A week to fall in love with you

di CateDiaries
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New arrives in town ***
Capitolo 2: *** Walking in the sun light ***
Capitolo 3: *** Eyes as blue as the water ***



Capitolo 1
*** New arrives in town ***


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1- New arrives in town

 
Il sole di luglio splendeva alto nel cielo di Firenze. Il caldo era insopportabile, soprattutto se dovevi lavorare da mattina a sera mentre la gente davanti a te se la spassava allegramente nella piscina dell’hotel. Era snervante, decisamente snervante.
Così si sentiva Ilaria mentre metteva in ordine i moduli delle prenotazioni alla reception. Come tutte le estati lavorava nell’hotel di suo padre, l’aveva sempre fatto da quando aveva compiuto quindici anni.
- Ehi bellezza!- la salutò amichevolmente Marco dandole un buffetto.
Era un suo grande amico, diciamo dalla culla. Erano stati compagni di scuola media e liceo e ormai sapevano tutto l’una dell’altro.
- Marco! Finalmente sei arrivato! Non ce la faccio già più: tra telefono, prenotazioni e cose varie rischio di scoppiare!- disse abbracciandolo.
Lui le sorrise. –Non preoccuparti ora prendo io il tuo posto, ma ho visto tua madre e…- lasciò la frase in sospeso guardandola incerto.
Ilaria sbarrò gli occhi. –No, ti prego, le pulizie no!-
Marco annuì scoppiando a ridere e lei dopo avergli tirato una pacca sul collo si avviò sconsolata verso le camere da pulire.
Iniziò dal primo piano. Posizionò il carrello delle pulizie davanti alla prima stanza. Legò il grembiule davanti alla divisa, Dio quanto la odiava! Era una camicia rossa fatta di un materiale parecchio pesante, che d’estate era impossibile da sopportare. Per fortuna come pantaloni le era concesso di indossare i suoi amati jeans. Si legò i suoi lunghi capelli corvini e, dopo aver sospirato pensando “Ma chi me lo fa fare”, entrò nella camera.
Dopo un paio di ore riuscì a raggiungere il quarto piano. Era sfinita e le mancavano ancora una decina di camere. Quando uscì dall’ascensore e si voltò verso il corridoio, sbatté involontariamente in una persona.
- Mi scusi.- disse subito guardando la sua interlocutrice.
Restò un attimo in silenzio osservandola per bene. –Rach?-
Quella la guardò a sua volta e dopo qualche istante la riconobbe. –Ila!- le ragazze si abbracciarono con le lacrime agli occhi. Erano circa dieci anni che non si vedevano.
- Mio Dio, sei bellissima Rach! Che hai combinato in tutti questi anni?- le chiese Ila.
Lei le sorrise. –Non sai quante cose ho da raccontarti! Dai, andiamo a parlare davanti a una bella granita alla fragola come quando eravamo piccole.- propose allegra.
-Vorrei, ma ho altre dieci camere da pulire e…-
Rachael la interruppe. –Oh, può farle qualcun altro. Andiamo, sono dieci anni che non ci vediamo. Fai uno strappo alla regola.- la pregò facendo il musino da cucciolo.
Ila sospirò. –E va bene. Solo perché sei tu!-
Si avviarono insieme alla reception e Ila andò incontro a Marco abbracciandolo. –Marco, tu mi vuoi bene, vero?-
Lui la guardò stranito. –Certo, che razza di domanda è questa?-
Sorrise malefica. –Allora prendi queste chiavi e vai a pulire le ultime dieci camere al quarto piano.- gli disse mettendogli in mano il mazzo di chiavi.
- Ma così non vale!- protestò guardandola uscire con la sua amica dalla porta principale dell’hotel.
Poco dopo erano sedute in piazza duomo con una buonissima granita alla fragola in mano. Sembrava proprio che fossero tornate a tanti anni prima, mentre sulla spiaggia gustavano le loro granite e giocavano con la sabbia.
- Allora? Dove sei stata in questi anni? In giro per il mondo?- le chiese Ila.
- Più o meno. Sono riuscita a fare carriera abbastanza facilmente e grazie al cinema ho anche trovato l’amore.- le disse tutta contenta.
- E…- la incoraggiò a continuare Ila.
- Si vede che mi conosci bene. E…insomma…mi sto per sposare!- disse.
Ila gridò per la felicità e abbracciò la sua amica. – Che bello! Sono così felice per te! Parlami di lui.-
Rachael assunse un’aria sognante. –Be’, Daniel è un ragazzo fantastico. È dolce e spiritoso al tempo stesso. Sono felice con lui e vorrei che durasse per sempre.-
- Anche io.- disse una voce alle loro spalle.
Ila rimase scioccata da ciò che vide. Mica stupida Rachael: fisico scolpito, occhi scuri e profondi, capelli castani. C’era solo una parola per descriverlo: WOW.
Rachael lo abbracciò e lo baciò dolcemente sulle labbra.
- Amore questa è Ilaria, una mia grandissima amica. Ci conosciamo ormai da un sacco di tempo. E Ila, be’ questo è Daniel.- disse presentandoli.
Ilaria lo guardò attentamente. –Hai una faccia familiare.-
- Forse l’hai già visto in qualche film. È un attore.- le suggerì Rach.
La mora ebbe un lampo di genio e, per tutta risposta, il suo cellulare squillò.
- Allora, come sta la mia bella italiana?- disse la voce del suo migliore amico dall’altro capo del telefono.
- Ehi, inglesino da strapazzo. Stavo pensando giusto a te.- gli rispose.
- Tu pensi sempre a me. Come vanno le cose da quelle parti?-
Ila sospirò. –Vanno. Non sai quanto sia dura lavorare d’estate.-
- Lo so, bella mia, non credere!- si difese lui.
- Sì, certo. In quale punto dei Caraibi sei esattamente in questo momento?- lo prese in giro ridacchiando.
- Ah, ah, ah, spiritosa. Tra pochi giorni ti raggiungo.-
- Quale onore! Come mai vieni da queste parti?-
Lui sbuffò. –Ora non si può più nemmeno fare una visita alla propria migliore amica? Comunque se proprio vuoi saperlo, sono stato invitato ad un matrimonio.-
- Ah, vedi che c’era una vera ragione!-
- Senti, simpaticona, ora devo scappare. Altrimenti con il piffero che vengo da te tra qualche giorno.-
Lei si intristì. –Va bene.- disse mentre stava per riattaccare. –Ah, Jos?-
- Sì?- le chiese lui.
Ila sorrise furbetta. –Salutami The Rippah!-
Quella parola provocò delle risate anche da parte di Daniel e Rachael che erano rimasti ad osservare la ragazza che parlava al telefono. Quando ricollegarono Jos a The Rippah, Daniel lo salutò con un “ciao fratello”.
- Aspetta quello era Daniel?- chiese Jos interdetto.
- Sì, in carne ed ossa.- rispose Ila.
- Sappi solo che quando arriverò in Italia te la farò pagare. Hai scatenato l’ira di Klaus.- la minacciò.
- Mh, non vedo l’ora.- disse maliziosa e riattaccò.
Lei e Jos erano soliti provocarsi con quel genere di battutine. Erano come fratelli, perciò era normale per loro.
Aveva capito dove aveva già visto Daniel: Joseph le aveva mostrato una marea di foto insieme a lui sul set di The Vampire Diaries. Ila non l’aveva mai guardata, ma aveva sentito dire che era una serie spettacolare. E certo, con tutti questi attori super sexy!pensò, ma poi la parte più razionale di lei la riprese. Ma che stai pensando Ila! Ti ricordo che quello che hai davanti è il futuro marito della tua amica!
- Come conosci Jos?- le chiese Daniel riportandola con i piedi per terra.
- Ci conosciamo da una vita! I nostri genitori si conoscevano da tempo e sono sempre stati grandi amici: di conseguenza io e Jos abbiamo legato fin da subito.- spiegò la ragazza.
I tre iniziarono ad incamminarsi verso l’hotel. – Allora, a quando il grande giorno?- chiese Ila a Rachael.
Lei guardò Daniel e sorrisero. –Sabato prossimo.-
Ilaria rimase un attimo interdetta. Si ricordò di aver visto, tra i vari moduli di prenotazione, una richiesta per un buffet di matrimonio. Una cosa davvero in grande.
- Aspettate un secondo…siete voi che avete prenotato il buffet all’hotel di mio padre?- chiese aggrottando le sopracciglia.
Annuirono sempre sorridendo. Anche lei si aprì in un sorriso. –Questa sì che è una sorpresa!-
- Aspetta a dirlo. Ti devo chiedere un paio di favori: numero uno, vorresti essere la mia testimone?- le chiese Rachael.
Ila strabuzzò gli occhi. –La tua cosa???-
Rachael le fece il musino da cucciolo e lei non poté rifiutare. –Certo che voglio!!-
- Oh, che bello!!!- gioì. –E poi, devo andare via fino a sabato. Ho un importante servizio fotografico per una rivista a New York. Perciò volevo chiederti se potevi passare un po’ di tempo con Dan, per conoscervi meglio. Così lo aiuti anche con la scelta del completo per il matrimonio.-
Ila annuì. –Nessun problema. Così gli faccio vedere la sistemazione per il rinfresco.-
L’amica la abbracciò. – Grazie Ila! Sei un tesoro!- poi si rivolse a Daniel. –Amore, noi è meglio che andiamo in camera, così preparo per bene le cose.-
- D’accordo. Ci vediamo Ila.- disse Daniel sorridendo alla ragazza.
La coppietta se ne andò nella loro stanza. Ila rimase bloccata per un po’ davanti al bancone della reception, pensando a lei, ragazza decisamente timida, che doveva passare una settimana con un ragazzo che aveva appena conosciuto e che era pure un attore famoso, amico del suo migliore amico, e alla fine di quella settimana avrebbe dovuto fare la damigella d’onore al matrimonio di Rachael.
Il campanello della reception fu suonato a due centimetri dal suo orecchio.
- AH!- gridò lei spaventata. Si voltò verso il bancone e vide un Marco sghignazzante con il campanello in mano. –Marco! Sei un idiota! Hai ucciso il mio timpano! Ora te la faccio pagare.- disse e, dopo aver preso lo spruzzino per superfici di vetro, iniziò a riempirlo di spruzzi.
- Ragazzi! Un po’ di maturità! Siete sempre in orario di lavoro!- li riprese una voce furente.
I due si misero subito sull’attenti con tanto di mano alla testa. –Subito, signor Brizzi!- dissero all’unisono.
- Ilaria per favore, posso parlarti un momento?- le chiese con un sorriso bonario.
Lei si allontanò dalla reception e si sedettero sui divanetti della hall.
- Dimmi, papà.-
- Tesoro, dovrei chiederti di occuparti di una faccenda importante, questa settimana. Sai c’è quel matrimonio…- iniziò lui, ma la figlia lo interruppe.
- Sì, il matrimonio. Lo so. È già tutto apposto, ne ho parlato prima con Rachael.- disse la ragazza.
Suo padre aggrottò le sopracciglia. –Rachael? La tua amica d’infanzia?-
- Sì, è lei che si sposa. Le ho già detto che mi sarei occupata io di tutto. E mi ha anche chiesto di farle da testimone.- rispose orgogliosa.
- Bene, sono contento per te, tesoro. Ora torna a lavoro e vedi di essere matura. Insomma, hai ventisei anni, Ilaria, non sei più una ragazzina. E, se tutto va bene, il prossimo anno ti laurei. Per essere un buon avvocato bisogna avere delle responsabilità!- disse facendole una specie di ramanzina.
Lei sospirò. –Quante volte me l’hai fatto questo discorso, papà? Ho capito, ci stavamo solo divertendo un po’.-
- Va bene, ora vai.- lei gli dette un bacio sulla guancia e tornò a lavorare.
Passò tutta la giornata dietro a telefonate e a dare informazioni ai vari ospiti, che le chiedevano gli orari per le varie attività all’interno dell’hotel oppure le indicazioni stradali per i numerosi musei della città. Infondo lavorava all’interno di un enorme albergo a cinque stelle, in una delle più belle città d’Italia!
In pomeriggio sua sorella arrivò all’hotel con un paio di amiche. Sperava che fossero lì per darle una mano, ma erano solo venute per un bagno in piscina.
- Ehi, tu!- disse Ila richiamando la sorella. –Lo sai che alla tua età lavoravo già io?-
Lei sbuffò. –Ma io non sono te, dovresti saperlo. Mi ci vedresti davvero a lavorare?-
Martina, quattordici anni, era la figlia maggiore che suo padre aveva avuto con la sua seconda moglie, con la quale è ancora sposato. Era completamente diversa da Ilaria: era bionda, con gli occhi azzurri, e aveva un carattere acido ed era anche parecchio smorfiosa.
Ilaria, al contrario, era dolce, sensibile e sempre pronta ad aiutare il prossimo. L’unica cosa che avevano in comune era il colore degli occhi, per il resto erano due universi paralleli.
E le due amiche di Martina non erano da meno. Dopo aver riservato ad Ilaria un sorrisino forzato, se ne andarono tutte e tre verso la piscina.
- Ila!- si sentì chiamare poco dopo da una dolcissima vocina.
Sorrise e andò verso l’entrata. –Sofy!- disse abbracciando lo scricciolo di sette anni che si era buttato fra le sue braccia.
Sofia era l’altra figlia che suo padre aveva avuto da Amelia, sua moglie. Sofia, anche lei bionda come Martina e con gli stessi occhi, era caratterialmente molto più simile a Ilaria. Si volevano un bene dell’anima.
- Allora, piccola, che vuoi fare di bello? Dove la mamma?- le chiese accarezzandole la testa.
- La mamma è andata a lavoro, ci ha solo accompagnate qui. Posso stare con te?- le chiese sbattendo le ciglia.
Ila le sorrise dolcemente e la prese in braccio. –Certo! Sai dobbiamo andare nell’ufficio di papà. Dobbiamo fare dei disegni e avrò bisogno del tuo aiuto.-
- Sì! E cosa devo disegnare?- chiese curiosa alla sorella.
- Devi aiutarmi a decidere come sistemare i tavoli della sala da pranzo per un matrimonio.- le spiegò mentre entravano nell’ufficio del padre.
La bimba sorrise. –Che bello, un matrimonio!-
Ilaria si fece spazio sulla scrivania del padre e vi appoggiò un enorme foglio da disegno.
- Tesoro, mi stacchi dei pezzetti di scotch di carta da mettere agli angoli? Così non si muove il foglio.- le chiese.
La piccola fece come la sorella le aveva chiesto. Ilaria si mise a fare un disegno precisissimo della sala da pranzo, mettendo tutti i tavoli nella giusta posizione. Sistemò otto invitati per tavolo, nei gruppi che Rachael aveva scelto.
Qualcuno bussò alla porta. –Avanti.- disse alzando la testa dal disegno.
Daniel fece capolino dall’entrata della stanza. – Ciao.- gli disse sorridendogli.
Lui ricambiò il sorriso. –Ciao. Stavo cercando tuo padre.-
- È uscito poco fa. Aveva degli affari da sbrigare. Puoi chiedere a me, se vuoi.-
- Volevo sapere se domani mattina presto c’era un modo per chiamare un taxi per portare Rachael all’aeroporto.- disse.
- Certo, basta che chiediate a qualcuno alla reception.- rispose.
Lui si avvicinò alla scrivania. - È la sala per il pranzo del matrimonio?-
Ila annuì tornando a concentrarsi sul disegno, scrivendo i nomi delle persone.
- Non credevo che ti fossi già messa al lavoro!- disse lui sorridendole sorpreso.
Lei alzò le spalle. –Mi piace avvantaggiarmi.-
Lo sguardo dell’attore si spostò sulla bambina che si era dolcemente addormentata sul divano.
- È tua sorella?- le chiese.
Ilaria guardò Sofia con sguardo dolce. –Sì, è la più piccola di casa.-
Daniel si diresse verso la porta. –Be’, ci vediamo.- disse uscendo dalla stanza.
- Daniel!- lo richiamò Ila.
Lui tornò indietro. –Sì?-
- Preparati a camminare domani mattina.- gli disse con un sorriso da furbetta.
La guardò preoccupato. –Dove mi vuoi portare?-
- Visto che domani è domenica e molti posti sono chiusi, ti porto in un luogo all’aperto e per arrivarci ci sarà da camminare un po’.-
- Non ci sono degli autobus?- le chiese speranzoso.
Lei alzò un sopracciglio. –Scherzi, vero? Non vorrai mica passare per la scorciatoia? Abbiamo tutta la giornata e una bella camminata di prima mattina fa proprio bene!-
Daniel sospirò e si arrese. –Agli ordini, capo!- disse facendole l’occhiolino e sparendo dietro la porta.
Ilaria lanciò un’ultima occhiata alla porta da cui era appena uscito Daniel e pensò: Sarà una settimana davvero interessante. Ci sarà da divertirsi, ne sono certa!

 
Ciao a tutte! Ecco il primo capitolo di questa fan fiction. Be’, avete conosciuto Ilaria e parte della sua famiglia e, ovviamente, il mio amato Daniel. Insomma, per ora non c’è molto da dire. Se volete avere un’idea di Ilaria, io me la immagino molto come Kristen Stewart. Lo so, sarò banale, ma ce la vedo bene.
Concludo il mio monologo dicendo che spero che l’inizio di questa storia vi piaccia e che sarei felice di ricevere qualche commento da parte vostra, critica o apprezzamento che sia.
Alla prossima, un bacione!
Cate

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Capitolo 2
*** Walking in the sun light ***


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2- Walking in the sun light
 

 
Quella domenica Ila si svegliò alle cinque e mezza per poter salutare Rachael. Prima di uscire di casa, preparò la borsa con tutto ciò che poteva essere utile per passare l’allegra la giornata con Daniel. Indossò un paio di shorts di jeans, una canottiera bianca e una felpa blu leggera, con le sue amate converse nere.
- Buongiorno! Come mai sei sveglia già a quest’ora?- le chiese suo padre quando la ragazza entrò in cucina. –Non davi nemmeno lavorare oggi!-
Lei gli sorrise. –Rachael parte tra poco. Volevo salutarla.- spiegò e, dopo aver bevuto una tazza di caffè fumante, si diresse verso l’uscita.
- Ah, dimenticavo. Non torno a pranzo!- gridò dalla porta per poi chiudersela alle spalle.
Prese il suo mp3 dalla borsa ed ascoltò la musica durante tutto il tragitto fino all’hotel. Quando arrivò Rachael e Daniel erano davanti all’entrata e aspettavano il taxi.
- Ila! Sei già qui? Sono le sei e mezza!- disse Rach vedendo l’amica.
Lei sorrise. –Sono venuta a salutarti.- rispose semplicemente.
- Ehm, allora, posso parlarti un secondo?- le chiese Rachael trascinandola da una parte, lontana da Daniel.
Ilaria la guardò confusa. –Che succede?-
- Avrei bisogno di chiederti un altro favore…- iniziò incerta Rachael.
L’amica le fece cenno di proseguire. - Be’, forse ti sembrerà un po’ infantile, ma…potresti tenere d’occhio Daniel in questi giorni?-
- Cosa?- chiese Ilaria sorpresa, trattenendo a stento una risata.
- Sì, vedi, le ragazze gli ronzano intorno e io sono molto gelosa.- spiegò imbarazzata. –Ti prego!-
Ilaria ridacchiò sotto i baffi e annuì. Le due si abbracciarono per salutarsi e si avvicinarono al taxi che era finalmente arrivato.
Rachael salutò Daniel baciandolo appassionatamente e, dopo aver caricato i bagagli in macchina, partì verso l’aeroporto.
- Allora,- disse Daniel avvicinandosi ad Ilaria. – cosa stavate confabulando voi due?-
Lei usò la sua faccia da poker. –Ma, nulla, progettavamo un piano per ucciderti.-
- Spiritosa.-
La ragazza lo spintonò amichevolmente. –Sei pronto per la nostra scampagnata?-
L’attore sbarrò subito lo sguardo. –Ma non sono nemmeno le sette!-
- Lo so, ma la strada è lunga.- rispose sorridendo. Estrasse dalla borsa la cartina della città e gliela mostrò. –Ecco, noi siamo qui.- disse indicando un punto vicino alla stazione. –E dobbiamo arrivare qui.- disse indicandone uno che era molto lontano da loro.
- Mi stai prendendo in giro, vero?- le chiese Daniel seriamente preoccupato.
Ila alzò le spalle. –Ti avevo detto che ci sarebbe stato da camminare. Che c’è, Gillies, hai paura di fare qualche chilometro?- lo sfidò.
Lui raccolse la sfida. – Non sia mai detto!- poi sospirò. –Andiamo.-
Iniziarono a camminare per le vie della città. Era ancora presto e non faceva caldo, anzi, a quell’ora faceva anche fresco anche se era luglio. Infatti Ilaria stava proprio bene con la sua felpa. Daniel era vestito con un paio di jeans e una camicia blu con una maglia grigia sotto.
- Da quanto state insieme, tu e Rach?- chiese Ila per fare un po’ di conversazione.
- Ci siamo conosciuti sei anni fa e dopo qualche mese ci siamo messi insieme. È una ragazza davvero dolce.- disse lui con gli occhi colmi d’amore.
Ila sorrise. –Già lo è.- concordò.
Daniel la guardò. –E voi? Come vi siete conosciute?-
- Sulla spiaggia, quando eravamo piccole. Era nell’ombrellone accanto al mio e abbiamo iniziato a giocare insieme. Dopo di che ci siamo riviste tutte le estati, fino a che non ha iniziato a fare l’attrice professionalmente.- raccontò.
Dopo una mezzoretta di cammino erano a metà strada e Daniel non ne poteva praticamente più.
- Facciamo una pausa?- la implorò.
Lei lo guardò alzando un sopracciglio. - Non sarai già stanco, vero?-
- È mezzora che camminiamo! Dove mi stai portando?- chiese esausto.
- In un bel posto. Ma non ci arriveremo mai se non la finisci di lamentarti.- lo prese in giro. –E comunque, vuoi sapere cosa faccio io quando la strada è lunga e stancante?-
- Che fai?-
Ila tirò fuori dalla borsa l’mp3. –Ascolto la musica.- disse porgendogli una cuffia. –Aiuta davvero.-
Ripresero a camminare ascoltando le canzoni dell’mp3 di Ilaria. La prima fu “With me” dei Sum 41.
- Ti piacciono i Sum 41?- le chiese Daniel.
La ragazza annuì. –Li adoro!-
Lui sorrise. –Piacciono anche a me, ma i miei preferiti sono in assoluto gli Skillet.-
Ilaria lo fissò sorpreso. –Anche io li amo! Sono un gruppo fantastico e fanno delle canzoni stupende.-
- Canzone preferita? Degli Skillet e in generale.-
Lei ci pensò un attimo. –Degli Skillet direi “Never surrender”, mentre in generale “With me”.-
- Quindi devo dedurre che il tuo gruppo preferito siano i Sum 41.- concluse Daniel.
- In assoluto!-
Continuarono a chiacchierare di musica e altre cose fino a che arrivarono a destinazione. Alle otto, arrivarono alle Cascine, luogo splendido della città di Firenze.
- Tè freddo?- propose Ila indicando il piccolo bar al centro della piazza.
Daniel annuì, più che convinto. Presero i loro tè e iniziarono a dirigersi verso il fiume.
- Wow, è bellissimo qui!- esclamò osservando il panorama.
Ila sorrise soddisfatta. –Te l’avevo detto. Ti va di arrivare fino al Ponte all’Indiano e tornare indietro?-
Lui la guardò confuso. –Ponte all’Indiano?-
Alzò le mani in segno di resa. –Che ci posso fare io! Si chiama così.-
Risero e si incamminarono per la lunga via, costeggiando il fiume. Dopo metà del tragitto verso il ponte, Daniel iniziò a dare spinte giocose alla ragazza che per difendersi iniziò a correre.
- Ehi! Dove corri?- la richiamò Daniel.
- Andiamo! Un po’ di attività fisica non guasta!- disse sfidandolo nuovamente.
L’attore la assecondò di nuovo ed iniziò a rincorrerla. Arrivarono al ponte sfiniti. Menomale c’era una fontana, sennò sarebbero stramazzati per terra. Infilarono la testa sotto la fontana per rinfrescarsi e, dopo aver bevuto una buona dose di acqua, ripresero a respirare normalmente.
- Tu mi vuoi morto, altroché!- disse Daniel.
Ila sorrise malefica. –Ti sto solo mettendo alla prova. Andando di là, - disse indicando una strala oltre il ponte. – potremmo arrivare ai Renai, ma sarebbero come minimo un paio d’ore, forse anche di più. Non l’ho mai fatto, quindi non lo so.-
Daniel la fece voltare verso la strada del ritorno. –E non mi sembra il caso di farlo proprio oggi. Direi che abbiamo camminato abbastanza per un solo giorno!-
- Stavo scherzando, Dan! Rilassati!- lo prese in giro.
Una volta tornati indietro, scesero proprio in riva al fiume e si sdraiarono ad abbronzarsi. Daniel si tolse la maglietta e gli occhi di Ilaria rimasero affascinati dai suoi pettorali. Rachael, la prossima volta pensaci un secondo prima di lasciarmi da sola con un uomo così! pensò. Poi scosse la testa e si sdraiò per abbronzarsi e non avere più sotto lo sguardo il fisico mozzafiato di Daniel.
- Fammi capire. Tu vorresti abbronzarti con la canottiera addosso?- le chiese sorpreso.
Lo guardò alzando un sopracciglio. –Dovrei spogliarmi davanti a tutti?-
- Immagino che tu non sia completamente nuda sotto, no?-
- Ho il reggiseno, ma che centra…Ehi! Che fai?!- chiese quando lui le sfilò rapidamente la maglietta facendola restare in reggiseno.
- Tu sei pazzo!- gli urlò tirandogli una pacca sul braccio.
Daniel ridacchiò e si distese. –Oh, suvvia, è come se fossi in costume!-
Ila sospirò e decise di rilassarsi sotto il sole cocente. Era proprio una bella giornata tranquilla. O almeno così sembrava. Ad un certo puntò lei e Daniel furono ricoperti di schizzi d’acqua gelida. Si misero a sedere e videro il gruppo di ragazzini che correvano davanti a loro e si spruzzavano con delle enormi pistole ad acqua.
- Ehi!- disse Ila. –State attenti. Non tutti vogliono farsi un bagno.-
Si sdraiò nuovamente e non si accorse di Daniel che aveva richiamato i ragazzini e stava dicendo loro di attaccarla. Se ne rese conto solo quando fu nuovamente ricoperta d’acqua. Si alzò e vide Daniel che si stava piegando in due dalle risate. Per vendicarsi Ila prese la pistola di uno dei ragazzini e iniziò a sparargli l’acqua addosso, infradiciandolo dalla testa ai piedi.
All’ora di pranzo tornarono in piazza e si sedettero sul prato dei giardinetti per godersi un pic-nic. Poco lontano da loro, c’erano dei musicisti che suonavano canzoni allegre che riuscivano a mettere tutti di buon umore. Sole, musica e allegria: il pic-nic perfetto.
- Cosa mangiamo di buono?- chiese Daniel.
Ila iniziò a tirare fuori dalla sua borsa ciò che aveva preparato quella mattina. - Vediamo…abbiamo dei buonissimi panini con prosciutto cotto e fontina, delle ciliegie e un po’ di panzanella fatta dalla mia adorata nonna.- rispose Ila sorridendo.
- Panzanella? Che cos’è?-
- Un tipico piatto freddo fiorentino, con pane, pomodori, cipolla e tante altre cose buone.- spiegò brevemente la ragazza. –Fidati, vale la pena di assaggiarla.-
L’attore le sorrise. –Mi fiderò.-
Lei prese uno dei piattini di plastica che aveva portato con se e lo riempì con una porzione di panzanella per porgerlo a Daniel. Poi riempì un piatto anche per sé ed iniziarono a mangiare.
- Ok, devo ammettere che avevi ragione.- disse lui. -È buonissima.-
Ila fece un sorrisetto furbo. –Io ho sempre ragione, Daniel, sappilo.-
- Modesta.- commentò.
- Sempre.- concordò lei facendogli l’occhiolino.
Daniel prese la scatola con le ciliegie ed iniziò a mangiarne una. -Dimmi qualcosa di più di te. Rachael vuole che ci conosciamo, perciò...- disse lasciando la frase in sospeso per spingerla a parlare.
Ila si sporse verso di lui e prese una ciliegia dalla scatola. –Cosa vuoi sapere?-
- Parlami un po’ della tua famiglia.- le disse.
- Be’, penso tu abbia già conosciuto mio padre, Fabrizio.- lui annuì. –Non c’è molto da dire, ha dedicato e dedica tutta la sua vita all’hotel, a cui è molto affezionato. Gli voglio un bene dell’anima. Poi c’è Amelia, la moglie di mio padre, che per me è come una madre. Infatti se mi senti parlare con i miei amici, non la chiamo mai per nome. Ormai è mia madre da circa sedici anni e anche se non condividiamo le stesse passioni o le stesse idee, le voglio bene.- iniziò a raccontare.
Daniel corrugò la fronte. –E la tua vera madre?-
Ila sentì una morsa allo stomaco. Prese un respiro e decise di parlare. - È morta quando avevo sette anni, in un incidente d’auto.-
- Oh mio Dio, mi dispiace Ila.- disse veramente dispiaciuto.
Lei gli sorrise. –Non preoccuparti. Sono passati talmente tanti anni che non mi fa più male pensarci.- disse sincera. - Stavo dicendo…poi ci sono le mie due sorelle, figlie di Amelia: Martina e Sofia. Sofia l’hai già vista ieri ed è dolcissima. Purtroppo non posso dire lo stesso di Martina.-
-Perché?- chiese Daniel ridacchiando.
- Ha quattordici anni ed è la tipica ragazzina viziata ed egoista. Direi che tu possa capire di che genere di persona io stia parlando.- disse esasperata.
Daniel le mise una mano su una spalla. –Ti capisco, fidati.- per poi aggiungere. –E poi c’è la mitica nonna della panzanella.-
- Già, la mia cara nonnina. È da parte di mamma ed è voluta restare con me dopo la sua morte, anche se non va molto d’accordo con Amelia.- spiegò.
- È una bella famiglia…-
- Aspetta.- lo interruppe Ila. –Non ho ancora finito! C’è un ultimo membro molto importante. Il mio fratellone Jos!- disse sorridendo.
- Fratellone?- chiese Daniel alzando un sopracciglio.
- Sì, è come un fratello maggiore per me. È sempre pronto ad aiutarmi e non abbiamo segreti tra di noi.- disse con lo sguardo perso nel vuoto mentre pensava a lui. –Devo ammettere che è anche parecchio protettivo.- aggiunse poi facendo sorridere l’attore.
- Ma quindi tra te e Jos non c’è mai stato nulla?-
Ila si morse il labbro. –No, non sarebbe minimamente pensabile. Te l’ho detto è un legame fraterno. Ci vogliamo un bene dell’anima, ma non ci potrà mai essere quel genere di amore.- disse alzando le spalle.
- Ho parlato solo io..dimmi qualcosa sulla tua famiglia.- lo esortò.
Daniel sospirò. –Non c’è molto da dire. I miei genitori sono entrambi medici. Sono nato in Canada, ma poi ci siamo trasferiti in Nuova Zelanda, dove sono cresciuto.-
- Stamattina mi hai detto di aver conosciuto Rach sei anni fa, ma in che occasione?- gli chiese curiosa.
- Ci siamo conosciuti grazie ad un amico che conoscevamo entrambi. Eravamo a cena a casa di questo nostro amico e Rachael stava con un altro ragazzo, perciò potevo solo guardarla da lontano.- Ila ridacchiò immaginandosi la scena.
- E come l’hai conquistata?-
- L’ho soggiogata.- disse scherzando e Ila gli lanciò un occhiataccia. –Ok, quel ragazzo l’aveva lasciata e una sera ad una festa ci siamo rincontrati. Lei era parecchio giù di morale, perciò l’ho invitata a ballare e durante un lento ci siamo baciati.-
La ragazza sorrise. –Sembra la trama di un film romantico.-
- Tu, qualche scheletro nell’armadio…qualche ex?- le chiese l’attore alzando un sopracciglio.
- Un paio…ma non erano un granché come ragazzi.- tagliò corto Ila.
Daniel guardò l’orologio. –Allora, sono le tre e dato che ci vuole un’oretta buona per tornare indietro, che dici di avviarci verso l’hotel?- propose.
Lei lo guardò di sottecchi. –Stai cercando di liberarti di me?-
- Sì, decisamente.- la prese in giro lui.
Lei gli fece una linguaccia. –Ti ricordo che abbiamo una settimana circa da passare insieme, perciò vedi di abituarti alla mia presenza costante!-
- Stavo scherzando Ila!- disse e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi. –Andiamo?-
Ila sospirò e l’afferrò. –Andiamo.-
Iniziarono a percorrere la strada del ritorno e ad un certo punto un paio di ragazzine li fermarono.
- Scusa, tu sei Daniel Gillies?- chiesero emozionate all’attore.
Lui sorrise loro. –Sì, sono io.-
- Oh mio Dio!- disse una con enfasi. –Possiamo fare una foto insieme a te?- chiese con gli occhi a forma di cuore. O almeno così sembrava a Ila.
L’altra ragazza porse la macchina fotografica a Ila e poi raggiunse la sua amica accanto a Daniel.
-Sorridete!- disse Ila e scattò la foto. –Va bene?- chiese alle ragazze.
Loro presero la macchina e guardarono la foto. –Sì, è perfetta, grazie. Ehm, non è che potresti farci anche un autografo?- chiese una delle due a Daniel.
Daniel, sempre sorridente, annuì. Ora capisco perché Rachael ha paura delle ragazzine. Mamma mia, sono delle sanguisughe! pensò Ila ridacchiando.
Quando Daniel finì di autografare i quaderni delle ragazze, furono liberi di riprendere il loro cammino.
- Ma non ti stanca mai tutto questo?- chiese Ila stupita dal modo tranquillo e rilassato in cui l’attore aveva firmato gli autografi e si era fatto fotografare.
Lui alzò le spalle. - Non devi vederlo per forza come una cosa negativa. Il problema è quando ti rincorrono e ti urlano nelle orecchie!- disse facendo ridere la ragazza.
- Non me lo voglio nemmeno immaginare.-
Quando arrivarono all’albergo un’ora dopo, erano esausti. Ila si avvicinò alla reception dove c’era Marco.
-Ehi Ila, come va?- le chiese quando la vide.
Sei sospirò. –Bene, sono solo a pezzi.-
- Tu sei a pezzi eh? Io che devo dire?!- si intromise Daniel.
Ila lo ignorò. - È arrivato qualcosa per me, per caso?-
Marco controllò la posta che era arrivata quella mattina. –Sì, ci sono questi fascicoli per ritirare degli abiti da cerimonia.- disse porgendoli ad Ila.
- Era proprio ciò che aspettavo.- disse prendendoli. –Grazie, Marco.- e si avviò con Daniel nella stanza riservata ai dipendenti. Entrarono e Ila andò verso il suo armadietto.
- Questi li metto qui. Sono per ritirare i nostri vestiti per il tuo matrimonio e anche il vestito di Rachael che tu non devi assolutamente vedere.- disse riponendo i fascicoli nell’armadietto.
- Sai che ci starebbe bene ora?- disse lui stando appoggiato alla porta. –Una bella nuotata.-
Ila annuì. –Concordo pienamente.- disse prendendo il pass riservato a pochi soci e lo mostrò a Daniel. –A qualcosa serve essere figlia di mio padre.-
- Cos’è?- chiese corrugando la fronte.
- Con questo possiamo entrare nella piscina dei soci con l’idromassaggio e penso che sia proprio ciò che ci serve adesso, non trovi?- disse lei sorridendo furbamente.
- È decisamente ciò che ci serve adesso.- disse Daniel enfatizzando la parola “decisamente”.
Ila ridacchiò. –Ok, quindi vai a metterti il costume e ci troviamo tra cinque, dieci minuti davanti alla porta della piscina. È al piano di sotto, basta che scendi le scale principali fino infondo e la porta è proprio lì davanti.-
- Perfetto. A tra poco!- disse uscendo dalla stanza.
Ila sorrise e scosse la testa divertita. Daniel era proprio un ragazzo simpatico, sapeva farla sorridere ed era felice per lui e Rachael.
Prese il suo costume dall’armadietto e chiuse a chiave la stanza per indossarlo. Quando ebbe tirato fuori il resto dell’equipaggiamento per la piscina, uscì e scese le scale. Daniel non era ancora arrivato, perciò si appoggiò alla porta della piscina e lo aspettò.

 
Angolo dell’autrice:
Buonasera!! Vi prego perdonate il mio increscioso ritardo, ma ho avuto molto da fare! Ila e Daniel vanno a fare una bella passeggiata e parlano di loro. Scopriamo qualcosa di più sulla vita di Ilaria, come ad esempio su sua madre. Così i due protagonisti iniziano a conoscersi.
Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra le preferite, seguite e ricordate e a chi mi ha recensito. Scusate ancora per il ritardo ma non so quanto spesso potrò aggiornare questa fanfic.
Un bacione,
Cate

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Capitolo 3
*** Eyes as blue as the water ***


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3- Eyes as blue as the water

 
Daniel uscì dalla sua stanza con l’equipaggiamento per la piscina. Un leggero sorriso gli sorgeva spontaneo sulle labbra. Aveva conosciuto Ilaria solo il giorno precedente ed era già nata un’ottima amicizia. Lei era una ragazza solare e spiritosa ed era sicuro che la loro amicizia sarebbe durata anche dopo il matrimonio.
Quando arrivò alla porta della piscina, lei era lì ad aspettarlo.
- Oh, finalmente!- disse lei fingendosi scocciata. –Ti piace farti desiderare, per caso?-
Daniel sorrise. –Non sei brava a fingere. La verità è che non vedevi l’ora che arrivassi.- la prese in giro.
-Certo, Daniel, perché tu in ventiquattr’ore sei diventato il centro del mio universo.- disse Ila sarcastica. –Spaccone.- aggiunse poi sottovoce.
- Ehi, ti ho sentito!- la riprese lui e lei sbuffò.
- Bene, vuoi un applauso?!-
Daniel le si avvicinò e le posò un braccio su una spalla. –Tu non puoi vivere senza di me.-
Ila sorrise diabolica e spostò il suo braccio con noncuranza. –Voglio proprio vedere se continuerai a dirlo quando ti butterò in acqua.- e aprì la porta della piscina.
La stanza era parecchio grande e la piscina non era da meno: era una classica piscina semiolimpionica, ma con una parte semicircolare infondo in cui c’era l’idromassaggio, collegata all’altra con uno scivolino.
Mentre camminavano sul bordo, Ila si avvicinò a Daniel e appoggiò la testa sulla sul spalla.
- A cosa devo questo improvviso segno d’affetto?- chiese l’attore piacevolmente sorpreso.
La ragazza alzò le spalle. –Com’è che dici tu? “Non posso vivere senza di te”.- rispose quasi sussurrandolo.
Daniel deglutì imbarazzato. –Ehm…Ila, guarda che io stavo scherzando. Rachael…-
Ila si voltò verso di lui e gli posò un dito sulle labbra avvicinando pericolosamente il suo volto a quello di Daniel. – Anche io.- sussurrò nuovamente.
L’attore corrugò la fronte. –Che…?- non riuscì a concludere la domanda perché si ritrovò completamente vestito nell’acqua della piscina.
Ila intanto era piegata in due dalle risate. Davvero Daniel aveva pensato che lei si fosse innamorata di lui così dal nulla?! Povero stolto.
- Vaffanculo!- le gridò, tra un colpo di tosse e l’altro, quando riemerse. –Che ti ho fatto di male?!-
- Ti avevo detto che l’avrei fatto. Non dovresti essere così sorpreso.- ribatté lei continuando a ridere.
Daniel scosse la testa. –Ridi, ridi finché puoi. Dopo riderò io.- la minacciò uscendo dall’acqua.
Ila sbarrò gli occhi. –Ehm…Dan, che vuoi fare?-
- Tranquilla.- disse lui sorridendo. –Non sono così infantile.-
- Aspetta…stai forse insinuando che io sia infantile?- chiese indispettita.
Lui alzò le mani. –Non ho detto questo.-
- Sta’ molto attento Gillies.- disse avvicinandosi e puntandogli un dito contro il petto. Ammazza che muscoli. No, no, no, no. Nervi saldi Ila! –Posso ancora affogarti tranquillamente.- e poi si allontanò da lui e si tolse maglietta e i pantaloncini, restando in costume.
Daniel si prese un attimo per guardarla. Era una bella ragazza: magra, fisico slanciato, la pelle chiara che contrastava con il nero del costume. I capelli le ricadevano ondulati sulle spalle e le coprivano metà schiena.
Ila si voltò verso di lui, incuriosita dal suo improvviso silenzio. –Be’? Ti sei congelato per colpa dei vestiti bagnati?-
- Guarda che è solo colpa tua se sono in questo stato!- ribatté l’attore togliendosi quegli indumenti fradici.
- Mhh, quanto ti lamenti! Tanto ora ti bagni di nuovo.- disse la ragazza sorpassandolo ed entrando nella parte di piscina con l’idromassaggio, che fece partire premendo un pulsante sul bordo.
- Allora, ti muovi o facciamo notte?!- disse per incitare Daniel a darsi una mossa, dato che stava ancora sistemando i suoi vestiti.
Lui roteò gli occhi e si voltò verso di lei. –Sto cercando un posto dove appoggiare questa roba bagnata! Vuoi che la metta sulla tua borsa?-
- NON TI AZZARDARE!- lo minacciò quasi uscendo dall’acqua. –Appoggiala sul muretto.-
Daniel scosse la testa ridacchiando e fece come gli aveva detto. – Tutte uguali voi donne: guai a chi vi rovina la borsa!- disse poi mentre entrava nella piscina.
- Se mi sedessi sul cofano della tua macchina con dei pantaloni pieni di borchie, come la prenderesti?-
- Ti ucciderei.-
Ila alzò le spalle e sorrise. –Visto? Non siamo poi così diversi.-
Si sedette sulla panchina/muretto della piscina e reclinò la testa all’indietro chiudendo gli occhi. Sentì Daniel sospirare e borbottare qualcosa tipo: “deve sempre avere l’ultima parola”. Ila sorrise a quel commento, in quanto estremamente vero. Se c’è una cosa che si può dire di Ilaria Brizzi è che adora avere ragione e non si arrende finché tutti non capiscono che ciò che dice è giusto. Infondo sta studiando per diventare un avvocato, no?
L’atmosfera all’interno della stanza era l’esatta immagine del relax: i due se ne stavano tranquillamente seduti, entrambi con la testa reclinata all’indietro, e si godevano il silenzio che regnava intorno a loro.
Fu Daniel a spezzare quell’atmosfera perfetta qualche minuto più tardi. O forse anche mezz’ora. –Non ti manca?-
Ila sollevò la testa e gli rivolse uno sguardo interrogativo. –Eh?-
Lui non cambiò posizione. Si limitò a sospirare. –Scusa, stavo pensando a quello che mi hai detto oggi. Di tua madre. Era solo un pensiero a cui non avrei dovuto dare voce.-
- Figurati, non è un problema.- rispose prontamente la ragazza. –Comunque, sì, certo che mi manca. Era mia madre.- disse poi sottovoce.
- Non devi rispondere per forza.- intervenne subito Daniel sedendosi in modo da guardarla. –Te l’ho detto non era una domanda voluta, era solo…-
- Un pensiero ad alta voce. Ho capito.- completò lei al suo posto facendo cenni d’assenso con la testa. Daniel annuì, ma non riprese la sua posizione semisdraiata; rimase lì seduto ad osservarla intensamente. Passarono svariati minuti, prima che Ila ricominciasse a parlare e intanto Daniel prese nota di maledirsi mentalmente. –Sai non ne ho mai parlato molto con nessuno, nemmeno con Joseph. Non era il genere di informazione che volevo condividere.-
L’attore decise di non parlare non la voleva interrompere.
- Per un bambino vedersi portare via uno dei propri genitori è una delle cose peggiori che possano capitare. Quando mio padre mi disse dell’incidente e che la mia mamma non c’era più, ho sentito come se una parte di me se ne fosse andata per sempre. Avevo voglia di piangere, di gridare a tutto il mondo quanto odiassi la mia vita, ma mi bastò guardare il volto di mio padre per non farlo. Era distrutto, completamente a pezzi. Non potevo farlo soffrire ancora di più.- Daniel continuava ad ascoltarla in silenzio, catturato da quelle parole e ad ogni frase il suo sguardo si faceva sempre più intenso. –Non so come, ma trovai la forza per non piangere. Non ho mai versato una lacrima né durante, né dopo il funerale. A tutte le persone che mi chiedevano come stessi, sorridevo leggermente e rispondevo che stavo bene. E funzionò. Mi sentii bene e mio padre, grazie ai miei sorrisi, riuscì ad andare avanti. Riprese a lavorare nell’hotel e fu così che conobbe Amelia.-
Ila smise di raccontare e, per la prima volta da quando aveva iniziato a parlare di sua madre, guardò Daniel. Durante il racconto aveva tenuto lo sguardo fisso sull’acqua davanti a sé e incontrare quegli occhi scuri la fece sentire bene, protetta. Il suo sguardo era talmente intenso che la coinvolgeva.
Sospirò. –Ti prego, non guardarmi in quel modo.-
- Quale modo?-
- Con quello sguardo profondo. Sembra che tu stia cercando di guardarmi dentro, è inquietante.-
- È solo che non riesco a credere che tu sia riuscita all’età di sette anni a tenerti dentro un peso così grande.- spiegò Daniel.
La ragazza sorrise. –Sai, non mi resta molto facile aprirmi con le persone. Infatti oggi è stata un’eccezione.- dopo un attimo di pausa aggiunse. –Non so come tu ci sia riuscito.-
Anche Daniel sorrise e assunse uno sguardo divertito. –Ho i miei poteri magici.-
- Sì, ecco il mago di Oz!- lo prese in giro.
Lui le si avvicinò scrutandola. –E ora che c’è?- chiese lei.
- Non me ne ero accorto.-
- Di cosa?-
- I tuoi occhi sono di un azzurro così intenso…come l’acqua di questa piscina.-
Ila arrossì leggermente, ma cercò di nasconderlo guardando altrove. Daniel si accorse, però dell’imbarazzo della ragazza, allora la prese in braccio e la appoggiò sullo scivolino che univa la vasca ad idromassaggio con il resto della piscina.
- Che fai?!- chiese allarmata Ila.
- E se ti buttassi di sotto?- propose Daniel.
- Fallo e ti trascino giù con me e credimi, ti faresti male a battere di testa.- lo minacciò per la millesima volta in quella giornata.
Lui ridacchiò e poi, stringendola a sé, si mise a sedere dietro di lei. Ila si ritrovò quindi fra le sue gambe e grazie a Dio gli dava le spalle, altrimenti Daniel avrebbe notato di certo il rossore sulle sue guance.
- Bene…e ora?- chiese titubante la mora.
- E ora…- sussurrò al suo orecchio Daniel per poi aggiungere più forte –andiamo giù!-
Si diede una lieve spinta ed iniziarono a scivolare giù da quella mini-cascata.
Ila fece appena in tempo ad urlare “OSSIGNORE!” e si ritrovò sott’acqua sempre stretta al corpo di Daniel. Furono nuovamente circondati dal silenzio ed era piacevole. Ila sarebbe voluta tornare a galla, ma Daniel la ancorava lì sotto. Decise allora di girarsi verso di lui e così gli legò le braccia al collo. Non riusciva a vederlo granché bene, ma poté giurare di aver visto un sorrisino soddisfatto comparire sulle sue labbra.
Dopo poco riemersero e Ila iniziò a respirare a pieni polmoni, mentre Daniel se la rideva beatamente.
- Tu…sei…PAZZO!- ansimò tra una boccata d’aria e l’altra. –Stavo per rimetterci le penne lì sotto!-
- Oh, come siamo melodrammatiche! Ci siamo stati circa trenta secondi! E poi avresti potuto trattenere il fiato, invece sprecarlo per urlare.- la prese in giro.
- E tu avresti potuto darmi un minimo di preavviso!- ribatté seria.
Stettero a fissarsi negli occhi per qualche istante e poi scoppiarono entrambi a ridere. Erano ancora abbracciati: Ila teneva ancora le braccia legate intorno al collo di Daniel e lui la teneva sempre stretta a sé. Quando se ne accorsero, scese tra di loro un silenzio alquanto imbarazzante che fu spezzato dallo sbattere della porta della piscina.
- Sì, ma infatti è come ti avevo detto.- disse una voce che Ila riconobbe immediatamente: Martina.
- Oddio, quindi si sono lasciati?- disse una delle sue amiche.
- Non ci credo.- disse la terza. –Ridicoli!- ed iniziarono tutte e tre a sghignazzare.
Ila si staccò velocemente da Daniel sbuffando.
- Che succede?- le chiese lui.
- Relax terminato.- rispose la ragazza. –Quella è Martina.- disse poi indicando la ragazza bionda al centro del trio.
Sentendosi chiamata in causa, la ragazzina si girò verso la piscina ed incontrò lo sguardo della sorella.
- Ila. Anche tu qui?- chiese con aria annoiata.
La sorella le rispose a tono. –Già, sai com’è, visto che lavoro qui ho un pass regolare.-
- Ma oggi è il tuo giorno libero, o sbaglio?-
- No non sbagli. Io e Daniel ci stiamo solo godendo un bagno in piscina dopo che…-
- OH MIO DIO!- la interruppe Martina. – Daniel Gillies?!-
Daniel ridacchiò e annuì. –In persona.-
Anche le altre due ragazzine si avvicinarono al bordo della piscina lanciando gridolini di gioia. Che oche, pensò Ila alzando gli occhi al cielo.
Iniziarono a bombardare Daniel di domande ed Ila colse al volo l’occasione per uscire dalla piscina e avvicinarsi all’asciugamano. Il povero Daniel intanto combatteva contro il mal di testa procurato dagli urletti delle tre ochette e quando vide che Ila gli stava facendo segno di andarsene, non se lo fece ripetere due volte. Liquidò le ragazzine con una scusa ed uscì dalla stanza con la mora.
Si appoggiarono alla parete fuori dalla porta ed iniziarono nuovamente a ridere.
- Ecco cosa intendevo con fan che ti urlano nelle orecchie!- esclamò Daniel.
Ila annuì. –Fidati, ho capito.- poi si girò verso la borsa dell’attore e tirò fuori un asciugamano. –Tieni, ho preso io le tue cose. Datti un’asciugata o rischi di gocciolare dappertutto e poi mio padre mi uccide.-
- Grazie.- rispose lui afferrando l’asciugamano. Dopo essersi asciugato indossò la maglietta mentre Ila si coprì con un telo. –Non ti vesti?-
- Ho ancora il costume fradicio addosso e rischio di bagnare tutti i vestiti.- spiegò la ragazza. –Ora vado a cambiarmi così poi posso tornare a casa.-
- Senti stavo pensando- disse dopo un po’ Daniel. –che potresti salire un attimo nella mia camera.-
Ila lo guardò con aria circospetta e Daniel si affrettò ad aggiungere: -Non è una proposta indecente! È solo per cambiarti. Così puoi farti anche una doccia, se vuoi.-
Non sembrava ancora molto convinta, perciò ci riprovò. –Andiamo, hai passato l’intera giornata con me: abbiamo passato la mattina fuori, abbiamo fatto un bagno in piscina e ci siamo buttati dalla mini-cascata. E ora che sto cercando di fare il gentiluomo tu non ti fidi?- le chiese con un sorrisino.
Lei ridacchiò. –E dai! Stavo scherzando!- esclamò dandogli una spintarella amichevole. –Accetto molto volentieri.- disse poi sorridendo sincera.
Presero l’ascensore e salirono fino al terzo piano, dove si trovava la stanza di Daniel: la numero 315. Da bravo gentiluomo, dopo aver aperto la porta, le fece cenno di entrare prima di lui e poi si chiuse la porta alle spalle.
- Di là c’è il ba…-
- Conosco questa stanza come le mie tasche!- lo interruppe. –Chi credi che la pulisca ogni santa mattina?!-
L’attore annuì. –Giusto.-
La ragazza sorrise nuovamente e si chiuse nel bagno. Doccia! Aprì l’acqua in modo da fare una doccia tiepida. Sì tolse il telo e si guardò un attimo allo specchio. Vide un sorriso raggiante comparire nel suo riflesso. Entrò nella doccia e l’acqua iniziò a scorrerle addosso. La sua mente vagò tra i flash dei momenti in cui era  stata abbracciata a Daniel; le sembrò di sentire nuovamente le sue braccia circondarla, il suo corpo caldo e rassicurante e… Cosa?! no, no, no, no! Dannazione Ila, smettila! Quello è il futuro marito di Rachael, quante volte devo ricordartelo?! si rimproverò mentalmente. Finì di lavarsi velocemente ed uscì dalla doccia. Si rivestì, asciugò i capelli solo con l’asciugamano e, dopo aver raccolto le sue cose, uscì dal bagno.
Daniel era sul terrazzino illuminato dal sole che stava iniziando a tramontare.
- Il bagno è libero.- gli comunicò raggiungendolo.
Lui annuì e le passò una scatoletta di plastica. Ila corrugò la fronte e lo guardò con aria interrogativa. –Che cos’è? Un CD?-
- No, è un DVD. Un film  in cui ho recitato qualche anno fa.- disse guardando davanti a sé. –Si chiama ‘Uncross the stars’: parla di un uomo che ha perso la moglie e che tiene tutto il dolore dentro di sé, facendo credere agli altri di stare bene.- poi si voltò verso di lei. –Oggi quando mi hai raccontato di tua madre, mi hai ricordato molto questo personaggio. È un film triste, ma ho pensato che ti sarebbe potuto piacere.-
Lo fissò colpita da quel gesto. –Grazie, lo apprezzo molto.- rispose seria. –Così, poi ti farò sapere come valuto la tua recitazione.- disse poi prendendolo in giro.
Ridacchiarono e poi Daniel la accompagnò alla porta. –Ma non ti asciughi i capelli?-
- No, li lascio così. Vengono più naturali.- rispose la ragazza e aprì la porta. –Grazie mille per la doccia.-
Daniel le sorrise. –Grazie a te della bella giornata. È stato…bello.-
Annuì. –Già.- rispose impacciata. Parecchio bello. –Allora…ci vediamo domattina.- fece per andarsene, ma poi tornò sui suoi passi. –Una cosa: se ce la fai salta la colazione.-
Lui sbarrò gli occhi. –Perché?-
- A pranzo dovrai assaggiare miliardi di piatti per scegliere il pranzo del matrimonio.-
Sospirò e reclinò la testa all’indietro. –Ma non poteva sceglierli Rachael?-
- Rachael ti ha lasciato varie opzioni tra cui scegliere. In un certo senso la scelta l’ha già fatta. Detto questo, ti saluto!- concluse la ragazza.
- A domani.- rispose Daniel e chiuse la porta della stanza.
Mentre tornava a casa, Ila ricevette una chiamata da una sua cara amica. –Debby!-
- Ciao tesoro! Quanto tempo!- rispose quella.
- Già, è un mese che non ti sento. Come stai? Sei tornata?- le chiese Ila.
- Yes! Sono tornata oggi. È stato un mese di totale relax.-
Ila ridacchiò. –Beata te! Qui è stato un continuo avanti e indietro tra l’università e il lavoro. E ora sto facendo la Wedding Planner.-
- Uhh, chi si sposa?- chiese curiosa Deborah.
- Una mia amica di infanzia, Rachael si sposa con il suo fidanzato Daniel…-
- Aspetta, aspetta, aspetta!- la interruppe la ragazza dall’altro capo del telefono. –Rachael hai detto?-
- Sì…- rispose confusa Ila.
- Con Daniel…Daniel, come Daniel Gillies?- chiese poi con un velo di emozione nella voce.
Furba la ragazza! –Proprio, lui, sì.-
- AH!!!- gridò talmente forte che Ila fu costretta ad allontanare il telefono dall’orecchio. –Non ci posso credere! Daniel Gillies è in Italia!-
-Già, mi ero dimenticata che sei una sua fan.-
- Scommetto che non si fa mai vedere in giro, vero?-
Ila rispose titubante. - Ehm, veramente ero con lui fino a cinque minuti fa…-
Silenzio tomba dall’altro lato del telefono. –Debby?- chiese Ila per capire se la ragazza fosse viva o morta. –Debby, ma ci sei?-
- Sì, sto facendo le valigie.-
- Le valigie? E dove vai?!-
- Da te, che domande! Preparati, arrivo domani pomeriggio.-
Ila scosse la testa e ridacchiò. –Ci vuole un attore figo per farti venire fin qui una buona volta? Non ho parole!- ironizzò.
- Simpaticona! Senti, dimmi un po’: com’è?-
Sospirò. – È, Debby… È!-
La ragazza ridacchiò a sua volta. –Non vedo l’ora di essere lì. Ci divertiremo MOLTO con Mr. Gillies.-
- Sì, certo. Senti tesoro, ora ti devo lasciare. Quando arrivi vieni in hotel, io e Mr. Amore Tuo saremo lì.-
- Perfetto!- disse con enfasi Deborah. –A domani bella!- e riappese.
Ila scosse la testa ridendo liberamente. Quella sera si “rintanò” in camera sua, come diceva sempre sua nonna e , sdraiata sul letto, si guardò il film che le aveva dato Daniel. Aveva ragione, il modo del personaggio di reagire alla morte della moglie le ricordava come aveva reagito lei. Sarà stato il fatto di vedere Daniel piangere o il fatto che per tutta la giornata aveva parlato di sua madre, ma quella sera, davanti a quel film, un fiume di lacrime sfuggì dai suoi occhi. Lacrime che aveva trattenuto per troppo tempo. Forse la corazza che aveva costruito per tanti anni, quella corazza che niente e nessuno aveva mai distrutto, stava iniziando a sgretolarsi. Daniel era riuscito, in qualche modo, ad oltrepassare quella corazza e l’aveva resa vulnerabile. Ma non era un fatto negativo, no. Anzi, per la prima volta dopo tanto tempo, iniziava a sentirsi davvero bene. Si era tolta un peso che portava dentro di sé da circa vent’anni.
Finalmente, dopo tanto tempo, ricominciò a sentirsi completamente viva!
Quella sera chiuse gli occhi con un sorriso vero stampato sulle labbra e con un solo pensiero nella testa: Grazie Daniel.

 
Angolo dell’autrice
Ed ecco che ritorno dopo infiniti mesi di assenza! È stato un capitolo parecchio complicato, ma sono soddisfatta e spero che ne sia valsa la pena.
Entra in scena un nuovo personaggio: Deborah (nome che ho preso in prestito dalla mia cara debby_88 , dalla quale sto prendendo ispirazione per creare questo personaggio).
Infine i rapporti tra Daniel e Ilaria stanno crescendo ed inizia a nascere una certa attrazione.
Mi scuso per il ritardo imperdonabile con cui pubblico questo capitolo e ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite, ricordate e preferite e chi la recensisce. Grazie anche, ovviamente, a coloro che leggono in silenzio, siete comunque molto importanti per me.
Un bacio e al prossimo capitolo che spero di riuscire a pubblicare al più presto.
Cate <3

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