Crema e Cioccolato

di Shee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: incarichi segreti ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: missioni di verifica ***
Capitolo 3: *** spille da sceriffo e brioche ***
Capitolo 4: *** La piccola e il silenzioso, l'inizio ***
Capitolo 5: *** Il biondino la biondina ci provano ***
Capitolo 6: *** Qualche drink di troppo ***
Capitolo 7: *** la festa, il fiore e il fu quasi bacio ***
Capitolo 8: *** Strategie divergenti (parte 1) ***
Capitolo 9: *** ... e neanche tanto vincenti (parte 2) ***
Capitolo 10: *** Pigiami, purea e determinazione ***
Capitolo 11: *** A me puoi dirlo ***
Capitolo 12: *** La Promessa di un sorriso in più ***
Capitolo 13: *** Qualcosa non Quadra ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: incarichi segreti ***


Buondì! Ecco qui la vostra carillon! Ma come chi sono? xDxD avevo deciso di pubblicare il primo capitolo di questa storia solo una volta finita, ma siccome volevo postare qualcosa avevo deciso che avrei aspettato a postare il primo capitolo all’anniversario della mia iscrizione, che ero convinta fosse il 22 ottobre… qualche giorno fa sono andata a controllare ed ho scoperto che la mia iscrizione risale al 22/08/2005, ma come sono scema… comunque ho deciso di cominciare a pubblicarla…premetto che il primo capitolo non è un granchè.

 

In conclusione, ora vi lascio alla fic tranquilli xD, vorrei avere almeno un commento visto che so che ormai questa sezione è quasi deserta… fan di ufo baby! Facciamoci sentire!

Comunque qualche parola sulla fic: c’è un po’ d’azione ma non è mai stata la mia specialità, c’è romanticismo, dolcezza, nostalgia, un po’ di malinconia.

È un po’ un mix… questa è praticamente l’introduzione, volevo chiedervi di aspettare e leggere qualche altro capitolo (dove in effetti la storia inizia veramente) prima di abbandonarmi al mio destino, io tanto pubblico lo stesso xD.

 

Vi lascio davvero ora, se mi lasciate una recezioncina mi fareste un piacere immenso.

 

 

Capitolo 1: incarichi segreti

 

Era una giornata di sole, un sole sfavillante, che illuminava quel cielo azzurro e terso, era una mattina normale, di un normale settembre, una normale mattinata di inizio anno scolastico. Ragazzi ovunque che correvano verso la scuola, in svariati modi: in bici, in auto, a piedi, con i pattini, gli skate, con i fratelli, con i genitori, in gruppo. Ed è proprio di un gruppo che stiamo parlando noi, o meglio di cui parlo io. Ah scusate mi presento, sono la vostra narratrice…ma in questa storia non si parla di me quindi smetto di cianciare, avrete modo di conoscermi voi stessi, non vi preoccupate. (e chi si preoccupa?!ndtutti) stavo dicendo…? Ah si… eccoli lì, li vedete? Adesso ve li descrivo così capite di chi parlo.

Quella più sulla sinistra era una ragazza magra e piuttosto alta, dai corti capelli marroni, aveva grandi occhi dello stesso colore e un sorriso dolce. Indossava una divisa alla marinara dai colori tenui, quali crema, amaranto, bianco e verde chiaro, che si combinavano in una fantasia scozzese nella gonna a pieghe che arrivava almeno quattro dita sopra il ginocchio, e nella parte superiore della camicia bianca. Questa ragazza si chiamava Nanami, accanto a lei la sua migliore amica, Aya.

Aya era bassa e rotondetta (si cambia crescendo!), portava i capelli neri, dagli strani riflessi verdastri, legati in due trecce e indossava la stessa divisa dell’amica.

Poco più dietro, un passo scarso, camminava un bel ragazzo, alto e biondo, che vantava degli stupendi occhi neri e magnetici e un fascino fuori dal comune, così come era fuori dal comune la lista delle ragazze che corteggiava e che aveva avuto, davvero un bel ragazzo, e buono, ma parecchio casanova, questo è Nozomu. Accanto a lui c’era un altro ragazzo che gesticolava febbrilmente, parlando di chissà che, Santa, questo era il suo nome, era un ragazzo basso e anche lui non esattamente magro, dai capelli scuri e occhi simili, che però aveva una vivida immaginazione, così come l’aveva anche Aya. Davanti a loro visibilmente annoiato c’era un ragazzo alto, moro dagli occhi molto scuri ed espressivi, teneva i polsi incrociati dietro la nuca e con una mano teneva la cartella, tipico di Kanata. Tra lui e Aya c’era un’altra ragazza,formando una perfetta scaletta, essendo lei poco più alta di Aya e più bassa di Kanata. La ragazza si chiamava Miyu, era bionda, ed aveva occhi verdi e luminosi, così come il suo sorriso era solare e dolce, purtroppo aveva un caratteraccio pur essendo molto carina; anche lei indossava l’uniforme come le compagne. Dall’altro lato di Kanata c’era una ragazza, che aveva indosso l’uniforme della scuola, dai capelli rossi e molto mossi, bassa e magra e possedeva degli occhi cerulei molto dolci il suo nome era Christine.

I sette ragazzi svoltarono ed entrarono nell’ampio cortile della scuola, avviandosi piano verso l’entrata. Frequentavano ormai l’ultimo anno delle scuole superiori, infatti alcuni di loro avrebbero compiuto 18 anni entro breve.

Voi ve li ricordate negli anni delle medie, quando erano ancora poco più che bambini, ora sono cresciuti, e molto, sono maturati, un po’, hanno nuovi hobby, nuovi sentimenti… o forse sono rimasti gli stessi, gli stessi bambini, gli stessi immaturi, nonostante l’età.

Due ragazzi si divisero da gruppo salutando, Nozomu e Santa, ed entrarono nel “V sez. a” preoccupati per la lezione imminente, verifica dei ripassi estivi con la professoressa di storia e geografia. Il gruppetto salì al secondo piano e lì lasciò altri tre dei loro compagni, Aya, Nanami e Kanata.

- auguri- disse Miyu ai tre, ben sapendo la mattinata difficile che avevano davanti. Infatti aveva scoperto che a differenza di quanto si pensava i primi giorni di scuola erano davvero stressanti, tra controlli dei compiti e degli esercizi, rimproveri vari, ritardi dovuti alle cattive abitudini, ritmo sballato e sogni vacanzieri. In più questo era un anno importante, e dovevano darci sotto. La ragazza bionda sospirò, e proprio quest’anno aveva intrapreso questa missione… che stupida che era stata ad accettare. Però se ben ci pensava le piaceva quell’incarico, o meglio, gli incarichi che riceveva…si divertiva e faceva moto. Represse una risata a quel pensiero, se l’avesse sentita Satoshi  parlare così… si riscosse dai suoi pensieri al vedere la soglia della propria classe, sospirò, sarebbe stato mille volte meglio essere con Satoshi che lì.

Sia lei che Chris entrarono dalla porta che portava la scritta “V sez. e” e si sedettero in seconda fila, verso sinistra, accanto alla finestra.

 

Kanata si sedette al suo banco, e poggiò la guancia sul palmo della mano, pensieroso. Miyu lo preoccupava, era qualche tempo che era stranamente triste, era tornata dall’america chiedendo ospitalità con un sorriso malinconico, non aveva dato molte spiegazioni, ma ovviamente lui l’aveva accolta lo stesso, in seguito gli era parso di capire che avesse litigato con i suoi, ma non le aveva chiesto niente di più. Lo preoccupava il fatto che di tanto in tanto scomparisse, per ore, o addirittura per giorni, lasciando un biglietto con scritto di non preoccuparsi, e lui cercava di non farlo, ma aveva un po’ paura che si fosse immischiata in brutti giri. Dopotutto era sempre stata un po’ ingenua, ma, si disse, forse andava a trovare i suoi genitori, o andava nei soliti posti, a pensare, da piccola lo faceva spesso.

Ma dopotutto lui non poteva rimproverarla, dato che pure lui si assentava per dei periodi, ma lei seguendo il suo esempio non gli aveva chiesto nulla. Certo era preoccupato per lei, non sapeva cosa facesse ma non voleva intromettersi, era molto strana nell’ultimo periodo, soprattutto sorrideva meno, e ancor di più sembrava seria, non era più la ragazzina un po’ sciocca che era da bambina.

Cercò di distrarsi dai suoi pensieri, perché lo faceva inquietare ancora di più, piuttosto cercò di pensare all’ultimo incarico ricevuto.

Doveva recuperare quel quadro, ma come? C’erano guardie e lui avrebbe preferito agire da solo, non gli piaceva essere aiutato da altri. Come se la sarebbe cavata questa volta?

Nella mente si affacciarono delle immagini, del suo capo che gli dava quest’ultimo incarico.

 

- capisco che con l’inizio della scuola avrai meno tempo, ma ti firmerò le giustificazioni, sei importante in questa organizzazione, e vogliamo tenerti stretto, sei nuovo ma sei molto bravo. E come prova…generale diciamo, prima di farti effettivamente essere un agente, diciamo in modo ufficiale, dovrai recuperare questo quadro- gli porse delle immagini e alcuni fogli che lui prese e scrutò attentamente –è stato rubato dalla villa fiorita, del signor Jukito, lo vuole recuperare e per questo si è rivolto a noi, invece della polizia, sa bene che siamo migliori di loro. Anche se in teoria non dovrei dirlo, visto che tecnicamente siamo anche noi della polizia –aggiunse roteando gli occhi, sorrise al moro che gli sorrise meccanicamente di rimando –calmo, sei bravo, ci riuscirai, altrimenti ci saranno altre prove – Kanata annuì mentre il capo riprese –in quei fogli ci sono tutte le informazioni di cui avrai bisogno, se vorrai altre persone al tuo seguito basta chiedere…anche se credo che…-

- crede bene, non voglio altri-

- beh se cambiassi idea sai dove trovarmi- il ragazzo annuì e si avvicinò alla porta, uscendo.

 

Miyu sbuffò, aveva finito di preparare il pranzo ma di Kanata neanche l’ombra, succedeva spesso, era capoclasse e in questi giorni aveva incontri con vari gruppi sportivi per le disposizioni del consiglio, e intanto lei sbuffava a casa con la pasta pronta. Certo se lui voleva evitare la sua cucina lo capiva benissimo, in effetti come cuoca faceva schifo, lui si che era bravo, ma finché aveva questi impegni toccava a lei cucinare e così se si voleva mangiare si doveva anche sopportare la sua cucina.

Posò con un tintinnio la forchetta sul piatto ormai vuoto, salvo un po’ di pomodoro, e si alzò da tavola, prese il piatto pieno di Kanata e lo mise sopra la pentola con l’acqua ancora calda, l’avrebbe tenuto in caldo e si avviò verso la propria camera.

Si inginocchiò di fronte all’armadio e aprì un cassetto, cominciò a rovistare fino a trovare la roba che voleva mettersi.

Indossò velocemente un paio di jeans larghi mentre sentiva la porta di casa aprirsi e richiudersi, accompagnata da un –sono a casa- di Kanata, mentre lei si finiva di mettere la maglia a maniche corte, bianca con una scritta nera davanti e dietro, passò velocemente in bagno, sorridendo al ciabattare del coinquilino, e raccolse i capelli in una coda di cavallo alta, ma alcune le sfuggirono, lei le riacciuffò e sistemò tutto dentro l’elastico.

Uscì dal bagno e si fiondò verso la porta, cercando di uscire senza dare spiegazioni – io esc…- ma fu interrotta dalla testa di Kanata che spuntava curiosa dalla porta della cucina –dove vai?-

- faccio un giro, non preoccuparti, penso di essere a casa per la cena, quindi prepara qualcosa di buono, se non vengo ti telefono, ciao-

- aspetta, aspetta! Oggi pomeriggio esco anche io, quindi forse è meglio che ti compri qualcosa strada facendo perché io a cena non ci sarò di sicuro-

- va benissimo- disse in fretta Miyu, uscì in strada e fece un gran respiro-dove andrà…?-non le piaceva nascondere le cose, sopratutto a Kanata, si incamminò con le mani in tasca verso la metropolitana, ci sarebbe voluto un po’ per arrivare, una mezz’ora buona, così decise che avrebbe fatto una dormitina in metrò.

Circa 45 minuti dopo era di fronte ad un grande edificio spoglio e grigio, anche illuminato dal sole era brutto, si disse imbronciata, poi rivolse lo sguardo all’entrata laterale sulla destra ed entrò, salì qualche rampa di scale, ignorando totalmente l’ascensore, ne aveva il terrore, e giunse dinnanzi ad una porta a vetri, l’aprì e si ritrovò in un bell’ufficio, moderno e completo di varie tecnologie. Una porta alla sua destra si spalancò e un uomo sulla trentina, un po’ stempiato, la chiamò innervosito.

- finalmente sei arrivata Miyu! Ti stavamo aspettando…- Miyu annuì e lo seguì di là, nell’ufficio del signor Tachigama.

- la signorina Kozuki ci ha degnati della sua presenza alla fine!- disse ironico, allora lei sorrise beffarda –forse non dovevo degnarvi…- il signor. Tachigama Satoshi allora sorrise più dolcemente e fece segno all’altro di uscire.

- ho un bell’incarico per te Miyu!-

- sarebbe?-

- ti piacerà…devi… davvero credo che ti piacerà, lo spero-

- su dimmi cos’è!-

- allora, dovrai accompagnare fino a destinazione, la gioielleria in via quattro stagioni, “L’Aurea” e assicurarti che giunga sano e salvo…-

- cos’è che dovrò proteggere Satoshi? –

- niente di speciale, una spilla, vale molto, è antica, parecchio, ma vale ancora di più. Se questa prova ti riuscirà bene, a bada che è molto importante, allora sarai ufficialmente una agente di questa organizzazione che collabora con la polizia…-

- ma noi siamo molto migliori della polizia, perché agiamo senza dare nell’occhio e senza sbandierare ad ogni fesso con un microfono quello che facciamo, lo so, lo hai detto mille volte.-

- allora a volte mi ascolti!-

- io ti ascolto sempre, anche se magari non sembra!-

- si, si, come vuoi tu- scherzò lui porgendole dei fogli –qui ci sono delle informazioni utili, ti potranno servire, ora è meglio che vai…-

- perché?- chiese lei un po’ confusa, lui le sorrise poi le indicò con lo sguardo i fogli –ti aspettano tra meno di un’ora all’aeroporto per prendere il gioiello… corri giù, che devi attrezzarti…-

Lei spalancò gli occhi e fece per protestare ma lui le chiuse la porta in faccia e a lei non rimase altra scelta che scendere al “laboratorio” come lo chiamavano scherzosamente tra colleghi, il fatto è che quel posto ricordava tanto i laboratori dei film, era attrezzatissimo e super tecnologico.

 

Continua …

 

 

Bene, questo è l’inizio di tutto è breve ma è lo stretto necessario per cominciare ad incuriosirsi… perché in effetti questa storia ha qualcosa sotto che non si capisce subito (ma secondo già al secondo capitolo si coglie, non so tenermi i segreti xD)

 

Vi saluto, un bacione a tutti e un ultimo desiderio prima di immergermi nei libri di matematica (domani verifica T.T) mi lasciate un commentino?

 

 

grazie dell’attenzione.

Vostra carillon

XxX

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: missioni di verifica ***


Grazie ragazze! Posto subito questo capitolo perché personalmente questo capitolo non mi piace affatto, diciamo che fondamentalmente è stato anche uno dei più difficili da scrivere per me, non sono abituata a scrivere pezzi così, di solito ci sono i piccioncini e basta xDxD, un'altra cosa le armi che usano sono surreali me le sono inventate di sana pianta, quindi non vi stupite, inoltre anche tutti i pezzi "d'azione", per così dire, sono banali,molto banali, ma proprio non è il mio genere^^'

Non vi ci abituate perché dal prossimo pubblicherò più lentamente perché non è una ff lunghissima e comunque non l’ho ancora finita quindi non voglio rimanere senza nulla da pubblicare xD…

Adesso pubblico e vado a scrivere la fine del 13 capitolo ;) …ihihih

 

Ok, basta vi lascio alla fanfiction, commentate raga che voglio sapere cosa ne pensate (visto quanto è innaturale per me scrivere cose dove i due protagonisti non tubano o litigano xD)

 

Capitolo 2: missioni di verifica

 

- ciao ragazzi, cosa mi date per questa?-chiese Kanata entrando nel “laboratorio” e porgendo dei fogli ad un ragazzo di una ventina d’anni con le maniche della camicia tirate su, lui li scrutò per un attimo e rispose asciutto –seguimi- quello aprì una porta parlando-allora, che piano hai in mente? Credo che sarebbe meglio entrare dalla finestra, per cogliere di sorpresa i ladri, basterà evitare qualche pallottola…- spiegò indicando prima un affarino tondo dentro al quale scintillava una lama e poi un giubbotto blu scuro – e buttarli giù, non so se saranno soli… ma non credo che sarà un vero e proprio problema, l’importante è che tu sia veloce…-

- so già tutto questo Ralph, dammi quello che mi serve e non preoccuparti- Ralph gli porse alcune cose poi gli rivolse ancora lo sguardo.

- vai solo?-

- come al solito-

- come al solito- annuì il ragazzo –vai ora?-

- si, si, spero di tornare a casa per la cena-

- spera, spera- Kanata lo guardò storto poi uscì dalla stanza seguito da Ralph, che lo salutò augurandogli buona fortuna.

 

Nel frattempo nello spogliatoio femminile…

- ma ti pare possibile? Mi hanno detto che tra meno di un’ora dovrò essere all’aeroporto, che sarà una specie di verifica e che dovrò accompagnare la scatolina di quella stupida spilla dentro il furgone, capito? Io! Io che non entro neanche nell’ascensore! – concluse indignata la bionda finendo di allacciarsi le scarpe, si era appena cambiata con i pantaloni, sempre larghi, di una tuta verde scura, con bande laterali bianche, e aveva lasciato la maglia bianca di poco prima, così sarebbe stata più comoda. La ragazza di fronte a lei, Sumomo, scosse i lunghi capelli neri ridacchiando

- lo hanno fatto anche con me, quella cosa della verifica, deve essere necessariamente ostica, altrimenti non sarebbe una verifica, no?-

- a proposito di verifiche…domani ne abbiamo una di latino…- roteò gli occhi –come diamine farò a studiare?!- Sumomo rise apertamente poi le fece la linguaccia –io invece potrò studiare! Ho solo due ore di allenamento!-

Miyu sbuffò e ancheggiando in modo eccessivo, con le mani posate sui fianchi, uscì mentre Sumomo rideva come una pazza, là dentro, sapeva bene che Miyu non era tipo da sculettare.

- a che dobbiamo questa entrata di scena così spettacolare, piccola?- chiese un ragazzo dai capelli rossi parecchio ingellati, in camice che sorrideva ammiccante, Miyu cercando di non ridere replicò -- a cuccia Seto…- lui assunse un’espressione da cane bastonato e lei gli sorrise, poi si accostò a Ralph.

- Ralph…devo protegge una spilla, cosa mi dai?-

- allora…ti faccio provare questa nuova arma, non è letale, tranquilla, emette un raggio particolare, un po’ come un laser…-spiegò sollevando una specie di tubicino di metallo delle dimensioni di un dito mignolo - schiacciando qui esce questa luce, che fa addormentare…l’unico problema è che bisogna puntarlo sugli occhi-

- non ti preoccupare, non è un problema, altro?-

- vabbè la solita pistola…- Miyu lo guardò male –lo so…Miyu, lo so che non la userai, ma in casi estremi serve, non fare quella faccia- Miyu sospirò e annuì.

- se servirà davvero la userò, promesso-

- poi ti do questo spray… non è niente di speciale, acqua e sapone e un ingrediente segreto, ma ti assicuro che se spruzzato sugli occhi ha grandi effetti!-

- ci credo! Semplice ma efficace…-

- okay… credo che potrebbe essere tutto-

- esiste qualcosa per contrastare la mia fobia degli spazi chiusi?-

- verifica?-

- eh già… mi tocca… come faccio?-

- oh beh… tecnicamente non ti posso dare niente, e non ti darò niente, ma ti posso dare un consiglio, fai finta di non esserci, davvero, non so quanto possa aiutare ma con il dolore funziona-

- ci proverò, grazie Ralph…-

- di niente piccola-

- ancora con questa storia, quando smetterete di chiamarmi piccola?-

- mai!-

In effetti quello era il suo soprannome lì, era nato quasi dal nulla, era tra le più basse, questo è vero, infatti lì erano tutte parecchio alte, poi il fatto che fosse un po’infantile, a volte, e anche perché aveva scoperto che a quasi 18 anni ancora ad occhio le davano quattordici anni… così era la piccola di casa.

Sbuffò –beh io vado, sono già in ritardo- uscì nel corridoio, incontrando Sumomo che camminava verso la palestra, la saluto di sfuggita correndo verso l’uscita.

- elastico per i capelli in arrivo sul volo 412- le disse Sumomo lanciandole un elastico per capelli, Miyu lo afferrò e ribatté –atterrato, grazie, sono davvero sbadata!-

- e di cosa piccola? Lo sanno tutti che sei sbadata- Miyu si piantò le mani nei fianchi con aria di sfida – io sarei sbadata? E poi smetti di chiamarmi piccola-

- vai che fai tardi-

- ah già!- rispose riprendendo a correre verso l’uscita, raggiunse in fretta il garage e aprì il proprio armadietto, afferrò un casco blu elettrico con delle saette gialle disegnate sopra e lo indossò, poi si diresse verso la moto.

Era la sua moto, gliela avevano comprata i genitori qualche tempo prima, e lei l’aveva usata prima di trasferirsi in Giappone, poi alla fine se l’era fatta spedire, ormai era molto affezionata ad essa.

Montò a cavalcioni e mise in moto, nel giro di qualche minuto era all’aeroporto, accanto al furgone blindato.

-ma guarda tu che casino per una stupida spilla…- pensò dentro di sé mentre guardava l’aereo atterrare.

 

Una figura silenziosa stava camminando sul retro di quella casa, apparentemente abbandonata, se la ricordava, quella fattoria, era di un vecchio senza figli, non sapeva cosa fosse successo quando lui era morto, fatto sta che nessuno sapeva di chi era, e ora dei delinquenti ne stavano approfittando.

Strinse i denti e sbirciò dentro la casa da una finestra, vide due uomini seduti ad un tavolo a giocare a carte, dietro di loro qualcosa di rettangolare, un 30x50, coperto da un telo sporco.

I due uomini sbuffavano, - quanto ancora dovremo badare a questo coso inutile? È pure brutto, non so cosa ce ne facciamo- l’altro lo guardò come se guardasse una formica piuttosto stupida parlare –lo dobbiamo rivendere a farci i soldi, molti soldi, che ci divideremo. Ci sono collezionisti ovunque, questa sera lo porteremo a qualcuno che ci pagherà parecchio-

- no che non lo farete-rise tra sé e sé Kanata, ghignò poi si mise ad aspettare il momento migliore, che si presentò dopo una mezz’oretta, quando uno dei due andò in bagno e l’altro era girato verso la porta, dando le spalle alla finestra, Kanata fece aderire la ventosa dell’apparecchiatura che gli aveva fornito Ralph al vetro e pigiò un tasto, poi cominciò girare l’oggetto rotondo, la lama tagliò il vetro e la ventosa evitò che si schiantasse a terra dall’altra parte, lui lo tirò indietro e lo posò a terra, infilò una mano, ma sentì dei rumori provenire dall’interno, ritirò velocemente la mano e sbirciò al di sopra del davanzale. L’uomo aveva russato, si era addormentato, Kanata si stupì per un attimo poi continuò velocemente nel suo intento, infilò la mano nel buco e aprì la finestra, questa cigolò piano e come risposta il ladro si agitò un po’ sulla sedia. Kanata, aspettò qualche secondo poi si decise ad entrare, scavalcò la finestra e facendo meno rumore possibile si acquattò dietro un po’ di cassette per la frutta e vario ciarpame mezzo distrutto e si guardò intorno,  si avvicinò da dietro al quadro e scosto leggermente un lembo del telo, non voleva prendere qualcos’altro che somigliava al quadro, vide una cornice semplice, dorata, e i colori caldi del dipinto, sì, si ricordava dei colori che viravano dal rosso all’arancione in tutto il quadro. Adesso cominciava la parte difficile, era già in vista, se il malfattore si fosse girato l’avrebbe visto chiaramente. Prese un bel respiro e ritornò indietro, nascondendosi, da una stanza adiacente sentì lo sciacquone e il rubinetto che veniva aperto.

Allora si avvicinò da dietro al ladro e gli coprì la faccia con un fazzoletto umido, a dirla tutta adorava mettere KO gli avversari con quel metodo, si risparmiava sudore e confusione. Il ladro rimase così com’era, addormentato, ma più profondamente, non poteva rischiare. Allora sentì la porta del bagno chiudersi e dei passi avvicinarsi. Corse verso il dipinto, tolse il telo e ci mise una cassetta della frutta piuttosto grande, appoggiò il quadro fuori e si apprestò ad uscire quando udì una sparo passargli vicino alla tempia sinistra.

- cosa c***o stai facendo?- gridò l’uomo, allora lui gli sorrise beffardamente.

- voleva farvi un salutino- l’uomo lo guardò poi lanciò lo sguardo alla cassetta di frutta coperta che lui credeva essere il prezioso quadro.

- ma vedo che sono tornato appena in tempo per accoglierti- disse avvicinandosi con la pistola puntata –salutami pure- disse ghignando, Kanata sollevò un sopracciglio dubbioso poi abbassandosi fece scattare un piede sulle caviglie del ladro, che cadde a terra mentre uno sparo partiva dalla pistola.

- accontentato: ciao, ciao…- disse puntando una luce violetta proveniente da un tubicino metallizzato sugli occhi dell’avversario, che chiuse le palpebre e si addormentò.

Allora senza stare a pensarci un minuto di più uscì dalla finestra, agguantò il quadro e corse verso la moto, ma dalla cascina era appena uscito un altro uomo, che cercava di prendere la mira e sparargli.

Kanata si fece scudo con il quadro, dopotutto, che senso avrebbe avuto distruggerlo per uccidere lui? Non avrebbero più potuto venderlo e non sarebbe servito a nulla, se non ad avere una vita sulla fedina penale. Di volata entrò nella macchina nera con il quadro, non si sa come, lo posò nei sedili posteriori e mise in moto, l’auto sfrecciò via seguita dalle urla del ladro, che presa l’auto che sostava nel retro della casa cercava di stargli dietro. Un paio di curve e Kanata lo aveva seminato, dopotutto la sua era una macchina piuttosto veloce.

Il ragazzo riprese a respirare e puntò velocemente verso la sede della Mek, dove lo attendeva il suo capo per fargli i complimenti, o almeno sperava.

 

Il ragazzo dal cappellino buffo, così l’aveva nominato nella sua mente, chiuse la porta lasciandola al buio in quello spazio angusto. Anzi no, no… lei si trovava in un ampio spazio, un giardino, lì c’era luce e aria, il cielo era nitido e il sole sfolgorava sopra la sua testa. Chiuse gli occhi e respirò un’aria un po’ rarefatta, cercando di convincersi che fosse quella pulita della montagna.

Aprì gli occhi e lanciò uno sguardo a quella scatolina dall’aspetto insignificante, deglutì rumorosamente e alzò gli occhi su quel piccolo condotto che lasciava passare quel po’ d’aria che serviva a farla sopravvivere.

-mannaggia…- vabbè che era piccola, ma chiuderla lì dentro…a tutto c’era un limite… pensava stressata la bionda. Si rese conto di star sudando, lì dentro era davvero molto caldo e la sua paura di stare in luoghi piccoli non l’aiutava. Cercando di calmare il respiro, che era diventato un po’ affannoso, chiuse gli occhi e posò la fronte sulle proprie ginocchia, posandosi i palmi delle mani sulla tempie.

-calma Miyu…calma… finirà presto…qualche minuto e sarai fuori… calma Miyu… calma…- si ripeteva come un litania, sperando che fosse la verità. All’improvviso il furgoncino si fermò, e la voce gentile dell’autista la avvertì che erano arrivati.

-oh grazie al cielo…- l’autista aprì gli sportelli dietro, lasciandola scendere, lei aveva in tasca la spilla, per sicurezza. Appena fuori capì che c’era qualcosa che non andava, non erano in città, e quell’edifico che aveva davanti non era la gioielleria. Due mani la afferrarono e la scaraventarono a terra.

-tieni giù le mani, idiota!- gridò istintivamente una volta a terra, lui si avvicinò ma lei fu più rapida, si aggrappò al suo piede e lo fece franare a terra, lui le sferrò un calcio nello stomaco, Miyu tossì poi si alzò barcollante da terra mentre l’altro faceva lo stesso. La bionda sollevò lo sguardo con rabbia.

- mi hai lasciato la tua orma sulla maglia!- gridò irata mentre con una mossa imparata dall’allenatore di recente gli stampava la suola della scarpa sul mento, mandandolo a terra, tirò fuori da una tasca il piccolo spray e il tubicino metallico, puntò agli occhi ma senza rendersene conto si trovò ancora a terra, rotolò un po’, fece per rialzarsi quando ricevette un altro calcio in pieno stomaco. Sentì i passi dell’autista allontanarsi mentre cercava di riprendere il controllo, quel calcio le aveva mozzato il fiato. Rimase per qualche secondo distesa a pancia insù mentre con la mano sinistra tastava la tasca interna dei pantaloni per controllare di avere ancora con sé la scatolina, la scosse un po’ e si tranquillizzò, la spilla era ancora intera stando al rumore che faceva.

- dove c***o l’hai messa?- disse l’autista alterato raggiungendola e spingendola ancora distesa, e rendendo vani i suoi tentativi di rimettersi in piedi, l’uomo si sistemò a cavalcioni su di lei, per tenerla ferma e mentre la minacciava con la pistola le chiedeva dove fosse spilla.

- dov’è? Dov’è? – lei esibì un’espressione stupita.

- ma come? Non è nel furgone?-

- no che non c’è! Ce l’hai tu…- disse cercando un rilievo sul corpo di Miyu con la mano sinistra, quella che non teneva la pistola.

- si, ce l’ho io-                                             

- dammela- la incalzò premendo la pistola sulla sua tempia, lei lo guardò spaventata.

- d’accordo ma tieni quella pistola un po’ più lontana- Miyu con una mano si avvicinò alla tasca dove teneva nascosta la bomboletta, mentre, senza farsi vedere con l’altra impugnava il tubicino.

Schiacciò il pulsante di questo e lo puntò sulla faccia del presunto autista e che allentò la presa, frastornato, allora lei gli spruzzò il contenuto dello spray sugli occhi, lui si alzò gridando.

Miyu gli puntò, stavolta prendendo la mira per bene, il raggio viola e l’uomo cadde addormentato.

Solo allora Miyu si guardò attorno, erano poco fuori dalla città, per fortuna, o non avrebbe saputo come tornare indietro, annuì tra sé e sé, poi si guardò ancora attorno in cerca di qualcosa per tenere fermo l’ex-autista per un po’. Vide che dentro l’abitacolo per l’autista, del furgone, c’erano delle corde. Molto probabilmente le avrebbe usate per lei se ne avesse avuta la possibilità.

La bionda sorrise, vendicativa, e le usò per legare l’aspirante ladro, con non poca fatica lo caricò dietro al furgone e lei si sedette davanti, assieme alla spilla.

-molto bene Miyu, e ora? Non potevo avere la moto? Io non so guidare molto bene…- girò la chiave che era già infilata e la macchina si mise in moto, si spremette le meningi, ricordava che suo padre aveva iniziato a insegnarle a guidare quindi qualcosa doveva ricordare…

 

Continua…

 

Già, è un cap di assestamento… qualche spoilerino? Allora nel prossimo ci sarà una litigatine, qualche lacrima, un accenno a qualcosa che si renderà chiaro nel capitolo 11 (m che si comincia a capire bene, penso), il primo accenno alla crema e al cioccolato e si intitolerà: “spille da sceriffo e brioche” ^^

 

Vi ho detto troppo O_O !!!

 

Commentate^^

 

Vostra Carillon

XxX

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Capitolo 3
*** spille da sceriffo e brioche ***


Un altro breve capitoluzzo XD…
Si amy con l’azione non ci so proprio fare,,, preferisco il romantico anche io… è moooolto meglio! XD anche perché poi mi piace di più leggerlo quindi… XD
Quando ho iniziato sta ff con questa idea dell’azione mi ricordavo di un libro che aveva letto nel quale c’era una donna in stile Lupin III, e mi sono un po’ ispirata, ma facendomi venire in mente Lupin mi veniva da ridere pure a me XD sono un caso patologico ghghgh… comunque questa ff rimane sempre un po’ surreale, perché non sono esperta ne di tragedie (più avanti…) né di azione, due cose che ho voluto “sperimentare” per così dire… ah dimenticavo il pezzo del fiore c’è, eccome… sta nel…sssssseeeee… anzi no, non ve lo dico XD
Ti lascio a quest’altro capitolo, che fa vagamente schifo ghghgh ah le spille da sceriffo… una immensa scemenza ahuahuahua mi sono troppo divertitaXDXD
 
Capitolo 3: spille da sceriffo e brioche
 
Dopo un’ora era alla sede della Mek, dopo aver consegnato la spilla al gioielliere e avergli affidato anche l’uomo che aveva dietro.
Dolorante salì fino al secondo piano, dove si trovava l’ufficio del capo, lì trovò Ralph che stava mostrando qualcosa al presidente.
- Miyu entra pure, Ralph mi sta facendo vedere questo gioiellino…- disse entusiasta Satoshi , sembrava un bambino, Ralph la guardò per un attimo poi chiese preoccupato -chi ti ha conciata così Miyu?-
- l’autista del furgone-
- l’autista?- chiese sorpreso Satoshi, Miyu sorrise
- sono rimasta sorpresa anche io-
- vai in infermeria-
- veramente volevo le sue congratulazioni-
- ci sei riuscita?-
- certo! Ne dubitavi?- chiese fingendo indignazione, Ralph le tese la mano, lei la strinse e lui la attirò a sé, abbracciandola fraternamente.
- bravissima piccola!- disse ridendo,lei lo spinse via e con le mani sui fianchi in segno di sfida lo rimproverò -non chiamarmi piccola!-
Satoshi rise e prese le difese di Ralph –Miyu ormai questo è il tuo soprannome qui! Avanti su…ti si addice!- Miyu sbuffò ma non poté fare a meno di ridere, era felice, era un po’ che non lo era così, Satoshi si alzò e le consegnò un tesserino.
- ecco, questo è il tesserino, qui dentro non serve a nulla, ma ora potrai arrestare se vuoi, e… avere sconti in tutti quei negozi che esibiscono la stella da sceriffo…-
- sconti?- chiese ridendo –grandioso!-
- ah però…per sicurezza, tu non fai parte di questa organizzazione ma tuo padre è nella polizia- okay?- disse Satoshi facendole l’occhiolino, lei sorrise un po’ malinconicamente poi allargò il sorriso, scacciando i brutti pensieri – ora vado in infermeria… grazie… ciao-
- e di che ? Te lo meriti-
- ciao piccola- la salutarono Ralph e il suo capo, lei di spalle sorrise arresa.
 
Kanata si affacciò nell’ufficio del suo capo, che gli fece cenno di venire avanti, mentre parlava al telefono. Finalmente chiuse la chiamata e sorrise a Kanata.
- allora, hai fatto un ottimo lavoro! Sei stato davvero bravo, e non ti sei fatto neanche un graffio-Kanata sorrise –solo fortuna-
- quella non guasta, e tu ne hai…- rise il capo – ma hai anche la bravura- quello gli porse un tesserino, Kanata lo guardò attentamente sorridendo, il principale riprese a parlare –potrai arrestare la gente e poi con questo avrai vari sconti nei negozi che hanno esposta la stella da sceriffo, ovviamente, per ragione di sicurezza, in giro dirai che è tuo padre, o un tuo parente che fa parte della polizia… capito?-
- ovviamente… - annuì Kanata, poi guardò l’orologio e si accorse che era in ritardo per la cena, tuttavia decise di tornare a casa, e magari prepararsi qualcosina veloce.
- scusi, sarei stanco…-
- oh si certo, vai pure a casa-
Kanata si avviò lungo il corridoio, pensò di passare in laboratorio a dare la bella notizia a Ralph, ma sentì delle voci gridare allegre dentro, Kanata sorrise, ascoltando.
- evvai piccola!-
- allora la nostra piccola è stata ufficialmente nominata agente Mek… - Kanata fece per andarsene, dallo spiraglio della parta socchiusa vide un lampo di lunghi capelli biondi volteggiare, poi distolse lo sguardo ed uscì con un sorriso da un orecchio all’altro.
 
Una volta a casa cominciò a preparare la pasta, aveva deciso di cuocersi due spaghetti, stava per buttare la pasta nell’acqua che bolliva quando sentì la porta di casa aprirsi.
- alla buon’ora- esclamò Kanata seccato, la ragazzo bionda si affacciò in cucina con un grande sorriso, la felicità della promozione era aumentata ancora di più quando l’aveva comunicata a Ralph assieme a tutti gli altri, Seto l’aveva presa in braccio e l’aveva fatta girare in aria.
- ciao Kanata! Sembri felice- constatò inarcando le sopraciglia .
- anche tu- asserì lui invece con un sorriso, poi chiese dubbioso-mi sembrava che fossi uscita con una maglia bianca…- Miyu si guardò la maglietta poi scosse la testa.
- no, no, blu, era blu anche prima- sollevò lo sguardo e gli sorrise rassicurante.
- hai mangiato allora?- chiese alla ragazza mentre quella sfrecciava verso la sua camera per posare la borsa, la sua voce soffocata gli urlò –no, non ho fatto in tempo a prendere niente da mangiare-
- allora cucino qualcosa di più-
- grazie- disse Miyu entrando in cucina e sedendosi a tavola.
Quando la pasta fu sopra al tavolo e dentro i loro piatti, Kanata cominciò a fissarla, soprappensiero, quando Miyu stava per chiedergli il perchè lui esordì distrattamente –dov’è che sei stata, poi?-
- ho fatto un giro-
- dove?-
- in giro- rispose vaga Miyu addentando un boccone di pasta, Kanata fece altrettanto e riprese.
- con chi?-
- con Sumomo -
- sarebbe?- la ragazza sbuffò poi rispose laconica.
- una compagna di classe-
- solo con Sumomo?-
- solo con lei-
- e cosa avete fatto?-
- un giro…ma perché mi stai facendo il terzo grado?- chiese irritata posando la forchetta sul tavolo con un tintinnio, scese un silenzio denso, che subito Kanata spezzò con la sua voce piatta.
- così, curiosità-
- non puoi indirizzare la tua curiosità verso la biologia?- domandò sarcastica, lui alzò un po’ la voce, irritato anche lui.
- forse perché sei tu la persona che vive con me, non credi?- Miyu strinse gli occhi, rabbiosi, quel verde stava mandando lampi, Kanata stava rovinando la sua momentanea felicità.
- quando sono venuta qui non volevo un padre sai?-
- e cosa volevi? Un albergo forse?- chiese confuso Kanata.
- non hai il diritto di farmi tante domande, ti credi mio padre o mia madre?-
- assolutamente no! Ma speravo di poter parlare, ogni tanto-
- forse sarebbe stato meglio in albergo- constatò tristemente alzandosi, il sorriso scomparso dal suo viso –mio padre…mamma…-.
- no, Miyu…io non…-
- lascia perdere Kanata, è meglio-
- Miyu…- la ragazza uscì dalla sala sotto lo sguardo attonito del ragazzo, cosa aveva detto di tanto grave? si chiedeva, ma forse aveva litigato con i suoi per questo, forse aveva toccato un tasto dolente. Si alzò dalla tavola e ciabattò fino alla porta chiusa della stanza di Miyu, bussò.
- Miyu…-
 
- Miyu…- la ragazza posò la testa sulle ginocchia, seduta ai piedi del letto, sfregò una guancia sulla stoffa dei pantaloni, asciugando una lacrima, odiava piangere, ma in quel momento quei ricordi l’avevano colpita di sorpresa, quando aveva la guardia abbassata.
 
-Miyu!- la chiamò una voce da una macchina lì vicino, una ragazza bionda si girò, un forte rumore, un grande ammasso di ferraglia, le ambulanze, la polizia, i dottori…
 
Cercò invano di soffocare un singhiozzo, Kanata bussò ancora –Miyu, dai non fare così, non volevo offenderti, è solo che da quando sei qui abbiamo parlato così poco…- disse sinceramente lui, Miyu sorrise cancellando con il palmo della mano i residui di lacrime.
- di che cosa vogliamo parlare?-
- mi hai perdonato allora?- Miyu scoppiò a ridere, sapeva benissimo dove voleva andare a parare, quella scenetta ormai si ripeteva ogni volta che litigavano.
- non proprio…-
- cosa devo fare per farmi perdonare?- sorrise Kanata al di là della porta.
- brioche alla crema-
- vogliamo parlare della scuola? È un argomento facile- Miyu si alzò da terra e aprì la porta, uscendo, se la richiuse alle spalle osservando Kanata che indietreggiava di un passo.
- dipende, basta che non mi interroghi-
- assomiglio così tanto ad una professoressa?- scherzò lui, lei rise.
- oh si, specialmente per gli occhiali, l’età e il sesso- scoppiarono a ridere assieme, allora si avviarono verso la cucina e una volta seduti al tavolo cominciarono a parlare, anche di stupidate, davanti ad una tazza di camomilla, l’indomani a colazione avrebbero mangiato brioche.
 
 
Zauuuuu! Come è andata? Corto è? Messa un po’ la pulce nell’orecchio? Nooo??? Beh lo immaginavo, non so creare suspance, mi dispiace per voiXD
Il prossimo capitolo si chiamerà “la piccola e il silenzioso, l’inizio” è un titolo orrendo, ma non ho molta fantasia per i titoli T.T XD, anche quest’altro capitolo un po’ strano saltiamo avanti di mesi, e ci ritroviamo con i nostri due protagonisti ancora ignari degli incarichi dell’altro (sono agenti segreti no???) , sono diventati molto bravi  (non mi chiedete come né perché >.<) e verrà svelato una cosa molt… no, nienteXD (oggi sono sclerata >.<)
 
Vi saluto byebye
 
Vostra Carillon
xXx

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Capitolo 4
*** La piccola e il silenzioso, l'inizio ***


Allora sapete già che non sono esperta ne tanto meno interessata alle questioni politiche e poliziesche XD e per questo vi chiedo di prenderlo come se fosse quasi in un alto mondo, perché nel nostro so benissimo che è esagerato dare tutta questa importanza ad una cosa del genere (il nuovo caso XD)

Comunque la cosa che scoprono non è poi granché è una cosa che tutti sapevamo XD

 

 

Capitolo 4: la piccola e il silenzioso, l’inizio

 

Questo è l’inizio della nostra storia, è l’introduzione a quello che succederà poi, certo non sapete tutto, non chiaramente, ma certe cose ce le mostreranno i nostri protagonisti in seguito.

La mia narrazione è iniziata in una giornata di metà settembre, invece ora saltiamo a qualche mese più avanti, scivoliamo fino a maggio, un maggio un po’ speciale, era un maggio molto caldo. La scuola procede bene, le acque si sono calmate, tra una brioche alla crema per Miyu e una al cioccolato per Kanata, tra missioni, e bugie.

Ormai ognuno dei due avevano una certa ”fama” nella Mek,  erano quei due giovani membri che però erano davvero abili, diventati in breve dei raccomandati nelle missioni delicate, a differenza di quei trentenni/quarantenni stanchi e ormai indelicati, magari pure antiquati ed obsoleti.

Ora riprendo la storia ad un pomeriggio di maggio, come ormai tutti i giorni, Miyu uscì, un’oretta prima che uscisse anche Kanata, e si avviò verso la sede della Mek, dove incontrò una certa agitazione che la spinse direttamente fino all’ufficio di Satoshi.

- che diamine succede, Satoshi?-

- niente di particolare, Miyu, sono tutti un po’ agitati perché abbiamo avuto un incarico importante e delicato, e allora, visto che volevo te, ho detto a tutti che se ti avessero vista ti dovevano spedire subito qui-

- ah ora capisco, beh…che c’è?-

- ti vorrei affidare questo incarico difficile-

- di che si tratta?- chiese con aria di sfida Miyu, ma l’uomo dall’altra parte della scrivania le fece segno di aspettare.

- piano, piano… ora ti diremo tutto, ma non qui, andremo nell’ufficio del direttore generale-

- oh…e come mai?- lei era stata solo una volta in quell’ufficio, e decisamente il principale non la metteva a suo agio, ma a modo suo sembrava essere un uomo buono, e che apprezzava il loro lavoro.

- perché non lavorerai sola-

- e perché no?-

- meglio non essere soli, si tratta di roba grossa, è in parte una questione personale del direttore-

- e va bene…andiamo ora?-

- no, ora ti vorrei preparare un po’, così non sembrerai caduta dalle nuvole, tieni- le sorrise e le porse un piccolo fascicolo.

- è del caso?-

- si, leggilo, poi dimmi cosa ne pensi-

- okay- concordò Miyu uscendo ed avviandosi verso il piccolo ufficio che divideva con altre due persone.

 

Kanata giunse alla sede della Mek ed entrò dall’entrata principale, come sempre, salì velocemente le scale, avvertì una certa agitazione attorno e in molti gli dissero di andare subito dal loro capo, lui stupito dal nervosismo si avviò subito lì.

- abbiamo un problema Kanata-

- cioè?-

- una tipa, ricca, parecchio, e potente… ci ha chiesto un lavoro, o meglio l'ha chiesto al direttore, che è un suo amico... è un caso delicato, ed importante, soprattutto. Tu dovrai svolgere questo incarico-

- io? Non è meglio…-

- tu-

- okay, io-

- ma non solo-

- oh, ma io non lavoro mai con…-

- ti ho detto che non puoi farlo da solo. Non ti preoccupare, sarete solo due, siete due che preferiscono lavorare da soli, ma dovrete collaborare-

- ah bene, meno male, i dettagli?-

- dopo, nell’ufficio del presidente-

- ah…beh allora a dopo-

- vai ad allenarti ora?-

- volevo allenarmi si, ma se dobbiamo andare ora…-

- no, il capo ancora non è arrivato-

- benissimo chiamami-

Kanata scese in palestra e cominciò l’allenamento, un’oretta dopo una ragazzo di poco più piccolo di lui lo avvertì che lo aspettavano nell’ufficio, lui decise di farsi una doccia e correre su.

Dieci minuti dopo era nell’ufficio del direttore con i capelli bagnati e un asciugamano sul collo.

- questo è Kanata, gliene ho parlato molto, è bravo, soprattutto silenzioso e deciso, preciso.-

- bene, allora sono ancora più felice della mia scelta- disse burbero, poi il tono di voce si addolcì, e riprese a parlare – assieme a te, Kanata, lavorerà una ragazza, lei è qui da poco più di qualche mese, ma abbiamo avuto modo di constatare che è davvero brava…-

Kanata lo guardò scettico ma non si azzardò a contraddirlo, il direttore continuò –dovrebbe essere qui tra poco, lei lavora nell’altra squadra, molto probabilmente l’avrai incrociata, anche se gli uffici del signor Satoshi sono dall’altra parte dell’edificio. Ma ancora più probabilmente l’avrai sentita nominare, ormai tutti la chiamano “piccola” in effetti è piuttosto bassina…- continuò lui ormai quasi meccanicamente, evidentemente stava cercando di riempire quel vuoto, aspettavano Miyu e Satoshi che notoriamente era sempre in ritardo.

In quel momento qualcuno bussò alla porta, il voltò del presidente si illuminò di sollievo poi recuperò la severità.

- Satoshi entri pure-

Un uomo giovane entrò, facendo cenno ad una ragazza di seguirlo, una ragazza bionda entrò e salutò con un cenno imbarazzato della testa il direttore che si apprestò a presentarla, Kanata la fissò pietrificato, senza battere ciglio, un’espressione sbalordita dipinta sul volto.

- questo è il signor Satoshi e lei è Miyu Kozuki, la piccola di casa- lei sorrise voltandosi per la prima volta verso Miyu, sgranò gli occhi e lo guardò interrogativa.

- questo, Miyu, è Kanata Saion… ma…vi conoscete?- Miyu e Kanata si voltarono di scatto verso il direttore e annuirono con l’aria svagata.

- oh bene, possiamo saltare le presentazioni, ma sedetevi avanti ragazzi- i due annuirono ancora e avvicinandosi alle sedie Miyu chiese a mezza voce –ma tu che diamine ci fai qui?-

- ti potrei fare la stessa domanda-

- allora ragazzi, c’è questa signora, americana, che viene in viaggio qui, vuole protezione, perché trasporta con lei una collezione di gioielli che farebbe gola a molti. Avete capito? Lei è in crociera, farà scalo nel porto di questa città domani, vi chiediamo di salire a bordo e sorvegliare lei e i suoi preziosi- i due annuirono ancora, frastornati ma decisi, e il direttore continuò un po’ confuso – abbiamo scelto voi, vi dico il perché visto che ho saputo che preferite lavorare soli quindi dovete capire che sarete necessari entrambi, Kanata è un ottimo agente ed è bravo a sorvegliare ma la sua specialità è il recupero, e sarebbe utile in caso di un furto. Miyu invece è un’esperta di sorveglianza, anche la sua verifica dopotutto riguardava una sorveglianza, e se l’è cavata egregiamente, e inoltre è stata per un certo periodo in america, perciò sa la lingua e anche la mentalità per trattare. Quindi Miyu dovrai fare anche da mediatrice, okay? Inoltre la nave sarà piena di altra persone americane, invitate dalla signora Richardson …-

- ora, ecco un po’ di informazioni e la lista delle cose che saranno necessarie, partite domani, arrivederci-

i quattro uscirono dall’ufficio del direttore, Satoshi e Hiromi, il capo di Kanata, chiacchieravano amabilmente mentre Miyu e Kanata si scrutavano come fossero animali rari, alla fine Miyu non riuscì più a trattenersi, e ad alta voce chiese –posso sapere cosa diavolo ci fai tu qui?- Kanata la guardò sorpreso ed irritato, come cosa ci faceva lui? Era lei l’intrusa!

- io? Cosa ci faccio…io? E tu, piccola- disse beffardamente –cosa ci fai qui?- Miyu lo guardò offesa, ormai si era abituata a quel soprannome e le piaceva, lui non poteva usarlo contro di lei.

- sei specializzato in recupero eh? Sei silenzioso e preciso… ecco perché mi fai sempre prendere i colpi quando mi arrivi alle spalle! Perché non mi hai detto niente?-

- neanche tu mi hai detto niente! Perché io avrei dovuto farlo?-

- non c’eri mai a casa! Ora capisco!- i due che erano qualche passo avanti a loro si voltarono confusi, poi tesero le mani chiedendo un armistizio.

- buoni, buoni… che succede?- chiese gentilmente Satoshi rivolto a Miyu, che si voltò verso di lui indicando Kanata.

- succede che vivo assieme a lui! Succede che non mi ha mai detto niente! Succede che io con questo bugiardo non ci lavoro!- gli sguardi si voltarono verso Kanata, sorpresi e Hiromi chiese al moro –davvero vivete insieme?-

- si, ma non potevo dirglielo! Come facevo io a sapere che era della Mek?! E non fare l’isterica!-

- io sarei isterica? –

- isterica, sì, e parecchio! Io lavoro qui, contenta? ora lo sai! E ora anche io so tutto!- Satoshi si rivolse a Miyu posandole una mano sul braccio, lei lo guardò confusa e lui sorridendole disse-avanti Miyu, sai bene che non poteva dirlo, neanche tu potevi dirlo… è strano che voi non vi siate mai incontrati in effetti… ma ora dovete lavorare insieme e sopportarvi…e posso chiedervi …come fate a vivere insieme se litigate sempre così?-

- oh si in effetti mi chiedo perché viviamo insieme, ma non scopriamo tutti i giorni cose così- disse Miyu sorridendo a sua volta.

- bene ora andate a casa, riposate, magari chiarite e preparatevi, domani mattina ci vediamo al porto, vi veniamo a salutare.

 

Quella sera cenarono nel silenzio più assoluto.

- Kanata…come faremo con la scuola?- chiese Miyu timidamente affacciandosi nella stanza da letto del moro, lui stava finendo di chiudere la borsa, sospirò e disse –Hiromi ha detto che mi avrebbe fatto la giustificazione, la stessa cosa vale per te, credo che se ne occuperà Satoshi, comunque alle dieci telefoneremo a scuola e diremo che… non so stiamo male o andiamo a trovare i tuoi- Miyu abbassò lo sguardo, sospirando poi puntò gli occhi su quelli del ragazzo che la fissavano –sono felice di non doverti dire una bugia, di non essere sola- disse con un mezzo sorriso malinconico, lui le sorrise e rispose avvicinandosi –ne sono molto felice anche io-

Ci fu una pausa di silenzio poi Miyu mormorò- devo andare a chiudere la valigia-

- vai… stasera andiamo a dormire presto-

- va bene-

Avevano letto che dovevano portare qualcosa di elegante e mischiarsi agli ospiti, anche nelle feste a bordo, Miyu rimase a lungo di fronte all’armadio spalancato a meditare su che vestito portare, infine decise di portarne alcuni, visto che probabilmente non ci sarebbe stata una sola festa.

 

Allora? Non è un granché lo so XD

Comunque qualcosa del prossimo capitolo (guarda cosa mi tocca fare per farvi incuriosire un minimo T.T) allora nel prossimo ci saranno momentini romantici e dolciosi, saranno sulla nave ma alla fine arriverà un ragazzo biondo… eheheheh XD

 

Grazie dei commentini^^

 

Baci!!!

 

Carillon

XxX

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Capitolo 5
*** Il biondino la biondina ci provano ***


Ed eccoci ai capitoli che più mi sono divertita a scrivere *__* finalmente xDxD

Continuo a dire che non è un granché ma le vostre recensioni mi hanno fatto molto molto piacere *__* anche considerando che per me era un po’ un esperimento…

Ho una notizia bruttina… è un po’ che non lavoro a questa fanfiction ^^’ non mi uccidete dai… xD proverò ad impegnarmi per dargli una parvenza d fine xDxD

Sono ancora all’inizio del capitolo 14… il problema è che mi sono ritrovata tra i piedi un altro pezzo inevitabile d’azione e non mi vaaaaaa xDxD adesso che mi ero abituata di nuovo alle cosine romanticoseeee uff xDxD

E alla fine di questo capitolo… diciamo l’inizio del prossimo quello che in assoluto mi ha fatto più ridere… poi vi spiegherò perché xDxD

Buona lettura a lasciatemi un commentino^^

 

Capitolo 5: Il biondino la biondina ci provano

 

Il giorno dopo alle nove erano al molo con Satoshi e Hiromi e le valigie in mano, dopo qualche minuto la nave fece scendere la scaletta e Miyu e Kanata salirono lentamente con le valigie, subito accolti dalla Richardson e da sua nipote. La prima alta e magra aveva l’aria da nonna, simpatica, aveva occhi gentili blu scuri, sue nipote era altrettanto alta, anche lei magra e aveva gli stessi occhi, possedeva lunghi e boccolosi capelli biondi.

- benvenuti a bordo- dichiarò la Richardson tendendo la mano ai due che le sorrisero e le strinsero a turno, la scaletta fu ritirata e la signora cominciò a spiegare alcune cose, che per la maggior parte avevano già letto nei fogli con le informazioni, e a mostrare loro la nave.

- ragazzi, vorrei che voi qui non vi sentiste a lavoro, sarebbe triste sia per me che per gli altri passeggeri, non trovate? Divertitevi anche voi. Ovviamente desidererei che voi stiate attenti ed in guardia, sempre pronti insomma…ma voglio vedervi sorridere, okay?- spiegò in inglese, Miyu tradusse tutto a Kanata che sorrise grato –ecco le vostre cabine, voi per tutto il resto dei passeggeri sarete amici di mia nipote, le vostre cabine sono accanto all’entrata della sala dove tengo i miei preziosi, buon soggiorno- la signora Richardson se ne andò lasciandoli con la nipote, che prima le sorrise poi assunse un’espressione arcigna.

- dovete stare attenti, non voglio che succeda niente, né alla mia eredità né a mia nonna, intesi?- dichiarò quasi irritata puntando il dito su Miyu, come in un sfida, lei annuì contrariata e si rivolse a Kanata traducendo. Jennifer sorrise al giapponese e se ne andò senza un’altra parola. Miyu fece una faccia disgustata voltandosi verso Kanata, prese la chiavi della cabina dalla mani del ragazzo borbottando qualcosa.

- che hai detto?- chiese Kanata, Miyu aveva parlato in inglese senza farci caso.

- che quella ti ha puntato-Kanata sgranò gli occhi, poi rise

- no!-

- ti dico di sì!- ribatté Miyu entrando in cabina, era piuttosto grande,  c’era una mini entrata con tre porte che vi si affacciavano, due erano camere da letto, una per Miyu e una per Kanata, e l’altra era il bagno.

- sei gelosa? - chiese con un ghigno Kanata alla bionda che aveva gettato con poca grazia la valigia sul proprio letto, lei ringhiò.

- e di cosa? Di un presuntuoso idiota? No, non credo. Solo stavo pensando che non sarebbe il caso di distrarsi, tutto qui. Spero proprio che non ci sia d’intralcio, e che tu non sia d’intralcio a me- lui un po’ offeso, uscì e ,chiudendosi la porta alle spalle, replicò –la cosa è reciproca Miyu-

La ragazza sollevò di scatto la testa dal bagaglio appena aperto e rimase a fissare la porta bianca chiusa, colpita dalla freddezza con la quale Kanata aveva pronunciato il suo nome. Sospirò e si sedette sul bordo del letto, e tornò a guardare la porta, come se aspettasse da lei un suggerimento. Possibile che non ne faceva una giusta? E possibile che lei fosse davvero gelosa? Di Kanata? E di quella gatta morta? Possibile? E da quando lei chiamava una perfetta sconosciuta gatta morta?

- non ora Miyu, queste riflessioni le farai in seguito, a missione conclusa- chiuse gli occhi e decise che per riuscire nella missione sarebbe stato meglio fare pace, uscì dalla camera da letto e bussò all’altra porta bianca, di fronte alla sua.

- Kanata, sei arrabbiato?- disse bussando, nessuna risposta –Kanata…- ancora niente –Kanata dai, rispondi, io non dicevo sul serio, ero solo nervosa- all’ennesimo silenzio Miyu ghignò malefica e cominciò a chiamare -Kanatuccio…rispondi Kanatucciolo!- bussò forte e la porta alla sua sinistra, quella del bagno, si spalancò, dentro un Kanata parecchio irritato che la guardava mandando fulmini.

- Miyuccia cara, potresti non urlare ed evitare di demolire la porta della mia camera? Grazie- Miyu diventò rossa poi, imbarazzata, si arruffò i capelli sulla nuca, ridacchiando in modo abbastanza stupido.

- ah sei qui… ti volevo chiedere…- Kanata la superò ed entrò nella propria camera.

- se sono arrabbiato? –

- beh non proprio…io…-

- si sono arrabbiato-

- oh…-

- la cosa si può risolvere con una brioche?- chiese lei speranzosa, lui si voltò con un sopraciglio sollevato.

- al cioccolato-

- al cioccolato- confermò lei seria, con le mani dietro la schiena in stile “brava bambina”

- e sia- Kanata sorrise e le scompigliò i capelli in modo fraterno –però non chiamarmi più presuntuoso idiota, piccola- disse ghignando, lei scoppiò a ridere ed uscì dalla camera di Kanata.

Dopo qualche minuto, il tempo di cambiarsi con abiti più leggeri, Kanata bussò alla porta di Miyu.

- vieni, andiamo a mangiare quella brioche- la esortò, lei aprì la porta ed uscì, aveva messo una gonna leggera azzurra e una canottiera con le bretelline blu.

- pronta!- Kanata la squadrò tutta e sollevò un sopraciglio sorpreso, poi per dissimulare il suo pensiero (-wow… sarà pure “piccola” ma di sicuro non è una bambina…-) e il vago rossore conseguente, le posò una mano sulla testa scombinandole i capelli ancora una volta, lei batté un piede a terra, furiosa, emettendo quasi fumo dalle orecchie.

- odio, e dico: odio, quando qualcuno mi incasina i capelli, capito?- disse avanzando minacciosa, puntellò un dito sul petto del ragazzo che indietreggiò –se credi di meritarti una brioche dopo questo sei davvero un illuso! Ah!- concluse allargando le braccia al cielo, e gesticolando.

Kanata la seguì fuori mentre puntava comunque al bar, le posò le mani sulle spalle e la spinse fino al bancone del bar, ignorando le sue proteste.

Una volta lì attirò l’attenzione del barman –scusi… due brioche, una al cioccolato e una alla crema- disse rivolgendo lo sguardo a Miyu, che gli sorrise.

- subito due brioche per questa bella coppia!-esclamò l’uomo gioviale, entrambi divennero scarlatti e si avvicinarono ad un tavolo rotondo.

- alla fine mangerai questa brioche al cioccolato!-

- oh si, non rinuncerei mai-

Mangiarono le loro brioche e al momento di pagare fu Kanata ad offrire, sotto gli occhi stupiti di Miyu, finalmente uscirono e si guardarono attorno, era una nave davvero grande, c’erano piscina, discoteca, idromassaggio, stanza con vista sul fondale oceanico, sala da ballo con corsi correlati, sdraio e tanto altro, inoltre le persone erano davvero molte, alcune giapponesi altre americane o di altre nazionalità.

- cosa si fa ora?- chiese Miyu con l’aria smarrita, Kanata le posò una mano sulle spalle e la sospinse fino alla poppa della nave, dove si vedeva la scia della nave sull’acqua, il sole scintillava e giocava con i riflessi sulle onde.

Miyu sorrise prima verso il mare poi si voltò verso Kanata –è bellissimo qui, poi con un ottima brioche nella pancia…!- esclamò ridendo e facendo ridere anche l’altro.

Quella sera la passarono a dormire, non erano abituati a stare su una nave e tenere gli occhi aperti, sempre in guardia, ed era stancante, ma la sera dopo si sentirono quasi costretti ad andare alla piccola festa che era stata organizzata.

Miyu stava seduta sul letto, appesi alle ante dell’armadio cercava di decidere cosa mettere, non era facile, odiava doversi vestire con cura, ma doveva sembrare una dei passeggeri e non un’agente che deve essere pronta per entrare in azione.

Alla fine si risolse ad indossare un vestito rosso costituito da una corta gonna a pieghe e la parte superiore annodata dietro il collo, raccolse i capelli dietro la nuca con una pinza lasciandone sciolti una buona parte, irritata si passò un filo di lucidalabbra ed uscì sotto le stelle, Kanata era uscito, e lei non aveva idea di dove fosse, ma immaginava che l’avrebbe incontrato entro poco.

Si avviò lentamente verso la discoteca, che stava vicino al bar, sentì un certo clamore provenire da dentro e sorridendo entrò. Davanti a lei c’era una confusione terribile, la gente ballava incurante di un uomo sulla trentina che cercava di presentare qualcosa, che evidentemente non interessava a nessuno.

Decise di evitare la mischia e si avvicinò al bancone, la discoteca aveva sconfinato nel bar, senza che Miyu se ne rendesse conto accanto a lei si materializzò un ragazzo biondo dagli occhi chiari che senza chiederle niente le offrì un drink.

- ma io veramente…- provò a protestare, ma il ragazzo sorrise, sfoderando un sorriso davvero bello.

- piacere, Nicholas, come ti posso chiamare?- chiese gentilmente e scherzosamente, lei gli sorrise titubante, quel tizio già le dava sui nervi.

- Miyu, piacere-

- il tuo ragazzo giapponese? L’hai lasciato in cabina?- domandò irritando ulteriormente la ragazza che scocciata rispose che no, Kanata non era il suo ragazzo –lui non è il mio ragazzo! È un amico-

- meglio così- Miyu gli lanciò un’occhiataccia mentre arrivavano i loro drink.

- su bevi, non è mica avvelenato! E non è neanche molto alcolico se è questo che ti preoccupa. Lei lo guardò dubbiosa poi con un’alzata di spalle cominciò a bere, scoprendo che aveva un sapore gradevole.

- buono-

- e che ti dicevo io?-

 

Nel frattempo Kanata era tornato in cabina si era fatto la doccia per rilassarsi dopo l’allenamento fatto nella piccola palestra della nave, lentamente si era rivestito per andare in discoteca, dove l’aspettava Miyu almeno da una mezz’ora, aveva perso la cognizione del tempo.

Stava per entrare quando sentì delle voci, poco più in là fuori, una delle quali visibilmente da ubriaco, scuotendo la testa fece per entrare quando capì che una delle voci apparteneva a Miyu.

- Miyu…ubriaca?- si chiese ad alta voce, girò sui tacchi e si avviò verso il punto dal quale provenivano le voci, che si stavano allontanando velocemente.

 

 

Fa kifu lo sho xDxD ok ricomincio a parlare italiano ahuahua

Allora un po’ di pulci nell’orecchio? Massì daaai xD ve ce le metto subito

I biondini sono importanti? Faranno casino? E se si in che senso? Nella missione o tra i nostri eroi? Mmm…

Comunque nel prossimo capitolo Miyu e Kanata penseranno… a proposito dell’altro. Ma come diamine parlo? xDxD

E tra due capitoli il momento tanto sospirato... o quasi xDxD

Vabbè lasciamo perdere queste idiozie e vi saluto.. mi raccomando schiacciate su quella righina blu qui sotto e lasciatemi qualche parola ^^

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Capitolo 6
*** Qualche drink di troppo ***


Rieccomi! Allora mie care! Innanzitutto grazie per i commenti^^ grazie di cuore^^

Vi prego di scusarmi per il brevissimo capitolo, che tra l’altro è anche privo di un senso xD ma mi sono divertita molto a scriverlo… per quanto io non sono mai stata ubriaca e quindi…. xDxD vabbè…mi farò perdonare postando prima il prossimo capitolo... e che capitolo!

Consolatevi… ho una buona notizia: ho finito questa fanfiction! Non in modo lineare ma l’ho finita… e sono felice *___*

Bene bene… in tutto quindi i capitoli sono 13… adesso vi lascio al capitolo e infine alle solite pulci nell’orecchio xDxD

 

Capitolo 6: qualche drink di troppo

 

- tuuu… mi avevi deeeetto che era poco alcolico…- disse con una voce un po’ impastata la bionda, diretta ad un ragazzo biondo –sei un… busciardo!- concluse con un cipiglio un po’ arrabbiato, l’altro rise.

- ma no Miyu, io non sono un bugiardo, davvero è poco alcolico, ma se ne bevi così tanti è ovvio che qualcosa di male facciano-

- scei…un adescatore! Mi hai fatta diventare briiiilla!- lo accusò scostandosi i capelli che le erano finiti davanti alla faccia.

- no, tu sei ubriaca, non brilla-

- no, no, no, no! Io non sciono ubriiiaca! No, no, no! Questa è sciolo una tua impressscccione!-

Nicholas rise ancora e l’altra barcollò, contrariata.

- smettila, potrei sssstederti con un sciolo colpo, se volesssci! E sce riuscissi a far sssstare ferma quesssssta dannata nave! Disci che sc’è una tempessssta?- chiese preoccupata, mentre cadeva a terra in ginocchio, si mise seduta a continuò –o forsce abbiamo un timoniere sssstupido… lo conossssci?-

- no, Miyu, non lo conosco- rise ancora l’altro –ma possiamo andare a parlargli- disse ghignando, Miyu si rialzò in piedi reggendosi alla ringhiera sul bordo della nave, fece una faccia sospettosa

- davvero posssciamo andare a chiedere come mai quesssta nave non sssta ferma?- Nicholas fece segno di sì con la testa e la prese per un braccio sospingendola in direzione delle piscine, lei si guardava attorno confusa.

- quesssta è la ssstrada per andare daaal timoniere?-

- certamente, non ti fidi di me?-

- no, ma non è quesssto …- si interruppe, erano davanti ad una porta bianca numerata, Nicholas trafficò con delle chiavi e ne infilò una nella toppa.

- ma il timoniere sssta dooormendo?- chiese sottovoce guardandolo curiosa, quello annuì e cercò di farla entrare, lei sgusciò via.

- ah-ah… no, no…- fece muovendo il dito indice da destra a sinistra  e l’altra mano piantata sul fianco – tu mi ssstai fregaaando! Avevo rascione! Scei un adessscatore!-

- no, Miyu non…-

- fai scilenscio, io in quella cabina non sci entro!- dichiarò, il ragazzo si avvicinò mentre lei indietreggiava di un passo – non mi convinscerai mai!- asserì convinta, quello ghignò e cogliendola di sorpresa la spinse verso la porta, ma lei per tutta risposta gli pianto un calcio nel polpaccio, non riuscendo a centrare il bersaglio che si era prefissata.

- mannassscia… non rissssco e prenderti dove fa piùùù male!- all’improvviso sentì una mano afferrarla e tirarla indietro, Miyu lanciò un grido acuto divincolandosi.

- Miyu…- la bionda smise di divincolarsi e voltò la testa verso l’alto, inclinata verso sinistra, assunse un’espressione un po’ sperduta.

- Kanata?- lui la guardò brevemente, poi alzò lo sguardo su Nicholas che si teneva il polpaccio dolorante, poi freddamente, gli girarono le spalle e si avviarono verso le camere da letto.

- Kanata…- chiamò Miyu con una voce sottile sottile, lui fece un verso indefinito che lei interpretò

come un “- si?-“ –ti scei arrabbiato un’altra volta?- chiese Miyu trattenendo un “-hic-“

- no, non sono arrabbiato-

- allora perché non mi disci niente?-

- perché ho sonno- lei barcollò ma lui la aiutò a non cadere.

- sce la nave affonderà, sciappi che ti voglio bene- disse guardando lontano, oltre il bordo della nave, il mare era una tavola.

- e perché dovrebbe affondare?- chiese preoccupato Kanata alla ragazza che lo stava guardando.

- non vedi? La nave… credo che sci sia una tempesssta, oppure il capitano sci ha fatti sssbattere…su un issssce-berg … non scio…sci muove tutta…- mormorò timorosa, lui tirò fuori le chiavi delle cabine e la condusse dentro, le fece sedere sul letto e si posizionò, accovacciato di fronte a lei, che perplessa osservava ogni sua mossa.

- scei anche tu un adessscatore?- chiese sbadigliando.

- no, Miyu, non lo sono- rispose con un mezzo sorriso, lei fece altrettanto.

- sciai quel ragasscio che era là voleva portarmi nella sciua cabina…pensciava che fosssci una ssstupida- rise- che ssssciocco… mi aveva assscicurato che era la cabina del timoniere…- sbadigliò ancora.

- forse è meglio che ti fai una bella dormita, non credi?- lei non lo ascoltò minimamente

- e poi ho scieeercato di colpirlo, di sciolito riesssco a… difendermi…ma la nave che sci muove mi ha fatta cadere…-

- a nanna…-

- ma sce poi affonda la nave…chi lo dissssce a mamma e a …- si interruppe, gli occhi sgranati, per un attimo sembrò sul punto di piangere, poi sorrise, come rendendosi conto di qualcosa –ah scià…- rise ancora, Kanata la guardò in tralice – che hai da guardare?- incrociò le braccia sul petto, poi disse –sssciò! Mi deeevo cambiare!  Ssssciò ssssciò!- disse alzandosi e spingendolo fuori, Kanata la assecondò, poi sentì che proprio sulla porta la voce si affievoliva, si voltò mentre lei si appoggiava alla sua schiena dormicchiando.

- sciò…- ripeté nel dormiveglia, Kanata la sollevò e la infilò sotto le lenzuola così com’era, poi sorridendo se ne andò nella sua stanza.

 

I giorni passavano pigri, a bordo della nave “Imagine”, festicciole, bagni in piscina, brioche, litigate, pisolini, sole e foto, comunque era sempre meno caldo, si stavano dirigendo verso nord.

E quando ci si inizia a rilassarsi di solito è solo il preludio o di una bella dormita o di un sussulto che ti sveglia…

Miyu si stiracchiò nel letto, sorridendo, il giorno prima aveva litigato ancora una volta con Kanata, ma come sempre avevano fatto la pace con una brioche. Chi li avesse visti da fuori, mangiare brioche a tutte le ore del giorno, li avrebbe creduti pazzi…no…di più…una coppia di pazzi, fissati con le brioche. La bionda sorrise a quel pensiero, in quella nave si sentiva molto serena, diversamente dagli ultimi mesi, o forse assieme a Kanata si sentiva meglio.

Scosse la testa –non pensare, non pensare- sorrise ancora e si alzò, sentendo che sarebbe stata una grande giornata, emozionante. Quanto all’emozionante ebbe ragione, quanto al grande… beh dipende da cosa si intende per grande…

Intanto nella sua cabina Kanata stava facendo gli stessi pensieri, sorrise riflettendo –c’è quella festa stasera…- ricordò ghignando, decise di provare, provare a fare quello che gli veniva in mente, d’impulso, invece di pensare alla missione in continuazione.

 

Quasi dimenticavo… grazie “non so come chiamarmi” e come al solito dico di lasciarmi anche solo un “che schifo” xDxD mi accontento di poco.

E ad amy… bellissima la tua ff.. ma ti ho già lasciato un commento che dice tutto xDxD

Infine mi scuso per il ritardo…ed ecco le solite pulci…

Ci sarà una festicciola nel prossimo capitolo… cosa succederà *carillon ammicca*? E i biondini che fine faranno?

 

Beh vi saluto

Baci!!!

 

Carillon

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Capitolo 7
*** la festa, il fiore e il fu quasi bacio ***


Vabbè... aggiorno anche se ho ricevuto una sola recenzioncina xDxD e poi sono felice, ho appena finita una fanfiction per harry potter e l'ho pubblicata ^-^ è la prima fanfiction a capitoli finita che pubblico, su Harry ed Hermione xDxD

ma lasciamo perdere, qua siamo fan di ufo baby!!! xDxD quindi... in conclusione... beh vi lascio direttamente al capitoletto.. spero gradirete ;)

un bacione grande grande e "non so come chiamarmi" xDxD

 

Capitolo 7: la festa, il fiore e fu quasi il bacio

 

Quella sera ci sarebbe stata l’esibizione di uno dei passeggeri che aveva promesso alla signora Richardson di cantare la sera del suo compleanno, cioè quella sera.

Kanata bussò alla porta di Miyu - sei pronta?-

- cinque secondi…- borbottò lei saltellando per la stanza con una sola scarpa in cerca della compagna.

- si…cinque secondi…!- disse scettico Kanata fuori, Miyu dentro sbuffò poi si sentì il cigolare del letto e un gridolino di soddisfazione, aveva trovato la scarpa, era preoccupata, ancora, con sua somma irritazione, per l’abbigliamento, da quanto le aveva detto la signora Richardson era necessario un abbigliamento elegante.

Finalmente Miyu uscì dalla stanza, scusandosi con Kanata - non trovavo una scarpa…- disse sollevando un piede, portava delle ballerine nere con gli orli bianchi, Kanata la guardava un po’ intontito, quella era Miyu? Quella ragazza che aveva davanti era davvero Miyu? Ora era vestita in modo molto femminile, rispetto a come era abituato a vederla, aveva un tubino nero la cui gonna a pieghe le arrivava alle ginocchia, gli orli erano bianchi, perfettamente in tinta con le scarpe; per quanto riguarda il viso era sempre semplice, giusto un poco di lucidalabbra e matita agli occhi, i capelli erano stretti in uno chignon, ma delle ciocche erano sfuggite.

Miyu gli sorrise - dai non fare lo scorbutico solo perché ti ho fatto aspettare qualche minuto! – esclamò aprendo la porta ed uscendo all’aperto. Lui la seguì, chiedendosi se sarebbe stato meglio mettere la cravatta, alla fine decise che avrebbe chiesto consiglio a Miyu.

- Miyu! Aspetta un attimo… secondo te dovrei mettere la cravatta?- Miyu si voltò, chissà perché lievemente arrossita, e si avvicinò a Kanata, con un dito in bocca lo scrutò, poi diede il suo parere

- no, stai bene così…- poi si voltò, non sapeva bene cosa aveva, ma si sentiva come un po’ ubriaca, il problema è che non aveva bevuto, infatti c’era una parte di lei che le diceva di starsene buona.

Kanata le porse il braccio e insieme entrarono nella sala da ballo, già qualcuno stava ballando, loro due invece si sedettero ad un tavolino per cenare.

Dopo cena, una cena ottima, Miyu chiese - balliamo?- accennando con la testa alla pista, Kanata stava per dire di no, ma Miyu lo guardò con aria di rimprovero e lui, comprendendo al volo il suo messaggio si alzò e le porse la mano - e va bene, balliamo- lei la afferrò e si alzò mentre Kanata continuava –però poi non ti lamentare se ti pesto i piedi-

- non mi lamenterò- il ragazzo non sapeva dove mettere le mani, così Miyu gliele prese e le posò sui suoi fianchi, mentre arrossendo lei le incrociava dietro il suo collo, avvicinandosi.

Girando piano, assieme alla musica, i loro cuori non smisero mai di battere galoppando all’impazzata, i pensieri più disparati passavano per la mente di entrambi, che imbarazzati cercavano di non pensare.

-gli ho chiesto se voleva ballare?! L’ho davvero fatto io? No…devo essermi confusa…io odio ballare…e anche lui…e lo so! Invece ha accettato… beh allora…magari… no aspetta…è che non ha di meglio da fare! Non conosce nessuno, nessuno parla la sua lingua! Beh si…qualcuno parla la sua lingua…-la musica stava finendo e Miyu sentì una mano leggera sulla sua spalla, si voltò e vide che Jennifer, la nipote della Richardson, che guardava Kanata, si fermarono subito.

- posso ballare con te, Kanata?- chiese in giapponese, lui spalancò gli occhi perplesso e sorpreso…poi rispose che si, poteva ballare con lui, se ovviamente a Miyu non dispiaceva, aggiunse Jennifer.

Miyu fece un passo indietro, sorridendo, un sorriso forzato, annuì, e si avviò verso il loro tavolo per sedersi, rabbiosamente. Con che diritto quella lì era venuta da loro e aveva chiesto di ballare con Kanata? Chi le aveva dato il permesso di rovinare tutto? –rovinare…cosa?-beh comunque non era buona educazione interromperli nel bel mezzo di un lento, e lasciarla sola!

Miyu si alzò da tavolo e Nicholas, il biondo di qualche sera prima la raggiunse in un baleno.

- Miyu!-

- Nicholas…- rispose acida la ragazza voltandosi per uscire, lui le prese una mano e cercò di portarla in pista per ballare lei dapprima resistette poi si lasciò trascinare.

- mi vuoi far ubriacare anche questa sera?-

- no voglio scusarmi-

- e io dovrei crederti?-

- stai ballando con me-

- questo non vuol dire niente-

- vuol dire che non te ne frega niente-

- in realtà non volevo stare da sola-

- e così ti accontenti di me-

- beh più o meno si-

- ne sono felice- continuarono a ballare ancora un pochino, fino alla fine della canzone poi Miyu si staccò da lui.

- grazie per il ballo-

- di niente Miyu, un altro?-

- no grazie, credo che tornerò al mio tavolo-

- vengo anche io ti offro qualcosa-

- da te accetto solo acqua- rispose ridendo, lui annuì e la seguì al tavolo, prima di raggiungerlo però Miyu sentì una mano stretta sulla sua che la tirava indietro, era Kanata.

- ehi! Mi hai lasciato con quella? Sei pazza?- disse ridendo, lei sorrise titubante e lo seguì ancora in pista, rimproverandolo.

- io ti avrei lasciato solo? Sei tu che mi hai mollato per quella!- disse cercando di non scoppiare a ridere.

- oh avanti… non potevo dirle di no! È lei, insieme alla signora Richardson, che dobbiamo proteggere, no?-

- si però potevi anche rimanere con me invece che scaricarmi- ribatté facendo il broncio, ormai in mezzo alla pista.

- e va bene… domani ti porto una brioche alla crema- disse avvolgendole la vita con le braccia, lei sorrise e posò la testa sulla sua spalla, le mani dietro il collo.

Dopo qualche canzone Miyu infilò la sua mano in quella di Kanata e lo portò fuori, si appoggiò con la schiena al limite della nave, sospirando, il viso di un lucido color vermiglio.

Dal nulla, davanti al viso, si ritrovò un piccolo fiore a cinque petali bianco, Miyu sorrise e lo prese per il gambo, facendo un mezzo inchino a Kanata.

- grazie…- disse giocherellando con il fino stelo, Kanata si appoggiò alla sua destra, girato verso di lei, che fece un passo avanti avvicinandosi.

- come mai questa…romanticheria?- domandò maliziosamente, tenendo il fiore di fronte al suo naso.

- beh…c’era quella bella pianta lì dentro…e mi è capitato fra le mani questo fiore e…-

- hai pensato di darmelo…- sussurrò avvicinandosi di più.

- già- rispose Kanata accostandosi a sua volta, sollevò il viso della ragazza delicatamente per il mento.

- è da tempo che non sono così felice, Kanata…-

- lo so- asserì prima di avvicinare la sua labbra a quelle di Miyu, ma all’improvviso sentirono delle grida, entrambi voltarono di scatto la testa verso l’interno, l’atmosfera magica dissolta nel nulla.

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Capitolo 8
*** Strategie divergenti (parte 1) ***


grazie a tutte, vi adoro xD
un mini capitolo e pure in ritardo, sono cattiva lo so ç_ç
beh aggiornerò presto prometto.
ah vi avverto c'è un minimo di azione scadente sia qui che nel prossimo, perdonatemi
è molto molto surreale la mia idea di "azione" lo sapete ormai xDDD
beh vi lascio

 

Capitolo 8: strategie divergenti… (la lotta, 1 parte)

 

Si scambiarono uno sguardo d’intesa e corsero dentro, con un’occhiata capirono tutto, uno dei camerieri stavano tenendo la Richardson da dietro, un braccio sul collo, un altro invece teneva le mani della nipote dietro la schiena, e altri tre tenevano tutti sotto tiro con le pistole.

Miyu lanciò uno sguardo a Kanata, poi sussurrò –che facciamo adesso?-

- non ci hanno visti entrare, non facciamoci più vedere- si chinarono senza essere notati da nessuno e piano giunsero alle spalle dei furfanti, che erano tutti voltati verso la platea. Lì dietro trovarono il cantante svenuto a terra, in silenzio salirono sul palchetto, alle spalle di tutti. Si guardarono e subito cominciarono l’operazione.

Miyu fece scattare un piede facendo franare a terra l’uomo che teneva Jennifer, Kanata stampò un calcio in faccia a quello con la pistola, l’altro la puntò svelto su Kanata ma Miyu lo stese con un calcio sulla schiena, il terzo scese dal palchetto e prese in consegna la Richardson mentre l’altro subito cominciava a combattere con Miyu, che non sempre riusciva a parare i suoi colpi, Kanata intanto inseguiva l’altro, che aveva con sé la signora.

All’improvviso Miyu si rese conto di essere circondata, quelli che avevano steso si erano rialzati, decise per un piano di fuga, stampò la suola sotto il mento di uno e agguantò Jennifer correndo via dal palco, quella strattonò il braccio e calciò Miyu nello stomaco, che per la sorpresa incassò e cadde a terra. Miyu la guardò mentre quella rideva –credevi che fossi solo la nipotina della vecchia? Io voglio i soldi ora, non quando lei morirà…ora ho due possibilità, ucciderla o rubarglieli… ma per te non c’è problema, ti ucciderò come Kanata- disse lei con un ghigno, Miyu spalancò gli occhi.

- come Kanata?-

- come Kanata…-ribadì lei, Miyu si alzò e le diede un pugno in faccia mentre le cercava di parare i suoi colpi, una parte degli altri le avevano raggiunte, altri invece erano andati all’inseguimento di Kanata e del loro capo.

Jennifer centrò l’occhio di Miyu con un pugno, la ragazza riprese subito a combattere, più arrabbiata di prima, adesso le avrebbe lasciato un occhio nero e questo non lo poteva perdonare, Jennifer entro poco seguì i compagni e lei li seguì a sua volta, e vide Kanata che aveva dietro di sé la signora Richardson e davanti un uomo che lo teneva sotto tiro.

-Kanata…- disse una voce riempiendo la sua mente impaurita con quel nome, strinse gli occhi, facendo scattare a destra e a sinistra le pupille.

Estrasse dalla tasca un arnese dalla forma di una piccola pistola, Miyu ghignò. Ralph era davvero un genio, la puntò sulla nuca del malvivente, mormorandogli all’orecchio di abbassare la pistola.

- va bene, ma stai calma…- disse lui gettando a terra la pistola, Miyu spostò la mira e puntò ai piedi dell’uomo,una piccola pallina nera rimbalzò a terra, lasciando fuoriuscire un gas, la bionda scattò all’avanti, prese Kanata per la maglia e agguantò la signora Richardson, che a fatica li seguì in un’altra stanza purtroppo piena di sedicenti camerieri.

- m***a…- mormorò Miyu bloccando la sua corsa, entrambi si schierarono davanti alla signora, in guardia, ma per tutta risposta gli altri tirarono fuori le pistole, Miyu esibì un sorriso imbarazzato.

- okay, trattiamo, parliamone- disse facendo un passo avanti, Kanata la guardò male, sbarrandole il passaggio con un braccio, lei lo abbassò tranquilla e continuò.

- chi vi dice che noi non siamo corruttibili?- loro abbassarono le armi e lei si avvicinò di più, seguita da Kanata che stentava a seguirla.

- chi ti dice che io non voglia…qualcosa da te…? Ad esempio…- chiese maliziosamente Miyu avvicinandosi al più vicino, quello la scrutò per un attimo, la bionda gli sorrise poi in un lampo gli diede una gomitata nel mento e con una manata gli tolse di mano la pistola. Gli altri le furono subito addosso, lei riuscì ad afferrare la pistola caduta e a fatica si riavvicinò a Kanata e soprattutto alla Richardson, le puntò la pistola alla tempia.

- e io la uccido-

Kanata si voltò di scatto verso di lei, interrogandola con gli occhi, lei ricambiò lo sguardo con un’occhiata fredda.

- si avete capito bene, la uccido. A voi serve… per le combinazioni della cassaforte in america e in svizzera, no? Io la uccido. E poi testimonierò contro di voi, o meglio…contro di te…- disse rivolta alla ragazza bionda che se ne stava da una parte, calma, Jennifer avanzò capeggiando gli altri quattro uomini.

- e io contro di te… crederanno a me, che sono un pezzo importante del…-

- no crederanno a me…che motivo avrei per uccidere la signora? tu hai un buon movente, invece- le sorrise tranquillamente e l’espressione di quella mutò appena Miyu sorrise soddisfatta –non ci avevi pensato vero? E hai mai riflettuto sul fatto che qui dentro hai due testimoni che…- a quel punto Kanata non ce la fece più e la tacitò con un’occhiata irata poi le prese la pistola dalle mani, e la puntò su Jennifer, mentre Miyu dietro protestava.

- un solo passo falso e il vostro capo muore, e voi…- disse estraendo dalla tasca un piccolo telecomando –nel giro di cinque minuti sarete raggiunti dalla polizia- Miyu guardò curiosamente il telecomando, poi cominciò a tirare indietro la signora, Kanata seguì i suoi movimenti, e appena si ritrovarono fuori da lì cominciarono a correre, Kanata premette il bottone per avvertire la Mek.

- ma dico, ti sei impazzita?- chiese affannosamente il moro alla ragazza che correva al suo fianco, lei scosse la testa –mi hai creduto? Ma andiamo! Io non ho mai sparato a nessuno! E non voglio farlo! Era solo per…- si fermarono, ormai erano all’aperto, si erano nascosti in un sottoscala, ma presto li avrebbero trovati, dovevano prendere tempo. Miyu con le mani posate sulle ginocchia riprendeva fiato poi… -ehi! A me quel telecomando non l’hanno dato!-

- e ci credo, di te non ci si può fidare, lì dentro mi eri sembrata impazzita! Le hai appena ricordato che se ci lascia fuggire finisce dentro, ma che brava!- disse Kanata sbirciando fuori preoccupato.

- che cosa vuoi da me? Io non sapevo neanche del telecomando, lo avessi saputo non avrei fatto tutto…- Kanata la zittì con un gesto, e lei si affacciò sotto la testa del moro, e subito la ritirò indietro assieme a quella del ragazzo.

Una figura si stava per avvicinare, Kanata aspettò che fosse più vicina per sparargli, l’uomo si accasciò al suolo senza un suono, il ragazzo uscì dal nascondiglio sotto gli occhi inorriditi di Miyu e della Richardson, quando riuscì a trascinare il corpo dell’uomo dentro Miyu si inginocchiò accanto ad esso.

- l’hai…- deglutì rumorosamente – l’hai ucciso?-

allora? non dite niente, cioè ditelo nelle recensioni xD so che fa kifu
vabbè sao!

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Capitolo 9
*** ... e neanche tanto vincenti (parte 2) ***


Capitolo brevissimo... ma prometto che aggiornerò entro pochissimo! i tempi si allungheranno un pochino se non vedo delle recensioni xDxD scherzo scherzo xD

solo una cosa, se ne avete voglia... potreste leggere (e commentare^-^) la mia nuova fanfiction "Solo Lui (un senso di te)" tratta di Dragon Ball, ma c'è poco della serie... soltanto i nomi... è una one-shot, song-fic... e c'ho messo un po' di me ^-^ mi piacerebbe davvero tanto sapere cosa ne pensate... ma coppia sarebbe gohan/videl... ma come ho già detto praticamente ci sono solo nomi ed alcuni particolari, ciò che prevale è la descrizione dei sentimenti... beh che dire... un grazie immenso^-^

e ora al capitoletto

 

 

Capitolo 9: …e neanche tanto vincenti (la lotta, 2 parte)

 

La sua voce tremolava, Kanata la allontanò tenendola per le spalle, tirò fuori dalla tasca un cosetto appuntito e piumato.

Miyu lo guardò senza capire allora lui spiegò - è una cosa che si usa con gli animali…è solo svenuto, non ti preoccupare. Neanche io uccido, non per ora, almeno- concluse rimettendoselo in tasca, Miyu tirò un sospiro di sollievo e si avvicinò alla Richardson che stava seduta in un angolo tremante, Miyu le si avvicinò e le prese la mano, chinandosi.

- mi scusi per prima, ovviamente stavo solo bluffando…- spiegò la donna annuì, poi le sorrise vagamente.

- c’è troppo casino… solo per un po’ di soldi…e poi mia nipote…-mormorò quella scoppiando in lacrime, Miyu commossa la abbracciò, non sapeva cosa fare per consolarla, doveva essere stato un duro colpo per lei.

- sono sicura che capirà di aver sbagliato…-

- lo spero tanto… oh siete così cari…a rischiare la vita per me…- aggiunse grata, ma Kanata la posò una mano sulla spalla come per dire “dovere…”

- è il nostro incarico…- disse Miyu, Kanata intanto uscì dal nascondiglio per controllare, in realtà era piuttosto lontani dalla costa e prima di altri venti minuti i soccorsi non sarebbero potuti arrivare di sicuro, il ragazzo sospirò.

- sapete…- esordì la bionda seduta accanto alla signora, Miyu decise di raccontarle qualcosa,per farla tranquillizzare –io vivo a casa di Kanata, per una lunga serie di motivi che non le sto a dire. Sono tornata in Giappone da poco, prima vivevo in America. Ma non sapevo che lui facesse parte della Mek, così come ne facevo parte io, capite? Era frustrante, perché per operare dovevo raccontargli bugie, e io odio raccontargli bugie, davvero. Però un giorno mi chiamano per questa missione e dentro l’ufficio del direttore ci trovo lui…-

- deve essere stato un bel colpo-

- bello? Abbiamo litigato un’altra volta!-

- un’altra?-

- oh, si… noi litighiamo sempre, in continuazione…per stupidaggini o per cose serie… ma dopo facciamo pace in un modo un po’ speciale, in un modo tutto nostro-

- sono indiscreta se le chiedo qual è?-

- certo che no! Ormai la sa anche il barista della nave…- rise Miyu- prendiamo una brioche, ormai è una nostra tradizione… io alla crema e lui al cioccolato… insomma…è sempre così…-

La donna sorrise, non sapendo che dire, più distesa – grazie per avermi raccontato la vostra storia-

- nostra…storia? Non c’è di che signora…-

- mi ha molto tranquillizzata…-

- è il mio lavoro- la signora Richardson sorrise dolcemente e fece per ribattere qualcosa ma Kanata rientrò velocemente nel sottoscala.

- dobbiamo andare via di qui, sono in parecchi che stanno…- ma fu interrotto da uno sparo alle sue spalle, che lo mancò per pochi centimetri, i due agenti della Mek uscirono allo scoperto, pronti ad ingaggiare una battaglia.

All’improvviso si ritrovarono spalla a spalla, mormorandosi consigli e possibili piani.

Miyu calciò uno in pancia, ma un altro le sparò verso la testa, lei si abbassò gridando –giù!!- Kanata si chinò a sua volta, facendo lo sgambetto a quello che aveva sparato. Purtroppo potevano fare poco con calci e pugni se loro avevano le pistole, o meglio.. la pistola, calcolò Miyu…in effetti gli altri non sparavano… corse verso quello armato e lo disarmò con un calcio, poi decise di lasciare l’impronta delle sue ballerine sulla faccia antipatica dell’uomo. Ma mentre faceva questo sentì qualcosa afflosciarsi dietro di lei. – Kanata!- Senza pensarci neanche si voltò e vide Kanata steso a terra, a pancia in giù. Un calcio le arrivò in pieno viso, facendola finire sopra Kanata.

- Kanata…- pensò cercando a tentoni il suo polso, mentre quelli si avvicinarono per colpirla quando era a terra, lo trovò e sentì che ancora batteva, sospirò di sollievo, era solo svenuto.

A fatica si rialzò ma non riuscì a resistere in piedi e cadde a terra priva di forze, li guardò dal basso che si accingevano a picchiarla.

Mi sento in colpa... è minuscolissimo O.O ok domani, massimo dopodomani aggiorno, e con un capitolo un po' più lunghetto, promesso!
Uhm... mi sento di dovere di ringraziare le tesore che mi recensiscono la fic *__*

non so come chiamarmi: sai... è un dilemma che ho avuto fin dall'inizio della fanfiction... mi piaceva l'idea di un po' di azione (o meglio... della sperimentazione dell'azione xD) però non volevo farli diventare assassini... ma ci sono anche ladri che non uccidono... prendi lupin! o forse uccide... ehm... lasciamo perdere xDxD domandona: sei un maschio o una femmina? ^^'

_laura_: la mia storiucola non merita tanto^-^ grazie!

amy: mi mancavi! ihihih ma come su... r/hr ç____ç me è un'auror convinta (ho appena finito di pubblicare "Ragazza Ideale?!" che è proprio su H/Hr) xDxD
eheheh Jennifer eh... furbetta (no, non è affatto vero, è stupida proprio xDxD) ihihihih beh un bacione!

vi adoro tutte/i!
alla prossima, che sarà presto!

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Capitolo 10
*** Pigiami, purea e determinazione ***


Magari qui non si nota... ma su word sembrava davvero più lungo xDxD Vabbè tanto aggiorno spessissimo! ancora una volta... più recensite più i capitoli arrivano in fretta xDxD uhauahuah come sono malefica xDxD

Beh ecco a voi il capitoletto *-*
una piccola precisazione, il nostro amato Kanata aveva usato quel telecomando per le emergenze e aveva contattato quelli della Mek che poco dopo... sono arrivati e li hanno salvati, purtroppo però non sono riusciti ad acciuffare i cattivi (altrimenti la storia non mi andava avanti xD)!

 

Capitolo 10: pigiami, purea e determinazione

 

Finalmente li buio si diradò, era in un luogo chiaro, molto chiaro…troppo chiaro, pensò subito,

sono morta?- sorrise confusamente, se l’aveva pensato allora non era vero, all’improvviso si ricordò di quello che era successo e scattò a sedere, con non poco dolore –ahi…-

Era in una stanza d’ospedale, il sole entrava dalle ampie finestre ed era sola, anche se sembrava che qualcuno fosse stato lì fino a poco prima, c’era una sedia, un libro, e un telefonino. Miyu assottigliò gli occhi, quello era il telefonino di Kanata, allora lui era lì. Si voltò quasi convinta di trovarlo lì, a guardare fuori dalla finestra.

Si guardò, per fortuna non aveva addosso quelle orrende camicie da ospedale, indossava il suo pigiama, quella che aveva in valigia… rifletté un attimo, cosa era successo poi?

- ah ti sei svegliata! Bene!- Miyu girò di scatto il capo verso Kanata, che stava entrando in quel momento, con in mano un sacchetto di carta bianco e indosso un pigiama bizzarro, la ragazza sorrise leggermente, rendendosi conto che le faceva male sorridere, fece una smorfia, arrabbiata.

- come stai?- chiese la ragazza a Kanata che si stava sedendo.

- benone! Mi avevano solo messo KO… piuttosto…tu come stai?-

- credo di avere la faccia ridotta ad un purea- commentò ironica, Kanata scoppiò a ridere, lei afferrò il cuscino e glielo tirò in faccia –che cavolo hai da ridere tu? Io non riesco a sorridere, Kanata, fa male! Alla faccia della comprensione!- esclamò divertita, allora Kanata aprì l’incarto facendo diffondere nell’aria un buon profumo che fece rizzare il naso alla bionda che allungò il collo per sbirciare dentro, ma lui lo allontanò, nascondendogli il contenuto alla vista. Kanata le posò un dito sul naso.

- qui non c’è del purea, anzi qui c’è una ragazza molto carina, anche se un po’ abbozzata, okay?- chiarì sorridendole, lei sorrise, un sorriso piccolo piccolo, a sua volta; Kanata tirò fuori una brioche con un tovagliolo –e qui…- esordì facendo ondeggiare la brioche sotto il naso di Miyu –c’è una calda, morbida brioche alla crema per Miyu…- lei la addentò, Kanata rise mentre addentava la sua brioche al cioccolato.

Una volta finite le brioche Miyu si accinse a chiedere notizie – cosa è successo a…-

- l’hanno rapita… e Hiromi e Satoshi sono convinti che chiederanno un riscatto, visto che ormai se prelevassero i soldi verrebbero arrestati…però rimane la pista dei conti bancari in paesi come la Svizzera…- Miyu annuì tristemente, si sentiva in colpa, quella signora le piaceva, e lei l’aveva persa quando l’aveva tra le mani, sarebbe bastato tenerli a bada ancora per qualche minuto…

Kanata parve indovinare i suoi pensieri, perché con inaspettata dolcezza le disse –ehi, Miyu… non è colpa tua…-le sollevò il viso con le dita sotto il mento –capito? Come potevi cavartela con tutti quelli da sola, già eri stanca…non è colpa tua-

- se io non fossi…-

- no Miyu, non ti incolpare di questo, non te l’hanno insegnato alla Mek?-

- ma io mi sono distratta!- disse con gli occhi lucidi –non piangere…non piangere…- si diceva cercando di trattenere le lacrime al pensiero atterrito che l’aveva attraversata quando aveva visto Kanata a terra.

- è normale…succede distrarsi!-

- no! Me lo dicono tutti che sono distratta… e poi tu sei caduto a terra… non ti muovevi… e io…io.. non…- Kanata la guardò sorpreso, poi le fece appoggiare la testa al suo petto, la capiva, capiva se fosse successo a lui, se le parti fossero state invertite…

- Miyu… se io sono svenuto e tu ti sei preoccupata per me non hai fatto una cosa sbagliata… dopotutto mi hanno detto che preferisci lavorare da sola... deve esserci un motivo…-

- anche tu… vuoi sempre lavorare da solo…- sorrise Miyu, quietata qualche secondo dopo, Kanata la guardò intensamente e lei diventò rossa, distolse lo sguardo cercando un argomento di conversazione che non la facesse così accaldare.

- e ora che facciamo per la signora Richardson?-

- ce la andiamo a riprendere!- esclamò stringendo la mano a pugno davanti al proprio viso e sorridendole, lei lo guardò trova.

- vuoi dire che non ci hanno tolto il caso?-

- assolutamente no! E hanno già localizzato dove la tengono prigioniera io ho attaccato una ricetrasmittente a quella Jennifer…-

- sei un genio!- esclamò la ragazza, poi lo guardò dubbiosa –quel pigiama è davvero carino…- disse prima di scoppiare a ridere, lui si guardò poi sogghignando ricambiò la battuta –anche il tuo è davvero grazioso…- lei abbassò lo sguardo sulla sua maglia, era blu e due orsacchiotti di diverse tonalità bluastre che stavano abbracciati, Miyu diventò vermiglio in viso, poi si alzò in piedi, spingendolo fuori.

- faccia di purea deve cambiarsi, sciò!-

- "sciò" come quando eri ubriaca?- chiese beffardo Kanata.

- no sciò, punto e basta. Sciò! E non mi ricordare quella sera, ancora mi sento stupida se ci penso!- ribatté con un sorriso, lo spinse fuori e gli chiuse la porta alle spalle, mentre si ripeté delle parole che lui le aveva detto –ce la andiamo a riprendere…-

Buh!
Beh che dire... aggiorno domani o dopodomani ^-^ ihihih
E sarà un capitoletto un po' "tragico" e si scopriranno delle cose... che forse avete intuito, ci sono dei riferimenti, spesso, a questo fatto.
Si intitolerà "a me puoi dirlo"
Beh vi saluto e ringrazio le mie tesore (femmine! xD)!

AngelEly: addirittura! grazie infinte^-^ non merito tanto, anche se ovviamente mi fa molto piacere^-^ spero che ti sia piaciuto questo chap!

amy: porto già gli occhiali xDxD sisi ride bene chi ride ultimo! ghghgh vabbè a parte HP, sai? anche io, le prime ff che ho letto sono state di ufo baby... in realtà avevo già scribacchiato qualcosa su di loro, ma quasi me ne vergognavo, perchè non sapevo dell'esistenza delle fanfiction e mi sentivo un po' stupida xD poi ho trovato la sezione ufo baby di efp (per prima cosa sono capitata proprio qui!)... per questo sono rimasta così affezionata ad Ufo Baby... è solo grazie e miyu e kanata che ho scoperto le fanfiction e che ho cominciato a scriverne! Li adoro ancora di più per questo... dubito che mi stancherò mai di loro!
comunque il motivo principale dei capitoli corti è quello... lasciare col fiato sospeso, anche se ammetto che non sono un granché neanche in quello^-^
questo, comunque, ti è piaciuto? un bacione!

non so come chiamarmi: perfetto cara la mia recensitrice femmina! ghgh non ho mai potuto dirti niente del genere perchè non sapevo se dire cara o caro xDxD a me puoi tranquillamente dire "cara" xDxD
ok sono impazzita xDxD
signora vecchia e brutta? io me la sono figurata una bella signora... ma in effetti... xDxD ci sono troppi bei personaggi! xDxD
grazie, piaceva anche me l'idea che miyu la consolasse! ihihih.. e questo capitolo ti è piaciuto? beh un bacio cara! xD


Un bacione! (e ricordatevi che questa non è la sola ff che ho scritto! xDxD)
 

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Capitolo 11
*** A me puoi dirlo ***


Ed ecco un capitolo pieno di rivelazioni *_* beh, non proprio... xD ma una c'è ed è pure bella grossa °-°
Ma non dico niente vi lascio alla lettura e al vostro dovere di recensire^-^
in fondo i solito ringraziamenti a chi recensisce^-^

 

Capitolo 11: a me puoi dirlo

 

Sarebbero partiti per il covo di Jennifer l’indomani mattina, prima dell’alba, entrambi si erano ripresi senza problemi particolari, e il giorno dopo erano pronti ad entrare in azione.

Erano sulla macchina della Mek che avevano lasciato a Kanata, stavano andando verso la Mek.

Quell’edificio scalcinato era in una zona densa di traffico, e in effetti stavano precedendo l’ora di punta di poco.

- vorrei essere sulla mia moto…- disse Miyu per conversare, Kanata le lanciò un’occhiata obliqua.

- ce l’avevi anche in america?-

- oh si, è la stessa che avevo là…un po’ modificata da Ralph…-

- eccoci- disse Kanata –dai scendi, io porto la macchina nei garage-disse, Miyu scese poi cominciò a salire le scale dell’entrata principale, però sentì un rumore forte; la bionda si voltò di scatto, con lo sguardo vacuo puntato sull’auto nera dalla quale era appena scesa, che aveva sbattuto contro un palo della luce, un’altra macchina era salita sul marciapiede opposto senza danni. Quest’ultima aveva superato dietro la curva, andando addosso a Kanata, che per evitarla aveva centrato un palo.

-Kanata…- le sussurrò una vocina all’orecchio, guardò con occhi terrorizzati il capannello di persone che già si era radunato attorno alle due auto, si lanciò all’interno, sbracciando e sgomitando per arrivare all’interno.

Satoshi ricevette una gomitata nello stomaco, non l’aveva visto, anche se lui l‘aveva chiamata, ora Miyu era arrivata al centro, Kanata stava uscendo dalla macchina imbarazzato dal casino che aveva creato, e ringraziando Dio che stesse andando piano.

All’improvviso un turbinio di capelli dorati si tuffò tra le sua braccia con inusuale energia, facendolo barcollare.

- Kanata, Kanata, Kanata….-ripeteva Miyu abbracciando il ragazzo, Kanata le avvolse le braccia attorno, frastornato.

- cosa…? Miyu…calmati…- sussurrò Kanata mentre con la coda dell’occhio vedeva che Hiromi e Satoshi e qualche altro agente stavano disperdendo la folla. Miyu sollevò lo sguardo sul viso di Kanata, facendo scorrere la punta delle dita su tutto il viso del moro – stai…stai bene…?- chiese la ragazza tirando su con il naso.

- si Miyu sto benissimo- Miyu posò la fronte sul petto di Kanata scoppiando a piangere, senza riuscire a trattenersi – Kanata…- Satoshi si avvicinò a loro, con lo sguardo stralunato, aveva sempre visto Miyu allegra, solare, scherzosa, forte, non era da lei piangere in modo così esagerato per una cosa che si era rivelata non essere tragica.

Kanata tenendola stretta la fece camminare fino a sedersi su una panchina lì vicino.

-Miyu!- la chiamò una voce da una macchina lì vicino, una ragazza bionda si girò, un forte rumore, un grande ammasso di ferraglia, le ambulanze, la polizia, i dottori…

La ragazza singhiozzò un po’ più forte - Miyu che ti prende? Non è successo niente… sto bene!- lei scosse la testa, mentre dentro di lei cercava di imporsi di non piangere, anche se le immagini di quel giorno di qualche mese prima ritornavano nella sua mente, senza tregua, urlando.

-Miyu!- la chiamò una voce da una macchina lì vicino, una ragazza bionda si girò, un forte rumore, un grande ammasso di ferraglia, le ambulanze, la polizia, i dottori…

- no…- sussurrò tirando su con il naso, a poco a poco riprese il controllo, e subito il solito pensiero –non piangere, non piangere…- riaffiorò, mal nascosto, intanto Kanata la teneva stretta a sé senza capire, solo allora si scostò da lui, con un sorriso incerto tratteggiato sulla labbra, si asciugò i residui delle lacrime con il dorso della mano, ringraziandolo con lo sguardo.

- sono una stupida…- proferì alzandosi, lui la trattenne per un polso, ricevendo uno sguardo interrogativo.

- spiegati- disse guardandola severamente, si alzò per guardarla direttamente negli occhi.

- non c’è niente da spiegare- dichiarò volgendo lo sguardo all’entrata della Mek, come desiderosa di rifugiarvisi dentro, sentì la presa sul polso allentarsi, le mani del ragazzo presero il suo viso fra di loro, Kanata la costrinse a guardarlo negli occhi.

- a me puoi dirlo- affermò intensamente, Miyu chiuse lentamente gli occhi, per non doverlo guardare.

- non devo dirti niente- ribadì sgusciando via da lui e avviandosi verso l’entrata dell’edificio, entrò subito in palestra, e Kanata la seguì, ostinato ed arrabbiato. La aspettò, tendendole un agguato, all’esterno dello spogliatoio femminile, quando lei uscì per dirigersi a fare qualche esercizio lui la seguì fino in palestra.

- Miyu devi dirmelo!-

- non devo dirti niente- disse quasi gridando, e facendo voltare buona parte degli agenti che facevano allenamento, Miyu gli voltò le spalle e Kanata scoccò loro un’occhiataccia, tutti ritornarono alle loro occupazioni, allora lui la aggirò.

- è da tempo che sei strana…sei sempre triste…sorridi poco… ti sei ubriacata... Miyu! Questo significa qualcosa! C’è qualcosa che non va!-

- va tutto alla perfezione. Grazie per l’interessamento- ribatté lei acidamente.

- è necessario che io abbia un altro incidente, magari andando a salvare la Richardson? Perché tu mi dica cos'è che ti fa male?- sbottò infine abbassando la voce, la bionda spalancò gli occhi, tra l’arrabbiato e lo spaventato - no…- mormorò alla fine, lui le posò una mano sulla spalla.

- e allora dimmi perché bisogna faticare per strapparti un sorriso, da quando sei tornata dall’America…- la esortò, lei si voltò, negli occhi una luce diversa –è stata una grossa litigata con i tuoi… non  vero? Racconta…-lei abbassò lo sguardo e lui la prese per mano conducendola fuori, nel corridoio deserto.

- avanti…- lei sospirò e lo guardò negli occhi, decisa a parlare, finalmente, anche se non sapeva da che parte cominciare.

- la litigata… non… la litigata non è stata così… brutta…anzi, era un motivo stupido… molto… molto stupido… o almeno ora mi sembra così…- disse con la voce tremante, adocchiò il terreno e ci si sedette, allungando le gambe in modo bambinesco sul pavimento, lui si sedette al suo fianco.

- e allora perché sei tornata qua?-

- pensavi che fossi scappata di casa e che fossi venuta in Giappone, di nascosto, magari?-

- pensavo di sì…-

- no, no…- disse scuotendo la testa bionda, si sistemò i capelli dietro l’orecchio.

- e allora perché sei…-

- perché loro sono morti-

Mi viene quasi da ridere (in maniera subdola, ovvio)... sono cattiva vero? se vi capita di rivedere il vecchi capitoli troverete dei pezzi in corsivo, dove Miyu ripensa all'accaduto... ho pensato di spiegarlo in questo modo (in realtà era questa la scena che avevo in mente fin dall'inizio... ma non è riuscita come volevo io xD)
mancano solo due capitoli alla fine (fine che non avevo progettato così... ma l'ispirazione si era presa una vacanza xD) il tredicesimo chap sarà l'ultimo!
ed ecco i bacini speciali a chi recensisce^-^

non so come chiamarmi: il tuo none è lungo lo sai? xD scheeerzo uhuhuh...coooomunque... dicevamo? ah si xD in effetti Kanata è un po' cambiato... ma si sta innamorando (beh no in realtà lo è già xD), sono passati anni... quindi... xDxD
il pigiama? ehm... diciamo che è blu con delle papere gialle (quelle che i bambini mettono nella vasca da bagno xD) davanti e disegnate più piccole su tutti i pantaloni... uhauhauha me lo immagino bene *-*
Ah, comunque d'ora in poi saranno davvero dolcini *-*
questo ti è piaciuto?
un bacio cara! xD

cidori: grazie davvero^-^ Ufo Baby è davvero bellissimo vero? *____* grazie per i complimenti, adoro scrivere *-* e se lo faccio anche solo un pochino bene ne sono felicissima!
l'idea delle brioche è vecchissima O.O cel'avevo in mente da almeno un anno, avevo provato ad inserirla ad almeno tre esordi di fic xD, alla fine l'ho infilata qui xD
questo capitolo ti è piaciuto?

Un bacio a tutti i lettori *-*
Alla prossima!
Ah si! xD il prossimo capitolo si intitolerà : "la promessa di un sorriso in più" e sarà il penultimo ç-ç bye!

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Capitolo 12
*** La Promessa di un sorriso in più ***


Dovete perdonarmi ç__ç Ho una tedesca per casa e mi son completamente dimenticata della fic u.u' sono un caso patologico... beh comunque vi avverto... codesto capitolo fa schifo, non mi piace aaaaffatto xD ma tanto ormai l'ho scritto... uffola T.T beeeeeh... cooomunque.... il prossimo sarà l'ultimo and sooo vi libererò di questa fanfiction veeery presto! byebye!

 

Capitolo 12: la promessa di un sorriso in più

 

- perché loro sono morti- disse guardando tutto fuorché Kanata, che d’altro canto teneva lo sguardo fisso su di lei, emise un suono non ben definito che la fece voltare sorridendo malinconicamente.

- i tuoi genitori?-

- si, loro-

- come…- il sorriso scivolò via dal suo volto come acqua, portò il suo sguardo verde in quello scuro di Kanata.

- incidente d’auto- Kanata allora capì tutto, comprese la sua reazione di poco prima, ma non riuscì a capire perché non glielo aveva detto subito.

- perché non me lo hai mai detto?- la ragazza si rialzò in piedi cominciando a torturarsi le mani nervosamente.

- perché… beh perché non volevo parlarne-

- e ora vuoi?- le chiese lui, lei annuì.

- dimmi tutto, Miyu…- disse abbracciandola, si diressero nell’ufficio di Kanata, una piccola stanzetta con un ventilatore, che subito accesero.

- allora…-

- avevamo appena litigato…-

-Miyu!- la chiamò una voce da una macchina lì vicino, una ragazza bionda si girò, un forte rumore, un grande ammasso di ferraglia, le ambulanze, la polizia, i dottori…

Miyu abbassò lo sguardo - ero andata a dormire da una mia amica, quella notte, ero arrabbiata… volevano che frequentassi l’università in america, ma io volevo tornare qui… andare via di casa per una notte non era previsto, volevo solo sfogarmi con la mia amica e poi mi sono addormentata lì… poi, il giorno dopo… stavo tornando a casa e loro mi hanno vista… erano in macchina…-

-Miyu!- la chiamò una voce da una macchina lì vicino, una ragazza bionda si girò, un forte rumore, un grande ammasso di ferraglia, le ambulanze, la polizia, i dottori…

- e… mia madre mi ha chiamata, volevano accostare… poi un’altra auto… - raccontò gesticolando, mentre gli occhi vagavano senza sosta accarezzando freneticamente tutto di quell’ufficio.

-Miyu!- la chiamò una voce da una macchina lì vicino, una ragazza bionda si girò, un forte rumore, un grande ammasso di ferraglia, le ambulanze, la polizia, i dottori…

- loro…loro erano lì…c’era…del sangue… poi… la loro auto era… distrutta… e… – la voce si spezzò, non riuscendo più a descrivere nulla - ricordo poco - riprese - solo dei flash…come delle fotografie… non ricordo… c’era della gente, parecchia gente… ho faticato parecchio ad avvicinarmi…non mi volevano far passare… non volevano che vedessi… ma avevo già visto…- Miyu portò lo sguardo su Kanata, cercando sostegno, la ragazza aveva gli occhi impauriti, smarriti, confusi.

- non gli avevo chiesto scusa… non ci ho più parlato dal giorno prima… e se non ci avessi litigato…per un motivo così…stupido… loro non sarebbero mai…-

- no, non è vero- disse veemente Kanata prendendola tra le proprie braccia, e scoprendo che in quel momento assomigliava così tanto ad una piccola bambina fragile - tu non lo volevi, non è colpa tua, è stato un incidente- lei si staccò da lui puntellandosi con le mani sul suo petto, piantò gli occhi lucidi in quelli di Kanata, e ad alta voce disse - l’ultima cosa che gli ho detto è che avrei preferito non avere come genitori due che lavorano alla NASA, pensavo fosse colpa loro se avevo dovuto abbandonare tutto qui… e tu non sai quanto loro amassero il loro lavoro… loro l’avevano fatto anche per me...sperando che io potessi essere orgogliosa di loro. E io sono sempre stata orgogliosa di loro…ma li ho delusi su tutta la linea… e l’ultima immagine che hanno di me è quella che esce di casa sbattendo la porta… - finì con un tono di voce più alto e arrabbiato, aggrappandosi alla sua maglia, irata con sé stessa, ma già si sentiva meglio, aveva vuotato il sacco e si sentiva più leggera -sono morti…e io non posso dire loro che mi dispiace…-

- l’ultima immagine che hanno di te è quella di una bella ragazza…che cerca la sua indipendenza com’è giusto che sia…e che si volta al loro richiamo…che piange per loro e che li ama… loro sapevano che tu li amavi… te lo giuro- Miyu nascose il viso nel suo petto mormorando - mi sento una stupida… a piangere così-

- piangere fa bene, ogni tanto… e poi c’è un detto… che piangere fa gli occhi belli…- disse sorridendole senza che lei lo vedesse –anche se tu non ne hai bisogno, i tuoi occhi sono già incantevoli così come sono- Miyu lo guardò e lui le fece l’occhiolino, lei rise, cancellando con la mano le lacrime che scendevano.

- sorriderai un po’ più spesso ora?- chiese lui, lei rise ancora, un po’ più forte

- promesso-

 

Qualche minuto dopo  erano entrambi nell’ufficio del direttore che stava per cominciare a parlare, mancava solo Satoshi.

- come al solito, sempre in ritardo- borbottò Miyu a Kanata che rise cercando di non farsi vedere, il dirigente li stava guardando in modo curioso, in quel momento la porta dell’ufficio si aprì e i apparve un trafelato Satoshi

- scusate il ritardo!-

- non ti preoccupare Satoshi, ormai ci siamo abituati –disse ridendo Hiromi, tutti sorrisero poi si volsero verso il capo.

- allora devo dire che credo di avervi sopravvalutato…- cominciò lui, Kanata a Miyu abbassarono le teste - ma credo comunque che non potevate fare altrimenti, erano in troppi e non ci aspettavamo che fosse la nipote, che sapeva di voi due, ad attaccare. Questa volta non ci faremo sorprendere, saremmo di più, saremo migliori, e saremo efficaci- dichiarò, Miyu e Kanata alzarono di scatto le teste.

- ma io non voglio…-

- noi non vogliamo altre persone attorno-

- noi lavoriamo soli-

- volete dividervi?- chiese stupito il direttore, loro si guardarono poi Kanata ripose - no, non ci vogliamo dividere, vogliamo lavorare soli-

- da uno solo… a due…beh comunque un passo avanti- commentò Hiromi facendo ridere Satoshi e i due agenti.

Scesero nel laboratorio, per attrezzarsi, questa volta avrebbero avuto più mezzi a disposizione, Ralph li salutò poi preoccupato si avvicinò a loro.

- ma… che è successo…- i suoi occhi indugiarono sull’occhio livido di Miyu, ormai sbiadito, e sul taglio sulla guancia del ragazzo.

- ci hanno pestato- rispose semplicemente Miyu, Ralph lanciandole un’occhiata scettica, odiava quando la ragazza minimizzava l’accaduto, porse loro una borsa piuttosto grande.

- qui c’è tutto quello di cui avrete bisogno, ci sono due cinture che potranno contenere tutto con il minimo peso e la massima agevolezza, e non tornatemi così pesti la prossima volta, intesi?-

Miyu gli sorrise e Kanata rivolse uno sguardo scocciato verso il muro.

- su Kanata, è la pura verità!- disse Ralph allegramente, loro uscirono, tra meno di mezz’ora li aspettavano all’aeroporto per salire sull’elicottero della Mek.

lo so che è corto, ma tanto è brutto quindi meglio così xD

cidori: assieeeee! scusa il ritardo... il prossimo arriverò il prima possibile, promesso *__*

non so come chiamarmi: O______O'' a-hem... riprendi fiato cara, non mi morire O.o'

Tropiusuccia: AHHHHHH! xD accie accie... e questo? com'è andata? u.u' a me non piace ma non si sa mai xDDDDD

a presto con l'ultimo capitolo ç________________________ç

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Capitolo 13
*** Qualcosa non Quadra ***


Ultimo capitolo, chissà perchè ero convinta di aver postato.. mi sa che io me le sogno la notte ste cose o.O', comunque... è l'ultimo xD
vi ricordate? ve l'avevo detto che non sapevo come arrivare alla fine... alla fine ho "tranciato" il fatto... d'altronde non sono sto granché a descrivere l'azione quindi un po' di azione in meno non vi farò male (non mi diverto a scrivere pezzi d'azione xDD)
beh vi lascio al capitolo che è meglio... saosao!

 

Capitolo 13: qualcosa non quadra

 

Kanata scese con un salto dall’elicottero aiutando Miyu a fare altrettanto, scesero anche Hiromi e Satoshi che diedero loro le ultime istruzioni.

- allora ragazzi, state attenti- cominciò Satoshi e Hiromi aggiunse:

- cauti, invisibili-

- rivelatevi solo se strettamente necessario- proseguì il primo, e mentre l’altra stava per aprir bocca ma Miyu irritata continuò al suo posto –avete l’occorrente per curarvi, in caso di pericoli seri dobbiamo chiamarvi…- lanciò uno sguardo a Kanata che la sostituì nelle raccomandazioni –se ce n’è bisogno sparate, loro non si faranno scrupoli-

- noi vogliamo la signora Richardson viva, altrimenti la missione è da considerarsi fallita ed inutile-

- ciò non toglie che neanche voi dovete morire, sapete che in teoria dovremmo dirvi di salvarla a costo della vita-

- ma sapete bene che noi non la pensiamo così, quindi se non ce la fate tornate anche a mani vuote o con un cadavere, racconteremo che era già morta-

- ricordatevi che la nipote è subdola e non è stupida, niente piani affrettati…- continuarono a snocciolare avvicendandosi, poi sorridendo complici li spinsero dentro il velivolo e fecero “ciao ciao” con la mano mentre quelli sbigottiti li salutavano flebilmente.

 

***

 

Da quel momento passarono anni, tre per la precisione. La signora Richardson fu salvata pressoché illesa, a parte un braccio rotto e qualche frattura qua e là, da due agenti più che innamorati. Sì perché tra quelle montagne finalmente, non solo compresero che cosa sentivano dentro, ma riuscirono anche a dirselo. O meglio fu Kanata a scatenare il tutto.

Ora, a distanza di tre anni i nostri eroi si sono ritirati dalla Mek per motivi personali, e cioè perchè, dopo un anno di fidanzamento, un anno di matrimonio Miyu aspettava un bambino, o bambina.

Ma scommetto che non siete soddisfatti.

Scommetto che vorreste tanto averli spiati nel momento più importante. Quello del primo magico “ti amo”.

Sbaglio forse?

Per voi io, narratrice pazza e sconclusionata, farò uno strappo alla regola e voleremo fino a quella bella giornata, dopo aver abbandonato i nostri protagonisti pronti alla missione.

Perché c’è qualcosa che non vi quadra vero?

Neanche a Kanata quadravano le cose a dirla tutta… ma a volte questo non può che essere un bene.

 

***

 

Finalmente l’elicottero si alzò in volo lasciandoli soli in quel posto pressoché deserto, Miyu si sfregò allegramente le mani e disse - allora… al lavoro!-

- come preferisci, cominciamo ad avvicinarci?- entrambi sollevarono lo sguardo fin su, dove si intravedeva fare capolino, tra la vegetazione, una casa imponente.

- oh caspita-

- dovremmo arrivare fin lassù?-

- non c’è una funivia vero?-

- ne dubito, Miyu…-

- mi porti in braccio?- chiese speranzosa lei, voltandosi verso di lui, che impassibile la guardò e replicò - è più probabile trovare una funivia, che però non sarebbe nostra e quindi dobbiamo andarci a piedi, ognuno con i propri, intesi?-

- uff… va bene-

Decisero che per ora avrebbero cercato un luogo dal quale cominciare la lunga scarpinata in modo da faticare il meno possibile, data la mole di strumenti che si portavano appresso.

Fatto sta che ebbero modo di girare gran parte del piccolo isolotto che la signora Richardson aveva comprato molti anni prima, e dove ora era tenuta prigioniera dalla sua stessa nipote, un fatto inquietante, non c’è che dire.

 

Il giorno dopo fu faticoso, camminarono per gran parte della giornata fino ad arrivare alla sera, stava calando il sole quando Kanata udì dietro l’angolo appena superato un grido. Un grido acuto che non avrebbe saputo ignorare ne travisare, quella era Miyu che era rimasta indietro.

Si slanciò all’indietro scontrandosi con una Miyu che stava correndo verso di lui, schiamazzando, entrambi caddero all’indietro. Si guardarono per un attimo stupiti poi Miyu, alzandosi, chiese - che diamine, sei pazzo?- si sfregò le mani sul sedere indolenzito, lui la stava guardando intontito ancora a terra.

- ehi, stai bene?- Miyu gli si accovacciò davanti mentre lui la guardava un po’ vacuo.

Non aveva reagito quando gli aveva detto che era pazzo, le aveva regalato un fiore, aveva avuto una paura immensa nel vederla in quel letto d’ospedale, quella mattina quando si era svegliato, ad un suo grido era corso indietro invece di fare ironia, e ora stava ascoltando i battiti del proprio cuore stretto all’idea che le fosse successo qualcosa di grave, con lei non era come con le altre. Qui qualcosa non quadrava.

- Kanata ti sei fatto male? Kanata!- riprese lei, il ragazzo scosse la testa e si alzò di scatto.

- sto benissimo, e non sono pazzo, mi spieghi perché cavolo hai urlato come un scema?- sbottò voltandosi e riprendendo a camminare nella luce sempre più fioca del sole dietro il mare.

- c’era un serpente, e mi ha preso un colpo, va bene?- replicò lei, poi vedendolo riprendere lo zaino e fare una smorfia di dolore si addolcì.

- che hai fatto?-

- niente- rispose quello chiudendo la mano a pugno, nervosamente, Miyu assottigliò gli occhi

- fammi vedere la mano-

- no, grazie- indietreggiò di un passo ma Miyu ne fece due raggiungendolo

- dammi la mano- Kanata non fece in tempo a dire “no” che Miyu gliela aveva afferrata e gliela stava guardando preoccupata, quella storse il naso poi commentò – troviamo il posto dove passare la notte, poi ti medico-

- posso farlo da solo- si schermì lui, lei ghignò furba

- si, come quella volta che ti sei tagliato sbucciando la patate- constatò cominciando a camminare seguita subito da Kanata.

- quella volta non conta-

- conta visto che è stato meno di dieci giorni fa-

Stancamente ripresero a camminare beccandosi di tanto in tanto, ma per quella sera Miyu non si poteva arrabbiare, se era caduto era colpa sua, e comunque vederlo e sentirlo preoccupato le aveva fatto un enorme piacere, una sorta di calore. Non era sola, anzi.

 

Avevano acceso un fuocherello, e ora stavano seduti a terra uno di fronte all’altra.

- allora, questa mano?- ridacchiò Miyu quando Kanata le porse la mano con un gesto di stizza e girandosi a guardare le fiammelle.

Poi, tra mugugni e proteste da parte del ragazzo, Miyu riuscì a fasciargli la mano dopo aver disinfettato la ferita, per quanto Kanata stentasse a capire bene il perché il tocco delle sue dita fresche annientavano in poco il dolore alla mano.

- guarirà in poco, non ti preoccupare, più che altro vedi di curarteli anche i graffi piccoli, bisogna stare attenti- Kanata annuì mestamente fissandosi la fasciatura - adesso da bravo bambino mettiti lì e prepara le cose per domani mentre prendo la roba per mangiare e faccio i panini, va bene?-

- si, mamma- Miyu gli fece la linguaccia e poi si avvicinò al proprio zaino per prendere l’occorrente, sembrava di stare in campeggio più che in missione, ma purtroppo non potevano dare nell’occhio, comunque sia contavano di arrivare alla villa entro il pomeriggio seguente e portare a termine l’incarico.

Intanto mentre lei faceva queste riflessioni Kanata stava rovistando nel suo zaino, lanciando di tanto in tanto occhiate alla ragazza che stava facendo i panini. Non l’aveva mai notato, o meglio aveva fatto finta di non notarlo, ma Miyu era così… come definirla? Non sapeva bene come la considerava al momento, era bella, dolce, irritabile, intrattabile, allegra, ingenua, permalosa, spensierata, sconsiderata… era Miyu, era sempre stata così, ma da qualche tempo a questa parte tutte queste cose, che un tempo erano state fonte di fastidio o di divertimento, ora gli sembravano quanto mai desiderabili. Non era il suo tipo, il suo era un tipo un po’ noioso, doveva essere equilibrata, seria, responsabile eccetera, ma evidentemente il tipo che si era prefissato non era lo stesso della sua mente, o, chi lo sa, lo stesso del suo cuore.

Miyu era tutto quello che mai avrebbe pensato di amare, ma in lei era qualità apprezzabili, e alla fine anche l’essere sbadata e un po’ troppo frizzante era piacevole. Un po’ più che piacevole. Ooohh va bene molto più che piacevole, amabile diciamo, o ancora di più? Oh beh... lasciamo perdere.

Sollevò lo sguardo e percepì il chiacchiericcio della ragazza che stava facendo chissà quali considerazioni, cercò di prestare ascolto per constatare che stava rimproverandolo della sua imprudenza.

- correre in quel modo! Potevamo farci più male, non è che la strada sia propriamente facile, e metti che mi rotolavi giù dalla montagna? Io da sola non continuo eh, fatti male quanto vuoi ma io ti ci porto pure morto o con le stampelle lassù con me, da sola non ci vado mica. Lavorare da sola mi piace ma lì sono in tanti, insomma…- Kanata si alzò ridacchiando per aprire i sacchi a pelo - e poi a volte non mi capisco, perché non ho mai voluto lavorare insieme ad altri? E pure tu! Altri sarebbero stati d’aiuto. Non credi? Si, insomma, avevo paura di fare danni, a volte mi è capitato ma è andato tutto benone, eppure ho continuato a fare tutto da sola!- la ragazza prese due piatti e ci mise sopra due panini, poi si allungò per prendere la frutta dallo zaino - tu che ne pensi?-

Il ragazzo prese l’altro sacco a pelo e distendendolo rispose - mi era capitato solo un’altra volta, ed era andato tutto liscio, ma in effetti avevo paura che mi potessero ostacolare. Con te è stato diverso-

- in che senso?- chiese Miyu bloccandosi nel rovistare nella borsa - come diverso?-

- l’ho accettato prima, dopo che mi sono reso conto che anche tu lavoravi qui, ovviamente, ma dopo averlo accettato ero preoccupatissimo, ero felice di avere te, di non doverti dire un’altra bugia, ma avevo paura- la ragazza riprese lentamente a cercare nella borsa e ne estrasse due arance, mentre lui si alzava soddisfatto del suo operato, si avvicinò al fuoco per attizzare le fiamme che si andavano spegnendo - anche io, ho provato le stesse cose, in un certo senso è stato terribile, in un altro bellissimo, non saprei come dirlo- la sua constatazione cadde nel silenzio, che diede ai due il tempo di riflettere su quanto avevano appena detto, lui non si era mai confidato così con lei, e questo l’aveva un po’ scosso, si sentiva più leggero, e neanche lei era solita a dire quello che provava, anche perché quello che provava quando stava in sua compagnia era meglio tenerlo per sé.

Miyu prese una bottiglia d’acqua e la posò a terra vicino al fuoco assieme a due bicchieri, poi si voltò per prendere i piatti con le cibarie, Kanata dopo aver fissato per un tempo indefinito il fuoco le si avvicinò, con l’intenzione di parlarle di quello che provava da mesi per lei, sempre che ci fosse riuscito, non era certo di averne la forza o il coraggio.

- la cena è serv…- esordì la ragazza voltandosi con due piatti sulle mani in equilibrio precario, ma si ritrovò faccia a faccia con Kanata, e, senza sapere come, si ritrovò con le labbra del ragazzo sulle sue, le arance rotolarono a terra con un tonfo ovattato.

Kanata si staccò da lei, che immobile lo fissava, le osservò la bocca dischiusa, gli occhi sorpresi e sgranati, le sopracciglia alzate per l’improvvisata, le gote arrossate, poi non si accorse nemmeno di quello che successe, solo dopo la sua mente gli rimandò immagini al rallentatore di quegli attimi.

Qualcosa negli occhi di Miyu cambiò, si mosse, azionando mille altri ingranaggi che la portarono a lasciar cadere i piatti, mentre i panini facevano la fine delle arance, e avvolgere le braccia attorno al collo di Kanata, baciandolo. Lui la strinse di più, le mani sulla sua schiena come a comunicarle mille parole che non sapeva dirle.

Inutile dire che per quella sera la cena fu saltata a piè pari, e giunsero senza mezzi termini al dessert.

 

E un anni dopo, una mattina, Miyu si svegliò, entrò in cucina trovando il tavolo apparecchiato, una grossa brioche al centro, Kanata in piedi appoggiato con il fondoschiena al mobile della cucina, leggermente impacciato. Guardarla o no?

Miyu si sedette con un’espressione assieme curiosa e furba, e lui dopo un attimo di esitazione fece altrettanto.

- a cosa devo questa… ehm… brioche gigante? È il mio compleanno? Ma ancora più importante… è alla crema o al cioccolato?-

Kanata prese un coltello rispondendo - entrambe… metà e metà…insieme- detto questo diede a Miyu la parte alla crema e lui prese quella al cioccolato.  Miyu con un mezzo sorriso, ora anche il suo un po’ impacciato, si verso del cappuccino e ma nessuno dei due cominciò a mangiare. Kanata sospirò ed esordì con la voce un po’ tremante.

- so che queste cose si fanno di sera… di solito… in un momento commovente, o in un anniversario  non so… magari in un posto elegante con davanti un’aragosta- ridacchiò, e Miyu fece altrettanto, sempre più agitata, aveva una mezza idea di quel che lui voleva…

- si, insomma… mi vuoi sposare?- chiese trattenendo il fiato, lei insicura se ridere o piangere  aggirò il tavolo, sotto i suoi occhi attoniti, e lo abbracciò facendolo quasi cadere dalla sedia. Non un abbraccio normale, ma un abbraccio da orsacchiotto, un abbraccio forte e stretto, da orsacchiotto perché gli orsacchiotti non si fanno male.

Kanata si schiarì la voce imbarazzato e divertito - non avrei ancora finito- lei si staccò da lui con gli occhi lucidi e un mezzo sorriso tratteggiato sulle labbra, si sedette sui propri talloni a terra, allora lui scansò la sedia e incrociò le gambe sedendosi, poi infilò una mano in tasca con fare misterioso, si schiarì la voce - dicevo… mi vuoi sposare?- e tirò fuori un piccolo anello d’argento con due piccoli luccichii preziosi incastonati - prima me n’ero scordato- disse sorridendo e porgendole una mano. Lei la accettò e lui dopo averle infilato l’anello al dito si alzò e la attirò a sé.

- era un sì quello di prima?- lei scoppiò a ridere tra le sue braccia e gli posò un bacio a fior di labbra e un pugnetto sul braccio, rispondendo che - tu che dici? Certo che era un sì!-

 

Non so come chiamarmi: ora che sono certa che non muori (xD) mi dici perchè ti sei messa a ridere così? xD anche a me veniva da ridere ma lo scopo non era esattamente quello xDDDDD

Sakura Hime:grazie^-^ com'è andato questo? a me non garba più di tanto... xD l'inizio delle mie fanfiction è sempre meglio della fine xDDD

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