Glad you came. - Ti terrò come un segreto.

di imokay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.the beginning; ***
Capitolo 2: *** 2.the arrival; ***
Capitolo 3: *** 3.Hello; ***
Capitolo 4: *** 4.i knew not to be perfect; ***
Capitolo 5: *** 5.work and love; ***
Capitolo 6: *** 6.Love me, please; ***
Capitolo 7: *** 7.you'll never be alone; ***
Capitolo 8: *** 8.he loved M; ***
Capitolo 9: *** 9.dear.. ***
Capitolo 10: *** 10.new life; ***
Capitolo 11: *** 11.all betray u; ***
Capitolo 12: *** 12.no girls? ***
Capitolo 13: *** 13.rain and love; ***
Capitolo 14: *** 14.i love you; ***
Capitolo 15: *** 15.i just want to be quiet;no problem,no pain. ***
Capitolo 16: *** do you want to know the truth? ***
Capitolo 17: *** welcome little star. ***



Capitolo 1
*** 1.the beginning; ***


E’ una vita che aspetto di andare via da questa piccola cittadina.

 E’ piena di persone cattive che ti giudicano per qualsiasi cosa tu faccia.
Ti vesti in un certo modo e ti giudicano, segui un gruppo diverso dagli altri e ti giudicano.

Sempre un parla parla e uno scambiarsi di informazioni.
Ecco cos’è l’Italia, un paese di merda, dove la gente giudica senza sapere le cose.

 

 
 

 “the beginning”

 
“Senti Chan dovrei trovarmi un lavoro. Un piccolo e buon lavoro, ho trovato un annuncio nella Hall del Gran Hotel. Dovrei vedere di cosa si tratta, c’è scritto che bisogna avere un colloquio con il personale.”
“Beh sarebbe una bella idea, magari verrò con te e vedo di trovare qualcosa anch’io.”
“Mh si, ti farò sapere.”
 
Sono le dieci e sinceramente non è che io abbia tanta voglia di alzarmi per uscire.  Ma se devo pagarmi l’Accademia devo per forza trovare un lavoro.  Mi preparo velocemente, mi soffermo davanti allo specchio ad ammirare i miei capelli, li adoro. Sono di un rosso mogano, lunghi fino a sotto i seno e mossi. Avevo una vaporosa chioma leonina, che riavviavo ogni frazione di secondo con le mani, rischiando che queste vi rimangano inglobate per sempre. Faccio finta di non curare il mio aspetto, ma puntualmente coloravo le labbra con rossetto rosso e contornavo gli occhi con l’eyeliner. Il mio armadio è caratterizzato principalmente da magliette, magliettine e camice di due o tre tagli più grandi, ma anche maglie o maglioni da uomo. Amo stare comoda, quindi maggiorparte delle volte indosso leggins sotto a magliette molto lunghe, tipo lenzuola. Amo i jeans strappati, anche d’inverno con rischio di congelamento degli arti inferiori, converse stra-usatissime e vans. Immancabile il mio zainetto di canapa sulle spalle.  Prendo un caffè e vado via.
Ah comunque io sono Ben, scusate. Non saprei neanche cosa dirvi di me, beh magari che ho avuto un’adolescenza movimenta si, non in senso buono eh, mi sono trasferita da poco in Toscana con mia madre. Ho 18 anni ed amo il design. Precisamente il Fashion design.
Molto velocemente mi avvivo verso l’Hotel, sinceramente è la seconda volta che entro qui e non voglio neanche pensare quanto possa costare il pernottamento, non potrei permettermelo. Non ho mai avuto bisogno più di tanto dei soldi, a parte per le sigarette e le uscite in genere.. però questa volta li desideravo davvero.
“Ehm, salve. Vorrei chiedere informazione per quell’annuncio che c’è nella bacheca.”
“Sì. La faccio parlare con un superiore, mi segua.”
Mi portò in un bel salottino dove erano presenti 5 poltrone, mi accomodai ed aspettai.
Entrarono altre 3 ragazze, e a vederle avevano la puzza sotto il naso. Una grande donna entrò, batté la porta e si sedette. Con aria seria “presentatevi, prego.”
“Isabella”
“Clarabella”
“Annabella”
“ehm Ben.”
Ci fece portare servizi di piatti e bicchieri, ci fece preparare pietanze e volle sentire il nostro gergo abituale.
“Guarda sei una ragazza adorabile, ma non è che io sia proprio convinta.”
“Mi lasci provare. Cioè, lei...non è sicura che io sia il tipo di ragazza giusta per i suoi clienti. Probabilmente centra il fatto che io non mi chiami Annabella, Isabella o qualcosa-bella. Forse non avrò le unghie perfette, non avrò capi firmati ma tra quelle ragazze sono l’unica che sa cosa significhi lavorare veramente”
 
Squilla il telefono. Nel frattempo mi alzai, capendo già che non avrei avuto speranze.
“Si? Sono Antonella, mi dica. – Mh si tra due giorni. – Sì aspetta, Ben? Purtroppo cerchiamo disperatamente una ragazza per uno Chalet in Austria, sono i nostri miglior clienti. Accetti?”
“Sì! Ok!”
“Bene, devi essere lì tra due giorni ti faremo avere il biglietto del treno.”
“Arrivederci”





Ciao a tutti :3
Io sono Ben, appunto. E ho avuto una specie di illuminazione per scrivere questa fan fiction sui ragazzi.
Vabè è il primo capitolo quindi, non è ne anche un granchè. 
Spero di ricevere varie recensioni sia belle che brutte :3 
Bye.

 

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Capitolo 2
*** 2.the arrival; ***


“the arrival”

 

 
Austria. Famosa per le sue meravigliose Alpi, beh si in effetti è un desolato luogo montano.
Scendo dal treno con il mio borsone che durante il viaggio di ben dieci ore mi ha tenuto compagnia. Sono completamente spaesata. Esco dalla stazione e trovo una carinissima ragazza, bionda, perfetta.. magari si chiamerà Bella! Tiene un foglietto in mano con il mio nome, mi avvicino.
“Ahm ciao! Sono Ben.”
“Se, metti dietro le borse e sali.”
Durante il tragitto ammiravo piacevolmente queste famose Alpi.
“Visto? Sono bellissime, immense!”
“Beh sì, sono montagne. L’essere immense fa parte del concetto” risposi.
“Da dove vieni?”
“Dall’Italia.”
“Mh suppongo che allora tu non sappia sciare.”
“Sinceramente non sono qui per sciare, ma per guadagnare soldi.”
Arrivammo allo Chalet. Era davvero enorme, disposto su tre piani. E c’era anche un Picasso.
“E’ bellissimo.”
“Beh il proprietario è un comandante di volo.”
“Oh. Penso che sia il miglior lavoro che potessi avere.”
“Beh si è una fortuna lavorare per questi tizi.”
“Direi”
“Ei senti, loro arriveranno alle 11…quindi dovrà essere tutto alla perfezione.” “questa è la nostra stanza, e ci sono 3 regole importanti 1-niente amici nello chalet, creerebbe problemi. 2- Puoi fare quello che vuoi, party ecc ma basta che la colazione sia pronta per le otto. 3- non che la più importante, non si va al letto con i clienti.”
“Amici,colazione. Segnato.”
“Mh si, comunque io sono Milly.”
Mettemmo tutto in ordine lo chalet e poi andammo al supermercato.
“Prenderemo solo l’essenziale.”
“si, quindi posso prendere le verdure?”
“No. Mi scusi, sei scatole di caviale. Beluga.”
“Ah caviale.”
“Vuoi prendere le verdure?”
“Beh si adoro cucinare le verdure.”
Tornammo a casa poco prima delle 11 e mi misi subito a cucinare.
“Bene carote, dobbiamo affrontare una gara vi voglio vedervi dare tutte il 110%.”
“Piantala Ben.”
Preparai la tavola, i proprietari erano in ritardo. Ovviamente.
 
“Ben lui è Dickie.”
“Piacere signore.”
“Devi essere la nuova cameriera.”
“Si dovrei.”
“Lei è mia moglie, Anne.”Mi fissa senza dire nulla.
“A quanto pare ha un problema alla gola.”
“Beh si certamente, vado a portare la colazione in tavola.”
“Anne dalle una possibilità è nuova. Andrà tutto bene.” Disse Dickie.
“Io non ho detto niente.”
Abbastanza strane queste persone snob, colazione con il caviale io al massimo mi limito a un bicchiere di latte, freddo.
“Ecco.” Misi tutti i piatti a tavola.
“E’ caviale questo si?” mi chiese Anne.
“Di sicuro ci somiglia.”
“Bene Dick, goditi le tue omelette da 300 euro.”
Beh mica poco, direi.
“Mh Ben noi ci fermeremo solo domani, dalla settimana prossima verrà mio figlio. Mi raccomando.”
“Sì certo. Il miglior servizio.”

 


Salve bella gente!
Anche questo non è il massimo. Dal prossimo inizierà la storia vera e propria.
Spero vi piaccia ;) 

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Capitolo 3
*** 3.Hello; ***


“Hello.”

 



“Beeeen!”
“Oddio Milly cosa c’è?”
“Hai cucinato tutto per la cena? Tra poco dovrebbe arrivare il figlio di Dickie.”
“Si padrona ho preparato tutto, a differenza tua non passo il tempo a giocare alla wii.”
“Stai simpatica oggi eh.”
“Con te sempre.” Non facemmo in tempo a dirlo e sentimmo il rumore delle ruote di una macchina sulla brecciolina.
 
“Oddio eccolo!”
“Milly, regola numero 3.”
“Ah, l’ho infranta da tempo.” Disse muovendo le gambe.
Milly uscì dallo chalet correndo come una pazza. Io con più calma la seguii.
“Ei cazzo piccolo!”
“Vecchia mangiauomini!”
“Lei è Ben, la nuova aiutante!”
“Sì mio padre me lo aveva accennato, Harry” disse stringendomi la mano“E in realtà non ho un cazzo piccolo.” Sorrise “Ben, loro sono i miei amici, Niall, Liam, Zayn e Louis. Non so se mio padre via ha già avvertito ma minimo due settimane staremo qui’’
“Uh ci onori della tua presenza per così tanto tempo!” Disse Milly prendendolo sotto braccio e conducendolo verso casa.
“Abbiamo deciso di prendere una pausa.”
 
“Ben, ci aiuti con i bagagli?” Mi domandò Liam.
“Ah si certo, me li dia ci penso io.”
“Non darmi del lei, sono un semplicissimo ragazzo!” mi sorrise teneramente.
Sistemai i loro bagagli nelle camere, e portai loro una torta appena sfornata.
“Mh questa torta è suprema!”
“Grazie Niall!” disse Milly prendendosi tutto il merito. E’ odiosa!
“Tutto qui è così magico.”
“Lo è quando ci sei tu, mangione! Goditelo, non scierai così tanto quando avrai una famiglia.”
Mi buttai sul letto, ero stravolta. A quanto pare sono molto socievoli questi ragazzi, molto belli. Ma c’è un sorriso in particolare che mi ha colpito.
“Hai visto Ben? Sono ragazzi semplici, belli e simpatici.”
“Si e tu sei una gattamorta!”
“Simpatica. Domani abbiamo la giornata libera, loro andranno sicuramente a sciare quindi puoi fare quello che vuoi”
“Quindi cosa dovrei fare tutto il giorno?”
“Non so, guardati in giro sono sicura che troverai qualcosa.”
Il giorno dopo entrai nel garage dello chalet e trovai il mio passatempo. Lo Snowboard. Si magari non sarò bravissima ma dovrebbe essere più o meno come andare sullo skate. Mi misi più protezioni possibili, sembravo un pupazzo, ma chi se ne frega.
Entrai sul rapside e stavo per rischiare la morte.
“Uh attento cazzo!” un ragazzo mi cadde addosso.
“Resta fuori dal rapside, Ben.”
“Come?” Alzai lo sguardo, per capire chi fosse e come facesse a conoscere il mio nome, lui velocemente si tolse il berretto di lana e si scosse i capelli. Quei bei capelli ricci.
“Sono Harry, ragazzo single dall’Inghilterra!” Disse aiutandomi ad alzarmi.
“Ben, non interessata dall’Italia.”
“Italia? Mmh bene. Comunque sai andare sullo skate?”
“Si un po’.”
“Simile ma differente. Vuoi un aiuto?”
“Certo”
“Bene dai andiamo, allora nello skateboard peso indietro, nello snowboard peso al centro!” disse stringendomi i fianchi.
 
Nel pomeriggio tornai allo chalet per rilassarmi, e pensando cosa avrei potuto indossare questa sera, i ragazzi ci avevano invitato a cena dopo che Milly gridò a tutto il paese che era il mio diciannovesimo compleanno.
“Come sto Ben?”
“Mh sinceramente sembri una prostituta.”
“A loro piacerà, e tu sembri un po’ troppo semplice!”
“Ma si ci manca solo che devo rivestirmi per mangiare cose che ho appena cucinato.”
“Mettiti qualcosa di più carino. Non farmi sfigurare.”
“Ah io?”
Milly mi diede uno dei sui abitini e mi fece trasformare completamente. Amavo questi vestitini, amavo indossare tacchi e robe varie ma sinceramente non potevo permettermeli. Mi cambiai e andai a sistemare le ultime cose.
“E così, lei divenne un cigno.” Affermò Harry.
“E’ un modo carino per dire che di solito sono un brutto anatroccolo?”
“Qualcuno dovrebbe imparare come si accetta un complimento.”
Non lo ascoltai e mi misi di nuovo a sistemare le pietanze.
“Ah ecco adesso tutto ha un senso”
“Già sono io che sono dietro le quinte a quanto pare.”
“Ho sempre pensato che Milly non sapesse cucinare.” Disse mentre cercava di allacciarsi il farfallino.
Lo guardai “E’ un laccio da scarpe”
“Ehm, no è un farfallino.”
“No è il nodo delle scarpe. Vieni qui”
“Non sapevo che fossi il tipo di ragazza che sa come annodare un farfallino” disse cercando il mio sguardo.
“Io invece pensavo che tu fossi il tipo di ragazzo che sa come farlo” risposi sorridendogli.
Dopo la cena e un paio di bottiglie di Champagne da 500 euro, quanto il mio stipendio, i ragazzi decisero di provare il nuovo idromassaggio che comprò Dickie. Ovviamente cos’era meglio di rotolarsi nella neve e poi buttarsi nell’acqua calda?! Invitarono un po’ di loro amici giusto per fare una festicciola tranquilla (?), fino a quando non mi arrivò un messaggio di auguri. Matteo. Mi crollò il mondo addosso, uscii dall’idromassaggio molto velocemente e mi rinchiusi camera.
Matteo è il mio ex, che dio solo lo sa quanto mi ha fatto star male ma anche quanto l’ho amato. Avevo ed ho paura di non riuscire più ad amare una persona come ho amato lui. Era il mio punto di riferimento, la mia forza. Mi misi una tuta e mi buttai sul letto.
Bussarono alla porta, aprii completamente struccata e con i capelli disfatti.
“Ei ciao.”
“Si, ciao” Feci posto a sedere tra l’enorme montagna di vestiti e roba varia.
“E’ successo qualcosa? Dovrei preoccuparmi?”
“Liam non devi preoccuparti per me, grazie.”
“E’ la tua festa, dovresti pensare a divertirti no?! Qualsiasi cosa sia successa non sarà così tanto brutta da rovinarti il giorno del tuo compleanno e anche se fosse mi dispiace.”
“Oh sentilo.” Dissi alzando gli occhi al cielo “Guarda non ho bisogno della tua compassione. Ok? Ok.”
“La mia non è compassione, per niente. Mi sono semplicemente preoccupato perché sei scappata via e sinceramente un bel viso come il tuo non è fatto per stare con il broncio. Quindi calmati.”
“Io sono calmissima Liam.”
“Ah non mi pare, cerca di toglierti quella maschera da dura che hai e cerca di essere te stessa. Sei molto più forte di quanto pensi Ben.
“uh..” dissi abbassando la testa.
“Chi ti ha fatto del male? Lo ucciderò!”
“Commettere un suicidio è terribile!”  dissi strappando un sorriso.
Lui mi abbracciò, mi abbracciò davvero forte. Piansi.
“Tutto passerà.” Disse baciandomi la fronte. “ora ricomponiti e muoviamoci ad uscire fuori ok?!”
Velocemente mi sistemai e andammo dagli altri. La festa era degenerata, Harry era completamente nudo con tre ragazze attorno, bottiglie ovunque, Niall e Louis erano così rincoglioniti che a malapena riuscivano a sentire la musica mentre ballavano e Zayn non si preoccupava di quello che stava succedendo basta che caricava i dischi.
“So, DJ Mali..”
“Zayn spegni questo affare!”
“Ma perché?”
“Perché? Guarda ti sembra normale una cosa del genere? Dopo tocca a me ripulire il disastro.” Mentre parlavo con Zayn gli abbaglianti di una macchina ci accecarono.
“Cos’è tutto questo bordello? Harry! Dov’è?”
“Oh Dick tranquillo. Non è niente ci pensiamo noi.” Disse Liam.
“No voglio mio figlio.” Disse avvicinandosi a me “Ben, sei un’irresponsabile. Dov’è Harry?”
“Lì.” Indicai l’idromassaggio.
Harold.
“Oddio cosa vuoi?”
“Mi ha chiamato il paese, avete fatto troppo casino. E tutta questa gente? Chi te lo ha dato il permesso?”
“Senti non mi rompere, non sei mio padre. Quindi via.”
“Questa casa è mia.”
Il patrigno di Harry fece andare via tutti gli invitati. Rientrammo in casa, era un vero e proprio disastro.
“ C’è un tavolino da caffè rotto nel salotto, l’impianto di altoparlanti è andato e c’è del vomito sopra la pianta di yucca. Bene ragazzi, ripulite solo il casino, io sostituirò gli impianti. Mi ripagherete più tardi. Comprese voi, lo toglierò dalle vostre mance.”
“ah perfetto.” Dissi infastidita.
“ E tu, la prossima volta che organizzi una festa di compleanno fallo a casa tua.”
“Sì sì, qualche partita a twister, un paio di partite a ramino e stiamo a posto.”
“Grandioso.”
“Fate un giro se siete in zona.”
“Perfetto. Harry vieni con me.” Disse uscendo dall’ingresso.
“Dimmi.”
“Non dirò nulla a tua madre, sennò licenzierebbe la nuova cameriera. Ma controllala.”
“Non è stata colpa sua, ho organizzato tutto io. Abbiamo bevuto una paio di bottiglie in più e ci siamo lasciati andare.”
Dickie gli diede una pacca sulla spalla e salutandolo se ne andò.
“Ah beh io non ripulisco nulla non ho fatto niente.”
“Ei Milly senti, tu pulirai con noi. Ehm e non azzardarti mai più a chiamarmi cazzo piccolo ok?” Disse Harry appena rientrato “ Ah comunque ragazzi la settimana prossima verranno dei clienti di mio padre per un pranzo e una giornata i montagna, vi tocca lavorare duramente.”





Buonasera :))

Ecco il terzo capitolo, un pò lunghino ma vabè spero vi piaccia. 
Ringrazio tutte quelle che l'hanno letta :)) ho ricevuto un sacco di visualizzazioni. xx

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Capitolo 4
*** 4.i knew not to be perfect; ***


‘’I knew not to be perfect”

 
“Grazie Ben.”
“Dov’è quella dell’anno scorso Dickie? Con le tette grosse e un bel sedere?” Affermò ironicamente un collega di Dickie e io velocemente mi voltai e lanciai un’occhiata su di lui.
“Si è rotta una gamba Bernard.”
“Ah piccola sei troppo esile per i miei gusti, dovremo farti ingrassare un po’” Disse dandomi una pacca sul fondoschiena “Già un po’ più sul sedere”.
Oh vecchi arrapati del cazzo, che gli passa per la testa? Pensai facendo delle smorfie. Harry si avvicino al mio orecchio “ssht lasciano belle mance.”
“E’ meglio per loro.”
“Ben? Oggi  verrai a servirci il pranzo!’’
“Uh ok. Prendo lo skypass.”
“ Non serve”
Arrivammo in una piazzola, era da immaginarselo sapendo che Dickie era un comandante. Saremmo andati sulle piste con un elicottero? Mh.
“Sei mai stata su uno di questi cosi?” Mi chiese Harry.
“Certamente. Ne abbiamo uno a casa, questo è piuttosto piccolo.”
“Paghiamo un extra per l’ironia?”
“No quella è gratis. E’ per il sarcasmo che mi pagate.”
“Oh wow.” E lì mi lanciò un sorriso, non bellissimo qualcosa di più.
Atterrammo. “Questo è solo per un pranzo?”
“Sì!” Sorrise Harry, di nuovo.
Ah beh se questo è solo un pranzo, ben venga. Cioè io ho sempre pensato che quando sarei diventata più grande, con la crisi che c’è nel mio paese, avrei voluto fare la mantenuta. Un bell’uomo ricco, e nessun problema. E se questo è solo un pranzo posso anche accontentarmi. Ma c’è sempre il fatto che uno ha bisogno della sua dolce metà, beh se ve lo state chiedendo la mia è andata a farsi fottere. Ormai ho rinunciato all’amore, non ho più fiducia nella vita.
“parlando di pranzo, cos’è questo?” Mi chiesero.
“Cibo austriaco. Mh strudel, pasta e .. gnocchi.”
“In effetti non mi dispiacerebbe farmi questa gnocca qui.”
“Giusto, amici 50 in gioco e vada per una prima coppa C.”
“Macchè, Una zero coppa B.”
“Ahahah siete lontano un miglio penso sia una coppa D, il santo Graal dei reggiseni. Forza, Ben, poni fine alle nostre sofferenze.” Disse Dickie.
“No! Ben non rispondere.” Disse Harry alterandosi.
“Scusami, avevo l’impressione che ci stessimo divertendo.”
“Bernanrd, a differenza delle donne che conosci Ben tiene i vestiti addosso.”
“Beh allora Harry lei non fa per te no?” disse Dickie.
Bene smerdato in pieno, a quanto pare era risaputo che il famoso Harry Styles era un donnaiolo. Non che questo mi interessasse, però..
A fine giornata finalmente se ne andarono e io tornai a distrarmi con la mia musica e le pulizie di casa, anche perché non avrei avuto di meglio da fare. A un certo punto della sera Louis venne a chiamarmi e mi invitò a unirmi a loro davanti il camino, una cioccolata calda, una chitarra e qualche canzone.  Ero affascinata dalle loro voci, erano bellissime, avevano dei sorrisi stupendi, e loro erano bellissimi. A parte Harry che teneva Milly sulle sue gambe, bene. Liam mi fissava sempre, cosa aveva da guardare non so.. forse anche lui vorrà scommettere sulla mia taglia di reggiseno? Niall a pelle mi era simpatico, accettava tutte le mie pietanze ed è stato sempre tenerissimo con me fin dal mio primo giorno di lavoro. Beh Louis era fantastico morivo dal ridere ogni volta e non parliamo di Zayn che in due settimane mi ha finito due contenitori di lacca. In quel momento non mi sarebbe interessato per niente se sarai stata pagata o altro, ma sapevo che era il più bel lavoro del mondo e che riuscivo a divertirmi come non ho mai fatto. Beh si, più che altro perché sono stata costretta, con il trasferimento, ad accettare qualsiasi cosa e cominciare, finalmente, di nuovo a vivere. Era tutto perfetto.
Era tardi, Niall, Louis e Zayn si addormentarono e io decisi di prendere la macchina e andare a bere qualcosa di economico in città.
“Dove va Ben?” chiese Harry a Liam.
“Mah non so.”
“Vado.”
 
“Ei, scappi? Siamo così antipatici?”
“Ahaha no vado a farmi una birra, devo chiederti il permesso?”
“Beh potrei accompagnarti!”
“Ok, Sali.”
“tu che guidi? Non hai 12 anni?”
“Ei sentilo, ciao minorenne puoi anche non venire!”
“Mai dire no a una birra, scusami” disse salendo in macchina.
Arrivammo al paesino, St. Anton. Da quando sono qui non ho avuto tempo di visitarlo, era carinissimo, c’erano piccole case molto colorate, lanterne ovunque e anche dei localini per i turisti. Decidemmo di entrare in un bar, era abbastanza affollato con la musica a palla  ci sedemmo al bancone e ordinammo. Una birra, due birre, tre birre e così via.
“ vuoi ballare?”
“cosa? Non sento”
“Vuoi ballare Ben?” disse avvicinandosi a me, mio dio già avevo calorie di mio per aver bevuto figurati in quel momento. Sentivo il suo respiro, e si puzzava di alcool.
“va bene” ci alzammo e andammo verso la pista, quel locale non era molto spazioso in effetti non riuscivi ne anche a ballare per quanto stessero appiccicate le persone, secondo me era fatto apposta e poi potevi andare in un privè, tipo quei locali di una volta.
Ballando notai che Harry era abbastanza più alto di me, ma aveva dei riccioli favolosi. Mi sono sempre piaciuti i ragazzi con i capelli ricci. Mi ispiravano tenerezza. Lui mi guardava, e io più delle volte cercavo di evitare li suo sguardo.. che poi chi voglio prendere in giro, cazzo è sexy. Per un attimo lo guardai, non riuscivo a capire bene di colore erano i suoi occhi, non capivo niente in quel momento.
Poi quando fisso le persone sono solita a farmi pippe mentali. Ad un tratto,  mi baciò.
E Non mi scansai per niente cavolo, quelle labbra, morbide, carnose al punto giusto per poterle mordere. Dal mio viso lui fece scivolare le sue mani sulla mia schiena e io in quel momento ne approfittai per toccargli i capelli.
“Vuoi un’altra birra?”
Annuì e ricominciammo a bere di nuovo.  Uscimmo da quel locale alle 5 del mattino.
“Non possiamo tornare a casa, non posso portare la macchina in questo stato.”
“la porto io, sto benissimo”
“Ei bello, andiamo in quell’hotel, e tra qualche ora ripartiamo.”
Entrammo chiedemmo una stanza e dopo ben 15 piani arrivammo. Percorrendo il corridoio ci fermavamo ogni due minuti per baciarci.
Entrammo, e non feci in tempo a chiudere la porta dietro di me che lui impazzito mi sfilò la mia felpa.
“Seconda ci avrei scommesso.”
“Hei Styles vacci piano.” Lo scansai “pensi che con me sarà così facile? Se dovesse succedere non sarò una delle tante, e non sarà questa notte.” Lui velocemente mi tirò a se, mi prese in braccio e io agganciai le mie gambe attorno ai suoi fianchi.
“Sarà questa e non sarai una delle tante.” E in quel momento, giuro, eravamo infiniti.


Eccomi finalmente dopo un pò di tempo! Ho trovato del tempo per scrivere il quarto capitolo.
Anche questo è lungo, ma mi piace un sacco. Spero piaccia anche a voi :**

 

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Capitolo 5
*** 5.work and love; ***


 
 "Work and love"



Stamattina quando ho aperto gli occhi piangevo. Di tristezza, forse, non so. E’ che i sentimenti non li ho più, li ho pianti insieme alle lacrime. Ero rannicchiata nel letto abbracciata da Harry, ero persa nei miei pensieri ma con tutto quel silenzio riuscivo a sentire il suo cuore battere.
 
#FLASHBACK

“Ei papà! Sento il tuo cuore battere! E batte anche forte. TUM TUM.”
“Sì piccola, batte per te.”
Ripensando a quella scena mi scese una lacrima sul viso. Credevo che mio padre ci sarebbe stato per qualsiasi cosa, che sarebbe stato l’uomo che mi avrebbe amato per sempre, ma invece no. Crescendo ancor di più lui si separò da mia madre e  io subii tutta la sua cattiveria. Sono 4 anni che non lo sento più. Ne’ un messaggio, ne’ una chiamata, ne’ un ‘ciao’ quando mi incontrava per strada. Come se non esistessi. Ma forse meglio così. Come posso portare rispetto a qualcuno che mi ha maltrattato per tutti questi anni? Pensavo a lui come una persona che non mi avrebbe mai, mai ferito. Adoravo la domenica alzarmi presto e andare da lui sulla poltrona a vedere la televisione, come amavo ogni volta che mi riportava un dolcetto dalla pasticceria e pensavo sempre di essere una delle bambine più fortunate sulla terra. Ma invece no. Mi si rivoltò tutto contro, tutto assieme e io crollai. Grazie a questo io non sono più la stessa, non credo più in me.. non mi conosco più.
Harry si svegliò e delicatamente passò il suo palmo sulla mia guancia per asciugarmi le lacrime.
“Cosa succede?”
“Niente Styles, niente di importante.”
“Se ti fa piangere deve per forza essere importante.”
“A volte ho solo bisogno di sfogarmi.”
“Ben, se c’è qualcosa che vuoi dirmi, fallo sono qui.”
 A quella domanda non risposi, rimasi in silenzio a fissare un punto. Lui mi  strinse a se delicatamente come se avesse qualcosa di fragile da proteggere. Abbozzai un sorriso sul mio viso. “Tutto ok?”
“sì, adesso si.” Ricambiai l’abbraccio, ma mentii. Non stavo bene affatto, il mio pensiero fisso era sempre quello. Come un punto di luce in un buio pesto. Velocemente mi rivestii e trascinai il ricciolino fuori da quell’hotel per tornare allo chalet.
I ragazzi dormivano, e Milly era già in piedi per preparare la colazione. Sentì la macchina parcheggiare sul vialetto e si precipitò davanti la porta di casa.
“Alla buon ora Ben.”
“Si, scusami. Sono giusto in tempo per  la colazione.”
“No, dico dove sei stata?”
“Ho passato la notte fuori.” Dissi mentre tentavo di annodare il grembiule da cucina.
“Con Harry.” Mi lanciò uno sguardo di sfida ma non ci badai più di tanto.
“Già con Harry.”
Nei giorni seguenti rimanevo sempre sulle mie e non parlavo con nessuno, sia perché era abbastanza giù di morale e sia perché ero abbastanza imbarazzata di essere stata a letto con Harry senza ne anche conoscerlo. Lui cercava sempre di parlarmi e coinvolgermi ma io puntualmente sviavo il discorso e trovavo banalissime scuse.
Ero sulla veranda, confusa, osservavo il paesaggio che scivolava oltre quella finestra. Non aveva nevicato, ma la strada era ghiacciata, non molto lontane si vedevano le creste delle montagne che  brillavano sotto i raggi del sole. Dovunque posavo lo sguardo, una tempesta di ricordi carichi di nostalgia mi risucchiavano. Una sera mi prese da parte. Mi portò in camera sua, chiuse la porta a chiave e mi fece accomodare sul suo letto.
“Styles, cosa c’è?”
“Perché mi eviti?”
“Perché hai chiuso la porta a chiave?”
“Perché mi eviti, Ben?”
“Milly ha bisogno di me in cucina.” Dissi alzandomi da letto velocemente ma lui mi afferrò la mano e mi fermò.
Pallida e affusolata, la sua mano rimase protesa, senza il minimo movimento.
“Ben, siediti.”
“No, voglio stare in piedi.”
“Perché mi eviti?” disse cercando il mio sguardo e dolcemente afferrando il mio viso, ma io tenevo la testa bassa.  “Ben, rispondimi per favore.”
“Styles, non ti sto evitando. Sto facendo il mio lavoro, non posso avere alcun contatto di nessun tipo con un mio cliente.”
“Bhe allora quella notte? Non lavoravi anche per me?”
“Si appunto ho sbagliato.”
“Come scusa?”
“E’ stato uno sbaglio Harry, dimentica tutto. Facciamo finta che non sia mai successo nulla.”
“Dimenticare tutto. Sei pazza o cosa?”
“Sì sono pazza. Lavoro per te, non ti conosco quasi per niente e siamo stati a letto. Qualcosa di strano c’è sicuro, non credi?”
Harry rimase a fissarmi in silenzio senza dire niente. Lasciai la sua mano e uscii dalla stanza, chiusi la porta e rimasi lì ferma per qualche minuto. Sentii un gran rumore, ma non badai più di tanto.

#HARRY

Non so cosa mi stava prendendo ma lei era una ragazza fantastica. Per la prima volta avevo trovato una persona che riuscisse a farmi provare qualcosa di veramente serio. E’ stato sempre diverso, stavo con le ragazze giusto per passare il tempo. Non pensavo di essere capace di provare qualche sentimento verso qualcuno, ma lei.. era dolce, umile e bella.
“Uh mi sono anche tagliato, vaso di merda.” La rabbia aveva preso possesso di me. Non riuscivo a credere che quelle due fottute parole – dimentica tutto – come un pugno nello stomaco.
“Harry?” Louis entrò nella mia stanza spaventato “Oddio ma è sangue.”
“Lou lascia perdere vai via.” Louis uscì ma per poi tornare con disinfettante e cerotti. Si prese cura del mio taglio ma il sangue continua a uscire all’impazzata.
“Cosa è successo?”
“Ben.”
“Dio, ti ha tirato un vaso?”
“No stupido. Lei è..”
“E’ cosa? Bella?”
“Sì. E’ perfetta.”
“Oh Si come tutte le altre. Sempre così.”
“No Louis! Lei non è come tutte le altre. Cavolo questa volta no.”
“Cosa vuoi dire?”
“Io ogni sera la immagino con me dentro il mio letto. Vorrei tenerla tra le mie braccia, proteggerla.”
“Pensi che sia amore?”
“E’ quello che è. Non credo sia necessario dargli un nome.

Louis non disse nient’altro si alzò e mi lasciò solo, come avevo chiesto. Subito dopo mi feci una doccia veloce e mi misi dentro il mio letto. Presi l’ipod e misi la mia playlist. Quella playlist la ascoltavo sempre prima di andare a dormire, quelle non erano semplici canzoni.. erano ricordi. 




Hola belle :33 questo capitolo non mi piace tanto, ma tipo ho sonno ed è uscito così! 
Ringrazio tutti quelli che la seguono :))
Goodnight.

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Capitolo 6
*** 6.Love me, please; ***


love me, please;

 
Fui svegliata da uno spiraglio di luce che penetrava la finestra, era domenica e oggi i ragazzi avrebbero passato del tempo fuori e finalmente avevo un po’ di riposo.
Bruscamente Louis entrò nella mia stanza urlando il mio nome.
“Oh buongiorno” mugugnai strofinandomi gli occhi. Di mattina non ero un bello spettacolo, poverino.
“Buongiorno a te. Dai alzati, alla svelta e vieni in salotto.”
“Perché?”
“Devi aiutarmi ad organizzare una festa a sorpresa” sospirò “per Harry”.
“Cosa? Oggi è il suo compleanno?”
“Sì, Milly è già andata a fare compere al market.”
Mi alzi e andai in bagno per una doccia veloce. Amavo la domenica, niente divisa da cameriera e potevo stare tranquilla per fatti miei. Andai in salotto c’era anche Niall.
“Buongiorno Niall”
“Buongiorno a te bella!”
“Avete fatto colazione? Devo preparare qualcosa?”
“Non ti preoccupare.”
“Oh finalmente!” esclamò Louis.
“Gli altri dove sono?” domandai.
“Hanno portato Harry su una nuova pista” disse sorridendomi “Bene allora, Milly è andata a fare compere, appena tornerà dovrai preparare qualche antipastino, giusto per stuzzicare qualcosa con del vino, Niall ti aiuterà. Nel frattempo Milly pulirà tutta casa e poi ti aiuterò ad addobbarla ok?”
“Addobbarla? Per una festa di compleanno servono giusto dei palloncini.”
“Verrà la sua famiglia e qualche suo amico. Deve essere una cosa carina. Ah si, dovrai essere abbastanza elegante.”
Appena tornò Milly mi misi subito in cucina a giocare con qualche cibo e ad inventarmi qualche ghiottoneria simpatica. Amavo cucinare, mi faceva sentire libera. Mi rilassava e occupava la mia mente. Addobbai la casa, era perfetta. Qualche palloncino sparso a terra, qualche ghirlanda qua e là e la torta che avevo fatto era bellissima. “Happy B-Day Harry”.
Sì, buon compleanno.
Mi andai a cambiare, questa volta ero perfetta. Non ero elegante, ma presentabile. Indossavo un mini abito a fiori un po’ bombato con una cinta attorno alla vita e delle decolté color rosa cipria. Arrivarono tutti gli invitati e dopo aver aspettato il ragazzo per una decina di minuti entrò Liam seguito da Harry e Zayn.
“Sorpresa!” Urlarono tutti e seguitarono con applausi, io rimasi in disparte. Harry era felice, aveva un sorriso spettacolare. Lo guardai e in quel sorriso c’era il senso di tutto quello che stavo cercando.

La serata andò a buon fine, tutti si divertirono e fecero complimenti sulle pietanze e il dolce, ero soddisfatta ma stanca. Uscii nella grande terrazza a fumarmi una sigaretta. Ero poggiata sulla ringhiera e fissavo il vuoto, quando ero in Italia facevo sempre così prima di andare a dormire. Mi aiutava.
“Ei!” Mi intimorii e mi girai velocemente.
“Oh ciao.”
“Ti ho spaventata?” disse Harry avvicinandosi.
“Oh no.” Mi voltai di nuovo a fissare il vuoto. Lui si mise vicino a me.
“Non pensavo tu fumassi.”
“Non sai molte cose di me.” Ripresi “Se ti dicessi i miei segreti non mi guarderesti più nello stesso modo.”
I nostri sguardi si incrociarono, i suoi occhi verde smeraldo brillavano ancora di più con il riflesso della luna. Mi stavo perdendo, non capivo niente. A volte accade che quando gli occhi di una persona non si limitano a guardarti, ma ti assorbono, ti introducono in un tunnel dove puoi soltanto abbracciarti alla vertigine. Proprio quello che stava succedendo.
Era quello sguardo che finiva con un bacio, e così fu.  Con tutta me stessa avrei voluto fermarmi, smettere di baciarlo, smettere di vivere. Il solo pensiero che ci sarebbe stato un domani, e un ‘noi’ mi tormentava. Non ero in grado di amare qualcuno in modo equilibrato, ma nonostante questo, ero ossessionata dal bisogno di essere amata. Amata da lui.
Si staccò, mi si avvicino all’orecchio e con un soffio caldo mi ringraziò. “Grazie.”





Ciao a tutti :33 ho avuto il tempo di scrivere anche questo capitolo finalmente.
Per farvi un'idea di quello che indossava Ben vi metto queste foto: 

http://tinypic.com/r/105uwlw/6 - vestito -
http://tinypic.com/r/2ezl1zk/6 - scarpe - 

Spero vi piaccia e di ricevere un sacco di recensioni :)) 
Byee

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Capitolo 7
*** 7.you'll never be alone; ***


7.you’ll never be alone;



Ero appena tornata da una fantastica serata. Ero uscita con Harry, dopo aver rifiutato molti inviti mi costrinse ad andare a cena fuori con lui. Diceva che era per ringraziarmi nuovamente per la festa che gli avevo organizzato ma, ci credevo poco.
 
“Spero che tu sappia cosa stai facendo” mi disse Milly mentre attraversavo il salotto.
“Scusami?” Mi bloccai e tornai in dietro da lei.
“E’ per dire.” Riprese “La stagione sta per finire, lui torna nel suo mondo, tu nel tuo. Cosa ti rimane?”
“Il mio mondo? Dov’è precisamente? Su Plutone?”
“Non era quello che intendevo.”
“Milly, non giudicarmi in base ai tuoi standard. Pensa a trovare un ragazzo che ti faccia aprire il cuore, non le gambe.”
“C’è qualcosa che dovresti sapere Ben.”
“Penso di essere apposto con i consigli amichevoli adesso, grazie. Sarebbe meglio se tu ne restassi fuori, ok?” le voltai la faccia, qualsiasi cosa volesse dirmi al momento mi interessava poco.
Andai verso la mia stanza per cambiarmi e per poi tornare in cucina per una cioccolata calda.
“Ei, ti ho riportato la tua sciarpa.” Dissi sull’orlo della camera di Harry.
“Oh si, grazie.” Mi sfiorò la guancia con un bacio. “ti sei divertita allora?”
“Ancora? Sarà la decima volta che ti dico di sì. Lo vuoi per iscritto?” Harry si avvicinò a me, mi fece entrare e chiuse la porta.

Mi prese per i fianchi e mi tirò a sé. Mi guardò e mi sorrise, con uno dei suoi soliti sorrisi maliziosi. Chinò la testa e si avvicinò ancora di più a me. Le nostre labbra si sfiorarono e si unirono in un bacio. Un bacio diverso dagli altri. Da cosa? Da cosa non lo so. Ma per me era diverso, era più emozionante. Mi morse il labbro e sentii la pelle d’oca. Ogni cosa che faceva mi piaceva. All’improvviso le sue mani scivolarono e mi sfiorarono l’elastico del leggins, facendomi rabbrividire, me li sfilò. Le mie mani avevano bisogno di sentire la sua pelle. Le misi sotto la sua maglia fino a portarle dietro la sua schiena. Ogni suo bacio mi scatenava un vortice di emozioni. Ci stendemmo sul letto. Tutto era tranquillo, si sentiva solo il rumore dei nostri battiti fondersi. Come stava accadendo ai nostri corpi. Sentivo il suo dolce respiro incorniciare il mio viso, era così caldo ma allo stesso tempo mi faceva venire i brividi. Era tutto così passionale, nonostante fosse un momento dolce e calmo.
 
Mi svegliai nel bel mezzo della notte urlando. Ero terrorizzata, il mio cuore batteva velocemente ed ero completamente sudata per quel maledetto incubo. Sognai mio padre, voleva uccidermi.
Harry si svegliò,  mi portò tra le sue braccia e accarezzandomi i capelli per qualche minuto cercava di tranquillizzarmi.
“Vuoi parlarne?”
“Harry è troppo complicato, ci vuole tempo.”
“Abbiamo tutta la notte, tranquilla.” Avvicinandosi mi diede un bacio sulla fronte. Cominciai a raccontare tutta la mia storia, balbettando e presa dall’ansia.  Nonostante tutto il dolore trattenevo le lacrime.
“Mi sentivo inferiore a chiunque, dalla mattina alla sera. Mi sentivo mille occhi puntati addosso, scrutatori, subito pronti a giudicare. E anche adesso vivo con la paura di essere sbagliata, ho mille ferite che mi porto quotidianamente addosso, e non avevo più voglia di vivere, quella situazione mi ripugnava. Nonostante questo sorrido sempre. Per questi quattro anni ho sempre desiderato una persona che mi prendesse per mano e si occupasse di me – sospirai – magari sembro una persona coraggiosa che fa tutto da sé, poi mi è capitato un gran coglione e ha peggiorato la situazione.”
“E perché gli hai fatto tutto questo?”
“Volevo farlo soffrire.”
“Perché?”
“Perché lui ha fatto soffrire sia me che mia madre. Tutti facciamo soffrire gli altri, la gente è così.”
Io non sono così.” Mi abbracciò di nuovo.
“Lo so.”
“Comunque non importa.” Dissi staccandomi da lui “Io non inseguo nessuno, non ne ho più voglia.”
“Beh non c’è bisogno di inseguire nessuno, io sono già qui.”
“Cosa intendi con questo?”
“Che ti prenderò per mano e mi prenderò cura di te. Non posso prometterti che sistemerò tutti i tuoi problemi, ma posso prometterti che non li affronterai da sola.”
Mi guardò negli occhi, strappandomi un sorriso. I suoi bellissimi occhi verde smeraldo. I quali a ogni suo sguardo me ne innamoravo perdutamente. Forse questa volta, era quella buona. Sarei riuscita ad affrontare tutto con lui.  
Ci addormentammo, abbracciati.
 
Lunedì mattina 11.15


Mi alzai senza far rumore, andai in cucina per far colazione. Passai per il salotto e vidi Zayn fuori il terrazzo con delle sigarette e del gin.
“Zayn?”
“Oh buongiorno.”
“Cosa ci fai qui, si muore di freddo. E del gin? A quest’ora?”
“Ho preso solo un sorso. Tranquilla.”
“Che succede?”
“Perché me lo chiedi?” Disse alterandosi “Sembra che ho qualcosa che non va eh? Io sto bene.”

 Doveva solo calmarsi


Bon soir! Bene bene, grazie a chi ha letto e recensito la mia fanfic, siete troppo belle *°*
Ringrazio anche chi ha voluto leggere la mia OS su Harry. 
Questo capitolo da una parte è abbastanza importante per me, magari sarà un po' noioso, però..
Beh spero vi piaccia e recensite :))

Su twitter sono: 
https://twitter.com/#!/benrelapse

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Capitolo 8
*** 8.he loved M; ***


Ciao, finalmente sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo, ciao. 
No serio, ho trovato del tempo e soprattutto ispirazione.
Sono consapevole del fatto che non ho avuto molta fantasia con questo capitolo çç
Pedonatemi se sembra banale o altro, il prossimo spaccherà i culi YO. 
Detto questo, buon inizio vacanze a tutte voi che non avete gli esami.
Io fino a luglio sarò a scuola, beeello. 
Questa volta i titoli di coda (?) li metto all'inzio, magari qualcuno se li caga ahaha. 
Ringrazio, chi la legge e chi lascia recensioni. Amazing girls! :**




he loved M.



Sentii la porta finestra chiudersi. Mi affacciai dall’arco in pietra della cucina e vidi Zayn accomodarsi davanti il camino che avevo acceso poco prima. Mi incamminai a rilento verso di  lui portandogli del the caldo e mi misi anch’io sul divano. Prese la tazza e si mise comodo.
“Quando avrai voglia di parlami, sono qui.” Dissi prendendo il telecomando del televisore, che poi non comandava solo il televisore, ma anche l’apertura delle veneziane, le luci e la musica. Ci mettevo almeno dieci minuti a capire come mettere un canale.
“Allora, ti piace Harry vero?”               
“Probabile. Ti piace Milly vero?”
“Cosa? Chi?” Disse con un fare inaspettato.
“Milly. Si vede Zayn.” Dopo ciò fissò gli occhi verso la tazza, tenendola tra le mani per potersi riscaldare.
“Beh allora sembra che lei non riesca a notarlo.” Riprese “non è molto che veniamo qui, però già da subito con il suo sorriso mi ha colpito. Peccato che non sia la persona adatta con cui avere una relazione” tornò a fissare la tazza.
“Zayn, magari non è così. Secondo me dovresti parlare con lei.”
“Questa notte è rientrata con un ragazzo diverso, di nuovo.” Sospirò. Vedevo il moro afflitto, stava perdendo le speranze. Teneva molto di più a quella ragazza che a se stesso.
“Sai quando certe volte incontri una persona e capisci che tutto quello che hai fatto finora, tutto quello che è stata la tua vita fino a questo momento? Lei per me è questa persona.
Quando Zayn disse così, pensai subito a quei riccioli che davano un non so che di sexy a Harry, accompagnati da quei suoi grandi occhi verdi. Volevo che mi portasse via, verso giorni migliori. Volevo che mi facesse conoscere la felicità, cosa significava vivere. Credo di essermi innamorata di lui fin dal primo momento. Non saprei spigare il perché, chi lo sa. “Zayn, vai da lei. Se una cosa la vuoi, devi prendertela”
“E se andrà male?”
“Ci sono cose più importanti. Passerà.” Dissi poggiando la mia mano sulla sua spalla e facendomi forza mi alzai dal divano. Smise di fissare la tazza ancora colma di the, alzò gli occhi e con uno sguardo troppo dolce mi ringraziò. Attraverso i suoi occhi scuri riuscii a vedere ciò che stava provando. Dispregio, amarezza e fiacchezza.
“Ok Zayn, io non posso vederti così. Non mi interessa se farai la figura dello stupido che non ha le palle, vado io a parlare con lei!” Mi voltai per andare verso la su stanza con passo spedito, ma Zayn mi afferrò prima che mi allontanassi troppo e mi fermò.
“Dirò tutto io a Milly.”
“Dirmi cosa?” Sentimmo mentre Milly si incamminava nella stanza, mangiucchiando. Zayn arrossì dalla vergogna, quello non era il momento adatto per parlarle ma  fece un gran respiro e tirò tutto fuori. Non smetteva un attimo di parlare, cercava in tutti i modi con la voce tremolante di far capire a Milly cosa provava. Cercava di non guardarla dritto negli occhi, si sarebbe perso. La bionda, invece rimase ad ascoltarlo, come se fosse impietrita. Gli occhi del ragazzo erano lucidi, aveva paura di essere rifiutato.
 “Apparteniamo a due mondi diversi Zayn. Perdonami.”
“Apparteniamo a due mondi diversi? Oh, sei una cazzona smettila con queste cose ok? L’amore va oltre a tutto questo.” Mi infuriai.
“Ben, capiscilo anche tu. E’ la stessa cosa con Harry.”
“Adesso stiamo parlando di te, non di me ed Harry ok?”
“Ben, ascoltami! Sono cantanti girano il mondo, ogni giorno in un posto diverso. Non vedrai mai Harry, magari lo sentirai con un messaggio o su twitter, non sarai mai sicura se lui andrà con un’altra o no, lui non ci sarà mai. Fattene una ragione.”
“Cosa cazzo dici? Quindi io non potrò mai stare con lui perché fa parte di un gruppo? Ma tua madre che cazzo ha fatto da quando sei nata, ti ha insegnato cosa vuol dire amare una persona?” dissi sbattendo le mani contro il tavolo “Amare una persona significa pensare che lei viene prima di tutto. Se io non avessi abbastanza cibo darei ad Harry la mia parte. Se avessi pochi soldi piuttosto che acquistare qualcosa per me, comprerei ciò che desidera lui. Se lui è felice, allora lo sono anch’io. Questo significa amare una persona. Freud dice, amore è pazzia. Credi esista qualcosa di più importante? Mh, a me non viene in mente nulla.
“So cosa significa amare una persona.”
“Non credo, ogni sera hai un ragazzo diverso.” Ribatté Zayn con tono acido.
“Solo perché non posso trovare una persona che mi stia accanto qui. Vanno e vengono, solo per una vacanza.” Disse Milly con una voce tremolante e gli occhi pieni di lacrime. “Zayn tu mi piaci e sei una persona dolce, ma non posso.” Concluse con un’aria di pietà e andò via.
Zayn si alzò di scatto, prese il suo pacchetto di sigarette e prima che andasse via lo abbracciai, forte. Poggiai il mio cranio sul suo petto, stringendolo ancora di più, lui si decise a ricambiare l’abbraccio. Di conseguenza si poggiò a me e cominciò a singhiozzare, prima lentamente e poi ancora più forte. Con una mano gli accarezzai i capelli sperando di farlo tranquillizzare ma non migliorava la situazione.
 

#ZAYN

Le carezze sulla mia nuca di certo non mi stavano aiutando. Avrei voluto spaccare tutto, andare da lei, prenderla e baciarla. Baciarla da tutte le parti, sentire il suo respiro affannarsi. Ecco cosa volevo.
Magari si era solo una cotta, sarebbe passato, ma in quel momento c’era solo lei.
Mi tolsi dalle braccia di Ben, che Dio la benedica è una ragazza fantastica. Harry deve essere proprio fortunato, da quando è qui ha sempre aiutato tutti. Sarebbe una disgrazia perdere i contatti con lei. Però ora il mio problema era quella fottuta bionda con gli occhi color cielo. Anche se il mio tipo di ragazza è ben diverso, lei ai miei occhi era perfetta. Dopo quelle parole il mio cuore e la mia anima si stavano lacerando.
Con il pacchetto di Camel Light andai in camera e chiusi a chiave. Mi lasciai scivolare a terra contro la porta con le gambe rannicchiate e cominciai a piangere. Magari maggior parte delle persone, delle fan che ci seguono penseranno che abbiamo una vita perfetta, invece no. La paura, la sofferenza e l’odio erano miei compagni di viaggio. Da quando mia madre lasciò  tutta la famiglia per andare con un ragazzino ricco e spavaldo. Nei momenti di rabbia se ne usciva con il fatto che non voleva avere figli, che non voleva noi. Conobbi i ragazzi e loro sono riusciti giusto un po’ a farmi mettere una pietra sopra a questa situazione ma, la mamma è sempre la mamma. A volte mi faccio del male da solo, come ora, che ripenso a quello che è successo e mi viene nervoso. Cominciai preso dall’ansia a battere la testa contro la porta. Sentii vibrare la tasca dei miei pantaloni, un messaggio. Ben.  – can i tell u a secret? x -
Aprii la porta e lei era già li dietro con il telefono in mano, mi fece un sorriso ed entrò. Spalancò tutte le persiane per far entrare un po’ di luce e si distese sul mio letto. Mi fece cenno di mettermi accanto a lei. Cominciò, senza mai prendere fiato, a parlare. Sembrava che raccontasse una storia, a volte ci scherzava anche su. Ed è questo il bello. La sua vita era come una tempesta, confusa e movimentata ma,  non l’avrei mai detto, ride sempre e penso che abbia imparato a convivere con i suoi dolori e ad affrontare tutti i tipi di situazione. Lei si che era una persona forte, non io.
Mentre raccontava le vicende della sua famiglia aveva gli occhi lucidi.. voleva piangere, ma aveva imparato a trattenere anche le lacrime. Sapevo che dietro quei bellissimi sorrisi si nascondeva una persona così.
“Poi la gente mi chiede come sto e dico che va tutto bene, anche se non è vero. Tanto loro che ne sanno.”
Questa volta la abbracciai io, ne sentiva il bisogno. Lei ricambiò e mi sussurrò “Spero che Harry mi dia tutta la felicità di cui ho bisogno, per la prima volta ci sto credendo.”
 

#HARRY

Fui svegliato dalle urla di Niall che gridava di andare a tavola. Mi strofinai gli occhi e presi il mio cellulare.
“Merda, sono le 14.” Mi alzai velocemente e con la stessa agilità entrai nel box doccia, mi infilai dei pantaloncini da basket e andai nella sala da pranzo.
“Buongiorno!” Dissi con un sorriso a trentaquattro denti, questa mattina ero particolarmente felice.
“Harry, copriti per favore. Dobbiamo mangiare!” Affermò il paparino di casa, Liam. A volte lo odiavo. E’ troppo serio.
“Sei solo invidioso.”
“Invidioso di cosa? Del fatto che non ti cresce ne anche un pelo sul petto?” BAM, grazie Liam per la tua sincerità. Ho pochi ormoni, ok?
“Come mai sei così vivace?” Mi domandò Zayn. Notai che era un po’ strano. Aveva delle grandi occhiaie e gli occhi rossi.
“Questa notte la gallina ha fatto le uova! Odio essere tuoi vicino di stanza.” Disse Lou.
“La prossima volta metterò della gomma piuma alla testata del letto ok?” Mi sorrise, ripresi “Ma, dov’è Ben?” Nessuno rispose ma mi fecero cenno con la mano verso la cucina.
Andai da lei di soppiatto e senza spaventarla delicatamente passai le miei mani su i suoi fianchi.
“Buongiorno.” Le sussurrai all’orecchio, lei si voltò e mi baciò.
“Alla buon’ora dormiglione. E’ pronto il pranzo, dai. Ho fatto la pasta.”
“No, voglio i pancakes.”
“No ho preparato tutta questa roba.” Disse mentre portava le pietanze nell’altra stanza.
“Se ti chiamo ‘tesoro’, mi prepari i pancakes?”
La  sentii ridere, che bella risata che aveva. Non so perché, ma quando pensavo a lei i miei pensieri non avevano mai il punto. Solo virgole. Erano una valanga di immagini e parole senza punteggiatura.
Venne verso di me e pizzicandomi la mia guancia mi accontentò.

Voltai velocemente lo sguardo verso l’arco della cucina e Milly era appoggiata ad esso. Mi guardò con commiserazione e andò via. 


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Capitolo 9
*** 9.dear.. ***


Ciao! 
Allora, questo capitolo perla un po' di Ben. Ossia di me. 
Le parti in corsivo, all'inizio, sono veramente tratte dal mio diario. 
Chi ancora non l'avesse capito, questa è veramente la mia storia. 
Per questo, il nono capitolo è importante per me :3
Detto questo non so ancora come ho fatto a scriverlo perchè ho mille cose che mi passano per la testa. 
Tra cui il mio esame di maturità e non sto studiando, bello. 
Ringrazio, chi la segue e chi lascia le recensioni. 
Buona lettura belle. :*



"dear.."


#MILLY


Che bella giornata. Mi sono svegliata presto e stranamente avevo voglia di mettere a posto lo chalet. I ragazzi  erano andati sulle piste e si erano portati anche Ben, purtroppo. E’ qui da poco e già la amano.  Non è possibile, io con Harry non sono riuscita ad avere un rapporto stabile e mi chiedo ancora il perché. Coccolano Ben in tutti i modi possibili. Comincio ad odiarla.
Mentre mettevo in ordine il baldacchino di Harry da sotto il piumone cadde un libricino o quadernino che sia.  Aveva la copertina di finta pelle e un laccetto rosso.  Sul davanti c’era incisa una frase. “Ama te stessa. L.”
Ero presa troppo dalla curiosità, lo aprii e cominciai a leggere.
Spagna, la amo. Forse la sto amando perché con me c’è lui. È passata già una settimana da quando siamo qui e sembra tutto perfetto, sembra che lui mi ami veramente. La sua dolcezza, la sua passione e le sue mani. È la prima persona che riesce a capirmi davvero […]
Scrivo per sfogarmi, scrivo per ridere, scrivo per ricordare e scrivo per non piangere. Una lacrima porta con sé tanti significati, tante paure, tanti rimpianti, tante parole non dette, tanti sentimenti soppressi e troppe emozioni non provate. Ma la lacrima quando viene asciugata muore. La cosa più naturale per cui scrivo è l’amore. L’amore è il sentimento più alto che possiamo provare, l’unico che condiziona le cellule del nostro corpo. L’amore fa girare la testa, sfarfallare lo stomaco, scombussola le viscere. A me no. A me fa venire rabbia, mi fa impazzire. E’ tutto grigio attorno, compresa me. Ho perso il pullman e non so come tornare a casa. Prima di chiamare mia madre per  venire a prendermi, avevo bisogno di sfogarmi. C’è traffico e anche i palazzi se ne fregano dei miei problemi; e poi piove, piove tanto e io sono rannicchiata sotto un portone perché lui mi ha lasciata qui.  Prendo l’i-pod dalla tasca, fedelissimo come sempre, compagno di mille emozioni, una per ogni canzone. 
[…] Amo il mare. Soprattutto d’inverno, quando ci sono quelle onde enormi. Amo guardarlo e pensare che tutti i miei problemi siano alghe; sì perché le alghe sono ben radicate al suolo, proprio come i miei problemi.
Com’è possibile? Mia madre ripete sempre che dopo il temporale esce sempre l’arcobaleno. Ma io sono orba o cosa? Non lo vedo. Sono quattro anni che va avanti questa situazione con lui, questa situazione con mio padre, con mia madre, con tutti. […]
So che te ne andrai. So che succederà. È successo una volta, succederà ancora. È inutile pensare che sei cambiato, stai solo agendo diversamente! Forse tu non lo sai, tra poco mi lascerai sola ad affogare in tutte quelle mie paure che mi perseguitano. Non mi fanno dormire, mi traumatizzano. […]
L’ha picchiata, è pazzo. Mentre lo fermavo, vedevo nei suoi occhi il ghiaccio. Se è vero che si dice gli occhi sono lo specchio dell’anima, lui allora dovrebbe essere il demonio.[…]
Mia madre piange, ma io sono felice. Mio padre è andato via di casa, finalmente. Era un mostro. Si è decisa,  l’ho quasi costretta, dopo che siamo venute a sapere che erano due anni che mio padre aveva un’altra e che doveva stare in carcere per otto mesi. Culo, si è pagato la cauzione con i soldi di mia madre, a sua insaputa. […]
Oggi è il suo compleanno. Una bella festa di diciotto anni. Sto in ansia perché questa sera mi farà conoscere tutta la sua famiglia al completo, è una cosa seria? […]
Non mi saluta per strada, fa finta di non conoscermi. Come un padre può far finta di non conoscere la propria figlia? Mi fa schifo lui, tutto quello che fa. Mia madre , appena sono tornata a casa piangendo, aveva capito tutto. Lei ringrazia sempre non so chi, davanti una pergamena, del fatto che presto andremo via da qui. Nuova vita. In più, lui mi ha lasciata. Per un’altra. Meglio di così non può andare vero? […]
Nam myoho renge kyo, mamma ti amo non lasciarmi mai. Sarai forte con la tua malattia. […]
 

Non riuscivo a smettere di leggere, ma sentii la porta dell’ingesso aprirsi e misi il diario dotto la mia maglia.
“Come mai qui?” mi domandò Harry.
“Ehm, stavo mettendo in ordine.”
“Ah ok, Ben è già in cucina. Ho fame!” sorrise.
Uscii da quella stanza, misi il diario dentro la mia cassettiera e andai ad aiutarla per poi tornare a leggere.
 

#BEN

Dopo questo meraviglioso pranzo, volevo mettermi davanti il camino a scrivere.
Amavo scrivere, mi aiutava a liberarmi senza fare la pazza isterica piangendo. Anche se, a volte fa bene piangere.
Andai in salotto e c’era Niall, mi accomodai vicino a lui e mi salutò con un tono pacato.
“Pensieroso?”
“Mh, no. Solo che tra qualche giorno qui la pacchia finisce. Torniamo a lavorare e io personalmente mi trovo molto bene qui.”
“Ti manca la tua vita quotidiana?”
“Beh a volte no, sono felice di essere qui è quello che volevo.”
“Mi fa piacere Niall.” Dissi scuotendo i suoi capelli.
“Tu invece cosa farai?”
“Beh, tornerò in Italia e comincerò l’accademia, voglio diventare una makeup artist.”
“Oddio ma è geniale. Sei un genio.” Il suo umore cambiò in modo spaventoso.
“Perché?”
“Devo parlare con i ragazzi, ci sentiamo dopo.” Se ne andò dandomi un bacio sulla fronte.
Rimasi lì a pensare, mi mancava mia madre e non vedevo l’ora di vederla. Ci eravamo sentite pochi questi ultimi mesi ma so che sta bene.
Dopo qualche ora, ci riunimmo tutti quanti a cena.
“Mh, Ben è tutto squisito.” Disse Liam e dolcemente lo ringraziai.
“Ah, oggi ero sul web. Ho trovato una frase molto carina. Nam myoho renge kyo.” Disse Milly lanciandomi un’occhiata.
Il mio diario. Aveva letto il mio diario, era impossibile che avesse trovato quella frase. Fa parte della religione buddista non poteva sapere niente.
“Milly cosa altro sai?” chiesi.
“Tutto. Devo dire che da oggi ti conosco veramente bene.”
“Nessuno mi conosce e nessuno sarà in grado di capirmi. Nessuno sa quante volte mi sono chiusa dentro la mia stanza e ho pianto, quante volte ho perso la speranza, quante volte sono stata delusa. Nessuno sa i pensieri che sono passati nella mia mente quando ero triste, quanto orribili fossero.” Dissi trattenendo le lacrime, ripresi “Milly dammi il mio diario.” Mi infuriai, mi alzai di scatto dal tavolo.
“Ben, il tuo diario non c’è più.” Ridacchiò.
A quelle parole non potevo crederci, andai di corsa nella sua camera a rovistare per trovarlo, andai nelle camere dei ragazzi ma non c’era niente. Né un foglietto né altro.
Mi stavo sentendo morire, lì c’erano tutti i miei ricordi, tutti i miei pensieri più folli. Lì c’era lui, c’era il ricordo di mio padre, di mio fratello e forse poteva esserci anche quello di mia madre. Mi accasciai sul baldacchino di Harry e piansi.
 
#HARRY

“Ma sei proprio un puttana.”
“Non pensavo ti piacessero ragazze con così tanti problemi.”
Milly era una gran troia, per fortuna che mancavano pochi giorni per andare via e Ben me la sarei portata via con me. Andai nella mia camera ed era sotto le coperte a piangere. Mi distesi accanto a lei e cominciai a fissarla. Era bellissima anche quando piangeva.
Mi sono innamorato di una bellissima ragazza, lei sapeva di possedere uno per uno i palpiti di quel muscolo che mi batteva ancora in petto. Lei era parte di me e io di lei, con un  semplice sguardo eravamo in grado di fonderci, e lì io capivo di possederla.

Mi avvicinai ancora di più a lei “Piccola, sarà un nuovo inizio.”
 

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Capitolo 10
*** 10.new life; ***


Buonasera! Eccoci ritrovati.
Questo capitolo all'inizio non mi piace molto, c'è Federica che lo sa benissimo quanto ci ho messo per scriverlo.
La fine invece mi vengono i brividi. 
Non fate caso alla lettera ed Ed Routh, non ho la minima idea di chi sia. Ho inventato.
Planet Hollywood penso sia il miglior ristorante in cui io sia andata.
Sia perchè è dkjaslkdjalkdfja e sia perchè si mangia che è una meraviglia :D
Ringrazio chi continua a seguire e recensire la mia fanfic, vi adoro, ringrazio inoltre chi continua a leggere la mia OS su Harry.
Detto questo, è sabato voglio uscire, spero vi piaccia. 




new life



 

Firenze, amata città, sono di nuovo qui con te ma sarà tutto diverso. L’adoravo, era il centro dell’arte e della cultura.
 “Piccola, sarà un nuovo inizio.”
Mentre sul mio ipod era in riproduzione una delle mie canzoni preferite, ripensai a quella sera. Ripensai al mio diario che ormai mi aveva abbandonato, l’unica cosa che mi avrebbe riportata a lei era quel tatuaggio sul mio polso che sarebbe restato sempre con me.


In your shadow I can shine.

Il riccio mi accompagnò pochi giorni prima di ripartire, sapeva che ci tenevo tantissimo e sottolineò esplicitamente che teneva ad essere li quando avrei fatto il mio primo tatuaggio.
Scossi la testa per mandar via quei pensieri, uscii dall’aeroporto e presi dal mio borsone una felpa. La sua, Jack Wills.
Sopra la mia città soffiava un’aria gelida ad aprile. Presi il treno, amavo quel mezzo di trasporto, avevo sempre pensato che lì dentro avrei trovato l’amore della mia vita, come nei film. Aprii la porta di casa, e c’era aria di tranquillità. Posai le chiavi sul tavolo della cucina e feci un sorso da una tazza fumante di tisana al finocchio. Era ottima.
Girai quella piccola casa che mi piaceva tanto, le pareti rivestite con colori freschi e vivaci. Vidi mia madre ancora in camicia da notte corrermi incontro. Mi abbracciò e mi fece sentire il suo calore e la sua serenità. Andammo in salotto, e davanti una bevanda calda cominciai a raccontare di quella che è stata l’esperienza più bella della mia vita. Avere lì i ragazzi per me è stata una salvezza, una rinascita nel vero senso della parola. Aiutarli e sostenerli. In particolare, mi soffermai su Harry. Il riccio tutto figo che aveva un’enorme cuore e un’infinità di dolcezza. Il suo volto sublime, bello, con quegli occhioni verdi e puri come un fiume, il suo sorriso maledettamente perfetto. Non avevo visto occhi più belli, il sole li illuminava. Quando parlava, muoveva quelle labbra verso la parte più sensibile di me e lì, ogni volta, dopo aver fatto l’amore con lui, mi accorgevo di avere leggermente il viso più roseo e più radioso. Convinta che fosse  lui a colorarmelo. Un amore così non poteva di certo far male no? Ci siamo innamorati subito, a prima vista. Era la cosa più bella e pulita che avessi mai trovato nella mia vita. Ma andare a caccia di ricordi non è mai un bell’affare.  
Passarono giorni, settimane e non c’era ne anche ombra di lui. Continuamente guardavo il cellulare con la speranza di una sua chiamata, continuamente mi lamentavo con mia madre di quanto fosse stato stupido crederci  anche questa volta.
Lui mi mancava. Mi mancava soprattutto in questi casi, quando io continuavo ad uscire con persone estranee. Mi sentivo usata, mi sentivo vuota perché non era lui, non c’era lui a tenermi tra le braccia. Non mi sentivo afflitta, né mi sentivo male o bene, non sentivo niente.
Dopo qualche giorno, mia madre entrò in camera mentre sfogliava la posta “Ben, tesoro, ti è arrivata questa.” Disse buttando sul mio letto una busta sigillata.

Gentile attenzione alla signorina Ben,
La informiamo di recarsi il 30 aprile presso l’indirizzo indicato nel retro.
Mi congratulo personalmente di essere stata scelta dai miei ragazzi, per diventare la nuova hairstylist&makeup artist dei One Direction.
Cordiali saluti, Ed Routh.


I miei occhi non riuscivano a credere a ciò che stavano vedendo, ero perplessa. Il fatto che in un solo micro secondo i miei due sogni più grandi furono realizzati, mi rese la persona più felice del mondo. Ricollegai il perché Niall scappò quando gli dissi cosa avrei voluto fare, presi velocemente il cellulare e chiamai il biondo.
“Niall?”
“Sono Harry, tesoro.” Tesoro. Sentire la sua voce di nuovo dopo tutto questo tempo era un tuffo al cuore. Avevo i brividi solo a sentirla. I palpiti del mio cuore cominciarono ad accelerare, un fuoco si era appena acceso dentro me.
“Mi è arriv..” mi bloccò.
“Sì! Lo so, grazie a Niall che ha convinto tutti. Per questo non mi sono fatto sentire.”
“Bene, quindi verrò lì. Mi prenotate un’albergo?”
“Vivrai con noi.” In quel momento nella mia testa c’erano solo quelle tre parole. Ripetute continuamente. Mi misi d’accordo con loro, diedi la buona notizia a mia madre che nonostante fosse felice per me allo stesso tempo era dispiaciuta.
Quel giorno arrivò in fretta. Presi l’aereo alle 8.30 del mattino, il decollo fu veloce ma mi fece venire i brividi di freddo.  Dopo un paio di ore passate a sentire una piccola bambina che cercava di indovinare dal finestrino le forme delle nuvole insieme alla sua mamma, arrivai al London Heathrow Airport, era immenso. Lì dentro regnava l’ordine. Erano tutti in fila per rispettare il check – in. Nessuno borbottava, nessuno passava avanti a nessuno. Dalle mie gambe saliva l’agitazione, li avrei visti di nuovo. Prima di uscire presi velocemente una tazza di caffè e chiamai un taxi affinché mi portasse al mio hotel.
“Le Meridien, 21 Piccadilly, grazie.” Prenotai una stanza giusto per darmi una rinfrescata prima di incontrare di nuovo i ragazzi.
Eccola qui Piccadilly Circus, la Times Square di Londra.  Enormi palazzi storici decorati con insegne gigantesche a neon. Lì le persone erano perfette. Arrivai al mio hotel, anch’esso di una bellezza unica. Entrai in camera e mi infilai velocemente nel box doccia.
Per quel pomeriggio scelsi dei jeans a sigaretta, scuri e a vita alta, un top con fantasia floreale e un cardigan di pizzo color rosa antico con decolté abbinate. Aggiunsi qualche accessorio, mi lisciai i miei capelli lucenti di color rosso mogano ed ero pronta.
Uscii da quell’hotel un po’ spaventata. Ad aspettarmi c’era un Audi A4 bianca. Gentilmente l’autista mi fece accomodare dentro e mi portò all’appuntamento. Questa volta ero io, per non pensare a quello che mi stava aspettando, ad indovinare le forme delle nuvole dal finestrino.
L’autista mi scarrozzò davanti quella enorme palazzina, 57 – 60 Haymaket, London. Un’ insegna, Planet Hollywood. Convinta fosse uno studio o qualcosa del genere, un ristorante. Un grande massa di ragazzine urlanti erano accampate lì fuori. Feci per entrare quando, un omone enorme mi fermò solo con un gesto di mano in petto.
“Ehm, dovrei entrare.”
“No. Qui entra solo chi possiede il pass.”
“Beh non so di cosa tu stia parlando ma, se ti basta leggere questa lettera” strappò violentemente il foglio tra le mani “devo ved..”
“Sì vieni con me.”  Mi interruppe e mi tirò per un braccio. Borbottò qualcosa all’auricolare e mi appese al collo una scheda. Mi diede il permesso di entrare, quel posto era immenso. Nelle pareti erano incise le impronte di tutte persone famose e a risaltarle erano dei led fluo.
“Ben!” Alzai lo sguardo e vidi su una scala Harry. Una magliettina larga con il collo a V risaltava quel lungo e magro collo, si intravedevano le clavicole dove sbatteva la catenina che indossava.  Gli sorrisi e lui fece lo stesso mordendosi il labbro dopo essersi scosso i suoi ricci “Vieni sali, siamo qui.” Mi fece cenno e andai da loro. I ragazzi erano tutti felici di rivedermi, fui accolta calorosamente. Era una grande famiglia. Dopo la lunga cena, mi fecero firmare quel contratto tanto desiderato. Non potevo credere a tutto quello che stava succedendo. Uscimmo da lì e i ragazzi si fermarono per qualche foto. Impressionante come tutte le ragazze dopo un paio d’ore erano ancora lì ad aspettarli. L’amore delle fan era indiscutibile, era vero, forte.
 
“Ben vieni con noi si?” domandò Liam aprendo la macchina.
“Abbiamo una camera in più nel nostro appartamento.” Disse Niall entusiasto.
“Beh veramente io ho tutto in un hotel. Quindi..”
“Quindi, ti accompagno a prendere le tue valigie ok?” chiese Harry. Fece un cenno di saluto ai ragazzi e ci incamminammo. Da quando ero arrivata non c’era stato nessun tipo di contatto con lui e questo mi faceva star male. Durante il tragitto mi domandò cosa avessi fatto queste ultime settimane in Italia.
“Sei uscita con qualcun altro?” spiazzata da quella domanda, decisi di non mentire.
“Si Harry.”
“Bene.”
“Harry ma, non è stata la stessa cosa. Cioè io..”
“Non sono geloso, Ben non giustificarti. In fondo non ci siamo sentiti per niente, magari doveva andare così.” Rispose acido il riccio.
“Tu hai visto qualche altra ragazza?”
“No.”
Arrivammo all’hotel e mi accompagnò in stanza.
“Forse, magari è meglio se io rimanga qui.” Harry mi fece cenno di no “non mi sembra il caso Harry, cioè lo hai detto anche tu non doveva andare così. Io ci ho creduto troppo, pensavo che appena sarei arrivata sarebbe stato tutto diverso.”
“Tu ci hai creduto troppo? E io? Tu pensi che io sia perfetto, ma non è vero. Tutti pensano che abbiamo una vita meravigliosa. Cerco di essere felice con i ragazzi, davanti a tutte le fan. Ci provo, ma in realtà non lo sono. Mi hanno sempre odiato, sono stato sempre rifiutato da tutti. Il mio cuore era rotto, spezzato, e tu eri riuscita a rendermi davvero felice in Austria, perché fondamentalmente a me manca l’amore.” Mi urlò in faccia, riprese “quando mi hai detto che sei stata con altri queste ultime settimane, mi hai ucciso.”
“Io Harry non volevo. Scusami.” Una lacrima mi rigò il viso. Lui mi guardò, a passo spedito venne verso di me, mi prese il viso e mi baciò. Le sue labbra, calde e morbie, Dio quanto mi erano mancate. Come  la sua voce, quegl’occhi di incanto, le sue mani che erano capaci di portarmi in paradiso. Ci baciammo ancora e ancora, quasi non volessimo finire più.
 
#HARRY

Volevo afferrarla, stingerla, baciarla.
Era impazzita, cominciò a sfilarmi tutto di dosso e io feci lo stesso.
La baciai per poi buttarla su letto. Mi misi sopra di lei facendomi forza con le mie braccia. Affondai le mie labbra sul suo collo e sentivo le sue mani dappertutto, il suo respiro sempre più affannoso che mi bruciava dentro. Accarezzavo le sue gambe, la baciavo, i battiti dei nostri cuori erano sempre più forti.
Ormai in quel letto già bollente avevo perso la testa, il senso di ogni cosa.
Ma lei, era la mia strada. Era tutto quello che mi faceva star bene.
Stremati, lei mi fece poggiare il cranio sul suo petto.
“ti amo” sussurrai per paura che mi potesse sentire. Lei mi strinse ancora di più a se.  Sarei morto mille volte tra quelle braccia.

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Capitolo 11
*** 11.all betray u; ***


Buongiorno a tutti! u.ù
Sono le 3.28 del mattino e io dopo aver studiato fino ad adesso ho deciso di mettere il capitolo. YO.
Premetto, questo capitolo l'ho cambiato un sacco di volte, prima perchè mi si era rotto il pc quindi ho perso tutto e poi non mi convinceva.
Spero vi piaccia djsfhdfkljlfdgd.
Ora passo ai ringraziamenti: ringrazio prima di tutto chi continua a leggere la mia os su Harry, quasi mille visualizzazioni. Vi amo. 
Ringrazio inoltre chi continua a leggere, seguire e recensire la mia fanfic. 
Peccato sia arrivata già al capitolo undici e su il ventesimo/ventiduesimo finirà.
Quindi, buona lettura e fatemi sapere cosa ve ne pare! Vado a dormire, cià.


all betray u;



Quel giorno di primavera, ma con un tempo cupo e triste, mi alzai radiosa. Era tutto calmo.
Sentii sghignazzare, mi affacciai da quell’enorme finestra e vidi i ragazzi in piscina. Per non dare fastidio mi misi a sistemare l’appartamento.
Era magnifico, tutto molto vintage.
Delle pennellate dorate contornavano le porte in legno laccato bianco, le pareti dell’ingresso erano rivestite da una carta da parati a righine di diverse tonalità di rosso mogano ed erano presenti  in tutte le stanze enormi finestroni. Percorrendo il parquet rovere chiaro c’erano tre piccoli gradini che portavano al grande salotto, perfetto, al centro c’era un’enorme tappeto a fantasia sempre sulle stesse tonalità, appena dopo i bordi erano presenti due sofà di pelle e poco più in là c’era una scalinata  in legno scuro. La scalinata portava alle grandissime camere che non avevo ancora avuto modo di vederle a parte quella del riccio. La base e la testata del letto erano fatte anch’esse di legno rivestito in cuoio, una grande vetrata che si affacciava sul piccolo cortile del retro e nella parete opposta c’era una porticina del bagno in comune con un’altra stanza.
Mi affacciai alla finestra e avvertiidi cominciare a rientrare per uno spuntino. Scesi al piano di sotto e preparai dei tramezzini e aprii un pacchetto di patatine.
Il portone si aprì ed entrarono 5 adoni. Sembravano finti, scolpiti, straordinari. Era un sogno per caso?
Il riccio venne verso di me ancora gocciolante ma, allo stesso tempo mi eccitava. Continuava a tamponarsi i capelli con il telo. Si avvicinò a me e mi stampò un leggero bacio sulle labbra.
“Oggi è un giorno nuovo Ben.” Esclamò Zayn con un magnifico sorriso in faccia, riprese “Abbiamo te, la nostra bolletta del telefono diminuirà grazie al fatto di non dover chiamare continuamente takeaway e voglio essere felice, libero.” Afferrò un tramezzino e se lo divorò.
“Questo significa, niente ragazze?” Chiese Liam e il moro dagli occhi color nocciola annuì.
Chiesi ai ragazzi se mi portassero a fare un giro per Londra, quindi ci preparammo e uscimmo di corsa ad ammirare la città della moda. Dove tutto era cambiato, erano passati troppi anni dai signori con la bombetta e l’ombrello nero che popolavano la città. E anche da quando i Beatles attraversavano sulle strisce pedonali. Ormai alle 17 soltanto la regina beve ancora il thè, i londinesi erano troppo impegnati a far successo nella città e quindi mangiano, appunto, cose veloci come ‘fish&chips’ o hamburger di ogni tipo. Ma di problemi non se ne facevano, ammiro il fatto che camminano affianco ad africani, indiani, giamaicani. In Italia una cosa del genere non potrebbe accadere mai.
Ci fermammo sotto la grande torre, l’amata torre. Volevo essere tanto svegliata dai suoi rintocchi.
Poi Piccadilly e Portobello, un’immensa stesa di negozianti che vendevano qualsiasi cosa di qualsiasi tipo. In quel momento amavo Londra. Quegl’attimi erano immortali grazie all’iphone dei ragazzi, non li avrei mai dimenticati.
La sera stessa loro avevano un party in città. Ero così emozionata ad andarci, mi preparai tutta in tiro. Scesi velocemente di sotto appena suonò un paio di volte il campanello e nessuno dei cinque si degnò di aprire. Spalancai la porta e mi ritrovai davanti un colosso.
“ehm eilà!” feci cenno lentamente con la mano.
“Sono Paul, sono venuto a prendere i ragazzi.” Disse sorridendomi e dandomi una pacca sulla spalla.
“Siamo qui, arriviamo.” Avvertirono.
“Ei, sei pronta tu?” disse Harry avvicinandosi a me sfiorandomi la schiena.
“No non può venire.” L’uomo stroncò Harry con quelle parole “La vostra relazione non è ufficiale, mi spiace.”
“Non fa niente, resterò qui allora.”
“Harry, la vostra presenza è importante.”
“Non mi interessa, non la lascio sola.”
Presi Il ricciolino per mano e alzai lo sguardo per centrarlo nei suoi grandi occhi. “vai.”
“No, ragazzi questa sera farete a meno di me.”
“Effettivamente, cosa centra il fatto che la loro relazione non sia ufficiale?” domandò Louis.
“Bhe andranno in giro rumors di ogni tipo.”
“Paul, non avete fatto storie per la mia ragazza e Danielle. Non ne vedo il motivo.”
“Fate come volete.” Paul gesticolò scocciato con le mani e andò via.
“Mi dispiace ragazzi, scusatemi.” Ero davvero dispiaciuta, non volevo ostacolare la loro carriera in nessun modo. Harry mi tirò a se e mi abbracciò, mi diede un bacio sulla fronte e mi disse di stare tranquilla.
“Bene, ora che siamo qui io chiamo la pizza d’asporto!” affermò Zayn “non avevo per niente voglia di andare a quel party. Ti ringrazio Ben.”

Pineapple, ham and mozzarella. Tomato, salami and cheese.

Ordinarono pizze molto leggere.
Restammo lì, davanti il televisore al plasma a vedere programmi stupidi con la compagnia di una buonissima pizza.
Bip-Bip. Harold prese il suo Blackberry e lesse il messaggio, inarcò le sopracciglia e spalancò gli occhi.
“Harry?” chiese uno di loro.
“Ehm non ci posso credere. Cioè..”
“tesoro?” chiesi io. Harry si allungò per passare il cellulare a Liam. “Mi dispiace fratello” il ragazzo scaraventò il cellulare per terra e preso dalla rabbia prese le sue chiavi della macchina e uscì.
“Ma dove sta andando?” chiesi spaventata.
“Fa sempre così, sparisce per un giorno o due e poi torna. Giusto per calmarsi e non far del male alle persone che gli stanno accanto” mi spiegò Niall.
“Si, ma cosa è successo?” Harry riprese il cellullare e mi fece leggere l’mms.

-I’m sorry Styles. Here, Danielle and the usual guy. They’re kissing.- aprii l’allegato e rimasi sconvolta anch’io. Non ebbi modo di conoscere la ragazza di Liam, ma Harry mi parlò spesso di questa situazione. Inizialmente non volle dire niente al suo amico ma la situazione era degenerata.
Andammo tutti nelle proprio stanze, io però non riuscivo ancora a prendere sonno. Senza far rumore presi il mio iphone e mandai un messaggio a Liam.

-i’m worried, where are u?- 
-potters park. come here-


Di soppiatto scivolai giù dal letto, presi una qualunque chiave della macchina e andai da lui.
In quella immensa distesa d’erba alle quattro di notte fu  facile trovarlo. Mi sdraiai accanto a lui ad ammirare le stelle.
“sai, è una fortuna averti accanto. Ti preoccupi sempre per noi.” Sospirò “ho sempre avuto tutto dalla mia vita, ma mai una ragazza. Non ho mai avuto una storia. tutte mi prendevano in giro perchè ero un po' paffutello e io ne soffrivo terribilmente. Danielle per me era l’impossibile e il fatto di averla avuta mi sembrava strano. Non mi meraviglio che lei mi tradisca.”
“perché?”
“guardami chi sono? Un povero illuso che non riesce ne anche ad affrontare le situazioni.”
“No. Una sera, un ragazzo mi disse ‘sei molto più forte di quanto credi’. Questa sera lo dico a te Liam.”
“e cosa dovrei dirle?”
“Payne sai, a volte le parole non servono.”
“Io la amo.”
“Lei no, se ti amasse non potrebbe farti del male.” Liam mi abbracciò e rimanemmo ad ammirare quella grande luce e quell’immenso spettacolo del cielo.
 
#HARRY

Mi girai nel letto per trovarla, ma non lei non c’era.
Di sobbalzo mi alzai dal letto e girai tutta la casa per trovarla. Andai velocemente da Louis per avvertirlo e spaventati entrambi chiamammo la rossa. Una, due, tre volte e non rispondeva. Provammo un’ultima volta prima di uscire per cercarla, ma niente. Notai un messaggio però.
-i’m going to the potters park.-
Scesi le scale di corsa infilandomi una maglietta e presi le chiavi della mia Audi. Arrivai a destinazione e lasciai la macchina in seconda fila. Chissenefrega alle sei del mattino dei carabinieri.
Dopo aver girato tutto il parco, mi stavo congelando le gambe. Magari avrei dovuto mettermi dei pantaloni.
Trovai finalmente Ben. Distesa a terra con il braccio attorno al collo di un ragazzo. Sgranai gli occhi e mi avvicinai ancor di più per chiarirmi le idee. Feci un sospiro di sollievo, era con Liam. Per un attimo mi crollò tutto addosso.
“Ben. Ben.. alzati.” Dissi muovendole il braccio.
“Mhh, Harry.” Mugugnò
“Liam alzati anche tu, torniamo a casa.”
Presi in braccio la mia ragazza per portarla in macchina, non ce la faceva a restare sveglia e la portai a casa. La sua macchina la sarei andata a prendere più tardi.
Tornammo e sistemai Ben nel letto. Ebbe la forza di mettersi qualcosa di asciutto, l’umidità a Londra è atroce.
Mi misi accanto a lei e la abbracciai.
“Non farmi prendere più spaventi del genere, ti prego.” Si voltò verso di me, speravo tanto che pronunciasse quelle parole.
“Harry..io.. grazie.”

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Capitolo 12
*** 12.no girls? ***


 Bonsoir!
Sono tornata finalmente a dedicare tutto il mio tempo alla mia fanfic. 
Finiti gli esami, finito lo stress e benvenute vacanze.
Allora, questo capitolo magari vi sembrerà corto. Ma su word era tipo 3 pagine òò 
In questo capitolo entra un nuovo personaggio, Annalisa. Cioè Nalì ( @x_crossfingers_ ). 
Poi ho provato tipo tanta rabbia a scriverlo perchè parla anche della Flack. 
Poi, volevo ringraziare chi continua a leggere, seguire e recensiere la mia storia e chi fa lo stesso sulla mia oneshoot di Harry. 
Detto questo buona lettura e fatemi sapere se ve gusta! 
Un bacio, Ben xx



no girls?


Chi non ha mai sognato l’America? Chi non ha mai pensato una volta nella vita di venire a vivere o a lavorare negli Stati Uniti?
Ecco, appunto, siamo qui. Una stato che comprende tutto il mondo.

Cene al Mc Donald’s , poi cinese, messicano, italiano. Miami, Los Angeles, Las Vegas, Seattle, Atlanta, New York. Fan, autografi. Manhattan, New Jersey, Brooklyn, fan urlanti, Times Square, 5th avenue, paparazzi. Party. Madison Square Garden, sold out , fan innamorate, soundcheck, una chitarra, blazer, camice a quadri, bretelle, Clarks, 5 microfoni e via.

Incredibile che il successo che hanno avuto qui, ma adesso sono pochi i metri e le ore che dividono le loro ragazze dai One Direction.
“Passami il rasoio, Lou” disse Zayn per poi ritrovarsi immediatamente davanti lo specchio a radersi.
Deodoranti, profumi, asciugamani e vestiti che volavano da una parte all’altra. C’era agitazione lì dentro e si poteva solo respirare un’ aria mista tra il fumo grigio delle sigarette e l’odore forte dei loro profumi. Li presi uno ad uno per sistemare i loro capelli e truccarli. Rimasi incantata dagli occhi del piccolo biondo. Un azzurro slavato, intenso. Ogni suo battito di ciglia era come vedere un limpido mare. Che poi, chi vogliamo prendere in giro? Loro non hanno bisogno di fondotinta e ombretti. Non saranno perfetti ma, i brufoli fanno parte dell’adolescenza. Che problema c’è?

Cinque minuti a quel concerto che loro tanto aspettavano da mesi. Quelle fan che anch’esse aspettavano da tanto di vederli.
“Buona fortuna ragazzi!” Esclamai, Harry venne verso di me e mi stampò un dolce bacio e andarono via.

You don’t know ohoh, you don’t know you’re beautiful ohohoh, that’s what makes you beautiful

Intonavo quelle strofe che mi trasmettevano sicurezza, la loro voce era fantastica e ancora non potevo credere di essere lì.
“Ben, vuoi venire a vedere il concerto?” mi chiese Paul, annuii e mi portò proprio sotto il palco insieme a quei grossi armadi che tenevano le transenne. Passai lì davanti e vidi ragazze urlare, intonare le loro canzoni, i loro occhi brillavano, c’è chi piangeva, erano emozionate. Si vedeva la stanchezza attraverso i loro visi ma comunque avevano la forza di vedere i loro idoli. L’amore che c’è tra un’artista e le sue fan è quello vero.

I just wanna say a massive thank you to everyone. You guys are amazing!

#HARRY

Greenhouse. Senza dubbio è uno dei locali eco-frendily più famosi a Soho. Luci a led, arredamento con materiale riciclato, pareti di bamboo, frutta fresca ai tavoli, 360 tipi di vodka servita in bicchieri di vetro riciclato. Quella sera, dopo il nostro concerto, fu organizzato un party per la settimana della moda. Tutti i personaggi più famosi erano presenti.
Ben non potette venire ne anche questa volta, per quanto mi fosse dispiaciuto lasciarla in hotel, non potevo proprio mancare a quel party.
Questa volta non c’erano magliettine attillate ed un paio di all stars a farmi compagnia, ma io e i ragazzi c’eravamo messi a tiro, indossavo una camicia targata Dolce&Gabbana, presa appunto in Italia mesi fa quando facemmo visita a Sanremo, un paio di jeans scuri e delle polacchine mask flow color deserto abbinate ad un trench.
Amavo queste feste appunto per il fatto che bevevi così tanto senza preoccuparti niente. Trovammo star di tutti i tipi, da Lady Gaga a Justin Bieber. Da Ed Westwick a Leighton Meester. Da Demi Lovato a Selena Gomez. Da Britney Spears a Caroline Louise Flack.

Dentro la mia testa in quel momento c’era il vuoto. Le sue gambe snelle e morbide, il ventre piatto, un seno molto grande e sodo, una bella postura. La sua pelle candita che era leggermente scurita da una lieve abbronzatura. I suoi boccoli color oro ricadevano lunghi sulle sue piccole spalle. Aveva gli occhi color marrone, e un sorriso incantevole.
Lei non voleva capire, lei non voleva pensare. Ne anche si immaginava quanto io tenevo a lei. Lei credeva che io scherzassi ma, no, l’amavo veramente.
E dopo due, tre, cinque, sette, otto, dieci bicchieri di Jägermeister e redbull mi sembrava tutto fantastico. La cercavo con gli occhi, mi veniva un nodo allo stomaco solo a ripensare a tutti i momenti che passammo insieme.
“Harry” disse Liam tenendomi per un braccio “non andare da lei, ti prego. Sei ubriaco, non riesci a stare in piedi e potresti far del male a una persona che ti ama veramente.”
“Se mi amasse veramente me lo avrebbe già detto.” Con poca forza mi staccai dalla sua presa “non mi interessa comunque, vado a parlarle. Perché mi ha lasciato?” presi e a passo spedito andai verso di lei. “Ciao Caroline.”
“Oh Styles, chi si rivede!” disse baciandomi sulle guance.
“Si rivede un povero stupido che ti ha creduto.”
“Harry, non qui.” presi la sua mano affusolata , con quelle unghie riuscivo ancora ad immaginarmi i graffi che mi lasciava dietro la schiena, e la portai fuori da quel locale.
“Qui va bene per parlare?”
“Ora devi essere sincero con me Styles, ti manco? A volte ripensi ai nostri momenti passati assieme? Io, voglio essere sincera con te e mi manchi. Mi manchi alla follia, voglio che tu torna da me.” La donna prese una sigaretta dalla sua borsa e la accese, aspirando profondamente.
Alla pronuncia di quelle parole rimasi spiazzato, non era mia intenzione finire a questo argomento. Ma per quanto lei potesse essere sincera, in quel momento mi vennero in mente tutti i suoi tradimenti, tutte le sue bugie.

#flashback
“ci vediamo questa sera tesoro?”
“Harry, piccolo, non posso devo lavorare.”
Quella sera pur di non uscire mi misi su twitter a leggere qualche menzione.
-Caroline non ti ama, guarda questa foto.-
-Harry, meriti di meglio.-
-Ci sono tantissime ragazze che ti amano, ti prego non rovinarti così.-

Il suo lavoro in cosa consisteva? A fare la puttana con tutti?
I miei occhi cominciarono a bruciare ed erano pieni di lacrime. Stavano per scoppiare, ma non volevo essere debole. I ragazzi dicevano sempre che non era la donna giusta per me, ma l’accettavano pur di vedermi felice, tranne Louis. Lui l’odiava più di qualsiasi altra cosa. Ma cosa ne può sapere lui? Ha Eleanor, che lo ama. Quindi che cosa vuole? Io l’amavo.
Le tolsi dalle mani la sigaretta e aspirai quell’ossigeno grigiastro.
“No Caroline. Non mi manchi, scusami.” Da lì andai via e cominciai a camminare vago per quelle strade. Senza la paura che mi succedesse qualcosa.


 

La mattina dopo avevamo un’intervista in uno show abbastanza popolare nella grande mela.
Entrammo in studio e dopo un paio di foto ed autografi si presentò una ragazza ad avvisarci per la diretta.
 
-Allora, adesso parliamo di te, Harry abbiamo qui delle foto di ieri sera con la Flack. È un ritorno di fiamma?-
A quella domanda buttai subito lo sguardo verso Ben, che mi guardò sconvolta e con aria dispiaciuta. Le raccontai più volte la mia storia con lei. Per me era anche un’amica. Magari l’unica.
-Beh, si. Cioè ieri abbiamo scambiato due chiacchiere, ma niente di che.-
-Questo cosa vuol dire? Non hai intenzione di tornare con lei?-
-No, non ne vedo il motivo.-
-Quindi rimarrai single ancora per un po’ o continuerai andare a caccia di ragazze da portarti in albergo?-
-Veramente no, ho già una ragazza.- nonostante sapevo che non potevo minimamente toccare questo argomento mi assunsi tutte le responsabilità per le future conseguenze.
-Chi è la fortunata? Voi, ragazzi la conoscete?- I miei amici fecero cenno di sì con la testa e rischiarono anche loro.
-La nostra truccatrice, Ben.- dissi indicandola.
Diventò rossa in viso e strappò un sorriso a tutti i presenti facendo un leggero cenno di mano come saluto. La sera scorsa vagando per quelle strade isolate, ripensai a lei, all’Austria, a tutto quello che fece per noi e soprattutto ai ragazzi che l’adoravano. Lei era la persona che amavo. Anche se dopo quell’intervista me la sarei dovuta vedere con lo staff.

#BEN

Dopo che Styles rivelò la nostra relazione non facevo altro che ricevere tweet del tipo “sei una puttana, non ti meriti di stare con lui.”
“stai con lui solo per la sua popolarità”
“ti odio.”
“harry merita di meglio.”
“harry è mio. Sparisci.”
“Prima la Flack ed ora tu.”
“Fai schifo.”

Sapevo di aver spezzato milioni di cuori, ma cosa potevo fare? Risposi a quei tweet senza farmi prendere dal nervoso. Non volevo che mi odiassero ancora di più. Andai da Starbucks per prendere qualcosa di fresco.
Sentii vibrare la mia pochette, presi il cellulare e aprii il messaggio.
-There’s your friend here,Annalise. Harry xx-
Presi velocemente quel frappè gelato tra le mani e andai subito in hotel. Chiami pochi giorni prima la ragazza per raggiungermi, lei era l’unica amica che mi era rimasta. Ci sentivamo sempre.
Arrivai con un leggero ritardo, cercare di far fermare un taxi a New York era troppo difficile.
I ragazzi erano nella hall con lei e avevano cominciato già a conoscerla.
La sua chioma riccia di un marrone moro, molto scuro, che ravvivava ogni secondo. I suoi occhi color cioccolato che erano lo specchio della sua anima. Lei, innamorata folle del moro tatuato, lo aveva sempre sognato ma, perse le speranze.
Mi misi accanto a loro e dopo aver accolto la mia amica calorosamente continuammo il discorso. Notavo il modo in cui la guardavano. Il modo in cui Malik la guardava. Incantato dai suoi lucenti occhi e dal suo bellissimo sorriso.

-Malik, remember, no girls?
-no, she's the girl.-

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Capitolo 13
*** 13.rain and love; ***


Buona domenica a tutti c: 

Fa caldo, ho fame e sete. 
Ecco il nuovo capitolo che è concentrato solo su Zayn e Annalisa. 
E' molto dolce askjfdsfksdjs detto questo vado già a scrivere il prossimo.
Ringrazio chi continua a leggere la mia os su Harry e chi continua a seguire e recensire questa fanfic. So che è corto come capitolo çç
Detto questo ora vi lascio che devo preparare la valigia, e lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate!
Love, Ben xx



 rain and love;


#ZAYN

Quante volte fino a quel giorno avevo annusato l’odore della pioggia?
Sapete, quel profumo che si sente dopo il cadere delle prime gocce, quello che invade i tuoi polmoni prima che sia troppo tardi. Quando capivo che stava per piovere, amavo mettermi alla finestra ed aspettare quell’odore che sapeva di tranquillità. In quegli attimi di tranquillità mi passava sempre per la testa un unico pensiero, voler aver vicino qualcuno che amasse come me quel profumo.
E quella sera mi resi conto che di lì a poco avrebbe piovuto ma questa volta non mi misi ad aspettare alla finestra, uscii. Le gocce iniziarono a cadere e la mia felpa cominciava ad impregnarsi. Presi una sigaretta dal mio pacchetto, ormai distrutto, la accesi e feci un profondo respiro. Quella nube grigiastra e quel sapore dolce che lasciava in bocca era mescolata con quell’odore forte della pioggia che ricadeva sull’asfalto a grandi goccioloni. Quella pioggia gelida cadeva sulla città quella sera d’estate ed io camminavo velocemente, come se dovessi sfuggire a qualcosa. Ma in quel momento non c’era niente che mi turbava. In una città grigia con New York gli ombrelli colorati davano un’aria vivace.

Entrai in un Café, e presi una bibita calda. La radio del locale trasmetteva il nostro nuovo singolo ‘More than this’, che palle. Non che non mi piacesse risentire le nostre voci e notare i nostri miglioramenti ma, quella sera avevo voglia di qualcosa di più emotivo. Pagai il tutto ed appena uscii da lì infilai le cuffie del mio iphone e misi Image.
Un’altra sigaretta in cui ritrovavo me stesso, come se fosse una cara amica. Non avevo niente, nessuno ma Lei c’era sempre.

Imagine there’s no heaven
It’s easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today…


Una canzone che cambiò il mondo.
Dopo una lunga passeggiata tornai verso l’hotel. Quella pioggia, per quanto potesse essere bella, mi stava uccidendo.
Appena fuori dalla hall e aspirai quell’ultimo buon tiro che rimaneva di quel tabacco secco.
“Zayn?”
Alzai lo sguardo e vidi lei. Questa volta niente e nessuno sarebbe riuscito a colmare quello che avevo dentro. Giorni passati a ridere a scherzare, il suo sorriso e i suoi capelli che con un tocco delicato di mano se li portava dietro. Quegl’occhi da cerbiatto, intriganti.
“Annalisa?”
“Dove stai andando?”
“Questo veramente dovrei chiederlo a te.”
“Un giro.”
“Piove a dirotto ma, posso accompagnarti?”
“E’ così pericoloso lì fuori?” Disse aggiungendo una piccola risata. Vedere sorridere qualcuno mi far star bene. Uscimmo da lì e senza nessun ombrello decidemmo di prendere la mia macchina e andare in qualche posto sperduto. Il cielo si stava schiarendo e la luna cominciava ad uscire da quelle nubi nere.
Passammo ad un Mc Drive a prendere qualcosa di  buono, a mezzanotte delle patatine e gli anelli di cipolla accompagnati da un milk-shake ghiacciato alla fragola erano perfetti.
Ci fermammo in un parcheggio, lei scese dall’auto sbattendo lo sportello per poi mettersi distesa sul cofano della mia auto. Ammiravamo quanto quelle nubi facessero spazio a quella grande luce biancastra, la luna e le sue stelle.
“Brr.” Disse lei strofinandosi le braccia.
“Hai freddo?”
“Un pochino, c’è una bella arietta.”
Mi tolsi la mia giacca di dosso, pur di morire di freddo io, l’avrei data volentieri a lei.
“Cos’è questa la scena di un film?” chiese ironicamente.
“Senti freddo?!” Annuì chiudendo leggermente i suoi occhi ma, per non farla sembrare troppo romantica come scena gliela poggiai sulle sue gambe, fasciate da una calza nera semi velata che le metteva ancora di più in risalto.
Si infilò quella giacca ‘varsity’, semplicissima giacca da baseball, senza ne anche ringraziare mi accennò un sorriso mordendosi leggermente il labbro.
Amo le ragazze che si mordono le labbra o passano un leggero velo di saliva su di esse, è eccitante di solito ma lei lo faceva con un fare dolce e tenero.
“Ho sempre pensato che tu non fossi un ragazzo che fa queste cose, cioè uno che fa il carino davanti a tutte per poi portarsele a letto.” Disse sistemandosi bene sul cofano della mia macchina. Solo il fatto che io misi a disposizione quel cofano per lei era da ammirare, tengo così tanto alla mia macchina che non mi sarei mai immaginato di fare una cosa del genere.
“Ma infatti è vero, sono quel tipo di ragazzo ma, quando trovo una ragazza che mi interessa veramente non puoi ne anche immaginarti di ciò che posso fare. Magari se la porterò a letto non sarà solo sesso.”
“Malik, vuoi portarmi a letto?” Imbarazzato le lanciai uno sguardo sorpreso. “Sono seria, vuoi portarmi a letto? Non per qualcosa ma io non sono quel tipo di ragazza che siccome incontra un personaggio famoso si prostra ai suoi piedi, ho dei valori.
“Posso baciarti?” a quella domanda lei non rispose si avvicinò a me e poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie, preso dalla voglia di baciarla appassionatamente misi la mia mano dietro il suo collo e lei leggermente aprì la bocca giusto per permettere alla mia lingua di arrivare alla sua e mi prese per mano portandola ai suoi fianchi. Mentre le nostre lingue si intrecciavamo cominciarono a scendere qualche goccia amara di pioggia.
“forse è meglio andare” disse lei. Scendemmo già dal cofano e ci avviamo per la strada che portava al nostro hotel.

“Vuoi entrare Malik?” senza farmelo dire due volte entrai nella sua stanza, non volevo che finisse con del sesso che nessuno dei due si sarebbe ricordato.
Presi un bicchiere di whisky e lo mandai giù tutto d’un sorso. Mi tolsi le mia blazer e mi avvicinai alla finestra per vedere la pioggia che cadeva giù e quelle goccioline fredde che scendevano per la vetrata.
Mi voltai verso di lei e la vidi in biancheria intima e lei notò subito il mio sguardo e portò a se quel lenzuolo che era sfasciato sul letto.
“Non guardarmi! Mi vergogno!” disse diventando rossa in viso. Ma di cosa doveva vergognarsi? Lei che nonostante quell’arietta forte che entrava dalla finestra le scombinava i capelli, le sue gambe e il suo sorriso avrebbero fatto invidia a chiunque. Sarebbe stata perfetta in qualsiasi caso.
 
#ANNALISA

L’odore della pioggia si faceva largo per tutta la stanza e sentii solo il suo respiro. Pian piano mi avvicinai, quasi impaurita, da quello sguardo gelido e lui si avvicinò a me. Non ci furono parole, ma soltanto silenzi, sguardi intensi che annunciarono al mondo intero l’inizio di questa magia. Una fusione e quel bacio, così dolce e improvviso, che sembrò distruggere ogni paura e parve render la pioggia una melodia, una musica che avvolgeva le piante, quella città tetra, io, lui, tramutandoci pian piano in una sola creatura, colma di amore.
Ricordo chi era quando ero follemente innamorata di lui. Ma  quando voleva, sapeva essere dolce ma amava presentarsi in maniera forte, forse perché tutte le volte che era stato arrendevole il destino si era preso gioco di lui. Questo lo rendeva attraente, oltre la sua bellezza, saper mascherare quella dolcezza ed essere forte nonostante il suo animo sensibile.

Zayn Jawaad Malik, sì.

Mi baciò lentamente e mi fece sedere sul mio letto, continuava a baciarmi facendomi stendere pian piano, mi accarezzava i capelli spostandomeli dietro le orecchie. Mi prese per mano e sentì che tremavo. La strinse ancor di più per farmi sentire la sua forza e per tranquillizzarmi. Mentre continuava a baciarmi dolcemente mi sfilò la maglia, che cadde ai lati del letto, il tempo passava, ma in quel momento i minuti che passavano sembravano interminabili. Cominciò a baciarmi scendendo sempre più giù verso il mio ventre piatto facendomi rabbrividire; con delicatezza sbottonò i miei jeans e io, anche se inesperta, cercai di aiutarlo. Fece scivolare poi le sue mani dietro la mia schiena slacciandomi il reggiseno con molta facilità, morivo di vergogna, ma lui avvertì il mio imbarazzo e questa volta mi strinse a se. Presi la molla dei suo boxer e li sfilai e lui fece lo stesso con me.

“Malik, non voglio che sia l’ultima volta?”
Lui non rispose, mi sorrise e mi stampò un leggero bacio sulla mia fronte. Cominciò a baciarmi il collo, la parte più sensibile del mio corpo, arrossivo, ero accaldata. Mi accarezzò delicatamente le mie cosce per poi stendersi bene su di me.
“Se hai dolore avvertimi.” Disse lui preoccupandosi dolcemente. Avevo dolore ma ero troppa in vergogna per dirglielo.
Cominciò a muoversi più delicatamente, provocandomi un sussulto. Presi la sua mano e la strinsi forte.
In quel momento stavo provando una sensazione che credevo non potessi provare mai. Lui capì che mi stavo tranquillizzando quindi velocizzò il ritmo, provando piacere. Il suo profumo dolce mi penetrava dentro, le sue possenti braccia mi facevano dimenticare tutti i miei dolori e tutte le mie paure.  Avevo il terrore che per lui fosse solamente del fottuto sesso, ma  non sembra lo Zayn Malik che tutti descrivevano.
Lì in quella notte di passione stavo vivendo la mia prima volta con chi ho sempre desiderato. 

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Capitolo 14
*** 14.i love you; ***


Buonasera!
Magari è un po' tardi per mettere il capitolo, ma ultimamente non ho tempo. 
Chiedo perdono.
Ho anche avuto un blocco. So già come dovranno essere i prossimi capitoli ma, questa volta mi sono bloccata di brutto.
Siamo al quattordicesimo, 6-7 capitoli e finisce la mia storia. Maaa ci sarà anche una sorpresa!
Per quanto riguarda di scrivere un'altra fanfic, beh ci avevo pensato. Ho già in mente qualcosa.
Adesso godetevi questo capitolo e se riesco posto tra qualche giorno. 
Lo so dico sempre così  e poi posto dopo due settimane çç chiedo di nuovo perdono.
Ora passiamo ai ringraziamenti, la mia one-shoot su Harry ha raggiunto più di 1000 visualizzazioni. 
dafkjaskjfskjd vi adoro! 
Ringrazio inoltre chi continua a seguire la mia storia e continua a recensire. 

Detto questo, un bacio a tutte e un grande saluto al mio amore più grande, Street Team One Direction Abruzzo. Vi amo. 




i love you;

Ultima tappa del concerto, alcool, party. Rendo l’idea?

Mi svegliai nella suite del nostro hotel completamente messo sotto sopra, bottiglie di champagne vuote, vestiti a terra, calici da dessert rotti  e molto altro.
Mi sollevai dal letto completamente dolorante e con un gran mal di testa. Non ricordavo niente della notte passata a parte ottimi cocktails e piacevoli chiacchierate con i ragazzi, l’unica cosa di cui ero certa e che quel pomeriggio dovevamo riprendere l’aereo per tornare a Londra.
Presi il mio iphone per vedere l’ora, 15.17 .  Feci per specchiarmi e appena mi vidi, sobbalzai. Avevo un viso orribile, misi un filo di trucco, ritrovai i miei vestiti e scesi sotto nella hall dove trovai i ragazzi. Dopo un’abbondante colazione americana andammo subito in aeroporto per tornare a casa.

Prima che Harry mi portasse ad Holmes Chapel ci fermammo per una settimana a Londra con i ragazzi, Danielle sarebbe stata da noi, Louis dopo alcuni giorni sarebbe partito in vacanza con la sua ragazza e Niall era atterrato direttamente in Irlanda. Mi era mancata quella città, mi era mancata la nostra casa e il mio amato letto.
Appena tornammo mi distesi sulla sdraio in giardino per prendere dell’aria fresca.
“Tesoro, ti è arrivato un messaggio.” Disse Harry venendo verso di me con il mio iphone in mano per poi mettersi accanto a me.
Lessi il mittente e velocemente chiusi quel dannato testo facendo scivolare con fare scocciato il cellulare sulla sdraio.
“Chi era?” Mi chiese il riccio incuriosito.
“Nessuno, o meglio niente di importante.” Lui fissò prima me e poi il mio iphone, si allungò e lo prese.
“Harry lascia stare il mio telefono.”
“Perché? C’è qualcosa da nascondere?”
“No non c’è niente da nascondere ma, non voglio che tu legga i miei sms.”
Accennò una lieve risata mentre digitava per accedere nella cartella dei miei messaggi. Io lasciai perdere, non mi importava.
“Ancora lui? Ancora con questo ragazzo?-i’m in London, can we meet? I miss you.- simpatico. Magari rispondi, vai da lui.”
“Finiscila.”
“No, avevi detto che avresti chiuso con questa storia. Ti ha chiamato una settimana fa, siete stati al telefono e avete chiarito. Posso passare sopra ad una cosa, ma non due.”
“Mi sembra che adesso io stia qui con te, non con lui.”
“Beh è una fortuna che tu stia qui con me.”
“Cosa intendi dire? Ah si, che puoi avere tutte le donne di questo mondo. Ok, esci fuori e trova qualcuno che ti ami quanto lo faccia io. Vai.”
“Tu non mi ami.” Rispose con tono acido.
“Cosa ne puoi sapere?”
“Non me lo hai mai detto.”
“Servono delle parole? Vuoi che te lo dica così magari ci credi?” Pensava davvero che io non l’amassi abbastanza?
“Voglio che tu me lo dica. Nel senso voglio essere sicuro di questa cosa.”
“Ti amo, ok? Sì ti amo, senza alcun limite. Nonostante lì fuori ci siano milioni e milioni di ragazze che farebbero di tutto per portarti via da me. Ti va bene?”
“Mi stai facendo un piacere.” Si alzò di scatto e con molto nervoso andò via.

Era sempre così. Non era sicuro del nostro rapporto, non era sicuro di me. Louis era sempre lì a incoraggiarmi a sopportarlo perché lui non era mai stato seriamente con una ragazza ed essendo la prima aveva paura che come tutte le altre avrei trovato qualcuno migliore di lui e avrei lasciato perdere. Ma perché? Anche io non ho avuto molte storie carine, ma sono sicura di lui nonostante ci sia sempre qualche super modella con molti soldi che potrebbe portarmelo via. Ma fondamentalmente il mio problema era un altro. Sarah, la sorella minore di Danielle. La riccia acida era sempre stata gelosa di me e la ragazza di Louis, solo per il fatto che eravamo preferite dalle loro fans, nonostante io per un  breve periodo ero stata odiata da tutte le ragazzine innamorate di Harry, lei fece di tutto per portarmelo via.

Presi il mio iphone e risposi a quel messaggio.
-Hyde park, fountain, 15 minutes.- Di fretta misi su un jeans stretto e presi la macchina. Non era molto lontano da casa nostra, appena arrivai rimasi incantata come ogni volta.
Un grande cancello in ferro e bronzo accoglieva un parco immenso, stupendo e suggestivo, il grande polmone verde della capitale.
Andai verso l’enorme fontana illuminata da lucine a led di vari colori, mi sedetti ed aspettai.
 
“Ben?”
Mi sentii chiamare con una voce pacata, mi voltai facendo scivolate la mia chioma rossa lungo la schiena. Trovai lui, non molto diverso. Quella barbetta incolta, quegl’occhi color nocciola con delle ciglia lunghissime, i capelli spettinati, tutto questo lo rendeva più intrigante.
Lo salutai avvicinandomi e subito dopo lui mi stampò un bacio sulla guancia.
“Come mai a Londra?”
“Sono qui per te.”
Ah qui per me? Bell’affare, furbo e schifoso, annuii solamente accennando un sorriso.
“Più che altro sono qui per scusarmi di persona per tutto quello che ho fatto questi anni.” Disse chinando la testa.
“Continua.”
“Ho sbagliato a trattarti da puttana e a non credere in te, nelle tue capacità. Sei qui hai realizzato il tuo sogno, mi sbagliavo.”
“Accetto le tue scuse, ok?”
“Quindi magari potremo riprovarci.” Eccolo qua, me l’aspettavo un’affermazione del genere.
“Sai che è troppo tardi?”
“Si, lo so. So anche che ora stai con un altro ragazzo ma alla fine io e te ci corriamo dietro da anni e anni. Sarei disposto ad aiutarti per qualsiasi cosa.”
“Io non ho bisogno più di aiuto e tanto meno di te. Matt, scusami ma amo il mio ragazzo e sto bene con lui.”

Presi il mio iphone e scrissi un messaggio di testo al riccio.
-where are you?-
-At home.-
-2minutes, i’m there. xx-


“Beh, stammi bene.” Dissi dando una leggera pacca sulla spalla al ragazzo e tornai a casa da Harry.
Lo trovai poggiato alla porta di casa con in mano una tazza fumante di caffè, solita acqua slavata londinese.
Di corsa mi feci il vialetto e i tre scalini che anticipavano la porta dell’ingresso.
“Ho visto il mio ex. -a quell’affermazione ci mancava poco che si strozzasse con il caffè e spalancò gli occhi – No, non è successo niente. Ho scelto te -sospirai- ti amo Harry.”  Da lì quei secondi di silenzio angosciante non passavano mai. Un lieve sorriso si scolpì sul suo volto roseo, divenne poi un sorriso di compiacimento.
“Ti amo anche io Ben.” Il ricciolino mi accolse tra le sue braccia delicatamente e io sorrisi come non avevo mai fatto in passato, mi faceva male quasi la mandibola quanto sorridevo. Ci guardammo negli occhi e cominciai a ridere; mi guardò divertito e porto il mio guardo verso di lui. I suoi occhi ricordavano l’acqua verde del fiume e i suoi capelli il cioccolato. Mi stampò un dolce bacio sulle labbra, mi prese in braccio e io agganciai le mie gambe dietro la sua schiena. Intrecciai le mie mani tra i suoi capelli arruffati per colpa di quelle quattro gocce di pioggia,  il suo sapore, il suo profumo. Sembrava stessi peccando, l’amavo incondizionatamente.


#HARRY
Dopo averla posseduta di nuovo, ci addormentammo. In piena notte fonda mi squillò il telefono.
Adoravo la mia suoneria, prima di rispondere aspettavo sempre che arrivasse il ritornello.
“Si?”
“Harry, sono Niall. Ho chiamato gli altri ma non rispondono.” Sentii il biondo parlare in modo strano.
“Niall che è successo?”
“Niente..”
“Niall dimmi.”
“C’è stato un’incidente.”
“Che novità!” Pensai subito ai soliti incidenti che ci sono sulla statale davanti casa di Horan.
“No, il camion di mio padre.”
“Cosa?” rimasi sorpreso e il biondo cominciò a singhiozzare.
“Mio padre. - sopirò - È …morto.”
 

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Capitolo 15
*** 15.i just want to be quiet;no problem,no pain. ***



Buonasera ragazze! 
Allora, ovviamente, ho ritardato un po' con il postare il capitolo. 
All'inizio è veramente tristissimo çç poor Niall. 
Cooomunque eccolo qua, spero vi piaccia, l'ultima parte l'avevo scritta meglio ma non mi ha salvato il file. 
Bello!
Passiamo ora ai ringraziamenti, mille grazie a chi continua a leggere e recensire la mia fanfiction.
Ogni capitolo ha tipo tantissime visualizzazioni c:
Ringrazio, poi, chi continua a leggere la mia oneshoot su Harry. UHUHUH.
Detto questo, buona lettura e lasciatemi una recensione se vi va c:
Un bacio, Ben. 

 

 

"I just want to be quiet; no problem, no pain."


#NIALL

Mio padre è morto. Mio padre è morto due giorni fa.
Lui era un uomo solare, allegro, sempre con il sorriso. Occhi color cielo, occhi curiosi di vedere il mondo, occhi di un bambino.
Ero appena sceso in aeroporto quando mia madre mi chiamò. Aveva una voce strana, stava piangendo. Le chiesi perchè, lei mi disse che papà aveva avuto un’incidente e che era in ospedale.  La sera stessa, prima che io arrivassi in tempo in ospedale per raggiungere la mia famiglia, lui morì.
Tutto per colpa di una fottutissima bottiglia in più di birra. Un’idiota che guidava in stato di ebrezza, lui schivò quella macchina per salvare la vita di entrambi, invece ci ha rimesso solo lui. Ora dov’è quello stronzo che ha ucciso mio padre, dov’è?
Il giorno del funerale erano tutti lì. I ragazzi appena li chiamai presero il primo aereo per Dublino e mi raggiunsero a Mullingar. 
Mia madre piangeva, io invece stavo zitto. I miei occhi non erano più di un azzurro slavato, ma di un color blu greco, pieni di sofferenza. Piangevo dentro, ricordando tutti i momenti felici dell’infanzia con mio padre. E ora era tutto finito. Non ci potevo credere.

“Ciao papà, vorrei parlarti ma non è più possibile. Magari questo è un modo per non dimenticarti ma, sono solo parole. Mi dispiace. È successo tutto così in fretta e troppo veloce.  In un secondo tutta la mia vita è cambiata e se non fosse per quei 4 ragazzi che tu ami tanto io non avrei realizzato il mio sogno ma non mi sarei mai  aspettato una cosa del genere, mai.  Mamma dice sempre che quando una persona è importante non se ne andrà mai e tu sarai sempre con noi, dentro i nostri ricordi più belli. Non c’è giorno che io non ripenso a tutti i tuoi consigli, a tutte le volte che tu hai creduto in me pur di andare contro tutti. Hai passato le ultime ore della tua vita in un letto di ospedale, ma non avrei mai pensato che quella sera non sarei potuto riuscire a salvarti. Te ne sei andato, senza sapere che sarebbe stato l’ultimo giorno che ti avrei visto. – singhiozzai – Scusatemi, ma non esistono parole di conforto, non esiste sostegno per un dolore così forte. – ripresi -  Spero solo che anche da lì tu mi assista e sia orgoglioso di me e della mamma per tutte le scelte che prenderà in futuro.  Ora, sei libero da ogni forma di dolore, ci guardi e ci proteggi.  Quando mi arrivò quella telefonata sapevo già di dover correre il più veloce possibile prima che succedesse qualcosa di ancora più grave.  Ho fatto il possibile papà, perdonami. Quando arrivai che ti vidi immobile su una barella, avevo un groppo alla gola che scoppiò in un pianto; i tuoi occhi, il tuo sorriso, i tuoi silenzi saranno solo un ricordo. Mi manchi ed è troppo grande il vuoto che hai lasciato.”

Lessi queste parole prendendo coraggio anche se non volevo sapevo che alla mia famiglia avrebbe fatto piacere. Mia madre mi guardò fiera e i miei compagni, nonché fratelli, lo stesso. Nei loro occhi, ormai pieni di lacrime, riuscivo a capire quanto fossero dispiaciuti per me.
I giorni passavano, senza mio padre, e io facevo finta che fosse partito per un lungo viaggio, e che prima o poi sarebbe tornato. Ogni mattina mi svegliavo come se avessi fatto un brutto incubo come quando ero più piccolo che correvo da lui per essere tranquillizzato. Ma chi volevo prendere in giro? L’avevo perso ma non riuscivo ancora ad accettare la sua morte.
Zayn e Liam stettero con me per una settima, sperando di trovare qualcosa per farmi svagare, per non farmi pensare. Ma il ricordo di mio padre dentro quella casa era ovunque. Avrei preso tutto e avrei buttato tutto. Non per non ricordarlo ma, per non soffrire, per non vedere mia madre in quello stato.
 
“Buongiorno signora, sono David. Ero al funerale ma non ho avuto il coraggio di farmi avanti. Ero io il ragazzo dentro la macchina.” Si sentì dire mia madre appena  suonò il campanello.
“Entra.” Lo fece accomodare nel salotto e mi venne a chiamare nella mia camera. Solo sapere che lui era lì mi fece andare su tutte le furie.
“Non fare cazzate.” Mi avvertì Zayn, ma non diedi importanza a quello che mi disse e andai spedito nell’altra stanza e senza pensarci un attimo arrivai un pugno in piena faccia al ragazzo. Quest’ultimo portò le sue mani coprendosi il naso ormai che cominciava a sanguinare e continuai a guardarlo con disprezzo.
“Niall!” disse mia madre.
“No, signora me lo merito, mi dispiace. ” Disse andando verso la porta, uscendo.
“Niall, torna a Londra. Immediatamente, ti fa solo male stare qui!” Disse mia madre con un tono alterato.
Si, forse era meglio tornare a Londra per non pensare. Magari quel pugno non dovevo darlo, ma la rabbia era troppa. Con i ragazzi preparai subito il borsone e dopo qualche ora tornammo a Londra. Sarei stato a casa di Zayn per qualche tempo, mi dispiace molto per Annalisa ma non sapevo proprio dove andare.
 
#HARRY

Dopo il funerale di Bobby, io e Ben andammo dalla mia famiglia ad Holmes Chapel e ad accoglierci caloramente c'erano tutte le nostre directioners che sprizzavano gioia. Amavo vedere che non odiassere più la mia ragazza. 
La presentai a mia madre, come se già non la conoscesse, e rimase impietrita. Da quando l’assunsero a lavorare presso lo chalet di Dicky lei non la voleva vedere minimamente, era troppo affezionata alla ragazza che c’era prima e la reputava perfetta per me. Mio padre, invece, era la persona più felice del mondo. Adorava Ben, la trovava una ragazza veramente carina e mi appoggiava su tutto.

 “Mamma!” Appena tornai a casa, buttai le valigie nell’ingresso e corsi ad abbracciare mia madre.  Mi mancava tremendamente quando eravamo in tour e l’unica cosa che avevo che mi legasse a lei quando ero fuori era una catenina che mi regalò quando ero più piccolo.
Ben venne timida dietro di me e gentilmente salutò tutti.
“Lei è Ben mamma, ricordi?”
Alzò gli occhi leggermente verso il cielo e questo fece dispiacere molto la mia ragazza. “Anne, ciao.” Ben fece per porre la mano ma mia madre non accennò nessun movimento.
“Ragazzi!” esclamò Gemma venendo verso di noi per prima abbracciare me e poi presentarsi a Ben. Gemma era una ragazza meravigliosa, nonostante litigavamo spesso da piccini io l’adoravo.  Amo i nostri abbracci, le nostre conversazioni e quando si confida con me. Non avevo mai avuto un rapporto del genere con lei, da qualche anno a questa parte si era aperta davvero tanto; mi raccontava tutti i suoi segreti più profondi e io facevo lo stesso. Sapeva tutto di me e di Ben.
“Beeen!” Asclamò di nuovo sorridendole, andò da lei e la abbracciò. Mentre le ragazze restarono in salotto a parlare vidi mia madre che girò le spalle e andò via.

“Mamma?”
“Tesoro.”
“Posso parlarti?” Lei dolcemente annuì e ci sedemmo sul divano che era in cucina, ripresi “Perché lei non ti piace?”
“Sinceramente non lo so. Preferivo l’altra, lo sai.”
“Si ma, io amo Ben. Dovresti essere felice.”
“Lo sono tesoro.”
“Ti prego provaci.” Stampai un bacio sulla guancia di mia madre e uscii per salutare i miei amici.
 
#BEN

“Anne, ti serve una mano?”
“Sì, guarda prepara l’insalata. Tra poco arrivano tutti e Dicky è già fuori a preparare la cena.” Disse Anne a testa bassa.
“Ben..” si fermò “grazie.” Disse  poggiando leggermente la sua mano sulla mia spalla; riprese continuando a preparare “sono davvero felice per mio figlio, sicuramente sarai una bravissima ragazza.”
So di non esserti stata mai simpatica Anne.” Replicai acida.
“Questo non c’entra. Ora stai con Harry e siamo una famiglia, avremo modo di conoscerci meglio.” Disse decisa abbozzando un sorriso.
Il seguire della serata fu tranquillo, non mi sarei mai immagina di cenare con la famiglia Styles al completo.  Per lui era molto importante.

“Ben, tu dormirai con Harry. Non credo che tu voglia stare in una camera a parte.” Disse porgendomi gli asciugamani.
Mentre aspettai che il ricco uscisse dalla doccia andai in camera di Gemma, bussai chiedendo il permesso. Entrai e mi fece accomodate sul suo letto. All’inizio cominciammo a parlare dei ragazzi, del tour e della cena ma mi bloccò.
“Ben, io e mia madre sappiamo tutto su di te. Harry ci ha sempre raccontato tutto della vostra relazione. Quindi non ti fare problemi con me e riguardo mia madre, non lei stai antipatica, semplicemente è gelosa del suo piccolo.” Concluse la frase con una piccola e dolce smorfia.
Restai tutta la notte lì nella sua camera,  e come se fossimo dodicenni ci raccontammo un po’ di cose.
Mangiavamo schifezze e a farci compagnia c’era dalla musica e una bottiglia di coca cola. Adoravo il sorriso di Gemma, era una ragazza troppo solare.
 

-i’m very happy that you’re talking with my sister. I love you, goodnight babes. xx -

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Capitolo 16
*** do you want to know the truth? ***


Buonasera a tutti. 
Allora non vi dico che non ho avuto tempo di scrivere perchè non è vero, semplicemente non volevo scrivere. 
Ho accorciato i tempi della storia, vorrei fire tra tre capitoli o quattro, solo per il fatto che ogni volta che mi metto a scrivere vado nel panico.
Questo capitolo non un granchè ma capitemi, su. 
Ringrazio chi ha letto e continua a leggere le mie oneshot rating rosso, impressionante il successo che hanno avuto. 
Ringrazio inoltre chi continua a seguire la mia storia. 
Detto questo, buona lettura e se volete lasciatemi una recensione :) xx

Su twitter sono @harrysavedmex


do you want to know the truth?



“anello, zaffiro bianco, oro rosa, diciotto carati. 1712 sterline.”
“può farmi un pacchetto carino?”
“certamente.”
Uscii con un sorriso stampato in viso da una delle gioiellerie più famose di  Hatton Garden e mi avviai verso la mia macchina. Dannato traffico londinese, lo odio. Mentre ero in coda mandai un messaggio alla mia ragazza con scritto che stavo per andare da lei per una sorpresa.

-we need to talk liam.-

La sua fredda e orrida risposta. Perché?
Arrivai davanti il vialetto e dopo un profondo sospiro cominciai a camminare veloce per raggiungere la porta d'ingresso. Ero preso dall’ansia e le mani cominciavano a sudarmi.
Entrai e in quella casa c’era sempre un profumo di olio alle rose, lei lo adorava. Posai il giacchetto all’ingresso e mi sentii chiamare dalla sua camera, lei era seduta già sul letto che mi aspettava.
Ero felice di vederla, ma contemporaneamente ero agitato per quello che doveva dirmi. Le diedi il pacchetto e lo aprì, appena vide quell’anello scoppiò in lacrime. Ero perplesso, le piacevano molto i gioielli.
“E’ bellissimo davvero, ma non posso accettarlo.” Disse singhiozzando, riprese passandosi le sue dita sul viso per asciugarsi le lacrime “Liam, non posso accettarlo. Io non sono stata del tutto sincera con te. Quando tu eri in tour ed eri via per mesi io avevo bisogno di sentirmi amata. Si è vero, venivo a trovarti ma per pochi giorni e non mi bastava. Io..”
“Tu cosa?” chiesi, magari sapevo già cosa stava per dirmi ma non volevo crederci. Mi si formò un magone allo stomaco, avevo paura. Paura di soffrire.
“Io sono stata con un ragazzo più volte.”  Disse poggiando una mano sulla mia gamba.
Io lo sapevo che lei mi tradiva, ma chi voglio prendere in giro chi starebbe con me? Ero a pezzi in quel momento, io amavo Danielle, la amavo davvero tanto e pensare solo un attimo che lei era stata tra le possenti braccia di un altro ragazzo mi distruggeva, significava che non le ho dato mai abbastanza.
Mentre pian piano le lacrime rigavano il mio viso con un’espressione ormai delusa ripensai a quello che mi disse Ben al parco quella notte.

“Sei molto più forte di quanto credi, le parole non servono.”

Esattamente, in quel momento nulla serviva. Non serviva chiedere spiegazioni ne tanto meno di dire qualcosa per salvare la nostra relazione. Lei non mi amava.
Tolsi la sua mano da sopra la mia gamba e io tremando mi asciugai le mie lacrime. La guardai indifferente, non provavo ne rabbia ne disprezzo, presi tutte le mie cose e me ne andai.
Era la fine della nostra storia, bella o brutta, mi ha insegnato sicuramente molto ma dovevo rialzarmi in quel momento e pensare ad essere Liam Payne.


#BEN
-we broke up, she doesnt love me.-

Mi arrivò quel testo da parte di Liam, ma non potevo rispondergli e tanto meno stargli vicina per la prima volta. Se non avevo la forza per stare vicina a me stessa non vedo come potevo farlo con lui. Posai il telefono sul letto e ignorai il tutto formando con ledita dei cerchi immaginari attorno al nuovo tatuaggio che ci facemmo io e Harry. 

H.

“Quanta acqua hai bevuto Ben?” Mi chiese Gemma entrando nella mia stanza.
“Una bottiglia e mezza, tra poco scoppio.”
“Bene, ho comprato questo, hanno detto che è il migliore.” Disse la mora cercando nella sua borsa quella scatolina che mi avrebbe rovinato la vita.
“Gemma, forse non è una buona idea. Magari è solo un po’ di stress.”
“Fallo.” Mi diede la confezione, era ancora perfetta, immacolata. La presi e la guardai, quella scritta “Easy” colorata di un blu scuro e con accanto uno smile mi terrorizzava. 
“Quindi vado?”
“Vai, prima che torna mio fratello.”
Feci un grande sospiro e andai verso il bagno. Ero presa dal panico, non ce la facevo a fare quel test. Non volevo sapere la verità.
“Coma va?” Chiese Anne alla figlia fuori la porta del bagno.
“Non so è dentro da dieci minuti non so cosa succede.”
“Ben?” bussò Anne senza ricevere alcuna risposta ma loro insistentemente mi chiamavano.
Gemma andò verso l’ingresso perché sentì rientrare Harry e in tutti i modi cercava di fermarlo mentre Anne, premurosa, continuava a chiamarmi e aspettava che io le rispondessi.
“Gemma lasciami!” Disse con tono alto il mio ragazzo, riprese “Che succede a Ben? Perché è in bagno?”
Da lì dentro sentivo tutto, ma non ero capace di reagire, quei minuti passati ad aspettare la verità erano stati interminabili, i 7 minuti più lunghi della mia vita. Due lineette rosse, negativo. Una, positivo.
Cominciavo a intravedere qualcosa di roseo, l’agitazione era tanta e il mio cuore stava per scoppiare. Diedi una botta con la testa alla porta facendomi scivolare a terra.
“Ben! Ben! Apri, sono Harry.” Disse sbattendo i pugni contro la porta.
Mi alzai con forza e aprii la porta, lui appena mi vide in lacrime mi accolse calorosamente tra le sue braccia senza notare cosa avevo in mano. Con i miei occhi pieni di lacrime cercavo gli occhi di Anne in modo che potesse aiutarmi.
“Piccola tranquilla.” Disse lui baciandomi la fronte e accarezzandomi il viso.
“Harry, forse è meglio se vai nella tua stanza.” Disse Anne.
“Vorrei sapere cosa è successo.”
Io singhiozzai ancora di più, non ci credevo. Gemma prese dalle mie mani quel test e vide il risultato.
“Oh mamma.” Disse sorpresa portandosi una delle due mani verso la bocca.
“Cos’è quello Gemma? Cos’è?” La voce di Harry si fece tremolante.
“Niente.” Rispose acida lei.
Alzai lo sguardo verso il riccio e con gli occhi di lacrime presi il coraggio di dire cosa stava succedendo.
Anne e Gemma ci lasciarono soli e io lo portai in camera e mi misi sul letto accanto a lui.

“H-Harry, avevo un ritardo. Volevo solo assicurarmi che tutto andasse bene. Sai, il tour in America, i party, voi, tutti i giri che ho fatto, pensavo fosse soltanto un po’ di innocente stress.”
“E’ stress vero? Dimmi che prima stavi piangendo dalla felicità perché non eri incinta.” Disse spaventato e io di conseguenza chinai la testa e di nuovo le lacrime salate mi rigarono il viso.
“V-vorrei, davvero vorrei dirti una cosa del genere ma, non è così.”
“Perché non mi hai detto di questo ritardo?”
“Non volevo spaventarti.”  Solita frase, ma fondamentalmente chi aveva il coraggio di dire una cosa del genere?

- Harry sono incinta, che bello! Saremo presto in tre! -
No. 

“Ah, non volevi spaventarmi. Invece facendo così non mi hai spaventato è vero, mi hai fatto incazzare.” Urlò alzandosi dal letto cominciando a gesticolare.
“Anche se te lo dicevo, cosa avresti fatto?”
“Avrei chiesto aiuto a mia madre, saremo andati da un medico, qualsiasi cosa ma non questo.”
“Tanto aspetto sempre e comunque un bambino.”
“Io non lo voglio quel bambino.” Disse guardandomi, i suoi occhi verdi si erano ingrossati, era pieno di rabbia e cominciavo ad aver paura. Cosa voleva che gli dicessi? Che avrei abortito? Mah, si così saremo stati felici e contenti.
“Harry non arrivare a conclusioni così affrettate.”
“Ho diciotto anni, ho una carriera favolosa, ho te, sei bellissima ma non voglio diventare padre.”
“Non dire che hai me. Non dirlo per niente.” Replicai acida. Forse stavo accettando quello che era successo, non potevo fare altro, ero incinta di lui e così stavano le cose. Avrei tenuto il bambino comunque, sono contro l’aborto più di qualsiasi altra cosa al mondo.
“Ho te, ti amo ma non voglio un bambino adesso.”
“E’ troppo tardi ormai. E non dire che mi ami, perchè se ami così tanto me dovresti amare anche questo.” dissi indicamndomi la pancia che fortunatamente era piatta.
Lui si mise accanto a me e mi prese per mano, avevo le mani fredde e mi tremavano.
“Ti prego, dimmi che ci penserai.”
“No! Non prendo in considerazione l’aborto. Non vuoi il bambino? Perfetto la finiamo qui.
Lui si alzò e andò via, non so dove. Aprì la porta e si ritrovò davanti Gemma, delusa da lui. Cominciai a piangere disperata tra le braccia della ragazza, non volevo che lui se ne andasse ma allo stesso tempo non volevo togliere la vita a quella innocente creatura.  

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Capitolo 17
*** welcome little star. ***


Bene, questo è l'ultimo capitolo. Ho accorciato tutto perchè volevo terminare la storia, non chiedetemi il perchè. 
Spero vi piaccia, è un po' triste, ma vabè ci sta. 
Lasciatemi una recensione va :)xx

welcome little star.




Erano passati mesi da quando io e Harry ci eravamo lasciati.
Mesi  interminabili, senza di lui era tutto così buio e triste.
Gemma e Louis avevano provato in tutti i modi a farmi distrarre nelle mie possibilità ma, Londra era così malinconia senza il suo sorriso che vedevo ogni giorno.
Forse è anche questo, vedersi ogni giorno non poteva che portare guai. Passare troppo tempo con una persona non può andare bene. Ora eravamo solo io e il bambino che cresceva giorno per giorno ed era l’unico ricordo che poteva riportarmi a lui. Era il mio pensiero fisso, dalla mattina appena sveglia alla sera prima di coricarmi,  forse è vero che è meglio stare soli. Non si soffre. Ma poi ci colmerà quel vuoto che porterai dentro? Non avrai nessuno di cui prenderti cura, nessuno da poter abbracciare la notte o tanto meno non ci sarà la stessa felicità di rincontrare quella persona dopo anche solo un giorno. Baciarla e sentire tutto uno sfarfallare continuo nello stomaco.
Non ho mai creduto all'amore rose e fiori, ho sempre creduto all'amore sapor veleno, quello che per ogni lacrima ti rende 3/4 di felicità, quello che quando finisce fa male da morire ma che nel 'mentre' infetta cuore, intestino e polmoni. Nulla è per sempre, ma un amore come quello mio e di Harry non poteva far di certo far male.
Non ero andata più a lavorare, vedere i ragazzi non avrebbe migliorato la situazione. Sicuramente mi avevano già rimpiazzato ma non mi interessava, in quel momento era più importante la sua figura che qualsiasi altra cosa. Nessun messaggio, nessuna chiamata da parte sua. Niente di niente, anche se Gemma mi ripeteva spesso che i messaggi che mi mandava Anne li scriveva lui. A che pro? Aver paura? Ma di cosa?
In quei mesi avrei avuto bisogno solamente di lui e invece c’era mia madre che cercava di aiutarmi in tutte queste prime volte. Quando le dissi che ero incinta non si meravigliò per niente, se lo sarebbe aspettato.  Anche se quella gravidanza non era voluta, quel bambino era la coronazione del nostro amore, che sia durato un anno o di più ma come mi disse mia madre ‘in lui e vivo il vostro ricordo e sarà per sempre così’.
Di certo le sue parole non mi aiutavano perché  il solo pensiero che lui non ci sarebbe stato per il bambino, non ci sarebbe stato per me, mi avrebbe ucciso.
Che poi quelle fottute parole che mi disse una settimana dopo che gli dissi della gravidanza ‘non voglio stare con te, ma possiamo restare amici.’ Amici di cosa? È un po’ come dire: ‘il cane è morto, ma possiamo tenerlo.’ [cit.]
Mi alzavo giorno per giorno e combattevo quelle dolorose ultime settimane che mi aspettavano davanti solo per lui, magari un giorno si sarebbe sistemato tutto, forse. Questi erano solo pensieri che attraversavano la mia mente, fino a quando non decisi di trascriverli su un foglio color panna e darlo a Gemma.
 
#HARRY
One week later.

“Tieni Harry, è da parte di..ehm, Ben.” Disse spaventata mia madre.
“Cosa dovrei farci?”
“Leggerla Harry, ti prego fallo.” Strappai dalle mani quella lettera ripiegata più volte e andai fuori in giardino. Mi misi su una sdraio e rigiravo quel foglio mille volte. Vidi mia madre che era fissa alla finestra per osservare ogni mio minimo movimento. Mi alzavo, camminavo su e giù per il cortile, schioccavo ripetutamente le dita che avevano cominciato a sudare. Ero spaventato di aprire quel foglio e poter leggere magari la verità. Dopo averla fissata per interminabili minuti lo aprii portandomi una mano verso la bocca.

“Potrei riempire mille pagine, scrivendoti di come mi sono sentita e tuttavia tu forse non capiresti, così me ne vado senza un suono, fatta eccezione per il mio cuore, che si sta frantumando come se avesse colpito il pavimento. Non preoccuparti, questi sono solo pensieri che offuscano la mia mente da mesi.
Mi ricordo ancora quando io ero lì, seduta accanto a te sul tuo letto a guardarti mentre tu provavi a suonare con la chitarra la nostra canzone. Non posso negarti che ero imbarazzata, e sicuramente l’avrai notato ma in quel momento era tutto perfetto, tu eri perfetto. Quelle note ripetute che formavano la nostra canzone tutt’ora mi rimbombano nella testa e sono racchiuse nel mio cuore. Quel tuo solito ciuffo ribelle, di un riccio che era inevitabile toccare, dove intrecciavo le mie mani ogni volta che le nostre labbra si univano in un bacio. Nella mia mente rivivo questi attimi della mia vita vissuta con te, i momenti più romantici che io abbia mai vissuto. Era inevitabile toccarci.
Eri e sei ancora la mia droga. Quando io ti guardavo tu automaticamente mi sorridevi. Mi sentivo sciogliere, non riuscivo a reggermi sulle gambe. Eri così bello, le miei mani avevano bisogno di sentire la tua pelle costantemente calda. Ogni tuo bacio mi scatenava un vortice di emozioni. Sentivo il tuo dolce respiro incorniciare il mio viso. Ero così caldo ma allo stesso tempo mi faceva venire i brividi. Ogni volta che dopo aver fatto l’amore poggiavi la testa sul mio petto mi chiedevo: ‘avrà sentito il battito del mio cuore voglioso del suo amore?’. Tra me e te era tutto così passionale.
I nostri corpi diventavano per davvero una cosa sola, ci completavamo. Sembravamo due drogati in astinenza che vedevano la loro droga preferita. Ormai avevo capito che la mia casa era tra le tue braccia perché ogni volta che ti guardavo negli occhi dimenticavo tutti i problemi e i dolori, in quel momento esistevi solo tu. Avevo trovato finalmente la ricetta della felicità, dell’amore, della passione e di tutti i sentimenti che derivano da questi, ma adesso posso solo raccontare tutto questo ed essere invidiosa di quello che c’era che magari potrei far provare a qualcun'altra. So che è stupido da parte mia sperare ancora in qualcosa, ad averti qui accanto a me, tu eri parte di me e con un semplice sguardo eravamo in grado di fonderci, ed in quegli attimi li che capivo di possederti, nei piccoli gesti quotidiani, con un buongiorno o una buonanotte, in quelle piccole cose che coloravano le nostre giornate.
Vorrei fermarmi a scrivere tutte queste cose, vorrei poter fuggire da tutto. Il solo pensiero che ci potrà essere un domani senza di te mi spaventa terribilmente. Tutto questo non so come sia possibile, ma quando il tuo cuore ha smesso di amarmi come prima io ho avuto una fitta in mezzo al petto e poi un forte mal di testa che accompagnava tutte le mie giornate ripensando a te.
Harry, mi manca sentirti qui. Mi manca il tuo profumo, la tua bocca rosea a pochi centimetri dalla mia. Mi mancano le tue mani tra i miei capelli. Anzi, mi mancano le tue mani, le tue braccia calde sul mio corpo. E.. mi mancano i tuoi occhi, che capiscono i miei.
I love you xx.’


Accartocciai quel foglio dalla rabbia e le mie lacrime cominciarono a rigarmi il viso. Mi alzai di scatto dando un forte calcio ad una delle sedie di legno in giardino, urlando. Dalla rabbia, dal dolore forse.
Mi buttai disperato a terra a piangere, portandomi le mani tra i capelli nella quale in una c’era ancora quel maledetto foglio. Ero innamorato una volta, e sono innamorato ancora di quel piccolo cuore che batte ancora per lei, lei è bellissima, il suo viso sono è che di più bello il mondo abbia mai visto. Sam e gli altri di Holmes Chapel mi dicevano che come facevo a stare prima senza di lei, ce la farei anche adesso, ma il problema è che io prima non sapevo com’era stare senza di lei. Ora lo so e non potrei di certo vivere in modo tranquillo. Tutte quelle parole sono la pura verità, era una semplice complicità assurda, fatta di amore. Mi nonno mi disse che quando avrei incontrato qualcuno e questo qualcuno mi avrebbe bloccato il cuore per alcuni momenti, poteva essere la persona più importante della mia vita. Lei lo è.
Mi madre uscì in giardino per raggiungermi e mi portò tra le sue braccia e il mio pianto si fece più vivo.
“La ami vero?”
“Più di quanto lei possa immaginare in questo momento.”
Dissi singhiozzando, ripresi. “Lei dov’è? Dov’è ora? Devo vederla. Devo chiederle scusa per tutto quello che ho detto e ho fatto. Devo chiedere scusa al mio bambino.”
“Harry non vorrei farti preoccupare ma, lei in questo momento è in ospedale. Mi ha appena chiamato Gemma e la madre di Ben sta venendo a prendermi.”
Senza sentire altro, velocemente mi alzai da terra e senza guardare le mie condizioni presi la macchina per raggiungere l’ospedale. Traffico interminabile, goccioloni di pioggia che cominciavano a scendere sopra quella grigia città, ce l’avrei fatta a vederla. Avrei risolto tutto.
 
#BEN
Partorire con due settimane in anticipo non era nei miei piani. Ma lo stress e tutta la fatica accumulata sapevo che portava problemi.
Mentre aspettavo per l’epidurale, Louis, i ragazzi e Gemma erano con me.
“Louis, chiama Harry e digli che sono qui. Lo voglio qui, deve venire.” Chiesi gentilmente.
Dopo aver sbuffato più volte lui lo chiamò.
-Harry, dove sei?-
-Sono bloccato nel traffico, sto venendo in ospedale.-

-Come stai venendo in ospedale? Chi te l’ha detto?- Sobbalzai dal letto sentendo le parole di Lou.
-Mia madre. Ben come sta?-
-Sta bene.-
-Louis, la amo davvero, ho sbagliato tutto.-
Louis a quelle parole non poteva crederci, non credeva a quello che una volta era il suo migliore amico e non voleva che tra me e Harry ci fosse ancora qualcosa dopo tutte le parole che mi aveva detto. Lo vidi uscire dalla stanza.
-Harry, stammi a sentire.- sospirò- Lei non ti vuole qui, non vuole vederti.-
Louis tornò da me, e mi disse che Harry cambiò idea, era spaventato e non voleva venire.
Quei minuti non passavano mai tutto era interminabile fino a quando non entrai in sala parto, senza di lui non aveva più senso.
 
Dopo alcune ore mi ripresi da uno stremante parto. Sgranai gli occhi, lui non c’era.
La mia piccola era accanto a me, la guardai e automaticamente mi si stampò un sorriso in faccia. Era lui. In lei c’era lui.
Mi allungai per prendere il cellulare e mandai un messaggio.

-è una femmina, ti terrò come un segreto.-  

Pochi minuti dopo la portò si spalancò, e il rumore fece svegliare gli altri.
“Harry?” dissi.
“Perdonami, io ti amo Ben. Amo te e Darcy.”
No, ero più che sicura, un amore così non poteva di certo far male, ma per la bambina sarebbe stato comunque un segreto.

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