Tutto può cambiare

di LaLaura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dietro la porta. ***
Capitolo 2: *** Un filo di luce ***
Capitolo 3: *** E' solo un lunedì ***
Capitolo 4: *** Per te solo rose rosse ***
Capitolo 5: *** Per ora tutto bene. ***
Capitolo 6: *** Il sole fuori splende! ***
Capitolo 7: *** Una Pasqua un po' particolare ***
Capitolo 8: *** Novità! ***
Capitolo 9: *** Tutto può cambiare. ***
Capitolo 10: *** La partita si è chiusa ***
Capitolo 11: *** L'ultimo saluto ***
Capitolo 12: *** Un mese dopo.. ***
Capitolo 13: *** Un po' di ospitalità. ***
Capitolo 14: *** Buon giorno carabinieri! ***
Capitolo 15: *** Ritorni.. ***
Capitolo 16: *** Buona cena signori! ***
Capitolo 17: *** Per oggi abbiamo finito! ***
Capitolo 18: *** E' finito un altro sabato. ***
Capitolo 19: *** Domenica. ***
Capitolo 20: *** Rifiuti ***
Capitolo 21: *** Questa è la mia missione ***
Capitolo 22: *** Benvenuti a casa Messina. ***
Capitolo 23: *** Kamila ***



Capitolo 1
*** Dietro la porta. ***


Era una domenica sera di marzo, fuori c’era fresco, Roma era illuminata come sempre e il capitano Brancato era in bagno a togliersi quel poco di trucco, non sapeva truccarsi, ma soprattutto non gli piaceva, era proprio questo che piaceva al tenente Serra. Ormai stavano insieme da quattro mesi, credevano che ancora non lo sapeva nessuno, ma non era vero, lo sapevano tutti anche il maggiore Rambaudi forse l’unico che non lo sapeva era il generale Abrami.
Il capitano quella sera tornava da una serata con i suoi colleghi e quella sera non sarebbe stata con il suo amato Orlando.

Decise di andare a letto, si mise sotto le coperte e si mise a leggere, un libro un po’ insolito per un capitano del  R.I.S. il libro si intitolava “Un filo di luce” un libro scritto da un suo collega di Messina. Dopo qualche pagina si fermò presa da una morsa allo stomaco, quella era tristezza e paura, ma lei pensò che era semplicemente un po’ di mal di pancia  dato dall’alcol che aveva bevuto insieme agli altri, invece non era così pensava al suo Orlando che non era con lui e a quella minaccia fatta tre mesi prima dal Lupo, quel lurido uomo che si divertiva a decidere della vita delle persone; assorta nei suoi pensieri sentì aprire la porta e pensò subito  che si poteva aprire solo con la chiave, ma in un lasso di tempo minimo si trovò con in mano la pistola tra la porta e l’armadio, pensò a qualsiasi cosa, il suo primo e unico pensiero era il Lupo lui non si fermava davanti a nulla.

Si aprì la porta e il capitano distese le braccia con in mano la pistola contro la fronte di un uomo e gridò: -Stai fermo o sparo!
Ma subito dopo se ne pentì perché quell’uomo era il suo Orlando.
O: Leva quella pistola! Per favore!- disse con un filo di voce
L: Scusa non ti aspettavo!

Lucia posò la pistola e si avvicinò ad Orlando abbracciandolo.

Orlando sussurrando gli disse: -Non potevo stare solo con quel cretino di Ghiro, volevo stare con te!- Poi si slegò da quell’abbraccio così pieno di paura per chiedere:  -Ma tu a chi aspettavi?
L: Non aspettavo te! Non perché non ti volevo, ma perché pensavo a lui, il Lupo. – Una lacrima silenziosa gli rigò la guanci che subito asciugò.
O: Sai oggi è stata dura, Ghiro mi ha fatto una testa tanta per andare al pub domani, ma io gli ho detto di no e lui se ne andato sbattendo la porta!

Lucia senza pensarci due volte lo bacio con tale passione e trasporto che si trovarono senza vestiti, a fare l’amore come due ragazzi che lo facevano per la prima volta.

Dopo quel tempo di interminabile passione si abbracciarono e si addormentarono alle 03:35.

Quella notte per Lucia fu una notte piena di emozioni.

Quella notte per Orlando fu una notte nuova, particolare, forse troppo semplice e sincera. 

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Capitolo 2
*** Un filo di luce ***


Un filo di luce attraversò le persiane e illuminò, come una lama dorata, il viso di Lucia e Orlando, erano a  ancora mezzi abbracciati quando Lucia si svegliò e si accorse che erano appena le sei, ma non per questo decise di non svegliare Orlando, però lo fece in un modo dolcissimo, lo cominciò a baciare per tutta la faccia, ma nulla, dopo quasi una ventina di baci si stancò e si stava per alzare quando una presa forte al braccio la fermò, si girò e trovò un sorriso dolcissimo, Orlando a volte era proprio un bugiardo, faceva finta di dormire per ricevere milioni di baci. Orlando la tirò a se, ma Lucia con la sua voce serie e sveglia gli disse prontamente
L: Sei un cretino e dormiglione, mi sa che ti fa male stare con Ghiro! Scendi dal letto suu!
Orlando scese dal letto e andò verso la cucina, dove gli aspettava il primo bacio vero della giornata.
Dopo un lungo bacio Lucia accese lo stereo e mise la sua canzone preferita, la sua canzone che gli dava una carica paurosa, la Quinta Sinfonia di Beethoven, ai movimenti di Lucia da direttore di orchestra Orlando rise, Lucia decise di andare a fare una doccia.
 
Lucia uscì dalla doccia e indossò l’accappatoi di Orlando adorava il suo odore,  arrivò in cucina e trovò il tavolo con delle fette di pane e nutella e il ginseng , Orlando aveva trovato solo quello pensò Lucia fra se e se, d’altronde non c’era altro!
 
L: Che bello! Ma non ho fame!
O:Grazie per aver apprezzato la colazione! – Dandogli un bacio sulla fronte.
L: Ma stavo scherzando!
Lucia si alzò e si mise sulla ginocchia di Orlando che si era appena seduto, prese una fetta di pane e la cominciò a mordere, dava piccoli morsi fino a quando non venne interrotta da Orlando che cominciò a baciargli il collo, fu un momento bellissimo, ma furono interrotti da un messaggio arrivato nel cellulare di Orlando.
Controllo chi era e scoprì che Ghiro aveva mandato un sacco di messaggi durante la notte.
O:  Lucia, vieni guarda!
L: Ma Ghiro ti ha mandato un sacco di messaggi di scuse.. che fa mi tradisci? – Guardandolo con uno sguardo divertito, ma allo stesso tempo serio
 
O: Si! Io e Ghiro siamo amanti da sempre!
Tutti e due scoppiarono a ridere!
Orlando continuando a leggere i messaggi  ne trovò uno molto divertente.
 
O: Luciaaa! Questo è bellissimo guarda che dice!
*Scusa Orlando! Scusa, scusa, scusa! Non me ne dovevo andare così, sono stato un facchino! Non lo farò mai più! Per favore perdonami! Per favore ritorna!
 
Lucia scoppio a ridere e Orlando gli andò dietro. Ghiro sembrava proprio un fidanzato che si doveva far perdonare dalla sua fidanzata.
Tornarono a mangiare seduti e tranquilli quel dolce momento era stato ormai spezzato.
Dopo poco sentirono suonare alla porta e aprendo la porta si trovarono davanti un Ghiro strano, assonnato come sempre, ma con una torta al cioccolato in mano.
 
Fece irruzione e cominciò a parlare a macchinetta.
G: Orlando ero sicuro che ti trovavo qui! Spero che questa notte ti sei divertito!
Ad Orlando e Lucia gli comparve un sorrisetto sul volto, che a Ghiro non sfuggì.
G: Dopo questo sorrisetto credo di si! Ma io non mi sono divertito, sono stato tutta la notte sveglio! Non so perché, ma il nostro litigio  mi ha fatto agitare! Orlando mi perdoni?
O: Ma certo che si! Tu sei folle!
G: Io credevo che ce l’avevi con me… l’ho capito quando sei uscito di casa!
O: Cretino! Io sono uscito di casa per venire da Lucia!
Ghiro sorrise e diede una pacca sulla spalla dell’amico ed andò  a salutare con un tenerissimo bacio sulla guancia Lucia che era poggiata allo stipite a guardarsi quella tenerissima scena.
 
Si sedettero tutti e fecero finalmente colazione.
Poi ognuno con le proprie macchine si diresse al R.I.S.
Cominciava una dura giornata per tutti loro.                   

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Capitolo 3
*** E' solo un lunedì ***


Al R.I.S. ancora c’era poca gente, ma dopo dieci minuti arrivarono tutti, quel giorno era veramente particolare, sembrava che il tempo si era fermato a quattro mesi fa, dove tutto andava bene, quella mattina non si sentiva il peso del pensiero del Lupo, che ogni giorno diventava sempre più opprimente.
La mattinata proseguì in modo tranquillo, decisero di andare a mangiare in un ristorantino lontano qualche chilometro dal R.I.S.  d’altronde oltre alla mensa per i militari di fronte alla caserma, via Tor di Quinto era assolutamente vuota.
Arrivati al ristorante si sedettero tutti attorno al grande tavolo, quel giorno ad onorare la tavolala c’era Carnacina e il tenente Sasso, ormai stavano diventando parte della squadra.
 
Si parlava del più e del meno, quando Sasso con molta delicatezza disse: Lucia mi sembri un po’ ingrassata!
Bart: Ma tu la delicatezza dove ce l’hai? E poi non è assolutamente vero!
L: No no, Sasso ha ragione, sono un po’ ingrassata, è colpa di tutti voi che mi portate sempre fuori a cena!
Tutti scoppiarono a ridere.
Finirono di mangiare, pagarono e ritornarono tutti al R.I.S.
 
Verso le 15:00 Lucia ricevette una chiamata, da parte di un uomo,  disse solo pronto e poi riattaccò. Forse era solo una persona che aveva sbagliato numero.
 
Dopo poco arrivò Sasso affannato e cominciò a parlare con Dossena, ma in modo molto confuso, furono raggiunti da Lucia in un batter d’occhio.
 
L: Cos’è successo?
B:Non l’ho capito!
S: Stavo tornando da un sopralluogo, quando ho trovato questo biglietto nel parabrezza, capitano, solitamente è la tua macchina di servizio. L’ho preso con un fazzoletto di stoffa! Tieni!
Sasso porse a Lucia il biglietto, il tempo di mettersi i guanti e lo aprì per leggerlo.
*Pronto, pronto… sono solo queste le sue parole? Le ho detto che sarei ritornato. Il Lupo.*
 
 
Lo sguardo di Lucia si copri di un velo di ghiaccio, che non fece trasparire nessuna emozione.
 
Si diresse in laboratorio, indossò il camice e cominciò a controllare con cosa era scritto il messaggio, era rosso e sembrava scritto con una penna antichissima, quella che si intingeva nell’inchiostro.
Dopo alcuni test, il messaggio era scritto con sangue di animale, mescolato con sangue umano, ma a causa della scarsa presenza, non si poteva ne dividere da quello animale e ne fare il test ematocrito, un test che rilevava se il sangue era di una donna o di un uomo.
 
Lucia si tolse i guanti, prese il foglio dei risultati, uscì dal laboratorio e nel corridoi gridò: Fra meno di cinque minuti vi voglio tutti nel mio ufficio, c’è un briefing urgentissimo!
 
In meno di cinque minuti erano tutti seduti nei loro posti, quei posti che facevano il loro odore.
Lucia cominciò  a parlare.
 
L: Scusate l’urgenza, ma quello che vi devo dire non può essere sorvolato o rimandato. Per favore non mi interrompete, così possiamo finire prima e possiamo capire meglio.
 
Si avvicinò al computer e nella LIM spuntò la scannerizzazione del biglietto, con accanto i risultati dell’inchiostro e quello dattilografico, che attestavano, che la scrittura era di Mario Puglisi.
 
L: Il messaggio è stato scritto dopo la telefonata anonima e insulsa che ho ricevuto poco prima dell’arrivo di Sasso, come vedete non ci dice molto, la carta non è particola, l’unica cose è questo sangue, che ha una pigmentazione particolare, ci sono dei componenti che non appartengono ne ad un uomo, che possa essere sano o meno, e neanche di un animale facilmente reperibile, come ad esempio cane, gatto, coniglio, uccellini, topi, o animali del genere, questo animale ha un sangue molto particolare, ma non sono riuscita a trovare un animale con questi elementi. – dopo un lungo respiro continuò dicendo – Credo proprio che dobbiamo cercare un cadavere e il mio sesto senso dice che dobbiamo cercare un cadavere di una donna, bionda. Ora è tardi, sono le 22:00 è ora di andare a casa a riposarci.
 
Bart si alzò e con voce decisa disse: No prima andiamo tutti a cena al ristorante San Marco, si trova vicino a piazza Fiume, è un ristorante carinissimo e si mangia anche bene, offro io!
 
L: Ma..
 
Non la fecero finire che tutti dissero di si e si trascinarono l’amato capitano, che aveva bisogno di un po’ d’aria con i suoi colleghi, ma soprattutto amici. 




*il ristorante esiste realmente*

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Capitolo 4
*** Per te solo rose rosse ***


Dopo una cena, dove quasi tutti non mangiarono, a causa della tensione ritornarono a casa, Orlando decise di andare a dormire da Lucia, credeva che forse aveva bisogno di sostegno.
 
Lucia appena arrivata a casa, si spogliò e andò subito a fare una doccia, questa doccia fu molto lunga, appena uscita dalla doccia trovò Orlando davanti a lei pronto ad avvolgerla nell’accappatoio, Lucia uscì dal bagno si rivestì e si mise sul letto ad aspettare Orlando.
Orlando uscì dal bagno e trovò Lucia addormentata, fuori le coperte, Orlando la mise sotto le coperte e dopo poco si mise sotto le coperte insieme a lei.
Lucia si svegliò un’ora dopo e rimase a letto per un po’, alle 05:30 decise di alzarsi dopo essersi sistemata andò al R.I.S. senza svegliare neanche Orlando.
 
Arrivò al R.I.S. e l’unica persona che trovò era l’appuntato all’entrata che si mise all’attenti in un batter d’occhio, non si aspettava dell’arrivo di qualcuno a quell’ora del mattino.
 
Alle sette arrivò di corsa Orlando nell’ufficio di Lucia.
 
O: Ma cosa cavolo fai? Te ne vai così? Sei stata minacciata da un  pazzoide e tu neanche mi svegli e te ne vai così? Senza neanche un biglietto!
L: Buon giorno tesoro! Si saluta così!
O: Ma tu mi vuoi fare crepare?
L: No! Ma tu la devi finire! Non sono una bambina e soprattutto non sono un civile! Ti ricordo che sono un carabiniere come a te! E per la mia incolumità ci penso io! E adesso vai fuori! E soprattutto non permetterti mai più di entrare in questo modo nel mio ufficio!
 
Orlando senza repliche uscì dall’ufficio sbattendo la porta, si scontrò con Bart.
B: Cos’è successo?
O: Lascia perdere va!
Bart si avvicinò all’ufficio di Lucia, che vide scappare verso il bagno.
Bart per paura che stesse male  entrò e la trovò in bagno piegata a vomitare.
 
Bart l’aiutò ad alzarsi.
 
B: Ehi come stai?
L: Bene bene.
B: Non sembrerebbe.
L: Sarà che ho preso solo un caffè e ieri neanche ho mangiato, e poi ho litigato anche con Orlando e questo mi ha agitato particolarmente.
B: Perché Orlando ha perso le staffe? Con te non le perde mai le staffe.
L: Si è arrabbiato perché me ne sono andata senza svegliarlo.
B: Aveva ragione!
L: Anche tu ti ci metti?
B: Si! Hai ricevuto minacce di morte e fai finta di nulla?
L: Ora basta! Basta! Portami a fare colazione e portiamo con noi anche Ghiro che ha bisogno di svegliarsi che è mezzo addormentato ancora.
 
Arrivati all’ufficio di Ghiro.
 
L: Sveglia dormiglione! Svegliaa! Bart passami quei due libri!
 
PUM!
 
G: Lucia no! Aiuto!
 
L: Ghiro era un sogno, vieni che andiamo a fare colazione!
 
Dopo una lunga colazione rientrarono al R.I.S. dove trovarono tutti i colleghi a lavorare.
 
Lucia entrata nell’ufficio trovò un mazzo di rose rosse, le sue preferite e le spunta un lieve sorriso, si avvicina e tira fuori il biglietto.
Nella busta c’era scritto Per il mio amato capitano.
Aprì la busta e cominciò a leggere.
 
*Ti piacciono queste rose? Sono bellissime, vero? Spero che ti piacciono!   Il Lupo *
 
Lucia non si aspettava questo mazzo di rose, da nessuno, tanto meno dal Lupo.
 
Dall’ufficio di Lucia si sentì scaraventare a terra un qualcosa, che si rompeva in mille pezzi.
 
Orlando, Ghiro e Bart corsero tutti nell’ufficio di Lucia che la trovarono con la mano insanguinata  a causa dei tagli procurati dai pezzi di vetro.
 
O: Lucia, calmati, cosa è successo?
L: Non vi avvicinate, vi potreste tagliare, non è successo nulla, ora usciamo vi spiego tutto e poi rientriamo in modo adeguato a raccogliere tutto.
 
Usciti dalla stanza.
 
L: Non è successo nulla, scusatemi, mi sono arrivate delle rose, credevo che me le aveva portate Orlando, ma c’è qualcuno di più romantico di lui.
O: Scusa chi è?
L: Il Lupo.
 
Tra quelle persone scese il silenzio. Fu Lucia  a spezzarlo dicendo: Ghiro vai a vedere i video della caserma, Bart tu vai a parlare con i piantoni sia dell’entrata della caserma che del R.I.S. e tu Orlando vieni con me a sistemare in mio ufficio e a repertare tutte quelle rose.

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Capitolo 5
*** Per ora tutto bene. ***


I giorni passavano e non si scopriva nulla, il Lupo non si faceva sentire più e tra Lucia e Orlando era tutto apposto. Lucia aveva ancora dei malori, l’unico che ne era a conoscenza era Bart e Carnacina. Ogni volta li giustificava che gli venivano a causa dello stress portato dal Lupo.
 
Il telefono di Lucia squillò e lei andò subito  a rispondere, anche se c’era un briefing.
 
L: Pronto, capitano Brancato.
S: Sono Sasso, venite in via Nazionale n° 23, c’è stato un omicidio. E’ una donna sui 32 anni e si chiamava Giovanna Ajello, era un avvocato così giovane e bravo. Vi aspetto!
L: Arrivederci Sasso.
S: Buona giornata, a dopo!
 
Lucia torna dagli altri e dice: Ragazzi c’è stata una chiamata, voi rimanete a lavorare qua, Bart e Orlando con me! C’è stato un omicidio in via Nazionale.
 
Arrivati trovano Carnacina chinato sul corpo, Lucia voleva coglierlo di sorpresa, ma Carnacina era più furbo di lei.
 
L: Buon giorno, non si può fare neanche uno scherzo con te!
C: Buon giorno a te mio bel capitano, buon giorno a voi tenenti privi di eleganza.
B-O: Buon giorno Carnacina e grazie per i complimenti!
Risero tutti per poi tornare a parlare seriamente.
 
L: Cosa abbiamo?
C: Vieni avvicinati.
Lucia si avvicinò.
 
L: Somiglia troppo a me..
 
Senza neanche finire la frase, sviene e viene presa per un pelo da Bart che era dietro di lei.
 
Dopo  cinque minuti Lucia si sveglia.
 
O: Lucia, Lucia, non fare cavolate!
L: Sto bene, sto bene. Mi aiutate?
Bart e Orlando le porsero un braccio.
Quando Orlando si allontanò per andare a prendere qualcosa da mangiare a Lucia Bart e Carnacina si avvicinarono a lei.
 
B: Ora basta, ti devi fare controllare e lo devi dire ad Orlando.
C: Si infatti ti devi fare controllare!
O: Che cosa state complottando voi tre?
L: Nulla nulla!!
C: Oggi il capitano viene con me all’obitorio.
B:Io e Orlando rimaniamo qui a repertare tutto.
 
Carnacina e Lucia entrarono nella sala autoptica. Il corpo di Giovanna Ajello giaceva sul tavolo settorio in acciaio che si trovava al centro della stanza. L'odore dolciastro della morte, che tutte e due aveva sentito fin troppe volte, li colpì immediatamente, complice il sistema di ventilazione non proprio all'avanguardia di quel luogo dimenticato da Dio.
 
C: Ora siediti su quello sgabello che arrivo.
L: Cosa vuoi fare?
C: Ora lo vedi!
L: Ma non dobbiamo vedere com’è morta la ragazza?
C: Prima ti faccio qualche prelievo di sangue e poi si vede!
L: Dai non ti preoccupare non ho nulla.. e poi posso andare da un medico invece di rubare tempo a te.
C: Ma sei cretina, un attimo che facciamo tutto.
L: Finito?
C: Si si! Un attimo che arrivo!
 
Al telefono.
 
C: Dossena! Vieniti a prendere Lucia!
D: Ok!
 
C: Bel capitano, fra poco ti viene a prendere Dossena.
L: Ok.
C: Che hai?
L: Somiglia così tanto a me.
C: Si hai proprio ragione. Vuoi che comincio a controllarla?
L: Si! Comincia dalla bocca.
C: Cazzo! Guarda cosa c’è!
L: E’ un biglietto dammi!
 
*Ti somiglia vero? E’ bella come te! Tu però sempre di più! Con affetto il Lupo*
 
Le venne un altro capogiro. Ma quella volta Carnacina non riuscì a recuperarla e Lucia cadde a terra.
C: Lucia! Ora basta svegliati! Svegliatiii!
L: Si si, sono sveglia!!
B: Che cavolo di nuovo? Ora vieni al R.I.S. e vai a casa insieme ad Orlando e soprattutto ce lo devi dire.
L: Carnacina passa quello che abbiamo trovato a Bart che lo imbusta.
 
Bart dopo aver visto il biglietto aggiunse: E’ un folle!
 
Rientrati al R.I.S. c’era un’aria abbastanza normale fino a quando Lucia non portò quel biglietto che fece raggelare tutti.
 
Dopo tre ore circa alle 23:00 tornarono tutti a casa.
 
Lucia e Orlando appena arrivati a casa furono presi da una voglia e una passione incontrollabile che li porto a fare l’amore per un lungo tempo, quasi interminabile. Si addormentarono dopo poco abbracciati.

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Capitolo 6
*** Il sole fuori splende! ***


La sveglia suonò alle 06:00 in punto, Lucia si alzò e andò a fare il caffè per poi entrare nella doccia.
Orlando era perso a guardare fuori la finestra, il sole quel giorno era splendido.
Alle 07:35 erano in macchina per andare al R.I.S.
Trovarono tutti, stranamente, l’aria era un po’ più leggera del giorno prima.
Erano tutti nel corridoio quando un felice Emiliano si avvicinò.
 
E: Buon giorno ragazzi belli! Domani lo sapete che è Pasqua?
L: Si…
E: Ecco perfetto, domani alle 14:00 al massimo vi voglio tutti a casa mia niente scuse!
In coro tutti gli altri dissero: Ok, grazie!
E: Oh sta ad arrivà Carnacina! Mò lo dico pure a lui! Canacì domani è Pasqua e vieni a mangià a casa mia! Cucina Giada!
C: Si ok grazie! Lucia viene con me a medicina legale questo dì!
L: E qua chi ci pensa?
C: Bella bionda! Non replicare e vieni! SUU!
 
Arrivati a medicina legale.
 
L: Ooh allora cosa c’è nelle analisi?
Dopo un bel sospiro Carnacina rispose tutto d’un fiato: Sei un po’ in cinta!
L: Cosa? E’ impossibile!! Uso puntualmente i contraccettivi!
C: Vuoi rifare le analisi? Gli ho fatto ripetere il test dieci volte!
L: O dio! E ora come faccio?
C: Basta dirlo ad Orlando!
L: Ma lui forse non lo vuole!
C: Ma sei cretina? Che dici? Vieni!
Carnacina l’avvolse in un abbraccio che stupì Lucia, ma che fu felice di ricevere.
 
L: Chiamo Bart.
C: Ma Orlando non è il padre?
L: Secondo te?
C: Se è il padre il primo a saperlo deve essere lui!
L: Si forse hai ragione, ma non ora!
C: Fai come vuoi!
L: Domani ci vieni da Milo?
C: Si, ma non credo che sarà molto buono il pranzo!
L: Io a dire la verità avevo prenotato in un ristorantino sotto piazza di Spagna, da Gina.
C: Andiamo la? Ti prego dimmi di si!
L: Io lascio il tavolo prenotato e vediamo come si evolve la storia!
C: Ok torniamo al R.I.S.?
L: Si si andiamo!
 
 
Ritornati al R.I.S. non c’era nessuna novità, sembrava che il mondo si fosse fermato, nulla, nessuna chiama o tanto meno nessun avviso.
 
G: Ma cosa ha Lucia?
O: Non lo so.. non spiccica una parola.
G: Boh è strana.
O: Si, ma ha una nuova luce che la fa risplendere!
L: Cosa borbottate voi due?
O-G: Oh beh nulla!
L: Ci andiamo a prendere una pizza ho una fame che sto crepando!!
G: Signorina… ma che cos’è questa fame?
L: Ooh mii! Ho fame punto e basta! Volete venire con me si o no?  Se no chiamo quel tenente nuovo! Sembra proprio carino!!
O: No no! Veniamo non ti preoccupare!
L: Guidate voi io non voglio fare nulla!
O: Agli ordini capitano! *facendo il saluto militare*
L: Ma vaa!
 
Salirono in macchina e in venti minuti arrivarono in pizzeria.
 
CAM: Cosa volete?
L: Una pizza con le patatine e una coca.
G: Una pizza con la salsiccia e del buon vino rosso.
O: Una pizza con la bresaola e del pomodorino fresco, opto anche io per del buon vino. Lucia tu non lo vuoi?
L:  No no grazie!
G: Lucia stai bene?
L: Smettila ci guardano tutti! Si sto bene!
O: No dai vero, amore cosa c’è che non va?
L: Non ho nulla! Basta!
 
Dopo un po’..
O: Vuoi un goccio?
L: No grazie, non mi va..
O: Ok
L: Però voglio la torta al cioccolato!
O: La dividiamo come sempre?!
L: Assolutamente no!
O: Ma vuoi diventare una pallina di grasso?
L: Perché mi lasci?
O: No saresti lo stesso bella, ma..
G: Non saresti molto attraente!
L: Oh.. ma grazie!
G: Il liquore lo prendi Lucia?
L: No non mi va!
O: Ma cosa hai?
L: Nulla!
O: Bart ci ha detto che stavi male e che sei andata con Carnacina per fare delle analisi..
L: Volete sapere la verità?
O-G: SI!
L: Ok.. – Dopo un grosso respiro via la verità- Sono incinta!
O: Oh mio dio!
L: Se vuoi io domani vado dal ginecologo e via..
O: Tu sei pazza non potevi farmi più felice! Vieni qua!
Si scambiarono un bacio che forse era interminabile, ma vennero divisi dall’abbraccio improvviso di Ghiro!
G: Oddio divento zio!!!! Signori della sala!! Divento zio!!!! E loro genitori!!
Tutti applaudirono e Lucia si commosse a tal punto che una lacrima di felicità le rigo il viso.
Ritornarono tutti a casa con un sorriso che valeva più di mille parole.
Orlando e Lucia non si dissero nulla, si distesero sul letto, Orlando con la testa poggiata sul ventre di Lucia e si addormentarono senza dirsi nulla.
 
Orlando era la persona più felice della terra.
Lucia era stupita di se stessa, e capì che tutto andava bene e che era la persona più fortunata del mondo.

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Capitolo 7
*** Una Pasqua un po' particolare ***


Lucia alle 06:00 era sveglia, ma Orlando dormiva ancora, Lucia aveva dolore al ventre, Orlando era stato con la testa poggiata sul ventre tutta la notte. Decise di svegliarlo, lo accarezzò piano e lui subito si svegliò e sorrise.
L: Buona Pasqua amore.
O: Buona Pasqua a te tesoro e buona Pasqua anche a te piccolo o piccola mia!
L: Tu vorresti un maschio o una femmina?
O: Non m’importa!
L: Dai dimmeloo!- gli disse con gli occhi dolci
O: Un maschietto tale e quale a te, ma con i lineamenti mascolini.
L: Anche io vorrei un maschietto, mai poi si vedrà!
O: Si infatti! Se no lo cambiamo!?
L: Ooh si certo! Cretino!
Tutti scoppiarono a ridere.
L: Io non voglio andare a mangiare da Giada, non sa cucinare!
O: Povera..
L: Ma non sa cucinare! Ricordi l’ultima cena che abbiamo consumato a casa sua?
O: Si che mi ricordo!
L: Io comunque ho prenotato da Gina! Carnacina è d’accordo con me.
O: Si e che vorresti dire a Giada?
L: Be.. aspetta un attimo che mi squilla il cellulare.
 
L: Pronto?
M: Capitano! Auguri di buona Pasqua!
L: Grazie anche a te! Alle 14:00 a casa tua?
M: Beh si.. ma è successo un problema in cucina, Giada ha bruciato il salmone.
L: Ma come l’ha bruciato? Il salmone non si cucina si condisce.
M: Beh, ma Giada non lo sapeva!
L: Ah e vabbè!
M: Per voi va bene un pranzo con degli spaghetti e i dolci?
L: Io ho un’altra idea!
M: Cosa?
L: Io avevo prenotato in un ristorante sotto piazza di Spagna, da Gina, è il mio ristorante preferito. Ho ricordato solo ora che non avevo disdetto quindi possiamo andare! Basta che lo ricordiamo agli altri.
M: Tu mi hai salvato! Però offro ugualmente io!
L: Poi si vede non ti preoccupare!
M: Grazie Lucia! Grazie! Devo dire sempre alle 14:00?
L: Si si! Ci vediamo li! A dopo!
M: Ciao! A dopo!
 
 
O: Super eroina della Pasqua!
L: Ma che dici! Noi siamo stati fortunati!
O: Sei tremenda!
L: Io e quello che ho qui dentro, - toccandosi la pancia – dobbiamo mangiare bene!
O: Io amo te e quello che hai qui dentro! Un altro piccolo carabiniere, se maschio o femmina è la stessa cosa! Vieni qua che ti voglio dare un bacio!
L: Ok!
 
Lucia si avvicinò e si diedero un bacio a fior di labbra.
O: Mi lasci così?
L: Mi avevi detto che volevi solo un bacio!
O: Sei una bellissima stronza!
L: Io vado a fare la doccia!- Disse con un po’ di malizia
O: O si certo!
 
 
Dopo poco si ritrovarono dentro la doccia sotto quel forte getto di acqua calda per poi consumare un altro rapporto di passione e amore.
 
Uscirono dalla doccia dopo circa un’ora.
 
O: Ti sei fatta una doccia veloce!
L: Si anche tu!
O: Piccolo o piccola tu non hai visto nulla!
L: Sei tutto sciemo!
O: Andiamo va! Che ci dobbiamo vestire sono già le 11:30
L: Già così tardi? Ma non abbiamo fatto nulla!
O: Il tempo vola cara mia!

L: Sbrighiamoci che voglio passare dal R.I.S.
 
O:  No oggi niente R.I.S.
 
L: Ma dai!!
 
O: No assolutamente no!
 
L: Ti ricordo che sono io il capitano!
 
O: E allora?
 
L: E allora… Orlando cosa vuoi fare?
 
O: Nulla..
 
Orlando cominciò a fargli il solletico.
 
L: Per favore smettila, per favore!
 
O: NO!
 
L: Il nostro bambino vorrà più bene a me! E te la farà pagare! Per favore smettilaa!
 
O: Parolina magica?
 
L: Ti amo!
 
O: Anche io! Però in questo monto un’altra!
 
L: Ok non andiamo al R.I.S. ora basta per  favore!!
O: Ora va bene!
 
L: Stronzo!
 
O: Vuoi che ricomincio?
 
L: No no! T.v.b.
 
Tutti e due si misero a ridere.
 
L: Ora vestiti che poi mi sistemo io! Non voglio che mi vedi!
 
O: Perché?
 
L: Perché mi va così!
 
 
Alle due meno un quarto Lucia uscì dal corridoio.
 
O: Ma stai benissimo!
 
L: Grazie!
 
 
Lucia aveva un vestito color nero che arrivava appena al ginocchio, con una doppia scollatura, avanti e dietro, era di seta con un po’ di arricciatura sotto il seno, era della Versace, una delle sue marche preferite.
Aveva un paio di tacchi, tacco dodici color  beige tendente al sabbia che si abbinava perfettamente alla pochette della stessa medesima marca. Aveva comprato tutto in via del Corso. Anche se lo stipendio era quello che era, Lucia si permetteva tutti i lussi che voleva. Era truccata in modo molto leggero, con  il solito trucco di ogni giorno. I capelli erano raccolti in uno chignon molto leggero.
 
Anche Orlando era elegante, abito nero con camicia bianca e cravatta Burbery, Lucia non faceva mancare nulla neanche ad Orlando.
 
O: Dai andiamo se no facciamo tardi!
 
L: Si andiamo!
 
 
 
Alle 14:00 in punto arrivarono al ristorante trovarono tutti molto eleganti, Lucia come tutti gli altri era particolarmente stranita dalla cravatta di Ghiro! Ghiro con la cravatta?
 
Lucia pensò che quel giorno doveva fare bella figura con suo nipote.
 
L: Buon giorno ragazzi!
 
Tutti in coro risposero : Buon giorno a voi!
 
Dietro all’angolo uscì una meravigliosa bambina con il padre e la madre con un sorriso sgargiante.
 
L: Ma.. ma.. Guidooo!
 
G: Lucia, sorellina mia!
 
L: Come mai sei qui?
 
G: Lo devi chiedere a loro!
 
L: Ragazzi grazie!
 
Dopo una lunga chiacchierata e dopo aver pranzato era il momento del dolce.
 
A quel punto Lucia si fece portare una bottiglia di champagne alzò il bicchiere e cominciò a parlare.
 
L: Io devo dire una cosa importante, una cosa che non avrei mai detto, pensavo. Intanto vi voglio ringraziare di tutto, voi per me siete una seconda famiglia, e poi vi voglio dire che.. sono un po’ incinta!
 
Tutti rimasero basiti ma poi si misero ad applaudire.
 
G: Divento zio! Zio zio ziooo! Lo capite?? Augurii! Ma è di Orlando vero?
 
L: Secondo te?!
 
G: Vieni fatti abbracciare!
 
B:  Anche io divento zio!
 
M:  E io? Io pure!
 
D: Qua gli zii siamo io e Guido punto!
 
L: Sarete tutti zii se vorrete!
 
O: Ora devo parlare anche io!
 
O: Lucia, era una decisione presa da tempo ormai, non perché mi hai detto di aspettare un bambino.- si inginocchiò- Lucia Brancato, non che mio capitano, mi vuoi sposare?
 
L: Si certo! Certo che ti sposo!
 
Un bellissimo anello con tre brillanti taglio diamante ed era Tiffany. Era l’anello che aveva sempre sognato Lucia.
 
Lucia era la donna più felice del mondo, aveva tutto ciò che desiderava.
Orlando era l’uomo più felice del mondo, aveva tutto ciò che voleva.

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Capitolo 8
*** Novità! ***




Scusate la mia assenza, sono stata impegnata con l'università, la mia università è molto, ma molto impegnativa! Scusate ancora cercherò di postarne un'altro entro oggi! 


Era ormai aprile inoltrato, e la sveglia del capitano Brancato cominciò a suonare alle 05:00, era così mattiniera che il bambino era peggio di lei. Si svegliava presto perché doveva prendere degli integratori che facevano bene al bambino che aveva in grembo.
Oggi anche Orlando si era svegliato di buon umore, alle 09:00 dovevano andare a prendere i risultati dell’amniocentesi, quel giorno si scopriva se era un maschio o una femmina, ma soprattutto se era sana.
 
O: Buon giorno Capitano, buon giorno piccolo navigatore.- Disse dando un bacio a Lucia e uno al ventre.
L: Buon giorno tenente. Oggi lo sai..
O: Lo so che dobbiamo andare a prendere i risultati dell’amniocentesi, queste cose non le scordo!
L: E bravo il mio Orlando che non si scorda queste cose.
O: Grazie mammina!
L: Ma quanto sei scemo!
O: Non lo so, va bene? Quanto ci sposiamo?
L: Tardi mio caro, dopo che nostro figlio fare un anno, lo voglio partecipe al nostro matrimonio!
O: Ok!
 
09:00 Clinica privata Cesare
 
Dott. Lima: Lucia! Come va?
L: Buon giorno dottore!
Dott. Lima: Sono pronti i risultati.- Disse con un enorme sorriso
L: Mi dica su!
Dott. Lima: Il feto sta bene! Vuole sapere se è maschio o femmina?
L-O: Certo!
Dott. Lima: Spero che avete comprato tutto blu e azzurro, è un sanissimo maschietto!
Lucia e Orlando si abbracciarono, ma sorgeva un problema che nome scegliere?
Usciti dalla clinica..
O: Ora come lo chiamiamo?
L: Non lo so!
O: Daniele
L: Ooh si… e poi chi lo sente a Guido?
O: E Bart?
L: Non si può e ora come facciamo dobbiamo scegliere!
O: Lo chiamiamo Guido Daniele Bartolomeo
L: Perché non ci aggiungiamo anche il nome Emiliano?
O: Se proprio vuoi!
L: Ma stai scherzando?
O: Ma che dobbiamo fare??
L:  Dobbiamo scegliere un nome al di fuori di tutti questi!
O: Al mio via diciamo il nome che ci piace!
O: 1-2-3
L-O:  Andrea!
L: Ma è una cosa fantastica! Ci piace lo stesso nome!
O: Ooh si! Ora essendo che siamo arrivati lo andiamo a dire agli altri!
 
R.I.S.  ufficio capitano Brancato
L: Si Guido è maschio!
G: Allora lo chiami come me?
L: No.. io e Orlando abbiamo deciso che lo chiamiamo Andrea!
G: Ah ok! Bello il nome Andrea!
L: Lo pensi davvero?
G: Si si!
L: Io ora vado che stanno arrivando gli altri per il briefing.
G: Ciao Lucy.
L: Ciao Giù!
 
 
O: Stanno arrivando gli altri!
L: Si si lo so!!... Ragazzi prego.- disse con un cenno della mano
B: Buon giorno capitano!
L: Buon giorno. Prima delle vostre novità ci sono le mie novità.- disse mandando un imput al computer
Spuntò un’immagine a dir poco tenerissima, era un’ecografia di un qualcosa di minuscolo che nuotava nel liquido amniotico.
L: Ragazzi è un bellissimo carabiniere, maschio!
D: Oddio oddio! Ma.. ma io gli compro la moto!
L: Non credi che sia troppo presto?
D: Beh…
B: Io gli insegnerò a rimorchiare!
E: Non vuoi farlo diventare uno sciupa femmine!
B: Essere irresistibili non significa essere questo!
O: Ragazzi non correte!
D: Come lo chiamate??- Disse con fare malizioso
L: Andrea! Non ci sono discussioni!
D: Agli ordini capitano!
L: Ora cominciamo!
 
Dopo aver capito che non c’era nessuna novità sul lupo decisero di andare a casa, erano tutti molto stanchi.

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Capitolo 9
*** Tutto può cambiare. ***


 

Era una fresca mattina di maggio. Il sole faceva capolino sui monumenti di Roma, la capitale era bella a qualsiasi ora e quella luce la faceva risplendere.  Lucia si era svegliata alle 05:30 non riusciva a dormire più di quell’ora essendo che il piccolo bambino \ Andrea cominciava a scalciare a quell’ora.
Per Lucia, per tutta la squadra quel giorno era un giorno particolare, un girono che nessuno avrebbe scordato, non perché era un giorno felice, ma perché una loro collega, una loro sorella era morta e questo faceva tanto male a tutti,ma la cosa che premeva di più era che quella bestia del Lupo.
Lucia dopo aver preso coscienza del giorno si incupì.
Uscì dalla stanza ed entrando nella stanza dell’Arma, come la chiamava lei, cioè dove teneva tutte le divise, due divise più o meno uguali, oltre le stelline, alcune medaglie e la taglia, erano due alte uniformi che profumavano di orgoglio e anche di dolore, quel giorno era il dolore che prendeva il sopravvento.
Decise di andare a fare una doccia, per scrollare un po’ via quel dolore e quell’incazzatura che aveva per se stessa, per non aver fermato quel pazzo.
Appena uscì dal bagno trovò Orlando che sistemava la tavola.
L: Buon giorno. – Disse avvicinandosi e stampandogli un bacio in bocca
O: Buon giorno a te e buon giorno a te Andry.
O: Ehi Lucy.. ma che c’è?
L: C’è che tutta la serenità che ho non la dovrei avere!
O: Ma che dici.. non è mica colpa tua!
L: Invece si! Non sono riuscita a fermare quel pazzo, ma soprattutto non abbiamo nessuna novità!
O: Oggi non parlare di questo.. oggi dobbiamo pensare a noi e a tutta la squadra.
L: Ma soprattutto a Daniele e a Flavia.
O: Si proprio così.
L: Si..
O: Io vado a fare una doccia..
L: Si io intanto mi vado a vestire..
O: Ok amore..
L: Orlando!
O: Si?!
L: E’ la prima volta che il nostro Andrea indosserà la divisa dei carabinieri!
O: Si, ma tu alla fine sei sempre un carabiniere quindi con o senza divisa è la stessa cosa!
L: Si, praticamente si!
 
Orlando arriva in salotto e trova Lucia che guardava alcune foto, si avvicina e nota che gli cadevano alcune lacrime, capì che erano foto con Flavia.
O: Lucia..- disse posandogli una mano sulla vita- non puoi farci nulla, non è colpa tua e tanto meno di Daniele.
L: Non voglio parlarne.. va tutto bene.- Si guardò allo specchio, passo la mano destra sulle medagliette che si trovavano a sinistra della giacca della divisa, si girò e andò in bagno per finire di sistemarsi.
 
Dopo mezz’ora i due carabinieri erano nel parcheggio sotto casa di Lucia, ognuno con le proprie macchine per recarsi al R.I.S.
 
R.I.S. ore 07:15
L’aria era pesante, come fuori dal mondo, i problemi cadevano sulla caserma senza eco, tutto era coperto da uno strato di nero, ma non era dato dal colore delle divisa che quel giorno indossavano tutti, ma mancava quella leggerezza che mancava da un anno, quella piccola farfalla che volava per il laboratorio.
Lucia era ferma a guardare l’ex scrivania di Flavia quando una voce la distolse dai suoi ricordi.
Ci manca la nostra piccola Flavia.- Si era proprio Bartolomeo Dossena quell’uomo che sembrava con un cuore di ferro, che odiava Flavia,che si fermasse alle apparenze, ma non era vero, era un ragazzo così fragile che si nascondeva dietro una corazza di ferro che a volte lo faceva apparire un ragazzo veramente stronzo e immorale.
L: Bart… si è proprio vero ci manca..
B: Oggi diventa un eroe per l’arma, ma questo non ce la darà indietro.
L: Si, non ce la darà indietro..
B: Ma cosa c’è Lucia..?
L: Non posso sopportare che ci siamo fatti scappare quel pazzo e sta ancora cercando vendetta!
B: Capitano, non so se sono gli ormoni, ma non è così che si reagisce ook?
L: Sto per piangere vero?
B: Si, ma tu non lo farai perché sei forte e ci dai l’esempio!
L: Si Bart!
B: Capitano!- disse facendo un saluto militare
Erano le 14:55 Orlando era in mezzo a milioni di carte quando gli arrivò un messaggio.. era Daniele: *Orlando vieni per favore al cimitero? Voglio stare vicino a Flavia ma non da solo. Se vuoi ti aspetto non mi chiamare.*
 
Orlando uscì dalla caserma e si diresse al cimitero
 
Erano le 15:00 e fra un’ora si sarebbe celebrata la memoria per Flavia, quando a Lucia arrivò un messaggio era Daniele: *Lucia mi raggiungi al cimitero non voglio stare solo davanti a quella tomba, ma voglio andarci prima della cerimonia. Sto spegnendo il cellulare quindi ti aspetto se ti va.*
Lucia uscì dalla caserma e si dirigeva al cimitero.
 
Orlando arrivò e vide uomo da lontano e si cominciò ad avvicinare.
Lucia arrivò e si cominciò ad avvicinare alla tomba di Flavia.
 
Orlando non trovò Daniele, ma Mario.
M: Buona sera futuro paparino.
O: Mario!- disse estraendo la pistola
M: No così in fretta buttala!
O: Cosa vuoi? Spero che non hai fatto nulla a Lucia!
M: A lei no..
L: Orlandoo!
O: Stai lontana!
M: Voglio solo vendetta solo quella!
Un colpo venne esploso dalla pistola di Mario verso Orlando, Lucia si fiondò sul corpo di Orlando, in pochi secondi la divisa di Lucia cominciava a macchiarsi di sangue e pochi secondi dopo si sentì echeggiare un altro colpo nell’aria, era il capitano Ghirelli che aveva sparato alla testa di Pugliese.
O: Lucia Lucia no!
L: Ti amo!- disse debolmente
D: Noooooooooooooooo!
Lucia riuscì a dire solo quello e poi la disperazione e il silenzio caddero su quel luogo così dimenticato dalla felicità umana. Bart arrivò e vide quella scena, Orlando macchiato dal sangue di Lucia abbracciato a quel corpo senza vita che giaceva sulle sue gambe, Ghiro accasciato a terra che piangeva come un cane bastonato. Bartolomeo che si mise a piangere era la prima volta che si faceva vedere così. Per Lucia non c’era più nulla da fare. Bart preso dal coraggio prese il cellulare e digitò il numero del generale.
B: Buon giorno generale.
G: Tenente, sto arrivando.
B: La cerimonia deve essere rimandata, venga per telefono non le dirò niente!
G: Tenente, ma cosa dice!
B: Venga  a vedere lui stesso!- così dicendo chiuse la chiamata.
 
 
B: Carnacina venga con due ambulanze a dopo!- Così dicendo ritornò da Ghirelli che finalmente si era rialzato da terra.
Daniele si avvicinò al Lupo e gli sputò in faccia era stata veramente una belva che non meritava nessun pianto per la sua anima.
G: Ma cos’è successo?
D: Quello che vede generale.
G: Ma quella è la mia Lucia.
D: Si generale, è la nostra Lucia.
C: Ma cosa cazzo è successo! Lucia!
G: Qualcuno faccia allontanare Orlando da Lucia.. per favore..
Fu Bart ad andare..
B: Orlando.. Devono portare Lucia via..
O: Si…
Orlando prese in braccio il corpo senza vita di Lucia e lo mise nella barella. Poi si avvicinò al Lupo e gli diede un calcio alle costole per poi ritornare dagli altri.
G: Orlando..
O: Generale..
G: Le volevo dire che..
O: Ora no..
G: Ha ragione..
C: Orlando vuoi venire?
O: Si..
G-B: Veniamo anche noi…
 
Dopo aver accompagnato Lucia in obitorio tutti si dileguarono come fantasmi, Orlando non si sapeva dove fosse era troppo presto per parlarne.



*Forse non vi piacerà, ma credo che tutto deve cambiare e lo scrittore ha proprio la vita dei personaggi in mano, lo scrittore può farne ciò che vuole  per dare colpi di scena e nuove emozioni. Se non vi piace come evolve la storia, il mondo si potrebbe fermare ora stesso perchè tutto può modificarsi e tutto può cambiare. A essere sincera ho preso un po' spunto dalla storia che mi ha raccontato mio padre, che ha vissuto in prima persona, essere carabinieri non vuol dire portare solo una divisa con tante medagliette e diventare generale come mio padre, vuol dire anche portarsi tanto dolore dentro, che solitamente non si può ne dimenticare  ne spiegare.*

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Capitolo 10
*** La partita si è chiusa ***


 
Erano le 05:00 di mattina e Orlando varcava le porte del R.I.S. aveva ancora la divisa sporca di sangue, aveva una faccia che mai era stata nel suo volto. Quel giorno doveva per forza essere al R.I.S. per scrivere il verbale. Orlando pensava fra se  e se che bisogno ci fosse, Lucia era morta, Andrea era morto e quella bestia era morto e se lo meritava, la partita LUPO era ormai finita.
Anche Ghiro varcava la porta pochi minuti dopo, aveva la faccia addolorata e stanca.
D: Orlando ma dove sei stato?- chiese con viso preoccupato
O: Non ci sono stato!
D: Orlando, Orlando, non è stata colpa tua!
O: Perché è venuta pure lei, aveva detto che sarebbe venuta solo alla funzione e poi tu avevi chiesto solo a me di venire per stare insieme davanti la tomba di Flavia.- disse scoppiando a piangere
D: Orlando, calmati un attimo! Io non ti ho mandato alcun messaggio!
O: Ma che dici? Guarda qua!- le disse porgendogli il cellulare
D: Ma io non l’ho mandato quel messaggio, si è vero sono venuto anche io al cimitero, ma non lo sapeva nessuno!
O: Ma ti seguivano? Se no come poteva succedere?
D: Io non mi sono accorta di nulla! Ero troppo preso.
O: Ma hai perso il cellulare?
D: No… l’avranno mandato con un computer, possiamo controllare da dove viene!
O: Ora non m’importa… ma perché non mi ha detto che voleva andare al cimitero prima della celebrazione della memoria di Flavia?
D: E’ stata ingannata anche lei!
O: Che vorresti dire? Sai ancora non sono molto lucido..
D: Per essere la nel momento in cui stavi per essere ucciso lei c’era. Lei era la perché Lupo voleva fargli vedere la tua morte. Come aveva fatto Lily.
O: Che figlio di buttana! Mi ha portato via ugualmente Lucia.
D: Ora però voglio controllare il cellulare di Lucia, ma soprattutto voglio vedere se Lupo ha un complice.
O: Non ne voglio più sapere!- disse alzandosi di scatto
D: Ora siediti cazzo!- disse battendo un pugno sul tavolo
O: Ok. Dobbiamo verbalizzare ciò che è successo. Poi però voglio andare in obitorio.
D: Ok. Carnacina ieri mi ha mandato il messaggio e mi ha detto che massimo alle otto sarebbe stato li.
O: Ok, ora però lasciami.
 
Ore 08:30 obitorio
Orlando entrava con passo lento e pesante, si era cambiato e lavato in ufficio, ma non si era tolto come per magia la sua tristezza e il suo dolore. Quel giorno sarebbero arrivati i genitori e il fratello di Lucia. Solo Guido sapeva l’accaduto i genitori l’avrebbero saputo di persona.
C: Sei sicuro di volerla vedere?
O: Si.
C: Ti lascio solo..
 
Orlando si chinò su Lucia e l’accarezzo e cominciò a parlare.
*Lucia, te ne sei andata in questo modo, abbiamo si chiuso la partita con il Lupo, ma io ciò perso, ciò perso tanto, troppo! Le tue ultime parole mi rimbombano in testa come mine antiuomo! TI AMO! Queste sono state le ultime parole che hai pronunciato. Perché hai fatto questo? Io me la sarei cavata, ma soprattutto perché non hai pensato ad Andrea perché? – alcune lacrime solcavano il suo volto- Perché mi hai lasciato? Perché? Io non so come continuerò a vivere, noi non lo sappiamo.. la tua squadra aveva bisogno di te! Non so come dirlo ai tuoi genitori.. non lo so..! Ti amo Lucia!* Gli diede un bacio e uscì
Uscendo Orlando si accorse che il cielo era terso e il sole brillava in cielo..
Erano tutti al R.I.S. nessuno parlava, tutti si fermavano silenziosamente davanti l’ufficio di Lucia.
Arrivò Guido, si fiondò su Orlando e lo prese per il bavero della camicia
G: Ma cosa cazzo hai fatto alla mia Lucia? COSA?-  gli disse con gli occhi pieni di lacrima di rabbia
G: Cazzo Orlando rispondi!
D: Ragazzi!
G: Vattene!
D: Guido! Uno non è comportamento da tenere in caserma! Due questa è la mia caserma! Tre non è colpa di nessuno!
G: Ok, scusa! Ma sai come sto?
O: Vuoi che ti racconto tutto?
G: Si!
Dopo avergli raccontato tutto Guido  chiese scusa a ad Orlando e si lasciò cadere in un pianto.
Dopo mezz’ora arrivò l’ex generale Brancato e la moglie. Fu Orlando a parlare e Guido a stare accanto la madre. Era tutto così brutto, ma nessuno dei presenti gli diede la colpa ad Orlando.
Andarono tutti all’obitorio e tutti furono intervistati, la morte del capitano Brancato aveva fatto clamore.
Orlando tornò a casa che erano le 11:30, ma non riuscì a chiudere occhio il giorno dopo ci sarebbero stati i funerali di Lucia. Quella casa aveva il suo profumo, forse era meglio tornare da Ghirelli.

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Capitolo 11
*** L'ultimo saluto ***


Tutti avevano passato la notte insonne. Era come se il mondo si fosse fermato a due giorni prima.
 
Orlando non capiva perché la vita gli aveva giocato quello scherzo. Quello scherzo troppo doloroso.
Ghiro non capiva perché quel giorno dovevano morire le sue due migliori amiche.
Bart non capiva perché il suo capitano, il suo stimato capitano, che era ormai per lui come una sorella se ne era andata così.
Milo era anche lui abbattuto, per lui era come una sorella grande.
Bianca non riusciva a fare altro che piangere, non riusciva a reagire.
 
 
Alle 15:00 si ritrovarono tutti al cimitero. Quel giorno pioveva, il cielo era nero. Il cimitero era pieno, una distesa di alte uniformi nere e una piccola chiazza grigia e un’altra verde, erano gli avvocati, i giudici e i militari. C’erano carabinieri che si avvicinavano ad Orlando, a Guido e a tutta la squadra che mai avevano visto. Davanti la tomba c’era la squadra, i genitori, Sasso, Abrami, Rambaudi, Carnacina e altri carabinieri che forse conoscevano meglio Lucia.
Tutti quelli della squadra vollero parlare.
O: Lucia era un capitano eccezionale, era una donna eccezionale, come sapete tutti aspettava un bambino, ero io il padre, ci dovevamo sposare, ma me l’hanno portata via, come il vento porta via le foglie secche. Una citazione che mi viene ora in mente e che era la preferita di Lucia è questa “ Come la generazione delle foglie, così è quella degli uomini”. Si è proprio vero. Il tuo sorriso, la tua forza, tu, ci mancherai!
 
Parlarono tutti, la descrissero come meglio potevano e tutti dissero quanto gli sarebbe mancata e quanto le volevano bene, poi arrivò il momento di Abrami.
A: L’altro ieri abbiamo perso un valido carabiniere, un valido capitano e un eccezionale donna. Per questo, anche se non ci ridarà questa meravigliosa persona, la famiglia dei carabinieri vuole donare questa medaglia a valore, a questo valoroso capitano, per ricordare il suo coraggio, la sua bravura e la sua forza. Ci mancherà, ma nessuno la scorderà mai. Questo è un grande lutto per tutti.
 
Si spararono i colpi in aria e la folla cominciò a dileguarsi dopo aver fatto le condoglianze alle persone più care di Lucia.


Orlando si chinò diede un bacio alla tomba prese un proiettile che erano esplosi lo mise in tasca e se ne andò anche lui, come un corpo che aveva perso la sua ombra.




Scusate l'attesa e scusate il capitolo così breve, ma questo capitolo doveva esprimere solo ciò che vi ha suscitato dentro di voi.

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Capitolo 12
*** Un mese dopo.. ***


Era passato un mese dalla morte di Lucia, molte cose erano cambiate, Orlando era tornato a stare con Ghirelli, Ghirelli aveva preso il controllo della baracca, Dossena si era lasciato con Eleonora, Eleonora voleva che Bart lasciasse il suo lavoro, ma lui rifiutò, non voleva lasciare il suo lavoro, tantomeno i suoi amici-fratelli in quel momento difficile. Bianca aveva chiesto trasferimento, nessuno sapeva dove fosse, Emiliano invece era andato a Milano a fare il ricercatore, non voleva più soffrire aveva detto.
La squadra si era rimpicciolita a pochi elementi, Ghirelli il capitano, Serra e Dossena i tenenti.  Ghirelli aveva il compito di rifornire la squadra, ma in quell’aria di assoluta tristezza non era proprio il momento.
 
Erano le 10:00 quando una giovane donna alta, magra, con una pelle chiara bianco latte, con i capelli che arrivavano a metà del collo color castano chiaro,  indossava una camicia color bianco, un pantalone nero, delle Hogan nere e un trench nero che si muoveva a passo, aveva poggiato su una spalla una valigetta nera avente la tracolla.
Si dirigeva a passo spedito verso l’ufficio di Ghirelli, si fece notare da tutti compreso dal capitano che non fece il tempo a fermare la giovane donna che apri in modo deciso la porta dell’ufficio ed entrò.
G: Scusi signora! Chi l’ha fatta entrare esca subito da qua!- disse con tono autoritario.
Donna: Si ha ragione.-disse uscendo dall’ufficio spinta da un braccio.
G: Ora mi spiega..
App.: Maggiore ci sono i suoi pacchi dove li devo mettere?
G: Maggiore? – disse rivolto alla donna
Magg: Non so, lo chieda al capitano.
G: Gli lasci pure qua,- disse indicando un angolo della stanza
Magg: Piacere maggiore Messina Laura.
G: Piacere maggiore, sono il capitano Ghirelli.
L: Si so chi è!
G: Come mai qua?
L: Devo prendere il posto dell’ex capitano Brancato.
G: Ma ci sono io!
L: Ordini superiori capitano!
G: Di chi mi dica!- disse alzando la voce
Miei!- disse una voce dura, era Abrami- voi cosa avete da guardare? Su a lavorare!- disse rivolto ai carabinieri che stavano sbirciando fuori
L: Generale!-così dicendo le porse la mano
G: Maggiore- stringendo la mano
D: Ora per favore mi spiega cos’è questo fatto?
G: Che il suo posto verrà preso dal maggiore Messina.
D: Perché?
G: Perché ho deciso così, ora per favore sgombra l’ufficio del maggiore!
D: Agli ordini- detto questo lanciò un’occhiata fulminea al maggiore e poi andò a sgombrare l’ufficio come chiesto.
 
Un’ora dopo..
L: Grazie capitano.
D: Ordini.
L: Ha problemi?
D: Si! C’ero io, perché ha accettato questo lavoro.
L: Sono stati ordini! Possiamo darci del tu?
D: Se vuole!
L: Perfetto Ghirelli!
D: Ok.
L: Voglio fare un briefing per favore mi può chiamare tutti gli altri?
D: Si certo.
 
Ore 11:35 erano tutti seduti al grande tavolo di vetro, il maggiore capeggiava e a lato tutti gli altri.
Tutti avevano sguardi interrogativi, alla quale il maggiore rispose subito.
 
L: Buon giorno, sono il maggiore Laura Messina e da oggi sono a capo del R.I.S. di Roma. Non voglio per ora le vostre presentazioni, voglio solo chiedervi una cosa, chi non vuole lavorare con me, si alzi e se ne vado, poi provvederò io a mandarvi in una sezione che sceglierete voi.
Dopo alcuni secondi..
L: Noto che la mia presenza non vi da alcun fastidio..ci possiamo dare del tu?
Risposero in coro tutti di si.
L: Per oggi abbiamo finito, potete andare.
Stavano per uscire quando..
L: Serra, potresti rimanere un attimo qui?
O: Si..
Segui un lungo silenzio..
O: Ma come fa a sapere il mio cognome, se neanche ci siamo presentati?
L: Me l’ha detto Lucia. Mi parlò di te i primi tempi che eravate insieme, mi mandò una vostra foto,- uscì dalla borsa una foto in bianco e nero una foto dov’erano insieme- mi raccontava di che uomo stupendo tu fossi..
Ghirelli che ascoltava tutto da fuori entrò come una furia.
G: Maggiore, ma come si permette di parlare di questo?
L: Capitano, esca subito da qui!
O: Per favore!
G: Maggiore, ma come può essere così senza cuore? Neanche si è presentata al funerale!
L:Per favore, sedetevi  tutti!
L: Uno io al funerale c’ero,sono pure passata a fare le condoglianze, due non sono stata io a chiedere di venire, tre conoscevo Lucia più di tutti voi!
G: Ah si? Non l’abbiamo mai vista!
[Orlando]
Vedevo negli occhi di quella donna tanta tristezza, nascondeva qualcosa di tanto doloroso, ma in quel momento mi aveva ferito.
L: Conoscevo Lucia da sempre, avevamo fatto accademia insieme.
G: Ok, ma non può fare questo!
O: Ghiro esci per favore!- gli dissi con tono fermo.
G: Come vuoi!
L: Orlando, posso chiamarti così?
Nella sua voce c’era tanta dolcezza come tanta tristezza
O: Si certo.
L: Chiamami Laura.
O: Ok.
L: Non volevo portarti dolore, più di quanto ce ne hai già.  
O: Non passerà mai.
[Laura]
Aveva tanta tristezza nella sua voce e i suoi occhi erano lucidi.
L: Mi raccontava Lucia che l’avevi aiutata a passare la storia di Alex.
O: Si…
L: Io voglio fare la stessa cosa con te!
[Orlando]
Disse alzandosi dalla sedia.
O: Io non ce la farò mai.- in quel momento non so cosa successe, ma il mio sguardo diventò offuscato e lei si avvicinò e mi posò una mano sul mio braccio, aveva un tocco leggero.
L: No, tu ce la farai! Tutto può cambiare, in male o in peggio!
O: Ma no..
L: Non c’è nulla d’impossibile, ce l’hai fatta con Lucia e ce la devi fare con te stesso!
O:  Forse..
L: Ora vai.. pensa a ciò che ti ho detto e tu ce la farai!
O: Grazie magg… Laura!
L: Vai su!
[Laura]
Mi sorrise, aveva ragione la povera e bella Lucia, erano così innamorati, dovevo aiutare quella squadra così triste e amareggiata.
[Ghiro ]
Orlando uscì con un nuovo sguardo, sempre triste, ma nuovo.



.

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Capitolo 13
*** Un po' di ospitalità. ***


 
Erano le 20:00 e Laura non aveva messo il naso fuori, ne nessuno era entrato nell’ufficio, aspettava soltanto che se ne andassero tutti.
[Laura]
Non avevo nessuna intenzione di andare a sbirciare i laboratori pieni di gente e neanche fare il maggiore rompi balle che dice di lavorare, poi in quella situazione era meglio di no.
Ero immersa nei miei pensieri, ma mi bussarono alla porta era il capitano Ghirelli.
Feci cenno con la mano per farlo entrare.
 
[Ghirelli]
Mi fece entrare facendomi un cenno con la mano e un sorriso, in quel momento ero sicuro che avevo sbagliato e ho costatato che era proprio una bella donna.
G: Laura.
L: Finalmente si è deciso a chiamarmi per nome.
G: Ma non eravamo rimasti che dovevamo darci del tu?
L: Si, ma credevo che te n’eri pentito.
G: No, chiamami Ghiro.
L: Perché è così carino il nome Daniele.
G: Io sono venuto per chiederti… scusa!
 
[Laura]
Era sincero e questo mi piacque molto.
L: Non preoccuparti, il momento è difficile e io non sono stata trasparente nell’arrivare.
G: Io però non sono stato molto cortese!
L: Dai vero non ti preoccupare- dissi forse abbozzando un sorriso.
G: Chiarito questo io andrei.
 
[Ghirelli]
Mi accorsi però immediatamente che c’era un pleid sul divanetto.
G: Ma tu dormi qui questa sera?
L: Si, sono appena arrivata e soprattutto ho saputo di dover venire qua solo ieri pomeriggio tramite una chiamata di mio z.. dal generale Abrami.
G: Ho capito che è tuo zio, ma anche se non siamo partiti con il piede giusto non significa che non ti posso offrire ospitalità.
L: Ma figurati, ho dormito ovunque, per questioni di lavoro.
G: No, c’è anche Orlando, tu dormi nel mio letto e io dormo con il mio amato Serra.
Si mise a ridere e poi disse.
L: Accetto solo perché sono stanchissima e perché mi hai fatto ridere.
G: Ok andiamo, passiamo a prendere Orlando dalla sua stanza e poi cucino io!
 
 
Arrivarono a casa dopo un’ora, c’era un po’ di traffico.
 
[Orlando]
Laura mi stava cominciando a stare simpatica, era una donna molto socievole e garbata. Appena arrivammo sgranò gli occhi e disse: Questa la deve vedere mia sorella per forza!
G: Perché?
L: Questa casa è molto bella e mia sorella è un architetto e potrebbe farla diventare magnifica.
O: Ti piace il mare?
L: Mi piace d’inverno, però come panorama mi piace sempre.
G: Vi sbrigate voi due! Devo cucinare!
L: Ok!
Si mise a ridere e anche io, quella donna aveva qualcosa di speciale, ma io ancora non riuscivo a mettere di lato il pensiero di Lucia.
Mi ero incantato a pensare a Lucia fino a quando Laura con un schiocco di dita mi riportò alla realtà.
 
[Laura]
 
Ero arrivata da meno di un giorno, ma quelle persone già mi trasmettevano tanto calore.
Suonarono alla porta e Daniele mi richiamò all’ordine per andare ad aprire.
L: Chi è?
B: Sono un amico di Ghiro.
Apro la porta e trovo davanti un uomo che avevo visto sia in foto che questo pomeriggio
B: Maggiore buona sera.
L: Ciao, chiamami Laura per favore!
 
[Bart]
Me lo disse con tale naturalezza che gli dissi: Piacere tenente Dossena Bartolomeo per gli amici Bart.
L: Ok ci diamo del tu, ma ancora non siamo amici, Dossena.- mi disse con un sorriso bellissimo
Una risata riecheggiò nella stanza erano Ghiro e Orlando che ridevano a crepa pelle come i pazzi.
[Orlando]
La serata prosegui in modo carino, mangiammo e ci accomodammo sul divano e sulle poltroncine, dopo aver parlato allungo ci accorgemmo che Laura, il maggiore si era addormentato.
B: Beh il maggiore è proprio stanco! Io andrei!
O: Ti accompagno!
O: Ghiro la lasciamo la?!
G: Boh però credo che sia meglio.
O: Si lo credo anche io.
G: Come ti sembra?
O: Molto simpatica..
G: E..
O: E nulla basta! Notte
G: Notte Serra!



Oggi ho avuto un po' di tempo e vi posto questo capitolo!

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Capitolo 14
*** Buon giorno carabinieri! ***


[Orlando]
Un sordo rumore arrivò dalla cucina, mi svegliai,  guardai l’orologio ed erano le 05:00. Quel sordo rumore mi sembrava tanto un accordo, fatto da un pianoforte. 
Usci in cucina e trovai Laura arrotolata in un asciugamano che cercava di fare qualcosa con lo stereo.
 
O: Laura?
L: Orlando… scusa ti ho svegliato?
O: Si, fortunatamente.
L: Beh, scusa.
O: Ma che volevi fare?
L: Volevo mettere un po’ di musica, ma non mi ero accorta che era messo così forte.
O: Ah si.. lo uso per svegliare a Ghiro.
L: Capito..
 
 
[Laura]
Stava sistemando lo stereo quando mi chiese con curiosità: Ma perché sei così?
L: Nulla, mi sono andata a fare un bagno al mare.
O: Ma a te non piaceva il mare e poi l’acqua è fredda.
L: A me non piace quando ci sono persone, ma mi piace quando l’acqua è fredda e il sole o è all’alba o sta tramontando.
O: Ma a che ora ci sei andata?
L: Alle 03:45.- dissi con il sorriso sulle labbra
O: Ma come hai fatto, ti sei addormentata che erano 00:00 dopo essere stata tutto il giorno fuori.- disse con uno sguardo stupito
L: Chi dorme non piglia pesci!
O: Ho sistemato lo stereo!-così dicendo accese lo stereo
Un brano che conoscevo bene cominciò a riecheggiare nell’aria, era Rondo per pianoforte  in A minore K 511 di Mozart
O: Ma ascolti musica classica
L: Si, ma leva la canzone.
 
[Orlando]
Quando cominciò la musica il suo sguardo si perse nel vuoto..
O: Perché è così bravo il pianista.
L: E’ una pianista, ma fai come vuoi. Ho preparato la colazione. –disse indicando il tavolo che si trovava nella verandina
O: Wow.-c’era una torta, degli yogurt e del succo e qualcos’altro
L: Non ho potuto fare molto..
O:Ma ci sono dei panini con il tonno, l’insalata alla julienne e maionese.
L: Ah si!- disse  con tono soddisfatto
O: Ma a te piace fare così colazione?
L: No l’ho fatto per te.
O: Chi te l’ha detto?
L: Ho le mie risorse..
O: Te l’ha detto Lucia?
L: Beh..
G: Ma che fate a quest’ora?
L: Buon giorno capitano!- disse con un sorriso
G: Ma che ore sono?
L: Tardi sono le sei meno un quarto!
G: Tardi?- disse buttandosi sul divano
Io mi misi a ridere..
L: Tenente lei cosa ride?
O: Beh nulla.. anzi te ti sei già fatta la doccia?
L: Certo!
G: Ma chi ha preparato la colazione e chi ha messo la musica?
L: Ho fatto tutto io!
G: Per la colazione ok, ma la musica..
L: Cosa ascolti?
G: Rock..
L: Il rock è per chi vuole cambiare il mondo, ma è il mondo che cambia te no tu il mondo!
G: O dio! Questa donna l’avevo sottovalutata! – disse alzandosi e andandosi a sedere a tavola.
 
[Ghiro]
L’avevo sottovalutata, stava portando un po’ di serenità in quell’aria tetra che si respirava ogni giorno.
L: Ragazzi vi dispiace se mangio così e poi dopo mi vado ad asciugare e a vestire?
G: Ma figurati siediti e mangia!
L: Ok.
Aveva un sorriso molto luminoso ed era così elegante nei movimenti, mi ricordava Lucia, ma Lucia era Lucia e nessuno poteva sostituirla.
 
[Laura]
Ero contenta che la mia sorpresa era stata gradita da tutti, ma ora dovevo affrontare un problema che si faceva sentire.
L: Io questa sera tolgo il disturbo anche se dormo in laboratorio o vado al Flaminia House quello vicino la caserma.
G: Quello lo conosciamo tutti molto bene! Comunque puoi stare qui il tempo che il comando ti dia una casa passera almeno un mese, almeno che non la vuoi prendere indipendentemente.
L: Me la danno il prossimo mese, saremo vicini di casa.
G: Come?
L: Mi danno quella villetta.-dissi indicandomi quello che c’era alle mie spalle
G: Tu per un mese ti fermi qua e poi vai la.- disse con il sorriso sulle labbra.
L: Posso cominciare a sparecchiare?
O: Vai a sistemarti che qui ci pensiamo noi
L:Ook grazie!
Mi allontanai verso il bagno per uscirne truccata e pettinata
L: Ragazzi dove mi posso andare a vestire?
G: Nella mia stanza.
L: Grazie!
 
[Ghiro]
G: Simpatica e carina la ragazzina!
L: Ti sento! Comunque grazie per il carina- disse scoppiando in una risata
 
Dopo pochi minuti uscì camicia e pantaloni blu con un paio di infallibili Hogan blu.
L: Sono pronta fra mezz’ora vi voglio pronti
O-G: Agli ordini!
 
Dopo quarantacinque minuti, anche se un po’ in ritardo salimmo ognuno nelle proprie macchine e ci dirigemmo al R.I.S. ci aspettava una nuova giornata lavorativa, senza Lucia.

In alcuni capitoli mi servirà parlare dei laboratori, preferite quelli veri o quelli che si vedono nel film? 

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Capitolo 15
*** Ritorni.. ***


[Ghiro]
Arrivammo in caserma in un batter d’occhi, io che ero davanti ero stata superato da Laura, correva da matti, ma era proprio brava a guidare.
 
G: Laura, scusa, ma lo sai qual è il limite di velocità?
L: Si certo che lo so, ma per noi non esiste!
O: Siamo carabinieri.
G: Si ok..- dissi con tono scocciato
L: Capitano, non faccia storie!
G: Ok!
L: Voglio un briefing subito!
O: Va be’ ma siamo appena arrivati!
L: Il maggiore chi è?- disse con tono finto autoritario
O: Te!
G: Ora basta andiamo!
 
[Laura]
 
L: Bartolomeo come va?
B: Maggiore!
L: Laura per favore.
B: Allora lei mi deve chiamare Bart.
L: A patto che mi dai del tu!
B: Si ok!
L: Fra cinque minuti vi voglio da me!
 
[Bart]
Laura continuò per un po’ il corridoi, poi girò  a sinistra ed entrò nel suo ufficio. Era proprio bella quella donna, mi sta piacendo di nuovo un superiore, come era successo con Lucia.
 
O: A che pensi?
B: Beh..a  nulla..
O: Ti sei sentito più con Eleonora?
B: No, non voglio più sentirla.
O: Ne sei sicuro?
B: Si devo cambiare un po’ la mia vita.
O: Ora andiamo se no il maggiore chi lo sente?
B: Da Laura!
O: Il nostro Bart vuole proprio cambiare!
B: Ma va!
 
[Laura]
Bussarono alla porta e li feci entrare, ridevano e si sintonavano..
L: Ragazzi siete tutti qua?
G: Si!
L: Su sedetevi..
L: C’è una sorpresa per voi..
Dalla porta entrarono il sottotenente Cecchi e il sottotenente Moro
G: Ma allora siete ritornati!
Andarono tutti incontro ai due sottotenenti e si abbracciarono.
L: Ragazzi vi è piaciuta la sorpresa?
B: Si!
L: Ok ora però si lavora! Ci sono state due chiamate, fra poco arrivano i reperti, trovati da quelli del S.I.S. non andiamo noi perché non sono implicate persone importanti, la morte di un ragazzo in discoteca e una rapina in una villetta. Mi potreste segnalare alcuni vostri collaboratori, mi servono due biologi, due chimici, un criminologo, un informatico e qualcuno che vada da Carnacina.
G: Gli altri sono tutti impegnati, gli unici siamo noi..
L: Spero che siate pronti in tutti i campi, come chimico ci sono io, sono abbastanza libera!
G: Si va bene!
L: Dossena, Ghirelli, e Cecchi per la banca; io, Serra e Moro per il ragazzo. Moro vai da Carnacina?
M: Si si vado io.
L:Serra noi aspettiamo i reperti e poi chiamiamo gli amici e i genitori per l’interrogatorio.
O: Ok
L: Aspettate un attimo, qualcuno vuole essere spostato di gruppo? Se volete li potete fare voi, basta che non ci sono due persone che devono fare la stessa cosa.
G: Per noi va bene così?
In coro dissero tutti di si.
L: Ok a lavoro!
 
Sembravano tutti tranquilli, questo mi faceva piacere.
 
[Ghirelli]
Era una giornata bellissima, era tornata Costanza.
G: Dove vai ad abitare?
C: Ho la mia vecchia casa..
B: Ah se no Laura veniva da me e tu andavi da Ghiro
L: Chi è che va da chi?
C: Nessuno Lax!
L: Ah ok, se volete io rimango in caserma non ci sono problemi!
C: Ma che dici!
L: Ok Cò!
 
G: Ma vi conoscete?
C: Si certo, la conosco da tanto tempo! E’ molto simpatica no?
B: Si molto!- disse con un sorriso ebete
C: Ma ti sei proprio innamorato!
G: Si ha ragione il nostro piccolo Cecchi!
L: Ragà, ma andate a lavorare invece di parlare dietro la mia porta?
C: Io stavo per andare da Carnacina!
G: Si ciao Costanza ciao!
 
[Laura]
L: Orlando, ma sono arrivati i reperti?
O: No arrivano domani!
L: Ma, va bene.. chiamiamo ai famigliari e agli amici, qui non abbiamo nulla da fare!
O: Li convoco in caserma?
L: Si ora chiamo a Sasso e gli dico che ti sgombra la sala interrogatori, questa che abbiamo qua è troppo piccola!
O: Ok
L: Per me lo puoi usare il poligrafo o la telecamera termica..
O: Si ora vedo..
L: Al massimo puoi usare solo la telecamera e poi in un secondo interrogatorio usare il poligrafo sulle persone che non ti convincono.
 
[Orlando]
La pensava come me e questo mi faceva piacere.
O: Si farò così.
L: Chiami tu?
O: Si, ma l’interrogatorio lo fai tu perché io devo stare attento alla telecamera.
L: Ok va bene! Io vado a chiamare a Sasso e poi vado a rimproverare a quelli del S.I.S. centro e poi se mi cerchi sono dagli altri, voglio vedere come lavorano.
O: Per controllarli?- dissi con un mezzo sorrisetto
L: Ma che dici, io non finisco mai d’imparare per questo voglio vedere come lavorano- disse con semplicità
Questo gli faceva onore
L: Usa il mio ufficio io già sto andando a dopo!
[Laura]
Stavo per entrare dove si trovavano Cecchi, Ghirelli e Dossena mi fermai un attimo e poi bussai con molta forza.
L: Ragazzi!
Tutti si misero composti e si schiarirono la voce
B: Laura!
L: Come va?
B: Non tanto bene, ho qualche traccia, ma i miei reagenti stanno fallendo.
C: Dossena che fallisce?
L: In chimica c’è tanto da scoprire! Se vuoi posso dare un’occhiata io!
G: Magari!- disse con tono divertito
B: Ghirelli! E mo’ basta!
L: Non capisco cosa avete, ma per favore lavorate…
O: Laura! La mamma del ragazzo è già qua!
L: L’hai chiamata tu?
O: No
L: Ok scendiamo! Bart scusa,appena posso arrivo!
B: Non preoccuparti!
L: Orlando dai andiamo hai preso tutto!
O: Si!
 
[Orlando]
Quella donna era veramente preoccupata.
L: Come si chiama?
O: Serena Scialfa in Di Majo.
L: Il ragazzo?
O: Stefano
L:Ok.
[Laura]
L: Piacere maggiore Laura
S: Sono la mamma di Stefano
Orlando mi porse una carpettina
L: Serena, posso chiamarti così?
S: Si certo.
L: Chiamami Laura, vogliamo accomodarci?- gli dissi indicandogli la sala interrogatori
Serena entrò senza dire nulla e si accomodò nella sedia, che fortunatamente dava la faccia alla telecamera.
L: Sasso tu puoi andare.- gli dissi indicando lo specchio dove dietro si trovava Serra
S: Ok!
L: Allora Stefania, io non vorrei arrecarle ancora più dolore, ma le devo chiedere alcune cose su suo figlio.
La donna scoppiò  a piangere, ma poi cominciò a parlare.
S: Aveva 16 anni, suo padre era morto quando lui ne aveva sette, non andava bene a scuola e le amicizie non erano delle migliori, ma non erano poi così pessime.
L: Qualcuno poteva avercela con Stefano?
S: No…non so perché l’hanno ucciso così- disse tra una lacrima e l’altra
L: Troveremo chi ha ucciso suo figlio, ma mi può dire qualche nome degli amici di suo figlio?
S: Si certo…
 
Dopo circa altri quindici minuti d’interrogatorio eravamo fuori..
 
Erano già le 16:15 e neanche me ne ero accorta, ritornai in laboratorio.
L: Costanza! Com’è da Carnacina?
C: Mi ha detto di andare domani!
L: I reperti?
C: Domani.
L: Ma come si fa ad essere così superficiali?
C: Non lo so..
[Ghirelli]
Ero nel corridoio e vedevo Laura agitata
G: Laura avevi promesso qualcosa a Dossena- gli dissi andando verso la doccia ad aria ero stato fuori e dovevo togliermi tutto ciò che poteva inquinare le prove.
L: Hai ragione!- mi disse gridandolo
 
[Laura]
Stavo per andarmene quando Costanza mi bloccò per un braccio e mi chiese : Cosa gli hai promesso?
L: Roba da piccoli chimici
 
Avevo finito con Brat dopo due ore e mezza e mancava un’ora e un quarto per avere i risultati, mi avvicinai a Ghiro per chiedergli: Posso invitare a qualche persona a casa?
G: E me lo chiedi noi..
L: Ragazzi stasera tutti da Ghirelli cucino io!
Tutti mi diedero conferma..
L: Io vado a fare la spesa, da Ghirelli sembra il deserto!
G: Ma grazie per il complimento!- mi gridò dietro
L: Ma prego- dissi voltandomi per poi uscire dal laboratorio
 
Cosa avrei cucinato?









Forse il laboratorio non combacie ed è vero! Vi sto facendo girare un po' quello vero, però se volete ritorno a quello del film! Ditemi voi! Ah.. dimenticavo.. fatemi sapere se vi piace o meno, accetto critiche e consigli!! :D

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Capitolo 16
*** Buona cena signori! ***


[Laura]

Ero al supermercato e cercavo qualcosa da comprare, non sapevo i gusti di nessuno e questo mi metteva in una difficoltà atroce, era pure tardi erano le 19:45 e alle nove arrivavano gli altri, pensavo di fare il sushi, ma ci voleva troppo, ma alla fine mi venne un’idea mi avevano mandato direttamente dalla Francia una piastra multiuso, devo comprare della carne degli ortaggi delle creme tutte diverse e del buon formaggio. Compro alcune bottiglie del mio vino rosso preferito e del gelato nel bar vicino casa di Ghiro.
 
[Orlando]
Era stata una bella idea quella di Laura.
G: Orlando che ore sono?
O: Le otto e un quarto
G: Tu vai che se Laura ha bisogno di qualcosa la puoi aiutare!
O: Bart ci vuoi andare tu?
B: Magari..
E: No deve aspettare i risultati che io non so usarlo tanto bene questo aggeggio.
O: Io si.. dai povero Bart lasciamolo solo con Laura..
C: Orlando fallo soffrire!
O: Ok sto andando!
C: Ma non ti sta simpatica Laura?
O: Si certo però sono altruista..
C: Ah sisi!
 
[Laura]
L: Ehi mamma!
Mam: Ehi maggiore!
L: Mamma, la finisci di chiamarmi così?
Mam: Si si.. come va li a Roma?
L: Roma è bellissima..
Mam: I colleghi?
L: Sono simpatici, abito dal capitano, lo sa lo zio e oggi cucino per tutti che vengono a cena..
Mam: Che cucini?
L: Uso quel coso francese, ma come si fanno…
Mam: Laura, Laura!!
L: Mamma, non è successo niente è arrivato il mio coinquilino, ti dicevo come si fanno le crepes?
Mam: Al solito…..
L:Quanto burro devo mettere?
O: 40g per sei persone
L: Aspetta mamma, come hai detto Orlando?
O: Si 40g per sei persone
Mam: Ha ragione quell’Orlando!
L: Mamma io vado che fra pochissimo arrivano ciao mammi! Salutami il generale che è troppo impegnato per parlare con sua figlia!
Mam: Ciao stellì!
L: Non mi chiamare Stellì ciaoo!
 
L: Orlando perché sei qui?
O: Per darti una mano!
L: Prendi la mia macchina e vatti a fare un giro ritorna fra mezz’ora!
O: Agli ordini maggiore!
L: Ma va va!
 
[Laura]
Stavo finendo di cuocere le crepes, avevo preparato la tavola in spiaggia, avevo apparecchiato con un tavolo basso e tanti cuscinoni colorati, la cena si prestava a questo tipo di tavola.
Avevo messo un vestito beige che arriva più sopra del ginocchio e un paio di tacchi neri e avevo gonfiato un po’ i capelli, avevo messo un filo di trucco ed ero pronta.
Le crepes erano anche loro pronte e alle nove suonarono alla porta.
L: Buona sera ragazzi!
B: Laura- disse mollandomi un bacio sulla guancia
C: Lax! – mi disse abbracciandomi
E: Maggiore!
G: Laurè cià!
O: Posso rientrare a casa- disse con un sorrisetto
L: Certo che si!
 
B: Ma chi lascia in mezzo ste cose?
L: Ah sono..
B: Sono due spade, un fioretto, una sciabola, una divisa, un guanto, un paio di scarpette, una maschera, il corpetto per il fioretto e uno per la sciabola.
L: Si sono proprio quelle.
B: Ma fai scherma?
L: Si!
G: Ma dove hai apparecchiato?
L: Fuori!
O: non c’è nulla nella veranda!
L: In spiaggia! Andiamo se no si raffreddano le crepes!
Tutti rimasero scioccati di come avevo apparecchiato la tavola.
L: Vi piace?
C: In perfetto stile Laura!
L: Si più o meno!
B: Mi piace qua…
B: Aspetta una cosa.. ma tu c’eri hai mondiali del 2003?
L: Si!
B: Ricordo che eri entrata nel nostro spogliatoio e avevi gridato : Non guardo cerco solo a Daniel! – stavi per uscire ti giri verso di me che ero in mutande e mi dici- Bel fisico ragazzì!
L: O dio eri tu?!
B: Si ho ancora la foto! Eri diventata la campionessa nazionale
L: Ce l’hai ancora!
B: Si- mi disse uscendo la foto dal portafoglio
L: Ma non è finita la..
B: Si non è finita la.. ma basta è inutile annoiare i qui presenti!- disse arrossendo
L: La sera avevamo festeggiato  e poi siamo andati nella stanza di Dossì! Mamma mia che ridere!
B: Basta Cuccì!
L: Ancora ti ricordi il mio nomignolo?
B: Si!
G: E poi cos’ è successo?
L: Quello che fanno i ragazzi della nostra età!
B: Appena finito lei si alzò si vestì  si voltò verso di me e disse: E’ la prima volta che lo faccio con una persona che conosco appena, io domani mattina parto presto, sei stato veramente carino ciao Dossì.- mi mando un bacio e uscì dalla stanza
L: Ma ora non faccio più ste cose e poi è stata l’unica volta!
E: Te la sei spassata eh Bartù!
L: Si ce la siamo spassata!Ma ora mangiamo!
G: Ma dobbiamo mangiare le cose crude insieme alle crepes?
L: Metti quello che vuoi cucinare sulla piastra e poi lo metti nella crepes o lo mangi solo, devi ideare ciò che ti piace.
 
 
La cena proseguì  tra risate e sfottute su me e Dossena e su tutti era ormai mezza notte passate e ci salutammo tutti.
 
G: Io vado a nanna signori!
L: Io rimango a sistemare qua!
O: Io sto arrivando…
G: Ook notte!
 
L: Orlando ti va se ci facciamo una passeggiata?
O: Si va bene!
 
[Orlando]
Non capivo il perché della sua richiesta però accettai.
L: Come va?
O: Tutto apposto..
L: Ricordi quella discussione? L’avevamo lasciata in sospeso… guarda ci sediamo qua- disse indicandomi a terra
O: Si certo..
L: Allora..
O: Si è vero abbiamo lasciato la discussione a metà..
L: Vuoi parlarne?
O: Si forse mi farà bene..
L: Su raccontami…
O: Ci siamo conosciuti una mattina fredda di maggio, pochi giorni prima della morte di Flavia, il nostro primo incontro non era stato dei migliori, il mio curriculum non era dei migliori, non avevamo un buon rapporto, ma io me ne innamoravo ogni giorno di più.. l’ho salvata dallo stalker e …
L: E poi?- mi disse poggiandomi una mano sul ginocchi, ma ritirandola subito
 
[Laura]
Gli occhi di Orlando si riempivano di lacrime e la sua voce si faceva sempre più tremante.
O: E poi l’ho amata, poi ci siamo amati! Poi però è arrivato questo grande dolore! Perché così tanto, perché in questo modo? Perché a me?
Si mise a piangere e io lo strinsi in un abbraccio, mi sentivo di fare quel gesto, inconsueto per la mia personalità, ma forse me ne pentii o forse no, mi staccai e poi continuai a parlare.
L: Chi sradicasse la conoscenza del dolore estirperebbe la conoscenza del piacere e in fin dei conti annienterebbe l’uomo.*
 
[Orlando]
Erano belle le parole di Laura, ma non riuscivo a capirle fino in fondo, ma quando le diceva risuonavano bene nella mia testa.
O: Ma io non so come andare avanti..
L: Devi superare questa cosa, devi continuare a vivere!- mi disse con le lacrime agli occhi
 
[Laura]
O: Non posso, non posso dimenticarla..
L: Continuare a vivere non significa dimenticare! Significa ricordarla con amore, secondo me Lucia vorrebbe questo!- queste parole mi uscivano come l’acqua usciva dalla fontana
O: Tu dici?
L: Sono le stesse parole che hai detto a Lucia!
O: Si è vero, ma io non sono forte come lei..
L: Tu lo devi diventare…
 
[Orlando]
Quelle parole mi rimbombavano in testa.
Laura si alzò si voltò verso di me e mi disse: Torniamo a casa?- mi porse la mano e io mi aggrappai.
Il tragitto era stato molto silenzioso.
Appena arrivammo a casa Laura mi disse: Ora andiamo a dormire, non pensarci..
O: Io dormo sul divano! Tu vai in camera mia!
L: No dormo qua!- disse indicandomi il divano
O: Ghiro s’incazza!
L: E’ un ordine!
O: Ma fuori chi ci pensa?
L: I camerieri domani mattina!
O: Grazie..
Laura mi spinse in camera, chiuse la porta e non si sentì più.







*Michel de Montaigne 




Scusate la mia assenza, spero che il capitolo vi piaccia, commentate se no io non capisco se vi piace o meno! Baci ragazze\i! :**

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Capitolo 17
*** Per oggi abbiamo finito! ***


 
[Laura]
Erano le cinque e io ero già pronta, non avevo dormito nulla, mi arrivò un messaggio era Sasso- * Maggiore, sono arrivati i reperti del caso Di Majo, sono già al R.I.S. buon giorno!*
 
Ero felicissima che erano arrivati i reperti potevo andare a lavorare finalmente, montai in macchina e partii, dopo una ventina di minuti ero al R.I.S. non c’era nessuno per strada.
Stavo portando gli scatoloni, erano quattro e pesanti, ero ancora al secondo quando una voce mi richiamò- Maggiore come mai è già qua?- mi girai e trovai Bart con uno scatolone in mano che rideva
L: Tenente e lei?
B: Così non avevo sonno!
L: Neanche io!- dissi posando lo scatolone sul bancone
B: TI do una mano?
L: Non ce n’è bisogno!
B: Io allora vado a finire di analizzare l’ultimo reperto.
L: L’ultimo? Ma se ancora dovevi fare un sacco di analisi!
B: Hai presente quando sono uscito da casa di Ghiro.
L: Si- dissi incuriosita
B: Sono venuto qui e ho finito!
L: Non va bene così, ho bisogno di gente sana, no di persone che non dormono!- dissi con tono da rimprovero
B: Ma se non hai dormito neanche tu e si vede!- mi disse andando verso l’altro laboratorio
 
Avevo analizzato tutti i bicchieri, avevano repertato solo quello, in un bicchiere c’era dei residui di droga, droga tagliata male sembrava, ma non avevo ne le impronte digitali del ragazzo ne la saliva. Tutte le impronte che avevo trovato non avevano nessun risultato in database.
Erano le sette e dieci, ancora il dottor Carnacina non era in obitorio, ma potevo farlo io il prelievo.
Arrivai in obitorio che erano le sette e mezza, mi sistemai ed entrai, mi chinai appena sul corpo che una mano mi cominciò a martellare sulla spalle destra, mi girai e trovai un uomo un po’ strano in camice
 
[Carnacina]
C’era una donna in camice bianco che era china sul mio  cadavere che era intenta a fare un prelievo, non mi stava bene, appena si girò mi guardò stupita, era una bella donna, avrà avuto si e no trentatre anni.
C: Scusi lei è?- dissi con tono fermo
L: Piacere maggiore Messina Laura.- disse porgendomi la mano e sorridendomi
C: Mi scusi, ma non l’avevo mai vista, e poi i carabinieri non vengono mai a fare i prelievi.
L: Ne avevo urgente bisogno.
C: Capisco, tenga ho prelevato tutto, sangue, saliva, impronte e tutto ciò che aveva sotto le unghia. Tenga pure questo il mio verbale ho già fatto l’autopsia.
L: Grazie mille e scusi l’intrusione.
C: Si figuri, una cosa, ha mai avuto a che fare con un cadavere?
L: Si, mia mamma è un medico legale.
C: Capisco, quindi è cresciuta in obitorio?
L: Più o meno.- disse mettendosi a ridere
C: Ma lei ha preso il posto del capitano Brancato?
L: Si ho preso io il posto della povera Lucia.
C: Lei era al funerale vero?
L: Si è l’unico che se n’è accorto!- disse con voce triste
C: Lei era davanti, quelle medagliette scintillavano così tanto, era impossibile non notarla!- dissi guardandola dritta negli occhi, quello sguardo ti trapassava il corpo come un trapano, dovetti distogliere lo sguardo, non riuscivo più a guardarla.
L: C’era il dolore, comunque io vado, grazie mille!
 
[Laura]
Quel medico era veramente uno tosto, aveva fatto l’autopsia la sera, almeno credo, ora avevo tutti gli elementi per portare a termine l’indagine.
Varcai la porta che erano le otto e mezza, c’erano tutti, già qualcuno mi voleva braccare per il corridoi, ma io andai subito all’offensiva gridando per il corridoio: Tutti i capi sezione nel mio ufficio! Fra dieci minuti!
 
 
Dopo  dieci minuti eravamo pronti per il briefing mattutino
L: Buon giorno ragazzi!
Risposero tutti al mio saluto e io continuai a parlare.
L: Novità Bartolomeo?
B: Si già abbiamo il mandato per arrestare i due!
L: Hai fatto vedere tutto al capitano, perché non sono decisioni da prendere così!
 
[Ghirelli]
La Laura che parlava non la conoscevo ancora, il maggiore autoritario e stronzo
D: Si me l’ha fatto vedere!
L: Perfetto, mi fido, anche se poi devo controfirmarlo io il verbale.- disse facendo un sorrisetto
D: Certo!
L: Serra, noi dobbiamo solo interrogare, io so già tutto sulla vittima e mi  manca solo un’analisi che faro subito. Hai già convocato tutti?
O: Si Laura, alle dieci saranno tutti qua!
L: Perfetto entro domani dobbiamo chiudere il caso, Abrami mi fa pressione!
O: Ma in così poco tempo?
L: Faremo solo due perquisizioni a casa del ragazzo e in quella dell’amico che l’ha ucciso!
O: Come fai a dire che è un amico?
L: Dalle telecamere, comunque ormai manca poco, quanti sono da interrogare?
O: Sei, era proprio solo quel ragazzo!
L: Meglio così! Ghirelli, quando li arrestate?
D: Già ha fatto tutto la territoriale! L’interrogatorio lo vuoi fare tu?
L: No, figurati pensaci tu!- disse con tono cordiale
D: Ok va bene!
Intanto entrò di corsa un ragazzo, inseguito dai due appuntati.
Laura si alzò di scatto e blocco il ragazzo, tutti ci alzammo pronti ad intervenire
RAG: Sono Andrea Conforti, ho ucciso io il mio ragazzo!
L: Come scusi? Appuntati potete andare! Orlando prendi una sedia.- Laura fece accomodare il ragazzino
A: Ho ucciso io Stefano, non mi rispettava più, mi voleva lasciare!
L: Ah capisco, come l’ha ucciso?
A: Con queste!- disse estraendo un sacchettino pieno di pillole di color rosa
L: Andrea, ne sei sicuro,ora noi ti dobbiamo tenere in stato di fermo, questa è una tua confessione e se tutto viene riscontrato tu sarai messo in un carcere minorile.
A: Si lo so, ed è giusto così.
L: Hai fatto una cosa spregevole, ma quello che stai facendo ora ti deve far sentire meglio.
 
Ci fu un attimo di silenzio
L: Orlando tu vieni con me, Costanza tu rimani qua gli altri ad interrogare quei due!
 
L: Orlando, il ragazzo ti sembra sincero?
O: Purtroppo si, ma non era neanche nella lista!
L: Per forza, lo teneva nascosto a tutti, anche ai suoi amici!
O: Io mi occupo di chiamare il questore e Abrami, tu finisci le analisi?
L: Si!
 
 
[Orlando]
Laura si scambiava di posto, gli piaceva stare in laboratorio.
Il ragazzo era stato visto in discoteca, avevo lo stato di fermo e anche quello di arresto, si doveva concludere così la storia, mi ricordo di un mio amico, che aveva questi gusti, infatti veniva preso in giro, si era fidanzato con uno, e poi avevamo appena diciassette anni, anche lui era stato ucciso.
Mi portò alla realtà la voce autoritaria di Laura
L: Dobbiamo arrestarlo, nel bicchiere c’è la stessa sostanza, e ci sono le sue impronte.
O: L’hanno visto in discoteca
L: Si frantumano così le vite delle persone, per amore…- così dicendo si voltò ed entro nel suo ufficio, già c’era Abrami
 
Quelle parole mi distruggevano, erano un macigno, aveva ragione, anche per Lucia era stata la stessa cosa.
Il ragazzo fu portato fuori, nell’ufficio rimasi io, Laura e Abrami.
L: Ora c’è dietro la droga!
A: Non ve ne occuperete voi! Ci penserà la territoriale e il ROS
L: Perfetto!
A: Ciao tesoro.- disse avvicinandosi a Laura
Laura lo bloccò e poi disse: Generale, siamo a lavoro, per favore!
A: Ha ragione maggiore! Arrivederci!
 
Appena Abrami fu fuori scoppiai a ridere e dissi: Sei tremenda!
L: Tremenda, che paroloni!
 
In quel momento entrò Ghirelli e Dossena
L: Ragazzi allora?
B: Possiamo andare a casa, per questa settimana abbiamo finito è sabato e se stacchiamo prima è meglio
L: Si, fortunatamente non ho nulla da firmare!
D: I verbali signorina!
L: Uomo di poca fede! Ho già fatto tutto nel mentre che aspettavo i risultati! Tò- disse passando i verbali nelle mani del povero Ghiro.
 
[Laura]
Tutti uscirono e chinai la mia testa sulle carte, ma sentivo qualcuno che mi osservava, rialzai la testa e trovai davanti a me Bartolomeo
L: Allora non te ne sei andato!
B: No, ascolta ti va se andiamo a fare due assalti di scherma oggi pomeriggio? – disse guardandomi negli occhi
L: Si va bene! A che ora?
B: Alle 16:30? Ti passo a prendere io?
L: Si va bene!- dissi sorridendogli
B: Perfetto maggiore, a più tardi.- mi disse facendomi l’occhiolino
 
[Bartolomeo]
A primo colpo! Ero proprio bravo, mi piaceva quella donna, la conoscevo ormai da dieci anni.
D: Dossena! Perché quel sorriso ebete?- mi chiese Ghiro inclinando la testa verso destra
B: Beh…
C: Ghiro, lascialo stare quel poverino!
E: Si infatti!
L: Ma cosa avete da chiacchierare a quest’ora dietro la porta del mio ufficio?- Laura era già pronta per andare
C: Nulla nulla!- disse alzando le mai e andando via seguita da Ghiro
L: Allora buon fine settimana! Dossena a più tardi!
 
[Ghirelli]
Ero insieme a Costanza nella mia stanza
G: Mi sei mancata!
C: Anche tu! Stasera che facciamo?- disse con un sorriso malizioso
G: A casa tua c’è una bella tv!
C: Si hai proprio ragione la tv…
G: E si!
C: Ok io allora vado, se no la tv non funziona.- mi diede un bacio  e scappò via
 
O: Ah bello! Mi tradisci?
G: Si!
O: Andiamo va!
G: Si ok!

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Capitolo 18
*** E' finito un altro sabato. ***


[Laura]
Erano le 16:15 ed ero già pronta, avevo pronto il borsone.
 
L: Ghirelli, è arrivato Bart?
Appena gli chiesi questo suonarono al campanello
G: Ora si!
 
[Bart]
Ero appena arrivato, Ghiro mi aprì alla porta.
B: Ciao Ghirè!
G: Ciao amico!
L: Ciao Dossì!- mi disse con un sorriso, era così carina, aveva una maglia dell’Hard Rock Caffe bianca e dei jeans chiari, aveva un paio di Superga bianche sporco, le avevo viste quelle scarpe, ma non sapevo dove
 
G: Laura, ma quelle sono mie?- disse indicando le scarpe di Laura
L: Ah si scusa, dovevo chiedertele, posso usarle?
G: Si certo, ma ti stanno giuste?
L: Si.
G: Beh ce le ho da quanto sono ragazzo! Ora il piede mi è cresciuto!
B: Ah ok! Ora andiamo?
L: Si certo!
B: Andiamo con la mia macchina?- gli chiesi quando eravamo fuori
L: Si va bene!
Dopo dieci minuti eravamo in palestra il tragitto era stato molto silenzioso
B: Ti devo dire una cosa.- dissi fermandola per un braccio
L: Si.- mi disse cambiando espressione diventando più seria
B: Io non mi posso allenare più come facevo prima, ho un problema al ginocchio e questo mi blocca un po’.
L: Dai non preoccuparti! Io sono un po’ invecchiata quindi neanche io sarò molto attiva!
B: Ok, dai vieni!
 
[Ghirelli]
Erano solo le 17:00 e mi arrivò un messaggio da parte di Costanza: * Mio bel capitano, ti aspetto ora nell’idromassaggio, porta due calici e un buon vino rosso! A dopo!*
Ero la persona più felice del mondo ero già pronto per andare.
O: Già vai?
G: Si si me ne sto andando!
O: Ok! Divertiti!- mi disse schiacciandomi l’occhio
G: Ma tu rimani tutto solo?
O: Si, tu vai! Sbrigati!
G: Grazie!!
 
 
Dopo dieci minuti andando peggio di Laura ero già da Costanza.
G: Ehi! – dissi mostrando i calici e il vino
C: Ciao..!- disse sorridendomi in modo malizioso
G: Arrivo!
Così dicendo mi spogliai e mi buttai insieme a Costanza, lasciandomi travolgere dalla passione e dalla voglia! Io e Costanza facemmo l’amore per molto molto tempo, eravamo rimasti nella vasca fino alle 20:00 poi cenammo e ritornammo a letto finendo di fare quello che avevamo cominciato.
 
[Bart]
Erano le 19:00 eravamo davanti la porta di casa di Ghirelli
L: Mi sono divertita! Era tanto che non tiravo con una persona brava come te!- mi disse sorridendomi
B: Anche io mi sono divertito, grazie per la bella compagnia.- dissi porgendogli il borsone
L: Grazie a te!- dicendo questo mi diede un bacio sulla guancia, mi guardò mi sorrise e rientrò in casa
 
[Orlando]
Laura aveva un’aria rilassata, non si accorse neanche che c’ero io a casa.
O: Ciao Biancaneve!
L: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!- disse lanciandomi la chiavi in faccia
O: Ahia!
L: Scusa, ma mi sono spaventata!- disse avvicinandosi e prendendosi il mazzo di chiavi
O: Dai non ti preoccupare!
L: Vado a fare la doccia!
O: Ok! Hai impegni o cucino qualcosa e mangiamo a casa?
L: No no, sono stanchissima! Ma Ghirelli?
O: Da Costanza!
L: Ok ok!
 
Dopo dieci minuti uscì dalla stanza, con i capelli ancora bagnati legati in una coda, una felpa lunga con lo stemma dei carabinieri, un paio di leggings e delle Convers nere basse.
O: Oggi sportiva il maggiore!
L: Si, ho trovato questo e poi sento freddo per mettermi in pigiama.
O: Capito..
L: Cosa stai cucinando?- disse avvicinandosi a me
O: Spaghetti a pomodoro.
L: Io avrei un’altra idea!
O: Cosa?- gli dissi voltandomi con una faccia sconvolta , lei si mise al ridere e poi mi rispose: Usciamo con la moto?
O: Ok, basta che non perdi tempo a cambiarti!
L: Ma che usciamo così! Facciamo i giovani!
O: Ok! – dissi prendendo il giaccone chiudendomi la porta alle spalle
 
Arrivammo mezz’ora dopo in una piazzetta di Roma dove c’erano tanti ragazzi.
Tutti ci guardavano, no beh non a me, ma a Laura, o credo il sedere di Laura, altri invece guardavano con sdegno la sua felpa che lei teneva con valore
O: Vuoi una birra?
L: Non mi piace..
O: Cosa vuoi?
L: Un the alla pesca.- disse sorridendomi
O: Astemia?
L: No! Ma non mi va nulla, mi piace solo vino, champagne e spumante, ma non credo che sia il caso!
O: Ti secchi se prendo una birra?
L: Assolutamente no, io ti aspetto qua.
 
Ritornai dopo circa sette minuti trovai Laura poggiata alla moto attorniata da ragazzi, stavano discutendo, mi avvicinai ancora di più e Laura stava gridando, stavo per dire qualcosa quando mi disse di stare zitto.
L: Mi lasciate stare, sparite! Leva quelle manacce dal mio corpo!- disse quando un ragazzo la prese per un braccio, poi la prese per una coscia, non si poteva muovere, in quel momento non ce la feci più!
Presi quel ragazzo per le spalle e gli dissi: Sparisci!
RAG: E tu chi sei? Il protettore di questa puttana?
O: Non ti permettere!
Stava per darmi un calcio quando io gli diedi un pugno sul naso.
O: Siamo due carabinieri, Laura vuoi sporgere denuncia?- dissi voltandomi verso Laura
L: No, è tutto apposto! Microbo sparisci!- disse indicando con l’indice il ragazzo
 
Eravamo partiti e ci eravamo fermati davanti a un bar, perché forse Laura doveva prendere qualcosa, non aveva neanche mangiato.
L: Perché ti sei fermato?- mi disse accennandomi un sorriso
O: Perché tu devi mangiare!
L: Ora voglio solo andare a casa, posso mangiare i tuoi spaghetti
O: Ok, basta che non mi svieni sulla moto!
L: E dai, non fare il brontolone! Andiamo.- dicendo questo indosso il casco e si mise alla guida
O: No bella donzella, guido io!
L: Ok!
 
Arrivammo a casa.
 
O: Dai siediti, che fra due secondi arrivano gli spaghetti!
L: Grazie!- così dicendo si accomodò a tavola
O: Arrivato! Tieni!- porgendogli gli spaghetti e sedendomi
L: Buoni!- disse mangiandone una forchettata
O: Grazie, sei sicura di non voler fare la denuncia?
L: Ma si è stata una ragazzata!
O: Ok, ok, ma non è così!
L: Si ok, però adesso a letto!
O: Sicuro?
L: Si!
O: Vai a dormire in camera di Ghiro!
L: Ma se ritorna?
O: Ha troppo da fare!
L: Ok notte!- disse sorridendomi e sparendo dietro la porta della camera di Ghiro


Scusate il ritardo, ma non ho proprio tempo, oggi mi hanno dato il pomeriggio libero ed essendo che sono stanca ho pensato bene di stare un po' a non fare nulla! Spero vi piaccia, ancora c'è tanto da scoprire! 

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Capitolo 19
*** Domenica. ***


[Laura]
Erano le cinque e mezza e io ero già in laboratorio, avevo sistemato il mio ufficio, con i miei libri e le mie lauree che mi piaceva tenere in bella mostra.
Finalmente mi arrivò una chiamata da Rabaudi: Maggiore la disturbo?
 
[Rambaudi]
Una voce sveglia e arzilla mi rispose: Pronto, ma no si figuri!
R: La volevo informare di un omicidio, stanno repertando, fra poco arriverà tutto da voi!
L: Si perfetto! Carnacina?
R: Qui! Poi vi sentite io devo andare!
L: Buon lavoro!
R: Buon lavoro a lei!
 
[Laura]
La domenica iniziava veramente bene! Mi dispiaceva per tutti che dovevano venire a fare delle analisi, ma è il nostro lavoro.
 
Dopo una ventina di minuti chiamai a Carnacina
C: Pronto?
L: Sono il maggiore Messina, sono Laura!
C: Ah si, ma come fa ad avere il mio numero?
L: Sono un carabiniere no una persona qualunque, ma ora non perdiamoci in chiacchiere! Mi sa dire qualcosa sulla ragazza?
C: Non mi piace molto parlare per telefono, ma comunque è una donna di trent’anni.
L: Causa della morte?
C: Strangolamento!
L: Ora?
C: Scusa Laura, ma la finisci di rompermi le palle?!
L: Ci diamo del tu?
C: Se vuole!
L: Ma certo!
C: Vieni più tardi in obitorio, ti mando una foto!
L: Grazie a dopo!
 
Mi arrivò una foto della ragazza, era conciata proprio male.
 
Stavo facendo alcune ricerche, fino a quando alle 07:30 mi arrivò una chiamata da Abrami.
L: Zio!
A: Laura!- mi disse con voce felice
L: Dimmi tutto!
A: Non t’incazzà però!
L: Ma io sono di una calma assurda! Sputa il rospo!
A: I reperti non ti possono arrivare prima di questa sera, se no li devi andare a prendere tu!
L: E che problemi ci sono? Vado io!
A: Manda a qualcun altro! No?
L: Sono sola!
A: Ok, io ora vado, ci sentiamo!
L: Ciao zio!
 
Montai in macchina che erano le otto meno un quarto e il laboratorio era vuoto, ritornai al R.I.S. che erano le nove.
Varcai la porta e trovai tutti in giro per il laboratorio.
L: Buon giorno! Come mai tutti qui?
O: Maggiore! Chi è di turno e chi deve chiudere le indagini.
L: Bene mi fa piacere che siete qui! Tanto vi avrei chiamato! Fra cinque minuti briefing!
D: Certo!- disse sbucando dalla porta del suo ufficio
L: Capitano!

Alle nove e dieci erano tutti puntualissimi nel mio ufficio
L: Buon giorno, con alcuni già ci siamo visti, va be’ ma non perdiamoci in chiacchiere! Oggi si rimane in ufficio, nessun broncio e nessuna perdita di energie, prima cominciamo, prima finiamo e più domenica ci resta!
 
Tutti annuirono
 
L: C’è stato un omicidio in via  Via Tolemaide 19 vicino ad un pub. Credo che la vittima sia uscita di la, Carnacina ci farà sapere più tardi sulla vittima. Voglio tutti voi su questo caso! Ci sono domande?
B: Si, come mai tutti su questo?
L: Uno non ce n’è altri, due ci dobbiamo sbrigare e tre vi voglio tutti uniti!
B: Ok va bene!
L: A lavorare io fra un po’ vi raggiungo!
 
 
[Orlando]
Quella Laura aveva una forza impressionante, l’ufficio però era rimasto vuoto da una settimana, in più c’era qualche libro e le lauree, nessunissima foto.
L: Come mai ancora qua Serra?
O: Laura come stai?
L: Bene bene!- mi disse sorridendomi e andandosi a sedere nella sua poltrona
O: Ma a che ora sei uscita?
L: Alle cinque meno un quarto ero già qua.- mi disse abbassando lo sguardo su delle carte che aveva sulla scrivania
O: Non hai dormito vero?
L: Si, non ho dormito, ma non ci fa nulla!
O: Come credi!
L: E’ come credo!Ora va a  lavorare suu!
O: Certo maggiore!- dissi uscendo dal suo ufficio
 
 
[Laura]
L: Ragazzi allora?- dissi entrando nella sala ispezione dove c’erano tutti
B: Ancora nulla, nessun indizio!
L: Carnacina mi ha fatto il favore di farmi un’autopsia flash. Chi mi accompagna ?
G: Vai tu!- disse indicando Bart
B: No, sono ancora alle prese con questa polvere!- disse alzando le spalle
L: Ve be’ vado sola! – dissi uscendo dalla sala ispezioni
L: No vieni tu, Orlando su!!- dissi affacciandomi alla porta
O: Perché proprio io?
L: Che fa i morti non ti piacciono?
O: No è il mio lavoro!
 
L: Hai intenzione di uscire con il camicie?- gli dissi quando già eravamo nelle scale
O: Si, ci sono problemi?
L: Assolutamente no!- dissi scoppiando a ridere, facendo ridere anche lui
 
[Orlando]
Aveva guidato lei, e quando guidava lei si correva e non si parlava
L: Ti è piaciuto il giretto in macchina?- mi disse chiudendola con le chiavi
O: Si, ma poi è bellissima!- era veramente bella quella macchina, era una macchina d’epoca, forse un Alfa Romeo Giulietta Spaider, era quattro posti e rossa
L: Me l’ha regalata papà, poco tempo fa!- disse sorridendo
O: Un po’ viziata, il maggiore!
L: Ma va… entriamo! Ah mi deve arrivare il BMW nero che è a casa di mio padre
O: No, no, non sei viziata!
L: Poi ti faccio fare un giro!
 
L: Carnacina!
 
[Carnacina]
Una voce, allegra e sveglia, mi fece sobbalzare, mi girai e trovai a Laura con dietro Serra
C: Laura, tenente!- dissi schiacciando l’occhio alla prima
O: Dottore!
L: Che mi puoi dire?
C: Strangolata, segni di colluttazione, trauma cranico e…- non mi fece finire di parlare che Laura era già china sul cadavere e aggiunse: Stuprata!- disse con sdegno
C: Si esatto, rapporto non consenziente!
L: Portato a termine?- mi disse guardandomi dritta negli occhi
C: No, assolutamente no, non ci sono neanche tracce di sperma.
L: Il gusto del disprezzo.- disse abbassando lo sguardo sul corpo della donna
O: Si…
L: Le foto sono state fatte bene!
C: Si abbastanza!
L: Ora della morte?- mi chiese prendendo il verbale che aveva in mano Serra
C: Tra le due e le tre e mezza
L: Perfetto! C’è altro?
C: No, questi sono gli effetti personali della ragazza!- gli dissi porgendo la busta a Laura
L: Perché non la chiami per nome?
C: Perché non mi piace!
L:Ma è cosi impersonale! Comunque ci sono segni particolari?
C: No,non c’è nulla!
 
 
[Laura]
Erano le 21:00 ed eravamo ancora tutti al R.I.S. nessuno aveva scoperto nulla, e io avevo solo visto lo sgomento sul  volto di tutti.
Erano tutti nella saletta delle macchinette, bussai prima di entrare
D: Ma sei stupida? Che fa si bussa?
L: Io busso sempre!
D: Ok, per questa volta passa!
L: Sono venuta a dirvi che potete andare tutti, per oggi ci possiamo fermare qui!
E: Grazie Laura! Io vado da Giada! Dal mio amore!- disse rivolto a Bart
G: Io vado dalla mia amica!
I due uscirono.
D: Ragazzi, andiamo a prendere un aperitivo?
B: Io ci sto!
O: Anche io!
D: Tu Laurè? – disse sorridendomi
L: No io vado a casa!
B: E daje! – mi disse mettendomi una mano sulla spalla
L: No ragazzi, vado a casa!
D: Ce le hai le chiavi?
L: No..!
O: Tieni.- disse passandomi un mazzo di chiavi
 
 
[Daniele]
Erano le 22:00 e c’era un casino per i locali e pensammo dunque di andare tutti a casa mia per farci due spaghetti.
Stavamo percorrendo il vialetto di casa quando io vidi una figura snella correre verso la casa, guardai meglio ed era Laura, io e Bart ci guardammo e cominciammo a ridere, ci eravamo accorti perfettamente che era in costume ed aveva fatto il bagno.
O: Perché ridete?
D: Nulla, nulla.
O: Bart?
B: Nulla!
D: Andiamo va!
Entrammo a casa e un brano suonato da un orchestra e cantato da una voce lirica risuonava nella stanza.
 
O: Casta Diva.- disse socchiudendo gli occhi
B: Conosci la lirica?
O: Quando esco come un fulmine dal R.I.S. secondo voi dove vado?
B: Allo strip tease! –disse dando un colpo con il gomito a Orlando
O: Ma vai a quel paese! Vado a teatro! Al massimo tu ci vai!
B: E certo! Solo per come sono dove vuoi che vada!?- questo scaturì una risata

I brani si succedevano, erano canti lirici, come” Si mi chiamo Mimì” della Boheme di Puccini, alcuni canti tratti dal Barbiere di Siviglia di Rossini, brani per pianoforte o orchestra o orchestra con solista di Beethoven, di Verdi, di Strauss, di Mozart, di Bach e tutti i migliori compositori.
Stavano apparecchiando e avevano già finito di cucinare, quando ad un certo punto l’Inno d’Italia cominciò a risuonare nella stanza e una voce femminile ci andava dietro e Laura aprì la porta della mia camera e quando si accorse che c’eravamo noi richiuse la porta sbattendola.
D: Ehi Laura! Esci non ti mangiamo mica viva!
L:Mi cambio..
B: Avà esci! Non siamo mica pedofili!
L: Ok.- Laura usci dalla stanza con addosso un chimono nero che gli copriva si e no il sedare, scalza e i capelli raccolti con una pizza che erano ancora mezzi bagnati
L: Buona sera signori!
 
[Laura]
Mi guardavano tutti stupiti e io ero molto, ma molto imbarazzata.
B: Ciao Laura!- dicendo così si avvicino e mi diede un bacio sulla guancia e io gli sorrisi leggermente
 
O: Maggiore
D: Laurè!- mi disse facendo un saluto militare, da accademia
L: Daniè, ma sei tornato indietro?
D: Perché?
L: Il saluto che hai fatto è d’Accademia!
D: Ah, si, ricordo i vecchi tempi!
L: Fai bene!
D: Possiamo cambiare musica!
L: La cambio io!
D: Ma che metterai? La 5 Sinfonia di Beethoven?
L:Non ti preoccupare! – così dicendo misi una canzone che tempo fa avevo sentito alla radio Party Rock dei LMFAO
D: Wow! Bella questa!- mi disse schiacciandomi l’occhio
O: Si, ma ora a mangiare!
L: Comunque io non vi aspettavo, se no mi vestivo meglio!
D: Ma va! Ti dovevi preoccupare se c’era il tenente Oliva!
L: Perché?
B: Perché è un mezzo pedofilo!
L: Perché che fa?
O: Nulla tocca tutte le ragazze o donne, carine che passano per il laboratorio o per la strada, una volta l’ha fatto con un poliziotto e il poliziotto gli ha dato uno schiaffo che non se lo scorderà mai più!
L: Ah bene!- dissi mettendomi a ridere
 
La cena proseguì bene, con battute sui carabinieri che circolano per la caserma era quasi l’una quando tutti andammo a dormire.




Scusate il ritardo infernale! Ma non ho avuto neanche il tempo di accendere il computer! Il capitolo è un po' più lungo, spero con questo di farmi perdonare! Cercherò di mettere un altro capitolo il prima possibile e vorrei anche farvi vedere il volto di questa Laura, ma devo trovare quello giusto! Spero vi piaccia! Fatemi sapere che ne pensate! Baci!

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Capitolo 20
*** Rifiuti ***


 
[Laura]
L: Buon giorno ragazzi!- gli  dissi buttando un secchio d’acqua a dosso a Ghirelli e Orlando
G: Ma che cazz!
L: E tardi sono le sei!- dissi mettendomi a ridere
G: Tu devi sparire da casa mia!- mi disse buttandomi un cuscino in faccia
L: Infatti oggi me ne vado! – dissi mettendo il caffè nelle tazzine
G: Vedi che scherzavo!
O: Laura la prossima volta ti meno!
L: Grazie Orlando sei dolcissimo! Peggio per voi che dormite sul divano e poi è tardi!
O: Si ok.- disse buttandosi giù dal divano
G: Ma ti hanno dato l’appartamento?
L: Non proprio, mi hanno dato i soldi dell’affitto per un anno di quella villa e ho comprato un appartamento.
G: Dove?
L: Ancora dovete aspettare! Appena tutto sarà pronto vi farò vedere!
O: Vai a dormire in caserma?
L: Si,ma due giorni!
G: Perché?
L: Perché tanto starò poco a riposarmi.
G: No, no!
L: Ok, tanto finiranno subito, già ci sono gli operai. Io vado!
G: Ci vediamo al R.I.S.
 
 
 
Era passata una settimana era giovedì, e sabato un altro omicidio aveva macchiato quella via romana, eravamo a due omicidi
[Laura]
 
Erano le 21:30 nessuno aveva scoperto nulla, nulla era stato scoperto in quei quattro giorni di struggente lavoro,  questa storia diventava sempre più insostenibile e questa volta il nostro passionale e spregevole killer ci lasciò pure un simpatico bigliettino:* Ci sono pelli corazzate con le quali il disprezzo non è più una vendetta. Le donne  non possono essere amate, si devono uccidere, perché se no tu vieni ucciso, non mi fermo, non ora!*
 
L’unica cosa che significava era che non si sarebbe fermato e questo non andava, noi dovevamo fermare quel gioco che stava degenerando, ero sul tetto del R.I.S. ritornai alla realtà quando una mano forte si posò sulla mia spalla mi girai e trovai davanti a me Bartolomeo.
B: Laura..- mi disse con voce dolce
L: Si, avete bisogno di qualcosa?
B: No… sono le 21:30 perché non torni a casa?
L: No, prima dobbiamo fare una riunione,  ho preso una decisione, fra dieci minuti arriva Abrami.- dissi allontanandomi da Bart.
B: Ok!- mi disse afferrandomi per il braccio- La palestra è aperta fino a mezza notte, vuoi andare a scaricare un po’ la? – mi disse guardandomi negli occhi
L: Si.. forse mi farà bene! Però guidi tu!
B: Ok, andiamo!
 
Arrivammo giù e mio zio arrivò dopo poco. Capeggiavo il grande tavolo, alla mia destra il maggiore Rambaudi, alla mia sinistra Abrami e tutti gli altri seduti.
L: Scusate l’orario, ma ho bisogno di parlarvi, già al generale ho esposto la mia idea, non è molto d’accordo, ma è l’unica soluzione.
 
[Orlando]
Eravamo tutti molto concentrati sul maggiore che si era alzato.
Fece comparire le foto delle due donne e cominciò  a parlare.
L: Io e Orlando abbiamo notato una notevole somiglianza fra le due vittime, tutte e due castane, occhi marroni, corporatura snella e alta, età una di trent’anni e l’altra di trentuno, laureate, ma lavoravano come “accompagnatrici” in questo locale per guadagnare- dopo un grosso respiro continuò a parlare- Io farò da esca, così prendiamo questo bastardo.
Il silenzio calò nella stanza fino a quando Laura non riprese la parola.
 
L: Questo è l’unico modo, io asseconderò tutte le sue richieste, nessuno si farà male! Ho bisogno di voi, questa sarà la disposizione. – prese una cartina del locale e l’aprì , c’erano alcuni punti segnati – ragazzi io starò qua con il possibile killer, Serra e Dossena al bancone di fronte, sono i due posti più  nascosti, dove si portano i clienti più importanti e Cecchi, Rambaudi e Ghirelli nel furgone.
Abrami: Sono pochi gli uomini! Non voglio che accada nulla a nessuno!
L: Generale, non succederà niente, ho tutto sotto controllo! – disse poggiandosi con le mani al tavolo
A: Come dice lei maggiore! Io ho già l’autorizzazione, per sabato è già tutto pronto!
L: Grazie! Abbiamo finito per stasera, nessuno che mi venga a dire che ho fatto una scelta sbagliata, ah e chi non vuole partecipare a questa operazione me lo dica subito che lo elimino. Oppure se volete chiarimenti.
Moro: Si io avrei una domanda, perché non faccio parte dell’operazione?
L: Perché ho deciso così!
M: Non mi trovi all’altezza?- gli disse fulminandola con lo sguardo
L:No, è pericoloso!- disse con una punta di stizza
M: Lo è anche per gli altri!
L: Moro, basta! Non ti  devo dare alcuna spiegazione! Ci sono altre domande? – dopo un minuto disse: Potete andare! Buna serata ragazzi!
 
[Bart]
Eravamo rimasti io e lei nella stanza.
B: Possiamo andare?
L: Certo, prendo il borsone e arrivo!- mi disse facendomi un grosso sorriso
 
Eravamo in macchina..
B: Non  credi possa essere pericoloso?- gli dissi non distogliendo gli occhi dalla strada
L: Di cosa parli?- mi disse facendo scorrere le canzoni dell’iPhod
B: Non fare la finta tonta, mi riferisco all’operazione di sabato.
L: Ah… dici quella?- disse posando l’iPhod sul cruscotto e lasciando una canzone di Mina, Volami nel cuore
B: Si dico quella!- gli dissi posandogli una mano sul ginocchio
L: Non la trovo pericolosa! Guarda siamo arrivati!
Dovetti togliere la mano per ingranare la retromarcia.
 
Erano le 23:45 eravamo sulla panchina accanto la pedana per riposarci un po’.
Parlavamo del più e del meno, ridevamo come ragazzini, quando ad un certo punto il silenzio scese su di noi, io mi avvicinai e anche lei, ci stavamo per baciare quando lei si trasse indietro.
L: No Bart.- mi disse poggiandomi una mano sulla bocca- è inutile, siamo buoni amici, non voglio rovinare tutto solo per il piacere fisico, perché sarebbe solo quello.
B: Non c’è altro? Non credi possa nascere altro?
L: No, per me c’è tanta stima e tanta attrazione fisica, ma non c’è altro, il piacere lo possiamo mettere di lato e lasciare la nostra amicizia.- disse lasciando i suoi occhi dentro i miei
B: Beh, forse è meglio così, almeno sei stata sincera e non mi hai assecondato.- gli dissi prendendo le sue mani- ora su, vatti a cambiare che è tardi e dobbiamo andare a casa.
L: SI vado!!- mi disse baciandomi la guancia
 
Ero nello spogliatoio, pensavo, a  me piaceva quella ragazza, non era solo un’attrazione fisica, ma l’amore non posso imporlo a nessuno, forse  è solo una cotta passeggera come quella di Lucia, ma va bene così, amici.
 
L: Bart!!!! Ti sbrighi?- questo mi riportò alla realtà
B: Si, scusa arrivo.
 
[Laura]
Il viaggio fu silenzioso, così riuscii a pensare, l’attrazione fisica c’era, ma nient’altro, questo mi frenava, era un mio collaboratore, tutte le mie storie erano storie fisiche, ma questa volta non volevo buttarmi nella tentazione, non ne valeva la pena uccidere un’amicizia, forse non  era lui la persona adatta.
Ritornai alla realtà quando Bart mi disse: Siamo arrivati!
L: Si, ciao!
 
Ero fuori la macchina nel parcheggio del R.I.S.
B: Le trovi le chiavi? – mi disse uscendo la testa dal finestrino
L: SI! Trovate!- dissi mostrando il mazzo di chiavi

Montai in macchina e tornai al mio nuovo appartamento.













Mi scuso per il perenne ritardo, mi scuso per non recensire tutte le altre bellissime storie che vengono postate su questa pagine e soprattutto mi scuso per l'assenza dell'altra storia, si è cancellata e non so il perchè, comunque non sapevo più dove andare a parare in quella storia, se mi vine il colpo di genio la riscrivo e la comincio a ripostare! Fatemi sapere se vi piace il capitolo e se vi sta piacendo la mia storia! E datemi qualche dritta se non vi piace! 

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Capitolo 21
*** Questa è la mia missione ***


[Laura]
Era sabato e l’adrenalina nel mio corpo cresceva sempre di più, non avevo paura avevo solo adrenalina, era solo quella che scorreva nelle mie vene, era ormai arrivato il momento, Bart e Orlando mi aspettavano giù, io ero pronta.
 
[Bart]
Laura uscì dalla porta dell’ingresso del R.I.S. era andata prima la perché doveva vedere una cosa mi aveva detto, aveva un vestitino rosa antico che arrivava più sopra, molto più sopra del ginocchio, era tagliato a ruota, lo scollo a barca e le maniche a trequarti, dei tacchi quattordici neri, aveva i capelli legati in un morbido chignon, e una pochette dello stesso colore delle scarpe, quest’ultima scivolò dalle mani di Laura, lei si girò e per un memento a me e ad Orlando, almeno a me, ci fece perdere nella sua bianca pelle, aveva la schiena nuda, incorniciata in uno scollo a vù, si vedevano pure quelle deliziose fossette di venere. Quel momento duro una manciata di secondi, ma per me erano un’eternità, aveva la stessa schiena che aveva nove anni prima.
Si avvicinò a noi.
“Sera signori.”- disse sorridendoci
“Ciao”- dissi un po’ imbarazzato da quello che avevo pensato pochi secondi prima, Orlando non rispose gli aprì solo la portiera
“Grazie”- rispose lei
 
 
[Laura]
C’era tensione in quella macchina, finalmente Orlando ruppe il ghiaccio
“Sei pronta?”- mi chiese con fare premuroso
“Si, certo!”- dissi sorridendo, mi vedevo nello specchietto, mi piacevo, anche se non stavo andando a divertirmi
“Quando inizi il turno?”- chiese Bart mettendosi a ridere
“Per il lavoro più antico del mondo o per carabiniere?”-dissi sorridendo
“Non devi fare tutto insieme?” – chiese Orlando
“Si!”- eravamo arrivati al pub ancora non era aperto, il furgone bianco dove si trovavano gli altri era già parcheggiato, ormai era il momento di entrare
Bart stava posteggiando la macchina e io ero rimasta con Orlando.
“Laura, stai attenta…”- mi disse Orlando accarezzandomi una guancia
“Si lo faro, ma nessuno qui si deve preoccupare, sarà una cosa velocissima.”- gli dissi allontanandomi da lui – “Somiglio alle altre ragazze?” – gli chiesi estraendo il cellulare dove avevo caricato le foto
“Si, ci somigli, ora vai!” – in quel momento arrivò Bart
“Laura, noi entriamo più tardi!” – disse Bart
Io salutai con la mano loro e coloro che erano nel furgone
 
Entrai e c’erano ragazze che scorrazzavano per il locale, un uomo mi di avvicinò: “ Sei quella nuova?”
“Si, sono quella nuova!”- gli dissi adagiando la mia pochette in un divanetto
“Ora ti sceglieranno, se ti mettono le mani addosso fai finta di niente, le puttane come te devono tacere, sai cantare?” – mi chiese passandomi un drink
“Si, perché devo pure cantare?”- gli chiesi portandomi il bicchiere alla bocca senza bere, solo fare un po’ di scena
“Si dovete cantare, quando lo dico io e poi sei l’unica quindi canterai tutto il tempo tu!”
“Ok, in base a cosa ci scelgono?”- dicendo questo mi accomodai nel  divanetto dove c’erano i microfoni per provarli
“Bellezza, nudità, più siete disponibili si è, più guadagno io.”- mi disse posandomi una mano sulla gamba
“Ancora il mio orario di lavoro non è cominciato.”- dicendo questo mi alzai
“Fra dieci minuti apriamo e devi cantare”
“Va bene!”
Non volevo cantare, era una cosa che non facevo da troppo tempo, perché mi faceva male, mi faceva ricordare cose che era meglio mettere da parte, ma lo dovevo fare, per il mio lavoro per le altre ragazze.
“Tu!”- mi disse il signore di prima- “Sali sul palco e canta qualcosa!”
Salii sul palco e vidi Orlando e Bart seduti al bancone, mi diedero il microfono in mano e mi dissero che dovevo cantare “Oggi sono io” di Mina, cantai come facevo quando ero più giovane, non ricordavo più l’adrenalina e l’emozione che si provavano sul palco, tutti applaudivano, presi confidenza con il  palco continuavo a cantare, avrò cantato nove canzoni di seguito di Mina, sembrava che piaceva la mia voce, poi l’uomo di prima si avvicinò a me e mi disse: “Scendi, c’è un nostro cliente molto affezionato che ti vuole!”
 
Eravamo seduti, era un uomo sulla cinquantina, pelato, occhi azzurri e ben mantenuto, lui cominciò a parlare: “Ciao Sonia, sto facendo portare il nostro vino preferito, hai cantato veramente bene.”
“Ciao, grazie… “- gli dissi prendendo il calice, mi aveva chiamato Sonia, gli ricordavo qualcuno, qualcuno di intimo per conoscere anche il vino che mi piaceva
Abbiamo parlato di musica, libri poi ad un certo punto mi mise una mano sotto la gonna.
 
[Orlando]
Vedevo Laura che diventava sempre più rigida, aveva paura forse. “Bart, che dobbiamo fare?”
“E’ il suo lavoro, se vuole una mano griderà, non possiamo fare saltare l’operazione, forse non è neanche lui!”
Vedevo Laura che cercava di allontanare quell’uomo, cercava di parlarci, ma non riusciva a fare nulla, poi l’uomo si alzò prese la mano di Laura e se ne andò, noi però, a causa della confusione, non riuscivamo a vederla
 
[Laura]
Mi parlava freneticamente, mi chiedeva di fare l’amore, mi diceva che ero sua, non riuscivo a parlagli ogni volta che mi azzardavo a dire una parola stringeva la presa, mi toccava con sdegno, avidità, mi diede pure uno schiaffo, mi faceva male più l’orgoglio che la guancia però. Mi chiese dopo poco di seguirlo mi afferrò il polso e mi trascinò fuori.
 “Tu mi appartieni, tu non puoi fare la sgualdrina con tutti, avevi accettato di stare con me e poi te ne vai a sbatterti chi ti capita prima.”- mi teneva stretta nelle sue mani, mi teneva il polso e la coscia sotto la gonna.
“Cosa ti ho fatto?”- gli chiesi mantenendo la calma
“Sonia, come puoi fare finta di niente..”- in quel momento arrivarono tutti e gridarono, Salvatore, almeno credo che si chiamava così gridò-“ allontanatevi o l’ammazzo! “ – così usci il coltello e me lo mise vicino la gola
“Salvatore, lasciami, questo non risolverà nulla, altre vittime, altro sangue?”- gli chiesi cercando lo sguardo di qualcuno, ma non lo trovai
“Non capisci un cazzo Sonia! Io avevo fatto progetti, ma per te sono troppo vecchio, non mi hai voluto e ora non ho nulla da perdere!”- mi faceva male la gamba mi teneva troppo stretta, avevo male, non paura
“Per favore lasciami..”- gli chiesi, una lacrima mi rigò il viso
“Buttate quelle pistole, per lei non c’è scampo, è inutile salvare queste donne che vendono il loro corpo per qualche spicciolo.”
“Ragazzi, buttate quelle pistole, per favore…”- gli dissi
 
[Orlando]
Sentivo parlare, contrattare ero dietro Salvatore e Laura, forse ancora non mi avevano visto, Laura ancora non aveva perso la calma, cercava di parlare con Salvatore, Bart si accorse della mia presenza e mi fece segno di fare qualcosa, la situazione stava degenerando, mi buttai su Salvatore, tutti si avvicinarono e lo ammanettarono.
Laura era a terra, ancora non si era rialzata, era accovacciata su se stessa.
“Laura…”- gli dissi avvicinandomi a lei e porgendogli la mano- “Laura, dai su…”
Laura afferrò la mia mano, si alzò e si mise a piangere, si fece abbracciare da me, continuava  a piangere.
Dopo poco si allontanò da me e io mi accorsi che era ferita.
“Laura, tu devi andare in ospedale! Sei ferita.”- aveva il volto chinato
“Laura guardami, per favore, dobbiamo andare.”- lei alzò il viso mi guardò e perse i sensi
“Bart! Cavolo aiutami! Chiama l’ambulanza!” – gli disse prendendo in braccio a Laura
“No! Andiamo in macchina!”
Arrivammo in ospedale dopo dieci minuti, Laura ancora non aveva ripreso conoscenza, aveva l’abito macchiato nel colletto e tutto il viso, aveva una ferita nella guancia sinistra, sembrava poco profonda, ma la sfigurava
“Dottore!!” – gridò Bart
“Mettetela nella barella”- disse il medico – “Cos’è successo, oltre la ferita sul volto ha qualche altra ferita?”
“No…”- gli dissi io adagiando Laura sulla barella
“Orlando…”- mi sentii chiamare da una voce debole era Laura che si era risvegliata
“Laura, ascolta, non ti è successo nulla!”
“Lo so! Se mi fate sedere starò meglio!”
“Scusate, ma chi siete?” – chiese il dottore
“Carabinieri!” – disse Laura mettendosi seduta sulla barella
“Bella tosta il vostro collega!”- ci disse il dottore con un mezzo sorrisetto
“Il loro superiore, per favore mi può medicare e dare un antidolorifico, devo andare a lavorare!”- disse Laura, aveva ripreso la sua  vitalità e il suo vigore, che fece sorridere me e Bart
“Si, facciamo in un momento.”- così dicendo fece alzare Laura dalla barella e si chiusero dentro una stanza
 
Dopo mezz’ora uscirono c’era Laura che parlava con il dottore e il dottore gli spiegava come doveva mettere tutte le creme.
“Allora signori lo dico a voi, il maggiore deve stare a riposo e non deve prendere freddo e sole, gli ho dato trentacinque punti, si deve prendere tre volte al giorno questo antidolorifico per due settimane e deve mettere queste creme e oli per un mese, se no la cicatrice rimane e per un volto così carino non ne vale assolutamente la pena.” – disse il medico sorridendo a Laura- “ Per togliere i punti ci sentiamo!”
Laura sorrise – “ Grazie mille Fabio!”
“Ciao Laura”
 
 
Eravamo in macchina
“Ragazzi voglio andare al R.I.S.”- disse affacciandosi
“No tu vai a casa!” – disse Bart
“Ok, però domani venite a casa mia a pranzare che è domenica e poi io devo stare qualche giorno a casa!” – disse sbuffando
“Ok, per me va bene ora lo diciamo agli altri io devo andare per forza al R.I.S. l’accompagni tu a casa?”- mi chiese Bart
“Si ho la macchina li al R.I.S.”

 
Eravamo nel piazzale del R.I.S. e Bart se n’era andato
“Orlando prendi la mia macchina!”- mi disse Laura passandomi le chiavi
“No, poi io devo tornare a casa..”- gli disse io afferrando le chiavi
“La benzina c’è e puoi portartela poi me la ridai!”
“Ook!” – gli dissi aprendo lo sportello
 
Il viaggio fu silenzioso, Laura era persa nei suoi pensieri, era assente
“Laura, siamo arrivati!
“Si, vieni…”- mi disse estraendo le chiavi dalla pochette
 
[Laura]
Mi faceva male il viso, ero stanca, mi sentivo senza forze, Orlando era stato così gentile da prendere anche la cena.
 
“Prego…”- gli dissi ad Orlando facendo strada dentro l’appartamento
“E’ molto carino l’appartamento.” – disse sorridendo e poggiando le buste sul tavolo della cucina
“Grazie…ma non è tutto questo, te lo farò vedere domani insieme agli altri”
“Ook, è bellissima anche la vista…”- disse avvicinandosi alla vetrata
“Si ho comprato questa casa per questo….”- gli dissi avvicinandomi a lui, faceva uno strano effetto, strare vicino a lui, mi attraeva come una calamita, era premuroso e gentile, nessuno era mai stato così, con  me.
“L’arredamento mi piace…” - disse guardandosi in torno
“Hai fame?”- gli chiesi andando in cucina
“No, veramente no tu?”
“Neanche io…”- gli dissi aprendo la pattumiera e gettando dentro quei due pezzi di tavola calda che aveva comprato
“Non posso replicare vero?”- mi chiese sorridendomi
“No… non c’è nulla da mangiare!”-gli dissi buttandomi sul divano
“Vieni che ti metto tutte ste creme!”- mi disse lui con estrema dolcezza
“Ok…”
Cominciò a mettermi tutte quelle creme, aveva un tocco leggero e gentile, aveva le mani calde, poi mi chiese: “Ne vuoi parlare?”
“No…”- non avevo nulla da dire, non c’è nulla da dire, ero stanca, ferita al volto, ma felice di aver salvato altre ragazze
“Laura, guardami..”
“Non ho nulla da guardarti….”- gli dissi con acidità
“Almeno fatti mettere bene la crema e se non vuoi parlare non ci fa niente…”- mi disse togliendo le mani dal mio viso
Dopo dieci minuti mi aveva messo tutte le creme, non avevamo detto una parola, sentivo il suo sguardo dentro di me, mi perforava, non riuscivo a tenere il suo sguardo, mi sentivo sporca, indecente, inguardabile.
Ero rimasta seduta sul tavolo, gli veniva meglio per medicarmi. In quel momento si avvicinò troppo a me,  quella distanza era pericolosa, avevo paura di non riuscirmi a trattenere e lo fece lui, colmò la distanza che ci separava, fu un bacio rubato, fuggiasco, voluto, desiderato, fu breve  e a fior di labbra, lui si stacco troppo velocemente.
“Forse è meglio che  vado.”- disse lui allontanandosi da me
“Si, forse è meglio.”- così dicendo scesi dal tavolo e lo accompagnai alla porta
 
Sentii chiudere il portone e scoppiai a piangere, non so il motivo, se era per quel bacio o per quello che era successo prima, mi sentivo la persona più spregevole del mondo, se ci fosse ora Lucia mi prenderebbe a pugni forse o forse non è neanche colpa mia, ma mi è piaciuto, ci sono stata, mi sono rincuorata da una parte, ma dall’altra sono caduta. Ero confusa, decisi di andare a fare una doccia e di andare a dormire subito dopo, forse avrei schiarito le idee.
[Orlando]
Ero in macchina senza una meta precisa, era tardi, erano le due meno un quarto, non riuscivo a capire cosa era successo, è passato così poco dalla morte di Lucia e io vado a cadere nella voglia, nella tentazione, mi era piaciuto quel bacio, non avevo assaporato fino in fondo, le sue labbra erano fredde, sottili e timorose, non mi ero imbattuto in fondo, non lo trovavo giusto, c’era qualcosa che mi teneva. Ero confuso, forse troppo per tornare a casa, domani l’avrei rivista, forse la voglia sarebbe cresciuta, ma ancora non so realmente cosa voglio.
Dopo un’ora di girare e di farmi e rifarmi le stesse domande tornai a casa, Ghiro anche lui era tornato da poco.
“Orlando! Come sta Laura?”- mi chiese facendomi spazio nel divano
“Come vuoi che stia, l’ho lasciata che gli avevo appena medicato la ferita.”
“Cos’è successo? Lo so che eravate soli!” – mi disse Ghiro posando il computer sul tavolo
“Nulla..” – gli dissi
 
[Ghiro]
Era poco convincente, come un bambino che ha rubato la cioccolata e dice di non averlo fatto ridendo
“Orlà, qui non ti giudica nessuno…”
“L’ho baciata.”- mi disse in un filo di voce
“Ti è piaciuto?”
“Si, lo rifarei, ma non è giusto!”
“Lucia la devi ricordare, ma non puoi rovinarti l’esistenza!”
“E’ da poco che è morta! Non posso farlo, non so neanche cosa nutro verso Laura, non può essere amore è troppo presto, sarei superficiale…”- mi disse portandosi la mano destra ai capelli, sembrava confuso dispiaciuto
“Orlando, anche a me manca Lucia e poi Laura non la devi mica sposare, conoscila meglio…”
“Ghiro come puoi parlare così? Non siamo mica ragazzi del liceo, non mi ha mica lasciata la mia ragazza, mi è morta la mia futura moglie, la mamma di mio figlio! E anche stesso perché devo soffrire ancora?”
“Parlava così anche Lucia, aveva deciso di morire insieme ad Alex, ma ha ricominciato a vivere, la sua vita si chiamava Orlando e ora la tua vita si potrebbe chiama Laura.”
“Ci siamo solo baciati, non significa nulla e poi è diverso, è tutto diverso!”- mi disse alzandosi dal divano
“Solo io ho visto come la guardi, non te ne accorgi neanche tu, non ti sai capire Orlando! Pensaci, fai passare un po’ di tempo così capirai veramente cosa vuoi.”
Orlando chiuse la porta della sua camera, io ero rimasto solo, Orlando si sentiva in colpa, lo capivo, ma credo che deve passare avanti, certo senza correre, ma credo che le persone importanti si devono portare nel cuore e la vita deve andare avanti, perché rimanere dentro una palla di vetro non farà ritornare nessuno e non eviterà di soffrire perché ad un certo punto la palla cadrà e si spaccherà in mille pezzi, ho capito questo vedendo la storia di Lucia e quella che ho vissuto io, quando se n’è andata Flavia, è stato proprio Orlando a farci andare avanti e ora lo aiuterò io, questa è la mia missione.




Spazio autrice:
Sono in un ritardo infernale, voglio farmi perdonare con un capitolo bello lungo e pieno di colpi di scena! Spero vi piaccia e per favore commentate se no non capisco cosa volete veramente! Criticatemi e fatemi complimenti! Per me è la stessa identica cosa, le critiche fanno crescere! Al prossimo capitolo.

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Capitolo 22
*** Benvenuti a casa Messina. ***


[Laura]
Era tutto pronto, la casa era sistemata e avevo già cucinato, avevo chiamato un pescivendolo, l’unica cosa che mi mancava della Sardegna era proprio il pesce, sempre buono e sempre profumato, mi aveva portato pesce freschissimo, avevo preparato per l’aperitivo le tartine di caviale, salmone e gamberetti accompagnato con dello champagne francese non molto invecchiato, un risotto ai frutti di mare, per secondo gamberi, il polpo e i calamari ripieni di pesto e pinoli tutto accompagnato da un vino bianco Vermentino di Gallura uno dei vini più pregiati sardi che tengo nella mia piccola cantina e in fine un buon tiramisù alle fragole accompagnato con lo champagne iniziale. Avevo fatto tutto questo in una notte, non avevo chiuso occhio.
 La ferita mi faceva ancora un po’ male, ma quel bacio ancora di più.
Volevo essere elegante, ma ero stanca, quindi decisi di indossare un vestitino grigio a sacco senza maniche e un paio di tacchi, non molto alti neri, trucco semplice, capelli sciolti ed ero pronta.
 
Dopo dieci minuti di aver rifatto il resoconto di quello che avevo fatto e di quello che sentivo dentro suonarono alla porta. Erano tutti sorridenti e tranquilli.
 
[Orlando]
Laura era tranquilla, ma quegli occhiali neri che indossava a casa non mi facevano molta simpatia.
“ Ragazzi! Ora vi faccio vedere la casa!” – disse Laura chiudendo la porta
“No prima togli gli occhiali!” – gli dissi io
“Vi da fastidio?” – chiese lei timorosa
“SI!” – risposi io togliendogli gli occhiali, aveva l’occhio destro nero
“Te l’ha fatto quello?” – chiese Emiliano
“Si…”- rispose lei prendendosi gli occhiali dalle mie manie posandoli sul tavolo
Ci fu un attimo di silenzio poi Laura riprese la parola – “Dai, che sono ste facce! Dai che vi faccio vedere la casa!” – disse lei sorridendo e facendo strada, tutti però erano attratti dalla visuale di fuori, era magnifica, era tutta vetrata che dava sul Castel Sant’Angelo.
“Allora, qui a destra c’è la cucina, poi la stanza degli ospiti, a sinistra il bagno, ora saliamo!” – per me la casa era tutta la, era carina e piccola, perfetta per una persona sola, salivamo le scale e lei ricominciò a parlare – “poi qui a destra c’è il mio studio…”- entrammo e c’era un tavolo di vetro poco più piccolo di quello che avevamo al R.I.S. una scrivania sommersa dalle carte impilate ordinatamente una sull’altra che dava le spalle alla vetrata e una libreria poggiata nel muro accanto la scrivania – “ ho una sorpresa!” – mettendo una mano dietro la libreria uscì una lavagna LIM come quella che avevamo al R.I.S. –“ Essendo che non posso venire li al R.I.S. per cinque giorni verrete voi a casa mia! Abbiamo tutto ciò che ci serve!” – disse facendo segno di seguirla, tutti rimasero stupiti da quello che avevano visto, Ghiro poi chiese –“ l’hai sempre avuta quella lavagna vero?”
“Si!” – rispose Laura in modo dolce con un sorriso – “ Qua c’è la mia camera!” – disse aprendo l’ultima porta che c’era nel piano, era bella, aveva gli stessi colori di tutta la casa, era bianca e con il vetro, era con un design moderno, era spaziosa, larga, libera, fresca, come lei, la camera si presentava con una vetrata quasi a tutto tondo, un letto al centro della stanza, una dormius ai piedi del letto e due porta una accanto all’altra , una si apriva nel bagno e l’altra in una cabina armadio grandissima
“Ne voglio una anche io!” – disse Costanza con aria sognante
“Ma sta zitta! Non ti lamentare!” – disse Ghiro ridendo
“Non è ancora finita!” – disse Laura ritornando nel corridoio e  aprendo una porta che portava a una scala che finiva con una porta a scrigno trasparente, l’aprì e ci trovammo un una stanza grande quanto tutto l’appartamento, era una scatola di vetro con a centro un tavolo immenso apparecchiato. “Qui e dove pranzeremo.” – disse lei sorridendo, erano tutti sconvolti compreso io, c’era una tale ricchezza in quella casa, era una casa fatta di vetro, l’ultimo piano faceva vedere tutta Roma, sembrava una cartolina, nessuno dette una parola
 
[Laura]
Si erano tutti ammutoliti, era una casa un po’ grande e particolare, ma no da rimanerci così.
“Ragazzi, sveglia! Sedetevi!” – dissi io avvicinandomi al tavolo
“Non so dove prendi tutti i sti soldi!”  - disse Emiliano
“Vecchi risparmi e qualche aiuto di papà!”
“Poco viziata!”  - disse Orlando
“La devi finire! Domani mi arriva la macchina! Ma ora pranziamo che si fredda tutto!”
 
 
Scherzavamo e mangiavamo tranquillamente, a volte mi guardavano l’occhio e mi chiedevano se mi faceva male, ma stavo bene, mi avevano fatto i complimenti per la casa e per quello che avevo cucinato e ne ero felice, appena finimmo di mangiare ci spostammo nella parte della stanza dove c’era il divano e due poltroncine che davano su Castel Sant’Angelo
 
“Ha parlato?” – chiesi io
“No, non ha parlato…” –disse Bart sorseggiando il bicchiere di champagne servito a fine pranzo
“Ci devo parlare!” – dissi io, forse furiosa
 
[Orlando]
Era furiosa, aveva il fuoco negli occhi.
“Non puoi…” – gli dissi io
“Come non posso? Decido io cosa posso e cosa non posso fare!” – mi disse lei alzandosi
“Laura! Calmati! Sei malata e poi devi chiedere al magistrato!” – dissi io alzandomi, gli altri erano rimasti stravolti da come aveva risposto Laura, non aveva mai gridato in quel modo
“Ok, chiediamo al magistrato appena dice di si vengo, faccio l’interrogatorio e poi torno a casa!” – disse lei ritornando calma e seduta
“Perfetto! Chiederò io il permesso!” – concluse Ghirelli, facendo rilassare Laura
“Grazie…”  - ringraziò lei
 
Rimanemmo a scherzare per un po’, circa, due ore, non parlammo di lavoro, no era domenica e si ci doveva rilassare.
“Andiamo Orlando?” – mi chiese Daniele, che aveva sotto braccio Costanza
“No io rimango ancora un po’, così gli medico la ferita” – risposi prima guardando Ghiro e poi Laura
“Ok! Ciao!” – così dicendo uscirono tutti
 
“Perché sei rimasto?” – mi chiese lei andando in cucina
“Perché ti devo medicare!” – gli dissi io andando dietro a lei
Lei non mi rispose mi continuava a dare le spalle, forse me ne dovevo andare anche io, ma c’era qualcosa che non andava.
“Laura, me ne vado?”
“Fai quello che vuoi! Rimani vattene! Se ne vanno sempre tutti tanto! E chi rimane mi rompe sempre le palle!” – mi disse lei buttandomi in faccia il mestolo
“Cazzo Laura, calmati!” – gli dissi io, ero stanco di essere trattato così, per tutta la giornata non mi aveva neanche rivolto la parola
“Ho solo trent’anni!” – disse lei sedendosi sul tavolo
“E allora?” – gli chiesi, non capivo cosa voleva dire con quell’affermazione
“Nulla volevo solo dirtelo, li ho fatti oggi.” – disse lei, una lacrima le rigò il viso che le fece bruciare un po’ la ferita.
Mi ci avvicinai e le accarezzai la guancia e poi gli dissi: “Auguri!”
“Grazie!” – rispose scostandosi
“Perché non l’hai detto agli altri?” – gli chiesi facendola passare
“Perché non interessa a nessuno, non mi ha chiamato nessuno oltre mio zio e mia madre, nessuno.” – mi disse in un filo di voce
“E allora? Tuo padre è impegnato! Lo sa quello che hai fatto?”
“No, forse lo sta scoprendo ora…”
“Il buon vecchio generale….”
Lei mi sorrise, ma non disse nulla. Aveva un’aria triste sconsolata, si era seduta sul divano a peso morto, dopo dieci minuti che la guardavo mi disse: “ Non ho niente da dirti!”
“Non voglio detto nulla…”- gli dissi sedendomi accanto a lei, aveva gli occhi lucidi e persi nel paesaggio romano
“Ne sei sicuro? Ieri abbiamo fatto una cavolata!” – aveva la voce dura e ora mi guardava
“Succede! Non ci fa nulla!” – dissi io, forse aveva ragione, ma non potevamo tornare indietro
“Si , infatti, per favore mi medichi?” – mi chiese poi
“Si certo! Sul tavolo!” – gli dissi scherzando, lei si mise a ridere, aveva una risata silenziosa quanto graziosa
 
[Laura]
Dicevo cose insensate, non sapevo neanche io cosa dire, non mi diceva nulla, quello sguardo era troppo sincero per me e mi devastava dentro, mi sentivo nuda davanti a lui, no il mio fisico, ma la mia anima.
 
Ero seduta sul tavolo ed ero persa nei miei pensieri fino a quando Orlando mi chiese: “ Ti brucia?”
 “No…” – risposi io, mi bruciava, ma era inutile dircelo
“Laura, per favore smettila! Ieri non è successo nulla! Amici come prima?!” – mi disse lui porgendomi la mano
“Ok!” – gli dissi stringendogli la mano – “Ma l’ultimo bacetto da amici?” – gli chiesi avvicinandomi ancora di più di quanto non lo ero già
“Ci può stare!” – li scappò il bacio, veloce, non c’era malizia, c’era solo della dolcezza o forse nulla, appena si staccò da me mi sorrise e mi disse: “ Continuiamo la medicazione?”
“Si!”  - gli risposi io rispondendo anche al sorriso
“Abbiamo finito!” – mi disse dopo poco
“Io fra massimo cinque giorni ritorno! Anche con l’occhio nero!”
“Ti dona, ti fa maschio!Però dovevi stare almeno una settimana” – mi disse lui facendomi ridere
“Ma va! Ma che ore sono?” – gli chiesi, scendendo dal tavolo
“Le 19:00” – mi rispose – “ Sta venendo Daniele!” – mi disse guardando il cellulare
“Bello!” – risposi io con entusiasmo
 
Dopo poco suonarono alla porta era Daniele, aveva un pacco in mano
“Ma che cos’è?” – gli chiesi dopo averlo salutato
“Wii.”- disse lui scartandolo
“Giochiamo! C’è pure il Fit vero?”
“Si!”- rispose lui
 
“ Allora vieni!”
“Ora esce un mega schermo da cinema.”
“Non è proprio da cinema, ma ci può stare!” – gli risposi facendo scendere il mega schermo
“Io me ne vado!” – mi disse lui
“Ma che! Tutto questo l’ho avuto anche grazie a mia sorella e mio padre!” – gli dissi io, mi aveva fatto imbarazzare, mi piaceva la mia casa
“Dai non ti preoccupare, al massimo mi stabilisco qua!” – affermò Ghirelli facendo ridere tutti
“Ghiro e Orlando sistemate la e io vado a cambiarmi, non posso giocare vestita così!”
 
[Orlando]
Salì quelle scale e Ghiro mi chiese – “ Che avete fatto?”
“Nulla gli ho medicato la ferita e abbiamo chiarito.” – gli risposi io
“Non mi convinci! Che vi siete detti!”
“Che siamo amici!”
“E tu non sei convinto vero?” – mi disse lui non sistemando più i cavi
“Si, ma ora basta che sta scendendo”
“Io non lo so! Ma ancora non avete finito?” – chiese Laura dietro di noi, ci girammo e la trovammo con un pantaloncino di jeans che arrivava poco più su del ginocchio, non era più corto dei suoi vestitini e quella solita felpa, era scalza con un paio di calze nere e i capelli legati in una coda
“Abbiamo finito non ti scaldare!” – gli disse Ghirelli con finta superiorità
“Si, ma tanto la prima a giocare sono io!” – disse Laura mettendosi in mezzo a me e Ghiro, aveva un buon profumo, dolce, ma delicato.
“Fatto!” – gridai
“Finalmente!” – mi disse Laura dandomi una pacca e facendomi perdere l’equilibrio
 
Giocammo fino alle dieci passate tra risate e prese in giro, sembravamo dei ragazzi di sedici anni che giocavano.
 
“Ora mangiamo!” – decretò Laura spegnendo la consol.
“Andate  a comprare il gelato!” – gridò dalla cucina
“Come lo vuoi?” – chiesi afferrando la giacca
“Nutella, kinder cereali e biscotto” – mi rispose lei
“Al bar qui sotto li vendono questi gusti?” – chiese Ghiro precedendomi e afferrando anche lui la giacca
“Si certo! Aspetta che vi do i soldi!”
“Ci fai sentire dei poveri!”- gli dissi come finto rimprovero
“Ma che! Mi avete comprato il Wii! E poi non mi permetterei mai!”- disse Laura
“Andiamo va!” – disse infine Ghiro trascinandomi fuori casa
 
Era mezzanotte passata ed era il momento di tornare a casa, avevamo riso come al solito e Laura si lamentava che tutti la chiamavano per chiederci come stava.
 
“Laura, prima che me ne vado!” – disse Ghiro
“Si?”- disse Laura
“Toglimi una curiosità quanti anni hai? Perché neanche ce l’hai detto!” – Ghiro se la poteva risparmiare quella domanda, Laura torno rigida un momento per poi rispondere calma –“ Ne ho trenta.”
“E quanto li fai?” – continuò allora Ghiro
“Oggi…” –rispose in modo confuso Laura
“Come oggi? Ma fatti abbracciare!” – dopo l’abbraccio Ghiro riprese a parlare –“ Perché non ce l’hai detto? Orlando se lo sapevi sei un infame!” – disse Ghiro con tono severo
“Ma che vi dovevo dire? E’ un compleanno come gli altri, anzi questo l’ho passato in compagnia!”
“Ma smettila! Che neanche la torta c’era! Orlando tu invece?” – mi chiese fulminandomi
“Si io lo sapevo, ma a mia discolpa posso dire che me l’ha detto solo oggi pomeriggio quando ve ne siete andati voi!” – dissi io alzando le mani e mettendomi a ridere.
 
Dopo un’ora di aver salutato Laura eravamo finalmente  a casa.
“C’è che poi sei un cretino! Mi potevi mandare un messaggio che invece del Wii ci portavo qualcosa di più sensato!” – mi rimproverò Ghiro appena entrati a casa
“La prossima ci farò più attenzione!”
“Comunque è straricca!” – disse lui sbalordito
“Tutto grazie a sua sorella! Gli avrà mandato tutte cose lei! E’ un architetto!”
“Ah ora si scopre! Comunque mi sono scordato di chiamare a Costanza!” – disse lui calmo
“Ce l’ho detto io stai tranquillo!”
“Grazie amico! Notte!” – mi disse lui chiudendo la porta io andai a dormire poco dopo
 
 
[Ghiro]
Erano le sette e mezza, lunedì e io ero stranamente pieno di forze, forse perché Laura la sera non ci aveva fatto toccare alcool oltre a quel po’ di champagne rimasto dalla terza bottiglia del pranzo, dovevamo recuperare, quindi decisi che gli avrei mandato un bel mazzo di fiori da parte di tutta la squadra.
 
[Laura]
Erano le nove di mattina, ancora stranamente non si era fatto sentire nessuno, anche se ci conoscevamo da poco e all’inizio avevamo avuto alcuni screzi, tutti si erano affezionati a me e perché no, e io a loro, mi suonarono alla porta, io come sempre indossavo i miei grandi occhiali anche se la ferita si vedeva ancora.
“Chi è?” – chiese
“Fioraio!”
Il fioraio? Ma forse ha sbagliato, aprii così la porta – “Lei è il maggiore Messina Laura”
“Si sono io!”
“Questo è per lei!” – mi porse il mazzo di fiori e poi se ne andò
 
Era un mazzo proprio bello, molto colorato, stava bene in cassa mia, ma chi l’aveva mandato?
Presi il biglietto e fuori c’era scritto *Per il maggiore Messina Laura*
Dentro invece c’era scritto *Anche se con un giorno di ritardo tutta la squadra vuole augurare a un maggiore tutto d’un pezzo un felice trentesimo compleanno! Firmato: Ghiro, Bart, Costanza, Emiliano e in fine quell’infame di Orlando!*
 
Erano stati veramente carini, Ghirelli un cecio nella pancia non se lo teneva, volevo chiamare, ma di nuovo la porta mi blocco era un altro fioraio questa volta erano trenta rose rosse, era mio padre il biglietto diceva
*Alla mia piccola bambina, maggiore dei carabinieri che ha compiuto trent’anni e ancora non mi dice nulla delle sue operazioni, ieri non ti ho chiamato perché mi hai fatto veramente arrabbiare, ma fortunatamente quel simpaticissimo tenente Serra mi ha informato lui dopo la chiamata fatta da tuo zio, ma come devo fare con te? Stellina mia! Auguri, affacciati e guarda il tuo regalo! Ti voglio bene e chiamami! Firmato: Papà, mamma e co.*
 
Era arrivata la mi BMW, mio padre era la persona più bella del mondo! Lo adoravo, era arrabbiato con me, ora l’avrei dovuto chiamare e tranquillizzare.
Dopo una chiamata di meno di mezz’ora con mio padre toccava la chiamata al R.I.S.
“Carabinieri” – rispose il centralinista della caserma
“Buon giorno sono il maggiore Messina, mi passa per favore il R.I.S.?”
“Certo!” – mi disse non dandomi neanche il tempo di dirgli con chi volevo parlare
“Tenente Serra” – mi rispose dall’altra parte del telefono
“Pezzo di infame grazie per i fiori!” – gli dissi io sorridendo
“Sempre tenera te?” – mi disse lui
“Non sono tua sorella!” – gli dissi con finto rimprovero
“Scusi maggiore!”
“Ma va! Mettetevi un attimo nel mio ufficio che vi saluto subito!”
“Certo!” – non sentii più nulla fino a quando dopo qualche minuto la voce di Costanza risuonò nella cornetta –“Laxxxxxxxxxx!”
“Ragazzi sono in vivavoce?”
“Si” – mi risposero tutti
“Buon giorno ragazzi! Grazie per i fiori non ce n’era bisogno!” – gli dissi io osservando i fiori davanti a me, li avevo messi sopra così la luce li avrebbe fatti durare, almeno credo
“Ma che! E’ stato un piacere!” – mi disse Ghiro
“Ragazzi voglio essere aggiornata però non vi disturbo più! Ora a lavoro!”- gli dissi con tono autoritario
“Ciao va!” – mi disse Orlando chiudendomi il telefono in faccia, era un bambino, pensai, come una cretina sorrisi, non capivo cosa provavo, ma era qualcosa di importante.
 
Erano le nove e mezza e avevo deciso di medicarmi da sola, quando il campanello cominciò a suonare
“Chi è?”- chiesi, non ero nelle condizioni di ospitare alcuna persona.
“Carabinieri!”- mi risposero
Aprendo trovai tutta la squadra nel pianerottolo, con in mano due gradi pizze famiglia e Orlando con il gelato e un buon vino.
“Avanti!” – gli dissi, solo allora mi accorsi che avevo uno di quei pantaloncini che con un movimento brusco rimanevo praticamente nuda e una canottiera bianca e un paio di pantofole a dir poco ridicole erano a forma di cane, ma non ci faceva nulla, la mia squadra da li a poco sarebbe diventata la mia famiglia
“C’è che poi me le devi prestare quelle!”- mi disse Ghiro indicando le mie ciabatte
“Non sono bellissime? Se vuoi ti dico dove le ho comprate!”- gli dissi sbarazzando il tavolo della sala da pranzo
“E perché no, ce le compriamo tutte uguali!” –  si intromise Emiliano
“Io le voglio fucsia come quelle di Laura!” – disse Ghiro con voce da femmina
“Sono lusingata” – Orlando, Bart, Emiliano e Costanza se la ridevano
Dopo aver mangiato e medicato la ferita ci spostammo nel mio ufficio per parlare del caso che si era presentato al giorno, passò così la serata fino alle due e mezza passate.



Spazio autrice :
Spero il capitolo vi piaccia, la squadra come al colito è molto carina e Laura continua a nascondere il suo passato sembrerebbe. La casa vi piace?  Ho rubato l'idea di mio fratello, beggio per lui che lascia i suoi documenti per casa! Spero di postare un nuovo capitolo prima che parta! Baci!

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Capitolo 23
*** Kamila ***


[Laura]
Finalmente era lunedì, finalmente di nuovo a lavoro, io e i miei colleghi ci eravamo visti a casa mia tutte le sere, con Orlando non avevo avuto l’occasione di parlare in privato, ma forse era meglio così; la ferita si vedeva ancora e l’occhio nero era meno visibile. Ma tutto andava bene.
 
[Orlando]
Stavo entrando in laboratorio insieme agli altri e Laura aveva appena aperto la porta del suo ufficio quando un brano suonato al pianoforte cominciò a risuonare in tutto il laboratorio, proveniva dall’ufficio di Laura, tutti ci  precipitammo a vedere, nel video si vedeva una giovane donna seduta al pianoforte, Laura era immobile.
[Laura]
Quella musica risuonava nella stanza, la mia squadra era tutta la, - “Non si ferma!” – gridò Daniele
“Stai fermo!” – gli dissi io, ero paralizzata da quella musica, da quel video, non sapevo cosa fare
 
[Orlando]
Quando la pianista finalmente si alzò capimmo che quella era Laura, ma il video continuava, spuntò  un uomo islamico sembrava e cominciò  a parlare l’unica cosa che disse in italiano fu “Muori!” così finiva il video, Laura era basita non muoveva un muscolo, non disse nulla.
 
[Laura]
Mi hanno trovata, faranno del male a me e a tutti i miei colleghi, devo ancora soffrire?  Tutti mi guardano, non conoscono il mio passato, questo è vero, forse è arrivato il momento di parlarne
Una mano si posò sulla mia spalla era Orlando, si c’era sempre lui, mi guardò e da li capii che tutti volevano una spiegazione.
Mi allontanai mi voltai e dissi solamente Accomodatevi. Un vortice di emozioni mi colpiva, i ricordi si facevano sempre più spessi nella mia mente e questo mi distruggeva.
 
[Orlando]
Tutti si accomodarono, Laura ci guardò tutti dopo pochi secondi uscì di corsa dalla stanza, stavo per uscire quando Ghiro mi ordinò di sedermi e stare calmo.
Dopo pochi minuti rientrò, aveva un volto ancora più turbato e disse solo “Aspettiamo una persona!”
“Laura ora che facciamo?” – chiese Bart, forse ancora l’unico pensante
“Tu e Orlando andate a prendere i video della caserma, non li guardate, mandate una richiesta scritta, non uscite dal laboratorio fin quando io non vi do il permesso, e prendete anche i turni di oggi!” – così dicendo uscì .
 
Dopo due ore tornò  in sala riunione, il suo umore era uguale a quello di prima, ma i suoi occhi erano tornati forti come li ricordavo.
“Ragazzi, vi presento un mio caro amico e collega, il capitano Cristian  Menzo.”  - dalla porta entrò un uomo dai capelli rossi ed era molto alto, si avvicinò a capeggiare il tavolo insieme a Laura, ci scrutava poi fece un cenno a Laura e lei annuì.
 
[Laura]
Cristian per me era un ancora di salvezza, era tutto per me.
“Ragazzi, quello che ha detto quell’uomo è che mi ha trovata e mi vuole uccidere!” – dissi tutto d’un fiato
 
[Orlando]
Era persa nei suoi pensieri, stava forse viaggiando nei tempi addietro, si fermò, poi Cristian gli si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò qualcosa.
 
[Laura]
Sentii la voce molto calma e serena al mio orecchio “Continua!”
“Tutto ebbe inizio tre anni fa… partii insieme a miei due colleghi per catturare dei terroristi, questa spedizione durò due anni circa, eravamo in Islam, io ero una schiava, mi ero fatta catturare perché non portavo il velo, no dalla polizia, ma dai terroristi, i miei due colleghi furono invece reclutati come terroristi,  uno dei due morì  era il co-capo insieme a me. I terroristi li catturammo tutti, tranne uno, quello del video.” – dissi tutto d’un fiato, credevo di aver chiuso per sempre quel capitolo della mia vita
 
[Orlando]
Era scossa nel dire quelle parole, Cristian era un po’ dietro di lei e le stringeva una spalla, Laura non aveva ancora detto qualcosa questo lo percepivo, si fermò a guardarmi per poi abbassare di nuovo lo sguardo, Cristian la avvicinò a se e le sussurrò qualcosa di nuovo.
 
[Laura]
“Digli tutto!” – mi sussurrò
“Lo devo fare per forza?Non ce n’è bisogno!” – gli dissi con rabbia, ma ugualmente con tono pacato
“Sono i dettagli a fare la differenza!” – disse poi lui ad alta voce facendo irrigidire i presenti
 
[Orlando]
Dopo un lungo istante di silenzio Laura era turbata e non voleva parlare poi si decise, la voce era sicura, ma molto bassa –“ Stavo sempre chiusa in casa…-“
“Devi dirgli tutto! “ – gridò Crtistian esasperato dal silenzio di Laura che stava esasperando anche noi
“Mi hanno malmenata e hanno abusato di me, per tutto il mio soggiorno, dormivo legata, stavo legata tutto il giorno a terra, non mi facevano neanche mangiare il più delle volte, era tutto così brutto, ma fortunatamente qualcuno lo abbiamo preso, Cristian l’ho mandato in Italia perché lo stavano scoprendo e se scoprivano lui scoprivano tutti, ce ne mancavano solo due, ne stavamo uccidendo uno però il secondo ci scoprì, il capitano Cielo per farmi scappare si fece uccidere…” – aveva gli occhi lucidi, la voce tremava, guardò Cristian e lui fece cenno di continuare
“Il capitano Cielo era il mio fidanzato, appena tornavamo volevamo sposarci, lo scoprirono così chi ero veramente, se no tornavo in Italia e tutto questo non succedeva…” – aveva uno sguardo lucido, lontano anni luce da noi, una lacrima le rigò il viso, lei l’asciugo velocemente per poi stringersi nelle braccia del suo amico
 
[Laura]
Avevo finalmente raccontato tutto, quei ricordi li volevo seppellire e invece sono tornati a galla, facevano ancora male, molto male, tutti mi guardavano perplessi e stupiti e io mi sentivo senza forze, ero rinata appena avevo messo piede a Roma e invece sono ricaduta. Mi feci cullare da quell’abbraccio per qualche secondo poi mi allontanai, vedevo ancora lo sgomento negli occhi dei presenti, questo forse gli faceva paura, un altro incubo pensavano.
-“ Ragazzi, voi state tranquilli io farò tutto e vi proteggerò” – dissi in tono calmo
 
[Orlando]
Era così ostinata quella ragazza dalle buone maniere, capivo solo ora perché mi voleva aiutare, aveva perso anche lei una persona a lei cara per lavoro, per questo era così forte, ne aveva viste tante forse troppe
“Che vuoi fare?” – gli chiesi allora
“Nulla, ce… lui attaccherà, dobbiamo stare attenti, mi dovete isolare così sarò facile preda…e tutto andrà per il verso giusto…!” – Cristian  faceva cenno di no con la testa e io ero su tutte le furie, diceva cose insensate
“Qua nessuno viene lasciato solo!” – dissi io alzandomi
“Serra siediti! Cristian… ascolta, torna a casa.. lasciami i fascicoli e se avrò bisogno di te ti chiamo!” – disse prima rivolta a me e poi rivolta a Cristian
“Ne sei sicura?” – chiese allora Cristian guardandola in faccia
“Si..” – uscì solo quello dalla bocca di Laura, poi lei gli si buttò al collo e dopo poco lui se ne andò
 
[Laura]
“Ragazzi… io in questo momento non so cosa fare… quindi andiamo tutti a casa che è meglio!” -  non avevo la forza di fare nulla in quel momento, era tardi, potevamo riprendere tutto domani senza fretta
 
“No… sinceramente io vorrei vedere il video e trovare delle tracce!” – disse Ghiro
“Ma non siete stanchi?” – chiesi io
“No! Siamo solo in pensiero!” – disse Bart
“Va bene! Allora a lavoro! Io e Orlando andiamo ad interrogare i carabinieri che erano all’entrata, Bart e Costanza visioneranno i video della sicurezza e Ghiro il computer! A lavoro!” – stavano tutti per uscire quando una cosa la dovevo dire – “Grazie ragazzi!” – gli altri mi sorrisero per poi uscire, però il telefono riecheggiò nella stanza
“Pronto” – risposi
“Kamila!Ti ho fatto una bella sorpresa a presto!” – era lui, era Halim
 
[Orlando]
Laura, si irrigidì per poi dire : Era lui!
[Laura]
Eravamo tutti sconcertati, la prima io, stavo per aprire bocca quando mi risuonò il telefono era il maggiore :”Laura, hanno ucciso una ragazza di sedici anni, malata di cancro…”
[Orlando]
“A cosa precisamente?” – chiese Laura quasi urlando
“Aveva il NBL, ma era guarita, stava uscendo dall’ospedare”
“O dio…” – disse lei con un filo di voce
“Aspetta Laura, c’era un biglietto c’è scritto : Alla perfetta Kamila. Ma non è scritto bene, in tre parole ci sono due errori!” – concluse il maggiore
“Grazie..” – chiuse lei
 
“Ragazzi.. già ha fatto la prima vittima.” – disse lei in un respiro
“Chi è?” – chiese Bart
“Una ragazza, malata di NBL.”
“Di che?” – chiese Ghiro
“Neuroblastoma, è un cancro, ha scelto con precisione la sua vittima… e io so chi è!” – disse lei
“Come?” – chiesi io, non capivo
“C’è pure un biglietto a Kamila, mi chiamavo così in islam la perfezione… e poi vi devo dire un’altra cosa, la ragazza aveva sedici anni ed era guarita, e io sono stata malata di NBL e a sedici anni ero guarita.. e questo il terrorista lo sapeva, l’avrà scoperto ad una mia intervista dopo il concerto, ho cominciato a suonare quando mi sono ammalata a quattro anni…Ora per favore andate a lavorare, non chiedetemi altro.”- aveva sofferto, si sentiva dalla voce, era così fragile in quel momento
[Laura]
Erano usciti tutti, almeno credevo, volevo stare sola
“Laura, vieni!” – mi disse con voce dolce indicandomi il posto sul divanetto accanto a lui
 
[Orlando]
Era ancora troppo scossa, ma  si accomodò vicino a me e rimase zitta, guardava a terra e delle volte alzava lo sguardo verso la foto ancora proiettata sulla LIM.
“Laura…” –la richiamai accarezzandole la mano, l’aveva così liscia e morbida, i capelli erano un po’ più lunghi dalla prima volta che l’avevo vista, gli toccavano le spalle, gli stavano bene, nel video erano lunghi.
Laura si girò e aveva quegli occhi grigi lucidi, pieni di lacrime, mi guardava per chiedermi aiuto, quegli occhi erano una preghiera, aveva paura, la sua rigidità e la sua forza in quel momento erano andati a farsi fottere, voleva piangere, ma non ci riusciva, l’abbracciai e si mise a piangere, così senza fare rumore, come una bambina che si era sbucciata un ginocchio, aveva un dolce profumo, un profumo antico. Il nome Kamila era azzeccato, era veramente perfetta
 
[Laura]
Quell’abbraccio era tutto quello che mi serviva in quel momento
 
[Ghiro]
Non avevamo trovato molto alla prima visione ed eravamo tutti molto stanchi, Laura ci fece scortare tutti a casa e anche lei fu scortata, ma da più uomini.
Che giornata! Pensammo tutti, Laura non disse nulla a noi e neanche ad Orlando, ci disse lui.
Kamila, che nome…





















Spazio autrice:
Se pensavate che ero morta, non vi davo torto! Mi scuso veramente tanto sono sparita, ma sono sempre impegnatissima, ansi ora ho deciso di continuare gli studi fuori l'accademia, gli studi scientifici vengono meglio! Sono sempre troppo impegnata, scusatemi tanto, spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate! :* spero di postare altri capitoli sia di questa che dell'altra stroria il prima possibile! 
Kiss
L.

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