come l'unica donna che contasse davvero qualcosa per te. Ti aveva usato per i suoi scopi, sfruttando quanto tu provavi per lei».
Lo fissò.
«Quello che provi ancora per lei, a giudicare da quanto hai fatto per lei. Dalle tue parole; da quella foto».
Sherlock lo guardò.
«Fu lei a lasciarsi guidare dai sentimenti. Non io».
«Allora, per la Regina, cos'è cambiato da allora? Perchè le hai salvato la vita? Perchè non hai semplicemente voltato pagina? Perchè rifiuti di dirmi dove si trova?».
«Credi che meritasse davvero la morte? Io no. Per quello la salvai. Per nessun'altra ragione».
Mycroft sospirò.
Dubitava fortemente che le parole del fratello corrispondessero alla verità.
«Neppure io credo meritasse la morte. E' intelligente e se potessimo metterla sotto protezione; se potessimo integrarla nei nostri servizi segreti, potremmo avere un'arma micidiale nelle nostre mani. Perciò, Sherlock, dimmi dove si trova».
Sherlock sorrise ironico.
«Pare che io abbia perso la memoria»
«Sherlock, non costringermi ad ordinartelo!»
«Fallo͙».
Mycroft balzò in piedi, sbattendo le mani sulla scrivania.
«Vuoi davvero che cominci a pedinarti? A controllare le persone che incontri; le telefonate che fai; il tuo computer?».
Il minore dei fratelli Holmes si avviò verso la porta.
«Ma come? Non lo fai già?».
Ed uscì.
*
Rientrò in casa, trovando John ad attenderlo sul divano in salotto.
Già da una prima, rapida occhiata si vedeva chiaramente che non si era mosso da quando era arrivato.
«Da quanto lo sapevi?» chiese il suo coinquilino, semplicemente.
«Hmm... Chissà se la signora Hudson ha comprato qualche biscotto» disse lui, ignorandolo completamente e dirigendosi in cucina.
«Sherlock...»
«John?»
«Da quanto lo sapevi?».
Il detective sospirò, sedendosi.
«Non amo parlare»
«Non ti sto chiedendo un discorso. Solo una risposta».
Sherlock tamburellò con le dita sul bracciolo.
«Da sempre. Mi sono sostituito al boia che avrebbe dovuto decapitarla».
«Perchè?»
«Credevo avessi detto di voler solo una risposta»
«Quello era prima».
Il detective allungò la mano verso il violino.
«Non metterti a suonare, Sherlock».
«Pare che oggi tutti abbiano la presunzione di dirmi ciò che devo e non devo fare. D’accordo».
John ringraziò mentalmente la buona stella che aveva fatto sì che l'amico lo ascoltasse.
«Quindi? Perchè l'hai fatto? Dopo tutto quello che avevi detto...».
Sherlock scrollò le spalle.
«Non potevo fare altrimenti».
John posò i gomiti sulle ginocchia, fissando l'amico.
«Non era vero niente, non è così?»
«Di che parli?»
«Il tuo averla disdegnata; averla rifiutata».
Sherlock non rispose, ma si alzò, andando in camera sua.
Per John Watson, quel silenzio valse più di mille risposte.
Capitolo decisamente più lungo stavolta, ma spero non vi dispiaccia ^^
Ditemi che ne pensate :)
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