01 – Anima
Non
importa quanti colpi riescano a penetrare nella loro corazza fatta di carne,
muscoli e ossa, lacerando la pelle sporca e dissanguandola pian piano: fino
a quando la loro anima continuerà a baluginare di determinazione, di volontà
e di fiducia, allora entrambi potranno continuare a combattere per quello
che oramai è divenuto il loro pianeta,
spalla contro spalla.
02 – Seconda volta
«
Non accadrà una seconda volta », sibila con ostentato disgusto,
rivestendosi, mentre un pesante senso d’imbarazzo e frustrazione gli si
amalgama in gola in una grumosa matassa compatta; Goku si limita ad annuire
in silenzio, lasciando che la voce di Vegeta parli per entrambi oscillando
come un palazzo in procinto di crollare da un momento all’altro, rivelando
miriadi di cose non dette.
03 – Uomo
«
Dannazione Kakaroth! », bercia Vegeta, fremendo dalla testa ai piedi e
ribollendo pericolosamente come una pentola a pressione, « Una volta tanto,
nella tua inutile, molesta e ripugnante esistenza,
SII UOMO! ».
Goku in tutta risposta si acquatta maggiormente sotto al letto
abbandonandosi ad un piagnisteo isterico, confermando che NO, non ha alcuna
intenzione di farsi quella spaventosa, abnorme puntura e
che ancora NO, al momento essere uomo non rientra tra le sue priorità.
04 – Denaro
Che
il denaro facesse la felicità era una della cose più stupide che
avesse mai sentito in tutta la sua vita: gli bastava dare a Kakaroth un
cazzotto dritto sul naso, o un calcio ben piazzato nel didietro, o anche
solo frantumargli un paio di costole, e lui era contento.
05 – Preghiera
Vegeta l’aveva pregato di vendicare la sua razza brancolando nel dolore,
l’umiliazione e la rabbia, il sangue zampillante dall’orrendo squarcio sul
petto e le lacrime incontrollate lungo le guance, spegnendosi poi con un
ultimo singhiozzo ed artigliando disperatamente la terra sotto le dita; Goku
aveva preso tra le braccia il suo corpo martoriato, giacente tra la polvere
e il sangue come un grottesco pupazzo, stringendolo a sé come se fosse la
cosa più preziosa al mondo: Freezer l’avrebbe pagata cara, per ogni cosa.
06 – Padrone
Era
l’invincibile principe di tutti i saiyan, padrone e sovrano indiscusso di
una razza che, seppur estinta, continuava a far echeggiare le proprie gesta
e la propria potenza in ogni angolo dell’universo; in quel momento però,
mentre l’idiota osava premere
le labbra sulle sue schiacciandolo contro il muro – e anziché disintegrarlo lui
lo tratteneva per la maglia e se lo premeva ancora di più addosso, palesando
un’urgenza che non s’era nemmeno mai reso conto di possedere – Vegeta non si
sentiva padrone neanche di se stesso.
07 – Attesa
Dalla sua bocca sgorgano insulti su insulti come un fiume in piena, insulti
ricolmi di rabbia, e delusione, e risentimento – perché il bastardo ha osato
piantarlo in asso così, come se nulla fosse, come se quello contro cui
avrebbe dovuto combattere non fosse stato il grandioso principe dei saiyan,
il suo principe,
il suo rivale,
e solo per andare ad allenarsi con un dannato bamboccio nel bel mezzo del
nulla –, e pugni furiosi s’infrangono contro il possente petto che gli si
staglia dinanzi, carichi solo di tutta l’immensa frustrazione che in
quell’interminabile periodo di tempo gli si è accalcata addosso: Vegeta
colpisce Kakaroth ancora e ancora, lo colpisce perché al momento non sa fare
nient’altro, e non gl’importa davvero un accidente di quella dannata bocca
che, premuta soffice contro la sua fronte, continua a ripetergli
sommessamente “anche tu mi sei mancato, Vegeta”, piegandosi irritantemente
verso l’alto.
08 – Miglior amico
Ciò
che li legava altro non era che un capillare filo conduttore, una sottile,
resistente linea d’acciaio che era riuscita a valicare le soglie della pura
ed acre avversione con una naturalezza disarmante; si trattava di una catena
impalpabile che aveva continuato a dispiegarsi fino ai confini della più
profonda, incrollabile amicizia, arrivando poi inevitabilmente ad
oltrepassare anche quelli.
09 – Notte
La
notte era una fida fautrice: le dense trame d’ombra che l’accompagnavano
ingolbavano a sé ogni cosa e nascondevano tutto, anche gli occhi liquidi, le
gote spruzzante di rosso, le labbra lucide e schiuse che un poco tremavano,
il sudore sul corpo e la voluttà sul volto – tutto ciò a cui l’orgoglioso
principe dei saiyan, trattenuto stretto per i fianchi da quel dannato idiota
di terza classe, non poteva certo permettersi di concedersi.
10 – Pazzia
Lo
vede piegare le labbra in un sorriso malsano ed inclinare di poco il capo
verso destra, gli spalancati occhi cerulei stravolti dalla rabbia e dallo
squilibrio e una grossa “M” che spicca sulla fronte butterata di grottesche
vene pulsanti, all’interno delle quali scorre un sangue improvvisamente
pregno d’un oscurità latente: Goku percepisce l’odio e la follia gravare
nell’aria come una nebbia tossica, sente una fitta lancinante al cuore e
stringe i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi, tentando
disperatamente di trovare un senso alla dolorosa realtà cui si trova dinanzi
– “Perché tanto rancore,
Vegeta?”.
11 – Fidanzamento
«
Prima Chichi, adesso Vegeta. Vegeta! ».
Crilin sospira e scocca alla moglie uno sguardo sconsolato, massaggiandosi
una tempia: « Credo che Goku soffra di qualche forma di masochismo
insanabile ».
12 - Vita
Il
suo passato era talmente sordido di sangue, sofferenza e dolore da egli
stesso causati che Vegeta non poté fare a meno di chiedersi, ora lì sulla
Terra, se la propria bocca avesse davvero il diritto di masticare con tanta
facilità il termine “vita”, se mai lui avesse realmente compreso il
recondito significato di tale parola: gettò una fugace occhiata di fianco a
sé e, dinanzi al brutto muso sorridente che gli comparve ad un palmo di
naso, si ritrovò sorprendentemente a rispondere di sì.
13 – Noia
Gli
piace tantissimo guardare il suo principe – osservarlo mentre si allena,
mentre mangia sporcandosi la bocca di sugo, mentre sonnecchia a braccia
conserte poggiato contro lo schienale del divano, persino mentre gli ringhia
addosso chissà quale simpatico insulto
o cerca di frantumargli il setto nasale con un cazzotto: l’intramontabile
espressione ostile e perennemente infastidita di Vegeta susciterebbe
probabilmente la noia di chiunque a lungo andare, eppure ciò che scaturisce
in Goku è solo un caldo languore alla bocca dello stomaco ed un sorriso dato
dalla piacevole consapevolezza che, al di sotto quella fronte rigidamente
aggrottata, di quella smorfia indispettita e di quella baluginante luce
orgogliosa negli occhi scuri, vi è sempre un’emozione diversa.
14 – Indifferenza
Non
aveva altro interesse all’infuori dell’ammazzarlo; non gl’importava nulla di
Kakaroth, dei suoi sorrisi, della sua stima, della sua considerazione, della
sua insoluta, dissennata fiducia: ostentato odio ed artificiosa freddezza,
Vegeta non aveva ulteriori armi per contrastarlo.
15 – Letto
Alla loro prima volta il letto si era spezzato in due come un cracker, la
seconda la stanza era saltata brutalmente in aria per via del quantitativo
abnorme di energia sprigionata: avevano entrambi qualche piccolo problema di
limitazione, loro malgrado.
16 – Stelle
Non
fa in tempo a separarsi dalle labbra di Vegeta che il cazzotto arriva
violento ed inesorabile, impiantandosi con una perfezione oltremodo
sconvolgente tra il naso e lo zigomo e storcendogli il capo di almeno
centonovantaquattro gradi a sinistra, e Goku non può fare a meno di
chiedersi come mai delle stelle – due,
tre, quattro, forse pure dieci e, oh!, ci sono anche un paio di prosciutti
volanti ed una coscia di pollo! –
abbiano iniziato all’improvviso a volteggiargli allegramente attorno alla
testa.
17 – Minuto
Ogni minuto poteva essere l’ultimo sul campo di battaglia, ogni mossa poteva
risultare quella determinante – la loro vita vacillava costantemente
sull’orlo di un baratro oscuro e profondo, il pericolo crepitava perenne
nell’aria con l’intensità di una scarica elettrica, e l’animo inquieto di
Vegeta non aveva mai saputo placarsi nei fugaci periodi di pace, preziosi
quanto una gemma rara.
18 – Limite
Se
gli avessero detto di descrivere il proprio rivale, Vegeta avrebbe risposto
con un lapidario “tardo limitato”; poi avrebbe aggiunto “cretino”, “ebete”,
“citrullo”, “minorato mentale” e per ultimo, ma non per importanza, “pervertito”.
19 – Cuore
I
saiyan erano creature alle quali la pietà, i sentimenti, l’innocenza e
l’amore erano qualcosa di precluso, esulato dalla loro vita sin dalla
nascita; Vegeta non sapeva dire per quale oscuro motivo lo stupido organo
piazzato nel suo petto continuasse a sfidare in quella maniera assillante le
consuetudini della sua razza, sconquassando, tremando e palpitando
freneticamente come una creatura a sé stante nel momento in cui il cretino
di terza classe gli si parava davanti con il consueto sorriso altamente
irritante stampato sul muso.
20 – Fede
Aveva sempre creduto in se stesso solo per un malsano, innato orgoglio;
quando aveva scorto la vera fiducia
dentro di sé, l’aveva inconsciamente e semplicemente riposta in Kakaroth.
21 – Estate
Se
Vegeta è l’inverno, gelido ed impenetrabile come il ghiaccio, allora Goku
non può che essere l’estate, caldo ed abbacinante come un raggio di sole –
ed il ghiaccio, si sa, col calore si
scioglie.
22 – Pioggia
La
pioggia precipitava scrosciante dal cielo, inzuppando e picchiettando a
terra; Goku indugiò qualche secondo di troppo sulla figura Vegeta – la
divisa umida e stretta tanto da lasciar intravedere il profilo nudo e
morbido del corpo, la pelle lucida d’acqua, le gocce che scivolavano sulle
clavicole, serpeggiando al di sotto della stoffa della canotta, gli zampilli
di pioggia che rimbalzavano tra i capelli, le guance spruzzate di rosso per
lo sforzo –, ritardò clamorosamente la propria azione difensiva e rimase
immobile come un ebete, beccandosi un poderoso cazzotto dritto sul naso.
23 – Cielo
Vegeta era in grado di toccare il cielo solo spiccando il volo,
oltrepassando le nubi corpose ed immergendosi nel colore ceruleo che lo
sovrastava in sì e no qualche secondo, eppure non con altrettanta facilità
era in grado di giungere alla reale consapevolezza e all’accettazione dei
propri sentimenti, nonostante tutto fosse lì, semplicemente insito in se
stesso, nel tortuoso ed invalicabile groviglio di spine che avviluppava la
sua anima.
24 – Nero
La
vista trema e s’appanna, i muscoli bruciano e si contorcono, la testa gira,
le gambe cedono: Goku vorrebbe rimanere cosciente un altro po’ – perché,
insomma, è una bella battaglia, si sta divertendo, non vorrebbe far
preoccupare tutti inutilmente e poi, ehi!, avversari così forti non capitano
mica tutti i giorni! –, ma le forze sgusciano via e tutto ciò che può fare è
lasciarsi cadere a terra, la voce di Vegeta che urla il suo nome ed il buio
che ingolba tutto in un istante.
25 – Medico
Fortunatamente esistevano i senzu: se al termine di ogni sacrosanto
allenamento fossero finiti all’ospedale – e di solito era Goku quello con un
paio di costole spezzate, o la mascella rotta, o il setto nasale deviato, o
le ossa frantumate, perché al contrario suo Vegeta non si limitava a
prodigare qualche affettuoso pugnetto
nello stomaco, bensì preferiva caldamente un più tradizionalistico picchiare
a sangue –, probabilmente ai
medici dell’intero nosocomio sarebbe venuta l’ulcera.
26 – Parole
Vegeta era un tipo di poche parole, incredibilmente chiuso in se stesso e
decisamente poco propenso ad esternare i propri pensieri e le proprie
emozioni in un modo che differisse dall’affibbiare calci e pugni a destra e
manca o dallo sputare fuori qualche manciata d’insulti al malcapitato di
turno: era nei piccoli, rari quanti intensi momenti in cui si lasciava
toccare, o abbracciare, o semplicemente bofonchiava un “nh”
imbronciato accoccolandoglisi contro nel sonno che Goku si rendeva conto che
le parole non erano poi così importanti, tra loro.
27 – Uccidere
«
Solo io posso ammazzare Kakaroth, nessun’altro! ».
È
un ringhio furioso ed animalesco quello che svicola fuori dalle labbra
strette e secche, mentre con lo sguardo Vegeta lancia stilettate d’odio
verso il nemico ed una voce rabbiosa nella sua testa continua ad urlare una
cosa soltanto: “Kakaroth è mio, mio,
mio, mio”.
28 – Posto
Kakaroth non faceva che ripeterglielo a mo’ di mantra con una frequenza che
rasentava il detestabile, sorridendo dolcemente contro la pelle nuda della
sua spalla e stringendolo forte ogniqualvolta lui si ritrovasse a rivangare
laconicamente la sanguinosa vita passata, quella che, forse, avrebbe dovuto
essere l’unica per un saiyan: « È
questo il tuo posto, Vegeta ».
29 – Credere
Se
qualcuno in passato gli avesse detto che un giorno si sarebbe ritrovato
avvoltolato tra delle lenzuola e sommerso da un quantitativo abnorme di
cuscini, disperatamente intento a rivendicare la propria virilità e a
preservare il proprio deretano dagli inconsulti attacchi perversi di un
decerebrato maniaco di terza classe, Vegeta si sarebbe limitato ad aprire un
palmo e a scagliare allo sfacciato, spudorato veggente un Galic Cannon
dritto in faccia, non credendo ad una sola, singola parola per nemmeno un
istante; fu piuttosto traumatico rendersi conto che qualche anno più tardi,
nonostante le assurde premesse, il suddetto sfacciato, spudorato veggente
avrebbe azzeccato in pieno ogni cosa.
30 – Lontano
Erano gli ultimi superstiti di una razza sterminata da un feroce tiranno,
lontani anni luce dal loro pianeta d’origine, dalla loro patria, dalla gente
della quale non rimaneva altro che polvere, ma non si erano mai sentiti
veramente soli.
31 – Barca
Erano entrambi nella stessa barca in fondo, due creature nate per
distruggere tramutatesi in unica salvezza per l’universo intero, eppure
Vegeta pareva si divertisse un mondo a remare sempre in direzione opposta a
quella di Goku.
32 – Ricordi
Se
Kakaroth non avesse sbattuto la testa da piccolo, perdendo la memoria, oltre
a non subire un trauma cranico che gli aveva palesemente atrofizzato ogni
attività cerebrale probabilmente non sarebbe nemmeno divenuto l’idiotico
samaritano che è ora, crescendo invece come un saiyan degno di tale nome,
una creatura attratta perversamente dalla violenza, dal desiderio di fare
del male, priva di qualsivoglia sentimento in corpo: immaginare un Kakaroth
con tali caratteristiche, sorprendentemente, provocò in Vegeta un moto
d’insoluto fastidio.
33 – Morte
Una
volta raccolte tutte le sfere del drago Vegeta l’avrebbe fatto resuscitare
solo per massacrarlo di botte, prenderlo a craniate, afferrarlo per gli
attributi e scaraventarlo qualche chilometro più lontano facendolo
sfracellare brutalmente contro la prima roccia che gli capitava a tiro –
così imparava a crepare senza il suo permesso, quell’idiota!
34 – Peggio
Essere sconfitti in battaglia da un idiota di terza classe, finire per una
serie di tragicomiche conseguenze a respirare la sua stessa aria, combattere
con lui, fianco a fianco, fino a fondere indissolubilmente il proprio corpo
col suo per dare vita ad un’unica ed ineguagliabile entità che potesse
salvare le sorti dell’universo intero: Vegeta credeva che non potesse
andargli peggio, perlomeno fino a quando Goku non gli aveva schioccato un
allegro bacetto sulla punta del naso.
35 – Braccia
Le
braccia di Kakaroth si protesero verso di lui, valicando l’astio e l’oscuro
passato: Vegeta fallì miseramente nel tentativo di respingerle.
36 – Elettricità
Vegeta serra le palpebre e con uno scatto improvviso fa cozzare le labbra
contro le sue con tanta forza da far male, stringendo spasmodicamente la
stoffa arancione tra le dita; Goku sgrana gli occhi e sente il suo respiro
caldo e agitato rimbalzargli contro la guancia, l’esigenza sulla bocca e
l’impaccio sulla lingua, le loro aure che collidono e vorticano con la
stessa intensità di un tornado, l’elettricità che crepita nell’aria.
37 – Cellule
Mentre combattono – adrenalina che scorre come un fiume impazzito nelle
vene, battiti del cuore che rimbombano nelle orecchie, respiro secco e
raschiante che brucia ed arranca nella gola, Goku scaraventa Vegeta sul
pavimento della Gravity Room e lo inchioda al suolo, sovrastandolo ed
imprigionandolo tra le sue braccia – ogni singola cellula dell’uno vibra e
freme nell’eccitazione, in attesa vorace di un contatto più intimo con
quelle dell’altro.
38 – Promessa
Prerogativa necessaria tra suddito e sovrano, quella di eterna fedeltà.
39 – Speranza
Goku stringe il potara luccicante tra le dita, serra le labbra ed un brivido
caldo lo pervade nel momento in cui percepisce un guizzo d’energia familiare
divampare nell’aria; « Vegeta »,
mormora, ed un sorriso fiorisce piano sulle labbra: c’è
ancora speranza.
40 – Buco
« Non
ucciderlo », aveva esalato
Goku, nonostante il colpevole di tutte le loro sofferenze fosse lì, riverso
a terra privo di forze, e Crilin avesse già sollevato la spada con mani
tremanti per impiantargliela nel petto.
41 – Rivelazione
«
Cretino », sibila, mentre Goku soffia piano contro il suo collo,
accarezzandogli la schiena nuda con la punta delle dita; « Non ti sopporto
», inclina il capo, socchiude le labbra ed il respiro si fa sempre più
pesante, scandito dai baci umidi che gli si posano sull’angolo della
mandibola, il corpo caldo che scivola contro il suo, la bocca che va
lentamente a posarsi dietro all’orecchio; « Ti
detesto ».
42 – Volontà
“Ti
ammazzerò, Kakaroth!”, “Pagherai caro per l’umiliazione che mi hai
inflitto!”, “Ti sconfiggerò, e poi ti manderò all’altro mondo!”, eppure ogni
qualvolta l’occasione di ucciderlo fosse realmente lì a portata di mano,
concreta e tangibile quasi quanto il sangue che copioso sgorgava dalle loro
ferite, qualcosa pareva schierarsi contro la sua volontà, e Vegeta
semplicemente rimandava l’agognato momento ad un altro giorno.
43 – Facile
Bulma piegò le labbra in un sorrisetto sardonico, scoccando a Goku
un’espressione ammiccante: « Se ti piace così tanto quel sociopatico
patentato allora afferralo per le spalle, sbattilo contro un muro e bacialo
a tradimento ignorando il fatto che potresti finire atomizzato nell’arco di
sì e no tre secondi: niente di più facile! ».
44 – Terrore
Il
terrore di perdere la battaglia s’era tramutato, inconsciamente, nella paura
di veder morire l’unica persona al fianco della quale valeva la pena
combatterla.
45 – Fuoco
Quando Goku si sporge verso di lui tutt’un tratto, la fronte puerilmente
aggrottata, le guance gonfie come quelle di un bambino imbronciato ed una
pericolosa determinazione baluginante nello sguardo, borbottando ad un palmo
del suo naso un “Vegeta, mi piaci un sacco. Un
sacchissimo”, gli occhi del principe si fanno grandi quanto due fanali e
le guance diventano puro fuoco.
46 – Risposta
Ciò
che consegue, poi, è solo un’alquanto scontata risposta: un « CREPA, IDIOTA!
» ed un brutale, impietoso cazzotto dritto sul naso.
47 – Chiaro
Vegeta non aveva mai sopportato quel modo di fare schietto e spensierato,
quell’inconsulto atteggiarsi a prode salvatore di un mondo che non gli
apparteneva, il sorriso ilare sulle labbra e l’ottimismo decantato sul
volto: non lo comprendeva, e per questo lo odiava.
48 – Insieme
Il
peso dell’intera umanità gravava sulle sue spalle in una maniera oltremodo
pressante ed insostenibile, reclamando un’energia che nemmeno lui, esponente
di una delle razze più potenti dell’universo, era in grado di possedere: la
consapevolezza di avere accanto qualcuno con cui spartire l’oneroso carico –
un principe un po’ bisbetico, magari anche un tantino antipatico e senza il
minimo senso dell’umorismo, ma, ehi,era Vegeta! –
non poteva che farlo sorridere.
49 – Mente
Se
avesse dato un tantino più retta alla sua testa e alle primitive tendenze
omicide insite in ogni saiyan che si rispetti, a quest’ora il mentecatto
patentato sarebbe ridotto ad un cumulo di ossa per sciacalli e lui starebbe
allegramente saltellando sulla sua tomba.
50 - Strada
Ma
così non è stato, e tutto ciò che Vegeta può fare è ringhiare rabbiosamente
alla propria sconsideratezza e al suo evidentemente palese masochismo,
mentre Kakaroth gli stringe saldamente la mano e lo trascina allegramente
lungo quella stradina un po’ consunta e dissestata che, ironico a dirsi,
pare un po’ la loro vita.