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In
un tempo lontano dal nostro vivevano tre ragazzi di 15 anni, inseparabili amici
per la pelle. Questi erano poveri contadinelli, e per questo un po’ ignoranti.
Certo, sapevano leggere e scrivere, ma preferivano dedicarsi ad attività più
maschili come cacciare o aiutare i genitori nei campi. I loro nomi erano tre
Luca,Edoardo e Alessandro. Erano tutti molto coraggiosi e sicuri di sé, ma non
per questo superbi.
Un
giorno, mentre camminavano per il bosco, scorsero una cerva molto grande, ed ai
loro occhi anche veloce, e decisero di inseguirla. Si fecero strada attraverso
pini ed impenetrabili cespugli di rovi, che laceravano i vestiti ai nostri
amici. Mentre correvano, però, la notte li raggiunse e li costrinse a fermarsi
lungo la sponda del fiume Kiris.
-
Caspita – disse Alessandro – ma come diavolo abbiamo fatto a correre così
tanto?
-
In effetti sono un po’ stanco – ammise Edoardo
-
Credo che dovremo fermarci per questa notte e tornare a casa domani, o non
prenderemo mai quella cerva – concluse Luca
-
Aspetta a dirlo Luca, guarda… - disse l’altro. La cerva, infatti, si era fermata
vicino al fiume. I tre, quando la videro, si misero rapidamente e
silenziosamente dietro ad una roccia ad osservare la cerva. Era un esemplare a
dir poco magnifico, quasi irreale, per il quale molti artisti avrebbero pagato
oro sonante pur di immortalarne l’immagine in qualche quadro o scultura, od
appenderne le sue corna come trofeo. In quel momento alzò il muso verso la luna.
I suoi grandi occhi ambrati, dal taglio elegante, fissavano l’astro notturno
pieni di speranza, come ad esprimere un’eterna ricerca di
qualcosa.
Poi
si levò una lieve brezza da est, che fece fremere i
ragazzi.
-
Accidenti, non ora! – pensò furioso Alessandro, mentre si appiattiva
ancora di più contro il macigno che lo copriva alla vista della cerva. Questa
annusò l’aria, tenendo sempre le gambe piegate, pronta a fuggire al minimo segno
di pericolo. C’era qualcuno, ma non era solo, e questo qualcuno doveva aver
corso molto, tanto era forte l’odore del sudore. Luca incordò una freccia
all’arco, pronto ad abbattere l’animale, poi fece segno agli altri due. Questi
annuirono, ripetendo anch’essi il gesto di Luca, ed uscirono velocemente dal
nascondiglio, come avevano fatto una miriade di volte prima di allora. Negli
occhi della cerva balenò un guizzo di paura mentre, con un’altra prova di forza,
saltava il fiume per finire fuori tiro degli arcieri, trovando rifugio sotto le
immense ombre dei salici e dei pioppi, dove era una macchia indistinta di cui si
vedevano solo gli occhi. I ragazzi abbassarono gli archi. Era inutile, avevano
sprecato un’occasione d’oro. Il loro orgoglio di cacciatori li spinse a non
abbassare lo sguardo da dove la preda era fuggita, notando che li fissava, quasi
divertita. Solo allora i tre videro che quegli occhi avevano qualcosa di
diverso, di magnetico... di magico. Improvvisamente, la figura della cerva
s’illuminò di una luce ambrata, che costrinse i ragazzi a coprirsi gli occhi.
Quando la loro vista si riabituò al buio, la cerva non c’era più, ed al suo
posto c’era una fata; una delle ultime tre fate viventi sulla terra, che
risplendeva sotto la flebile luce lunare. I tre rimasero come impietriti. Al
villaggio si narrava spesso delle fate, ma erano solo leggende, “stupide
storielle per bambini”, come dicevano spesso. La fata, intanto, osservava
divertita la reazione dei ragazzi, ma in fondo doveva
aspettarselo.
Li
aveva messi alla prova e loro avevano reagito
Erano
degni degli Spiriti?
Avrebbero
accettato quell’enorme fardello?
-
Complimenti ragazzi – disse la fata, avvicinandosi. Istintivamente, i tre fecero
un passo indietro, con le prese serrate sugli archi e sulle frecce – io sono
Kate, la fata più potente delle tre rimaste sulla Terra. Non sono qui per farvi
del male. Ma, ahimè, non sono qui neppure per parlare di me, bensì per farvi un
dono molto particolare. Badate però che non è un gioco, ma una cosa seria, molto
seria. Sto per donarvi i poteri elementari. Voi sapete cosa
sono?
-
No – ammisero i tre onestamente, pur tenendo ben stretto il proprio
arco
-
Bene, ve lo spiegherò in parole povere: molto tempo fa si crearono quattro
spiriti che rappresentano i quattro elementi della vita: Fuoco, Acqua, Terra e
Aria. Fino ad oggi questi poteri sono stati custoditi da me, ma da qualche tempo
tre di essi hanno iniziato a risvegliarsi. Ho vagato a lungo su tutta la Terra
in cerca delle persone a cui affidare questi poteri, ma finora non sono riuscita
a trovarli. Oggi, finalmente, vi ho trovato e ve li porto. Li accettate? -
chiese. I tre, che erano rimasti muti per molto tempo, non riuscivano a
proferire parola.
Come
potevano fidarsi?
Tutta
quella storia era assurda!
Come
potevano tre ignoranti contadinelli essere i custodi degli
elementi?
Luca,
facendosi coraggio, riuscì ad annuire, e con lui anche i suoi amici. La fata
sorrise, con i suoi grandi occhi ambrati che lasciavano trasparire un’immensa
felicità, convincendo i ragazzi a riporre gli archi, e congiunse le mani.
Nell’ombra gettata dai salici e dai pioppi della riva opposta apparvero tre
figure, di cui si distinguevano a fatica i contorni.
La
prima cosa che spiccava era l’altezza: non erano molto grandi, bensì alti
all’incirca come i tre ragazzi. Le figure, qualsiasi creature fossero, portavano
tra le zampe tre cristalli di colore diverso, che illuminavano debolmente l’aria
circostante. Nonostante la luce dei cristalli, però, gran parte del corpo era in
ombra
-
Questi – disse la fata – sono i tre elementi che si sono appena risvegliati.
Essi sono l’Acqua, la Terra e il Fuoco. Ve li darò in ordine anzi… saranno loro
a darveli. Venite avanti – le tre figure uscirono alla luce
lunare.
Erano
draghi.
Giunti
davanti ai ragazzi i tre s’inchinarono, ed i ragazzi resero l’inchino come
meglio poterono; quindi il drago centrale, di colore blu, fece un passo avanti
portandosi di fronte a Luca, che lo fissava dritto nei suoi grandi occhi
ghiaccio
-
Io sono Ice – disse la creatura – il drago di ghiaccio e ho scelto te, Luca,
come detentore del potere dell’Acqua. Esso è forte e potente, perciò usalo bene
– detto ciò il drago porse il cristallo a Luca. Il ragazzo lo prese dalle mani
e, nello stesso istante, fu avvolto da un aura azzurra che investì completamente
tutta la foresta. La stessa cosa successe ad Edoardo e a Alessandro; che per la
potenza di quei nuovi poteri si misero ad urlare. Luca li udì ma non ci fece
tanto caso poiché anche lui si sentiva male. Fu questione di un attimo. Il
bagliore sparì ed i tre tornarono normali. Normali non proprio ora si sentivano
molto più forti e determinati di prima; inoltre sentivano un nuovo potere
affluire in loro e ne erano entusiasti. Non si resero neanche conto che la fata
era sparita. Ritornati in sé, però, cominciarono dapprima a guardarsi; poi,
lentamente, la lingua si sciolse e iniziarono a parlare
-
Accidenti, ma che diavolo è successo? – chiese Alessandro
-
Non lo so – ammise Luca – ma credo che molto presto lo scopriremo. Ora avviamoci
verso casa, che è meglio
L’alba,
infatti, li aveva sorpresi. Era successo tutto in una notte: i poteri, la fata,
i draghi. Tutto in una notte.
-
Che dire – pensò Luca – forse è tutto un sogno o forse no; una cosa è
certa: loro non si sentivano più come prima... – Mentre pensava a ciò fu
riportato bruscamente alla realtà da uno strattone di Edoardo, che indicò un
qualcosa dietro di loro
-
E di loro che ne facciamo? – chiese. Luca si girò lentamente e si rese conto che
i draghi non erano finti ma reali, e che la loro presenza disintegrava la sua
piccola convinzione che fosse tutto un sogno. D’ altronde li stavano seguendo
come cani ubbidienti.
-
Non lo so – rispose – Forse dovremmo portarli con noi; ma alla valle li
vedrebbero. Mica sono delle cosine che si possono nascondere sotto il
mantello!
-
Questo lo sappiamo, carini – a parlare era stato il drago rosso e
arancione.
-
Sapete parlare? – chiese incredulo Alessandro
-
Certo! Noi draghi siamo tra le creature più intelligenti tra tutte le razze –
rispose offeso il drago
-
E soprattutto le più modeste – pensò Luca
-
Comunque, non dovete preoccuparvi per noi – disse il drago marrone – Sappiamo
nasconderci e cacciare. Ci apposteremo vicino al vostro villaggio, nella Grotta
del Lupo, e se avrete bisogno di noi basta che urlerete i nostri nomi e noi
arriveremo di corsa
-
O per meglio dire…di volata – scherzò Ice
-
OK, se siete in grado di badare a voi stessi, noi non ci preoccuperemo; ma
verremo a trovarvi ogni tanto – disse Edoardo. Detto ciò i tre draghi spiccarono
un balzo e andarono ad immergersi nelle nuvole rosa dell’alba. I tre ragazzi,
seppur scossi, s’incamminarono verso il villaggio. La marcia, come all’andata,
fu assai lunga e difficile, ma i tre ragazzi sentirono nessuna stanchezza e,
quando arrivarono, era sera tarda. Si congedarono rapidamente perché sapevano di
essere in guai grossi con le loro famiglie. Luca corse perché la sua casa era la
più lontana. Quando arrivò aveva un leggero fiatone, ma non se ne curò perché
era in ritardo. La casa di Luca era molto grande: la sua famiglia possedeva,
infatti, molti campi, che ogni anno producevano dell’ottima frutta, verdura e
foraggio, senza contare gli animali. Nonostante ciò la famiglia di Luca non era
molto ricca; vi era infatti un mago malvagio di nome Malus che abitava un
castello adiacente alla foresta, dal quale controllava il villaggio di Kirs, il
villaggio di Luca, Edoardo e Alessandro. Essendo assoggettati dagli oscuri
poteri del mago la famiglia di Luca, come quelle di tutto il villaggio, dovevano
pagare pesanti tributi, tra cui metà del raccolto annuale. Gli esattori del mago
erano bestie mantellate alte e brutte, create dagli esperimenti del mago. Si
diceva addirittura che fossero uomini catturati dal mago e trasformati. Tra
qualche giorno ci sarebbe stato l’esenzione del tributo; di conseguenza c’era un
gran viavai nella fattoria che rendeva tutti molto nervosi e stanchi. Quando
Luca arrivò non fu una gran festa. La madre, una giovane molto bella di nome
Shila, gli venne incontro tutta affannata e rossa in volto. Luca sperò con tutto
il cuore che quel rossore fosse causato dalla corsa e non dalla arrabbiatura; ed
in un primo momento parve prevalere la seconda ipotesi perché la madre lo guardò
in cagnesco; poi, però, pensando a tutto quello che aveva da fare, corse via e
disse al figlio di andare a dare una mano
-
Fiuuu... – pensò Luca con sollievo – almeno fino a cena l’ho scampata.
Speriamo che papà mi dia del lavoro da fare e non pensi alla mia
scappatella
Camminò
ancora e raggiunse il fienile, dove sperava di trovare suo padre, ma non fu
così. Il fienile era vuoto, fatta eccezione per Aurora, la sua sorellina, che
mungeva le pecore. Per la sua età era molto volenterosa e affiatata, ma
soprattutto gentile. Era una bimba molto esile e carina, che aveva preso la sua
bellezza dalla madre. Di occhi blu come quelli del fratello e capelli biondi
come quelli della madre, possedeva una grande intelligenza che gli aveva
tramandato la nonna. Quando la vide fu molto contento di
vederla
-
Aurora – la chiamò Luca
-
Ciao fratellone – rispose lei con un sorriso di pura felicità; quello che solo i
bambini sanno fare – è da tanto tempo che non ci vediamo; la mamma si è
arrabbiata ieri sera, ma era solo preoccupata per te
-
Lo so – disse Luca – sai dov’è papà?
-
No, ma credo che sia nei campi. Lo sai che tra qualche giorno arriveranno gli
esattori del mago, e papà è molto agitato
-
Me lo immagino… Vuoi una mano?
-
Grazie, ma ho quasi finito…ah lo sai che Camilla ha partorito un altro
agnellino?
-
Davvero? – chiese sorpreso Luca. Aurora alludeva alla sua capra preferita, che
aveva già partorito sei agnellini di ottima salute ed ora aveva partorito il
settimo
-
Dobbiamo dargli un nome – disse Aurora
-
Uhm…che ne dici di Jill?
-
Non mi piace...
-
Han?
-
No...
-
Settimo?
-
Bleah!!! – disse schifata – Ma da dove li peschi certi
nomi?!
-
Robin?
-
Magari anche Hood... – disse ridendo lei
-
Uffa! Sai che sei noiosa? Io ti do una mano e tu mi prendi in
giro...
-
Allora? Non ti viene in mente nessun altro nome? Mi sorprendi... – disse Aurora.
La faccia del fratello le disse che aveva colpito nel
segno
-
Jack? – chiese lui, infine
-
Sì, sembra un bel nome. OK, aggiudicato. Comunque è meglio che ti sbrighi, papà
ha bisogno di te; non ti preoccupare per me, ce la farò da sola. Adesso
vai
Salutandola
con un ultimo sorriso, Luca si allontanò e si diresse verso le verdeggianti
colline, visibili solo dietro casa sua, che si stavano tingendo di un lieve
color oro nella giornata morente. Mentre correva non poté non fare a meno di
pensare alla sua sorellina, così gentile e premurosa nei confronti di tutti.
Invece di pensare a se stessa e di giocare con le altre bambine preferiva
aiutare i genitori e il fratello, soprattutto quando questo era a caccia o con i
suoi due amici, Alessandro e Edoardo. Sapeva di doverle qualcosa, e sentiva che
ora, forse a causa dei nuovi poteri o forse perché stava crescendo, le sue
responsabilità verso di lei e di tutti erano maggiori.
SBAMM!!!
Nel
giro di un secondo si trovò steso a terra
-
Maledizione, cosa diavolo... – cominciò a dire, ma non riuscì mai a finire la
frase perché due braccia forti e muscolose lo sollevarono e lo strinsero
forte
-
Luca ma dove sei stato? – tuonò la voce di Stronghold, suo
padre
-
Papà, ciao, come va qui il lavoro? Vedo che sei molto avanti – disse Luca,
cercando di divincolarsi dalla stretta del padre
-
Non bene, Luca. sono indietro con la raccolta delle mele: qui il campo è ancora
a metà, e se non finiremo di raccogliere le patate e non disbrigheremo a
seminare le carote, i cavoli e le altre verdure quest’inverno non riusciremo a
mangiare abbastanza da sopravvivere – disse. Luca sapeva che a suo padre piaceva
fare il melodrammatico per accelerare i tempi, ma si accorse che, in effetti,
aveva ragione: dei cento alberi di mele solo venti erano stati raccolti e il
campo di patate era a metà.
-
Ho capito, papà, da domani mi metterò con te e ti aiuterò il più
possibile.
-
Bravissimo figliolo – disse Stronghold menando una pacca sulla spalla del figlio
che gli mozzò il fiato – Non credere di cavartela però, tua madre non è rimasta
molto contenta dal tuo comportamento. Dovrei darti una punizione? – chiese
Stronghold con voce minacciosa quanto bastò per far crollare il morale al
ragazzo. L’ultima volta che lo aveva punito aveva arato tutti i campi e raccolto
l’intero frutteto. Quando aveva finito era più morto che vivo – Dai
scherzavo…Mica hai creduto che dicessi sul serio?
-
In effetti...
-
Oh, insomma, smettila e dammi una mano: lo sai che dobbiamo finire tutto il
campo
-
Tutto il campo! – protestò Luca – Ma io, veramente, sarei appena tornato; non è
possibile fare tutto domani? – chiese. Suo padre si accigliò, e Luca cominciò a
maledire la sua linguaccia
-
Lo sai che non sopporto i pigri – disse – Sei stato a spassartela con i tuoi
amici, bene, ora c’è da lavorare; e ti conviene impegnarti; altrimenti non ti
coprirò con tua madre
-
Questo è un ricatto bello e buono!
-
Eh...mi dispiace...
-
Va bene, lavorerò...uffa!
Lavorarono
sodo fino al calar del sole e poi smisero. Entrarono nella loro accogliente
casetta e, sudati, assaporarono il profumo invitante proveniente dalla
cucina.
-
Mm...la mamma deve aver preparato l’arrosto con le patate: non vedo l’ora di
mangiarmelo. Ho una fame che mi mangerei un bue! – disse
Luca
-
Prima, però, dobbiamo andare a lavarci: lo sai che la mamma non vuole vederti
sporco e infangato
Senza
protestare (non ne aveva la forza) Luca si trascinò fino alla stanza da bagno,
che consisteva in una pozza d’acqua con una saponetta. Dalla vasca usciva del
fumo bianco, segno che l’acqua era molto calda. Luca si spogliò ed entrò nella
vasca per primo. Subito dopo entrò suo padre, ed a Luca sembrò di stare in una
scatola di sardine. Il ragazzo uscì e attese che il padre si lavasse. Attese un
bel po’, infatti al padre piaceva stare a mollo. Dopo quelle che a Luca
sembrarono ore suo padre uscì. Fu costretto a cambiare l’acqua, che ormai era
una pozzanghera marrone, e così dovette fare il bagno nell’acqua gelida, fino a
che non ebbe un’idea. Provò a concentrarsi a fondo sui suoi poteri e…l’acqua
incominciò a bollire e diventò tutto a un tratto calda. Per un po’ fu piacevole;
poi, all’improvviso, si accorse che l’acqua era diventata come lava liquida e
tirò un grande urlo.
-
Aaah!!! Ma ti venisse... – cominciò a dire, sfoggiando tutto il suo repertorio
di maledizioni. Era ancora mezzo insaponato, così si fece il resto del bagno in
fretta e furia – Devo imparare a dominare i miei poteri... – pensò Luca.
Ma fu di nuovo scosso dai suoi pensieri dall’urlo di sua madre che gli diceva di
scendere per la cena. Finì di vestirsi ed entrò in cucina. La tavola era
apparecchiata con ogni bendiddio possibile ed
immaginabile.
-
Evidentemente è felice che sia tornato – pensò Luca, quasi ridendo sotto
i baffi. Si sedette a tavola e iniziò a “mangiare”. Mangiare per così dire:
mandava giù un boccone ogni cinque minuti, poiché doveva narrare a sua madre le
sue avventure dalla genesi sino all’apocalisse inventandosi un bel po’ di scuse
perché non credeva fosse il caso di mettere al corrente la madre dei suoi nuovi
poteri. Perciò tralasciò l’incontro con la fata, notando con sollievo che sua
madre non indagò più a fondo. Finita la cena Luca, molto stanco, salì le scale
con le parole della fata che gli rimbombavano nella mente
I
vostri poteri sono molto importanti, non prendeteli come un gioco, mi
raccomando
-
Cosa avrà voluto dire e chi è il quarto prescelto che dovrà dominare il potere
dell’Aria?
– pensò. Certo loro avevano ricevuto i primi tre, ma a che scopo? Perché di
tutte le persone presenti sulla faccia della terra proprio loro aveva scelto?
Questi interrogativi sembravano senza risposta ma forse più avanti l’avrebbero
scoperto. Pensò ancora a queste domande per il restante quarto d’ora facendo le
più spropositate ipotesi soprattutto riguardarti l’erede del quarto elemento, ma
poi finalmente si addormentò.
La sala era ottagonale, fatta di una
strana pietra luminescente che mandava bagliori azzurrini se toccata dai raggi
dl sole. Ad ogni vertice dell’ottagono si innalzava una colonna biancastra,
ingiallita per il tempo, decorata da motivi vegetali, intorno alla quale si
attorcigliava una sorta di edera, scolpita con grande cura per i particolari; i
capitelli delle colonne erano invece delle rose, anche esse scolpite da una
mano assai capace. Dai capitelli scolpiti partivano come dei raggi dorati che
si congiungevano, nel soffitto a cupola, in un rosone. Il rosone era fatto da
cristalli di vari colori che, nonostante il tempo, possedevano ancora una
lucentezza senza pari e che, se attraversati dai raggi del sole, erano in grado
di diffondere una morbida luce arcobaleno in tutta la sala. Anche il disegno
del rosone era molto bello. Esso rappresentava un’immensa rosa rossa, dalle
sfumature violette, dalla quale spuntava un drago violetto, dalle ali arcobaleno.
Al centro della stanza si trovavano due figure. Intente
a scrutare in una bacinella riempita di un liquido luminescente. Ad un certo
punto una delle due figure parlò.
- Iris sei sicura che abbiamo fatto bene a
dare loro i poteri elementari a quei tre giovani? - disse un essere dalle
grandi ali dorate. La creatura in questione era una fata dai lunghi capelli
biondi. Nonostante avesse qualche centinaio di anni, il suo viso non era stato
toccato dal tempo. Indossava una veste bianca e luminosa, lunga fino ai piedi,
con delle mezze maniche a sbuffo, legata da una fascia dorata. Dalle spalle le
spuntavano delle grandi ali gialle
- Certo che sono sicura! E poi non sono
stata io a sceglierli ma i poteri stessi, ricordatelo. Inoltre ormai sono tempi
duri e non possiamo continuare a combattere Leese da sole e loro erano i Prescelti
come ti ho detto.-
-Ho capito cosa intendi dire ma è meglio
se non li informiamo subito del compito che dovranno affrontare, prenderanno i
loro nuovi poteri come un gioco…-
-
Lily come sei sempre severa dobbiamo dargli il tempo di affinare e
familiarizzare con i loro nuovi poteri e…-
In
quel momento si udì una voce nella sala:
-Io sono d’accordo con la zia Kate. Uno di
loro, Luca, Beh… Ho spiato i suoi pensieri e ho visto che sta cercando di
capire il perché di tutto ciò quindi non dovremo preoccuparci a tal punto.-
-Tu cosa hai fatto?!?!?!- urlò Lily -Haispiato i pensieri di un essere umano?!?!??! Sai
che è contro le nostre leggi sei proprio un irresponsabile-
-Oh su, Lily non è successo poi niente di
grave e inoltre è solo una ragazza ed è diventata una fata completa solo da
poco. Deve imparare a conoscere i propri poteri. Dalle tempo.-
-Esatto zia e poi stava dormendo…-
intervenne la giovane fata
-Ciò non toglie…- continuò con aria severa
la fata della Luce -che hai commesso una sciocchezza Crystal, se Luca ti avesse
scoperto avrebbe potuto reagire male. Non ti conviene andare a stuzzicare
proprio il Guardiano che possiede anche poteri mentali-
-Ho
capito zia- disse Crystal sconsolata, facendo un passo avanti. Quando la figura
entrò nel fascio di luce, proiettato dal gigantesco rosone, fu possibile
distinguerne la fisionomia . Era una ragazza mediamente alta e abbastanza
magra, la sua bellezza però era assai grande superava di gran lunga quella
delle altre due fate. Aveva lunghi capelli azzurro-argenteo, che portava
sciolti sulle spalle e sotto di essi spuntavano due ali molto simili a quelle
di una farfalla di colore azzurro, molto simili a due soffi di vento. Portava
una lunga tunica che le arrivava sino ai piedi, senza maniche, con una
scollatura piuttosto generosa, che Lily aveva sempre disapprovato, legata in
vita da un cordoncino argentato. Il colore della tunica variava dalle sfumature
più chiare dell’azzurro a quelle più scure del blu, ma la tonalità dominante
era l’azzurro con sfumature verdi e blu lungo le maniche e le cuciture del
vestito. In fondo alla tunica spuntavano due esili piedini di un colore rosa
pallido. Questo particolare colore di pelle ricordava molto l’aurora del
mattino in una giornata d’estate. L’unica nota stonata in quel corpo perfetto
era il carattere: si gentile e premuroso ma soprattutto ribelle, esattamente
l’opposto di Lily. Sua zia Lily era infatti un membro del Gran Consiglio di Immagea, fondato più di mille anni fa dalle razze per
evitare che si ripetesse una tragedia come la Grande Guerra e per poter
combattere il male. Questo consiglio presieduto Lily e dal re degli Elfi Frey, era composto dai rappresentati delle varie razze che
vivevano su Immagea, tra cuidraghi, nani,gnomi, creature marine e uomini.
Iris invece era la fata più anziana di
tutte. Aveva lunghi capelli marroni che teneva raccolti in una treccia molto
morbida e dalle sue spalle spuntavano un paio di ali verde chiaro. Indossava un
vestito lungo, conmaniche lunghe, di
colore verde e intorno alla vita indossava una cintura marroncino.
Le tre fate erano considerate: la fata
della Natura, del Sole e della Luce.
Dopo qualche secondo di silenzio Iris
disse con voce grave e seria
-Sappiamo di già che Leese sta mandando
messaggeri in tutto il suo regno per raccogliere soldati e servitori e
combattere contro di noi e gli altri capi delle razze. purtroppo anche gli
uomini, sempre più maligni e corrotti si stanno alleando con lui. È per questo
che le Sfere elementali si sono risvegliato proprio
adesso per scegliere quei tre giovani-
-Ho capito, Iris- disse Lily –ma come
facciamo ad avvertirli del pericolo? Purtroppo il territorio nel quale si trova
il loro villaggio è controllato da un mago malvagio, al servizio di Leese, di
nome Malus e sicuramente avvertirà la presenza di un nostro messaggero a meno
che…-
-…a meno che una di noi camuffata ben bene
non vada ad avvisarli direttamente- concluse Crystal.
-Andrò io- si offrì subito lei.
- Ma no è troppo pericoloso inoltre tu sei
fata da poco non puoi affrontare una prova così difficile. E se ti accade
qualcosa? Ricorda che siamo le ultime tre Fate rimaste su Immagea.
Se noi moriamo gli unici che potranno controllare la magia, oltre alle streghe,
ai maghi e ai demoni saranno solo i folletti, dal carattere molto volubile e i
draghi; inoltre abbiamo anche un compito antico da svolgere. Compito che Tu
dovresti conoscere!- disse Lily sottolineando queste ultime parole e
guardandola in maniera severa
-Sono aconoscenza dei miei doveri,zia- rispose a tono la giovane fata –non sono
nemmeno una stupida, so che sarà pericoloso, ma proprio perché ho un potere
molto difficile da controllare e anche perché sono una fata ancora inesperta
che devo partire. Non posso rimanere a proteggere laRosa Mistica,da sola, dalle streghe mentre voi andate via. Voi siete molto più
esperte nella conoscenza della magia e inoltre tu zia Lily devi partire tra
qualche giorno per andare al Consiglio. Andrò io punto e basta. Dovrete legarmi
per impedirmi di partire!- disse la fata decisa
-Ma…- tentò di proseguire Lily.
-Niente ma Lily-
disse Iris con un sorriso orgoglioso sul viso, mentre guardava la nipote -Crystal ha ragione siamo le uniche in grado di proteggere
la Rosa e di combattere le streghe. Perciò Crystal domani lascerà la Radura
delle fate e inizierà il suo viaggio. Un viaggio che le permetterà di scoprire
se stessa e un nuovo mondo; inoltre non ti preoccupare per lei ho già scelto un
ottimo accompagnatore. Vieni avanti Vaolin!- aggiunse infine con voce forte
-Eccomi mia signora- disse una voce
maschile
Un personaggio alto e molto esile era
apparso come dal nulla dal fondo della sala. Forse era lì da sempre,
all’insaputa di tutti, o forse era davvero apparso dal nulla, comunque sia
Crystal lo riconobbe subito: era un Elfo. I tratti erano inconfondibili, li
aveva studiati e inoltre conosceva anche qualche elfo di persona. Avevadelle orecchie a punta, capelli biondi e i
tratti del viso in generale molto affilati. Era vestito da cacciatore elfo con
una stretta tunica molto aderente, di colore marrone, stretta in vita da una
cintura nera e dei pantaloni verde scuro, con un paio di stivali di pelle
marrone scuro. Intorno alla vita portava una corta spada in un fodero di cuoio
e a tracolla un arco flessibile di legno di frassino e una faretra piena di
frecce. Sembrava pronto per partire da quello che Crystal poté giudicare.
-Bene, bene Vaolin vedo che ti hanno
affidato un incarico “finalmente!”- scherzò Crystal
Anche Vaolin rise. Conosceva la giovane
fata da quando aveva iniziato a studiare un po’ di magia curativa dal saggio Parmenide
nelle Foreste Vergini dell’ ovest. Iris sorrise a sua volta, sentendo lo
scambio battute dei due giovani che si rivedevano dopo tanto tempo, ma Lilly rimase seria e visibilmente tesa. Aveva paura per la
nipote e sapeva a che rischio andava incontro ma Iris l’aveva reputata
responsabile e quindi essendo più giovane di lei aveva dovuto rispettare la sua
decisione.
-E sia. Se così è stato deciso così sarà-
disse Lilly sciogliendosi un po’.
-Grazie della tua comprensione zia. Ora mi
sento molto più sollevata- disse Crystal.
Fu
però riportata alla realtà da Kate che iniziò a spiegare la strada più sicura
da seguire, per raggiungere il villaggio di Balam
dove si trovavano i tre ragazzi.
Dopo aver terminato le spiegazioni, Iris e
Lily congedarono i due giovani, i quali, dopo aver salutato rispettosamente, uscirono
dal salone.
Quando l’eco dei loro passi si fu spento
in lontananza, Iris ora visibilmente preoccupata abbandonò il mezzo sorriso che
aveva tenuto in presenza dei due giovani e si fece seria. Prima non avrebbe
potuto esporre la vera situazione perché non voleva agitare ulteriormente
Crystal, ma ora non poteva continuare a fingere. Così, dopo aver tirato un
lungo sospiro, iniziò a spiegare a Lily come stavano realmente le cose
-Lily- iniziò Iris -la situazione ci sta
sfuggendo di mano. Le streghe hanno convinto anche gli spiriti maligni ad
unirsi a loro e Leese è riuscito a sottomettere gli orchi al suo dominio. Dalle
Pianure Ardenti invece ho visto muoversi un gran plotone di uomini diretti
verso i Corni del Demone, dove si trova Leese. Lily se non ci sbrighiamo
rischiamo di essere battuti sul tempo. E’ vero abbiamo il sostegno dei nani e
degli elfi ma se non convinciamo gli spiriti elementari e i folletti ad unirsi
a noi non vinceremo questa guerra-
-Mi rendo conto di quello che sta
succedendo, sorella- disse Lily in tono serio –noi del consiglio stiamo facendo
del nostro meglio, ma purtroppo non sono cose semplici gli affari della
burocrazia-
-Lo so Lily-
disse Iris comprensiva.
Conosceva il grande impegno della sorella
e sapeva che donava anima e corpo per risolvere tutti i problemi che si
verificavano nel Consiglio
-Devo darti anche un’altra brutta notizia Lily- proseguì la fata della Natura -ho avuto una visione:
la Rosa Mistica è in grave pericolo; temo che le streghe abbiano fatto una
pozione chiamata Nox Perpetua che farà ammalare la
rosa e indebolirà i nostri poteri.-
-Questo significa inoltre, che se la Rosa
morirà non ci sarà più nessuna fata e la nostra stirpe si estinguerà per sempre-
disse Lily con gli occhi sbarrati per il terrore
-No Lily. Non tutto è perduto- disse Iris
seria -c’è ancora una speranza. La Rosa potrà sopravvivere
a patto che i Sei Elementi e il Settimo Guardiano si raggruppino intorno ad
essa prima della sua morte a quel punto la pozione finirà il suo effetto e
l’incantesimo si spezzerà; inoltre non potrà mai più essere usata-
-Scusa Iris- la interruppe la fata del Sole
e della Luna –hai parlato di un Settimo Guardiano?-
-Si sorella. Esiste un Settimo Guardiano,
che non possiede il controllo su un singolo elemento, ma che è in grado di
controllarli tutti e sei, seppur in maniera più debole rispetto agli altri
Guardiani. All’interno del Settimo Guardiano si è reincarnato lo spirito di Ocella, madre degli elementi. Costui è considerato anche il
Guardiano della Rosa Divina e la sua vita è legata a quella della Rosa- Spiegò Iris
-Ma dove li troviamo tutti e Sette i
Guardiani?- chiese Lilly pallida in volto.
-I sette Guardiani sono sette giovani
speciali che vengono scelti dalle sette Sfere di luce, che incarnano l’elemento
stesso. Tre, come sai, li abbiamo già trovati e sono Luca, Edoardo e Alessandro
ma dove siano gli altri quattro non lo so perché la sfera dell’Aria non si è
ancora riattivata e le altre tre non sono in mio possesso. Perciò secondo me bisogna
avere pazienza, anche perchè forse saranno proprio
qui tre giovani a guidarci verso gli altri quattro Guardiani-
-Avere pazienza!- esplose Lilly-Ma ti rendi
conto che mentre noi ce ne stiamo qui a parlare Leese si prepara per far
scoppiare la più grande guerra che sia mai esistita a Immagea!-
-Lo so cosa credi!- disse Iiris accalorandosi -ma cosa credi che possiamo fare
risvegliare la sfera con la nostra magia?!
Per due minuti circa le due fate rimasero
immobili, guardandosi in cagnesco. Alla fine fu Lily a cedere e ad abbassare lo
sguardo.
-Hai ragione, scusami dovevo riflettere
prima di parlare- ammise dispiaciuta -è che questa tensione…-
-Lo so cosa provi- disse Irsi assumendo un
atteggiamento meno duro nei confronti della sorella -anch’io
sono molto preoccupata e tesa ma l’unica cosa da fare è avere pazienza. Inoltre
ho in mente un piano di attacco: dal momento che le streghe sono impegnate nel
preparare la Nox Perpetua, andrò indisturbata a
consultare la biblioteca di Antikira, nelle Foreste
del Sud, dove sono contenuti i libri magici di tutti i saperi magici della
nostra storia e vedrò di cercare informazioni sul quarto elemento e sui
Guardiani-
-Va bene, ho capito, ma stai attenta
quegli archivi sono controllati dagli spiriti e se non stai attenta a rivelare
le tue vera intenzioni potrebbero attaccarti-
-Va bene stai tranquilla Lily ma tu
piuttosto preoccupati per te domani devi partire per arrivare alla Foresta
Sacra e le via per arrivarci non sono più sicure lo sai-
-Non ti preoccupare so badare a me stessa.
Inoltre questa assemblea è molto importante: dobbiamo discutere della guerra e
mi ricorderò di parlare anche di questi tre giovani e dei Guardiani. Ma il
compito più difficile spetta a Crystal speriamo che stia attenta e comprenda
presto l’importanza dei suoi poteri-
-Non ti preoccupare ulteriormente è stata
una giornata lunga e dobbiamo tutti riposare. Buonanotte sorellina ci vediamo
domani-
-Buone notte anche a te-
Lasciarono la grande stanza pietra mentre il
sole stava tramontando, diffondendo nella sala una luce dorata.
Una
risata echeggiò nella sala vuota e tre figure ammantate di nero apparvero dalla
penombra
-He, He, He, che stupide quelle fatine non sanno nemmeno che ci
hanno appena rivelato quello che stanno per fare-
-Però quei tre giovani potrebbero darci
parecchio fastidio è meglio se avvisiamo il nostro padrone sorelle-
-Ok presto andiamo questo posto con tutti
questi fiori mi sta facendo venire il voltastomaco-
Detto ciò le tre figure femminili svanirono
nell’ ombra della stanza.
-Svegliati
Luca, è ora di alzarsi-disse una voce femminile proveniente dal piano terra
della casa.
-Mmm…
si arrivo- mugugnò Luca, mezzo intontito.
Gli ci volle un po' a svegliarsi e quando si
alzò, si sentì tutto dolorante, come se i nuovi poteri che aveva ricevuto il
giorno prima e la corsa per la foresta, gli avessero tolto le energie in
ritardo.
Che stranezza! Ieri stavo benissimo e ora
mi sento stanco. Chissà se anche ad Alessandro ed ad Edoardo è successa la
stessa cosa?.
Ricordandosi
di domandarglielo, si avviò verso il bacile di porcellana che si trovavo in
fondo alla stanza. Solitamente la madre lo riempiva d’acqua calda la sera prima
-Bollente … come no!!!- pensò scettico
Luca dopo aver immerso le mani nel bacile.
L’acqua era gelida e lo fece rabbrividire
quando vii entrò in contatto. Pensò di scaldarla con il suo potere elementale
ma poi, ricordandosi dell’incidente della sera prima decise di lavarsi
velocemente il viso.
-In
fondo se mi lavo con l’acqua ghiacciata riesco a svegliarmi meglio- pensò
mentre si bagnava il viso con l’acqua fredda, ripetendo più e più volte
l’operazione, per essere sicuro di svegliarsi ben bene.
Dopo
essersi lavato si asciugò e prese a togliersi il pigiama per indossare i
vestiti da lavoro. Mentre si serviva, passando davanti allo specchio, per poco
non gli prese un colpo. Quello non era il corpo esile he aveva fino a due
giorni fa. Ora il suo fisico era molto più sviluppato. Non che prima fosse una
mezza-cartuccia, perché qualche muscolo gli era venuto a forza di lavorare nei
campi, ma non aveva mai avuto pettorali così sviluppati! Ogni muscolo del suo
corpo era ben definito, dalle spalle, agli addominali. Era come se avesse
subito una sorta di sviluppo accelerato
-Sarà
stato merito del nuovo potere acquisito?- pensò Luca –Boh?-
Distogliendo
lo sguardo dallo specchio, appeso alla parete di fronte, si spostò verso la
finestra continuando a indossare i vestiti che ora sentiva molto più stretti e
attillati.
-Ecco
cosa prova papà, quando indossa gli abiti degli anni precedenti- pensò cercando
di chiudere i bottoni della casacca, di quando aveva sedici anni, che fino al
giorno prima gli andava benissimo.
Mentre
si vestiva l’occhio gli cadde fuori dalla finestra e non poté non fermarsi un
secondo, rinunciando ad allacciarsi l’ultimo bottone della camicia, per
ammirare lo straordinario spettacolo che veniva offerto ai suoi occhi: il sole,
che sorgeva all’orizzonte tinteggiava di un rosa acceso e di oro le colline
verdeggianti dove sorgeva il resto del villaggio.
Un
nuovo meraviglioso giorno autunnale era iniziato. Mentre era immerso nella
contemplazione del cielo limpido, e senza nuvole , una strana forma attirò la
sua attenzione. Era molto in alto ma si riusciva a distinguerne i contorni:
aveva un paio di grandi ali nere e il suo corpo, molto grande terminava in una
lunga coda con una sorta di pungiglione. Da lontano gli parve anche di scorgere
tre puntini molto piccoli e di colori diversi che lo cavalcavano. La bestia si
stava dirigendo verso Nord, verso la foresta. Mentre cercava di capire di cosa
si trattasse, sua madre lo riportò alla realtà ripetendogli di venire giù.
-Arrivo mamma!-: gli rispose Luca, distogliendo lo
sguardo dal cielo per tre secondi; ma quando tornò ad
osservare il cielo la creatura essa era scomparsa.
Scese le scale, ripensando alla strana apparizione ma
non ebbe il tempo di soffermarsi troppo a pensarci perchè arrivò alla soglia
della cucina. Entrò in cucina, dove fu accolto dalla sorella, che ignorando le
occhiate torve che la madre rivolgeva a Luca, portò un vassoio con una tazza di
latte appena munto e una fetta di pane e marmellata.
- E’ di albicocche?- : disse Luca con un finto fare
sospettoso.
-Certo!-: gli rispose la sorellina ridendo –ma cosa ti
è successo fratellone?- aggiunse guardandolo meglio
La madre si girò subito per vedere a cosa alludesse la
piccola e rimase un po’ impressionata di fronte al nuovo fisico del figlio.
Tuttavia non ci si soffermò troppo ma lo liquidò con un
–Hai iniziato a fare palestra?-
Luca non le rispose ma fece finta di masticare. La
madre non gli e lo richiese nemmeno ma gli disse
-Tuo padre ti aspetta nei campi per finire il lavoro,
lo sai! Quindi finisci la tua colazione e poi fila… o altrimenti non uscirai
con i tuoi amici. Sono stata chiara!-
-Chiarissima mamma- rispose Luca, trangugiando la
colazione e ignorando gli sguardi indagatori della sorellina -tanto li vedrò
comunque dato che devo andare a scuola con loro dal vecchio saggio del
villaggio- sussurrò piano ad Aurora.
-Prima però mi piacerebbe fare colazione , se non ti
dispiace!!!- disse, addentando una
seconda fetta di pane e marmellata con un tono che faceva capire che non si
sarebbe mosso di lì finchè non avesse finito di mangiare.
Non sapeva
perché ma anche la sua fame era raddoppiata, probabilmente per via del nuovo
fisico ottenuto con il nuovo potere.
La madre arricciò un po’ il labbro superiore ma poi
sorrise: erano poche le persone che riuscivano a tenergli testa e Luca, dal
omento che aveva preso tutto dalla madre, era una di quelle.
Terminata la colazione salutò la madre e la sorella e
con un espressione preoccupata uscì dalla cucina, pensando a tutti i lavori che
doveva fare. Per prima cosa si avviò verso le stalle a mungere gli animali ed a
dargli da mangiare. Era il primo dei suoi lavori, e secondo la madre, il più
semplice.
-Certo sarebbe stato anche semplice se non fossero
cinquanta capi di bestiame tra cui mucche, pecore, e cavalli da mungere, tosare
e strigliare- pensò Luca
Avrebbe dovuto inoltre trasportare del fieno dal
covone, che si trovava fuori della stalla, fino alle mangiatoie, che si
trovavano dentro la stalla. Uscendo di casa, percorse la via dell’aia e giunse
alle stalle, un edificio molto imponente, fatto interamente in legno, accanto
al quale sorgeva il famigerato covone. Entrando nella stalla fu accolto dal
solito chiasso allegro degli animali. Tutta la stalla era piena di muggiti,
nitriti e belati e Luca, ignorando tutto quel chiasso prese con pazienza
diversi secchi di latta e iniziò il suo lavoro di mungitura. Fu un lavoro lungo
e tremendo, che richiese metà mattinata per essere portato a compimento, ma
alla fine venne portato a termine; molto probabilmente ciò fu dovuto anche al
suo nuovo fisico, che il potere dell’Acqua gli aveva donato. Quando ebbe finito,
si sedette un attimo sul fieno a riposare, ma non fece in tempo a riprendere
fiato che sua madre lo chiamò di nuovo
-Luca hai finito?-
-Si mamma - rispose lui, svogliato
-Bene, allora puoi andare a raccogliere le mele come
ti aveva detto tuo padre-
- Si, o mia Tiranna!!!-
-Che hai detto, scusa?- chiese la madre
accigliata
-Chi, io? Niente mamma, vado subito- disse
con un sorriso sfacciato in viso
-Sarà meglio, altrimenti oggi non mangi e continuerai
al lavorare fino a sera- lo minacciò la madre
A quelle parole Luca corse come un disperato verso il
frutteto, dall’altra parte della casa, poiché sapeva che le minacce di sua
madre non erano mai vane. Quando arrivò si piegò in due per la fatica e dovette
aspettare qualche minuto per riprendere fiato. Quando i suoipolmoni smisero di bruciare andò a prendere
la scala e fu sorpreso di trovare Aurora già lì con dieci cestini sparsi per
terra di cui tre gia ben pieni e un quarto a metà. Era straordinaria la
velocità di Aurora e la sua incredibile voglia di fare. Lei lo salutò con un
sorriso e gli porse una mela matura
-La mamma ha detto che vuol già fare le
marmellate e la frutta sciroppata, dato che la luna è buona. Così mi ha chiesto
di portargli quanta più frutta possibile. Vuoi una mano a raccogliere la
frutta, Luca?- chiese la bambina premurosa
- Grazie, ma tu non dovresti portare tutta quel peso:
sei ancora troppo piccola- disse Luca
ammirando la sua bontà.
-Guarda che non sono più tanto piccola! E poi non ti
preoccupare ne porterò un po’ per volta. Non stare a pensare a me, ma a ciò che
ti aspetta piuttosto. Guarda che devi raccogliere almeno la frutta di almeno
cinque alberi di mele, di albicocche e pesche prima di pranzo- gli rispose con
una nota offesa nella voce.
-In effetti- pensò Luca –forse è
meglio se mi preoccupo di ciò che devo fare io, piuttosto che di quello che
deve fare lei-
-Ma non ti preoccupare io ti manderò le mele ai piedi
dell’albero con il solito sistema- disse il ragazzo
Luca alludeva ad una serie di canalette posizionate
nella parte più alta e più bassa dell’albero, in modo da non intralciare i
raccoglitori. Attraverso questo sistema la mele potevano essere portate giù
senza sforzo. Questa idea venne un giorno a suo padre, il quale, osservando
alcuni sassi, portati dal vento, cadere giù dalla canala, e finire
ordinatamente in un vasetto abbandonato. Dopo aver provato a sperimentare
l’invenzione ed aver visto che funzionava, decise di insegnarne la costruzione
anche agli altri contadini del villaggio in modo tale da facilitare loro il
lavoro.
-Ok, fratellone ma stai attento a non cadere- gli
rispose premurosa la sorellina.
-Non ti preoccupare andrà tutto bene. Posiziona i tuoi
cestini in modo tale che le mele vi cadano dentro. Comunque è meglio fare un
controllo qualità per vedere se le mele sono mature.-
Dopo aver detto ciò ne addentò una e se la mangiò
tutta in tre bocconi dalla fame che aveva.
-Yum…devo dire che sono
buone!-
- Goloso!!!- gli disse Aurora con una nota
divertita nella voce.
-Come ti permetti. Non lo sai che il contadino
scrupoloso controlla sempre la qualità delle sue mele?- gli rispose Luca con un
tono offeso.
-Si come no- disse Aurora con un sospiro -comunque
sarà meglio che inizi a lavorare sul serio o non riuscirai a raccogliere nemmeno
la frutta di un solo albero-
-Hai ragione sorellina mi
metto subito al lavoro- gli rispose lui.
Con una rapidità che non pensava di avere, iniziò a
cogliere tutta la frutta del primo albero di pesche e dopo quello toccò al
secondo e a quello ancora dopo, così che, dopo qualche tempo i cestini di
Aurora erano ricolmi di frutta matura e succosa. L’insolita rapidità del
ragazzo non fu dovuta solo al suo nuovo fisico, ma anche alla presenza della
madre che, nel corso della mattinata, era passata due o tre volte per osservare
l’operato del figlio. Non aveva emesso un fiato, indaffarata come era nei
lavori della fattoria, ma la sua sola presenza era bastata a rammentargli la minaccia
di qualche ora prima. Dopo due are di estenuante lavoro, che a Luca parvero un
secolo, lui e sua sorella si sedettero sull’erba a riposare qualche istante
prima di rientrare in casa. Nel giro di quelle due ore erano riusciti a
raccogliere molta frutta, la metà di
quella contenuta nel frutteto e avevano riempito una quindicina di cassette.
Dopo qualche minuto in lontananza si udì l’urlo di Shila, che annunciava che il
pranzo era pronto
I due corsero
subito a casa e, dopo essersi lavati la mani, si sedettero a tavola. Luca
sentiva il proprio stomaco che emetteva dei rumori sordi di insoddisfazione,
quasi a voler gridare la propria protesta.
Se non metto qualcosa
sotto i denti il mio stomaco finirà col mangiare se stesso e tutto il mio corpo
Quando
entrarono in cucina trovarono già seduto Stronghold a tavola intento a
trangugiare mestolate di zuppa.
evidentemente non sono l’unico affamato
Il menù del
giorno comprendeva un’ abbondante zuppa di Zirl,un erba molto facile da trovare
in quei posti ed era talmente utilizzata da Shila, che Stronghold era stato
costretto a piantargliene alcuni fasci, per impedire che si estinguesse dovette
seminargli. Per secondo un piatto di insalata dell’orto e un po’ di pane e
formaggio, per dessert invece, della frutta di stagione e un dolce alle
castagne che sua madre era solita preparare per il marito, poiché egli ne
andava completamente pazzo. Il pranzo fu consumato in silenzio tanta era la
fame, ma il più veloce di tutti fu suo padre, il quale, dopo aver finito, in
fretta di mangiare, si alzò da tavola, ansioso di finire il suo lavoro nei
campi. Luca, sua madre e sua sorella rimasero invece a tavola, a finire di
mangiare. Quando anche loro ebbero finito di mangiare Luca e Aurora aiutarono
la madre a sparecchiare. Finito che ebbero, Aurora corse fuori a svolgere la
sue faccende mentre Luca la guardava con un misto di tristezza e orgoglio
una bambina così piccola eppure così adulta
Aurora non
aveva avuto un infanzia semplice ma anzi fin dall’età di sei anni aveva
imparato ad aiutare la mamma in casa e nei campi e non aveva avuto il tempo di
giocare e crescere come tutte le bambine della sua età. Eppure lei non dava
peso a quelle cose e non si era mai lamentata del suo stato…
Mentre era concentrato su questi pensieri, venne
riportato alla realtà dalla voce della madre che lo chiamava
-Luca sbaglio o
devi andare da qualche parte?-
-Oh si mamma adesso vado-
gli rispose Luca, ricordandosi dell’appuntamento che aveva con il saggio. Uscì
di corsa dalla cucina e andò in camera sua al piano superiore a prendere il suo
libro e la pergamena con la penna. Mentre scendeva di corsa ebbe una strana
sensazione come se la sua mente stesse per scoppiare. Il dolore durò alcuni
instanti perché poi i suoi occhi si riempirono di luce e il mondo esterno perse
totalmente consistenza. Gli sembrava di essere uscito dal suo corpo e di
osservare gli eventi da una posizione sopraelevata; una serie di immagini gli
passarono davanti agli occhi: due viandanti che parevano ragazzi della sua età,
imprigionati dentro una strana pianta rampicante enorme e con davanti tre
figure ammantate di altezze diverse che ridevano in maniera orribile. Dalle
risate Luca capì che si trattava di voci di donne ma non riuscì a vederle in
viso poiché erano coperte da un cappuccio. Accanto a loro c’era appollaiata la
strana bestia che Luca aveva visto la mattina stessa: era un enorme pipistrello
nero dalle ali viola. Poi tornò a concentrarsi sui due ragazzi, cercando di
capire chi fossero ma l’unica cosa che poté intuire era che si trovavano nei
guai, guai grossi.
Ad un certo punto la visione si dissolse e Luca si
ritrovò tremante accasciato a terra, ai piedi delle scale.
-Luca stai bene?-
chiese la sorellina preoccupata.
Notò che anche la madre era accucciata davanti a lui e
lo guardava con aria preoccupata.
-Certo. Non vi
preoccupate- mentì lui, tenendosi le tempie -devo aver avuto un giramento di
testa per la stanchezza e sono caduto giù dalle scale come una pera cotta. Ma
ora è meglio che vada Alessandro e Edoardo mi aspettano- disse recuperano
velocemente le sue cose
-Sei sicuro di stare bene?- chiese nuovamente la madre
preoccupata
-Certo non vi preoccupate. Va bé…io vado.
Ciao!-
Detto questo si
precipitò fuori e corse a perdifiato lungo la proprietà fino ad arrivare nella
piazza del villaggio dove Luca si dava sempre appuntamento con Alessandro e
Edoardo. Li trovò già lì intenti a parlare dei loro poteri e delle loro
possibili applicazioni
-…Secondo me potrei usare
il mio potere per far germogliare i campi del villaggio del resto io controllo
la Terra…-: disse Edoardo.
-Non ci giurerei chissà
che dispendio di energie per controllare una simile massa di terra. Dobbiamo
andarci cauti con i nostri poteri come ha detto Luca. Però ripensandoci qualche
scherzetto col fuoco potrei farlo- disse Alessandro con sguardo diabolico,
fregandosi le mani -quel maiale di Smith non vuole che metta più piede nella
sua locanda dopo quel piccolo incidente di stamattina- rispose Alessandro.
-E poi dai a me dell’incosciente! Ai quasi
rischiato di mandare a fuoco la sua stalla quando ai tirato quella freccia che
si è andata a conficcare nel pagliaio…-
Ma non fecero
in tempo a finire la discussione che arrivò Luca tutto trafelato.
-Ciao Luca!- lo salutarono i due amici.
Edoardo
cominciò a esporre la sua proposta a Luca ma Lui subito lo fermò
-Che diavolo hai combinato questa mattina?- disse,
rivolgendosi ad Alessandro, memore di ciò che aveva appena udito –va bè, non
importa. Dobbiamo correre…ci sono due ragazzi imprigionati in una strana pianta
nella foresta…dobbiamo andare a salvarli!- aggiunse fuori di sé
-Calmati Luca, fai un respiro profondo. Cosa è
successo? Cos’è questa storia? Centra con i nuovi poteri?-gli chiese Edoardo
allarmato
-Ho avuto una visione- rispose Luca
-Una visione?!?!?- gli risposero in coro i due
ragazzi.
-Si una visione. Ho visto due ragazzi imprigionati in
una strana pianta rampicante che cercava di soffocarli e davanti a loro tre
figure femminili ammantate che sembravano streghe!-.
-Streghe?!! Adesso sei ridicolo Luca lo sai anche tu
che i mostri non esistono- gli rispose Alessandro, rivolgendosi a Luca come ci
si rivolge ad un bambino credulone, che pensa di aver visto un mostro
-Avevo la
stessa opinione anche delle fate e dei draghi. Ma come vedi…- lo rimbeccò Luca,
facendo un vago segno verso di se e verso gli amici.
-Ok, mettiamo che hai ragione: come fai a sapere che
non sia stato tutto un sogno? E come pensi raggiungere le “Streghe” prima che
uccidano i due ragazzi?- gli rispose Edoardo, calmo.
-Con i nostri draghi scemo!- gli rispose
Luca come se fosse la cosa più ovvia del mondo
-E come li chiamiamo, genio?- domandò
Alessandro
-Ice ha detto di cercarlo con la mente e lui arriverà.
Quindi allargate le vostre menti e chiamate i vostri draghi- spiegò Luca,
ricordando le parole del drago azzurro
-Ok, proviamoci ma non sono molto convinto che questa
storia sia vera- gli rispose Alessandro.
I tre ragazzi espansero le loro menti e gridarono i
nomi dei tre draghi.
Dopo qualche
secondo, carichi di tensione, i tre draghi atterrarono maestosi al centro della
piazza.
-Fortunatamente non c’è nessuno ma non dovete farvi
vedere, Chiaro?- disse Luca.
-Certo no ti preoccupare- gli rispose Ice
-Ma perché ci avete chiamati così all’improvviso?-
chiese Flame il drago del Fuoco.
In breve Luca raccontò ai tre draghi quello che aveva
visto.
-Interessante. Le visioni non vanno mai ignorate è
meglio andare a controllare- gli rispose Tytanus, ottenendo l’approvazione
degli altri due draghi.
-Quindi siete sicuri che Luca non abbia sognato
tutto?- gli rispose Alessandro.
-Certo! E anche fosse stato un sogno verrebbe la pena
comunque controllare. Del resto Luca è stato investito del potere dell’Acqua e
ciò deve avergli donato il dono della preveggenza. Quindi si và a controllare!-
disse Ice risoluto.
-Mostraci attraverso un immagine mentale il luogo
della visione. E’ lontano?- chiese Flame
-No! si trova nella foresta-
-Bene allora si parte!- gridarono Edoardo e Alessandro,
al tempo stesso ancora un po’ perplessi e eccitati all’idea di volare per la
prima volta.
I ragazzi salirono in groppa ai loro rispettivi
draghi, i quali spiccarono un balzo con le zampe poderose e si alzarono in volo
verso la foresta.
Intanto però una figurina li osservava da dietro il
cespuglio.
Il volo non fu molto lungo, visto
che i draghi viaggiavano ad una velocità a dir poco supersonica, ma a Luca
parve comunque che ci mettessero un’eternità. Sembrava come attirato dai due
strani viandanti e non poteva non pensare a cosa sarebbe successo loro se non
fosse arrivato in tempo.
Maledizione Ice! Vai più veloce!
In poco più di un quarto d’ora raggiunsero il
luogo della visione. Ma decisero di rimanere in alto per evitare di essere
individuati dal nemico, tentando di sfruttare l’effetto sorpresa.
Si trattava di una radura molto
ampia, circondata da altissimi abeti che impedivano che quel luogo potesse
essere trovato facilmente da terra.
Benedetti i draghi! Se non ci fossero stati loro avremmo impiegato ore a trovare
‘sta maledetta radura
La radura si trovava in una zona a nord della
foresta dove gli animali selvatici erano soliti andare per abbeverarsi ad un
ruscello che scorreva nel margine estremo della radura.
La scena che si presentò a Luca era uguale a quella
della sua visione: al centro della radura si trovava una pianta enorme, con
grossi rampicanti verde scuro, dalle spine violacee che arrivavano fino a toccare
le cime dei pini. Tutta la pianta muoveva continuamente i propri rami, come una
gigantesca piovra che agita i suoi tentacoli in mezzo al mare, cercando di
catturare le sue prede.
A Luca premeva di individuare i due
ragazzi, per vedere se stessero bene e soprattutto se fossero ancora vivi. Ad
un certo punto li vide. Erano semisvenuti, stretti dai tentacoli della pianta,
che rischiavano di soffocarli.
All’improvviso ad un dei viandanti gli cadde
il cappuccio del mantello e Luca, Edoardo e Alessandro si resero conto che si
trattava di una ragazza.
-Dobbiamo salvarli! Tra loro c’è anche una ragazza!!!-
disse Luca allarmato.
-Calmati Romeo!- gli disse Alessandro -prima dobbiamo
ideare una strategia, non credi?!-
-Ok dobbiamo
salvarla da quella pianta maledetta!!!- disse Luca deciso
-Non ti preoccupare. Sfrutteremo l’effetto sorpresa…-
disse Edoardo.
Ma proprio in
quel momento una palla di fuoco viola sfiorò Tytanus, seguita da altre 4
sparate a ripartizione.
I draghi
iniziarono a effettuare una rapida discesa verso terra, ruggendo orgogliosi, ma
proprio in quel momento il pipistrello gigante, che Luca aveva visto prima
quella mattina e poi nella visione, si staccò da terra e colpì violentemente
Flame allo stomaco, il quale per tutta risposta vomitò fiamme ardenti di un
colore scarlatto, che andarono a bruciacchiare la schiena del mostro.
In seguito all’impatto violento Alessandro venne
sbalzato via dalla sella, ma riuscì a salvarsi, producendo una potente fiammata
dalle mani scese a terra incolume.
-Ale! Tutto a posto?- chiesero gli altri due ragazzi
preoccupati
-Si!- rispose lui da terra –scendete a darmi una
mano!-
-Arriviamo!-
Luca e Edoardo
si lanciarono a cinque metri dal suolo, per poter dar modo a Ice e Tytanus di
aiutare Flame.
-Ma siete impazziti?!?!- ruggirono i due draghi –non
avete il potere di controllare le fiamme!!!-
-Tranquilli!- disse Edoardo concentrandosi sul suo
potere
Edoardo poco prima di toccare terra ricorse ai suoi
poteri ed evocò una sorta di pianta rampicante dalle foglie morbide che attutì
la caduta dei due ragazzi
-Grande Edo!- disse Alessandro ammirato –tutto bene
ragazzi?-
-Si- disse Edoardo rialzandosi da terra
Purtroppo la pianta non era abbastanza robusta per
reggere il peso di tutti e due e si spezzò sotto il peso dei due Guardiani,
facendo prendere loro una fenomenale culata
-Siiii- grugnì Luca, mentre si alzava, massaggiandosi
il sedere –ma la prossima volta evoca una pianta più resistente-
-Scusami se ti ho appena salvato il culo!- disse
Edoardo offeso
-Il culo non
direi!- disse Alessandro ridendo a crepapelle
Un’occhiataccia di Luca e di Edoardo bastò per
zittirlo
-He,he,he,he- risero le tre figure di fronte ai
ragazzi
-Che avete da ridere voi, RACCHIE!!!- disse Alessandro
incavolato
-Racchie!?!?!!? Brutto moccioso come ti
permetti?!?!?!- disse una delle tre figure calando il cappuccio
Era una donna molto bella, con lunghi capelli neri,
scarmigliati e occhi viola. Indossava un lungo mantello viola e sotto di esso
un vestito lungo, viola scuro, stracciato e coperto di ragnatele.
-Stai calma sorella- disse la seconda strega, calando
a sua volta il cappuccio
Il suo aspetto non era meno bello della prima,
leggermente più alta, aveva anche lei i capelli lunghi fino alle spalle di colore
rosso e degli occhi verdi magnetici. Indossava anch’essa un mantello di colore
verde e sotto di esso una veste verde scuro, anch’essa stracciata e ricoperta
di ragnatele.
-Si, Rena ha ragione. Stai calma Dalia- disse la terza
donna, la più alta tra tutte, rivolta alla prima strega
La terza strega era la più bella di tutte. Aveva
lunghi capelli bianchi, lisci e raccolti in una lunga treccia che fuoriusciva
dal vestito e un paio di occhi azzurro-ghiaccio, duri come l’acciaio. Indossava
un mantello blu e sotto un abito blu scuro.
-Hai ragione Irma, ma questi ragazzini impertinenti ci
hanno dato delle racchie!- ribatté la strega nera
-Tu dagli una lezione!- ribatté Rena
-Questo è quello che credi tu maledetta!- disse
Alessandro pronto a combattere
-I nostri draghi ve la faranno pagare!- disse Edoardo
-He,he,he,he!- rise Dalia
-Stupidi marmocchi, credete che le vostre lucertole
con le ali riusciranno a battere il nostro Novgorod?- disse Rena
-Non ti illudere il tuo pipistrello troppo cresciuto
sarà un abbondante banchetto per i nostri draghi- la rimbeccò Alessandro
-Lo vedremo- ringhiò Dalia
-Comunque, se fossi in voi, comincerei a preoccuparmi
per la vostra incolumità- disse Irma
-Edera
Velenosa, Attacca!!!- urlò Rena.
Improvvisamente
la pianta che stava stritolando i due ragazzi, lasciò la presa e scatenò tutta
la sua furia sui nuovi venuti.
-Ragazzi qui si mette male, meglio iniziare ad usare i
nostri poteri- disse Luca, schivando un tentacolo
-Concordo- disse Edoardo parando con le braccia la
frustata della pianta
-Malediz…- ringhiò Alessandro, incassando un colpo
particolarmente potente –prendi questo maledetta!- aggiunse scagliando piccole
sfere di fuoco che l’Edera evitò facilmente.
La pianta non solo era potente, ma anche velocissima e
quasi impossibile da colpire. Mentre Luca cercava di colpire le radici della
pianta, utilizzando l’acqua del ruscello, per farle marcire e renderla
inoffensiva, Alessandro scagliava grossi
globi infuocati e Edoardo innalzava enormi barriere di terra intorno a loro in
modo tale da impedire all’Edera di avvicinarsi. La situazione si complicò
ancora di più quando anche le streghe cominciarono ad attaccarli con globi di
fuoco viola e saette nere, simili a quelli che avevano scagliato contro i
draghi.
-Così non v!a- disse Alessandro -siamo nel bel mezzo
del fuoco incrociato!-
-Ho un idea!-
disse Edoardo all’improvviso -io e Alessandro ci occuperemo dell’Edera, tu
Luca, intanto terrai lontane le streghe- propose
-Ok- esclamarono Luca e Alessandro in coro.
Luca si staccò
dalla battaglia con la pianta per scagliarsi contro la streghe. Appena tentò di
allontanarsi dal luogo dello scontro con la pianta, un grosso rampicante bloccò
Luca alle caviglie, impedendogli di muoversi.
Al grido di
aiuto dell’amico intervenne Alessandro che con maestria, modellò una fiammata
emessa dalla mano, dandogli la forma di una frusta incandescente. Il ragazzo la
fece ondeggiare sopra la propria testa come una frusta vera e con un’abile mossa,
colpi il tentacolo che teneva imprigionato Luca, distruggendo.
Con due rapidi salti, Luca riuscì ad uscire da
quell’intricato groviglio di rami e corse in direzione delle streghe. Quelle,
appena lo videro, concentrarono tutto il fuoco su di lui, ma Luca usando una
potente barriera d’ acqua, parò l’attacco e si preparò per l’offensiva.
-Sei bravo ragazzo- disse la strega più alta -Ma io
sono più brava di te-
La strega
recitò una strana formula magica e all’improvviso un fulmine nero partì dalle
sue mani e colpì Luca al braccio. Inizialmente il dolore fu fortissimo ma poi,
Luca cominciò a perdere sensibilità con il braccio sinistro, finchè non rispose
più ai suoi movimenti e dovette difendersi solo con quello destro. Le streghe
continuarono a bersagliarlo con i loro incantesimi ma Luca, molto veloce, li
schivava tutti.
Intanto Alessandro se la vedeva brutta con la pianta
poiché l’aveva già ferito in diversi punti. Irriducibile, continuava a scagliare
sfere incandescenti mentre Edoardo, usando i suoi poteri, cercava di capire il
punto debole della pianta. L’Edera velenosa aveva subito anch’ essa seri danni
e parte dei suoi rami-tentacoli erano stati recisi o bruciacchiati. I due
Guardiani erano riusciti a metterla a tal punto in difficoltà, che aveva dovuto
lasciare andare i due prigionieri, che, fino a qualche secondo prima, teneva
stretti nelle sue spire, per poter combattere meglio.
-Allora Edo, ci sei riuscito?- chiese Alessandro, schivando
un grosso ramo che stava per spaccargli la testa -io non ce la faccio più!!!-
-Un po’ di pazienza Ale, mica è semplice!- disse
Edoardo
Se non ti sbrighi, finiamo stritolati da
quest’insalata gigante!- disse Alessandro, schivando un altro colpo
-Questa non è un insalata! L’insalata dell’orto non
tenta di ucciderti!- disse Edoardo esasperato
-Si, si- disse Alessandro –e comunque sempre di piante
si tratta, solo tu sei in grado di comunicare con esse!-
-Certo! Perché secondo te ‘sto essere ha voglia di
fare quattro chiacchiere con me, no!?!?!-
-Non lo so ok?!?!? Datti una mossa e basta!-
Edoardo pregò con tutto se stesso che uno di quei
tentacoli lo colpisse proprio in quel punto critico, così che non potesse più
parlare
-Ci sono quasi- disse dilatando al massimo la propria
mente per entrare a forza in quella della pianta -mi sembra che il punto debole
della pianta si trovi al centro di essa. Questo è tutto ciò che sono riuscito a
strappare alla coscienza della pianta, ma non so voglia dire…-
All’improvviso un ramo sfuggito all’attenzione di
Alessandro si abbatte su Edoardo colpendolo in pieno petto, sbalzandolo fuori
dalla pianta. Il ragazzo ebbe uno spasimo di dolore e poi cadde all’indietro
restando immobile
-Edo!- urlò sgomento Alessandro
Carico di
rabbia, Alessandro scagliò una gigantesca fiammata dalle mani che incenerì
tutto quanto di trovava sul suo cammino.
Mentre riprendeva fiato notò una cosa che prima era
rimasto coperto dai rampicanti, ora distrutti. Si trattava di un gigantesco
fiore rosso, simile ad un ibisco, che si trovava al centro della pianta, difeso
da una serie di alte spine violacee, che Alessandro immaginò essere molto
velenose.
Deve essere
quello il cuore della pianta e il suo punto vitale
Ma non aveva
fatto in tempo a finire la frase che una fittissima barriera di rami spinosi si
era innalzata per proteggere il delicato fiore.
-Non sperare di fermarmi specie di insalata
carnivora!- gridò Alessandro, iniziando
a sparare una serie di palle di fuoco, per distruggere i rami superstiti, che
ancora difendevano il fiore.
La pianta non
si diede per vinta e continuò a menar fendenti con i suoi velenosissimi rami
spinosi.
Ormai era finita, i colpi della pianta si erano fatti
più fiacchi e meno rapidi, tanto che Alessandro non dovette più distruggere il
rami con il Fuoco, ma si limitò a schivare i colpi. Così, approfittando di un
colpo andato a vuoto della pianta, distrusse le sue ultime difese e raggiunse
il fiore. Con un grido di trionfo evocò una spada di fuoco distrusse il fiore.
A quel punto l’Edera Velenosa intera prese fuoco e la
pianta morì in pochi secondi. Alessandro non ebbe problemi a resistere al
calore, ma saltò comunque fuori da quell’inferno per poter aiutare i due amici.
Luca assistette
alla scena della distruzione dell’edera mentre cercava di difendere Edoardo che
era ancora svenuto e, allo stesso tempo, cercando di evitare gli attacchi della
tre streghe. Quando anche loro videro l’edera in fiamme Rena tirò un alto grido
disperazione come se le fosse stata ucciso un figlio. Mentre Rena era distesa a
terra scossa da convulsioni, a causa della morte della sua creatura, per la
quale aveva speso un grande quantità di energie, le altre due sorelle
iniziarono a bersagliare Alessandro che proprio in quel memento usciva indenne
dalle fiamme.
-Stai attento Ale!- Urlò Luca tentando di avvertirlo
Alessandro, colto si sorpresa, non riuscì ad evitare
le due sfere violette che lo scagliarono dall’altra parte della radura.
Al vedere ciò che era successo all’amico, Luca si
infuriò ed evocò un immensa onda d’acqua che travolse le tre streghe,
scagliandole lontano. Purtroppo in questo suo ultimo attacco aveva esaurito
quasi tutte le sue energie. Non aveva più la forza di evocare nemmeno una
barriera. Mentre tentava di raccogliere le ultime energie rimaste le tre donne
si alzarono completamente fradice.
-COME HAI OSATO FARE UNA COSA DEL GENERE!!!!!- tuonò
Irma, iniziando a sollevarsi da terra, con gli occhi che emanavano lampi di
luce –LA PAGHERAI!!!!!-
Oh-oh…Qui si
mette male…
Nello stesso
istante dal cielo cadde una carcassa annerita e bruciacchiata in molte parti.
Era la cavalcatura delle streghe il Novgorod che era stato battuto da Ice,
Flame e Tytanus.
I tre draghi
arrivarono subito dopo il cadavere, ringhiando verso le streghe. Irma non ritenne
saggio attaccare anche tre draghi, per cui, pur urlando di dolore per la perdita
dei due mostri, svanì, insieme alle sue sorelle, in una nuvola viola lanciando
contro i tre ragazzi ogni sorta di maledizione.
-Ci rivedremo Maledetti Guardiani!!!!!-
Quando le streghe
scomparvero Luca si accasciò terra e svenne. L’ultima cosa che vide erano i due
stranieri che si avvicinavano ai loro salvatori per soccorrerli…
-Svegliati coraggioso guardiano- disse una voce
femminile alle orecchie di Luca.
Il ragazzo
dapprima aprì gli occhi e poi si tirò su a fatica. Notò che sia Alessandro che
Edoardo erano sdraiati vicino a lui e, che i loro draghi, che li sorvegliavano
dall’alto, con fare protettivo, stavano attenti ad ogni mossa degli stranieri,
temendo che potessero danneggiare in qualche modo i loro protetti.
-Chi sei? Quanto ho dormito?- mormorò Luca debolmente,
notando che ormai il sole stava calando all’orizzonte, avvolgendo la radura con
una calda luce dorata
-Il mio nome è Crystal e questo è il mio amico Vaolin-
si presentò la ragazza, prima indicando se stessa e poi lo spilungone che gli
era accanto -Hai combattuto parecchio,
ma non hai subito ferite gravi. Qualche costola rotta, ma niente di più- aggiunse
la ragazza
-Ma è…un elfo!- esclamò Luca sorpreso
Quando gli e l’aveva indicato la prima volta non se ne
era reso conto, ma ora si rendeva conto che quello che aveva davanti non era un
semplice ragazzo umano
-Si, e io sono una fata!- disse Crystal con
semplicità, togliendosi il mantello e mostrando le ali azzurre
-Una fata! Non è possibile! Le fate si sono estinte
secoli fa e che io sappia gli elfi sono nascosti nei recessi delle loro città
arboree, nella foreste di Kilkan- disse Luca meravigliato
-Ma tu non hai già incontrato mia zia Kate scusa?-
disse Crystal confusa
Luca si batté una mano sulla fronte
-Hai ragione che scemo!-
-Non ti preoccupare. Sarà la fatica e tutti gli eventi
che ti sono successi in questi due giorni che ti devono aver sconvolto per
bene. Comunque hai ragione su noi fate. Io, zia Kate e zia Lily siamo le ultime
fate rimaste su Immagea e se non facciamo qualcosa non ne nasceranno più-
-Perché?- chiese Luca curioso
-Non è ancora il momento di parlartene- lo liquidò
Crystal
-In che senso non è ancora il momento?-
-Tante sono le cose che voi tre dovete sapere, ma una
per volta?-
Luca capì che era inutile tentare di strapparle
qualche altra informazione perciò cambiò argomento.
-Perché quel mostro e quelle tre streghe vi hanno
attaccato?-
-Perché eravamo venuti ad avvisarsi, Udor- disse la
fata.
-Come mi hai chiamato scusa? E perché eravate venuti
ad avvisarci?- chiese Luca, sempre più confuso
-Udor è il nome del guerriero che può controllare il
potere dell’acqua. Gli altri tre nomi sono Geos il guerriero della terra,
Ignio, il guerriero del fuoco e Aerea, la guerriera dell’aria. Poi ci sono
altri due elementi che sono quello del tuono, Elektro e quello del ghiaccio
Frigia- disse Crystal per rispondere alla prima domanda
-Ne so meno di prima, Crystal- ammise il ragazzo
cinico –comunque perché siete venuti ad avvisarci?-
-Non ci arrivi da solo Luca?- disse Crystal –perché
credi che mia zia vi abbia donato questi poteri?-
-Non lo so. Te lo stò chiedendo io a te. Perché
proprio noi? Qual è il nostro ruolo in questa partita?-
- Esiste un’antica profezia, incisa su un papiro,
conservato nella biblioteca di Antikira- iniziò a spiegare Crystal –questa
profezia parla di sei ragazzi più un settimo guardiano che avrebbero il potere
di scongiurare la minaccia che grava sul nostro mondo-
-Quale minaccia?- domandò Luca
-Nuvole minacciose si addensano all’orizzonte. Il nostro
mondo rischia di essere dominato per sempre dal male e voi siete gli unici in grado
di scongiurare il pericolo- spiegò cupa la fata .
-Cosa? Quali minacce? Quali pericoli?- domandò Luca
ora molto spaventato
-Non posso parlartene ora, aspetteremo che i tuoi
amici si sveglino- disse Crystal troncando lì quella discussione e andando ad
occuparsi degli altri.
Luca rimase lì con i suoi dubbi, senza sapere cosa
pensare. Provò a vedere come stava il suo braccio e tentò di muovere le dita,
sicuro che non ci sarebbe riuscito. Con suo grande stupore si rese conto che ci
riusciva perfettamente e non solo le dita della mano, ma tutto il braccio.
Come è
possibile?
Un’ora dopo più
tardi, quando il sole era ormai tramontato, anche Edoardo e Alessandro si
svegliarono e anche loro provarono lo stesso stupore al vedere sia la fata che
l’elfo.
-Luca ma in che mondo siamo capitati? Che sta
succedendo?- domandarono sempre più confusi Alessandro e Edoardo.
-Vorrei saperlo anch’io- ammise Luca -ma Crystal, la
fata ci spiegherà tutto- aggiunse Luca per rassicurarli
Non appena i
tre ragazzi ebbero finito di parlare si rivolsero verso Crystal, ansiosi di
sapere la verità. A quel punto Crystal iniziò il racconto:
-Dovete sapere, che recentemente un demone molto
malvagio di nome Leese si è risvegliato e che ha intenzione di fare una guerra
che distruggerà non solo tutti noi esseri magici ma anche tutte le altre razze
e che farà cadere il nostro mondo nelle tenebre-
-Un momento fata spiegati meglio- intervenne impulsivo
Edoardo.
-Modera i termini umano- gli sibilò Vaolin
-No Vaolin, stai calmo, non voleva offendere. E’
normale che sia confuso- intervenne Crystal -hai tutto il diritto di sapere
cosa succede, Geos-
Edoardo fece una strana faccia, sentendosi chiamare
così, ma ad un’occhiata di Luca rimase in silenzio e lasciò continuare alla
fata il proprio racconto
-Vedete so che può sembrarvi strano, ma vi prego di
ascoltarci. Quando mia zia vi donò i poteri nella foresta era sicura di non
essersi sbagliata e anch’io lo sono. Vi prego aiutateci!- implorò la fata.
-Ma sentila! Noi siamo solo dei ragazzi e non abbiamo
voglia di imbarcarci in questa assurda impresa…- disse Alessandro ma Luca lo
bloccò.
-Se accettiamo di aiutarvi, promettete che stasera ci darete
una spiegazione più chiara e ci direte con esattezza quale sia ilnostro compito?- domandò Luca con tono deciso
-Non ti preoccupare, ti prometto che ti spiegherò ogni
cosa- disse Crystal più sollevata.
-E va bene allora salite sui nostri draghi vi portiamo
al villaggio- disse Luca –voi siete d’accordo?- domandò poi rivolto agli amici
-Se ritieni che ci possiamo fidare- disse Edoardo con
semplicità
-Io non sono molto d’accordo- disse Alessandro –insomma,
chi può dirci che non ci stiano ingannando?-
-La tua diffidenza è comprensibile Igno, ma ti chiedo
di avere fiducia in noi- disse Crystal
-Ascoltami Ale- disse Luca prendendo da parte
Alessandro –anche io non ci capisco niente, ma devi ammettere che sembrano
saperla lunga su di noi e poi Crystal sembra avere qualcosa a che fare con la
fata di ieri sera. Lasciamo che scoprano tutte le loro carte-
Alessandro parve pensarci un po’ su, ma poi decise di
fidarsi di Luca
-E va bene. Verrò con voi, ma solo se alla fine ci
daranno una spiegazione- disse Alessandro.
Detto questo Edoardo si sporse per dare una mano alla
fata per farla Salire su Icema quella
con un sorrisino si sfilò il mantello facendo vedere il bellissimo corpo snello
e si alzò in volo grazie alle sue possenti ali
-Che diavolo…!- esclamò Edoardo
-Non lo sapevi?- disse la fata con un sorrisino- noi
fate sappiamo volare. Dovrete solo occuparvi di portare Vaolin-
-Ok- disse Luca montando su Ice.
L’elfo si
guardò bene del salire su Flame. Fin dal primo momento in cui si erano visti
era nata una sorta di ostilità tra lui e il suo cavaliere. Per questo motivo
salì sul drago di Edoardo e quando tutti furono pronti partirono in volo verso
il cielo violetto sul quale spuntavano le prime stelle, lasciandosi alle spalle
la radura dove i tre guerrieri avevano affrontato la loro prima battaglia.
-Mio signore le streghe sono
tornate e pare…non abbiano avuto molto successo- disse la voce di un piccolo
demone a Leese.
-Fai entrare subito quelle
stupide- urlò Leese con la sua voce da rettile. Ci vollero pochi secondi perché
le streghe, trafelate e ancora ferite dalla recente battaglia, entrassero nella
buia sala del trono. La sala, era molto grande ma vi era solo un solo trono in
fondo alla sala e un grosso specchio magico appeso alla parete ovest della sala.
L’unico luogo che dava sull’esterno era una grande finestra aperta, dalla quale
si poteva osservare lo spaventoso spettacolo che i corni del demone offrivano a
Leese. Questo era un luogo completamente montuoso, formato da alti picchi
frastagliati e le cui montagne più alte erano, due monti gemelli: I corni del
demone. La vegetazione in quel posto era molto rada e inoltre non vi erano
strade praticabili in quel luogo dato che i suoi abitanti erano per lo più
demoni alati. Questo era lo spettacolo che Leese stava osservando quando le sue
sgradite ospiti entrarono, gli piaceva la morte e la desolazione del suo regno e
nella sua mente perversa la sofferenza altrui era motivo di grande
gioia.
-Entrate, viscide serpi senza cervello- disse Leese. Due delle tre
streghe entrarono timorose nella sala e si inchinarono al cospetto del più
grande signore dell’oscurità di tuttii tempi: Leese. Il suo aspetto era quello
di un qualziasi mostro alato: era molto alto, con un corpo magro simile a quello
umano ma aveva mani e piedi artigliati con i quali, quando non usava la magia,
uccideva i nemici. Dietro la schiena aveva un paio di grandi ali nere come
l’inchiostro, e la sua apertura alare raggiungeva quello di un piccolo drago. La
sua faccia era un’aberrazione di un viso umano, sfigurato dalla magia nera, con
piccoli occhi rossi, scintillanti, un naso schiacciato da rettile e una grande
bocca piena di denti aguzzi. Per finire egli aveva un paio di grandi corna nere,
lunghe e appuntite, ed era vestito con una tunica nera che era legata in vita da
un sottile nastro viola. Intorno a lui vi era una densa aura nera che impediva
che qualsiasi cosa crescesse e che portava via la speranza e la felicità.
-Voi sapete cosa significa vincere questa guerra per me, non vero?-
sibilò Leese
-Certo mio signore, devi vendicarti di ciò che ti ha fatto il popolo
della luce e soprattutto il Guardiano molti secoli fa- disse la strega maggiore
-Avete ragione, devo vendicarmi! Voi sapete cosa mi hanno
fatto.-
- Certo mio signore, vi riferite a quella vecchia storia- disse una delle
due streghe
-Non è affatto una storia, stupide!!!- gli sibilò contro Leese
Si narrava infatti, che nei
tempi antichi, esisteva solo la luce ma poi, un giorno uno degli esseri fatati
che abitava n quel mondo, iniziò a provare sentimenti di odio e rancore verso
gli altri esseri suoi simili. Questo era dovuto ad un motivo sciocco poiché
avendo perso una gara con un suo amico si era arrabbiato e quindi aveva iniziato
a provare quei sentimenti. Ad un certo punto la sua rabbia e la sua frustrazione
divennero talmente grandi che si riversarono fuori da quel essere. Il mondo
intorno a lui si fece nero e tutto quello che toccava diventava cenere, perciò
gli altri abitanti decisero di esiliarlo in un luogo dove la sua magia nera non
avrebbe avuto alcun potere. Ma si sbagliarono esso cominciò a prolificare e a
creare altri esseri come lui e così il regno creato solo dalla luce si spezzò e
una parte di esso divenne un regno di tenebre e desolazione senza un po’ di
felicità o di amore. Dopo la creazione del regno oscuro i suoi abitanti ( che
altri non erano che gli antenati dei demoni e delle streghe) iniziarono una
lotta contro quelli delle terre di Luce . Questi poiché erano assai pochi
decisero di creare altri esseri di luce che potessero aiutarli. Nacquero così
gli elfi, le fate, i folletti e i draghi i possessori delle magia che che si
tramandarono di generazione in generazione. la lotta iniziò e nacque così la
prima guerra delle razze. questa guerra finì con la vittoria degli abitanti
delle terre di luce grazie all’arrivo del Guardiano dorato che, dopo essere
stato evocato dal potere degli spiriti dei Quattro elementi, li aiutò a vincere
ma ad un prezzo spaventoso: la terra che prima esisteva ora no c’era più; il
mondo era caduto nelle tenebre più fitte e oscure. Gli elfi e le fate però si
presero l’impegno di ricreare la terra ma dovettero spendere una gran parte
della loro magia; molti non riuscirono però a tenersela una parte per se e
nacquero così gli uomini e nani che però si impegnarono a loro volta, come
avevano fatto i loro antenati, a risanare la terra. Dopo molti secoli la terra
fu ricostruita e tornò la luce ma per evitare che ci fosse un’altra guerra gli
esseri magici decisero di nascondere la magia e la loro magica eredità agli
uomini. I quattro elementi quando morirono decisero di trasferire il loro potere
in quattro cristalli che donare alle fate, in modo tale, che quando ci fosse
stata la necessita un'altra generazione di guerrieri si sarebbe fatta avanti per
battere il male. IL Guardiano inoltre si richiuse in una specie di bozzolo e
sigillò il luogo in cui riposava con un sigillo magico. Leese, che altro non era
che il discendente degli esseri oscuri, aveva deciso di vendicarsi su gli esseri
di luce che l’avevano sconfitto e stava preparando una guerra per sconfiggere le
razze.
-Ad ogni modo, qual è il rapporto?- chiese Leese.
-Mio signore abbiamo scoperto i tre detentori dei cristalli e dei poteri
elementari : sono solo tre mocciosi che non sanno ancora sfruttarli appieno.-
- Non mi interessa se sono solo dei mocciosi voglio che li teniate
d’occhio e che li distruggiate al momento buono, capito?!! Comunque per ora non
bisogna distrarci dal nostro vero obbiettivo: Goldragon, tanto finchè non
troveranno il quarto elemento niente potrà fermarmi. E la fatina con il suo
amichetto elfico li avete distrutti?-.
A questa domanda le due
tremarono
-No mio signore abbiamo cercato di uccidere entrambi con l’edera velenosa
ma non ha funzionato, poiché sono arrivati quei
tre.-
Dalle dita di Leese partì un
fulmine nero che colpì in piene le due streghe buttandole a terra e facendole
contorcere come una massa di serpenti.
-Siete delle sciocche ora quella stupida fatina rivelerà loro i nostri
piani e quale sarà la loro missione. Ma non importa tanto non troveranno mai il
quarto elemento e noi potremmo agire indisturbati. Ho gia inviato i miei
messaggeri a Malus in modo tale che elimini quei cinque impiccioni. Spero che
lui non mi deluda. Quanto a voi andate impedite a tutti modi che il Consiglio
delle creature magiche abbia luogo-.
-Si, mio signore questa volta non ti
deluderemo-.
-Lo spero per voi altrimenti sarò costretto a punirvi più severamente,
Andate-.
-Aspettate!, come mai siete solo in due dov’è
Ginevra?-
-Mio signore- dissero le due streghe, quasi piangendo- nostra sorella sta
male, purtroppo la distruzione del Novgorod e dell’Edera l’ha indebolita
molto-.
-Va bene,potete ritirarvi-
Le due streghe si
inchinarono un ultima volta e uscirono. Intanto Leese osservò a lungo dentro al
suo specchio i movimenti dei cinque ragazzi.
Malus se ne stava calmo e tranquillo , seduto sulla sua poltrona
imbottita da vanti al fuoco. La stanza in cui si trovava era riccamente arredata
infatti all’interno della stanza era presente: un grande camino con splendidi
segni runici scritti sulla parte superiore di esso, un po’ anneriti dal fumo ma
ancora leggibili. Vi era inoltre una grande biblioteca ricca di tutto il sapere
magico del vecchio mondo, con libri che descrivevano la storia di tutte le
razze. Ma vi era una sezione molto particolare, che riguardava i più disparati
volumi sulla magia nera e sull’uso delle pozioni più pericolose; non si può dire
che fosse una schiappa come mago, infatti per preparare tali pozioni occorreva
un potere magico immenso e soprattutto una grande abilità. In cima al caminetto
vi era una delle cose di cui Malus andava più fiero : una testa di drago
impagliata; uno dei suoi trofei più importanti. Dalla porta alle sue spalle
spuntò un essere indescrivibile, molto simile ad uno gnomo ma tremendamente
sfigurato dalle magia nera di Malus. Di gnomico aveva solo l’altezza ma poi
aveva un aspetto terrificante; Malus, infatti per far difendere il castello
dalle rivolte degli abitanti del villaggio, aveva catturato un gruppo di gnomi e
grazie alla sua magia li aveva moltiplicati e sfigurati per intimorire la gente.
Il servitore entrò goffamente portando sulle spalle uno specchio gigantesco per
le sue modeste dimensioni.
-Era ora!- disse Malus con freddezza,
-Il mio signore attende per darmi istruzioni muoviti stupido!-.
Lo gnomo (la cosa-gnomo) grugnì in risposta e attaccò lo specchio alla
parete opposta alla biblioteca in modo che il mago potesse usarlo, e poi uscì
dalla stanza facendo un goffo inchino. Quando fu solo Malus si avvicinò allo
specchio e pronunciò parole incomprensibili in una lingua sconosciuta. Dopo
pochi istanti apparve la figure di Leese e Malus si inchinò prontamente
-Mio signore>: disse il mago.
-Alzati pure mio buon amico, devi affidarti una missione, che quelle tre
stupide streghe non sono riuscite a portare a termine. Tu conosci la storia dei
tre guardiani degli elementi, vero?-.
-Non sono i quattro prescelti dalla rosa mistica per combattere le forze
oscure?-.
-Esatto mio viscido amico. Per ora non sono molto pericolosi, perché
tanto il quarto elemento non si è ancora rivelato, ma io non voglio che creino
fastidi, quindi devi eliminarli, e subito. Inoltre con oro ci sono una fata e un
elfo ma non avere timore non sono proprio nulla.-
-Obbedisco mio signore ma dove si trovano questi tre elementi?-.
-Sono esattamente nel tuo villaggio i loro nomi non li so ma appena vedi
li scopri uccidili!
-Non ti deluderò mio signore-.
Dopo quest’ultima frase l’immagine di Leese svanì dallo specchio e il
mago cominciò a pensare a d un modo per eliminare i tre mocciosi.
La lunga corsa verso la casa di Luca li aveva sfiniti ma trovarono la
forza di andare comunque nel capanno degli attrezzi e di nascondersi lì.
-Io devo andare a dire ai miei che sono tornato nel frattempo restate
nascosti lì. Cercherò anche di prendere qualcosa da mangiare- disse
Luca.
Dette queste parole corse
fuori e andò in cucina. Doveva inventarsi anche una bella scusa non solo per
essere arrivato così in ritardo, ma anche per spiegare l’assenza di Alessandro e
Edoardo.
-Mamma, mamma sono qui . Scusa il ritardo…-
ma non finì neanche di dire
queste parole che sua madre gli si fiondò addosso e iniziò a parlare a raffica
senza fermarsi. Luca per un po’ stette ad ascoltarla ma poi seccato cominciò a
pensare ai preparativi per la partenza. Sarebbero partiti quella stessa notte in
cui non ci sarebbe stata la luna ma doveva ancora preparare tutto l’occorrente
per il viaggio : sarebbero servite almeno cinque coperte, tre mantelli,
provviste per una settimana , armi e qualche moneta per le spese.
-…Come hai potuto sparire così all’improvviso…- : stava continuando a
rimproveralo sua madre, ma ormai erano arrivati a casa e vedendo che il padre si
era seduto a tavola cominciarono a mangiare. Strongold non sembrava molto
preoccupato per l’improvvisa ricomparsa di Luca e non volle nemmeno
rimproverarlo dato che quando mangiava non voleva essere disturbato. Scila, sua
madre continuava borbottare tra se la sfrontatezza del figlio ma dopo poco si
quietò, Aurora invece parve molto sollevata di rivederla anche se, il suo viso
era attraversato da lunghe righe rosse : doveva aver pianto. Luca si sentì
all’improvviso un verme ma continuò a mangiare nonostante il pensiero che lo
tormentava della sorella che era anche più pallida del solito. Dopo aver finito
di mangiare Luca prese la parola e cominciò dire alla madre che aveva ricevuto
una lettera da un suo caro amico, che si trovava al di là delle Montagne
Nebbiose, che circondavano il villaggio, e che erano stati invitati anche
Edoardo e Alessandro…
-Così mi chiedevo se potessi andarci. Sai, è da tanto che non lo vedo e
poi il raccolto è quasi ultimato sono sicuro che potrei assentarmi per qualche
giorno…-.
-Non ci pensare neanche, sottospecie di sconsiderato vagabondo! Non
andrai da nessuna parte finchè…-.
Ma questa volta fu il padre
a zittirla alzando una mano, e lei tacque.
-Puoi andare , figliolo. Del resto come hai detto tu in due giorni potrei
farcela anche da solo-.
Strongold era molto gentile,
come sua sorella e Luca lo ammirava, e lo rispettava per questo. Era così felice
di poter partire che non riusciva ad esprimere la sua gratitudine. Riuscì solo a
mormorare: -Grazie papà-, che gia era corso su per le scale a preparare il
tutto. Arrivò come un fulmine in camera sua e presi tre zaini, che teneva da
parte anche per i suoi amici, li riempì di tutto il necessario compresi i suoi
vestiti. Quando ritornò in cucina la trovò già sparecchiata e sul tavolo le sue
provviste, Ma solo per lui. Questo era un problema : come avrebbero fatto a
sopravvivere?. Non importa pensò Luca. Dopo quanto tutti dormono
mi alzerò e prenderò altre provviste e il denaro necessario. Finito di
preparar il suo zaino uscì e ritornò nel capanno dove aveva lasciato i suoi
amici. Li trovò che si stavano lagnando per non aver mangiato niente :
-Ce ne hai messo del tempo Luca, stiamo morendo di fame-.
-Non preoccupatevi, sono riuscito a sgraffignare un bel po’ di cibo dalla
dispensa di mia madre. Mangiate pure con calma, ho preparato il nostro piano di
fuga: fuggiremo sta notte.-
-Sta notte?- risposero in coro.
-Si sta notte, col favore della tenebre ci allontaneremo nel bosco e lì
saliremo in groppa ai draghi, che ci porteranno il più lontano possibile dal
nostro villaggio. Ho gia preparato tutto: le provviste , le armi,le coperte…-.
-Ma Luca e i nostri genitori cosa gli accadrà? Sicuramente Malus, saprà
di noi e ci verrà cercare. Non trovandoci allora se la prenderà con i nostri
genitori-.
-Lo sò, cosa credete? Ma purtroppo non abbiamo altra scelta. Sapete ci ho
pensato molto e credo che sia meglio così. Dobbiamo adempiere ai nostri compiti
di guardiani degli elementi e trovare il quarto
elemento.-
-Ok, Luca siamo con te. A che ora si parte ?- disse Edoardo
-Verso mezzanotte voi tenetevi pronti mi
raccomando-
Dette quste parole uscì dal
capanno e se andò in camera sua.
-Salazar, vieni qui mio fedele servitore- disse Malus. Dall’ombra della
stanza uscì una forma informe di stracci, molto grande, che emanava un gran
fetore.
-Ho bisogno che tu vada a distruggere quei tre mocciosi, la fatina e
l’elfo, poiché ho saputo che hanno intenzione di fuggire. Porta con te alcuni
uomini e aspettali al Passo del Cappio all’entrata delle Montagne Nebbiose, e
distruggili!-
-Obbedisco mio signore- disse la massa informe di stracci con una risata
stridula, e uscì dalla stanza.
-Quei mocciosi hanno le ore contate . Ha, ha,
ha!!!-.
Quella notte a Balam cinque ombre si aggiravano per la strade correndo
verso la foresta: erano cinque ragazzi.
-Credete che ci abbiano
visti?- chiese Edoardo ansimante dopo essersi fermati per la prima volta in
mezzo alla foresta.
-Penso di si, in fondo
siamo stati più silenziosi di un gatto.- gli rispose Alessandro.
-Chi dovrebbe averci
visto?- domandò Crystal
-Gli scagnozzi di Malus, è
un mago molto potente, che ha preso il possesso del nostro villaggio, da quando
quel demone ha iniziato a spadroneggiare su Immagea- spiegò Alessandro
-Quindi voi conoscevate
Leese?- domando Vaolin
-Per sentito dire- ammise
Edoardo
-In fondo noi siamo solo
uno dei piccoli villaggi che si trovano nelle Terre dell’Ovest, non siamo
particolarmente pericolosi e quindi quel demone ci ha solo inviato questo mago
a controllarci e sottometterci- spiegò Luca
-Capisco- disse Crystal
continuando a camminare velocemente in quella notte senza luna
-Quanto manca Udor?-
chiese Vaolin ad un certo punto, vedendo che avevano lasciato alle spalle le
ultime abitazioni
-Non ti preoccupare ormai
dovremmo essere arrivati, basta passare questa radura e siamo arrivati… e poi
come te lo devo dire che non devi chiamarvi così? Chiamami semplicemente Luca.
- Ok…Udor-
rispose l’elfo con un sorriso
-Ma la vuoi piantare una
buona volta!- esplose Alessandro.
A quella risposta l’elfo
si rabbuiò e iniziò a correre più veloce.
-Dovete capirlo- disse
Crystal –è abituato a porgere il rispetto dovuto a tutte le persone di rango inferiore
o superiore al suo. Sai gli elfi…-
Ma a quel punto si arrestò
vedendo che Vaolin si era fermato all’improvviso e aveva alzato un dito per
richiamare tutti al silenzio.
-Cosa succede Vaolin?-
chiese Edoardo.
Ma la risposta gli arrivò
da sola.
Una piccola truppa di
venti soldati, i servitori di Malus,stava uscendo dalla radura di fronte a loro ed era capitanata da un
mostro ricoperto di stracci.
I ragazzi iniziarono a
temere che quella loro fuga non fosse tanto segreta quando credevano.
L’essere iniziò ad
avvicinarsi a loro lentamente, con passi calmi e misurati.
All’inizio sembrava che
non avesse un scheletro dato che più che camminare, strisciava come un
serpente, ma poi, dopo che fu giunto a pochi passi da loro, con un rapido
fruscio gettò gli stracci in aria con un gesto molto teatrale.
Come si era aspettato il
ragazzi si erano concentrati sul mantello che si sollevava e solo quando
quest’ultimo cadde a terra, rivolsero uno sguardo disgustato alla creature che
stava di fronte a loro.
Essa non era più a terra,
ma si era eretta in tutta la sua statura, che doveva aggirarsi attorno ai due
metri.
Il suo corpo completamente
ricoperto di scaglie verdi, era protetto da una solida armatura di ferro scuro.
Aveva un muso simile a quello di un rettile, allungato e con degli occhi piccoli
e stretti di colore giallo; la bocca, dalla quale fuoriusciva, a intervalli
regolari, una lingua biforcuta viola era circondata da una miriade di piccoli
dentini aguzzi e probabilmente erano in grado di secernere veleno; inoltre una
lunga cresta verde scuro che partiva dalla testa e raggiungeva la coda, rendeva
quest’ultima un’arma potente e pericolosa.
Dalle mani e dai piedi
spuntavano lunghi artigli eportava una
spada corta che gli pendeva da una cintura di pelle.
-Quello è un Lacerta, uno dei mostri più forti delle truppe di Malus-
esclamò Edoardo
-Esatto piccolo stupido,
il mio nome è Salazar. Dove avete intenzione di andare?- glisibilò contro Salazar
-Non sono affare che ti
riguardano, schifosa lucertola- gli rispose secca Crystal sorprendendo i suoi
compagni.
-Attenta a come parli
aberrazione con le ali!!!- gli rispose Salazar –il mio padrone vuole che mi
occupi pure di te, oltre che di questi tre mocciosi-
-Bada a come parli o
dovrai vedertela con me- disse Vaolin, sguainando la spada corta, minaccioso
-E cosa potrebbero farmi
dei moscerini come voi?- disse Salazar beffardo –Tu piuttosto, elfo- aggiunse
rivolgendosi a Vaolin -che ci fai fuori dalla tua foresta? Pensavo che quelli
come te fossero dei gran fifoni che temono a tal punto il mio signore, da usare
gli antichi poteri della foresta dell’Est, per difendersi.- disse Salazar con
un sorrisino
A quell’affermazione
Vaolin tremò.
-Come ti permetti di
insultarlo,schifoso essere strisciante, fatti sotto se ne hai il coraggio-
disse Alessandro con foga
-Non fraintendermi!-
aggiunse poi subito dopo – lo faccio solo perché non mi piacciono i tipi che si
credono superiori agli altri-
-Ah! Grazie comunque-
disse Vaolin con un sorriso
Nel momento stesso in cui
finirono di parlare Salazar si scagliò silenzioso e letale su di loro più
arrabbiato che mai per le offese ricevute.
-Vi farò a pezzi- disse
preso dall’estasi del combattimento
Nel momento stesso in cui
scattò lui anche gli altri soldati sguainarono le corte spade e si scagliarono
contro i cinque ragazzi.
Vaolin gettò indietro il mantello e sguainò la
corta spada, Crystal si alzò in volo e iniziò a scagliare globi di energia di
colore azzurro contro i nemici.
Alessandro, Luca e Edoardo
invece chiamarono con le menti i draghi e si scagliarono contro i soldati con
le spade che il padre di Luca aveva fornito loro.
-Dividiamoci io e Vaolin
ci occupiamo del mostro mentre voi vi preoccupate dei soldati - disse
Alessandro eccitato dalla battaglia.
Udito Alessandro, i cinque
si sparpagliarono.
Luca e Edoardo non erano
molto abili con le spade, in quanto le avevano maneggiate poche volte durante
la loro infanzia e per di più erano solo spade di legno, tuttavia non diedero
modo ai nemici di avvicinarsi nemmeno di pochi metri. Utilizzando i loro poteri
erano in grado di tenere a bada un’intera orda di nemici da soli. Luca creava
potenti getti d’acqua che si formavano sulle palme aperte delle sue mani, e li
indirizzava contro gli sfortunati nemici che lo attaccavano, mentre Edoardo,
poggiando le sue mani a terra, evocava possenti rampicanti dal terreno che
imprigionavano i soldati a mezz’aria.
Crystal invece era molto
brava nell’uso dell’arco perciò, dopo averlo tirato fuori iniziò a scagliare
dardi contro i nemici.
La situazione sembrava
volgere a loro favore, nel giro di un quarto d’ora avevano sconfitto i nemici e
ed erano già pronti ad esultare.
All’improvviso dal bosco
emerse un altro plotone di soldati che sostituì il primo.
Il sorriso morì sulle
labbra di Luca ed Edoardo
-Ma quanti sono?- domandò
Crystal
-Non ne ho idea, ma non so
per quanto ancora potremmo resistere- disse Luca, respingendo l’ennesimo gnomo
–Luca io non ce la faccio più- disse Edoardo
dopo aver steso con un pugno un soldato che lo attaccava
-Edo, non so cosa dirti- disse Luca evitando
un pericoloso fendente che gli recise alcuni capelli castani –qui sembra che
non debbano finire mai-
-Io non riesco ad
utilizzare a lungo i miei poteri-
-Anche io, mi tolgono le
forze-
Luca continuò a combattere
contro i nemici, decidendo però di utilizzare la spada, per il momento
-Dov’è Ale?- domandò
Luca non vedendolo
-Non lo so. L’ho perso di
vista, dopo che ci ha detto che si sarebbe occupato del mostro. Spero che stia
bene-
-Vedrai che se la caverà-
-Si ma noi? Io non ce la
faccio più e anche Crystal sembra alquanto in difficoltà-
-Dobbiamo aver fiducia in
Ice, Flame e Tytanus- disse Luca ma nel suo cuore
cominciava a essere preoccupato anche lui.
***
-Piccoli moscerini non
riuscirete mai a battermi- disse Salazar, dopo aver parato l’ennesimo fendente
di Vaolin
-E’ un po’ ripetitivo o
sbaglio?- disse Alessandro ridendo menando un affondo, diretto al ventre di
Salazar
-Pare di si. Però ha
ragione. Io sono esausto e se non lo sconfiggiamo, temo che presto avrà il
sopravvento- gli rispose Vaolin con il fiatone
Alessandro non poteva dare
torto all’elfo. Era già mezz’ora che combattevano e anche le sue energie si
stavano esaurendo, mentre Salazar sembrava sempre in forma come se quel duello
serrato non lo avessero stancato neanche un po’.
Da quando avevano iniziato
a combattere si erano spostati dal luogo dello scontro, dirigendosi sempre di
più verso est, verso il fiume Kirs e presto avrebbero
raggiunto la gola vicino alla quale esso nasceva. Dopo molti fendenti e
altrettante parate raggiunsero la gola e Alessandro, nel poco tempo che gli era
stato dato dal mostro per riposare, ne approfittò per ripassare il territorio.
Come si ricordava esso non era molto grande, infatti tra la foresta e la gola
non ci sarà stata neanche un chilometro e a forza di combattere si sarebbero
avvicinavano sempre più alla gola.
-Vaolin mi è venuta un idea- disse Alessandro con
il fiatone –do…dobbiamo avvicinarci sempre di più al crepaccio-
-Che cosa hai in
mente?-chiese Vaolin dubbioso, evitando che il mostro gli tagliasse le gambe
con la sua spazzata di coda
-Fidati di me- gli rispose
Alessandro
-Ok-
Il combattimento nel
frattempo diventava sempre più violento e Alessandro dovette ricorrere al
potere del Fuoco per ostacolare Salazar.
Il ragazzo, nascosto da
Vaolin che teneva impegnato il mostro, creò quattro piccole sfere rosse
incandescenti e le indirizzò contro il nemico.
Avendovi la visuale
coperta fino all’ultimo, Salazar non poté evitare la prima sfera infuocata che
gli causò una grave ustione alla spalla sinistra. Il mostro urlò sia per il
dolore che per la sorpresa e dovette allontanarsi con rapidi balzi all’indietro
per evitare le altre tre sfere che si schiantarono al suolo, creando piccoli
crateri fumanti.
-Bene, bene finalmente ti
sei mostrato Igno avevo dei dubbi su chi fosse il
guardiano del Fuoco tra te e quegli altri ma ora ho capito. Comincerò da te e
poi distruggerò gli altri due- disse il mostro maligno, ripartendo all’attacco,
ignorando il dolore alla spalla
-Non ci contare viscido
essere strisciante!!!- disse Alessandro cominciando ad emanare un’aura rossa
dal suo corpo. Rimise la spada nel fodere per evitare di fonderla e si
posizionò a gambe divaricate di fronte al nemico. Dopo essersi concentrato creò
una palla di fuoco grandissima e la scagliò contro il nemico.
-Questa volta non mi
freghi moccioso!- disse Salazar
Il mostro alzò il braccio,
mostrando un amuleto viola, che assorbì l’enorme meteorite di fuoco, scagliato
poco prima da Alessandro e gli e lo rispedì indietro.
-Oh mer…-
Ale fece appena in
tempo a schivare il colpo, gettandosi di lato ed esso si infranse contro una
roccia poco distante mandandola in mille pezzi. Parte di questi frammenti
infuocati schizzarono sui rami secchi e in breve parte una parte della foresta
era in fiamme.
-Credevi che non fossi
preparato contro una simile eventualità. Il mio Signore mi ha donato questo
amuleto, in grado di difendermi da voi maledetti guardiani. Ahahahaa!-
rise di gusto Salazar
-Maledetto bast….- iniziò ad offenderlo Alessandro
-Grazie mi onori con tutti
questi complimenti- disse Salazar con una risatina sarcastica –Ma i complementi
non ti serviranno a niente: ti distruggerò!!!-
-Sei un pochino
ripetitivo- disse Vaolin
-Zitto, piccolo elfo, con
te farò i conti dopo!- ribatté Salazar secco
Detto ciò sfoderò di nuovo
la spada, tenendola con la mano destra,mentre reggeva con l’altra l’amuleto, e
si lanciò all’attacco.
Come faccio ora, pensò Alessandro l’unico modo per
sconfiggerlo è gettarlo giù dal crepaccio. Ma come faccio se non posso neanche
usare i miei poteri?
Dove
sei Flame!!!
***
- Non vi sembra strano che
i nostri amici non siano ancora arrivati?- disse Tytanus
-Hai ragione Tytanus è…
Ahi!!!- urlò Flame
-Cosa c’è Flame?- chiese
Ice preoccupato
-Era il guardiano del
fuoco, credo sia nei pasticci- disse Flame
-Ecco perché non
arrivavano dobbiamo raggiungerli, forse anche Geos e Udor sono nei pasticci!!!-
disse Ice
-Ma come faremo a
trovarli?- chiese Tytanus
- Oh è semplice al primo
incendio che troviamo nella foresta troveremo Alessanadro-
disse Flame sarcastico
-E dove c’è lui ci sono
anche Luca e Edoardo- finì eccitato Tytanus
-Bravo!!!- disse Flame con
il tono di uno che fa i complimenti ad un bambino di prima elementare
-Mi stai prendendo in
giro?!!!- ruggì Tytanus arrabbiato
-Fatti sotto vecchio sputafuoco!!!-
-Basta voi due- si
intromise Ice- E’ proprio vero tale guardiano, tale drago.
Dobbiamo aiutare i nostri amici o lo avete scordato?- ruggì Ice arrabbiatp
-No hai ragione Ice. Andiamo-
disse Flame
-Comunque non è finita
qui!!!- puntualizzò Tytanus
Detto questo i tre draghi
si allentarono dalle montagne nebbiose e si avviarono verso il luogo della
battaglia.
***
Alessandro e Vaolin se la
stavano vedendo brutta. Da quando il ragazzo aveva usato quell’attacco si era
molto indebolito e ora rischiava seriamente di rimetterci le penne.
Da quando era stato
colpito, Salazar era sempre più furioso e li attaccava di continuo, non
lasciandoli un attimo di pace.
L’unico modo che avevano
per sconfiggerlo era attirarlo verso il crepaccio ma era più difficile del
previsto.
Mentre Alessandro lo colpiva continuamente con
palle di fuoco e colpi di spada, Vaolin con il suo arco tirava frecce che però
rimbalzavano contro una specie di barriere invisibile. Gli attacchi di fuoco
venivano assorbite dall’amuleto, mentre i fendenti dalla spada veloce del
mostro.
-E’ tutto inutile-
sghignazzò il mostro al culmine dell’eccitazione –Non avete alcuna possibilità
di battermi. Siete esausti e quando cadrete io vi darò il colpo di grazia!-
-Non ci contare mostro!!!-
disse Alessandro fiero, anche se in cuor suo temeva che avesse ragione.
Il combattimento continuò
e siprotrasse per un altra mezz’ora, ma
ancora non si vedevano segni di sfinimento nei movimenti di Salazar.
Ora era lui in vantaggio
nonostante fossero in due, Alessandro e
Vaolin potevano solamente parare i tremendi colpi che venivano loro inflitti
dal mostro dal momento che ormai non avevano più forze.
-Ma dove sei Flame?- gridò
Alessandro, mentre veniva scagliato a terra dall’ultimo attacco di Salazar
Proprio quando tutto sembrava
perduto si udì un ruggito e dal cielo eruppe una gigantesca fiamma scarlatta
-Ma che diavolo sta
succedendo?- urlò Salazar sorpreso, allontanandosi da Vaolin e Alessandro, per
evitare l’attacco.
Approfittando del
momentaneo disorientamento del nemico, Alessandro, con un ultimo sforzo scagliò
una violenta fiammata contro il mostro, che, sorpreso, non riuscì in tempo a
difendersi.
-Aaaaaaaah- urlò spaventato raggiungendo in un solo
colpo l’orlo del crepaccio.
Flame atterrò e si diresse di gran carriera
verso Alessandro, preoccupato.
-Ce ne hai messo di tempo,
he!- disse Alessandro sfinito con un sorriso debole.
-Non ti preoccupare ora di
questo me ne occupo io- lo rassicurò Vaolin
-No, voglio aiutarti-
protestò Alessandro
-Non puoi! Sei troppo
debole- gli disse Flame con fare fraterno.
-Avete ragione. Per questa
volta starò fuori dai pasticci,ma...Flame aiuta Vaolin a distruggere
quell’essere schifoso!- disse infine Alessandro rassegnato.
-Contaci!- disse il drago
risoluto
-Noi andiamo avanti, Flame
credi di potertela cavare?- dissero i due draghi, che gli si erano nel
frattempo affiancati
-Certo- disse Flame
–andate dai vostri guardiani, io proteggerò il mio
Mentre i due draghi si
allontanavano verso il luogo della battaglia Flame e Vaolin si preparano a
combattere il mostro.
-Schifosa lucertola con le
ali, come hai osato attaccarmi. Distruggerò anche te!!!- gridò Salazar
arrabbiato per essere stato colto di sorpresa.
-Lo vedremo- gli rispose
il drago
Il drago partì a tutta
velocità contro il nemico, muovendo le possenti ali, ma il mostro lo evitò,
balzando di lato.
-Dannazione- gridò il
drago
Era difficile per un
essere della sua mole, combattere bene in mezzo a quello spazio angusto,
tuttavia non demorse e intraprese con il nemico uno scontro senza esclusione di
colpi. Il drago Mordeva, lanciava fiammate, tentava di colpire l’avversario con
la coda e gli artigli, ma la lacertola, era agile
come una gazzella ed evitava i suoi attacchi con una rapidità sorprendente,
colpendo il drago ai fianchi con la spada.
Ad un certo punto sembrò
che Salazar stesse per vincere. Il drago era stato costretto a indietreggiare
sino alla parete rocciosa e ruggiva tentando con gli artigli di strappare
l’arma dalle mani dell’avversario.
-Sei finito!- disse
Salazar pronto a dare il colpo di grazia al drago
Proprio mentre stava per
colpire Flame, Vaolin, con l’ultima delle sue frecce,colpì l’amuleto di Salazar che s’infranse in
mille pezzi
-Ale tocca a te!-
Il ragazzo, avendo
recuperato un po’ delle sue forze, si concentrò al massimo e la sua aura rossa
divenne più spendente che mai
-Che diavole?...- disse
Salazar girandosi verso quella fonte luminosa
-Spostatevi!!!- gridò
Il drago spiccò il volo e
l’elfo si allontanò più veloce che poteva dal nemico, ancora scioccato di frontea tanta potenza. Alessandro dopo aver creato
un ‘enorme meteorite di fuoco, lo compresse, fino a fargli assumere la forma di
una palla di fuoco di medie dimensioni, dalla potenza smisurata, e lo scagliò
contro il mostro, il quale volò oltre i crepaccio con un urlo spaventoso.
-E’ finita- disse, infine
Alessandro che esausto e cadde a terra.
-Ale,
Ale svegliati! Ti seni bene?- disse una voce familiare
-Do…dove
sono?-chiese Alessandro ancora intontito dal recente
scontro.
-Sei
ancora tra i mortali fortunatamente- scherzò Vaolin – Ti ringrazio per avermi
salvato-
Poi
senza aspettarselo si ritrovò tra le braccia di tuttii suoi compagni con la testa di Flame
che spuntava dall’alto preoccupato per la salute
dell’amico.
-Oh,
ma cosa sono tutte queste smancerie!!!- disse che era ormai soffocato del tutto
dalle braccia degli amici.
-Se
i un idiota poteva ucciderti quello sforzo- disse Flame con le lacrime agli
occhi
-Dai
lo sai che mi piace il rischio- disse Ale scherzando – Comunque, potreste
spiegarmi cosa è successo di preciso?-
-Beh…-
iniziò Luca -mentre tu e Vaolin combattevate alla grande anche noi non ce la
vedevamo poi così bene. I mostri spuntavano dal sottobosco come funghi e ogni
volta che ne uccidevamo uno altri due prendevano il suo posto: insomma eravamo
nei casini. Poi sono arrivati Ice e Tytanus e allora la situazione si è
ribaltatacon poche e rapide
fiammate dei nostri draghi insieme hai nostri poteri abbiamo sconfitto i
nemici-
-Poi
è arrivato Vaolin tutto pieno di lividi per avvisarci che tu eri svenuto e che
Smigle era morto- proseguì Edoardo – ci precipitammo per vedere come stavi e
abbiamo trovato Flame chino su di te che piangeva in silenzio. Quasi non ci fece
avvicinare da quanto era preoccupato per te…-
-Allora
ci tieni a me, eh Vecchio lucertolone- lo interruppe Alessandro commosso dal
legame profondo che aveva con il drago.
-Certo
che ci tengo a te, vecchi pazzo e non darmi più del vecchio io ho solo Duemila
anni…sono praticamente un ragazzino.- gli rispose il drago
-Comunque
ora che ti sei ripreso possiamo proseguire il nostro viaggio- disse Crystal –Non
andremo subito dagli elfi dato che è quello che si aspetta il nemico, faremo il
giro lungo e passeremo per le città dei nani. Tanto credo che anche loro
vorranno dire la loro in merito alla guerra.-
-Quanti
giorni ci vorranno per arrivare dai nani?- chiese Alessandro alzandosi a
fatica
-Normalmente
ce ne dovremmo mettere cinque ma dato che tu sei molto debole ce ne metteremo
otto contando anche le varie soste che faremo nei villaggi umani che
incontreremo-
-Mi
dispiace ragazzi… sono solo un peso senza di me viaggereste meleto più spediti…-
cominciò a dire Alessandro dispiaciuto
-Non
dirlo neanche per scherzo Ignio, tu sei fondamentale come lo sono i tuoi amici
non puoi abbandonarci!- esplose Crystal –se sei ferito o debole non è colpa
tua…anzi senza di te non saremo mai riusciti a sconfiggere il mostro quindi
datti una regolata e recupera il tuo solito spirito
sfrontato!!!-
-Ok,
hai ragione, ma…ehi un momento io non sono sfrontato!!!- disse Alessandro
offeso
-Nooo!!!!
Ale…sei semplicemente un pochino spavaldo e superbo…niente di che- gli rispose
Edoardo
-Cosa!!...se
non fossi bendato ti farei vedere io chi è lo sfrontato- cominciò arrabbiato
Alessandro
-Dai…
su non iniziamo…- disse Luca –dobbiamo metterci in cammino perciò...in
marcia!!!-
La
discussione finì lì, Alessandro fu caricato su Flame in modo tale che non si
sforzasse troppo e recuperasse le forze, gli altri invece si diressero verso
Sud-Ovest verso il regno dei nani : Nidavellir.
Quando
partirono ormai era l’alba e verso le dieci del mattino avevano raggiunto la
cima delle Montagne Nebbiose. Da lì Luca poté osservare il suo villaggio, Balamb
dove era cresciuto e dove aveva passato i primi anni della sua infanzia. Quanti
ricordi gli venivano in mente Lì aveva ricevuto il suo primo arco per il suo
settimo compleanno e sempre lì aveva conosciuto i suoi due amici Alessandro e
Edoardo all’età di cinque anni; da quell’età erano stati inseparabili e non
c’era un giorno in cui loro non stessero insieme col sole o con la
pioggia…sempre. Ora che doveva abbandonare quel posto gli sembrava di venire
svuotato completamente, ma sapeva che comunque quel vuoto sarebbe stato riempito
dalle nuove esperienze che avrebbe fatto durante il suo viaggio per salvare il
mondo. Quando si riscosse dai suoi pensieri guardò Edoardo il quale si era
fermato anch’egli per osservare il villaggio. Dato che quella era la prima pausa
della giornata e aveva ancora qualche minuto Luca lo usò per ammirare anche la
foresta splendida e verdeggiante. La sua vegetazione aveva colori poco uniformi
infatti vista dall’alto pareva una grandissima tavolozza di colori tutti
mescolati tra di loro come se un bambino avesse preso delle tempere e si fosse
messo a creare varie macchie di colore, che andavano dai toni caldi, come il
giallo, l’arancio e il rosso delle querce dei castagni e dei faggi ai toni più
freddi dei sempreverdi che comprendevano tutte le tonalità di verde da quello
chiaro a quello scuro. Anche quella foresta gli suscitava molti ricordi: la sua
prima cavalcata, la sua prima preda uccisa : un coniglio giovane e veloce preso
in inverno per sfamare la sua famiglia e molte altre cose.
-Sarà
difficile lasciare tutti quei bei posti dove sei cresciuto non è vero Luca?-
disse Crystal strappandolo dalle sue riflessioni.
-Si
effettivamente è così. Qui sono nato e cresciuto ma credo che riuscirò a farcela
perché so che farò nuove esperienze.- disse infine
risoluto.
-Vorrei
avere il tuo entusiasmo Luca lo sai. Anch’io sono determinata a sconfiggere
Leese ma non riesco proprio a dimenticare la mia casa tra i fiori…- disse
Crystal triste
-Non
ti preoccupare- s’intromise Edoardo –presto sconfiggeremo il male e tu potrai
tornarea
casa-
-Grazie
ragazzi non so proprio cosa farei senza di voi…- disse Crystal – Allora
proseguiamo, il cammino è lungo e dobbiamo raggiungere il villaggio di Weasthar
prima del tramonto-.
Dopo
quella pausa non se ne fecero altre prima delle due del pomeriggio, quando
esausti si sedettero in una radura di querce ingiallita per l’autunno. Il sole
raggiungeva a stento la radura grazie ai rami frondosi delle piante e quindi si
poté stare al fresco durante tutta la pausa. I draghi atterrarono nella radura
poco dopo che gli altri avevano preparato il campo.
-Non
sono mai stato così scomodo in vita mia- si lamentò Alessandro scendendo da
Flame –comunque è stato eccitante ho visto le vette dei monti più alti e
grandissime aquile che si libravano nel cielo limpido e senza nuvole. L’unico
inconveniente era il freddo: lì l’aria era rarefatta e si respirava a fatica ma
la cosa che mi ha dato più fastidio di tutte sono state le sferzate di vento
gelido che mi arrivavano quando Flame cambiava direzione.-
-Coraggio
Ale, dovremmo presto abituarci ai nostri draghi altrimenti come faremo a
sconfiggere i mostri volanti che ci attaccheranno?- disse
Edoardo
-Hai
ragione…ma io non salirò mai più su Flame se non avrò una staffetta sulla
schiena!!!- disse Alessandro.
Preparano
un piccolo fuoco da campo su cui fecero bollire una piccola pentola con della
carne secca e delle verdure per uno stufato. Quando questo fu pronto iniziarono
a mangiare in un silenzio imbarazzato.
-Allora
Crystal…sbaglio o dovevi darci alcune spiegazioni?- cominciò
Luca
-Si,
hai ragione- disse Crystal poggiando il cucchiaio e mettendosi più comoda
–Vedete circa Qualche millennio fa.
Quando il mondo fu creato il bene e il male vennero divisi in due luoghi
separati. Il male però non accontentandosi del proprio dominio cercò di
conquistare le terre dove abitava il bene. Si scatenò una violentissima guerra
che venne combattuta non con le armi ma con la magia!
-Come
mai con la magia?- chiese Alessandro
-Dovete
sapere che a quel tempo tutto era permeato di magia dal singolo filo d’erba a
alla creatura vivente più piccola. Le armi ancora non esistevano dato che per
uccidere una creatura bastava una sola parola.
-Come
mai allora oggi non esiste più la magia pura e naturale?- chiese
Luca
-Ci
stavo arrivando. Quella guerra non aveva portato altro che rovina e dato che il
male stava diventando sempre più potente gli antichi progenitori delle razze
ossia gli elfi di luce, le fate più potenti i nani gli altri esseri magici,
unirono le forze e crearono un Guardiano…
-E
chi era questo guardiano? Anzi come era fatto?- chiese
Edoardo
-Era
un drago!!!- s’intromise Tytanus –il drago più potente che sia mai esistito:
Goldragon!!!
-Si,
questa storia ci viene raccontata fin da quando eravamo cuccioli- continuò Ice
egli è stato il primo drago e il capostipite della nostra
razza.
-Insieme
a lui crearono ovviamente la prima dragonessa di nome: Ocella…- continò Crystal
–Insieme al guardiano generarono migliaia di uova e dopo aver preservato la
razza scesero in battaglia contro la forze delle tenebre.-
-Fu
uno scontro durissimo che portò il Guardiano e la sua compagna a combattere per
anni…- continuò Vaolin –Allafine però avvenne lo scontro finale tra i due draghi
e il Demone capo delle armate delle tenebre…Leese!!!-
-Leese!!!-
esclamarono in coro Luca, Alessandro e Edoardo
-Si
esatto il mostro che noi stiamo combattendo tuttora altro non è che suo figlio.-
disse Crystal bloccando le domande che sicuramente sarebbero
piovute.
-Comunque-
proseguì Vaolin –Sta di fatto che la forza congiunta di Goldragon e di Ocella
non bastava per sconfiggere il demone tant’è che la stessa Ocella rimase uccisa
nello scontro.
-Cosa
rimase uccisa!!!- esclamò Luca.
-Si,
ma prima di morire decise di aiutare il più possibile chi l’aveva aiutata dato
che lei controllava i poteri della natura decise di donarli al popolo di luce.
Dopo aver fatto questo ultimo sacrificio si trasformò in un fiore gigantesco e
sparì. I sei poteri subito girarono sopra il popolo della Luce e scelsero tra di
essi i loro sei guardiani. Si trattava di sei ragazzi come voi di nome: Udor,
Ignio, Geos, Aerea, Thunder e Glesia. Come avrete capito si trattava di Due
ragazze e quattro ragazzi.-
-Ecco
perché Ci chiamate così- disse Edoardo
-Esatto!!!-
disse Flame –in onore dei primi sei guardiani-
-E
poi che cosa successe?- chiese Luca curioso
-Beh…-
disse Crystal –il seguito lo si può capire facilmente: Goldragon accecato dalla
rabbia scatenò tutta la sua ira e i sei elementi lo aiutarono nell’impresa. In
poco tempo sconfissero Leese e gli altri suoi scagnozzi mettendo fine al suo
regno. Goldragon poi affidò le uova di drago al popolo di Luce e si sparì nel
nulla. –
-Che
e fu dei sei ragazzi guardiani degli elementi?- chiese
Alessandro
-Essi
si sposarono e diedero origine alla razza umana e quando giunse la loro ora
abbandonarono i propri poteri e li rinchiusero in sei cristalli indistruttibili.
Ora il mondo era salvo e quindinon
c’era più bisogno di simili poteri li consegnarono alle fate insieme al fiore di
Ocella in modo tale che potessero custodirli entrambi.-
-Comunque
non hai ancora risposto alla mia domanda: come mai la magia oggi è così rara?-
disse Luca
-devi
sapere che se anche il popolo di Luce aveva vinto la guerra il mondo non era più
abitabile e quindi bisognava ricostruirlo e renderlo abitabile per le
generazioni future. Usarono quasi tutta la magia che era a loro disposizione per
poter ricostruire il mondo che oggi chiamiamo Immagea. La restante magia la
divisero un po’ tra gli elfi e le fate, le quali essendosi quasi estinte la
usarono per incantare il fiore e le diedero la capacità di far nascere le fate
così da poter far vivere di quegli ultimi esseri magici. Dopo qualche secolo,
gli uomini riuscirono a ripopolare quasi tutta Immagea e perciò la altre razze
per paura di essere distrutte si nascosero e non si mostrarono mai agli uomini.
I nani si nascosero sottoterra nella parte Sud di Immagea dove fondarono alcune
città. Gli elfi invece silenziosi protettori della nature si nascosero nelle
foreste a Est mentre noi fate ci nascondemmo in una foresta segreta vicino a
quella elfa. I draghi invece che nel frattempo erano nati si nascosero nelle
montagne e nei vulcani del Sud insieme ai nani, mentre gli gnomi e i folletti e
altri spiritelli nelle foreste a Nord-est del mondo.-
-A
Nord invece si nascosero i demoni, gli orchi, i troll e le streghe…- finì Luca
per Crystal
-Esatto
un piccolo contingente di quelle razze si era salvato dalla Prima guerra e
perciò aveva ripopolato le terre del Nord rendendole fredde e inospitali già
prima della venuta di Leese-
Quando
concluse il racconto fece una pausa di silenzio per far riflettere i suoi
compagni, rimescolando lo stufato che non aveva neanche
toccato.
-Quindi
è per questo che siamo indispensabili noi- iniziò Alessandro –noi siamo gli
eredi dei primi guardiani elementali…-
-…E
abbiamo il compito di sconfiggere il male ancora una volta e salvare il
pianeta.- concluse Edoardo.
-Si,
e non è un’impresa semplice.- disse Crystal – ma dovete aiutarci perché siete i
soli che potete sconfiggere il male.-
-Ma
il quarto elemento…come faremo a trovarlo?- chiese Luca
-Dovrete
cercarla durante il vostro viaggio. Ho il cristallo con me e appena reagirà
sapremo che il quarto elemento è vicino. Comunque ne io ne Vaolin sappiamo di
più. Il resto vi sarà raccontato un po’ dai nani e un po’ dagli
elfi.-
La
discussione finì e pranzarono chiacchierando amabilmente degli scontri degli
ultimi giorni. I più affiatati erano Alessandro e Vaolin che non la smettevano
di parlare del combattimento con Smigle.
Il
pranzo fu terminato in fretta e dopo aver mangiato preparano il campo e si
avviarono per raggiungere Westhar prima di sera. Il viaggio fu abbastanza lungo
ma Crystal seppe come intrattenere Edoardo spiegandogli la proprietà delle varie
piante che incontravano e le loro proprietà magiche.
-…Vedi
Geos questo è l’Asperata una pianta molto particolare che cresce un po’
dappertutto- disse Crystal mentre gli indicava una pianta spinosa di colore
verde scuro –ha la proprietà di immagazzinare energia magica e di comunicare con
gli spiriti elementari della terra. Inoltre il suo legno è resistentissimo…-
-Cosa
sono gli spiriti elementali, non ce ne avevi mai parlato Crystal- la interruppe
Luca
-E’
vero non ve ne ho mai parlato- disse Crystal interrompendo la sua descrizione
–gli spiriti elementali sono delle specie di fate, ma non di forma umana come
me. Per esempio ci sono gli spiriti del Fuoco che sono molto forti e soprattutto
molto suscettibili basta un nonnulla per scatenare la loro ira. Non hanno una
forma ma sono delle specie di fuochi fatui rossi e si dice che proteggano le
passioni e gli amori difficili e tu Alessandro ne sei il capo e l’evocatore del
loro potere. Oltre a quelli del Fuoco ci sono poi quelli della Terra che invece
assomigliano a dei sassi e si nascondono sottoterra. Essi sono molto forti come
quelli del fuoco e si curano delle piante e dell’ambiente. Per questo gli stanno
molto simpatici gli Elfi-
-Davvero!-
intervenne Edoardo
-Esatto.
Noi veneriamo questi spiriti benevoli e loro grazie al nostro aiuto ci danno un
abbondanza di cibo e un clima favorevole alla crescita delle nostre case
arboree- gli rispose Vaolin
-Comunque, dicevo…- proseguì Crystal –gli
spiriti della Terra proteggono non solo l’ambiente ma la famiglia e gli affetti.
Il loro capo ed evocatore sei tu Edoardo e tu come loro devi occuparti di
rispettare l’ambiente e di proteggerlo. Dopo queste troviamo gli spiriti
dell’acqua, questi sono molto buffi hanno la forma di grosse gocce d’acqua e
sono i più numerosi in quanto si trovano vicino a ogni fonte d’acqua. Adorano la
luce perché quando gli attraversa generano un arcobaleno di colori che loro
amano; sono molto saggi e i loro consigli non vanno mai ignorati perché
raramente ne elargiscono agli esseri umani. Come per i tuoi due amici il loro
capo e evocatore sei tu, Luca.-
-E
gli spiriti dell’aria…come sono fatti?- chiese Luca
-Essi
sono i più simili a me : sono come piccole bambine con ali trasparenti di
farfalla. Le loro risate sono argentine e sembrano un canto melodioso. Sanno
inoltre generare piccole correnti d’aria se tranquille, ma quando vengono
provocate, come gli spiriti del Fuoco, si arrabbiano tantissimo e generano
grandissime tempeste e tifoni di incredibile potenza. Inoltre sono molto gentili
e si dice che proteggano i bambini.-
Mentre
Crystal riprendeva la sua descrizione delle piante rare Luca non poté fare a
meno di notare il modo con cui la guardava Edoardo: la sua non era semplice
attenzione ma qualcosa di più come se ne fosse attratto. È innamorato
pensò Luca beh effettivamente Crystal era molto carina dimostrava una
grande saggezza per la sua giovane età. Mentre il pomeriggio passava
piacevolmente tra chiacchierate amichevoli e momenti di silenzio durante i quali
si osservava il paesaggio, raggiunsero la fine delle Montagne Nebbiose e proprio
verso il tramonto arrivarono in vista del villaggio di
Westhar.
-Fermiamoci
qui per la notte- disse Crystal dopo aver raggiunto una radura di pini che si
trovava a un miglio dal villaggio –qui saremo al sicuro da occhi indiscreti. La
radura è abbastanza grande da ospitare dei draghi e gli alberi sono abbastanza
alti da poter non essere visti da occhi indiscreti.-
-Ok,
Ice atterra qui- disse Luca
Poco
dopo arrivarono i draghidopo aver
fatto scendere Alessandro prepararono il campo.
-Ora
prepariamo il campo- disse Crystal, dopo aver raggiunto la
radura
-Ma
siamo stanchi!!!- sbuffò Luca
-Vuoi
andare a dormire a pancia vuota e al freddo?!?- chiese Crystal esasperata
–anch’io sono stanca ma dobbiamo preparare la cena e discutere sul da
farsi-
-Ok-
disse Luca di malo umore.
A
preparare il campo e la cena ci misero quasi un ora: dovettero raccogliere i
rami secchi per il fuoco e alcune erbe per lo stufato. Alessandro, tutto
pimpante ci mise poco a svolgere i suoi incarichi.
-Ma
non hai ancora finito?- chiese Alessandro a Luca mentre cercava di riempire il
pentolone con dell’acqua fatta apparire dal nulla per cuocere la
carne.
-Scusatemi
“Signor mi riposo tutto il giorno”- disseLuca con tutto il veleno che aveva in corpo. La risposta occupò tutta la
sua concentrazione e così dalle sue mani uscì un gigantesco torrente d’acqua che
a malapena riuscì a trattenere e a controllare.
-Ma
hai visto cosa hai fatto?- esplose Alessandro tutto infuriato, l’acqua infatti
aveva spento il fuoco e bagnato il legno a tal punto da renderlo marcio e mollo
come fango.
-Ci
avevo messo un secolo ad accendere quella legna già umida. Ora come facciamo a
accendere il fuoco?- disse Alessandro
-Guarda
che è colpa tua...mi hai deconcentrato- cercò di giustificarsi
Luca
Come
se non bastasse arrivò Edoardo, che inciampato in un sasso, fece cadere l’altra
legna raccolta sul pentolone, rovesciando l’acqua, che con fatica, Luca aveva
fatto apparire.
-Ma
che fai!!!- urlò Luca esasperato.
-Sei
un idiota Edoardo!- disse Alessandro che si era già arrabbiato per il disastro
di Luca
-Non
è colpa mia non ho visto quello stupido sasso e sono caduto…-tentò di scusarsi
Edoardo
-Sei
il solito imbranato- disse Alessandro
-Tu
non offenderlo…se non sbaglio sei tu quello che non dovrebbe fare errori dato
che ti sei riposato tutto il giorno!!!- disse Luca
-Tu
non ti impicciare Signor indovino- attaccò Alessandro
-almeno
le mie visioni sono servite a qualcosa!!!... tu cosa hai fatto?- ribatté a tono
Luca
-Io
ho sconfitto quello schifoso verme che Malus ci ha mandato contro…ti ricordo.
Per quello ero stanco- disse Alessandro ora veramente
offeso
-Bravo
e allora credi di essere più bravo di noi solo perché non sbagli
mai?-
-Forse
si- ribatté Alessandro –e…ora che mi ci fai pensare l’attacco con cui ho battuto
Smigle era più o meno questo- continuò poi e scagliò un enorme palla di fuoco
contro Luca. Per un soffio Luca riuscì a schifarla e quella andò a colpire un
antico abete che prese fuoco all’istante.
-Ma
sei pazzo?- disse Luca spegnendo l’incendio –Ci vedranno dalla
città-
-Un
piccolo errore di rotta…ma stavolta non sbaglierò!!!- disse Alessandro tirando
l’ennesimo meteorite.
Questa
volta non riuscì a evitarlo, poté solo innalzare un enorme barriera d’acqua che
spense istantaneamente la palla di fuoco.
-Ora
sta a me attaccare- disse Luca creando una grandissima onda che travolse
completamente Alessandro.
-Questa
volta hai esagerato- disse Alessandro tutto rosso in viso. Intorno a lui si
accese un aura rossa e dalle sue spalle spuntarono un paio di ali di fiamma e
senza rendersene conto cominciò a salire in volo fino a raggiungere i due metri
di altezza.
-Ale…hai
visto cosa ti è successo- disse Luca stupito e spaventato allo stesso
tempo.
Ma
il ragazzo non l’ascoltava spinto solo dalla sua ira iniziò a lanciare palle di
fuoco a ripetizione
-Devo
intervenire- disse Edoardo, ma venne fermato da Crystal la quale guardava il
ragazzo con grande ammirazione
-Questa
è una battaglia fra Lucae
Alessandro. Alessandro sta attingendo a un nuovo potere e voglio vedere come
andrà a finire non intervenire per alcuna ragione altrimenti sarò costretta a
usare la magia per bloccarti. La stessa cosa vale anche per te- disse Crystal
indicando Vaolin che guardava Alessandro preoccupato.
-Ma
Crystal bruceranno l’intera radura e gli abitanti di Westhar ci scopriranno-
disse Vaolin
-Non
ti preoccupare erigerò una barriera che proteggerà gli alberi e noi. In quanto
ai rumori la barriera coprirà anche quelli- gli rispose la
fata
Detto
questo alzò la mano in aria e,dopo aver pronunciato poche parole
incomprensibili, una gigantesca onda di luce scaturì dalle sue mani e ricoprì
tutta la radura con il suo velo di mistero. Intanto in cielo era sorta la
luna…rossa, come ricordare il grande scontro che di a poco sarebbe sorto dall’
incontro dei due grandi poteri del Fuoco e dell’Acqua. Sotto la sua luce
Alessandro appariva decisamente spettrale sotto il riflesso bianco della luna e
i suoi occhi rossi come tizzoni accesi, risplendevano insieme alle ali rosse e
incandescenti da fenice,che gli erano spuntate dietro la schiena, sullo sfondo
nero. Luca si rese che l’unico modo di far ragionare Alessandro era quello di
sconfiggerlo ma sapeva anche che quella si sarebbe rivelato una lotta molto
dura. Si concentrò molto anche lui e l’aura blu cominciò a risplendere intorno
alla sua figura. Al primo attacco di Alessandro non cercò di evitarlo m,a di
incassarlo per evitare di rovinare ancora di più la radura, non essendo a
conoscenza dell’incantesimo di Crystal. Eresse la solita barriera d’acqua ma
purtroppo questo non bastò dato che i colpi di Alessandro erano rapidi e
precisi, quindi erano impossibili da parare tutti e alcuni riuscì solo a
rallentarli per poi evitarli in seguito.
-Accidenti
così non va- pensò
Luca –è più veloce del solito e maledettamente preciso. Devo pensare a
qualcosa-
Mentre
pensava ad un modo per sconfiggerlo passò all’offensiva e iniziò a lanciare
contro Alessandro grossi globi azzurri contro Alessandro. Purtroppo questi colpi
non andavano mai a segno dato che le ali da fenice di Alessandro lo aiutavano
negli spostamenti aerei.
-Acc.
È velocissimo anche in volo come se volasse da una vita. Devo stare attento-
pensò Luca.
Alessandro
intanto si era stufato di scappare e scatenò tutta la sua ira: dopo aver tirato
un urlo incredibile partì da lui stesso un ondata di fuoco incredibile che venne
accentuata da un battito d’ali di fuoco e che colpì tutto intorno a sé. A quel
tempo la barriera di luce di Crystal s’infranse per la potenza dell’onda e
Edoardo dovette intervenire. Dopo essersi ricoperto di un aura smeraldo creò una
gigantesca muraglia di terra per racchiudere le fiamme e Luca dopo aver visto
che Alessandro aveva perso il controllo del suo attacco si preparò scatenare il
suo potere per bloccare le fiamme
-Ale
ferma il tuo attacco- gridò Edoardo
Ma
era tutto inutile Alessandro si stava trasformando in essere fiammeggiante molto
simile ad una fenice e illuminò il paesaggio come a
giorno.
-Ci
vedranno!!!- s’infuriò Crystal per aver perso il controllo
dell’incantesimo.
Ma
Luca non l’ascoltava sapeva che doveva generare un potere pari a quello di
Alessandro per spegnere i suoi “bollenti spiriti”. Si concentrò al massimo e la
sua aura divenne zaffiro e poi blu scurissimo anche lui urlò e dalle sue mani
partì un incredibile sfera d’acqua gigantesca che colpì Alessandro o l’essere in
cui si stava trasformando. Ci fu un esplosione di luce, nata dall’incontro dei
due poteri opposti, e parve che il tempo si fermasse: Edoardo cadde a terra
riverso e perse il controllo sulle sue barriere di terra che tornarono semplici
colline, Crystal venne sbalzata all’indietro insieme a Vaolin che fece un volo
di due metri e atterrò contro un albero, ad Alessandro sparirono le ali e
precipitò versoio terra per fortuna però Flame che non era restato a guardare si
precipitò verso il suo amico e lo salvò appena in tempo prima che toccasse terra
e Luca venne protetto dall’onda d’urto dei due poteri combinati dal corpo di Ice
che si mise in mezzo appena in tempo per evitare a Luca il colpo che gli sarebbe
stato fatale.
Passò
la notte e venne la mattina, i cinque ragazzi si ritrovarono straiati su delle
coperte, con una pezza bagnata sulla fronte e i tre draghi che aspettavano
ansiosi che si risvegliassero. La prima svegliarsi fu
Crystal
-Che
cosa è succ…Oh!, adesso ricordo: le ali di fenice, lo scontro, l’onda
d’urto!!!...-
-Calmati
fata, Durante la notte abbiamo rimesso a posto la radura con la magia di Tytanus
e nessuno si è accorto della nostra presenza- cominciò Ice -Dato che eravate
tutti svenuti ci siamo presi cura di voi, ma quelli messi peggio sono Luca e
Alessandro. Luca ha una brutta ustione sul braccio sinistro e Alessandro ha due
costole rotte a causa del colpo infertogli dalla sfera di
Luca.-
-Sono
ferite gravi?- domandò Crystal ansiosa
-No,
non credo, anche se per l’ustione di Luca ci vorrebbe una medicina potente che
si trova nel villaggio qui vicino, altrimenti la febbre non gli
scenderà-
-E
Alessandro…ce la farà?-
-Per
lui non c’è bisogno di preoccuparsi un po’ di riposo e qualcuno dei tuoi
incantesimi dovrebbero rimetterlo a posto-
-Sono
più sollevata, ma dobbiamo andare a prendere subito la medicina per Luca…Dov’è
Edoardo-
Come
a rispondere alla sua domanda si udì un raspo di tosse proveniente da una
coperta più avanti e Edoardo si alzò
-Non
preoccuparti Crystal, mi sento bene a parte qualche
dolore-
-Bene
e tu Vaolin?-
-Io
mi sento benissimo- disse Vaolin scattando in piedi all’istante per non far
preoccupare la fata.
-Bene
ora che so che state quasi tutti bene devo occuparmi di
Alessandro-
Si
avvicinò alla sua coperta, per curarlo, ma subito si allontanò dopo essere
diventata scarlatta: scoprì infatti che Alessandro era completamente
nudo.
-Perché
non mi avete avvertito subito!!!- disse Crystal rossa in
viso
-Scusa,
dimenticavo di dirti che quando è tornato normale i suoi vestiti erano spariti,
probabilmente bruciati dalle fiamme che lo avvolgevano- si scusò
Tytanus
-Non
sapevamo con cosa vestirlo e così l’abbiamo coperto semplicemente con un
mantello- continuò Flame
-Ok,
quindi dobbiamo comprare dei vestiti nuovi per Alessandro e una pomata speciale
per Luca…- si ricordò Crystal -come si chiama?- chiese
infine
-Non
è una pozione ma un erba: l’erba di fuoco- la informò Ice
-Erba
di fuoco?- disse lei scettica
-Lo
so il nome può confondere ma mescolata con determinate erbe può curare qualsiasi
ustione- gli spiegò Ice
-Va
bene, serviranno dei soldi-
-Guarda
nella borsa di Luca. Lui dovrebbe aver portato parecchie monete- la informò
Edoardo
Seguendo
il consiglio di Edoardo andò a controllare nella borsa di Luca e trovò dentro
cinquanta monete d’oro.
-Basteranno?-
si chiese Crystal
-Non
preoccuparti per Alessandro basterà un semplice abito e se non bastassero io ho
portato con me venti monete d’oro- gli disse Edoardo
-E
va bene ma dobbiamo decidere che verrà e chi resterà oltre ai due malati- disse
infine Crystal
-Questo
è semplice noi draghi resteremo qui con loro e li proteggeremo da eventuali
assalti- disse Flame orgoglioso
-Non
esageriamo mica devono essere per forza attaccati- disse Crystal per
sdrammatizzare
-Non
si è mai sicuri di questi tempi- gli rispose lui indignato
-e
se per caso passa un viandante che cerca di aiutarli? Cosa
fate?-
-Lo
attacchiamo!...Che domande!!!- disse Flame
-Esagerato!!!-
gli rispose Crystal –è meglio se qui oltre a voi resti anche
Vaolin-
-Perché
devo restare proprio io!!!- esclamò Vaolin offeso
-Perché
di si sei l’unico che deve restare. Tu in città daresti troppo nell’occhio
mentre Edoardo è un umano…-
-E
allora tu con quelle ali!- ribatté l’elfo
-Io
posso nasconderle in modo che aderiscano alla mia schiena perfettamente- gli
rispose tranquilla la fata
-E
allora il tuo aspetto? Anche tu hai delle orecchie leggermente appuntite, ti
noterebbero anche te come me- gli disse Vaolin per ripicca
-Basta
Vaolin!!! Edoardo mi accompagnerà e la questione è chiusa. Chiaro!- disse lei
per chiudere
L’elfo
rispose con un borbottio incomprensibile nella sua lingua che aveva tutta l’aria
di essere un’offesa contro Edoardoe contro la stupidità di Crystal e non rispose
alla domanda
-Sono
stata chiara!!!- ripeté Crystal ora con una nota di comando nella
voce
Ci
fu un attimo di silenzio imbarazzato dopo il quale l’elfo
rispose
-Si,
signora-
Quelle
parole colpirono Crystal con la stessa forza di uno schiaffo in piena faccia e
la fata si adombrò per le parole di Vaolin. I preparativi per il viaggio al
villaggio furono molto brevi: Edoardo aiutò Vaolin a preparare il campo e usò
quella scusa per avvicinare l’elfo che tutte le volte cambiava direzione o
lasciava le cose a metà per evitare di parlare con Vaolin e alla fine dopo le
raccomandazione dell’elfo Edoardo e Crystal si allontanarono dalla radura sotto
lo sguardo torvo e severo di Vaolin.
Dopo
essersi lasciati la radura alle spalle Edoardo iniziò a parlare con
Crystal
-Credi
che se la sia presa per essere rimasto indietro?-
-Sicuro-
disse lei tranquilla
-E
allora che rapporto c’è tra voi due?-
-Lui
è solo un amico una specie di fratello maggiore…Ma ora non parliamo di questo
concentriamoci sulla nostra missione- disse lei per chiudere subito la
discussione
-Va
bene- disse Edoardo dato che aveva capito che non sarebbe riuscito a estorcere
neanche una sola informazione dalla fata. Così un po’ scornato Edoardo proseguì
accompagnando la fata verso il villaggio in una fredda mattina d’autunno.
Dopo
aver lasciato la radura i due ragazzi si incamminarono verso il villaggio. Il
sole era appena sorto e de nuvolosi neri annunciavano che presto ci sarebbe
stato un temporale, il primo vero temporale di autunno. La cittadina di Westhar
sorgeva su una collina che non molto alta dava sul mare e era difesa da mura di
pietra molto antiche da lontano si potevano vedere le torrette di guardia e i
camminamenti dei soldati che facevano la guardia alla città per scongiurare
eventuali attacchi dei nemici. Dalle mura inoltre s’intravedevano piccole
feritoie dalle quali gli arcieri potevano scagliare le loro frecce senza essere
visti ne attaccati. L’unica entrata era costituita da una massiccia porta di
legno rinforzata da cardini d’acciaio. La città infatti era continuamente
attaccato dai nemici perché essa era una uno sei principali crocevia commerciale
ed era presa di mira anche dai demoni in quanto era una delle ultime città
libere e uno dei principali porti di rifornimento per l’esercito della
luce.
-Credi
che ci lasceranno entrare?- domandò Edoardo dopo aver ammirato le difese della
cittadella.
-Non
ti preoccupare questo posto è un importante centro di scambi e spesso si possono
trovare anche persone di altre razze, ovviamente camuffate- disse Crystal –devi
sapere che la maggior parte delle città umane è sotto il controllo di Leese e le
città che gli si oppongono sono assai poche: oltre a questa ci sono ancora
Silthirm e Arabica. Silthirm è una cittadina del Nord, un importante porto che
trasporta merci di ogni genere da tutte le parti di Immagea e tramite i suoi
traffici li porta qui a Westhar o ad Arabica che invece si trova nel Sud e
perciò è sempre in contatto con i nani.-
-Ma
quali sono le altre città umane sotto il controllo di Leese?- chiese Edoardo
curioso
-Sono
Lespis, una città che si trova proprio al confine del regno di Leese e che
perciò è stata la prima ad essere conquistata, Clya, la città opposta a Silthirm
è la responsabile principale della pirateria umana. Infatti non tutte le navi
giungono al sicuro nelle due città di Westhar o di Arabica, ma vengono
intercettate, assalite e le merci trasportate distrutte o rubate. La città di
Silthirm ha cercato di ingannare i pirati ma grazie agli stregoni che Leese ha
inviato all’interno degli equipaggi è diventato quasi un impresa e molti
mercanti che aiutavano la nostra causa sono andati in rovina oppure sono
morti.
Oltre
a questa città ve ne è un ultima tristemente famosa che non si può considerare
proprio una città…- a queste parole Crystal tirò un lungo sospiro e abbassò il
capo, afflitta
-Qual
è l’ultima città?- chiese Edoardo preoccupato e curioso al tempo
stesso
-Questa
città di cui ti sto per parlare è una città molto brutta e che per me evoca
tristi ricordi…-
-Se
non ti va di parlarne capisco benissimo- cominciò a farfugliare
Edoardo
-No,
no…la città si chiama…la città è…- tentò di continuare Crystal –Il suo nome
è…Oscura!-
-Oscura???!-
disse Edoardo perplesso poiché non aveva mai udito quel nome in vita
sua
-Non
è ancora il momento di parlarti di questo argomento sappi solo che è la città
dove vive Leese e i suoi scagnozzi peggiori. La chiamano Oscura la Città
Fantasma perché li morirono gli uomini che…No ti ho detto troppo- finì Crystal
capendo di aver detto troppo
-Dove
fecero cosa gli uomini?- chiese Edoardo preso dal racconto della
fata
-Non
non è ancora il momento come ti ho detto- disse Crystal
sbrigativa
-Ma
io voglio sapere- cominciò protestare Edoardo come un bambino che cerca di
convincere la mamma a comprargli un giocattolo particolarmente
costoso
-Ho
detto basta!!! Edoardo non posso parlartene!- disse Crystal e la discussione
finì lì.
Mentre
battibeccavano ancora raggiunsero le porte della città: erano molto più grandi
viste da vicino, avevano molti disegni in ferro sulle porte e alcuni segni
runici incisi sul battente della porta ormai cancellati dal tempo. Edoardo vi si
avvicinò e notò che i disegni sulla porta altro non erano che pittogrammi
scritti con il piombo fuso ora annerito. Le rune invece erano delle specie di
didascalie che narravano la storia a coloro che erano più istruiti. Non poté
purtroppo fermarsi molto ad ammirarli perché Crystal lo trascinò dentro alla
città per evitare di dare troppo nell’occhio. Edoardo non parve molto felice del
suo gesto ma la seguì ubbidiente e scornato perché aveva capito che con lei
c’era davvero poco da discutere. Si avviarono per la strada affollata già
affollata di prima mattina di gente e cercarono il negozio che facesse al caso
loro ma non trovando oggetti abbastanza economici per le loro tasche
abbandonarono la strada principale e si diressero verso le strade secondarie per
cercare negozi più miseri e più economici. Si diressero verso una stradina e
trovarono un negozio con un’ insegna di legno marcio sulla quale era raffigurato
un fiore strano di colore rosso. Il negozio non dava una buana impressione: i
vetri delle finestre erano scuri ed era impossibile vedere l’interno del
negozio. La cosa meno rassicurante erano i muri del negozio completamente
scrostati e con molte crepe: insomma un vero e proprio rudere. Eppure quel
negozio emanava un ‘aura strana, misteriosa che attraeva come una calamita i
nostri amici. Il primo a fare un passo fu Edoardo che decise di
entrare
-Ma
sei impazzito!!? Non vedi che cade a pezzi?- disse Crystal, fermandolo prima che
potesse compiere qualche sciocchezza
-Sento
che dobbiamo entrare Crystal. Lo so…sembra strano ma dobbiamo entrare. Tu non
avverti tutta questa energia magica nell’aria?- disse Edoardo per
convincerla
-La
sento anch’io ed è proprio per questo motivo che non voglio entrare. Potrebbe
essere pericoloso!-
-Ma
dai! Sbaglio o dobbiamo prendere delle medicine per Luca?-
-Si…ma
potremmo provare altrove- disse Crystal che non era per niente
convinta
-Ok,
entriamo- disse Edoardo prendendo per mano la fata
-Ma…-
disse Crystal diventando rossa tutto d’un colpo però non si sottrasse alla
stretta di Edoardo.
Aprirono
la porta e un campanellino trillò annunciando la loro entrata. Il negozio era
molto grande e soprattutto stabile: non si vedevano ne crepe ne ragnatele, come
se l’esterno servisse solo ad ingannare. All’interno erano presenti piante sia
in vaso che dentro ad ampolle ed erano dei più svariati tipi. Edoardo ne
riconobbe alcune che Crystal gli aveva elencato e gliele indicò stando però
attento a non mollare mai la sua mano. Camminarono per tutto il perimetro del
negozio e scoprirono appollaiato su un trespolo uno strano uccello tutto rosso e
oro che a prima vista sembrava una fenice: aveva lunghe ali raccolte che
partivano da un rosso sgargiante e acceso e terminavano in un rosso scuro sulla
punta di esse e una coda folta di penne dritte come soldatini. I suoi occhi
erano di un nero profondo e parevano talmente grandi da poter perdersi nel suo
sguardo; l’unico dettaglio che lo distingueva da una vera fenice era la mancanza
del fuoco sul corpo. Mentre erano impegnati ad osservare l’uccello misterioso
che pareva essere una fenice apparve da dietro una porta, dietro al bancone, un
uomo. I due ragazzi si girarono di scatto e cominciarono a studiare la nuova
presenza lasciando perdere la fenice.
L’uomo
non era più giovane ma di mezza età con i capelli striati di bianco ma i suoi
occhi azzurri scavati e profondi possedevano la brillantezza di una saggezza
antica quando i mondo. Era molto alto di statura e magro, portava un abito nero
lungo legato in vita da un cordone blu e sulle spalle aveva un mantello grigio
come la sua lunga barba che gli ricopriva il petto.
-B-buonasera
signore- cominciò a farfugliare Edoardo –noi stavamo
cercando…-
-…Dell’Erba
di Fuoco?- terminò lui
-Come
fate a sapere…- disse Crystal
-Che
vi serve l’Erba di Fuoco? Io so tutto- disse lui
enigmatico
-Aspetti
un momento…lei chi è?- disse Edoardo
-Io
sono colui che conosce la vostra missione…Geos-
Sentendo
pronunciare il suo antico nome Alessandro scattò sulla difensiva e cominciò a
chiamare a se le piante del negozio affinché crescessero e soffocassero il
vecchio che sapeva il suo nome.
-No!-
urlò Crystal, tentando di fermare Edoardo ma era troppo tardi. I rami sia
spinosi che semplici si allungarono a dismisura e si diressero contro il
vecchio. Quello senza neanche pronunciare una parola alzò una mano e i rami si
arrestarono a mezz’aria ritornando poi alle dimensioni normali nei loro
vasi
-Ma
come è possibile? Ha annullato il mio attacco- disse Edoardo disperato provò a
chiamare di nuovo la piante in suo aiuto ma senza successo. Evidentemente il
vecchio aveva capito le intenzione di Edoardo e aveva fatto in modo che non
potesse più evocare il suo potere. Edoardo era spaventato i suoi poteri non
erano efficaci contro quello stregone e perciò sarebbe stato inutile. Si girò
verso Crystal credendo che la fata avrebbe attaccato anche lei ma restò ancora
più stupito nel vedere la fata che non reagiva e se stava immobile con gli occhi
sgranati.
-Chi
sei tu?!- ripeté la domanda Edoardo ora veramente
arrabbiato
-Te
l’ho gia detto: io sono tutti e nessuno, sono colui che viene chiamato in molti
modi ma tutti mi chiamano di questi tempi Menior- disse lui
tranquillamente
-Hem…Menior
scusa se ti ho attaccato ma tu da che parte stai?- disse Edoardo sempre
all’erta
-Io
sto con il popolo della Luce ma non posso rivelarvi altro della mia identità ma,
ditemi voi volete dell’Erba di fuoco, si o no?- chiese
Menior
-Si
ma noi verremmo anche delle risposte, “mister segretezza”- lo apostrofò Edoardo
–Sei un mago, uno stregone?- gli chiese poi
-Io
sono un conoscitore delle arti della medicina e della magia antica- cominciò
Menior
-Quindi
sei un mago- instette Edoardo
-Io
non sono uno di quegli stupidi prestigiatori o negromanti alle prime armi- disse
lui offeso
-Ok,
ok non ti offendere- si scusò Edoardo
-Non
mi sono offeso, ho semplicemente fatto una precisazione. La mia magia è antica
come la tua e quella della fata che ti accompagna…-
Ora
fu il turno di Crystal di sussultare
-Comunque
che uccello è quello che c’è sul trespolo?- chiese lui per spostare l’attenzione
del mago da Crystal
-E’
una fenice e il suo nome è Phoenix. Ieri sera si è molto agitato perché ha
sentito un’altra fenice nelle vicinanze; suppongo che sia stato il vostro amico
Ignio che ha scoperto il suo potere del volo.-
-Come
fai a sapere tutte queste cose- gli chiese Crystal precedendo
Edoardo
-Te
l’ho detto io so tutto e vi conosco da molto tempo ma non posso dirvi di più ve
l’ho detto quindi è meglio che ci lasciamo al più presto altrimenti sarò
costretto a mandarvi via se no mi chiedeste altre cose e io non voglio
rivelarvele- disse per chiudere la conversazione
-Aspetta
almeno dacci l’Erba di Fuoco…-disse Edoardo fermando il mago prima che sparisse
di nuovo dietro il bancone
-Ha
è vero- disse il mago con la prima risata che fece
Andò
dietro al bancone e tirò fuori un vasetto con una strana erba rossa e le foglie
a punta.
-Dovete
tritarla e poi farla bollire per circa un ora finchè il colore dell’acqua non
diventa di un colore rosso accesa e la pozione non diventa densa a quel punto
dovete pronunciare una parola magica per rendere efficace. La parola magica è
Flogs- disse infine dopo aver spiegato il procedimento.
Infine
incartò i fasci di Erba di Fuoco e gli e li porse con un
sorriso
-Un ultimo cosa- disse Edoardo fermando
il mago che per l’ennesima volta cercava di andare via – mi può spiegare come ha
fatto a bloccare il mio attacco?- chiese Edoardo curioso
Il mago rise e continuò ad andare
avanti.
-Dico
sul serio!- disse Edoardo ora arrabbiato
-Ho
semplicemente usato una formula magica- disse Menior semplicemente
-Ma
tu non hai aperto bocca- disse Crystal che aveva assistito alla scena
-Non
serve pronunciare parole ad alta voce per lanciare un incantesimi- disse lui con
tono da insegnante
-Ma…-
continuò a protestare Edoardo –non mi hai ancora detto con quale incantesimi mi
hai bloccato-
-Ho
semplicemente detto alle piante di non attaccarmi- gli rispose lui come se fosse
la cosa più semplice da fare
-Ma
solo io posso controllare e parlare con gli elementi della Terra- protestò
Edoardo
-Infatti
i miei poteri sono nulla in confronto ai tuoi…- cominciò a spiegare lui quando
ovviamente li avrai riscoperti al massimo- aggiunse poi
infine
-Ho
capito!- disse lui –grazie per questa piccola lezione- lo ringraziò poi
Edoardo
-Spero
che ci rivedremo presto- disse Crystal prima che il vecchio si sparisse
completamente nel retro bottega. Il vecchio si fermò un attimo sulla soglia e si
girò con un sorriso
-Presto
mia piccola fata- disse lui enigmatico –Arrivederci- aggiunse in seguito dopo di
che entrò nel retro e sparì dalle ombre.
I
due giovani diedero un ultima occhiata a Phoenix, la quale continuava ad
osservarli con espressione intelligente, e poi uscirono senza dire una parola
ancora colpiti da quell’incontro così elettrizzante.
Prima
di uscire però Crystal si fermò ricordandosi che non avevano
pagato.
-Scusi
signore non l’abbiamo pagata- disse lei mortificata
-Oh…non
importa…consideratelo un regalo da parte mia- disse il vecchio
Lei
insistette ma il vecchio entrò nel retro e così dovettero uscire un po’ delusi
ma eccitati all’idea di aver conosciuto un personaggio così particolare.
Quando i due giovani lasciarono il
negozio il mago uscì di nuovo dal retro bottega con un
sospiro
-Credi
che ce la faremo?- disse lui con voce mesta a Poenix
-Bisogna
aver fiducia in loro del resto sono i prescelti e poi hai visto anche te che
ormai stanno iniziando a scoprire i propri poteri passo a passo e anche se
questo si rivelerà una cosa lunga alla fine ce la faranno, così è stato predetto
e così sarà. Abbi fiducia- dissela
fenice con voce sicura
-Sarà…ma
spero che riescano a sconfiggere il male, ultimamente le nostre scorte
alimentari sono calate dato che i saccheggi dei pirati non ci hanno dato tregua
un solo giorno, e poi bisogna tener presente che i mostri si stanno radunando ai
Corni del Demone e anche se il Consiglio ce la sta mettendo tutta per accelerare
i tempi per la preparazione di un esercito, il tempo non ci basterà per
racimolare abbastanza truppe in tempo- disse Menior triste
-Ma
tu vedi sempre il positivo?- disse la fenice sarcastica –ti ho detto che bisogna
avere pazienza e soprattutto bisogna avere speranza! Quando perderemo la
speranza avremo perso anche la battaglia-
-Si
hai ragione sono troppo negativo del resto dobbiamo aver fiducia nei Sei
elementi e anche noi dobbiamo fare la nostra parte o sbaglio?- disse lui un po’
più rincuorato dalle parole di Poenix
-Giusto!
Così bisogna partire per la foresta di Lotus. Quindi ti darò una mano a
preparare i bagagli-
Detto
questo spiccò il volo e dopo un lampo accecante si trasformò in un uomo anziano
molto più anziano di Menior che però conservava sempre gli occhi profondi e
pieni di saggezza. Il mago comunque non volle che lo aiutasse e pronunciate
alcune parole magiche rimpicciolì tutte le piante che si trovavano nel negozio e
le mise in alcuni contenitori di vetro che mise accuratamente dentro una
sacca.
-La
tua magia è sempresorprendente-
disse il vecchio dalla barba bianca
-Beh
lo sai non sono mica da buttare come stregone- disse lui
modesto
Dette
queste parole finì di sistemare le cose e mise le monete d’oro che aveva
guadagnato finora in uno scrigno che rimpicciolì in seguito e si avviò verso
l’uscita.
-Aspetta
non posso uscire con questo aspetto- disse il vecchio e dette queste parole si
tramutò nella fenice di sempre e si appollaiò sulla spalla di
Menior
-Sei
sempre il migliore nelle trasformazioni, un giorno o l’altro mi dovresti
insegnare anche a me a tramutarmi in un animale- disse lui chiudendo a chiave il
negozio.
Quando
ebbe rimesso la chiave dentro al negozio pronunciò un incantesimo e tra i due
edifici non restò niente. Il negozio era stato inghiottito completamente e dopo
aver dato un ultimo sospiro si girò e si avviò fuori dal
vicolo.
-Ti
mancherà il lavoro che facevi prima non è vero?- disse la fenice capendo i
pensieri del mago
-Ma
no, è solo che…oh! Non so neanche io cosa mi prendo ma si…credo che tu abbia
ragione ma devo compiere il mio dovere!- ammise lui
-Lo
so ma vedrai che un giorno potrai tornare al tuo vecchio
lavoro-
-Lo
so- ammise lui con le lacrime agli occhi
-Stai
piangendo?- disse la fenice osservando i lacrimoni che scendevano dalle guance
del mago
-No,
mi deve essere entrato qualcosa negli occhi!- disse lui nascondendo le lacrime
il più in fretta possibile
-Certo..-
disse lei conoscendolo
-Oh
chiudi il becco o altrimenti ti sentiranno- disse il mago per troncare la
discussione
La
fenice non parlò più e i due si avviarono fuori dal vicolo nel sole di
mezzogiorno.
-Ma
chi sarà quel tipo strano?- chiese Edoardo alla ragazza dopo aver sorpassato il
negozio e dopo aver lasciato parecchi vicoli tra loro e il misterioso
personaggio
-Non
lo so- disse lei –ma è evidente che è un mago, hai visto come ha bloccato
facilmente il tuo attacco-
-Si
era inquietante. Come avrà fatto?- chiese lui
-Te
lo ha detto o sbaglio: le vostre magie sono affini- disse lei ripetendo le
parole di Menior
-Comunque
dovremo stare più attenti in futuro, i nemici diventeranno sempre più forti e
noi dovremmo fare sempre più attenzione distinguere gli amici dai
nemici-
-Hai
ragione…ma ora dato che non abbiamo speso neanche un soldo potremo prendere un
abito decente per Ale- disse Edoardo
-Ok,
ma prima sarà meglio andare a mangiare qualcosa io non ce la faccio più dalla
fame, e tu?- disse lei
-Hai
ragione andiamo a una taverna e mangiamo qualcosa ma non dobbiamo spendere
troppo altrimenti non ci basteranno i soldi- gli ricordò
lui
-Va
bene-
Si
spostarono dalle stradine secondarie e tornarono sulla via principale. Dopo
averla percorsa per intero osservando i mercanti che facevano a gara per vendere
le loro merci, raggiunsero il porto: grande e ricchissimo di barche. Ormeggiate
vi erano diverse barche dalle grandi navi mercantili che trasportavano le merci
di Silthirm e i piccoli pescherecci con le loro reti e i pescatori che le
rammendavano o che tiravano su le reti cariche di pesci argentati. Il sole a
quell’ora era alto nel cielo il che significava che erano le due del pomeriggio,
e i suoi raggi infuocati, che arrivavano al mare perforavano facilmente le vele
delle imbarcazioni come se non esistessero. Proseguirono per la via del porto e
trovarono un grande aglomerato di edifici che per la maggior parte erano taverne
e osterie nelle quali venivano serviti soprattutto piatti a base di
pesce.
-Andiamo
a quell’osteria!- disse Edoardo indicando un edificio malconcio ma stabile con i
muri scrostati e le porte fatte stile saloon del West
-Ma
hai visto in che stato pietoso è quell’osteria…”Il relitto”, il nome dice tutto-
disse Crystal scettica –andiamo piuttosto in una locando più rispettabile e ben
messa come non so…”la perla nera”-
-Oh,
ma certo e già che ci siamo perchè non andiamo al ristorante più chic di
Silthirm- disse Edoardo sarcastico –Ti ricordo che abbiamo solo novanta cinque
monete e dobbiamo ancora comprare l’abito per Alessandro- le ricordò
-Hai
ragione. Allora andiamo a quella bettola- disse lei
rassegnata
Dopo
aver attraversato la strada raggiunsero il locare ed entrarono dentro al locale.
La prima impressione che ebbero fu quella di una discarica. L’odore di pesce
marcio e di altri rifiuti aleggiava in quella locanda e il locale era spoglio e
vuoto. Vi erano pochi tavoli con alcune sedie alle quali mancavano alcune gambe.
Cercarono un posto a sedere ma non trovando sedie aggiustate si sedettero su
alcuni sgabelli vicino al bancone. Il proprietario, un uomo vecchio vestito con
miseri abiti da marinaio, li guardò per un secondo alzando lo sguardo dal
bicchiere che stava pulendo e poi tornò al suo lavoro di routine. I due ragazzi
attesero pazientemente che si accorgessero di loro ma dopo alcuni minuti Edoardo
gridò spazientito:
-Allora
ci vuole servire o dobbiamo andar e cercare un'altra locanda?!!-
-Il
signore è molto paziente o sbaglio?- disse l’oste senza alzare gli occhi dal
bicchiere che stava pulendo
-Fate
anche lo spiritoso! Ci serva o ce ne andiamo immediatamente- disse Edoardo ora
veramente arrabbiato
-Mi
scusi signore- disse timidamente Crystal scoccando un occhiataccia a Edoardo –il
mio amico è un ragazzo un po’ irritabile. Comunque potrebbe per favore
servirci?- terminò
L’oste
smise di pulire il bicchiere e alzò gli occhi e guardò la ragazza con un
sorriso
-Ma
certo signorina....fata- disse lui tranquillamente
A
quel punto avvenne ciò che era successo nella bottega del mago Edoardo scattò
sulla guardia e la familiare aura verde chiaro cominciò a ricoprigli il corpo,
anche Crystal scattò di colpo e fece cadere il mantello facendo apparire le ali
da dietro le spalle. Edoardo fece apparire dei legacci di piante provenienti dal
nulla che legarono il corpo del vecchio marinaio e Crystal fece apparire delle
piccole sfere di energia dalle mani pronta a scagliarle contro il
marinaio.
-Allora
avevo ragione!- esclamò lui dopo essersi ripreso dalla sorpresa –tu sei una fata
e tu uno dei sei elementi. Ah non sapete quanto sono felice di vedervi ragazzi!
Certo magari però potremmo parlare più facilmente se non fossi legato come un
salame- disse cercando di liberarsi
Ma
vedendo che i due ragazzi non volevano alzare un dito per aiutarlo
disse
-Potete
fidarmi di me vi prometto che non rivelerò mai la vostra identità a
nessuno…potessi essere fulminato all’istante- disse lui per incoraggiare i due
ragazzi a liberarlo
I
due ragazzi si guardarono ancora un istante e ad un cenno Crystal fece sparire
le sfere di energia e dopo essere scesa si rimise il mantello per nascondere le
ali e Edoardo seguendo il suo esempio fece sparire i viticci che lo
legavano.
-Bene
vi ringrazio- disse Il vecchio marinaio –a proposito il mio nome è
Ben-
-Ci
scusi per l’attacco ma siamo stati aggrediti recentemente e abbiamo i nervi a
fior di pelle…- si scusò Crystal
-Ma
lei farà meglio a tenere la bocca chiusa, altrimenti gli e la tapperemo per
sempre- concluse Edoardo minaccioso
-State
tranquillo potete fidarmi di me, anch’io odio Leese e il suo regno di tirannia,
è colpa sua se io mi ritrovo in questo posto- disse il marinaio facendosi
all’improvviso triste
-Perché
cosa gli è successo?- chiese Edoardo abbandonando la prudenza, curioso di sapere
cosa era accaduto al marinaio
-Dovete
sapere che io una volta ero un ricco mercante che comprava e vendeva le merci
che arrivavano da Silthirm, ma venti anni fa i pirati della città di Clya hanno
preso ad assalire le navi mercantili. All’inizio non era così grave, certo
perdevamo molto del carico delle navi ma la maggior parte delle merci si
salvava…- iniziò a raccontare Ben –…ma poi i pirati divennero sempre più
numerosi così che io e altri mercanti perdevamo quasi tutte le merci ed erano
più i soldi che uscivano che quelli che entravano-
-Ma
perché non avete provato a respingere i pirati?- chiese Crystal come se fosse la
cosa più ovvia da fare
-Perché
questi mica sono dei semplici pirati si vede benissimo che hanno dalla loro
parte dei servi di Leese, mostri in grado di usare la magia!- disse
lui
-E
così voi e altri mercanti siete andati in fallimento- terminò Edoardo con un
sospiro, provando compassione per il povero marinaio caduto in
rovina.
-Esatto!
Prima ho dovuto vendere tutte le mie proprietà, poi i miei vestiti e i miei
gioielli, e infine con gli ultimi soldi che mi sono rimasti ho comprato questa
locanda nel porto e insieme a mia moglie ho cercato di continuare a tirare
avanti, ma il posto è bruttissimo e i clienti sono rari-
-Sua
moglie?- chiese Crystal
-Si,
Sara…vieni!- urlò l’uomo
-Da
dietro il bancone uscì una donna anziana dai capelli argentei e con due occhi
azzurri pieni di saggezza. I due ragazzi la salutarono con
gentilezza
-Buongiorno
signora-
-Salve
ragazzi!- disse lei con un sorriso – siete qui per mangiare? Ben, perché non mi
hai avvisato che c’erano ospiti?- disse la donna, rimproverando il
marito
Dopo
aver detto queste parole ritornò in cucina e si mise ad armeggiare coni
fornelli
-Sua
moglie è una donna fantastica sembra nata per fare la mamma- disse
Edoardo
-Oh…grazie,
sapete io e Sara non abbiamo mai avuto un figlio proprio ma siamo comunque
felici insieme.- tcontorno di insalata e una fatta di
pane.
-Grazie
signora, ha davvero un aspetto delizioso- dissero in coro Crystal e Edoardo
attaccando a mangiare il pesce
-Non
c’è di che- disse Sara rientrando in cucina per prendere una bottiglia
d’acqua
Mentre
i due ragazzi mangiavano felici il loro pasto Ben iniziò a
parlare
-Dunque,
ragazzi ora che io vi ho raccontato qualcosa della mia storia è il momento di
sputare il rospo-
-Ha
ragione…- disse Edoardo buttando giù un boccone –Noi siamo cinque ragazzi
diretti verso la città nana di Nidavellir per parlare con il
re-
-Capisco
quindi siete i prescelti per sconfiggere Leese?- chiese il marinaio
speranzoso
-Oh…io
no…io sono solo una loro accompagnatrice- precisò subito
Crystal
-Siamo
alla ricerca degli altri tre elementi- disse Edoardo
-Beh…sempre
meglio di niente suppongo- disse Ben un po’ deluso
-Guardi
che abbiamo scoperto di essere i prescelti da poco e inoltre i nostri poteri non
sono cosa da nulla I poteri che sono stati risvegliati sono il potere della
Terra, il mio, dell’Acqua e del Fuoco- disse Edoardo offeso –guardi che ce la
stiamo mettendo tutta
-Lo
so dovete scusarmi ero così eccitato all’idea che la situazione cambiasse…- si
scusò lui
-Quale
situazione, scusi?- chiese Crystal
-Dovete
sapere che oltre ai frequenti saccheggi alle nostre navi Leese e i suoi
scagnozzi hanno iniziato a tagliarci anche i viveri. Non solo quelli che noi
coltiviamo delle navi, ma anche quelli che coltiviamo noi nelle campagne
vicine-
-La
perfidia di Leese è arrivato a questo!!!- esclamò indignato
Leese
-Si,
e non è tutto, ho sentito da alcuni stranieri che la Radura delle Fate è stata
attaccata…-
A
quelle parole a Crystal cadde la forchetta di mano e per poco non svenne
-Co-co-cosa
è successo alla Radura delle Fate?- chiese Crystal con un filo di
voce
-E’ stata attaccata e la fata che
sorvegliava uno strano fiore, e portata via- disse il vecchio preoccupato dalla
reazione della fata
-E…e,
il fiore…il fiore…il fiore che fine ha fatto?- chiese Crystal ora veramente
preoccupata
-Per
quanto ne so il fiore non è stato distrutto,ma...perchè me lo chiedi?, il fiore
è importante?-
-Si…!-
disse Crystal non riuscendo a trattenere la lacrime
Edoardo
la sorresse e la prese tra le braccia con fare protettivo mentre lei si
abbandonava a un pianto disperato
-Cosa
le è preso?- chiese Ben ora in ansia per la reazione di
Crystal
-Deve
sapere che Crystal è una delle ultime fate esistenti sul pianeta e che quel
fiore significa molto per lei…- cominciò a spiegargli
Edoardo
-Perché?-
chiese lui
-Cosa
succede?- chiese Sara dopo essere uscita dalla cucina poiché aveva sentito il
pianto della ragazza
-E’
scoppiata a piangere all’improvviso e il ragazzo stava appunto spiegandomi
perché- gli spiegò il marinaio
-Oh
poverina, mi dispiace tanto. Vieni ti preparo una tisana che ti tirerà su di
morale- gli disse la donna per consolarla
Dopo
di che prese la fata per un braccio sorreggendola mentre piangeva ancora e la
portò in cucina.
Edoardo
che aveva osservato tutta la scena come incantatosi risvegliò all’improvviso e
iniziò di nuovo la sua narrazione
-…Questo
fiore- dicevo –si chiama la Rosa Divina ed è un fiore mistico dal quale si dica
nascano la fate-
-Questo
non spiega però la reazione della ragazza- disse il marinaio perplesso –le ho
detto che il fiore sta bene-
-Infatti
il vero motivo del suo dolore è un altro: la fata che è stata portata via era
ancora viva?- chiese Edoardo sperando che la risposta fosse
affermativa
-Mi
dispiace ragazzo questo non lo so, perché?-
-Beh
deve sapere che la fata in questione è la zia dio Crystal- disse
Edoardo
-Oh
capisco, mi dispiace io non sapevo…-tentò di scusarsi
l’uomo
-Non
importa, comunque la ringraziamo per averci informato- disse Edoardo
sinceramente grato al marinaio
-Ora
se permette, ora vado a veder come sta la mia amica-
-Ma
certo!- disse il marinaio alzandosi a sua volta per andare a vedere lo stato
emotivo della ragazza.
Quando
entrarono in cucina trovarono Crystal seduta su un sedia intenta a bere una
tisana. Si era finalmente si era calmata e non piangeva più, quando Edoardo
entrò lei si alzò e lo abbracciò piangendo. Restarono abbracciati ancora per
qualche minuto e nel frattempo Ben, il marinaio si era scusato più volte per il
suo comportamento con la fata.
-Non
importa- disse Crystaldopo aver
smesso nuovamente di piangere
-Crystal
mi ha spiegato tutto- disse la moglie di Ben –è davvero brutto quello che gli è
successo ma gli ho garantito che riuscirà a riunirsi con la sua famiglia-
-Grazie
per averla consolata- disse Edoardo riconoscente
-Non
c’è di che- disse lei con un sorriso
-Ora
cosa volete fare?- disse Ben pur sapendo già la risposta
-Combatteremo
per voi, per le nostre famiglie e per la zia di Crystal. La liberemo, te lo
prometto- disse Edoardo risoluto
-Comunque
ora dovremmo tornare dai nostri amici. Dobbiamo ancora fare un acquisto e poi
ripartiremo verso le città nane- disse Crystal-Grazie di nuovo-
-Allora,
quanto vi dobbiamo per l’eccellente pranzetto che ci avete preparato?- chiese
Edoardo
-Niente-
disse Sara
-Niente?
No insistiamo, siete stati davvero gentili con noi e noi dobbiamo ricambiare la
vostra gentilezza, tenete- disse Crystal gettando sul tavolino trenta monete
d’oro
Gli
occhi di Ben si riempirono di lacrime e iniziò a ringraziarli più volte senza
smettere di lodare la loro generosità
-Non
deve ringraziarci- disse Edoardo – voi ci avete dato informazioni preziose,
seppur tristi-
mentre
stavano per uscire dall’osteria Edoardo si fermò di botto e chiese alla
donna
-Dove
avete preso quell’ottima insalata?-
-L’ho
colta nel nostro orticello dietro all’osteria. Se volete potete venire a
vederlo- disse Sara gentile
-Grazie-
disse lui
Riattraversarono
il locale e la cucina, sbucando nel retro del negozio dove si trovava un piccolo
orto, coltivato a carote, insalata e bietola. Purtroppo però il terreno non era
buono e le verdure non ancora avvizzite erano davvero
poche.
-Come
mai le vostre verdure sono così avvizzite?- chiese Edoardo
-E’
a causa di Leese, è riuscito a avvelenare il nostro terreno con la sua magia e
così non riusciamo a coltivare gran ché- disse il vecchio
triste
-Allora
è il momento di sdebitarci come si deve per la vostra gentilezza- disse
Edoardo
Si
avvicinò al centro dell’orticello e puntò le sue mani verso terra. In un attimo
l’aura verde ricomparve e concentrandosi al massimo riuscì a infondere una nuova
fertilità al terreno grazie ai suoi poteri. In quello stesso momento Tutte le
piante avvizzite si tirarono su e divennero più grandi e robustepersino nacquero dei fiori colorati
negli angoli dell’orto. Per completare l’opera Edoardo fece nascere un grande
albero di albicocche dal nulla.
-Grazie
Edoardo non ti ringrazieremo mai abbastanza- dissero i due coniugi con le
lacrime agli occhi
-Non
ringraziatemi, l’ho fatto con piacere. E’ stato bello conoscervi, speriamo di
rivederci presto- disse Edoardo.
Così
dopo aver salutato un ultima volta la coppia, Edoardo e Crystal se ne andarono
dalla locanda con una nuova determinazione.
-Crystal
ti senti bene?- chiese Edoardo preoccupato mentre uscivano dalla bettola
-Si…-
disse lei mogia
-A
me non la dai a bere lo so che ti senti giù- disse lui
comprensivo
-Ma
no…ti dico che sto bene…- disse lei con poca convinzione
Camminarono
lungo la via principale e in pochi minuti si lasciarono alle spalle il
porto.
-Senti-
disse Edoardo fermandosi di botto in mezzo alla strada –io quando mi sentivo giù
andavo sempre a vedere uno degli spettacolino del mio paese, e subito mi sentivo
meglio. Ti va di andarci? Entrando ho notato un volantino che diceva che proprio
oggi si sarebbe svolto un piccolo spettacolino, con burattinai, mangiafuochi e
saltimbanchi…-
Lei
alzò appena lo sguardo ma per fare felice l’amico acconsentì. Edoardo, tutto
raggiante di aver scoperto un modo per tirare su la fata, la portò verso la
periferia della città e appena arrivarono, trovarono una piazza molto grande
dove erano state allestite delle gradinate per lo spettacolo e una specie di
palcoscenico era stato costruito davanti a esse. Per loro fortuna il biglietto
era gratuito, infatti lo spettacolo era stato allestito soprattutto per
rallegrare i bambini molto poveri di quella zona.
Edoardo
e Crystal si sedettero in alto, in modo tale da dare il modo ai bambini di
vedere meglio. Come primi artisti dello spettacolo, si esibirono un duo di
pagliacci dagli abiti colorati appariscenti: avevano i visi truccati e portavano
in un secchio un strana mistura di acqua, sapone e colla, grazie alla quale era
possibile creare splendide bolle luminose che difficilmente esplodevano a
contatto con altri agenti. Dopo questo primo numero con le bolle i due pagliacci
si esibirono in alcune scenette buffe che fecero ridere persino Crystal. Alla
fine del numero i clown uscirono di scena e lasciarono il posto a alcuni
mangiafuochi, che facevano apparire immense lingue di fuoco dalla
bocca.
-Questo
Ale lo saprebbe fare anche meglio- disse Edoardo quando i due mangiafuochi
uscirono di scena.
A
quel punto entrarono i pagliacci di prima insieme a cinque funamboli che
iniziaronoa fare mille capriole e
salti mortali facendo volare in aria palline di stoffa colorata. Questo senza
dubbio fu il numero che piacerà ai bambini pensò Edoardo, dopo aver visto le
espressioni stupite di alcuni bambini seduti vicino a lui, ma dovete ricredersi
infatti alla fine del numero vennero calate le tende, e sul palco apparve una
piccola struttura con tendine anch’essa e che a prima vista pareva proprio un
palchetto per burattini e ne ebbe la conferma appena vide uscire due marionette
animate da due voci femminili. Le marionette occuparono tutta l’attenzione di
Edoardo: esse erano fatte in maniera magistrale, rappresentavano due esseri uno
assomigliava a un demone, riconoscibile dalle ali da pipistrello e le corna e il
corpo di un viola acceso. La seconda invece rappresentava un drago molto ben
fatto dal manto dorato e le ali di un giallo acceso. Il burattinaio cominciò a
raccontare la storia facendo apparire a vari sprazzi di spettacolo diverse
comparse, Edoardo eCrystal
conoscevano bene quella storia: era la storia della prima grande guerra delle
razze. I bambini erano completamente rapiti da quella narrazione e sembravano
gioire e soffrire insieme ai personaggi di quella storia senza tempo. Alla fine
del racconto tutti saltarono in piedi e applaudirono quel geniale artista e la
sua magistrale abilità.
-Allora
che ne dici ti senti un po’ meglio Crystal?- chiese Edoardo continuando a
applaudire
-Si-
disse la fata raggiante –ti ringrazio tanto per il tuo aiuto-
-Ma
figurati- disse lui modesto –che ne diresti di andare a comprare i vestiti per
Alessandro?- disse Edoardo
-Io…-
cominciò a dire la fata avvicinandosi a Edoardo
-Allora?-
chiese lui girandosi per vedere perché la fata rimaneva
seduta
-Edoardo
io…ti voglio bene- cominciò a dire lei
-Si
questo lo so. Anch’io te ne voglio…- disse lui sedendosi e guardando fisso la
fata
-Allora…-
disse lei avvicinandosi a lui
Anche
Edoardo aveva compreso le intenzioni della fata e cominciò a avvicinarsi sempre
di più. Quando entrambi furono abbastanza vicini da potersi sfiorare le labbra
Crystal si avvicinò definitivamente e lo baciò. Il bacio fu lungo e passionale e
Edoardo non vi si sottrasse minimamente, anzi prese lei tra le sue braccia e
continuò a baciarla. Il bacio durò diversi minuti m quando finalmente si
staccarono notarono che tutto il pubblico si era fermato a guardarli. Così
entrambi scattarono in piedi, rossi in viso e ridendo sotto i baffi si
allontanarono dalla piazza.
-Che
figura!- disse Edoardo ridendo e stringendo a se Crystal
-perché
ti vergogni di baciare una ragazza in pubblico- disse lei
ridendo
-No,
non…e tu?- disse lui
-No
ma figurati, anzi sono contenta di essermi dichiarata. Tu sei un ragazzo
speciale Edoardo e non ho paura di dirti quello che provo. Da quando mi hai
consolata da quei due signori, e mi hai portato a questo spettacolino per farmi
sentire meglio- disse lei
-Anch’io
sono felice di essermi dichiarato ma chissà come la prederanno gli altri?- disse
Edoardo immaginandosi le facce stupite dei suoi amici di
Vaolin.
-Secondo
me andrà tutto bene- disse lei tranquilla felice di essere vicina alla persona
che amava
-Hai
ragione! Ma ora è meglio che ci sbrighiamo a comprare il vestito per Alessandro
o altrimenti dovremmo passare la notte qui- le ricordò
Edoardo
-E
va bene, allora andiamo a comprare l’abito così potremmo tornare al campo a
raccontare ai nostri amici tutto quello che abbiamo appreso-
Detto
questo tenendosi per mano i due nuovi innamorati si avviarono per la via
principale e andarono a cercare l’abito giusto per Alessandro. La scelta fu più
semplice della prima volta dato che era giunta nel pomeriggio una bancarella con
nuovi abiti semplici ma resistenti e i due ragazzi furono contenti di spenderci
sopra cinquanta monete d’oro. Così con l’abito nuovo e i fasci di erba di fuoco
sotto braccio, i due ragazzi uscirono Dalle porte della
città.
In
un angolo buio di una squallida prigione, giaceva una figura con le mani
incatenate al muro.
-Come
posso essere stata così sciocca- disse la figura
Nel
farlo il suo volto si sollevò e quando entrò nel tenue fascio di luce che
filtrava dalla finestra…il suo volto era quello di una fata, si graffiato e
sporco ma sotto la polvere si intravedeva il volto di un a fata nota…Kate. Era
stata portata lì qualche giorno fa dagli scagnozzi di Leese.
Il
giorno in cui la rapirono era un giorno di sole e la fata come al solito dopo
essersi svegliata era andata a salutare la Rosa Divina e mentre passeggiava per
gli splendidi giardini, cogliendo alcuni fiori e annusandone il profumo intenso.
Come ogni mattina era andata allo Specchio delle visioni che sorgeva proprio al
centro del Giardino, lo specchio gli serviva per parlare con sua sorella, la
quale sorgeva dalle acque come un immagine evanescente, tutte le volte che anche
lei voleva essere vista. Infatti lo Specchio era in grado di mostrare anche
altre persone o luoghi solo se gia visitati. Questa mattina però non voleva
vedere la sorella, ma un’ altra persona che le premeva grandemente: Crystal.
Sapeva che era in viaggio con tre dei sei elementi, ma non sapeva cosa gli era
successo, e dove si trovava. Così aveva creato un immagine mentale della nipote,
dopo aver chiuso gli occhi e si era concentrata sullo stagno. Dopo qualche
istante dopo averli riaperti si aveva pronunciato un'unica parola –Visus!- a
quell’ordine le acque cristalline dello Stagno avevano iniziato a tremolare e un
immagine aveva iniziato a apparire, prima sfuocato, poi sempre più nitida,
infine l’immagine di sua nipote apparve sulla superficie dello stagno. Il suo
viso però era sereno ,mentre stava chiacchierando con i tre elementi. Parve
molto sollevata anche se conosceva la loro esatta posizione della nipote era
felice di vedere che stava bene. Lasciò che l’immagine sparì dallo stagno e si
allontanò lentamente, ma non aveva fatto che qualche passo quando
improvvisamente l’acqua dello stagno divenne rosa e la fata incuriosita si era
avvicinata per scoprire la causa di questo fenomeno che no era mai avvenuto in
tutto quel tempo. L’acqua aveva ricominciato a tremolare e sulla sua superficie
apparve l’immagine di un'altra persona, una bambina mai vista dalla fata che
però avvertiva anche da lì la grande forza magica della creatura rimase a
osservarla non doveva avere più di sette, otto anni. Questa immagine le suscitò
una strana sensazione, come se la bambina fosse
importante.
Quando
anche l’immagine della bambina sparì, Kate decise di andare a fare delle
ricerche per conto suo, perché sentiva che quella visione non andava ignorata.
Ripercorse quindi tutto il perimetro del giardino delle fate e tornò dentro il
palazzo costruito all’interno dell’albero. La biblioteca era all’incirca al
secondo piano del palazzo-albero e occupava un intero salone.I libri che erano esposti sugli scaffali
trattavano di tutti gli argomenti : medicina, storia della terra, libri di
incantesimi e libri che parlavano delle bestie mitologiche che abitavano Immagea
dall’inizio dei secoli fino ad oggi. Vi era anche una sezione particolare
dedicata a libri particolarmente rari e soprattutto pericolosi. Si avvicinò
all’ala ovest della biblioteca e cominciò a sfogliare i libri che parlavano del
Giardino delle fate e delle cose che lo componevano a partire dallo Stagno delle
Visioni. Aveva già letto quella parte, ma in maniera superficiale, così decise
di rileggersela :
“Lo
Stagno delle Visioni si dice che sia stato creato dalle lacrime del favoloso
drago dorato per la perdita della sua Ocella. Il drago così afflitto dal dolore
donò a queste acque miracolose la capacità di vedere il futuro e anche un'altra
qualità particolare…quella di scegliere l’erede, che un giorno l’ avrebbe
risvegliato dal suo sonno…”
-Ma
come è possibile, Goldragon è sparito nel nulla, risucchiato dalla magia che lo
aveva evocato la prima volta- cominciò a riflettere Kate –ciò significa che non
è sparito nel nulla bensì si è chiuso in una specie di luogo sconosciuto in
attesa che il suo erede lo risvegliasse. Comincio a comprendere il significato
di quella visione improvvisa: la bambina che aveva visto riflessa all’interno
dello specchio d’acqua era l’erede di Goldragon.-
La
fata alzò gli occhi dal libro e dopo averlo rimesso a posto iniziò a
ridiscendere la scala arborea. Ora capiva il perché di quella visione così
strana e improvvisa. Quella bambina era in pericolo e se non l’avesse subito
cercata e portata in salvo il nemico l’avrebbe rapita e l’avrebbe uccisa. Mentre
pensava a ciò uscì di nuovo dal palazzo e si diresse verso lo Stagno per cercare
dia avvisare la sorella della cosa appena scoperta, mentre stava camminando per
il Giardino, osservava i vari tipi di farfalla che volavano dappertutto e
odorava il profumo dei mille fiori che ricoprivano il terreno. All’ improvviso
il sole si oscurò e intorno al Giardino calò una fitta nebbia scura che fece
rabbrividire la fata.
-Ma
cosa sta succedend…- cominciò a dire Kate
La
sua frase fu interrotta dall’arrivo di una sfera viola che per poco non la
colpì.
-Buongiorno!-
disse una voce aspra da dietro la nebbia scura
-Chi
sei fatti vedere!- gridò la fata scattando sulla difensiva
-Chi
sono, he, he, he…Chi siamo è la da monda giusta- sibilarono tre voci
-Ho
capito chi siete, streghe! Venite fuori e combattete lealmente se siete capaci-
gli disse lei tra i denti
-Ma
perché dobbiamo farci vedere, se è più semplice stare nell’ombra e colpirti,
quando meno te lo aspetti?- chiese una voce stridula
-Non
pensate di spaventarmi maledette streghe!-
Detto
ciò si concentrò al massimo ed evocò una spessa barriera di luce intorno a sé.
-Credi
che ti servirà?- disse la voce della seconda strega
Dopo
aver detto queste parole, dal nulla sbucarono dei mostri squamosi, e pieni di
aculei che inioziarono ad accerchiare la fata. Kate cominciò a preoccuparsi:
quella barriera l’avrebbe protetta solo da attacchi magici, mentre per quelli
fisici avrebbe dovuto usare altri incantesimi, dovendo però abbandonare la
barriera magica.
-Accidenti
come posso fare? Se abbandono la barriera le streghe inizieranno a lanciarmi una
montagna di incantesimi e a me sarà difficile schivare i colpi e combattere i
mostri d’ombra-
Mentre
pensava a una soluzione i mostri si avvicinavano sempre di più e lei per
schivarli decise di alzarsi in volo. Del resto mantenere una barriera magica
volando non era tanto difficile, ma anche così era pur sempre vulnerabile ai
mostri che potevano lanciare i loro aculei contro la fata. La situazione si fece
critica, i mostri stavano iniziando il loro attacco e la cosa peggiore era che
tutti quegli aculei, che venivano lanciati in ogni direzione dai mostri erano
pieni di un siero velenoso capace di addormentare all’istante. Kate era
disperata non riusciva a evitare in tempo le schegge e molte volte era costretta
a lasciare la barriera per evocare uno scudo di fuoco che distruggesse le
schegge. La situazione peggiorò quando le streghe cominciarono a bersagliarla
con i loro globi viola, a quel punto non seppe proprio che fare era praticamente
impossibile riuscire schivare l’uno e l’altro attacco. Alla fine però in un
attimo di
distrazione
un aculeo la colpì sul collo e piano, piano il mondo intorno a lei divenne nero
e offuscato, ma in ultimo attimo di lucidità evocò un potentissimo incantesimo
che proteggesse lo Stagno delle Visioni e soprattutto la Rosa Divina.A quel punto le sue forze la
abbandonarono e intorno a lei divenne completamente buio.
Ora
quella che era stata la fata più potente del secolo era incatenata in una
squallida cella della prigione di Leese. Si era svegliata due giorni dopo il suo
rapimento ma per il momento nessuno era venuto a trovarla o a interrogarla. Per
il momento…
Proprio
mentre stava facendo queste sue riflessioni la porta si aprì piano, piano
cigolando e Kate sentì un gran freddo fin dentro le ossa e non poté non
rabbrividire per la presenza che era entrata in quel momento nella cella. Essa
era la concentrazione del male allo stato puro…essa era Leese. Il demone infatti
era appena entrato ed era bastata la sua presenza per portare via ogni speranza
e ogni sentimento di felicità.
-Bene,
bene- disse lui con voce glaciale –la più grande fata di Immagea prigioniera nel
mio castello. Sarà un brutto colpo per tua sorella-
-Cosa
vuoi da me?- disse lei con un fiato
-Ma
come non lo sai?- disse lui con un falso tono comprensivo –Povera Kate, crede
che i suoi incantesimi siano più potenti degli incantesimi del signore
dell’oscurità-
-Come
hai fatto a scoprire dove si trovava il Giardino?- disse Kate
-Te
l’ho detto i tuoi incantesimi sono niente in confronto ai miei. Tu e quegli
smidollati degli elfi non osate neanche immaginare gli incantesimi che io
possiedo perché avete paura della magia nera. Non è vero?- chiese lui in tono
superbo
-E’
vero noi non osiamo usare la magia oscura perché sappiamo che essa è distruttiva
e può portare solo morte- disse lei
-Comunque
non sei tu quella che deve fare le domande- continuò lui riprendendo il suo tono
abituale –so che hai trovato i costipi dei primi tre elementi, ma non ti
illudere, due degli elementi sono sotto il mio controllo e quindi non potranno
mai sconfiggermi.-
-Cosa?-
disse Kate sconvolta –solo io posseggo i cristalli che contengono i poteri degli
elementi-
-Ti
sbagli piccola sciocca. Io ha trovato il cristallo del fulmine e del ghiaccio
prima di te, e casualmente ho anche trovato i due ragazzi che potevano
custodirli-
-Non
è possibile insieme ai cristalli tu avresti dovuto anche possedere i draghi, ed
è impossibile convincerli a schierasi con il male-
-Si,
hai ragione. Questa parte del mio piano è stata difficile da realizzare, ma
utilizzando un antico incantesimo di fedeltà, ho fato in modo che i draghi li
accettassero, benché malvagi-
-Che
cosa orribile!- disse lei disgustata
-Oh,
e questo e niente, ho una mezza idea su dove si trovi il sesto e ultimo
elemento, ma se non ho il cristallo non posso donargli i suoi poteri…-
-Per
questo ti servo.- disse Kate anticipando la risposta di Leese –ma scordatelo non
te lo dirò mai!-
-Non
ti preoccupare ti saprò convincere io- disse Leese sogghignando
Detto
questo puntò un dito artigliato verso la testa di Kate e da esso sgorgò un
piccolo raggio violetto che colpì la nuca della fata. In quel momento la cella e
Leese sparirono e Kate si trovò a guardare il mondo da una palla di
vetro.
Sotto di lei si vedeva solo desolazione,
una montagna di corpi mutilati di elfi, nani, umani e draghi che stava bruciando
sotto di essa. Lilly e Crystal morte ai suoi piedi e i tre elementi che stavano
combattendo con gli altri tre malvagi e all’ improvviso entrambi caddero in una
pozza di sangue colpiti da uno strano raggio nero nato dall’unione dei tre
poteri oscuri.
-Basta!-
gridò Kate disperata e sconvolta da quell’orrenda visione
-Basta,
ma come? Cara fatina io ti sto mostrando un probabile futuro e tu mi dici basta-
disse una voce nel buio –non vedi quella creatura accanto al vincitore?-
Kate
alzò gli occhi e vide che vicino a Leese, seduta su un trono sedeva una creatura
femminile, con un lungo vestito rosso, come il sangue che scorreva e bianco come
la neve. La figura aveva lunghi capelli azzurri e aveva tra le mani uno scettro
rosso dall’estremità a forma di ascia. Kate nella sua disperazione si avvicinò e
per poco non morì davvero dallo stupore, alla vista del viso della donna.
-Si,
quella donna seduta vicino al signore dell’oscurità sei tu, Kate, o meglio
Morgana, la regina del male!-
-No,
no…non sono io- disse Kate piangendo disperatamente come se volesse negare
l’evidenza più a se stessa che alla voce
-Oh
si, alla fine l’odio e il male che sta crescendo in te si sostituirà alla
tristezza e tu diventerai la mia regina- disse Leese
La
visione sparì e Kate e si ritrovò a piangere come una bambina mentre Leese la
guardava ridendo della sua tristezza.
-Ti
prego no farmi vedere quella vision orribile- disse lei tra le
lacrime
-Oh
non ti preoccupare presto la vivrai, se collaborerai.- disse lui avvicinandosi
al viso della fata – Allora dove hai nascosto il cristallo
Kate
stette in silenzio ostinandosi a non dire niente
-E
va bene la prima domanda non ha avuto risposta vediamo se con la seconda andrà
meglio- cominciò a dire Leese
A
quelle parole Kate tirò su la testa, chiedendosi cos’altro poteva interessare a
Leese
-Chi
è quella bambina che hai visto in quella sottospecie di pozzanghera?-
Ecco
cos’è che voleva sapere
pensò mentalmente Kate si deve essere insospettito. Ma di una cosa sono certa
non saprà mai della bambina. Devo proteggerla!
-Quale
bambina- disse lei con il tono della finta tonta
-Non
sperare di ingannarmi- disse Leese con un ghigno –ti ho già detto che vi
tenevamo d’occhio ventiquattro ore su ventiquattro-
-Guarda
che ti sbagli io non ho mai visto una bambina. Può darsi che tu abbia visto una
nana-
-Stupida!
Credi che io non sappia distinguere una nana da un’umana!- disse lui ora
veramente arrabbiata
Vedendo
però che non funzionava allora puntò di nuovo il dito contro la tempia di Kate e
una nuova visione si aprì davanti ai suoi occhi:
La
scena era cambiata ora si trovava davanti a delle tombe in marmo bianco. Lei era
nei panni di Morgana e rideva davanti a una scritta mortuaria incisa sulle
tombe. La scritta recitava:
“Qui
giacciono le due fate che si batterono per la liberazione”
In
mezzo alle tombe si trovava un fiore nero mezzo morto…a Kate venne un colpo al
cuore. Quel fiore mezzo morto era la Rosa Divina. Di nuovo Kate urlò e la
visione scomparve”
-Ma
come ti vuoi sottrarre al tuo futuro. TU diventerai la mia regina! Morgana la
potente regina del Male- disse Leese
-No…no-
disse Kate tra le lacrime
-Oh
si, e sai, vorresti sapere come sei diventata così?- chiese Leese con un
ghigno
Kate
alzò appena la testa e Leese lo prese per un gesto d’assenso, puntò di nuovo il
dito verso la tempia di Kate e il solito brivido freddo percorse tutto il corpo
e la stanza scomparve mentre lei galleggiava nella solita bolla
trasparente:
Questa
volta nella visione che gli apparve davanti agli occhi vide Immagea ancora puro
e non contaminata dall’oscurità. Vide Leese con lei al suo fianco; possedeva
ancora il suo aspetto. Davanti a loro stavano, in piedi, sua sorella Lilly,
Crystal e i tre elementi che la guardavano felici di vederla ancora incolume.
-Allora
noi manterremo il nostro patto, diventando tuoi servitori se tu libererai Kate-
dissero i tre ragazzi
-Lasciamo
decidere a Kate- disse la voce glaciale di Leese
La
fata rimase ferma e guardò i suoi salvatori con sguardo
sprezzante
-Io
non voglio venire!- disse lei
In
quello stesso istante avvenne la sua trasformazione I capelli neri le divennero
azzurri e il suo abito, una volta rosa si mutò in rosso, nero bianco. I cinque
rimasero pietrificati alla vista della trasformazione della loro
amica.
-Zia!-
disse Crystal con le lacrime agli occhi
-Non
chiamarmi zia, stupida fata!- urlò Kate
-Kate!-
disse in tono supplichevole Lilly
-Non
chiamarmi più con quel nome orrendo. Io sono Morgana la regina del Male e darò
inizio alla vostra distruzione- dette queste parole puntò il suo scettro a terra
e da esso sgorgò una potente luce.
Kate
non poté mai vedere come finì l’attacco perché la visione scomparve, stranamente
non gli venne da piangere, anzi si sentì più determinata a non ceder a quei
ricatti.
-Mi
dispiace Leese ma io non ti dirò un bel niente. Facendomi vedere quella visione
mi hai fatto anche riveder i miei parenti ei miei amici che non tradirebbero mai
la nostra causa. Quindi torturami con ogni singola bugia che la tua mente
contorta può creare, ma non avrai mai niente da me- disse lei alzando fiera il
capo
A
quelle parole Leese parve veramente arrabbiato, uscì di corsa dalla cella e
l’aura oscura si spostò, dando a Kate un attimo di pace.
Devo
resistere
pensò Kate devo resistere per i miei amici, perché farebbero qualsiasi
sacrificio per salvarmi…Devo resistere!!!
Infine
sfinita per quell’estenuante interrogatorio fece cadere il capo sul petto,
spossata e si addormentò.
-Maledizione! Quella fata
è più testarda di un mulo. Ma, qualche giorno a pane e acqua la convincerà-
disse Leese mentre risaliva le scale di sotterranei.
Il castello di Leese era
immenso, e la miriade di scale e svolte, creavano l’idea di ritrovarsi in un
gigantesco labirinto di pietra. Fortunatamente il labirinto era stato ideato da
lui altrimenti si sarebbe perso facilmente. Quando finalmente riuscì a
riemergere dai sotterranei si diresse verso la sala del trono e vi entrò con un
preciso piano d’azione da attuare. Per prima cosa si diresse verso il gigantesco
specchio nero che occupava gran parte della parete e evocò il solito
incantesimo. Quello specchio era stato creato dalla stessa sabbia dello Stagno
delle Visioni, la quale permeata della sua magia, era stata trasformata in una
lastra di vetro veggente, con l’aiuto della magia nera. L’immagine nello
specchio si formò dopo pochi istanti e la figura di un mago di nostra conoscenza
apparve dentro lo specchio. Il mago aveva l’aria molto preoccupata e, poiché
temeva una possibile punizione da parete del suo padrone, si inchinò a
terra.
-M-mio s-signore…- disse
il mago con voce tremante –oggi avete un aspetto più regale del
solito…-
-Smettila idiota! I tuoi
salamelecchi non funzionano- disse Leese con un tono arrabbiato
-Piuttosto…-continuò –sono
a conoscenza del tuo fallimento al Passo del Cappio. Spiegami, come mai un
esercito di cento gnomi e una Lacertola potentissima, non sono riusciti a
sconfiggere una banda di mocciosi?- chiese Leese con un sorriso, aspettando solo
il fiume di scuse che Malus avrebbe detto
-D-devi sapere che con
loro c’erano anche dei draghi…-cercò di spiegare
-Non mi interessa!- disse
lui con uno scatto –ma continua, mi piace udire le scuse dei miei stupidi
collaboratori
-V-vedi la cose sono
andate così- iniziò a spiegare Malus
-Basta!- lo interruppe
all’improvviso il demone –non ho bisogno di sentire le tue fanfaronate. So già
tutto- disse lui
-E-e-e non siete
a-arrabbiato eccellenza?- chiese Malus con una vocina piccola, piccola
-Oh, no che nonsono
arrabbiato, e per dimostrarti la mia clemenza, ho deciso di darti un'altra
possibilità: dovrai fare per me una cosa…- disse Leese in tono
sbrigativo
-Cosa? Farò qualsiasi cosa
per te, per riguadagnarmi la tua fiducia…- cominciò a balbettare
Malus
-Tu dovrai scovare per me
una persona- continuò Leese
-Chi? I tre elementi,
forse?- chiese lui in tono interrogativo
-No! Con loro hai già
fallito una volta, hai avuto la tua occasione- disse lui di scatto
-Chi Allora?- chiese lui
pieno d’ansia
-Dovrai cercare per me una
bambina- disse Leese in tono solenne
-Una bambina?- chiese lui
in tono scettico
-Si una bambina!- tuonò
Leese
-Scusatemi maestro non
volevo offendervi- si scusò all’istante Malus
-Ti perdono, perché mi
servi ancora, ma…bada di non deludermi!- disse il demone con occhi di
fuoco
-Oh si mio signore, non ti
deluderò!- disse Malus stava per interromper la conversazione quando Leese alzò
un mano per fermarlo.
-Fermati sciocco! Non
voglio che tu fallisca anche in una missione così semplice, ho deciso di mandar
con te anche due persone che so che faranno bene il loro lavoro-
-Chi?- chiese il mago
preoccupato
-Qualcuno molto più
potente di te di sicuro!- sbottò il demone stufo di quella conversazione
-Si mio signore perdona la
mia curiosità- disse Malus –Ora con il tuo permesso..-
-Si va e non deludermi!-
La conversazione si
interruppe e Leese si ritrovò a fissare la sua immagine riflessa nello specchio
nero.
-Speriamo che
quell’incapace non fallisca- disse Leese – Ma per sicurezza…chiamatemi Sean e
Giulia- urlò Leese e da fuori dal salone si udì lo scalpiccio di alcuni piedi
che si allontanavano in un'altra direzione.
-E’ arrivato il momento di
mandare quei due ragazzini in missione- disse Leese con un
ghigno
Passarono alcuni minuti e
dopo poco si udì un rumore di piedi che tornava verso il salone e si
fermava.
-Mio signore i due ragazzi
sono qui- disse un voce stridula
-Molto bene falli entrare-
disse Leese con tono di comando
Dopo che Leese ebbe
pronunciato quelle parole il portone si aprì e dentro alla sala entrarono due
ragazzi: un ragazzo e una ragazza. Il ragazzo era abbastanza alto, aveva i
capelli biondi e gli occhi verdi. Era vestito con una maglia a maniche lunghe
bianca, strappata in alcuni punti, un paio di pantaloni neri e delle scarpe
nere. La ragazza, invece, aveva i capelli biondi ma che davano più sul castano,
gli occhi erano azzurro-grigi e freddi come il ghiaccio. Portava i capelli
lunghi, raccolti in una lunga coda e un aveste bianca come la neve; in fondo al
vestito lungo, spuntavano poi un paio di timidi piedini, calzati da scarpette
azzurre. In un quadro generale sembravano l’uno l’opposto dell’altra.
-Miei cari ragazzi-
cominciò a dire Leese con un falso sorriso, quando i due ragazzi si furono
avvicinati al trono –vi siete allenati anche oggi- disse Leese accennando alla
lunga spada riposta nel fodero nero che si trovava appesa ai fianchi del ragazzo
e alla frusta arrotolata e appesa alla cintura azzurrina della ragazza.
-Si!-rispose il ragazzo
deciso –ma i mostri che ci fai affrontare sono troppo deboli!- si
lamentò
-Allora perché anziché
allenarvi con le armi non vi allenate con i vostri poteri?-
-Ma certo mio signore-
disse la ragazza in tono timido –ci alleniamo tutti i giorni un po’ con l’uno e
un po’ con l’altro-
-Lo so che eseguite i miei
ordini, Giulia, e di te mi fido. Ma tuo fratello è un pò…come dire…Sprezzante
delle regole- disse Leese cambiando espressione e voltandosi verso il
ragazzo
-Sean è molto bravo e
rispetta i tuoi ordini- cominciò subito difenderlo Giulia –è solo un po’
annoiato- cercò di inventarsi una scusa lei
Era ammirevole lo spirito
si sacrificio e l’affetto che Giulia provava per suo fratello, peccato però che
Sean non fosse come lei, certo
le voleva bene e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei ma era più freddo e
distaccato della sorella.
-Tu non ti impicciare- la
zittì subito il fratello
A quell’esclamazione
Giulia parve rattristarsi, voleva molto bene al fratello, perché da piccoli,
quando il loro villaggio era stato distrutto, lui le era stato vicino e le aveva
fatto coraggio. Era accaduto tutto circa sedici anni fa: loro erano figli di due
genitori fantastici di cui non si ricordavano molto.
Molto tempo il loro
villaggio era stato attaccato da strane creature volanti. Era una giornata di
primavera e l’albero di ciliegio che, si trovava al centro del villaggio, era in
fiore. Giulia e Sean si trovavano nella loro culla e la loro madre, una giovane
donna dai capelli biondi e gli occhi verdi, li stava cantando una dolce melodia
per farli addormentare.
All’improvviso un uomo
entrò nella stanza sbattendo la porta. Era molto alto e muscoloso, aveva gli
occhi verdi e i capelli castani.
-Cosa c’è?- disse la donna
un po’ contrariata –sveglierai i bambini-
-Non c’è tempo prendi i
bambini e portali via al sicuro!- disse l’ uomo che doveva essere il padre dei
gemelli, con espressione terrorizzata
-Ma che…- tentò di
protestare la donna
Un improvviso rumore la
fece scattare in piedi. Fuori era scattato il finimondo: Il grande ciliegio in
fiore stava bruciando e in paese la gente urlava e correva da tutte le parti.
Strane creature volanti stavano sorvolando i cieli delvillaggio sputando fuoco da tutte le
parti.
Draghi
-Ci-ci sono dei draghi la
fuori?- disse la donna balbettando e non credendo ai suoi occhi
-Ma brava, credi che
irrompa nella stanza così, senza un motivo di vitale importanza? Comunque non
sono draghi, sono creature dell’esercito di Leese. Probabilmente ha iniziato
sottomettere la stirpe degli uomini. Tu però devi scappare e correre nella
foresta. Devi salvare i bambini!- disse l’uomo con fare sempre più
ansioso
-Va bene, ma tu…che
farai?- chiese la donna supplichevole
-Tu non preoccuparti per
me. Io resterò qui a difendere il villaggio con gli altri uomini. Tu prendi le
donne e i bambini con te e portali in salvo nella foresta- spiegò
l’uomo
-Ma…- tentò di protestare
la donna
-Niente ma Morgana vai
via!- disse l’uomo risoluto. Poi uscì di corsa dalla stanza per difendere il
villaggio
La donna restò seduta,
immobile, ancora scioccata per ciò che era successo. Dopo qualche secondo però
si riprese, prese i9 due bambini che dormivano nella culla e dopo averli avvolti
in una coperta li portò fuori. Nel villaggio regnava il caos totale: le donne e
i bambini correvano di qua e di la mentre gli uomini, impugnando forconi e altri
attrezzi da lavoro stavano tenendo lontano i mostri. Morgana, la madre dei due
gemelli si girò intorno con lo sguardo cercando il marito. I due bambini in
tanto si erano svegliati a causa del rumore e strillavano terrorizzati. Dopo un
po’ di tempo riuscì a scorgere il marito che combatteva insieme ad alcuni uomini
contro uno di quei mostri alati che sputavano fuoco
-Percy!- gridò la
donna
-Il marito si voltò per
alcuni secondi e quella disattenzione gli costò cara. Il mostro che si era
sbarazzato con una zampata dei due contadini che combattevano insieme a Percy si
era girato verso l’uomo e dopo averlo guardato con un ghigno eruttò una fiammata
dalla sua bocca che investì completamente l’uomo, bruciandolo
all’istante.
-Percy, NO!!!!- gridò
disperata sua moglie
La donna all’inizio fu
tentata di raggiungere il corpo del marito e di aiutarlo ma dopo pochi istanti
cambiò idea e con le lacrime agli occhi si diresse verso il confine del
villaggio. Corse il più velocemente che poteva ma all’improvviso uno degli
scagnozzi di Leese le sbarrò la strada minaccioso. La donna non si perse
d’animo, aveva già perso una persona importantissima per lei e non aveva
intenzione di perdere anche l’unico ricordo di suo marito. Strinse più forte i
figli e cambiò strada, evitando per un soffio un colpo di spada. La sua ricerca
di una via di fuga fu affannosa e disperata, ma alla fine riuscì a trovare una
via di fuga verso il bosco. Quando si addentrò nel bosco non osò neanche
guardarsi indietro dalla paura che provava. Corse per un tempo che le sembrò
infinito e anche quando ebbe percorso molta strada non osò fermarsi dalla paura
che aveva in corpo. Finalmente raggiunse una radura e lì si fermò per riposare
un minuto.
-Uff…uff- ansimò la donna
Diede un’occhiata ai
bambini, i quali non avevano fatto altro che piangere, e li calmò con la melodia
che aveva usato per addormentarli poco tempo fa. I bambini smisero di piangere
all’istante e la madre dopo essersi riposata per un po’ all’ombra dei pini
s’incamminò verso sud. Prima di notte aveva percorso quasi tutto il bosco ma era
esausta e non credeva che ce l’avrebbe fatta a raggiungere il un centro abitato
prima che le tenebre calassero completamente.
-Ora come faccio?- si
chiese la donna
Camminò ancora per un po’
di tempo e in lontananza vide un lumicino. Decisa a salvare i suoi bambini si
avvicinò a quella luce, nonostante le forze l’avessero abbandonata quasi
completamente. Quando la raggiunse riuscì a malapena a bussare per poi cadere
svenuta sulla soglia. Ad aprire era venuto un signore vestito da boscaiolo che
vedendo la era svenuta la tirò dentro dopo averla stesa su un letto la udì
mormorare
-Chi…è?- disse
debolmente
-Sono Dick, il boscaiolo.
Lei chi è?- chiese l’uomo
-S-sono la madre di questi
bambini, Giulia e Sean, v-vi prego aiutateli…- disse la donna ricadendo sul
letto
Il boscaiolo non aveva
notato i due bambini ricoperti da alcuni strati di coperte che dormivano
beatamente.
-Io dovrei allevare i suoi
figli?- chiese lui perplesso
Ma era troppo tardi con un
ultimo sorriso la donna si era spenta, non c’era più. L’uomo la guardò ammirato,
chissà quanta strada aveva fatto con quei due bambini per essere ridotta allo
stremo delle forze? Prese dolcemente i due bambini e li appoggiò sulla poltrona,
poi prese la donna e la portò fuori per seppellirla. Quando ebbe finito,lasciò i
due bambini accanto al fuoco, sdraiati sulla poltrona e sene andò a letto.
Durante la notte però senza il boscaiolo se ne accorgesse i due bambini
sparirono dalla poltrona e il boscaiolo al mattino successivo, credette che si
fosse trattato solo di un sogno, così aveva continuato la sua vita
dimenticandosi presto dei due bambini. Essi infatti erano stati portati via da
un a presenza maligna che li aveva cercati per tutto il
tempo,,,Leese.
Ora quei due bambini erano
cresciuti, erano diventati due ragazzi di sedici anni ignorando il sacrificio
dei genitori e la distruzione del loro villaggio. Erano cresciuti coccolati da
dei falsi genitori che li avevano istruiti alle armi e alla magia per uno scopo
ben preciso: distruggere Goldragon.
-Allora miei ragazzi-
ignorando la risposta del ragazzo –ho deciso di mandarvi in missione-
-In missione?- disse il
ragazzo stupito
-Si Sean, non hai detto
che ti annoiavi con i mostri che affrontavi?- disse Leese con un sorriso
falso
-Di che genere di missione
si tratta?- chiese la ragazza
-Dovrete attaccare il
villaggio di Balamb insieme a un mago- disse lui
-Ma è un villaggio di
umani, i nostri simili!- protestò Giulia
-Stai zitta! Non ti
ricordi che i nostri genitori ci hanno abbandonato da piccoli perché avevano
scoperto che noi eravamo due dei Sei Elementi?- disse il
ragazzo
-Ma- tentò di protestare
Giulia
-Tuo fratello ha ragione
Giulia, se non fosse stato per me voi sareste morti di freddo nella foresta e il
vostro potere sarebbe rimasto sopito nel cristallo per l’eternità- disse Leese
con tono di rimprovero
-Hai ragione, chiedo scusa
per la mia affermazione- disse Giulia mortificata, ma poco convinta delle
proprie parole
-Quando si parte- chiese
Sean ansioso
-Quando volete miei cari-
disse Leese contento che i ragazzi avessero accettato subito la sua
proposta
-E i nostri mezzi di
trasporto?- chiese Giulia
-Li vedrete, araldo fai
entrare i miei regali per i ragazzi- disse con tono imperioso
Leese
Dopo qualche istante
entrarono due figure mastodontiche all’interno della sala: la prima era un
enorme drago nero, lungo tre metri con delle creste d’oro e due fulmini
disegnati sul muso e sui fianchi. Le ali anch’esse nere erano molto grandi e
presentavano una lunga striscia trasversale che assomigliava aun fulmine giallo.
La seconda era un aquila enorme e maestosa, dalle penne azzurrine e argentate
sulle punte delle ali e della coda, aveva un becco ricurvo che pareva argento
liquido e degli occhio enormi e blu come la notte. I due ragazzi restarono a
guardare i loro animali per qualche minuto finché Leese non interruppe il filo
dei lori pensieri.
-Questi saranno i vostri
mezzi di trasporto- disse Leese compiaciuto –Il primo si chiama Zip- disse Leese
indicando il drago nero –e la seconda si chiama Moon- indicando
l’aquila
-Grazie- dissero
all’unisono i due ragazzi precipitandosi verso i due grandi
animali
-Bene ora che sapete qual
è il vostro compito potete ritirarvi- disse Leese
I due ragazzi obbedirono
mettendosi al fianco dei loro nuovi amici,e uscirono felici per la prima volta
dopo tanto tempo.
-Bene ora che quei due
sciocchi andranno ad aiutare quell’altro incapace posso stare tranquillo, non
falliranno- si disse Leese –finalmente potrò mettere le mani su quella bambina e
arrivare a Goldragon- disse quest’ultimo nome con un tremito di rabbia appena
represso, ma questo fu talmente forte che gli oggetti intorno a lui tremolarono
e il palazzo intero fu scosso da una piccola scarica di
terremoto
-E’ ora che mi riposi,
ormai sta sorgendo il sole, e anche se non mi arrecherebbe alcun male è pur
sempre fastidioso-
Dette queste parole il
demone uscì anch’egli dalla sala del trono e si diresse verso i suoi
appartamenti ai piani superiori.
-Muoviti
Aurora- disse la voce di Scila dalla parte opposta della stanza della
bambina
-Non
mi sento tanto bene mamma- disse Aurora sotto le coperte
-Come
ti senti poco bene- disse la madre andando vicino al letto
Si
chinò un attimo per vedere se aveva la febbre e toccando la sua fronte per poco
non prese la scossa
-Aurora
ma tu sei bollente!- esclamò la donna preoccupata
-Te
l’ho detto che mi sentivo male- disse la bambina
-Vado
a prendere delle coperte e una tazza delle mie tisane, tu non ti muovere- disse
la madre uscendo di corsa dalla stanza
-Come
se potessi- disse la bambina
Aveva
perso il suo colorito roseo e ora era molto pallida. Sudava e aveva freddo allo
stesso tempo e inoltre provava un strana sensazione, come se qualcuno la stesse
chiamando perché aveva bisogno di aiuto. Dopo alcuni minuti rientrò Scila
riapparve sulla soglia di camera sua, aveva una montagna di coperte sopra le
braccia e le dispose sopra la bambina affinché stesse al
caldo
-Non
ti preoccupare, piccola mia, ho chiamato il dottore e la tua amica Sofia,
saranno qui a momenti-
Infatti
dopo cinque minuti di penosa attesa bussarono alla porta e Scila scese
velocemente le scale per andare a aprire. Dopo pochi secondi entrarono in camera
di Aurora una ragazzina, dai capelli castani, raccolti in due codini, aveva
grossi occhi verdi e indossava un vestito rosso legato da una fascetta bordeaux,
la quale si avvicinò preoccupata al letto dell’amica
-Come
ti senti Aurora?- chiese la bambina preoccupata
Sofia
era la sorella si Edoardo e abitava qualche casa più in là rispetto alla casa di
Luca.
-Non
ti preoccupare- disse la bambina per tranquillizzare l’
amica
-Ora
se non ti dispiace- disse il medico un po’ impaziente –dovrei visitare la tua
amica-
-Ma
certo- disse Sofia dopo essersi allontanata dal letto di Aurora e essersi
allontanata dal letto di Aurora ed essere andata vicino a
Scila
Il
medico impiegò una buona mezzora per visitare Aurora, non aveva mai visto un
malattia così grave
-Signora,
io devo essere sincero con lei…- cominciò a dire il medico dopo aver riposto i
suoi attrezzi nella borsa
-Mi
dica dottore- disse la madre tutta un tremito
-Io
non ho mai visto un m,malattia così. Le cause sembrano un specie di sortilegio,
sa se la bambina ha mai avuto rapporti con persone strane o comunque sospette?-
chiese il medico
-Io
non so, tu…Aurora?- chiese la madre Aurora però non gli rispose era caduta
in una specie di trance
-Aurora!!!-
dissero Sofia e Scila preoccupate
-Sta
morendo….-cominciò a dire la bambina
-Cosa,
stai dicendo?- chiese la madre preoccupata
-Sta
morendo…devo andare da lei- continuò incessante Aurora
-Cosa?...Chi
sta morendo?- chiese sempre più preoccupata Scila
-…La Rosa devo salvarla- dopo aver
detto queste ultime parole si alzò e gettò all’arie le coperte come se fossero
piume
-Aurora,
non ti devi muovere per alcuna ragione- disse la madre gettandosi contro
Aurora
Non
riuscì mai a raggiungere la bambina perché improvvisamente si era creata un aura
rosa intorno alla bambina e la madre fu respinta e mandata a gambe all’aria.
Improvvisamente dalle spalle di Aurora spuntarono due enormi ali angeliche di
colore bianco e iniziò a sollevarsi in aria. I presenti assistettero attoniti
alla trasformazione di Aurora. Le sue gigantesche lai si richiusero sul suo
corpo a mo di bozzolo e fu avvolta da una potente aura rosa. In meno di un
minuto avvenne la trasformazione: le ali si dischiusero e al posto della piccola
bambina c’era un ragazza dell’età di diciotto anni circa dai lunghi capelli di
un colore magenta, e gli occhi di un rosa scuro. Era vestita con una gonna molto
lunga, ma dallo spacco che gli arrivava alla coscia e un top il tutto di colore
che variava dal fucsia al viola chiaro, l’unica nota di colore diverso era la
sua cintura, verde, che recava incastonata un rosa d’oro. Il quadretto terminava
con un delle splendide ali bianche che le spuntavano da dietro la
schiena
-A-aurora
ma cosa ti è…- cominciò a balbettare Scila
-Aurora?
Chi è Aurora?- domandò la ragazza con voce dolce
-Non
far finta di non saperlo sottoforma di top-model- cominciò a dire Scila,
riacquistando colore
-Io
non conosco questa persona- disse la ragazza restando sempre sollevata dal
suolo
-Ma
si lei era lì e tutto a un tratto sei sbucata te- disse
lei
-Forse
capisco, Aurora deve essere la mia metà- disse la ragazza cominciando a capire
-Tu
saresti?- domandò la madre
-Io
sono Rosa, la figlia di Ocella e custode della Rosa divina- disse lei in tono
solenne
-Ooooooooook,
io me ne andrei- disse il medico che aveva assistito per tutto il tempo alla
scena
-Fermo!-
disse Rosa all’improvviso
-Co-cosa?-
cominciò a farfugliare il medico –i-io ho dei clienti e…-
-Fermo
prima di andare dirvi una cosa- disse Rosa in tono debole –Non posso restare con
questo aspetto per molto tempo devo andare la mia metà come me è affitta dal
morbo che affigge la Rosa
Divina, dovete portarci da lei,… solo così potremmo….- la
ragazza ricadde inerme su letto e dopo un bagliore di luce al posto suo apparve
Aurora tutta febbricitante e in preda agli incubi. Scila s i avvicinò sospettosa
la letto per paura che la figli potesse di nuovo trasformarsi, ma non accadde.
Così ricoprì ben bene e si girò verso i presenti
-Voi,
non dovrete mai dire niente di tutto quello che avete visto- disse puntando
l’indice minacciosa sul vecchio medico e su Sofia
–Capito!!!-
I
due si limitarono a annuire e lei dopo averli osservati soddisfatta disse
-Sofia
tu rimarrai qui con Aurora per evitare che faccia altre stranezze, lei invece è
libero di andarsene, con la raccomandazione di non dire niente a nessuno, io me
ne andrò da mio marito per avvisarlo dei fatti-
Dopo
aver detto queste parole si voltò e uscì dalla camera di gran carriera. Non si
accorse nemmeno della velocità pazzesca con cui stava attraversando la casa e
così in pochissimo tempo raggiunse il marito nei pressi del
frutteto.
-Stronghold!
Stronghold! –disse la donna tutta affannata per la corsa
-Che
c’è Scila?- chiese il marito preoccupato
La
donna comunque non fece in tempo a spiegare l’accaduto che un altro uomo correva
già verso suo marito alzando in aria le braccia in segno di
aiuto.
-Bob,
cosa succede?- chiese l’uomo spostando la sua attenzione verso in nuovo
arrivato
-Sta
succedendo qualcosa di strano al villaggio, vieni con me- disse l’uomo
sbrigativo
-Ok.
Scila tu resta in casa e proteggi Aurora- disse Stronghold iniziando a
correre
-Ma
è proprio di lei che ti voglio parlare – le urlò dietro la moglie, ma ormai era
troppo tardi. L’uomo si era gia allontanato.
-Che
succede? Ora me lo puoi dire- disse Stronghold correndo
-Non
ne sono sicuro ma Jhon mi ha detto che Malus ha attaccato il villaggio- disse
Bob
Stronghold
si fermò di botto: -Cosa?- domandò colpito
-Si
hai capito bene, Malus ha attaccato il villaggio non so perché ma credo che stia
cercando qualcuno- disse l’uomo
Stronghold
parve riflettere sulle parole dell’amico: -Cercavano qualcuno, non sarà che
centri con quello che mi voleva dire Scila?...mi auguro proprio di
no…
-Pare
che non sia solo- disse Bob interrompendo il filo dei pensieri di
Stronghold
-Lo
so sarà con quei suoi scagnozzi- disse Stronghold tra i denti- …sempre in
compagnia quel vigliacco…-
-Non
ti conviene offenderlo e comunque non sono i suoi soliti tirapiedi, ma due
ragazzi, che scagliano fulmini e pugnali di ghiaccio-
-Cosa?!!!!!!-
disse l’uomo stupefatto
-Si
mi hai capito bene, sono due ragazzi che controllano i fulmini e il ghiaccio-
disse Bob semplicemente
Nel
frattempo erano arrivati nei pressi della piazza del villaggio dove poterono
vedere un panorama di grande devastazione: la fontana centrale a forma di fiore
era stata quasi completamente distrutta e pezzi di essa giacevano sparsi nella
piazza. Le case vicine stavano andando a fuoco e in Alto si potevano scorgere
due ragazzi che volteggiavano nell’aria a cavallo di un drago nero e di un
aquila gigantesca. Per terra giacevano i corpi sanguinanti e senza vita, alcuni
erano amici di Stronghold. Ma la cosa che lo fece arrabbiare di più fu la vista
di un bambino di appena otto anni morto con la mano stretta intorno al collo
della madre.
-Sono
loro- disse Bob indicando i due ragazzi –e guarda, là c’è
Malus!-
Stronghold
si girò di scatto nella direzione indicata dall’amico e poté vedere il mago che
scagliava piccoli globi neri contro le case che prendevano fuoco
istantaneamente.
-Maledetto!!!
Come hai potuto, noi ti abbiamo sempre servito e rispettato e ora tu ci ripaghi
così? Sei un essere spregevole- gridò Stronghold e iniziò a scagliare grossi
sassi contro il mago. Quello dopo essersene accorto evocò una barriera nera che
bloccò i sassi per aria e li rispedì al mittente. Per fortuna Stronghold fu
abbastanza veloce li schivò tutti ma uno riuscì a prenderlo di striscio ad una
spalla.
-Ahhh!!!-
urlò di dolore l’uomo
-Dai
andiamo via- gli intimò l’altro vedendo che Malus puntava proprio in quella
direzione
-No,
non voglio- disse Stronghold urlando di rabbia alla vista di tutte quelle morti
e di tutto quello scempio.
-Cosa
c’è?- disse il mago avvicinandosi con un sorriso beffardo
-Cosa
c’è?!!!- disse Stronghold, ora i suoi occhi lanciavano saette dagli occhi e
sembrava che nulla potesse fermarlo
Il
mago cominciò a scagliare alcuni incantesimi verso l’amico di Stronghold. Quando
Stronghold se ne accorse si parò davanti e mise le mani incrociate sul petto a
mo di scudo. I dardi parvero colpirlo in pieno, ma lui non vacillò neppure un
istante, anzi si scagliò contro il mago più forte che poté in modo da
travolgerlo. Il mago evitò facilmente l’attacco dell’uomo e ripartì all’attacco
convocando anche le sue creature. Queste apparvero all’improvviso da tutte le
parti e circondarono Stronghold. L’uomo però non si perse d’animo e evitando
tutti quei fendenti di spada riuscì a colpire uno dei mostriciattoli sulla testa
e a rubargli la sua spada. Non che questo cambiasse di molto la situazione:
Stronghold era un contadino e le uniche cose che aveva usate erano state la
zappa e l’aratro. Ma non per questo si perse d’animo: sfruttando tutta la sua
prestanza fisica si scagliò sugli avversari, e un po’ con i pugni, un po’ con i
calci riuscì a farsi strada tra quel marasma di mostri e ad accopparne parecchi.
Usava la spada solo se i suoi nemici gli e lo imponevano e spesso e
volentieriera anche più bravo di
loro schivare i colpi. Dopo una mezz’ora di combattimento continuo, senza
neanche un minimo di tregua, Stronghold aveva ucciso tutti i suoi nemici.
Voltatosi poi verso il mago si scagliò violentemente contro di lui: tant’è che
sta volta non riuscì a evocare neanche un incantesimo difensivo ma dovette
prendere il colpo su un braccio. Il mago urlò di dolore non appena sentì la
fredda lama della spada penetrargli la carne del braccio sinistro, e con i suoi
poteri, usando l’altro braccio, evocò una grande onda d’urto che scaraventò
Stronghold dall’altra parte della piazza. Anche se gli sarebbe piaciuto finirlo
una volta per tutte, Malus si trattenne da evocare un fulmine che avrebbe
incenerito Stronghold, e decise di lasciarlo perdere. Quindi dopo avergli
scoccato un occhiata vendicativa si allontanò seguito dai due ragazzi che, dopo
aver udito un suo ordine si allontanarono in volo per raggiungere il castello di
Malus. Lasciando dietro di loro una lunga scia di devastazione e di morte.
Stronghold rimase per un po’ a fissare la scena con occhi sgranati e il fiato
mozzato: aveva lividi su tutto il corpo e, a causa del colpo infertogli da
Malus, qualche costola rotta. Comunque piano, piano si riprese anche se
restò a terra ansimante. Bob fu subito al suo fianco
-Grazie
di avermi protetto- disse lui –Sei ferito?- gli chiese
preoccupato
-Secondo
te ?- disse Stronghold con gli occhi semichiusi
-Beh…spero
bene…ma Stronghold!- gridò improvvisamente l’uomo vedendo che l’amico non
riapriva gli occhi
Momentaneamente,
l’uomo era caduta in una specie di Trance aveva chiuso gli occhi rallentando
persino il battito del suo cuore, fino a sembrare quasi morto. Nella sua mente
si era formato una specie di vuoto, oscuro. Lui, galleggiava in questo nulla e
sembrava ogni minuto di più andare verso l’oscurità. Improvvisamente scorse una
luce, che da tenue e fioca, divenne mano a mano sempre più luminosa, finchè
tutto lo spazio intorno a lui non fu inondato di luce. Chiuse momentaneamente
gli occhi e quando li riaprì si ritrovò seduto in un giardino. Il sole splendeva
in un cielo terso e azzurro e i fiori spuntavano dappertutto. Vicino a lui era
seduto un vecchio dall’aria venerabile e saggia, che lo guardava
sorridendo
-Ciao
Stronghold, finalmente ti sei svegliato- disse il vecchio con un sorriso
stampato sulla faccia
-Chi
sei tu?- chiese lui ancora spaesato
-Io
sono Parmenide il Saggio, ultimo discendente della casata degli antichi abitanti
fatati e custode del Cubo Mistico-
-Ok,
Par, posso chiamarti così, vero? Sai Parmenide suono un po’ troppo lungo- chiese
Stronghold, ora rassicurato.
-Ma
certo, comunque, io non ti ho convocato qui per caso ma per un motivo ben
preciso: tuo figlio e i suoi amici sono partiti alla ricerca del modo di
sconfiggere Leese e del segreto degli elementi-
-ma
questo è impossibile- disse Stronghold interrompendo la spiegazione del saggio
–mio figlio e i suoi amici sono andati a trovare un loro amico al di là delle
Montagne Nebbiose-
-Ti
ha mentito, anche se ha dovuto farlo- il saggio si interruppe qualche secondo
per una pausa riflessiva poi ricominciò a parlare –ti sei chiesto chi erano quei
ragazzi a cavallo di drago e di aquila e del perché Malus abbia deciso di
attaccare improvvisamente il villaggio?- disse il saggio
enigmatico
-Perché…perché…-
cominciò a balbettare Stronghold. Si era reso conto che in realtà non sapeva il
motivo dell’attacco perciò cominciò a credere alle parole del mago- forse tu hai
ragione mago, ma io cosa devo fare?- chiese lui confuso
-Devi
proteggere, con tutte le tue forze tua figlia e evitare che venga rapita dal
nemico- disse il mago deciso
-Mia
figlia? Perché? Saggio potente spiegati- disse lui cominciando a essere un po’
arrabbiato
-Perché
tua figli è la guardiana della Rosa Divina!-
-Mia
figlia è cosa?-
-Mi
hai sentito bene, tua figlia nasconde in sé un potere che neanche immagina, ma
tu devi proteggerla, devi…-
Improvvisamente
la visione si interruppe e Stronghold si ritrovò la faccia di Bob premuta contro
il suo petto per sentire il suo battito cardiaco.
-Ma
cosa stai facendo?- disse Stronghold
-Tu
sei un pazzo non deviarmi prendere spaventi simili- disse l’amico gettandogli le
braccia al collo
-Stai
calmo, sto bene- disse Stronghold scollandoselo di dosso -ho solo bisogno di
riposarmi, sai incassare uno degli incantesimi di Malus non è quel che si dice
un piacere immenso. Inoltre ho avuto uno strano sogno. Devi cercare tutti
sopravvissuti e poi correre a casa mia il più in fretta possibile -
-Hai
sempre voglia di scherzare! Cosa vuoi che faccia?-
-Hai
capito bene, ora tu prendi e te ne vai in giro cercare i sopravvissuti. Inoltre
dovrai costruire insieme agli altri uomini una barricata molto alta intorno al
fattoria così da poterci difendere in caso d’attacco. Mi raccomando deve essere
pronta per stanotte, ho idea che Malus ci farà presto visita- disse tutto di un
fiato Stronghold
-E
tu? Non mi sembri nelle condizioni di raggiungere la fattoria con le tue gambe!-
disse lui scettico
-Non
ti preoccupare per me, mi riposo solo cinque minuti e poi riparto, Vai!!!- disse
infine vedendo che lui esitava –potrebbero esserci persone messe peggio di me.
Ci servirà tutto l’aiuto possibile-
-E
va bene- disse infine convinto –ma tu promettimi che quando avrò finito il mio
giro tu sarai in salvo a casa tua-
-Non
posso garantirti niente…- disse lui ma si pentì subito delle sue
parole
-Cosa?!!!
Sei ferito? Lo sapevo deve restare con te e aiutarti…- cominciò a farfugliare
Bob
-No!!!!
Devi aiutare gli altri, questo è un ordine- disse Stronghold
risoluto
-Ma…-
tentò di farfugliare
-Niente
ma se non riesco a tornare, prendi il comando e la cosa che ti raccomando
non creare panico!!!-
-Ok-
disse Bob poco convinto –Allora io vado- disse alzandosi in
piedi
-Vai!!!-
disse Stronghold vedendo che lui esitava
-Vado-
disse lui
-Vai!!!!-
ripeté Stronghold
-Ok,
ok, vado- disse Bob, allontanandosi il più velocemente che
poteva
Stronghold
dopo aver guardato l’amico che si allontanava per la sua strada si sdraiò a
terra e chiuse gli occhi.
Continua….
Allora
cari lettori che ve ne pare della mia storia? Eh! ^-^
Spero
che sino a qui vi sia piaciuta. Il quindicesimo capitolo è in cantiere, quindi
non vi preoccupate. Ma non mi stressate!!!!! Se per caso mi dimenticassi di
pubblicarlo fatemelo notare con una o due mail ma non con duecento! ( la
modestia è la mia qualità migliore :-DDDDDD) Ciao Shinichi
Stronghold
rinvenne dopo una mezzora circa di tempo, si sentiva ancora un po’ confuso. Si
ricordava distintamente della visione di Par il Saggio ma non riusciva bene a
mettere a fuoco la situazione. Dopo poco si ricordò di tutto e il pensiero di
sua figlia in pericolo lo fece ridestare all’improvviso. Scattò subito in piedi,
ma si risedette con un urlo di dolore dopo aver sentito le ferite, appena
ricevute poco tempo fa.
-Ahhh!!-
urlò dal dolore Stronghold
Poi
dopo essersi alzato piano, piano, evitando di fare movimenti bruschi che gli
avrebbero causato nuove fitte di dolore, si avviò verso la strada semi
distrutta, che conduceva a casa sua. Notò con suo grande dispiacere, mentre
arrancava sulla strada che la maggior parte delle case e degli alberi erano in
fiamme e che in giro non si faceva che vedere cadaveri o moribondi. Il viaggio
verso casa sua fu lungo e molto faticoso poiché il recente combattimento l’aveva
stancato tantissimo e a stento riusciva reggersi in piedi. Molte volte fu
costretto a fare alcune pause per riposare, appoggiandosi a un albero o a un
muro semi-distrutto. Comunque in poco più di un ora riuscì a raggiungere la
fattoria. Dall’alto della collina poté vedere una gran folla di gente che si
accalcava davanti a casa sua, ma del resto era grande e ci sarebbero stati
tutti. Scese la collina e quando non fu che a metà strada sua moglie gli corse
incontro per abbracciarlo
-Stronghold!
Stronghold!- disse la moglie gettandogli le braccia al collo. L’uomo non si
sottrasse all’abbraccio ma provò una fitta di dolore mentre la moglie lo
stringeva
-Basta-
disse dolcemente allontanando la moglie –Come stanno? Ci sono tutti?- chiese
-Tutti,
o almeno quelli che sono riuscito a trovare…Sai non è stato per niente semplice-
disse una voce spuntando da dietro la spalla della moglie
-Bob!!
Allora sei vivo- disse Stronghold eccitato
-Ciao
vecchia quercia!- disse Bob esibendo un occhio nero e qualche livido violaceo
sul viso
-Cosa
ti è successo?- chiese Stronghold preoccupato
-O
niente o solo avuto qualche scontro con gli gnomi…ma niente di che- disse lui
con un alzata di spalle
-Bene,
ora per prima cosa dobbiamo entrare in casa prepararci per difenderci e al più
presto- disse lui alzandosi risoluto in piedi risoluto.
La
moglie tentò invano di fermarlo ma lui procedette imperterrito verso casa.
Quando giunse ai piedi della collina lo accolse una gran folla di gente che lo
ringraziava per l’ospitalità ma quello non avendo tempo per simili convenevoli
li congedava tutti e li invitava a entrare in casa. Ci volle un po’ per far
entrare circa cinquecento persone in casa , ma più o meno riuscirono a farceli
stare tutti. Certo non fu facile trovare a tutte quelle persone ma riuscirono
sistemare la maggior parte delle persone nelle camere da letto, nella cucina e
nella soffitta.
-Per
prima cosa chiamo tutti gli uomini nel salotto per discutere sul da farsi, le
donne e i bambini seguano mia moglie in cucina e nelle stanze da letto per
allestire i giacigli e per preparare il pasto serale- disse Stronghold dopo aver
attirato l’attenzione
Ci
fu un mormorio generale e un grande scalpiccio di persone che entravano e
uscivano dal salotto, ma quando tutti si furono bene o male sistemati o seduti
per terra Stronghold prese la parola
-Cari
amici, sono tempi difficili….-
-Uao!!!!
Che genio ma come lo hai fatto a capire?- esclamò un uomo in piedi in fondoalla sala
-Stai
zitto John lo zittì un altro dall’altro capo della sala. L’uomo lo guardò truce
ma poi abbassò il capo in segno di sottomissione
-Dicevo…-
proseguì Stronghold – siamo nei guai fino al collo Malus ha deciso di attaccare
il nostro villaggio, nonostante non gli avessimo fatto niente o lo avessimo
provocato, perciò non bisogna chiedersi il perché ma bisogna reagire- disse lui
risoluto
-Fai
presto tu a parlare, hai affrontato Malus e ne sei uscito vivo per un pelo, e
vorresti che lo affrontassimo noi che siamo dei…dei…- disse un uomo dalla barba
rossa che stava tra le prime file, ma non riuscì a proseguire
-Dillo,
avanti Mike- lo incitò Stronghold
-…dei
contadini. Ecco molti di noi non hanno impugnato che dei forconi e l’unico che
se “intende” di armi è il fabbro-
-Lo
so ma dobbiamo resistere- disse Stronghold -dobbiamo resistere per le nostre
donne, i nostri figli e per le nostre stesse vite-
-Io
sono d’accordo con Strong!- esclamò Bob –ormai la frittata è fatta Malus non ci
lascerà in pace finchè…finchè…-ma si accorse di non sapere fin quanto questa
situazione sarebbe andata avanti questa situazione
-…finchè
non saremo tutti morti, ecco finchè- esclamò Mike
A
quell’esclamazione si diffuse tra i presenti un mormorio di commenti che
diffusero il panico tra la folla
-No
loro proseguiranno con la loro opera distruzione finchè non avranno perseguito
il loro obbiettivo- disse Stronghold cupo
-E
quale sarebbe il loro obbiettivo?- chiese sarcastico John
-…Mia
figlia- disse Stronghold dopo un attimo di esitazione
-Cosa?-
esclamarono tutti, compreso lo stesso Bob
-Si
avete udito bene. Mia figlia serve per i piani di Leese e noi dobbiamo
proteggerla-
-Ama
tu sei scemo!!!!!- esclamò Mike –qui non si tratta più solo di Malus ma
addirittura di Leese. Tu sei un pazzo se spari che ti seguiremo in questa
avventura-
-Non
vi sto chiedendo di difendere solo mia figlia ma di difendere anche voi stessi-
-Si…adesso
attacca con la tiritera!!!!- disse Mike
-Volete
ascoltarmi sottospecie di ingrati!!!! Io vi ho accolto in casa mia, vi sto
offrendo un tetto, quando non credo che molti al mio posto si sarebbero
comportati allo stesso modo. Credete che Malus vi risparmierà dopo che avrà
ottenuto mia figlia e l’avrà consegnata al signore oscuro?- disse Stronghold
decisamente infuriato
-No,
ma non mi interessa io non difenderò mai tua figlia- disse il rosso –me ne andrò
stasera stessa
Per
un attimo Stronghold ebbe paura che tutti seguissero il suo esempio. Infatti
molti sguardi incerti si erano intrecciati alla ricerca di una risposta, ma
nessuno seguì l’esempio dell’uomo, anzi guardarono Stronghold fieri e con una
sola voce gridarono: -Siamo con te!!!!-
Mike
restò spiazzato, era convinto che la sua proposta avrebbe ricevuto molti
consensi fra i suoi coetanei e restò molto deluso nel vedere che nessuno
lo aveva seguito ma poiché aveva un orgoglio da difendere uscì di corsa
sbattendo la porta infuriato. Dalla sala lo udirono percorrere a grandi passi il
corridoio e uscire dalla porta principale sbattendo anche
essa.
-Bene,
ora che abbiamo appianato i contrasti tra di noi- iniziò Stronghold dopo essersi
ripreso –bisogna che decidiamo un piano d’azione. Sicuramente il nostro nemico
non se ne starà con le mani in mano, quindi bisogna che ci inventiamo qualcosa.
-Io
pensavo di fare così- disse il fabbro –potrei andare alla mia fucina e mettermi
a preparare lance, scudi e spade per tutti-
-Io
invece- disse un uomo alto, dai capelli biondo-cenere –direi che potremmo
erigere delle palizzate intorno a casa tua, tanto la foresta non è molto lontana
da qui e potremmo anche creare delle trincee intorno alla proprietà-
-Le
vostre proposte sono ottime- disse Stronghold –io proporrei invece di mandare le
nostre donne a raccogliere quante più provviste, dato che non so quanto tempo
staremo sotto assedio-
Tutti
i presenti annuirono e ridivisero in tre gruppi : uno, di circa venti persone
uscì dalla proprietà in direzione del villaggio semi-distrutto, per raggiungere
la fucina illesi e aiutare il fabbro nella fabbricazione e nel trasporto delle
armi. Un secondo gruppo di circa duecento uomini, si diresse verso il bosco,
muniti di asce e seghe e un terzo invece andò a comunicare la notizia alle
donne. Stronghold, a causa dello scontro recente, non poté andare ne a tagliare
la legna ne a aiutare il fabbro a preparare le armi, ne a aiutare a raccogliere
le provviste, ma in compenso si diresse nella camera di Aurora, non vedeva l’ora
di vedere come stava e se ciò che Par gli aveva detto era vero. Percorse gli
scalini che conducevano al piano di sopra a due a due, nonostante le ferite, e
in poco secondi si ritrovò in camera di Aurora. Non era molto illuminata, per
permettere alla bambina di riposare, ma comunque ci si poteva vedere benissimo.
Accanto al suo letto, poté distinguere altre bambine tra cui Sofia, che non
l’aveva abbandonata un solo secondo da quando si era trasformata.
-Come
sta ?- chiese dolcemente e sorridendo
-Bene…
per ora- disse cupa Sofia. La trasformazione di Aurora l’aveva scossa molto e
per paura che potesse succederei nuovo gli teneva costantemente la mano, quasi
per paura che questa voltala bambina potesse volare via
veramente
-Vi
ringrazio per quello che state facendo per mia figlia, bambine- disse Stronghold
-Noi
non lasceremo mai Aurora- disse Sofia con sguardo fiero e le altre bambine
annuirono solenni, come a dimostrare la propria fedeltà a un generale prima di
una battaglia molto importante
-Grazie,
piccole, allora posso dormire tra due guanciali se ci siete voi con mia figlia.
Ma mi raccomando se vedete per caso che si trasforma di nuovo in quella strana
ragazza non fatela fuggire e venite subito a avvisarci- disse Stronghold
grato
-Puoi
starne certo- dissero le bimbe scattando sull’attento.
Con
un ultimo sorriso Stronghold uscì dalla stanza e si diresse nella
cucina
-Allora
viscido ratto di fogna, come procede la conquista di Balamb- a parlare era stata
un ombra che sbucava da dietro un muro semi-distrutto, rivolta a uno dei tanti
servitori di Malus
L’ombra
in questione era molto alta e il suo volto era coperto da un cappuccio in modo
da nascondere il volto sfigurato.
-Chi
parla?- chiese la cosa-gnomo avvicinandosi alla figura
incappucciata
-Chi
parla non ha importanza, sappi che sono un vecchio amico del tuo padrone. Digli
che sono tornato e dagli questo- detto ciò dal mantello nero della creatura
emerse una mano viscida e verdognola che porgeva alla cosa-gnomo una specie di
frammento di una qualche pietra viola
-Che
cosa è, una specie di pietra preziosa?- chiese la creatura osservando con
avidità la pietra
-Per te no di certo!- esclamò la figura
incappucciata –vedi di non tenertela, o ti distruggerò con le mie stesse mani-
detto questo l’essere fece apparire una sfera di energia nera dalle mani e la
puntò alla testa della cosa-gnomo
Questo
atterrito fece un balzo all’indietro e tirò un urlo. I compagni accorsi al
sentire quell’urlo si diressero verso la fonte di quel rumore e trovarono il oro
compagno con la testa mozzata e con in mano una cosa violetta. Ai suoi piedi era
scritto con il sangue della creatura morta le parole:
Consegnate
questa pietra a Malus e ditegli che questo è un dono di un suo vecchio
amico
Se
oserete tenervi la pietra il vostro destino non sarà diverso da quello del
vostro compagno
Fate
come vi dico…..e ricordatevi…..
…..io
vi guardo….
I
soldati a leggere quelle parole restarono pietrificati. Erano molto
superstiziosi ela
vista del loro compagno così brutalmente martoriato, li fece tremare di paura.
Quello che sembrava il capo di quella piccolabanda prese la pietra dalle mani del
morto, la rinchiuse in un sacchettino e se lo appese al collo. Dopo di che nella
loro strana lingua ordinò ai soldati di prendere il corpo del compagno e di
dirigersi da Malus, per descrivergli la situazione
attuale.
Ma
mentre si allontanavano non si erano accorti di una figura che li spiava da
lontano…la stessa figura che aveva ucciso con tanta crudeltà e che rideva della
paura degli altri…lui…il male…
_Stupido,
stupido, stupido!!!- esclamò Malus andando in escandescenza e distruggendo tutto
ciò che gli capitava sotto mano
-Calmati
maghetto da niente- disse la voce sprezzante di una persona appoggiata alla
parete
-Come
hai detto stupido moccioso-esclamò Malus urlando di rabbia. Subito dopo il mago
scagliò una sfera di energia nera dalle mani che in direzione della voce
L’attacco
non raggiunse ma il suo bersaglio ma si spense a metà strada fermato da una
palla di Ghiaccio che lo avvolse e lo fece sparire
-Non
ti permettere più di attaccare mio fratello Hai capito viscido rettile!!!- a
parlare era stata una ragazza dai lunghi capelli castano-biondio che si stava
ricoprendo di un aura biancastra. Malus restò spiazzato dalla potenza
dell’attacco e per paura di offendere i due ragazzi chinò il capo in segno di
sottomissione
-Bel
colpo sorellina- disse la voce di un ragazzo
-Grazie
Sean- disse lei raggiante abbandonando la sua aura
-Scusatemi-
disse Malus –è che sono nervoso Quando Leese scoprirà quello che è successo come
minimo mi cancellerà dalla faccia dell’universo. Il nostro
fallimento…-
-Il
nostro fallimento!!!- esplose Sean ricoprendosi di un aura nera –Il
nostro fallimento!!!!!!!!!!!- E’ colpa tua se abbiamo fallito. Se tu non ti
fossi ritirato come un coniglio.-
-Hai
ragione perdonami, ma quell’uomo…Stronghold è protetto da una grande magia…-
cercò di scusarsi Malus
-Ma
che grande magia!!, di la verità tu avevi paura perché non possiedi il potere di
un elemento come noi-
disse
il ragazzo
-Non
è vero, tu avevi paura!!-
-No-
-Si-
-Hem….-disse
una voce fuori dalla porta
-Che
c’è!!!!- esclamò Malus
-Hem
dovrei comunicarle un messaggio…- disse la voce
-Entra-
disse perentorio Malus
Il
servo entrò con il sacchettino di pelle in mano e si fermò davanti a Malus,
inchinandosi rispettosamente
-Grande
Malus…-cominciò il soldato
-Tsk-
disse scettico Sean, ma il mago lo fulminò con lo sguardo. Esigeva che gli si
mostrasse rispetto almeno in presenza dei suoi servi
-Dimmi
pure- disse il mago non staccando gli occhi di dosso da
Sean
-…abbiamo
trovato questo nelle mani di un nostro compagno morto, vicino a un muro- detto
questo gli porse il sacchettino
Malus
curioso di sapere di cosa si trattasse aprì il sacchettino con impazienza e ne
fece cadere il contenuto sul palmo della mano. Esso consisteva nel frammento di
una pietra viola dai riflessi più scuri al centro. Il mago la guardò perplesso,
poi un lampo di illuminazione…
-Prepara
le truppe- disse il mago con un sorriso enigmatico –andiamo a
caccia-
Continua….
Cari
lettori che ve ne pare, vi lascio abbastanza sulle spine?
Secondo
me si, ma se volete sapere chi è il personaggio misterioso vi consiglio di
leggere i capitoli precedenti…
Vaolin
era molto nervoso e non faceva che camminare avanti e indietro per il campo
Perché
non erano ancora tornati? Avranno trovato qualche impedimento? E se il custode
della Terra fosse stato costretto a usare i suoi poteri per difendere
Crystal?
Domande
come queste si susseguirono di continuo nella mente dell’ elfo. I draghi dal tra
parte non la smettevano di preoccuparsi dei loro protetti: Alessandro si era
risvegliato a metà pomeriggio e stranamente non si ricordava niente dello
scontro della notte precedente
-Ma
come non ti ricordi il casino che hai combinato?- disse Vaolin
sorpreso
-No.
Perché che ho combinato?- chiese Alessandro perplesso
-Non
ti sei accorto che si completamente nudo?- chiese Vaolin
sarcastico
-Beh
effettivamente è strano- ammise lui –e perché Luca è sdraiato a terra e trema
come una foglia?-
-Per
colpa tua- disse lui –ieri sera lo hai bombardato con una miriade di palle di
fuoco che non so come abbia fatto a respingerle. Inoltre il tuo corpo ha preso
fuoco all’improvviso e ti sono spuntate un paio di ali stile Fenice: è per
questo che non hai più alcun indumento addosso.-
-Ah!!...he…no,
non ho capito niente- disse lui alla fine
Vaolin
per poco non gli saltò addosso, era la terza volta che gli spiegava cosa era
successo ma senza ottenere risultati perciò decise di tornare a guardare in
lontananza se arrivavano Edoardo e Crystal.
I
due giovani non si vedevano ancora e Vaolin si sedette accanto a Luca per
controllargli la febbre e per vedere come stesse. Il ragazzo sudava tantissimo e
Ice per abbassargli la temperatura usava il suo soffio di acqua fresca per
abbassare la temperatura
-Come
sta ?- chiese Vaolin al drago blu
-Se
la caverà. La febbre è molto alta, anche se non è in pericolo di vita. Spero
solo che quei due non si attardino troppo siamo in pericolo costantemente e con
due Guardiani fuori uso spero che non ci attacchino, altrimenti saremmo un
bersaglio troppo semplice-
-Lo
credo anch’io ma spero che Crystal e Edoardo arrivino presto con l’erba di
Fuoco-
Non
aveva fatto in tempo a finire la frase che udì due voci dirigersi verso la loro
radura. Le voci erano allegre e felici e Vaolin ci mise poco a scoprire di chi
fossero. Con due rapidi balzi elfici raggiunse l’ingresso della radura con un
sorriso enorme. Dopo qualche secondo vide in lontananza due sagome che pocoa poco si delineavano nella nebbia, i
due si tenevano per mano appassionatamente e continuavano a darsi brevi baci
sulle guance, a circa cinquanta metri dalla radura si fermarono un attimo e la
figura più alta, probabilmente quella di Edoardo si girò lentamente verso quella
leggermente più bassa. Da lontano per una persona qualunque sarebbe stato quasi
impossibile stabilire cosa stessero facendo le due figure, ma Vaolin che era un
elfo e aveva la vista molto più sviluppata poté vedere benissimo Edoardo che si
chinava leggermente per poter dare un bacio sulla bocca, lieve ma appassionato,
a Crystal. Vaolin diventò rosso dalla rabbia e dalla gelosia, come poteva
quell’essere umano pensar di poter baciare Crystal, la sua Crystal. Tornò
velocemente al campo accese il fuoco e iniziò a girare la zuppa già preparata
con odio, come se quei poveri vegetali ormai lessi e ridotti a una purea, gli
avessero fatto qualcosa. Dopo qualche secondo entrarono correndo Crystal e
Edoardo, felici di essere tornati di nuovo dai loro amici.
-Ciao-
disse allegra Crystal gettando letteralmente le braccia l collo
dell’elfo
Vaolin
si ritrasse dall’abbraccio, come se lo avesse punto un ape e tornò a mescolare
con più foga il minestrone
-Ma…Vaolin.
Che cosa hai?- disse lei sorpresa dalla sua reazione fredda e distaccata.
Avrebbe scommesso che fino a un attimo fa l’elfo doveva essere stato in pena per
lei e adesso si dimostrava freddo e distaccato come se non gli interessasse
nulla di loro
-Devo
preparare la cena- disse lui con il tono più distaccato che avesse mai usato –vi
conviene andare a portare dei vestiti a Alessandro orami non ce la fa più dal
freddo, si che è il Custode del fuoco ma non credo che possa resistere ancora
per molto-
-Hai
ragione Vaolin. Edo ti dispiace andare a portare i vestiti a Alessandro io mi
vergogno un po’ sai- disse lei in tono mieloso
-Si
subito- disse Edoardo scattando sull’attenti.
Mentre
il ragazzo correva verso l’amico che tremava dal freddo Crystal si rivolse di
nuovo Vaolin
-Che
cosa c’è?- disse lei guardandolo negli occhi con espressione
seria
-Oh..niente-
disse lui con noncuranza
-Niente?-
-Niente-
-Sei
sicuro?-
-Sicurissimo-
mentì Vaolin che ormai tremava di rabbia
-Allora
perché sei diventato rosso?- chiese lei maliziosa
-Smettila!-
sbottò lui
-Smettila!-gli
vece il verso lei –sembri un elfo di appena cinquant’anni
Vaolin-
-Ti
ho detto di smetterla-
-E
io ti ripeto che tu hai qualcosa che non va e non me lo vuoi dire- disse la fata
petulante
-Se
non la smetti all’istante, io ti…io ti- disse lui
-Tu
cosa?- al fianco della fata era apparso di nuovo Edoardo il quale da lontano
aveva sentito il litigio
Vaolin
non seppe cosa rispondere, ma per evitare di saltare addosso ai due innamorati
se ne andò via saltando da un ramo all’altro.
-Cosa
gli è successo?- chiese Edoardo alla fata
-Non
lo ha voluto dire neanche a me- disse la fata delusa
-Credi
che ci abbia visti prima di entrare dalla radura mentre ci baciavamo?- disse
Edoardo preoccupato
-E’
probabile dato che gli elfi vedono anche molto lontano- gli rispose
Crystal
-Ma
non capisco la sua reazione se fosse innamorato di te li avrebbe confidati prima
i suoi sentimenti non credi?- disse Edoardo per
scagionarsi
-Si
avrebbe dovuto- disse la fata con lo sguardo fisso nel punto in cui era sparito
Vaolin –ma ormai ci sei solo tu nel mio cuore Edo- detto questo schioccò un
bacio lungo e appassionato al giovane il quale ricambiò con
intensità.
-Caspita!
Ecco perché Vaolin se l’è presa- a parlare era stato Alessandro, ormai del tutto
ristabilito che si avvicinava ai due giovani.
Aveva
assistito alla scena per tutto il tempo ma non aveva voluto disturbare quel
momento. Stava avanzando con il nuovo completo che Crystal e Edoardo gli avevano
comprato: portava un paio di pantaloni lunghi di color bordeaux, molto scuro,
quasi marrone e una maglia rossa fiammeggiante con sopra un gilet marroncino per
proteggere dal freddo. Ai piedi portava un paio di stivali molto stretti,
coperti quasi per la maggior parte dai pantaloni, di color marrone
scuro.
-Ti
sta bene il nuovo completo- disse Edoardo staccandosi da Crystal dopo aver
assunto una tonalità molto simile al rosso della maglia di
Alessandro
-Si
e voi state bene insieme…piccioncini- li prese in giro
Alessandro
-Non
farmi pentire di averti comprato quegli abiti- disse
Crystal
-Stai
tranquilla- disse Ale – però devo assolutamente dirlo a Luca non appena si
sveglia- disse lui con un sorrisino maligno stampato sulle
labbra.
-Sei
libero di fare quello che vuoi- disse la fata con noncuranza - sempre che non
reagisca come ha reagito Vaolin…non riesco proprio a spiegarmi perché si sia
comportato così-
L’elfo
stava saltando da un ramo all’altro della grande foresta, con una grande rabbia
che minacciava di esplodere.
Come
hai potuto Crystal, mi avevi fatto un promessa
L’elfo
continuava a saltare, con le lacrime che gli scorrevano copiose dagli occhi
ormai arrossati.
-Ciao
Vaolin, come stai?- l’elfo si girò di scatto, era molto piccolo, secondo la
stima umana, si direbbe che non avesse più di otto anni, invece, ne aveva
compiuti venti da un pezzo. Aveva corti capelli biondo chiaro e un paio di occhi
azzurri grandi quanto un uovo di gallina, che esprimevano incertezza e paura. A
chiamarlo era stata una bambina, più o meno della sua stessa età…beh bambina non
si poteva definirla dato che restava sospesa nel vuoto grazie a un paio di
alucce azzurrine che gli spuntavano da dietro la schiena. Indossava un veste
molto piccola e ampia di colore blu abisso, aveva i capelli lunghi fino alle
spalle, biondi come quelli dell’elfo, e un paio di occhi marroni, molto vivaci e
intelligenti.
-Bene-
disse l’elfo con la sua voce insicura e timida
-Ti
va di giocare nel giardino, tanto zia Kate e zia Lilly non ci sono- disse la
fatina con voce vivace
-Non
saprei, se ci scoprono passeremo dei guai- disse Vaolin che già alla sua giovane
età era molto coscienzioso
-Sei
il solito guastafeste!!!- rispose lei stizzita
-Ma…ma
il maestro ci ha detto di fare il disegno di un drago e poi di renderlo animato
con la nostra magia- disse lui per scusarsi
-E
chi se ne importa di quello stupido disegno, tanto io posso fare apparirne uno
per ciascuno- disse la fatina
-Ma
non sarebbe corretto- la ammonì lui
-Non
sarebbe corretto…gnè, gnè. Sei proprio insopportabile lo sai?-
Il
bambino-elfo si rabbuiò per ciò che gli aveva detto. Sapeva che non poteva
imporre la sua ragione sull’amica: uno perché non ce l’avrebbe fatta, due perché
lei avrebbe usato i suoi poteri di fata per costringerlo a fare chissà quale
cosa. Inoltre quella fata gli ispirava timore e per paura che gli facesse
spuntare una piantina dall’orecchio e quindi annuì in segno
d’assenso.
-Bravo
sapevo che alla fine non mi avresti detto di no- disse la fatina con un
sorrisone dopo aver visto quel breve ma chiaro segno di assenso
–andiamo!-
I
due si diressero verso la porta della sala dove si trovavano. Non impiegarono
molto a uscire dal palazzo e si diressero felici verso il Giardino delle
Fate.
-Dai
facciamo una corsa a chi arriva prima allo Stagno delle Visioni- disse La fatina
felice
-Ok.
Ma bada stavolta non vincerai te!!!- disse l’elfo ora più sicuro e felice
I
due bambini percorsero di corsa il Giardino. Tutti i fiori erano sbocciati,
nonostante fosse autunno e l’aria era calda e asciutta…per forza quel
giardino era magico!pensò
Vaolin
Arrivarono
in un baleno allo Stagno e i due bambini vi si rispecchiarono in quelle acque
azzurre e limpide
-Io
entro- disse la fatina decisa, togliendosi la piccola veste e rimanendo con una
specie di costumino azzurro che gli copriva le sue parti intime non ancora
sviluppate. La fatina prese la rincorsa e si gettò con una gran foga in
acqua
-Ehi!-
disse l’elfo, spostandosi con un agile balzo da una parte per evitare gli
schizzi
-Dai
tuffati l’acqua è bellissima e inoltre si tocc…- la fatina non riuscì a finire
la frase perchéall’improvviso fu
risucchiata sott’acqua da qualcosa
-Crystal
!- urlò sgomentato il piccolo elfo
Lo stagno aveva improvvisamente assunto
una tonalità più scura e le acque avevano improvvisamente iniziato creare grossi
mulinelli. Vedendo che la bambina non ritornava su, Vaolin decise di buttarsi in
acqua per salvarla. Le acque erano molto mosse e nonostante fosse un ottimo
nuotatore per un po’ di tempo ebbe seri problemi a rimanere a galla. Stava
succedendo qualcosa. Era strano che lo Stagno magico si comportasse così forse
era opera di qualche essere maligno pensò Vaolin. L’acqua ora era diventata
di colore nero ed era quasi impossibile riuscire trovare qualcosa sott’acqua.
Vaolin però grazie alla sua vista acuta riuscì a individuare il momentaneo
scintillio delle ali di Crystal e si diresse verso quell’unica fonte di luce
come farebbe un marinaio con la luce di un faro nella tempesta. Nuotò il più
veloce possibile in quella direzione e non si fermò finchè non sentì qualcosa di
duro picchiare contro la sua testa. La cosa che aveva colpito era probabilmente
la testa della bambina svenuta. Vaolin la prese per la vita e iniziò nuotare
verso la superficie iniziandoa
sentire l’assenza d’aria. Nuotò il più velocemente possibile per quanto gli e lo
permettessero le sue forze. La risalita fu lunga e difficile sembrò che la luce
del sole non arrivasse mai.
Il
freddo gli attanagliava le viscere e sentiva che presto sarebbe svenuto anche
lui. I polmoni sembravano scoppiare nel suo gracile petto
Non
ce la posso fare…
Il
fiato gli stava per terminare e gia sentiva che la sua velocità stava
diminuendo
Ce
la devo fare…l’ho promesso
Nella
mente del piccolo elfo turbinarono molte immagini confuse: la Rosa divina…il suo
piccolo bocciolo azzurro che si stava lentamente aprendo…lo sguardo fiero di suo
padre, mentre lo conduceva ai piedi di un specie di altarino…l’angoscia di sua
madre, nel vedere il suo bambino essere segnato con il fuoco sulla fronte…il
sorriso della fatina appena nata e a lui affidata…Crystal
Risvegliato
da questi ricordi, sentì il segnoa
forma di stella bruciare sotto la fronte e una forza immensa scorrergli nelle
vene. Animato da questa forza misteriosa l’elfo cominciò a battere i piedi il
più velocemente possibile e in poche bracciate raggiunse la superficie. Dopo che
la sua testa fu spuntata dall’acqua e i suoi polmoni ebbero ricevuto una boccata
d’aria si sentì rinascere. Tossì molto, ma per salvare la vita della sua fata
nuotò fino a riva, compiendo un ultimo grande sforzo. Quando ebbe trascinato
fuori dall’acqua la fatina, si assicurò che stesse bene e dopo avergli fatto un
piccolo massaggio cardiaco che gli aveva insegnato sua madre, aver visto che
respirava ancora che respirava, si sdraiò sul prato
sfinito.
-Cry…Crystal…stai
bene?- disse lui ansimando
In
risposta ottenne solo dei colpi di tosse, segno che la fatina non aveva ripreso
a respirare ancora con regolarità.
-Scu..scusa…Vaolin-
rispose dopo qualche secondo la bambina
-Sei
un incosciente, Crystal, avrei dovuto Lasciarti affogare- disse l’elfo con tono
di rimprovero
-Lo
so perdonami- disse lei
-Promettimi,
che d’ora in poi non farai nulla di incosciente o di “nuovo” senza avermi prima
consultato- disse l’elfo
-Ma
Vaolin..- tentò di protestare la fatina
-Niente
ma io sono il tuo Fairyguardian e non permetterò che ti accada qualcosa o che
qualcuno ti porti via da me- esclamò il ragazzo deciso
–Prometti!!!-
-Ok,
ok, ti prometto che in futuro cercherò di comportarti meglio- promise infine la
fatina
Mi
avevi promesso che tu saresti stata sempre mia e ora si scopre che tu ti sei
innamorata di uno sporco umano. Che importa se è uno dei Sei Guardiani a me
interessa solo il bene e se ti legherai a questo umano sarai in pericolo
costante. No io non lo permetterò!!!!
Continuando
a correre per la foresta, poiché si era stancato di saltare, non si accorse di
aver girato in tondo e si ritrovò di nuovo all’accampamento. Era deciso a
fermare questa storia d’amore prima che degenerasse e perciò entrò deciso
nell’accampamento, pronto a subire qualsiasi cosa pur di riportare Crystal dalla
sua parte. Con questo proposito nel cuore e con il vivo ricordo della sua
promesse alle fate entrò nell’accampamento.
Salve
eccomi con il capitolo corretto, (mi scuso con i lettori che hanno già letto il
mio disastro.ringrazio Takami
Kinomiya per la segnalazione) Ci vediamo presto mi raccomando Commentate!!!!!!
Ciao
Shinichi
Capitolo
17
L’arrivo
dai nani
Vaolin
entrò nella radura con passo deciso. Sapeva cosa avrebbe detto sapeva che non
avrebbe incontrato l’opposizione di nessuno. Trovò Crystal, intenta a trafficare
con un pentolone, nel quale sobbolliva una strana erba rossa.
-Crystal
devo parlarti- disse deciso l’elfo
-Oh!
Finalmente ti sei deciso a parlarmi- disse la fata con
sufficienza
-Si,
e vengo per ricordarti di quella promessa che mi facesti quel giorno di tanti
anni fa. Quanto precipitasti nello Stagno delle Visioni e rischiasti quasi di
affogare- cominciò lui
-Si
mi ricordo di quella promessa e infatti non ho più agito da sconsiderata…o
quasi- disse lei
-Esatto
“o quasi”-
-Cos
intendo dire? E’ vero qualche volta mi sono comportata un po’ da irresponsabile,
ma è dall’inizio di questo viaggio- disse lei offesa
-Ne
sei sicura?- disse lui con tono severo
-Certo-
disse lei allontanandosi momentaneamente dal pentolone, visto che aveva iniziato
a trasformarsi in lava
-E’
normale che faccia così?- chiese l’elfo preoccupato
-Si
il mago ci ha assicurato che prima di diventare fredda e pronta per essere
utilizzata, l’Erba di Fuoco deve passare dallo stato solido a quello liquido per
poi diventare molto densa e pronta per essere usata- disse la fata ricordandosi
delle informazioni che gli aveva dato il mago
-Il
mago?- disse l’elfo sorpreso
-Oh!
Possibile che tu non ti fidi mai di nessuno- disse lei
esasperata
-E’
tipico della nostra natura, essere sospettosi. Dovresti saperlo- disse l’elfo
con un sorrisino
-Si
ma tu qui esageri!-
-Non
esagero- disse diventando d’improvviso serio –Non possiamo fidarci di nessuno.
Se quel tipo avesse voluto avvelenare il Guardiano dell’Acqua? Chi ti dice che
non è una spia di Leese? - disse l’elfo
-Adesso
stai esagerando sul serio. Non esiste che tu sospetti di tutti e di tutto. Quel
mago è stato gentile con noi ci ha anche fatto veder che i suoi poteri sono
simili a quelli di Edoardo. Inoltre aveva nel suo negozio un’infinità di piante
curative e una Fenice; quale malvagio potrebbe tenersi vicino una fenice
cheil simbolo della purezza?. Di
la verità tu sei solo geloso di me e di Edoardo-
La
fata aveva toccato un tasto dolente e se accorse subito dallo sguardo rabbuiato
di Vaolin
-Io
non sono geloso- disse lui offeso
-Oh
si che lo sei. Perché se no non vorresti che mi fidanzassi con il Guardiano
della Terra?- chiese lei
-Perché…perché
non voglio che ti accada niente di male- disse lui, abbandonando il tono
arrabbiato e con un rassegnazione che spaventò Crystal
-Tu…tu
sei solo preoccupato per me?- chiese lei confusa, sentendosi stupida per aver
pensato una cosa del genere
-Certo.
Tu sei come una sorella per me- disse lui
-Ohhh
Vaolin- cominciò la fata non riuscendo trattenere le lacrime –Perché non ce lo
hai detto subito?- chiese lei
-Perché…perché…avevi
ragione tu ero geloso. Non volevo che un altro ragazzo ti portasse via da me e
ti facesse soffrire-
-Puoi
stare certo che non farò soffrire Crystal- disse Edoardo, giunto in quel momento
dopo essersi accorto della presenza dell’elfo
Vaolin
per poco non fece un triplo salto mortale all’indietro per la
sorpresa
-E
tu da dove spunti?- disse l’elfo arrabbiato per essere stato colto di
sorpresa
-Oh,
sono solo arrivato al momento giusto- disse lui con noncuranza
-Comunque
puoi star certo che se mi sono fidanzata con Edoardo, l’ho fatto perché lo amo e
perché so che anche lui mi ama. Quindi mettiti il cuore in pace e sorridi alla
nostra unione, perchè mai prima d’ora fata e umano, seppur Guardiano si erano
“uniti”- disse lei in tono serio
Vaolin
rimase spiazzato da quel discorso e non fece altro che chinare la testa in segno
di sottomissione, non avendo mai visto Crystal così seria
-E
va bene sono d’accordo, d’ora e in poi non vi farò più pesare nulla- disse
l’elfo rispondendo a tono
La
fata, per la felicità, per poco, non saltò addossa
all’elfo.
-Grazie
Vaolin non sai quanto significhi questo per me- disse la fata
felice
-Oh
vi siete chiariti?- disse Alessandro arrivando di soppiatto alla spalle del
gruppetto
Ora
fu il turno di Crystal e Edoardo (oltre che di Vaolin di fare un triplo salto
mortale
-Ma
sei scemo!!!!- urlarono i tre arrabbiatissimi
Alessandro
infatti era strisciato alle spalle dei tre come un gatto e non aspettava altro
che il momento giusto per spuntare fuori e spaventarli
-Allora
vi siete chiariti?- chiese lui con finta aria offesa
-Si
certo- disse Edoardo
-Bene-
disse lui con un sorriso –comunque ero venuto ad avvisarvi che Luca si sta
riprendendo, la febbre gli è calata e tempo stasera si potrà alzare-
-Bene
sono contenta- disse la fata –Beh che ne dite di mangiare, sono affamata, anche
se sono solo le sei del pomeriggio ho un fame che non ci
vedo-
-Posso
immaginarlo- disse l’elfo –venite, è già tutto pronto- detto questo il gruppetto
si diresse verso il falò a scaldarsi e a mangiare
Edoardo
e Crystal raccontarono a Vaolin, Alessandro, Tytanus e Flame gli avvenimenti
della giornata: il dialogo avuto con il mago, la dimostrazione dei suoi poteri,
l’arrivo alla locanda del marinaio e di sua moglie, gli avvenimenti appresi
sulla situazione del Giardino delle Fate e la cattura di sua zia Kate e lo
spettacolo dei burattini sulla Prima Guerra delle Razze e il loro primo bacio.
Vaolin e i draghi ascoltarono interessatissimi per tutto il racconto, mentre
Alessandro, che già dalla descrizione del mago, si era mezzo addormentato,
quando i due giunsero alla descrizione del loro primo bacio, si animò tutt’ un
tratto.
-La
situazione è grave- disse l’elfo
-Hai
ragione- convennero i draghi
-Cosa
credi che potremmo fare?- chiese la fata a Vaolin
-Dobbiamo
affrettare la marcia e arrivare il più presto a Nidavellir, la capitale dei
nani,eavvisare Alberich, il re dei
nani, del pericolo imminente- disse l’elfo
–Tua
zia Lilly, sarà già sulle tracce di Kate e gli elfi, staranno mobilitando le
loro truppe, noi da parte nostra dobbiamo sbrigarci a raggiungere i nani- disse
Flame
-Quindi
pemsate che la guerra sia gia iniziata?- chiese la fata
all’elfo
-Se
non l’ho è ancora lo sarà presto- disse l’elfo cupo
Sul
gruppo riunito calò un silenzio glaciale, persino Alessandro era diventato serio
epensieroso. L’unico suono che si udiva era il respiro
regolare di Luca che piano piano si stava riprendendo.
-Beh…-disse
Alessandro per rompere quel silenzio imbarazzato –sarà meglio andare a letto e
riposare bene, domani ci aspetta un lungo cammino- disse Alessandro
-Hai
ragione Ale, sarà meglio riposare- disse Edoardo alzandosi –è stata una giornata
dura e abbiamo bisogno di dormire-
Detto
questo i presenti si alzarono e ognuno si diresse verso le rispettive coperte,
solo due persone facevano eccezione: Crystal e Edoardo, i quali spostarono le
loro coperte, in modo da trovarsi vicini. Tutta l’operazione fu seguita dallo
sguardo un po’ accigliato di Vaolin il quale non accettava troppo che i due
dormissero vicini, così per stare più tranquillo, chiese a Tytanus di stare
attento che i due non facessero cose strane. Detto questo si coricò.
Alessandro
non, che non riusciva a dormire, decise di parlare un po’ con
Flame
-Flame
tu cosa ne pensi di questa guerra? Ritieni che io sia il tipo giusto per
sostenere un onere così gravoso quale l’elemento del Fuoco?- disse Alessandro in
vena di domande
-Per
rispondere correttamente alle tue domande devo partire dalla seconda- cominciò
il drago prendendo fiato -io sono stato scelto tra i Draghi Rossi, per essere il
custode e protettore del predestinato della profezia, scelto dal Fuoco. Devo
dirti che inizialmente questo mia responsabilità aveva spaventato anche me e poi
non sopportavo il fatto che dovessi diventare amico ecustode di un perfetto sconosciuto,
magari malvagio. Perché tu devi spere che noi Draghi Elementali, così si
chiamano coloro che sono destinati a difendere i Guardiani, dobbiamo seguire il
nostro prescelto ovunque esso vado e obbedire alle sue scelte, sia esse giuste,
sia esse sbagliate.-
-Quindi
sei una specie di burattino in mano a l tuo Guardiano- disse Alessandro
-No!-
disse il drago secco –Noi abbiamo una nostra volontà e quando vediamo che il
Guardiano uccide un altro Guardiano o commette altri atti di quel genere lo
abbandoniamo e ce ne ritorniamo dai nostri simili. Ovviamente non è ai successo
che un Guardiano si comportasse male, anche perché questa è la seconda volta che
i poteri dei Guardiani si risvegliano in degli esseri mortali, la prima
generazione di Guardiani si era dimostrata degna del suo nome e aveva combattuto
contro le forze del male in maniera egregia-
Quando
disse quest’ultima parte per poco non si morse la lingua
-Allora
perché mi hai detto che esistono Guardiani cattivi?- chiese Alessandro alzandosi
all’improvviso, sconvolto da quella nuova rivelazione
-Non
posso dirti niente di questo argomento delicato, ma posso dirti che molte cos e
vi saranno più chiari una volta raggiunti i nani e gli elfi- disse il drago
-Perché
tu sai qualcosa?- chiese Alessandro ansioso
-Si
ma non posso rivelarti nulla, non ancora-
-Oh
come sei antipatico. E dai dimmi se esistono Guardiani cattivi- insistette
Alessandro
-Non
insistere, tanto non ti dirò nulla. Comunque non ti preoccupare, per me te la
caverai egregiamente. Dopo il combattimento con l’Edera Velenosa delle tre
streghe ho capito che non eri un buono a nulla, o un montato- disse il
drago
-Ah
si mi credevi un buono nulla la prima volta che ci siamo visti?- disse
Alessandro offeso
-Non
fraintendermi. La prima prova della tua serietà è stata quella, quindi ho potuto
giudicarti solo in quella occasione-
-Va
bene, ma non hai risposto alla mia prima domanda- disse il
ragazzo
-Hai
ragione, comunque non so cosa pensare, penso solo che le persone la maggior
parte delle volte si comportano in maniera assai stupida, e che la brama di
potere la cosa più brutta di questo mondo- ammise il drago
sinceramente
-Che
filosofo!- esclamò il ragazzo –comunque hai ragione e spero di non dovermi
trovare coinvolto-
Il
ragazzo guardò il drago, il quale emise uno sbuffo di fumo come a prendere in
giro la sua utopia, ma poi stanco, finalmente si addormentò. Alessandro restò a
fissare ancora il cielo stellato, immerso nei suoi pensieri profondi, ma alla
fine quasi senza accorgersene, sia addormentò anche lui
-Sveglia!!!!-
disse Crystal
-Mmmmh…che
ore sono?- disse la voce assonnata di Alessandro, poi accorgendosi che era
ancora buoi si rigirò di lato –buonanotte avvertitimi, quando il sole sarà alto
nel cielo-
-Ma
senti un po’ chi cerca di dormire, non eri tu quello che ha proposto di alzarsi
presto per partire prima?- disse Edoardo
-Luca
vuoi procedere?- disse Vaolin
-Si
ma non esagerare- disse Ice
-Oh
non vi preoccupate- disse Luca con una lucetta maligna negli
occhi
Detto
questo il ragazzo si ricoprì della consueta aura azzurro-scuro e si concentrò al
massimo per convogliare le sue energie elementali sull’obbiettivo designato. Un
enorme getto d’acque sgorgò dalle mani di Luca e andò a colpire proprio la testa
del ragazzo.
-Ahhh!!!!-urlò
Alessandro facendo un salto mortale all’indietro –MA SEI
SCEMO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!- urlò il ragazzo dopo essere tornato a terra
Luca
da parte sua scosse le spalle e lo guardò sorridendo
-Adesso
siamo pari-
-Non
sperare di cavartela! Adesso ti arrostisco per bene-
Detto
questo si mise in posizione di attacco, ma Luca non lo guardò neanche e disse
con un sorriso di compiacimento da un orecchio all’altro
-Andiamo?-
-Sei
stato un po’ eccessivo- disse Ice dopo qualche ora di
viaggio
Alessandro
non aveva rivolto la parola a Luca da quando erano partiti da Westhar e la
tensione tra i due era al massimo.
-Non
è vero- gli rispose lui tranquillo
-Ne
sei sicuro?- chiese il drago
-Certo!-
rispose lui secco –dopo aver rischiato la vita per salvare quell’incosciente,
lui mi ricambia così? In fondo gli ho fatto un piccolo scherzo innocente-
disse lui arrabbiato
-Guarda
che lui era molto preoccupato, inoltre ha una costale che gli fa male, Crystal
gli e l’ha curata meglio che poteva, ma ha bisogno di vere cure mediche- disse
il Ice per spiegare la situazione a Luca
-Non
lo sapevo- disse lui
-Quando
lo hai fermato con quella gigantesca sfera di energia, gli hai rotto due costole
e nonostante tutto lui non si è lamentato ma ti è stato vicino tutto il tempo
per assicurarsi che stessi bene-
-Allora
sarà meglio che vada a scusarmi- disse Luca
-Bravo-
Luca
si staccò da Ice che si librò nel cielo autunnale e si accostò a Alessandro.
Questo gesto gli costà un occhiata assassina del ragazzo, ma a Luca non
importava doveva assolutamente scusarsi con Alessandro per il suo
comportamento
-Senti-
cominciò Luca goffamente –mi dispiace per questa mattina-
-Ah
davvero? Non l’avrei detto- disse lui ironico
-Senti-
cominciò Luca arrabbiato –Io ti ho salvato la vita e tu per un semplice scherzo
mi tieni il broncio?-
-Semplice
scherzo? Cosa ne diresti se ti incendiassi le coperte domani mentre stai
dormendo?- chiese lui sempre con tono ironico
-No-
ammise lui
Luca
era davvero dispiaciuto, si era reso conto del suo errore e ora non faceva altro
che torturarsi a causa del senso di colpa. Alessandro vedendo quello sguardo
dispiaciutissimo, si sciolse.
-Non
importa- disse Alessandro –del resto me lo sono meritato- disse avendo raggiunto
il suo scopo
-No.
E’ stato uno scherzo stupido, perdonami-
-Va
bene-
-Amici
come prima?- chiese Luca porgendoli la mano
-Amici
più di prima- disse Alessandro prendendo la mano dell’amico con un
sorriso
Crystal
e Edoardo (che erano sempre attaccati), guardarono i due amici e sorrisero.
Il bosco stava diventando sempre più
rado, e col passare della giornata lasciò il passo alla steppa e poi al deserto:
erano entrati nei territori dei nani.
-Ora
che siamo dentro i loro territori, i nani ci osserveranno per tutto il cammino-
disse Crystal –perciò non siate nervosi se sentite muovere qualche pietra, o
vedete un ombra, sono i nani-
Crystal
aveva ragione dopo un ora cominciarono a udire distintamente dei passi e a
vedere delle ombre proiettate sulle rocce rosse dei canion. Verso la fine della
giornata raggiunsero una piccola oasi nel deserto, perciò decisero di fermarsi
per riposare. Luca fece sgorgare dell’acqua dal terreno in modo tale che anche i
draghi potessero dissetarsi e dopo aver bevuto e mangiato qualche frutto si
addormentarono sfiniti in quella piccola oasi.
Mentre
i nostri amici si riposavano, tranquilli, in quella oasi fresca, tre paia di
occhi li stavano osservando da un po’ di tempo, nascosti dietro una roccia
rossa
-Cosa
facciamo capitano?- chiese il primo dei tre
-Aspettiamo-
disse un secondo individuo
-Credi
che vorranno attaccarci?- disse il terzo individuo
-No-
-Probabilmente
sono semplici mercanti, che vogliono raggiungere Arabica- disse il
primo
-Non
penso- disse il terzo –per me dovremmo attaccarli prima che loro ci attacchino.
Chi ce lo dice che non sono soldati di Leese?-
-Ti
ripeto che bisogna aspettare- insistete il primo
-Tu
non sei il capo. Allora che ne facciamo degli stranieri?- ripeté il
terzo
-Avviciniamoci
molto lentamente, e soprattutto in silenzio- disse quello che sembrava il capo
dei tre
-Bene-
risposero entrambi
Le
tre figure si avvicinarono molto lentamente all’osai, strisciando di pietra in
pietra, senza fare il minimo rumore. Giunti alla prima delle varie palme che
circondavano l’oasi, si fermarono di botto
-Guardate
un Elfo!- disse sottovoce uno dei tre
-Stiamo
attenti, quelli stanno all’erta sempre, anche quando dormono- disse il
capitano
Continuando
e strisciare i tre individui avanzarono sempre di più verso i ragazzi
addormentati, ma uno di loro, non accorgendosi di un piccolo filo invisibile,
inciampò e fece suonare una serie di piccoli campanelli d’argento (un idea di
Crystal) che destarono all’istante gli addormentati. Vaolin si alzò subito in
piedi ma le tre figure erano già scappate a gambe levate verso i canyon.
-Fermi-
gridò l’elfo mettendosi al loro inseguimento
Edoardo,
Crystal, Luca e i draghi intanto si erano alzati in piedi e avevano impugnato le
armi. Alessandro, incurante del pericolo continuava dormire
placidamente.
-Mi
raccomando non fate vedere i vostri poteri a nessuno, a meno che non sia
estremamente necessario- disse la fata –e voi- disse poi rivolta ai draghi –non
uscite allo scoperto per nulla al mondo-
-Chiaro-
dissero tutti scattando sull’attenti
Crystal,
Edoardo e Luca uscirono dall’oasi, mentre i draghi, come da ordine, restarono
nascosti. Vaolin era riusciti a raggiungerli e a bloccarli in un vicolo ceco. Le
tre figure rimasero nell’ombra, a discutere
-Siamo
in trappola. Che facciamo Thor ?-
-Che
domande, combattiamo. Venderò cara la pelle!- disse Thor
Dopo
essere usciti allo scoperto impugnarono le armi e si misero in posizione
d’attacco. A Vaolin, come ai presenti per poco non venne un colpo. Davanti a
loro c’erano tre Nani. Il nano di nome Thor aveva lunghi capelli arancione
scuro,e una barba, lunga quanto i capelli e dello stesso colore, e degli occhi
azzurri, che sembravano mandare tuoni. Sulla testa portava un elmo di acciaio,
molto resistente, con due corni bianchi e, al centro, lo stemma della sua
famiglia: un cerchio di rame, con un piccolo martello d’argento e un fulmine
dorato che si incrociavano.
Vestiva
con una piccola cotta di maglia di ferro, finemente lavorata, che gli circondava
l’ampio torace e gli arrivava sino alla vita. Sopra di essa portava una semplice
maglia di pelle marrone scuro e aveva un paio di pantaloni marroni anch’essi. Ai
piedi portava un paio di calzari semplici con delle fibbie di rame. Era molto
muscoloso e anche se non era molto alto, ma raggiungeva stento il mento di Luca,
il più basso del gruppo insieme a Crystal, incuteva comunque un gran rispetto.
Come arma impugnava un martello d’acciaio, con l’impugnatura ricoperta da starne
Rune magiche azzurrine, che conferivano al martello un aspetto temibile, come il
suo possessore. Gli altri due nani erano poco più bassi del capitano, ma
comunque muscolosi anch’essi. Il primo aveva i capelli neri, raccolti in una
coda corta dietro la schiena, e degli occhi neri. Aveva un elmo a punta di ferro
brunito, una cotta di maglia simile a quella di Thor e una paio di pantaloni
lunghi. Portava un paio di stivali e in mano impugnava una lunga ascia di ferro.
Il secondo invece aveva corti capelli grigi, segno della sua anzianità, e occhi
grigi. La sua armatura era simile al primo nana, ma impugnava una corta spada di
ferro e dal suo sguardo sembrava essere quello con più
esperienza.
-Cosa
ci fate nei nostri territori?- chiese Thor
-Noi
veniamo in pace- disse Vaolin improvvisandosi ambasciatore dei suoi
compagni
-Si
certo, dicono tutti così- disse il nano più anziano
-Zitto
Turdelan- disse Thor –chi ci dice che non siete spie di
Leese?-
Vaolin
stava per aprire la bocca ma si bloccò all’arrivo di
Alessandro.
-Caaaavolo!!!!
Dei nani! Erano secoli che volevo vederne uno. Ma voi non vivete sottoterra. La
luce del sole non vi trasforma in pietra?- disse Alessandro, interessato come un
bambino che ascolta il maestro esporre la lezione del giorno su un argomento
interessantissimo
Thor
e gli altri nani restarono spiazzati dalla battuta di
Alessandro
-Beh
devi sapere che noi….- iniziò Thor –Ehi!! Un momento, qui la domande le facciamo
noi- disse il nano riprendendosi subito
-Uffa!-
sbuffò Alessandro
Tutti
si erano messi a ridere per la reazione del nano, ma quello prendendo quelle
risate come un offesa, diventò di un rosso acceso, tanto che il suo viso
sembrava quello di una grossa fiamma con gli occhi azzurri e si scagliò con un
grido di guerra sui nemici.
-Aaaaaaaaaaaah-
urlò il nano alzando il poderoso martello
I
cinque fecero un salto indietro per schivarlo.
-Ma
sei pazzo??- disse Crystal arrabbiata e sorpresa
Il
nano non la stette neanchea
sentire, accecato dalla rabbia, e si scagliò nuovamente sul gruppetto. Questa
volta però erano pronti: Luca sollevò la spada di rame, presa in precedenza
dalla fucina del fabbro di Balamb, e parò il colpo. Un esplosione di scintille
blu scaturì da quello scontro ei due contendenti fecero un salto all’indietro,
tornando studiarsi.
-Luca
non fare pazzie, sei ancora troppo debole- gli gridò dietro Edoardo
-Zitti
voi. Volete che questo pazzo ci riduca a brandelli?- disse Luca voltandosi di
scatto
-No…ma-
tentò di protestare Crystal
-E
allora lasciatemi combattere- disse Luca scagliandosi nuovamente sul
nemico
-Alessandro,
Edoardo, Vaolin fate qualcosa- li incitò Crystal, vedendo il ragazzo cadere
sotto un poderoso colpo di martello
-Arrenditi.
Viscido umano, non riuscirai a sconfiggermi- disse il nano alzando nuovamente il
martello per colpire il ragazzo. Ci fu un lampo di luce e Luca alzò la sua mano,
protesa verso il nano. Da essa sgorgò un getto di acqua potentissimo, che mandò
il nano a gambe all’aria.
-Come…come
hai fatto?- disse il nano alzandosi a stento, completamente bagnato -....ho
capito sei un viscido stregone. Ma sappi che non mi fai paura con la tua magia
da quattro soldi!!- detto questo sollevò il martello. Le Rune azzurrine si
illuminarono di una luce gialla accecante e dall’estremità superiore del
martello cominciarono a raccogliersi dei fulmini gialli.
-Cosa
hai intenzione di fare?- disse Luca con il respiro affannoso
Quell’attacco
infatti gli aveva tolto molte energie e non riusciva neanche a rialzarsi
E’
la fine…..
Il
martello si abbassò velocemente…
-Nooooooo!!!!!!!!!!!!!-
gridò Edoardo correndo in direzione di Luca
Un’aura
smeraldo era apparsa all’improvviso intorno al ragazzo, sostituendosi al quella
verde-chiaro che era solito avere.
Il
martello calò….
Ci
fu esplosione gigantesca e tutti presenti, compreso Thor furono sbalzati
indietro da un vento fortissimo che alzò una grandissima quantità di sabbia che
avvolse l’intera area per chilometri e chilometri
-Cos’è
stato?- chiese Ice improvvisamente alzando la testa dalla
sabbia
-Non
lo so ma percepisco una potenza immensa nella direzione dei Guardiani- disse
Tytanus
-Che
facciamo andiamo a vedere?- chiese Flame
-E
me lo chiedi?- disse Ice
IL
drago azzurro infatti aveva visto da lontano la violenta esplosione e percepito
il potere del Guardiano dell’ Acqua, scemare improvvisamente.
I
draghi si alzarono improvvisamente da terra, abbandonando l’oasi e si diressero
a tutta velocità in direzione dell’immenso polverone
-State
bene ?- chiese Crystal, alzandosi a sedere.
Era
stata sbalzata, parecchi metri più in là, insieme ai suoi
compagni
-Accidenti!
Odio la sabbia negli occhi- disse Alessandro, spuntando da sotto un cumulo di
sabbia
-Vaolin?-
chiese la fata guardandosi intorno per cercare l’elfo
-Sono
qui- disse l’elfo, dalla cima un albero secco qualche metro più
avanti
-Come
ci sei finito lassù?- chiese Alessandro guardando in direzione dell’elfo con un
occhio solo, cercando di togliere la sabbia dall’altro
occhio.
-Non
lo so neanch’io- ammise sinceramente l’elfo
-Sei
sempre il solito- disse Crystal con un sorriso –Ed…. Edoardo!!!!!- gridò con le
lacrime agli occhi
In
un flash si era ricordata tutto: Luca steso a terra....il martello con i
fulmini…..Edoardo
…..l’aura smeraldo…il martello che
calava…l’esplosione
-Edoardo!!!!-
gridò la fata alzandosi in volo
-No
Crystal, ferma. Non rivelare la tua identità!!!!- le gridò dietro
Vaolin
-
Edoardo!!!!!!!- continuò a gridare lei con le lacrime agli occhi, correndo in
direzione del polverone
-Cosa
è successo?- chiese Thor alzandosi e togliendosi la sabbia dalla barba e dai
capelli. Aveva ancora il martello stretto in mano, ma le Rune magiche erano
tornate di nuovo azzurrine
-Hai
scatenatoli finimondo Thor- disse Torkalid con un sorriso
-Lo
sai che non devi usare il Motarell, senza il consenso del re- lo ammonì il nano
più anziano
-Cosa
credi che sia successo?- chiese Torkalid
-Non
lo so ricordo solo uno dei tre ragazzi rimasti a vedere e diventare verde
all’improvviso, poi non ho visto più niente a causa del polverone- disse
Thor
-Stiamo
a vedere-
Crystal
evocò il suo potere di fata dopo aver pronunciato alcune semplici parole, fece
sparire il polverone che le offuscava la vista.
-Presto!!!!-
grido Tytanus, ora era lui alla testa del comando.
Aveva
capito che l’enorme energia sprigionata poco fa altro non era che il potere di
Edoardo, solo che non poteva essere il suo…era troppo forte…non poteva aver
subito una trasformazione….non….non poteva permetterselo
-Edoardo!!!!!!!!!!!!-
Tytanus fece uno scatto e raggiunse in lampo il luogo dello
scontro
Edoardo
era ancora in piedi con le braccia incrociate a mò di scudo, ma non era
lui:
I
suo capelli neri si era allungati fino a raggiungere l’altezza del suo sedere,
ma non erano lisci e attaccati al corpo bensì raccolti in ciocche appuntite,
come se fossero state modellate grazie al gel, i suoi occhi erano di un verde
profondo e sotto di essi scendevano due sottili linee nere appuntite. Sul suo
viso era stampato un sorriso di certezza e determinazione. Le braccia erano
diventate molto muscolose e le nocche delle sue mani erano cinte da una fascia
metallica molto dura. Aveva una maglia verde maniche corte, agli avambracci
portava delle fasce marroni e sopra la maglia portava un giletnero. Aveva un paio di pantaloni neri a
zampa di elefante e delle zampe di grifone che gli spuntavano in fondo ai
pantaloni. Anche le sue gambe erano diventate improvvisamente più toniche e
muscolose e l’aura smeraldo era più lucente che mai
I
presenti: nani, ragazzi, draghi e Crystal stettero a vedere la trasformazione di
Edoardo con la bocca aperta.Luca
da parte sua era svenuto a causa della violenta
esplosione.
-E…Edoardo?-
chiese Crystal con voce timida
Continua…..
Che ne dite, vi lascio abbastanza sulle
spine? Commenterete adesso?
Guardate
che se non lo fate rilascio in sospeso per un casino di tempo. (è una
promessa)
Aspetto
numerosi commenti Shinichi
Ps:
scusaste questo mio attimo si superbia, a me sembra di aver fatto un buon
lavoro
-E…Edoardo?...Sei
tu?- disse Crystal restando molto sorpresa dalla trasformazione di
Edoardo
-Cosa
c’è?- chiese lui tranquillo
-Sei…sei
diverso-
-L’hai
notato? Sei molto perspicace- disse lui in tono freddo
-Edo,
io non ti riconosco più- gemette la fata con le lacrime agli
occhi
I
nani intanto erano rimasti non meno sorpresi dalla trasformazione del ragazzo
-Cosa
credi che gli sia successo?- chiese il nano più anziano, guardandolo con
diffidenza e timore
Thor
comunque non lo stava ascoltando,tutta la sua attenzione era rivolta al giovane.
Il sua martello giaceva, qualche metro più in là, apparentemente privo del suo
potere distruttivo
-E’
stato in grado di parare uno dei miei colpi più micidiali solo con le sue
braccia…-cominciò mormorare tra se e se Thor
-Thor!-
lo chiamò Torkalid
-…Come
è possibile?...- continuò a mormorare il nano andando a raccogliere il suo
martello.
All’improvviso
il nano ebbe un’illuminazione
-Tu
non sarai…uno dei Sei elementi?- chiese il nano stupito
-Uao
allora non è vero che i nani sono degli stupidi esseri senza cervello che non
sanno far altro che scavare- disse lui sempre con quel tono distaccato e con
quel sorrisino stampato sulle labbra
-Bada
a come parli- lo ammonì il nano più anziano alzando minacciosamente la sua
spada
-Se
no che mi fai?- chiese lui
-Edoardo
la devi smettere…- disse la fata ora preoccupata
Ma
era troppo tardi. Il nano più anziano aveva iniziatola sua carica, in direzione
di Edoardo, il quale non sembrava affatto spaventato. Quando non fu che a pochi
metri da lui alzò una mano e calò un poderoso pugno sul suolo. Immediatamente
una scossa fortissima partì dal punto in cui aveva tirato il pugno. Il nano
arrestò la sua carica e tentò di tornare indietro, ma non fu abbastanza veloce e
il terreno lo inghiottì. Tutti i presenti stettero a vedere con sguardo
inorridito la scena. Vaolin guardò in direzione dei nani
Temendo
che l’uccisone del loro compagno potesse spingerli ad attaccare Edoardo.
Ma
non fu così….
I
nani stettero impassibili.
-Non
doveva farlo- disse semplicemente Thor, impallidendo di fronte alla potenza del
Guardiano della Terra
-Perdonateci-
disse Vaolin
-Non
doveva farlo- continuò ripetere il nano
-Edoardo,
smettila- disse la fata scendendo a terra e dirigendosi verso il
ragazzo
-Vattene-
disse lui per metterla in guardia
-No.
Edoardo, amore mio, ritorna in te. Non mi riconosci sono io, Crystal- continuò
Crystal avvicinandosi sempre di più
-Ti
ho detto di andartene- detto questo Edoardo evocò una sfera di energia nera e la
scagliò addosso a Crystal
La
fata non si scansò ma la prese in pieno petto
-Crystal!!!-
gridò Vaolin, vedendo la fata cadere a terra. Tentò di correre in suo aiuto, ma
Tytanus gli si mise davanti per non farlo passare
-Lasciami
passare, stupida lucertola troppo cresciuta- disse l’elfo
-Dovrei
incenerirti per quello che hai appena detto ma riperdono perché so che sei
sconvolto. Ascoltami- cominciò adire il drago marrone
Vaolin
smise di insultarlo e si mise in ascolto
-Ti
ascolto- disse lui arrabbiato
-Edoardo,
come Alessandro ha raggiunto una fase successiva, il suo potere si è evoluto. Ma
ciò è accaduto troppo in fretta. Deve saper che i Guardiani subiscono una
trasformazione che viene chiamata Elemetal Form. Ora sia il Guardiano del Fuoco
che quella della Terra hanno raggiunto questa trasformazione, perché essainfluenzata anche dallo stato d’animo.
Ma quella che hanno subito, non è la trasformazione giusta-
-Mi
stai dicendo che Edoardo ora si è trasformato in una specie di
mostro-
-Esatto
e la trasformazione sarà irreversibile se non lo fermiamo
subito-
-E
allora perché non mi lasci?- chiese l’elfo
-Perché
non sei tu quello che può fermarlo, ma un altro Guardiano
o…-
-O…?-
-O
una persona a lui cara. In questo caso Crystal, quindi stai buono. Sento che la
trasformazione è solo a metà se non lasciamo stare Crystal, non potrà aiutarlo-
-Ho
capito. MA se è in pericolo di vita?- chiese l’elfo
-Se
è in pericolo di vita sarà Alessandro ad aiutarlo-
-Va
bene- disse Vaolin restando a guardare a malincuore
Crystal
si era rialzata e procedeva lenta verso Edoardo, quasi
trascinandosi.
-Edoardo,
ti prego ascoltami…- disse la fata continuando ad avanzare
faticosamente
-Ti
ho detto di andartene- disse Edoardo scacciandola con un braccio poderoso, come
se fosse una mosca
-Non
ti ricordi di me sono la tua adorata Crystal- disse lei proseguendo e
avvicinandosi sempre di più
Questa
volta Edoardo non parlò, ma con urlò lacerante, si fece spuntare due enormi ali
di grifone e si alzò in volo.
-Edoardo
dove vai?- disse Crystal alzandosi in volo
-Non
seguirmi!- gli rispose lui secco
-Adesso
mi hai proprio stufato- disse Crystal con uno sguardo determinato sul volto volò
fino a Edoardo e lo strinse a se.
Edoardo
non se ne accorse neppure, tanto era posseduto, ma quando sentì le labbra umide
e bagnate dalle lacrime sulle sue, sussultò. Tentò di togliersela, perché
sentiva che il male dentro di lui stava lottando per non abbandonare quel corpo
così potente. Ma Crystal resistette e restò incollata a lui, baciandolo con
tutta la passione possibile. Dopo un po’ Edoardo smise di fare resistenza e
cominciò ad abbassarsi, dirigendosi verso i suolo, sempre attaccato alle labbra
di Crystal. Quando toccarono il suolo, dai due innamorati si levarono due luci
diverse. Da Crystal si levò una luce bianca carica di speranza, e da Edoardo una
luceverde scuro che si scontrarono
tra loro. Le due rispettive aure, si fusero per crearne una sola che diventò di
colore verde chiaro.
L’amore
aveva vinto….
Il
corpo di Edoardo, si trasformò nuovamente e tornò normale: i capelli neri si
accorciarono e ritornarono normali, i piedi artigliati tornarono nuovamente
normali e le ali da grifone sparirono.
Davanti
a loro c’era l’Edoardo di sempre
-Co…cosa
è successo?- disse Edoardo staccandosi finalmente da
Crystal
-Sei
tornato- disse lei con le lacrime agli occhi stringendolo forte
-Cosa…Crystal
che ci facciamo abbracciati?- chiese lui sempre più sorpreso –un momento…Thor…il
martello…Luca…Ahi che mal di testa- disse Edoardo massaggiandosi il
capo
-Non
importa, quello che importa è che sei ritornato normale- disse
Crystal
-Ma..io…Bho!!!!-
disse Edoardo, accettando infine ciò che gli diceva
Crystal
Si
avviarono verso i loro compagni. Luca era disteso sopra una coperta ma era
sveglio e sorrideva.
-Allora
stai bene- disse Edoardo correndo in direzione dell’amico
-Si-
disse Ice –ma se si azzarda rifare una cosa del genere dovrà vedersela con
me-
-Oh
allora non sei così freddo come ti facevo- scherzò Luca
Il
drago azzurralo guardò arrabbiato, ma capendola battuta rise anche lui insieme
agli altri
-Un
momento e i nani?- si ricordò improvvisamente Edoardo
I
due nani se ne stavano in disparte aspettandoli momento di
parlare
-Scusateci
ancora. Ci dispiace per la morte del vostro compagno- disse
Vaolin
-Si
scusatemi, non so cosa mi era preso- disse Edoardo tutto
mortificato
-Non
preoccupatevi. Avete dato a Turdelan la morte più onorevole che ci fosse- disse
Thor
-No
non dovevo attaccarlo, ma ero accecato dalla male- continuò a scusarsi
Edoardo
-Vi
ha già detto che non gli avete fatto alcun male. Si è ricongiunto alla pietra
che lo aveva creato, quindi non dovete preoccuparvi- disse il nano più
giovane
-Bene-
disse Crystal posando una mano su un fianco
-Stai
bene?- chiese Vaolin preoccupato vedendo la fata vacillare
-No.
Sto ben….- disse la fata ma a un certo punto cadde a terra
-Crystal!!!!-
Edoardo fu subito su di lei
-Cosa
Hai ?- chiesero tutti preoccupati
Il
petto della fata continuava a sanguinare, a causa del colpo infertole da
Edoardo
-E’
colpa mia- disse Edoardo con le lacrime agli occhi
-Shhh…Noncolpa tua- disse la fata mettendo un
dito sulle labbra di Edaordo
-Oh
Crystal- disse Edoardo cominciando piangere come un disperato
–Crystal!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Edoardo
continuava piangere come una fontana e la terra vicino a lui ne risentì:
cominciò a ammalarsi e i pochi fili d’erba che c’erano morirono all’istante. Le
rocce dei canyon si sgretolarono crollando a terra e alzando una quantità di
polvere grandissima.
-Cosa
sta succedendo?- chiesero i nani spaventati da quella improvvisa mutazione
-E’
il dolore di Edoardo- spiegò Tytanus piangendo anche lui –la terra ne
risente
-E
tu perché piangi?- chiese Alessandro sorpreso dalla reazione del
drago
-Perché
io e lui siamo legati da legami psichici- disse il drago continuando a piangere
-Crystal!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
continuò a lamentarsi a gran voce sentendo la linfa vitale abbandonare il corpo
della fata.
Nelle
segrete delle Prigione Kate alzò la testa di scatto svegliandosi da quel suo
torpore.
-Crystal!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.
Nipote mia- gridò a gran voce la fata
Un
aura di luce la ricoprì completamente restituendogli le forze. Le catene che la
legavano esplosero in aria e la fata sia alzò in volo con gli occhi
fiammeggianti.
Con
un potente raggio di luce rosa distrusse la porta e chiunque la stesse
sorvegliando dirigendosi all’esterno
Il
cielo si era fatto più nero che mai e persino lui piangeva insieme a
Edoardo.
Continuando
piangere posò le mani sulla ferita della fata. Improvvisamente un’immensa luce
verde scaturì dalle sue mani senza che se ne accorgesse e avvolse tutto il corpo
della fata.
-Edoardo
ma che ti sta succedendo- gli chiese stupito Luca
-Zitto.
Edoardo sta attingendo a un nuovo potere- disse Vaolin osservando la scena
meravigliato
Edoardo
ora non piangeva più, ma concentrava tutte le sue energie sul suo nuovo potere,
mettendo tutto se stesso nel tentativi di salvare Crystal. La luce verde piano
piano si fece sempre più chiara finchè non sparì del tutto. Il corpo della fata
era completamente sanato, la macchia di sangue che inzuppava il vestito della
fata era sparita e la fa stava lentamente aprendo gli
occhi.
-Crystal!
allora sei viva- disse Edoardo facendo i salti di gioia. Improvvisamente il
clima e l’ambiente del luogo cambiarono. Nacquero centinaia di fiori e l’erba
spuntò ovunque Edoardo stesse saltando. Gli alberi secchi si riempirono di
foglie e i nuvolosi neri sparirono lasciando spazio a un sole lucente più che
mai. Inoltre, Dopo che Crystal ebbe baciato Edoardo in cielo spuntò un
arcobaleno stupendo ricco di mille colori.
Scusate
il ritardo, ma ho avuto problemi con la descrizione di Nidavellir, spero che vi
piaccia anche se è sono stato poco descrittivo.
Commentate
mi raccomando ^____________^ !!!!!!!!!!!!!
Ciao
Schinichi
Capitolo
20
Nidavellir!
-Come
ti senti?- disse Edoardo, dopo essersi staccato da Crystal
-Bene,
grazie a te. Hai attinto aun nuovo
potere?- chiese la fata
-Non
lo so, è come se avessi sentito una forza nuova scorrere nelle mie vene e che
questa fosse nata dal desiderio di salvarti- ammise
Edoardo
-Quello
che hai sperimentato, altro non è che uno dei tanti poteri assopiti dentro di
te- spiegò Ice -ogni Guardiano ne ha alcuni: Luca per esempio è diventato un
veggente, tu hai scoperto il tuo potere curatore, anche Alessandro e gli altri
tre Guardiani dispersi posseggono dei poteri nascosti che non aspettano altro di
uscire-
-Quindi
neanch’io ho tirato fuori tutta la mia potenza?- chiese entusiasta
Alessandro
-Esatto-
disse Flame
I
nani nel frattempo erano restasi in disparte. Avevano conosciuto l’ira di uno
dei Sei Guardiani Elementali ed erano stati loro provocarla.
Non
avrei mai dovuto…è colpa mia…soltanto mia se Turdelan è morto…non avrei mai
dovuto…
Questi
pensieri tormentavano in continuazione Thor. Il nano si sentiva in colpa, perché
se non avesse attaccato il Guardiano dell’Acqua, quello della Terra non si
sarebbe trasformato e non li avrebbe attaccati.
-Ehm,
grande Thor- disse Vaolin riportando il nano con i piedi per terra –noi vorremmo
conferire con il re dei nani Alberich, potresti portarci da lui?-
Il
nano restò muto
-Sappiamo
di esserci comportati male e di aver ucciso un vostro compagno, ma vorrei
chiederti se possiamo comunque conferire con il re-
Thor
continuò a restare muto, guardando fisso l’elfo
-Ma
sei sordo?- irruppe Alessandro spazientito
-No…no,
scusatemi- disse Thor sciogliendosi. Il Guardiano del Fuoco stranamente riusciva
sempre a farlo parlare, nonostante non volesse –vi condurrò dal re. E scusatemi
per il mio comportamento poco esemplare-
-Grazie-
disse Crystal alzandosi in piedi – ma non scusarti, siamo stati noi la causa
della tua ira per questo imploriamo il tuo perdono-
-Resta
seduta- l’ammonì dolcemente Edoardo
-Guarda
che mi sono ristabilita, so camminare- disse lei
Iniziarono
camminare in direzione di un alta catena montuosa formata da cinque montagne
molto alte.
-Quello
è il nostro regno- spiegò Thor mentre si avvicinavano
Camminarono
per un po’ di tempo, e intanto il sole iniziò a calare verso ovest. Quando
raggiunsero l’ enorme catena montuosa il giorno volgeva al
termine
-Ascoltatemi
stranieri- disse Thor facendo da guida –questi cinque monti fannoparte del complesso montuoso del
Faltomwin, che nella nostra lingua vuol dire Cresta di drago, in onore del
mitico Goldragon che ci salvò dall’annientamento totale. Esso è composto da
cinque montagne chiamate: Lapis, Zannarock, Erebos,Phoenix,Thormitain. Ci sono
tre città nane dentro queste montagne: Nidavellir, la capitale del regno dei
nani, Hole Stone e Ghilgassor. Nidavellir è il posto dove ci stiamo
dirigendo-
-Temo
che presto ci sarà bisogno di una torcia- cominciò a dire
Torkalid
-No
problem- disse Alessandro detto questo evocò due piccole sfere incandescenti che
restarono sospese in aria sopra la sue mani
-Uao
Ale sei mitico- disse Vaolin
-Grazie-
Detto
questo si posizionò davanti al gruppo e procedette spedito vicino a Thor
Come
faccio a scusarmi. Thor si è dimostrato consenziente solo perché ha paura di
noi….. pensò
Edoardo
….No
lui ha paura di te…. gli
disse una voce dentro di lui
Camminarono
per molto tempo e presto il canyon divenne completamente buio. L’unica luce a
guidarli era quella prodotta da le palle di fuoco evocate da Alessandro. Edoardo
allora prese una decisione si staccò da Crystal e si diresse con passo spedito
verso Thor
-Dove
vai?- gli gridò dietro la fata
-A
risolvere una faccenda-
Crystal
non fece altre domande ma sorrise
-Posso
parlarti?- chiese Edoardo a Thor una volta che gli si fu
avvicinato
-Certo-
disse il nano trasalendo
Si
staccarono da l gruppo di testa e si misero in fondo alla fila per evitare di
essere uditi
-Thor
io ti devo parlare- cominciò a parlare il ragazzo
-Cosa
volevi dirmi?- disse il nano
-Riguardo
a oggi pomeriggio…- cominciò a dire Edoardo
-Non
devi scusarti è colpa mia, il mio temperamento aggressivo…..non avrei mai dovuto
attaccarvi- lo interruppe il nano
-Su
quello ti do ragione- disse Edoardo sorprendendo il nano
Si
era aspettato che lo contraddisse ma quando Edoardo gli diede ragione ci restò
di stucco
-Ma
tu non dovresti….- disse il nano
-Ah,ahaahaahahahahah….-
cominciò a ridere Edoardo causata dall’espressione confusa del
nano
-Ehi
ma ….mi stai prendendo in giro???- disse il nano rosso in
viso
-No,
ahahahah…nonmi
permetterei….ahahah…di prendere in giro…ahah…un terribile nano come te- disse
Edoardo continuando a ridere
Ma
che cavolo sto facendo. Dovrei consolarlo invece sono qui a prenderlo di nuovo
in giro
Il
nano continuòa guardarlo con uno
sguardo a metà tra l’ arrabbiato e il sconcertato
Ma
‘sto qua deve avere bevuto qualcosa. Come può prima essere serio e poi mettersi
ridere, tutto d’un tratto….sarà anche un Guardiano me secondo
me….mah!!!!!!!
-Scusami-
disse Edoardo ritornando di nuovo serio
-Brongtali
stipur erayta- gli rispose il nano ora arrabbiato
-Cosa?!!!!-
chiese Edoardo
-Oh
niente- disse lui con un sorriso di compiacimento
Edoardo
tentò di riflettere un attimo sulle parole appena pronunciate dal nano. Thor da
parte sua se la rideva sotto i baffi.
He
he he non conosce la lingua dei nani non può sapere quello che gli ho appena
dettovuol dire “ testa di troll”
Vedendo
poi l’espressione corrucciata di Edoardo che non riusciva a venire a capo
dell’enigma, cominciò a ridere. Edoardo da parte sua non si offese anzi iniziò a
ridere a crepapelle anche lui.
Il
nostro rapporto sembra essere migliorato: almeno ride anche lui!!!
-Mi
diverto troppo a stare con te Thor- disse Edoardo
-Anch’io
stupido umano- disse il nano ridendo per la prima volta
sinceramente
-Stupido
umano a chi?- disse Edoardo serio
Thor
da parte sua si spaventò moltissimo e iniziò pensare che la proposta di amicizia
di Edoardo non fosse stato altro che una fuggevole impressione, ma si riprese
quasi subito vedendo l’espressione divertita di Edoardo.
-Tu
sai fingere molto bene è?- disse il nano
-Beh
diciamo che me la cavo- disse Edoardo con un sorriso
-Ti
va se diventiamo amici?- chiese Thor
-Si
a patto che tu mi insegni a maneggiare l’ascia- disse
Edoardo
-Ok-
Detto
questo si strinsero la mano e proseguirono verso il monte centrale dove si
trovava Nidavellir
-Siamo
arrivati- annunciò Thor con un sorriso
-Bene-
disse Alessandro facendo sparire le due sfere infuocate
Per
fortuna la luce della luna e quella delle stelle era abbastanza luminosa per far
luce sulla valle e cos’ il gruppo evitò di uccidere Alessandro per aver estinto
anche la loro unica fonte di luce. Davanti al gruppo si trovava la montagna più
alta del Faltomwin. La sua cima si perdeva in alto tra le nuvole chiare nel
cielo scuroe sembrava non avere un
entrata ne un appiglio per arrampicarsi.
-Come
entriamo?- chiese Alessandro scettico dopo aver visto la montagna liscia come la
seta
-Questo
è uno dei motivi per cui il nemico non è mai riuscito a trovarci- spiegò
Torkalid con un sorriso di superiorità sul volto –noi nani costruiamole nostre
città nel sottosuolo e le sigilliamo usando parole magiche affinché nessuno ci
trovi-
-Ah
si?- disse Alessandro attento
-Esatto-
confermò Thor
-Allora
come facciamo a entrare?-chiese Crystal
-Basta
usare la parola giusta- disse Thor –Aripio- scandì
Si
sentì una specie di tuono provenire dal suolo e una crepa divise a metà la
superficie liscia della montagna. I presenti trattennero il fiato, mentre la
montagna si apriva in due per farli entrare.
-Entriamo?-
chiese Thor in tono cortese come se il suo fosse un semplice invito a entrare in
una normale casa umana
Il
gruppo seppur riluttante a entrare nella montagna oscura iniziò ad avviarsi e
quando anche l’ultimo membro del gruppo fu entrato la montagna si richiuse su se
stessa lasciando i presenti nella più completa oscurità.
Cominciò
rimpiangere la chiara luce delle mie sfere infuocate pensò Alessandro
Per
fortuna Thor avvertendo la tensione del gruppo per essere rimasti al buio accese
delle torce che sapeva trovarsi vicino all’entrata. Quella fonte di luce fu come
un barlume di speranza nella tempesta e quando Edoardo, Luca, Alessandro,
Crystal e Vaolin la videro si strinsero intorno a quell’unica fonte di
luce.
-Bene,
proseguiamo- disse Thor
Durante
il cammino Thor accese molte altre torce appese alle pareti per illuminare la
strada. La via era abbastanza agevole e quindi il gruppetto dei ragazzi cominciò
a guardarsi intorno per osservare meglio quel nuovo paesaggio. Strani cristalli
azzurri fosforescenti illuminavano la volta della montagna e questo rendeva il
cammino molto semplice per i nani che non avevano bisogno della luce per
camminare nei tunnel scavati da loro. Gli bastava solo quella dei cristalli
azzurri per aver un minimo di orientamento, le torce erano state installate da
poco,a causa delle visite frequente della fata Lilly e del re degli elfi,
insieme a un cospicuo gruppo di umani al re dei nani.
-Cosa
sono quei cristalli azzurri?- chiese Edoardo affascinato da quella strana pietra
fosforescente
-Quei
cristalli si chiamo Caesia- spiegò Thor –sono molto abbondanti in questa
montagna come nelle altre. I nani che inizialmente scavarono questi tunnel
trovarono molti giacimenti di questo prezioso minerale e lo estrassero,
lavorandolo e posizionandolo in ogni tunnel in modo da poter
illuminarli-
-Ingegnoso-
ammise Vaolin
Camminarono
ancora per lungo tempo ma dopo quelle che parvero ore raggiunsero finalmente un’
ampia volta, che indicava l’entrata
di una nuova caverna, ma molto,molto più ampia delle precedenti passate
prima
-Benvenuti
a Nidavellir- annunciò Thor
I
presenti trattennero il fiato per l’emozione: davanti a loro si stendeva
l’enorme capitale dei nani
Nidavellir
era un enorme aglomerato di edifici scavati nella pietra. Essa era costruita a
più livelli: al primo livelli si trovava un enorme piazza e intorno a essa si
trovavano una serie di edifici che aveva tutta l’aria di essere delle caserme,
visti i nani che armati che vi entravano e vi uscivano. Al secondo livello si
trovavano delle specie di caverne scavate nella pietra che ospitavano piccole
case con finestre e porte ricavate dalla pietra. Salendo sempre di più le
caverne si facevano sempre più grandi e rade fino ad arrivare alla sommità della
montagna dalla quale filtrava un piccolo raggio di luce che incontrandosi con un
immenso cristallo azzurro, a forma di drago, illuminava tutta la sala.
-Quello
è il Caesia più grande che abbiamo trovato- spiegò Thor –lo abbiamo modellato e
fissato mediante dei sostegni-
-Ma
per reggere una cosa così gigantesca anche l’acciaio più resistente si
spezzerebbe- osservò Vaolin
-Eh,eh.
Voi siete solo degli umani, ma noi nani siamo i fabbri più bravi del mondo. E’
bastato unire del titanio a un diamante particolarmente resistente e tantissimo
acciaio, nella Grande Fornace del monte Phoenix e il gioco è fatto abbiamo
creato una lega talmente forte e resistente che persino il mio martello non
potrebbe distruggere-
A
volte la terra crea cose davvero incredibili da sola a volte a bisogno di alcuni
aiuti ma il risultato è sempre stupendo…sono fiero di essere il Guardiano della
Terra e farò di tutto per proteggerla pensò Edoardo
Edoardo
restò a guardare ancora affascinato dall’enorme pietra a forma di drago azzurro,
mentre il gruppo proseguiva ma poi si riscosse dai suoi pensieri e proseguì.
-Dove
ci stai portando Thor?- chiese Luca –la città non è
questa?-
-Dovete
sapere che il palazzo del re non si trova qui ma il una caverna attigua a
questa- spiegò il nano
Quando
raggiunsero il primo livello di Nidavellir, ossia la piazza centrale con le
caserme attorno i nani-soldato rimasero a bocca aperta alla vista dei possenti
Draghi-Elementali. Thor però parlando nella loro strana lingua nasale gli
raccontò tutto.
-Sono
pronti ad accogliervi- disse lui con un sorriso
-Bene-
disse Vaolin
Dette
queste brevi parole due nani si avvicinarono ai draghi, per condurli in una
specie di stalla gigantesca, ma ice ringhiò in segno di avvertimento.
-Emh-
tentò di scusarsi Luca –non credo che vogliano stare nella stalla- vedendolo
sguardo preoccupato dei due nani alla vista di una fila di denti molto
appuntiti
Che
arguzia
pensò Ice
-Devi
cercare di convincerli- gli disse Thor –il tunnel che conduce al palazzo reale
non è abbastanza alto e largo per far passare i draghi
-Ho
capito- disse Edoardo –Vi dispiace?- chiese poi rivolto ai
nani
-Uff,
e va bene. Ma poi raccontateci tutto- dissero i draghi con uno
sbuffo
-Ok-
gli promisero
-Bene
possiamo procedere- disse Thor
Dette
queste parole Thor fece strada al gruppetto che si avviò in un nuovo tunnel
Io
pubblico ancora sperando di convincervi che la mia storia è bella (scusate la
superbia) e continuo anche per due lettori appassionati che ringrazio: Takami
Kinomiya e Geos
Un
salutone a tutti
Shinichi
0__<
Capitolo
21
L’incontro
con il re
Thor
condusse il gruppetto dei ragazzi lungo un lungo corridoio illuminato da torce.
Il viaggio fu più lungo di quanto si fossero aspettati perciò dopo cinque minuti
Alessandro disse
-Manca
ancora molto?
-Non
vi preoccupate siamo quasi arrivati- li rassicurò Thor
Infatti
dopo l’ennesima svolta si delineò davanti a loro l’immagine di un immensa
costruzione: Era un enorme palazzo fatto interamente di pietra oro e pietre
preziose. Era costruito come un castello medievale e aveva la tipica
caratteristica essere scavato nella roccia. Le sue torri toccavano il soffitto e
aveva altissima mura resistessimo, costruite con il diamante e rinforzato da
quella strana lega che sorreggeva il Cristallo di Nidavellir: praticamente era
indistruttibile. Al posto delle finestre aveva dei topazi e il blasone che
ornava il castello, un martello incrociato con un fulmine era formato
interamente da pietre preziose ( topazi, ametiste e rubini)
-Ohhhhh-
esclamarono i presenti di fronte a quella meraviglia
architettonica
-Sembra
uno scrigno enorme- esclamò Edoardo
-Si,
questa insieme al Caesia gigante è una delle cose più preziose di Nidavellir-
disse Thor orgoglioso
Alessandro,
Luca, Edoardo, Crystal e Vaolin entrarono timorosi in quella specie di miniera
delle meraviglie, temendo si rovinarla anche solo camminandoci sopra. Thor li
condusse attraverso varie sale tutte meravigliose e in tutte trovarono
meraviglie oltre ogni dire: nell’atrio per esempio videro un immensa fontana
d’argento, decorata con scene di battaglia (probabilmente della Prima Guerra) e
con mille ghirigori a forma di fiori e foglie, dalla quale sgorgavano getti
d’acqua purissima e trasparente, tanto da sembrare cristallo liquido. I ragazzi
restarono di sasso di fronte quell’ennesima meraviglia
d’architettura
-Ma
è un illusione?- chiese Alessandro non riuscendo a credere ai propri occhi
-Si-
disse orgoglioso Thor –fu costruita per celebrare la vittoria su Leese
moltissimi secoli fa dall’artigiano più bravo dei nani e si dice che un elfo lo
aiutò nell’impresa-
-Mi
sembrava strano che i nani avessero il nostro buon gusto- disse Vaolin che era
rimasto interdetto alla vista di una così marcata differenza di
stili
-Ma
l’acqua…come è?- chiese Luca, curioso che, pur essendo il Guardiano dell’Acqua,
non aveva mai visto un acqua così pura e trasparente
-Avvicinati
Guardiano e sentila tu stesso- gli disse Thor
Luca
sia avvicinò alla fontana e mise le mani a coppa per raccogliere un po’ d’acqua
e assaggiarla
-Allora….come
è?- chiesero i presenti
Luca
non seppe cosa rispondere, non aveva mai bevuto un acqua così buona e dissetante
e non aveva parole per descrivere le sue incredibili doti, così si limitò a
dire
-Mai
bevuto un acqua così buona-
-Dovete
sapere che la sorgente sotterranea che alimenta la fontana è una sorgente
inesauribile e proviene da una vena di diamante!- spiegò
Thor
-Cosa??????-
esclamarono i presenti
-Esatto,
dovete sapere che i miei antenati, quando costruirono Nidavellir e il palazzo
dei re scoprirono una vena di diamante gigantesca. Al centro di questa vena
scoprirono una grossa perla dal valore inestimabile e che aveva poteri
misteriosi. I nani non riuscirono a estrarla facilmente, perché la perla era
come parte integrante della vena, ma quando ci riuscirono sgorgò un getto
d’acqua purissima, che anche oggi vedete qui, dal buco creatosi dopo la
rimozione della perla,come a voler salvare in qualche modo quell’opera d’arte
appena rovinata. I nani restarono esterrefatti da prodigio, così decisero di far
confluire l’acqua, attraverso una serie di tubi e di canali, in questa fontana
che posero proprio per ricordare quel incredibile
prodigio-
-Tipico
dei nani….superstiziosi- disse Vaolin con uno sbuffo di
superiorità
-Cosa
vorresti dire?- disse il nano offeso
-Che
c’è sicuramente una spiegazione per questo fenomeno “misterioso”- disse
l’elfo ponendo l’accento su quest’ultima parola
-Non
lo stare a sentire- disse Edoardo per evitare che nascesse una disputa tra il
nano e l’elfo –se Thor dice che è una cosa strana, non dobbiamo dargli dei
superstiziosi, solo perché è una loro credenza- spiegò
Che
filosofo
fu il primo pensiero che passò nella mente di Alessandro
Grazie
Edo disse mentalmente
Thor
-Bravissimo-
disse Crystal- anch’io la penso come lui-
-Ma..ma-
balbettò Vaolin credendo di trovare l’appoggio di tutti
-Dai
non ci pensiamo più- disse Luca –sarà meglio proseguire, il re ci attende-
-Si
hai ragione- disse Thor dopo aver scoccato un occhiataccia a
Vaolin
Proseguirono
in linea retta superando rampe di scale molto ampie e raggiungendo i piani più
alti del castello. Dopo l’ennesima rampa di scale raggiunsero un enorme portone
di pietra rossa decorato con ghirigori d’oro. Le guardie che stavano di guardia
al portone si fecero rispettosamente da parte per permettere ai visitatori di
poter varcare la soglia dell’enorme portone. Una delle guardie bussò in segno di
rispetto e attese che ci fosse risposto dall’altra parte della porta. Solo
quando sentì un profondo
-Avanti-
che probabilmente era stato pronunciato dal re in persona.
Il
gruppetto entrò timoroso nell’enorme sala del trono. Questa era vastissima,
praticamente era la sala più grande dell’intero palazzo, era tappezzata da
moltissimi arazzi che recavano i blasoni dei clan dei nani, e tra quelli Edoardo
riuscì a scorgere anche lo stemma di Thor, il martello con il fulmine
incrociato. Tutti gli arazzi si distinguevano tra loro e spiccavano per icolori sgargianti che facevano da sfondo
ai blasoni. La stanza era inoltre molto scura e insolitamente buia rispetto alle
altre parti del palazzo, ma ciò doveva essere una scelta dell’architetto, che
aveva costruito il palazzo, per garantire il contrasto di chiaro-scuro con gli
arazzi. Camminarono per il ungo tappeto rosso, dai bordi d’oro che partiva dalla
soglia dell’enorme portone e raggiungeva il trono. Dopo aver percorso anche
quella piccola distanza raggiunsero il trono e si prostrarono al cospetto del
re. Quest’ultimo sedeva su un enorme trono dall’alto schienale di pietra
azzurra, probabilmente Caesia . Il re presentava i chiari segni della vecchiaia,
i suoi capelli erano lunghi e bianchi anche se leggermente striati di marrone
sulla nuca, il suo volto era incorniciato da una ragnatela di rughe leggere ma
che diventava più marcata quando aggrottava la fronte e i suoi occhi di
azzurro-chiaro davano l’impressione di un uomo di grande saggezza e che aveva
visto quasi tutto quello che c’era nel mondo. Il suo abito era composto da una
lunga tunica viola, legata in vita da un cordone dorato esul petto portava la tipica cotta di
maglia dei nani d’argento, alle dita non portava alcun tipo di anello, ma nella
mano destra reggeva una pesante ascia di un materiale molto simile all’argento
che Edoardo riconobbe come Chalybis, la misteriosa lega di metallo che i nani
avevano ottenuto molti secoli or sono e che usavano per reggere le cose più
pesante (il Caesia gigante), o proteggere le persone stesse. Ora scopriva un
altro utilizzo di questo nuova lega: uccidere. L’ascia era decorata con segni
runici, molto simili quelli del martello di Thor, nell’impugnatura recava un
enorme ametista scintillante e in cima all’ascia, alla fine dell’asta che la
reggeva, si trovava lo stemma di due martelli di ferro luccicanti, incrociati,
dietro allo sfondo di un muro di fiamme di rame. Sulla testa portava un enorme
corona, unico simbolo che lo distingueva da un nano qualsiasi, questa era stata
ricavata da un unico pezzo d’oro, modellato dalle sapienti mani dei nani e
incastonate in essa recava moltissime pietre preziose: al centro si trovava un
enorme rubino, sfavillante e simile a fuoco solido, vicino si trovavano due
ametiste più piccole del rubino, ma comunque assai grandi, nelle punte della
corona si potevano notare l’alternanza di smeraldi e zaffiri, anch’essi molto
piccoli modellati affinché assomigliassero a stelle lucenti. Il re li guardò
benevolo e li fece alzare per poter discutere con loro
-Buona
sera, Potente Alberich, perdonaci l’aggressione ai tuoi uomini- cominciò Vaolin
in tono diplomatico
-Non
è colpa vostra- disse il re in tono grave scoccando un occhiataccia a Thor
–siete voi che dovete perdonarci per la vostra aggressione, siate i benvenuti
qui a Nidavellir-
-Grazie-
disse Vaolin
-Scommetto
che li avrete informati della loro missione- proseguì il re con tono più
serio
-Si
vostra maestà- disse Crystal –ma non gli abbiamo detto tutto, perché sapevamo
che avrebbero dovuto sapere le cose più importanti da voi nani e dagli
elfi-
-Avete
fatto bene. Ma finora avete parlato solo voi due- disse il re indicando l’elfo e
la fata –e vorrei conoscere i veri protagonisti di quest’impresa- disse il re
indicando questa volta Luca, Alessandro e Edoardo –fatevi
avanti-
I
tre ragazzi si fecero avanti e guardarono con sguardo leggermente intimorito il
re
-Tranquilli
non mordo- disse il re gioviale
I
ragazzi rassicurati, da quel sorriso iniziarono
presentarsi
-Io
sono Luca, Guardiano dell’Acqua,e pronto a servirvi- disse il
primo
-Io
invece- disse Edoardo presentandosi –sono Edoardo, il Guardiano della Terra. E
anch’io sono pronto a servirvi-
-Infine
ci sono io- disse Alessandro facendosi avanti –io sono Alessandro, il Guardiano
del Fuoco e….cos’è che dovevo dire?- chiese Alessandro non ricordandosi più cosa
doveva dire
-Ah,
ah,ah,ah,ah- rise il re contento della spontaneità di
quest’ultimo
-Ale,
non farci fare brutte figure- lo ammonì Vaolin, preoccupato che le parole di
Alessandro avessero potuto in qualche modo offendere il re
-Non
vi preoccupate, apprezzo la sincerità e avevo proprio bisogno di ridere in
questi tempi tristi e bui- disse il re
-Allora
è vero, signore, che Immagea corre un grave pericolo e che si potrebbe scatenare
una Seconda Guerra delle Razze?- chiese Edoardo
preoccupato
-Si
Geos, hai ragione, Leese, come penso che Vaolin e Crystal ti abbiano raccontato,
si è risvegliato, ed è più deciso che mai a portare a termine il lavoro che
aveva iniziato un tempo, soprattutto ora che Goldragon non c’è
più-
-Ma
noi cosa dovremo fare di preciso?- chiese Alessandro
interessato
-Il
vostro compito è di cercare Goldragon e Il guardiano della Rosa Divina-
-Cosa?-
disse Crystal sorpresa –Io credevo che la Rosa, fosse solo un fiore mistico,
matrice di tutte le fate-
-In
parte è vero, ma voi sapete anche che Ocella, la dragonessa, moglie di Goldragon
e Creatrice dei Guardiani si reincarnò in un fiore molto particolare….-disse il
Re cominciando a spiegare
-La Rosa???-
-Esatto-
disse il re -Goldragon prima di sparire sigillò dentro la Rosa il suo spirito e per esser certo
che nessuno cercasse di evocarlo, fino al momento del maggiore bisogno, cercò
una Guardiana, si è una donna, e gli diede quel poco di magia che ancora gli
restava per proteggere se stessa e garantire che restasse viva in eterno, poiché
il suo non è un potere trasmissibile-
-Quindi
nel mondo esiste una specie i Fata Suprema, guardiana della Rosa?- disse Crystal
non credendo a una sola parola-
-.Esatto-
piccola Crystal, all’inizio io e le tue zie abbiamo pensato che fossi tu, visto
l’enorme potere che giace ancora sopito dentro di te- spiegò il
re
-Io…ho
un enorme potere dentro di me?-chiese lei incredula, ma di questo ti parleranno
le tue zie…-
-La
fata Kate è stata catturata e il Giardino è stato preso-spiegò mesto
Vaolin
-C-cosa?????-
disse il re scattando in piedi –e…e la Rosa?- chiese spaventato afferrando
Vaolin pere le braccia
-La Rosa dovrebbe stare bene…-
spiegò Vaolin liberandosi dalla stretta
Il
re con uno sguardo mesto si ridiresse verso il trono e si sedette guardando i
presenti con sguardo serio
-Il
Nemico si è mosso molto in fretta. Sarà meglio che lo imitiamo. Thor, convoca
una riunione straordinaria dei clan nella sala delle assemblee, per stasera
tardi- disse rivolgendosi a Thor
-Subito-
disse il nano scattando sull’attento
-Ah
un ultima cosa Thor chiama uno dei nani di palazzo e digli di aspettare fuori
dalla porta
Fece
un breve inchino e poi uscì di corsa dalla sala lasciando i presenti in un
silenzio imbarazzato.
-Noi
cosa dovremo fare?- chiese Luca per rompere quel silenzio
imbarazzato
-Voi…voi-
disse il re rompendo il filo dei suoi pensieri –voi mi dispiace ammetterlo, ma
dovrete restare presso noi il meno possibile e ripartire alla volta degli elfi.
Sono loro che devono impartirvi la vostra istruzione magica, noi avremo il
compito di insegnarvi a usare le armi- concluse il re
-Quanto
dovrebbe durare questo addestramento?- chiese Alessandro
-Almeno
due mesi-rispose spiccio il re
-Alla
faccia della fretta- esclamò Alessandro
-Non
possiamo fare i miracoli- disse il re esasperato –dovrete per forza impiegare
due mesi per imparare l’arte della guerra. La vostra istruzione, normalmente,
sarebbe dovuto durare almeno sei mesi!-
-Abbiamo
capito-
-Bene
sono felice, questa sera daremo un banchetto di benvenuto in onore del vostro
arrivo, ma temo che potrò restare per molto tempo, purtroppo devo incontrare i
capi dei clan dei nani per discutere della situazione e per prepararci alla
guerra-
-Ti
ringraziamo Re Alberich- disse Vaolin garbato
-Ora
potete ritirarvi, discuteremo della vostra istruzione domani. Il nano che
troverete fuori ad attendervi avrà il compito di ricondurvi dai vostri draghi e
di sistemarvi nei vostri alloggi, seguitelo-
-Grazie-
dissero tutti
Dopo
essersi rispettosamente inchinati di fronte al reil gruppetto ripercorse la grande sala
illuminata, seguendo il tappeto rosso e uscirono dalla
sala
-Fiuuu!!!!!!-
esclamò Edoardo quando furono fuori dalla sala -avevo paura di scoppiare. Avete
avvertito la tensione che c’era in quella sala? Il re sembrava sul punto di
scoppiare-
-Hai
ragione,. Però del resto, non era ancora stato avvertiti delle ultime notizie-
disse Vaolin
-E
poi anche noi non ci siamo rimasti parecchio bene quando abbiamo saputo della
Rosa e di zia Kate- gli rammentò Crystal
-Hai
ragione. Però io non ci ho capito molto. Non vi pare che sia stato un troppo
misterioso. Insomma tutta quell’agitazione per la Rosa e lo spirito di Goldragon, secondo
me è un po’ esagerato- disse Alessandro
Mentre
erano lì che parlottavano tra di loro, Giunse un nano, vestito con una grossa
svolazzante tunica verde e un paio di occhiali sul naso che per poco non gli
caddero per terra quando li raggiunse trafelato
-Buo..buon…giorno
Guardiani…io sono Ghiorgos, il nano-bibliotecario, Thor mi ha incaricato di
mostrarvi i vostri alloggi-
-Si,
salute a te onorevole Ghiorgos- disse Vaolin profondendosi in un
inchino
-Sono
onorato di mostrarvi il palazzo-
-Perché
devi mostrarci il palazzo?- chiese Luca stupito
-Thor
mi ha detto anche di farvi vedere le meraviglie del palazzo, so che eravate
interessati anche alla Fonte della Fontana D’Argento-
-Si
infatti- disse Edoardo –ma se non ti dispiace, prima vorremmo andare a parlare
con i nostri draghi-
-Ma
certo- disse lui con un soriso
Li
guidò attraverso le rampe di scale, salite in precedenza e li condusse fuori dal
palazzo
Ciao
a tutti sono di nuovo io…vi sono mancato?...no…cattivi! >_<
Comunquenon aspettatevi niente di che da questo
è un capitolo descrittivo, spero
che vi piaccia…
Ciao
Schinichi^_^
Capitolo
22
Le
meraviglie di Nidavellir
-Quindi
resteremo qui per due mesi?- chiese Ice una volta che i ragazziebbero raggiunti la piazza principale di
Nidavellir
-Esatto-
confermò Luca
-Sarà
noioso- disse Flame
-Voi
se volete potete uscire e andare a caccia per tenervi allenati- disse
Edoardo
-Possiamo?-
chiese Tytanus
-Non
vi preoccupate- intervenne Ghiorgos –oltre il Caesia gigante in cima alla città
c’è un enorme apertura,e potrete uscire a tutte le ore che vorrete-
-Bene.
Torneremo periodicamente a Nidavellir una volta al giorno per salutarvi e per
sapere come procede l’allenamento- disse Ice
-Bene
allora ci vediamo domani sera- disse Luca con un sorriso
-State
lontani dai guai!- li ammonì Ice
-Stai
tranquillo-
Dette
quest’ultime parole i draghi si diressero verso l’apertura dietro il cristallo e
sparirono dietro di esso.
-Bene
allora vorrete vedere i vostri alloggi-disse Ghiorgos sfregandosi le
mani
-Si-
disse Crystal cortese
I
nano li accompagnò di nuovo nella galleria che conduceva al palazzo del re, ma
questa volta presero la galleria di destra anzi che quella di sinistra e
proseguirono per un buon tratto si strada illuminato dalla luce spettrale dei
Caesia. Alla fine giunsero ai livelli superiori della città dove si trovavano
delle grotte scavate nella roccia e occupate da molte case bi-familiari.
-Voi
starete in un altro posto- disse il nano gentile facendogli vedere le
casupole
Li
condusse ai livelli ancora più alti di Nidavellir dove si trovava un palazzo in
miniatura, simile a quello del re dei nani ma più povero: Esso era formato da un
unico blocco di pietra marrone e presentava molti affreschi istoriati, nei quali
appariva l’intera storiadi
Immagea, dalla sua creazione sino alla Prima Grande Guerra delle razze. Sopra
l’architrave della porta d’ingresso, che si trovava proprio al centro della
casa, si trovavano sei pietre preziose, simbolo degli elementali: uno Zaffiro,
un Rubino, uno Smeraldo, un Diamante, un Topazio e un Lapislazzuli.Nella casa vi erano in tutto sette
finestre sei delle quali davano sul versante esterno della montagna e una
enorme, interna, sulla città. Essa era stata costruita per metà dentro e per
metà fuori dalla roccia, in modo tale che I Sei Elementi, potessero respirare
l’aria pura e godere della luce del sole. Il nano li fece accomodare nella
casetta accogliente: Il suo interno presentava due piani: al piano terra si
trovavano due stanze: una era una specie di studio, con una piccola biblioteca e
l’altra, la più grande, una mini palestra con tanto di spade e asce appese alle
pareti.Al secondo piano si
trovavano sei stanze. Queste erano le camere da letto degli Elementiognuna era contrassegnata da una delle
sei pietre preziose in modo da indicare il suo padrone: la stanza dello zaffiro
era del Guardiano dell’Acqua, quella del rubino di quello del Fuoco, quella
dello smeraldo di quello della Terra e così via. Entrando nelle stanze trovarono
uno grande letto di legno, con cuscini di piume e lenzuola di seta, del colore
del Guardiano, una piccola scrivania con dei fogli di pergamena e un calamaio e
un enorme armadio. Inoltre si poteva accedere a una piccola stanza da bagno
personale.
-Che
ne dite?- chiese Ghiorgos emozionato
-Carina-
disse Crystal
-Almeno
non sbaglieremo camera- disse Alessandro scherzando indicando le lenzuola di un
blu oltre mare della stanza dello zaffiro
Questo
gli costò una poderosa gomitata alle costole da Luca
-AAAAAAAH!!!!!!!!!-
gridò Alessandro massaggiandosi il fianco
-Scusa-
disse Luca con un sorrisetto di compiacimento sulle labbra
-Se
volete riposarvi, siete liberi di farlo. Io attenderò al palazzo del re, tanto
sapete come arrivarci?-
-Si…ma-
disseCrystal
-E
se volete chiamarmi, basterà che chiediate alle guardie del palazzo di me. Loro
vi condurranno in biblioteca di sicuro-
-Si,
grazie Ghiorgos…- disse Vaolin –ma volevamo sapere…-
-…Dove
alloggeremo noi- concluse Crystal per lui
-Qui
naturalmente. Tu- disse Ghiorgos rivolto a Vaolin –ti sistemerai nella stanza
del Topazio, del Guardiano del fulmine. E tu…-disse rivolto a Crystal
-…Io
starò nella stanza del Diamante- disse la fata furbetta, notando che la stanza
dello Smeraldo e quella del Diamante erano vicine
Vaolin
la guardò in tralice, capendo già l’intento della fata, ma accettò in quanto la
stanza del Topazio era vicina a quella del Diamante.
-Allora
io vado…riposatevi per qualche ora- disse Ghiorgos allontanandosi
-Ok-
Detto
questo i ragazzi si coricarono nei loro letti, stanchi del lungo viaggio e si
addormentarono profondamente
-Buongiorno,
dormiglione- disse Alessandro a Luca con un sorriso sornione, entrando nella
stanza e aprendo le tende
-Buon…buon…giorno-
disse Luce tirandosi su a sedere e stiracchiandosi –che ore sono?- chiese
assonnato
-Le
dieci del mattino- disse lui con sorriso ancora più grande
-Ah…le
dieci…- disse Luca- appoggiandosi sul morbido cuscino, pronto a risprofondare
nel suo placido sonno….-le dieci del mattino!!!!!!!!!!!!!!!!!- esclamò sgranando
gli occhi e tirandosi su all’improvviso come se avesse ricevuto una scarica
elettrica
-Si-
-Ma
questo significa…-
-…Che
hai saltato il banchetto in nostro onore. Si esatto- disse Alessandro
-Ma…ma…il
re si è arrabbiato?- chiese Luca ansioso
-Oh
no, non ti preoccupare, il re ha capito-
-Meno
male- disse Luca decisamente sollevato
-Ma…-
cominciò Alessandro drammatico
-Ma..ma
cosa?-
-I
capi clan non l’hanno persa molto bene. Ma non ti preoccupare Vaolin gli ha
spiegato tutto-
-Bene-
disse Luca alzandosi in piedi.
Fece
per andare al lavabo, quando si girò di scatto
improvvisamente
-E
voi ci siete andati??-disse guardandolo con un cipiglio molto simile a quello di
sua madre
-Noi
ci siamo andati, che domande-disse Alessandro offeso
-E
di cosa avete parlato?- chiese Luca lavandosi la faccia
-Oh
di niente…sai le solite cose…il nostro addestramento….bla,bla- disse Alessandro
facendo il verso di un tipo molto noioso che parla in
continuazione
Luca
rise e si vestì
-Ah,mi
sono dimenticato di dirti che Ghiorgos vorrebbe farci vedere le Sette Meraviglie
di Nidavellir questa mattina e ci ha chiesto di raggiungerlo al palazzo appena
alzati-
-Ok-
disse Luca dopo essersi allacciato le scarpe
-Buongiorno
a tutti- disse Luca arrivando al piano terra e trovando i suoi amici già vestiti
e pronti a partire
-Ti
s ei svegliato bell’addormentato!!!!!-lo canzonò Edoardo
-Spiritoso,
non è colpa mia se ero stanco dopo tre giorni di viaggio!- si difese Luca –e poi
ho un fame che non ci vedo
-A
questo ci ho pensato io- disse Crystal porgendo a Luca un vassoio d’argento
coperto da un telo bianco
Luca
tolse il tovagliolo scoprì un ciotola di latte di mucca con qualche fetta di
pane tostato e marmellata di albicocca
-Grazie
Crystal- disse luca abbracciandola
-Figurati-
Luca
si buttò sul cibo, come se non mangiasse da giorni e lo divorò in pochi minuti
-Bene
possiamo andare- disse Luca dopo essersi pulito la bocca
I
cinque amici escirono dalla casetta di pietra e ripercorsero le strette gallerie
scavate dalle abili mani dei nani. Dopo pochi minuti raggiunsero di nuovo il
bivio e presero la strada di sinistra, quella che portava al palazzo.
Raggiunsero in pochi minuti anche questo e chiesero educatamente alle guardie
del cancello di chiamare Ghiorgos. Quest’ultimo accorse con la solito veste
viola svolazzante e gli occhiali storti sul naso per la fretta di
raggiungerli.
-Buongiorno
Guardiani, dormito bene?- chiese il nano cortese
-Si
grazie- risposero tutticinque
-Bene
come vi avevo promesso ieri sera oggi vi farò vedere le Sette meraviglie di
Nidavellir- disse il nano con un sorriso
-Si
e siamo ansiosi di vederle- disse Alessandro entusiasta
-Bene
a dire il vero tre le avete già viste- disse il nano
-Davvero?
e quali?- chiese Vaolin
-Uno
è il Caesia a forma di drago- disse Alessandro sorprendendo
tutti
-Esatto
e gli altri due?-
-La
fontana d’argento, nell’atrio del palazzo-disse Luca
-Bene
e l’ultima è la sorgente di diamante, che vi ha mostrato Thor ieri- concluse
Ghiorgos
-Ce
ne restano quattro- disse Crystal
-La
prima è la mia preferita: la biblioteca di Nidavellir. E’ la più grande di
Immagea e li sono custoditi la maggior parte del sapere del mondo, compresi
alcuni libri antichissimi- spiegò il nano –ma ora basta indugiare vi condurrò
nella biblioteca-
Il
gruppetto riprese a camminare e Ghiorgos li guidò in moltissime sale riccamente
decorate e lungo molte rampe di scale di pietra. Alla fine raggiunsero l’ala
Ovest del palazzo e si ritrovarono di fronte a un portone grandissimo di legno
di quercia con i cardini di bronzo. Ghiorgos spalancò il portone e i cinque
ragazzi restarono a bocca aperta di fronte allo spettacolo che gli si preparava
di fronte: la Biblioteca era enorme, così grande
che era stata divisa in molte ale.
Sarà
le stanza più grande del castello, persino più grande di quella del
re
pensò Edoardo
I
libri erano rilegati in oro e disposti su scaffali che raggiungevano il
soffitto. Quest’ultimo era decorato a regola d’arte: rappresentava una scena di
battaglia tra i nani e i gobelin, orripilanti creature verdi alte quanto i nani.
In lontananza si poteva notare un drago dorato che sorvolava il campo di
battaglielanciava fiammate sui
nemici. Vi erano inoltre moltissime torce nella sala e stranamente non erano
presenti i consueti cristalli azzurri.Per terra era steso un tappeto di seta rossa decorato con motivi floreali
dorati.Lungo la parete sinistra
della sala si poteva notare una piccola scrivania con una sedia e alcuni fogli
di pergamena sparsi su di essa.
-Scusate
il disordine- disse il nano correndo a mettere in ordine le pergamene sparse
sulla scrivania
-Figurati-
dissero gli altri
-Ma
quanti libri ci sono in questa biblioteca?-chiese stupito
Luca
-Circa
cinquemila volumi, senza contare le innumerevoli pergamene- disse il nano
bibliotecario
-Caspita!!!-
esclamò Edoardo ammirato –qui deve essere custodito il sapere della razza dei
nani e anche quello delle altre razze.-
-Hai
indovinato qui si trova inoltre l’Atto di Alleanza delle Razze, che i nostri
antenati stipularono all’inizio della Prima Guerra- disse Ghiorgos
orgoglioso
-Cosa???????!!!!!!!!
Ma quell’atto deve avere almeno mille o duemila anni- esclamarono stupefatti
Vaolin e Crystal all’unisono
-1200
anni per l’esattezza- li corresse Ghiorgos
-E’
incredibile-
-Lo
so e molti considerano la biblioteca di Nidavellir, non solo una delle sette
meraviglie delle mondo dei nani, ma di Immagea!- disse fiero
Ghiorgos
-Vorrei
restare qui per sempre- dissero Edoardo e Luca all’unisono, gettandosi sui
libri
-Se
volete possiamo fermarci qualche minuto, così vi posso mostrare tutta la
biblioteca, ma poi dovremo andare perché altre meraviglie ci
attendono-
-Oh
peccato!!!- dissero delusi i due ragazzi
-Ma
se volete possiamo tornarci ogni volta che volete- li consolò Ghiorgos
-Grazie-
gli risposero Luca e Edoardo illuminandosi
Ghiorgos
ricondusse attraverso i vasti corridoi della biblioteca indicandoi vali libri in base al loro argomento.
Quando giunsero in fondo alla biblioteca Ghiorgos indicò degli scaffali che si
trovavano in nell’ala destra della biblioteca. Quest’ultimi erano chiusi dietro
una spessa porta di ferro, chiusa da un lucchetto e sulla porta era
rappresentato un mostro, con due corna e un ghigno terrificante, come monito per
coloro che volevano consultare quei libri
-Perché?-
domandò Crystal indicando il lucchetto
-Lì
sono contenuti i Libri Proibiti. Questi contengono così tanta malvagità che
chiunque li legga non può non diventare cattivo. Contengono libri di incantesimi
e pozioni così orribili e repellenti da far raccapricciare anche uno spettro-
spigò serio Ghiorgos
-La
testa vuol dire “ Attenzione…pericolo…alto tasso di malvagità…Non aprite questa
porta”…?- chiese Alessandro ridendo, indicando la porta con il
demone
-Piùo meno- gli rispose il nano con un
sorriso –ora però sarà meglio proseguire-
Ripercorsero
i corridoi della grandissima biblioteca e uscirono.
-Bene
ora vi condurrò a veder una cosa che penso che Geos e Crystal apprezzeranno
molto…-disse misterioso facendoli uscire dal palazzo
-Cosa?-
chiesero i due
-I
Giardini- Pensili di Nidavellir- gli rispose il nano
Li
condusse verso una nuova galleria che con loro grande sorpresa non dava in
un'altra sala bensì all’esterno.
I
ragazzi rimasero abbagliati dall’accecante luce del sole ma aspirarono ampie
boccate di aria fresca. Restarono comunque sbigottiti quando riaprirono gli
occhi: davanti a loro si estendeva una vasta superficie coltivata a fiori e
alberi da frutto era un po’ come ritrovarsi in un grandissimo giardino. I fiori
spuntavano dappertutto sull’enorme manto erboso, ne esistevano di tutte le
specie crisantemi, orchidee multicolori, rose e moltissimi altri tipi di fiori,
alcuni esotici altri addirittura sconosciuti. Ma non erano i soli vi erano
tantissime piante da frutto: albicocche, pesche, susine, ciliegie, ecc. Inoltre
qua e là si potevano notare moltissimi cespugli di frutti di bosco e di
fragole.
-Sarebbe
impossibile coltivare tutto ciò all’interno della montagna, perciò moltissimi
nani si sono adoperati per scavare la montagna e darle la forma di giardini
pensili. Frutti e piante costituiscono il nostro nutrimento insieme a pesce,
carne e funghi-spiegò il nano
-Senti
che profumo!- disse Crystal chinandosi per annusare il dolce profumo di un
cespuglio i rose bianche bagnate dalla rugiada
Il
gruppo restò ancora per una buona mezzora in quel piccolo angolo di paradiso
annusando i fiori e assaggiando i frutti, ma poi vedendo che il sole era alto
nel cielo capirono di dover rientrare per andare a
pranzare.
-Scusate
per la mia fretta ma dobbiamo pranzare il re vuole che mangiate subito in modo
da iniziare subito l’addestramento-si scusò Ghiorgos
-La
vedremo un'altra volta- disse il nano ma poi vedendo lo sguardo deluso del
ragazzo si affrettò ad aggiungere –auest’ultima meraviglia si trova in un'altra
città nana, ma vi prometto che ve ne parlerò e ve la mostrerò a suo tempo, ora
dobbiamo andare-
-Ok-
Il
gruppetto rientrò nella caverna dirigendosi verso il
palazzo
Capitolo 23 *** Un Banchetto molto movimentato ***
g
Ciao
scusate il ritardo ma non riuscivo a creare un capitolo che mi piacesse…non
fatevi ingannare dal titolo il capitolo promette bene anche se la prima parte è
un po’ noiosa…leggete e ditemi poi cosa ne pensate
Ps:
il titolo vi sembra giusto? Vi prego se non vi sembra giusto ditemelo
Ciao
Shinichi
Capitolo
23
Un
banchetto molto movimentato
-Allora
vi è piaciuto il giro?- chiese Ghiorgos mentre riaccompagnava il gruppetto nella
loro dimora in cima alla città.
-Si,grazie
Ghiorgos- gli ripose Edoardo
-A
che ora si mangia?- chiese Alessandro speranzoso
-Tra
circa una mezzora se volete potete rifocillarvi qualche e minuto e poi dovrete
raggiungere il palazzo, pranzeremo lì e il re dovrà comunicarvi un importante
decisone- spiegò il nano
-Va
bene allora ci vediamo là- disse Crystal
-Ah-
disse il nano tornando sui suoi passi –quasi me ne dimenticavo nell’armadio si
trovano i vestiti da cerimonia che appartenevano ai Guardiani. Voi, Crystal e
Vaolin potrete indossare Gli abiti che si trovanonelle stanze in cui
alloggiate-
-Grazie-
dissero i presenti
I
ragazzi entrarono nella casa e poi ciascuno si diresse verso le loro rispettiva
camere eccetto Crystal che colse l’occasione per stare un po’ da sola con
Edoardo. Luca e dopo essere rientrato nella sua camere non si appoggiò nemmeno
al letto per paura di riaddormentarsi e fare un'altra brutta figura. Invece si
diresse verso l’armadio per veder il suo abito da cerimonia. Restò sorpreso
dalla magnificenza dell’abito: esso consisteva in un paio di pantaloni
rigorosamente blu e una camicia di seta azzurro mare con i bordi d’argentoe un ciondolo d’oro con un grosso
zaffiro lucente incastonato al centro. Indossò i suoi abiti dopo essersi lavato,
dato che era da un po’ che non si lavava e poi si diresse verso la finestra
rotonda posta sulla parete opposta alla camera per ammirare un po’ il panorama.
Scostò le tendine blu,e spalancò la finestra, godendo della fresca brezza
che soffiava su quel versante della montagna. Dopo qualche tempo, fisso a
fissare il panorama, gli parve di scorgere tre piccoli pentolini all’orizzonte.
Questi tre puntini si fecero sempre più nitidi, man mano che si avvicinavano e
assumevano una forma familiare…
-Ice,Tytanus,Flame!-
gridò di gioia il ragazzo,riconoscendo i tre draghi.
-Ciao
Luca- lo salutò Ice –atterriamo più in giù. Ci vediamo nella piazza-
-Ok-
-Prima
di allontanarsi il drago azzurro però si fermò a mezz’aria e si voltò verso Luca
-Ma
come ti sei conciato?- chiese il drago con un sorriso
-Lascia
stare,ci vediamo in piazza-
Luca
non perse tempo, andò in tutte le camere e avvertì i suoi amici che i draghi
erano ritornati.
-Ne
sei sicuro?- chiese Edoardo un po’ irritato perchè il Luca aveva interrotto
l’ennesimo bacio con Crystal.
-Si
perché non sei ancora pronto?- chiese Luca notando che l’amico aveva ancora i
sudici panni con i quali era fuggito da Balam
-Oh!
Hai ragione meglio che ci sbrighiamo- disse Crystal uscendo si corsa dalla
camera
-Grazie!-
disse Edoardo scacciato
-Prego.
Comunque è meglio che ti prepari e fatti una doccia puzzi!- gli rispose Luca e
dopo aver detto questo puntò il dito contro la vasca di pietra e la riempì fino
all’orlo di acqua calda.
Dopo
aver fatto ciò uscì dalla stanza e andò a vedere che anche Alessandro e Vaolin
fossero pronti. Fortunatamente lo erano.
Alessandro
indossava un paio di pantaloni alti fino al ginocchio di un bordeaux scuroe un paio di stivali marroni alti fino
al ginocchio. Sopra portava una maglia rosso scarlatto, bordato d’oro portava
una cintura dorata con un rubino rosso scuro incastonato al centro. Vaolin
invece,che portava gli abiti del Guardiano del Tuono, sembrava molto diverso dal
solito: infatti i lunghi capelli biondi legati in una coda creavano uno strano
effetto sulla maglia bianca, i pantaloni neri, il mantello scuro e una fascia
scura che portava intorno al collo con un grosso topazio. Ma non era il suo
aspetto a essere diverso,bensì la sua espressione. Non sembrava il Vaolin
spavaldo di sempre. Era come se quegli abiti lo mettessero a
disagio.
Quando
uscì dalla sua stanza guardò i due ragazzi con un sorriso incerto,poi Alessandro
espresse la sua opinione con un fischio di sorpresa.
-Uao…è
come se questi abiti fossero stati cuciti per te stai davvero bene-esordì
Alessandro
-Grazie…ma…-farfugliò
Vaolin
-Ma…cosa?-
chiese Luca
Per
fortuna Vaolin non dovette mai rispondere a questa domanda perché in quello
stesso momento scesero dalle scale Edoardo e Crystal. Edoardo vestiva come un
elfo: portava un tunica verde bordata d’oro,legata in vita da una fascia marrone
con lo smeraldo posizionato al centro di essa,mentre Crystal indossava un lungo
vestito bianco panna e sulla fronte portava un piccolo diadema d’oro
bianco,finemente lavorato con un gigantesco diamante incastonato al
centro.
-Beh?
Andiamo?- disse Edoardo notando le espressioni attonite dei suoi compagni
-Si-
Quando
tutti furono avvertiti uscirono dalla casa e si diressero verso la piazza
centrale di Nidavellir. I draghi erano già lì ad
aspettarli.
-Ciao
ragazzi, come va?- chiese Flame felice di rivedere i suoi
amici
-Bene…ma
dove siete stati?- chiese Vaolin curioso
-In
giro- rispose enigmatico Ice
-Come
in Giro?- chiese Edoardo
-In
giro- ripete Ice
-Si
abbiamo capito, ma dove?- chiese esasperato Alessandro
-Abbiamo
fatto un giro nei dintorni dei Monti Faltondwin, e abbiamo visto grandi truppe
che varcavano i cancelli di Arabica, e tutte portavano il segno di Leese: lo
stendardo viola con un teschio alato nero- spiegò Tytanus
-Questa
non è una buona notizia-disse Crystal
-Sarà
meglio informare il re di questo fatto- disse Edoardo
-Si…ma
non pensiamo a queste cose. Piuttosto voi che cosa avete fatto in questi due
giorni?- chiese Flame curioso
I
ragazzi raccontarono della Casa degli Elementi e delle Sette Meraviglie di
Nidavellir ch’egli erano state mostrate quella mattina e del loro incontro con
il re.
-Capisco.
Il re deve essere molto in pensiero per il suo popolo, teme che venga attaccato
da un momento all’altro e soprattutto teme per la Guardiana della Rosa- disse
Ice
-Allora
voi sapevate della Guardiana segreta. Perché non ce ne avete mai parlato?- disse
Alessandro cominciando a sprizzare scintille
-Beh…voi
non ce lo avete mai chiesto-si giustificò Flame
-Poi
facciamo i conti dopo ora sarà meglio che ci dirigiamo verso il palazzo, voi
riposatevi- disse Luca
-Vaaaaaaaaaaaa
bene- disse Ice mostrando indifferenza
Il
gruppetto dei ragazzi, salutò i draghi e poi si diresse verso la familiare
galleria oltre la piazza e iniziarono a percorrerla. Raggiunsero il palazzo in
poco tempo e si fecero riconoscere dalle guardie per poter entrare. Ad
accoglierli nell’atrio, davanti alla gigantesca Fontana d’Argento, trovarono
Ghiorgos che li attendeva. Il nano-bibliotecario per l’occasione aveva indossato
un a tunica verde bordata d’ oro ma sul naso portava sempre il familiare paio di
occhiali che non riusciva a far stare in cima al quest’ultimo.
-Siete
pronti, vi siete riposati un po’?-chiese il nano con il solito tono
cortese
-Si
grazie Ghiorgos, i nostri draghi sono appena tornati da un lungo viaggio- gli
ripose Edoardo
Poi
raccontarono al nano quello che i draghi avevano riferito a
loro.
-Caspita
è una cosa seria!!-esclamò il nano –sarà meglio che ne parliate con il re in
persona
-Certo-
-Bene
ora vi accompagno nella sala dei banchetti-
Ripercorsero
gli ormai noti corridoi del castello addobbati con sfarzo e raggiunsero la sala
dei banchetti al primo piano. Quando entrarono restarono stupiti dalla
magnificenza di questa sala,nonostante conoscessero di già lo sfarzo dei nani.
Era un enorme stanza circolare con al centro un lungo tavolo
rettangolare,
apparecchiato
con ogni ben di dio. Alle pareti rivestite dalla carta da parati azzurra erano
appesi fantastici quadri che raffiguravano i re passati e sotto di loro si
trovavano le rispettive etichette che ne indicavano il nome e il periodo di
regno.Sul soffitto pendeva invece
un gigantesco lampadario a goccedi
cristallo finissimo che illuminava la sala meglio del sole. Seduti al tavolo si
trovavano una ventina di nani vestiti di tutto punto. Il re sedeva a capo
tavola: portava una scintillante armatura dorata e in testa la familiare corona.
I nani che gli sedevano accanto erano nani di tutti: alcuni con espressioni
amichevoli, altre con espressioni arcigne e malevole. Tutti portavano una specie
di spilla molto grande che serviva come fermo per il mantello sulla spalla
destra. Questa era diversa da nano a nano, per indicare la diversa appartenenza
ai clan. Tra di loro riconobbero Thor, portava il suo martello sempre dietro la
schiena e al posto degli abiti da nano esploratore e portava un lungo mantello
purpureo sopra una corazza di bronzo. Il mantello era fermato, come per tutti
gli altri, da una spilla con il simbolo del clan
-Benvenuti,
giovani Guardiani- li salutò il re
I
ragazzi si inchinarono rispettosamente verso il re e i suoi invitati. Molti nani
indicarono nella direzione di Crystal e Vaolin che portavano abiti non
propri.
-Ma
è inammissibile….- sentirono borbottare un vecchio nano dalla barba bianca e che
portava il simbolo di un chiodo e un martello incrociati
-Come
si permettono di indossare gli abiti dei Guardiani- sentirono borbottare uno
nell’orecchio del re
I
borbotti continuarono per cinque minuti, durante i quali Vaolin desiderò di
sprofondare cento metri sottoterra e non riapparire mai più. Crystal al
contrario si sentiva a suo agio e ignorava i commenti degli altri. Il re per
interrompere quella serie di commenti sgradevoli si alzò in piedi e tutti
tacquero all’istante.
-Ho
dato il permesso io all’elfo e alla fata di prendere gli abiti dei Guardiani-
disse per porre fine alla questione
-Grazie
vostra maestà…-disse Alessandro –comunque se qualcuno prende ancora in giro i
miei amici dovrete vedervela con me- disse il giovane facendoapparire un palla di fuoco e
illuminandosi di un aura rosso chiaro –ci siamo intesi? O devo dimostrarvi che
sono davvero un Guardiano?- ripete deciso muovendosi in direzione del tavolo e
ingrandendo la palla di fuoco
I
nani si alzarono velocemente in piedi e guardarono il re spaventati. Questo
guardava Alessandro sorridendo.
-Ti
do il permesso di fare quello che ritieni giusto se ti ritieni offeso Ignio-
-Grazie
vostra maestà-
I
nani seduti, eccetto Thor, stavano per scappare a gambe levate, quando
Alessandro avendo fatto capire il suo messaggio fece sparire la palla di fuoco e
ritornò normale
-Spero
che ci siamo capiti e che non offenderete mai più il mio amico-
-C-certo-
si sentì dire in generale dai nani
Detto
questo, fu il primo a sedersi proprio a capotavola, di fronte al re e gli altri
seguirono il suo esempio.
-Vi
ho chiamato qui- proseguì il re come se niente fosse successo –oltre che per
festeggiare come si deve i Guardiani- e fece l’occhiolino in direzione di Luca
–anche per decidere di fronte a tutti i capi-clan l’addestramento che abbiamo
promesso di impartire ai Guardiani una volta che questi fossero stati
scelti-
Ci
fu un mormorio generale
-Ma
di questo ne parleremo dopo. Ora mangiamo-
Batte
le mani due volte e dalle porte posizionate ai lati uscirono due schiere di
servitori che portavano enormi vassoi strapieni di ghiottonerie tipiche dei
nani: grossi cervi, maiali, anatre e polli, serviti su dei letti di funghi o di
verdure e enormi piramidi di frutta proveniente dal Giardino esterno di
Nidavellir. Il re sorrise e iniziò a mangiare. Gli altri seguirono il suo
esempio,cercando di comportarsi con un certo “stile”, ma Luca e Alessandro ce la
misero tutta per dar l’impressione di essere morti di fame. Si avventavano sul
cibo con aria di predatori e se qualcuno osava toglierli quello su cui avevano
messo gli occhi li guardavano malissimo e per poco non li
azzannavano.
-Luca
certa di darti un certo contegno- bisbigliò Edoardo, quando ricominciarono i
mormorii intorno al tavolo –e tu…Ale…ehm…ricordati che non è…ehm…il tuo ultimo
pasto- disse poi rivolto ad Alessandro il quale aveva attaccato una gallina
particolarmente gustosa
Vaolin
faceva del suo meglio per evitare di macchiare quel bellissimo vestito da
cerimonia e mangiava esclusivamente frutta e verdura, rispettando le tradizioni
elfiche.
Thor
non sembrava a disagio per il comportamento del “ragazzo-fiamma”(era così aveva
soprannominato Alessandro) anzi per non far sentire a disagio Edoardo,Crystal e
Vaolin iniziò a mangiare con la stessa foga di Alessandro e Luca.
-Il
re lo guardò sorridendo e poi guardò i convitati
-
Perchè li guardati così? Il Guardiano dell’Acqua non mangia da due giorni e
quello del Fuoco non hai mai assaggiato cose così sopraffine…non è vero
ragazzi?- chiese poi rivoltosi a Luca e Alessandro
Tutti
gli altri naniguardarono verso
l’estremità del tavolo. I due ragazzi alzarono gli occhi dai loro piatti. Erano
entrambi paonazzi e per evitare che gli altri continuassero a guardarli smisero
di mangiare come degli orchi e posarono le posate.
-Scusate-
mormorarono appena
-Non
vi preoccupate- disse il re –vi capisco…portate
l’Idromele-
I
servi portarono via i vassoi vuoti (metà dei quali svuotati da Luca e
Alessandro) e tornarono dopo pochi minuti portando enormi botti di un liquido
bluastro. I servi da perfetti sommelier versarono il liquido bluastro nei calici
di tutti, poi il re alzò in alto il suo e gli altri lo imitarono
-Ai
Guardiani!-
-Ai
Guardiani!- gridarono gli altri
Tutti,
compresi i ragazzi bevvero il loro Idromele
-Buono-
seppe dire Edoardo dopo aver postato il calice con un leggero
capogiro
-Si,
hai ragione ha un sapore dolciastro- disse Alessandro con un sorrisino ebete
stampato sul viso
Il
re parve notare quell’effetto e perciò si affrettò a dire prima che i servi
riempissero di nuovo i bicchieri
-Prima
che quest’ottimo Idromele ci renda tutti un po’…ehm…ciucchi, sarà meglio che
discutiamo dell’argomento di questa sera: di voi ragazzi-
Alessandro,
Luca e Edoardo guardarono in direzione dl re sentendo gli sguardi di tutti su se
stessi.
-Prima
di sigillarsi definitivamente dentro la Rosa Divina, il Grande Aurum,
come lo chiamiamo noi, ci diede un compito: avremo dovuto prenderci cura dei
Guardiani quando ci sarebbe stato bisogno di loro.A noi nani diede il compito di istruirvi
nell’arte militare, in quanto i migliori n questo campo. Gli elfi invece
avrebbero dovuto istruirvi a usare meglio i vostri poteri…insomma sfruttare
la
Magia-
-Questo
ce lo ha gia detto- gli fece notare Alessandro
-Lo
so. Ma c’è una cosa che non sapete e che noi non avremmo il diritto di
rivelarvi…-
-Cosa?-
-Esiste
una profezia…-
-Non
può dirglielo!- esclamò vaolin alzandosi dalla sedia –i nani hanno
giurato-
-Si
ma viste le circostanze…-cercò di giustificarsi il re
-Ma
come ti permetti piccolo elfo!-esclamò un giovane nano dai capelli rossi,con un
cicatrice che gli attraversava l’occhi sinistro
-Si
siediti. Non hai diritto di parola in questa assemblea- disse un altro nano
vicino a lui
Molti
nani si alzarono e iniziarono a urlare
-Prima
usurpa i vestiti del guardiano del Tuono e poi osa anche contraddire il re è
proprio un gran maleducato- disse il nano rosso
-Basta,silenzio-
disse il re tentando inutilmente di riportare alla ragione i
nani
Vaolin
iniziò ad arretrare,in minoranza. Allora accadde….
Le
luci della sale si spensero improvvisamente e due Aure si accesero con una
potenza terrificante: una era rossa e l’altra blu….
…due
ragazzi si alzarono in volo….
-Oh
No di nuovo- gridò disperato Edoardo
I
nani intanto si dispersero e iniziarono a urlare sentendo le due potenze che si
stavano creando in quella stessa sala. Le due luci improvvisamente divennero più
forti che mai e si fusero in unico fascio di luce rosso-blu che prese forma in
un gigantesco dragone
-Drago
Elementale!!!!!!!!!!!!!!!!!- urlarono i ragazzi
Dalla
bocca del drago si formò una gigantesca sfera di energia bianca
-
Edoardo cosa credi di fare!!!- urlò il Crystal disperata
Edoardo
si illuminò dell’aura smeraldo einiziò creare una gigantesca sfera di energia verde
Questa
volta sono un po’ in anticipo ma, ho voluto completare il capitolo per non farvi
stare troppo in ansia. Spero che vi piaccia. Ringrazio Takami_Kinimiya e tutti
lettori silenziosi che mi seguono. Con quets’ultima frase vi lascio e vi rinnovo
il mio solito invito che ormai conoscete a memoria….
(“Commentate”
ndtutti) ma come siete bravi, ciao a tutti shinichi
Capitolo
24
Il
significato dell’amicizia
La
sala dei banchetti era semi-distrutta, il tavolo era stato incenerito
dall’attacco combinato di Acqua e Fuoco e intorno alla sala aleggiava una nebbia
densissima, che impediva di vederequalsiasi cosa. I presenti però sembravano tutti sani e salvi…beh non
tutti
Edoardo
aveva raccolto tutte le sue energie e aveva creato una barriera verde
potentissima per difendere il re, Crystal, Vaolin e gli altri nani dall’attacco
del Drago. La barriera era stata attivata poco prima dello scontro e per poco
non aveva ceduto sotto la potenza dell’attacco dei due Guardiani ma grazie alla
magia di Crystal che era intervenuta era andato tutto bene
-Ma
Alessandro e Luca…che fine hanno fatto?- pensò Edoardo
Dopo
un po’ la nebbia si diradò mostrando i corpi seminudi dei due ragazzi che erano
distesi a terra, ancora con le mani congiunte, usate come collegamento per far
passare da un corpo all’altro i due poteri opposti. Sul corpo portavano chiari
segni di ustione ma…respiravano,anche se molto male…
-Alessandro,Luca!!!-
urlò Vaolin correndo in direzione dei due ragazzi
L’elfo
si gettò a capofitto sui due ragazzi e tentò di scuoterli per svegliarli, dato
che entrambi avevano gli occhi chiusi
-Alessandro,Luca…perché…perché
l’avete fatto?- gridò l’elfo piangendo –non volevo essere la causa della vostra
morte-
L’elfo
continuò piangere e nel frattempo fu raggiunto da Crystal, Edoardo, il re,
Ghiorgos e Thor. Edoardo si chinò su di loro e si illuminò della sua aura verde
smeraldo, raccogliendo tutti i suoi poteri, posò le mani su i due ragazzi, come
per sentire il loro stato di salute.
-Respirano
a fatica e le ustioni sono molto gravi, per curarle i miei poteri non bastano…ho
bisogno di qualche foglie di Partenio, una pianta rara che è in grado si curare
le ustioni gravi e abbassare la febbre-
-Non
si può usare dell’Erba di Fuoco?- chiese Crystal
-No,
queste soino ustioni troppo gravi-
-Beh!!
Avete sentito il Guardiano della Terra portategli del Partenio e subito- gridò
stizzito il re
-Non
sappiamo dove si trovi- risposero mortificati i nani
-Si
trova nei Giardini, l’ho riconosciuta io stesso- gli rispose il Edoardo –ma non
credo che sappiate riconoscerla, assomiglia a una piccola edera con le foglie
gialle e rosse,e cresce ai piedi degli olmi-
-Ci
vado io allora-disse deciso Vaolin –questo è successo per colpa mia, perché Luca
e Alessandro volevano difendermi, perciò ci andrò io-
-Ma
ti ho già detto che non sapresti riconoscerla, sa mimetizzarsi benissimo con il
fogliame- lo contraddisse Edoardo
-Vieni
qui Edo- gli disse l’elfo serio
Edoardo
si avvicinò, l’elfo posò la mano destra sulla fronte del ragazzo e mormorò
-Fane
cotagi-
(mostrami i tuoi pensieri)
Ci
fu un lampo di luce bianca e poi Vaolin staccò la sua mano. Edoardo si sentiva
scosso era come se una m,ano fredda avesse messo una mano nella sua testa e
avesse iniziato a girare tra i suoi pensieri, toccando tutto ciò che gli
serviva.
-Che
cosa mi hai fatto?- chiese Edoardo sconcertato
-Un
piccolo incantesimo elfico, ho letto nei tuoi pensieri-
-Hai
letto nei miei pensieri!!!-esclamò Edoardo
-Esatto-
Edoardo
guardò per un attimo l’elfo poi sorrise
-Allora
avi!-
-Vado-
Vaolin
corse fuori dalla stanza e sfruttando la sua innata agilità corse fuori e
uscìdal palazzo in poco tempo.
Ripercorse in pochi attimi le lunghe gallerie illuminate dai caesia e in pochi
minuti arrivò nel giardino pensile. Si mise subito alla ricerca della pianta ma
con scarso successo, infatti a quel tempo ai piedi degli olmi crescevano una
grande infinità di funghi e le foglie secche mimetizzavano completamente il
Partenio.
-Adesso
come diavolo faccio a trovarlo?- pensò Vaolin –non ne i poteri di Edoardo, ne i
poteri di Crystal…-
L’elfo
continuò a cercare affannosamente per dieci minuti senza riuscire ad ottenere
alcun risultato, quando finalmente gli venne un idea:
-Noi
elfi sappiamo parlare anche con le piante. Basta sapere le parole magiche
giuste- pensò speranzoso Vaolin –ma quali sono?- pensò
disperato
Improvvisamente
si ricordò di un episodio avvenuto in passato: due bambini seduti vicino ad un
albero la bambina, con un paio di alette azzurre aveva appoggiato la sua manina
sull’albero e stava parlandogli piano
-Non
è difficile Vaolin- disse la bambina con un sorriso
Il
ragazzino dalle orecchie appuntite si avvicinò all’albero, guardandolo incerto.
-Cosa
devo fare?- chiese smarrito, dopo aver appoggiato la mano sull’albero
-Devi
pronunciare questa frase:
-Loqui
lex, refr broa, ei ia fol-(parlami foglia,
raccontami albero, sono un amico)
-Ma
certo!- esclamò Vaolin dopo aver ricordato le parole
Si
avvicinò ad un olmo molto antico e nodoso e pronunciò la formula. Stette in
attesa, senza mettere fratta al vecchio albero.
-Chi
mi chiama?- biascicò piano l’albero
-So-sono
un elfo grande albero, ho bisogno di trovare una pianta molto rara, si chiama
Partenio, sai dove posso trovarla?- chiese incerto l’elfo
-Partenio…partenio-
pensò l’albero
-E’
molto importante- disse impaziente Vaolin
-Si,
so dove è- disse trionfante l’albero
-Bene-
disse più sollevato Vaolin –dove si trova?-
-Vai
ai piedi di quella grande quercia là e parlagli, digli che ti mando io, vedrai
ti darà tutto il Partenio che vuoi-
-Grazie,
possente olmo- disse Vaolin inchinandosi di fronte all’albero
L’elfo
corse subito alla quercia e si inginocchiò per terra, frugando tra il fogliame.
Finalmente la scorse, perfettamente mimetizzata e protetta dalle radice della
quercia. Si alzò e ripete la formula, utilizzata con l’olmo. La quercia gli
rispose più in fretta e gli permise di prendere qualche foglia di Partenio. Dopo
aver ringraziato, uscì in fretta dal Giardino e ritornò al palazzo.
Vaolin
entrò trafelato nel palazzo, ma con sua grande sorpresa una guardia gli disse
che Edoardo, Crystal, il re e Ghiorgos erano usciti dal palazzo ed ora si
trovavano nella casetta dei Guardiani per curare i malati.
-Grazie-
ringraziò Vaolin e uscì velocemente dal palazzo per dirigersi verso la piazza di
Nidavellir.
Corse,
a più non posso nonostante i polmoni gli scoppiassero e le gambi gli gridassero
di fermarsi.
-Devo..devo
farcela…Edoardo e gli altri Guardiani contano su di me- pensò
Vaolin
Raggiunse
la piazza che era esausto, ma per fortuna ad aspettarlo c’era
Tytanus
-L’hai
trovata?- chiese il drago con voce possente
-S-si-
disse affannato Vaolin
-Vieni
salimi in groppa, non c’è tempo da perdere- disse il drago abbassando il collo,
per permettere all’elfo di salire
Vaolin
però restò deve era riluttante a salire sul dorso del drago verde
-Che
c’è- chiese il drago impaziente –non c’è tempo per perdersi in questioni
burocratiche, ti permetto di salire, ma ora andiamo dai!-
Vaolin
restò comunque fermo
-Senti
se non ti muovi sarò costretto a stordirti e a portarti contro la tua volontà-
lo minacciò Tytanus
-No-
-No,
un corno, muoviti o Ice e Flame mi linciano!- esclamò il drago
esasperato
-Ho…-
balbettò l’elfo
-Cosa
hai?-
-Ho…pa…-
proseguì l’elfo
-Hai
cosa? Su Vaolin non ho tempo da perdere, muoviti!- sibilò il
drago
-Ho
paura delle altezze!- esclamò tutto d’un fiato Vaolin
Detto
questo, scattò in avanti superando il drago e in pochi balzi raggiunse la prima
sporgenza, che l’avrebbe portato alla galleria, che conduceva alla casa. Tytanus
era rimasto scioccato
-Un
elfo dei boschi….un elfo dei boschi…che soffre di vertigini- pensò il drago
sempre con la bocca aperta –non si è più sicuri di niente a questo mondo…-
Si
alzò in volo raggiunse la casetta
-Entra!-
disse Ice ansioso che cercava di scrutare dalle piccole
finestre
-Subito,
non ti preoccupare, andrà tutto bene- disse Vaolin per
rassicurarlo
-Lo
spero altrimenti questo posto diventerà un vero inferno- disse il drago
cupo
-Bene
allora io entro- non ti preoccupare, ma per sicurezza controlla che Luca stia
bene dalla sua finestra- disse l’elfo entrando
-Ah,
Vaolin- disse lo fermò Ice
-Dimmi
Ice-
-Grazie-
-Di
niente-
-Eccomi-
disse l’elfo trafelato, entrando dentro la dimora
-Bravissimo
Vaolin- dissero Crystal e Edoardo venendogli incontro
Edoardo
prese l’erba ancora stretta in mano dall’elfo e si diresse verso un piccolo
paiolo, già messo a scaldare e ci gettò dentro il Partenio. Ci fu un piccolo
lampo di luce gialla e poi Edoardo versò il contenuto del paiolo, una densa
pozione gialla brillante, in una ciotolina e dopo avergli pronunciato alcune
parole sopra congiunse le mani che divennero iridescenti e tocco l’unguento,
quello brillò di luce propria per qualche istante e poi Edoardo lo portò di
sopra dai malati.
-Come
stanno?- chiese Vaolin ansioso
-Bene-
disse Edoardo sfinito sedendosi sul divano
Vaolin
fu sollevato, non fece neanche caso al fatto che Crystal stesse baciando
Edoardo, per “ricompensare i suoi sforzi”. Anche il re e Ghiorgos, che erano
stati tutto il tempo con Vaolin e Crystal tirarono un sospiro di sollievo.
-Benissimo
ora che i Guardiani si sono ripresi, io e Ghiorgos ce ne andiamo. Mi dispiace di
essere la causa di questo spiacevole incidente-
-Non
è colpa vostra sire- disse Edoardo
-No,
un buon re sa riconoscere le sue colpe. Avrei dovuto sapere che i capi-clan non
sarebbero stati molto “simpatici”, con un elfo che ha “usurpato il titolo di
Guardiano. Ma non vi preoccupate, questa sera mi sentiranno. Volevo solo dirvi
quello che non sono riuscito a dirvi questa sera. Domani volevo iniziare
l’addestramento, ma viste le condizioni dei due Guardiani, direi di rimandare ai
prossimi giorni- disse il re con sguardo severo
-Va
bene-
-Quando
sarete pronti inviate a Ghiorgos questo e lui mi avvertirà- disse il re porgendo
a Edoardo un piccolo martello d’argento
-Che
cosa è?- chiese curioso Edoardo analizzando lo strano
oggetto
-E’
un Grist, una specie di sveglia nana, solo modificata, ora anziché battere sul
comodino per svegliarti alla mattina, batterà sulla testa del povero Ghiorgos
per avvisarlo-
-Ma
come farà ad avvisarlo, da lontano?- chiese Crystal
-Oh
basterà che voi lo lanciate quello arriverà dritto alla biblioteca- disse
Ghiorgos con un sorriso
-Bene
allora ci vediamo- disse il re uscendo insieme al nano
bibliotecario
-Arrivederci
e scusi ancora per l’inconveniente- disse Vaolin uscendo per accompagnare il
re
Dopo
che i due nani se ne furono andati Vaolin si sedette sul divano sfinito.
Dovevano essere le due di notte perchè la luna brillava alta nel cielo.
-Andiamo
a dormire?- propose Crystal
-No
prima devo dirvi una cosa- disse Vaolin alzandosi di scatto dal divano
-Cosa?-
chiesero Edoardo e Crystal all’unisono
L’elfo
sembrava molto incerto, come se non sapesse come iniziare
-Ho
deciso di andare in cerca del Guardiano dell’Aria da solo- disse tutto d’un
fiato
Crystal
e Edoardo guardarono l’elfo e poi si guardarono tra di loro scioccati
-Oh
Vaolin ma sei impazzito?- chiese Crystal scioccata dalla risposta dell’elfo
-Lo
sai anche te che solo noi Guardiani possiamo avvertire la presenza di un altro
Guardiano- disse Edoardo
-No,
io voglio andarmene, qui non sono bene accettato…lo sapete anche voi- disse
l’elfo con sguardo deciso
-Senti
se è solo per quegli stupidi capi-clan…-cominciò Edoardo con voce
stanca
-“Quegli
stupidi capi-clan”, sono i capi dei nani, non voglio che perdiamo la loro
amicizia solo perché non sopportano un elfo…- disse con sguardo
arrabbiato
-Se
ti daranno ancora fastidio e se non ti accetteranno allora, gli farò veder come
sono in grado di sgretolare le montagne….-disse Edoardo, ora
infuriato
-No!!!Non
voglio che anche tu finisca come Luca e Alessandro, per poco non ci lasciavano
la pelle, sperimentando la fusione combinata dei loro poteri- disse Vaolin con
le lacrime agli occhi
Sapeva
che un elfo non deve mai far capire i propri sentimenti ma adesso era troppo
frustrato per evitare che le lacrime gli scendessero copiose dagli occhi. I due
ragazzi rimasero a fissare l’elfo che piangeva come un bambino con sguardo
stupito. Crystal gli venne incontro e l’abbracciò
-Noi
ci saremo sempre per difenderti,noi siamo amici…ricordatelo- disse Crystal
tenendolo stretto
-Esatto,
pensa come reagirebbe Alessandro, sapendo che te ne sei andato?- disse
Edoardo
L’elfo
parve riflettere qualche secondo poi disse
-Avete
ragione, resterò-
Dopo
essere rimasto abbracciato alla fata per qualche minuto si staccò e
sorrise
-Grazie-
-Allora
sarà meglio andare a dormire- disse Edoardo
I
tre amici si presero per mano e si diressero su nei loro dormitori spegnendole
luci.
Scusate tanto per come verrà questo capitolo…ma purtroppo non ho page brezze…presto lo modificherò, ma per il momento leggetelo così come viene…sorry ancora
Capitolo 25
L’allenamento ha inizio
Erano ormai passati due giorni da quello spiacevole banchetto e Luca e Alessandro stavano pian piano riprendendosi. Il primo giorno avevano avuto la febbre a 40 ma nel pomeriggio del primo giorno la febbre era scesa a 37. Edoardo non faceva altro che entrare e uscire dalle stanze dei due malati per somministrargli piccole dosi di Partenio e Crystal faceva da infermiera usando parte dei suoi poteri curativi per abbassare la febbre dei ragazzi. Vaolin invece era sempre più preoccupato e non riusciva a darsi pace. Camminava tutto il giorno per i corridoi delle stanze, chiedendo incessantemente a Crystal o Edoardo come stessero i ragazzi e quando proprio vedeva di essere una presenza troppo invadente se ne andava nei Giardini a cogliere qualche altra foglia di Partenio o a parlare un po’ con la vecchia quercia che lo aveva aiutato la prima volta.
-Ma tu credi che sia stata colpa mia se Alessandro e Luca si sono ridotti a questa maniera?- chiese il piccolo elfo alla quercia per l’ennesima volta
-No- disse la quercia con tono dolce –Vaolin tu ti preoccupi troppo,s e quei due non l’avessero voluto non ti avrebbero difeso. Inoltre dovrebbero esserti grato perché grazie a te hanno scoperto l’Elemental Fusion. Sai è una tecnica molto avanzata e persino i primi Guardiani non erano riusciti a impararla così in fretta-
Vaolin alzò un po’ gli occhi azzurri arrossati per il troppo pianto
-Che cos’è un Elemental Fusion? E tu come fai a conoscerla?- chiese Vaolin curioso
-Beh devi sapere che io ho molti più anni di quanti ne dimostri- cominciò la vecchia quercia
-Ma questo significa che dovresti avere almeno qualche migliaio di anni!!!!- esclamò l’elfo
-Devi sapere che io sono una quercia fatata- disse la quercia con aria orgogliosa
-Al tempo della Prima Guerra avevo solo due anni quando è successo. Ho conosciuto i primi Guardiani e ho visto il loro duro allenamento per padroneggiare le loro tecniche. Una di queste era l’ Elemental Fusion. Questa tecnica consiste nel combinare i due poteri di due diversi Guardiani per crearne uno che sia la somma dei primi due e quindi si viene a creare un’energia devastante. Ora, come tu mi hai raccontato, il potere del Guardiano dell’Acqua si è fuso con quello di quello del Fuoco e si è venuto a creare un gigantesco drago di luce viola. Bene, questo è un esempio di Elemental Fusion, molto pericolosa, infatti se si uniscono due poteri opposti si viene a creare un energia così potente che persino i Guardiani più esperti non riuscirono a controllare. Se invece a unirsi sono due poteri affini, il risultato è molto più controllabile. Un esempio è Acqua e Aria o Terra e Fuoco o Ghiaccio e Aria. Insomma gli elementi che anche in natura stanno insieme se invece si uniscono poteri opposti come Acqua e Terra il risultato è devastante ma creare una simile energia è molto, molto pericoloso-
-Ho capito- disse l’elfo che per tutta la narrazione non aveva staccato gli occhi dalla quercia –ma ora sarà meglio che torni dai miei amici, Edoardo tende a diventare molto nervoso quando gli finiscono le scorte di Partenio. Grazie amica quercia, ci vediamo domani- detto questo interruppe il contatto e l’albero tornò muto come sempre. Si allontanò a grandi passi dal giardino.
- Si chiama così dunque: Elemental Fusion- disse una voce roca nell’oscurità di una sala buia –sarà meglio avvertire il mio padrone del fatto-
All’improvviso ci fu un lampo di luce bianca e da una delle pareti della piccola sala apparve uno specchio nero molto grande e dalla cornice dorata. La luce aveva vagamente illuminato la figura: era molto piccola e portava un lungo mantello nero. Improvvisamente nello specchio di materializzò la figura di un essere enorme dai vaghi contorni umani e un paio di corna nere
-Cosa vuoi a quest’ora?- tuonò la voce di Leese
-Ho delle cose da riferirgli mio signore- disse la foce dell’ometto abbassando il cappuccio
Sul viso del demone si formò un sorriso molto compiaciuto.
-Ce ne hai messo del tempo!- esclamò Edoardo sul punto di una crisi isterica
-Scusate mi sono messo a chiacchierare con la mia amica quercia- si scusò Vaolin porgendo le foglie di Partenio a Edoardo
-Scusalo Vaolin- disse Crystal avvicinandosi all’elfo –ha passato un notte in bianco perché sa che i suoi amici sono molto vicini alla completa guarigione-
-Lo capisco…quindi stanno bene- disse Vaolin tirando un primo sospiro di sollievo
-Si ancora una notte di riposo e poi saranno guariti del tutto-
-Sono contento-
La mattina seguente…
-AHHH!!!!!!!!- sbadigliò sonoramente Alessandro tirando su le sue coperte rosse
Vaolin gli saltò praticamente addosso
-Allora sei vivo!!!!-esclamò l’elfo con le lacrime agli occhi.
-Si sono vivo. Ma se continui a strozzarmi morirò molto presto- disse Alessandro con ironia
Nell’altra stanza si udì un grido molto simile a quello di Vaolin
-Anche Luca deve essersi ripreso- disse Alessandro intuendo
Dopo essersi lavati e cambiati Luca e Alessandro scesero giù nel salotto dove trovarono Crystal, Vaolin e Edoardo davanti a una tavola imbandita.
-Uao!- esclamò Alessandro ma dove avete preso tutta questa roba?- chiese stupito
-Avevo giusto un languorino- ammise Luca
-Gra…gnam…zie…-disse Alessandro tra un boccone e l’altro
-Bene dato che vi siete ripresi possiamo avvertire Ghiorgos e il re che state bene- disse Edoardo prendendo il Grist in mano
Non appena lo ebbe sfiorato il piccolo martello prese vita improvvisamente e volò fuori dalla porta a tutta velocità.
-Bene e così un altro problema è risolto. Ora se permettete io andrei a dormire- disse Edoardo alzandosi in piedi e dirigendosi stancamente verso la sua stanza
-Lo seguo anch’io ultimamente non ho dormito molto- disse Crystal seguendolo
-Bene buona notte- dissero Luca, Vaolin e Alessandro all’unisono
Dopo che si ebbe udito le porte sbattere Luca e Alessandro ripresero a mangiare e Vaolin li stette guardare in silenzio.
-Mangia anche tu se vuoi- lo invitò Alessandro vedendo che l’elfo stava fermo e li fissava
-No grazie- ammise l’elfo –piuttosto ho qualcosa di importante da comunicarvi- disse l’elfo con fare cospiratorio
-Cosa?- chiesero i due ragazzi curiosi smettendo di mangiare
-Riguarda la vostra trasformazione…-
-Quale?- chiese Alessandro
-Quella che avete compiuto durante il banchetto- disse l’elfo stupito che i due amici non si ricordassero del gran casino che avevano scatenato tre giorni fa
-Non mi ricordo- ammise Luca
-Come?...va beh allora ve lo racconto io- disse l’elfo troppo impaziente per aspettare
Si lanciò in una lunga narrazione: di come Luca e Alessandro si fossero illuminati all’improvviso della loro aura e di come all’improvviso si fossero alzati in volo formando un unico dragone viola, che aveva lanciato all’improvviso quella gigantesca sfera di energia bianca e di come loro poi fossero svenuti una volta caduti a terra.
-Davvero? Io non mi ricordo niente- disse Alessandro stupito per aver creato una simile energia
-Sono d’accordo con lui, neanche io mi ricordo- disse poi Luca
-Strano, comunque non è questo, quello che vi volevo dire- disse Vaolin -sono stato nei Giardini di Nidavellir e ho parlato con una quercia e…-
-Fermo, fermo…tu parli con gli alberi?- disse Alessandro interrompendolo stupito
-Si Ale ha ragione io pensavo che solo Edoardo potesse parlare con le piante- disse Luca meravigliato
-E invece sparlare anch’io con le piante, grazie alla mia natura di elfo…Crystal sa parlare con i fiori…e allora?-disse Vaolin tagliando corto
-Davvero? non lo sapevo!- disse Alessandro
-Oh insomma! Non è questo il punto- sbottò Vaolin –la quercia mi ha spiegato che la vostra è un….-
Ma non riuscì a finire la frase perché all’improvviso al porta si spalancò e entrarono nella stanza re Alberich, Thor e Ghiorgos
-Allora vi siete ripresi!- esclamò il re gioviale
-Bene allora domani inizierete l’allenamento- disse Thor contento
-Ma…ma- tentò di protestare Alessandro
-Niente ma, giovanotto- disse il re –siamo già in ritardo con i tempi- disse il re
-E va bene- dissero i ragazzi rassegnati
-Splendido!- esultò Thor ci vediamo al campo dia addestramento domani alle otto in punto. Manderò un nano a mostrarvi il cammino-
Detto questo la piccola comitiva di nani se ne andò lasciando Luca e Alessandro nella disperazione più nera
-Ci siamo appena ripresi e quelli ci vogliono far sgobbare di nuovo- si lamentò Alessandro
-Dovete capirli- gli disse Vaolin –hanno solo due mesi per trasformarvi in dei guerrieri potentissimi. Non è un impresa facile!-
-Vaolin ha ragione- ammise Luca –Beh sarà meglio che allora salutiamo i draghi e poi ce ne torniamo a dormire, domani sarà dura-
Uscirono un secondo fuori, dove incontrarono le teste di Ice e Flame che spingevano per entrare nella piccola abitazione
-Anche noi siamo felici di vedervi- disse Luca ridendo della loro impazienza
Corsero astringere Flame e Ice i quali sbuffarono per la gioia. Passarono un piacevolissimo pomeriggio, durante il quale i draghi insistettero per portarli in groppa a fare un giro della valle. Tornarono alle sei di sera ma ne era valsa: avevano potuto osservare la catena montuosa dei Faltomwin e il territorio desertico nelle vicinanze.
-Grazie del bel viaggio- li ringraziò Alessandro
-E’ stato divertente-
Salutarono i draghi e rientrarono in casa dove li attendeva Vaolin con una cenetta niente male.
-E’ tutto squisito. Grazie Vaolin- lo ringraziò Luca al termine della cena -Ora sarà meglio che andiamo seriamente a dormire…-
-…altrimenti domani non ci sveglieremo neanche con le cannonate- concluse la frase Alessandro con un sorrisetto complice
-Buona notte-
-Buona notte- li salutò Vaolin
Verso le sette e mezza del mattino si udì un forte picchiare alla porta e la voce di un nano che chiamava i Guardiani.
-Mmmh….ma che ore sono?- domandò Luca girandosi dalla parte della finestra per vedere se il sole splendesse o no. Purtroppo per lui l’alba era passata da un pezzo e un pallido sole rischiarava le montagne.
Sarà meglio che mi alzi altrimenti mi riaddormenterò- pensò Luca
Si alzò a fatica dal letto e si diresse verso il piccolo bacile di pietra per lavarsi la faccia. Quando vi immerse le mani si accorse che l’acqua mancava e distrattamente la fece sgorgare dalla punta delle dita, finché il bacile non fu completamente pieno. Poi immerse le mani nell’acqua cristallina e si sciacquò il viso energicamente. Dopo si vestì con l’abito che aveva trovato sulla sedia (probabilmente inviato non si sa come dal re) e si diresse verso il piccolo salottino, dove trovò Edoardo e Alessandro già pronti per partire.
-Buongiorno Luca- lo salutarono i due ragazzi mentre si versavano una tazza di latte caldo
-Buongorno ragazzi...come ve la passate?- chiese Luca sedendosi a mangiare insieme a loro
-Bene- ammise Alesssandro spalmandosi la quarta fetta di pane e marmellata
-Avrei preferito dormire di più.... ma non mi lamento- ammise Edoardo con un sorriso stanco
-Guada che non devi fare sforzi inutili, devi riposarti!- disse prontamente Luca
-Si, Luca ha ragione, in fondo hai fatto due notti in bianco e anch ete hai il diritto di riposarti...lo diremo noi al re- disse Alessandro venendo incontro a Luca
-Grazie ragazzi siete dei veri amici, ma...non me la sento di lascairtvi da soli e di suoerrarmi nella scoperta dei nostri poteri. Inoltre anche voi non siete messi tanto bene e non vorrei che combinaste altre pazzie mentre non ci sono. Quindi verrò con voi!- disse rrisoluto Edoardo
-Lo sai ti ammiro molto- disse Alessandrocon un sorriso -io al posto tuo me ne sarei stato a letto-
I tre ragazzi si guardarono un attimo e poi si misero a ridere scoppiando in una risata generale.
-Qual'è il motivo di tanta allegria?- chiese Crystal scendendo dalla scala
-Ciao Crystal!- la salutarono in coro i tre ragazzi -dormito bene?-
-Abbastanza- disse la fata andando a dare un bacio a fior di labbra a Edoardo
Si misero insieme a fare colazione e dopo aver mangiato i ragazzi salutaro crystal e si diressero versoil familiare tunnel scavato dai nani. Camminaron per poco tempo anche perchè questa volta il luogo di ritrovo era la piazza centrale di Nidavellir. Ci misero meno di cinque minuti ad arrivare e quando uscirono finalmente dal tunnel si trovarono davanti cinque nani in armatura da combattimento che li aspettavano. Portavano ognuno un elmo differente per forma e materiale. Quello più prezioso ed elaborato era quello del nano centrale: d'argento con lo stemma del clan di rame. Luca, Alessandro ed Edoarado lo riconobbero subito non tanto per lo stemma quanto per il gigantesco martello coperto di rune azzurrine...era Thor. Il nano li salutò gioviale andando a stringere la mano a ognuno di loro e presentandogli i vari nani:
-Questo è Tethos- disse indicando il primo nano partendo da sinistra- figlio di Bluods. Poi c'è Niglic, figlio di Sipla. Glirc, figlio di Argos. E infin Serpio, figlio di Allus-
Dopo ch ebbe terminato di fare le presentazioni, Thor indicò il vasto arsenale di armi con il quale sis arebbero allenati quella mattina: c'erano spade, asce,lance e mazze chiodate. Inoltre si potevano osservare anche tre splendide armature d'argento. Come al solito per distinguerle, i nanai avevano posizionato tre splendide pietre preziose, posizionate in mezzo al petto dell'armature. Inoltre c'erano tre scudi bellissimi nei quali erano raffigurati una goccia d'acqua, una fiamma guizzante e una foglia a forma di cuore rovesciato. Tutte e tre erano ricavate da un unica pietra preziosa: la goccia da uno zaffiro, la fiamma da un rubino, la foglia da uno smeraldo.
I ragazzi non poterono trattenere un -Ohh!!!- di meraviglia
-Ma a voi le pietre preziose non mancano mai?- chiese Alessandro sarcastico, dopo aver ammirato il suo scudo
-Per i Guardiani questo e altro- disse la voce di un nano che giungeva proprio in quel momento da una delle gallerie
-Ghiorgos!- lo salutarono i ragazzi quando lo videro arrivare
-Salve Guardiani- li salutò con la sua solita giovialità il nano bibliotecario
Luca, Alessandro e Edoardo si misero le armature, gli elmi e impugnarono gli scudi. Ma mentre stavano per scegliere l'arma Ghiorgos li bloccò
-Stavo per dimenticarmene- disse il nano tirando fuori un piccolo sacchettino in pelle
-Cosa contiene?- chiese Edoardo curisoso
-Questi- disse Ghiorgos facendo cadere nel palmo della sua mano tre anelli d'oro con una pietra viola incastonata
-Altri gingilli!- sbuffò Alessandro -ma dobbiamo allenarci o fare una sfilata di moda?- chiese sarcastico
-Hai tutte le tue ragioni Igno, ma questi non sono semplici gingilli. Son anelli magici!- disse Ghiorgos con fare cospiratorio
-Anelli magici?-chisese Luca
-Si...provate e infilarvene uno al dito-
I tre presero ciascuno un anello e se lo infilrono. Un ondata di debolezza li investì facendoli rabbrividire.
-Bene ora provate a usare i vostri poteri- disse Ghiorgos
Luca, Alessandro ed Edoardo provarono a creare delle sfere di energia, ma per quanto si sforzassero non ci riuscivano.
-Basta ci arrendiamo, dicci cosa fanno, anche se credo di averlo intuito- disse Edoardo
-Questi anelli portano una pietra chiamata Obscura, dal nome della città dove viene estratta...Oscura- iniziò a spiegare Ghiorgos
-Cosa!!!?- esclamò Alessandro- ma Oscura non è quella città che si trova proprio nel territorio di Leese?-
-Esatto-
-Ma è impossible entrarne in possesso. Solo il nemico la può estrarre- disse Thor stupito anche lui del fatto che Ghiorgos fosse venuto in possesso di una pietra tanto pericolosa
-Ho le mie spie nel campo nemico...cioè abbiamo- disse Ghiorgos nervoso
-Va bene comunque non ci hai spiegato cosa fanno e perchè bloccano i nostri poteri?- gli fece notare Luca
-Ah si!- disse Ghiorgos ricomponendosi subito -Queste pietre bloccano i vostri poteri perchè Leese molti anni fa le creò per sconfiggere i precedenti Guardiani, anche se a quel tempo riuscivano soloa indebolirli. Ora voi vi bloccano perchè siete Guardiani alle prime armi...diciamo-
-Ma perchè ce li hai dati?- chiese Alessandro non riuscendo a capire
-Per impedirvi di combinare un altro disastro come quello di qualche giorno fa. Non vogliamo che sviluppiate i vostri poteri così in fretta perchè altrimenti non sapremo come controllarli- disse Thor
-Abbiamo capito- dissero in coro
I tre ragazzi rimirarono i tre anelli all'apperenza innocui, ma che nascondevano dentro di loro un potere immenso.
-Va bè- disse Alessandro dopo aver dato un ultimo sguardo al suo anello -io lo lascierei stare e non mi preoccuperei più di tanto- ammise rivolto a Luca e Edoardo -tanto ora non ci servirà. Coraggio iniziamo ad allenarci-
-Sono d'accordo con te- ammise Luca andandosi a scegliere un arma
-Avete ragione- disse Edoardo. E dopo aver finito di rimirare il suo anello seguì Luca nella scelta delle armi.
La scelta di quest'ultime era molto varia, si poteva scegliere tra: spade, sia lunghe che corte, pugnali, asce molto robuste, mazze chiodate e lance. Inizialmente i tre non seppero cosa scegliere ma poi Luca e Alessandro optarono perd ue spade leggere e affilate e Edoardo, che aveva il braccio più muscoloso dei loro decise di provere l'ascia.
-Bene ora che avete scelto le vostre armi, vi spiegherò come si svolgerà l'allenamento...-iniziò Thor -Dunque per prima cosa, Alessandro e Luca andrete con Tethos, Niglic e Glirc che vi insegneranno le tecniche base per la spada, mentre tu Edoardo verrai con me e Serpio, che ti insegneremo le tecniche per il combattimento con l'ascia-
-Ok- esclamarono i tre ragazzi.
Il gruppeto si divise e ognuno se ne andò con il proprio istruttore.
L'allenamento durò tutta la giornata. Alessandro e Luca impararono le tecniche base del combattimento con la spada: gli affondi, le parate e a roteare la spada per difendersi dagli attacchi non solo frontali ma anche laterali. Per Edoardo invece fu più difficile e faticoso: dovette imparare a maneggiare bene l'ascia e a colpire con estrema precisione e velocità; il che non era affatto facile. L'ascia era molto più pesante rispetto a la spada e inoltre non era molto facile da maneggiare. Il risultato fu che alla prima giornata di allenamento i tre furono battuti e buttati a terra diverse volte e riportarono numerosi tagli e lividi leggeri. Quello che sis tancò di più di tutti fu però Alessandro che non volendo arrendendersi mai di fronte alla superiorità di Tethos, continuava a menar fendenti e a cercare invano di sviluppare anche la più piccola fonte di calore sulla mano sinistra per scottare il suo avversarioe poterlo abbattere facilmente. Il risultato ovviamente non fu dei migliori: infatti Alessandro sentiva le forze svanirgli sempre più velocemente a causa dell'anello e molte volte imprecò a gran voce cercando di sfilarselo. Ma il nano, non facendolo per cattiveria ma più che altro per paure del potere di Alessandro, continuava a colpirlo incessantemente fino a che non cadeva a terra svenuto o non dimenticava il suo intento per iniziare a proteggersi. Insomma alla fine dell'allenamento, dopo esersi tolti gli anelli Edoardo creò due stamepelle in ferro, tramutando due asce di ferro, per Alessandro, che era ridotto a uno straccio e a malapena riusciva camminare. I nani ovviamente ci restarono di sasso per quella trasformazione ma Edoardo si affrettò a spiegare che sarebbe stata solo temporanea e che il giorno dopo i nani avrebbero riavuto le loro asce come nuove. Quindi dopo avers alutato i nani se ne andarono con la promessa che sarebbero tornati l'indomani per la seconda giornata di allenamneto
-Voi cosa ne pensate- chiese Luca quendo ebbero arggiunto la loro casa
-Serpio, ci va forte quendo colpisce- fu l'unico commento di Edaordo
-E Tethos me la pagherà- disse Alessandro tra un passo e l'altro
-Ora voi cosa avete intenzione di fare?- chiese Luca una volta che ebbero arggiunto la porta della casetta
-Io penso che mi farò un bagno e poi me ne andrò a letto.- disse Edaordo
-Idem- dissero insieme Alessandro e Luca
Dopo essersi dette queste parole entrarono in casa silenziosi come gatti per evitare di svegliare Crystal e Vaolin e infine se andarono a letto sfiniti dopo la loro prima giornata di allenamento.
Cari
lettori scusate il ritardo è che non ho avuto più ispirazione…ma ora ritorno con
un capitolo di fuoco…spero che vi piaccia….
Ciao
Shinichi ^_^
Capitolo
26
Omicidio
inaspettato
Una
luce abbagliante...
Una
piccola figura ammantata di nero che scaglia un fulmine nero dalle sue
mani...
Una
risata sinistra...
Tre
ragazzi che combattono disperatamente contro qualcosa di nero e
violaceo...
Delle
pietre violette che risplendono in quella luce
accecante....
Un
grido lacerante....
Ahhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!.....
-Ahhh!-
gridò Luca alzandosi di scatto e tirando via le coperte
-Che
cosa succede?- urlò Edoardo entrando si corsa nella stanza
Fu
seguito da Crystal e Vaolin che entrarono nella stanza dopo di
lui.
-Stai
bene?- chiese Crystal
Luca
ci mise un pò a mettere a fuoco. Aveva ancora gli occhi semichiusi e la bocca
spalancata in un grido muto. Nelle orecchie aveva ancora quell'urlo
terrificante.
-Luca?!!
Luca!!??- urlò Edoardo disperato, vedendo che l'amico non
rispondeva
-Co-cosa?-
domandò Luca riprendendosi e accorgendosi solo ora della presenza dei
tre.
-Hai
urlato. Ti senti di nuovo male per caso?- domandò Vaolin
-Io
cosa ho fatto?- chiese Luca sempre più confuso
-Ha
avuto una visione...-disse Crystal con tono misterioso
-Cosa???-
domandò Edoardo esterrefatto
-Si...Almeno
credo- mormorò a mezza voce Luca
-E
che cosa hai visto?- domandò Vaolin interessato
-Ho
visto...ho visto...ho visto una luce accecante e in mezzo a questa luce una
figura piccola e vestita di nero che scagliava un fulmine nero. Poi ho visto
dalla parte opposta tre ragazzi, che suppongo essere noi, che combattevano
contro una massa nera e in mezzo a questa luce si poteva vedere altre tre luci
violette...-
-Che
significato può avere questa visione?- si chiese Alessandro apaprendo proprio
alle spalle di Edoardo
-Ahhh!-
strillò il ragazzo appena udì la voce di Alessandro -ma te da dove salti
fuori??? Mi hai fatto prendere un colpo!- disse Edoardo ansimando e tenendosi il
petto
-Sono
qui da lameno cinque minuti. Non vi siete accorti di niente?- disse Alessandro
stupito
-No!-
esclamarono in coro
-Comunque...che
si fa?-
-Niente-
disse Edoardo -la visione potrebbe riferirsi a un momento anche lontano. Quindi
aspettiamo-
-Va
bene. Scusate per lo spavento. E' che le mie visioni arrivano in maniera
inaspettata...Scusate- disse Luca
-Non
preoccuparti- disse Vaolin
-Pensa
a dormire- disse Edoardo
-Ok
allora buonanotte. Ci vediamo domani- rispose Luca
Gli
altri uscirono dalla stanza e Luca si riaddormentò subito
serenamente.
I
giorni succesivi trascorsero allo stesso modo del precedente: l'allenamento dei
ragazzi proseguì e ogni giorno che passava diventavano sempre più forti
riuscendo a combattere senza più ricorrere alpotere dei Guardiani.Passato un mese e mezzo però I sogni di
Luca si fecero sempre più inquieti e alla fine decise di parlarne con Vaolin. Lo
raggiunse nei Giardini di Nidavellir, dove lo trovò seduto sotto la solita
quercia a fare conversazione con l'albero.
-Ancora
lo stesso sogno?- chiese Vaolin con un sorriso a Luca, conoscendo il
problema
-Si...secondo
te cosa dovrei fare?- chiese Luca ansioso
-Dovresti
andare dagli elfi tra di loro vive una sacerdotessa, Freya, sorella del re che è
una veggente e potrebbe aiutarti con il tuo problema-
-Si
hai ragone ma come facciamo il nostro allenamneto durerà ancora due settimane-
disse Luca
-Potresti
chiedere al re se è possibile partire prima. Tanto a quanto ho capito voi non ve
la cavate molto male con spade e asce-
-Si
è vero, potrei provare-
-Inoltre
noi elfi siamo anche degli ottimi guerrieri oltre che dei grandi
maghi-
-E....-
-E...cosa?-
chiese Vaolin non sapendo cosa rispondere
-E...degli
inguaribili modesti!-
-Spiritoso!
Sarà meglio che vada dal re prima che cambi idea e glli dica di non farsi
convincere da te-
-Grazie
del consiglio Vaolin. Sei un amico-
-Di
nulla-
Detto
questo Luca se ne andò di gran corsa dal giardino, lasciando Vaolin alle sue
conversazioni arboree, per dirigersi verso il palazzo del
sovrano.
Poco
dopo nella sala del trono.
-Sire.
Scusate se vi disturbo- iniziò Luca avanzando a grandi passi verso il trono
-volevo chiedervi se era possibile partire prima del previsto. Sa ho avuto una
visione strana e vorrei...- ma le parole gli morirono in gola .
Acacsciato
sul trono e completamente sporco di sangue sedeva il re. I suoi occhi erano
vitrei e fissavano il vuoto. Dall'aspetto si direbbe che fosse stato ucciso da
poco, poichè dalla ferita al cuore sgorgava ancora sangue rosso. La bellissima
corona era caduta a terra e anche l'inseparabile spada del re era scivolata a
terra, ma dalla presa salda dello scudo nell'altra mano si poteva intuire che
fosse morto combattendo. Luca si avvicinò sempre di più verso il corpo del
povero re e solo allora si rese conto dello stiletto nero impiantato nel cuore.
Lo estrè dal cuore e in quel momento il re ebbe un sussulto. Luca si spostò
prontamente, sperando che il re fosse ancora vivo. Ma questa speranza fu
vanificata. Luca non sapeva coem comportarsi.
Che
doveva fare correre a chiamare aiuto? Aspettare che qualcuno lo trovi lì con un
cadavere e uno stiletto insanguinato? Sicuramente era meglio chiamare aiuto.
Così lasciò il re nella sala del trono dicendo alla guardia di stare attento e
di non fare entrare nessuno e partì velocemnete verso la piazza di Nidavellir.
Corse più veloce che poté e alla fine dovette creare una corrente d'acqua perchè
lo sollevasse e gli facesse fare meno fatica, poichè ormai era
stremato.
Giunto
nella piazza trovò Alessandro e Edaordo intenti ad allenarsi con Thor e
Tethos.
-Correte
presto!- urlò lui
-Cosa
succede?- chiesero allarmati
-Non
c'è tempo seguitemi!- urlò Luca dirigendosi già verso l'imabocco della
galleria
-Calamti
Luca- disse Edoardo raggiungendolo
-Si
Calmati. sembra ch etu abbia visto un fantasma!- disse Alessandro
divertito
-Ci
sei andato vicino- disse Luca di rimando
-Cosa????-
escalamrono tutti
-Seguitemi!-
gli intimò Luca
Detto
questo partì alla volata della galleria e ai quattro non restò che seguirlo.
Come aveva fatto prima evocò un acorrente ch etrascinò tutti i prsenti dell
agalleria fino al palazzo del re. Appena raggiunsero l'entrata del palazzo la
corrente svanì e i cinque si ritrovarono bagnati fradici.
-Grazie
tante Genio! la prossima volta avvertici! Mi sarei meso il costume da bagno-
disse Alessandro evocando una corrente d'aria calda ch ein poco tempo li asciugò
tutti
-Scusate
ma è veramente spaventoso dovete venire a vedere subito- disse Luca
frettolosamente
-Aspetteaci
e spiegaci cosa succede!- disse Thor tentando di fermarlo
-Tutto
inutile Thor è meglio se facciamo quanto ci ha detto- disse EDoardo vedendo che
Luca stava già salendo la prima rampa di scale
Lo
seguirono fino alla stanza del trono dove lo trovarono a discutere animatamente
con una guardia
-Sei
sicuro, che non sia entrato nessuno?- disse Luca alla guardia mentre riprendeva
fiato piegato in due a causa della corsa
-Si
ne sono sicuro!- diss ela guardia seccata. Molto probabilmente aveva sentito
quella domanda almeno tre volte
-Bene.
Seguitemi- disse Luca dopo aver ripreso fiato, entrando nella
sala
L'ambiente
era come l'aveva lasciato prima di andare a chiedere aiuto: il corpo del re era
sempre accasciato sul trono e ai suoi piedi una pozza di sangue bagnava il
pavimento. Lo stiletto nero però non c'era più. Appena i due nani videro il
corpo, senza vita del re e capirono l'accaduto, lanciarono alte grida di dolore
e il nano guardiano entrò subito nella stanza per vedere cosa era successo. Il
gruppo però gli impedì di guardare il corpo esanime del re e Thor gli ordinò di
chiamare i capi-clan. Il nano, un pò deluso, comprese la gravità della
situazione dal tono preoccupato e afflitto di Thor e perciò non osò disobbedire.
Corse subito in fondo alla sala e andò a fare quanto gli era stato ordinato.
-Chi
ha potuto compiere un simile delitto?- disse Thor tra le
lacrime
-Non
lo so ma chiunque sia stato la pagherà!- disse Edoardo
deciso
Non
ci volle molto perchè il nano tornasse seguito dagli altri capi-clan molto
confusi. Quanto tutti si resero conto di quanto era accaduto si misero a
piangere e non smisero per una buona mezzora. Luca per evitare ancora la vista
del sangue lo lavò via e chiuse gli occhi del re ancora spalancati. Dopo qualche
ora i Capi ordinarono a quattro nani di portare via il corpo del re, avvolto in
un telo dorato, e si diressero nella sal del consiglio. Ordinarono avviamente
anche a Luca, Alessandro, Edoardo e Thor di seguirli per discutere di quanto era
accaduto. Perciò i ragazzi furono costrettia segurli. La sala del consiglio non
era molto diversa dalle altre eccetto per il fatto che questa era la più povera
e disadorna: si trattava infatti di un unica stanza molto grande ma buia, al
centro della quale si trovava un enorme tavola rotonda dove sedettero i vari
capi-clan. Dal soffitto pendeva un unica lampada molto grande nella quale
scoppiettava allegra una piccola fiamma.
Quello
che doveva essere il più anziano e potente dei capi-clan si salzò in piedi e
disse: -Chi di voi ha trovato il corpo per primo?-
-Io-disse
Luca facendosi avanti
-Tu
Udor?- domandò il capo-clan facendosi piccolo
-State
tranquillo...hem...non conosco il vostro nome- cominciò
Luca
-Il
mio nome è Cleor e sono il capo di questo consiglio- disse Cleor meno
timoroso
-Ok,
Cleor, io non centro con questo delitto. Stavo andando dal re e l'ho trovato in
questo stato- disse Luca
-C'èqualcuno
che può provarlo?-disse un nano giovane dall'aria burbera
-No...non
c'è nessuno che...hei ma io ve lo posso giurare l'ho trovato in questo
stato...ve lo giuro- farfugliò Luca
-Il
nano che si trovava a guardia della porta ha detto che non è entrato nessuno
prima di Udor- disse lo stesso nano di prima
-Io
vi giuro sull'elemento che io possiedo che non ho ammazzato il re- disse Luca
deciso
-E
noi ti crediamo!- dissero Alessandro e Edoardo raggiungendo Luca e schierandosi
dalla sua parte
-Io...io
non so che cosa dire- farfugliò Cleor
-Lo
so io- disse il giovane nano -I Guardiani si sono messi d'accordo per uccidere
il re!-
-Ma
come ti permetti!- esclamò Edoardo -Un Guardiano che ti da la sua parola non
mente mai-
-Beh
ora stiamo calmi - disse Cleor tentando di riportare tutti alla calma -dobbiamo
deliberare sull'accaduto...ehm...Thor porta Udor,Ignio e Geos fuori di qui per
favore-
-Subito
signore...andiamo ragzzi- disse Thor rivolgendosi prima al capo-consigliere e
poi ai tre ragazzi.
Thor condusse Alessandro, Edoardo e Luca
fuori dalla sala e li ricondusse alla loro casetta. I ragazzi appena entrati
raccontarono il fatto a Crystal e Vaolin che restarono a dir poco
orripilati.
-Ma
chi è stato?- domandò incredulo Vaolin
-Non
lo sappiamo...ma- cominciò Edoardo
-...Ma
tutti pensano che sia stato io- concluse Luca scoraggiato
-E
perchè?- domandò Crystal
-Perchè
è stato lui il primo atrovare il cadavere e il nano che stava a guardia della
porta ha affermato che non è entrato nessuno a parte Luca- disse Alessandro
arrabbiato
-Dobbiamo
provare la tua innocenza- disse Thor
-E
come, l'arma del delitto non è stata trovata e quindi come pensate di
scagionarmi?- disse Luca scoraggiato
-Ma
di che ti preoccupi non hanno le prove e poi...accusare un Guardiano di omicidio
è una cosa a dir poco folle- disse Vaolin
-Ai
nani non interessano le prove si basano solo sui i fatti e i fatti dicono che
sono io il colpevole- disse Luca
-Allora
cosa possiamo fare- domandò Crystal sconsolata -Dobbiamo apsettare e sprerare
in una decisione favorevole del Consiglio- disse Thor
-Ma
quale potrebbe essere la pena?- chiese Edoardo già temendo la
risposta
-Morte...-
disse Thor in modo drammatico
Passarono
i giorni e il Consiglio alla fine decise di scagionare Luca, ma a causa del
timore dei nani, i tre ragazzi, Crystal e Vaolin furono costrettia ad andarsene
al più presto. Quella mattina stavano appunto preparando i bagagli, quando Luca
ebbe di nuovo la stessa visione di qualche giorno fa...però questa volta fu più
nitida:
Le
forme iniziarono a distinguersi di più...le tre figure ch ecombattevano contro
una specie di mostro a tre teste nero come la pece erano in realtà Edoardo,
Alessandro e Luca, e la voce che si udì alla fine della visione fu di una
ragazza...non seppe bene dire chi...se Crystall o...qualcun
altro.
Quando
la visione si interruppe Luca ebbe un sussulto e abbandonate le sue cose si
diresse subito nelle varie stanze per chiamare i suoi
amici.
-Ragazzi
ho ruiavuto la stessa visione- iniziò a dire quando si furono riunitoi nel
salottino -questa volta però era più nitida-
-Cosa
hai visto?- domandò interessato Edoardo -Ho visto noi tre che combattevamo
contro uno strano mostro a tre teste e ho scoperto la fonte di quel grido: una
donna, o una ragazza-
Tutti
si voltarono verso Crystal la quale non seppe cosa dire
-Non
credo sia lei anch'io ci ho pensato ma mi pareva un altra persona- disse Luca
dissipando i dubbi
-Sei
riuscito a identificare il personaggio con il mantello che scagliava quel
fulmine nero?- domandò Vaolin
-No
purtroppo il volto è coperto dal cappuccio, ma credo che sia
Smigle-
-Smigle!!!!!???-
domandò Alessandro orripilato
Ricordava
bene l'orrendo mostro-lucertola che aveva affrontato qualche mese fa e ricordava
anche che per poco non ci aveva rimesso la pelle tentando di spingerlo giù da
quella gola.
-Può
darsi che mi sbagli...ma non saprei...- ammise Luca
-Lo
vedremo presto- disse deciso Voalin -quando una visone diventa piùnitida,
significa che l'avvenimento a essa collegato si sta per verificare. Non ci resta
che attendere...-
Dopo
aver concluso quella discussione spinosa, Edoardo, Luca, Alessandro, Vaolin e
Crystal finirono di fare i bagagli e si prepararono a scendere.
-Mi
mancherà qusta casetta- ammise Alessandro, scontento di dover lasciare tutte quelle
comodità
-Eh
si! Hai ragione Ale. Anche perchè adesso ci aspettano almeno due mesi di
cammino- disse Vaolin
-Cosa???-
esclamarono Luca, Alessandro e Edoardo all'unisono
-Si...per
arrivare dagli elfi servono almeno due mesi di cammino- spiegò Vaolin
-Ma
non è possibile!- esclamò Alessandro
-Mi
dispiace ma non possiamo starcene con le mani in mano, questo omicidio ci deve
spingere ancora di più a portare a termine il nostro compito- disse Vaolin
ll
gruppetto si fermò per qualche istante a pensare agli avvenimenti degli ultimi
tempi. Erano successe così tante cose dai nani che loro se ne capacitavano solo
adesso: Il banchetto, la trasformazione di Luca e Alessandro, la loro malattia,
l'allenamento e ora l'assassinio del re. Non potevano essere solo coincidenze...era
tutto pianificato.
-Voi
chi credete che potrebbe essere stato a uccidere il re?- domandò Edoardo
-Sicuramente
non un nano- intervenne subito Thor -un nano non ucciderebbe mai il suo
leader...a meno che lui non si fosse dimostrato malvagio nei confronti del suo
popolo. MA non è il nostro caso ve lo assicuro-
-Allora
tu dici che sia stato una persona esterna al popolo dei nani- disse Luca
-Precisamente-
-Il
Nemico deve avere qualche spia all'interno della vostra gente- disse Alessandro
-Ma
come è possibile qui ci sono solo nani e gli unici esseri diversi dai nani
siamo noi e i draghi- disse Crystal con chiarezza
-Allora
la spia deve avere la facoltà di cambiare form...- disse Alessandro
-Smigle!-
esclamarono tutti all'unisono eccetto Thor
-Chi
è Smigle?- chiese Thor confuso
-E'
l'essere più viscido e pericoloso che esista.- disse Alessandro ricordando lo scontro
di qualche mese fa
-Non
ti consiglio di incontrarlo. E'una
lacertola, un rettile capace di modificare le proprie dimensioni e di
cammufarsi. Era uno dei servi di Malus, il mago che controlla il nostro
villaggio e ci ha attaccati proprio mentre stavamo fuggendo da Balam- raccontò
Luca
-Ho
capito- disse Thor -quindi voi pensate che sia stato questo mostro a uccidere
il re cammufandosi da nano?-
-E'
probabile- disse Vaolin
-Ma
non abbiamo le prove per incastrarlo e inoltre lui è morto, ricordate?- disse
Alessandro -io e Vaolin l'abbiamo spinto giù di sotto-
-Allora
chi può essere stato?- richiese Thor
-Non
lo sappiamo- risposero i ragazzi
-Io
però potrei dirvi a chi appartiene il pugnale nero che è stato usato per
uccidere il re- disse Alessandro
-Cosa???-
dissero tutti
-Si,
bè è un potere che ho scoperto da poco ma penso che potrebbe esserci utile-
disse Alessandro stranamente modesto
-E
quando ha scoperto di possedere questo dono?- chiese Vaolin interessatissimo
-Dopo
essermi ripreso- raccontò Alessandro - è molto simile alla preveggenza di Luca,
solo che con me funziona al contrario: io sono in grado di vedere il passato di
quell'oggetto semplicemente toccandolo. Mi è accaduto di scoprirlo toccando per
caso il martello di Thor. Ho avuto come un falsh e ho rivisto il martello che
veniva forgiato, incantato dalle mani di Goldragon, e poi di vedere i vari
propetari del martello fino ad ora.-
-Caspita!-
esclamò stupito Thor -quindi questo martello è stato incantato da Goldragon, ne
sono molto onorato- disse accarezzando il martello
-Allora
che cosa stiamo aspettando?- disse Luca -possiamo provare la mia innocenza.
Andiamo!-
Detto
questo il gruppetto lasciò i bagagli a metà e uscì fuori dalla piccola casetta.
Nella
piazza di Nidavellir trovarono il Gran Consiglio e tutta la popolazione dei
nani che gli aspettavano per salutarli.
-Luca
è innocente- disse Crystal volando e precedendo gli altri
-Questo
lo abbiamo già appurato- disse il capo del Consiglio un pò agitato
-No
intendeva dire che possiamo provare che Luca è innocente, trovando il vero
colpevole- disse Edoardo
-Ah
si! e come?- disse il solito nano dalla barba nera
-Si,Alessandro
vi farà vedere come- disse Luca
-Portatemi
il pugnale- esordì Alessandro
-Perché?...-chiese
Cleor
-Fatelo
e basta- disse Thor con tono autoritario
-Va
bene. Obbedite- disse l'anziano nano rivolto a due guardie
tra
gli spettatori una figura incapucciata iniziò a inquietarsi
Dopo
pochi minuti i due nani ritornarono con un piccolo cofanetto rosso stretto e
lungo. Cleor l'aprì e ne estrasse il pugnale nero ripulito dal sangue del
defunto re. Dopo averlo preso lo porse ad Alessandro, il quale chiuse gli
occhi, come per concentrarsi, poi dopo essersi illuminato della sua aura
rosa-rosso, fece levitare il pugnale, alzando le mani verso il soffitto,
richiudendo il pugnale in una specie di sfera rosa trasparente e luminosa, e
stette in quella posizione per alcuni minuti, dopo aver assorbto tutte le
informazioni che gli servivano, smise di far levitare il pugnale e, abbassando
le mani, lo rimise nella sua custodia. Sul suo viso si leggeva chiaramente un
espressione di puro sgomento e confusione
-No...non
è possibile....-disse Alessandro tra se e se
-Chi
è stato Ale?- lo incalzò Edoardo
-Tu...non
è possibile....-cominciò a balbettare Alessandro sconvolto.....
-....Tu
ci hai traditi...Ghiorgos....-disse Alessandro puntando il dito contro il nano
con gli occhiali in prima fila.
Nel
villaggio di Balam, intanto, gli abitanti si erano riuniti tutti a casa di
Stronghold e Shila: gli uomini si erano dati da fare per fortificare il terreno
che circondava la casa, creando diverse fortificazioni, le donne invece avevano
raccolto quante più provviste potevano e le avevano stipate, parte nel granaio
e parte nella dispensa. Le fortificazioni, costruite dagli uomini erano
suddivise in tre settori : la prima circondava l'intera proprietà di
Stronghold, la seconda circondava metà del terreno e la terza invece circondava
solo la casa e il grananio. Tutte le fortificazioni erano state costruite con
legno e sassi, presi dal fiume che scorreva non molto distante dalla casa e
dagli alberi della foresta che circondava anche parte del terreno di
Stronghold. Prima di tutto erano stati scavati dei fossati per potersi
difendere meglio, e poi prima e dopo i fossati, profondi un metro, erano stati
creati due muri in pietre alti almeno uno o due metri. All'interno dei fossi
erano stati invece inficcati dei pali di legno accuminati. Era stato un lavoro
durissimo e sfinente, ma grazie alle braccia forti di Stronghold e di altri
uomini della sua stazza e soprattutto grazie ai materiali, presi in parte dal
fiume e dalla foresta e in parte dalla vicina casa dello scalpellino, che
possedeva molta calce, il lavoro era stato portato a compimento in tre giorni.
Ora dovevano mettere a punto le ultime cose e aspettare il ritorno di Stan il
fabbro che era andato alla sua fucina per preparare le armi per il
combattimento.
-A
che punto siete con le fortificazioni?- domandò Shila dalla porta di casa, a
Stronghold
-Qui
abbiamo quasi finito e tu invece? Le provviste le avete raccolte tutte?- le
rispose Stronghold
-Abbiamo
messo da parte tutte le provviste. Il fabbro non è ancora tornato?-
-No-
-Sarà
meglio andare a cercarlo-
-Hai
ragione- disse Stronghold -andiamo a cercarlo- disse poi rivolto a tre compagni
-Fate
attenzione-gli gridò Schila mentre il gruppetto si allontanava
Stronghold,
che era alla testa del gruppo superò le tre fortificazioni lignee eguidò i suoi compagni oltre i terreni
bruciati degli altri abitanti del villaggio. Non ci misero molto a raggiungere
la fucina del fabbro, ma quando la videro restarono impietriti. Il corpo del
povero fabbro pendeva senza vita, appeso all'insegna della sua fucina.
Attaccato alla porta vi era invece un messaggio appeso con un coltello:
Non sperate di cavarvelacontro di noi...
siamo più forti e potenti di voi.....
Consegnateci la bambina e il suo
immenso potere o l'ira di Leese si abbatterà su di voi
...avete una notte per pensarci,
all'albaverremo a sentire lavostradecisione ...
speriamoo, per la vostra incolumità che
siaquellagiusta....
all'alba verremoo....
Firmato: MALUS
Dopo aver letto il messaggio il
gruppetto si rivolse subito verso Stronghold
-Che facciamo entriamo o torniamo
indietro- chiese uno
Stronghold non rispose, agì. Entrò
risoluto dentro al negozio, chinando il capo in segno di rispetto quando passò
vicino al cadavere del povero fabbro. Dentro trovò la confusione più totale:
tutti gli atrezzi erano stati rovsciati e sparsi per tutto il negozio e
l'incudine era stata spezata a metà. Il fuoco, che prima bruciava
costantemente, era stato spento...ma avvicinandosi notò che c'era della neve
vicino alle ceneri...
-Cosa dobbiamo fare Stronghold?-
domandò uno dei compagni
-Bè Stan è riuscito a fare qualcosa
dopotutto...- rispose il gigante notando delle spade e delle lance per terra
-prendiamole e sbrighiamoci a tornare a casa-
Dopo aver preso le armi stavano quasi
per allontanarsi dalla fucina, quando Stronghold si fermò e tornò indietro.
-Ma che fai? Dobbiamo andare!!!-
strillò uno del gruppo
-Non senza aver dato una degna
sepoltura a Stan- ribatté Stronghold
Detto questo tirò giù dall'albero il
cadavere del povero fabbro e iniziò a scavare una fossa per seppellirlo. Dopo
qualche secondo di esitazione anche gli altri uomini che lo avevano
accompagnato aiutarono Stronghold a seppellire il defunto. Dopo averlo
seppellito, misero un piccolo fiore bianco sulla sua tomba e intonarono un debole
canto di addio. Dopo averlo fatto presero le loro armi e se ne andarono dalla
fucina. Durante il viaggio, tornando verso il campo base ebbero modo di trovare
diverse case distrutte e moltissimi soldati di Malus intenti a depredare di
quei pochi beni le case dei contadini. A quella vista a Stronghold montò una
rabbia immensa e fece uno sforzo immane a restare calmo e a non lanciarsi su
quei viscidi esseri e strozzarli. Il resto del viaggio fu molto difficoltoso,
perchè il nemico aveva piazzato diverse sentinelle, che avevano il compito di
osservare i contadini e vedere se qualcuno di loro usciva da quella specie di
fortezza. Per fortuna riuscirono a passare inosservati, eliminando qualche
sentinella si intende, altrimenti non ce l'avrebbero mai fatta. Quando
finalmente varcarono la prima delle fortificazioni tirarono tutti un grande
sospiro di sollievo.
-Fiu!!!- escalamrono i compagni di
Stronghold una volta giunti nel gran casolare -ce la siamo cavata-
-No!-
disse secco Stronghold -la vera guerra inizierà tra poco. Vedete di terminare
tutte le fortiicazioni e piazzate ogni genere di trappola. Voglio che quando
giungeranno qua trovino pane per i loro denti. Ah un ultima cosa....piazzate
molti pali di ferro intorno alle recinzioni e alla casa e bagnate il
tutto...-aggiunse poi con una scintilla di rabbia negli occhi e un sorriso
determinato.
L’alba
stava sorgendo sui monti dei Guardiani, a Balam. L'aurora tinteggiava di rosa
le loro vette e un timido sole invernale stava sorgendo. Nonostante questa bellissima
alba la natura era morta. Non si udiva neanche il canto di un uccello o il
verso di qualche animale. Nella casa-fortezza che si trovava ai limiti del
villaggio, la tensione era al massimo. Gli uomini si erano disposti lungo le
diverse recinzioni, che erano state munite di trappole: fosse nascoste,corde
legate alle palizzate, che appena uno ci passava sopra scattavano,
imprigionando lo sventurato in una rete o facendolo penzolare a testa in giù.
Le donne invece si erano rifugiate dentro la casa che avevano sbarrato.
Stronghold era i prima fila, armato di tutto punto: portava infatti una spada,
legata in vita e posta in un fodero, una lancia, che stringeva nel pugno, e un
arco e una faretra entrambi legati dietro la schiena. Non aveva uno scudo, al contrario
dei suoi compagni ma aveva un elmo un pò rudimentale, ricavato da una vecchia
pentola. Sentiva dentro di lui una starna eccitazione aspettando la battaglia
imminente e dava fugaci occhiate oltre la barricata sperando e, al tempo
stesso, temendo di vedere il nemico che si avvicinava, pronto a eliminarli.
Durante la notte precedente avevano discusso a lungo e animatamente sul da
farsi. Stronghold e gli altri suoi compagni avevano raccontato cosa avevano
trovato una volta giunti alla fucina del fabbro. A quel punto avevano discusso
riguardo al messaggio minaccioso che avevano trovato e c'erano stati molti
pareri discordanti: c'era chi, senza scrupoli, aveva proposto di consegnare la
povera Aurora a Malus, credendo stupidamente che così sarebbe stato salvo. Poi
ci fu chi invece proponeva di scappare e chi, come Stronghold, proponeva di
combattere fino alla morte
...-Dobbiamo
consegnarla, Stupidi!! Ma non capite se combattiamo ci uccideranno tutti dal
primo all'ultimo!- disse un contadino ciccione e vigliacco
-GIACOMO
VUOI PER CASO MORIRE ORA!!!!!!!!!!!-gli rispose Stronghold Alzandosi
all'istante e minacciando di tirargli un pugno sul muso
-Stai
calmino eh! Non ,mi fai mica paura- disse Giacomo ad alta voce e allo stesso
tempo allontanandosi sempre di più dal perimetro in cui avrebbe potuto
rischiare davvero un pugno
Stronghold
rise
-Ah no
allora perchè ti stai allontanando?- disse lui beffardo
-Io
sono d'accordo con Giacomo, meglio abbandonare la mocciosa e chiedere perdono-
disse un altro contadino basso e robusto
-QUELLA
"MOCCIOSA" E' MIA FIGLIA, DANIEL, QUINDI SE NON VUOI FARE UNA BRUTTA
FINE TI CONVERRA' FARE ALTRE PROPOSTE- disse Shila, alzandosi e dirigendosi
come una furia verso il bassetto
Vedendo
che avanzava Stronghold la bloccò, mentre l'altro si andava a nascondere nelle
ultime file, borbottando qualcosa.
-Cara
forse è meglio se ne parliamo in maniera un pò più civile- disse Stronghold con
dolcezza per placare la moglie
-IO
STO PARLANDO IN MANIERA CIVILE!!!- disse Shila continuando a urlare e a lanciare
occhiate assassine nel punto in cui era sparito Daniel
-Ok
altre proposte?- chiese Stronghold molto imbarazzato
-Forse
io ce l'avrei- disse una donna della prima fila
-Avanti
su parla, Marta- la invitò Stronghold
-E
vedi di fare proposte intelligenti!!!- la fulminò Shila
La
donna, dall'alto dei suoi 180 centimetri non mutò espressione ne si spaventò ma
disse semplicemente:
-Dobbiamo
combattere!!!
Stronghold
aveva apprezzato molto la proposta di quella donna forte e coraggiosa, almeno
quanto sua moglie. Dopo di lei nessuno aveva saputo fare proposte migliori, e
poi morire per morire, sarebbe stato meglio morire combattendo. Mentre
ripensava a questo non si accorse delle due creature alate che proprio in quel
momento sorvolavano il cielo. Le creature in questione erano proprio Zip e
Bora, che portavano in volo i loro rispettivi Guardiani: Sean e Giulia. Dopo
averli lasciati su una nuvola, resa solida dai poteri glaciali di Giulia, li
lasciarono e se ne tornarono indietro per non compromettere il piano. Il bel
biondino fremeva dalla voglia di scatenare tutto il suo potere, tanto che per
poco non si gettò in picchiata sulla casa.
-Fermati
Sean- gli ordinò la sorella ponendosi tra lui e il suo obbiettivo -dobbiamo
attenerci al piano, lo sai-
-Chissene
importa del piano Giu!!! Io voglio sconfiggere questi villici in fretta così
potremmo partire all'inseguimento di quelle mezzecalzette di Udor, Igno e Geos-
-Sean
ascoltami ti prego!- disse la ragazza con uno sguardo supplicante -lo sai che
se disobbediamo Lui ci farà del male!-
Sean
sapeva bene a chi si stava riferendo la sorella...
...Notte buia e tempestosa, al castello
di Malus c 'è molto fermento per la battaglia del giorno seguente e nessuno
riesce a dormire, tuttavia ci sono alcune persone che riescono a stare
tranquille. Le persone in questione si trovano in una stanza al secondo piano:
la stanza di Malus. Il mago, apparentemente tranquillo, in realtà è molto teso
per l'imminente chiamata del suo Signore. Insieme a lui però ci sono anche altri
due ragazzi: Sean e Giulia. Ad un certo punto si vide un lampo squarciare il
cielo notturno e nello stesso momento, nello specchio, appeso nella parete di
lato, apparve Leese in tutto il suo più orrendo splendore. Malus sussultò, era
evidente che si aspettasse una chiamata da Leese ma comunque si spaventò lo
stesso quando il tiranno apparve nello specchio, accanto a lui c'era una
misteriosa figura femminile,vestita di rosso e
bianco.
-Ai
suoi ordini mio signore- disse Malus inchinandosi davanti al Signore
dell'Oscurità
Anche
Giulia si inchinò, per poi rialzarsi subito, ma Sean non guardò neanche lo
specchio, anzi rimase in piedi appoggiato alla parete, come se non fosse
successo nulla di nuovo. Leese Parve non notare questa piccola impertinenza,
visto che subito disse: -Allora come procedono le operazioni? Avete catturato
la Guardiana della Rosa?-
-Non
ancora mio signore- disse Malus tremante
-NON
ANCORA!!! MA CHE RAZZA DI MAGO SEI? QUANTO CREDI CHE CI VOGLIA PER SPAZZARE VIA
QUEI CONTADINI E PRENDERE UNA MOCCIOSA!!!- tuonò Leese arrabbiatissimo
-C-chiedo
p-p-perdono mio signore, ma la bambina a quanto pare ha creato una specie di
campo di forza e io non posso ne avvicinarmi ne lanciare i miei incantesimi
perchè altrimenti verrebbero respinti- si giustificò
-Ma ti
ho anche mandato Electro e Glecia. Loro dovrebbero essere immuni dal campo di
forza.- ribatte Leese
-Infatti
ci stavamo preparando ad attaccarli...-
-E che
cosa aspettavi??? La mia approvazione? Non sei capace di agire di testa tua?-
disse Leese
-No..si...cioè,
intendevo dire che volevo che prima fosse d'accordo con il mio piano, mio
Signore- tentò di spiegarsi Malus
Leese
parve pensarci un po’ su prima di rispondere. Continuò a guardare il mago, che
tremava sotto il suo sguardo, e per questo si calmò, guardando il mago con un
sorriso di approvazione, per la sua fedeltà, ma al tempo stesso sprezzante e
superbo. Poi disse:
-Mi
piace la tua adulazione...Per questa volta ti perdono, ma d'ora in poi vedi di
non deludermi- detto questo Leese sparì, ma prima che l'immagine scomparisse
del tutto, si udì distintamente una malvagia risata femminile
-Ora
che facciamo "capo"?- domandò Sean in tono ironico e irrispettoso
-Ti
conviene abbassare la cresta biondino perchè qui comando io!- disse Malus ora
determinato a non deludere più il suo Signore
-Come
mi hai chiamato?- scattò Sean accendendo un aura nera intorno a se e creando
una piccola sfera elettrica nella propria mano
-Provaci!-
disse Malus con fare beffardo
-Sean,
no...-tentò di bloccarlo Giulia
Troppo
tardi Sean scagliò quella sfera elettrica con tutta l'energia che aveva in
corpo. Malus però fu più veloce e con un rapido gesto estrasse una pietra viola
da una tasca che assorbì il colpo.
-Malediz....-
esclamò Sean vedendo che il suo colpo andava a vuoto
Non
fece però in tempo a dire altro perchè Malus gli rispedì il suo stesso colpo
indietro, solo che Sean non era pronto e ricevette il colpo in pieno petto. Il
ragazzo cadde all'indietro e subito Giulia gli fu vicina illuminandosi di un
aura argentata. All'improvviso la temperatura nella stanza si abbassò di colpo
e piccoli fiocchi di neve iniziarono a turbinare intorno a Giulia, che dopo
aver controllato le condizioni del fratello si era messa davanti a lui per
proteggerlo.
-Che
cosa vuoi fare mocciosa, vuoi che ti riservi lo stesso trattamento di tuo
fratello?- chiese Malus beffardo
Giulia
in tutta risposta gli lanciò l’occhiata più cattiva che gli venne, ma poi
abbassò la sua aura e poco a poco la stanza tornò alla temperatura precedente
-Brava
bambina- disse Malus prendendo in giro Giulia
La
ragazza non rispose ma si mise in angolo, guardando in cagnesco suo fratello
che nel frattempo si era rialzato e ora continuava a guardare Malus con la sua
solita aria di sfida, ma nei suoi occhi c'era una punta di paura
-Ti
ascoltiamo Malus- dissero entrambi
-Va
bene sorellina per una volta ti darò ragione- si limitò a dire Sean,
nascondendosi dietro una nuvola
Giulia
lo seguì....
Nel
frattempo, sul davanti della collina si stava radunando un vero e proprio
esercito di 100.000 soldati formato da mostri-gnomi e uomini. A capo di tale
esercito si trovava Malus, che non indossava alcuna armatura, al contrario dei
suoi soldati; l'unica cosa che indossava era un piccolo elmo cornuto, nero come
la pece. Malus sembrava tranquillo e procedeva a testa alta, superbo e sicuro
di se. Dopo che l'esercito ebbe raggiunto i piedi della collina, Malus fece un
passo avanti e richiamando a raccolta i suoi poteri di mago oscuro, iniziò a
levitare in aria. Dopo aver raggiunto i sei metri d'altezza in modo che tutti
potessero vederlo, con voce forte e sicura disse: -Allora stupidi villici,
qual'è la vostra risposta?-
La
risposta arrivò praticamente subito e non fu pronunciata da una sola voce,
bensì da tutti : -Preferiamo combattere, piuttosto che consegnarvi Aurora!!!-
-Avete
scelto il vostro destino- e dopo aver detto queste parole, Malus emise un unico
e lungo fischio. A questo segnale, sotto di lui, si scatenò l'inferno: i
soldati dell'esercito di Malus si scagliarono contro la prima recinzione,
incuranti delle trappole, che Stronghold aveva fatto posizionare e delle frecce
che nel frattempo i primi contadini gli scagliavano contro. Molti nemici
morirono, cadendo in fosse nascoste e profonde o finendo infilzati, dai grossi
pali di legno o dalle frecce, ma l'esercito di Malus era inarrestabile: i
nemici si sostituivano ai compagni caduti, passandoci sopra e avanzavano
inesorabilmente. I contadini che si trovavano nella prima recinzione
combatterono fieramente tenendo a bada i nemici, ma dopo un quarto d'ora furono
costretti a ritirarsi nella seconda recinzione facendo attenzione a non far
scattare le trappole.
Il
segnale di Malus però, non serviva solo a far avanzare le truppe, ma anche per
un altro scopo. Infatti subito dopo una nuvola iniziò a viaggiare
controcorrente avvicinandosi sempre di più alla casa di Stronghold. Lì per lì
nessuno si accorse di un innocua nuvoletta, presi come erano dalla battaglia,
perciò questa poté avvicinarsi alla casa senza problemi. Shila però che proprio
in quel momento era affacciata alla finestra della cucina per vedere come
procedeva la battaglia, notò la nuvola e iniziò a insospettirsi e corse in
camera della figlia, che nel frattempo era stata lasciata con Sofia. La donna
non si era sbagliata, la nuvola era davvero strana e sospetta e ne ebbe la
conferma, quando due ragazzi: un ragazzo e una ragazza, entrambi biondi,
entrarono dalla finestra della camera. Nello stesso istante Aurora, che fino a
quel momento aveva avuto incubi spaventosi, si svegliò e sbarrò gli occhi
I
soldati di Malus erano arrivati nella seconda recinzione facendo scattare
ovviamente tutte le trappole e rimettendoci solo un quarto delle truppe. Questa
volta però quando raggiunsero lo spazio compreso tra la seconda e la terza
recinzione trovarono pane per i loro denti: infatti lì si trovavano Stronghold
e Marta. Appena Stronghold vide i primi nemici si scagliò su di loro con la
potenza di un uragano, facendo roteare la spada sopra la testa. Non aveva mai
combattuto in vita sua, le uniche cose che aveva impugnato erano la zappa e il
forcone, eppure ora si stava dimostrando uno spadaccino abilissimo. Riusciva a
parare e a colpire nello stesso tempo, i nemici non riuscivano mai ne a
sopraffarlo ne ad avvicinarlo. Anche Marta non era da meno i lavori nei campi
le avevano reso le braccia forti ed era bravissima nel combattimento senza
armi: sferrava calci e pugni, disarmando gli avversari e sbattendoli al
tappeto. I nemicinon riuscivano più ad
avanzare e per il momento le cose si stavano mettendo bene per i contadini.
-Sean,
Giulia, stupidi mocciosi sbrigatevi- disse Malus vedendo che le sue truppe
venivano sbaragliate sa quei due titani.
Aurora
aveva abbandonato la sua forma di bambina, assumendo quella di Guardiana della
Luce e si stava preparando a combattere armata della sua lancia. Sean e Giulia
avevano sguainato le armi e stavano richiamando a raccolta le loro energie di
Guardiani e le stavano infondendo alle loro armi. Per primo attaccò Sean
scagliandosi in avanti con un grido, l'enorme spada che risplendeva del potere
del fulmine nero. Per Rosa fu un giochetto: lo schivò e gli assestò un colpo
sulla schiena grazie alla sua lancia. A quel punto fu il turno di Giulia:
questa fece scattare in avanti la sua frusta adamantina e riuscì ad afferrare
il piede della Guardiana. Sean allora si alzò e unì i suoi poteri a quelli di
Giulia, trasmettendoli alla frusta, come a un cavo elettrico. Rosa dovette
accusare un bel colpo e quindi ricadde a terra, non riuscendo più a volare. Sean
approfittò di questo momento di debolezza di Rosa e gli lanciò contro un
fulmine nero. Rosa però, seppur debole, riuscì a schivare il colpo e ad
alzarsi. Recuperò la sua lancia e riuscì a disarmare Sean puntandogli la lancia
alla gola
-Tu
non sei degno di essere il Guardiano del Tuono- disse Rosa a denti stretti,
mentre si preparava a dare a Sean il colpo di grazia
Ma
proprio quando le cose sembravano mettersi bene si udì lo schiocco della frusta
di Giulia e poco dopo sei stringeva all'interno della frusta Shila e Sofia, che
avevano cercato di tenersi lontane dallo scontro
-Tu
liberi mio fratello e io lascio queste due- disse Giulia,lo sguardo freddo come
il ghiaccio, avvicinando alla gola un pugnale di ghiaccio affilatissimo
-Rosa fai come dice lei- disse Aurora nella mente di Rosa -non
voglio perderle!!!-
Rosa esitò un pò indecisa sul da farsi, guardò Sean lanciandogli
un occhiata di puro odio, ma poi abbassò la lancia, permettendo a Sean di
rialzarsi e di andare dalla sorella
-Bene e ora Guardiana della Luce, seguici e noi non faremo del
male a queste due- continuò Giulia
-Avevamo un patto...- tentò di protestare Rosa
-Il patto è cambiato- disse Giulia seria
-Siete solo dei farabutti...-
-Smettila di offenderci e fai quello che ti dice mia sorella- disse
Sean con un sorriso di trionfo sulle labbra
Rosa non rispose si limitò a ritrasformarsi e al suo posto apparve
Aurora, piccola e indifesa, ma fiera. La bambina mosse alcuni passi verso i due
Guardiani, ma non riuscì a reggersi in piedi, provata dalla malattia e dallo
scontro, perciò ricadde a terra e svenne. Sua madre riuscì a liberarsi dalla
presa di Giulia e le fu vicina. Si chinò su di lei e le mormorò parole dolci,
di conforto dandole dei piccoli baci. La piccola si riprese per poco tempo e si
limitò a dire alla madre...
-Perdonami mamma, non sono stata capace di difenderti...ma non
preoccuparti Luca, Alessandro ed Edoardo mi salveranno,ci salveranno;
perciò non temere le tenebre verranno sconfitte anche questa volta- dopo aver
detto queste parole Aurora svenne definitivamente. Shila si mise a piangere e
tentò di rianimarla, ma Giulia stanca di quella scena, scagliò un onda di
ghiaccio e allontanò Shila attaccandola alla parete. Dopo aver fatto questo
Giulia prese Aurora in braccio e insieme a Sean si allontanarono volando fuori
dalla finestra. A quel punto Shila lanciò un grido disperato.
Il grido di Shila fu udito da tutti i combattenti e quando
Stronghold, vide i due ragazzi che si allontanavano volando dalla finestra con
un fagotto in braccio, non capì più nulla e una furia terribile si impossessò
di lui. Iniziò a sterminare i nemici uno a uno senza fermarsi e anche quando
questi iniziarono a battere in ritirata li inseguì senza tregua saltando
abilmente le recinzioni. Marta gi corse dietro per evitare che si facesse male,
aiutandolo nello scontro. Ma quando anche l'ultimo nemico raggiunse i piedi
della collina Malus, che aveva assistito alla sconfitta del suo esercito alzò
la mano e con un lampo di luce accecante, teletrasportò se stesso e i suoi
uomini, ormai ridotti a una ventina nel suo castello.
-Scappi eh! Coniglio!! Torna qui e combatti!!! Ridammi mia
figlia!!!!- disse Stronghold continuando a lanciare improperi e altre
maledizioni contro Malus finchè ebbe fiato.
Marta, che nel frattempo era arrivata, lo lasciò sfogare, conscia
del dolore che stava provando, poi quando l'uomo ebbe terminato, mettendogli in
braccio dietro la schiena, si diressero insieme verso la casa, dove presto
avrebbero appreso ciò che già tristemente conoscevano.
Ciao
a tutti sono come al solito in ritardo…Ma ho avuto un periodo di mancata
ispirazione….spero che questo mio nuovo capitolo vi piaccia…e se non ci capite
qualcosa ditemelo, perché è stato un capitolo scritto di getto….spero che
comunque vi piaccia….
A
Presto Shinichi ^________^
Capitolo
29
Il
Mutaforma
-....Si
Ghiorgos sei stato tu....tu hai ucciso il re...- continuò a dire Alessandro
puntando il dito contro il goffo nano occhialuto in prima
fila
Tutti
i presentirivolsero i loro sguardi
verso Ghiorgos, il quale aveva abbassato lo sguardo
-No,
non è stato lui- disse un nano dalla barba nera -i Guardiani vogliono solo
confonderci!-
-Io
non ho mentito e vi dico solo ciò che ho visto- ripetè Alessandro, rimettendo il
pugnale a posto
-E
perchè dovremo fidarci di te?- disse il solito nano
-Perchè
noi crediamo ad Alessandro- dissero all'unisono Luca, Edoardo, Crystal e
Vaolin
-Fantastico
ora i Guardiani ci danno anche contro!- disse il solito nano, chiamato Vlax -e
se loro non fossero i veri Guardiani ma degli impostori?-
-Ne
vuoi una dimostrazione?- disse Alessandro
-Visto
che vi dicevo? Ci vogliono eliminare!- disse Vlax
Dalla
folla iniziò ad alzarsi un mormorio di voci. I ragazzi non sapevano che fare, se
i nani non li avessero ascoltati, non si sarebbero limitati solo a
cacciarli...Comunque fu lo stesso Ghiorgos a salvarli
-O
smettila Vlax! Tanto ormai mi hanno scoperto!- disse Ghiorgos abbandonando il
solito sorriso gioviale e assumendo un espressione di puro disprezzo nei
confronti dei Guardiani -Non avrei mai previsto che voi mi scopriste. - detto
questo il nano subì una tremenda trasformazione e al suo posto apparve un demone
verdastro. I suoi occhi erano rossi come tizzoni ardenti e iniettati di sangue,
aveva un corpo tozzo ma robusto, poco più alto di Luca, aveva grandi ali e tre
corni sulla testa. Era vestito con una lunga tunica nera e portava una cintura
dorata legata in vita, con al centro una pietra viola. In mano impugnava un
semplice bastone di legno violaceo, nodoso e con delle sfumature verdi che
partivano dalla cima del bastone sulla quale era custodita un' altra pietra
viola, solo un pò più grande.
I
presenti erano tutti disgustati e attoniti per l'orrenda trasformazione del
simpatico Ghiorgos
-Lo
sapevo- disse Luca -tu sei Smigle!!!-
-Ti
sbagli Guardiano. Io non sono Smigle, ma un demone mutaforma. Vedi la differenza
tra me e lui, è che lui può allungarsi o restringersi, ma non cambiare
aspetto....io si- disse il demone con un sorriso
-Qual'è
il tuo nome?- disse Edoardo
-Il
mio nome è Fimut!- disse il demone -preparatevi a combattere perchè vi
distruggerò!!!- detto questo si scagliò contro i Guardiani con tutta la sua
forza
Luca,
Edoardo e Alessandro ebbero appena il tempo di schivare il colpo, ma la violenza
dell'impatto fu così forte da farli volare in tre direzioni
diverse.
-Adesso
basta- disse Alessandro con la mano tesa in avanti , accendendosi della sua
solita aura rosso pallido.
-Tanto
è tutto inutile Alessandro! per sconfiggere questo mostro dovremmo usare solo la
nostra forza fisica. Lui possiede la pietra Obscura!!- gli gridò dietro
Luca
-E
bravo Udor, te ne sei reso conto!?!?- voglio proprio vedervi, in questi giorni
vi siete allenati è vero, siete diventati forti, ma non abbastanza per
sconfiggermi!!!- disse il mostro con fare di superiorità scagliandosi nuovamente
contro i tre ragazzi
Questa
volta Luca, Alessandro e Edoardo non riuscirono a schivarlo e per proteggersi
alzarono contemporaneamente le mani invocando il loro potere e illuminandosi
delle loro aure. I tre poteri si scatenarono e insieme crearono un unica
grandissima bandiera di luce. Stranamente Fimut non riuscì a penetrarla ma venne
respinto contro la parete rocciosa di Nidavellir. L'effetto però fu devastante
per i tre ragazzi . Quell'unico attacco combinato li aveva prosciugati di quasi
tutte le loro energie magiche.
-Cos...co..cos'è
successo?- chiese Edoardo
-Non
ne ho idea...però abbiamo respinto il suo attacco- disse Luca vedendo il mostro
semi-svenuto contro la parete opposta
-Come...mai
la pietra non ha funzionato?- chiese Alessandro stupito
-Credo
che non sia riuscita ad assorbire il potere nato dalla fusione di Acqua, Fuoco e
Terra- spiegò Edoardo riprendendo fiato
-Allora
abbiamo vinto- disse Alessandro notando le due pietre, quella sulla cintura e
quella sullo scettro del tutto distrutte
-Io
non ne sarei così sicuro...- disse Luca notando i movimenti del
demone
Infatti
dopo qualche secondo il demone si staccò completamente dalla parete e si rimise
in posizione di attacco
-Devo
ammetterlo, Guardiani, siete forti. Ne io, ne il mio signore ci saremmo mai
aspettati un attacco simile...tuttavia anche se avete distrutto la pietra io non
sono ancora stato sconfitto!- disse il mostro
Dopo
aver detto queste parole il suo corpo cominciò a sciogliersi e a mutare. Dopo
poco al posto del demone alato era apparsa la figura di un ragazzo completamente
nero e senza volto. Aveva solo due orribili occhi rossi....
-Chi
sei tu?- chiese Edoardo
-Chi
sono io...io sono voi...ah, ah, ah- sghignazzò il mostro
Detto
questo l'essere, si illuminò di un aura verde ed evocò dal terreno dei viticci
neri che si avvolsero intorno alle gambe dei tre ragazzi e che risalirono
avvolgendogli tutto il corpo fino a immobilizzarli.
-Ma
che cosa succede?!?!?!- gridò di dolore Luca avvolto dalle spire di quella
pianta maledetta
-Edoardo,
sei diventato scemo tutto d'un tratto?!?! Usi il tuo potere su di noi?!?!- disse
Alessandro terrorizzato e preoccupato al tempo stesso
-Vi
assicuro che io non centro...deve essere stato quel demone...-disse Edoardo,
viola in viso per la mancanza di ossigeno
-Bravo
Geos, sei sempre il più sveglio del gruppo. si sono io e sto usando il tuo
potere- disse il demone sghignazzando e godendo, nel vedere i Guardiani ormai
sul punto di morire soffocati.
-Adesso
Basta!!!- Disse Alessandro bruciando i viticci
Dopo
essersi liberato evocò due enormi sfere incandescenti, pronto a lanciarle contro
quel finto Edoardo
-Calma
i tuoi bollenti spiriti- disse il demone, accendendosi di un aura
azzurra
Alzò
anche lui la mano, evocò un onda d'acqua blu scuro e la indirizzò contro
Alessandro. Il ragazzo, che non se lo aspettava, non riuscì a evitare l'impatto
con l'acqua e venne scaraventato contro la parete.
-Ale!!!!!!!!!-
urlarono Luca e Edoardo all'unisono
Edoardo
tentò di districarsi dalla presa di quei viticci usando tutto il suo potere. Si
concentrò al massimo, approfittando del fatto che ora il mostro usava il potere
di Luca e pian pianino riacquistò il controllo su quelle piante. Dopo essersi
liberato, liberò a sua volta Luca. Questa volta fu il turno di Edoardo di
attaccare. Si illuminò della sua solita aura verde e appoggiò la mano sul
terreno pronto a rendere pan per focaccia al demone.
-Fermati
Edo. Non attaccare. Risparmia le energie, qualsiasi attacca da noi diretto
contro di lui è vano. Lui ora possiede non so come, tutti i nostri poteri. Se
noi attacchiamo con il fuoco lui ci risponde con l'acqua...e così via. Questa
non è la tattica da usare.- disse Luca bloccando il
compagno
-E
allora cosa dovremmo fare?- chiese Alessandro che nel frattempo era riuscito a
mettersi in piedi e li aveva raggiunti
-Secondo
me dobbiamo attaccarlo in due contemporaneamente e poi qualcuno deve colpirlo
sul davanti, quando lui è completamente scoperto- disse
Luca
-Mi
sembra un buon piano- disse Alessandro -facciamolo!!!-
Detto
questo Luca e Alessandro iniziarono a correre con entrambe le mani alzate. Il
primo evocò un onda d' acqua enorme e il secondo una di
fiamma
-Tanto
è tutto inutile!!!- disse Fimut evocando un'immensa barriera di Luce, simile a
quella usata da loro prima.
L'attacco
magico rivolto da Luca e Alessandro fu vano quello di Edordo andò a segno. Il
ragazzo impugnando un'enorme ascia di ferro si diresse contro il mostro
attraversando la barriera ormai del tutto indebolitasi preparò a colpirlo. Il demone restò
spiazzato da qull'attacco e perciò rimase immobile. A quel punto Edoardo lo
colpì in maniera violenta sul torace e quello non poté fare altro che
incassareil colpo.
-L'abbiamo
colpito- esultò Alessandro - e ora il colpo di grazia!!!- disse Alessandro
alzando la spada
-Aspetta!-
disse il demone ferito gravemente e perdendo molto sangue. Il suo corpo mutò
nuovamente e questa volta al posto del ragazzo, apparve una fata dalle ali
azzurre....
-Fermati
Ale!!! Lei è Crystal non la colpire!!!- urlò Edoardo mettendosi tra lui e la
fata
-Aiutami
Edoardo- disse la finta fata con le lacrime agli occhi
-Non
la ascoltare!!! Lei è Fimut, non Crystal- disse Luca
-Fermatevi
non colpitela- continuò a dire Edoardo restando sempre tra lei e i suoi amici
con le braccia tese, per proteggerla
-Edo,
non ti avvicinare!- disse Alessandro -non vedi che non è lei. Crystal è laggiù-
disse Alessandro indicando la vera fata che svolazzava sopra le loro teste
pronta a venire in loro aiuto appena ce ne fosse stato
bisogno.
-Edo
sono io, la tua Crystal- disse Crystal atterrando vicino ad
Alessandro
Edoardo
era confuso, non capiva quale delle due era quella vera. Una tutta insanguinata
che implorava il suo aiuto, e l'altra sanissima che invece gli diceva di essere
quella vera....
Che
cosa devo fare?....quale delle due è quella vera?
Il
demone approfittò di questo momento di esitazione di Edoardo per attaccare. Si
trasformò di nuovo e questa volta assunse le sembianze di un enorme serpente
violaceo dai canini lunghissimi e pieni di veleno. La nuova trasformazione
risvegliò Edoardo dal suo dubbio e quasi istintivamente prese Crystal per un
braccio e la trascinò lontana dallo scontro. Rimasero solo Luca e Alessandro al
centro dll'arena. Il grande serpente gli squadrava con i suoi enormi occhi
gialli e tentava di ipnotizzarli in modo da poterli eliminare più in
fretta.
-Ale!
Non guardarlo negli occhi, o ti ipnotizzerà!!!- Gridò Luca distogliendo lo
sguardo dal serpente e e rivolgendosi verso Alessandro
Il
ragazzo, comunque non aveva bisogno che glielo si dicesse. Appena il serpente lo
aveva guardato negli occhi, lui aveva subito distolto lo sguardo e aveva
afferrato la spada. Con urlo si era lanciato contro il mostro, menando fendenti
alla ceca. L'enorme rettile invece guizzava la coda di qua e di là tentando di
farlo cadere.
-Arrivo
ragazzi- urlò Edoardo ritornando di corsa con l'ascia in mano, pronto ad
attaccare.
L'arrivo
di Edoardo non cambiò molto la situazione. Infatti non potendo guardarlo in
faccia, i Guardiani erano totalmente inermi e alla mercé del serpente. Ad un
certo punto il mostro riuscì finalmente a fare inciampare Alessandro con la sua
coda. Luca e Edoardo si lanciarono in soccorso dell'amico, ma anche loro caddero
vittima della coda del serpente e iniziarono a essere avvolti nelle sue spire. A
quel punto la situazione era davvero disperata: i tre ragazzi, quasi soffocati
dalle spire del serpente non riuscivano a muoversi, ne a liberarsi. Non avevano
abbastanza energia nemmeno per evocare il loro elemento. A quel punto Ice, Flame
e Tytanus si alzarono in volo e vennero in aiuto dei tre ragazzi. I tre draghi
incominciarono una dura lotta contro il serpente; il mostro cercava di mordere
il collo dei tre draghi, mentre gli altri si difendevano alla bella e meglio
eruttando fuoco dalle fauci, per bruciare il serpente. All'inizio sembrò avere
la meglio il rettile, poichè più di tanto i draghi non potevano avvicinarsi. Ma
poi, nel tentativo di mordere uno dei tre draghi, Fimut lasciò la presa sui tre
ragazzi, che finalmente liberi poterono scappare via.
-Adesso
basta- Urlarono all'unisono i tre Guardiani
I
draghi, capendo che avevano bisogno di loro, scesero a terra vicino ai loro
Guardiani.
-Forniteci
la vostra energia!!!- gridarono con le mani tese
I
draghi iniziarono a concentrarsi e a Illuminarsi di una aura intensa dello
stesso colore di quella dei loro guardiani....
-No!!!
Non ve lo permetterò- disse il serpente scagliandosi con tutte le sue forze
contro i tre Guardiani
-Fermati!!!-
disse Crystal con le braccia tese
La
fata si era nuovamente alzata in volo, da una distanza di sicurezza, e aveva
evocato un globo di luce bianca che scagliò con tutta la sua forza contro il
serpente. Questi concentrato nel suo attacco, non riuscìschivare i colpi e venne colpito dritto
in un occhio e accecato e fu costretto a fermarsi sul posto a causa del dolore
straziante. Luca, Alessandro ed Edoardo intanto avevano accumulato abbastanza
energia ed erano pronti per il loro attacco. Mentre il serpente continuava a
dibattersi e a menare sferzate con la coda alla ceca, i tre ragazzi misero le
mani tese in avanti e usando le energie raccolte crearono un unica, grande sfera
grigiastra di energia e la diressero contro il mostro. Fimut ancora accecato non
riuscì a fermare o a schivare il colpo che lo prese in pieno. L'impatto fu
tremendo. Si udivano solo le grida di dolore del mostro che pian piano si
scioglieva, bruciato da un fuoco bianco che ardeva intorno a lui. Alla fine,
quando il fuoco si spense, del demone non restarono altro che cenere nera.
-Uff!-
sbuffò Alessandro ce l'abbiamo fatta
Dai
nani si levò un unico grido di gioia e di acclamazione. Questi si misero a
correre in direzione dei Guardiani e i tre draghi furono costretti ad alzarsi in
volo per evitare di schiacciarli. I nani Presero i tre ragazzi sulle spalle e li
portarono in trionfo per tutte le vie di Nidavellir; quando ebbero finito il
giro li riportarono nella piazza centrale di Nidavellir. Dopo il giro di trionfo
i tre ragazzi furono rimessi a terra di fronte al capo del Consiglio dei nani; a
quel punto nella piazza calò il silenzio assoluto. Tutti aspettavano che Cleor
parlasse
-Hem...noi...noi
vi dobbiamo delle scuse, Guardiani, vi abbiamo accusato ingiustamente....ma non
ci sospettavamo che Leese avesse delle spie tra noi nani...ci dispiace molto-
disse Celor imbarazzassimo
-Non
preoccupatevi a tutti capita di sbagliare- disse Alessandro con aria di
superiorità
-Tu
per primo- disse Luca scoppiando a ridere
Tutti
i presenti scoppiarono a ridere. Anche Alessandro dopo poco scoppiò a
ridere.
-Siamo
così mortificati- disse Cleor parlando a nome di tutti i nani -ovviamente ora
potrete restare fin quanto lo desideriate-
-Siamo
molto onorati della vostra offerta, ma...- disse Edoardo
-Ma
dobbiamo ripartire e metterci in viaggio verso la foresta di Kilkan, dove
dimorano gli elfi- spiegò Luca
-Già
se il nemico è così avanti nei suoi piani, noi dobbiamo essere pronti a tutto-
spiegò Alessandro
-Saremo
comunque felici di fermarci ancora per una notte, per riposarci- disse
Edoardo
-Ma
certamente- disse Cleor illuminandosi -questa sera si terrà un grandissimo
banchetto in onore dei Guardiani, e questa volta speriamo che non siano
imprevisti- proseguì guardando con un sorrisino Luca e
Alessandro
I
due ragazzi fecero finta di niente e iniziarono a guardarsi in giro con aria
innocente, scatenando le risate di tutti.
-Benissimo
che venga subito preparato il banchetto- disse Cleor ai nani
-Noi,
se non vi dispiace, andremo a riposarci nelle nostre stanze fino a questa sera-
disse Luca al capo del Consiglio
-Ma
certamente- gli rispose
Luca,
Alessandro, Edoardo, Crystal, Vaolin imboccarono la ormai familiare galleria e
vi sparirono all'interno.
Dall'altra
parte del mondo, a nord, nei Corni del Demone, qualcuno meditava
vendetta...
Ciau!!! Come ve la
passate??? Ne è passato del tempo da quando ho pubblicato l’ultimo capitolo,
eh? ^^’’ Credevate che non avrei più pubblicato? Bè ho deciso di stupirvi: oggi
pubblico. Vi premetto solo che sarà un capitolo un po’ movimentato, ma non
troppo…Mi affido al vostro giudizio. Leggete e commentate, mi raccomando!!!
Un grosso saluto
Shinichi ^____^
Capitolo 30
Partenza da Nidavellir
Dopo la battaglia le loro forze fisiche e
spirituali erano allo stremo. A stento riuscivano a reggersi in piedi e a
camminare, tant’è che ogni tanto Crystal e Vaolin dovevano sorreggerli per
evitare di che cadessero…
Dopo la battaglia contro Fimut, il demone
mutaforma, Luca, Edoardo e Alessandro erano ridotti a uno straccio. Quando i
cinque amici arrivarono alla loro casetta, si gettarono sul divano con gli
occhi semi-chiusi.
-Oggi avete combattuto una grande battaglia…è
normale che vi sentiate così stanchi- disse Vaolin con tono accorato e ammirato
–siete davvero degni del nome che portate-
-Si, Vaolin ha ragione, nemmeno io e lui messi
insieme saremmo riusciti a tener testa a quel mostro- disse Crystal guardando i
tre con aria preoccupata per il loro stato attuale e felice allo stesso tempo
Ma i tre non stavano ascoltando i complimenti che gli
venivano fatti. Erano troppo stanchi per parlare e così, dopo essersi lanciati
a vicenda uno sguardo significativo, con un debole sorriso, uno dopo l’altro si
alzarono, dirigendosi al piano superiore. Luca e Alessandro arrivarono quasi
subito al pianerottolo che conduceva alle loro stanze, Edoardo invece fu
bloccato da Crystal che, prima di salire, gli schioccò un bacio lungo e
appassionato prima di lasciargli salire le scale con gli altri due. Edoardo
prima di avviarsi mormorò a mezza voce
-Grazie-
Detto questo raggiunse gli altri. Luca e
Alessandro avevano deciso entrambi di aspettarlo prima di andare nelle loro
rispettive stanze. Prima di entrare però tutti e tre si guardarono di nuovo e
dopo aver sorriso, si chiusero alle spalle la porta…
Era buio….Luca fluttuava nel vuoto si stava
inoltrando in un abisso sempre più nero…tutto intorno a lui c’era acqua, ma non
l’acqua chiara e cristallina dei fiumi, bensì nera e fredda. A un certo punto
davanti a lui si accese una luce dorata e subito dopoudì una voce melodiosa. Il buio abisso nel quale stava cadendo
sparì e al suo posto apparve un limpido cielo azzurro. Attorno a lui si estendevano
alberi a perdita d’occhio….si trovava in una radura! Luca si girò attorno alla
ricerca di quell’essere a cui apparteneva quella voce melodiosa. Alla fine lo
vide. Seduto su un tronco abbattuto, si trovava un vecchio, dal viso sereno e
saggio. Indossava una veste rossa e arancione e portava una fascia dorata
intorno alla vita. Aveva mani rugose e un viso pieno di rughe. Possedeva
comunque degli occhi azzurri, limpidi come il cielo, che esprimevano una
vitalità e una giovinezza, che tradivano il suo aspetto fisico. Luca si
avvicinò piano, ma senza timore. Quel vecchio gli trasmetteva calma e serenità…
-Ciao Luca- disse una voce melodiosa
Luca si guardò intorno spaventato. Come faceva a
sapere il suo nome? Soprattutto, come faceva a parlare: il vecchio non aveva
mosso le labbra e allora perché udiva quella voce? Poco dopo comprese, il
vecchio gli stava parlando telepaticamente
-Ascoltami Luca- riprese dolcemente il vecchio
–Immagea è in grave pericolo: una delle tre Fate-Guardiane è stata corrotta, la
Guardiana della Rosa è stata catturata e il tuo villaggio preso d’assedio…-
-Cosa?!?!- esclamò Luca, ma si accorse di non
potere urlare, aveva urlato solo nella sua mente. …dalle prime due notizie non
aveva capito molto ma l’ultima l’aveva capita…Il suo villaggio era stato preso
d’assedio….
-Vecchio, come stanno i miei genitori? E
Aurora?....Dimmi….Come stanno?!?!?- disse Luca agitatissimo
-Rosa è stata catturata dal Guardiano del Tuono e
dalla Guardiana del Ghiaccio…-
-Chi è questa Rosa?- domandò Luca perplesso e
agitato. Cosa credeva che gli interessasse a lui di una che si chiamava Rosa e
perché due Guardiani l’avevano rapita? Non erano tutti dalla stessa parte?
-Rosa è tua sorella Aurora, Luca- disse il vecchio
tranquillo
-Cosa?!?!- Luca era più confuso e agitato che mai
-Si Udor, non sei l’unico a possedere poteri
particolari nella tua famiglia: anche Aurora ha dei poteri particolari. Lei è
La Guardiana della Rosa Divina…-
-Cosa Vuol dire? Anche La Rosa Divina ha una
guardiana?- chiese Luca
-Si, ma ora non è il momento di spiegarti. Sappi
solo questo: tuo padre e tua madre stanno bene, ho mandato una vecchia amica ad
aiutarli; quindi non stare a preoccuparti. Per il momento preoccupati solo di
questo: tua sorella è stata rapita e tu devi impedire che scoprano il modo di
“usare” il suo potere; prima però devi andare dagli elfi, finire il tuo
addestramento e trovare laGuardiana
dell’Aria…Hai capito- disse il vecchio con voce più severa
-Si…ma…io- disse Luca, tentando di avere qualche
altra informazione sui genitori e sulla sorella
-Ora va…non ho più tempo-disse il vecchio con
sorriso
-Aspetta!! Chi sei?Ho tante domande da farti!!!- disse Luca notando, suo malgrado,
che si stava allontanando dalla radura.
-Il mio nome è Par….-
-Aspetta!!!!- gridò Luca…
La radura si allontanò sempre di più e Luca
ricadde nel buio….
Fu svegliato quando ormai era sera da Vaolin.
L’elfo lo aveva scosso tutto il tempo e ora lo fissava con occhi sbarrati...
-Luca che cos’ hai?- gli domandò preoccupato
Vaolin
Luca tentò di tirarsi su , ma inutilmente
-Cos…?- mormorò Luca arrabbiato…
Poi si accorse che le coperte gli si erano tutte
attorcigliate, legandolo come un salame. Riuscì a sgrovigliarsi e a tirarsi su.
Quando rialzò gli occhi si accorse di avere quattro paia di occhi che lo
fissavano preoccupati
-Come ti senti?- chiesero nuovamente i quattro
amici
-Bene…- bofonchiò Luca. Si toccò la fronte e si
accorse di essere madido di sudore
-Cosa è successo?- domandò Crystal un po’ più
sollevata –siamo entrati e ti abbiamo visto che ti agitavi nel sonno,
farfugliando cose senza senso…-
I quattro si guardarono un po’ e poi tornarono a
fissare Luca
-Ehm…hai avuto una visione?- domandò Edoardo
-Non proprio- rispose lui ripensando al sogno
-Come sarebbe a dire “non proprio” ?- chiese
Alessandro scettico
-Non era una visione…era come se qualcuno si fosse
messo in contatto spirituale con me- spiegò Luca ancora confuso.
Poi si voltò a guardare i suoi compagni che lo
guardavano perplessi
-Non sono pazzo!- sbottò lui arrabbiato
-Lo sappiamo- si affrettarono a dire gli altri
-Comunque di cosa parlava la tua visione?- chiese
interessata Crystal
Luca ci ripensò un po’ e poi raccontò tutto agli
amici…
Alessandro ed Edoardo rimasero molto perplessi
riguardo alla prima parte ma quando seppero che il loro villaggio era in
pericolo, provarono un timore grandissimo…Crystal e Vaolin invece compresero
tutto e alla fine del resoconto di Luca, Crystal gli domandò con le lacrime
agli occhi
-I-il n-n-nome di quella f-fata…te lo h-ha detto?-
domandò Crystal con voce rotta dal pianto
-No…perché?- domandò Luca allarmato notando gli
effetti che il suo sogno avevano avuto su Crystal.
Crystal scoppiò in lacrime e uscì dalla stanza con
il volto coperto dalle mani seguita da Vaolin e subito dopo da Edoardo. Ma
Vaolin lo bloccò
-No. Anche se sei il suo fidanzato non puoi
venire. Io la conosco da molto più tempo di te e capisco cosa l’ha fatta
piangere. Tu stai qui. Ci parlo io- disse Vaolin con espressione seria e con
voce decisa
Edoardo lo vide allontanarsi e provò un moto di
rabbia verso Luca
-Ma che cavolo fai?!?!?!- urlò Edoardo arrabbiato
-Che Vuoi? Dai forse la colpa a me?- disse Luca
con lo stesso tono di voce
-Ragazzi…- tentò di intervenire Alessandro
-E’ TUTTA COLPA TUA SE E’ SCOPPIATA A
PIANGERE!PER COLPA TUA NON POSSO
NEANCHE CONSOLARLA!!!- urlò Edoardo
-AH ADESSO DAI LA COLPA A ME E’?!?! SIETE STATI
VOI A VOLER SAPERE DEL MIO SOGNO!!!- ribatté Luca ora davvero infuriato per le
accuse dell’amico
-Ragazzi- disse Alessandro alzando un po’ la voce
-FATTI GLI AFFARI TUOI!!!- urlarono Luca e Edoardo
rivolti a Alessandro
Il moretto si infiammò e iniziò a urlare anche lui
-MA COSA VOLETE DA ME?!?! IO CERCO DI FARVI
RAGIONARE E VOI MI URLATE CONTRO!!!-
-E’ COLPA DI QUESTO SCEMO, CON IL CERVELLO
ANNAQUATO!!!- urlò Edoardo
-SCEMO A CHI? TESTA DI PINO!!!- disse Luca sempre
più arrabbiato
I tre ragazzi si guardarono entrambi in cagnesco e
tutti e tre si accesero delle loro rispettive aure. Continuando a guardarsi
aspettavano, cercando di capire chi dei tre avrebbe fatto la prima mossa…
Poi improvvisamente Edoardo spense la sua aura e
uscì dalla stanza sbattendo la porta. Poi fu il turno di Alessandro, spense la
sua aura e dopo aver scoccato a Luca un occhiataccia uscì anche lui dalla
stanza. Luca rimase solo. Spense a sua volta la sua aura e tirò un calcio
contro il letto, ammaccandosi il pollice e iniziando a urlare di dolore.
Fortunatamente il dolore passò quasi subito. Luca allora si spogliò e si fece
un bagno veloce. Dopo essersi lavato e aver sbollito l’ira si cambiò e uscì
dalla sua stanza. Crystal era seduta nel divano con gli occhi gonfi e rossi per
il piangere e la testa appoggiata al petto diEdoardo che gli e la accarezzava con un’ espressione arrabbiata. Vaolin
era seduto nel divanetto di fronte, pensieroso, e Alessandro vicino a lui, era
ancora offeso per la sfuriata di poco prima. Tutti si erano già lavati e
cambiati. Quando Luca entrò nella stanza tutti i presenti si alzarono. Edoardo
e Crystal si avviarono per primi, Crystal con la testa sempre appoggiata alla
spalla di Edoardo che le cingeva il fianco. Dopo un po’ si avviarono anche
Luca, Alessandro e Vaolin. I tre andavano lenti a posta per permettere a
Crystal e Edoardo di parlare da soli.
-Scusa- mormorò Alessandro a Luca mentre
camminavano
-No scusa te- disse Luca sollevato e felice che
l’amico gli parlasse di nuovo –non avrei dovuto prendermela con te che non
centravi niente- disse Luca dispiaciuto -…è tutta colpa di quel cretino di
Edoardo!!!- aggiunse poi con uno scatto d’ira
-Anche Edoardo è dispiaciuto per averti accusato,
anche se non lo da a vedere…sai com’è orgoglio….- disse Alessandro quasi in
tono di predica, come chi riprovera un bambino dopo che ha fatto una cosa
sbagliata…
-Già una cosa che tu invece non hai, eh Ale!-
disse Luca sorridendo
Alessandro divenne rosso ma tacque
Intanto erano arrivati nella piazza centrale.
L’intera piazza di Nidavellir era stata addobbata a festa e lungo tutto il suo
perimetro erano stati disposti diversi tavoli lunghi in modo da formare un
enorme ferro di cavallo; Al centro del ferro di cavallo si trovava inoltre una
strana costruzione quadrata interamente fatta d’oro e lungo tutti i lati della
struttura erano raffigurate diverse immagini che rappresentavano la storia dei
nani. Sopra la costruzione era steso un telo rosso che copriva una strana forma
tozza. I cinque ragazzi si interrogarono su quale fosse il suo utilizzo ma
smisero di pensarci appena videro le tavolate. Sulle tovaglie erano state stese
delle tovaglie candide e sopra esse era stato apparecchiato conpiatti d’argento, posate dorate e bicchieri
di vetro, squisitamente decorati. Al centro di ogni tavolo erano state disposte
diverse portate che andavano da enormi cinghiali arrosto, con contorno di funghi
cotti con olio, aglio e prezzemolo, a grossi vassoi con ogni genere di pesce di
fiume, conditi con olio, sale e limone e posti sopra a un letto di patate
arrosto, a grandi contenitori di verdura di ogni genere; inoltre c’erano lunghi
filoni di pane dorato e grosse brocche contenenti acqua di fonte, vino e
idromele di prima scelta. Insomma c’era da rimanere con la bocca spalancata e
un lieve strisciolina di bava che cola. Infatti quella fu proprio l’espressione
di Alessandro al vedere tutto quel ben di dio. Alcuni nani, vestiti di porpora
li accolsero e li condussero ai loro posti che si trovavano al centro del ferro
di cavallo. Luca, Alessandro e Vaolin sedettero alla destra di Cleor, che in
mancanza di un re era stato eletto momentaneamente capo dei nani, mentre
Edoardo, Crystal e Thor sedettero alla sua sinistra. Quando tutti i nani si
furono seduti a tavola, Cleor si schiarì la voce e subito calò il silenzio.
Dopo essersi alzato in piedi iniziò il suo discorso
-Amici nani, oggi celebriamo la morte del defunto
re…- disse il nano indicando la strana costruzione d’oro. A quel punto fu tolto
il telo e la costruzione venne scoperta. La strana figura, il cui contorno era
tratteggiato dal telo, venne alla luce: il coperchio della costruzione era in
realtà la figura scolpita nella pietra di re Alberich!...era una tomba!!!
I tratti del re erano stati scolpiti con
incredibile precisione, ogni ruga, ogni tratto somatico del viso era identico e
preciso, come se fosse il re in persona. Il suo volto era sereno, con gli occhi
di zaffiro. Portava sul capo la corona che aveva indossato da vivo e stringeva
tra le mani la sua fedele ascia.
Tutti i presenti non poterono non trattenere un
–Ohh!!!- di meraviglia di fronte alla tomba.
-E’ perfetta- si lasciò sfuggire Alessandro
-Vero- disse Cleor orgoglioso
-Ma la statua è identica al re….come ci siete
riusciti?- domandò Vaolin, meravigliato
-Abbiamo colato dell’oro fuso sul corpo del nostro
amato re. Così il suo corpo resterà perfetto e intaccato dal tempo- spiegò
Cleor alla folla
Ci furono altri –Ohhh- e poi il nano proseguì
-Stavo dicendo…- disse Cleor per riprendere il
filo del discorso –oggi il nostro re è stato vendicato: il colpevole è stato
trovato ed eliminato. Mi duole di non aver scoperto prima la vera identità di
Ghiorgos, ma siamo stati colti tutti alla sprovvista- ci fu un attimo di
silenzio imbarazzato poi Cleor proseguì –per tutelarci da eventuali attacchi da
parte del Nemico il consiglio a deciso di stregare questo rubino, simbolo
dell’onore e del coraggio. Ogni nano che entrerà o uscirà da Nidavellir dovrà
toccarlo e se il rubino si illuminerà allora quello dovrà essere fermato e
essere eliminato senza esitazione, poiché il rubino reagisce alla presenza dei
malvagi o di chi ha cattive intenzioni- disse Cleor asciutto mentre alcuni nani
portavano un enorme rubino scarlatto
–Oggi, comunque non è solo un giorno di lutto ma
anche un giorno di festa…questi ragazzi coraggiosi si sono assunti il compito
di difendere il mondo dalla minaccia di Leese e oggi ci hanno dato la prova del
loro coraggio sconfiggendo Fimut il terribile demone muta-forma che sotto le
mentite spoglie di Ghiorgos ha potuto uccidere il nostro beneamato re….Quindi
gloria a voi Guardiani!!!- detto questo prese il suo calice di idromele e lo
alzò per un brindisi. Gli altri nani seguendo il suo esempio presero i loro
calici e alzandoli in alto, gridarono in coro
-Gloria ai Guardiani!!!!-
Dopo questo breve brindisi tutti iniziarono a
servirsi. Alessandro come suo solito prese un po’ di tutto, mentre Crystal e
Vaolin presero solo frutta e verdura; Luca e Edoardo mangiarono anche loro un
po’ di tutto, cercando di non esagerare…
Il banchetto proseguì tra le risate e la felicità
di tutti. Alessandro e Luca scoprirono di amare particolarmente l’idromele
nanico, fattogli assaggiare da Thor e ne bevvero in due una brocca intera,
finendo con l’ubriacarsi…
Edoardo bevve anche lui, ma per darsi un certo
contegno di fronte a Crystal, cercò di bere il meno possibile nonostante anche
a lui piacesse l’idromele. Il banchetto poteva andare avanti fino al mattino,
ma visto che avrebbero dovuto partire e che Alessandro iniziava a fare il
giocoliere con delle piccole sfere infuocate, Edoardo, Vaolin e Crystal,
salutarono e portarono di peso i due ragazzi a dormire….
L’indomani si alzarono tutti di buon mattino,Alessandro e Luca avevano un forte mal di
testa dovuto alla sbornia, ma comunque riuscirono a prepararsi e a scendere
verso le nove della mattina. Al mattino quando si erano alzati, avevano trovato
dei vestiti pesanti pronti per il viaggio con in più delle bisacce. Quando
scesero nella piazza i tavoli erano spariti e un piccolo comitato di nani li
attendeva. Tra di loro Alessandro e gli altri riconobbero Cleor, Ghiorgos e
altri nani del consiglio.
-Salve Guardiani. Vi Salutiamo e vi ringraziamo
ancora dell’aiuto- li salutò Cleor
-Grazie a voi della vostra ospitalità- risposero
gli altri – ora però dobbiamo ripartire scusate se non ci fermiamo di più ma
vogliamo raggiungere gli elfi il prima possibile.- disse Vaolin parlando a nome
di tutti
-Comprendiamo, messer elfo. Non vi vogliamo
trattenere di più, ma prima di partire vogliamo fare undono ai tre Guardiani. Venite avanti.- disse
Cleor
Luca, Alessandro ed Edoardo vennero avanti. A quel
punto tre nani che fino ad allora erano stati nascosti dietro ai primi, vennero
avanti. Portavano tre splendide armi: Una spada dall’elsa d’argento e la lama
azzurrina, una spada bilama dall’impugnatura dorata e due lunghe lame rossastre
e un ascia bipenne d’acciaio, argento e bronzo.
-Queste- spiegò Cleor –sono le Armi dei Guardiani.
Noi ne possediamo cinque. Due ci sono state rubate dal Nemico e una di esse è
custodita dagli elfi. Per conoscere la loro storia e il loro potere dovrete
rivolgervi a loro.-
Dopo aver detto queste parole il corteo si aprì
facendo passare i cinque ragazzi. Questi dopo aver salutato più e più volte si
voltarono e si avviarono. Quando stavano per varcare le soglie della grande
città di Nidavellir una voce urlò
-Aspettate!-
Tutti si girarono e Thor avanzò verso di loro
-Ho deciso di partire con loro- disse il nano
facendosi strada con un enorme zaino in spalla
Gli altri nani sorrisero e poi annuirono. Il nano
felice si avviò con loro. Il gruppetto uscì definitivamente dalla città e si
avviò verso la galleria buia.
-E così abbiamo un altro rompiscatole in squadra-
fu l’unico commento di Alessandro
Queste furono le ultime
parole che i nani udirono, perché ormai i ragazzi e il nano avevano ormai
imboccato la galleria, lasciando Nidavellir.