Hello.

di MakieyoMela
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuto, ragazzo del primo anno. ***
Capitolo 2: *** Sono Kibum! ***
Capitolo 3: *** Che guardi, Kibum? ***
Capitolo 4: *** Chi cerchi, Jong? ***
Capitolo 5: *** Correre non porta mai nulla di buono. ***
Capitolo 6: *** Piccolo intro per una nuova vita. ***
Capitolo 7: *** Che mi sono perso? ***
Capitolo 8: *** Ti ho ritrovato, Kibum. ***
Capitolo 9: *** Grazie, Jjongie. ***
Capitolo 10: *** Ricordi del liceo. ***
Capitolo 11: *** La fine del nuovo inizio. ***



Capitolo 1
*** Benvenuto, ragazzo del primo anno. ***


Amavo farmi notare dalle ragazze della mia classe; cantando, ballando. Non importava come, amavo farlo e basta. Mi dedicavo alla chitarra, alla musica. La musica: solo sentirne parlare i miei occhi si trasformavano in cuori. Ero un fantatico del rock, stiamo parlando dei tempi del liceo, precisamente il secondo anno. Avevo avuto molte storie dietro la mia vita, forse troppe.
Ma nessuna delle quali fosse stata seria o duratura se non più di una settimana. 
Odiavo le cose serie, soprattutto con le ragazze di quei tempi. Non ne riuscivo a trovare una a cui piacesse il mio vero io. Arrivato al punto da amare la mia immagine, da solo. Mi guardo allo specchio, ero carino, bene. Potevo andare avanti. 
Quel giorno, in pieno caldo tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno, era il primo giorno in cui dovevamo accogliere le nuove prime del liceo. 
-Ricorda, incollati un sorriso sulle labbra e non fare il tenebroso- Mi ripeteva mia madre, aggiustandomi il colletto della camicia bianca alzato e stringendomi la cravatta rossa. 
Sbuffai facendole alzare qualche capello sul viso.
Lei mi guardò -Per favore, non farti buttare fuori già dal primo giorno del secondo anno. Abbiamo avuto già troppi problemi l'anno scorso- Si allontanò di qualche passo dalla mia figura e mi squadrò -Sei perfetto!- Battè le mani con un sorriso soddisfatto.
La lasciavo fare, mi faceva piacere che mia madre sorridesse almeno una volta in una giornata. 
Presi la borsa dal divano -Vado, ci vediamo stasera- Cercai di sorriderle, sembrando più convincibile possibile per poi sbattere la porta dietro di me. 
Dopo qualche passo fuori casa, passato il muretto che la nascondeva, lanciai lo zaino strapieno di roba in un cespuglio e mi rialzai il colletto, facendo la cravatta più larga e togliendo la camicia dal pantalone. 
Arrivai a scuola se non dopo un quarto d'ora, la cerimonia era già iniziata e io ero in ritardo, come al solito. Mi andai a sedere vicino ai miei due migliori amici: Minho e Jinki. Passando tra le varie sedie, un gruppo di nuove ragazze iniziò a fissarmi sparlando. 
E' carino. Sarà più grande? Chissà se ho un possibilità. 
Mi venne da ridere, ma mi trattenni, facendo l'indifferente e sedendomi sulla sedia rossa pieghevole -Che mi sono perso?- Sussurai ad entrambi. 
-Un cazzo, stanno parlando da mezz'ora- Sbuffò Minho, quasi steso sulla sedia. Jinki invece era preso dalla conversazione che stava tenendo la professoressa di Arte. 
Era giovane, era bella, era una mia vittima dell'anno scorso. 
-Hai avuto davvero fortuna per essertela scopata- Continuò Minho -Onew si sta deprimendo per questo- 
Diedi una pacca sulle spalle ad Onew -Scusa, amico. Non sapevo ti piacesse- Sorrisi.
Jinki non mi rivolse lo sguardo -Lo so, Jong, ora taci e fammi sentire- Trattenne una risata e continuò a fissare la donna in minigonna sul palco. 
-Visto quante belle ragazze che sono venute quest'anno?- Minho mi mise una mano sulla spalla -Pensi che ce ne lascerai una?- 
Lo guardai, con sguardo da playboy -Non so, forse- 
La campanella trillò e i professori ci fecero entrare nelle nostre classi per iniziare le lezioni. Le prime invece erano a fare un tour della scuola; avrebbero finito la sera, la nostra scuola era abbastanza grande. 
-Signorino Kim, è un piacere averla in classe- Mi guardò il prof. dall'altra parte dell'aula. 
-E' fin troppo un piacere, quindi, penso andrò a  fare un giro- 
Uscii dall'aula senza preoccuparmi delle urla del prof.
Passeggiavo tra i corridoi come se fosse casa mia, passai fuori al bagno delle ragazze, dando una sbirciatina.
-Ragazzo, non dovresti- Quella voce mi spaventò, tanto da farmi girare toccandomi il petto. 
Mi ritrovai un ragazzo poco più alto di me, con sguardo da cerbiatto disperso che mi indicava. 
Lessi il nome sulla targhetta: Kim Kibum.
-Tu devi essere uno dei nuovi arrivati- Gli passai affianco toccandogli i capelli -Benvenuto- Sorrisi, forse un pò cattivo senza preoccuparmi della risposta e iniziai a scendere le scale. 
-Non mi hai detto il tuo nome- Sentii dire alle mie spalle. Non detti peso a nulla, continuai il mio cammino. Mi sarei dimenticato il viso di quel ragazzo da lì a pochi secondi. 

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Capitolo 2
*** Sono Kibum! ***


Camminavo sorridendo nel cortile della scuola. Salutavo tutti, anche chi non conoscevo, ero fatto così. Dovevo dare buona impressione. Avevo le mani nelle tasche del pantalone nero. Mi sentivo troppo osservato, ma continuavo a sorridere come un ebete (?). 
-Ciao- Sentii pronunciare alle mie spalle. Una voce piccola, molto delicata. Mi voltai trovandomi davanti una delle nuove ragazze: bellissima. 
Levai le mani dalle tasche -Ciao anche a te- Non so, continuavo a sentirmi osservato. Ma non era lo sguardo della ragazza davanti a me, era qualcun'altro. Stavo iniziando ad irritarmi. 
-Tu .. Sei Jonghyun, Kim Jonghyun, vero?- Gli occhi di quella ragazza erano sulle mie converse nere un pò sporche e scritte sopra.
-Beh, dipende se stai parlando con me o con i miei piedi. Perché loro si chiamano- indicai il piede destro -Ronnie- inidicai il piede sinistro -e Vinnie- La sentii ridere. 
-Scusami, ma.. Sono timida- Aveva le mani coperte dalle maniche lunghe della sua camicia. Alzò lo sguardo di poco, ma tanto da fissarmi negli occhi. I suoi erano lucidi -Mi chiamo Yoona Soo Park-
-Il piacere è tutto mio, cara Yoona- Mi voltai verso destra -Vado a fare un giro, a dopo- La lasciai lì. 
Non che non mi piacesse, ma le ragazze del primo liceo non erano il mio forte, non volevo che si illudessero. A me piacevano quelle con esperienza, quelle "piene" in un certo senso. 
Notai, su una panchina, il ragazzo che avevo incontrato ore prima nei corridoi. Era solo, ma osservavo più che altro le sue scarpe rosa. 
Iniziamo bene, pensai, passandomi una mano sulla fronte. 
Mi avvicinai a lui, sedendomi al suo fiancò; sussultò -Se vuoi fare amicizia, almeno in campo femminile, togliti quelle scarpe rosa, non sono il tuo punto forte- Non lo guardavo, giravo lo sguardo altrove con le sopracciglia corrugate per via del sole. 
Non ricordavo il suo nome, non ricordavo nemmeno la sua voce, fino a quando non spiccicò parola -Non voglio fare colpo, io non passo inosservato nemmeno se voglio. Io sono Kibum, cioè.. Sono Kibum-
Cosa avevo pensato prima? Ah si, iniziamo bene.
Si alzò -Che tu, grande playboy, mi parli o meno non è che possa influire sulla mia popolarità- 
Lo interruppi -Popolarità tra formiche o muretti..? No, spiegamelo, non riesco a capire- Qualcuno che ci stava ascoltando, forse, dietro al giardinetto, rise. 
Non mi rispose, non mi regalò nemmeno uno sguardo, solo mi girò le spalle fuggendo. 
-Non ti consiglio di parlare con quel tipo.. E' strano- Riconobbi la voce di Minho -Si dice che abbia avuto solo fidanzati maschi, c'è da preoccuparsi- 
-Fidanzati maschi o no, io non riuscirei a starci nemmeno un minuto con quell'essere, è irritante, peggio di ogni ragazza- Poi ci pensai su -Davvero ha avuto solo fidanzati?- Guardai il mio amico, alzato al mio fianco.
-Non proprio, ma si dice che preferisca i maschi- 

Per quelle notti calde preferivo dormire in mutande, ma anche se ero mezzo nudo, non riuscivo a chiudere occhio. Avevo in testa l'immagine fissa di quel ragazzo che mi voltava le spalle. Ma.. Cosa me ne importava? Era irritante, un idiota, era un ragazzino che non aveva ancora capito chi fossi io e come si dovesse comportare con me. Ci voleva pazienza, ripetevo a me stesso. 
Sbuffai, girandomi su un lato, verso la finestra da cui si intravedeva la luce della luna piena. Era inutile, anche guardando quel cielo non riuscivo a prendere sonno. 
Mi alzai, mettendomi seduto con un gomito sul ginocchio alzato. 
Com'era che si chiamava? Kimbum? Kichum? Ki... No, non lo ricordavo. 
Mi rimisi steso, con la pancia rivolta verso il soffitto e le mani dietro la testa. 
Era carino, pensai, si.. Quel ragazzo era davvero carino. 
Chiusi gli occhi, con un piccolo sorriso sulle labbra e mi addormentai. 

Le immagini erano vivide, tutto era ben colorato. Una salita, un albero spoglio, un pò di neve, Lui. 
-Kibum, che fai qui?- Gli corsi vicino, era a mezze maniche -Prenderai freddo- Mi levai la giacca per dargliela. 
-Sono Kibum, posso resistere al freddo- Pronunciò facendo cadere la giacca a terra. 
Lo abbracciai da dietro -Allora fatti riscaldare così, che sembri un polaretto- 


DRIIIIIIN.

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Capitolo 3
*** Che guardi, Kibum? ***


Questo capitolo sarà un pò diverso, rimarrò a scrivere un pò i pensieri di Kibum, i suoi ricordi.. Beh, non voglio anticipare nulla, è tutto da leggere :D





Vedevo l'orizzonte in fondo che divideva il mare blu e pulito dal cielo in fase di tramonto. Ero seduto sulla sabbia, da solo. Stiamo parlando dei tempi delle medie, l'ultimo anno, l'estate prima che iniziasse il liceo. Tenevo le braccia strette alle ginocchia, poggiandoci il mento sopra. 
Sbuffai, vedere quello spettacolo del sole rosso calare nel mare da solo era un vero peccato. In quel momento volevo condividere tutto con qualcuna.. O qualcuno, ma ero sempre stato considerato un tipo un pò diverso. 
Quando camminavo per i corridoi della mia scuola, sentivo dirmi alle spalle: Il ragazzo che ha perso i genitori. 
Forse era quello il mio soprannome, forse ritenevano immaturo che un ragazzo della mia età passasse i pomeriggi con la nonna, che passasse giornate intere a cucinare.
Il sole era già per metà nell'acqua e io continuavo a fissarlo senza battere ciglia. Muovevo i piedi nudi nella sabbia, mettendoli dentro e poi fuori, e sentivo ogni piccolo granello scorrere sulla pelle. 
Cercai di non far cadere nessuna lacrima, cercai di non sembrare un bambino, cercai di diventare invisibile.. Invisibile: era quello che volevo essere quando mi capitava di passeggiare per strada, per i corridoi. 
-Davvero un bel panorama, non credi?- La voce veniva dalla mia destra, non girai il capo, cercai di guardarlo con solo un movimento d'occhi -Non hai freddo? Ormai il sole è calato e sta iniziando a buttare vento- 
Un ragazzo con un cappello e degli occhiali, sembrava una scimmia. Tornai a guardare l'orizzonte quasi scomparso dal troppo buio.
-Ho capito..- Il ragazzo tornò dietro. 
Se n'è andato finalmente, pensai. Poi capii era un pò contraddittorio; volevo o non che qualcuno gustasse quel panorama con me? 
Nascosi tutto il viso dietro le ginocchia, stringendo gli occhi.
Non devo piangere, non devo piangere, continuavo a ripetere a me stesso. 
Poi sentii il caldo di una coperta sulle spalle. Alzai il viso, trovando quel ragazzo di fronte al mio viso mentre sorrideva. 
-Così non sentirai freddo- Continuava a sorridere, mostrando i suoi denti perfetti e bianchi come la luna che era appena sorta. Guardai il suo abbigliamento; era piuttosto leggero.
Era alzato al mio fianco a guardare il cielo, e non ci pensai due volte a tirargli un pò il pantalone per richiedere la sua attenzione. Quando i suoi occhi incrociarono i miei, feci segno di mettersi sotto la coperta. 
-No, ma va là, non preoccuparti- Continuava a sorridere, pur sapendo che stava congelando. 
Mi alzai, portando il braccio intorno alle sue spalle e coprendo anche lui con quella coperta rossa stile scozzese. Ci sedemmo, lui si girò, mi guardava con gli occhi lucidissimi con un faccino sorpreso. 
-Non stai bene, hai freddo- Pronunciai un pò timido, forse sussurrando. Non ne ero sicuro nemmeno io. 
Ci stavamo guardando, sentivo il suo respiro sul mio viso, tanto da farmi sentire caldo. E quel caldo che stavo sentendo non era per la coperta, e forse nemmeno per il suo respiro caldo sul mio viso. Era l'agitazione. Le palitazioni. Il mio cuore pulsava come non so che. 
Mi guardò le labbra, le cui morsi per l'ansia. Cosa stava pensando? Voleva baciarmi? 
-Hai.. Delle labbra stupende- Ogni singola parola era come un armonia per le mie orecchie. 
Abbassai lo sguardo, imbarazzato. 
Le sue labbra raggiunsero le mie, erano morbide e dolci. Un pò bagnate dalla saliva, ma piacevoli. Sentii una delle sue mani toccarmi il viso, quasi accarezzandolo, sentivo solo il rumore che provocavano quei piccoli baci a stampo. Io ero immobile, non dalla paura, ma che non sapevo come muovermi, cosa fare. 
Si staccò guardandomi -Non.. Ho.. Resistito, scusam..- Lo interruppi mettendogli le mani al collo e tirandolo a me. Le nostre labbra si ricongiunsero. Questa volta non si trattenne, iniziò a bagnarmi le labbra con la sua lingua fino a quando non lo accettai nella mia bocca. Le nostre lingue, non appena si toccarono, furono come due amici che si abbracciano poiché non si vedevano da tempo. 

Siamo ai tempi del liceo, il primo liceo, e avevo trovato lui. Quel ragazzo della mia sera in spiaggia. Passavo fuori alla sua classe, lo guardai dalla finestra, era a scarabocchiare su un quaderno tenendo la testa poggiata su pugno di mano. 
-Che guardi, Kibum?- La mia amica seguì il mio sguardo fino a lui -Jonghyun?

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Capitolo 4
*** Chi cerchi, Jong? ***


Continuavo a fare dei piccoli cerchietti con la penna nera su quel povero quaderno di Minho. Non sapevo nemmeno a cosa stessi pensando. Girai lo sguardo versola finestra interna della classe, vidi Kibum che mi osservava. A quel contatto d'occhi, posai la penna sul banco bianco e mi misi correttamente seduto continuando a guardare la figura magra aldilà della finestra dai bordi neri. 
Mi stavo chiedendo del perché fosse lì, del perché mi stesse guardando.. Del perché mi era presa una botta al cuore nel solo vederlo.
-Professore, posso andare in bagno?- Chiesi, con un pò di voce tremolante.
L'uomo alzato alla lavagna, in fondo alla classe, si girò -Vai pure- E riprese a scrivere chissà quale formula di chissà quale materia con quel gesso bianco. 
Alzandomi notai che Kibum aveva preso a camminare piuttosto velocemente verso la direzione dei bagni, non ci pensai due volte a raggiungerlo correndo. 
-Ehi, Kibum!- Cominciai ad urlare, notando il suo disinteresse nel volersi fermare per ascoltarmi. Lo raggiunsi dopo non poco, entrambi con l'affanno. Poggiai una mano al muro piegandomi a metà quando lui si fermò davanti alla porta bianca dei bagni.
Lui ci poggiò il sedere sopra mettende le mani sulle ginocchia e cercando di riprendere fiato. 
-Si può sapere cosa cazzo corri? Ti devo parlare- Tentai di dire tra i tanti sospiri, ma lui non mi guardò, non cercava il mio sguardo come io cercavo il suo. Stava guardando il pavimento, forse, se non le sue scarpe rosa -Vedo che ancora non hai cambiato le scarpe- Mi ricomposi, facendo un piccolo sorriso sghembo. 
-Fatti i cazzi tuoi, Jonghyun!- Mi strepitò, girandosi da un lato e mettendo le braccia conserte. 
-.. Ma non ti ho mai detto il mio nome, come fai a seperlo?- 
Si girò verso di me -Mi stai prendendo per culo? E allora a cosa esistono le targhette?- Disse indicando la mia attaccata alla camicia bianca. 
Pessima mossa, Jong. 
Anche se si era girato per un insulto, almeno questa volta ci eravamo guardati negli occhi, avevo finalmente incrociato i suoi occhi da cerbiatto disperso. Lo guardai, lo scrutai, dai capelli neri alle labbra, le sue labbra stupende.
-Hai.. Delle labbra stupende- Mi lasciai sfuggire. 
-E' la seconda volta che me lo dici, e ora che farai? Mi bacerai di nuovo?- 
Ma di cosa stava parlando? Baciare di nuovo? Mi allontanai di un passo cercando di seguire il suo discorso, sensato solo per lui stesso -No, spiegami-
-Spiaggia, tramonto, per te primo liceo, per me medie. Ricordi?- Sembrava irritato, senza nemmeno un briciolo di pazienza.
Ricordai solo un ragazzino, una coperta e.. Dei baci. -ERI TU?!- Urlai per poi rimanere con la bocca aperta e gli occhi spalancati. 
-No, mia nonna, cosa dici?- 
-Wow...- Smisi di guardarlo per osservare il pavimento, mettendomi una mano nel fianco come se stessi pensando a cosa fare -Beh..-
Kibum era invece a fissarmi, mise una mano sulla mia camicia, sul mio colletto come se tirarmi a se -Che dici di riprendere da quella.. serata?- Ora parlava in modo dolce.
Avevo ripreso a guardarlo, lui fissava le mie labbra, quelle labbra che avevo sempre amato. Non parlammo più. Lo sbattei al muro, impedendogli un'uscita con le mie braccia. Le nostre labbra erano già serrate come le nostre lingue che si cercavano. Sentii passare una sua mano dal mio petto alla zip dei miei pantaloni, l'abbasso. Mi staccai da lui, entrambi sorridevamo, e non ci pensai due volte ad aprire la porta del bagno per intrufolarci dentro. Chiudemmo a chiave. 
Mi mise le braccia al collo e lo feci sedere sul lavandino, continuavamo a baciarci. Poi mi staccai dalle sue labbra iniziando a baciare il collo fino ad arrivare al petto. Sentivo il suo cuore battere come un martello. 
La sua mano cadde ancora sui miei pantaloni, slacciò la cintura e me li abbasso completamente, e massaggiava la mia erezione dai box blu. Gettai un gemito di piacere, allontanandomi dal suo petto senza pensarci ancora nel aprire la sua di zip. 
Scese dal lavandino, abbassandomi le mutande e prendendo il faccia il mio membro. Me lo massaggiava, prima lento poi veloce. Venni dopo un quarto d'ora e lui leccò tutto. 
La cosa fu reciproca quando io feci venire lui. 
Poi arrivò il momento di entrargli dentro; avevo paura. Paura di fargli male.
-Senti Kibum..- Sbottai mentre lui apriva il rubinetto per bagnare una mano -Ho paura.. Di farti male, insomma...-
-Jong, potrà anche essere la mia prima volta .. Ma non devi preoccuparti, ora prendi una mano bagnala e preparami- Lui si sedette di nuovo sul lavandino aspettando. Aveva poggiato le mani dietro di lui tanto da curvarsi un pò.
Bagnai la mia mano con dell'acqua calda, tiepida e poi iniziai a penetrarlo con un dito. Gli vennero i brividi. Provai con due, e poggiò una sua mano sulla mia spalla abbassando la testa. Arrivai al terzo dito, forse il più doloroso.
-Se vuoi mi fer..- 
Non mi lasciò continuare -Mettilo dentro, e zitto- Stringeva gli occhi. Non sapevo se credergli o no. Ma una volta tolte le tre dita, mi avvicinai mettendoglielo lentamente dentro. Strepitò, ma non mi fermai, ormai ero coinvolto nella situazione. Continuavo ad andare sempre più veloce, e i suoi gemiti si trasformarono in un qualcosa di piacevole, stava godendo come me. Afferrai il suo membro iniziando a massaggiarlo, nell'intenzione di venire insieme; così fu. 
Ci ritrovammo entrambi sudati e senza fiato peggio di una corsa di 100 metri. 
Uscii da lui con sguardo basso ma lui mi baciò, come se fosse una cosa normale. 
Sorrisi, incrociando il suo sguardo -Vestiti e andiamo in classe, sono già le tre, tra poco ce ne dobbiamo andare- 

Fuori al cancello cercavo Kibum da tutte le parti, ma era quasi invisibile -Chi cerchi, Jong?- Domandò Minho.
-Un.. Mio amico- Non scesi nei particolari.
Quando trovai quella testolina in mezzo a tante, corsi fino ad arrivargli vicino -Kibum!- 
-Presente!- Mi sorrise, mi guardò. Stavo per morire. 
-Ti accompagno a casa, vieni- Solo dopo notai che al suo fianco c'era un altro ragazzo, un pò più basso di noi.
-Ehm.. Ok! Lui è Taemin, è all'ultimo anno di medie ma il prossimo anno verrà qui- 
-Piacere tutto mio, adesso andiamo- Gli afferrai la mano, solare come una pasqua, e iniziammo a camminare lasciando quel Taemin lì con il gruppo di ragazze di primo liceo.
Kibum mi guardò un pò sorpreso e mi lasciò la mano non appena ci allontanammo un pò dagli studenti della scuola che ci fissavano. Lo guardai, chiedendomi del perché avesse tolto la mano. 
Avevo preso fiato per parlare ma lui prese la mia mano e se la intrecciò alla sua, come da coppia -E' così che si tiene per mano il proprio ragazzo- Mi sorrise.
Le sue labbra a cuoricino erano un qualcosa di impossibile da spiegare con parole normali. 
Lo baciai a stampo, senza preoccuparmi delle persone che ci passassero affianco iniziando a commentare. 
Era finita così quella giornata, quella splendida giornata.   

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Capitolo 5
*** Correre non porta mai nulla di buono. ***


Un pò di bava cadeva sul lato destro della mia bocca e il mio naso inspirava odore di libri, vecchi e nuovi. Sentii, poi, una mano accarezzarmi la testa, mugugnai qualcosa di incomplensibile anche a me stesso senza nemmeno aprire gli occhi; dormivo, sognavo, e non volevo essere disturbato. 
Il tocco leggero di quella mano continuava a toccarmi la testa, come se fossi un bambino. Sorrisi, senza rendermene conto -Umma, lasciami dormire- Borbottai, rauco, con una voce piena di sonno. 
Una risatina entrò nel mio cervello, riconoscendola; era lui. Era venuto a svegliarmi. Allungai una mano verso la sua, prendendola -Ciao, tesoro- 
Aprii di poco un solo occhio e mi ritrovai quelle labbra stupende a sorridermi. Fu il risveglio più bello di tutta la mia vita. 
-Stanno per chiudere la biblioteca, stanno tutti andando a casa. Ci dobbiamo preparare per la gita- Incominciò a dire, intanto avevo intrecciato la sua mano e l'avevo baciata -Se non faremo in fretta ci lasceranno qui- 
A quel solo pensiero, di rimanere solo con lui in una biblioteca immensa, mi eccitava. 
-Allora resteremo qui- Chiusi di nuovo gli occhi e mugugnai. 
Lui si alzò lasciando la mia mano per prendermi sotto le braccia -Bene, se non vuoi svegliarti con le buone, ti farò svegliare con le cattive- Passò la mia mano sui fianchi e iniziò a farmi il solletico.
Balzai dalla sedia -Sono sveglio, sono sveglio- Allontanadomi da lui stordito ma ancora sorridendo. 
-Molto bene, andiamo- Prese la borsa dalla sedia e si avviò alla porta.
Da lì a poche ore avremmo condiviso una stanza, avremmo condiviso il bagno e chissà quale altra cosa. Misi la mia borsa alle spalle e lo raggiunsi prendendogli la mano che aveva libero. 

Guardavo mia madre girare da una stanza all'altra prendendo chissà quale e quante cose, per metterle nella mia valigia verde. Quasi stesse facendo ginnastica, vidi una goccia caderle in viso dal sudore. 
-Umma, calmati- Le dissi, venendole dietro -Sono solo quattro giorni in paese, tra campagne e animali, non ti devi preoccupare- Non riuscivo a stare al suo passo, tanto che mi dovetti sedere e sbuffare.
Non mi ascoltava, era come un cane che voleva giocare e distruggere le mie cose. 
Si fermò per guardare l'orologio -OMO, è tardissimo, devi essere lì tra dieci minuti e non ti sei nemmeno vestito!- Mi urlò alle orecchie. Afferrò la mia mano buttandomi, letteralmente, nel bagno, lanciandomi vestiti -Sbricati o ti farò vestire da tuo fratello!- 
Chiusi a chiave la porta e iniziai a spogliarmi. 
Non facevo altro che guardarmi allo specchio, toccarmi i capelli e.. Fare pipì; beh, quando scappa, scappa. 
Uscii di lì dopo non poco e mia madre mi si precipitò addosso dandomi un cappotto, un capello e la valigia con qualche borsone in più di cui non sapevo l'esistenza fino a pochi secondi prima. 
-Bene, il pullman è già lì, vi porterà in questa campagna. Fai il bravo, non farti sgridare o mettere note, tu sei un bravo ragazzo dopotutto- Continuava a dire cose senza senso, aggiustandomi i vestiti e i capelli -Bene, vai!- 
Mi cacciò dalla stanza portandomi fino fuori casa dove c'era una macchina con mio fratello maggiore. Abbracciai mia madre e salii in auto -Ok, salvami da questa pazza-
-E' solo preoccupata per te- 

Kibum era già lì a parlare con qualche suo amico di classe. Lo vedevo sorridere mentre chiacchierava felicemente con altri ragazzi; mi venne il voltastomaco. Mi avviai da lui -Ciao, amore- Baciandolo a stampo.
Il gruppo di amici di guardò estrefatti, non se lo aspettavano.
Salimmo tutti sul pullman, Kim Kibum non aveva ancora spiccato parola, fino a quando il sole non sorse. 
Eravamo seduti vicino, gli tenevo la mano ma lui non la stringeva e nemmeno mi guardava; osservava l'alba al di fuori del finestrino.
-E' successo qualcosa?- Domandai, preoccupato. 
Lui si girò, per poi abbassare lo sguardo sulle nostre mani -E' che.. Credo stiamo correndo troppo- Mi lasciò la mano, tornando a guardare fuori dal finestrino.
Non parlammo più, mi voltai verso Minho che era a fare colpo con delle ragazze e Jinki era vicino alla professoressa di Arte.
Loro riuscivano a sorridere in quel momento, ma io non sapevo se farlo o no.
Credo stiamo correndo troppo.
Erano passati solo alcuni giorni da tutto quello che era successo, ci vedevamo spesso grazie alla scuola. In che senso correvamo troppo? 
Mi alzai dal mio posto e andai a sedermi in mezzo ad un gruppo di ragazze, Kibum mi rivolse uno sguardo ma poi si rigirò tornando a guardare fuori dal vetro. 
Le ragazze mi sorrideva, socializzavano ma io rimanevo impassibile.. Sarebbe stata la gita più brutta di tutta la mia vita. 

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Capitolo 6
*** Piccolo intro per una nuova vita. ***


Le stanze erano state assegnate in base ai cognomi, e fu in quel momento che avrei preferito avere un cognome diverso. 
-Per favore, solo per questa volta- Supplicavo il direttore per farmi cambiare la camera -Ci sarà posto in una stanza con Choi Minho, per favore- Avevo le mani congiunte e mi inchinavo a tutte le parole che dicevo.
Il direttore mi guardò con fare scocciato -No, ti ho già detto di no, Kim. Vai nella tua camera, preparati che tra poco c'è la cena- Mi disse. 
Abbassai il capo e con piccoli passi mi diressi nella mia camera. Era per quattro persone, tra cui sarei stato io, Kibum e altri due di terza e seconda. 
Appena varcata la soglia della stanza, mi ritrovai gli occhi addosso di Kibum -Dormirai nel letto affianco al mio, l'hanno deciso loro- Indicò i due ragazzi poggiati sui rispettivi letti.
Non accennai parola, mi buttai sul letto e chiusi gli occhi -Se volete vi lasciamo soli- Pronunciò ridendo uno dei due ragazzi. 
Aprii gli occhi solo per guardarne uno, ero pronto per rispondere a quella provocazione ma Kibum mi precedette -Non stiamo più insieme, ci siamo lasciati- 
Puntai gli occhi su di lui, occhi sbarrati, bocca aperta. Mi alzai afferrandolo con un braccio e lo portai fuori dalla camera.
-Spiegami in che senso ci siamo lasciati- Gli urlai. 
Lui si guardò attorno -Sh! Non urlare, ci possono sentire- Posò gli occhi su di me -Come già ti ho detto, stiamo correndo, a me non piace correre- 
-Sbaglio o sei stato tu quello che mi ha provocato per fare sesso?!- Ero furioso. Si poteva vedere il fuoco nei miei occhi.
I suoi invece erano calmi, lui stesso era calmo, come se non gliene importasse nulla, come se non fosse affar suo. 
-Basta, mi... mi sono scocciato di te- Pronunciai sussurrando, questa volta. 
Tornai nella mia camera, i due ragazzi non c'erano, meglio. 
Mi buttai al letto fiondando la testa nel cuscino.
Non stiamo più insieme, ci siamo lasciati. 
Dovevo dire la verità? Non me ne importava, stavamo insieme da poco, quei pochi giorni sarebbero stati facili da dimenticare, ma il problema era superare la gita. 
Lui entrò nella camera, sbuffando. Con quale coraggio? 
Iniziai a leggere un libro; a Minho piaceva, ma non avevo mai capito cosa ci trovasse di tanto bello. Ma ero pronto per provare pur per non pensare a quell'essere che mi girava affianco quasi mi volesse provocare. 

Passarono i giorni, tutti e quattro e tutte le notti. 
Io e Kibum non avevamo più parlato e non c'eravamo più guardati. Nemmeno un accenno per strada, nemmeno un saluto.
Mi stavo abituando. 
Ma le sue labbra.. Quelle labbra. 
Ogni notte mi tornavano in testa, ogni notte mi tornava in testa che lui mi stava facendo provare il vero amore. Stupido Jonghyun.
Stavamo per partire, Minho si era accorto del mio malumore già da un pò, cosicché si sedette vicino al me e iniziò ad assillarmi di domande per saperne di più.
-Mi ha lasciato- Mi lasciai sfuggire dal nervosismo, non appena il pullman partì. 
Mi guardò perplesso, mentre io fissavo il panorama fuori; era notte, pioveva.. Non poteva accadere di peggio. 

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Bene, volevo affermare che questa è la fine della prima parte della Fan Fiction, sto già iniziando la seconda parte che verrà pubblicata sempre in questa. -Mi dispiace per la poca lunghezza. 
:D Un bacio a tutte le fans che mi seguono >..< SaranGhae!

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Capitolo 7
*** Che mi sono perso? ***


La stanza prove non era molto grande, ma abbastanza da far entrare massimo venti persone. Le pareti erano rivestite diversamente da ogni lato, alcune erano ricoperte da nuvolette, altre da poster di gruppi del kpop, altre solo bianche. 
Avevo indosso la mia tuta preferita grigia con una felpa nera e una canotta bianca, i miei capelli erano disordinati come al solito ed ero esaltato di conoscere i nuovi membri del gruppo. 
C'eravamo io, Minho e Onew ad un angolo della camera scherzando e ridendo e cercando di immaginare il più realisticamente i nostri nuovi compagni, ma quando loro entrarono dalla porta bianca di plastica ci rendemmo conto che erano il contrario di ciò che c'aspettavamo.
Uno di loro sembrava una ragazza, avrebbe avuto si e no, quindici anni. Avevi una capigliatura strana, tipo quella dei bambini, il viso a palla, gli occhi piccoli e le labbra davvero carnose e rosee. Era alto come il suo amico a fianco che era un pò più diverso: labbra a forma di cuore, occhi piccoli ma un pò da ragazza, naso perfetto, capelli buttati su un lato ma che arrivavano alle sopracciglia. Entrambi molto magri. 
Quando il ragazzo più grande mi guardò ebbe un sussulto, non che ci feci tanto caso. Ci avvicinammo a loro ponendo le nostre mani.
-Piacere, noi siamo gli altri membri del gruppo- Annunciai, spettando che uno di loro mi prendesse la mano. 
Il più piccolo lo fece -.. Piacere- 
Non sembravano per niente entusiasti, e non capivo il perché. 
-Voi siete?- Cercò di dire Minho.
Il più grande ci guardo -Io sono .. Key, lui è Taemin- Indicò il suo amico. 
Li sorridemmo -Dovrebbe venire qui il manager- Ma non appena Onew finì di parlare, dalla porta spuntò il manager. 
Eravamo all'in piedi davanti a lui -Perfetto, per prima cosa dovremmo decidere il leader, quindi, ditemi la vostra età-
Il primo a parlare fu Onew -19-
Poi io -18-
Mihno -17-
Key -17-
Taemin -15- 
Guardai Taemin, la mia supposizione era giusta, era davvero piccolo. 
Il manager continuò il suo discorso mentre scriveva su un pezzo di carta -Hm, i ruoli saranno questi: Onew sarà il leader nonché cantante, Jonghyun il vocalist principale, Key sarà il rapper, cantante e ballerino, Minho rapper e sub-vocalist e Taemin ballerino e cantante- 
Sapevamo cosa fare. 
Ci guardammo tutti dandoci un segno di approvazione e rimanemmo in sala prove anche quando il manager se ne andò. 
Avevo dei spartiti tra le mani, seduto su una sedia con davanti un tavolo e in mano una penna scrivendo una canzone, Onew faceva amicizia con Taemin che era al centro della sala. 
Minho e Key borbottavano guardandomi, mi sentivo osservato.

Un messaggio arrivò sul cellulare samsung di Onew:
"Piccolo appartamento a Seoul, un pò distante. Ci sarà un furgone a prendervi sotto la sala prove alle 10"
Guardammo tutti l'orologio appeso al muro -Sono le dieci meno cinque, scendiamo?- Chiese Onew. 
-Si, credo di si- Key era già andato avanti con Taemin, erano molto uniti. 
Minho mi prese sotto braccio -C'è una cosa di cui ti devo parlare- 
Lo guardai con una faccia da punto interrogativo.
Quando salimmo in auto, vedevo Key rivolgermi lo sguardo ogni due e tre, e ciò mi dava un fastidio immenso. Che gli prendeva? Non mi aveva guardato negli occhi nemmeno un secondo e nemmeno lo conoscevo. 
Taemin borbottava continuamente, e questo faceva salire il mio nervosismo a mille. 
Arrivammo ad un palazzo altissimo, e ci fecero salire al quarto piano, stanza numero centotrenta.
L'appartamento era largo, all'entrata c'era un piccolo corridoio che portava al salotto con televisione, vasi e divano con poltrone sdraio, da lì c'erano tre porte; la cucina spaziosa con tavolo e tutto, il bagno e le nostre camere. 
Le stanze erano divise a due a due, poi una singola. Onew decise che il leader dovesse dormire da solo per avere più ispirazione, Minho volette scambiare un pò le cose proponendo di farci dormire con persone che non conoscevamo (Cioè, lui con Taemin ed io con Key) tanto per fare amicizia. 
Non dissi nulla, entrai solo nella mia camera e mi buttai sul letto.
-Hai ancora una memoria di merda- Mi disse quel ragazzo che si mise seduto al mio fianco.
Lo guardai -"Ancora".. ? Che mi sono perso?-  Lui si alzò con gli occhi spalancati.
-Nulla.. Vado a cambiarmi- 

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Capitolo 8
*** Ti ho ritrovato, Kibum. ***


Aspettavamo solo una chiamata dal manager. "Jonghyun, componi qualcosa di bello, mi raccomando". Questo mi aveva detto, quasi scaricandomi tutta la nostra carriera non ancora iniziata sulle spalle. Per mia fortuna, però, le mie mani scrivevano da sè. Ero seduto al piano continuando a scrivere su quel foglio pentagrammato. Arrivai a circa tre pagine, tra cancellature e prove. Avevo quasi terminato.
Una voce mi fece sobbalzare -Sembri Mozart- Scherzò Onew, mettendosi comodo sul divano -Beh, allora? A che stai con la musica?- Chiese, aprendo una busta di patatine e mettendosene una in bocca.
-Quasi terminato, mi mancano solo le parole- Non distolsi lo sguardo dallo spartito. 
Sentii alla porta bussare, ad aprire fu Key che annunciò a tutti che il manager era arrivato. 
Ci sedemmo tutti sul divano, abbastanza grande, e iniziammo ad ascoltare ciò che aveva da dirci il nostro manager -Perfetto, allora.. Alle cinque avete un servizio fotografico, per stasera la canzone dovrà essere terminata,non abbiamo altro tempo da perdere Jong. Key aiutalo con le parole, so che dei molto bravo in queste cose. Taemin tu andrai alla sala prove non appena finito il servizio, dovrai decidere una coreografia per la canzone. Giustamente non avendo la canzone...-
Onew lo interruppe -La musica c'è, bisogna solo scriverci le parole-
-Stupendo!- Il manager battè le mani -Allora, Taemin fatti dare la musica da Jong, Minho darai una mano ad Onew per le faccende da leader- Si alzò dalla poltrona -Ora devo scappare- Guardò l'orologio -Avete un'ora per il pranzo poi ci saranno le macchine qui fuori a prendervi- Uscì dall'appartamento con una velocità incredibile. 
Tutti ci guardammo esasperati, non era ancora iniziata la carriera e già tutte queste cose da fare. 
Mi alzai dal divano prendendo per mano Key, portandolo con me fino al piano -Aiutami- Dopo avergli lasciato la mano presi lo spartito e glielo puntai dritto davanti agli occhi -Come devo continuare?! Cosa dovrei scrivere?- 
Key prese tra le mani il pezzo di carta e iniziò a dare vita con la bocca la musica -Beh, allora..- Prese la penna dal tavolo e iniziò a scrivere. 
Lo guardavo, sembrava una ragazza, una bellissima ragazza.
Sbattei le palpebre più volte, cercandomi di concentrare e cercai di stare al passo con ciò che scriveva. Aveva una calligrafia perfetta, molto formale e pulita. 
Dopo svariati minuti alzò lo sguardo e mi passò il foglio -Vedi se ti piace, cioè è solo una prova.. Nulla di ufficiale- 
Guardando ciò che aveva scritto mi resi conto che non solo aveva scritto metà del testo, ma aveva suddiviso anche le parti. 
-Key, è fantastico!- Lo guardai con occhi luccicanti -Sei un genio- Lo abbracciai. 
Quando ricambiò l'abbraccio, stringendo le sue braccia a me, sentii il suo profumo di vaniglia invadermi il cervello. Mi allontanai, un pò alla svelta, cercando di sorridere. 
Cosa mi stava prendendo?
-Andiamo a mangiare?- Borbottò lui con sguardo basso. 
Posai il foglio sul tavolo -Andiamo a mangiare- Afferrai la sua mano, stringendola alla mia e ci incamminammo alla cucina, dove erano già tutti seduti a mangiare del ramen in scatola.
Taemin ci guardò la mano e fece un cenno con Minho -Avete già chiarito?- Chiese il rapper. 
Guardai Key -Chiarito? Cosa?- 
Key mi lasciò la mano e si sedette vicino a Taemin borbottandogli qualcosa all'orecchio. Non detti peso a questa cosa, mi ci stavo abituando ormai, e mi andai a sedere vicino al leader, aprendo una confezione di ramen già riscaldata.
-Minho, di cosa dovevi parlarmi?- Dissi dopo non molto messo il primo boccone in bocca.
Il ragazzo mi guardò -Te lo racconteremo stasera- Aveva usato il plurale. Cosa mi stavano nascondendo?

Passò più di mezz'ora ed eravamo tutti pronti, giù in cortile aspettando quelle macchine. 
Arrivò il furgone per il servizio fotografico; Taemin, Key ed io eravamo stati scaraventati dietro, Minho e Onew davanti. 
Key continuava a guardarmi come non so che cosa, e io fissavo continuamente i suoi occhi da cerbiatto. Mi ricordavano qualcuno. Lui mi ricordava qualcuno. 
Girai lo sguardo fuori al finestrino e lì mi resi conto che eravamo già arrivati. 
Il manager era fuori che ci aspettava -Allora, ragazzi. Servizio fotografico, sapete cos'è, no?- 
-Si, una corsa tra cavalli, vero?- Ci scherzai su.
-Simpatico il ragazzo- Continuò il manager -Facendo i seri, vi stresseranno un pò per qualche ora tra foto e qualche video- 
Ci fece entranre nel grande edificio. 
C'erano altri gruppi, già famosi. 
Intravidi Donghae dei Super junior, che ci salutò con un cenno di mano, Key stava per sotterrarsi vivo dalla gioia. 
Entrammo nei nostri rispettivi camerini, ci fecero vestire con tutta roba colorata e poi ci fecero mettere in pose molto.. arrapanti (?).
Finito tutto ciò, era l'ora della doccia, quando entrai nella mia doccia e iniziai ad insaponarmi sentii un rumore. Chiusi la fontana, era entrato qualcuno nel mio bagno.
Non solo nel mio bagno, ma stava per entrare anche nella mia doccia. 
Quando capii chi fosse, il mio viso iniziò a farsi di un colorito strano dall'imbarazzo.
Key era entrato nella mia doccia, NUDO, come se niente fosse -Da me non esce l'acqua calda- 
Lo guardai tutto, era piuttosto magro ma aveva un sedere che avrebbe fatto invidia anche a Madonna. 
Non potei resistere, sentii il bisogno di baciarlo. 
Lui si voltò verso di me, tutto bagnato, non mi ero nemmeno reso conto che aveva già aperto l'acqua. 
Mi guardò proprio in quelle parti -Ebbè, non hai sprecato tempo- 
Guardai anche io, e non aveva tutti i torti, mi si era alzata l'asta. 
Mi coprii con le mani e distolsi lo sguardo da lui incominciando a guardare la tendina colorata. 
-Ti copri come se non l'avessi già visto- Si girò anche lui. 
-In che senso?-
-Pronto, Jonghyun, ma non mi riconosci?- Questa volta mi guardò incazzato. 
Iniziai a scrutarlo -..No..-
-Sono Kibum, ti ricordi? Il ragazzo di cui eri innamorato, il ragazzo che se ne andò?- 
Spalancai occhi e bocca -Tu.. Tu.. Tu sei... Il mio ex?!- 
Uscii velocemente dalla doccia ancora con lo stupore. Non potevo crederci. Quel ragazzo che tanto avevo amato e che ancora pensavo ogni tanto era lì davanti ai miei occhi, e per di più nudo. 
Continuai a squadrarlo.
Anche lui uscì dalla doccia, mettendosi un'asciugamano in vita e lanciandomene uno -Tieni- 
Lo afferrai con una mano. Lui faceva finta di nulla, si mise davanti allo specchio e iniziò ad asciugarsi.

Non c'eravamo detti parola da quel che era successo in bagno.
Dopo tutta la giornata e la fatica eravamo a casa, ero buttato sul mio letto guardando il soffitto bianco.
Key era Kbum.. Come avevo fatto a non pensarci prima. Era più che logico, avevano le stesse labbra.
E proprio pensando a lui, Kibum si sedette sul divano mettendosi le mie gambe sulle sue -Allora? Hai cercato di arrivarci e farci mente locale?- 
-No, sono ancora stupito- Lo guardai -Cioè.. Tu sei Kibum!- 
Key sbuffo -Si, sono Kibum-
Mi ricomposi, mettendomi seduto -Perché te ne sei andato così all'improvviso. Non ho avuto più tue notizie, sai quanto mi hai fatto stare male?!- Avevo alzato un pò il volume della voce.
Kibum abbassò la testa, triste. Si alzò dal divano prendendomi per mano e andammo nella nostra camera per parlare. 
Mi sedetti sul letto aspettando una sua risposta.
Non mi guardava, passeggiava per la camera -Mi avevano obbligato ad andare in America per studiare- spiegò -Era ovvio che non volevo lasciarti, mi piacevi più di ogni altra cosa- sospirò fermandosi al centro della camera -Quando ti ho rivisto nella sala prove pensavo che almeno mi avresti riconosciuto, cioè.. Cazzo, ogni volta che mi vedi dopo svariati anni mi sembri un nonno che soffre di alzheimer- Si mise le mani sui fianchi e mi guardò
Non sapevo cosa dire, continuavamo a guardarlo.
Guardavo la sua figura, cercavo di stare a sentire cosa diceva, cercavo di capirci qualcosa, ma nulla.
Mi alzai dal letto raggiungendolo e misi le mie mani ai lati del suo viso. 
Lui fece cadere le sue braccia ai suoi fianchi snelli. 
Ci guardammo, continuavamo a scrutarci, ma poi il mio sguardo cadde sulle sue labbra rosee che avevo sempre amato.
-.. Ti ho ritrovato, Kibum- Non aspettai una sua risposta. Congiunsi le nostre labbra, senza pensarci due volte. Sentii le sue labbra iniziarsi a farsi calde e le sue mani raggiunsero il mio petto. 
Bagnai il suo labbro con la lingua, lui si staccò guardandomi. Pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato. Ma, come se mi avesse letto nella mente, mi spinse sul suo letto e si mise a cavalcioni su di me, baciandomi appassionatamente.
Avevo ritrovato il mio Kibum e questa volta, per niente al mondo, l'avrei fatto andare via.

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Capitolo 9
*** Grazie, Jjongie. ***


Kibum-


Mi fece, piano, appoggiare sul letto accarezzandomi i capelli scuri, per poi arrivare agli occhi, al naso ed infine alle labbra. Mi guardava, mi osservava, mi scrutava. Gli ero mancato, si poteva vedere dal suo comportamento, dal suo modo di baciarmi e di guardarmi. Sorrisi. Lui lo notò, e fece un breve intervallo dalla visualizzazione che mi stava facendo. Non parlammo. Eravamo uno affianco all'altro su quel letto da una piazza e mezza. Abbassò lo sguardo prendendomi la mano e l'accarezzo, proprio come aveva fatto poco prima con il mio viso. 
Decisi di non disturbarlo, stava impazzendo dalla gioia, lo conoscevo -Siamo amici, adesso?- Domandai, un pò retorico.
Lui mi guardò, di nuovo, negli occhi. I suoi erano lucidi e trasmettevano fin troppo il contrario. Si avvicinò a me, quasi togliendomi il respiro -Non se ne parla- Disse, per poi posare le labbra sulle mie. Schioccò -Siamo più che amici- Si rimise su di me, a cavalcioni e mi baciò. 
Kim Jonghyun, mi stai facendo impazzire, pensai tra me e me. Gli buttai le braccia al collo e nei suoi capelli per non farlo andare via. Volevo averlo tutto per me, ancora una volta, o sarebbe meglio dire; avrei voluto diventare suo, di nuovo. 
Giocherellavo con i bordi della sua maglia nera di cotone a mezze maniche, mentre lui continuava ad assaggiare le mie labbra, come se fossero una droga, o forse per lui lo erano (?). Non accennava a fermarsi. Passava quella sua lingua per ogni parte della mia bocca, facendomi avere battiti fin troppo veloci e forti. 
Si allontanò di poco, avendo ancora gli occhi chiusi -Ti decidi a togliermi questa cazzo di maglia, o devo fare tutto io?- Sorrideva, come era di suo solito fare. Guardai il suo viso spazientato, risi. 
A quel punto non ci pensai due volte a togliergli quel pezzo di stoffa.
Mi allontanai un pò per guardarlo; non era cambiato di nulla, aveva sempre lo stesso fisico. Molto magro e con pochi muscoli -E tu ti deciderai mai di andare in palestra?- Non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere che mi fiondai di nuovo sulle sue labbra. 
Una sua mano passo dalla mia schiena al mio sedere, da sopra il jeans. Sorrisi tra i baci. La mia mano cadde sulla sua, non poco evidente, erezione che aveva tra le gambe. Sussultò. 
Non parlammo, non avevamo voglia di interrompere quel momento, non ancora. Volevamo continuare fino a quando non eravamo esausti entrambi, fin quando nessuno dei due sarebbe riuscito a dimenticare quegli anni di lontananza. 
Gli diedi una mano, quando, cercò di levarmi i jeans un pò stretti. Sbuffò, sorridendo. Sapevo a cosa stesse pensando: Ma perché mette sempre queste cose femminili?
In quel momento ricordai le mie scarpe rosa del primo liceo. Quanto mi mancavano quei tempi, ma non era il momento di piangere sul latte versato.
Dopo non molto eravamo entrambi sotto le coperte blu del mio letto.Lo stavo toccando, e lui mi preparava. Non mi ero ancora abituato a quella sensazione di lui in me, dopottutto era solamente la seconda volta. 
Quando lo sentii tutto in me, inarcai la schiena: un pò per dolore, un pò per piacere. Non sapevo come descriverlo. Quando buttai fuori un piccolo urletto, Jong si fermò -Scus..-
Lo zittii con un bacio -Devo sempre dirti le stesse cose? Zitto e mettilo dentro- Sorrisi, gli sorrisi finalmente. 
Eravamo al punto di venire entrambi, visto che una delle sue mani aveva iniziato a massaggiarmi a metà opera. Quando venimmo, lui si accasciò al mio fianco. Goccioline e goccioline di sudore prendevano posto sul corpo di quel ragazzo che avevo sempre amato.

Tutti gli SHINee riuniti in una camera; era sera, stavamo cenando intorno al tavolo di legno marrone chiaro. Nessuno parlava, erano tutti molto stanchi, e credetemi, io molto più di loro. Il sedere mi faceva male, a stento riuscivo a star seduto su quella sedia. 
Taeminnie interruppe il silenzio -Hyung, non vedo lora di fare qualche live- Borbottò tra un boccone e l'altro, quasi facendosi cadere il cibo da bocca.
-Aish, Minnie! Non si parla con la bocca aperta- Gli passai un tovagliolo dal centro tavola.
Il resto dei ragazzi mi guardarono per poi scoppiare a ridere -Ma ciao, Omma!- Cercò di dire Minho tra le risate. 
Risi anche io. 
Dopo quella cena, finita piuttosto bene, tornai in camera mia fiondandomi nel mio letto ancora sfatto per il "fatto" precedente. La mia testa era nel sul mio cuscino morbido come una nuvola e una delle mie due gambe era al di fuori del letto, e le braccia aperte. Chiusi gli occhi, ero davvero stanco. 
Jjongie entrò nella camera, convinto che stessi dormendo, e fece di tutto per non fare rumore, se non fosse per la caduta sulle scarpe e il suo piede che sbattè sul l'asta del mio letto.
-Sei leggero e aggraziato quanto un elefante- Sbuffai, mettendomi seduto e a gambe incrociate -Vai a farti la doccia?- 
Mi guardò, un pò imbarazzato -Già, scusa per averti svegliato o qualsiasi cosa tu stessi facendo- Poi fece sbocciare il suo solito sorriso che mi faceva sempre mancare un battito. 
Ricambiai il sorriso -Io già l'ho fatta quindi mi metto a dormire- mi alzai dal letto avvicinando al mio armadio e ci cacciai il mio pigiama fashion. 
Gli passai vicino baciandolo; un piccolo bacio a stampo, dolce e calmo, nulla di troppo perverso. Quando mi staccai mi ritrovai il suo sorriso da ebete a pochi cm. 
-Sei senza speranze, monkey- Andando al mio letto mi spogliai, ero solo in mutande. 
Jong era rimasto a fianco al suo letto a guardarmi -Possibile che ogni volta che ti guardo è sempre come la prima volta?.. Kibum, mi fai impazzire- 
Risi a quel suo commento, identico a ciò che avevo pensato ore prima mentre facevamo l'amore. 
Quando finii di vestirmi gli chiesi una mano per spostare i letti -Che vuoi fare?- Mi domandò.
-Voglio attaccare i nostri letti, così possiamo dormire vicino- 
-O posso solo semplicemente dormire nel tuo letto- Sorrise maliziosamente.
-No, starei stretto e poi sudo, non mi piace sudare- 
-Ed ecco la omma che è in lui- Mise le mani a mò di croce -Esci fuori da questo corpo- Ridemmo entrambi, piano, non volevamo svegliare i nostri compagni. 
Sistemammo i letti proprio come volevo e ci addormentammo non poco dopo che finì di farsi la doccia. 
Mi stringeva tra le sue braccia; non era mai successo, non avevo mai dormito con lui. 
Grazie, Jjongie.

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Capitolo 10
*** Ricordi del liceo. ***


Un ticchettio si sentì da dietro la porta di legno, fu quel rumore a farci da sveglia, o almeno per me. Mi voltai verso Jong, era ancora col viso buttato nel cuscino con un pò di bava secca ad un lato della sua bocca; a ciò risi. Mi alzai cautamente per non farlo svegliare e aprii la porta da cui ne uscì un Taemin con le occhiaie sotto agli occhi e i capelli arruffati. Lo guardai cercando spiegazioni.
-Minho hyung non mi ha fatto chiudere occhio tutta la notte- Da quell'affermazione, con ancora la voce piena di sonno, sentii ridere alle mie spalle; Jong si era svegliato e rideva alla giustificazione poco pulita del piccolo ragazzo che era a stropicciarsi gli occhi proprio davanti a me. 
Gli poggiai una mano sui capelli, a mò di omma -Minho Hyung è cattivo, che avete fatto?- Nel frattempo l'avevo fatto entrare e notai la sua espressione illuminarsi quando vide i letti messi vicino.
-Beh- si sedette sulla sedia vicino alla scrivania posta vicino al letto -Si è messo a parlare tutta la notte di un libro che aveva letto- Sbuffò. Jonghyun intanto si era seduto nel letto. Sembrava un mostro; i capelli gli erano rimasti alzati, gli occhi pieni di lacrime mattutine, bava e per di più sbadigliava ogni due e tre. 
Guardai di nuovo Taemin -Se vuoi stanotte puoi dormire con me e Jong dorme con lui- Passai il mio sguardo a Jong cercando approvazione, ma si era addormentato di nuovo -Possibile che dorme sempre?- Sbuffai e mi ci avvicinai, sbraitando -Svegliati, ammasso di stecche, dobbiamo lavorare- Non mi ascoltava.
Dopo circa un quarto d'ora di risate da parte di Taemin e le mie urla, spuntò dalla porta Minho splendente come un sole, felice come una pasqua -Cosa sono queste urla?- Chiese.
-Il tuo amichetto, qui- Indicai Jong -Sta dormendo come un ghiro e non vuole svegliarsi- 
Minho ci pensò su un attimo, mettendo le mani sotto al mento e poi, colpo di genio -So come svegliarlo, non muovetevi- Scappò via come un fulmine tornando dopo cinque minuti con uno stereo. Schiacciò il tasto play e si sentì, a tutto volume, una canzone a me sconosciuta.
Sentimmo un tonfo venire dalla camera al nostro fianco e Jong balzò all'impiedi. 
Non solo Jong si era svegliato, ma capimmo anche il perché del tonfo nella stanza accanto; la canzone aveva fatto cadere dal letto Onew che si era presentato con la fronte rossa. Se la massaggiava continuando a sparare parolacce dal dolore. 
A quel punto Minho spense lo stereo -Il mio lavoro qui è finito- Scappò via di nuovo come un fulmine. 
Ruotai gli occhi al cielo e guardai Taemin che era quasi morto dalle risate. 

Jonghyun- 

Il ballo era completo, c'era da farci solo l'MV. Musica, ballo, parole.. Andava tutto a meraviglia. 
Saranno state le sei di pomeriggio, non avevamo nemmeno pranzato talmente presi dalla prove alla SMTOWN. Taemin era al centro della sala con Onew e Minho, io ero a bere qualcosa, ero tutto sudato e non riuscivo nemmeno più a stare all'impiedi. L'unico che non riuscivo a vedere era Key. 
Girai lo sguardo varie volte per tutta la sala, controllai nei bagni e tutto, ma nessuna traccia. Posai la bottiglina sul tavolo di plastica e mi avvicinai al resto del gruppo.
-Ma Kibum dov'è?- Domandai, massaggiandomi le coscie doloranti per il troppo ballare. 
Taemin mi guardò, mentre gli altri due si fregarono di me -L'ha chiamato la mamma, è un attimo fuori- Non ci pensai due volte a raggiungerlo. 
#Tesoro mio, come te la stai cavando, tutto bene? Quando uscirà la canzone?
-Ehi ehi, omma, calmati. Una domanda alla volta- Rise -Uscirà verso la fine del mese, tra poco insomma- 
#Mi fa piacere che stai bene, è un sollievo sentirti ridere.
-Adesso vado, salutami la nonna- 
Staccò il cellulare e mi avvicinai a lui -Kibum, spiegami una cosa-
Key saltò nel sentirmi parlare, non si era accorto della mia presenza -Dimmi pure-
-I tuoi genitori non eramo.. insomma.. morti?- Voltai lo sguardo all'albero di fianco a me, imbarazzato.
Lui sorrise -Si, ma vedi.. All'età di circa dieci anni mi hanno affidato ad un'altra famiglia. Certo, ovviamente non dimentico la mia vecchia famiglia, la nonna, il nonno, gli zii, i cugini. Ma c'è anche questa- Questa volta iniziai a guardarlo, aveva le lacrime agli occhi -Sono molto buoni con me, quando ci siamo lasciati la prima volta, mi sono stati davvero vicino anche se sapevano che era per colpa loro visto che mi volevano mandare in America- 
Lo abbracciai -Shh, non piangere- Gli dissi quando notai una lacrima rigargli il viso perfetto e liscio -Tanto adesso non ci lasceremo più- Affermai, sicuro di me. 
Ricambiò l'abbraccio -Credo sia il momento di entrare-

Una ragazza sulla ventina d'anni, bella, seconda di seno, un bel fondoschiena, capelli lunghi e dorati, labbra perfette, pelle liscia e bianca attraversò la soglia della sala delle prove.
-Salve ragazzi!- Urlò con una voce melodiosa e battendo le mani per richiedere la nostra attenzione. Una volta che tutti iniziammo a guardarla riprese a parlare -Sono la nuova ballerina che vi insegnerà bene i passi della vostra musica. Ovviamente conosco già Taemin, abbiamo fatto il ballo di Replay insieme e ora cercheremo di aggiustarlo un pò- Guardai il suo sorriso; era luminoso, stupendo.
-Scusi, professoressa- Alzai la mano a mò di alunno. Tutti risero -Ma che ridete, tsè, comunque, come vi chiamate?-
-Quanti anni avete?- Continuò Minho.
-Siete fidanzata?- Onew aveva gli occhi sognanti.
Taemin e Key sbuffarono, un pò arrabbiati. 
La ragazza sorrise -Mi chiamo Yoona Soo Park, ho 18 anni e no, Jinki, non sono fidanzata-
Yoona Soo Park.. (?) 

-Ciao- Sentii pronunciare alle mie spalle. Una voce piccola, molto delicata. Mi voltai trovandomi davanti una delle nuove ragazze: bellissima. 
Levai le mani dalle tasche -Ciao anche a te- Non so, continuavo a sentirmi osservato. Ma non era lo sguardo della ragazza davanti a me, era qualcun'altro. Stavo iniziando ad irritarmi. 
-Tu .. Sei Jonghyun, Kim Jonghyun, vero?-

Mi ricordava qualcuna che avevo già incontrato, che conoscevo e che avevo snobbato anni fa. Al liceo..? 

Gli occhi di quella ragazza erano sulle mie converse nere un pò sporche e scritte sopra.
-Beh, dipende se stai parlando con me o con i miei piedi. Perché loro si chiamano- indicai il piede destro -Ronnie- inidicai il piede sinistro -e Vinnie- La sentii ridere. 
-Scusami, ma.. Sono timida- Aveva le mani coperte dalle maniche lunghe della sua camicia. Alzò lo sguardo di poco, ma tanto da fissarmi negli occhi. I suoi erano lucidi -Mi chiamo Yoona Soo Park-

 


Ecco! Adesso ricordavo. Era quella ragazza di primo liceo.. -Scusami, Yoona- Iniziai a dire -Se hai 18, quindi quando ci siamo conosciuti al liceo, eri in seconda?- 
Tutti mi guardarono con gli occhi spalancati -Ti ricordi di me- La più sorpresa però, era lei, che poi abbassò di nuovo lo sguardo -Esatto, ero in seconda-
-E perché non ti ho mai vista nel primo anno?- 
-Ero timida, come già ti dissi, e avevo dei problemi a comunicare con gli altri quindi quando voi eravate a divertirvi io rimanevo nella mia classe a mangiare o a studiare- Era diventata di nuovo rossa.
Mi avvicinai a lei -Non sei cambiata di molto-
-Jonghyun!- Mi urlò Kibum, con sguardo cattivo.
Lo guardai -Che c'è?!- 
Non disse nient'altro, a grandi passi uscì dalla stanza senza rivolgere lo sguardo a nessuno. Guardai gli altri membri -Che ho fatto?!- 
-Jonghyun, sei sempre il solito- Taemin sospirò e uscì raggiuggendo  Kibum.

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Capitolo 11
*** La fine del nuovo inizio. ***


Passarono circa due settimane da quando quella ragazza era venuta ad insegnarci. Per lo più del suo tempo lo passava con me, per il mio modo negato di ballare. "Dovresti metterci più impegno" mi ripeteva e notavo Key nel fondo della stanza che mi guardava torvo. 
Eravamo arrivati alla fine della settimana, finalmente usciva la nostra prima canzone con il nostro MV; tutti erano esaltati, festeggiavano con anticipo ma io ero sempre preoccupato della mia relazione con Kibum, non mi rivolgeva la parola e aveva staccato i letti nella nostra camera.
Avevo la testa poggiata sul cuscino del divano e le gambe allungate sul tavolino di fronte, guardavo la televisione, non c'era nulla di interessante ma continuavo a girare tra i vari canali arrivando sempre al punto di partenza. Non c'era nessuno in casa, e aspettavo il ritorno di Kibum per parlagli un pò con privacy. Passavano le ore e non si faceva vedere, ero preoccupato, dopotutto era solo dovuto andare a fare la spesa al mercatino poco lontano dal nostro condominio. 
Mi tranquillizzai quando sentii la porta sbattere -Sono tornato- Urlò quella vocina che avevo sempre amato ascoltare. Mi alzai di fretta e gli andai incontro. Ritrovai davanti ai miei occhi un Kibum triste, scocciato ma sempre ben vestito e con le occhiaie sotto gli occhi -Gli altri?- Mi domandò con nonchalance mettendo la spesa sul mobile della cucina, gli diedi una mano.
-Sono uscite, hanno detto che avevano delle commissioni da fare- Bugia. Li avevo mandati via, supplicandoli, solo per restare solo con lui. 
Annuì -Vado a farmi una doccia- Stava per avviarsi al bagno, al corridoio, ma lo fermai con un braccio. Mi guardò stupito -Che.. c'è?- 
-Smettila di stare arrabbiato con me, per favore- Mollai la presa dal suo braccio -Smettila di evitare ogni tipo di discorso con me, smettila di guardami torvo quando parlo con Yoona, smettila di non dedicarmi più la buona notte alla tua maniera. Ci sto male..- Voltai lo sguardo verso di lui, con un pò di lacrime pronte a cadere.
Accennò un sorriso sghembo, un pò triste -Dovresti capire quando è finita, Jonghyun.. E adesso è finita-
-Ma perché?- Iniziai ad alzare il volume della voce, senza neanche accorgermene. 
-.. Odio questa sensazione di repulsione verso ogni persona carina che ti guardi o che ti parli. Non voglio essere geloso, e ne possessivo. Non sono io, non lo voglio diventare, non voglio essere un tizio che prende le cose per se e non le fa vedere a nessuno. Finiremo per soffrirci insieme- 
-Ebbene, soffriremo insieme, ma io voglio stare con te- Allungai una mano alla sua, afferrandola con decisione e portandomela al petto, sorridendo -Senti?- Il mio cuore palpitava come un martello -Questa è una sensazione che accade ogni volta che ci sei tu- 
Ritirò la mano portandosela agli occhi, coprendo le lacrime che erano iniziate a scendere -Jong, non complicare le cose- A grandi passi si allontanò dalla cucina arrivando alla nostra camera. Chiuse a chiave. 
Mi buttai a peso morto sul divano, alzando la testa e mettendo le mani sul viso stracolmo di lacrime. Perché stavo piangendo? Perché ogni volta che incontravo quel ragazzo dovevo sempre starci male perché mi abbandonava? Perché? Ero infuriato e triste, ma allo stesso tempo confuso. Ne valeva la pena? 
Gettai un lieve sguardo all'orologio: diciasette e trenta. Gli altri sarebbero arrivati verso le nove se non più tardi. Mi alzai dal divano e mi precipitai alla porta della mia camera, bussando più volte. 
-Apri la porta, Kibum!- Continuavo ad urlare, dando pugni su quell'ammasso di legno -Apri o la sfondo!- La porta si aprì dopo non poco e Kibum era in preda alle lacrime, con strisce di matita sciolta sulle guance. 
Ero stato io a farlo stare così? Mi maledì per questo. Non ci pensai due volte ad abbracciarlo. -Non voglio perderti- Sussurrò al mio orecchio -Non voglio perderti, non voglio perderti- Iniziò a dire. Mi staccai da lui tenendo sempre le mie mani sui suoi fianchi.
-Non mi perderai mai e poi mai, ficcatelo in testa, Kim Kibum- Lo spinsi in camera piano e chiusi la porta alle mie spalle. Si buttò sul letto di schiena e sorrise, asciugando con un palmo della mano la matita sciolta. 
Mi misi sul di lui, cercando di non fargli male e poggiai le mie labbra sulle sue, piano, con dolcezza. Tra i tanti piccoli bacetti che gli donavo, lo fissai negli occhi -Saranghae- Sussurrai. Spalancò gli occhi.
-Anch'io, dino- afferrò i miei capelli e avvicinò la sua testa alla mia. 
Saremo stati insieme per sempre, era questo ciò che mi importava, me lo sentivo: nessuno, mai e poi mai, ci avrebbe diviso. 

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