Anche gli assassini hanno un cuore.

di Shakechan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri casuali scelti dal destino. ***
Capitolo 2: *** Primi sentimenti. ***



Capitolo 1
*** Incontri casuali scelti dal destino. ***


Ho sempre desiderato scrivere una yaoi sul fumetto di HxH e finalmente ce l’ho fatta! Anche se questa è la prima storia che scrivo riguardo HxH, probabilmente non sarà l’ultima! °w°
Buona lettura cari!

 

 

CAP1

 

-Incontri casuali scelti dal destino.

 

 

Se ho freddo, non posso coprirmi.

Se ho fame, non posso mangiare.

Se mi fanno male tutti i muscoli, non posso riposarmi.

Perché? Perché io sono un assassino, non un semplice assassino però… sono il terzo figlio della famiglia Zaoldyeck.

Il mio nome è Killua Zaoldyeck e fin da quando sono nato mi hanno insegnato l’arte dell’assassinio.

Non ho mai potuto lamentarmi, ho sempre subito torture sul mio corpo per irrobustirlo a qualsiasi situazione mi venga messa davanti.

Sono immune alla maggior parte dei veleni che esistono, posso sopportare con facilità elevate scosse elettriche, ho imparato a modificare il mio corpo per strappare il cuore del mio avversario a mani nude e ho una forza molto più elevata dei normali ragazzi della mia età.

Ah giusto, ho solo dodici anni ma i miei genitori hanno già visto un grande talento in me.

Non provo sentimenti, mi hanno proibito anche quelli.

Non ho amici ne conoscenti, sono una promettente macchina assassina.

Oggi ho il mio primo incarico da assassino professionista: devo uccidere un certo uomo di nome Kaito per un ricco cliente che si è rivolto a noi.

Il luogo dove mi sto dirigendo è l’Isola Balena, una modesta isola ricca di fauna, gli abitanti sussistono in pesca e agricoltura.

Una volta sbarcato prima troverò quel cacciatore di nome Kaito e poi agirò grazie al favore del buio.

Arrivai sull’isola nel primo pomeriggio e senza perdere tempo iniziai a memorizzare tutte le facce delle persone che mi passavano accanto.

Raccolsi informazioni origliando le conversazioni della gente.

Scoprii che un forestiero si aggirava da qualche tempo nella foresta.

Senza perdere tempo mi precipitai dentro la grande vegetazione di quell’isola.

Non mi fu difficile adattarmi a quell’ambiente selvatico e pieno di pericoli, anche perché erano gli animali a scappare da me.

Vidi un agile ombra scattare via tra la folta vegetazione.

Con il minimo sforzo, senza pensarci troppo, scattai in avanti all’inseguimento di quell’ombra.

“E’ lui, è sicuramente lui! Nessun uomo normale si aggirerebbe con tanta agilità in una foresta così pericolosa!” Pensai saltando di ramo in ramo e tenendo sott’occhio i movimenti agili di quell’ombra.

Vidi l’ombra saettare a destra.

“E’ mio!” Pensai con sicurezza lanciandomi con tutta la forza che avevo nella gambe verso destra.

Afferrai al volo l’individuo e rotolammo per qualche metro sullo smussato terreno.

Sdraiato sopra di lui ero già pronto a rompergli l’osso del collo.

Afferrai con forza la testa del ragazzino e…

“Cosa?!” Gridai osservando meglio l’individuo sotto di me.

“Ciao!” Mi fece lui sorridendo.

Era un ragazzo intorno alla mia età, dagli ispidi capelli neri a spazzola, dei tondi occhi marroni e uno stupido sorriso stampato in faccia.

Indossava dei semplici calzoncini verdi abbinati alla giacca.

Lo fissai, incredulo del mio fallimento.

Senza dire niente mi rialzai in piedi e ripresi a camminare per la foresta.

“Hey! Sei nuovo?” Mi chiese il ragazzo mentre si alzava goffamente dal terreno.

Provai ad ignorarlo e continuai il mio percorso nella foresta.

“Io mi chiamo Gon e tu? Non ti ho mai visto qui!” Continuava a dirmi quello strano ragazzo.

Per seminarlo ripresi improvvisamente a saltare fra i rami degli alberi.

“Dai! Perché non mi dici come ti chiami?!” Mi gridò il ragazzino sorprendendomi per il fatto che riuscisse a seguirmi correndo agilmente tra le piante sotto gli alberi.

Irritato, scesi dall’albero e mi parai davanti a lui, afferrai con uno scatto la sua fragile gola.

“Ragazzino, smettila di seguirmi!” Gli gridai minaccioso.

“Hey!Abbiamo praticamente la stessa età secondo me! Non puoi chiamarmi ragazzino!” Mi gridò di rimando, sembrava essersi offeso.

Rimasi stupito.

“Sei stupido o cosa?” Gli chiesi lasciando la presa dal suo collo.

“Io voglio solo sapere come ti chiami!” Mi rispose allegramente .

Lo guardai a lungo, nei suoi occhi non c’era la minima paura, solo squisita innocenza mischiata a curiosità.

“Mi chiamo Killua e sono il terzo figlio di una famosa famiglia di assassini.” Gli dissi guardandolo negli occhi.

Ecco, adesso scapperà a gambe levate come minimo. Chi vorrebbe mai avere a che fare con un assassino?

“Oh! Deve essere un lavoro molto impegnativo!” Mi disse con aria innocente e con uno sguardo illuminato.

 Lo fissai stupito, nei suoi occhi non c’era il minimo accenno di paura.

“Chi è questo ragazzo?” mi chiesi dentro di me “Chi mai avrebbe il coraggio di continuare a parlare con una persona che per sopravvivere uccide il prossimo?”

“Ah, non so se prima mi hai sentito ma io mi chiamo Gon, Gon Freecss!” Continuò a dirmi lui.

Lo continuai a fissare restando immobile.

“Quanti anni hai? Io ne ho dodici!” Mi disse avvicinandosi a me.

“Anche io ne ho dodici.” Gli risposi.

Già, perché gli risposi? Non lo so nemmeno io. Cosa mi stava passando per la testa?! Parlare con uno sconosciuto invece di cacciare la mia preda!

“Fantastico!” Mi gridò il ragazzino facendomi rinvenire dai miei pensieri “Devo assolutamente presentarti a zia Myto! Vieni con me!” Mi gridò Gon e senza che potessi dire niente, mi trascinò per mezza foresta fino ad arrivare davanti ad una decrepita casupola.

Avrei potuto benissimo liberarmi dalla presa di Gon, ma non lo feci. Quel ragazzo mi aveva sorpreso e incuriosito, volevo studiarlo! Se Kaito avesse voluto abbandonare l’isola io lo avrei saputo subito grazie alla mia rete di informazioni che mi ero creato. Quindi per il momento decisi di rimanere accanto a quel ragazzo fino a che non mi fossi stufato.

“Zia Myto! Zia! Voglio presentarti un mio nuovo amico!” Gridò Gon.

“Amico?!” Pensai “Ma se ci siamo conosciuti pochi minuti fa! Sta scherzando, vero?!” Pensai dentro di me mentre mostravo all’esterno un comportamento del tutto calmo.

“Cosa c’è Gon?! Sono impegnata con il bucat… O santo cielo! Gon, ma quando hai intenzione di dirmi che abbiamo ospiti?!” Gridò una donna affacciandosi dal terrazzo, tenendo in braccio un cumulo di lenzuola bianche.

“Lui è Killua! Ha la mia stessa età!” Gridò eccitato Gon, indicando prima lui e poi me.

Non riuscii a trattenere un sorriso.

“Che buffo ragazzo…” Pensai ridacchiando.

“Oh! Hai riso!” Mi fece notare parandosi davanti a me con uno strano sorriso sul volto, come per dire: “Ti ho beccato!”.

“Eh? No! Stavo solo tossendo!” Dissi sbrigativo voltando velocemente la testa, sentivo la mia faccia che divampava piano, piano.

“Guarda che se ridi non succede nulla!” Continuò a insistere Gon, mettendo di nuovo la sua faccia a poca distanza dalla mia.

“Piantala di starmi così vicino!” Gli gridai mettendogli una mano in faccia per allontanarlo da me.

Ma cosa mi stava succedendo? Perché mi stavo agitando così tanto? Per un assassino professionista perdere la calma è la peggior cosa che possa succedere!

“Va bene! Ho capito! Lasciami!” Si lamentava Gon, tentando inutilmente di togliere la mia mano dalla sua faccia.

Riscosso dai miei pensieri mollai subito la presa.

Intanto la donna chiamata Myto riprese a parlarci.

“Hey, ragazzi! Che volete fare? Ormai è ora di pranzo! Perché non entrate? Vi preparo un bel banchetto!” Gridò la donna rientrando sbrigativa in casa.

 “Sei forte, Killua! Che ne dici di pranzare da me prima di tornare a esplorare la foresta?” Mi chiese allegramente.

La sua faccia sorridente non accettava no.

Sentii il mio cuore accelerare leggermente a quella tenera espressione.

“Va bene…” Risposi imbarazzato.

“E’ la prima volta che vado a pranzo da qualcuno…” Pensai stupito “ma di cosa mi stupisco? Queste sono sicuramente le abitudini di un ragazzo normale…” sospirai.

“Sei triste?” mi chiese Gon all’improvviso “tranquillo, zia Myto cucina molto bene! Vieni!” Ancora una volta quel ragazzo sconosciuto mi stava trascinando da qualche parte senza chiedere il mio parere, ancora una volta non mossi un dito per impedire di essere trascinato nella sua vita.

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Capitolo 2
*** Primi sentimenti. ***


Dedico questo capitolo a cipollotto, la ragazza più chiacchierona che si possa incontrare!

Buon salve a tutti! Ecco il secondo capitolo dalla mia ff su HxH, spero che vi piaccia come vi è piaciuto il primo!

Buona lettura carissime! °w°

 

 

CAP2

 

 

-Primi sentimenti.

 

 

“Come ci sono finito in questa situazione?” mi chiesi cercando di mantenere l’espressione della mia faccia più neutrale possibile mentre la donna che Gon chiamava Myto mi serviva la terza porzione di pesce.

“Guarda quanto sei magro!” si lamentava la donna buttandomi nel piatto un altro pezzo di pesce “Non si è mai visto un ragazzo della tua età così magro!”

“Non ho bisogno di mangiare così tanto…” provai a dire nel tentativo di dissuaderla a darmi un altro pezzo di pesce. Non funzionò.

“Ma non dire sciocchezze!” mi gridò contro sedendosi accanto a me “alla tua età il corpo è in crescita ed ha bisogno di molto cibo!” disse tagliando un pezzo di pesce e portandoselo alla bocca.

In quel momento avrei preferito essere frustato cento volte piuttosto che ingoiare un altro pezzo di pesce! Ero sicuro che se la mia pancia non fosse stata abituata a sopportare ogni sorta di veleno e cibo, sarei collassato per indigestione!

Lanciai uno sguardo d’aiuto a Gon e lo vidi intento a divorare voracemente la sua porzione di pesce.

“Bene, Gon è inutile al momento. Devo sbrigarmela da solo.” Pensai cercando con gli occhi una via di fuga.

“Bhè? Non mangi?” mi domandò la donna indicando il mio piatto.

“Io…” iniziai a dire guardandomi velocemente intorno.

“Pensa Killua, pensa!”

“Allora?” continuò a chiedermi la donna avvicinando pericolosamente la mano verso la pentola contenente altro pesce.

“D-Devo andare al bagno!” gridai saltando in piedi e correndo via.

“Eh? Ah! Guarda che quello non è il bagno!” mi gridò dietro la donna mente fuggivo via da quella casa.

“Ma cosa mi era passato per la testa?! Non potevo di certo mangiare con delle persone… normali!” pensai mentre correvo nel bosco.

Mi arrampicai veloce sopra un albero e mi sedetti sopra il ramo più alto che c’era.

“Un altro pezzo di pesce e sarei esploso!” borbottai per lasciarmi sfuggire un sospiro di sollievo.

Un fruscio poco lontano dall’albero in cui mi trovavo attirò la mia attenzione.

Mi immobilizzai e misi all’erta tutti i miei sensi e iniziai a respirare lentamente in modo da rendere impercettibile il mio respiro.

Un altro fruscio. Questa volta era molto più vicino a me.

Silenziosamente mi spostai nell’ombra creata dalle foglie dell’albero.

Poteva essere chiunque, ma la gente del villaggio non andava mai da sola nel bosco e solo un forestiero in quei giorni si spostava da solo, cioè Kaito. Se era lui, lo avrei ucciso senza neanche dargli il tempo di capire cosa stesse succedendo.

Modificai la mia mano in modo da potergli strappare facilmente il cuore dal petto.

Un altro fruscio. Questa volta balzai velocemente nel punto da cui era provenuto il rumore.

“AH!” gridò la mia vittima una volta che lo atterrai a terra ma quando stavo per lacerargli la carne mi ritrovai faccia a faccia con Gon.

“Killua!” mi gridò spaventato sotto il peso del mio corpo.

“G-Gon!” balbettai disorientato con ancora la mia mano modificata proprio sopra il suo petto.

“Stavo per uccidere Gon!” pensai fissando terrorizzato il viso ancora sorpreso di Gon, poi lui abbassò lo sguardo sulla mia mano.

Impallidii. Mi aveva appena visto in modalità assassino.

Mi alzai di scatto e nascosi la mano dietro di me, riportandola alla normalità.

Lui si alzò subito dopo e con espressione preoccupata iniziò a correre verso di me.

Preso alla sprovvista iniziai a correre anche io.

“Mi ha visto con la mano modificata! Penserà che sono un mostro!” pensai mentre fuggivo da Gon che non accennava a rallentare dietro di me.

“Killua!” mi gridò “F-Fermati!”

“Perché?!” gli gridai di rimando continuando a correre.

“Fermati! Da quella parte c’è il dirupo!” gridò Gon.

“Il dirupo…?” borbottai affaticato.

Senza che me ne resi conto mi ritrovai con un piede nel vuoto ma con i riflessi che mi ritrovavo riuscii benissimo a riprendere l’equilibrio e a fermarmi in tempo.

“C’è mancato veramente poco…” pensai mentre osservavo l’enorme precipizio che sbucava su un enorme lago.

“Fermati Killua!” gridò Gon lanciandosi di peso contro di me spingendoci entrambi nel dirupo.

“Eh?” riuscii solo a dire mentre precipitavo giù di sotto con Gon attaccato saldamente alla mia vita.

“EHH?!” gridai mentre precipitavamo a gran velocità dentro il lago.

L’acqua attutì la nostra caduta e Gon si staccò finalmente da me una volta che raggiungemmo la riva.

Ci sdraiammo sul terriccio umido vicino al lago per riprendere fiato.

“Ma dico! Sei scemo?!” gli gridai balzando a sedere.

“Stavi… per cadere!” mi rispose mentre tentava di riprendere ancora fiato.

“Ma se mi ero fermato!” gridai arrabbiato “perché mi sei saltato addosso?!”

“Volevo fermarti…” disse spostando il viso verso di me e guardandomi serio.

“AH!” gridò poi alzandosi in piedi e dirigendosi verso di me.

“C-Che c’è?!” gli gridai allarmato.

Senza rispondermi afferrò la mia mano e iniziò a esaminarla. Poi sospirò e mi sorrise “per fortuna la tua mano sta bene!” mi disse spostando la testa leggermente di lato e sorridendomi contento.

Sentii improvvisamente una morsa al cuore. Che mi stava succedendo?

Improvvisamente mi sentii il viso avvampare.

Che diamine stava succedendo?!

“Killua… sei tutto rosso in faccia… stai bene?” mi chiese Gon portando una mano sulla mia faccia e avvicinando il suo viso al mio.

Mi sentii improvvisamente in fiamme.

“G-Gon…” balbettai.

“Cavolo Killua! Ma tu scotti veramente tanto! Non è che hai la febbre?” mi chiese appoggiando la sua fronte alla mia.

Sentii il cuore accelerare improvvisamente i battiti.

“Stammi lontano!” gridai spingendolo via e scappando via.

Lo sentii gridare il mio nome ma non mi fermai.

Corsi finché non fui sicuro di essermi allontanato abbastanza da lui.

Mi nascosi in una caverna e mi raggomitolai nell’angolo più buio che c’era, immergendomi nei miei pensieri.

“Cos’era quella strana sensazione che avevo provato prima? Che mi stava succedendo?” mi chiesi stringendo le gambe al mio petto.

“Qualunque cosa stia succedendo… ora devo solo concentrarmi sul lavoro. Si, il lavoro! Devo uccidere Kaito e poi andarmene di corsa da questo posto!” pensai per poi sentire un’altra strana sensazione, come di tristezza.

“Ma se io me ne vado…” dissi in un sussurro “poi non vedrò più Gon…”

Scossi la testa in segno di no “Non devo pensare a questo! Devo concentrarmi sul lavoro!” sussurrai riportando i miei pensieri sul lavoro da svolgere.

Improvvisamente i miei occhi scorsero Gon, attaccato da un enorme volporso.

“Gon!” gridai ma prima ancora che potessi fare qualcosa, un alto ragazzo molto magro uccise con una spada la bestia, salvando Gon.

Subito dopo colpì in faccia Gon.

Una rabbia infinita invase il mio corpo.

“Come osa quel lurido…” sussurrai modificando la mia mano e preparandomi per ucciderlo.

Vidi il ragazzo dirigersi verso un cespuglio e notai che c’era anche un cucciolo di volporsa, probabilmente era il cucciolo della bestia uccisa.

Non c’era più speranza per quella bestiola, la madre era morta e probabilmente il cucciolo avrebbe fatto la stessa fine in breve tempo. L’unico favore che gli si poteva fare era ucciderlo e risparmiargli sofferenze future.

Gon però si precipitò sulla bestiola e lo strinse fra le sue braccia, nonostante la creatura lo stesse riempiendo di ferite.

Rimasi accigliato. Perché? Perché lo stava salvando?

Il ragazzo ripose la spada nella custodia e iniziò a conversare con Gon.

“Cosa voleva quel tipo da Gon?!” pensai furioso “Come osa parlargli?!”

Vidi i Gon fare una faccia sorpresa e subito dopo lasciò andare il volporsa.

I due si allontanarono insieme lontano dal mio sguardo.

“Dove vanno quei due? E da soli per giunta! Nel bel mezzo di una foresta!” pensai agitato “Aspetta un attimo… ma quel tipo… non sarà per caso Kaito?! Gon… sei in pericolo!” pensai allarmato iniziando a scendere frettolosamente l’alta roccia su cui mi ero arrampicato.

Dovevo salvarlo, dovevo salvarlo a tutti i costi! Non avrei mai permesso che qualcuno gli facesse del male! Non avrei mai permesso che qualcuno mi portasse via Gon!

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