Goldragon

di Shinichi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I nuovi poteri ***
Capitolo 2: *** La minaccia incombe ***
Capitolo 3: *** La visione ***
Capitolo 4: *** Missione di salvaggio ***
Capitolo 5: *** Complotti e piani di fuga ***
Capitolo 6: *** Battaglie per la libertà ***
Capitolo 7: *** Il viaggio prosegue ***
Capitolo 8: *** Le ali della Fenice ***
Capitolo 9: *** Il mago ***
Capitolo 10: *** Notizie ***
Capitolo 11: *** Il primo bacio ***
Capitolo 12: *** Interrogatorio ***
Capitolo 13: *** Ricordi dal passato ***
Capitolo 14: *** Attacco a Balamb ***
Capitolo 15: *** Riunioni di guerra ***
Capitolo 16: *** Gelosia ***
Capitolo 17: *** L'arrivo dai nani ***
Capitolo 18: *** Scontro con i nani ***
Capitolo 19: *** Un nuovo potere ***
Capitolo 20: *** Nidavellir ***
Capitolo 21: *** L'incontro con il re ***
Capitolo 22: *** Le meraviglie di Nidavellir ***
Capitolo 23: *** Un Banchetto molto movimentato ***
Capitolo 24: *** Il significato dell'amicizia ***
Capitolo 25: *** L'allenamento ha inizio ***
Capitolo 26: *** Omicidio inaspettato ***
Capitolo 27: *** Il tradimento ***
Capitolo 28: *** Vittorie & Sconfitte ***
Capitolo 29: *** Il Mutaforma ***
Capitolo 30: *** Partenza da Nidavellir ***



Capitolo 1
*** I nuovi poteri ***


Capitolo 1

I nuovi poteri

In un tempo lontano dal nostro vivevano tre ragazzi di 15 anni, inseparabili amici per la pelle. Questi erano poveri contadinelli, e per questo un po’ ignoranti. Certo, sapevano leggere e scrivere, ma preferivano dedicarsi ad attività più maschili come cacciare o aiutare i genitori nei campi. I loro nomi erano tre Luca,Edoardo e Alessandro. Erano tutti molto coraggiosi e sicuri di sé, ma non per questo superbi.

Un giorno, mentre camminavano per il bosco, scorsero una cerva molto grande, ed ai loro occhi anche veloce, e decisero di inseguirla. Si fecero strada attraverso pini ed impenetrabili cespugli di rovi, che laceravano i vestiti ai nostri amici. Mentre correvano, però, la notte li raggiunse e li costrinse a fermarsi lungo la sponda del fiume Kiris.

- Caspita – disse Alessandro – ma come diavolo abbiamo fatto a correre così tanto?

- In effetti sono un po’ stanco – ammise Edoardo

- Credo che dovremo fermarci per questa notte e tornare a casa domani, o non prenderemo mai quella cerva – concluse Luca

- Aspetta a dirlo Luca, guarda… - disse l’altro. La cerva, infatti, si era fermata vicino al fiume. I tre, quando la videro, si misero rapidamente e silenziosamente dietro ad una roccia ad osservare la cerva. Era un esemplare a dir poco magnifico, quasi irreale, per il quale molti artisti avrebbero pagato oro sonante pur di immortalarne l’immagine in qualche quadro o scultura, od appenderne le sue corna come trofeo. In quel momento alzò il muso verso la luna. I suoi grandi occhi ambrati, dal taglio elegante, fissavano l’astro notturno pieni di speranza, come ad esprimere un’eterna ricerca di qualcosa.

Poi si levò una lieve brezza da est, che fece fremere i ragazzi.

- Accidenti, non ora! – pensò furioso Alessandro, mentre si appiattiva ancora di più contro il macigno che lo copriva alla vista della cerva. Questa annusò l’aria, tenendo sempre le gambe piegate, pronta a fuggire al minimo segno di pericolo. C’era qualcuno, ma non era solo, e questo qualcuno doveva aver corso molto, tanto era forte l’odore del sudore. Luca incordò una freccia all’arco, pronto ad abbattere l’animale, poi fece segno agli altri due. Questi annuirono, ripetendo anch’essi il gesto di Luca, ed uscirono velocemente dal nascondiglio, come avevano fatto una miriade di volte prima di allora. Negli occhi della cerva balenò un guizzo di paura mentre, con un’altra prova di forza, saltava il fiume per finire fuori tiro degli arcieri, trovando rifugio sotto le immense ombre dei salici e dei pioppi, dove era una macchia indistinta di cui si vedevano solo gli occhi. I ragazzi abbassarono gli archi. Era inutile, avevano sprecato un’occasione d’oro. Il loro orgoglio di cacciatori li spinse a non abbassare lo sguardo da dove la preda era fuggita, notando che li fissava, quasi divertita. Solo allora i tre videro che quegli occhi avevano qualcosa di diverso, di magnetico... di magico. Improvvisamente, la figura della cerva s’illuminò di una luce ambrata, che costrinse i ragazzi a coprirsi gli occhi. Quando la loro vista si riabituò al buio, la cerva non c’era più, ed al suo posto c’era una fata; una delle ultime tre fate viventi sulla terra, che risplendeva sotto la flebile luce lunare. I tre rimasero come impietriti. Al villaggio si narrava spesso delle fate, ma erano solo leggende, “stupide storielle per bambini”, come dicevano spesso. La fata, intanto, osservava divertita la reazione dei ragazzi, ma in fondo doveva aspettarselo.

Li aveva messi alla prova e loro avevano reagito

Erano degni degli Spiriti?

Avrebbero accettato quell’enorme fardello?

- Complimenti ragazzi – disse la fata, avvicinandosi. Istintivamente, i tre fecero un passo indietro, con le prese serrate sugli archi e sulle frecce – io sono Kate, la fata più potente delle tre rimaste sulla Terra. Non sono qui per farvi del male. Ma, ahimè, non sono qui neppure per parlare di me, bensì per farvi un dono molto particolare. Badate però che non è un gioco, ma una cosa seria, molto seria. Sto per donarvi i poteri elementari. Voi sapete cosa sono?

- No – ammisero i tre onestamente, pur tenendo ben stretto il proprio arco

- Bene, ve lo spiegherò in parole povere: molto tempo fa si crearono quattro spiriti che rappresentano i quattro elementi della vita: Fuoco, Acqua, Terra e Aria. Fino ad oggi questi poteri sono stati custoditi da me, ma da qualche tempo tre di essi hanno iniziato a risvegliarsi. Ho vagato a lungo su tutta la Terra in cerca delle persone a cui affidare questi poteri, ma finora non sono riuscita a trovarli. Oggi, finalmente, vi ho trovato e ve li porto. Li accettate? - chiese. I tre, che erano rimasti muti per molto tempo, non riuscivano a proferire parola.

Come potevano fidarsi?

Tutta quella storia era assurda!

Come potevano tre ignoranti contadinelli essere i custodi degli elementi?

Luca, facendosi coraggio, riuscì ad annuire, e con lui anche i suoi amici. La fata sorrise, con i suoi grandi occhi ambrati che lasciavano trasparire un’immensa felicità, convincendo i ragazzi a riporre gli archi, e congiunse le mani. Nell’ombra gettata dai salici e dai pioppi della riva opposta apparvero tre figure, di cui si distinguevano a fatica i contorni.

La prima cosa che spiccava era l’altezza: non erano molto grandi, bensì alti all’incirca come i tre ragazzi. Le figure, qualsiasi creature fossero, portavano tra le zampe tre cristalli di colore diverso, che illuminavano debolmente l’aria circostante. Nonostante la luce dei cristalli, però, gran parte del corpo era in ombra

- Questi – disse la fata – sono i tre elementi che si sono appena risvegliati. Essi sono l’Acqua, la Terra e il Fuoco. Ve li darò in ordine anzi… saranno loro a darveli. Venite avanti – le tre figure uscirono alla luce lunare.

Erano draghi.

Giunti davanti ai ragazzi i tre s’inchinarono, ed i ragazzi resero l’inchino come meglio poterono; quindi il drago centrale, di colore blu, fece un passo avanti portandosi di fronte a Luca, che lo fissava dritto nei suoi grandi occhi ghiaccio

- Io sono Ice – disse la creatura – il drago di ghiaccio e ho scelto te, Luca, come detentore del potere dell’Acqua. Esso è forte e potente, perciò usalo bene – detto ciò il drago porse il cristallo a Luca. Il ragazzo lo prese dalle mani e, nello stesso istante, fu avvolto da un aura azzurra che investì completamente tutta la foresta. La stessa cosa successe ad Edoardo e a Alessandro; che per la potenza di quei nuovi poteri si misero ad urlare. Luca li udì ma non ci fece tanto caso poiché anche lui si sentiva male. Fu questione di un attimo. Il bagliore sparì ed i tre tornarono normali. Normali non proprio ora si sentivano molto più forti e determinati di prima; inoltre sentivano un nuovo potere affluire in loro e ne erano entusiasti. Non si resero neanche conto che la fata era sparita. Ritornati in sé, però, cominciarono dapprima a guardarsi; poi, lentamente, la lingua si sciolse e iniziarono a parlare

- Accidenti, ma che diavolo è successo? – chiese Alessandro

- Non lo so – ammise Luca – ma credo che molto presto lo scopriremo. Ora avviamoci verso casa, che è meglio

L’alba, infatti, li aveva sorpresi. Era successo tutto in una notte: i poteri, la fata, i draghi. Tutto in una notte.

- Che dire – pensò Luca – forse è tutto un sogno o forse no; una cosa è certa: loro non si sentivano più come prima... – Mentre pensava a ciò fu riportato bruscamente alla realtà da uno strattone di Edoardo, che indicò un qualcosa dietro di loro

- E di loro che ne facciamo? – chiese. Luca si girò lentamente e si rese conto che i draghi non erano finti ma reali, e che la loro presenza disintegrava la sua piccola convinzione che fosse tutto un sogno. D’ altronde li stavano seguendo come cani ubbidienti.

- Non lo so – rispose – Forse dovremmo portarli con noi; ma alla valle li vedrebbero. Mica sono delle cosine che si possono nascondere sotto il mantello!

- Questo lo sappiamo, carini – a parlare era stato il drago rosso e arancione.

- Sapete parlare? – chiese incredulo Alessandro

- Certo! Noi draghi siamo tra le creature più intelligenti tra tutte le razze – rispose offeso il drago

- E soprattutto le più modeste – pensò Luca

- Comunque, non dovete preoccuparvi per noi – disse il drago marrone – Sappiamo nasconderci e cacciare. Ci apposteremo vicino al vostro villaggio, nella Grotta del Lupo, e se avrete bisogno di noi basta che urlerete i nostri nomi e noi arriveremo di corsa

- O per meglio dire…di volata – scherzò Ice

- OK, se siete in grado di badare a voi stessi, noi non ci preoccuperemo; ma verremo a trovarvi ogni tanto – disse Edoardo. Detto ciò i tre draghi spiccarono un balzo e andarono ad immergersi nelle nuvole rosa dell’alba. I tre ragazzi, seppur scossi, s’incamminarono verso il villaggio. La marcia, come all’andata, fu assai lunga e difficile, ma i tre ragazzi sentirono nessuna stanchezza e, quando arrivarono, era sera tarda. Si congedarono rapidamente perché sapevano di essere in guai grossi con le loro famiglie. Luca corse perché la sua casa era la più lontana. Quando arrivò aveva un leggero fiatone, ma non se ne curò perché era in ritardo. La casa di Luca era molto grande: la sua famiglia possedeva, infatti, molti campi, che ogni anno producevano dell’ottima frutta, verdura e foraggio, senza contare gli animali. Nonostante ciò la famiglia di Luca non era molto ricca; vi era infatti un mago malvagio di nome Malus che abitava un castello adiacente alla foresta, dal quale controllava il villaggio di Kirs, il villaggio di Luca, Edoardo e Alessandro. Essendo assoggettati dagli oscuri poteri del mago la famiglia di Luca, come quelle di tutto il villaggio, dovevano pagare pesanti tributi, tra cui metà del raccolto annuale. Gli esattori del mago erano bestie mantellate alte e brutte, create dagli esperimenti del mago. Si diceva addirittura che fossero uomini catturati dal mago e trasformati. Tra qualche giorno ci sarebbe stato l’esenzione del tributo; di conseguenza c’era un gran viavai nella fattoria che rendeva tutti molto nervosi e stanchi. Quando Luca arrivò non fu una gran festa. La madre, una giovane molto bella di nome Shila, gli venne incontro tutta affannata e rossa in volto. Luca sperò con tutto il cuore che quel rossore fosse causato dalla corsa e non dalla arrabbiatura; ed in un primo momento parve prevalere la seconda ipotesi perché la madre lo guardò in cagnesco; poi, però, pensando a tutto quello che aveva da fare, corse via e disse al figlio di andare a dare una mano

- Fiuuu... – pensò Luca con sollievo – almeno fino a cena l’ho scampata. Speriamo che papà mi dia del lavoro da fare e non pensi alla mia scappatella

Camminò ancora e raggiunse il fienile, dove sperava di trovare suo padre, ma non fu così. Il fienile era vuoto, fatta eccezione per Aurora, la sua sorellina, che mungeva le pecore. Per la sua età era molto volenterosa e affiatata, ma soprattutto gentile. Era una bimba molto esile e carina, che aveva preso la sua bellezza dalla madre. Di occhi blu come quelli del fratello e capelli biondi come quelli della madre, possedeva una grande intelligenza che gli aveva tramandato la nonna. Quando la vide fu molto contento di vederla

- Aurora – la chiamò Luca

- Ciao fratellone – rispose lei con un sorriso di pura felicità; quello che solo i bambini sanno fare – è da tanto tempo che non ci vediamo; la mamma si è arrabbiata ieri sera, ma era solo preoccupata per te

- Lo so – disse Luca – sai dov’è papà?

- No, ma credo che sia nei campi. Lo sai che tra qualche giorno arriveranno gli esattori del mago, e papà è molto agitato

- Me lo immagino… Vuoi una mano?

- Grazie, ma ho quasi finito…ah lo sai che Camilla ha partorito un altro agnellino?

- Davvero? – chiese sorpreso Luca. Aurora alludeva alla sua capra preferita, che aveva già partorito sei agnellini di ottima salute ed ora aveva partorito il settimo

- Dobbiamo dargli un nome – disse Aurora

- Uhm…che ne dici di Jill?


- Non mi piace...

- Han?

- No...

- Settimo?

- Bleah!!! – disse schifata – Ma da dove li peschi certi nomi?!

- Robin?

- Magari anche Hood... – disse ridendo lei

- Uffa! Sai che sei noiosa? Io ti do una mano e tu mi prendi in giro...

- Allora? Non ti viene in mente nessun altro nome? Mi sorprendi... – disse Aurora. La faccia del fratello le disse che aveva colpito nel segno

- Jack? – chiese lui, infine

- Sì, sembra un bel nome. OK, aggiudicato. Comunque è meglio che ti sbrighi, papà ha bisogno di te; non ti preoccupare per me, ce la farò da sola. Adesso vai

Salutandola con un ultimo sorriso, Luca si allontanò e si diresse verso le verdeggianti colline, visibili solo dietro casa sua, che si stavano tingendo di un lieve color oro nella giornata morente. Mentre correva non poté non fare a meno di pensare alla sua sorellina, così gentile e premurosa nei confronti di tutti. Invece di pensare a se stessa e di giocare con le altre bambine preferiva aiutare i genitori e il fratello, soprattutto quando questo era a caccia o con i suoi due amici, Alessandro e Edoardo. Sapeva di doverle qualcosa, e sentiva che ora, forse a causa dei nuovi poteri o forse perché stava crescendo, le sue responsabilità verso di lei e di tutti erano maggiori.

SBAMM!!!

Nel giro di un secondo si trovò steso a terra

- Maledizione, cosa diavolo... – cominciò a dire, ma non riuscì mai a finire la frase perché due braccia forti e muscolose lo sollevarono e lo strinsero forte

- Luca ma dove sei stato? – tuonò la voce di Stronghold, suo padre

- Papà, ciao, come va qui il lavoro? Vedo che sei molto avanti – disse Luca, cercando di divincolarsi dalla stretta del padre

- Non bene, Luca. sono indietro con la raccolta delle mele: qui il campo è ancora a metà, e se non finiremo di raccogliere le patate e non disbrigheremo a seminare le carote, i cavoli e le altre verdure quest’inverno non riusciremo a mangiare abbastanza da sopravvivere – disse. Luca sapeva che a suo padre piaceva fare il melodrammatico per accelerare i tempi, ma si accorse che, in effetti, aveva ragione: dei cento alberi di mele solo venti erano stati raccolti e il campo di patate era a metà.

- Ho capito, papà, da domani mi metterò con te e ti aiuterò il più possibile.

- Bravissimo figliolo – disse Stronghold menando una pacca sulla spalla del figlio che gli mozzò il fiato – Non credere di cavartela però, tua madre non è rimasta molto contenta dal tuo comportamento. Dovrei darti una punizione? – chiese Stronghold con voce minacciosa quanto bastò per far crollare il morale al ragazzo. L’ultima volta che lo aveva punito aveva arato tutti i campi e raccolto l’intero frutteto. Quando aveva finito era più morto che vivo – Dai scherzavo…Mica hai creduto che dicessi sul serio?

- In effetti...

- Oh, insomma, smettila e dammi una mano: lo sai che dobbiamo finire tutto il campo

- Tutto il campo! – protestò Luca – Ma io, veramente, sarei appena tornato; non è possibile fare tutto domani? – chiese. Suo padre si accigliò, e Luca cominciò a maledire la sua linguaccia

- Lo sai che non sopporto i pigri – disse – Sei stato a spassartela con i tuoi amici, bene, ora c’è da lavorare; e ti conviene impegnarti; altrimenti non ti coprirò con tua madre

- Questo è un ricatto bello e buono!

- Eh...mi dispiace...

- Va bene, lavorerò...uffa!

Lavorarono sodo fino al calar del sole e poi smisero. Entrarono nella loro accogliente casetta e, sudati, assaporarono il profumo invitante proveniente dalla cucina.

- Mm...la mamma deve aver preparato l’arrosto con le patate: non vedo l’ora di mangiarmelo. Ho una fame che mi mangerei un bue! – disse Luca

- Prima, però, dobbiamo andare a lavarci: lo sai che la mamma non vuole vederti sporco e infangato

Senza protestare (non ne aveva la forza) Luca si trascinò fino alla stanza da bagno, che consisteva in una pozza d’acqua con una saponetta. Dalla vasca usciva del fumo bianco, segno che l’acqua era molto calda. Luca si spogliò ed entrò nella vasca per primo. Subito dopo entrò suo padre, ed a Luca sembrò di stare in una scatola di sardine. Il ragazzo uscì e attese che il padre si lavasse. Attese un bel po’, infatti al padre piaceva stare a mollo. Dopo quelle che a Luca sembrarono ore suo padre uscì. Fu costretto a cambiare l’acqua, che ormai era una pozzanghera marrone, e così dovette fare il bagno nell’acqua gelida, fino a che non ebbe un’idea. Provò a concentrarsi a fondo sui suoi poteri e…l’acqua incominciò a bollire e diventò tutto a un tratto calda. Per un po’ fu piacevole; poi, all’improvviso, si accorse che l’acqua era diventata come lava liquida e tirò un grande urlo.

- Aaah!!! Ma ti venisse... – cominciò a dire, sfoggiando tutto il suo repertorio di maledizioni. Era ancora mezzo insaponato, così si fece il resto del bagno in fretta e furia – Devo imparare a dominare i miei poteri... – pensò Luca. Ma fu di nuovo scosso dai suoi pensieri dall’urlo di sua madre che gli diceva di scendere per la cena. Finì di vestirsi ed entrò in cucina. La tavola era apparecchiata con ogni bendiddio possibile ed immaginabile.

- Evidentemente è felice che sia tornato – pensò Luca, quasi ridendo sotto i baffi. Si sedette a tavola e iniziò a “mangiare”. Mangiare per così dire: mandava giù un boccone ogni cinque minuti, poiché doveva narrare a sua madre le sue avventure dalla genesi sino all’apocalisse inventandosi un bel po’ di scuse perché non credeva fosse il caso di mettere al corrente la madre dei suoi nuovi poteri. Perciò tralasciò l’incontro con la fata, notando con sollievo che sua madre non indagò più a fondo. Finita la cena Luca, molto stanco, salì le scale con le parole della fata che gli rimbombavano nella mente

I vostri poteri sono molto importanti, non prendeteli come un gioco, mi raccomando

- Cosa avrà voluto dire e chi è il quarto prescelto che dovrà dominare il potere dell’Aria? – pensò. Certo loro avevano ricevuto i primi tre, ma a che scopo? Perché di tutte le persone presenti sulla faccia della terra proprio loro aveva scelto? Questi interrogativi sembravano senza risposta ma forse più avanti l’avrebbero scoperto. Pensò ancora a queste domande per il restante quarto d’ora facendo le più spropositate ipotesi soprattutto riguardarti l’erede del quarto elemento, ma poi finalmente si addormentò.

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Capitolo 2
*** La minaccia incombe ***


Capitolo 2

Capitolo 2

                       

La minaccia incombe

 

La sala era ottagonale, fatta di una strana pietra luminescente che mandava bagliori azzurrini se toccata dai raggi dl sole. Ad ogni vertice dell’ottagono si innalzava una colonna biancastra, ingiallita per il tempo, decorata da motivi vegetali, intorno alla quale si attorcigliava una sorta di edera, scolpita con grande cura per i particolari; i capitelli delle colonne erano invece delle rose, anche esse scolpite da una mano assai capace. Dai capitelli scolpiti partivano come dei raggi dorati che si congiungevano, nel soffitto a cupola, in un rosone. Il rosone era fatto da cristalli di vari colori che, nonostante il tempo, possedevano ancora una lucentezza senza pari e che, se attraversati dai raggi del sole, erano in grado di diffondere una morbida luce arcobaleno in tutta la sala. Anche il disegno del rosone era molto bello. Esso rappresentava un’immensa rosa rossa, dalle sfumature violette, dalla quale spuntava un drago violetto, dalle ali arcobaleno. Al centro della stanza si trovavano due figure. Intente a scrutare in una bacinella riempita di un liquido luminescente. Ad un certo punto una delle due figure parlò.

- Iris sei sicura che abbiamo fatto bene a dare loro i poteri elementari a quei tre giovani? - disse un essere dalle grandi ali dorate. La creatura in questione era una fata dai lunghi capelli biondi. Nonostante avesse qualche centinaio di anni, il suo viso non era stato toccato dal tempo. Indossava una veste bianca e luminosa, lunga fino ai piedi, con delle mezze maniche a sbuffo, legata da una fascia dorata. Dalle spalle le spuntavano delle grandi ali gialle

- Certo che sono sicura! E poi non sono stata io a sceglierli ma i poteri stessi, ricordatelo. Inoltre ormai sono tempi duri e non possiamo continuare a combattere Leese da sole e loro erano i Prescelti come ti ho detto.-

-Ho capito cosa intendi dire ma è meglio se non li informiamo subito del compito che dovranno affrontare, prenderanno i loro nuovi poteri come un gioco…-

 - Lily come sei sempre severa dobbiamo dargli il tempo di affinare e familiarizzare con i loro nuovi poteri e…-

 In quel momento si udì una voce nella sala:

-Io sono d’accordo con la zia Kate. Uno di loro, Luca, Beh… Ho spiato i suoi pensieri e ho visto che sta cercando di capire il perché di tutto ciò quindi non dovremo preoccuparci a tal punto.-

-Tu cosa hai fatto?!?!?!- urlò Lily -Hai  spiato i pensieri di un essere umano?!?!??! Sai che è contro le nostre leggi sei proprio un irresponsabile-

-Oh su, Lily non è successo poi niente di grave e inoltre è solo una ragazza ed è diventata una fata completa solo da poco. Deve imparare a conoscere i propri poteri. Dalle tempo.-

-Esatto zia e poi stava dormendo…- intervenne la giovane fata

-Ciò non toglie…- continuò con aria severa la fata della Luce -che hai commesso una sciocchezza Crystal, se Luca ti avesse scoperto avrebbe potuto reagire male. Non ti conviene andare a stuzzicare proprio il Guardiano che possiede anche poteri mentali-

 -Ho capito zia- disse Crystal sconsolata, facendo un passo avanti. Quando la figura entrò nel fascio di luce, proiettato dal gigantesco rosone, fu possibile distinguerne la fisionomia . Era una ragazza mediamente alta e abbastanza magra, la sua bellezza però era assai grande superava di gran lunga quella delle altre due fate. Aveva lunghi capelli azzurro-argenteo, che portava sciolti sulle spalle e sotto di essi spuntavano due ali molto simili a quelle di una farfalla di colore azzurro, molto simili a due soffi di vento. Portava una lunga tunica che le arrivava sino ai piedi, senza maniche, con una scollatura piuttosto generosa, che Lily aveva sempre disapprovato, legata in vita da un cordoncino argentato. Il colore della tunica variava dalle sfumature più chiare dell’azzurro a quelle più scure del blu, ma la tonalità dominante era l’azzurro con sfumature verdi e blu lungo le maniche e le cuciture del vestito. In fondo alla tunica spuntavano due esili piedini di un colore rosa pallido. Questo particolare colore di pelle ricordava molto l’aurora del mattino in una giornata d’estate. L’unica nota stonata in quel corpo perfetto era il carattere: si gentile e premuroso ma soprattutto ribelle, esattamente l’opposto di Lily. Sua zia Lily era infatti un membro del Gran Consiglio di Immagea, fondato più di mille anni fa dalle razze per evitare che si ripetesse una tragedia come la Grande Guerra e per poter combattere il male. Questo consiglio presieduto Lily e dal re degli Elfi Frey, era composto dai rappresentati delle varie razze che vivevano su Immagea, tra cui  draghi, nani,  gnomi, creature marine e uomini.

Iris invece era la fata più anziana di tutte. Aveva lunghi capelli marroni che teneva raccolti in una treccia molto morbida e dalle sue spalle spuntavano un paio di ali verde chiaro. Indossava un vestito lungo, con  maniche lunghe, di colore verde e intorno alla vita indossava una cintura marroncino.

Le tre fate erano considerate: la fata della Natura, del Sole e della Luce.

Dopo qualche secondo di silenzio Iris disse con voce grave e seria

-Sappiamo di già che Leese sta mandando messaggeri in tutto il suo regno per raccogliere soldati e servitori e combattere contro di noi e gli altri capi delle razze. purtroppo anche gli uomini, sempre più maligni e corrotti si stanno alleando con lui. È per questo che le Sfere elementali si sono risvegliato proprio adesso per scegliere quei tre giovani-

-Ho capito, Iris- disse Lily –ma come facciamo ad avvertirli del pericolo? Purtroppo il territorio nel quale si trova il loro villaggio è controllato da un mago malvagio, al servizio di Leese, di nome Malus e sicuramente avvertirà la presenza di un nostro messaggero a meno che…-

-…a meno che una di noi camuffata ben bene non vada ad avvisarli direttamente- concluse Crystal.

-Andrò io- si offrì subito lei.

- Ma no è troppo pericoloso inoltre tu sei fata da poco non puoi affrontare una prova così difficile. E se ti accade qualcosa? Ricorda che siamo le ultime tre Fate rimaste su Immagea. Se noi moriamo gli unici che potranno controllare la magia, oltre alle streghe, ai maghi e ai demoni saranno solo i folletti, dal carattere molto volubile e i draghi; inoltre abbiamo anche un compito antico da svolgere. Compito che Tu dovresti conoscere!- disse Lily sottolineando queste ultime parole e guardandola in maniera severa

-Sono a  conoscenza dei miei doveri,zia- rispose a tono la giovane fata –non sono nemmeno una stupida, so che sarà pericoloso, ma proprio perché ho un potere molto difficile da controllare e anche perché sono una fata ancora inesperta che devo partire. Non posso rimanere a proteggere la  Rosa Mistica,  da sola, dalle streghe mentre voi andate via. Voi siete molto più esperte nella conoscenza della magia e inoltre tu zia Lily devi partire tra qualche giorno per andare al Consiglio. Andrò io punto e basta. Dovrete legarmi per impedirmi di partire!- disse la fata decisa

-Ma…- tentò di proseguire Lily.

-Niente ma Lily- disse Iris con un sorriso orgoglioso sul viso, mentre guardava la nipote -Crystal ha ragione siamo le uniche in grado di proteggere la Rosa e di combattere le streghe. Perciò Crystal domani lascerà la Radura delle fate e inizierà il suo viaggio. Un viaggio che le permetterà di scoprire se stessa e un nuovo mondo; inoltre non ti preoccupare per lei ho già scelto un ottimo accompagnatore. Vieni avanti Vaolin!- aggiunse infine con voce forte

-Eccomi mia signora- disse una voce maschile

Un personaggio alto e molto esile era apparso come dal nulla dal fondo della sala. Forse era lì da sempre, all’insaputa di tutti, o forse era davvero apparso dal nulla, comunque sia Crystal lo riconobbe subito: era un Elfo. I tratti erano inconfondibili, li aveva studiati e inoltre conosceva anche qualche elfo di persona. Aveva  delle orecchie a punta, capelli biondi e i tratti del viso in generale molto affilati. Era vestito da cacciatore elfo con una stretta tunica molto aderente, di colore marrone, stretta in vita da una cintura nera e dei pantaloni verde scuro, con un paio di stivali di pelle marrone scuro. Intorno alla vita portava una corta spada in un fodero di cuoio e a tracolla un arco flessibile di legno di frassino e una faretra piena di frecce. Sembrava pronto per partire da quello che Crystal poté giudicare.

-Bene, bene Vaolin vedo che ti hanno affidato un incarico “finalmente!”- scherzò Crystal

Anche Vaolin rise. Conosceva la giovane fata da quando aveva iniziato a studiare un po’ di magia curativa dal saggio Parmenide nelle Foreste Vergini dell’ ovest. Iris sorrise a sua volta, sentendo lo scambio battute dei due giovani che si rivedevano dopo tanto tempo, ma Lilly rimase seria e visibilmente tesa. Aveva paura per la nipote e sapeva a che rischio andava incontro ma Iris l’aveva reputata responsabile e quindi essendo più giovane di lei aveva dovuto rispettare la sua decisione.

-E sia. Se così è stato deciso così sarà- disse Lilly sciogliendosi un po’.

-Grazie della tua comprensione zia. Ora mi sento molto più sollevata- disse Crystal.

 Fu però riportata alla realtà da Kate che iniziò a spiegare la strada più sicura da seguire, per raggiungere il villaggio di Balam dove si trovavano i tre ragazzi.

Dopo aver terminato le spiegazioni, Iris e Lily congedarono i due giovani, i quali, dopo aver salutato rispettosamente, uscirono dal salone.

Quando l’eco dei loro passi si fu spento in lontananza, Iris ora visibilmente preoccupata abbandonò il mezzo sorriso che aveva tenuto in presenza dei due giovani e si fece seria. Prima non avrebbe potuto esporre la vera situazione perché non voleva agitare ulteriormente Crystal, ma ora non poteva continuare a fingere. Così, dopo aver tirato un lungo sospiro, iniziò a spiegare a Lily come stavano realmente le cose

-Lily- iniziò Iris -la situazione ci sta sfuggendo di mano. Le streghe hanno convinto anche gli spiriti maligni ad unirsi a loro e Leese è riuscito a sottomettere gli orchi al suo dominio. Dalle Pianure Ardenti invece ho visto muoversi un gran plotone di uomini diretti verso i Corni del Demone, dove si trova Leese. Lily se non ci sbrighiamo rischiamo di essere battuti sul tempo. E’ vero abbiamo il sostegno dei nani e degli elfi ma se non convinciamo gli spiriti elementari e i folletti ad unirsi a noi non vinceremo questa guerra-

-Mi rendo conto di quello che sta succedendo, sorella- disse Lily in tono serio –noi del consiglio stiamo facendo del nostro meglio, ma purtroppo non sono cose semplici gli affari della burocrazia-

-Lo so Lily- disse Iris comprensiva.

Conosceva il grande impegno della sorella e sapeva che donava anima e corpo per risolvere tutti i problemi che si verificavano nel Consiglio

-Devo darti anche un’altra brutta notizia Lily- proseguì la fata della Natura -ho avuto una visione: la Rosa Mistica è in grave pericolo; temo che le streghe abbiano fatto una pozione chiamata Nox Perpetua che farà ammalare la rosa e indebolirà i nostri poteri.-

-Questo significa inoltre, che se la Rosa morirà non ci sarà più nessuna fata e la nostra stirpe si estinguerà per sempre- disse Lily con gli occhi sbarrati per il terrore

-No Lily. Non tutto è perduto- disse Iris seria -c’è ancora una speranza. La Rosa potrà sopravvivere a patto che i Sei Elementi e il Settimo Guardiano si raggruppino intorno ad essa prima della sua morte a quel punto la pozione finirà il suo effetto e l’incantesimo si spezzerà; inoltre non potrà mai più essere usata-

-Scusa Iris- la interruppe la fata del Sole e della Luna –hai parlato di un Settimo Guardiano?-

-Si sorella. Esiste un Settimo Guardiano, che non possiede il controllo su un singolo elemento, ma che è in grado di controllarli tutti e sei, seppur in maniera più debole rispetto agli altri Guardiani. All’interno del Settimo Guardiano si è reincarnato lo spirito di Ocella, madre degli elementi. Costui è considerato anche il Guardiano della Rosa Divina e la sua vita è legata a quella della Rosa- Spiegò Iris

-Ma dove li troviamo tutti e Sette i Guardiani?- chiese Lilly pallida in volto.

-I sette Guardiani sono sette giovani speciali che vengono scelti dalle sette Sfere di luce, che incarnano l’elemento stesso. Tre, come sai, li abbiamo già trovati e sono Luca, Edoardo e Alessandro ma dove siano gli altri quattro non lo so perché la sfera dell’Aria non si è ancora riattivata e le altre tre non sono in mio possesso. Perciò secondo me bisogna avere pazienza, anche perchè forse saranno proprio qui tre giovani a guidarci verso gli altri quattro Guardiani-

-Avere pazienza!- esplose Lilly  -Ma ti rendi conto che mentre noi ce ne stiamo qui a parlare Leese si prepara per far scoppiare la più grande guerra che sia mai esistita a Immagea!-

-Lo so cosa credi!- disse Iiris accalorandosi -ma cosa credi che possiamo fare risvegliare la sfera con la nostra magia?! 

Per due minuti circa le due fate rimasero immobili, guardandosi in cagnesco. Alla fine fu Lily a cedere e ad abbassare lo sguardo.

-Hai ragione, scusami dovevo riflettere prima di parlare- ammise dispiaciuta -è che questa tensione…- 

-Lo so cosa provi- disse Irsi assumendo un atteggiamento meno duro nei confronti della sorella -anch’io sono molto preoccupata e tesa ma l’unica cosa da fare è avere pazienza. Inoltre ho in mente un piano di attacco: dal momento che le streghe sono impegnate nel preparare la Nox Perpetua, andrò indisturbata a consultare la biblioteca di Antikira, nelle Foreste del Sud, dove sono contenuti i libri magici di tutti i saperi magici della nostra storia e vedrò di cercare informazioni sul quarto elemento e sui Guardiani-

-Va bene, ho capito, ma stai attenta quegli archivi sono controllati dagli spiriti e se non stai attenta a rivelare le tue vera intenzioni potrebbero attaccarti-

-Va bene stai tranquilla Lily ma tu piuttosto preoccupati per te domani devi partire per arrivare alla Foresta Sacra e le via per arrivarci non sono più sicure lo sai- 

-Non ti preoccupare so badare a me stessa. Inoltre questa assemblea è molto importante: dobbiamo discutere della guerra e mi ricorderò di parlare anche di questi tre giovani e dei Guardiani. Ma il compito più difficile spetta a Crystal speriamo che stia attenta e comprenda presto l’importanza dei suoi poteri-

-Non ti preoccupare ulteriormente è stata una giornata lunga e dobbiamo tutti riposare. Buonanotte sorellina ci vediamo domani-

-Buone notte anche a te-

 Lasciarono la grande stanza pietra mentre il sole stava tramontando, diffondendo nella sala una luce dorata.

 

 Una risata echeggiò nella sala vuota e tre figure ammantate di nero apparvero dalla penombra

-He, He, He, che stupide quelle fatine non sanno nemmeno che ci hanno appena rivelato quello che stanno per fare-

-Però quei tre giovani potrebbero darci parecchio fastidio è meglio se avvisiamo il nostro padrone sorelle-

-Ok presto andiamo questo posto con tutti questi fiori mi sta facendo venire il voltastomaco-

 Detto ciò le tre figure femminili svanirono nell’ ombra della stanza.

 

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Capitolo 3
*** La visione ***


Capitolo 3

Capitolo 3

 

La visione

 

-Svegliati Luca, è ora di alzarsi-disse una voce femminile proveniente dal piano terra della casa.

-Mmm… si arrivo-  mugugnò Luca, mezzo intontito.

 Gli ci volle un po' a svegliarsi e quando si alzò, si sentì tutto dolorante, come se i nuovi poteri che aveva ricevuto il giorno prima e la corsa per la foresta, gli avessero tolto le energie in ritardo.

 

 Che stranezza! Ieri stavo benissimo e ora mi sento stanco. Chissà se anche ad Alessandro ed ad Edoardo è successa la stessa cosa?.

 

Ricordandosi di domandarglielo, si avviò verso il bacile di porcellana che si trovavo in fondo alla stanza. Solitamente la madre lo riempiva d’acqua calda la sera prima

-Bollente … come no!!!- pensò scettico Luca dopo aver immerso le mani nel bacile.

 L’acqua era gelida e lo fece rabbrividire quando vii entrò in contatto. Pensò di scaldarla con il suo potere elementale ma poi, ricordandosi dell’incidente della sera prima decise di lavarsi velocemente il viso.

-In fondo se mi lavo con l’acqua ghiacciata riesco a svegliarmi meglio- pensò mentre si bagnava il viso con l’acqua fredda, ripetendo più e più volte l’operazione, per essere sicuro di svegliarsi ben bene.

Dopo essersi lavato si asciugò e prese a togliersi il pigiama per indossare i vestiti da lavoro. Mentre si serviva, passando davanti allo specchio, per poco non gli prese un colpo. Quello non era il corpo esile he aveva fino a due giorni fa. Ora il suo fisico era molto più sviluppato. Non che prima fosse una mezza-cartuccia, perché qualche muscolo gli era venuto a forza di lavorare nei campi, ma non aveva mai avuto pettorali così sviluppati! Ogni muscolo del suo corpo era ben definito, dalle spalle, agli addominali. Era come se avesse subito una sorta di sviluppo accelerato

-Sarà stato merito del nuovo potere acquisito?- pensò Luca –Boh?-

Distogliendo lo sguardo dallo specchio, appeso alla parete di fronte, si spostò verso la finestra continuando a indossare i vestiti che ora sentiva molto più stretti e attillati.

-Ecco cosa prova papà, quando indossa gli abiti degli anni precedenti- pensò cercando di chiudere i bottoni della casacca, di quando aveva sedici anni, che fino al giorno prima gli andava benissimo.

Mentre si vestiva l’occhio gli cadde fuori dalla finestra e non poté non fermarsi un secondo, rinunciando ad allacciarsi l’ultimo bottone della camicia, per ammirare lo straordinario spettacolo che veniva offerto ai suoi occhi: il sole, che sorgeva all’orizzonte tinteggiava di un rosa acceso e di oro le colline verdeggianti dove sorgeva il resto del villaggio.

Un nuovo meraviglioso giorno autunnale era iniziato. Mentre era immerso nella contemplazione del cielo limpido, e senza nuvole , una strana forma attirò la sua attenzione. Era molto in alto ma si riusciva a distinguerne i contorni: aveva un paio di grandi ali nere e il suo corpo, molto grande terminava in una lunga coda con una sorta di pungiglione. Da lontano gli parve anche di scorgere tre puntini molto piccoli e di colori diversi che lo cavalcavano. La bestia si stava dirigendo verso Nord, verso la foresta. Mentre cercava di capire di cosa si trattasse, sua madre lo riportò alla realtà ripetendogli di venire giù. 

-Arrivo mamma!- : gli rispose Luca, distogliendo lo sguardo dal cielo per tre secondi; ma quando tornò  ad osservare il cielo la creatura essa era scomparsa.

Scese le scale, ripensando alla strana apparizione ma non ebbe il tempo di soffermarsi troppo a pensarci perchè arrivò alla soglia della cucina. Entrò in cucina, dove fu accolto dalla sorella, che ignorando le occhiate torve che la madre rivolgeva a Luca, portò un vassoio con una tazza di latte appena munto e una fetta di pane e marmellata.

- E’ di albicocche?- : disse Luca con un finto fare sospettoso.

-Certo!-: gli rispose la sorellina ridendo –ma cosa ti è successo fratellone?- aggiunse guardandolo meglio

La madre si girò subito per vedere a cosa alludesse la piccola e rimase un po’ impressionata di fronte al nuovo fisico del figlio. Tuttavia non ci si soffermò troppo ma lo liquidò con un

–Hai iniziato a fare palestra?-

Luca non le rispose ma fece finta di masticare. La madre non gli e lo richiese nemmeno ma gli disse

 -Tuo padre ti aspetta nei campi per finire il lavoro, lo sai! Quindi finisci la tua colazione e poi fila… o altrimenti non uscirai con i tuoi amici. Sono stata chiara!-

-Chiarissima mamma- rispose Luca, trangugiando la colazione e ignorando gli sguardi indagatori della sorellina -tanto li vedrò comunque dato che devo andare a scuola con loro dal vecchio saggio del villaggio- sussurrò piano ad Aurora.

-Prima però mi piacerebbe fare colazione , se non ti dispiace!!!-  disse, addentando una seconda fetta di pane e marmellata con un tono che faceva capire che non si sarebbe mosso di lì finchè non avesse finito di mangiare.

 Non sapeva perché ma anche la sua fame era raddoppiata, probabilmente per via del nuovo fisico ottenuto con il nuovo potere.

La madre arricciò un po’ il labbro superiore ma poi sorrise: erano poche le persone che riuscivano a tenergli testa e Luca, dal omento che aveva preso tutto dalla madre, era una di quelle.

Terminata la colazione salutò la madre e la sorella e con un espressione preoccupata uscì dalla cucina, pensando a tutti i lavori che doveva fare. Per prima cosa si avviò verso le stalle a mungere gli animali ed a dargli da mangiare. Era il primo dei suoi lavori, e secondo la madre, il più semplice.

-Certo sarebbe stato anche semplice se non fossero cinquanta capi di bestiame tra cui mucche, pecore, e cavalli da mungere, tosare e strigliare- pensò Luca

Avrebbe dovuto inoltre trasportare del fieno dal covone, che si trovava fuori della stalla, fino alle mangiatoie, che si trovavano dentro la stalla. Uscendo di casa, percorse la via dell’aia e giunse alle stalle, un edificio molto imponente, fatto interamente in legno, accanto al quale sorgeva il famigerato covone. Entrando nella stalla fu accolto dal solito chiasso allegro degli animali. Tutta la stalla era piena di muggiti, nitriti e belati e Luca, ignorando tutto quel chiasso prese con pazienza diversi secchi di latta e iniziò il suo lavoro di mungitura. Fu un lavoro lungo e tremendo, che richiese metà mattinata per essere portato a compimento, ma alla fine venne portato a termine; molto probabilmente ciò fu dovuto anche al suo nuovo fisico, che il potere dell’Acqua gli aveva donato. Quando ebbe finito, si sedette un attimo sul fieno a riposare, ma non fece in tempo a riprendere fiato che sua madre lo chiamò di nuovo

-Luca hai finito?-

-Si mamma - rispose lui, svogliato

-Bene, allora puoi andare a raccogliere le mele come ti aveva detto tuo padre-

- Si, o mia Tiranna!!!-

-Che hai detto, scusa?- chiese la madre accigliata 

  -Chi, io? Niente mamma, vado subito- disse con un sorriso sfacciato in viso

-Sarà meglio, altrimenti oggi non mangi e continuerai al lavorare fino a sera- lo minacciò la madre

A quelle parole Luca corse come un disperato verso il frutteto, dall’altra parte della casa, poiché sapeva che le minacce di sua madre non erano mai vane. Quando arrivò si piegò in due per la fatica e dovette aspettare qualche minuto per riprendere fiato. Quando i suoi  polmoni smisero di bruciare andò a prendere la scala e fu sorpreso di trovare Aurora già lì con dieci cestini sparsi per terra di cui tre gia ben pieni e un quarto a metà. Era straordinaria la velocità di Aurora e la sua incredibile voglia di fare. Lei lo salutò con un sorriso e gli porse una mela matura

  -La mamma ha detto che vuol già fare le marmellate e la frutta sciroppata, dato che la luna è buona. Così mi ha chiesto di portargli quanta più frutta possibile. Vuoi una mano a raccogliere la frutta, Luca?- chiese la bambina premurosa

- Grazie, ma tu non dovresti portare tutta quel peso: sei ancora troppo piccola-  disse Luca ammirando la sua bontà. 

 -Guarda che non sono più tanto piccola! E poi non ti preoccupare ne porterò un po’ per volta. Non stare a pensare a me, ma a ciò che ti aspetta piuttosto. Guarda che devi raccogliere almeno la frutta di almeno cinque alberi di mele, di albicocche e pesche prima di pranzo- gli rispose con una nota offesa nella voce.

 -In effetti- pensò Luca –forse è meglio se mi preoccupo di ciò che devo fare io, piuttosto che di quello che deve fare lei-

-Ma non ti preoccupare io ti manderò le mele ai piedi dell’albero con il solito sistema- disse il ragazzo

Luca alludeva ad una serie di canalette posizionate nella parte più alta e più bassa dell’albero, in modo da non intralciare i raccoglitori. Attraverso questo sistema la mele potevano essere portate giù senza sforzo. Questa idea venne un giorno a suo padre, il quale, osservando alcuni sassi, portati dal vento, cadere giù dalla canala, e finire ordinatamente in un vasetto abbandonato. Dopo aver provato a sperimentare l’invenzione ed aver visto che funzionava, decise di insegnarne la costruzione anche agli altri contadini del villaggio in modo tale da facilitare loro il lavoro.

-Ok, fratellone ma stai attento a non cadere- gli rispose premurosa la sorellina.

-Non ti preoccupare andrà tutto bene. Posiziona i tuoi cestini in modo tale che le mele vi cadano dentro. Comunque è meglio fare un controllo qualità per vedere se le mele sono mature.-

Dopo aver detto ciò ne addentò una e se la mangiò tutta in tre bocconi dalla fame che aveva.

   -Yum…devo dire che sono buone!-

  - Goloso!!!- gli disse Aurora con una nota divertita nella voce.

-Come ti permetti. Non lo sai che il contadino scrupoloso controlla sempre la qualità delle sue mele?- gli rispose Luca con un tono offeso.

-Si come no- disse Aurora con un sospiro -comunque sarà meglio che inizi a lavorare sul serio o non riuscirai a raccogliere nemmeno la frutta di un solo albero-

   -Hai ragione sorellina mi metto subito al lavoro- gli rispose lui.

Con una rapidità che non pensava di avere, iniziò a cogliere tutta la frutta del primo albero di pesche e dopo quello toccò al secondo e a quello ancora dopo, così che, dopo qualche tempo i cestini di Aurora erano ricolmi di frutta matura e succosa. L’insolita rapidità del ragazzo non fu dovuta solo al suo nuovo fisico, ma anche alla presenza della madre che, nel corso della mattinata, era passata due o tre volte per osservare l’operato del figlio. Non aveva emesso un fiato, indaffarata come era nei lavori della fattoria, ma la sua sola presenza era bastata a rammentargli la minaccia di qualche ora prima. Dopo due are di estenuante lavoro, che a Luca parvero un secolo, lui e sua sorella si sedettero sull’erba a riposare qualche istante prima di rientrare in casa. Nel giro di quelle due ore erano riusciti a raccogliere molta frutta, la metà  di quella contenuta nel frutteto e avevano riempito una quindicina di cassette. Dopo qualche minuto in lontananza si udì l’urlo di Shila, che annunciava che il pranzo era pronto

 I due corsero subito a casa e, dopo essersi lavati la mani, si sedettero a tavola. Luca sentiva il proprio stomaco che emetteva dei rumori sordi di insoddisfazione, quasi a voler gridare la propria protesta.

 

Se non metto qualcosa sotto i denti il mio stomaco finirà col mangiare se stesso e tutto il mio corpo

 

 Quando entrarono in cucina trovarono già seduto Stronghold a tavola intento a trangugiare mestolate di zuppa.

 

evidentemente non sono l’unico affamato

 

 Il menù del giorno comprendeva un’ abbondante zuppa di Zirl,un erba molto facile da trovare in quei posti ed era talmente utilizzata da Shila, che Stronghold era stato costretto a piantargliene alcuni fasci, per impedire che si estinguesse dovette seminargli. Per secondo un piatto di insalata dell’orto e un po’ di pane e formaggio, per dessert invece, della frutta di stagione e un dolce alle castagne che sua madre era solita preparare per il marito, poiché egli ne andava completamente pazzo. Il pranzo fu consumato in silenzio tanta era la fame, ma il più veloce di tutti fu suo padre, il quale, dopo aver finito, in fretta di mangiare, si alzò da tavola, ansioso di finire il suo lavoro nei campi. Luca, sua madre e sua sorella rimasero invece a tavola, a finire di mangiare. Quando anche loro ebbero finito di mangiare Luca e Aurora aiutarono la madre a sparecchiare. Finito che ebbero, Aurora corse fuori a svolgere la sue faccende mentre Luca la guardava con un misto di tristezza e orgoglio

 

 una bambina così piccola eppure così adulta

 

 Aurora non aveva avuto un infanzia semplice ma anzi fin dall’età di sei anni aveva imparato ad aiutare la mamma in casa e nei campi e non aveva avuto il tempo di giocare e crescere come tutte le bambine della sua età. Eppure lei non dava peso a quelle cose e non si era mai lamentata del suo stato…

Mentre era concentrato su questi pensieri, venne riportato alla realtà dalla voce della madre che lo chiamava

 -Luca sbaglio o devi andare da qualche parte?- 

   -Oh si mamma adesso vado- gli rispose Luca, ricordandosi dell’appuntamento che aveva con il saggio. Uscì di corsa dalla cucina e andò in camera sua al piano superiore a prendere il suo libro e la pergamena con la penna. Mentre scendeva di corsa ebbe una strana sensazione come se la sua mente stesse per scoppiare. Il dolore durò alcuni instanti perché poi i suoi occhi si riempirono di luce e il mondo esterno perse totalmente consistenza. Gli sembrava di essere uscito dal suo corpo e di osservare gli eventi da una posizione sopraelevata; una serie di immagini gli passarono davanti agli occhi: due viandanti che parevano ragazzi della sua età, imprigionati dentro una strana pianta rampicante enorme e con davanti tre figure ammantate di altezze diverse che ridevano in maniera orribile. Dalle risate Luca capì che si trattava di voci di donne ma non riuscì a vederle in viso poiché erano coperte da un cappuccio. Accanto a loro c’era appollaiata la strana bestia che Luca aveva visto la mattina stessa: era un enorme pipistrello nero dalle ali viola. Poi tornò a concentrarsi sui due ragazzi, cercando di capire chi fossero ma l’unica cosa che poté intuire era che si trovavano nei guai, guai grossi.

Ad un certo punto la visione si dissolse e Luca si ritrovò tremante accasciato a terra, ai piedi delle scale.

 -Luca stai bene?- chiese la sorellina preoccupata.

Notò che anche la madre era accucciata davanti a lui e lo guardava con aria preoccupata.

 -Certo. Non vi preoccupate- mentì lui, tenendosi le tempie -devo aver avuto un giramento di testa per la stanchezza e sono caduto giù dalle scale come una pera cotta. Ma ora è meglio che vada Alessandro e Edoardo mi aspettano- disse recuperano velocemente le sue cose

-Sei sicuro di stare bene?- chiese nuovamente la madre preoccupata

  -Certo non vi preoccupate. Va bé…io vado. Ciao!-

 Detto questo si precipitò fuori e corse a perdifiato lungo la proprietà fino ad arrivare nella piazza del villaggio dove Luca si dava sempre appuntamento con Alessandro e Edoardo. Li trovò già lì intenti a parlare dei loro poteri e delle loro possibili applicazioni

   -…Secondo me potrei usare il mio potere per far germogliare i campi del villaggio del resto io controllo la Terra…-: disse Edoardo.

   -Non ci giurerei chissà che dispendio di energie per controllare una simile massa di terra. Dobbiamo andarci cauti con i nostri poteri come ha detto Luca. Però ripensandoci qualche scherzetto col fuoco potrei farlo- disse Alessandro con sguardo diabolico, fregandosi le mani -quel maiale di Smith non vuole che metta più piede nella sua locanda dopo quel piccolo incidente di stamattina-   rispose Alessandro.

  -E poi dai a me dell’incosciente! Ai quasi rischiato di mandare a fuoco la sua stalla quando ai tirato quella freccia che si è andata a conficcare nel pagliaio…-

 Ma non fecero in tempo a finire la discussione che arrivò Luca tutto trafelato.

-Ciao Luca!- lo salutarono i due amici.

 Edoardo cominciò a esporre la sua proposta a Luca ma Lui subito lo fermò

-Che diavolo hai combinato questa mattina?- disse, rivolgendosi ad Alessandro, memore di ciò che aveva appena udito –va bè, non importa. Dobbiamo correre…ci sono due ragazzi imprigionati in una strana pianta nella foresta…dobbiamo andare a salvarli!- aggiunse fuori di sé

-Calmati Luca, fai un respiro profondo. Cosa è successo? Cos’è questa storia? Centra con i nuovi poteri?-gli chiese Edoardo allarmato

  -Ho avuto una visione- rispose Luca

-Una visione?!?!?- gli risposero in coro i due ragazzi.

-Si una visione. Ho visto due ragazzi imprigionati in una strana pianta rampicante che cercava di soffocarli e davanti a loro tre figure femminili ammantate che sembravano streghe!-.

-Streghe?!! Adesso sei ridicolo Luca lo sai anche tu che i mostri non esistono- gli rispose Alessandro, rivolgendosi a Luca come ci si rivolge ad un bambino credulone, che pensa di aver visto un mostro

 -Avevo la stessa opinione anche delle fate e dei draghi. Ma come vedi…- lo rimbeccò Luca, facendo un vago segno verso di se e verso gli amici.

-Ok, mettiamo che hai ragione: come fai a sapere che non sia stato tutto un sogno? E come pensi raggiungere le “Streghe” prima che uccidano i due ragazzi?- gli rispose Edoardo, calmo.

  -Con i nostri draghi scemo!- gli rispose Luca come se fosse la cosa più ovvia del mondo

  -E come li chiamiamo, genio?- domandò Alessandro

-Ice ha detto di cercarlo con la mente e lui arriverà. Quindi allargate le vostre menti e chiamate i vostri draghi- spiegò Luca, ricordando le parole del drago azzurro

-Ok, proviamoci ma non sono molto convinto che questa storia sia vera- gli rispose Alessandro.

I tre ragazzi espansero le loro menti e gridarono i nomi dei tre draghi.

 Dopo qualche secondo, carichi di tensione, i tre draghi atterrarono maestosi al centro della piazza.

-Fortunatamente non c’è nessuno ma non dovete farvi vedere, Chiaro?- disse Luca.

  -Certo no ti preoccupare- gli rispose Ice

 -Ma perché ci avete chiamati così all’improvviso?- chiese Flame il drago del Fuoco.

In breve Luca raccontò ai tre draghi quello che aveva visto.

-Interessante. Le visioni non vanno mai ignorate è meglio andare a controllare- gli rispose Tytanus, ottenendo l’approvazione degli altri due draghi.

-Quindi siete sicuri che Luca non abbia sognato tutto?- gli rispose Alessandro.

-Certo! E anche fosse stato un sogno verrebbe la pena comunque controllare. Del resto Luca è stato investito del potere dell’Acqua e ciò deve avergli donato il dono della preveggenza. Quindi si và a controllare!- disse Ice risoluto.

-Mostraci attraverso un immagine mentale il luogo della visione. E’ lontano?- chiese Flame

-No! si trova nella foresta-

-Bene allora si parte!- gridarono Edoardo e Alessandro, al tempo stesso ancora un po’ perplessi e eccitati all’idea di volare per la prima volta.

I ragazzi salirono in groppa ai loro rispettivi draghi, i quali spiccarono un balzo con le zampe poderose e si alzarono in volo verso la foresta.

Intanto però una figurina li osservava da dietro il cespuglio.

 

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Capitolo 4
*** Missione di salvaggio ***


Capitolo 4

Capitolo 4

 

Missione di salvataggio

 

Il volo non fu molto lungo, visto che i draghi viaggiavano ad una velocità a dir poco supersonica, ma a Luca parve comunque che ci mettessero un’eternità. Sembrava come attirato dai due strani viandanti e non poteva non pensare a cosa sarebbe successo loro se non fosse arrivato in tempo.

 

Maledizione Ice! Vai più veloce!

 

 In poco più di un quarto d’ora raggiunsero il luogo della visione. Ma decisero di rimanere in alto per evitare di essere individuati dal nemico, tentando di sfruttare l’effetto sorpresa.

Si trattava di una radura molto ampia, circondata da altissimi abeti che impedivano che quel luogo potesse essere trovato facilmente da terra.

 

Benedetti i draghi! Se non ci fossero stati loro avremmo impiegato ore a trovare ‘sta maledetta radura

 

 La radura si trovava in una zona a nord della foresta dove gli animali selvatici erano soliti andare per abbeverarsi ad un ruscello che scorreva nel margine estremo della radura.

 La scena che si presentò a Luca era uguale a quella della sua visione: al centro della radura si trovava una pianta enorme, con grossi rampicanti verde scuro, dalle spine violacee che arrivavano fino a toccare le cime dei pini. Tutta la pianta muoveva continuamente i propri rami, come una gigantesca piovra che agita i suoi tentacoli in mezzo al mare, cercando di catturare le sue prede.

A Luca premeva di individuare i due ragazzi, per vedere se stessero bene e soprattutto se fossero ancora vivi. Ad un certo punto li vide. Erano semisvenuti, stretti dai tentacoli della pianta, che rischiavano di soffocarli.

 All’improvviso ad un dei viandanti gli cadde il cappuccio del mantello e Luca, Edoardo e Alessandro si resero conto che si trattava di una ragazza.

-Dobbiamo salvarli! Tra loro c’è anche una ragazza!!!- disse Luca allarmato.

-Calmati Romeo!- gli disse Alessandro -prima dobbiamo ideare una strategia, non credi?!-

 -Ok dobbiamo salvarla da quella pianta maledetta!!!- disse Luca deciso

-Non ti preoccupare. Sfrutteremo l’effetto sorpresa…- disse Edoardo.

 Ma proprio in quel momento una palla di fuoco viola sfiorò Tytanus, seguita da altre 4 sparate a ripartizione.

 

 Addio effetto sorpresa…

 

 -Dobbiamo scendere!- ruggì Ice  -In aria siamo un bersaglio troppo facile-

-D’accordo, scendiamo!- disse Luca.

 I draghi iniziarono a effettuare una rapida discesa verso terra, ruggendo orgogliosi, ma proprio in quel momento il pipistrello gigante, che Luca aveva visto prima quella mattina e poi nella visione, si staccò da terra e colpì violentemente Flame allo stomaco, il quale per tutta risposta vomitò fiamme ardenti di un colore scarlatto, che andarono a bruciacchiare la schiena del mostro.

In seguito all’impatto violento Alessandro venne sbalzato via dalla sella, ma riuscì a salvarsi, producendo una potente fiammata dalle mani scese a terra incolume.

-Ale! Tutto a posto?- chiesero gli altri due ragazzi preoccupati

-Si!- rispose lui da terra –scendete a darmi una mano!-

-Arriviamo!-

 Luca e Edoardo si lanciarono a cinque metri dal suolo, per poter dar modo a Ice e Tytanus di aiutare Flame.

-Ma siete impazziti?!?!- ruggirono i due draghi –non avete il potere di controllare le fiamme!!!-

-Tranquilli!- disse Edoardo concentrandosi sul suo potere

Edoardo poco prima di toccare terra ricorse ai suoi poteri ed evocò una sorta di pianta rampicante dalle foglie morbide che attutì la caduta dei due ragazzi

-Grande Edo!- disse Alessandro ammirato –tutto bene ragazzi?-

-Si- disse Edoardo rialzandosi da terra

Purtroppo la pianta non era abbastanza robusta per reggere il peso di tutti e due e si spezzò sotto il peso dei due Guardiani, facendo prendere loro una fenomenale culata

-Siiii- grugnì Luca, mentre si alzava, massaggiandosi il sedere –ma la prossima volta evoca una pianta più resistente-

-Scusami se ti ho appena salvato il culo!- disse Edoardo offeso

 -Il culo non direi!- disse Alessandro ridendo a crepapelle

Un’occhiataccia di Luca e di Edoardo bastò per zittirlo

-He,he,he,he- risero le tre figure di fronte ai ragazzi

-Che avete da ridere voi, RACCHIE!!!- disse Alessandro incavolato

-Racchie!?!?!!? Brutto moccioso come ti permetti?!?!?!- disse una delle tre figure calando il cappuccio

Era una donna molto bella, con lunghi capelli neri, scarmigliati e occhi viola. Indossava un lungo mantello viola e sotto di esso un vestito lungo, viola scuro, stracciato e coperto di ragnatele.

-Stai calma sorella- disse la seconda strega, calando a sua volta il cappuccio

Il suo aspetto non era meno bello della prima, leggermente più alta, aveva anche lei i capelli lunghi fino alle spalle di colore rosso e degli occhi verdi magnetici. Indossava anch’essa un mantello di colore verde e sotto di esso una veste verde scuro, anch’essa stracciata e ricoperta di ragnatele.

-Si, Rena ha ragione. Stai calma Dalia- disse la terza donna, la più alta tra tutte, rivolta alla prima strega

La terza strega era la più bella di tutte. Aveva lunghi capelli bianchi, lisci e raccolti in una lunga treccia che fuoriusciva dal vestito e un paio di occhi azzurro-ghiaccio, duri come l’acciaio. Indossava un mantello blu e sotto un abito blu scuro.

-Hai ragione Irma, ma questi ragazzini impertinenti ci hanno dato delle racchie!- ribatté la strega nera

-Tu dagli una lezione!- ribatté Rena

-Questo è quello che credi tu maledetta!- disse Alessandro pronto a combattere

-I nostri draghi ve la faranno pagare!- disse Edoardo

-He,he,he,he!- rise Dalia

-Stupidi marmocchi, credete che le vostre lucertole con le ali riusciranno a battere il nostro Novgorod?- disse Rena

-Non ti illudere il tuo pipistrello troppo cresciuto sarà un abbondante banchetto per i nostri draghi- la rimbeccò Alessandro

-Lo vedremo- ringhiò Dalia

-Comunque, se fossi in voi, comincerei a preoccuparmi per la vostra incolumità- disse Irma

 -Edera Velenosa, Attacca!!!- urlò Rena.

 Improvvisamente la pianta che stava stritolando i due ragazzi, lasciò la presa e scatenò tutta la sua furia sui nuovi venuti.

-Ragazzi qui si mette male, meglio iniziare ad usare i nostri poteri- disse Luca, schivando un tentacolo

-Concordo- disse Edoardo parando con le braccia la frustata della pianta

-Malediz…- ringhiò Alessandro, incassando un colpo particolarmente potente –prendi questo maledetta!- aggiunse scagliando piccole sfere di fuoco che l’Edera evitò facilmente.

La pianta non solo era potente, ma anche velocissima e quasi impossibile da colpire. Mentre Luca cercava di colpire le radici della pianta, utilizzando l’acqua del ruscello, per farle marcire e renderla inoffensiva,  Alessandro scagliava grossi globi infuocati e Edoardo innalzava enormi barriere di terra intorno a loro in modo tale da impedire all’Edera di avvicinarsi. La situazione si complicò ancora di più quando anche le streghe cominciarono ad attaccarli con globi di fuoco viola e saette nere, simili a quelli che avevano scagliato contro i draghi. 

-Così non v!a- disse Alessandro -siamo nel bel mezzo del fuoco incrociato!-

 -Ho un idea!- disse Edoardo all’improvviso -io e Alessandro ci occuperemo dell’Edera, tu Luca, intanto terrai lontane le streghe- propose  

-Ok- esclamarono Luca e Alessandro in coro.

 Luca si staccò dalla battaglia con la pianta per scagliarsi contro la streghe. Appena tentò di allontanarsi dal luogo dello scontro con la pianta, un grosso rampicante bloccò Luca alle caviglie, impedendogli di muoversi.

-Acc!- esclamò Luca –lasciami andare maledetta pianta!-

 Al grido di aiuto dell’amico intervenne Alessandro che con maestria, modellò una fiammata emessa dalla mano, dandogli la forma di una frusta incandescente. Il ragazzo la fece ondeggiare sopra la propria testa come una frusta vera e con un’abile mossa, colpi il tentacolo che teneva imprigionato Luca, distruggendo.

Con due rapidi salti, Luca riuscì ad uscire da quell’intricato groviglio di rami e corse in direzione delle streghe. Quelle, appena lo videro, concentrarono tutto il fuoco su di lui, ma Luca usando una potente barriera d’ acqua, parò l’attacco e si preparò per l’offensiva.

-Sei bravo ragazzo- disse la strega più alta -Ma io sono più brava di te-

 La strega recitò una strana formula magica e all’improvviso un fulmine nero partì dalle sue mani e colpì Luca al braccio. Inizialmente il dolore fu fortissimo ma poi, Luca cominciò a perdere sensibilità con il braccio sinistro, finchè non rispose più ai suoi movimenti e dovette difendersi solo con quello destro. Le streghe continuarono a bersagliarlo con i loro incantesimi ma Luca, molto veloce, li schivava tutti.

 

Intanto Alessandro se la vedeva brutta con la pianta poiché l’aveva già ferito in diversi punti. Irriducibile, continuava a scagliare sfere incandescenti mentre Edoardo, usando i suoi poteri, cercava di capire il punto debole della pianta. L’Edera velenosa aveva subito anch’ essa seri danni e parte dei suoi rami-tentacoli erano stati recisi o bruciacchiati. I due Guardiani erano riusciti a metterla a tal punto in difficoltà, che aveva dovuto lasciare andare i due prigionieri, che, fino a qualche secondo prima, teneva stretti nelle sue spire, per poter combattere meglio.

-Allora Edo, ci sei riuscito?- chiese Alessandro, schivando un grosso ramo che stava per spaccargli la testa -io non ce la faccio più!!!-

-Un po’ di pazienza Ale, mica è semplice!- disse Edoardo

Se non ti sbrighi, finiamo stritolati da quest’insalata gigante!- disse Alessandro, schivando un altro colpo

-Questa non è un insalata! L’insalata dell’orto non tenta di ucciderti!- disse Edoardo esasperato

-Si, si- disse Alessandro –e comunque sempre di piante si tratta, solo tu sei in grado di comunicare con esse!-

-Certo! Perché secondo te ‘sto essere ha voglia di fare quattro chiacchiere con me, no!?!?!-

-Non lo so ok?!?!? Datti una mossa e basta!-

Edoardo pregò con tutto se stesso che uno di quei tentacoli lo colpisse proprio in quel punto critico, così che non potesse più parlare

-Ci sono quasi- disse dilatando al massimo la propria mente per entrare a forza in quella della pianta -mi sembra che il punto debole della pianta si trovi al centro di essa. Questo è tutto ciò che sono riuscito a strappare alla coscienza della pianta, ma non so voglia dire…-

All’improvviso un ramo sfuggito all’attenzione di Alessandro si abbatte su Edoardo colpendolo in pieno petto, sbalzandolo fuori dalla pianta. Il ragazzo ebbe uno spasimo di dolore e poi cadde all’indietro restando immobile

-Edo!- urlò sgomento Alessandro

 Carico di rabbia, Alessandro scagliò una gigantesca fiammata dalle mani che incenerì tutto quanto di trovava sul suo cammino.

-Anf...anf…- ansimò Alessandro –crepa maledetta!!!!-

Mentre riprendeva fiato notò una cosa che prima era rimasto coperto dai rampicanti, ora distrutti. Si trattava di un gigantesco fiore rosso, simile ad un ibisco, che si trovava al centro della pianta, difeso da una serie di alte spine violacee, che Alessandro immaginò essere molto velenose.

Deve essere quello il cuore della pianta e il suo punto vitale

 

 Ma non aveva fatto in tempo a finire la frase che una fittissima barriera di rami spinosi si era innalzata per proteggere il delicato fiore.

-Non sperare di fermarmi specie di insalata carnivora!-  gridò Alessandro, iniziando a sparare una serie di palle di fuoco, per distruggere i rami superstiti, che ancora difendevano il fiore.

 La pianta non si diede per vinta e continuò a menar fendenti con i suoi velenosissimi rami spinosi.

Ormai era finita, i colpi della pianta si erano fatti più fiacchi e meno rapidi, tanto che Alessandro non dovette più distruggere il rami con il Fuoco, ma si limitò a schivare i colpi. Così, approfittando di un colpo andato a vuoto della pianta, distrusse le sue ultime difese e raggiunse il fiore. Con un grido di trionfo evocò una spada di fuoco distrusse il fiore.

A quel punto l’Edera Velenosa intera prese fuoco e la pianta morì in pochi secondi. Alessandro non ebbe problemi a resistere al calore, ma saltò comunque fuori da quell’inferno per poter aiutare i due amici.

 

 Luca assistette alla scena della distruzione dell’edera mentre cercava di difendere Edoardo che era ancora svenuto e, allo stesso tempo, cercando di evitare gli attacchi della tre streghe. Quando anche loro videro l’edera in fiamme Rena tirò un alto grido disperazione come se le fosse stata ucciso un figlio. Mentre Rena era distesa a terra scossa da convulsioni, a causa della morte della sua creatura, per la quale aveva speso un grande quantità di energie, le altre due sorelle iniziarono a bersagliare Alessandro che proprio in quel memento usciva indenne dalle fiamme.

-Stai attento Ale!- Urlò Luca tentando di avvertirlo

Alessandro, colto si sorpresa, non riuscì ad evitare le due sfere violette che lo scagliarono dall’altra parte della radura.

Al vedere ciò che era successo all’amico, Luca si infuriò ed evocò un immensa onda d’acqua che travolse le tre streghe, scagliandole lontano. Purtroppo in questo suo ultimo attacco aveva esaurito quasi tutte le sue energie. Non aveva più la forza di evocare nemmeno una barriera. Mentre tentava di raccogliere le ultime energie rimaste le tre donne si alzarono completamente fradice.

-COME HAI OSATO FARE UNA COSA DEL GENERE!!!!!- tuonò Irma, iniziando a sollevarsi da terra, con gli occhi che emanavano lampi di luce –LA PAGHERAI!!!!!-

 

Oh-oh…Qui si mette male…

 

 Nello stesso istante dal cielo cadde una carcassa annerita e bruciacchiata in molte parti. Era la cavalcatura delle streghe il Novgorod che era stato battuto da Ice, Flame e Tytanus.

 I tre draghi arrivarono subito dopo il cadavere, ringhiando verso le streghe. Irma non ritenne saggio attaccare anche tre draghi, per cui, pur urlando di dolore per la perdita dei due mostri, svanì, insieme alle sue sorelle, in una nuvola viola lanciando contro i tre ragazzi ogni sorta di maledizione.

-Ci rivedremo Maledetti Guardiani!!!!!-

 Quando le streghe scomparvero Luca si accasciò terra e svenne. L’ultima cosa che vide erano i due stranieri che si avvicinavano ai loro salvatori per soccorrerli…

 

-Svegliati coraggioso guardiano- disse una voce femminile alle orecchie di Luca.

 Il ragazzo dapprima aprì gli occhi e poi si tirò su a fatica. Notò che sia Alessandro che Edoardo erano sdraiati vicino a lui e, che i loro draghi, che li sorvegliavano dall’alto, con fare protettivo, stavano attenti ad ogni mossa degli stranieri, temendo che potessero danneggiare in qualche modo i loro protetti.

-Chi sei? Quanto ho dormito?- mormorò Luca debolmente, notando che ormai il sole stava calando all’orizzonte, avvolgendo la radura con una calda luce dorata

-Il mio nome è Crystal e questo è il mio amico Vaolin- si presentò la ragazza, prima indicando se stessa e poi lo spilungone che gli era accanto  -Hai combattuto parecchio, ma non hai subito ferite gravi. Qualche costola rotta, ma niente di più- aggiunse la ragazza

-Ma è…un elfo!- esclamò Luca sorpreso

Quando gli e l’aveva indicato la prima volta non se ne era reso conto, ma ora si rendeva conto che quello che aveva davanti non era un semplice ragazzo umano

-Si, e io sono una fata!- disse Crystal con semplicità, togliendosi il mantello e mostrando le ali azzurre

-Una fata! Non è possibile! Le fate si sono estinte secoli fa e che io sappia gli elfi sono nascosti nei recessi delle loro città arboree, nella foreste di Kilkan- disse Luca meravigliato

-Ma tu non hai già incontrato mia zia Kate scusa?- disse Crystal confusa

Luca si batté una mano sulla fronte

-Hai ragione che scemo!-

-Non ti preoccupare. Sarà la fatica e tutti gli eventi che ti sono successi in questi due giorni che ti devono aver sconvolto per bene. Comunque hai ragione su noi fate. Io, zia Kate e zia Lily siamo le ultime fate rimaste su Immagea e se non facciamo qualcosa non ne nasceranno più-

-Perché?- chiese Luca curioso

-Non è ancora il momento di parlartene- lo liquidò Crystal

-In che senso non è ancora il momento?-

-Tante sono le cose che voi tre dovete sapere, ma una per volta?-

Luca capì che era inutile tentare di strapparle qualche altra informazione perciò cambiò argomento.

-Perché quel mostro e quelle tre streghe vi hanno attaccato?-

-Perché eravamo venuti ad avvisarsi, Udor- disse la fata. 

-Come mi hai chiamato scusa? E perché eravate venuti ad avvisarci?- chiese Luca, sempre più confuso

-Udor è il nome del guerriero che può controllare il potere dell’acqua. Gli altri tre nomi sono Geos il guerriero della terra, Ignio, il guerriero del fuoco e Aerea, la guerriera dell’aria. Poi ci sono altri due elementi che sono quello del tuono, Elektro e quello del ghiaccio Frigia- disse Crystal per rispondere alla prima domanda  

-Ne so meno di prima, Crystal- ammise il ragazzo cinico –comunque perché siete venuti ad avvisarci?-

-Non ci arrivi da solo Luca?- disse Crystal –perché credi che mia zia vi abbia donato questi poteri?-

-Non lo so. Te lo stò chiedendo io a te. Perché proprio noi? Qual è il nostro ruolo in questa partita?-

- Esiste un’antica profezia, incisa su un papiro, conservato nella biblioteca di Antikira- iniziò a spiegare Crystal –questa profezia parla di sei ragazzi più un settimo guardiano che avrebbero il potere di scongiurare la minaccia che grava sul nostro mondo-

-Quale minaccia?- domandò Luca

-Nuvole minacciose si addensano all’orizzonte. Il nostro mondo rischia di essere dominato per sempre dal male e voi siete gli unici in grado di scongiurare il pericolo- spiegò cupa la fata .

-Cosa? Quali minacce? Quali pericoli?- domandò Luca ora molto spaventato

-Non posso parlartene ora, aspetteremo che i tuoi amici si sveglino- disse Crystal troncando lì quella discussione e andando ad occuparsi degli altri.

Luca rimase lì con i suoi dubbi, senza sapere cosa pensare. Provò a vedere come stava il suo braccio e tentò di muovere le dita, sicuro che non ci sarebbe riuscito. Con suo grande stupore si rese conto che ci riusciva perfettamente e non solo le dita della mano, ma tutto il braccio.

 

Come è possibile?

 

 Un’ora dopo più tardi, quando il sole era ormai tramontato, anche Edoardo e Alessandro si svegliarono e anche loro provarono lo stesso stupore al vedere sia la fata che l’elfo.

-Luca ma in che mondo siamo capitati? Che sta succedendo?- domandarono sempre più confusi Alessandro e Edoardo.

-Vorrei saperlo anch’io- ammise Luca -ma Crystal, la fata ci spiegherà tutto- aggiunse Luca per rassicurarli

 Non appena i tre ragazzi ebbero finito di parlare si rivolsero verso Crystal, ansiosi di sapere la verità. A quel punto Crystal iniziò il racconto:

-Dovete sapere, che recentemente un demone molto malvagio di nome Leese si è risvegliato e che ha intenzione di fare una guerra che distruggerà non solo tutti noi esseri magici ma anche tutte le altre razze e che farà cadere il nostro mondo nelle tenebre-

-Un momento fata spiegati meglio- intervenne impulsivo Edoardo.

-Modera i termini umano- gli sibilò Vaolin

-No Vaolin, stai calmo, non voleva offendere. E’ normale che sia confuso- intervenne Crystal -hai tutto il diritto di sapere cosa succede, Geos-

Edoardo fece una strana faccia, sentendosi chiamare così, ma ad un’occhiata di Luca rimase in silenzio e lasciò continuare alla fata il proprio racconto

-Vedete so che può sembrarvi strano, ma vi prego di ascoltarci. Quando mia zia vi donò i poteri nella foresta era sicura di non essersi sbagliata e anch’io lo sono. Vi prego aiutateci!- implorò la fata.

-Ma sentila! Noi siamo solo dei ragazzi e non abbiamo voglia di imbarcarci in questa assurda impresa…- disse Alessandro ma Luca lo bloccò.

-Se accettiamo di aiutarvi, promettete che stasera ci darete una spiegazione più chiara e ci direte con esattezza quale sia il  nostro compito?- domandò Luca con tono deciso

-Non ti preoccupare, ti prometto che ti spiegherò ogni cosa- disse Crystal più sollevata.

-E va bene allora salite sui nostri draghi vi portiamo al villaggio- disse Luca –voi siete d’accordo?- domandò poi rivolto agli amici

-Se ritieni che ci possiamo fidare- disse Edoardo con semplicità

-Io non sono molto d’accordo- disse Alessandro –insomma, chi può dirci che non ci stiano ingannando?-

-La tua diffidenza è comprensibile Igno, ma ti chiedo di avere fiducia in noi- disse Crystal

-Ascoltami Ale- disse Luca prendendo da parte Alessandro –anche io non ci capisco niente, ma devi ammettere che sembrano saperla lunga su di noi e poi Crystal sembra avere qualcosa a che fare con la fata di ieri sera. Lasciamo che scoprano tutte le loro carte-

Alessandro parve pensarci un po’ su, ma poi decise di fidarsi di Luca

-E va bene. Verrò con voi, ma solo se alla fine ci daranno una spiegazione- disse Alessandro.

Detto questo Edoardo si sporse per dare una mano alla fata per farla Salire su Ice  ma quella con un sorrisino si sfilò il mantello facendo vedere il bellissimo corpo snello e si alzò in volo grazie alle sue possenti ali

-Che diavolo…!- esclamò Edoardo

-Non lo sapevi?- disse la fata con un sorrisino- noi fate sappiamo volare. Dovrete solo occuparvi di portare Vaolin-

-Ok- disse Luca montando su Ice.

 L’elfo si guardò bene del salire su Flame. Fin dal primo momento in cui si erano visti era nata una sorta di ostilità tra lui e il suo cavaliere. Per questo motivo salì sul drago di Edoardo e quando tutti furono pronti partirono in volo verso il cielo violetto sul quale spuntavano le prime stelle, lasciandosi alle spalle la radura dove i tre guerrieri avevano affrontato la loro prima battaglia.   

 

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Capitolo 5
*** Complotti e piani di fuga ***


Capitolo 5

 

Complotti e piani di fuga

 

-Mio signore le streghe sono tornate e pare…non abbiano avuto molto successo- disse la voce di un piccolo demone a Leese.

-Fai entrare subito quelle stupide- urlò Leese con la sua voce da rettile. Ci vollero pochi secondi perché le streghe, trafelate e ancora ferite dalla recente battaglia, entrassero nella buia sala del trono. La sala, era molto grande ma vi era solo un solo trono in fondo alla sala e un grosso specchio magico appeso alla parete ovest della sala. L’unico luogo che dava sull’esterno era una grande finestra aperta, dalla quale si poteva osservare lo spaventoso spettacolo che i corni del demone offrivano a Leese. Questo era un luogo completamente montuoso, formato da alti picchi frastagliati e le cui montagne più alte erano, due monti gemelli: I corni del demone. La vegetazione in quel posto era molto rada e inoltre non vi erano strade praticabili in quel luogo dato che i suoi abitanti erano per lo più demoni alati. Questo era lo spettacolo che Leese stava osservando quando le sue sgradite ospiti entrarono, gli piaceva la morte e la desolazione del suo regno e nella sua mente perversa la sofferenza altrui era motivo di grande gioia.

-Entrate, viscide serpi senza cervello- disse Leese. Due delle tre streghe entrarono timorose nella sala e si inchinarono al cospetto del più grande signore dell’oscurità di tuttii tempi: Leese. Il suo aspetto era quello di un qualziasi mostro alato: era molto alto, con un corpo magro simile a quello umano ma aveva mani e piedi artigliati con i quali, quando non usava la magia, uccideva i nemici. Dietro la schiena aveva un paio di grandi ali nere come l’inchiostro, e la sua apertura alare raggiungeva quello di un piccolo drago. La sua faccia era un’aberrazione di un viso umano, sfigurato dalla magia nera, con piccoli occhi rossi, scintillanti, un naso schiacciato da rettile e una grande bocca piena di denti aguzzi. Per finire egli aveva un paio di grandi corna nere, lunghe e appuntite, ed era vestito con una tunica nera che era legata in vita da un sottile nastro viola. Intorno a lui vi era una densa aura nera che impediva che qualsiasi cosa crescesse e che portava via la speranza e la felicità.

-Voi sapete cosa significa vincere questa guerra per me, non vero?- sibilò Leese

-Certo mio signore, devi vendicarti di ciò che ti ha fatto il popolo della luce e soprattutto il Guardiano molti secoli fa- disse la strega maggiore

-Avete ragione, devo vendicarmi! Voi sapete cosa mi hanno fatto.-

- Certo mio signore, vi riferite a quella vecchia storia- disse una delle due streghe

-Non è affatto una storia, stupide!!!- gli sibilò contro Leese

 Si narrava infatti, che nei tempi antichi, esisteva solo la luce ma poi, un giorno uno degli esseri fatati che abitava n quel mondo, iniziò a provare sentimenti di odio e rancore verso gli altri esseri suoi simili. Questo era dovuto ad un motivo sciocco poiché avendo perso una gara con un suo amico si era arrabbiato e quindi aveva iniziato a provare quei sentimenti. Ad un certo punto la sua rabbia e la sua frustrazione divennero talmente grandi che si riversarono fuori da quel essere. Il mondo intorno a lui si fece nero e tutto quello che toccava diventava cenere, perciò gli altri abitanti decisero di esiliarlo in un luogo dove la sua magia nera non avrebbe avuto alcun potere. Ma si sbagliarono esso cominciò a prolificare e a creare altri esseri come lui e così il regno creato solo dalla luce si spezzò e una parte di esso divenne un regno di tenebre e desolazione senza un po’ di felicità o di amore. Dopo la creazione del regno oscuro i suoi abitanti ( che altri non erano che gli antenati dei demoni e delle streghe) iniziarono una lotta contro quelli delle terre di Luce . Questi poiché erano assai pochi decisero di creare altri esseri di luce che potessero aiutarli. Nacquero così gli elfi, le fate, i folletti e i draghi i possessori delle magia che che si tramandarono di generazione in generazione. la lotta iniziò e nacque così la prima guerra delle razze. questa guerra finì con la vittoria degli abitanti delle terre di luce grazie all’arrivo del Guardiano dorato che, dopo essere stato evocato dal potere degli spiriti dei Quattro elementi, li aiutò a vincere ma ad un prezzo spaventoso: la terra che prima esisteva ora no c’era più; il mondo era caduto nelle tenebre più fitte e oscure. Gli elfi e le fate però si presero l’impegno di ricreare la terra ma dovettero spendere una gran parte della loro magia; molti non riuscirono però a tenersela una parte per se e nacquero così gli uomini e nani che però si impegnarono a loro volta, come avevano fatto i loro antenati, a risanare la terra. Dopo molti secoli la terra fu ricostruita e tornò la luce ma per evitare che ci fosse un’altra guerra gli esseri magici decisero di nascondere la magia e la loro magica eredità agli uomini. I quattro elementi quando morirono decisero di trasferire il loro potere in quattro cristalli che donare alle fate, in modo tale, che quando ci fosse stata la necessita un'altra generazione di guerrieri si sarebbe fatta avanti per battere il male. IL Guardiano inoltre si richiuse in una specie di bozzolo e sigillò il luogo in cui riposava con un sigillo magico. Leese, che altro non era che il discendente degli esseri oscuri, aveva deciso di vendicarsi su gli esseri di luce che l’avevano sconfitto e stava preparando una guerra per sconfiggere le razze.

-Ad ogni modo, qual è il rapporto?- chiese Leese.

-Mio signore abbiamo scoperto i tre detentori dei cristalli e dei poteri elementari : sono solo tre mocciosi che non sanno ancora sfruttarli appieno.-

- Non mi interessa se sono solo dei mocciosi voglio che li teniate d’occhio e che li distruggiate al momento buono, capito?!! Comunque per ora non bisogna distrarci dal nostro vero obbiettivo: Goldragon, tanto finchè non troveranno il quarto elemento niente potrà fermarmi. E la fatina con il suo amichetto elfico li avete distrutti?-.

 A questa domanda le due tremarono

-No mio signore abbiamo cercato di uccidere entrambi con l’edera velenosa ma non ha funzionato, poiché sono arrivati quei tre.-

 Dalle dita di Leese partì un fulmine nero che colpì in piene le due streghe buttandole a terra e facendole contorcere come una massa di serpenti.

-Siete delle sciocche ora quella stupida fatina rivelerà loro i nostri piani e quale sarà la loro missione. Ma non importa tanto non troveranno mai il quarto elemento e noi potremmo agire indisturbati. Ho gia inviato i miei messaggeri a Malus in modo tale che elimini quei cinque impiccioni. Spero che lui non mi deluda. Quanto a voi andate impedite a tutti modi che il Consiglio delle creature magiche abbia luogo-.

-Si, mio signore questa volta non ti deluderemo-.

-Lo spero per voi altrimenti sarò costretto a punirvi più severamente, Andate-.

-Aspettate!, come mai siete solo in due dov’è Ginevra?-

-Mio signore- dissero le due streghe, quasi piangendo- nostra sorella sta male, purtroppo la distruzione del Novgorod e dell’Edera l’ha indebolita molto-.

-Va bene,potete ritirarvi-

 Le due streghe si inchinarono un ultima volta e uscirono. Intanto Leese osservò a lungo dentro al suo specchio i movimenti dei cinque ragazzi.

 

 

Malus se ne stava calmo e tranquillo , seduto sulla sua poltrona imbottita da vanti al fuoco. La stanza in cui si trovava era riccamente arredata infatti all’interno della stanza era presente: un grande camino con splendidi segni runici scritti sulla parte superiore di esso, un po’ anneriti dal fumo ma ancora leggibili. Vi era inoltre una grande biblioteca ricca di tutto il sapere magico del vecchio mondo, con libri che descrivevano la storia di tutte le razze. Ma vi era una sezione molto particolare, che riguardava i più disparati volumi sulla magia nera e sull’uso delle pozioni più pericolose; non si può dire che fosse una schiappa come mago, infatti per preparare tali pozioni occorreva un potere magico immenso e soprattutto una grande abilità. In cima al caminetto vi era una delle cose di cui Malus andava più fiero : una testa di drago impagliata; uno dei suoi trofei più importanti. Dalla porta alle sue spalle spuntò un essere indescrivibile, molto simile ad uno gnomo ma tremendamente sfigurato dalle magia nera di Malus. Di gnomico aveva solo l’altezza ma poi aveva un aspetto terrificante; Malus, infatti per far difendere il castello dalle rivolte degli abitanti del villaggio, aveva catturato un gruppo di gnomi e grazie alla sua magia li aveva moltiplicati e sfigurati per intimorire la gente. Il servitore entrò goffamente portando sulle spalle uno specchio gigantesco per le sue modeste dimensioni.

-Era ora!- disse Malus con freddezza,

-Il mio signore attende per darmi istruzioni muoviti stupido!-.

Lo gnomo (la cosa-gnomo) grugnì in risposta e attaccò lo specchio alla parete opposta alla biblioteca in modo che il mago potesse usarlo, e poi uscì dalla stanza facendo un goffo inchino. Quando fu solo Malus si avvicinò allo specchio e pronunciò parole incomprensibili in una lingua sconosciuta. Dopo pochi istanti apparve la figure di Leese e Malus si inchinò prontamente

-Mio signore>: disse il mago.

-Alzati pure mio buon amico, devi affidarti una missione, che quelle tre stupide streghe non sono riuscite a portare a termine. Tu conosci la storia dei tre guardiani degli elementi, vero?-.

-Non sono i quattro prescelti dalla rosa mistica per combattere le forze oscure?-.

-Esatto mio viscido amico. Per ora non sono molto pericolosi, perché tanto il quarto elemento non si è ancora rivelato, ma io non voglio che creino fastidi, quindi devi eliminarli, e subito. Inoltre con oro ci sono una fata e un elfo ma non avere timore non sono proprio nulla.-

-Obbedisco mio signore ma dove si trovano questi tre elementi?-.

-Sono esattamente nel tuo villaggio i loro nomi non li so ma appena vedi li scopri uccidili!

-Non ti deluderò mio signore-.

Dopo quest’ultima frase l’immagine di Leese svanì dallo specchio e il mago cominciò a pensare a d un modo per eliminare i tre mocciosi.

 

 

La lunga corsa verso la casa di Luca li aveva sfiniti ma trovarono la forza di andare comunque nel capanno degli attrezzi e di nascondersi lì.

-Io devo andare a dire ai miei che sono tornato nel frattempo restate nascosti lì. Cercherò anche di prendere qualcosa da mangiare- disse Luca.

 Dette queste parole corse fuori e andò in cucina. Doveva inventarsi anche una bella scusa non solo per essere arrivato così in ritardo, ma anche per spiegare l’assenza di Alessandro e Edoardo.

-Mamma, mamma sono qui . Scusa il ritardo…-

 ma non finì neanche di dire queste parole che sua madre gli si fiondò addosso e iniziò a parlare a raffica senza fermarsi. Luca per un po’ stette ad ascoltarla ma poi seccato cominciò a pensare ai preparativi per la partenza. Sarebbero partiti quella stessa notte in cui non ci sarebbe stata la luna ma doveva ancora preparare tutto l’occorrente per il viaggio : sarebbero servite almeno cinque coperte, tre mantelli, provviste per una settimana , armi e qualche moneta per le spese.

-…Come hai potuto sparire così all’improvviso…- : stava continuando a rimproveralo sua madre, ma ormai erano arrivati a casa e vedendo che il padre si era seduto a tavola cominciarono a mangiare. Strongold non sembrava molto preoccupato per l’improvvisa ricomparsa di Luca e non volle nemmeno rimproverarlo dato che quando mangiava non voleva essere disturbato. Scila, sua madre continuava borbottare tra se la sfrontatezza del figlio ma dopo poco si quietò, Aurora invece parve molto sollevata di rivederla anche se, il suo viso era attraversato da lunghe righe rosse : doveva aver pianto. Luca si sentì all’improvviso un verme ma continuò a mangiare nonostante il pensiero che lo tormentava della sorella che era anche più pallida del solito. Dopo aver finito di mangiare Luca prese la parola e cominciò dire alla madre che aveva ricevuto una lettera da un suo caro amico, che si trovava al di là delle Montagne Nebbiose, che circondavano il villaggio, e che erano stati invitati anche Edoardo e Alessandro…

-Così mi chiedevo se potessi andarci. Sai, è da tanto che non lo vedo e poi il raccolto è quasi ultimato sono sicuro che potrei assentarmi per qualche giorno…-.

-Non ci pensare neanche, sottospecie di sconsiderato vagabondo! Non andrai da nessuna parte finchè…-.

 Ma questa volta fu il padre a zittirla alzando una mano, e lei tacque.

-Puoi andare , figliolo. Del resto come hai detto tu in due giorni potrei farcela anche da solo-.

 Strongold era molto gentile, come sua sorella e Luca lo ammirava, e lo rispettava per questo. Era così felice di poter partire che non riusciva ad esprimere la sua gratitudine. Riuscì solo a mormorare: -Grazie papà-, che gia era corso su per le scale a preparare il tutto. Arrivò come un fulmine in camera sua e presi tre zaini, che teneva da parte anche per i suoi amici, li riempì di tutto il necessario compresi i suoi vestiti. Quando ritornò in cucina la trovò già sparecchiata e sul tavolo le sue provviste, Ma solo per lui. Questo era un problema : come avrebbero fatto a sopravvivere?. Non importa pensò Luca. Dopo quanto tutti dormono mi alzerò e prenderò altre provviste e il denaro necessario. Finito di preparar il suo zaino uscì e ritornò nel capanno dove aveva lasciato i suoi amici. Li trovò che si stavano lagnando per non aver mangiato niente :

-Ce ne hai messo del tempo Luca, stiamo morendo di fame-.

-Non preoccupatevi, sono riuscito a sgraffignare un bel po’ di cibo dalla dispensa di mia madre. Mangiate pure con calma, ho preparato il nostro piano di fuga: fuggiremo sta notte.-

-Sta notte?- risposero in coro.

-Si sta notte, col favore della tenebre ci allontaneremo nel bosco e lì saliremo in groppa ai draghi, che ci porteranno il più lontano possibile dal nostro villaggio. Ho gia preparato tutto: le provviste , le armi,le coperte…-.

-Ma Luca e i nostri genitori cosa gli accadrà? Sicuramente Malus, saprà di noi e ci verrà cercare. Non trovandoci allora se la prenderà con i nostri genitori-.

-Lo sò, cosa credete? Ma purtroppo non abbiamo altra scelta. Sapete ci ho pensato molto e credo che sia meglio così. Dobbiamo adempiere ai nostri compiti di guardiani degli elementi e trovare il quarto elemento.-

-Ok, Luca siamo con te. A che ora si parte ?- disse Edoardo

-Verso mezzanotte voi tenetevi pronti mi raccomando-

 Dette quste parole uscì dal capanno e se andò in camera sua.

 

 

-Salazar, vieni qui mio fedele servitore- disse Malus. Dall’ombra della stanza uscì una forma informe di stracci, molto grande, che emanava un gran fetore.

-Ho bisogno che tu vada a distruggere quei tre mocciosi, la fatina e l’elfo, poiché ho saputo che hanno intenzione di fuggire. Porta con te alcuni uomini e aspettali al Passo del Cappio all’entrata delle Montagne Nebbiose, e distruggili!-

-Obbedisco mio signore- disse la massa informe di stracci con una risata stridula, e uscì dalla stanza.

-Quei mocciosi hanno le ore contate . Ha, ha, ha!!!-.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Battaglie per la libertà ***


Capitolo 6

Capitolo 6

Battaglie per la libertà

 

Quella notte a Balam cinque ombre si aggiravano per la strade correndo verso la foresta: erano cinque ragazzi.

-Credete che ci abbiano visti?- chiese Edoardo ansimante dopo essersi fermati per la prima volta in mezzo alla foresta.

-Penso di si, in fondo siamo stati più silenziosi di un gatto.- gli rispose Alessandro.

-Chi dovrebbe averci visto?- domandò Crystal

-Gli scagnozzi di Malus, è un mago molto potente, che ha preso il possesso del nostro villaggio, da quando quel demone ha iniziato a spadroneggiare su Immagea- spiegò Alessandro

-Quindi voi conoscevate Leese?- domando Vaolin

-Per sentito dire- ammise Edoardo

-In fondo noi siamo solo uno dei piccoli villaggi che si trovano nelle Terre dell’Ovest, non siamo particolarmente pericolosi e quindi quel demone ci ha solo inviato questo mago a controllarci e sottometterci- spiegò Luca

-Capisco- disse Crystal continuando a camminare velocemente in quella notte senza luna

-Quanto manca Udor?- chiese Vaolin ad un certo punto, vedendo che avevano lasciato alle spalle le ultime abitazioni

-Non ti preoccupare ormai dovremmo essere arrivati, basta passare questa radura e siamo arrivati… e poi come te lo devo dire che non devi chiamarvi così? Chiamami semplicemente Luca.

- Ok…Udor- rispose l’elfo con un sorriso

-Ma la vuoi piantare una buona volta!- esplose Alessandro.

A quella risposta l’elfo si rabbuiò e iniziò a correre più veloce.

-Dovete capirlo- disse Crystal –è abituato a porgere il rispetto dovuto a tutte le persone di rango inferiore o superiore al suo. Sai gli elfi…-

Ma a quel punto si arrestò vedendo che Vaolin si era fermato all’improvviso e aveva alzato un dito per richiamare tutti al silenzio.

-Cosa succede Vaolin?- chiese Edoardo.

Ma la risposta gli arrivò da sola.

Una piccola truppa di venti soldati, i servitori di Malus,  stava uscendo dalla radura di fronte a loro ed era capitanata da un mostro ricoperto di stracci.

I ragazzi iniziarono a temere che quella loro fuga non fosse tanto segreta quando credevano.

L’essere iniziò ad avvicinarsi a loro lentamente, con passi calmi e misurati.

All’inizio sembrava che non avesse un scheletro dato che più che camminare, strisciava come un serpente, ma poi, dopo che fu giunto a pochi passi da loro, con un rapido fruscio gettò gli stracci in aria con un gesto molto teatrale.

Come si era aspettato il ragazzi si erano concentrati sul mantello che si sollevava e solo quando quest’ultimo cadde a terra, rivolsero uno sguardo disgustato alla creature che stava di fronte a loro.

Essa non era più a terra, ma si era eretta in tutta la sua statura, che doveva aggirarsi attorno ai due metri.

Il suo corpo completamente ricoperto di scaglie verdi, era protetto da una solida armatura di ferro scuro. Aveva un muso simile a quello di un rettile, allungato e con degli occhi piccoli e stretti di colore giallo; la bocca, dalla quale fuoriusciva, a intervalli regolari, una lingua biforcuta viola era circondata da una miriade di piccoli dentini aguzzi e probabilmente erano in grado di secernere veleno; inoltre una lunga cresta verde scuro che partiva dalla testa e raggiungeva la coda, rendeva quest’ultima un’arma potente e pericolosa.

Dalle mani e dai piedi spuntavano lunghi artigli e  portava una spada corta che gli pendeva da una cintura di pelle.

-Quello è un Lacerta, uno dei mostri più forti delle truppe di Malus- esclamò Edoardo

-Esatto piccolo stupido, il mio nome è Salazar. Dove avete intenzione di andare?- gli  sibilò contro Salazar

-Non sono affare che ti riguardano, schifosa lucertola- gli rispose secca Crystal sorprendendo i suoi compagni.

-Attenta a come parli aberrazione con le ali!!!- gli rispose Salazar –il mio padrone vuole che mi occupi pure di te, oltre che di questi tre mocciosi-

-Bada a come parli o dovrai vedertela con me- disse Vaolin, sguainando la spada corta, minaccioso

-E cosa potrebbero farmi dei moscerini come voi?- disse Salazar beffardo –Tu piuttosto, elfo- aggiunse rivolgendosi a Vaolin -che ci fai fuori dalla tua foresta? Pensavo che quelli come te fossero dei gran fifoni che temono a tal punto il mio signore, da usare gli antichi poteri della foresta dell’Est, per difendersi.- disse Salazar con un sorrisino

A quell’affermazione Vaolin tremò.

-Come ti permetti di insultarlo,schifoso essere strisciante, fatti sotto se ne hai il coraggio- disse Alessandro con foga

-Non fraintendermi!- aggiunse poi subito dopo – lo faccio solo perché non mi piacciono i tipi che si credono superiori agli altri-

-Ah! Grazie comunque- disse Vaolin con un sorriso

Nel momento stesso in cui finirono di parlare Salazar si scagliò silenzioso e letale su di loro più arrabbiato che mai per le offese ricevute.

-Vi farò a pezzi- disse preso dall’estasi del combattimento

Nel momento stesso in cui scattò lui anche gli altri soldati sguainarono le corte spade e si scagliarono contro i cinque ragazzi.

 Vaolin gettò indietro il mantello e sguainò la corta spada, Crystal si alzò in volo e iniziò a scagliare globi di energia di colore azzurro contro i nemici.

Alessandro, Luca e Edoardo invece chiamarono con le menti i draghi e si scagliarono contro i soldati con le spade che il padre di Luca aveva fornito loro.

-Dividiamoci io e Vaolin ci occupiamo del mostro mentre voi vi preoccupate dei soldati - disse Alessandro eccitato dalla battaglia.

Udito Alessandro, i cinque si sparpagliarono.

Luca e Edoardo non erano molto abili con le spade, in quanto le avevano maneggiate poche volte durante la loro infanzia e per di più erano solo spade di legno, tuttavia non diedero modo ai nemici di avvicinarsi nemmeno di pochi metri. Utilizzando i loro poteri erano in grado di tenere a bada un’intera orda di nemici da soli. Luca creava potenti getti d’acqua che si formavano sulle palme aperte delle sue mani, e li indirizzava contro gli sfortunati nemici che lo attaccavano, mentre Edoardo, poggiando le sue mani a terra, evocava possenti rampicanti dal terreno che imprigionavano i soldati a mezz’aria.

Crystal invece era molto brava nell’uso dell’arco perciò, dopo averlo tirato fuori iniziò a scagliare dardi contro i nemici.

La situazione sembrava volgere a loro favore, nel giro di un quarto d’ora avevano sconfitto i nemici e ed erano già pronti ad esultare.

All’improvviso dal bosco emerse un altro plotone di soldati che sostituì il primo.

Il sorriso morì sulle labbra di Luca ed Edoardo

-Ma quanti sono?- domandò Crystal

-Non ne ho idea, ma non so per quanto ancora potremmo resistere- disse Luca, respingendo l’ennesimo gnomo

 –Luca io non ce la faccio più- disse Edoardo dopo aver steso con un pugno un soldato che lo attaccava

-Edo, non so cosa dirti- disse Luca evitando un pericoloso fendente che gli recise alcuni capelli castani –qui sembra che non debbano finire mai-

-Io non riesco ad utilizzare a lungo i miei poteri-

-Anche io, mi tolgono le forze-

Luca continuò a combattere contro i nemici, decidendo però di utilizzare la spada, per il momento

-Dov’è Ale?- domandò Luca non vedendolo

-Non lo so. L’ho perso di vista, dopo che ci ha detto che si sarebbe occupato del mostro. Spero che stia bene-

-Vedrai che se la caverà-

-Si ma noi? Io non ce la faccio più e anche Crystal sembra alquanto in difficoltà-

-Dobbiamo aver fiducia in Ice, Flame e Tytanus- disse Luca ma nel suo cuore cominciava a essere preoccupato anche lui.

 

 

                                                                ***

 

 

-Piccoli moscerini non riuscirete mai a battermi- disse Salazar, dopo aver parato l’ennesimo fendente di Vaolin

-E’ un po’ ripetitivo o sbaglio?- disse Alessandro ridendo menando un affondo, diretto al ventre di Salazar

-Pare di si. Però ha ragione. Io sono esausto e se non lo sconfiggiamo, temo che presto avrà il sopravvento- gli rispose Vaolin con il fiatone

Alessandro non poteva dare torto all’elfo. Era già mezz’ora che combattevano e anche le sue energie si stavano esaurendo, mentre Salazar sembrava sempre in forma come se quel duello serrato non lo avessero stancato neanche un po’.

Da quando avevano iniziato a combattere si erano spostati dal luogo dello scontro, dirigendosi sempre di più verso est, verso il fiume Kirs e presto avrebbero raggiunto la gola vicino alla quale esso nasceva. Dopo molti fendenti e altrettante parate raggiunsero la gola e Alessandro, nel poco tempo che gli era stato dato dal mostro per riposare, ne approfittò per ripassare il territorio. Come si ricordava esso non era molto grande, infatti tra la foresta e la gola non ci sarà stata neanche un chilometro e a forza di combattere si sarebbero avvicinavano sempre più alla gola.

-Vaolin mi è venuta un idea- disse Alessandro con il fiatone –do…dobbiamo avvicinarci sempre di più al crepaccio-

-Che cosa hai in mente?-chiese Vaolin dubbioso, evitando che il mostro gli tagliasse le gambe con la sua spazzata di coda

-Fidati di me- gli rispose Alessandro

-Ok-

Il combattimento nel frattempo diventava sempre più violento e Alessandro dovette ricorrere al potere del Fuoco per ostacolare Salazar.

Il ragazzo, nascosto da Vaolin che teneva impegnato il mostro, creò quattro piccole sfere rosse incandescenti e le indirizzò contro il nemico.

Avendovi la visuale coperta fino all’ultimo, Salazar non poté evitare la prima sfera infuocata che gli causò una grave ustione alla spalla sinistra. Il mostro urlò sia per il dolore che per la sorpresa e dovette allontanarsi con rapidi balzi all’indietro per evitare le altre tre sfere che si schiantarono al suolo, creando piccoli crateri fumanti.

-Bene, bene finalmente ti sei mostrato Igno avevo dei dubbi su chi fosse il guardiano del Fuoco tra te e quegli altri ma ora ho capito. Comincerò da te e poi distruggerò gli altri due- disse il mostro maligno, ripartendo all’attacco, ignorando il dolore alla spalla

-Non ci contare viscido essere strisciante!!!- disse Alessandro cominciando ad emanare un’aura rossa dal suo corpo. Rimise la spada nel fodere per evitare di fonderla e si posizionò a gambe divaricate di fronte al nemico. Dopo essersi concentrato creò una palla di fuoco grandissima e la scagliò contro il nemico.

-Questa volta non mi freghi moccioso!- disse Salazar

Il mostro alzò il braccio, mostrando un amuleto viola, che assorbì l’enorme meteorite di fuoco, scagliato poco prima da Alessandro e gli e lo rispedì indietro.

-Oh mer…-

 Ale fece appena in tempo a schivare il colpo, gettandosi di lato ed esso si infranse contro una roccia poco distante mandandola in mille pezzi. Parte di questi frammenti infuocati schizzarono sui rami secchi e in breve parte una parte della foresta era in fiamme.

-Credevi che non fossi preparato contro una simile eventualità. Il mio Signore mi ha donato questo amuleto, in grado di difendermi da voi maledetti guardiani. Ahahahaa!- rise di gusto Salazar

-Maledetto bast….- iniziò ad offenderlo Alessandro

-Grazie mi onori con tutti questi complimenti- disse Salazar con una risatina sarcastica –Ma i complementi non ti serviranno a niente: ti distruggerò!!!-

-Sei un pochino ripetitivo- disse Vaolin

-Zitto, piccolo elfo, con te farò i conti dopo!- ribatté Salazar secco

Detto ciò sfoderò di nuovo la spada, tenendola con la mano destra,mentre reggeva con l’altra l’amuleto, e si lanciò all’attacco.

 

 Come faccio ora, pensò Alessandro l’unico modo per sconfiggerlo è gettarlo giù dal crepaccio. Ma come faccio se non posso neanche usare i miei poteri?

Dove sei Flame!!!

 

 

                                                                      ***

 

 

- Non vi sembra strano che i nostri amici non siano ancora arrivati?- disse Tytanus

-Hai ragione Tytanus è… Ahi!!!- urlò Flame

-Cosa c’è Flame?- chiese Ice preoccupato

-Era il guardiano del fuoco, credo sia nei pasticci- disse Flame

-Ecco perché non arrivavano dobbiamo raggiungerli, forse anche Geos e Udor sono nei pasticci!!!- disse Ice

-Ma come faremo a trovarli?- chiese Tytanus

- Oh è semplice al primo incendio che troviamo nella foresta troveremo Alessanadro- disse Flame sarcastico

-E dove c’è lui ci sono anche Luca e Edoardo- finì eccitato Tytanus

-Bravo!!!- disse Flame con il tono di uno che fa i complimenti ad un bambino di prima elementare

-Mi stai prendendo in giro?!!!- ruggì Tytanus arrabbiato

-Fatti sotto vecchio sputafuoco!!!-

-Basta voi due- si intromise Ice- E’ proprio vero tale guardiano, tale drago. Dobbiamo aiutare i nostri amici o lo avete scordato?- ruggì Ice arrabbiatp

-No hai ragione Ice. Andiamo- disse Flame

-Comunque non è finita qui!!!- puntualizzò Tytanus

Detto questo i tre draghi si allentarono dalle montagne nebbiose e si avviarono verso il luogo della battaglia.

 

 

                                                                  ***

 

 

Alessandro e Vaolin se la stavano vedendo brutta. Da quando il ragazzo aveva usato quell’attacco si era molto indebolito e ora rischiava seriamente di rimetterci le penne.

Da quando era stato colpito, Salazar era sempre più furioso e li attaccava di continuo, non lasciandoli un attimo di pace.

L’unico modo che avevano per sconfiggerlo era attirarlo verso il crepaccio ma era più difficile del previsto.

 Mentre Alessandro lo colpiva continuamente con palle di fuoco e colpi di spada, Vaolin con il suo arco tirava frecce che però rimbalzavano contro una specie di barriere invisibile. Gli attacchi di fuoco venivano assorbite dall’amuleto, mentre i fendenti dalla spada veloce del mostro.

-E’ tutto inutile- sghignazzò il mostro al culmine dell’eccitazione –Non avete alcuna possibilità di battermi. Siete esausti e quando cadrete io vi darò il colpo di grazia!-

-Non ci contare mostro!!!- disse Alessandro fiero, anche se in cuor suo temeva che avesse ragione.

Il combattimento continuò e si  protrasse per un altra mezz’ora, ma ancora non si vedevano segni di sfinimento nei movimenti di Salazar.

Ora era lui in vantaggio nonostante fossero in due,  Alessandro e Vaolin potevano solamente parare i tremendi colpi che venivano loro inflitti dal mostro dal momento che ormai non avevano più forze.

-Ma dove sei Flame?- gridò Alessandro, mentre veniva scagliato a terra dall’ultimo attacco di Salazar 

Proprio quando tutto sembrava perduto si udì un ruggito e dal cielo eruppe una gigantesca fiamma scarlatta

-Ma che diavolo sta succedendo?- urlò Salazar sorpreso, allontanandosi da Vaolin e Alessandro, per evitare l’attacco.

Approfittando del momentaneo disorientamento del nemico, Alessandro, con un ultimo sforzo scagliò una violenta fiammata contro il mostro, che, sorpreso, non riuscì in tempo a difendersi.

-Aaaaaaaah- urlò spaventato raggiungendo in un solo colpo l’orlo del crepaccio.

 Flame atterrò e si diresse di gran carriera verso Alessandro, preoccupato.

-Ce ne hai messo di tempo, he!- disse Alessandro sfinito con un sorriso debole.

-Non ti preoccupare ora di questo me ne occupo io- lo rassicurò Vaolin

-No, voglio aiutarti- protestò Alessandro

-Non puoi! Sei troppo debole- gli disse Flame con fare fraterno.

-Avete ragione. Per questa volta starò fuori dai pasticci,ma...Flame aiuta Vaolin a distruggere quell’essere schifoso!- disse infine Alessandro rassegnato.

-Contaci!- disse il drago risoluto

-Noi andiamo avanti, Flame credi di potertela cavare?- dissero i due draghi, che gli si erano nel frattempo affiancati

-Certo- disse Flame –andate dai vostri guardiani, io proteggerò il mio

Mentre i due draghi si allontanavano verso il luogo della battaglia Flame e Vaolin si preparano a combattere il mostro.

-Schifosa lucertola con le ali, come hai osato attaccarmi. Distruggerò anche te!!!- gridò Salazar arrabbiato per essere stato colto di sorpresa.

-Lo vedremo- gli rispose il drago

Il drago partì a tutta velocità contro il nemico, muovendo le possenti ali, ma il mostro lo evitò, balzando di lato.

-Dannazione- gridò il drago

Era difficile per un essere della sua mole, combattere bene in mezzo a quello spazio angusto, tuttavia non demorse e intraprese con il nemico uno scontro senza esclusione di colpi. Il drago Mordeva, lanciava fiammate, tentava di colpire l’avversario con la coda e gli artigli, ma la lacertola, era agile come una gazzella ed evitava i suoi attacchi con una rapidità sorprendente, colpendo il drago ai fianchi con la spada.

Ad un certo punto sembrò che Salazar stesse per vincere. Il drago era stato costretto a indietreggiare sino alla parete rocciosa e ruggiva tentando con gli artigli di strappare l’arma dalle mani dell’avversario.

-Sei finito!- disse Salazar pronto a dare il colpo di grazia al drago

Proprio mentre stava per colpire Flame, Vaolin, con l’ultima delle sue frecce,  colpì l’amuleto di Salazar che s’infranse in mille pezzi

-Ale tocca a te!-

Il ragazzo, avendo recuperato un po’ delle sue forze, si concentrò al massimo e la sua aura rossa divenne più spendente che mai

-Che diavole?...- disse Salazar girandosi verso quella fonte luminosa

-Spostatevi!!!- gridò

Il drago spiccò il volo e l’elfo si allontanò più veloce che poteva dal nemico, ancora scioccato di fronte  a tanta potenza. Alessandro dopo aver creato un ‘enorme meteorite di fuoco, lo compresse, fino a fargli assumere la forma di una palla di fuoco di medie dimensioni, dalla potenza smisurata, e lo scagliò contro il mostro, il quale volò oltre i crepaccio con un urlo spaventoso.

-E’ finita- disse, infine Alessandro che esausto e cadde a terra.

 

 

 

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Capitolo 7
*** Il viaggio prosegue ***


Capitolo 7

Il viaggio prosegue

 

-Ale, Ale svegliati! Ti seni bene?- disse una voce familiare

-Do…dove sono?-chiese Alessandro ancora intontito dal recente scontro.

-Sei ancora tra i mortali fortunatamente- scherzò Vaolin – Ti ringrazio per avermi salvato-

Poi senza aspettarselo si ritrovò tra le braccia di tutti  i suoi compagni con la testa di Flame che spuntava dall’alto preoccupato per la salute dell’amico.

-Oh, ma cosa sono tutte queste smancerie!!!- disse che era ormai soffocato del tutto dalle braccia degli amici.

-Se i un idiota poteva ucciderti quello sforzo- disse Flame con le lacrime agli occhi

-Dai lo sai che mi piace il rischio- disse Ale scherzando – Comunque, potreste spiegarmi cosa è successo di preciso?-

-Beh…- iniziò Luca -mentre tu e Vaolin combattevate alla grande anche noi non ce la vedevamo poi così bene. I mostri spuntavano dal sottobosco come funghi e ogni volta che ne uccidevamo uno altri due prendevano il suo posto: insomma eravamo nei casini. Poi sono arrivati Ice e Tytanus e allora la situazione si è ribaltata  con poche e rapide fiammate dei nostri draghi insieme hai nostri poteri abbiamo sconfitto i nemici-

-Poi è arrivato Vaolin tutto pieno di lividi per avvisarci che tu eri svenuto e che Smigle era morto- proseguì Edoardo – ci precipitammo per vedere come stavi e abbiamo trovato Flame chino su di te che piangeva in silenzio. Quasi non ci fece avvicinare da quanto era preoccupato per te…-

-Allora ci tieni a me, eh Vecchio lucertolone- lo interruppe Alessandro commosso dal legame profondo che aveva con il drago.

-Certo che ci tengo a te, vecchi pazzo e non darmi più del vecchio io ho solo Duemila anni…sono praticamente un ragazzino.- gli rispose il drago

-Comunque ora che ti sei ripreso possiamo proseguire il nostro viaggio- disse Crystal –Non andremo subito dagli elfi dato che è quello che si aspetta il nemico, faremo il giro lungo e passeremo per le città dei nani. Tanto credo che anche loro vorranno dire la loro in merito alla guerra.-

-Quanti giorni ci vorranno per arrivare dai nani?- chiese Alessandro alzandosi a fatica

-Normalmente ce ne dovremmo mettere cinque ma dato che tu sei molto debole ce ne metteremo otto contando anche le varie soste che faremo nei villaggi umani che incontreremo-

-Mi dispiace ragazzi… sono solo un peso senza di me viaggereste meleto più spediti…- cominciò a dire Alessandro dispiaciuto

-Non dirlo neanche per scherzo Ignio, tu sei fondamentale come lo sono i tuoi amici non puoi abbandonarci!- esplose Crystal –se sei ferito o debole non è colpa tua…anzi senza di te non saremo mai riusciti a sconfiggere il mostro quindi datti una regolata e recupera il tuo solito spirito sfrontato!!!-

-Ok, hai ragione, ma…ehi un momento io non sono sfrontato!!!- disse Alessandro offeso

-Nooo!!!! Ale…sei semplicemente un pochino spavaldo e superbo…niente di che- gli rispose Edoardo

-Cosa!!...se non fossi bendato ti farei vedere io chi è lo sfrontato- cominciò arrabbiato Alessandro

-Dai… su non iniziamo…- disse Luca –dobbiamo metterci in cammino perciò...in marcia!!!-

La discussione finì lì, Alessandro fu caricato su Flame in modo tale che non si sforzasse troppo e recuperasse le forze, gli altri invece si diressero verso Sud-Ovest verso il regno dei nani : Nidavellir.

Quando partirono ormai era l’alba e verso le dieci del mattino avevano raggiunto la cima delle Montagne Nebbiose. Da lì Luca poté osservare il suo villaggio, Balamb dove era cresciuto e dove aveva passato i primi anni della sua infanzia. Quanti ricordi gli venivano in mente Lì aveva ricevuto il suo primo arco per il suo settimo compleanno e sempre lì aveva conosciuto i suoi due amici Alessandro e Edoardo all’età di cinque anni; da quell’età erano stati inseparabili e non c’era un giorno in cui loro non stessero insieme col sole o con la pioggia…sempre. Ora che doveva abbandonare quel posto gli sembrava di venire svuotato completamente, ma sapeva che comunque quel vuoto sarebbe stato riempito dalle nuove esperienze che avrebbe fatto durante il suo viaggio per salvare il mondo. Quando si riscosse dai suoi pensieri guardò Edoardo il quale si era fermato anch’egli per osservare il villaggio. Dato che quella era la prima pausa della giornata e aveva ancora qualche minuto Luca lo usò per ammirare anche la foresta splendida e verdeggiante. La sua vegetazione aveva colori poco uniformi infatti vista dall’alto pareva una grandissima tavolozza di colori tutti mescolati tra di loro come se un bambino avesse preso delle tempere e si fosse messo a creare varie macchie di colore, che andavano dai toni caldi, come il giallo, l’arancio e il rosso delle querce dei castagni e dei faggi ai toni più freddi dei sempreverdi che comprendevano tutte le tonalità di verde da quello chiaro a quello scuro. Anche quella foresta gli suscitava molti ricordi: la sua prima cavalcata, la sua prima preda uccisa : un coniglio giovane e veloce preso in inverno per sfamare la sua famiglia e molte altre cose.

-Sarà difficile lasciare tutti quei bei posti dove sei cresciuto non è vero Luca?- disse Crystal strappandolo dalle sue riflessioni.

-Si effettivamente è così. Qui sono nato e cresciuto ma credo che riuscirò a farcela perché so che farò nuove esperienze.- disse infine risoluto.

-Vorrei avere il tuo entusiasmo Luca lo sai. Anch’io sono determinata a sconfiggere Leese ma non riesco proprio a dimenticare la mia casa tra i fiori…- disse Crystal triste

-Non ti preoccupare- s’intromise Edoardo –presto sconfiggeremo il male e tu potrai tornare  a casa-

-Grazie ragazzi non so proprio cosa farei senza di voi…- disse Crystal – Allora proseguiamo, il cammino è lungo e dobbiamo raggiungere il villaggio di Weasthar prima del tramonto-.

Dopo quella pausa non se ne fecero altre prima delle due del pomeriggio, quando esausti si sedettero in una radura di querce ingiallita per l’autunno. Il sole raggiungeva a stento la radura grazie ai rami frondosi delle piante e quindi si poté stare al fresco durante tutta la pausa. I draghi atterrarono nella radura poco dopo che gli altri avevano preparato il campo.

-Non sono mai stato così scomodo in vita mia- si lamentò Alessandro scendendo da Flame –comunque è stato eccitante ho visto le vette dei monti più alti e grandissime aquile che si libravano nel cielo limpido e senza nuvole. L’unico inconveniente era il freddo: lì l’aria era rarefatta e si respirava a fatica ma la cosa che mi ha dato più fastidio di tutte sono state le sferzate di vento gelido che mi arrivavano quando Flame cambiava direzione.-

-Coraggio Ale, dovremmo presto abituarci ai nostri draghi altrimenti come faremo a sconfiggere i mostri volanti che ci attaccheranno?- disse Edoardo

-Hai ragione…ma io non salirò mai più su Flame se non avrò una staffetta sulla schiena!!!- disse Alessandro.

Preparano un piccolo fuoco da campo su cui fecero bollire una piccola pentola con della carne secca e delle verdure per uno stufato. Quando questo fu pronto iniziarono a mangiare in un silenzio imbarazzato.

-Allora Crystal…sbaglio o dovevi darci alcune spiegazioni?- cominciò Luca

-Si, hai ragione- disse Crystal poggiando il cucchiaio e mettendosi più comoda –Vedete circa  Qualche millennio fa. Quando il mondo fu creato il bene e il male vennero divisi in due luoghi separati. Il male però non accontentandosi del proprio dominio cercò di conquistare le terre dove abitava il bene. Si scatenò una violentissima guerra che venne combattuta non con le armi ma con la magia!

-Come mai con la magia?- chiese Alessandro

-Dovete sapere che a quel tempo tutto era permeato di magia dal singolo filo d’erba a alla creatura vivente più piccola. Le armi ancora non esistevano dato che per uccidere una creatura bastava una sola parola.

-Come mai allora oggi non esiste più la magia pura e naturale?- chiese Luca

-Ci stavo arrivando. Quella guerra non aveva portato altro che rovina e dato che il male stava diventando sempre più potente gli antichi progenitori delle razze ossia gli elfi di luce, le fate più potenti i nani gli altri esseri magici, unirono le forze e crearono un Guardiano…

-E chi era questo guardiano? Anzi come era fatto?- chiese Edoardo

-Era un drago!!!- s’intromise Tytanus –il drago più potente che sia mai esistito: Goldragon!!!

-Si, questa storia ci viene raccontata fin da quando eravamo cuccioli- continuò Ice egli è stato il primo drago e il capostipite della nostra razza.

-Insieme a lui crearono ovviamente la prima dragonessa di nome: Ocella…- continò Crystal –Insieme al guardiano generarono migliaia di uova e dopo aver preservato la razza scesero in battaglia contro la forze delle tenebre.-

-Fu uno scontro durissimo che portò il Guardiano e la sua compagna a combattere per anni…- continuò Vaolin –Allafine però avvenne lo scontro finale tra i due draghi e il Demone capo delle armate delle tenebre…Leese!!!-

-Leese!!!- esclamarono in coro Luca, Alessandro e Edoardo

-Si esatto il mostro che noi stiamo combattendo tuttora altro non è che suo figlio.- disse Crystal bloccando le domande che sicuramente sarebbero piovute.

-Comunque- proseguì Vaolin –Sta di fatto che la forza congiunta di Goldragon e di Ocella non bastava per sconfiggere il demone tant’è che la stessa Ocella rimase uccisa nello scontro.

-Cosa rimase uccisa!!!- esclamò Luca.

-Si, ma prima di morire decise di aiutare il più possibile chi l’aveva aiutata dato che lei controllava i poteri della natura decise di donarli al popolo di luce. Dopo aver fatto questo ultimo sacrificio si trasformò in un fiore gigantesco e sparì. I sei poteri subito girarono sopra il popolo della Luce e scelsero tra di essi i loro sei guardiani. Si trattava di sei ragazzi come voi di nome: Udor, Ignio, Geos, Aerea, Thunder e Glesia. Come avrete capito si trattava di Due ragazze e quattro ragazzi.-

-Ecco perché Ci chiamate così- disse Edoardo

-Esatto!!!- disse Flame –in onore dei primi sei guardiani-

-E poi che cosa successe?- chiese Luca curioso

-Beh…- disse Crystal –il seguito lo si può capire facilmente: Goldragon accecato dalla rabbia scatenò tutta la sua ira e i sei elementi lo aiutarono nell’impresa. In poco tempo sconfissero Leese e gli altri suoi scagnozzi mettendo fine al suo regno. Goldragon poi affidò le uova di drago al popolo di Luce e si sparì nel nulla. –

-Che e fu dei sei ragazzi guardiani degli elementi?- chiese Alessandro

-Essi si sposarono e diedero origine alla razza umana e quando giunse la loro ora abbandonarono i propri poteri e li rinchiusero in sei cristalli indistruttibili. Ora il mondo era salvo e quindi  non c’era più bisogno di simili poteri li consegnarono alle fate insieme al fiore di Ocella in modo tale che potessero custodirli entrambi.-

-Comunque non hai ancora risposto alla mia domanda: come mai la magia oggi è così rara?- disse Luca

-devi sapere che se anche il popolo di Luce aveva vinto la guerra il mondo non era più abitabile e quindi bisognava ricostruirlo e renderlo abitabile per le generazioni future. Usarono quasi tutta la magia che era a loro disposizione per poter ricostruire il mondo che oggi chiamiamo Immagea. La restante magia la divisero un po’ tra gli elfi e le fate, le quali essendosi quasi estinte la usarono per incantare il fiore e le diedero la capacità di far nascere le fate così da poter far vivere di quegli ultimi esseri magici. Dopo qualche secolo, gli uomini riuscirono a ripopolare quasi tutta Immagea e perciò la altre razze per paura di essere distrutte si nascosero e non si mostrarono mai agli uomini. I nani si nascosero sottoterra nella parte Sud di Immagea dove fondarono alcune città. Gli elfi invece silenziosi protettori della nature si nascosero nelle foreste a Est mentre noi fate ci nascondemmo in una foresta segreta vicino a quella elfa. I draghi invece che nel frattempo erano nati si nascosero nelle montagne e nei vulcani del Sud insieme ai nani, mentre gli gnomi e i folletti e altri spiritelli nelle foreste a Nord-est del mondo.-

-A Nord invece si nascosero i demoni, gli orchi, i troll e le streghe…- finì Luca per Crystal

-Esatto un piccolo contingente di quelle razze si era salvato dalla Prima guerra e perciò aveva ripopolato le terre del Nord rendendole fredde e inospitali già prima della venuta di Leese-

Quando concluse il racconto fece una pausa di silenzio per far riflettere i suoi compagni, rimescolando lo stufato che non aveva neanche toccato.

-Quindi è per questo che siamo indispensabili noi- iniziò Alessandro –noi siamo gli eredi dei primi guardiani elementali…-

-…E abbiamo il compito di sconfiggere il male ancora una volta e salvare il pianeta.- concluse Edoardo.

-Si, e non è un’impresa semplice.- disse Crystal – ma dovete aiutarci perché siete i soli che potete sconfiggere il male.-

-Ma il quarto elemento…come faremo a trovarlo?- chiese Luca

-Dovrete cercarla durante il vostro viaggio. Ho il cristallo con me e appena reagirà sapremo che il quarto elemento è vicino. Comunque ne io ne Vaolin sappiamo di più. Il resto vi sarà raccontato un po’ dai nani e un po’ dagli elfi.-

La discussione finì e pranzarono chiacchierando amabilmente degli scontri degli ultimi giorni. I più affiatati erano Alessandro e Vaolin che non la smettevano di parlare del combattimento con Smigle.

Il pranzo fu terminato in fretta e dopo aver mangiato preparano il campo e si avviarono per raggiungere Westhar prima di sera. Il viaggio fu abbastanza lungo ma Crystal seppe come intrattenere Edoardo spiegandogli la proprietà delle varie piante che incontravano e le loro proprietà magiche.

-…Vedi Geos questo è l’Asperata una pianta molto particolare che cresce un po’ dappertutto- disse Crystal mentre gli indicava una pianta spinosa di colore verde scuro –ha la proprietà di immagazzinare energia magica e di comunicare con gli spiriti elementari della terra. Inoltre il suo legno è resistentissimo…-

-Cosa sono gli spiriti elementali, non ce ne avevi mai parlato Crystal- la interruppe Luca

-E’ vero non ve ne ho mai parlato- disse Crystal interrompendo la sua descrizione –gli spiriti elementali sono delle specie di fate, ma non di forma umana come me. Per esempio ci sono gli spiriti del Fuoco che sono molto forti e soprattutto molto suscettibili basta un nonnulla per scatenare la loro ira. Non hanno una forma ma sono delle specie di fuochi fatui rossi e si dice che proteggano le passioni e gli amori difficili e tu Alessandro ne sei il capo e l’evocatore del loro potere. Oltre a quelli del Fuoco ci sono poi quelli della Terra che invece assomigliano a dei sassi e si nascondono sottoterra. Essi sono molto forti come quelli del fuoco e si curano delle piante e dell’ambiente. Per questo gli stanno molto simpatici gli Elfi-

-Davvero!- intervenne Edoardo

-Esatto. Noi veneriamo questi spiriti benevoli e loro grazie al nostro aiuto ci danno un abbondanza di cibo e un clima favorevole alla crescita delle nostre case arboree- gli rispose Vaolin

 -Comunque, dicevo…- proseguì Crystal –gli spiriti della Terra proteggono non solo l’ambiente ma la famiglia e gli affetti. Il loro capo ed evocatore sei tu Edoardo e tu come loro devi occuparti di rispettare l’ambiente e di proteggerlo. Dopo queste troviamo gli spiriti dell’acqua, questi sono molto buffi hanno la forma di grosse gocce d’acqua e sono i più numerosi in quanto si trovano vicino a ogni fonte d’acqua. Adorano la luce perché quando gli attraversa generano un arcobaleno di colori che loro amano; sono molto saggi e i loro consigli non vanno mai ignorati perché raramente ne elargiscono agli esseri umani. Come per i tuoi due amici il loro capo e evocatore sei tu, Luca.-

-E gli spiriti dell’aria…come sono fatti?- chiese Luca

-Essi sono i più simili a me : sono come piccole bambine con ali trasparenti di farfalla. Le loro risate sono argentine e sembrano un canto melodioso. Sanno inoltre generare piccole correnti d’aria se tranquille, ma quando vengono provocate, come gli spiriti del Fuoco, si arrabbiano tantissimo e generano grandissime tempeste e tifoni di incredibile potenza. Inoltre sono molto gentili e si dice che proteggano i bambini.-

Mentre Crystal riprendeva la sua descrizione delle piante rare Luca non poté fare a meno di notare il modo con cui la guardava Edoardo: la sua non era semplice attenzione ma qualcosa di più come se ne fosse attratto. È innamorato pensò Luca beh effettivamente Crystal era molto carina dimostrava una grande saggezza per la sua giovane età. Mentre il pomeriggio passava piacevolmente tra chiacchierate amichevoli e momenti di silenzio durante i quali si osservava il paesaggio, raggiunsero la fine delle Montagne Nebbiose e proprio verso il tramonto arrivarono in vista del villaggio di Westhar.

-Fermiamoci qui per la notte- disse Crystal dopo aver raggiunto una radura di pini che si trovava a un miglio dal villaggio –qui saremo al sicuro da occhi indiscreti. La radura è abbastanza grande da ospitare dei draghi e gli alberi sono abbastanza alti da poter non essere visti da occhi indiscreti.-

-Ok, Ice atterra qui- disse Luca

Poco dopo arrivarono i draghi  dopo aver fatto scendere Alessandro prepararono il campo.                       

  

  

  

    

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Le ali della Fenice ***


Capitolo 8

Le Ali della Fenice

 

-Ora prepariamo il campo- disse Crystal, dopo aver raggiunto la radura

-Ma siamo stanchi!!!- sbuffò Luca

-Vuoi andare a dormire a pancia vuota e al freddo?!?- chiese Crystal esasperata –anch’io sono stanca ma dobbiamo preparare la cena e discutere sul da farsi-

-Ok- disse Luca di malo umore.

A preparare il campo e la cena ci misero quasi un ora: dovettero raccogliere i rami secchi per il fuoco e alcune erbe per lo stufato. Alessandro, tutto pimpante ci mise poco a svolgere i suoi incarichi.

-Ma non hai ancora finito?- chiese Alessandro a Luca mentre cercava di riempire il pentolone con dell’acqua fatta apparire dal nulla per cuocere la carne.

-Scusatemi “Signor mi riposo tutto il giorno”- disse  Luca con tutto il veleno che aveva in corpo. La risposta occupò tutta la sua concentrazione e così dalle sue mani uscì un gigantesco torrente d’acqua che a malapena riuscì a trattenere e a controllare.

-Ma hai visto cosa hai fatto?- esplose Alessandro tutto infuriato, l’acqua infatti aveva spento il fuoco e bagnato il legno a tal punto da renderlo marcio e mollo come fango.

-Ci avevo messo un secolo ad accendere quella legna già umida. Ora come facciamo a accendere il fuoco?- disse Alessandro

-Guarda che è colpa tua...mi hai deconcentrato- cercò di giustificarsi Luca

Come se non bastasse arrivò Edoardo, che inciampato in un sasso, fece cadere l’altra legna raccolta sul pentolone, rovesciando l’acqua, che con fatica, Luca aveva fatto apparire.

-Ma che fai!!!- urlò Luca esasperato.

-Sei un idiota Edoardo!- disse Alessandro che si era già arrabbiato per il disastro di Luca

-Non è colpa mia non ho visto quello stupido sasso e sono caduto…-tentò di scusarsi Edoardo

-Sei il solito imbranato- disse Alessandro

-Tu non offenderlo…se non sbaglio sei tu quello che non dovrebbe fare errori dato che ti sei riposato tutto il giorno!!!- disse Luca

-Tu non ti impicciare Signor indovino- attaccò Alessandro

-almeno le mie visioni sono servite a qualcosa!!!... tu cosa hai fatto?- ribatté a tono Luca

-Io ho sconfitto quello schifoso verme che Malus ci ha mandato contro…ti ricordo. Per quello ero stanco- disse Alessandro ora veramente offeso

-Bravo e allora credi di essere più bravo di noi solo perché non sbagli mai?-

-Forse si- ribatté Alessandro –e…ora che mi ci fai pensare l’attacco con cui ho battuto Smigle era più o meno questo- continuò poi e scagliò un enorme palla di fuoco contro Luca. Per un soffio Luca riuscì a schifarla e quella andò a colpire un antico abete che prese fuoco all’istante.

-Ma sei pazzo?- disse Luca spegnendo l’incendio –Ci vedranno dalla città-

-Un piccolo errore di rotta…ma stavolta non sbaglierò!!!- disse Alessandro tirando l’ennesimo meteorite.

Questa volta non riuscì a evitarlo, poté solo innalzare un enorme barriera d’acqua che spense istantaneamente la palla di fuoco.

-Ora sta a me attaccare- disse Luca creando una grandissima onda che travolse completamente Alessandro.

-Questa volta hai esagerato- disse Alessandro tutto rosso in viso. Intorno a lui si accese un aura rossa e dalle sue spalle spuntarono un paio di ali di fiamma e senza rendersene conto cominciò a salire in volo fino a raggiungere i due metri di altezza.

-Ale…hai visto cosa ti è successo- disse Luca stupito e spaventato allo stesso tempo.

Ma il ragazzo non l’ascoltava spinto solo dalla sua ira iniziò a lanciare palle di fuoco a ripetizione

-Devo intervenire- disse Edoardo, ma venne fermato da Crystal la quale guardava il ragazzo con grande ammirazione

-Questa è una battaglia fra Luca  e Alessandro. Alessandro sta attingendo a un nuovo potere e voglio vedere come andrà a finire non intervenire per alcuna ragione altrimenti sarò costretta a usare la magia per bloccarti. La stessa cosa vale anche per te- disse Crystal indicando Vaolin che guardava Alessandro preoccupato.

-Ma Crystal bruceranno l’intera radura e gli abitanti di Westhar ci scopriranno- disse Vaolin

-Non ti preoccupare erigerò una barriera che proteggerà gli alberi e noi. In quanto ai rumori la barriera coprirà anche quelli- gli rispose la fata

Detto questo alzò la mano in aria e,dopo aver pronunciato poche parole incomprensibili, una gigantesca onda di luce scaturì dalle sue mani e ricoprì tutta la radura con il suo velo di mistero. Intanto in cielo era sorta la luna…rossa, come ricordare il grande scontro che di a poco sarebbe sorto dall’ incontro dei due grandi poteri del Fuoco e dell’Acqua. Sotto la sua luce Alessandro appariva decisamente spettrale sotto il riflesso bianco della luna e i suoi occhi rossi come tizzoni accesi, risplendevano insieme alle ali rosse e incandescenti da fenice,che gli erano spuntate dietro la schiena, sullo sfondo nero. Luca si rese che l’unico modo di far ragionare Alessandro era quello di sconfiggerlo ma sapeva anche che quella si sarebbe rivelato una lotta molto dura. Si concentrò molto anche lui e l’aura blu cominciò a risplendere intorno alla sua figura. Al primo attacco di Alessandro non cercò di evitarlo m,a di incassarlo per evitare di rovinare ancora di più la radura, non essendo a conoscenza dell’incantesimo di Crystal. Eresse la solita barriera d’acqua ma purtroppo questo non bastò dato che i colpi di Alessandro erano rapidi e precisi, quindi erano impossibili da parare tutti e alcuni riuscì solo a rallentarli per poi evitarli in seguito.

-Accidenti così non va- pensò Luca –è più veloce del solito e maledettamente preciso. Devo pensare a qualcosa-

Mentre pensava ad un modo per sconfiggerlo passò all’offensiva e iniziò a lanciare contro Alessandro grossi globi azzurri contro Alessandro. Purtroppo questi colpi non andavano mai a segno dato che le ali da fenice di Alessandro lo aiutavano negli spostamenti aerei.

-Acc. È velocissimo anche in volo come se volasse da una vita. Devo stare attento- pensò Luca.

Alessandro intanto si era stufato di scappare e scatenò tutta la sua ira: dopo aver tirato un urlo incredibile partì da lui stesso un ondata di fuoco incredibile che venne accentuata da un battito d’ali di fuoco e che colpì tutto intorno a sé. A quel tempo la barriera di luce di Crystal s’infranse per la potenza dell’onda e Edoardo dovette intervenire. Dopo essersi ricoperto di un aura smeraldo creò una gigantesca muraglia di terra per racchiudere le fiamme e Luca dopo aver visto che Alessandro aveva perso il controllo del suo attacco si preparò scatenare il suo potere per bloccare le fiamme

-Ale ferma il tuo attacco- gridò Edoardo

Ma era tutto inutile Alessandro si stava trasformando in essere fiammeggiante molto simile ad una fenice e illuminò il paesaggio come a giorno.

-Ci vedranno!!!- s’infuriò Crystal per aver perso il controllo dell’incantesimo.

Ma Luca non l’ascoltava sapeva che doveva generare un potere pari a quello di Alessandro per spegnere i suoi “bollenti spiriti”. Si concentrò al massimo e la sua aura divenne zaffiro e poi blu scurissimo anche lui urlò e dalle sue mani partì un incredibile sfera d’acqua gigantesca che colpì Alessandro o l’essere in cui si stava trasformando. Ci fu un esplosione di luce, nata dall’incontro dei due poteri opposti, e parve che il tempo si fermasse: Edoardo cadde a terra riverso e perse il controllo sulle sue barriere di terra che tornarono semplici colline, Crystal venne sbalzata all’indietro insieme a Vaolin che fece un volo di due metri e atterrò contro un albero, ad Alessandro sparirono le ali e precipitò versoio terra per fortuna però Flame che non era restato a guardare si precipitò verso il suo amico e lo salvò appena in tempo prima che toccasse terra e Luca venne protetto dall’onda d’urto dei due poteri combinati dal corpo di Ice che si mise in mezzo appena in tempo per evitare a Luca il colpo che gli sarebbe stato fatale.

 

Passò la notte e venne la mattina, i cinque ragazzi si ritrovarono straiati su delle coperte, con una pezza bagnata sulla fronte e i tre draghi che aspettavano ansiosi che si risvegliassero. La prima svegliarsi fu Crystal

-Che cosa è succ…Oh!, adesso ricordo: le ali di fenice, lo scontro, l’onda d’urto!!!...-

-Calmati fata, Durante la notte abbiamo rimesso a posto la radura con la magia di Tytanus e nessuno si è accorto della nostra presenza- cominciò Ice -Dato che eravate tutti svenuti ci siamo presi cura di voi, ma quelli messi peggio sono Luca e Alessandro. Luca ha una brutta ustione sul braccio sinistro e Alessandro ha due costole rotte a causa del colpo infertogli dalla sfera di Luca.-

-Sono ferite gravi?- domandò Crystal ansiosa

-No, non credo, anche se per l’ustione di Luca ci vorrebbe una medicina potente che si trova nel villaggio qui vicino, altrimenti la febbre non gli scenderà-

-E Alessandro…ce la farà?-

-Per lui non c’è bisogno di preoccuparsi un po’ di riposo e qualcuno dei tuoi incantesimi dovrebbero rimetterlo a posto-

-Sono più sollevata, ma dobbiamo andare a prendere subito la medicina per Luca…Dov’è Edoardo-

Come a rispondere alla sua domanda si udì un raspo di tosse proveniente da una coperta più avanti e Edoardo si alzò

-Non preoccuparti Crystal, mi sento bene a parte qualche dolore-

-Bene e tu Vaolin?-

-Io mi sento benissimo- disse Vaolin scattando in piedi all’istante per non far preoccupare la fata.

-Bene ora che so che state quasi tutti bene devo occuparmi di Alessandro-

Si avvicinò alla sua coperta, per curarlo, ma subito si allontanò dopo essere diventata scarlatta: scoprì infatti che Alessandro era completamente nudo.

-Perché non mi avete avvertito subito!!!- disse Crystal rossa in viso

-Scusa, dimenticavo di dirti che quando è tornato normale i suoi vestiti erano spariti, probabilmente bruciati dalle fiamme che lo avvolgevano- si scusò Tytanus

-Non sapevamo con cosa vestirlo e così l’abbiamo coperto semplicemente con un mantello- continuò Flame

-Ok, quindi dobbiamo comprare dei vestiti nuovi per Alessandro e una pomata speciale per Luca…- si ricordò Crystal -come si chiama?- chiese infine

-Non è una pozione ma un erba: l’erba di fuoco- la informò Ice

-Erba di fuoco?- disse lei scettica

-Lo so il nome può confondere ma mescolata con determinate erbe può curare qualsiasi ustione- gli spiegò Ice

-Va bene, serviranno dei soldi-

-Guarda nella borsa di Luca. Lui dovrebbe aver portato parecchie monete- la informò Edoardo

Seguendo il consiglio di Edoardo andò a controllare nella borsa di Luca e trovò dentro cinquanta monete d’oro.

-Basteranno?- si chiese Crystal

-Non preoccuparti per Alessandro basterà un semplice abito e se non bastassero io ho portato con me venti monete d’oro- gli disse Edoardo

-E va bene ma dobbiamo decidere che verrà e chi resterà oltre ai due malati- disse infine Crystal

-Questo è semplice noi draghi resteremo qui con loro e li proteggeremo da eventuali assalti- disse Flame orgoglioso

-Non esageriamo mica devono essere per forza attaccati- disse Crystal per sdrammatizzare

-Non si è mai sicuri di questi tempi- gli rispose lui indignato

-e se per caso passa un viandante che cerca di aiutarli? Cosa fate?-

-Lo attacchiamo!...Che domande!!!- disse Flame

-Esagerato!!!- gli rispose Crystal –è meglio se qui oltre a voi resti anche Vaolin-

-Perché devo restare proprio io!!!- esclamò Vaolin offeso

-Perché di si sei l’unico che deve restare. Tu in città daresti troppo nell’occhio mentre Edoardo è un umano…-

-E allora tu con quelle ali!- ribatté l’elfo

-Io posso nasconderle in modo che aderiscano alla mia schiena perfettamente- gli rispose tranquilla la fata

-E allora il tuo aspetto? Anche tu hai delle orecchie leggermente appuntite, ti noterebbero anche te come me- gli disse Vaolin per ripicca

-Basta Vaolin!!! Edoardo mi accompagnerà e la questione è chiusa. Chiaro!- disse lei per chiudere

L’elfo rispose con un borbottio incomprensibile nella sua lingua che aveva tutta l’aria di essere un’offesa contro Edoardoe contro la stupidità di Crystal e non rispose alla domanda

-Sono stata chiara!!!- ripeté Crystal ora con una nota di comando nella voce

Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato dopo il quale l’elfo rispose

-Si, signora-

Quelle parole colpirono Crystal con la stessa forza di uno schiaffo in piena faccia e la fata si adombrò per le parole di Vaolin. I preparativi per il viaggio al villaggio furono molto brevi: Edoardo aiutò Vaolin a preparare il campo e usò quella scusa per avvicinare l’elfo che tutte le volte cambiava direzione o lasciava le cose a metà per evitare di parlare con Vaolin e alla fine dopo le raccomandazione dell’elfo Edoardo e Crystal si allontanarono dalla radura sotto lo sguardo torvo e severo di Vaolin.

 

Dopo essersi lasciati la radura alle spalle Edoardo iniziò a parlare con Crystal

-Credi che se la sia presa per essere rimasto indietro?-

-Sicuro- disse lei tranquilla

-E allora che rapporto c’è tra voi due?-

-Lui è solo un amico una specie di fratello maggiore…Ma ora non parliamo di questo concentriamoci sulla nostra missione- disse lei per chiudere subito la discussione

-Va bene- disse Edoardo dato che aveva capito che non sarebbe riuscito a estorcere neanche una sola informazione dalla fata. Così un po’ scornato Edoardo proseguì accompagnando la fata verso il villaggio in una fredda mattina d’autunno.    

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Il mago ***


Capitolo 9

Il mago

 

Dopo aver lasciato la radura i due ragazzi si incamminarono verso il villaggio. Il sole era appena sorto e de nuvolosi neri annunciavano che presto ci sarebbe stato un temporale, il primo vero temporale di autunno. La cittadina di Westhar sorgeva su una collina che non molto alta dava sul mare e era difesa da mura di pietra molto antiche da lontano si potevano vedere le torrette di guardia e i camminamenti dei soldati che facevano la guardia alla città per scongiurare eventuali attacchi dei nemici. Dalle mura inoltre s’intravedevano piccole feritoie dalle quali gli arcieri potevano scagliare le loro frecce senza essere visti ne attaccati. L’unica entrata era costituita da una massiccia porta di legno rinforzata da cardini d’acciaio. La città infatti era continuamente attaccato dai nemici perché essa era una uno sei principali crocevia commerciale ed era presa di mira anche dai demoni in quanto era una delle ultime città libere e uno dei principali porti di rifornimento per l’esercito della luce.

-Credi che ci lasceranno entrare?- domandò Edoardo dopo aver ammirato le difese della cittadella.

-Non ti preoccupare questo posto è un importante centro di scambi e spesso si possono trovare anche persone di altre razze, ovviamente camuffate- disse Crystal –devi sapere che la maggior parte delle città umane è sotto il controllo di Leese e le città che gli si oppongono sono assai poche: oltre a questa ci sono ancora Silthirm e Arabica. Silthirm è una cittadina del Nord, un importante porto che trasporta merci di ogni genere da tutte le parti di Immagea e tramite i suoi traffici li porta qui a Westhar o ad Arabica che invece si trova nel Sud e perciò è sempre in contatto con i nani.-

-Ma quali sono le altre città umane sotto il controllo di Leese?- chiese Edoardo curioso

-Sono Lespis, una città che si trova proprio al confine del regno di Leese e che perciò è stata la prima ad essere conquistata, Clya, la città opposta a Silthirm è la responsabile principale della pirateria umana. Infatti non tutte le navi giungono al sicuro nelle due città di Westhar o di Arabica, ma vengono intercettate, assalite e le merci trasportate distrutte o rubate. La città di Silthirm ha cercato di ingannare i pirati ma grazie agli stregoni che Leese ha inviato all’interno degli equipaggi è diventato quasi un impresa e molti mercanti che aiutavano la nostra causa sono andati in rovina oppure sono morti.

Oltre a questa città ve ne è un ultima tristemente famosa che non si può considerare proprio una città…- a queste parole Crystal tirò un lungo sospiro e abbassò il capo, afflitta

-Qual è l’ultima città?- chiese Edoardo preoccupato e curioso al tempo stesso

-Questa città di cui ti sto per parlare è una città molto brutta e che per me evoca tristi ricordi…-

-Se non ti va di parlarne capisco benissimo- cominciò a farfugliare Edoardo

-No, no…la città si chiama…la città è…- tentò di continuare Crystal –Il suo nome è…Oscura!-

-Oscura???!- disse Edoardo perplesso poiché non aveva mai udito quel nome in vita sua

-Non è ancora il momento di parlarti di questo argomento sappi solo che è la città dove vive Leese e i suoi scagnozzi peggiori. La chiamano Oscura la Città Fantasma perché li morirono gli uomini che…No ti ho detto troppo- finì Crystal capendo di aver detto troppo

-Dove fecero cosa gli uomini?- chiese Edoardo preso dal racconto della fata

-Non non è ancora il momento come ti ho detto- disse Crystal sbrigativa

-Ma io voglio sapere- cominciò protestare Edoardo come un bambino che cerca di convincere la mamma a comprargli un giocattolo particolarmente costoso

-Ho detto basta!!! Edoardo non posso parlartene!- disse Crystal e la discussione finì lì.

Mentre battibeccavano ancora raggiunsero le porte della città: erano molto più grandi viste da vicino, avevano molti disegni in ferro sulle porte e alcuni segni runici incisi sul battente della porta ormai cancellati dal tempo. Edoardo vi si avvicinò e notò che i disegni sulla porta altro non erano che pittogrammi scritti con il piombo fuso ora annerito. Le rune invece erano delle specie di didascalie che narravano la storia a coloro che erano più istruiti. Non poté purtroppo fermarsi molto ad ammirarli perché Crystal lo trascinò dentro alla città per evitare di dare troppo nell’occhio. Edoardo non parve molto felice del suo gesto ma la seguì ubbidiente e scornato perché aveva capito che con lei c’era davvero poco da discutere. Si avviarono per la strada affollata già affollata di prima mattina di gente e cercarono il negozio che facesse al caso loro ma non trovando oggetti abbastanza economici per le loro tasche abbandonarono la strada principale e si diressero verso le strade secondarie per cercare negozi più miseri e più economici. Si diressero verso una stradina e trovarono un negozio con un’ insegna di legno marcio sulla quale era raffigurato un fiore strano di colore rosso. Il negozio non dava una buana impressione: i vetri delle finestre erano scuri ed era impossibile vedere l’interno del negozio. La cosa meno rassicurante erano i muri del negozio completamente scrostati e con molte crepe: insomma un vero e proprio rudere. Eppure quel negozio emanava un ‘aura strana, misteriosa che attraeva come una calamita i nostri amici. Il primo a fare un passo fu Edoardo che decise di entrare

-Ma sei impazzito!!? Non vedi che cade a pezzi?- disse Crystal, fermandolo prima che potesse compiere qualche sciocchezza

-Sento che dobbiamo entrare Crystal. Lo so…sembra strano ma dobbiamo entrare. Tu non avverti tutta questa energia magica nell’aria?- disse Edoardo per convincerla

-La sento anch’io ed è proprio per questo motivo che non voglio entrare. Potrebbe essere pericoloso!-

-Ma dai! Sbaglio o dobbiamo prendere delle medicine per Luca?-

-Si…ma potremmo provare altrove- disse Crystal che non era per niente convinta

-Ok, entriamo- disse Edoardo prendendo per mano la fata

-Ma…- disse Crystal diventando rossa tutto d’un colpo però non si sottrasse alla stretta di Edoardo.

Aprirono la porta e un campanellino trillò annunciando la loro entrata. Il negozio era molto grande e soprattutto stabile: non si vedevano ne crepe ne ragnatele, come se l’esterno servisse solo ad ingannare. All’interno erano presenti piante sia in vaso che dentro ad ampolle ed erano dei più svariati tipi. Edoardo ne riconobbe alcune che Crystal gli aveva elencato e gliele indicò stando però attento a non mollare mai la sua mano. Camminarono per tutto il perimetro del negozio e scoprirono appollaiato su un trespolo uno strano uccello tutto rosso e oro che a prima vista sembrava una fenice: aveva lunghe ali raccolte che partivano da un rosso sgargiante e acceso e terminavano in un rosso scuro sulla punta di esse e una coda folta di penne dritte come soldatini. I suoi occhi erano di un nero profondo e parevano talmente grandi da poter perdersi nel suo sguardo; l’unico dettaglio che lo distingueva da una vera fenice era la mancanza del fuoco sul corpo. Mentre erano impegnati ad osservare l’uccello misterioso che pareva essere una fenice apparve da dietro una porta, dietro al bancone, un uomo. I due ragazzi si girarono di scatto e cominciarono a studiare la nuova presenza lasciando perdere la fenice.

L’uomo non era più giovane ma di mezza età con i capelli striati di bianco ma i suoi occhi azzurri scavati e profondi possedevano la brillantezza di una saggezza antica quando i mondo. Era molto alto di statura e magro, portava un abito nero lungo legato in vita da un cordone blu e sulle spalle aveva un mantello grigio come la sua lunga barba che gli ricopriva il petto.

-B-buonasera signore- cominciò a farfugliare Edoardo –noi stavamo cercando…-

-…Dell’Erba di Fuoco?- terminò lui

-Come fate a sapere…- disse Crystal

-Che vi serve l’Erba di Fuoco? Io so tutto- disse lui enigmatico

-Aspetti un momento…lei chi è?- disse Edoardo

-Io sono colui che conosce la vostra missione…Geos-

Sentendo pronunciare il suo antico nome Alessandro scattò sulla difensiva e cominciò a chiamare a se le piante del negozio affinché crescessero e soffocassero il vecchio che sapeva il suo nome.

-No!- urlò Crystal, tentando di fermare Edoardo ma era troppo tardi. I rami sia spinosi che semplici si allungarono a dismisura e si diressero contro il vecchio. Quello senza neanche pronunciare una parola alzò una mano e i rami si arrestarono a mezz’aria ritornando poi alle dimensioni normali nei loro vasi

-Ma come è possibile? Ha annullato il mio attacco- disse Edoardo disperato provò a chiamare di nuovo la piante in suo aiuto ma senza successo. Evidentemente il vecchio aveva capito le intenzione di Edoardo e aveva fatto in modo che non potesse più evocare il suo potere. Edoardo era spaventato i suoi poteri non erano efficaci contro quello stregone e perciò sarebbe stato inutile. Si girò verso Crystal credendo che la fata avrebbe attaccato anche lei ma restò ancora più stupito nel vedere la fata che non reagiva e se stava immobile con gli occhi sgranati.

-Chi sei tu?!- ripeté la domanda Edoardo ora veramente arrabbiato

-Te l’ho gia detto: io sono tutti e nessuno, sono colui che viene chiamato in molti modi ma tutti mi chiamano di questi tempi Menior- disse lui tranquillamente

-Hem…Menior scusa se ti ho attaccato ma tu da che parte stai?- disse Edoardo sempre all’erta

-Io sto con il popolo della Luce ma non posso rivelarvi altro della mia identità ma, ditemi voi volete dell’Erba di fuoco, si o no?- chiese Menior

-Si ma noi verremmo anche delle risposte, “mister segretezza”- lo apostrofò Edoardo –Sei un mago, uno stregone?- gli chiese poi

-Io sono un conoscitore delle arti della medicina e della magia antica- cominciò Menior

-Quindi sei un mago- instette Edoardo

-Io non sono uno di quegli stupidi prestigiatori o negromanti alle prime armi- disse lui offeso

-Ok, ok non ti offendere- si scusò Edoardo

-Non mi sono offeso, ho semplicemente fatto una precisazione. La mia magia è antica come la tua e quella della fata che ti accompagna…-

Ora fu il turno di Crystal di sussultare

-Comunque che uccello è quello che c’è sul trespolo?- chiese lui per spostare l’attenzione del mago da Crystal

-E’ una fenice e il suo nome è Phoenix. Ieri sera si è molto agitato perché ha sentito un’altra fenice nelle vicinanze; suppongo che sia stato il vostro amico Ignio che ha scoperto il suo potere del volo.-

-Come fai a sapere tutte queste cose- gli chiese Crystal precedendo Edoardo

-Te l’ho detto io so tutto e vi conosco da molto tempo ma non posso dirvi di più ve l’ho detto quindi è meglio che ci lasciamo al più presto altrimenti sarò costretto a mandarvi via se no mi chiedeste altre cose e io non voglio rivelarvele- disse per chiudere la conversazione

-Aspetta almeno dacci l’Erba di Fuoco…-disse Edoardo fermando il mago prima che sparisse di nuovo dietro il bancone

-Ha è vero- disse il mago con la prima risata che fece

Andò dietro al bancone e tirò fuori un vasetto con una strana erba rossa e le foglie a punta.

-Dovete tritarla e poi farla bollire per circa un ora finchè il colore dell’acqua non diventa di un colore rosso accesa e la pozione non diventa densa a quel punto dovete pronunciare una parola magica per rendere efficace. La parola magica è Flogs- disse infine dopo aver spiegato il procedimento.

Infine incartò i fasci di Erba di Fuoco e gli e li porse con un sorriso

 -Un ultimo cosa- disse Edoardo fermando il mago che per l’ennesima volta cercava di andare via – mi può spiegare come ha fatto a bloccare il mio attacco?- chiese Edoardo curioso

 Il mago rise e continuò ad andare avanti.

-Dico sul serio!- disse Edoardo ora arrabbiato

-Ho semplicemente usato una formula magica- disse Menior semplicemente

-Ma tu non hai aperto bocca- disse Crystal che aveva assistito alla scena

-Non serve pronunciare parole ad alta voce per lanciare un incantesimi- disse lui con tono da insegnante

-Ma…- continuò a protestare Edoardo –non mi hai ancora detto con quale incantesimi mi hai bloccato-

-Ho semplicemente detto alle piante di non attaccarmi- gli rispose lui come se fosse la cosa più semplice da fare

-Ma solo io posso controllare e parlare con gli elementi della Terra- protestò Edoardo

-Infatti i miei poteri sono nulla in confronto ai tuoi…- cominciò a spiegare lui quando ovviamente li avrai riscoperti al massimo- aggiunse poi infine

-Ho capito!- disse lui –grazie per questa piccola lezione- lo ringraziò poi Edoardo

-Spero che ci rivedremo presto- disse Crystal prima che il vecchio si sparisse completamente nel retro bottega. Il vecchio si fermò un attimo sulla soglia e si girò con un sorriso

-Presto mia piccola fata- disse lui enigmatico –Arrivederci- aggiunse in seguito dopo di che entrò nel retro e sparì dalle ombre.

I due giovani diedero un ultima occhiata a Phoenix, la quale continuava ad osservarli con espressione intelligente, e poi uscirono senza dire una parola ancora colpiti da quell’incontro così elettrizzante.

Prima di uscire però Crystal si fermò ricordandosi che non avevano pagato.

-Scusi signore non l’abbiamo pagata- disse lei mortificata

-Oh…non importa…consideratelo un regalo da parte mia- disse il vecchio

Lei insistette ma il vecchio entrò nel retro e così dovettero uscire un po’ delusi ma eccitati all’idea di aver conosciuto un personaggio così particolare.

 Quando i due giovani lasciarono il negozio il mago uscì di nuovo dal retro bottega con un sospiro

-Credi che ce la faremo?- disse lui con voce mesta a Poenix

-Bisogna aver fiducia in loro del resto sono i prescelti e poi hai visto anche te che ormai stanno iniziando a scoprire i propri poteri passo a passo e anche se questo si rivelerà una cosa lunga alla fine ce la faranno, così è stato predetto e così sarà. Abbi fiducia- disse  la fenice con voce sicura

-Sarà…ma spero che riescano a sconfiggere il male, ultimamente le nostre scorte alimentari sono calate dato che i saccheggi dei pirati non ci hanno dato tregua un solo giorno, e poi bisogna tener presente che i mostri si stanno radunando ai Corni del Demone e anche se il Consiglio ce la sta mettendo tutta per accelerare i tempi per la preparazione di un esercito, il tempo non ci basterà per racimolare abbastanza truppe in tempo- disse Menior triste

-Ma tu vedi sempre il positivo?- disse la fenice sarcastica –ti ho detto che bisogna avere pazienza e soprattutto bisogna avere speranza! Quando perderemo la speranza avremo perso anche la battaglia-

-Si hai ragione sono troppo negativo del resto dobbiamo aver fiducia nei Sei elementi e anche noi dobbiamo fare la nostra parte o sbaglio?- disse lui un po’ più rincuorato dalle parole di Poenix

-Giusto! Così bisogna partire per la foresta di Lotus. Quindi ti darò una mano a preparare i bagagli-

Detto questo spiccò il volo e dopo un lampo accecante si trasformò in un uomo anziano molto più anziano di Menior che però conservava sempre gli occhi profondi e pieni di saggezza. Il mago comunque non volle che lo aiutasse e pronunciate alcune parole magiche rimpicciolì tutte le piante che si trovavano nel negozio e le mise in alcuni contenitori di vetro che mise accuratamente dentro una sacca.

-La tua magia è sempre  sorprendente- disse il vecchio dalla barba bianca

-Beh lo sai non sono mica da buttare come stregone- disse lui modesto

Dette queste parole finì di sistemare le cose e mise le monete d’oro che aveva guadagnato finora in uno scrigno che rimpicciolì in seguito e si avviò verso l’uscita.

-Aspetta non posso uscire con questo aspetto- disse il vecchio e dette queste parole si tramutò nella fenice di sempre e si appollaiò sulla spalla di Menior

-Sei sempre il migliore nelle trasformazioni, un giorno o l’altro mi dovresti insegnare anche a me a tramutarmi in un animale- disse lui chiudendo a chiave il negozio.

Quando ebbe rimesso la chiave dentro al negozio pronunciò un incantesimo e tra i due edifici non restò niente. Il negozio era stato inghiottito completamente e dopo aver dato un ultimo sospiro si girò e si avviò fuori dal vicolo.

-Ti mancherà il lavoro che facevi prima non è vero?- disse la fenice capendo i pensieri del mago

-Ma no, è solo che…oh! Non so neanche io cosa mi prendo ma si…credo che tu abbia ragione ma devo compiere il mio dovere!- ammise lui

-Lo so ma vedrai che un giorno potrai tornare al tuo vecchio lavoro-

-Lo so- ammise lui con le lacrime agli occhi

-Stai piangendo?- disse la fenice osservando i lacrimoni che scendevano dalle guance del mago

-No, mi deve essere entrato qualcosa negli occhi!- disse lui nascondendo le lacrime il più in fretta possibile

-Certo..- disse lei conoscendolo

-Oh chiudi il becco o altrimenti ti sentiranno- disse il mago per troncare la discussione

La fenice non parlò più e i due si avviarono fuori dal vicolo nel sole di mezzogiorno.

 

         

 

                                

          

 

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Capitolo 10
*** Notizie ***


Capitolo 10

Notizie

 

-Ma chi sarà quel tipo strano?- chiese Edoardo alla ragazza dopo aver sorpassato il negozio e dopo aver lasciato parecchi vicoli tra loro e il misterioso personaggio

-Non lo so- disse lei –ma è evidente che è un mago, hai visto come ha bloccato facilmente il tuo attacco-

-Si era inquietante. Come avrà fatto?- chiese lui

-Te lo ha detto o sbaglio: le vostre magie sono affini- disse lei ripetendo le parole di Menior

-Comunque dovremo stare più attenti in futuro, i nemici diventeranno sempre più forti e noi dovremmo fare sempre più attenzione distinguere gli amici dai nemici-

-Hai ragione…ma ora dato che non abbiamo speso neanche un soldo potremo prendere un abito decente per Ale- disse Edoardo

-Ok, ma prima sarà meglio andare a mangiare qualcosa io non ce la faccio più dalla fame, e tu?- disse lei

-Hai ragione andiamo a una taverna e mangiamo qualcosa ma non dobbiamo spendere troppo altrimenti non ci basteranno i soldi- gli ricordò lui

-Va bene-

Si spostarono dalle stradine secondarie e tornarono sulla via principale. Dopo averla percorsa per intero osservando i mercanti che facevano a gara per vendere le loro merci, raggiunsero il porto: grande e ricchissimo di barche. Ormeggiate vi erano diverse barche dalle grandi navi mercantili che trasportavano le merci di Silthirm e i piccoli pescherecci con le loro reti e i pescatori che le rammendavano o che tiravano su le reti cariche di pesci argentati. Il sole a quell’ora era alto nel cielo il che significava che erano le due del pomeriggio, e i suoi raggi infuocati, che arrivavano al mare perforavano facilmente le vele delle imbarcazioni come se non esistessero. Proseguirono per la via del porto e trovarono un grande aglomerato di edifici che per la maggior parte erano taverne e osterie nelle quali venivano serviti soprattutto piatti a base di pesce.

-Andiamo a quell’osteria!- disse Edoardo indicando un edificio malconcio ma stabile con i muri scrostati e le porte fatte stile saloon del West

-Ma hai visto in che stato pietoso è quell’osteria…”Il relitto”, il nome dice tutto- disse Crystal scettica –andiamo piuttosto in una locando più rispettabile e ben messa come non so…”la perla nera”-

-Oh, ma certo e già che ci siamo perchè non andiamo al ristorante più chic di Silthirm- disse Edoardo sarcastico –Ti ricordo che abbiamo solo novanta cinque monete e dobbiamo ancora comprare l’abito per Alessandro- le ricordò

-Hai ragione. Allora andiamo a quella bettola- disse lei rassegnata

Dopo aver attraversato la strada raggiunsero il locare ed entrarono dentro al locale. La prima impressione che ebbero fu quella di una discarica. L’odore di pesce marcio e di altri rifiuti aleggiava in quella locanda e il locale era spoglio e vuoto. Vi erano pochi tavoli con alcune sedie alle quali mancavano alcune gambe. Cercarono un posto a sedere ma non trovando sedie aggiustate si sedettero su alcuni sgabelli vicino al bancone. Il proprietario, un uomo vecchio vestito con miseri abiti da marinaio, li guardò per un secondo alzando lo sguardo dal bicchiere che stava pulendo e poi tornò al suo lavoro di routine. I due ragazzi attesero pazientemente che si accorgessero di loro ma dopo alcuni minuti Edoardo gridò spazientito:

-Allora ci vuole servire o dobbiamo andar e cercare un'altra locanda?!!-

-Il signore è molto paziente o sbaglio?- disse l’oste senza alzare gli occhi dal bicchiere che stava pulendo

-Fate anche lo spiritoso! Ci serva o ce ne andiamo immediatamente- disse Edoardo ora veramente arrabbiato

-Mi scusi signore- disse timidamente Crystal scoccando un occhiataccia a Edoardo –il mio amico è un ragazzo un po’ irritabile. Comunque potrebbe per favore servirci?- terminò

L’oste smise di pulire il bicchiere e alzò gli occhi e guardò la ragazza con un sorriso

-Ma certo signorina....fata- disse lui tranquillamente

A quel punto avvenne ciò che era successo nella bottega del mago Edoardo scattò sulla guardia e la familiare aura verde chiaro cominciò a ricoprigli il corpo, anche Crystal scattò di colpo e fece cadere il mantello facendo apparire le ali da dietro le spalle. Edoardo fece apparire dei legacci di piante provenienti dal nulla che legarono il corpo del vecchio marinaio e Crystal fece apparire delle piccole sfere di energia dalle mani pronta a scagliarle contro il marinaio.

-Allora avevo ragione!- esclamò lui dopo essersi ripreso dalla sorpresa –tu sei una fata e tu uno dei sei elementi. Ah non sapete quanto sono felice di vedervi ragazzi! Certo magari però potremmo parlare più facilmente se non fossi legato come un salame- disse cercando di liberarsi

Ma vedendo che i due ragazzi non volevano alzare un dito per aiutarlo disse

-Potete fidarmi di me vi prometto che non rivelerò mai la vostra identità a nessuno…potessi essere fulminato all’istante- disse lui per incoraggiare i due ragazzi a liberarlo

I due ragazzi si guardarono ancora un istante e ad un cenno Crystal fece sparire le sfere di energia e dopo essere scesa si rimise il mantello per nascondere le ali e Edoardo seguendo il suo esempio fece sparire i viticci che lo legavano.

-Bene vi ringrazio- disse Il vecchio marinaio –a proposito il mio nome è Ben-

-Ci scusi per l’attacco ma siamo stati aggrediti recentemente e abbiamo i nervi a fior di pelle…- si scusò Crystal

-Ma lei farà meglio a tenere la bocca chiusa, altrimenti gli e la tapperemo per sempre- concluse Edoardo minaccioso

-State tranquillo potete fidarmi di me, anch’io odio Leese e il suo regno di tirannia, è colpa sua se io mi ritrovo in questo posto- disse il marinaio facendosi all’improvviso triste

-Perché cosa gli è successo?- chiese Edoardo abbandonando la prudenza, curioso di sapere cosa era accaduto al marinaio

-Dovete sapere che io una volta ero un ricco mercante che comprava e vendeva le merci che arrivavano da Silthirm, ma venti anni fa i pirati della città di Clya hanno preso ad assalire le navi mercantili. All’inizio non era così grave, certo perdevamo molto del carico delle navi ma la maggior parte delle merci si salvava…- iniziò a raccontare Ben –…ma poi i pirati divennero sempre più numerosi così che io e altri mercanti perdevamo quasi tutte le merci ed erano più i soldi che uscivano che quelli che entravano-

-Ma perché non avete provato a respingere i pirati?- chiese Crystal come se fosse la cosa più ovvia da fare

-Perché questi mica sono dei semplici pirati si vede benissimo che hanno dalla loro parte dei servi di Leese, mostri in grado di usare la magia!- disse lui

-E così voi e altri mercanti siete andati in fallimento- terminò Edoardo con un sospiro, provando compassione per il povero marinaio caduto in rovina.

-Esatto! Prima ho dovuto vendere tutte le mie proprietà, poi i miei vestiti e i miei gioielli, e infine con gli ultimi soldi che mi sono rimasti ho comprato questa locanda nel porto e insieme a mia moglie ho cercato di continuare a tirare avanti, ma il posto è bruttissimo e i clienti sono rari-

-Sua moglie?- chiese Crystal

-Si, Sara…vieni!- urlò l’uomo

-Da dietro il bancone uscì una donna anziana dai capelli argentei e con due occhi azzurri pieni di saggezza. I due ragazzi la salutarono con gentilezza

-Buongiorno signora-

-Salve ragazzi!- disse lei con un sorriso – siete qui per mangiare? Ben, perché non mi hai avvisato che c’erano ospiti?- disse la donna, rimproverando il marito

Dopo aver detto queste parole ritornò in cucina e si mise ad armeggiare coni fornelli

-Sua moglie è una donna fantastica sembra nata per fare la mamma- disse Edoardo

-Oh…grazie, sapete io e Sara non abbiamo mai avuto un figlio proprio ma siamo comunque felici insieme.- tcontorno di insalata e una fatta di pane.

-Grazie signora, ha davvero un aspetto delizioso- dissero in coro Crystal e Edoardo attaccando a mangiare il pesce

-Non c’è di che- disse Sara rientrando in cucina per prendere una bottiglia d’acqua

Mentre i due ragazzi mangiavano felici il loro pasto Ben iniziò a parlare

-Dunque, ragazzi ora che io vi ho raccontato qualcosa della mia storia è il momento di sputare il rospo-

-Ha ragione…- disse Edoardo buttando giù un boccone –Noi siamo cinque ragazzi diretti verso la città nana di Nidavellir per parlare con il re-

-Capisco quindi siete i prescelti per sconfiggere Leese?- chiese il marinaio speranzoso

-Oh…io no…io sono solo una loro accompagnatrice- precisò subito Crystal

-Siamo alla ricerca degli altri tre elementi- disse Edoardo

-Beh…sempre meglio di niente suppongo- disse Ben un po’ deluso

-Guardi che abbiamo scoperto di essere i prescelti da poco e inoltre i nostri poteri non sono cosa da nulla I poteri che sono stati risvegliati sono il potere della Terra, il mio, dell’Acqua e del Fuoco- disse Edoardo offeso –guardi che ce la stiamo mettendo tutta

-Lo so dovete scusarmi ero così eccitato all’idea che la situazione cambiasse…- si scusò lui

-Quale situazione, scusi?- chiese Crystal

-Dovete sapere che oltre ai frequenti saccheggi alle nostre navi Leese e i suoi scagnozzi hanno iniziato a tagliarci anche i viveri. Non solo quelli che noi coltiviamo delle navi, ma anche quelli che coltiviamo noi nelle campagne vicine-

-La perfidia di Leese è arrivato a questo!!!- esclamò indignato Leese

-Si, e non è tutto, ho sentito da alcuni stranieri che la Radura delle Fate è stata attaccata…-

A quelle parole a Crystal cadde la forchetta di mano e per poco non svenne

-Co-co-cosa è successo alla Radura delle Fate?- chiese Crystal con un filo di voce

 -E’ stata attaccata e la fata che sorvegliava uno strano fiore, e portata via- disse il vecchio preoccupato dalla reazione della fata

-E…e, il fiore…il fiore…il fiore che fine ha fatto?- chiese Crystal ora veramente preoccupata

-Per quanto ne so il fiore non è stato distrutto,ma...perchè me lo chiedi?, il fiore è importante?-

-Si…!- disse Crystal non riuscendo a trattenere la lacrime

Edoardo la sorresse e la prese tra le braccia con fare protettivo mentre lei si abbandonava a un pianto disperato

-Cosa le è preso?- chiese Ben ora in ansia per la reazione di Crystal

-Deve sapere che Crystal è una delle ultime fate esistenti sul pianeta e che quel fiore significa molto per lei…- cominciò a spiegargli Edoardo

-Perché?- chiese lui

-Cosa succede?- chiese Sara dopo essere uscita dalla cucina poiché aveva sentito il pianto della ragazza

-E’ scoppiata a piangere all’improvviso e il ragazzo stava appunto spiegandomi perché- gli spiegò il marinaio

-Oh poverina, mi dispiace tanto. Vieni ti preparo una tisana che ti tirerà su di morale- gli disse la donna per consolarla

Dopo di che prese la fata per un braccio sorreggendola mentre piangeva ancora e la portò in cucina.

Edoardo che aveva osservato tutta la scena come incantatosi risvegliò all’improvviso e iniziò di nuovo la sua narrazione

-…Questo fiore- dicevo –si chiama la Rosa Divina ed è un fiore mistico dal quale si dica nascano la fate-

-Questo non spiega però la reazione della ragazza- disse il marinaio perplesso –le ho detto che il fiore sta bene-

-Infatti il vero motivo del suo dolore è un altro: la fata che è stata portata via era ancora viva?- chiese Edoardo sperando che la risposta fosse affermativa

-Mi dispiace ragazzo questo non lo so, perché?-

-Beh deve sapere che la fata in questione è la zia dio Crystal- disse Edoardo

-Oh capisco, mi dispiace io non sapevo…-tentò di scusarsi l’uomo

-Non importa, comunque la ringraziamo per averci informato- disse Edoardo sinceramente grato al marinaio

-Ora se permette, ora vado a veder come sta la mia amica-

-Ma certo!- disse il marinaio alzandosi a sua volta per andare a vedere lo stato emotivo della ragazza.

Quando entrarono in cucina trovarono Crystal seduta su un sedia intenta a bere una tisana. Si era finalmente si era calmata e non piangeva più, quando Edoardo entrò lei si alzò e lo abbracciò piangendo. Restarono abbracciati ancora per qualche minuto e nel frattempo Ben, il marinaio si era scusato più volte per il suo comportamento con la fata.

-Non importa- disse Crystal  dopo aver smesso nuovamente di piangere

-Crystal mi ha spiegato tutto- disse la moglie di Ben –è davvero brutto quello che gli è successo ma gli ho garantito che riuscirà a riunirsi con la sua famiglia-

-Grazie per averla consolata- disse Edoardo riconoscente

-Non c’è di che- disse lei con un sorriso

-Ora cosa volete fare?- disse Ben pur sapendo già la risposta

-Combatteremo per voi, per le nostre famiglie e per la zia di Crystal. La liberemo, te lo prometto- disse Edoardo risoluto

-Comunque ora dovremmo tornare dai nostri amici. Dobbiamo ancora fare un acquisto e poi ripartiremo verso le città nane- disse Crystal  -Grazie di nuovo-

-Allora, quanto vi dobbiamo per l’eccellente pranzetto che ci avete preparato?- chiese Edoardo

-Niente- disse Sara

-Niente? No insistiamo, siete stati davvero gentili con noi e noi dobbiamo ricambiare la vostra gentilezza, tenete- disse Crystal gettando sul tavolino trenta monete d’oro

Gli occhi di Ben si riempirono di lacrime e iniziò a ringraziarli più volte senza smettere di lodare la loro generosità

-Non deve ringraziarci- disse Edoardo – voi ci avete dato informazioni preziose, seppur tristi-

mentre stavano per uscire dall’osteria Edoardo si fermò di botto e chiese alla donna

-Dove avete preso quell’ottima insalata?-

-L’ho colta nel nostro orticello dietro all’osteria. Se volete potete venire a vederlo- disse Sara gentile

-Grazie- disse lui

Riattraversarono il locale e la cucina, sbucando nel retro del negozio dove si trovava un piccolo orto, coltivato a carote, insalata e bietola. Purtroppo però il terreno non era buono e le verdure non ancora avvizzite erano davvero poche.

-Come mai le vostre verdure sono così avvizzite?- chiese Edoardo

-E’ a causa di Leese, è riuscito a avvelenare il nostro terreno con la sua magia e così non riusciamo a coltivare gran ché- disse il vecchio triste

-Allora è il momento di sdebitarci come si deve per la vostra gentilezza- disse Edoardo

Si avvicinò al centro dell’orticello e puntò le sue mani verso terra. In un attimo l’aura verde ricomparve e concentrandosi al massimo riuscì a infondere una nuova fertilità al terreno grazie ai suoi poteri. In quello stesso momento Tutte le piante avvizzite si tirarono su e divennero più grandi e robuste  persino nacquero dei fiori colorati negli angoli dell’orto. Per completare l’opera Edoardo fece nascere un grande albero di albicocche dal nulla.

-Grazie Edoardo non ti ringrazieremo mai abbastanza- dissero i due coniugi con le lacrime agli occhi

-Non ringraziatemi, l’ho fatto con piacere. E’ stato bello conoscervi, speriamo di rivederci presto- disse Edoardo.

Così dopo aver salutato un ultima volta la coppia, Edoardo e Crystal se ne andarono dalla locanda con una nuova determinazione.

 

                             

 

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Capitolo 11
*** Il primo bacio ***


Capitolo 11

Il primo bacio

 

-Crystal ti senti bene?- chiese Edoardo preoccupato mentre uscivano dalla bettola

-Si…- disse lei mogia

-A me non la dai a bere lo so che ti senti giù- disse lui comprensivo

-Ma no…ti dico che sto bene…- disse lei con poca convinzione

Camminarono lungo la via principale e in pochi minuti si lasciarono alle spalle il porto.

-Senti- disse Edoardo fermandosi di botto in mezzo alla strada –io quando mi sentivo giù andavo sempre a vedere uno degli spettacolino del mio paese, e subito mi sentivo meglio. Ti va di andarci? Entrando ho notato un volantino che diceva che proprio oggi si sarebbe svolto un piccolo spettacolino, con burattinai, mangiafuochi e saltimbanchi…-

Lei alzò appena lo sguardo ma per fare felice l’amico acconsentì. Edoardo, tutto raggiante di aver scoperto un modo per tirare su la fata, la portò verso la periferia della città e appena arrivarono, trovarono una piazza molto grande dove erano state allestite delle gradinate per lo spettacolo e una specie di palcoscenico era stato costruito davanti a esse. Per loro fortuna il biglietto era gratuito, infatti lo spettacolo era stato allestito soprattutto per rallegrare i bambini molto poveri di quella zona.

Edoardo e Crystal si sedettero in alto, in modo tale da dare il modo ai bambini di vedere meglio. Come primi artisti dello spettacolo, si esibirono un duo di pagliacci dagli abiti colorati appariscenti: avevano i visi truccati e portavano in un secchio un strana mistura di acqua, sapone e colla, grazie alla quale era possibile creare splendide bolle luminose che difficilmente esplodevano a contatto con altri agenti. Dopo questo primo numero con le bolle i due pagliacci si esibirono in alcune scenette buffe che fecero ridere persino Crystal. Alla fine del numero i clown uscirono di scena e lasciarono il posto a alcuni mangiafuochi, che facevano apparire immense lingue di fuoco dalla bocca.

-Questo Ale lo saprebbe fare anche meglio- disse Edoardo quando i due mangiafuochi uscirono di scena.

A quel punto entrarono i pagliacci di prima insieme a cinque funamboli che iniziarono  a fare mille capriole e salti mortali facendo volare in aria palline di stoffa colorata. Questo senza dubbio fu il numero che piacerà ai bambini pensò Edoardo, dopo aver visto le espressioni stupite di alcuni bambini seduti vicino a lui, ma dovete ricredersi infatti alla fine del numero vennero calate le tende, e sul palco apparve una piccola struttura con tendine anch’essa e che a prima vista pareva proprio un palchetto per burattini e ne ebbe la conferma appena vide uscire due marionette animate da due voci femminili. Le marionette occuparono tutta l’attenzione di Edoardo: esse erano fatte in maniera magistrale, rappresentavano due esseri uno assomigliava a un demone, riconoscibile dalle ali da pipistrello e le corna e il corpo di un viola acceso. La seconda invece rappresentava un drago molto ben fatto dal manto dorato e le ali di un giallo acceso. Il burattinaio cominciò a raccontare la storia facendo apparire a vari sprazzi di spettacolo diverse comparse, Edoardo e  Crystal conoscevano bene quella storia: era la storia della prima grande guerra delle razze. I bambini erano completamente rapiti da quella narrazione e sembravano gioire e soffrire insieme ai personaggi di quella storia senza tempo. Alla fine del racconto tutti saltarono in piedi e applaudirono quel geniale artista e la sua magistrale abilità.

-Allora che ne dici ti senti un po’ meglio Crystal?- chiese Edoardo continuando a applaudire

-Si- disse la fata raggiante –ti ringrazio tanto per il tuo aiuto-

-Ma figurati- disse lui modesto –che ne diresti di andare a comprare i vestiti per Alessandro?- disse Edoardo

-Io…- cominciò a dire la fata avvicinandosi a Edoardo

-Allora?- chiese lui girandosi per vedere perché la fata rimaneva seduta

-Edoardo io…ti voglio bene- cominciò a dire lei

-Si questo lo so. Anch’io te ne voglio…- disse lui sedendosi e guardando fisso la fata

-Allora…- disse lei avvicinandosi a lui

Anche Edoardo aveva compreso le intenzioni della fata e cominciò a avvicinarsi sempre di più. Quando entrambi furono abbastanza vicini da potersi sfiorare le labbra Crystal si avvicinò definitivamente e lo baciò. Il bacio fu lungo e passionale e Edoardo non vi si sottrasse minimamente, anzi prese lei tra le sue braccia e continuò a baciarla. Il bacio durò diversi minuti m quando finalmente si staccarono notarono che tutto il pubblico si era fermato a guardarli. Così entrambi scattarono in piedi, rossi in viso e ridendo sotto i baffi si allontanarono dalla piazza.

-Che figura!- disse Edoardo ridendo e stringendo a se Crystal

-perché ti vergogni di baciare una ragazza in pubblico- disse lei ridendo

-No, non…e tu?- disse lui

-No ma figurati, anzi sono contenta di essermi dichiarata. Tu sei un ragazzo speciale Edoardo e non ho paura di dirti quello che provo. Da quando mi hai consolata da quei due signori, e mi hai portato a questo spettacolino per farmi sentire meglio- disse lei

-Anch’io sono felice di essermi dichiarato ma chissà come la prederanno gli altri?- disse Edoardo immaginandosi le facce stupite dei suoi amici di Vaolin.

-Secondo me andrà tutto bene- disse lei tranquilla felice di essere vicina alla persona che amava

-Hai ragione! Ma ora è meglio che ci sbrighiamo a comprare il vestito per Alessandro o altrimenti dovremmo passare la notte qui- le ricordò Edoardo

-E va bene, allora andiamo a comprare l’abito così potremmo tornare al campo a raccontare ai nostri amici tutto quello che abbiamo appreso-

Detto questo tenendosi per mano i due nuovi innamorati si avviarono per la via principale e andarono a cercare l’abito giusto per Alessandro. La scelta fu più semplice della prima volta dato che era giunta nel pomeriggio una bancarella con nuovi abiti semplici ma resistenti e i due ragazzi furono contenti di spenderci sopra cinquanta monete d’oro. Così con l’abito nuovo e i fasci di erba di fuoco sotto braccio, i due ragazzi uscirono Dalle porte della città.

      

 

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Capitolo 12
*** Interrogatorio ***


Capitolo 12

Interrogatorio

 

In un angolo buio di una squallida prigione, giaceva una figura con le mani incatenate al muro.

-Come posso essere stata così sciocca- disse la figura

Nel farlo il suo volto si sollevò e quando entrò nel tenue fascio di luce che filtrava dalla finestra…il suo volto era quello di una fata, si graffiato e sporco ma sotto la polvere si intravedeva il volto di un a fata nota…Kate. Era stata portata lì qualche giorno fa dagli scagnozzi di Leese.

 

Il giorno in cui la rapirono era un giorno di sole e la fata come al solito dopo essersi svegliata era andata a salutare la Rosa Divina e mentre passeggiava per gli splendidi giardini, cogliendo alcuni fiori e annusandone il profumo intenso. Come ogni mattina era andata allo Specchio delle visioni che sorgeva proprio al centro del Giardino, lo specchio gli serviva per parlare con sua sorella, la quale sorgeva dalle acque come un immagine evanescente, tutte le volte che anche lei voleva essere vista. Infatti lo Specchio era in grado di mostrare anche altre persone o luoghi solo se gia visitati. Questa mattina però non voleva vedere la sorella, ma un’ altra persona che le premeva grandemente: Crystal. Sapeva che era in viaggio con tre dei sei elementi, ma non sapeva cosa gli era successo, e dove si trovava. Così aveva creato un immagine mentale della nipote, dopo aver chiuso gli occhi e si era concentrata sullo stagno. Dopo qualche istante dopo averli riaperti si aveva pronunciato un'unica parola –Visus!- a quell’ordine le acque cristalline dello Stagno avevano iniziato a tremolare e un immagine aveva iniziato a apparire, prima sfuocato, poi sempre più nitida, infine l’immagine di sua nipote apparve sulla superficie dello stagno. Il suo viso però era sereno ,mentre stava chiacchierando con i tre elementi. Parve molto sollevata anche se conosceva la loro esatta posizione della nipote era felice di vedere che stava bene. Lasciò che l’immagine sparì dallo stagno e si allontanò lentamente, ma non aveva fatto che qualche passo quando improvvisamente l’acqua dello stagno divenne rosa e la fata incuriosita si era avvicinata per scoprire la causa di questo fenomeno che no era mai avvenuto in tutto quel tempo. L’acqua aveva ricominciato a tremolare e sulla sua superficie apparve l’immagine di un'altra persona, una bambina mai vista dalla fata che però avvertiva anche da lì la grande forza magica della creatura rimase a osservarla non doveva avere più di sette, otto anni. Questa immagine le suscitò una strana sensazione, come se la bambina fosse importante.

Quando anche l’immagine della bambina sparì, Kate decise di andare a fare delle ricerche per conto suo, perché sentiva che quella visione non andava ignorata. Ripercorse quindi tutto il perimetro del giardino delle fate e tornò dentro il palazzo costruito all’interno dell’albero. La biblioteca era all’incirca al secondo piano del palazzo-albero e occupava un intero salone.  I libri che erano esposti sugli scaffali trattavano di tutti gli argomenti : medicina, storia della terra, libri di incantesimi e libri che parlavano delle bestie mitologiche che abitavano Immagea dall’inizio dei secoli fino ad oggi. Vi era anche una sezione particolare dedicata a libri particolarmente rari e soprattutto pericolosi. Si avvicinò all’ala ovest della biblioteca e cominciò a sfogliare i libri che parlavano del Giardino delle fate e delle cose che lo componevano a partire dallo Stagno delle Visioni. Aveva già letto quella parte, ma in maniera superficiale, così decise di rileggersela :

 

“Lo Stagno delle Visioni si dice che sia stato creato dalle lacrime del favoloso drago dorato per la perdita della sua Ocella. Il drago così afflitto dal dolore donò a queste acque miracolose la capacità di vedere il futuro e anche un'altra qualità particolare…quella di scegliere l’erede, che un giorno l’ avrebbe risvegliato dal suo sonno…”

 

-Ma come è possibile, Goldragon è sparito nel nulla, risucchiato dalla magia che lo aveva evocato la prima volta- cominciò a riflettere Kate –ciò significa che non è sparito nel nulla bensì si è chiuso in una specie di luogo sconosciuto in attesa che il suo erede lo risvegliasse. Comincio a comprendere il significato di quella visione improvvisa: la bambina che aveva visto riflessa all’interno dello specchio d’acqua era l’erede di Goldragon.-

La fata alzò gli occhi dal libro e dopo averlo rimesso a posto iniziò a ridiscendere la scala arborea. Ora capiva il perché di quella visione così strana e improvvisa. Quella bambina era in pericolo e se non l’avesse subito cercata e portata in salvo il nemico l’avrebbe rapita e l’avrebbe uccisa. Mentre pensava a ciò uscì di nuovo dal palazzo e si diresse verso lo Stagno per cercare dia avvisare la sorella della cosa appena scoperta, mentre stava camminando per il Giardino, osservava i vari tipi di farfalla che volavano dappertutto e odorava il profumo dei mille fiori che ricoprivano il terreno. All’ improvviso il sole si oscurò e intorno al Giardino calò una fitta nebbia scura che fece rabbrividire la fata.

-Ma cosa sta succedend…- cominciò a dire Kate

La sua frase fu interrotta dall’arrivo di una sfera viola che per poco non la colpì.

-Buongiorno!- disse una voce aspra da dietro la nebbia scura

-Chi sei fatti vedere!- gridò la fata scattando sulla difensiva

-Chi sono, he, he, he…Chi siamo è la da monda giusta- sibilarono tre voci

-Ho capito chi siete, streghe! Venite fuori e combattete lealmente se siete capaci- gli disse lei tra i denti

-Ma perché dobbiamo farci vedere, se è più semplice stare nell’ombra e colpirti, quando meno te lo aspetti?- chiese una voce stridula

-Non pensate di spaventarmi maledette streghe!-

Detto ciò si concentrò al massimo ed evocò una spessa barriera di luce intorno a sé.

-Credi che ti servirà?- disse la voce della seconda strega

Dopo aver detto queste parole, dal nulla sbucarono dei mostri squamosi, e pieni di aculei che inioziarono ad accerchiare la fata. Kate cominciò a preoccuparsi: quella barriera l’avrebbe protetta solo da attacchi magici, mentre per quelli fisici avrebbe dovuto usare altri incantesimi, dovendo però abbandonare la barriera magica.

-Accidenti come posso fare? Se abbandono la barriera le streghe inizieranno a lanciarmi una montagna di incantesimi e a me sarà difficile schivare i colpi e combattere i mostri d’ombra-

Mentre pensava a una soluzione i mostri si avvicinavano sempre di più e lei per schivarli decise di alzarsi in volo. Del resto mantenere una barriera magica volando non era tanto difficile, ma anche così era pur sempre vulnerabile ai mostri che potevano lanciare i loro aculei contro la fata. La situazione si fece critica, i mostri stavano iniziando il loro attacco e la cosa peggiore era che tutti quegli aculei, che venivano lanciati in ogni direzione dai mostri erano pieni di un siero velenoso capace di addormentare all’istante. Kate era disperata non riusciva a evitare in tempo le schegge e molte volte era costretta a lasciare la barriera per evocare uno scudo di fuoco che distruggesse le schegge. La situazione peggiorò quando le streghe cominciarono a bersagliarla con i loro globi viola, a quel punto non seppe proprio che fare era praticamente impossibile riuscire schivare l’uno e l’altro attacco. Alla fine però in un attimo di

distrazione un aculeo la colpì sul collo e piano, piano il mondo intorno a lei divenne nero e offuscato, ma in ultimo attimo di lucidità evocò un potentissimo incantesimo che proteggesse lo Stagno delle Visioni e soprattutto la Rosa Divina.  A quel punto le sue forze la abbandonarono e intorno a lei divenne completamente buio.

 

Ora quella che era stata la fata più potente del secolo era incatenata in una squallida cella della prigione di Leese. Si era svegliata due giorni dopo il suo rapimento ma per il momento nessuno era venuto a trovarla o a interrogarla. Per il momento…

Proprio mentre stava facendo queste sue riflessioni la porta si aprì piano, piano cigolando e Kate sentì un gran freddo fin dentro le ossa e non poté non rabbrividire per la presenza che era entrata in quel momento nella cella. Essa era la concentrazione del male allo stato puro…essa era Leese. Il demone infatti era appena entrato ed era bastata la sua presenza per portare via ogni speranza e ogni sentimento di felicità.

-Bene, bene- disse lui con voce glaciale –la più grande fata di Immagea prigioniera nel mio castello. Sarà un brutto colpo per tua sorella-

-Cosa vuoi da me?- disse lei con un fiato

-Ma come non lo sai?- disse lui con un falso tono comprensivo –Povera Kate, crede che i suoi incantesimi siano più potenti degli incantesimi del signore dell’oscurità-

-Come hai fatto a scoprire dove si trovava il Giardino?- disse Kate

-Te l’ho detto i tuoi incantesimi sono niente in confronto ai miei. Tu e quegli smidollati degli elfi non osate neanche immaginare gli incantesimi che io possiedo perché avete paura della magia nera. Non è vero?- chiese lui in tono superbo

-E’ vero noi non osiamo usare la magia oscura perché sappiamo che essa è distruttiva e può portare solo morte- disse lei

-Comunque non sei tu quella che deve fare le domande- continuò lui riprendendo il suo tono abituale –so che hai trovato i costipi dei primi tre elementi, ma non ti illudere, due degli elementi sono sotto il mio controllo e quindi non potranno mai sconfiggermi.-

-Cosa?- disse Kate sconvolta –solo io posseggo i cristalli che contengono i poteri degli elementi-

-Ti sbagli piccola sciocca. Io ha trovato il cristallo del fulmine e del ghiaccio prima di te, e casualmente ho anche trovato i due ragazzi che potevano custodirli-

-Non è possibile insieme ai cristalli tu avresti dovuto anche possedere i draghi, ed è impossibile convincerli a schierasi con il male-

-Si, hai ragione. Questa parte del mio piano è stata difficile da realizzare, ma utilizzando un antico incantesimo di fedeltà, ho fato in modo che i draghi li accettassero, benché malvagi-

-Che cosa orribile!- disse lei disgustata 

-Oh, e questo e niente, ho una mezza idea su dove si trovi il sesto e ultimo elemento, ma se non ho il cristallo non posso donargli i suoi poteri…-

-Per questo ti servo.- disse Kate anticipando la risposta di Leese –ma scordatelo non te lo dirò mai!-

-Non ti preoccupare ti saprò convincere io- disse Leese sogghignando

Detto questo puntò un dito artigliato verso la testa di Kate e da esso sgorgò un piccolo raggio violetto che colpì la nuca della fata. In quel momento la cella e Leese sparirono e Kate si trovò a guardare il mondo da una palla di vetro.

 

 Sotto di lei si vedeva solo desolazione, una montagna di corpi mutilati di elfi, nani, umani e draghi che stava bruciando sotto di essa. Lilly e Crystal morte ai suoi piedi e i tre elementi che stavano combattendo con gli altri tre malvagi e all’ improvviso entrambi caddero in una pozza di sangue colpiti da uno strano raggio nero nato dall’unione dei tre poteri oscuri.

-Basta!- gridò Kate disperata e sconvolta da quell’orrenda visione

-Basta, ma come? Cara fatina io ti sto mostrando un probabile futuro e tu mi dici basta- disse una voce nel buio –non vedi quella creatura accanto al vincitore?-

Kate alzò gli occhi e vide che vicino a Leese, seduta su un trono sedeva una creatura femminile, con un lungo vestito rosso, come il sangue che scorreva e bianco come la neve. La figura aveva lunghi capelli azzurri e aveva tra le mani uno scettro rosso dall’estremità a forma di ascia. Kate nella sua disperazione si avvicinò e per poco non morì davvero dallo stupore, alla vista del viso della donna.

 

-Si, quella donna seduta vicino al signore dell’oscurità sei tu, Kate, o meglio Morgana, la regina del male!-

-No, no…non sono io- disse Kate piangendo disperatamente come se volesse negare l’evidenza più a se stessa che alla voce

-Oh si, alla fine l’odio e il male che sta crescendo in te si sostituirà alla tristezza e tu diventerai la mia regina- disse Leese

La visione sparì e Kate e si ritrovò a piangere come una bambina mentre Leese la guardava ridendo della sua tristezza.

-Ti prego no farmi vedere quella vision orribile- disse lei tra le lacrime

-Oh non ti preoccupare presto la vivrai, se collaborerai.- disse lui avvicinandosi al viso della fata – Allora dove hai nascosto il cristallo

Kate stette in silenzio ostinandosi a non dire niente

-E va bene la prima domanda non ha avuto risposta vediamo se con la seconda andrà meglio- cominciò a dire Leese

A quelle parole Kate tirò su la testa, chiedendosi cos’altro poteva interessare a Leese

-Chi è quella bambina che hai visto in quella sottospecie di pozzanghera?-

Ecco cos’è che voleva sapere pensò mentalmente Kate si deve essere insospettito. Ma di una cosa sono certa non saprà mai della bambina. Devo proteggerla!

-Quale bambina- disse lei con il tono della finta tonta

-Non sperare di ingannarmi- disse Leese con un ghigno –ti ho già detto che vi tenevamo d’occhio ventiquattro ore su ventiquattro-

-Guarda che ti sbagli io non ho mai visto una bambina. Può darsi che tu abbia visto una nana-

-Stupida! Credi che io non sappia distinguere una nana da un’umana!- disse lui ora veramente arrabbiata

Vedendo però che non funzionava allora puntò di nuovo il dito contro la tempia di Kate e una nuova visione si aprì davanti ai suoi occhi:

 

La scena era cambiata ora si trovava davanti a delle tombe in marmo bianco. Lei era nei panni di Morgana e rideva davanti a una scritta mortuaria incisa sulle tombe. La scritta recitava:

 

“Qui giacciono le due fate che si batterono per la liberazione”

 

In mezzo alle tombe si trovava un fiore nero mezzo morto…a Kate venne un colpo al cuore. Quel fiore mezzo morto era la Rosa Divina. Di nuovo Kate urlò e la visione scomparve”

 

-Ma come ti vuoi sottrarre al tuo futuro. TU diventerai la mia regina! Morgana la potente regina del Male- disse Leese

-No…no- disse Kate tra le lacrime

-Oh si, e sai, vorresti sapere come sei diventata così?- chiese Leese con un ghigno

Kate alzò appena la testa e Leese lo prese per un gesto d’assenso, puntò di nuovo il dito verso la tempia di Kate e il solito brivido freddo percorse tutto il corpo e la stanza scomparve mentre lei galleggiava nella solita bolla trasparente:

 

Questa volta nella visione che gli apparve davanti agli occhi vide Immagea ancora puro e non contaminata dall’oscurità. Vide Leese con lei al suo fianco; possedeva ancora il suo aspetto. Davanti a loro stavano, in piedi, sua sorella Lilly, Crystal e i tre elementi che la guardavano felici di vederla ancora incolume.

-Allora noi manterremo il nostro patto, diventando tuoi servitori se tu libererai Kate- dissero i tre ragazzi

-Lasciamo decidere a Kate- disse la voce glaciale di Leese

La fata rimase ferma e guardò i suoi salvatori con sguardo sprezzante

-Io non voglio venire!- disse lei

In quello stesso istante avvenne la sua trasformazione I capelli neri le divennero azzurri e il suo abito, una volta rosa si mutò in rosso, nero bianco. I cinque rimasero pietrificati alla vista della trasformazione della loro amica.

-Zia!- disse Crystal con le lacrime agli occhi

-Non chiamarmi zia, stupida fata!- urlò Kate

-Kate!- disse in tono supplichevole Lilly

-Non chiamarmi più con quel nome orrendo. Io sono Morgana la regina del Male e darò inizio alla vostra distruzione- dette queste parole puntò il suo scettro a terra e da esso sgorgò una potente luce.

 

Kate non poté mai vedere come finì l’attacco perché la visione scomparve, stranamente non gli venne da piangere, anzi si sentì più determinata a non ceder a quei ricatti.

-Mi dispiace Leese ma io non ti dirò un bel niente. Facendomi vedere quella visione mi hai fatto anche riveder i miei parenti ei miei amici che non tradirebbero mai la nostra causa. Quindi torturami con ogni singola bugia che la tua mente contorta può creare, ma non avrai mai niente da me- disse lei alzando fiera il capo

A quelle parole Leese parve veramente arrabbiato, uscì di corsa dalla cella e l’aura oscura si spostò, dando a Kate un attimo di pace.

Devo resistere pensò Kate devo resistere per i miei amici, perché farebbero qualsiasi sacrificio per salvarmi…Devo resistere!!!

Infine sfinita per quell’estenuante interrogatorio fece cadere il capo sul petto, spossata e si addormentò.              

         

                                 

                       

 

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Capitolo 13
*** Ricordi dal passato ***


Capitolo 13

Ricordi del passato

 

-Maledizione! Quella fata è più testarda di un mulo. Ma, qualche giorno a pane e acqua la convincerà- disse Leese mentre risaliva le scale di sotterranei.

Il castello di Leese era immenso, e la miriade di scale e svolte, creavano l’idea di ritrovarsi in un gigantesco labirinto di pietra. Fortunatamente il labirinto era stato ideato da lui altrimenti si sarebbe perso facilmente. Quando finalmente riuscì a riemergere dai sotterranei si diresse verso la sala del trono e vi entrò con un preciso piano d’azione da attuare. Per prima cosa si diresse verso il gigantesco specchio nero che occupava gran parte della parete e evocò il solito incantesimo. Quello specchio era stato creato dalla stessa sabbia dello Stagno delle Visioni, la quale permeata della sua magia, era stata trasformata in una lastra di vetro veggente, con l’aiuto della magia nera. L’immagine nello specchio si formò dopo pochi istanti e la figura di un mago di nostra conoscenza apparve dentro lo specchio. Il mago aveva l’aria molto preoccupata e, poiché temeva una possibile punizione da parete del suo padrone, si inchinò a terra.

-M-mio s-signore…- disse il mago con voce tremante –oggi avete un aspetto più regale del solito…-

-Smettila idiota! I tuoi salamelecchi non funzionano- disse Leese con un tono arrabbiato

-Piuttosto…-continuò –sono a conoscenza del tuo fallimento al Passo del Cappio. Spiegami, come mai un esercito di cento gnomi e una Lacertola potentissima, non sono riusciti a sconfiggere una banda di mocciosi?- chiese Leese con un sorriso, aspettando solo il fiume di scuse che Malus avrebbe detto

-D-devi sapere che con loro c’erano anche dei draghi…-cercò di spiegare

-Non mi interessa!- disse lui con uno scatto –ma continua, mi piace udire le scuse dei miei stupidi collaboratori

-V-vedi la cose sono andate così- iniziò a spiegare Malus

-Basta!- lo interruppe all’improvviso il demone –non ho bisogno di sentire le tue fanfaronate. So già tutto- disse lui

-E-e-e non siete a-arrabbiato eccellenza?- chiese Malus con una vocina piccola, piccola

-Oh, no che nonsono arrabbiato, e per dimostrarti la mia clemenza, ho deciso di darti un'altra possibilità: dovrai fare per me una cosa…- disse Leese in tono sbrigativo

-Cosa? Farò qualsiasi cosa per te, per riguadagnarmi la tua fiducia…- cominciò a balbettare Malus

-Tu dovrai scovare per me una persona- continuò Leese

-Chi? I tre elementi, forse?- chiese lui in tono interrogativo

-No! Con loro hai già fallito una volta, hai avuto la tua occasione- disse lui di scatto 

-Chi Allora?- chiese lui pieno d’ansia

-Dovrai cercare per me una bambina- disse Leese in tono solenne

-Una bambina?- chiese lui in tono scettico

-Si una bambina!- tuonò Leese

-Scusatemi maestro non volevo offendervi- si scusò all’istante Malus

-Ti perdono, perché mi servi ancora, ma…bada di non deludermi!- disse il demone con occhi di fuoco

-Oh si mio signore, non ti deluderò!- disse Malus stava per interromper la conversazione quando Leese alzò un mano per fermarlo.

-Fermati sciocco! Non voglio che tu fallisca anche in una missione così semplice, ho deciso di mandar con te anche due persone che so che faranno bene il loro lavoro-

-Chi?- chiese il mago preoccupato

-Qualcuno molto più potente di te di sicuro!- sbottò il demone stufo di quella conversazione

-Si mio signore perdona la mia curiosità- disse Malus –Ora con il tuo permesso..-

-Si va e non deludermi!-

La conversazione si interruppe e Leese si ritrovò a fissare la sua immagine riflessa nello specchio nero.

-Speriamo che quell’incapace non fallisca- disse Leese – Ma per sicurezza…chiamatemi Sean e Giulia- urlò Leese e da fuori dal salone si udì lo scalpiccio di alcuni piedi che si allontanavano in un'altra direzione.

-E’ arrivato il momento di mandare quei due ragazzini in missione- disse Leese con un ghigno

Passarono alcuni minuti e dopo poco si udì un rumore di piedi che tornava verso il salone e si fermava.

-Mio signore i due ragazzi sono qui- disse un voce stridula

-Molto bene falli entrare- disse Leese con tono di comando

Dopo che Leese ebbe pronunciato quelle parole il portone si aprì e dentro alla sala entrarono due ragazzi: un ragazzo e una ragazza. Il ragazzo era abbastanza alto, aveva i capelli biondi e gli occhi verdi. Era vestito con una maglia a maniche lunghe bianca, strappata in alcuni punti, un paio di pantaloni neri e delle scarpe nere. La ragazza, invece, aveva i capelli biondi ma che davano più sul castano, gli occhi erano azzurro-grigi e freddi come il ghiaccio. Portava i capelli lunghi, raccolti in una lunga coda e un aveste bianca come la neve; in fondo al vestito lungo, spuntavano poi un paio di timidi piedini, calzati da scarpette azzurre. In un quadro generale sembravano l’uno l’opposto dell’altra.

-Miei cari ragazzi- cominciò a dire Leese con un falso sorriso, quando i due ragazzi si furono avvicinati al trono –vi siete allenati anche oggi- disse Leese accennando alla lunga spada riposta nel fodero nero che si trovava appesa ai fianchi del ragazzo e alla frusta arrotolata e appesa alla cintura azzurrina della ragazza.

-Si!-rispose il ragazzo deciso –ma i mostri che ci fai affrontare sono troppo deboli!- si lamentò

-Allora perché anziché allenarvi con le armi non vi allenate con i vostri poteri?-

-Ma certo mio signore- disse la ragazza in tono timido –ci alleniamo tutti i giorni un po’ con l’uno e un po’ con l’altro-

-Lo so che eseguite i miei ordini, Giulia, e di te mi fido. Ma tuo fratello è un pò…come dire…Sprezzante delle regole- disse Leese cambiando espressione e voltandosi verso il ragazzo

-Sean è molto bravo e rispetta i tuoi ordini- cominciò subito difenderlo Giulia –è solo un po’ annoiato- cercò di inventarsi una scusa lei

Era ammirevole lo spirito si sacrificio e l’affetto che Giulia provava per suo fratello, peccato però che Sean non fosse come lei, certo le voleva bene e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei ma era più freddo e distaccato della sorella.

-Tu non ti impicciare- la zittì subito il fratello

A quell’esclamazione Giulia parve rattristarsi, voleva molto bene al fratello, perché da piccoli, quando il loro villaggio era stato distrutto, lui le era stato vicino e le aveva fatto coraggio. Era accaduto tutto circa sedici anni fa: loro erano figli di due genitori fantastici di cui non si ricordavano molto.

Molto tempo il loro villaggio era stato attaccato da strane creature volanti. Era una giornata di primavera e l’albero di ciliegio che, si trovava al centro del villaggio, era in fiore. Giulia e Sean si trovavano nella loro culla e la loro madre, una giovane donna dai capelli biondi e gli occhi verdi, li stava cantando una dolce melodia per farli addormentare.

All’improvviso un uomo entrò nella stanza sbattendo la porta. Era molto alto e muscoloso, aveva gli occhi verdi e i capelli castani.  

-Cosa c’è?- disse la donna un po’ contrariata –sveglierai i bambini-

-Non c’è tempo prendi i bambini e portali via al sicuro!- disse l’ uomo che doveva essere il padre dei gemelli, con espressione terrorizzata

-Ma che…- tentò di protestare la donna

Un improvviso rumore la fece scattare in piedi. Fuori era scattato il finimondo: Il grande ciliegio in fiore stava bruciando e in paese la gente urlava e correva da tutte le parti. Strane creature volanti stavano sorvolando i cieli del  villaggio sputando fuoco da tutte le parti.

Draghi

-Ci-ci sono dei draghi la fuori?- disse la donna balbettando e non credendo ai suoi occhi

-Ma brava, credi che irrompa nella stanza così, senza un motivo di vitale importanza? Comunque non sono draghi, sono creature dell’esercito di Leese. Probabilmente ha iniziato sottomettere la stirpe degli uomini. Tu però devi scappare e correre nella foresta. Devi salvare i bambini!- disse l’uomo con fare sempre più ansioso

-Va bene, ma tu…che farai?- chiese la donna supplichevole

-Tu non preoccuparti per me. Io resterò qui a difendere il villaggio con gli altri uomini. Tu prendi le donne e i bambini con te e portali in salvo nella foresta- spiegò l’uomo

-Ma…- tentò di protestare la donna

-Niente ma Morgana vai via!- disse l’uomo risoluto. Poi uscì di corsa dalla stanza per difendere il villaggio

La donna restò seduta, immobile, ancora scioccata per ciò che era successo. Dopo qualche secondo però si riprese, prese i9 due bambini che dormivano nella culla e dopo averli avvolti in una coperta li portò fuori. Nel villaggio regnava il caos totale: le donne e i bambini correvano di qua e di la mentre gli uomini, impugnando forconi e altri attrezzi da lavoro stavano tenendo lontano i mostri. Morgana, la madre dei due gemelli si girò intorno con lo sguardo cercando il marito. I due bambini in tanto si erano svegliati a causa del rumore e strillavano terrorizzati. Dopo un po’ di tempo riuscì a scorgere il marito che combatteva insieme ad alcuni uomini contro uno di quei mostri alati che sputavano fuoco

-Percy!- gridò la donna

-Il marito si voltò per alcuni secondi e quella disattenzione gli costò cara. Il mostro che si era sbarazzato con una zampata dei due contadini che combattevano insieme a Percy si era girato verso l’uomo e dopo averlo guardato con un ghigno eruttò una fiammata dalla sua bocca che investì completamente l’uomo, bruciandolo all’istante.

-Percy, NO!!!!- gridò disperata sua moglie

La donna all’inizio fu tentata di raggiungere il corpo del marito e di aiutarlo ma dopo pochi istanti cambiò idea e con le lacrime agli occhi si diresse verso il confine del villaggio. Corse il più velocemente che poteva ma all’improvviso uno degli scagnozzi di Leese le sbarrò la strada minaccioso. La donna non si perse d’animo, aveva già perso una persona importantissima per lei e non aveva intenzione di perdere anche l’unico ricordo di suo marito. Strinse più forte i figli e cambiò strada, evitando per un soffio un colpo di spada. La sua ricerca di una via di fuga fu affannosa e disperata, ma alla fine riuscì a trovare una via di fuga verso il bosco. Quando si addentrò nel bosco non osò neanche guardarsi indietro dalla paura che provava. Corse per un tempo che le sembrò infinito e anche quando ebbe percorso molta strada non osò fermarsi dalla paura che aveva in corpo. Finalmente raggiunse una radura e lì si fermò per riposare un minuto.

-Uff…uff- ansimò la donna

Diede un’occhiata ai bambini, i quali non avevano fatto altro che piangere, e li calmò con la melodia che aveva usato per addormentarli poco tempo fa. I bambini smisero di piangere all’istante e la madre dopo essersi riposata per un po’ all’ombra dei pini s’incamminò verso sud. Prima di notte aveva percorso quasi tutto il bosco ma era esausta e non credeva che ce l’avrebbe fatta a raggiungere il un centro abitato prima che le tenebre calassero completamente.

-Ora come faccio?- si chiese la donna

Camminò ancora per un po’ di tempo e in lontananza vide un lumicino. Decisa a salvare i suoi bambini si avvicinò a quella luce, nonostante le forze l’avessero abbandonata quasi completamente. Quando la raggiunse riuscì a malapena a bussare per poi cadere svenuta sulla soglia. Ad aprire era venuto un signore vestito da boscaiolo che vedendo la era svenuta la tirò dentro dopo averla stesa su un letto la udì mormorare

-Chi…è?- disse debolmente

-Sono Dick, il boscaiolo. Lei chi è?- chiese l’uomo

-S-sono la madre di questi bambini, Giulia e Sean, v-vi prego aiutateli…- disse la donna ricadendo sul letto

Il boscaiolo non aveva notato i due bambini ricoperti da alcuni strati di coperte che dormivano beatamente.

-Io dovrei allevare i suoi figli?- chiese lui perplesso

Ma era troppo tardi con un ultimo sorriso la donna si era spenta, non c’era più. L’uomo la guardò ammirato, chissà quanta strada aveva fatto con quei due bambini per essere ridotta allo stremo delle forze? Prese dolcemente i due bambini e li appoggiò sulla poltrona, poi prese la donna e la portò fuori per seppellirla. Quando ebbe finito,lasciò i due bambini accanto al fuoco, sdraiati sulla poltrona e sene andò a letto. Durante la notte però senza il boscaiolo se ne accorgesse i due bambini sparirono dalla poltrona e il boscaiolo al mattino successivo, credette che si fosse trattato solo di un sogno, così aveva continuato la sua vita dimenticandosi presto dei due bambini. Essi infatti erano stati portati via da un a presenza maligna che li aveva cercati per tutto il tempo,,,Leese.

Ora quei due bambini erano cresciuti, erano diventati due ragazzi di sedici anni ignorando il sacrificio dei genitori e la distruzione del loro villaggio. Erano cresciuti coccolati da dei falsi genitori che li avevano istruiti alle armi e alla magia per uno scopo ben preciso: distruggere Goldragon.

-Allora miei ragazzi- ignorando la risposta del ragazzo –ho deciso di mandarvi in missione-

-In missione?- disse il ragazzo stupito

-Si Sean, non hai detto che ti annoiavi con i mostri che affrontavi?- disse Leese con un sorriso falso

-Di che genere di missione si tratta?- chiese la ragazza

-Dovrete attaccare il villaggio di Balamb insieme a un mago- disse lui

-Ma è un villaggio di umani, i nostri simili!- protestò Giulia

-Stai zitta! Non ti ricordi che i nostri genitori ci hanno abbandonato da piccoli perché avevano scoperto che noi eravamo due dei Sei Elementi?- disse il ragazzo

-Ma- tentò di protestare Giulia

-Tuo fratello ha ragione Giulia, se non fosse stato per me voi sareste morti di freddo nella foresta e il vostro potere sarebbe rimasto sopito nel cristallo per l’eternità- disse Leese con tono di rimprovero

-Hai ragione, chiedo scusa per la mia affermazione- disse Giulia mortificata, ma poco convinta delle proprie parole

-Quando si parte- chiese Sean ansioso

-Quando volete miei cari- disse Leese contento che i ragazzi avessero accettato subito la sua proposta

-E i nostri mezzi di trasporto?- chiese Giulia

-Li vedrete, araldo fai entrare i miei regali per i ragazzi- disse con tono imperioso Leese

Dopo qualche istante entrarono due figure mastodontiche all’interno della sala: la prima era un enorme drago nero, lungo tre metri con delle creste d’oro e due fulmini disegnati sul muso e sui fianchi. Le ali anch’esse nere erano molto grandi e presentavano una lunga striscia trasversale che assomigliava aun fulmine giallo. La seconda era un aquila enorme e maestosa, dalle penne azzurrine e argentate sulle punte delle ali e della coda, aveva un becco ricurvo che pareva argento liquido e degli occhio enormi e blu come la notte. I due ragazzi restarono a guardare i loro animali per qualche minuto finché Leese non interruppe il filo dei lori pensieri.

-Questi saranno i vostri mezzi di trasporto- disse Leese compiaciuto –Il primo si chiama Zip- disse Leese indicando il drago nero –e la seconda si chiama Moon- indicando l’aquila

-Grazie- dissero all’unisono i due ragazzi precipitandosi verso i due grandi animali

-Bene ora che sapete qual è il vostro compito potete ritirarvi- disse Leese

I due ragazzi obbedirono mettendosi al fianco dei loro nuovi amici,e uscirono felici per la prima volta dopo tanto tempo.

-Bene ora che quei due sciocchi andranno ad aiutare quell’altro incapace posso stare tranquillo, non falliranno- si disse Leese –finalmente potrò mettere le mani su quella bambina e arrivare a Goldragon- disse quest’ultimo nome con un tremito di rabbia appena represso, ma questo fu talmente forte che gli oggetti intorno a lui tremolarono e il palazzo intero fu scosso da una piccola scarica di terremoto

-E’ ora che mi riposi, ormai sta sorgendo il sole, e anche se non mi arrecherebbe alcun male è pur sempre fastidioso-

Dette queste parole il demone uscì anch’egli dalla sala del trono e si diresse verso i suoi appartamenti ai piani superiori.

 

                  

            

 

                  

 

 

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Capitolo 14
*** Attacco a Balamb ***


Capitolo 14

Attacco a Balamb

 

-Muoviti Aurora- disse la voce di Scila dalla parte opposta della stanza della bambina

-Non mi sento tanto bene mamma- disse Aurora sotto le coperte

-Come ti senti poco bene- disse la madre andando vicino al letto

Si chinò un attimo per vedere se aveva la febbre e toccando la sua fronte per poco non prese la scossa

-Aurora ma tu sei bollente!- esclamò la donna preoccupata

-Te l’ho detto che mi sentivo male- disse la bambina

-Vado a prendere delle coperte e una tazza delle mie tisane, tu non ti muovere- disse la madre uscendo di corsa dalla stanza

-Come se potessi- disse la bambina

Aveva perso il suo colorito roseo e ora era molto pallida. Sudava e aveva freddo allo stesso tempo e inoltre provava un strana sensazione, come se qualcuno la stesse chiamando perché aveva bisogno di aiuto. Dopo alcuni minuti rientrò Scila riapparve sulla soglia di camera sua, aveva una montagna di coperte sopra le braccia e le dispose sopra la bambina affinché stesse al caldo

-Non ti preoccupare, piccola mia, ho chiamato il dottore e la tua amica Sofia, saranno qui a momenti-

Infatti dopo cinque minuti di penosa attesa bussarono alla porta e Scila scese velocemente le scale per andare a aprire. Dopo pochi secondi entrarono in camera di Aurora una ragazzina, dai capelli castani, raccolti in due codini, aveva grossi occhi verdi e indossava un vestito rosso legato da una fascetta bordeaux, la quale si avvicinò preoccupata al letto dell’amica

-Come ti senti Aurora?- chiese la bambina preoccupata

Sofia era la sorella si Edoardo e abitava qualche casa più in là rispetto alla casa di Luca.

-Non ti preoccupare- disse la bambina per tranquillizzare l’ amica

-Ora se non ti dispiace- disse il medico un po’ impaziente –dovrei visitare la tua amica-

-Ma certo- disse Sofia dopo essersi allontanata dal letto di Aurora e essersi allontanata dal letto di Aurora ed essere andata vicino a Scila

Il medico impiegò una buona mezzora per visitare Aurora, non aveva mai visto un malattia così grave

-Signora, io devo essere sincero con lei…- cominciò a dire il medico dopo aver riposto i suoi attrezzi nella borsa

-Mi dica dottore- disse la madre tutta un tremito

-Io non ho mai visto un m,malattia così. Le cause sembrano un specie di sortilegio, sa se la bambina ha mai avuto rapporti con persone strane o comunque sospette?- chiese il medico

-Io non so, tu…Aurora?- chiese la madre
Aurora però non gli rispose era caduta in una specie di trance

-Aurora!!!- dissero Sofia e Scila preoccupate

-Sta morendo….-cominciò a dire la bambina

-Cosa, stai dicendo?- chiese la madre preoccupata

-Sta morendo…devo andare da lei- continuò incessante Aurora

-Cosa?...Chi sta morendo?- chiese sempre più preoccupata Scila

-…La Rosa devo salvarla- dopo aver detto queste ultime parole si alzò e gettò all’arie le coperte come se fossero piume

-Aurora, non ti devi muovere per alcuna ragione- disse la madre gettandosi contro Aurora

Non riuscì mai a raggiungere la bambina perché improvvisamente si era creata un aura rosa intorno alla bambina e la madre fu respinta e mandata a gambe all’aria. Improvvisamente dalle spalle di Aurora spuntarono due enormi ali angeliche di colore bianco e iniziò a sollevarsi in aria. I presenti assistettero attoniti alla trasformazione di Aurora. Le sue gigantesche lai si richiusero sul suo corpo a mo di bozzolo e fu avvolta da una potente aura rosa. In meno di un minuto avvenne la trasformazione: le ali si dischiusero e al posto della piccola bambina c’era un ragazza dell’età di diciotto anni circa dai lunghi capelli di un colore magenta, e gli occhi di un rosa scuro. Era vestita con una gonna molto lunga, ma dallo spacco che gli arrivava alla coscia e un top il tutto di colore che variava dal fucsia al viola chiaro, l’unica nota di colore diverso era la sua cintura, verde, che recava incastonata un rosa d’oro. Il quadretto terminava con un delle splendide ali bianche che le spuntavano da dietro la schiena

-A-aurora ma cosa ti è…- cominciò a balbettare Scila

-Aurora? Chi è Aurora?- domandò la ragazza con voce dolce

-Non far finta di non saperlo sottoforma di top-model- cominciò a dire Scila, riacquistando colore

-Io non conosco questa persona- disse la ragazza restando sempre sollevata dal suolo

-Ma si lei era lì e tutto a un tratto sei sbucata te- disse lei

-Forse capisco, Aurora deve essere la mia metà- disse la ragazza cominciando a capire

-Tu saresti?- domandò la madre

-Io sono Rosa, la figlia di Ocella e custode della Rosa divina- disse lei in tono solenne

-Ooooooooook, io me ne andrei- disse il medico che aveva assistito per tutto il tempo alla scena

-Fermo!- disse Rosa all’improvviso

-Co-cosa?- cominciò a farfugliare il medico –i-io ho dei clienti e…-

-Fermo prima di andare dirvi una cosa- disse Rosa in tono debole –Non posso restare con questo aspetto per molto tempo devo andare la mia metà come me è affitta dal morbo che affigge la Rosa Divina, dovete portarci da lei,… solo così potremmo….- la ragazza ricadde inerme su letto e dopo un bagliore di luce al posto suo apparve Aurora tutta febbricitante e in preda agli incubi. Scila s i avvicinò sospettosa la letto per paura che la figli potesse di nuovo trasformarsi, ma non accadde. Così ricoprì ben bene e si girò verso i presenti

-Voi, non dovrete mai dire niente di tutto quello che avete visto- disse puntando l’indice minacciosa sul vecchio medico e su Sofia –Capito!!!-

I due si limitarono a annuire e lei dopo averli osservati soddisfatta disse

-Sofia tu rimarrai qui con Aurora per evitare che faccia altre stranezze, lei invece è libero di andarsene, con la raccomandazione di non dire niente a nessuno, io me ne andrò da mio marito per avvisarlo dei fatti-

Dopo aver detto queste parole si voltò e uscì dalla camera di gran carriera. Non si accorse nemmeno della velocità pazzesca con cui stava attraversando la casa e così in pochissimo tempo raggiunse il marito nei pressi del frutteto.

-Stronghold! Stronghold! –disse la donna tutta affannata per la corsa

-Che c’è Scila?- chiese il marito preoccupato

La donna comunque non fece in tempo a spiegare l’accaduto che un altro uomo correva già verso suo marito alzando in aria le braccia in segno di aiuto.

-Bob, cosa succede?- chiese l’uomo spostando la sua attenzione verso in nuovo arrivato

-Sta succedendo qualcosa di strano al villaggio, vieni con me- disse l’uomo sbrigativo

-Ok. Scila tu resta in casa e proteggi Aurora- disse Stronghold iniziando a correre

-Ma è proprio di lei che ti voglio parlare – le urlò dietro la moglie, ma ormai era troppo tardi. L’uomo si era gia allontanato.

 

-Che succede? Ora me lo puoi dire- disse Stronghold correndo

-Non ne sono sicuro ma Jhon mi ha detto che Malus ha attaccato il villaggio- disse Bob

Stronghold si fermò di botto: -Cosa?- domandò colpito

-Si hai capito bene, Malus ha attaccato il villaggio non so perché ma credo che stia cercando qualcuno- disse l’uomo

Stronghold parve riflettere sulle parole dell’amico: -Cercavano qualcuno, non sarà che centri con quello che mi voleva dire Scila?...mi auguro proprio di no…

-Pare che non sia solo- disse Bob interrompendo il filo dei pensieri di Stronghold

-Lo so sarà con quei suoi scagnozzi- disse Stronghold tra i denti- …sempre in compagnia quel vigliacco…-

-Non ti conviene offenderlo e comunque non sono i suoi soliti tirapiedi, ma due ragazzi, che scagliano fulmini e pugnali di ghiaccio-

-Cosa?!!!!!!- disse l’uomo stupefatto

-Si mi hai capito bene, sono due ragazzi che controllano i fulmini e il ghiaccio- disse Bob semplicemente

Nel frattempo erano arrivati nei pressi della piazza del villaggio dove poterono vedere un panorama di grande devastazione: la fontana centrale a forma di fiore era stata quasi completamente distrutta e pezzi di essa giacevano sparsi nella piazza. Le case vicine stavano andando a fuoco e in Alto si potevano scorgere due ragazzi che volteggiavano nell’aria a cavallo di un drago nero e di un aquila gigantesca. Per terra giacevano i corpi sanguinanti e senza vita, alcuni erano amici di Stronghold. Ma la cosa che lo fece arrabbiare di più fu la vista di un bambino di appena otto anni morto con la mano stretta intorno al collo della madre.

-Sono loro- disse Bob indicando i due ragazzi –e guarda, là c’è Malus!-

Stronghold si girò di scatto nella direzione indicata dall’amico e poté vedere il mago che scagliava piccoli globi neri contro le case che prendevano fuoco istantaneamente.

-Maledetto!!! Come hai potuto, noi ti abbiamo sempre servito e rispettato e ora tu ci ripaghi così? Sei un essere spregevole- gridò Stronghold e iniziò a scagliare grossi sassi contro il mago. Quello dopo essersene accorto evocò una barriera nera che bloccò i sassi per aria e li rispedì al mittente. Per fortuna Stronghold fu abbastanza veloce li schivò tutti ma uno riuscì a prenderlo di striscio ad una spalla.

-Ahhh!!!- urlò di dolore l’uomo

-Dai andiamo via- gli intimò l’altro vedendo che Malus puntava proprio in quella direzione

-No, non voglio- disse Stronghold urlando di rabbia alla vista di tutte quelle morti e di tutto quello scempio.   

-Cosa c’è?- disse il mago avvicinandosi con un sorriso beffardo

-Cosa c’è?!!!- disse Stronghold, ora i suoi occhi lanciavano saette dagli occhi e sembrava che nulla potesse fermarlo

Il mago cominciò a scagliare alcuni incantesimi verso l’amico di Stronghold. Quando Stronghold se ne accorse si parò davanti e mise le mani incrociate sul petto a mo di scudo. I dardi parvero colpirlo in pieno, ma lui non vacillò neppure un istante, anzi si scagliò contro il mago più forte che poté in modo da travolgerlo. Il mago evitò facilmente l’attacco dell’uomo e ripartì all’attacco convocando anche le sue creature. Queste apparvero all’improvviso da tutte le parti e circondarono Stronghold. L’uomo però non si perse d’animo e evitando tutti quei fendenti di spada riuscì a colpire uno dei mostriciattoli sulla testa e a rubargli la sua spada. Non che questo cambiasse di molto la situazione: Stronghold era un contadino e le uniche cose che aveva usate erano state la zappa e l’aratro. Ma non per questo si perse d’animo: sfruttando tutta la sua prestanza fisica si scagliò sugli avversari, e un po’ con i pugni, un po’ con i calci riuscì a farsi strada tra quel marasma di mostri e ad accopparne parecchi. Usava la spada solo se i suoi nemici gli e lo imponevano e spesso e volentieri  era anche più bravo di loro schivare i colpi. Dopo una mezz’ora di combattimento continuo, senza neanche un minimo di tregua, Stronghold aveva ucciso tutti i suoi nemici. Voltatosi poi verso il mago si scagliò violentemente contro di lui: tant’è che sta volta non riuscì a evocare neanche un incantesimo difensivo ma dovette prendere il colpo su un braccio. Il mago urlò di dolore non appena sentì la fredda lama della spada penetrargli la carne del braccio sinistro, e con i suoi poteri, usando l’altro braccio, evocò una grande onda d’urto che scaraventò Stronghold dall’altra parte della piazza. Anche se gli sarebbe piaciuto finirlo una volta per tutte, Malus si trattenne da evocare un fulmine che avrebbe incenerito Stronghold, e decise di lasciarlo perdere. Quindi dopo avergli scoccato un occhiata vendicativa si allontanò seguito dai due ragazzi che, dopo aver udito un suo ordine si allontanarono in volo per raggiungere il castello di Malus. Lasciando dietro di loro una lunga scia di devastazione e di morte. Stronghold rimase per un po’ a fissare la scena con occhi sgranati e il fiato mozzato: aveva lividi su tutto il corpo e, a causa del colpo infertogli da Malus, qualche costola rotta.  Comunque piano, piano si riprese anche se restò a terra ansimante. Bob fu subito al suo fianco

-Grazie di avermi protetto- disse lui –Sei ferito?- gli chiese preoccupato

-Secondo te ?- disse Stronghold con gli occhi semichiusi

-Beh…spero bene…ma Stronghold!- gridò improvvisamente l’uomo vedendo che l’amico non riapriva gli occhi

Momentaneamente, l’uomo era caduta in una specie di Trance aveva chiuso gli occhi rallentando persino il battito del suo cuore, fino a sembrare quasi morto. Nella sua mente si era formato una specie di vuoto, oscuro. Lui, galleggiava in questo nulla e sembrava ogni minuto di più andare verso l’oscurità. Improvvisamente scorse una luce, che da tenue e fioca, divenne mano a mano sempre più luminosa, finchè tutto lo spazio intorno a lui non fu inondato di luce. Chiuse momentaneamente gli occhi e quando li riaprì si ritrovò seduto in un giardino. Il sole splendeva in un cielo terso e azzurro e i fiori spuntavano dappertutto. Vicino a lui era seduto un vecchio dall’aria venerabile e saggia, che lo guardava sorridendo

-Ciao Stronghold, finalmente ti sei svegliato- disse il vecchio con un sorriso stampato sulla faccia

-Chi sei tu?- chiese lui ancora spaesato

-Io sono Parmenide il Saggio, ultimo discendente della casata degli antichi abitanti fatati e custode del Cubo Mistico-

-Ok, Par, posso chiamarti così, vero? Sai Parmenide suono un po’ troppo lungo- chiese Stronghold, ora rassicurato.

-Ma certo, comunque, io non ti ho convocato qui per caso ma per un motivo ben preciso: tuo figlio e i suoi amici sono partiti alla ricerca del modo di sconfiggere Leese e del segreto degli elementi-

-ma questo è impossibile- disse Stronghold interrompendo la spiegazione del saggio –mio figlio e i suoi amici sono andati a trovare un loro amico al di là delle Montagne Nebbiose-

-Ti ha mentito, anche se ha dovuto farlo- il saggio si interruppe qualche secondo per una pausa riflessiva poi ricominciò a parlare –ti sei chiesto chi erano quei ragazzi a cavallo di drago e di aquila e del perché Malus abbia deciso di attaccare improvvisamente il villaggio?- disse il saggio enigmatico

-Perché…perché…- cominciò a balbettare Stronghold. Si era reso conto che in realtà non sapeva il motivo dell’attacco perciò cominciò a credere alle parole del mago- forse tu hai ragione mago, ma io cosa devo fare?- chiese lui confuso

-Devi proteggere, con tutte le tue forze tua figlia e evitare che venga rapita dal nemico- disse il mago deciso

-Mia figlia? Perché? Saggio potente spiegati- disse lui cominciando a essere un po’ arrabbiato

-Perché tua figli è la guardiana della Rosa Divina!-

-Mia figlia è cosa?-

-Mi hai sentito bene, tua figlia nasconde in sé un potere che neanche immagina, ma tu devi proteggerla, devi…-

Improvvisamente la visione si interruppe e Stronghold si ritrovò la faccia di Bob premuta contro il suo petto per sentire il suo battito cardiaco.

-Ma cosa stai facendo?- disse Stronghold

-Tu sei un pazzo non deviarmi prendere spaventi simili- disse l’amico gettandogli le braccia al collo        

-Stai calmo, sto bene- disse Stronghold scollandoselo di dosso -ho solo bisogno di riposarmi, sai incassare uno degli incantesimi di Malus non è quel che si dice un piacere immenso. Inoltre ho avuto uno strano sogno. Devi cercare tutti sopravvissuti e poi correre a casa mia il più in fretta possibile -

-Hai sempre voglia di scherzare! Cosa vuoi che faccia?-

-Hai capito bene, ora tu prendi e te ne vai in giro cercare i sopravvissuti. Inoltre dovrai costruire insieme agli altri uomini una barricata molto alta intorno al fattoria così da poterci difendere in caso d’attacco. Mi raccomando deve essere pronta per stanotte, ho idea che Malus ci farà presto visita- disse tutto di un fiato Stronghold

-E tu? Non mi sembri nelle condizioni di raggiungere la fattoria con le tue gambe!- disse lui scettico

-Non ti preoccupare per me, mi riposo solo cinque minuti e poi riparto, Vai!!!- disse infine vedendo che lui esitava –potrebbero esserci persone messe peggio di me. Ci servirà tutto l’aiuto possibile-

-E va bene- disse infine convinto –ma tu promettimi che quando avrò finito il mio giro tu sarai in salvo a casa tua-

-Non posso garantirti niente…- disse lui ma si pentì subito delle sue parole

-Cosa?!!! Sei ferito? Lo sapevo deve restare con te e aiutarti…- cominciò a farfugliare Bob

-No!!!! Devi aiutare gli altri, questo è un ordine- disse Stronghold risoluto

-Ma…- tentò di farfugliare

-Niente ma se non riesco a tornare, prendi il comando e la cosa che ti raccomando non creare panico!!!-

-Ok- disse Bob poco convinto –Allora io vado- disse alzandosi in piedi

-Vai!!!- disse Stronghold vedendo che lui esitava

-Vado- disse lui

-Vai!!!!- ripeté Stronghold

-Ok, ok, vado- disse Bob, allontanandosi il più velocemente che poteva

Stronghold dopo aver guardato l’amico che si allontanava per la sua strada si sdraiò a terra e chiuse gli occhi.

    

 

 

                                                                              Continua….

 

 

Allora cari lettori che ve ne pare della mia storia? Eh! ^-^

Spero che sino a qui vi sia piaciuta. Il quindicesimo capitolo è in cantiere, quindi non vi preoccupate. Ma non mi stressate!!!!! Se per caso mi dimenticassi di pubblicarlo fatemelo notare con una o due mail ma non con duecento! ( la modestia è la mia qualità migliore :-DDDDDD)
Ciao Shinichi   

     

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Capitolo 15
*** Riunioni di guerra ***


Capitolo 15

Riunioni di guerra

 

Stronghold rinvenne dopo una mezzora circa di tempo, si sentiva ancora un po’ confuso. Si ricordava distintamente della visione di Par il Saggio ma non riusciva bene a mettere a fuoco la situazione. Dopo poco si ricordò di tutto e il pensiero di sua figlia in pericolo lo fece ridestare all’improvviso. Scattò subito in piedi, ma si risedette con un urlo di dolore dopo aver sentito le ferite, appena ricevute poco tempo fa.

-Ahhh!!- urlò dal dolore Stronghold

Poi dopo essersi alzato piano, piano, evitando di fare movimenti bruschi che gli avrebbero causato nuove fitte di dolore, si avviò verso la strada semi distrutta, che conduceva a casa sua. Notò con suo grande dispiacere, mentre arrancava sulla strada che la maggior parte delle case e degli alberi erano in fiamme e che in giro non si faceva che vedere cadaveri o moribondi. Il viaggio verso casa sua fu lungo e molto faticoso poiché il recente combattimento l’aveva stancato tantissimo e a stento riusciva reggersi in piedi. Molte volte fu costretto a fare alcune pause per riposare, appoggiandosi a un albero o a un muro semi-distrutto. Comunque in poco più di un ora riuscì a raggiungere la fattoria. Dall’alto della collina poté vedere una gran folla di gente che si accalcava davanti a casa sua, ma del resto era grande e ci sarebbero stati tutti. Scese la collina e quando non fu che a metà strada sua moglie gli corse incontro per abbracciarlo

-Stronghold! Stronghold!- disse la moglie gettandogli le braccia al collo. L’uomo non si sottrasse all’abbraccio ma provò una fitta di dolore mentre la moglie lo stringeva

-Basta- disse dolcemente allontanando la moglie –Come stanno? Ci sono tutti?- chiese

-Tutti, o almeno quelli che sono riuscito a trovare…Sai non è stato per niente semplice- disse una voce spuntando da dietro la spalla della moglie

-Bob!! Allora sei vivo- disse Stronghold eccitato

-Ciao vecchia quercia!- disse Bob esibendo un occhio nero e qualche livido violaceo sul viso

-Cosa ti è successo?- chiese Stronghold preoccupato

-O niente o solo avuto qualche scontro con gli gnomi…ma niente di che- disse lui con un alzata di spalle

-Bene, ora per prima cosa dobbiamo entrare in casa prepararci per difenderci e al più presto- disse lui alzandosi risoluto in piedi risoluto.

La moglie tentò invano di fermarlo ma lui procedette imperterrito verso casa. Quando giunse ai piedi della collina lo accolse una gran folla di gente che lo ringraziava per l’ospitalità ma quello non avendo tempo per simili convenevoli li congedava tutti e li invitava a entrare in casa. Ci volle un po’ per far entrare circa cinquecento persone in casa , ma più o meno riuscirono a farceli stare tutti. Certo non fu facile trovare a tutte quelle persone ma riuscirono sistemare la maggior parte delle persone nelle camere da letto, nella cucina e nella soffitta.

-Per prima cosa chiamo tutti gli uomini nel salotto per discutere sul da farsi, le donne e i bambini seguano mia moglie in cucina e nelle stanze da letto per allestire i giacigli e per preparare il pasto serale- disse Stronghold dopo aver attirato l’attenzione

Ci fu un mormorio generale e un grande scalpiccio di persone che entravano e uscivano dal salotto, ma quando tutti si furono bene o male sistemati o seduti per terra Stronghold prese la parola

-Cari amici, sono tempi difficili….-

-Uao!!!! Che genio ma come lo hai fatto a capire?- esclamò un uomo in piedi in fondo  alla sala

-Stai zitto John lo zittì un altro dall’altro capo della sala. L’uomo lo guardò truce ma poi abbassò il capo in segno di sottomissione

-Dicevo…- proseguì Stronghold – siamo nei guai fino al collo Malus ha deciso di attaccare il nostro villaggio, nonostante non gli avessimo fatto niente o lo avessimo provocato, perciò non bisogna chiedersi il perché ma bisogna reagire- disse lui risoluto

-Fai presto tu a parlare, hai affrontato Malus e ne sei uscito vivo per un pelo, e vorresti che lo affrontassimo noi che siamo dei…dei…- disse un uomo dalla barba rossa che stava tra le prime file, ma non riuscì a proseguire

-Dillo, avanti Mike- lo incitò Stronghold

-…dei contadini. Ecco molti di noi non hanno impugnato che dei forconi e l’unico che se “intende” di armi è il fabbro-

-Lo so ma dobbiamo resistere- disse Stronghold -dobbiamo resistere per le nostre donne, i nostri figli e per le nostre stesse vite-

-Io sono d’accordo con Strong!- esclamò Bob –ormai la frittata è fatta Malus non ci lascerà in pace finchè…finchè…-ma si accorse di non sapere fin quanto questa situazione sarebbe andata avanti questa situazione

-…finchè non saremo tutti morti, ecco finchè- esclamò Mike

A quell’esclamazione si diffuse tra i presenti un mormorio di commenti che diffusero il panico tra la folla

-No loro proseguiranno con la loro opera distruzione finchè non avranno perseguito il loro obbiettivo- disse Stronghold cupo

-E quale sarebbe il loro obbiettivo?- chiese sarcastico John

-…Mia figlia- disse Stronghold dopo un attimo di esitazione

-Cosa?- esclamarono tutti, compreso lo stesso Bob

-Si avete udito bene. Mia figlia serve per i piani di Leese e noi dobbiamo proteggerla-

-Ama tu sei scemo!!!!!- esclamò Mike –qui non si tratta più solo di Malus ma addirittura di Leese. Tu sei un pazzo se spari che ti seguiremo in questa avventura-

-Non vi sto chiedendo di difendere solo mia figlia ma di difendere anche voi stessi-

-Si…adesso attacca con la tiritera!!!!- disse Mike

-Volete ascoltarmi sottospecie di ingrati!!!! Io vi ho accolto in casa mia, vi sto offrendo un tetto, quando non credo che molti al mio posto si sarebbero comportati allo stesso modo. Credete che Malus vi risparmierà dopo che avrà ottenuto mia figlia e l’avrà consegnata al signore oscuro?- disse Stronghold decisamente infuriato

-No, ma non mi interessa io non difenderò mai tua figlia- disse il rosso –me ne andrò stasera stessa

Per un attimo Stronghold ebbe paura che tutti seguissero il suo esempio. Infatti molti sguardi incerti si erano intrecciati alla ricerca di una risposta, ma nessuno seguì l’esempio dell’uomo, anzi guardarono Stronghold fieri e con una sola voce gridarono: -Siamo con te!!!!-

Mike restò spiazzato, era convinto che la sua proposta avrebbe ricevuto molti consensi fra i suoi coetanei e  restò molto deluso nel vedere che nessuno lo aveva seguito ma poiché aveva un orgoglio da difendere uscì di corsa sbattendo la porta infuriato. Dalla sala lo udirono percorrere a grandi passi il corridoio e uscire dalla porta principale sbattendo anche essa.

-Bene, ora che abbiamo appianato i contrasti tra di noi- iniziò Stronghold dopo essersi ripreso –bisogna che decidiamo un piano d’azione. Sicuramente il nostro nemico non se ne starà con le mani in mano, quindi bisogna che ci inventiamo qualcosa.

-Io pensavo di fare così- disse il fabbro –potrei andare alla mia fucina e mettermi a preparare lance, scudi e spade per tutti-

-Io invece- disse un uomo alto, dai capelli biondo-cenere –direi che potremmo erigere delle palizzate intorno a casa tua, tanto la foresta non è molto lontana da qui e potremmo anche creare delle trincee intorno alla proprietà-

-Le vostre proposte sono ottime- disse Stronghold –io proporrei invece di mandare le nostre donne a raccogliere quante più provviste, dato che non so quanto tempo staremo sotto assedio-

Tutti i presenti annuirono e ridivisero in tre gruppi : uno, di circa venti persone uscì dalla proprietà in direzione del villaggio semi-distrutto, per raggiungere la fucina illesi e aiutare il fabbro nella fabbricazione e nel trasporto delle armi. Un secondo gruppo di circa duecento uomini, si diresse verso il bosco, muniti di asce e seghe e un terzo invece andò a comunicare la notizia alle donne. Stronghold, a causa dello scontro recente, non poté andare ne a tagliare la legna ne a aiutare il fabbro a preparare le armi, ne a aiutare a raccogliere le provviste, ma in compenso si diresse nella camera di Aurora, non vedeva l’ora di vedere come stava e se ciò che Par gli aveva detto era vero. Percorse gli scalini che conducevano al piano di sopra a due a due, nonostante le ferite, e in poco secondi si ritrovò in camera di Aurora. Non era molto illuminata, per permettere alla bambina di riposare, ma comunque ci si poteva vedere benissimo. Accanto al suo letto, poté distinguere altre bambine tra cui Sofia, che non l’aveva abbandonata un solo secondo da quando si era trasformata. 

-Come sta ?- chiese dolcemente e sorridendo

-Bene… per ora- disse cupa Sofia. La trasformazione di Aurora l’aveva scossa molto e per paura che potesse succederei nuovo gli teneva costantemente la mano, quasi per paura che questa voltala bambina potesse volare via veramente

-Vi ringrazio per quello che state facendo per mia figlia, bambine- disse Stronghold

-Noi non lasceremo mai Aurora- disse Sofia con sguardo fiero e le altre bambine annuirono solenni, come a dimostrare la propria fedeltà a un generale prima di una battaglia molto importante

-Grazie, piccole, allora posso dormire tra due guanciali se ci siete voi con mia figlia. Ma mi raccomando se vedete per caso che si trasforma di nuovo in quella strana ragazza non fatela fuggire e venite subito a avvisarci- disse Stronghold grato

-Puoi starne certo- dissero le bimbe scattando sull’attento.

Con un ultimo sorriso Stronghold uscì dalla stanza e si diresse nella cucina

 

 

 

 

-Allora viscido ratto di fogna, come procede la conquista di Balamb- a parlare era stata un ombra che sbucava da dietro un muro semi-distrutto, rivolta a uno dei tanti servitori di Malus  

L’ombra in questione era molto alta e il suo volto era coperto da un cappuccio in modo da nascondere il volto sfigurato.

-Chi parla?- chiese la cosa-gnomo avvicinandosi alla figura incappucciata

-Chi parla non ha importanza, sappi che sono un vecchio amico del tuo padrone. Digli che sono tornato e dagli questo- detto ciò dal mantello nero della creatura emerse una mano viscida e verdognola che porgeva alla cosa-gnomo una specie di frammento di una qualche pietra viola

-Che cosa è, una specie di pietra preziosa?- chiese la creatura osservando con avidità la pietra

 -Per te no di certo!- esclamò la figura incappucciata –vedi di non tenertela, o ti distruggerò con le mie stesse mani- detto questo l’essere fece apparire una sfera di energia nera dalle mani e la puntò alla testa della cosa-gnomo

Questo atterrito fece un balzo all’indietro e tirò un urlo. I compagni accorsi al sentire quell’urlo si diressero verso la fonte di quel rumore e trovarono il oro compagno con la testa mozzata e con in mano una cosa violetta. Ai suoi piedi era scritto con il sangue della creatura morta le parole:

 

 

Consegnate questa pietra a Malus e ditegli che questo è un dono di un suo vecchio amico

Se oserete tenervi la pietra il vostro destino non sarà diverso da quello del vostro compagno

Fate come vi dico…..e ricordatevi…..

 

…..io vi guardo….

I soldati a leggere quelle parole restarono pietrificati. Erano molto superstiziosi e la vista del loro compagno così brutalmente martoriato, li fece tremare di paura. Quello che sembrava il capo di quella piccola  banda prese la pietra dalle mani del morto, la rinchiuse in un sacchettino e se lo appese al collo. Dopo di che nella loro strana lingua ordinò ai soldati di prendere il corpo del compagno e di dirigersi da Malus, per descrivergli la situazione attuale.

Ma mentre si allontanavano non si erano accorti di una figura che li spiava da lontano…la stessa figura che aveva ucciso con tanta crudeltà e che rideva della paura degli altri…lui…il male…

 

 

_Stupido, stupido, stupido!!!- esclamò Malus andando in escandescenza e distruggendo tutto ciò che gli capitava sotto mano

-Calmati maghetto da niente- disse la voce sprezzante di una persona appoggiata alla parete

-Come hai detto stupido moccioso-esclamò Malus urlando di rabbia. Subito dopo il mago scagliò una sfera di energia nera dalle mani che in direzione della voce

L’attacco non raggiunse ma il suo bersaglio ma si spense a metà strada fermato da una palla di Ghiaccio che lo avvolse e lo fece sparire

-Non ti permettere più di attaccare mio fratello Hai capito viscido rettile!!!- a parlare era stata una ragazza dai lunghi capelli castano-biondio che si stava ricoprendo di un aura biancastra. Malus restò spiazzato dalla potenza dell’attacco e per paura di offendere i due ragazzi chinò il capo in segno di sottomissione

-Bel colpo sorellina- disse la voce di un ragazzo

-Grazie Sean- disse lei raggiante abbandonando la sua aura

-Scusatemi- disse Malus –è che sono nervoso Quando Leese scoprirà quello che è successo come minimo mi cancellerà dalla faccia dell’universo. Il nostro fallimento…-

-Il nostro fallimento!!!- esplose Sean ricoprendosi di un aura nera –Il nostro fallimento!!!!!!!!!!!- E’ colpa tua se abbiamo fallito. Se tu non ti fossi ritirato come un coniglio.-

-Hai ragione perdonami, ma quell’uomo…Stronghold è protetto da una grande magia…- cercò di scusarsi Malus

-Ma che grande magia!!, di la verità tu avevi paura perché non possiedi il potere di un elemento come noi-

disse il ragazzo

-Non è vero, tu avevi paura!!-

-No-

-Si-

-Hem….-disse una voce fuori dalla porta

-Che c’è!!!!- esclamò Malus

-Hem dovrei comunicarle un messaggio…- disse la voce

-Entra- disse perentorio Malus

Il servo entrò con il sacchettino di pelle in mano e si fermò davanti a Malus, inchinandosi rispettosamente

-Grande Malus…-cominciò il soldato

-Tsk- disse scettico Sean, ma il mago lo fulminò con lo sguardo. Esigeva che gli si mostrasse rispetto almeno in presenza dei suoi servi

-Dimmi pure- disse il mago non staccando gli occhi di dosso da Sean

-…abbiamo trovato questo nelle mani di un nostro compagno morto, vicino a un muro- detto questo gli porse il sacchettino

Malus curioso di sapere di cosa si trattasse aprì il sacchettino con impazienza e ne fece cadere il contenuto sul palmo della mano. Esso consisteva nel frammento di una pietra viola dai riflessi più scuri al centro. Il mago la guardò perplesso, poi un lampo di illuminazione…

-Prepara le truppe- disse il mago con un sorriso enigmatico –andiamo a caccia-

 

 

                                                                                                          Continua….

 

 

 

Cari lettori che ve ne pare, vi lascio abbastanza sulle spine?

Secondo me si, ma se volete sapere chi è il personaggio misterioso vi consiglio di leggere i capitoli precedenti…

(…Takami tu dovresti conoscerlo…)

 

Ciao, a presto Shinichi ^-^

 

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Capitolo 16
*** Gelosia ***


Capitolo 16

Gelosia

 

Vaolin era molto nervoso e non faceva che camminare avanti e indietro per il campo

Perché non erano ancora tornati? Avranno trovato qualche impedimento? E se il custode della Terra fosse stato costretto a usare i suoi poteri per difendere Crystal?

Domande come queste si susseguirono di continuo nella mente dell’ elfo. I draghi dal tra parte non la smettevano di preoccuparsi dei loro protetti: Alessandro si era risvegliato a metà pomeriggio e stranamente non si ricordava niente dello scontro della notte precedente

-Ma come non ti ricordi il casino che hai combinato?- disse Vaolin sorpreso

-No. Perché che ho combinato?- chiese Alessandro perplesso

-Non ti sei accorto che si completamente nudo?- chiese Vaolin sarcastico

-Beh effettivamente è strano- ammise lui –e perché Luca è sdraiato a terra e trema come una foglia?-

-Per colpa tua- disse lui –ieri sera lo hai bombardato con una miriade di palle di fuoco che non so come abbia fatto a respingerle. Inoltre il tuo corpo ha preso fuoco all’improvviso e ti sono spuntate un paio di ali stile Fenice: è per questo che non hai più alcun indumento addosso.-

-Ah!!...he…no, non ho capito niente- disse lui alla fine

Vaolin per poco non gli saltò addosso, era la terza volta che gli spiegava cosa era successo ma senza ottenere risultati perciò decise di tornare a guardare in lontananza se arrivavano Edoardo e Crystal.

I due giovani non si vedevano ancora e Vaolin si sedette accanto a Luca per controllargli la febbre e per vedere come stesse. Il ragazzo sudava tantissimo e Ice per abbassargli la temperatura usava il suo soffio di acqua fresca per abbassare la temperatura

-Come sta ?- chiese Vaolin al drago blu

-Se la caverà. La febbre è molto alta, anche se non è in pericolo di vita. Spero solo che quei due non si attardino troppo siamo in pericolo costantemente e con due Guardiani fuori uso spero che non ci attacchino, altrimenti saremmo un bersaglio troppo semplice-

-Lo credo anch’io ma spero che Crystal e Edoardo arrivino presto con l’erba di Fuoco-

Non aveva fatto in tempo a finire la frase che udì due voci dirigersi verso la loro radura. Le voci erano allegre e felici e Vaolin ci mise poco a scoprire di chi fossero. Con due rapidi balzi elfici raggiunse l’ingresso della radura con un sorriso enorme. Dopo qualche secondo vide in lontananza due sagome che poco  a poco si delineavano nella nebbia, i due si tenevano per mano appassionatamente e continuavano a darsi brevi baci sulle guance, a circa cinquanta metri dalla radura si fermarono un attimo e la figura più alta, probabilmente quella di Edoardo si girò lentamente verso quella leggermente più bassa. Da lontano per una persona qualunque sarebbe stato quasi impossibile stabilire cosa stessero facendo le due figure, ma Vaolin che era un elfo e aveva la vista molto più sviluppata poté vedere benissimo Edoardo che si chinava leggermente per poter dare un bacio sulla bocca, lieve ma appassionato, a Crystal. Vaolin diventò rosso dalla rabbia e dalla gelosia, come poteva quell’essere umano pensar di poter baciare Crystal, la sua Crystal. Tornò velocemente al campo accese il fuoco e iniziò a girare la zuppa già preparata con odio, come se quei poveri vegetali ormai lessi e ridotti a una purea, gli avessero fatto qualcosa. Dopo qualche secondo entrarono correndo Crystal e Edoardo, felici di essere tornati di nuovo dai loro amici.

-Ciao- disse allegra Crystal gettando letteralmente le braccia l collo dell’elfo

Vaolin si ritrasse dall’abbraccio, come se lo avesse punto un ape e tornò a mescolare con più foga il minestrone

-Ma…Vaolin. Che cosa hai?- disse lei sorpresa dalla sua reazione fredda e distaccata. Avrebbe scommesso che fino a un attimo fa l’elfo doveva essere stato in pena per lei e adesso si dimostrava freddo e distaccato come se non gli interessasse nulla di loro

-Devo preparare la cena- disse lui con il tono più distaccato che avesse mai usato –vi conviene andare a portare dei vestiti a Alessandro orami non ce la fa più dal freddo, si che è il Custode del fuoco ma non credo che possa resistere ancora per molto-

-Hai ragione Vaolin. Edo ti dispiace andare a portare i vestiti a Alessandro io mi vergogno un po’ sai- disse lei in tono mieloso

-Si subito- disse Edoardo scattando sull’attenti.

Mentre il ragazzo correva verso l’amico che tremava dal freddo Crystal si rivolse di nuovo Vaolin

-Che cosa c’è?- disse lei guardandolo negli occhi con espressione seria

-Oh..niente- disse lui con noncuranza

-Niente?-

-Niente-

-Sei sicuro?-

-Sicurissimo- mentì Vaolin che ormai tremava di rabbia

-Allora perché sei diventato rosso?- chiese lei maliziosa

-Smettila!- sbottò lui

-Smettila!-gli vece il verso lei –sembri un elfo di appena cinquant’anni Vaolin-

-Ti ho detto di smetterla-

-E io ti ripeto che tu hai qualcosa che non va e non me lo vuoi dire- disse la fata petulante

-Se non la smetti all’istante, io ti…io ti- disse lui

-Tu cosa?- al fianco della fata era apparso di nuovo Edoardo il quale da lontano aveva sentito il litigio

Vaolin non seppe cosa rispondere, ma per evitare di saltare addosso ai due innamorati se ne andò via saltando da un ramo all’altro.

-Cosa gli è successo?- chiese Edoardo alla fata

-Non lo ha voluto dire neanche a me- disse la fata delusa

-Credi che ci abbia visti prima di entrare dalla radura mentre ci baciavamo?- disse Edoardo preoccupato

-E’ probabile dato che gli elfi vedono anche molto lontano- gli rispose Crystal

-Ma non capisco la sua reazione se fosse innamorato di te li avrebbe confidati prima i suoi sentimenti non credi?- disse Edoardo per scagionarsi

-Si avrebbe dovuto- disse la fata con lo sguardo fisso nel punto in cui era sparito Vaolin –ma ormai ci sei solo tu nel mio cuore Edo- detto questo schioccò un bacio lungo e appassionato al giovane il quale ricambiò con intensità.

-Caspita! Ecco perché Vaolin se l’è presa- a parlare era stato Alessandro, ormai del tutto ristabilito che si avvicinava ai due giovani.

Aveva assistito alla scena per tutto il tempo ma non aveva voluto disturbare quel momento. Stava avanzando con il nuovo completo che Crystal e Edoardo gli avevano comprato: portava un paio di pantaloni lunghi di color bordeaux, molto scuro, quasi marrone e una maglia rossa fiammeggiante con sopra un gilet marroncino per proteggere dal freddo. Ai piedi portava un paio di stivali molto stretti, coperti quasi per la maggior parte dai pantaloni, di color marrone scuro.

-Ti sta bene il nuovo completo- disse Edoardo staccandosi da Crystal dopo aver assunto una tonalità molto simile al rosso della maglia di Alessandro

-Si e voi state bene insieme…piccioncini- li prese in giro Alessandro

-Non farmi pentire di averti comprato quegli abiti- disse Crystal

-Stai tranquilla- disse Ale – però devo assolutamente dirlo a Luca non appena si sveglia- disse lui con un sorrisino maligno stampato sulle labbra.

-Sei libero di fare quello che vuoi- disse la fata con noncuranza - sempre che non reagisca come ha reagito Vaolin…non riesco proprio a spiegarmi perché si sia comportato così-

 

L’elfo stava saltando da un ramo all’altro della grande foresta, con una grande rabbia che minacciava di esplodere.

 

Come hai potuto Crystal, mi avevi fatto un promessa

 

L’elfo continuava a saltare, con le lacrime che gli scorrevano copiose dagli occhi ormai arrossati.

 

-Ciao Vaolin, come stai?- l’elfo si girò di scatto, era molto piccolo, secondo la stima umana, si direbbe che non avesse più di otto anni, invece, ne aveva compiuti venti da un pezzo. Aveva corti capelli biondo chiaro e un paio di occhi azzurri grandi quanto un uovo di gallina, che esprimevano incertezza e paura. A chiamarlo era stata una bambina, più o meno della sua stessa età…beh bambina non si poteva definirla dato che restava sospesa nel vuoto grazie a un paio di alucce azzurrine che gli spuntavano da dietro la schiena. Indossava un veste molto piccola e ampia di colore blu abisso, aveva i capelli lunghi fino alle spalle, biondi come quelli dell’elfo, e un paio di occhi marroni, molto vivaci e intelligenti.

-Bene- disse l’elfo con la sua voce insicura e timida

-Ti va di giocare nel giardino, tanto zia Kate e zia Lilly non ci sono- disse la fatina con voce vivace

-Non saprei, se ci scoprono passeremo dei guai- disse Vaolin che già alla sua giovane età era molto coscienzioso

-Sei il solito guastafeste!!!- rispose lei stizzita

-Ma…ma il maestro ci ha detto di fare il disegno di un drago e poi di renderlo animato con la nostra magia- disse lui per scusarsi

-E chi se ne importa di quello stupido disegno, tanto io posso fare apparirne uno per ciascuno- disse la fatina

-Ma non sarebbe corretto- la ammonì lui

-Non sarebbe corretto…gnè, gnè. Sei proprio insopportabile lo sai?-

Il bambino-elfo si rabbuiò per ciò che gli aveva detto. Sapeva che non poteva imporre la sua ragione sull’amica: uno perché non ce l’avrebbe fatta, due perché lei avrebbe usato i suoi poteri di fata per costringerlo a fare chissà quale cosa. Inoltre quella fata gli ispirava timore e per paura che gli facesse spuntare una piantina dall’orecchio e quindi annuì in segno d’assenso.

-Bravo sapevo che alla fine non mi avresti detto di no- disse la fatina con un sorrisone dopo aver visto quel breve ma chiaro segno di assenso –andiamo!-

I due si diressero verso la porta della sala dove si trovavano. Non impiegarono molto a uscire dal palazzo e si diressero felici verso il Giardino delle Fate.

-Dai facciamo una corsa a chi arriva prima allo Stagno delle Visioni- disse La fatina felice

-Ok. Ma bada stavolta non vincerai te!!!- disse l’elfo ora più sicuro e felice

I due bambini percorsero di corsa il Giardino. Tutti i fiori erano sbocciati, nonostante fosse autunno e l’aria era calda e asciutta…per forza quel giardino era magico!  pensò Vaolin

Arrivarono in un baleno allo Stagno e i due bambini vi si rispecchiarono in quelle acque azzurre e limpide

-Io entro- disse la fatina decisa, togliendosi la piccola veste e rimanendo con una specie di costumino azzurro che gli copriva le sue parti intime non ancora sviluppate. La fatina prese la rincorsa e si gettò con una gran foga in acqua

-Ehi!- disse l’elfo, spostandosi con un agile balzo da una parte per evitare gli schizzi

-Dai tuffati l’acqua è bellissima e inoltre si tocc…- la fatina non riuscì a finire la frase perché  all’improvviso fu risucchiata sott’acqua da qualcosa

-Crystal !- urlò sgomentato il piccolo elfo

 Lo stagno aveva improvvisamente assunto una tonalità più scura e le acque avevano improvvisamente iniziato creare grossi mulinelli. Vedendo che la bambina non ritornava su, Vaolin decise di buttarsi in acqua per salvarla. Le acque erano molto mosse e nonostante fosse un ottimo nuotatore per un po’ di tempo ebbe seri problemi a rimanere a galla. Stava succedendo qualcosa. Era strano che lo Stagno magico si comportasse così forse era opera di qualche essere maligno pensò Vaolin. L’acqua ora era diventata di colore nero ed era quasi impossibile riuscire trovare qualcosa sott’acqua. Vaolin però grazie alla sua vista acuta riuscì a individuare il momentaneo scintillio delle ali di Crystal e si diresse verso quell’unica fonte di luce come farebbe un marinaio con la luce di un faro nella tempesta. Nuotò il più veloce possibile in quella direzione e non si fermò finchè non sentì qualcosa di duro picchiare contro la sua testa. La cosa che aveva colpito era probabilmente la testa della bambina svenuta. Vaolin la prese per la vita e iniziò nuotare verso la superficie iniziando  a sentire l’assenza d’aria. Nuotò il più velocemente possibile per quanto gli e lo permettessero le sue forze. La risalita fu lunga e difficile sembrò che la luce del sole non arrivasse mai.

Il freddo gli attanagliava le viscere e sentiva che presto sarebbe svenuto anche lui. I polmoni sembravano scoppiare nel suo gracile petto

 

Non ce la posso fare…

 

Il fiato gli stava per terminare e gia sentiva che la sua velocità stava diminuendo

 

Ce la devo fare…l’ho promesso

 

Nella mente del piccolo elfo turbinarono molte immagini confuse: la Rosa divina…il suo piccolo bocciolo azzurro che si stava lentamente aprendo…lo sguardo fiero di suo padre, mentre lo conduceva ai piedi di un specie di altarino…l’angoscia di sua madre, nel vedere il suo bambino essere segnato con il fuoco sulla fronte…il sorriso della fatina appena nata e a lui affidata…Crystal

 

Risvegliato da questi ricordi, sentì il segno  a forma di stella bruciare sotto la fronte e una forza immensa scorrergli nelle vene. Animato da questa forza misteriosa l’elfo cominciò a battere i piedi il più velocemente possibile e in poche bracciate raggiunse la superficie. Dopo che la sua testa fu spuntata dall’acqua e i suoi polmoni ebbero ricevuto una boccata d’aria si sentì rinascere. Tossì molto, ma per salvare la vita della sua fata nuotò fino a riva, compiendo un ultimo grande sforzo. Quando ebbe trascinato fuori dall’acqua la fatina, si assicurò che stesse bene e dopo avergli fatto un piccolo massaggio cardiaco che gli aveva insegnato sua madre, aver visto che respirava ancora che respirava, si sdraiò sul prato sfinito.

-Cry…Crystal…stai bene?- disse lui ansimando

In risposta ottenne solo dei colpi di tosse, segno che la fatina non aveva ripreso a respirare ancora con regolarità.

-Scu..scusa…Vaolin- rispose dopo qualche secondo la bambina

-Sei un incosciente, Crystal, avrei dovuto Lasciarti affogare- disse l’elfo con tono di rimprovero

-Lo so perdonami- disse lei

-Promettimi, che d’ora in poi non farai nulla di incosciente o di “nuovo” senza avermi prima consultato- disse l’elfo

-Ma Vaolin..- tentò di protestare la fatina

-Niente ma io sono il tuo Fairyguardian e non permetterò che ti accada qualcosa o che qualcuno ti porti via da me- esclamò il ragazzo deciso –Prometti!!!-

-Ok, ok, ti prometto che in futuro cercherò di comportarti meglio- promise infine la fatina

 

 

Mi avevi promesso che tu saresti stata sempre mia e ora si scopre che tu ti sei innamorata di uno sporco umano. Che importa se è uno dei Sei Guardiani a me interessa solo il bene e se ti legherai a questo umano sarai in pericolo costante. No io non lo permetterò!!!!

 

Continuando a correre per la foresta, poiché si era stancato di saltare, non si accorse di aver girato in tondo e si ritrovò di nuovo all’accampamento. Era deciso a fermare questa storia d’amore prima che degenerasse e perciò entrò deciso nell’accampamento, pronto a subire qualsiasi cosa pur di riportare Crystal dalla sua parte. Con questo proposito nel cuore e con il vivo ricordo della sua promesse alle fate entrò nell’accampamento.

       

 

 

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Capitolo 17
*** L'arrivo dai nani ***


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Salve eccomi con il capitolo corretto, (mi scuso con i lettori che hanno già letto il mio disastro.  ringrazio Takami Kinomiya per la segnalazione) Ci vediamo presto mi raccomando Commentate!!!!!!

Ciao Shinichi

 

 

Capitolo 17

L’arrivo dai nani

 

 

Vaolin entrò nella radura con passo deciso. Sapeva cosa avrebbe detto sapeva che non avrebbe incontrato l’opposizione di nessuno. Trovò Crystal, intenta a trafficare con un pentolone, nel quale sobbolliva una strana erba rossa.

-Crystal devo parlarti- disse deciso l’elfo

-Oh! Finalmente ti sei deciso a parlarmi- disse la fata con sufficienza

-Si, e vengo per ricordarti di quella promessa che mi facesti quel giorno di tanti anni fa. Quanto precipitasti nello Stagno delle Visioni e rischiasti quasi di affogare- cominciò lui

-Si mi ricordo di quella promessa e infatti non ho più agito da sconsiderata…o quasi- disse lei

-Esatto “o quasi”-

-Cos intendo dire? E’ vero qualche volta mi sono comportata un po’ da irresponsabile, ma è dall’inizio di questo viaggio- disse lei offesa

-Ne sei sicura?- disse lui con tono severo

-Certo- disse lei allontanandosi momentaneamente dal pentolone, visto che aveva iniziato a trasformarsi in lava

-E’ normale che faccia così?- chiese l’elfo preoccupato

-Si il mago ci ha assicurato che prima di diventare fredda e pronta per essere utilizzata, l’Erba di Fuoco deve passare dallo stato solido a quello liquido per poi diventare molto densa e pronta per essere usata- disse la fata ricordandosi delle informazioni che gli aveva dato il mago

-Il mago?- disse l’elfo sorpreso

-Oh! Possibile che tu non ti fidi mai di nessuno- disse lei esasperata

-E’ tipico della nostra natura, essere sospettosi. Dovresti saperlo- disse l’elfo con un sorrisino

-Si ma tu qui esageri!-

-Non esagero- disse diventando d’improvviso serio –Non possiamo fidarci di nessuno. Se quel tipo avesse voluto avvelenare il Guardiano dell’Acqua? Chi ti dice che non è una spia di Leese? - disse l’elfo

-Adesso stai esagerando sul serio. Non esiste che tu sospetti di tutti e di tutto. Quel mago è stato gentile con noi ci ha anche fatto veder che i suoi poteri sono simili a quelli di Edoardo. Inoltre aveva nel suo negozio un’infinità di piante curative e una Fenice; quale malvagio potrebbe tenersi vicino una fenice che  il simbolo della purezza?. Di la verità tu sei solo geloso di me e di Edoardo-

La fata aveva toccato un tasto dolente e se accorse subito dallo sguardo rabbuiato di Vaolin

-Io non sono geloso-  disse lui offeso

-Oh si che lo sei. Perché se no non vorresti che mi fidanzassi con il Guardiano della Terra?- chiese lei

-Perché…perché non voglio che ti accada niente di male- disse lui, abbandonando il tono arrabbiato e con un rassegnazione che spaventò Crystal

-Tu…tu sei solo preoccupato per me?- chiese lei confusa, sentendosi stupida per aver pensato una cosa del genere

-Certo. Tu sei come una sorella per me- disse lui

-Ohhh Vaolin- cominciò la fata non riuscendo trattenere le lacrime –Perché non ce lo hai detto subito?- chiese lei

-Perché…perché…avevi ragione tu ero geloso. Non volevo che un altro ragazzo ti portasse via da me e ti facesse soffrire-

-Puoi stare certo che non farò soffrire Crystal- disse Edoardo, giunto in quel momento dopo essersi accorto della presenza dell’elfo

Vaolin per poco non fece un triplo salto mortale all’indietro per la sorpresa

-E tu da dove spunti?- disse l’elfo arrabbiato per essere stato colto di sorpresa

-Oh, sono solo arrivato al momento giusto- disse lui con noncuranza

-Comunque puoi star certo che se mi sono fidanzata con Edoardo, l’ho fatto perché lo amo e perché so che anche lui mi ama. Quindi mettiti il cuore in pace e sorridi alla nostra unione, perchè mai prima d’ora fata e umano, seppur Guardiano si erano “uniti”- disse lei in tono serio

Vaolin rimase spiazzato da quel discorso e non fece altro che chinare la testa in segno di sottomissione, non avendo mai visto Crystal così seria

-E va bene sono d’accordo, d’ora e in poi non vi farò più pesare nulla- disse l’elfo rispondendo a tono

La fata, per la felicità, per poco, non saltò addossa all’elfo.

-Grazie Vaolin non sai quanto significhi questo per me- disse la fata felice

-Oh vi siete chiariti?- disse Alessandro arrivando di soppiatto alla spalle del gruppetto

Ora fu il turno di Crystal e Edoardo (oltre che di Vaolin di fare un triplo salto mortale

-Ma sei scemo!!!!- urlarono i tre arrabbiatissimi

Alessandro infatti era strisciato alle spalle dei tre come un gatto e non aspettava altro che il momento giusto per spuntare fuori e spaventarli

-Allora vi siete chiariti?- chiese lui con finta aria offesa

-Si certo- disse Edoardo

-Bene- disse lui con un sorriso –comunque ero venuto ad avvisarvi che Luca si sta riprendendo, la febbre gli è calata e tempo stasera si potrà alzare-

-Bene sono contenta- disse la fata –Beh che ne dite di mangiare, sono affamata, anche se sono solo le sei del pomeriggio ho un fame che non ci vedo-

-Posso immaginarlo- disse l’elfo –venite, è già tutto pronto- detto questo il gruppetto si diresse verso il falò a scaldarsi e a mangiare

Edoardo e Crystal raccontarono a Vaolin, Alessandro, Tytanus e Flame gli avvenimenti della giornata: il dialogo avuto con il mago, la dimostrazione dei suoi poteri, l’arrivo alla locanda del marinaio e di sua moglie, gli avvenimenti appresi sulla situazione del Giardino delle Fate e la cattura di sua zia Kate e lo spettacolo dei burattini sulla Prima Guerra delle Razze e il loro primo bacio. Vaolin e i draghi ascoltarono interessatissimi per tutto il racconto, mentre Alessandro, che già dalla descrizione del mago, si era mezzo addormentato, quando i due giunsero alla descrizione del loro primo bacio, si animò tutt’ un tratto.

-La situazione è grave- disse l’elfo

-Hai ragione- convennero i draghi

-Cosa credi che potremmo fare?- chiese la fata a Vaolin

-Dobbiamo affrettare la marcia e arrivare il più presto a Nidavellir, la capitale dei nani,e  avvisare Alberich, il re dei nani, del pericolo imminente- disse l’elfo

–Tua zia Lilly, sarà già sulle tracce di Kate e gli elfi, staranno mobilitando le loro truppe, noi da parte nostra dobbiamo sbrigarci a raggiungere i nani- disse Flame

-Quindi pemsate che la guerra sia gia iniziata?- chiese la fata all’elfo

-Se non l’ho è ancora lo sarà presto- disse l’elfo cupo

Sul gruppo riunito calò un silenzio glaciale, persino Alessandro era diventato serio e  pensieroso.  L’unico suono che si udiva era il respiro regolare di Luca che piano piano si stava riprendendo.

-Beh…-disse Alessandro per rompere quel silenzio imbarazzato –sarà meglio andare a letto e riposare bene, domani ci aspetta un lungo cammino- disse Alessandro

-Hai ragione Ale, sarà meglio riposare- disse Edoardo alzandosi –è stata una giornata dura e abbiamo bisogno di dormire-

Detto questo i presenti si alzarono e ognuno si diresse verso le rispettive coperte, solo due persone facevano eccezione: Crystal e Edoardo, i quali spostarono le loro coperte, in modo da trovarsi vicini. Tutta l’operazione fu seguita dallo sguardo un po’ accigliato di Vaolin il quale non accettava troppo che i due dormissero vicini, così per stare più tranquillo, chiese a Tytanus di stare attento che i due non facessero cose strane. Detto questo si coricò.

 

 

Alessandro non, che non riusciva a dormire, decise di parlare un po’ con Flame

-Flame tu cosa ne pensi di questa guerra? Ritieni che io sia il tipo giusto per sostenere un onere così gravoso quale l’elemento del Fuoco?- disse Alessandro in vena di domande

-Per rispondere correttamente alle tue domande devo partire dalla seconda- cominciò il drago prendendo fiato -io sono stato scelto tra i Draghi Rossi, per essere il custode e protettore del predestinato della profezia, scelto dal Fuoco. Devo dirti che inizialmente questo mia responsabilità aveva spaventato anche me e poi non sopportavo il fatto che dovessi diventare amico e  custode di un perfetto sconosciuto, magari malvagio. Perché tu devi spere che noi Draghi Elementali, così si chiamano coloro che sono destinati a difendere i Guardiani, dobbiamo seguire il nostro prescelto ovunque esso vado e obbedire alle sue scelte, sia esse giuste, sia esse sbagliate.-

-Quindi sei una specie di burattino in mano a l tuo Guardiano- disse Alessandro

-No!- disse il drago secco –Noi abbiamo una nostra volontà e quando vediamo che il Guardiano uccide un altro Guardiano o commette altri atti di quel genere lo abbandoniamo e ce ne ritorniamo dai nostri simili. Ovviamente non è ai successo che un Guardiano si comportasse male, anche perché questa è la seconda volta che i poteri dei Guardiani si risvegliano in degli esseri mortali, la prima generazione di Guardiani si era dimostrata degna del suo nome e aveva combattuto contro le forze del male in maniera egregia-

Quando disse quest’ultima parte per poco non si morse la lingua

-Allora perché mi hai detto che esistono Guardiani cattivi?- chiese Alessandro alzandosi all’improvviso, sconvolto da quella nuova rivelazione

-Non posso dirti niente di questo argomento delicato, ma posso dirti che molte cos e vi saranno più chiari una volta raggiunti i nani e gli elfi- disse il drago

-Perché tu sai qualcosa?- chiese Alessandro ansioso

-Si ma non posso rivelarti nulla, non ancora-

-Oh come sei antipatico. E dai dimmi se esistono Guardiani cattivi- insistette Alessandro

-Non insistere, tanto non ti dirò nulla. Comunque non ti preoccupare, per me te la caverai egregiamente. Dopo il combattimento con l’Edera Velenosa delle tre streghe ho capito che non eri un buono a nulla, o un montato- disse il drago

-Ah si mi credevi un buono nulla la prima volta che ci siamo visti?- disse Alessandro offeso

-Non fraintendermi. La prima prova della tua serietà è stata quella, quindi ho potuto giudicarti solo in quella occasione-

-Va bene, ma non hai risposto alla mia prima domanda- disse il ragazzo

-Hai ragione, comunque non so cosa pensare, penso solo che le persone la maggior parte delle volte si comportano in maniera assai stupida, e che la brama di potere la cosa più brutta di questo mondo- ammise il drago sinceramente

-Che filosofo!- esclamò il ragazzo –comunque hai ragione e spero di non dovermi trovare coinvolto-

Il ragazzo guardò il drago, il quale emise uno sbuffo di fumo come a prendere in giro la sua utopia, ma poi stanco, finalmente si addormentò. Alessandro restò a fissare ancora il cielo stellato, immerso nei suoi pensieri profondi, ma alla fine quasi senza accorgersene, sia addormentò anche lui

 

 

-Sveglia!!!!- disse Crystal

-Mmmmh…che ore sono?- disse la voce assonnata di Alessandro, poi accorgendosi che era ancora buoi si rigirò di lato –buonanotte avvertitimi, quando il sole sarà alto nel cielo-

-Ma senti un po’ chi cerca di dormire, non eri tu quello che ha proposto di alzarsi presto per partire prima?- disse Edoardo

-Luca vuoi procedere?- disse Vaolin

-Si ma non esagerare- disse Ice

-Oh non vi preoccupate- disse Luca con una lucetta maligna negli occhi

Detto questo il ragazzo si ricoprì della consueta aura azzurro-scuro e si concentrò al massimo per convogliare le sue energie elementali sull’obbiettivo designato. Un enorme getto d’acque sgorgò dalle mani di Luca e andò a colpire proprio la testa del ragazzo.

-Ahhh!!!!-urlò Alessandro facendo un salto mortale all’indietro –MA SEI SCEMO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!- urlò il ragazzo dopo essere tornato a terra

Luca da parte sua scosse le spalle e lo guardò sorridendo

-Adesso siamo pari-

-Non sperare di cavartela! Adesso ti arrostisco per bene-

Detto questo si mise in posizione di attacco, ma Luca non lo guardò neanche e disse con un sorriso di compiacimento da un orecchio all’altro

-Andiamo?-

 

 

-Sei stato un po’ eccessivo- disse Ice dopo qualche ora di viaggio

Alessandro non aveva rivolto la parola a Luca da quando erano partiti da Westhar e la tensione tra i due era al massimo.

-Non è vero- gli rispose lui tranquillo

-Ne sei sicuro?- chiese il drago

-Certo!- rispose lui secco –dopo aver rischiato la vita per salvare quell’incosciente, lui mi ricambia così? In fondo gli ho fatto un piccolo scherzo innocente- disse lui arrabbiato

-Guarda che lui era molto preoccupato, inoltre ha una costale che gli fa male, Crystal gli e l’ha curata meglio che poteva, ma ha bisogno di vere cure mediche- disse il Ice per spiegare la situazione a Luca

-Non lo sapevo- disse lui

-Quando lo hai fermato con quella gigantesca sfera di energia, gli hai rotto due costole e nonostante tutto lui non si è lamentato ma ti è stato vicino tutto il tempo per assicurarsi che stessi bene-

-Allora sarà meglio che vada a scusarmi- disse Luca

-Bravo-

Luca si staccò da Ice che si librò nel cielo autunnale e si accostò a Alessandro. Questo gesto gli costà un occhiata assassina del ragazzo, ma a Luca non importava doveva assolutamente scusarsi con Alessandro per il suo comportamento

-Senti- cominciò Luca goffamente –mi dispiace per questa mattina-

-Ah davvero? Non l’avrei detto- disse lui ironico

-Senti- cominciò Luca arrabbiato –Io ti ho salvato la vita e tu per un semplice scherzo mi tieni il broncio?-

-Semplice scherzo? Cosa ne diresti se ti incendiassi le coperte domani mentre stai dormendo?- chiese lui sempre con tono ironico

-No- ammise lui

Luca era davvero dispiaciuto, si era reso conto del suo errore e ora non faceva altro che torturarsi a causa del senso di colpa. Alessandro vedendo quello sguardo dispiaciutissimo, si sciolse.

-Non importa- disse Alessandro –del resto me lo sono meritato- disse avendo raggiunto il suo scopo

-No. E’ stato uno scherzo stupido, perdonami-

-Va bene-

-Amici come prima?- chiese Luca porgendoli la mano

-Amici più di prima- disse Alessandro prendendo la mano dell’amico con un sorriso

Crystal e Edoardo (che erano sempre attaccati), guardarono i due amici e sorrisero.

 

 Il bosco stava diventando sempre più rado, e col passare della giornata lasciò il passo alla steppa e poi al deserto: erano entrati nei territori dei nani.

-Ora che siamo dentro i loro territori, i nani ci osserveranno per tutto il cammino- disse Crystal –perciò non siate nervosi se sentite muovere qualche pietra, o vedete un ombra, sono i nani-

Crystal aveva ragione dopo un ora cominciarono a udire distintamente dei passi e a vedere delle ombre proiettate sulle rocce rosse dei canion. Verso la fine della giornata raggiunsero una piccola oasi nel deserto, perciò decisero di fermarsi per riposare. Luca fece sgorgare dell’acqua dal terreno in modo tale che anche i draghi potessero dissetarsi e dopo aver bevuto e mangiato qualche frutto si addormentarono sfiniti in quella piccola oasi.    

 

 

 

       

 

 

  

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Capitolo 18
*** Scontro con i nani ***


 

Capitolo 18

Scontro con i nani

 

Mentre i nostri amici si riposavano, tranquilli, in quella oasi fresca, tre paia di occhi li stavano osservando da un po’ di tempo, nascosti dietro una roccia rossa

-Cosa facciamo capitano?- chiese il primo dei tre

-Aspettiamo- disse un secondo individuo

-Credi che vorranno attaccarci?- disse il terzo individuo

-No-

-Probabilmente sono semplici mercanti, che vogliono raggiungere Arabica- disse il primo

-Non penso- disse il terzo –per me dovremmo attaccarli prima che loro ci attacchino. Chi ce lo dice che non sono soldati di Leese?-

-Ti ripeto che bisogna aspettare- insistete il primo

-Tu non sei il capo. Allora che ne facciamo degli stranieri?- ripeté il terzo

-Avviciniamoci molto lentamente, e soprattutto in silenzio- disse quello che sembrava il capo dei tre

-Bene- risposero entrambi

Le tre figure si avvicinarono molto lentamente all’osai, strisciando di pietra in pietra, senza fare il minimo rumore. Giunti alla prima delle varie palme che circondavano l’oasi, si fermarono di botto

-Guardate un Elfo!- disse sottovoce uno dei tre

-Stiamo attenti, quelli stanno all’erta sempre, anche quando dormono- disse il capitano

Continuando e strisciare i tre individui avanzarono sempre di più verso i ragazzi addormentati, ma uno di loro, non accorgendosi di un piccolo filo invisibile, inciampò e fece suonare una serie di piccoli campanelli d’argento (un idea di Crystal) che destarono all’istante gli addormentati. Vaolin si alzò subito in piedi ma le tre figure erano già scappate a gambe levate verso i canyon.

-Fermi- gridò l’elfo mettendosi al loro inseguimento

Edoardo, Crystal, Luca e i draghi intanto si erano alzati in piedi e avevano impugnato le armi. Alessandro, incurante del pericolo continuava dormire placidamente.

-Mi raccomando non fate vedere i vostri poteri a nessuno, a meno che non sia estremamente necessario- disse la fata –e voi- disse poi rivolta ai draghi –non uscite allo scoperto per nulla al mondo-

-Chiaro- dissero tutti scattando sull’attenti

Crystal, Edoardo e Luca uscirono dall’oasi, mentre i draghi, come da ordine, restarono nascosti. Vaolin era riusciti a raggiungerli e a bloccarli in un vicolo ceco. Le tre figure rimasero nell’ombra, a discutere

-Siamo in trappola. Che facciamo Thor ?-

-Che domande, combattiamo. Venderò cara la pelle!- disse Thor

Dopo essere usciti allo scoperto impugnarono le armi e si misero in posizione d’attacco. A Vaolin, come ai presenti per poco non venne un colpo. Davanti a loro c’erano tre Nani. Il nano di nome Thor aveva lunghi capelli arancione scuro,e una barba, lunga quanto i capelli e dello stesso colore, e degli occhi azzurri, che sembravano mandare tuoni. Sulla testa portava un elmo di acciaio, molto resistente, con due corni bianchi e, al centro, lo stemma della sua famiglia: un cerchio di rame, con un piccolo martello d’argento e un fulmine dorato che si incrociavano.

Vestiva con una piccola cotta di maglia di ferro, finemente lavorata, che gli circondava l’ampio torace e gli arrivava sino alla vita. Sopra di essa portava una semplice maglia di pelle marrone scuro e aveva un paio di pantaloni marroni anch’essi. Ai piedi portava un paio di calzari semplici con delle fibbie di rame. Era molto muscoloso e anche se non era molto alto, ma raggiungeva stento il mento di Luca, il più basso del gruppo insieme a Crystal, incuteva comunque un gran rispetto. Come arma impugnava un martello d’acciaio, con l’impugnatura ricoperta da starne Rune magiche azzurrine, che conferivano al martello un aspetto temibile, come il suo possessore. Gli altri due nani erano poco più bassi del capitano, ma comunque muscolosi anch’essi. Il primo aveva i capelli neri, raccolti in una coda corta dietro la schiena, e degli occhi neri. Aveva un elmo a punta di ferro brunito, una cotta di maglia simile a quella di Thor e una paio di pantaloni lunghi. Portava un paio di stivali e in mano impugnava una lunga ascia di ferro. Il secondo invece aveva corti capelli grigi, segno della sua anzianità, e occhi grigi. La sua armatura era simile al primo nana, ma impugnava una corta spada di ferro e dal suo sguardo sembrava essere quello con più esperienza.

-Cosa ci fate nei nostri territori?- chiese Thor

-Noi veniamo in pace- disse Vaolin improvvisandosi ambasciatore dei suoi compagni 

-Si certo, dicono tutti così- disse il nano più anziano

-Zitto Turdelan- disse Thor –chi ci dice che non siete spie di Leese?-

Vaolin stava per aprire la bocca ma si bloccò all’arrivo di Alessandro.

-Caaaavolo!!!! Dei nani! Erano secoli che volevo vederne uno. Ma voi non vivete sottoterra. La luce del sole non vi trasforma in pietra?- disse Alessandro, interessato come un bambino che ascolta il maestro esporre la lezione del giorno su un argomento interessantissimo

Thor e gli altri nani restarono spiazzati dalla battuta di Alessandro

-Beh devi sapere che noi….- iniziò Thor –Ehi!! Un momento, qui la domande le facciamo noi- disse il nano riprendendosi subito

-Uffa!- sbuffò Alessandro

Tutti si erano messi a ridere per la reazione del nano, ma quello prendendo quelle risate come un offesa, diventò di un rosso acceso, tanto che il suo viso sembrava quello di una grossa fiamma con gli occhi azzurri e si scagliò con un grido di guerra sui nemici.

-Aaaaaaaaaaaah- urlò il nano alzando il poderoso martello

I cinque fecero un salto indietro per schivarlo.

-Ma sei pazzo??- disse Crystal arrabbiata e sorpresa

Il nano non la stette neanche  a sentire, accecato dalla rabbia, e si scagliò nuovamente sul gruppetto. Questa volta però erano pronti: Luca sollevò la spada di rame, presa in precedenza dalla fucina del fabbro di Balamb, e parò il colpo. Un esplosione di scintille blu scaturì da quello scontro ei due contendenti fecero un salto all’indietro, tornando studiarsi.

-Luca non fare pazzie, sei ancora troppo debole- gli gridò dietro Edoardo

-Zitti voi. Volete che questo pazzo ci riduca a brandelli?- disse Luca voltandosi di scatto

-No…ma- tentò di protestare Crystal

-E allora lasciatemi combattere- disse Luca scagliandosi nuovamente sul nemico

-Alessandro, Edoardo, Vaolin fate qualcosa- li incitò Crystal, vedendo il ragazzo cadere sotto un poderoso colpo di martello

-Arrenditi. Viscido umano, non riuscirai a sconfiggermi- disse il nano alzando nuovamente il martello per colpire il ragazzo. Ci fu un lampo di luce e Luca alzò la sua mano, protesa verso il nano. Da essa sgorgò un getto di acqua potentissimo, che mandò il nano a gambe all’aria.

-Come…come hai fatto?- disse il nano alzandosi a stento, completamente bagnato -....ho capito sei un viscido stregone. Ma sappi che non mi fai paura con la tua magia da quattro soldi!!- detto questo sollevò il martello. Le Rune azzurrine si illuminarono di una luce gialla accecante e dall’estremità superiore del martello cominciarono a raccogliersi dei fulmini gialli.

-Cosa hai intenzione di fare?- disse Luca con il respiro affannoso

Quell’attacco infatti gli aveva tolto molte energie e non riusciva neanche a rialzarsi

 

 

E’ la fine…..

 

Il martello si abbassò velocemente…

-Nooooooo!!!!!!!!!!!!!- gridò Edoardo correndo in direzione di Luca

Un’aura smeraldo era apparsa all’improvviso intorno al ragazzo, sostituendosi al quella verde-chiaro che era solito avere.

 

Il martello calò….

 

Ci fu esplosione gigantesca e tutti presenti, compreso Thor furono sbalzati indietro da un vento fortissimo che alzò una grandissima quantità di sabbia che avvolse l’intera area per chilometri e chilometri

   

 

-Cos’è stato?- chiese Ice improvvisamente alzando la testa dalla sabbia

-Non lo so ma percepisco una potenza immensa nella direzione dei Guardiani- disse Tytanus

-Che facciamo andiamo a vedere?- chiese Flame

-E me lo chiedi?- disse Ice

IL drago azzurro infatti aveva visto da lontano la violenta esplosione e percepito il potere del Guardiano dell’ Acqua, scemare improvvisamente.

I draghi si alzarono improvvisamente da terra, abbandonando l’oasi e si diressero a tutta velocità in direzione dell’immenso polverone

 

 

-State bene ?- chiese Crystal, alzandosi a sedere.

Era stata sbalzata, parecchi metri più in là, insieme ai suoi compagni

-Accidenti! Odio la sabbia negli occhi- disse Alessandro, spuntando da sotto un cumulo di sabbia

-Vaolin?- chiese la fata guardandosi intorno per cercare l’elfo

-Sono qui- disse l’elfo, dalla cima un albero secco qualche metro più avanti

-Come ci sei finito lassù?- chiese Alessandro guardando in direzione dell’elfo con un occhio solo, cercando di togliere la sabbia dall’altro occhio.

-Non lo so neanch’io- ammise sinceramente l’elfo

-Sei sempre il solito- disse Crystal con un sorriso –Ed…. Edoardo!!!!!- gridò con le lacrime agli occhi

 

In un flash si era ricordata tutto: Luca steso a terra....il martello con i fulmini…..Edoardo

 …..l’aura smeraldo…il martello che calava…l’esplosione

 

-Edoardo!!!!- gridò la fata alzandosi in volo

-No Crystal, ferma. Non rivelare la tua identità!!!!- le gridò dietro Vaolin

- Edoardo!!!!!!!- continuò a gridare lei con le lacrime agli occhi, correndo in direzione del polverone

 

-Cosa è successo?- chiese Thor alzandosi e togliendosi la sabbia dalla barba e dai capelli. Aveva ancora il martello stretto in mano, ma le Rune magiche erano tornate di nuovo azzurrine

-Hai scatenatoli finimondo Thor- disse Torkalid con un sorriso

-Lo sai che non devi usare il Motarell, senza il consenso del re- lo ammonì il nano più anziano

-Cosa credi che sia successo?- chiese Torkalid

-Non lo so ricordo solo uno dei tre ragazzi rimasti a vedere e diventare verde all’improvviso, poi non ho visto più niente a causa del polverone- disse Thor

-Stiamo a vedere-

 

Crystal evocò il suo potere di fata dopo aver pronunciato alcune semplici parole, fece sparire il polverone che le offuscava la vista.

 

-Presto!!!!- grido Tytanus, ora era lui alla testa del comando.

Aveva capito che l’enorme energia sprigionata poco fa altro non era che il potere di Edoardo, solo che non poteva essere il suo…era troppo forte…non poteva aver subito una trasformazione….non….non poteva permetterselo

-Edoardo!!!!!!!!!!!!- Tytanus fece uno scatto e raggiunse in lampo il luogo dello scontro

 

Edoardo era ancora in piedi con le braccia incrociate a mò di scudo, ma non era lui:

I suo capelli neri si era allungati fino a raggiungere l’altezza del suo sedere, ma non erano lisci e attaccati al corpo bensì raccolti in ciocche appuntite, come se fossero state modellate grazie al gel, i suoi occhi erano di un verde profondo e sotto di essi scendevano due sottili linee nere appuntite. Sul suo viso era stampato un sorriso di certezza e determinazione. Le braccia erano diventate molto muscolose e le nocche delle sue mani erano cinte da una fascia metallica molto dura. Aveva una maglia verde maniche corte, agli avambracci portava delle fasce marroni e sopra la maglia portava un gilet  nero. Aveva un paio di pantaloni neri a zampa di elefante e delle zampe di grifone che gli spuntavano in fondo ai pantaloni. Anche le sue gambe erano diventate improvvisamente più toniche e muscolose e l’aura smeraldo era più lucente che mai

 

I presenti: nani, ragazzi, draghi e Crystal stettero a vedere la trasformazione di Edoardo con la bocca aperta.  Luca da parte sua era svenuto a causa della violenta esplosione.

-E…Edoardo?- chiese Crystal con voce timida

 

 

 

                                                                                              Continua…..

                      

     

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       

  Che ne dite, vi lascio abbastanza sulle spine? Commenterete adesso?

Guardate che se non lo fate rilascio in sospeso per un casino di tempo. (è una promessa)

Aspetto numerosi commenti Shinichi

 

Ps: scusaste questo mio attimo si superbia, a me sembra di aver fatto un buon lavoro

    E ci ho messo una vita per farlo

    Commentate vi prego 0_^

 

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Capitolo 19
*** Un nuovo potere ***


Capitolo 19

Un nuovo potere

 

-E…Edoardo?...Sei tu?- disse Crystal restando molto sorpresa dalla trasformazione di Edoardo

-Cosa c’è?- chiese lui tranquillo

-Sei…sei diverso-

-L’hai notato? Sei molto perspicace- disse lui in tono freddo

-Edo, io non ti riconosco più- gemette la fata con le lacrime agli occhi

I nani intanto erano rimasti non meno sorpresi dalla trasformazione del ragazzo

-Cosa credi che gli sia successo?- chiese il nano più anziano, guardandolo con diffidenza e timore

Thor comunque non lo stava ascoltando,tutta la sua attenzione era rivolta al giovane. Il sua martello giaceva, qualche metro più in là, apparentemente privo del suo potere distruttivo

-E’ stato in grado di parare uno dei miei colpi più micidiali solo con le sue braccia…-cominciò mormorare tra se e se Thor

-Thor!- lo chiamò Torkalid

-…Come è possibile?...- continuò a mormorare il nano andando a raccogliere il suo martello.

All’improvviso il nano ebbe un’illuminazione

-Tu non sarai…uno dei Sei elementi?- chiese il nano stupito

-Uao allora non è vero che i nani sono degli stupidi esseri senza cervello che non sanno far altro che scavare- disse lui sempre con quel tono distaccato e con quel sorrisino stampato sulle labbra

-Bada a come parli- lo ammonì il nano più anziano alzando minacciosamente la sua spada

-Se no che mi fai?- chiese lui

-Edoardo la devi smettere…- disse la fata ora preoccupata

Ma era troppo tardi. Il nano più anziano aveva iniziatola sua carica, in direzione di Edoardo, il quale non sembrava affatto spaventato. Quando non fu che a pochi metri da lui alzò una mano e calò un poderoso pugno sul suolo. Immediatamente una scossa fortissima partì dal punto in cui aveva tirato il pugno. Il nano arrestò la sua carica e tentò di tornare indietro, ma non fu abbastanza veloce e il terreno lo inghiottì. Tutti i presenti stettero a vedere con sguardo inorridito la scena. Vaolin guardò in direzione dei nani

Temendo che l’uccisone del loro compagno potesse spingerli ad attaccare Edoardo.

 

Ma non fu così….

 

I nani stettero impassibili.

-Non doveva farlo- disse semplicemente Thor, impallidendo di fronte alla potenza del Guardiano della Terra

-Perdonateci- disse Vaolin

-Non doveva farlo- continuò ripetere il nano

 

-Edoardo, smettila- disse la fata scendendo a terra e dirigendosi verso il ragazzo

-Vattene- disse lui per metterla in guardia

-No. Edoardo, amore mio, ritorna in te. Non mi riconosci sono io, Crystal- continuò Crystal avvicinandosi sempre di più

-Ti ho detto di andartene- detto questo Edoardo evocò una sfera di energia nera e la scagliò addosso a Crystal

La fata non si scansò ma la prese in pieno petto

-Crystal!!!- gridò Vaolin, vedendo la fata cadere a terra. Tentò di correre in suo aiuto, ma Tytanus gli si mise davanti per non farlo passare

-Lasciami passare, stupida lucertola troppo cresciuta- disse l’elfo

-Dovrei incenerirti per quello che hai appena detto ma riperdono perché so che sei sconvolto. Ascoltami- cominciò adire il drago marrone

Vaolin smise di insultarlo e si mise in ascolto

-Ti ascolto- disse lui arrabbiato

-Edoardo, come Alessandro ha raggiunto una fase successiva, il suo potere si è evoluto. Ma ciò è accaduto troppo in fretta. Deve saper che i Guardiani subiscono una trasformazione che viene chiamata Elemetal Form. Ora sia il Guardiano del Fuoco che quella della Terra hanno raggiunto questa trasformazione, perché essa  influenzata anche dallo stato d’animo. Ma quella che hanno subito, non è la trasformazione giusta-

-Mi stai dicendo che Edoardo ora si è trasformato in una specie di mostro-

-Esatto e la trasformazione sarà irreversibile se non lo fermiamo subito-

-E allora perché non mi lasci?- chiese l’elfo

-Perché non sei tu quello che può fermarlo, ma un altro Guardiano o…-

-O…?-

-O una persona a lui cara. In questo caso Crystal, quindi stai buono. Sento che la trasformazione è solo a metà se non lasciamo stare Crystal, non potrà aiutarlo-

-Ho capito. MA se è in pericolo di vita?- chiese l’elfo

-Se è in pericolo di vita sarà Alessandro ad aiutarlo-

-Va bene- disse Vaolin restando a guardare a malincuore

 

Crystal si era rialzata e procedeva lenta verso Edoardo, quasi trascinandosi.

-Edoardo, ti prego ascoltami…- disse la fata continuando ad avanzare faticosamente

-Ti ho detto di andartene- disse Edoardo scacciandola con un braccio poderoso, come se fosse una mosca

-Non ti ricordi di me sono la tua adorata Crystal- disse lei proseguendo e avvicinandosi sempre di più

Questa volta Edoardo non parlò, ma con urlò lacerante, si fece spuntare due enormi ali di grifone e si alzò in volo.

-Edoardo dove vai?- disse Crystal alzandosi in volo

-Non seguirmi!- gli rispose lui secco

-Adesso mi hai proprio stufato- disse Crystal con uno sguardo determinato sul volto volò fino a Edoardo e lo strinse a se.

Edoardo non se ne accorse neppure, tanto era posseduto, ma quando sentì le labbra umide e bagnate dalle lacrime sulle sue, sussultò. Tentò di togliersela, perché sentiva che il male dentro di lui stava lottando per non abbandonare quel corpo così potente. Ma Crystal resistette e restò incollata a lui, baciandolo con tutta la passione possibile. Dopo un po’ Edoardo smise di fare resistenza e cominciò ad abbassarsi, dirigendosi verso i suolo, sempre attaccato alle labbra di Crystal. Quando toccarono il suolo, dai due innamorati si levarono due luci diverse. Da Crystal si levò una luce bianca carica di speranza, e da Edoardo una luce  verde scuro che si scontrarono tra loro. Le due rispettive aure, si fusero per crearne una sola che diventò di colore verde chiaro.

 

L’amore aveva vinto….

 

Il corpo di Edoardo, si trasformò nuovamente e tornò normale: i capelli neri si accorciarono e ritornarono normali, i piedi artigliati tornarono nuovamente normali e le ali da grifone sparirono.

 

Davanti a loro c’era l’Edoardo di sempre 

 

-Co…cosa è successo?- disse Edoardo staccandosi finalmente da Crystal

-Sei tornato- disse lei con le lacrime agli occhi stringendolo forte

-Cosa…Crystal che ci facciamo abbracciati?- chiese lui sempre più sorpreso –un momento…Thor…il martello…Luca…Ahi che mal di testa- disse Edoardo massaggiandosi il capo

-Non importa, quello che importa è che sei ritornato normale- disse Crystal

-Ma..io…Bho!!!!- disse Edoardo, accettando infine ciò che gli diceva Crystal

Si avviarono verso i loro compagni. Luca era disteso sopra una coperta ma era sveglio e sorrideva.

-Allora stai bene- disse Edoardo correndo in direzione dell’amico

-Si- disse Ice –ma se si azzarda rifare una cosa del genere dovrà vedersela con me-

-Oh allora non sei così freddo come ti facevo- scherzò Luca

Il drago azzurralo guardò arrabbiato, ma capendola battuta rise anche lui insieme agli altri

-Un momento e i nani?- si ricordò improvvisamente Edoardo

 

I due nani se ne stavano in disparte aspettandoli momento di parlare

-Scusateci ancora. Ci dispiace per la morte del vostro compagno- disse Vaolin

-Si scusatemi, non so cosa mi era preso- disse Edoardo tutto mortificato

-Non preoccupatevi. Avete dato a Turdelan la morte più onorevole che ci fosse- disse Thor

-No non dovevo attaccarlo, ma ero accecato dalla male- continuò a scusarsi Edoardo

-Vi ha già detto che non gli avete fatto alcun male. Si è ricongiunto alla pietra che lo aveva creato, quindi non dovete preoccuparvi- disse il nano più giovane

-Bene- disse Crystal posando una mano su un fianco

-Stai bene?- chiese Vaolin preoccupato vedendo la fata vacillare

-No. Sto ben….- disse la fata ma a un certo punto cadde a terra

-Crystal!!!!- Edoardo fu subito su di lei

-Cosa Hai ?- chiesero tutti preoccupati

Il petto della fata continuava a sanguinare, a causa del colpo infertole da Edoardo

-E’ colpa mia- disse Edoardo con le lacrime agli occhi

-Shhh…Non  colpa tua- disse la fata mettendo un dito sulle labbra di Edaordo

-Oh Crystal- disse Edoardo cominciando piangere come un disperato –Crystal!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-

Edoardo continuava piangere come una fontana e la terra vicino a lui ne risentì: cominciò a ammalarsi e i pochi fili d’erba che c’erano morirono all’istante. Le rocce dei canyon si sgretolarono crollando a terra e alzando una quantità di polvere grandissima.

-Cosa sta succedendo?- chiesero i nani spaventati da quella improvvisa mutazione

-E’ il dolore di Edoardo- spiegò Tytanus piangendo anche lui –la terra ne risente

-E tu perché piangi?- chiese Alessandro sorpreso dalla reazione del drago

-Perché io e lui siamo legati da legami psichici- disse il drago continuando a piangere

-Crystal!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!- continuò a lamentarsi a gran voce sentendo la linfa vitale abbandonare il corpo della fata.

 

 

 

 

 

Nelle segrete delle Prigione Kate alzò la testa di scatto svegliandosi da quel suo torpore.

-Crystal!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!. Nipote mia- gridò a gran voce la fata

Un aura di luce la ricoprì completamente restituendogli le forze. Le catene che la legavano esplosero in aria e la fata sia alzò in volo con gli occhi fiammeggianti.

Con un potente raggio di luce rosa distrusse la porta e chiunque la stesse sorvegliando dirigendosi all’esterno

Il cielo si era fatto più nero che mai e persino lui piangeva insieme a Edoardo.

Continuando piangere posò le mani sulla ferita della fata. Improvvisamente un’immensa luce verde scaturì dalle sue mani senza che se ne accorgesse e avvolse tutto il corpo della fata.

-Edoardo ma che ti sta succedendo- gli chiese stupito Luca

-Zitto. Edoardo sta attingendo a un nuovo potere- disse Vaolin osservando la scena meravigliato

Edoardo ora non piangeva più, ma concentrava tutte le sue energie sul suo nuovo potere, mettendo tutto se stesso nel tentativi di salvare Crystal. La luce verde piano piano si fece sempre più chiara finchè non sparì del tutto. Il corpo della fata era completamente sanato, la macchia di sangue che inzuppava il vestito della fata era sparita e la fa stava lentamente aprendo gli occhi.

-Crystal! allora sei viva- disse Edoardo facendo i salti di gioia. Improvvisamente il clima e l’ambiente del luogo cambiarono. Nacquero centinaia di fiori e l’erba spuntò ovunque Edoardo stesse saltando. Gli alberi secchi si riempirono di foglie e i nuvolosi neri sparirono lasciando spazio a un sole lucente più che mai. Inoltre, Dopo che Crystal ebbe baciato Edoardo in cielo spuntò un arcobaleno stupendo ricco di mille colori.

 

Questa era la potenza del Guardiano della Terra….

 

 

 

 

   

 

 

 

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Capitolo 20
*** Nidavellir ***


Scusate il ritardo, ma ho avuto problemi con la descrizione di Nidavellir, spero che vi piaccia anche se è sono stato poco descrittivo.

 

Commentate mi raccomando ^____________^ !!!!!!!!!!!!!

 

Ciao Schinichi  

 

 

 

Capitolo 20

Nidavellir!

 

-Come ti senti?- disse Edoardo, dopo essersi staccato da Crystal

-Bene, grazie a te. Hai attinto a  un nuovo potere?- chiese la fata

-Non lo so, è come se avessi sentito una forza nuova scorrere nelle mie vene e che questa fosse nata dal desiderio di salvarti- ammise Edoardo

-Quello che hai sperimentato, altro non è che uno dei tanti poteri assopiti dentro di te- spiegò Ice -ogni Guardiano ne ha alcuni: Luca per esempio è diventato un veggente, tu hai scoperto il tuo potere curatore, anche Alessandro e gli altri tre Guardiani dispersi posseggono dei poteri nascosti che non aspettano altro di uscire-

-Quindi neanch’io ho tirato fuori tutta la mia potenza?- chiese entusiasta Alessandro

-Esatto- disse Flame

I nani nel frattempo erano restasi in disparte. Avevano conosciuto l’ira di uno dei Sei Guardiani Elementali ed erano stati loro provocarla.

 

Non avrei mai dovuto…è colpa mia…soltanto mia se Turdelan è morto…non avrei mai dovuto…

 

Questi pensieri tormentavano in continuazione Thor. Il nano si sentiva in colpa, perché se non avesse attaccato il Guardiano dell’Acqua, quello della Terra non si sarebbe trasformato e non li avrebbe attaccati.

 

-Ehm, grande Thor- disse Vaolin riportando il nano con i piedi per terra –noi vorremmo conferire con il re dei nani Alberich, potresti portarci da lui?-

Il nano restò muto

-Sappiamo di esserci comportati male e di aver ucciso un vostro compagno, ma vorrei chiederti se possiamo comunque conferire con il re-

Thor continuò a restare muto, guardando fisso l’elfo

-Ma sei sordo?- irruppe Alessandro spazientito

-No…no, scusatemi- disse Thor sciogliendosi. Il Guardiano del Fuoco stranamente riusciva sempre a farlo parlare, nonostante non volesse –vi condurrò dal re. E scusatemi per il mio comportamento poco esemplare-

-Grazie- disse Crystal alzandosi in piedi – ma non scusarti, siamo stati noi la causa della tua ira per questo imploriamo il tuo perdono-

-Resta seduta- l’ammonì dolcemente Edoardo

-Guarda che mi sono ristabilita, so camminare- disse lei

Iniziarono camminare in direzione di un alta catena montuosa formata da cinque montagne molto alte.

-Quello è il nostro regno- spiegò Thor mentre si avvicinavano

Camminarono per un po’ di tempo, e intanto il sole iniziò a calare verso ovest. Quando raggiunsero l’ enorme catena montuosa il giorno volgeva al termine

-Ascoltatemi stranieri- disse Thor facendo da guida –questi cinque monti fanno  parte del complesso montuoso del Faltomwin, che nella nostra lingua vuol dire Cresta di drago, in onore del mitico Goldragon che ci salvò dall’annientamento totale. Esso è composto da cinque montagne chiamate: Lapis, Zannarock, Erebos,Phoenix,Thormitain. Ci sono tre città nane dentro queste montagne: Nidavellir, la capitale del regno dei nani, Hole Stone e Ghilgassor. Nidavellir è il posto dove ci stiamo dirigendo-

-Temo che presto ci sarà bisogno di una torcia- cominciò a dire Torkalid

-No problem- disse Alessandro detto questo evocò due piccole sfere incandescenti che restarono sospese in aria sopra la sue mani

-Uao Ale sei mitico- disse Vaolin

-Grazie-

Detto questo si posizionò davanti al gruppo e procedette spedito vicino a Thor

 

Come faccio a scusarmi. Thor si è dimostrato consenziente solo perché ha paura di noi…..  pensò Edoardo

….No lui ha paura di te…. gli disse una voce dentro di lui

 

Camminarono per molto tempo e presto il canyon divenne completamente buio. L’unica luce a guidarli era quella prodotta da le palle di fuoco evocate da Alessandro. Edoardo allora prese una decisione si staccò da Crystal e si diresse con passo spedito verso Thor

-Dove vai?- gli gridò dietro la fata

-A risolvere una faccenda-

Crystal non fece altre domande ma sorrise

 

-Posso parlarti?- chiese Edoardo a Thor una volta che gli si fu avvicinato

-Certo- disse il nano trasalendo

Si staccarono da l gruppo di testa e si misero in fondo alla fila per evitare di essere uditi

-Thor io ti devo parlare- cominciò a parlare il ragazzo

-Cosa volevi dirmi?- disse il nano

-Riguardo a oggi pomeriggio…- cominciò a dire Edoardo

-Non devi scusarti è colpa mia, il mio temperamento aggressivo…..non avrei mai dovuto attaccarvi- lo interruppe il nano

-Su quello ti do ragione- disse Edoardo sorprendendo il nano

Si era aspettato che lo contraddisse ma quando Edoardo gli diede ragione ci restò di stucco

-Ma tu non dovresti….- disse il nano

-Ah,ahaahaahahahahah….- cominciò a ridere Edoardo causata dall’espressione confusa del nano

-Ehi ma ….mi stai prendendo in giro???- disse il nano rosso in viso

-No, ahahahah…non  mi permetterei….ahahah…di prendere in giro…ahah…un terribile nano come te- disse Edoardo continuando a ridere

 

Ma che cavolo sto facendo. Dovrei consolarlo invece sono qui a prenderlo di nuovo in giro

 

Il nano continuò  a guardarlo con uno sguardo a metà tra l’ arrabbiato e il sconcertato

 

Ma ‘sto qua deve avere bevuto qualcosa. Come può prima essere serio e poi mettersi ridere, tutto d’un tratto….sarà anche un Guardiano me secondo me….mah!!!!!!!

 

-Scusami- disse Edoardo ritornando di nuovo serio

-Brongtali stipur erayta- gli rispose il nano ora arrabbiato

-Cosa?!!!!- chiese Edoardo

-Oh niente- disse lui con un sorriso di compiacimento

Edoardo tentò di riflettere un attimo sulle parole appena pronunciate dal nano. Thor da parte sua se la rideva sotto i baffi.

 

He he he non conosce la lingua dei nani non può sapere quello che gli ho appena detto vuol dire “ testa di troll”

 

Vedendo poi l’espressione corrucciata di Edoardo che non riusciva a venire a capo dell’enigma, cominciò a ridere. Edoardo da parte sua non si offese anzi iniziò a ridere a crepapelle anche lui.

 

Il nostro rapporto sembra essere migliorato: almeno ride anche lui!!!

 

-Mi diverto troppo a stare con te Thor- disse Edoardo

-Anch’io stupido umano- disse il nano ridendo per la prima volta sinceramente

-Stupido umano a chi?- disse Edoardo serio

Thor da parte sua si spaventò moltissimo e iniziò pensare che la proposta di amicizia di Edoardo non fosse stato altro che una fuggevole impressione, ma si riprese quasi subito vedendo l’espressione divertita di Edoardo.

-Tu sai fingere molto bene è?- disse il nano

-Beh diciamo che me la cavo- disse Edoardo con un sorriso

-Ti va se diventiamo amici?- chiese Thor

-Si a patto che tu mi insegni a maneggiare l’ascia- disse Edoardo

-Ok-

Detto questo si strinsero la mano e proseguirono verso il monte centrale dove si trovava Nidavellir

 

 

-Siamo arrivati- annunciò Thor con un sorriso

-Bene- disse Alessandro facendo sparire le due sfere infuocate

Per fortuna la luce della luna e quella delle stelle era abbastanza luminosa per far luce sulla valle e cos’ il gruppo evitò di uccidere Alessandro per aver estinto anche la loro unica fonte di luce. Davanti al gruppo si trovava la montagna più alta del Faltomwin. La sua cima si perdeva in alto tra le nuvole chiare nel cielo scuro  e sembrava non avere un entrata ne un appiglio per arrampicarsi.

-Come entriamo?- chiese Alessandro scettico dopo aver visto la montagna liscia come la seta

-Questo è uno dei motivi per cui il nemico non è mai riuscito a trovarci- spiegò Torkalid con un sorriso di superiorità sul volto –noi nani costruiamole nostre città nel sottosuolo e le sigilliamo usando parole magiche affinché nessuno ci trovi-

-Ah si?- disse Alessandro attento

-Esatto- confermò Thor

-Allora come facciamo a entrare?-chiese Crystal

-Basta usare la parola giusta- disse Thor –Aripio- scandì

Si sentì una specie di tuono provenire dal suolo e una crepa divise a metà la superficie liscia della montagna. I presenti trattennero il fiato, mentre la montagna si apriva in due per farli entrare.

-Entriamo?- chiese Thor in tono cortese come se il suo fosse un semplice invito a entrare in una normale casa umana

Il gruppo seppur riluttante a entrare nella montagna oscura iniziò ad avviarsi e quando anche l’ultimo membro del gruppo fu entrato la montagna si richiuse su se stessa lasciando i presenti nella più completa oscurità.

 

Cominciò rimpiangere la chiara luce delle mie sfere infuocate  pensò Alessandro

 

Per fortuna Thor avvertendo la tensione del gruppo per essere rimasti al buio accese delle torce che sapeva trovarsi vicino all’entrata. Quella fonte di luce fu come un barlume di speranza nella tempesta e quando Edoardo, Luca, Alessandro, Crystal e Vaolin la videro si strinsero intorno a quell’unica fonte di luce.

-Bene, proseguiamo- disse Thor

Durante il cammino Thor accese molte altre torce appese alle pareti per illuminare la strada. La via era abbastanza agevole e quindi il gruppetto dei ragazzi cominciò a guardarsi intorno per osservare meglio quel nuovo paesaggio. Strani cristalli azzurri fosforescenti illuminavano la volta della montagna e questo rendeva il cammino molto semplice per i nani che non avevano bisogno della luce per camminare nei tunnel scavati da loro. Gli bastava solo quella dei cristalli azzurri per aver un minimo di orientamento, le torce erano state installate da poco,a causa delle visite frequente della fata Lilly e del re degli elfi, insieme a un cospicuo gruppo di umani al re dei nani.

-Cosa sono quei cristalli azzurri?- chiese Edoardo affascinato da quella strana pietra fosforescente

-Quei cristalli si chiamo Caesia- spiegò Thor –sono molto abbondanti in questa montagna come nelle altre. I nani che inizialmente scavarono questi tunnel trovarono molti giacimenti di questo prezioso minerale e lo estrassero, lavorandolo e posizionandolo in ogni tunnel in modo da poter illuminarli-

-Ingegnoso- ammise Vaolin

Camminarono ancora per lungo tempo ma dopo quelle che parvero ore raggiunsero finalmente un’ ampia  volta, che indicava l’entrata di una nuova caverna, ma molto,molto più ampia delle precedenti passate prima

-Benvenuti a Nidavellir- annunciò Thor

I presenti trattennero il fiato per l’emozione: davanti a loro si stendeva l’enorme capitale dei nani

Nidavellir era un enorme aglomerato di edifici scavati nella pietra. Essa era costruita a più livelli: al primo livelli si trovava un enorme piazza e intorno a essa si trovavano una serie di edifici che aveva tutta l’aria di essere delle caserme, visti i nani che armati che vi entravano e vi uscivano. Al secondo livello si trovavano delle specie di caverne scavate nella pietra che ospitavano piccole case con finestre e porte ricavate dalla pietra. Salendo sempre di più le caverne si facevano sempre più grandi e rade fino ad arrivare alla sommità della montagna dalla quale filtrava un piccolo raggio di luce che incontrandosi con un immenso cristallo azzurro, a forma di drago, illuminava tutta la sala.

-Ohhh- esclamarono  i presenti

-Ma quell’immenso cristallo?- chiese interessato Edoardo

-Quello è il Caesia più grande che abbiamo trovato- spiegò Thor –lo abbiamo modellato e fissato mediante dei sostegni-

-Ma per reggere una cosa così gigantesca anche l’acciaio più resistente si spezzerebbe- osservò Vaolin

-Eh,eh. Voi siete solo degli umani, ma noi nani siamo i fabbri più bravi del mondo. E’ bastato unire del titanio a un diamante particolarmente resistente e tantissimo acciaio, nella Grande Fornace del monte Phoenix e il gioco è fatto abbiamo creato una lega talmente forte e resistente che persino il mio martello non potrebbe distruggere-

 

A volte la terra crea cose davvero incredibili da sola a volte a bisogno di alcuni aiuti ma il risultato è sempre stupendo…sono fiero di essere il Guardiano della Terra e farò di tutto per proteggerla  pensò Edoardo

 

Edoardo restò a guardare ancora affascinato dall’enorme pietra a forma di drago azzurro, mentre il gruppo proseguiva ma poi si riscosse dai suoi pensieri e proseguì.

-Dove ci stai portando Thor?- chiese Luca –la città non è questa?-

-Dovete sapere che il palazzo del re non si trova qui ma il una caverna attigua a questa- spiegò il nano

Quando raggiunsero il primo livello di Nidavellir, ossia la piazza centrale con le caserme attorno i nani-soldato rimasero a bocca aperta alla vista dei possenti Draghi-Elementali. Thor però parlando nella loro strana lingua nasale gli raccontò tutto.

-Sono pronti ad accogliervi- disse lui con un sorriso

-Bene- disse Vaolin

Dette queste brevi parole due nani si avvicinarono ai draghi, per condurli in una specie di stalla gigantesca, ma ice ringhiò in segno di avvertimento.

-Emh- tentò di scusarsi Luca –non credo che vogliano stare nella stalla- vedendolo sguardo preoccupato dei due nani alla vista di una fila di denti molto appuntiti

 

Che arguzia pensò Ice         

 

-Devi cercare di convincerli- gli disse Thor –il tunnel che conduce al palazzo reale non è abbastanza alto e largo per far passare i draghi

-Ho capito- disse Edoardo –Vi dispiace?- chiese poi rivolto ai nani

-Uff, e va bene. Ma poi raccontateci tutto- dissero i draghi con uno sbuffo

-Ok- gli promisero

-Bene possiamo procedere- disse Thor

Dette queste parole Thor fece strada al gruppetto che si avviò in un nuovo tunnel 

 

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Capitolo 21
*** L'incontro con il re ***


f

A VOI NON PIACE LA MIA STORIA? DITE LA VERITà!!!

Ma  a me non importa un bel niente! >___<

Io pubblico ancora sperando di convincervi che la mia storia è bella (scusate la superbia) e continuo anche per due lettori appassionati che ringrazio: Takami Kinomiya e Geos

Un salutone a tutti

Shinichi 0__<

 

 

Capitolo 21

L’incontro con il re

 

Thor condusse il gruppetto dei ragazzi lungo un lungo corridoio illuminato da torce. Il viaggio fu più lungo di quanto si fossero aspettati perciò dopo cinque minuti Alessandro disse

-Manca ancora molto?

-Non vi preoccupate siamo quasi arrivati- li rassicurò Thor

Infatti dopo l’ennesima svolta si delineò davanti a loro l’immagine di un immensa costruzione: Era un enorme palazzo fatto interamente di pietra oro e pietre preziose. Era costruito come un castello medievale e aveva la tipica caratteristica essere scavato nella roccia. Le sue torri toccavano il soffitto e aveva altissima mura resistessimo, costruite con il diamante e rinforzato da quella strana lega che sorreggeva il Cristallo di Nidavellir: praticamente era indistruttibile. Al posto delle finestre aveva dei topazi e il blasone che ornava il castello, un martello incrociato con un fulmine era formato interamente da pietre preziose ( topazi, ametiste e rubini)   

-Ohhhhh- esclamarono i presenti di fronte a quella meraviglia architettonica

-Sembra uno scrigno enorme- esclamò Edoardo

-Si, questa insieme al Caesia gigante è una delle cose più preziose di Nidavellir- disse Thor orgoglioso

Alessandro, Luca, Edoardo, Crystal e Vaolin entrarono timorosi in quella specie di miniera delle meraviglie, temendo si rovinarla anche solo camminandoci sopra. Thor li condusse attraverso varie sale tutte meravigliose e in tutte trovarono meraviglie oltre ogni dire: nell’atrio per esempio videro un immensa fontana d’argento, decorata con scene di battaglia (probabilmente della Prima Guerra) e con mille ghirigori a forma di fiori e foglie, dalla quale sgorgavano getti d’acqua purissima e trasparente, tanto da sembrare cristallo liquido. I ragazzi restarono di sasso di fronte quell’ennesima meraviglia d’architettura

-Ma è un illusione?- chiese Alessandro non riuscendo a credere ai propri occhi

-Si- disse orgoglioso Thor –fu costruita per celebrare la vittoria su Leese moltissimi secoli fa dall’artigiano più bravo dei nani e si dice che un elfo lo aiutò nell’impresa-

-Mi sembrava strano che i nani avessero il nostro buon gusto- disse Vaolin che era rimasto interdetto alla vista di una così marcata differenza di stili

-Ma l’acqua…come è?- chiese Luca, curioso che, pur essendo il Guardiano dell’Acqua, non aveva mai visto un acqua così pura e trasparente

-Avvicinati Guardiano e sentila tu stesso- gli disse Thor

Luca sia avvicinò alla fontana e mise le mani a coppa per raccogliere un po’ d’acqua e assaggiarla

-Allora….come è?- chiesero i presenti

Luca non seppe cosa rispondere, non aveva mai bevuto un acqua così buona e dissetante e non aveva parole per descrivere le sue incredibili doti, così si limitò a dire

-Mai bevuto un acqua così buona-

-Dovete sapere che la sorgente sotterranea che alimenta la fontana è una sorgente inesauribile e proviene da una vena di diamante!- spiegò Thor

-Cosa??????- esclamarono i presenti

-Esatto, dovete sapere che i miei antenati, quando costruirono Nidavellir e il palazzo dei re scoprirono una vena di diamante gigantesca. Al centro di questa vena scoprirono una grossa perla dal valore inestimabile e che aveva poteri misteriosi. I nani non riuscirono a estrarla facilmente, perché la perla era come parte integrante della vena, ma quando ci riuscirono sgorgò un getto d’acqua purissima, che anche oggi vedete qui, dal buco creatosi dopo la rimozione della perla,come a voler salvare in qualche modo quell’opera d’arte appena rovinata. I nani restarono esterrefatti da prodigio, così decisero di far confluire l’acqua, attraverso una serie di tubi e di canali, in questa fontana che posero proprio per ricordare quel incredibile prodigio-

-Tipico dei nani….superstiziosi- disse Vaolin con uno sbuffo di superiorità

-Cosa vorresti dire?- disse il nano offeso

-Che c’è sicuramente una spiegazione per questo fenomeno “misterioso”- disse l’elfo ponendo l’accento su quest’ultima parola

-Non lo stare a sentire- disse Edoardo per evitare che nascesse una disputa tra il nano e l’elfo –se Thor dice che è una cosa strana, non dobbiamo dargli dei superstiziosi, solo perché è una loro credenza- spiegò

 

Che filosofo fu il primo pensiero che passò nella mente di Alessandro

Grazie Edo  disse mentalmente Thor

 

-Bravissimo- disse Crystal- anch’io la penso come lui-

-Ma..ma- balbettò Vaolin credendo di trovare l’appoggio di tutti

-Dai non ci pensiamo più- disse Luca –sarà meglio proseguire, il re ci attende-

-Si hai ragione- disse Thor dopo aver scoccato un occhiataccia a Vaolin

Proseguirono in linea retta superando rampe di scale molto ampie e raggiungendo i piani più alti del castello. Dopo l’ennesima rampa di scale raggiunsero un enorme portone di pietra rossa decorato con ghirigori d’oro. Le guardie che stavano di guardia al portone si fecero rispettosamente da parte per permettere ai visitatori di poter varcare la soglia dell’enorme portone. Una delle guardie bussò in segno di rispetto e attese che ci fosse risposto dall’altra parte della porta. Solo quando sentì un profondo

-Avanti- che probabilmente era stato pronunciato dal re in persona.

Il gruppetto entrò timoroso nell’enorme sala del trono. Questa era vastissima, praticamente era la sala più grande dell’intero palazzo, era tappezzata da moltissimi arazzi che recavano i blasoni dei clan dei nani, e tra quelli Edoardo riuscì a scorgere anche lo stemma di Thor, il martello con il fulmine incrociato. Tutti gli arazzi si distinguevano tra loro e spiccavano per i  colori sgargianti che facevano da sfondo ai blasoni. La stanza era inoltre molto scura e insolitamente buia rispetto alle altre parti del palazzo, ma ciò doveva essere una scelta dell’architetto, che aveva costruito il palazzo, per garantire il contrasto di chiaro-scuro con gli arazzi. Camminarono per il ungo tappeto rosso, dai bordi d’oro che partiva dalla soglia dell’enorme portone e raggiungeva il trono. Dopo aver percorso anche quella piccola distanza raggiunsero il trono e si prostrarono al cospetto del re. Quest’ultimo sedeva su un enorme trono dall’alto schienale di pietra azzurra, probabilmente Caesia . Il re presentava i chiari segni della vecchiaia, i suoi capelli erano lunghi e bianchi anche se leggermente striati di marrone sulla nuca, il suo volto era incorniciato da una ragnatela di rughe leggere ma che diventava più marcata quando aggrottava la fronte e i suoi occhi di azzurro-chiaro davano l’impressione di un uomo di grande saggezza e che aveva visto quasi tutto quello che c’era nel mondo. Il suo abito era composto da una lunga tunica viola, legata in vita da un cordone dorato e  sul petto portava la tipica cotta di maglia dei nani d’argento, alle dita non portava alcun tipo di anello, ma nella mano destra reggeva una pesante ascia di un materiale molto simile all’argento che Edoardo riconobbe come Chalybis, la misteriosa lega di metallo che i nani avevano ottenuto molti secoli or sono e che usavano per reggere le cose più pesante (il Caesia gigante), o proteggere le persone stesse. Ora scopriva un altro utilizzo di questo nuova lega: uccidere. L’ascia era decorata con segni runici, molto simili quelli del martello di Thor, nell’impugnatura recava un enorme ametista scintillante e in cima all’ascia, alla fine dell’asta che la reggeva, si trovava lo stemma di due martelli di ferro luccicanti, incrociati, dietro allo sfondo di un muro di fiamme di rame. Sulla testa portava un enorme corona, unico simbolo che lo distingueva da un nano qualsiasi, questa era stata ricavata da un unico pezzo d’oro, modellato dalle sapienti mani dei nani e incastonate in essa recava moltissime pietre preziose: al centro si trovava un enorme rubino, sfavillante e simile a fuoco solido, vicino si trovavano due ametiste più piccole del rubino, ma comunque assai grandi, nelle punte della corona si potevano notare l’alternanza di smeraldi e zaffiri, anch’essi molto piccoli modellati affinché assomigliassero a stelle lucenti. Il re li guardò benevolo e li fece alzare per poter discutere con loro

-Buona sera, Potente Alberich, perdonaci l’aggressione ai tuoi uomini- cominciò Vaolin in tono diplomatico

-Non è colpa vostra- disse il re in tono grave scoccando un occhiataccia a Thor –siete voi che dovete perdonarci per la vostra aggressione, siate i benvenuti qui a Nidavellir-

-Grazie- disse Vaolin

-Scommetto che li avrete informati della loro missione- proseguì il re con tono più serio   

-Si vostra maestà- disse Crystal –ma non gli abbiamo detto tutto, perché sapevamo che avrebbero dovuto sapere le cose più importanti da voi nani e dagli elfi-

-Avete fatto bene. Ma finora avete parlato solo voi due- disse il re indicando l’elfo e la fata –e vorrei conoscere i veri protagonisti di quest’impresa- disse il re indicando questa volta Luca, Alessandro e Edoardo –fatevi avanti-

I tre ragazzi si fecero avanti e guardarono con sguardo leggermente intimorito il re

-Tranquilli non mordo- disse il re gioviale

I ragazzi rassicurati, da quel sorriso iniziarono presentarsi

-Io sono Luca, Guardiano dell’Acqua,e pronto a servirvi- disse il primo

-Io invece- disse Edoardo presentandosi –sono Edoardo, il Guardiano della Terra. E anch’io sono pronto a servirvi-

-Infine ci sono io- disse Alessandro facendosi avanti –io sono Alessandro, il Guardiano del Fuoco e….cos’è che dovevo dire?- chiese Alessandro non ricordandosi più cosa doveva dire

-Ah, ah,ah,ah,ah- rise il re contento della spontaneità di quest’ultimo

-Ale, non farci fare brutte figure- lo ammonì Vaolin, preoccupato che le parole di Alessandro avessero potuto in qualche modo offendere il re

-Non vi preoccupate, apprezzo la sincerità e avevo proprio bisogno di ridere in questi tempi tristi e bui- disse il re

-Allora è vero, signore, che Immagea corre un grave pericolo e che si potrebbe scatenare una Seconda Guerra delle Razze?- chiese Edoardo preoccupato

-Si Geos, hai ragione, Leese, come penso che Vaolin e Crystal ti abbiano raccontato, si è risvegliato, ed è più deciso che mai a portare a termine il lavoro che aveva iniziato un tempo, soprattutto ora che Goldragon non c’è più-

-Ma noi cosa dovremo fare di preciso?- chiese Alessandro interessato

-Il vostro compito è di cercare Goldragon e Il guardiano della Rosa Divina-

-Cosa?- disse Crystal sorpresa –Io credevo che la Rosa, fosse solo un fiore mistico, matrice di tutte le fate-

-In parte è vero, ma voi sapete anche che Ocella, la dragonessa, moglie di Goldragon e Creatrice dei Guardiani si reincarnò in un fiore molto particolare….-disse il Re cominciando a spiegare

-La Rosa???-

-Esatto- disse il re -Goldragon prima di sparire sigillò dentro la Rosa il suo spirito e per esser certo che nessuno cercasse di evocarlo, fino al momento del maggiore bisogno, cercò una Guardiana, si è una donna, e gli diede quel poco di magia che ancora gli restava per proteggere se stessa e garantire che restasse viva in eterno, poiché il suo non è un potere trasmissibile-

-Quindi nel mondo esiste una specie i Fata Suprema, guardiana della Rosa?- disse Crystal non credendo a una sola parola- 

-.Esatto- piccola Crystal, all’inizio io e le tue zie abbiamo pensato che fossi tu, visto l’enorme potere che giace ancora sopito dentro di te- spiegò il re

-Io…ho un enorme potere dentro di me?-chiese lei incredula, ma di questo ti parleranno le tue zie…-

-La fata Kate è stata catturata e il Giardino è stato preso-spiegò mesto Vaolin

-C-cosa?????- disse il re scattando in piedi –e…e la Rosa?- chiese spaventato afferrando Vaolin pere le braccia

-La Rosa dovrebbe stare bene…- spiegò Vaolin liberandosi dalla stretta

Il re con uno sguardo mesto si ridiresse verso il trono e si sedette guardando i presenti con sguardo serio

-Il Nemico si è mosso molto in fretta. Sarà meglio che lo imitiamo. Thor, convoca una riunione straordinaria dei clan nella sala delle assemblee, per stasera tardi- disse rivolgendosi a Thor

-Subito- disse il nano scattando sull’attento

-Ah un ultima cosa Thor chiama uno dei nani di palazzo e digli di aspettare fuori dalla porta

Fece un breve inchino e poi uscì di corsa dalla sala lasciando i presenti in un silenzio imbarazzato.

-Noi cosa dovremo fare?- chiese Luca per rompere quel silenzio imbarazzato

-Voi…voi- disse il re rompendo il filo dei suoi pensieri –voi mi dispiace ammetterlo, ma dovrete restare presso noi il meno possibile e ripartire alla volta degli elfi. Sono loro che devono impartirvi la vostra istruzione magica, noi avremo il compito di insegnarvi a usare le armi- concluse il re

-Quanto dovrebbe durare questo addestramento?- chiese Alessandro

-Almeno due mesi-rispose spiccio il re

-Alla faccia della fretta- esclamò Alessandro

-Non possiamo fare i miracoli- disse il re esasperato –dovrete per forza impiegare due mesi per imparare l’arte della guerra. La vostra istruzione, normalmente, sarebbe dovuto durare almeno sei mesi!-

-Abbiamo capito-

-Bene sono felice, questa sera daremo un banchetto di benvenuto in onore del vostro arrivo, ma temo che potrò restare per molto tempo, purtroppo devo incontrare i capi dei clan dei nani per discutere della situazione e per prepararci alla guerra-

-Ti ringraziamo Re Alberich- disse Vaolin garbato

-Ora potete ritirarvi, discuteremo della vostra istruzione domani. Il nano che troverete fuori ad attendervi avrà il compito di ricondurvi dai vostri draghi e di sistemarvi nei vostri alloggi, seguitelo-

-Grazie- dissero tutti

Dopo essersi rispettosamente inchinati di fronte al re  il gruppetto ripercorse la grande sala illuminata, seguendo il tappeto rosso e uscirono dalla sala

 

-Fiuuu!!!!!!- esclamò Edoardo quando furono fuori dalla sala -avevo paura di scoppiare. Avete avvertito la tensione che c’era in quella sala? Il re sembrava sul punto di scoppiare-

-Hai ragione,. Però del resto, non era ancora stato avvertiti delle ultime notizie- disse Vaolin

-E poi anche noi non ci siamo rimasti parecchio bene quando abbiamo saputo della Rosa e di zia Kate- gli rammentò Crystal

-Hai ragione. Però io non ci ho capito molto. Non vi pare che sia stato un troppo misterioso. Insomma tutta quell’agitazione per la Rosa e lo spirito di Goldragon, secondo me è un po’ esagerato- disse Alessandro

Mentre erano lì che parlottavano tra di loro, Giunse un nano, vestito con una grossa svolazzante tunica verde e un paio di occhiali sul naso che per poco non gli caddero per terra quando li raggiunse trafelato

-Buo..buon…giorno Guardiani…io sono Ghiorgos, il nano-bibliotecario, Thor mi ha incaricato di mostrarvi i vostri alloggi-

-Si, salute a te onorevole Ghiorgos- disse Vaolin profondendosi in un inchino

-Sono onorato di mostrarvi il palazzo-

-Perché devi mostrarci il palazzo?- chiese Luca stupito

-Thor mi ha detto anche di farvi vedere le meraviglie del palazzo, so che eravate interessati anche alla Fonte della Fontana D’Argento-

-Si infatti- disse Edoardo –ma se non ti dispiace, prima vorremmo andare a parlare con i nostri draghi-

-Ma certo- disse lui con un soriso

Li guidò attraverso le rampe di scale, salite in precedenza e li condusse fuori dal palazzo 

 

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Capitolo 22
*** Le meraviglie di Nidavellir ***


Ciao a tutti sono di nuovo io…vi sono mancato?...no…cattivi! >_<

Comunque  non aspettatevi niente di che da questo è  un capitolo descrittivo, spero che vi piaccia…

Ciao Schinichi   ^_^

 

Capitolo 22

Le meraviglie di Nidavellir

 

-Quindi resteremo qui per due mesi?- chiese Ice una volta che i ragazzi  ebbero raggiunti la piazza principale di Nidavellir

-Esatto- confermò Luca

-Sarà noioso- disse Flame

-Voi se volete potete uscire e andare a caccia per tenervi allenati- disse Edoardo

-Possiamo?- chiese Tytanus

-Non vi preoccupate- intervenne Ghiorgos –oltre il Caesia gigante in cima alla città c’è un enorme apertura,e potrete uscire a tutte le ore che vorrete-

-Bene. Torneremo periodicamente a Nidavellir una volta al giorno per salutarvi e per sapere come procede l’allenamento- disse Ice

-Bene allora ci vediamo domani sera- disse Luca con un sorriso

-State lontani dai guai!- li ammonì Ice

-Stai tranquillo-

Dette quest’ultime parole i draghi si diressero verso l’apertura dietro il cristallo e sparirono dietro di esso.

-Bene allora vorrete vedere i vostri alloggi-disse Ghiorgos sfregandosi le mani

-Si- disse Crystal cortese

I nano li accompagnò di nuovo nella galleria che conduceva al palazzo del re, ma questa volta presero la galleria di destra anzi che quella di sinistra e proseguirono per un buon tratto si strada illuminato dalla luce spettrale dei Caesia. Alla fine giunsero ai livelli superiori della città dove si trovavano delle grotte scavate nella roccia e occupate da molte case bi-familiari.

-Voi starete in un altro posto- disse il nano gentile facendogli vedere le casupole

Li condusse ai livelli ancora più alti di Nidavellir dove si trovava un palazzo in miniatura, simile a quello del re dei nani ma più povero: Esso era formato da un unico blocco di pietra marrone e presentava molti affreschi istoriati, nei quali appariva l’intera storia  di Immagea, dalla sua creazione sino alla Prima Grande Guerra delle razze. Sopra l’architrave della porta d’ingresso, che si trovava proprio al centro della casa, si trovavano sei pietre preziose, simbolo degli elementali: uno Zaffiro, un Rubino, uno Smeraldo, un Diamante, un Topazio e un Lapislazzuli.  Nella casa vi erano in tutto sette finestre sei delle quali davano sul versante esterno della montagna e una enorme, interna, sulla città. Essa era stata costruita per metà dentro e per metà fuori dalla roccia, in modo tale che I Sei Elementi, potessero respirare l’aria pura e godere della luce del sole. Il nano li fece accomodare nella casetta accogliente: Il suo interno presentava due piani: al piano terra si trovavano due stanze: una era una specie di studio, con una piccola biblioteca e l’altra, la più grande, una mini palestra con tanto di spade e asce appese alle pareti.  Al secondo piano si trovavano sei stanze. Queste erano le camere da letto degli Elementi  ognuna era contrassegnata da una delle sei pietre preziose in modo da indicare il suo padrone: la stanza dello zaffiro era del Guardiano dell’Acqua, quella del rubino di quello del Fuoco, quella dello smeraldo di quello della Terra e così via. Entrando nelle stanze trovarono uno grande letto di legno, con cuscini di piume e lenzuola di seta, del colore del Guardiano, una piccola scrivania con dei fogli di pergamena e un calamaio e un enorme armadio. Inoltre si poteva accedere a una piccola stanza da bagno personale.

-Che ne dite?- chiese Ghiorgos emozionato

-Carina- disse Crystal

-Almeno non sbaglieremo camera- disse Alessandro scherzando indicando le lenzuola di un blu oltre mare della stanza dello zaffiro

Questo gli costò una poderosa gomitata alle costole da Luca

-AAAAAAAH!!!!!!!!!- gridò Alessandro massaggiandosi il fianco

-Scusa- disse Luca con un sorrisetto di compiacimento sulle labbra

-Se volete riposarvi, siete liberi di farlo. Io attenderò al palazzo del re, tanto sapete come arrivarci?-

-Si…ma- disse  Crystal

-E se volete chiamarmi, basterà che chiediate alle guardie del palazzo di me. Loro vi condurranno in biblioteca di sicuro-

-Si, grazie Ghiorgos…- disse Vaolin –ma volevamo sapere…-

-…Dove alloggeremo noi- concluse Crystal per lui

-Qui naturalmente. Tu- disse Ghiorgos rivolto a Vaolin –ti sistemerai nella stanza del Topazio, del Guardiano del fulmine. E tu…-disse rivolto a Crystal

-…Io starò nella stanza del Diamante- disse la fata furbetta, notando che la stanza dello Smeraldo e quella del Diamante erano vicine

Vaolin la guardò in tralice, capendo già l’intento della fata, ma accettò in quanto la stanza del Topazio era vicina a quella del Diamante.

-Allora io vado…riposatevi per qualche ora- disse Ghiorgos allontanandosi 

-Ok-

Detto questo i ragazzi si coricarono nei loro letti, stanchi del lungo viaggio e si addormentarono profondamente

 

 

-Buongiorno, dormiglione- disse Alessandro a Luca con un sorriso sornione, entrando nella stanza e aprendo le tende

-Buon…buon…giorno- disse Luce tirandosi su a sedere e stiracchiandosi –che ore sono?- chiese assonnato

-Le dieci del mattino- disse lui con sorriso ancora più grande

-Ah…le dieci…- disse Luca- appoggiandosi sul morbido cuscino, pronto a risprofondare nel suo placido sonno….-le dieci del mattino!!!!!!!!!!!!!!!!!- esclamò sgranando gli occhi e tirandosi su all’improvviso come se avesse ricevuto una scarica elettrica  

-Si-

-Ma questo significa…-

-…Che hai saltato il banchetto in nostro onore. Si esatto- disse Alessandro

-Ma…ma…il re si è arrabbiato?- chiese Luca ansioso

-Oh no, non ti preoccupare, il re ha capito-

-Meno male- disse Luca decisamente sollevato

-Ma…- cominciò Alessandro drammatico

-Ma..ma cosa?-

-I capi clan non l’hanno persa molto bene. Ma non ti preoccupare Vaolin gli ha spiegato tutto-

-Bene- disse Luca alzandosi in piedi.

Fece per andare al lavabo, quando si girò di scatto improvvisamente

-E voi ci siete andati??-disse guardandolo con un cipiglio molto simile a quello di sua madre 

-Noi ci siamo andati, che domande-disse Alessandro offeso

-E di cosa avete parlato?- chiese Luca lavandosi la faccia

-Oh di niente…sai le solite cose…il nostro addestramento….bla,bla- disse Alessandro facendo il verso di un tipo molto noioso che parla in continuazione

Luca rise e si vestì

-Ah,mi sono dimenticato di dirti che Ghiorgos vorrebbe farci vedere le Sette Meraviglie di Nidavellir questa mattina e ci ha chiesto di raggiungerlo al palazzo appena alzati-

-Ok- disse Luca dopo essersi allacciato le scarpe  

 

-Buongiorno a tutti- disse Luca arrivando al piano terra e trovando i suoi amici già vestiti e pronti a partire

-Ti s ei svegliato bell’addormentato!!!!!-lo canzonò Edoardo

-Spiritoso, non è colpa mia se ero stanco dopo tre giorni di viaggio!- si difese Luca –e poi ho un fame che non ci vedo

-A questo ci ho pensato io- disse Crystal porgendo a Luca un vassoio d’argento coperto da un telo bianco

Luca tolse il tovagliolo scoprì un ciotola di latte di mucca con qualche fetta di pane tostato e marmellata di albicocca   

-Grazie Crystal- disse luca abbracciandola

-Figurati-

Luca si buttò sul cibo, come se non mangiasse da giorni e lo divorò in pochi minuti

-Bene possiamo andare- disse Luca dopo essersi pulito la bocca

I cinque amici escirono dalla casetta di pietra e ripercorsero le strette gallerie scavate dalle abili mani dei nani. Dopo pochi minuti raggiunsero di nuovo il bivio e presero la strada di sinistra, quella che portava al palazzo. Raggiunsero in pochi minuti anche questo e chiesero educatamente alle guardie del cancello di chiamare Ghiorgos. Quest’ultimo accorse con la solito veste viola svolazzante e gli occhiali storti sul naso per la fretta di raggiungerli.

-Buongiorno Guardiani, dormito bene?- chiese il nano cortese

-Si grazie- risposero tutti  cinque

-Bene come vi avevo promesso ieri sera oggi vi farò vedere le Sette meraviglie di Nidavellir- disse il nano con un sorriso

-Si e siamo ansiosi di vederle- disse Alessandro entusiasta

-Bene a dire il vero tre le avete già viste- disse il nano

-Davvero? e quali?- chiese Vaolin

-Uno è il Caesia a forma di drago- disse Alessandro sorprendendo tutti

-Esatto e gli altri due?-

-La fontana d’argento, nell’atrio del palazzo-disse Luca

-Bene e l’ultima è la sorgente di diamante, che vi ha mostrato Thor ieri- concluse Ghiorgos

-Ce ne restano quattro- disse Crystal

-La prima è la mia preferita: la biblioteca di Nidavellir. E’ la più grande di Immagea e li sono custoditi la maggior parte del sapere del mondo, compresi alcuni libri antichissimi- spiegò il nano –ma ora basta indugiare vi condurrò nella biblioteca-

Il gruppetto riprese a camminare e Ghiorgos li guidò in moltissime sale riccamente decorate e lungo molte rampe di scale di pietra. Alla fine raggiunsero l’ala Ovest del palazzo e si ritrovarono di fronte a un portone grandissimo di legno di quercia con i cardini di bronzo. Ghiorgos spalancò il portone e i cinque ragazzi restarono a bocca aperta di fronte allo spettacolo che gli si preparava di fronte: la Biblioteca era enorme, così grande che era stata divisa in molte ale.

Sarà le stanza più grande del castello, persino più grande di quella del re pensò Edoardo

I libri erano rilegati in oro e disposti su scaffali che raggiungevano il soffitto. Quest’ultimo era decorato a regola d’arte: rappresentava una scena di battaglia tra i nani e i gobelin, orripilanti creature verdi alte quanto i nani. In lontananza si poteva notare un drago dorato che sorvolava il campo di battaglie  lanciava fiammate sui nemici. Vi erano inoltre moltissime torce nella sala e stranamente non erano presenti i consueti cristalli azzurri.  Per terra era steso un tappeto di seta rossa decorato con motivi floreali dorati.  Lungo la parete sinistra della sala si poteva notare una piccola scrivania con una sedia e alcuni fogli di pergamena sparsi su di essa.

-Scusate il disordine- disse il nano correndo a mettere in ordine le pergamene sparse sulla scrivania

-Figurati- dissero gli altri

-Ma quanti libri ci sono in questa biblioteca?-chiese stupito Luca

-Circa cinquemila volumi, senza contare le innumerevoli pergamene- disse il nano bibliotecario

-Caspita!!!- esclamò Edoardo ammirato –qui deve essere custodito il sapere della razza dei nani e anche quello delle altre razze.-

-Hai indovinato qui si trova inoltre l’Atto di Alleanza delle Razze, che i nostri antenati stipularono all’inizio della Prima Guerra- disse Ghiorgos orgoglioso

-Cosa???????!!!!!!!! Ma quell’atto deve avere almeno mille o duemila anni- esclamarono stupefatti Vaolin e Crystal all’unisono

-1200 anni per l’esattezza- li corresse Ghiorgos

-E’ incredibile-

-Lo so e molti considerano la biblioteca di Nidavellir, non solo una delle sette meraviglie delle mondo dei nani, ma di Immagea!- disse fiero Ghiorgos

-Vorrei restare qui per sempre- dissero Edoardo e Luca all’unisono, gettandosi sui libri

-Se volete possiamo fermarci qualche minuto, così vi posso mostrare tutta la biblioteca, ma poi dovremo andare perché altre meraviglie ci attendono-

-Oh peccato!!!- dissero delusi i due ragazzi

-Ma se volete possiamo tornarci ogni volta che volete- li consolò Ghiorgos

-Grazie- gli risposero Luca e Edoardo illuminandosi

Ghiorgos ricondusse attraverso i vasti corridoi della biblioteca indicando  i vali libri in base al loro argomento. Quando giunsero in fondo alla biblioteca Ghiorgos indicò degli scaffali che si trovavano in nell’ala destra della biblioteca. Quest’ultimi erano chiusi dietro una spessa porta di ferro, chiusa da un lucchetto e sulla porta era rappresentato un mostro, con due corna e un ghigno terrificante, come monito per coloro che volevano consultare quei libri

-Perché?- domandò Crystal indicando il lucchetto

-Lì sono contenuti i Libri Proibiti. Questi contengono così tanta malvagità che chiunque li legga non può non diventare cattivo. Contengono libri di incantesimi e pozioni così orribili e repellenti da far raccapricciare anche uno spettro- spigò serio Ghiorgos

-La testa vuol dire “ Attenzione…pericolo…alto tasso di malvagità…Non aprite questa porta”…?- chiese Alessandro ridendo, indicando la porta con il demone

-Più  o meno- gli rispose il nano con un sorriso –ora però sarà meglio proseguire-

Ripercorsero i corridoi della grandissima biblioteca e uscirono.

-Bene ora vi condurrò a veder una cosa che penso che Geos e Crystal apprezzeranno molto…-disse misterioso facendoli uscire dal palazzo

-Cosa?- chiesero i due

-I Giardini- Pensili di Nidavellir- gli rispose il nano

Li condusse verso una nuova galleria che con loro grande sorpresa non dava in un'altra sala bensì all’esterno.

I ragazzi rimasero abbagliati dall’accecante luce del sole ma aspirarono ampie boccate di aria fresca. Restarono comunque sbigottiti quando riaprirono gli occhi: davanti a loro si estendeva una vasta superficie coltivata a fiori e alberi da frutto era un po’ come ritrovarsi in un grandissimo giardino. I fiori spuntavano dappertutto sull’enorme manto erboso, ne esistevano di tutte le specie crisantemi, orchidee multicolori, rose e moltissimi altri tipi di fiori, alcuni esotici altri addirittura sconosciuti. Ma non erano i soli vi erano tantissime piante da frutto: albicocche, pesche, susine, ciliegie, ecc. Inoltre qua e là si potevano notare moltissimi cespugli di frutti di bosco e di fragole.

-Sarebbe impossibile coltivare tutto ciò all’interno della montagna, perciò moltissimi nani si sono adoperati per scavare la montagna e darle la forma di giardini pensili. Frutti e piante costituiscono il nostro nutrimento insieme a pesce, carne e funghi-spiegò il nano

-Senti che profumo!- disse Crystal chinandosi per annusare il dolce profumo di un cespuglio i rose bianche bagnate dalla rugiada

Il gruppo restò ancora per una buona mezzora in quel piccolo angolo di paradiso annusando i fiori e assaggiando i frutti, ma poi vedendo che il sole era alto nel cielo capirono di dover rientrare per andare a pranzare.

-Scusate per la mia fretta ma dobbiamo pranzare il re vuole che mangiate subito in modo da iniziare subito l’addestramento-si scusò Ghiorgos

-E l’ultima meraviglia?- chiese Alessandro speranzoso

-La vedremo un'altra volta- disse il nano ma poi vedendo lo sguardo deluso del ragazzo si affrettò ad aggiungere –auest’ultima meraviglia si trova in un'altra città nana, ma vi prometto che ve ne parlerò e ve la mostrerò a suo tempo, ora dobbiamo andare-

-Ok-

Il gruppetto rientrò nella caverna dirigendosi verso il palazzo

 

 

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Capitolo 23
*** Un Banchetto molto movimentato ***


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Ciao scusate il ritardo ma non riuscivo a creare un capitolo che mi piacesse…non fatevi ingannare dal titolo il capitolo promette bene anche se la prima parte è un po’ noiosa…leggete e ditemi poi cosa ne pensate

 

Ps: il titolo vi sembra giusto? Vi prego se non vi sembra giusto ditemelo

 

Ciao Shinichi  

 

 

Capitolo 23

Un banchetto molto movimentato

 

-Allora vi è piaciuto il giro?- chiese Ghiorgos mentre riaccompagnava il gruppetto nella loro dimora in cima alla città.

-Si,grazie Ghiorgos- gli ripose Edoardo

-A che ora si mangia?- chiese Alessandro speranzoso

-Tra circa una mezzora se volete potete rifocillarvi qualche e minuto e poi dovrete raggiungere il palazzo, pranzeremo lì e il re dovrà comunicarvi un importante decisone- spiegò il nano

-Va bene allora ci vediamo là- disse Crystal

-Ah- disse il nano tornando sui suoi passi –quasi me ne dimenticavo nell’armadio si trovano i vestiti da cerimonia che appartenevano ai Guardiani. Voi, Crystal e Vaolin potrete indossare Gli abiti che si trovano  nelle stanze in cui alloggiate-

-Grazie- dissero i presenti   

I ragazzi entrarono nella casa e poi ciascuno si diresse verso le loro rispettiva camere eccetto Crystal che colse l’occasione per stare un po’ da sola con Edoardo. Luca e dopo essere rientrato nella sua camere non si appoggiò nemmeno al letto per paura di riaddormentarsi e fare un'altra brutta figura. Invece si diresse verso l’armadio per veder il suo abito da cerimonia. Restò sorpreso dalla magnificenza dell’abito: esso consisteva in un paio di pantaloni rigorosamente blu e una camicia di seta azzurro mare con i bordi d’argento  e un ciondolo d’oro con un grosso zaffiro lucente incastonato al centro. Indossò i suoi abiti dopo essersi lavato, dato che era da un po’ che non si lavava e poi si diresse verso la finestra rotonda posta sulla parete opposta alla camera per ammirare un po’ il panorama. Scostò le tendine blu,e spalancò la finestra, godendo della fresca brezza che soffiava su quel versante della montagna. Dopo qualche tempo, fisso a fissare il panorama, gli parve di scorgere tre piccoli pentolini all’orizzonte. Questi tre puntini si fecero sempre più nitidi, man mano che si avvicinavano e assumevano una forma familiare…

-Ice,Tytanus,Flame!- gridò di gioia il ragazzo,riconoscendo i tre draghi.

-Ciao Luca- lo salutò Ice –atterriamo più in giù. Ci vediamo nella piazza-

-Ok-

-Prima di allontanarsi il drago azzurro però si fermò a mezz’aria e si voltò verso Luca

-Ma come ti sei conciato?- chiese il drago con un sorriso

-Lascia stare,ci vediamo in piazza-

Luca non perse tempo, andò in tutte le camere e avvertì i suoi amici che i draghi erano ritornati.

-Ne sei sicuro?- chiese Edoardo un po’ irritato perchè il Luca aveva interrotto l’ennesimo bacio con Crystal.

-Si perché non sei ancora pronto?- chiese Luca notando che l’amico aveva ancora i sudici panni con i quali era fuggito da Balam

-Oh! Hai ragione meglio che ci sbrighiamo- disse Crystal uscendo si corsa dalla camera

-Grazie!- disse Edoardo scacciato

-Prego. Comunque è meglio che ti prepari e fatti una doccia puzzi!- gli rispose Luca e dopo aver detto questo puntò il dito contro la vasca di pietra e la riempì fino all’orlo di acqua calda.

Dopo aver fatto ciò uscì dalla stanza e andò a vedere che anche Alessandro e Vaolin fossero pronti. Fortunatamente lo erano.

Alessandro indossava un paio di pantaloni alti fino al ginocchio di un bordeaux scuro  e un paio di stivali marroni alti fino al ginocchio. Sopra portava una maglia rosso scarlatto, bordato d’oro portava una cintura dorata con un rubino rosso scuro incastonato al centro. Vaolin invece,che portava gli abiti del Guardiano del Tuono, sembrava molto diverso dal solito: infatti i lunghi capelli biondi legati in una coda creavano uno strano effetto sulla maglia bianca, i pantaloni neri, il mantello scuro e una fascia scura che portava intorno al collo con un grosso topazio. Ma non era il suo aspetto a essere diverso,bensì la sua espressione. Non sembrava il Vaolin spavaldo di sempre. Era come se quegli abiti lo mettessero a disagio.

Quando uscì dalla sua stanza guardò i due ragazzi con un sorriso incerto,poi Alessandro espresse la sua opinione con un fischio di sorpresa.

-Uao…è come se questi abiti fossero stati cuciti per te stai davvero bene-esordì Alessandro

-Grazie…ma…-farfugliò Vaolin

-Ma…cosa?- chiese Luca

Per fortuna Vaolin non dovette mai rispondere a questa domanda perché in quello stesso momento scesero dalle scale Edoardo e Crystal. Edoardo vestiva come un elfo: portava un tunica verde bordata d’oro,legata in vita da una fascia marrone con lo smeraldo posizionato al centro di essa,mentre Crystal indossava un lungo vestito bianco panna e sulla fronte portava un piccolo diadema d’oro bianco,finemente lavorato con un gigantesco diamante incastonato al centro.

-Beh? Andiamo?- disse Edoardo notando le espressioni attonite dei suoi compagni

-Si-            

Quando tutti furono avvertiti uscirono dalla casa e si diressero verso la piazza centrale di Nidavellir. I draghi erano già lì ad aspettarli.

-Ciao ragazzi, come va?- chiese Flame felice di rivedere i suoi amici

-Bene…ma dove siete stati?- chiese Vaolin curioso

-In giro- rispose enigmatico Ice

-Come in Giro?- chiese Edoardo

-In giro- ripete Ice

-Si abbiamo capito, ma dove?- chiese esasperato Alessandro

-Abbiamo fatto un giro nei dintorni dei Monti Faltondwin, e abbiamo visto grandi truppe che varcavano i cancelli di Arabica, e tutte portavano il segno di Leese: lo stendardo viola con un teschio alato nero- spiegò Tytanus

-Questa non è una buona notizia-disse Crystal

-Sarà meglio informare il re di questo fatto- disse Edoardo

-Si…ma non pensiamo a queste cose. Piuttosto voi che cosa avete fatto in questi due giorni?- chiese Flame curioso

I ragazzi raccontarono della Casa degli Elementi e delle Sette Meraviglie di Nidavellir ch’egli erano state mostrate quella mattina e del loro incontro con il re.

-Capisco. Il re deve essere molto in pensiero per il suo popolo, teme che venga attaccato da un momento all’altro e soprattutto teme per la Guardiana della Rosa- disse Ice

-Allora voi sapevate della Guardiana segreta. Perché non ce ne avete mai parlato?- disse Alessandro cominciando a sprizzare scintille

-Beh…voi non ce lo avete mai chiesto-si giustificò Flame

-Poi facciamo i conti dopo ora sarà meglio che ci dirigiamo verso il palazzo, voi riposatevi- disse Luca

-Vaaaaaaaaaaaa bene- disse Ice mostrando indifferenza

Il gruppetto dei ragazzi, salutò i draghi e poi si diresse verso la familiare galleria oltre la piazza e iniziarono a percorrerla. Raggiunsero il palazzo in poco tempo e si fecero riconoscere dalle guardie per poter entrare. Ad accoglierli nell’atrio, davanti alla gigantesca Fontana d’Argento, trovarono Ghiorgos che li attendeva. Il nano-bibliotecario per l’occasione aveva indossato un a tunica verde bordata d’ oro ma sul naso portava sempre il familiare paio di occhiali che non riusciva a far stare in cima al quest’ultimo.

-Siete pronti, vi siete riposati un po’?-chiese il nano con il solito tono cortese

-Si grazie Ghiorgos, i nostri draghi sono appena tornati da un lungo viaggio- gli ripose Edoardo

Poi raccontarono al nano quello che i draghi avevano riferito a loro.

-Caspita è una cosa seria!!-esclamò il nano –sarà meglio che ne parliate con il re in persona

-Certo-

-Bene ora vi accompagno nella sala dei banchetti-

Ripercorsero gli ormai noti corridoi del castello addobbati con sfarzo e raggiunsero la sala dei banchetti al primo piano. Quando entrarono restarono stupiti dalla magnificenza di questa sala,nonostante conoscessero di già lo sfarzo dei nani. Era un enorme stanza circolare con al centro un lungo tavolo rettangolare,

apparecchiato con ogni ben di dio. Alle pareti rivestite dalla carta da parati azzurra erano appesi fantastici quadri che raffiguravano i re passati e sotto di loro si trovavano le rispettive etichette che ne indicavano il nome e il periodo di regno.  Sul soffitto pendeva invece un gigantesco lampadario a gocce  di cristallo finissimo che illuminava la sala meglio del sole. Seduti al tavolo si trovavano una ventina di nani vestiti di tutto punto. Il re sedeva a capo tavola: portava una scintillante armatura dorata e in testa la familiare corona. I nani che gli sedevano accanto erano nani di tutti: alcuni con espressioni amichevoli, altre con espressioni arcigne e malevole. Tutti portavano una specie di spilla molto grande che serviva come fermo per il mantello sulla spalla destra. Questa era diversa da nano a nano, per indicare la diversa appartenenza ai clan. Tra di loro riconobbero Thor, portava il suo martello sempre dietro la schiena e al posto degli abiti da nano esploratore e portava un lungo mantello purpureo sopra una corazza di bronzo. Il mantello era fermato, come per tutti gli altri, da una spilla con il simbolo del clan

-Benvenuti, giovani Guardiani- li salutò il re

I ragazzi si inchinarono rispettosamente verso il re e i suoi invitati. Molti nani indicarono nella direzione di Crystal e Vaolin che portavano abiti non propri.

-Ma è inammissibile….- sentirono borbottare un vecchio nano dalla barba bianca e che portava il simbolo di un chiodo e un martello incrociati

-Come si permettono di indossare gli abiti dei Guardiani- sentirono borbottare uno nell’orecchio del re   

I borbotti continuarono per cinque minuti, durante i quali Vaolin desiderò di sprofondare cento metri sottoterra e non riapparire mai più. Crystal al contrario si sentiva a suo agio e ignorava i commenti degli altri. Il re per interrompere quella serie di commenti sgradevoli si alzò in piedi e tutti tacquero all’istante.

-Ho dato il permesso io all’elfo e alla fata di prendere gli abiti dei Guardiani- disse per porre fine alla questione

-Grazie vostra maestà…-disse Alessandro –comunque se qualcuno prende ancora in giro i miei amici dovrete vedervela con me- disse il giovane facendo  apparire un palla di fuoco e illuminandosi di un aura rosso chiaro –ci siamo intesi? O devo dimostrarvi che sono davvero un Guardiano?- ripete deciso muovendosi in direzione del tavolo e ingrandendo la palla di fuoco

I nani si alzarono velocemente in piedi e guardarono il re spaventati. Questo guardava Alessandro sorridendo.

-Ti do il permesso di fare quello che ritieni giusto se ti ritieni offeso Ignio-

-Grazie vostra maestà-

I nani seduti, eccetto Thor, stavano per scappare a gambe levate, quando Alessandro avendo fatto capire il suo messaggio fece sparire la palla di fuoco e ritornò normale

-Spero che ci siamo capiti e che non offenderete mai più il mio amico-

-C-certo- si sentì dire in generale dai nani

Detto questo, fu il primo a sedersi proprio a capotavola, di fronte al re e gli altri seguirono il suo esempio.

-Vi ho chiamato qui- proseguì il re come se niente fosse successo –oltre che per festeggiare come si deve i Guardiani- e fece l’occhiolino in direzione di Luca –anche per decidere di fronte a tutti i capi-clan l’addestramento che abbiamo promesso di impartire ai Guardiani una volta che questi fossero stati scelti-

 

Ci fu un mormorio generale

 

-Ma di questo ne parleremo dopo. Ora mangiamo-

Batte le mani due volte e dalle porte posizionate ai lati uscirono due schiere di servitori che portavano enormi vassoi strapieni di ghiottonerie tipiche dei nani: grossi cervi, maiali, anatre e polli, serviti su dei letti di funghi o di verdure e enormi piramidi di frutta proveniente dal Giardino esterno di Nidavellir. Il re sorrise e iniziò a mangiare. Gli altri seguirono il suo esempio,cercando di comportarsi con un certo “stile”, ma Luca e Alessandro ce la misero tutta per dar l’impressione di essere morti di fame. Si avventavano sul cibo con aria di predatori e se qualcuno osava toglierli quello su cui avevano messo gli occhi li guardavano malissimo e per poco non li azzannavano.

-Luca certa di darti un certo contegno- bisbigliò Edoardo, quando ricominciarono i mormorii intorno al tavolo –e tu…Ale…ehm…ricordati che non è…ehm…il tuo ultimo pasto- disse poi rivolto ad Alessandro il quale aveva attaccato una gallina particolarmente gustosa

Vaolin faceva del suo meglio per evitare di macchiare quel bellissimo vestito da cerimonia e mangiava esclusivamente frutta e verdura, rispettando le tradizioni elfiche.

Thor non sembrava a disagio per il comportamento del “ragazzo-fiamma”(era così aveva soprannominato Alessandro) anzi per non far sentire a disagio Edoardo,Crystal e Vaolin iniziò a mangiare con la stessa foga di Alessandro e Luca.

-Il re lo guardò sorridendo e poi guardò i convitati

- Perchè li guardati così? Il Guardiano dell’Acqua non mangia da due giorni e quello del Fuoco non hai mai assaggiato cose così sopraffine…non è vero ragazzi?- chiese poi rivoltosi a Luca e Alessandro

Tutti gli altri nani  guardarono verso l’estremità del tavolo. I due ragazzi alzarono gli occhi dai loro piatti. Erano entrambi paonazzi e per evitare che gli altri continuassero a guardarli smisero di mangiare come degli orchi e posarono le posate.

-Scusate- mormorarono appena

-Non vi preoccupate- disse il re –vi capisco…portate l’Idromele-

I servi portarono via i vassoi vuoti (metà dei quali svuotati da Luca e Alessandro) e tornarono dopo pochi minuti portando enormi botti di un liquido bluastro. I servi da perfetti sommelier versarono il liquido bluastro nei calici di tutti, poi il re alzò in alto il suo e gli altri lo imitarono

-Ai Guardiani!-

-Ai Guardiani!- gridarono gli altri

Tutti, compresi i ragazzi bevvero il loro Idromele

-Buono- seppe dire Edoardo dopo aver postato il calice con un leggero capogiro

-Si, hai ragione ha un sapore dolciastro- disse Alessandro con un sorrisino ebete stampato sul viso

Il re parve notare quell’effetto e perciò si affrettò a dire prima che i servi riempissero di nuovo i bicchieri

-Prima che quest’ottimo Idromele ci renda tutti un po’…ehm…ciucchi, sarà meglio che discutiamo dell’argomento di questa sera: di voi ragazzi-

Alessandro, Luca e Edoardo guardarono in direzione dl re sentendo gli sguardi di tutti su se stessi.

-Prima di sigillarsi definitivamente dentro la Rosa Divina, il Grande Aurum, come lo chiamiamo noi, ci diede un compito: avremo dovuto prenderci cura dei Guardiani quando ci sarebbe stato bisogno di loro.  A noi nani diede il compito di istruirvi nell’arte militare, in quanto i migliori n questo campo. Gli elfi invece avrebbero dovuto istruirvi a usare meglio i vostri poteri…insomma sfruttare la Magia-

-Questo ce lo ha gia detto- gli fece notare Alessandro

-Lo so. Ma c’è una cosa che non sapete e che noi non avremmo il diritto di rivelarvi…-

-Cosa?-

-Esiste una profezia…-

-Non può dirglielo!- esclamò vaolin alzandosi dalla sedia –i nani hanno giurato-

-Si ma viste le circostanze…-cercò di giustificarsi il re

-Ma come ti permetti piccolo elfo!-esclamò un giovane nano dai capelli rossi,con un cicatrice che gli attraversava l’occhi sinistro

-Si siediti. Non hai diritto di parola in questa assemblea- disse un altro nano vicino a lui

Molti nani si alzarono e iniziarono a urlare 

-Prima usurpa i vestiti del guardiano del Tuono e poi osa anche contraddire il re è proprio un gran maleducato- disse il nano rosso

-Basta,silenzio- disse il re tentando inutilmente di riportare alla ragione i nani

Vaolin iniziò ad arretrare,in minoranza. Allora accadde….

 

Le luci della sale si spensero improvvisamente e due Aure si accesero con una potenza terrificante: una era rossa e l’altra blu….

 

…due ragazzi si alzarono in volo….

 

-Oh No di nuovo- gridò disperato Edoardo

 

I nani intanto si dispersero e iniziarono a urlare sentendo le due potenze che si stavano creando in quella stessa sala. Le due luci improvvisamente divennero più forti che mai e si fusero in unico fascio di luce rosso-blu che prese forma in un gigantesco dragone

-Drago Elementale!!!!!!!!!!!!!!!!!- urlarono i ragazzi

Dalla bocca del drago si formò una gigantesca sfera di energia bianca

 

- Edoardo cosa credi di fare!!!- urlò il Crystal disperata

 

Edoardo si illuminò dell’aura smeraldo e  iniziò creare una gigantesca sfera di energia verde

 …ci fu una violenta esplosione e poi…silenzio……            

            

 

                                                                         Continua

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Capitolo 24
*** Il significato dell'amicizia ***


d

Questa volta sono un po’ in anticipo ma, ho voluto completare il capitolo per non farvi stare troppo in ansia. Spero che vi piaccia. Ringrazio Takami_Kinimiya e tutti lettori silenziosi che mi seguono. Con quets’ultima frase vi lascio e vi rinnovo il mio solito invito che ormai conoscete a memoria….

(“Commentate” ndtutti) ma come siete bravi, ciao a tutti shinichi      

 

Capitolo 24

Il significato dell’amicizia

 

La sala dei banchetti era semi-distrutta, il tavolo era stato incenerito dall’attacco combinato di Acqua e Fuoco e intorno alla sala aleggiava una nebbia densissima, che impediva di vedere  qualsiasi cosa. I presenti però sembravano tutti sani e salvi…beh non tutti

Edoardo aveva raccolto tutte le sue energie e aveva creato una barriera verde potentissima per difendere il re, Crystal, Vaolin e gli altri nani dall’attacco del Drago. La barriera era stata attivata poco prima dello scontro e per poco non aveva ceduto sotto la potenza dell’attacco dei due Guardiani ma grazie alla magia di Crystal che era intervenuta era andato tutto bene

-Ma Alessandro e Luca…che fine hanno fatto?- pensò Edoardo 

Dopo un po’ la nebbia si diradò mostrando i corpi seminudi dei due ragazzi che erano distesi a terra, ancora con le mani congiunte, usate come collegamento per far passare da un corpo all’altro i due poteri opposti. Sul corpo portavano chiari segni di ustione ma…respiravano,anche se molto male…

-Alessandro,Luca!!!- urlò Vaolin correndo in direzione dei due ragazzi

L’elfo si gettò a capofitto sui due ragazzi e tentò di scuoterli per svegliarli, dato che entrambi avevano gli occhi chiusi

-Alessandro,Luca…perché…perché l’avete fatto?- gridò l’elfo piangendo –non volevo essere la causa della vostra morte-

L’elfo continuò piangere e nel frattempo fu raggiunto da Crystal, Edoardo, il re, Ghiorgos e Thor. Edoardo si chinò su di loro e si illuminò della sua aura verde smeraldo, raccogliendo tutti i suoi poteri, posò le mani su i due ragazzi, come per sentire il loro stato di salute.

-Respirano a fatica e le ustioni sono molto gravi, per curarle i miei poteri non bastano…ho bisogno di qualche foglie di Partenio, una pianta rara che è in grado si curare le ustioni gravi e abbassare la febbre-

-Non si può usare dell’Erba di Fuoco?- chiese Crystal

-No, queste soino ustioni troppo gravi-

-Beh!! Avete sentito il Guardiano della Terra portategli del Partenio e subito- gridò stizzito il re

-Non sappiamo dove si trovi- risposero mortificati i nani

-Si trova nei Giardini, l’ho riconosciuta io stesso- gli rispose il Edoardo –ma non credo che sappiate riconoscerla, assomiglia a una piccola edera con le foglie gialle e rosse,e cresce ai piedi degli olmi-

-Ci vado io allora-disse deciso Vaolin –questo è successo per colpa mia, perché Luca e Alessandro volevano difendermi, perciò ci andrò io-

-Ma ti ho già detto che non sapresti riconoscerla, sa mimetizzarsi benissimo con il fogliame- lo contraddisse Edoardo

-Vieni qui Edo- gli disse l’elfo serio

Edoardo si avvicinò, l’elfo posò la mano destra sulla fronte del ragazzo e mormorò

 

-Fane cotagi- (mostrami i tuoi pensieri)  

 

Ci fu un lampo di luce bianca e poi Vaolin staccò la sua mano. Edoardo si sentiva scosso era come se una m,ano fredda avesse messo una mano nella sua testa e avesse iniziato a girare tra i suoi pensieri, toccando tutto ciò che gli serviva.

-Che cosa mi hai fatto?- chiese Edoardo sconcertato

-Un piccolo incantesimo elfico, ho letto nei tuoi pensieri-

-Hai letto nei miei pensieri!!!-esclamò Edoardo

-Esatto-

Edoardo guardò per un attimo l’elfo poi sorrise

-Allora avi!-

-Vado-

Vaolin corse fuori dalla stanza e sfruttando la sua innata agilità corse fuori e uscì  dal palazzo in poco tempo. Ripercorse in pochi attimi le lunghe gallerie illuminate dai caesia e in pochi minuti arrivò nel giardino pensile. Si mise subito alla ricerca della pianta ma con scarso successo, infatti a quel tempo ai piedi degli olmi crescevano una grande infinità di funghi e le foglie secche mimetizzavano completamente il Partenio.

-Adesso come diavolo faccio a trovarlo?- pensò Vaolin –non ne i poteri di Edoardo, ne i poteri di Crystal…-

L’elfo continuò a cercare affannosamente per dieci minuti senza riuscire ad ottenere alcun risultato, quando finalmente gli venne un idea:

-Noi elfi sappiamo parlare anche con le piante. Basta sapere le parole magiche giuste- pensò speranzoso Vaolin –ma quali sono?- pensò disperato

Improvvisamente si ricordò di un episodio avvenuto in passato: due bambini seduti vicino ad un albero la bambina, con un paio di alette azzurre aveva appoggiato la sua manina sull’albero e stava parlandogli piano

-Non è difficile Vaolin- disse la bambina con un sorriso

Il ragazzino dalle orecchie appuntite si avvicinò all’albero, guardandolo incerto.

-Cosa devo fare?- chiese smarrito, dopo aver appoggiato la mano sull’albero

-Devi pronunciare questa frase:  

-Loqui lex, refr broa, ei ia fol-       (parlami foglia, raccontami albero, sono un amico)      

 

-Ma certo!- esclamò Vaolin dopo aver ricordato le parole

Si avvicinò ad un olmo molto antico e nodoso e pronunciò la formula. Stette in attesa, senza mettere fratta al vecchio albero.

-Chi mi chiama?- biascicò piano l’albero

-So-sono un elfo grande albero, ho bisogno di trovare una pianta molto rara, si chiama Partenio, sai dove posso trovarla?- chiese incerto l’elfo

-Partenio…partenio- pensò l’albero

-E’ molto importante- disse impaziente Vaolin

-Si, so dove è- disse trionfante l’albero

-Bene- disse più sollevato Vaolin –dove si trova?-

-Vai ai piedi di quella grande quercia là e parlagli, digli che ti mando io, vedrai ti darà tutto il Partenio che vuoi-

-Grazie, possente olmo- disse Vaolin inchinandosi di fronte all’albero

L’elfo corse subito alla quercia e si inginocchiò per terra, frugando tra il fogliame. Finalmente la scorse, perfettamente mimetizzata e protetta dalle radice della quercia. Si alzò e ripete la formula, utilizzata con l’olmo. La quercia gli rispose più in fretta e gli permise di prendere qualche foglia di Partenio. Dopo aver ringraziato, uscì in fretta dal Giardino e ritornò al palazzo.

 

 

Vaolin entrò trafelato nel palazzo, ma con sua grande sorpresa una guardia gli disse che Edoardo, Crystal, il re e Ghiorgos erano usciti dal palazzo ed ora si trovavano nella casetta dei Guardiani per curare i malati.

-Grazie- ringraziò Vaolin e uscì velocemente dal palazzo per dirigersi verso la piazza di Nidavellir.

Corse, a più non posso nonostante i polmoni gli scoppiassero e le gambi gli gridassero di fermarsi.

 

-Devo..devo farcela…Edoardo e gli altri Guardiani contano su di me- pensò Vaolin

 

Raggiunse la piazza che era esausto, ma per fortuna ad aspettarlo c’era Tytanus

-L’hai trovata?- chiese il drago con voce possente

-S-si- disse affannato Vaolin

-Vieni salimi in groppa, non c’è tempo da perdere- disse il drago abbassando il collo, per permettere all’elfo di salire

Vaolin però restò deve era riluttante a salire sul dorso del drago verde

-Che c’è- chiese il drago impaziente –non c’è tempo per perdersi in questioni burocratiche, ti permetto di salire, ma ora andiamo dai!-

Vaolin restò comunque fermo

-Senti se non ti muovi sarò costretto a stordirti e a portarti contro la tua volontà- lo minacciò Tytanus

-No-

-No, un corno, muoviti o Ice e Flame mi linciano!- esclamò il drago esasperato

-Ho…- balbettò l’elfo

-Cosa hai?-

-Ho…pa…- proseguì l’elfo

-Hai cosa? Su Vaolin non ho tempo da perdere, muoviti!- sibilò il drago

-Ho paura delle altezze!- esclamò tutto d’un fiato Vaolin

Detto questo, scattò in avanti superando il drago e in pochi balzi raggiunse la prima sporgenza, che l’avrebbe portato alla galleria, che conduceva alla casa. Tytanus era rimasto scioccato

 

-Un elfo dei boschi….un elfo dei boschi…che soffre di vertigini- pensò il drago sempre con la bocca aperta –non si è più sicuri di niente a questo mondo…- 

 

Si alzò in volo raggiunse la casetta

 

 

-Entra!- disse Ice ansioso che cercava di scrutare dalle piccole finestre

-Subito, non ti preoccupare, andrà tutto bene- disse Vaolin per rassicurarlo

-Lo spero altrimenti questo posto diventerà un vero inferno- disse il drago cupo

-Bene allora io entro- non ti preoccupare, ma per sicurezza controlla che Luca stia bene dalla sua finestra- disse l’elfo entrando 

-Ah, Vaolin- disse lo fermò Ice

-Dimmi Ice-

-Grazie-

-Di niente-

 

-Eccomi- disse l’elfo trafelato, entrando dentro la dimora

-Bravissimo Vaolin- dissero Crystal e Edoardo venendogli incontro

Edoardo prese l’erba ancora stretta in mano dall’elfo e si diresse verso un piccolo paiolo, già messo a scaldare e ci gettò dentro il Partenio. Ci fu un piccolo lampo di luce gialla e poi Edoardo versò il contenuto del paiolo, una densa pozione gialla brillante, in una ciotolina e dopo avergli pronunciato alcune parole sopra congiunse le mani che divennero iridescenti e tocco l’unguento, quello brillò di luce propria per qualche istante e poi Edoardo lo portò di sopra dai malati.

 

-Come stanno?- chiese Vaolin ansioso

-Bene- disse Edoardo sfinito sedendosi sul divano

Vaolin fu sollevato, non fece neanche caso al fatto che Crystal stesse baciando Edoardo, per “ricompensare i suoi sforzi”. Anche il re e Ghiorgos, che erano stati tutto il tempo con Vaolin e Crystal tirarono un sospiro di sollievo.

-Benissimo ora che i Guardiani si sono ripresi, io e Ghiorgos ce ne andiamo. Mi dispiace di essere la causa di questo spiacevole incidente-

-Non è colpa vostra sire- disse Edoardo

-No, un buon re sa riconoscere le sue colpe. Avrei dovuto sapere che i capi-clan non sarebbero stati molto “simpatici”, con un elfo che ha “usurpato il titolo di Guardiano. Ma non vi preoccupate, questa sera mi sentiranno. Volevo solo dirvi quello che non sono riuscito a dirvi questa sera. Domani volevo iniziare l’addestramento, ma viste le condizioni dei due Guardiani, direi di rimandare ai prossimi giorni- disse il re con sguardo severo

-Va bene-

-Quando sarete pronti inviate a Ghiorgos questo e lui mi avvertirà- disse il re porgendo a Edoardo un piccolo martello d’argento

-Che cosa è?- chiese curioso Edoardo analizzando lo strano oggetto

-E’ un Grist, una specie di sveglia nana, solo modificata, ora anziché battere sul comodino per svegliarti alla mattina, batterà sulla testa del povero Ghiorgos per avvisarlo-

-Ma come farà ad avvisarlo, da lontano?- chiese Crystal

-Oh basterà che voi lo lanciate quello arriverà dritto alla biblioteca- disse Ghiorgos con un sorriso   

-Bene allora ci vediamo- disse il re uscendo insieme al nano bibliotecario

-Arrivederci e scusi ancora per l’inconveniente- disse Vaolin uscendo per accompagnare il re

Dopo che i due nani se ne furono andati Vaolin si sedette sul divano sfinito. Dovevano essere le due di notte perchè la luna brillava alta nel cielo.

-Andiamo a dormire?- propose Crystal

-No prima devo dirvi una cosa- disse Vaolin alzandosi di scatto dal divano  

-Cosa?- chiesero Edoardo e Crystal all’unisono 

L’elfo sembrava molto incerto, come se non sapesse come iniziare

-Ho deciso di andare in cerca del Guardiano dell’Aria da solo- disse tutto d’un fiato

Crystal e Edoardo guardarono l’elfo e poi si guardarono tra di loro scioccati

-Oh Vaolin ma sei impazzito?- chiese Crystal scioccata dalla risposta dell’elfo

-Lo sai anche te che solo noi Guardiani possiamo avvertire la presenza di un altro Guardiano- disse Edoardo

-No, io voglio andarmene, qui non sono bene accettato…lo sapete anche voi- disse l’elfo con sguardo deciso

-Senti se è solo per quegli stupidi capi-clan…-cominciò Edoardo con voce stanca

-“Quegli stupidi capi-clan”, sono i capi dei nani, non voglio che perdiamo la loro amicizia solo perché non sopportano un elfo…- disse con sguardo arrabbiato

-Se ti daranno ancora fastidio e se non ti accetteranno allora, gli farò veder come sono in grado di sgretolare le montagne….-disse Edoardo, ora infuriato

-No!!!Non voglio che anche tu finisca come Luca e Alessandro, per poco non ci lasciavano la pelle, sperimentando la fusione combinata dei loro poteri- disse Vaolin con le lacrime agli occhi

Sapeva che un elfo non deve mai far capire i propri sentimenti ma adesso era troppo frustrato per evitare che le lacrime gli scendessero copiose dagli occhi. I due ragazzi rimasero a fissare l’elfo che piangeva come un bambino con sguardo stupito. Crystal gli venne incontro e l’abbracciò

-Noi ci saremo sempre per difenderti,noi siamo amici…ricordatelo- disse Crystal tenendolo stretto

-Esatto, pensa come reagirebbe Alessandro, sapendo che te ne sei andato?- disse Edoardo

L’elfo parve riflettere qualche secondo poi disse

-Avete ragione, resterò-

Dopo essere rimasto abbracciato alla fata per qualche minuto si staccò e sorrise

-Grazie-

-Allora sarà meglio andare a dormire- disse Edoardo

I tre amici si presero per mano e si diressero su nei loro dormitori spegnendole luci.

Ma qualcosa brillava ne l buio…

…qualcosa di malefico…

 

 

 

       

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Capitolo 25
*** L'allenamento ha inizio ***


Scusate tanto per come verrà questo capitolo…ma purtroppo non ho page brezze…presto lo modificherò, ma per il momento leggetelo così come viene…sorry ancora Capitolo 25 L’allenamento ha inizio Erano ormai passati due giorni da quello spiacevole banchetto e Luca e Alessandro stavano pian piano riprendendosi. Il primo giorno avevano avuto la febbre a 40 ma nel pomeriggio del primo giorno la febbre era scesa a 37. Edoardo non faceva altro che entrare e uscire dalle stanze dei due malati per somministrargli piccole dosi di Partenio e Crystal faceva da infermiera usando parte dei suoi poteri curativi per abbassare la febbre dei ragazzi. Vaolin invece era sempre più preoccupato e non riusciva a darsi pace. Camminava tutto il giorno per i corridoi delle stanze, chiedendo incessantemente a Crystal o Edoardo come stessero i ragazzi e quando proprio vedeva di essere una presenza troppo invadente se ne andava nei Giardini a cogliere qualche altra foglia di Partenio o a parlare un po’ con la vecchia quercia che lo aveva aiutato la prima volta. -Ma tu credi che sia stata colpa mia se Alessandro e Luca si sono ridotti a questa maniera?- chiese il piccolo elfo alla quercia per l’ennesima volta -No- disse la quercia con tono dolce –Vaolin tu ti preoccupi troppo,s e quei due non l’avessero voluto non ti avrebbero difeso. Inoltre dovrebbero esserti grato perché grazie a te hanno scoperto l’Elemental Fusion. Sai è una tecnica molto avanzata e persino i primi Guardiani non erano riusciti a impararla così in fretta- Vaolin alzò un po’ gli occhi azzurri arrossati per il troppo pianto -Che cos’è un Elemental Fusion? E tu come fai a conoscerla?- chiese Vaolin curioso -Beh devi sapere che io ho molti più anni di quanti ne dimostri- cominciò la vecchia quercia -Ma questo significa che dovresti avere almeno qualche migliaio di anni!!!!- esclamò l’elfo -Devi sapere che io sono una quercia fatata- disse la quercia con aria orgogliosa -Al tempo della Prima Guerra avevo solo due anni quando è successo. Ho conosciuto i primi Guardiani e ho visto il loro duro allenamento per padroneggiare le loro tecniche. Una di queste era l’ Elemental Fusion. Questa tecnica consiste nel combinare i due poteri di due diversi Guardiani per crearne uno che sia la somma dei primi due e quindi si viene a creare un’energia devastante. Ora, come tu mi hai raccontato, il potere del Guardiano dell’Acqua si è fuso con quello di quello del Fuoco e si è venuto a creare un gigantesco drago di luce viola. Bene, questo è un esempio di Elemental Fusion, molto pericolosa, infatti se si uniscono due poteri opposti si viene a creare un energia così potente che persino i Guardiani più esperti non riuscirono a controllare. Se invece a unirsi sono due poteri affini, il risultato è molto più controllabile. Un esempio è Acqua e Aria o Terra e Fuoco o Ghiaccio e Aria. Insomma gli elementi che anche in natura stanno insieme se invece si uniscono poteri opposti come Acqua e Terra il risultato è devastante ma creare una simile energia è molto, molto pericoloso- -Ho capito- disse l’elfo che per tutta la narrazione non aveva staccato gli occhi dalla quercia –ma ora sarà meglio che torni dai miei amici, Edoardo tende a diventare molto nervoso quando gli finiscono le scorte di Partenio. Grazie amica quercia, ci vediamo domani- detto questo interruppe il contatto e l’albero tornò muto come sempre. Si allontanò a grandi passi dal giardino. - Si chiama così dunque: Elemental Fusion- disse una voce roca nell’oscurità di una sala buia –sarà meglio avvertire il mio padrone del fatto- All’improvviso ci fu un lampo di luce bianca e da una delle pareti della piccola sala apparve uno specchio nero molto grande e dalla cornice dorata. La luce aveva vagamente illuminato la figura: era molto piccola e portava un lungo mantello nero. Improvvisamente nello specchio di materializzò la figura di un essere enorme dai vaghi contorni umani e un paio di corna nere -Cosa vuoi a quest’ora?- tuonò la voce di Leese -Ho delle cose da riferirgli mio signore- disse la foce dell’ometto abbassando il cappuccio Sul viso del demone si formò un sorriso molto compiaciuto. -Ce ne hai messo del tempo!- esclamò Edoardo sul punto di una crisi isterica -Scusate mi sono messo a chiacchierare con la mia amica quercia- si scusò Vaolin porgendo le foglie di Partenio a Edoardo -Scusalo Vaolin- disse Crystal avvicinandosi all’elfo –ha passato un notte in bianco perché sa che i suoi amici sono molto vicini alla completa guarigione- -Lo capisco…quindi stanno bene- disse Vaolin tirando un primo sospiro di sollievo -Si ancora una notte di riposo e poi saranno guariti del tutto- -Sono contento- La mattina seguente… -AHHH!!!!!!!!- sbadigliò sonoramente Alessandro tirando su le sue coperte rosse Vaolin gli saltò praticamente addosso -Allora sei vivo!!!!-esclamò l’elfo con le lacrime agli occhi. -Si sono vivo. Ma se continui a strozzarmi morirò molto presto- disse Alessandro con ironia Nell’altra stanza si udì un grido molto simile a quello di Vaolin -Anche Luca deve essersi ripreso- disse Alessandro intuendo Dopo essersi lavati e cambiati Luca e Alessandro scesero giù nel salotto dove trovarono Crystal, Vaolin e Edoardo davanti a una tavola imbandita. -Uao!- esclamò Alessandro ma dove avete preso tutta questa roba?- chiese stupito -Avevo giusto un languorino- ammise Luca -Gra…gnam…zie…-disse Alessandro tra un boccone e l’altro -Bene dato che vi siete ripresi possiamo avvertire Ghiorgos e il re che state bene- disse Edoardo prendendo il Grist in mano Non appena lo ebbe sfiorato il piccolo martello prese vita improvvisamente e volò fuori dalla porta a tutta velocità. -Bene e così un altro problema è risolto. Ora se permettete io andrei a dormire- disse Edoardo alzandosi in piedi e dirigendosi stancamente verso la sua stanza -Lo seguo anch’io ultimamente non ho dormito molto- disse Crystal seguendolo -Bene buona notte- dissero Luca, Vaolin e Alessandro all’unisono Dopo che si ebbe udito le porte sbattere Luca e Alessandro ripresero a mangiare e Vaolin li stette guardare in silenzio. -Mangia anche tu se vuoi- lo invitò Alessandro vedendo che l’elfo stava fermo e li fissava -No grazie- ammise l’elfo –piuttosto ho qualcosa di importante da comunicarvi- disse l’elfo con fare cospiratorio -Cosa?- chiesero i due ragazzi curiosi smettendo di mangiare -Riguarda la vostra trasformazione…- -Quale?- chiese Alessandro -Quella che avete compiuto durante il banchetto- disse l’elfo stupito che i due amici non si ricordassero del gran casino che avevano scatenato tre giorni fa -Non mi ricordo- ammise Luca -Come?...va beh allora ve lo racconto io- disse l’elfo troppo impaziente per aspettare Si lanciò in una lunga narrazione: di come Luca e Alessandro si fossero illuminati all’improvviso della loro aura e di come all’improvviso si fossero alzati in volo formando un unico dragone viola, che aveva lanciato all’improvviso quella gigantesca sfera di energia bianca e di come loro poi fossero svenuti una volta caduti a terra. -Davvero? Io non mi ricordo niente- disse Alessandro stupito per aver creato una simile energia -Sono d’accordo con lui, neanche io mi ricordo- disse poi Luca -Strano, comunque non è questo, quello che vi volevo dire- disse Vaolin -sono stato nei Giardini di Nidavellir e ho parlato con una quercia e…- -Fermo, fermo…tu parli con gli alberi?- disse Alessandro interrompendolo stupito -Si Ale ha ragione io pensavo che solo Edoardo potesse parlare con le piante- disse Luca meravigliato -E invece sparlare anch’io con le piante, grazie alla mia natura di elfo…Crystal sa parlare con i fiori…e allora?-disse Vaolin tagliando corto -Davvero? non lo sapevo!- disse Alessandro -Oh insomma! Non è questo il punto- sbottò Vaolin –la quercia mi ha spiegato che la vostra è un….- Ma non riuscì a finire la frase perché all’improvviso al porta si spalancò e entrarono nella stanza re Alberich, Thor e Ghiorgos -Allora vi siete ripresi!- esclamò il re gioviale -Bene allora domani inizierete l’allenamento- disse Thor contento -Ma…ma- tentò di protestare Alessandro -Niente ma, giovanotto- disse il re –siamo già in ritardo con i tempi- disse il re -E va bene- dissero i ragazzi rassegnati -Splendido!- esultò Thor ci vediamo al campo dia addestramento domani alle otto in punto. Manderò un nano a mostrarvi il cammino- Detto questo la piccola comitiva di nani se ne andò lasciando Luca e Alessandro nella disperazione più nera -Ci siamo appena ripresi e quelli ci vogliono far sgobbare di nuovo- si lamentò Alessandro -Dovete capirli- gli disse Vaolin –hanno solo due mesi per trasformarvi in dei guerrieri potentissimi. Non è un impresa facile!- -Vaolin ha ragione- ammise Luca –Beh sarà meglio che allora salutiamo i draghi e poi ce ne torniamo a dormire, domani sarà dura- Uscirono un secondo fuori, dove incontrarono le teste di Ice e Flame che spingevano per entrare nella piccola abitazione -Anche noi siamo felici di vedervi- disse Luca ridendo della loro impazienza Corsero astringere Flame e Ice i quali sbuffarono per la gioia. Passarono un piacevolissimo pomeriggio, durante il quale i draghi insistettero per portarli in groppa a fare un giro della valle. Tornarono alle sei di sera ma ne era valsa: avevano potuto osservare la catena montuosa dei Faltomwin e il territorio desertico nelle vicinanze. -Grazie del bel viaggio- li ringraziò Alessandro -E’ stato divertente- Salutarono i draghi e rientrarono in casa dove li attendeva Vaolin con una cenetta niente male. -E’ tutto squisito. Grazie Vaolin- lo ringraziò Luca al termine della cena -Ora sarà meglio che andiamo seriamente a dormire…- -…altrimenti domani non ci sveglieremo neanche con le cannonate- concluse la frase Alessandro con un sorrisetto complice -Buona notte- -Buona notte- li salutò Vaolin Verso le sette e mezza del mattino si udì un forte picchiare alla porta e la voce di un nano che chiamava i Guardiani. -Mmmh….ma che ore sono?- domandò Luca girandosi dalla parte della finestra per vedere se il sole splendesse o no. Purtroppo per lui l’alba era passata da un pezzo e un pallido sole rischiarava le montagne. Sarà meglio che mi alzi altrimenti mi riaddormenterò- pensò Luca Si alzò a fatica dal letto e si diresse verso il piccolo bacile di pietra per lavarsi la faccia. Quando vi immerse le mani si accorse che l’acqua mancava e distrattamente la fece sgorgare dalla punta delle dita, finché il bacile non fu completamente pieno. Poi immerse le mani nell’acqua cristallina e si sciacquò il viso energicamente. Dopo si vestì con l’abito che aveva trovato sulla sedia (probabilmente inviato non si sa come dal re) e si diresse verso il piccolo salottino, dove trovò Edoardo e Alessandro già pronti per partire. -Buongiorno Luca- lo salutarono i due ragazzi mentre si versavano una tazza di latte caldo -Buongorno ragazzi...come ve la passate?- chiese Luca sedendosi a mangiare insieme a loro -Bene- ammise Alesssandro spalmandosi la quarta fetta di pane e marmellata -Avrei preferito dormire di più.... ma non mi lamento- ammise Edoardo con un sorriso stanco -Guada che non devi fare sforzi inutili, devi riposarti!- disse prontamente Luca -Si, Luca ha ragione, in fondo hai fatto due notti in bianco e anch ete hai il diritto di riposarti...lo diremo noi al re- disse Alessandro venendo incontro a Luca -Grazie ragazzi siete dei veri amici, ma...non me la sento di lascairtvi da soli e di suoerrarmi nella scoperta dei nostri poteri. Inoltre anche voi non siete messi tanto bene e non vorrei che combinaste altre pazzie mentre non ci sono. Quindi verrò con voi!- disse rrisoluto Edoardo -Lo sai ti ammiro molto- disse Alessandrocon un sorriso -io al posto tuo me ne sarei stato a letto- I tre ragazzi si guardarono un attimo e poi si misero a ridere scoppiando in una risata generale. -Qual'è il motivo di tanta allegria?- chiese Crystal scendendo dalla scala -Ciao Crystal!- la salutarono in coro i tre ragazzi -dormito bene?- -Abbastanza- disse la fata andando a dare un bacio a fior di labbra a Edoardo Si misero insieme a fare colazione e dopo aver mangiato i ragazzi salutaro crystal e si diressero versoil familiare tunnel scavato dai nani. Camminaron per poco tempo anche perchè questa volta il luogo di ritrovo era la piazza centrale di Nidavellir. Ci misero meno di cinque minuti ad arrivare e quando uscirono finalmente dal tunnel si trovarono davanti cinque nani in armatura da combattimento che li aspettavano. Portavano ognuno un elmo differente per forma e materiale. Quello più prezioso ed elaborato era quello del nano centrale: d'argento con lo stemma del clan di rame. Luca, Alessandro ed Edoarado lo riconobbero subito non tanto per lo stemma quanto per il gigantesco martello coperto di rune azzurrine...era Thor. Il nano li salutò gioviale andando a stringere la mano a ognuno di loro e presentandogli i vari nani: -Questo è Tethos- disse indicando il primo nano partendo da sinistra- figlio di Bluods. Poi c'è Niglic, figlio di Sipla. Glirc, figlio di Argos. E infin Serpio, figlio di Allus- Dopo ch ebbe terminato di fare le presentazioni, Thor indicò il vasto arsenale di armi con il quale sis arebbero allenati quella mattina: c'erano spade, asce,lance e mazze chiodate. Inoltre si potevano osservare anche tre splendide armature d'argento. Come al solito per distinguerle, i nanai avevano posizionato tre splendide pietre preziose, posizionate in mezzo al petto dell'armature. Inoltre c'erano tre scudi bellissimi nei quali erano raffigurati una goccia d'acqua, una fiamma guizzante e una foglia a forma di cuore rovesciato. Tutte e tre erano ricavate da un unica pietra preziosa: la goccia da uno zaffiro, la fiamma da un rubino, la foglia da uno smeraldo. I ragazzi non poterono trattenere un -Ohh!!!- di meraviglia -Ma a voi le pietre preziose non mancano mai?- chiese Alessandro sarcastico, dopo aver ammirato il suo scudo -Per i Guardiani questo e altro- disse la voce di un nano che giungeva proprio in quel momento da una delle gallerie -Ghiorgos!- lo salutarono i ragazzi quando lo videro arrivare -Salve Guardiani- li salutò con la sua solita giovialità il nano bibliotecario Luca, Alessandro e Edoardo si misero le armature, gli elmi e impugnarono gli scudi. Ma mentre stavano per scegliere l'arma Ghiorgos li bloccò -Stavo per dimenticarmene- disse il nano tirando fuori un piccolo sacchettino in pelle -Cosa contiene?- chiese Edoardo curisoso -Questi- disse Ghiorgos facendo cadere nel palmo della sua mano tre anelli d'oro con una pietra viola incastonata -Altri gingilli!- sbuffò Alessandro -ma dobbiamo allenarci o fare una sfilata di moda?- chiese sarcastico -Hai tutte le tue ragioni Igno, ma questi non sono semplici gingilli. Son anelli magici!- disse Ghiorgos con fare cospiratorio -Anelli magici?-chisese Luca -Si...provate e infilarvene uno al dito- I tre presero ciascuno un anello e se lo infilrono. Un ondata di debolezza li investì facendoli rabbrividire. -Bene ora provate a usare i vostri poteri- disse Ghiorgos Luca, Alessandro ed Edoardo provarono a creare delle sfere di energia, ma per quanto si sforzassero non ci riuscivano. -Basta ci arrendiamo, dicci cosa fanno, anche se credo di averlo intuito- disse Edoardo -Questi anelli portano una pietra chiamata Obscura, dal nome della città dove viene estratta...Oscura- iniziò a spiegare Ghiorgos -Cosa!!!?- esclamò Alessandro- ma Oscura non è quella città che si trova proprio nel territorio di Leese?- -Esatto- -Ma è impossible entrarne in possesso. Solo il nemico la può estrarre- disse Thor stupito anche lui del fatto che Ghiorgos fosse venuto in possesso di una pietra tanto pericolosa -Ho le mie spie nel campo nemico...cioè abbiamo- disse Ghiorgos nervoso -Va bene comunque non ci hai spiegato cosa fanno e perchè bloccano i nostri poteri?- gli fece notare Luca -Ah si!- disse Ghiorgos ricomponendosi subito -Queste pietre bloccano i vostri poteri perchè Leese molti anni fa le creò per sconfiggere i precedenti Guardiani, anche se a quel tempo riuscivano soloa indebolirli. Ora voi vi bloccano perchè siete Guardiani alle prime armi...diciamo- -Ma perchè ce li hai dati?- chiese Alessandro non riuscendo a capire -Per impedirvi di combinare un altro disastro come quello di qualche giorno fa. Non vogliamo che sviluppiate i vostri poteri così in fretta perchè altrimenti non sapremo come controllarli- disse Thor -Abbiamo capito- dissero in coro I tre ragazzi rimirarono i tre anelli all'apperenza innocui, ma che nascondevano dentro di loro un potere immenso. -Va bè- disse Alessandro dopo aver dato un ultimo sguardo al suo anello -io lo lascierei stare e non mi preoccuperei più di tanto- ammise rivolto a Luca e Edoardo -tanto ora non ci servirà. Coraggio iniziamo ad allenarci- -Sono d'accordo con te- ammise Luca andandosi a scegliere un arma -Avete ragione- disse Edoardo. E dopo aver finito di rimirare il suo anello seguì Luca nella scelta delle armi. La scelta di quest'ultime era molto varia, si poteva scegliere tra: spade, sia lunghe che corte, pugnali, asce molto robuste, mazze chiodate e lance. Inizialmente i tre non seppero cosa scegliere ma poi Luca e Alessandro optarono perd ue spade leggere e affilate e Edoardo, che aveva il braccio più muscoloso dei loro decise di provere l'ascia. -Bene ora che avete scelto le vostre armi, vi spiegherò come si svolgerà l'allenamento...-iniziò Thor -Dunque per prima cosa, Alessandro e Luca andrete con Tethos, Niglic e Glirc che vi insegneranno le tecniche base per la spada, mentre tu Edoardo verrai con me e Serpio, che ti insegneremo le tecniche per il combattimento con l'ascia- -Ok- esclamarono i tre ragazzi. Il gruppeto si divise e ognuno se ne andò con il proprio istruttore. L'allenamento durò tutta la giornata. Alessandro e Luca impararono le tecniche base del combattimento con la spada: gli affondi, le parate e a roteare la spada per difendersi dagli attacchi non solo frontali ma anche laterali. Per Edoardo invece fu più difficile e faticoso: dovette imparare a maneggiare bene l'ascia e a colpire con estrema precisione e velocità; il che non era affatto facile. L'ascia era molto più pesante rispetto a la spada e inoltre non era molto facile da maneggiare. Il risultato fu che alla prima giornata di allenamento i tre furono battuti e buttati a terra diverse volte e riportarono numerosi tagli e lividi leggeri. Quello che sis tancò di più di tutti fu però Alessandro che non volendo arrendendersi mai di fronte alla superiorità di Tethos, continuava a menar fendenti e a cercare invano di sviluppare anche la più piccola fonte di calore sulla mano sinistra per scottare il suo avversarioe poterlo abbattere facilmente. Il risultato ovviamente non fu dei migliori: infatti Alessandro sentiva le forze svanirgli sempre più velocemente a causa dell'anello e molte volte imprecò a gran voce cercando di sfilarselo. Ma il nano, non facendolo per cattiveria ma più che altro per paure del potere di Alessandro, continuava a colpirlo incessantemente fino a che non cadeva a terra svenuto o non dimenticava il suo intento per iniziare a proteggersi. Insomma alla fine dell'allenamento, dopo esersi tolti gli anelli Edoardo creò due stamepelle in ferro, tramutando due asce di ferro, per Alessandro, che era ridotto a uno straccio e a malapena riusciva camminare. I nani ovviamente ci restarono di sasso per quella trasformazione ma Edoardo si affrettò a spiegare che sarebbe stata solo temporanea e che il giorno dopo i nani avrebbero riavuto le loro asce come nuove. Quindi dopo avers alutato i nani se ne andarono con la promessa che sarebbero tornati l'indomani per la seconda giornata di allenamneto -Voi cosa ne pensate- chiese Luca quendo ebbero arggiunto la loro casa -Serpio, ci va forte quendo colpisce- fu l'unico commento di Edaordo -E Tethos me la pagherà- disse Alessandro tra un passo e l'altro -Ora voi cosa avete intenzione di fare?- chiese Luca una volta che ebbero arggiunto la porta della casetta -Io penso che mi farò un bagno e poi me ne andrò a letto.- disse Edaordo -Idem- dissero insieme Alessandro e Luca Dopo essersi dette queste parole entrarono in casa silenziosi come gatti per evitare di svegliare Crystal e Vaolin e infine se andarono a letto sfiniti dopo la loro prima giornata di allenamento.

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Capitolo 26
*** Omicidio inaspettato ***


sd

Cari lettori scusate il ritardo è che non ho avuto più ispirazione…ma ora ritorno con un capitolo di fuoco…spero che vi piaccia….

Ciao Shinichi ^_^

 

 

 

Capitolo 26

Omicidio inaspettato

 

Una luce abbagliante...

Una piccola figura ammantata di nero che scaglia un fulmine nero dalle sue mani...

Una risata sinistra...

Tre ragazzi che combattono disperatamente contro qualcosa di nero e violaceo...

Delle pietre violette che risplendono in quella luce accecante....

Un grido lacerante....

Ahhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!.....

 

-Ahhh!- gridò Luca alzandosi di scatto e tirando via le coperte

-Che cosa succede?- urlò Edoardo entrando si corsa nella stanza

Fu seguito da Crystal e Vaolin che entrarono nella stanza dopo di lui.

-Stai bene?- chiese Crystal

Luca ci mise un pò a mettere a fuoco. Aveva ancora gli occhi semichiusi e la bocca spalancata in un grido muto. Nelle orecchie aveva ancora quell'urlo terrificante.

-Luca?!! Luca!!??- urlò Edoardo disperato, vedendo che l'amico non rispondeva

-Co-cosa?- domandò Luca riprendendosi e accorgendosi solo ora della presenza dei tre.

-Hai urlato. Ti senti di nuovo male per caso?- domandò Vaolin

-Io cosa ho fatto?- chiese Luca sempre più confuso

-Ha avuto una visione...-disse Crystal con tono misterioso

-Cosa???- domandò Edoardo esterrefatto

-Si...Almeno credo- mormorò a mezza voce Luca

-E che cosa hai visto?- domandò Vaolin interessato

-Ho visto...ho visto...ho visto una luce accecante e in mezzo a questa luce una figura piccola e vestita di nero che scagliava un fulmine nero. Poi ho visto dalla parte opposta tre ragazzi, che suppongo essere noi, che combattevano contro una massa nera e in mezzo a questa luce si poteva vedere altre tre luci violette...-

-Che significato può avere questa visione?- si chiese Alessandro apaprendo proprio alle spalle di Edoardo

-Ahhh!- strillò il ragazzo appena udì la voce di Alessandro -ma te da dove salti fuori??? Mi hai fatto prendere un colpo!- disse Edoardo ansimando e tenendosi il petto

-Sono qui da lameno cinque minuti. Non vi siete accorti di niente?- disse Alessandro stupito

-No!- esclamarono in coro

-Comunque...che si fa?-

-Niente- disse Edoardo -la visione potrebbe riferirsi a un momento anche lontano. Quindi aspettiamo-

-Va bene. Scusate per lo spavento. E' che le mie visioni arrivano in maniera inaspettata...Scusate- disse Luca

-Non preoccuparti- disse Vaolin

-Pensa a dormire- disse Edoardo

-Ok allora buonanotte. Ci vediamo domani- rispose Luca

Gli altri uscirono dalla stanza e Luca si riaddormentò subito serenamente.

 

 

I giorni succesivi trascorsero allo stesso modo del precedente: l'allenamento dei ragazzi proseguì e ogni giorno che passava diventavano sempre più forti riuscendo a combattere senza più ricorrere alpotere dei Guardiani.  Passato un mese e mezzo però I sogni di Luca si fecero sempre più inquieti e alla fine decise di parlarne con Vaolin. Lo raggiunse nei Giardini di Nidavellir, dove lo trovò seduto sotto la solita quercia a fare conversazione con l'albero.

-Ancora lo stesso sogno?- chiese Vaolin con un sorriso a Luca, conoscendo il problema

-Si...secondo te cosa dovrei fare?- chiese Luca ansioso

-Dovresti andare dagli elfi tra di loro vive una sacerdotessa, Freya, sorella del re che è una veggente e potrebbe aiutarti con il tuo problema-

-Si hai ragone ma come facciamo il nostro allenamneto durerà ancora due settimane- disse Luca

-Potresti chiedere al re se è possibile partire prima. Tanto a quanto ho capito voi non ve la cavate molto male con spade e asce-

-Si è vero, potrei provare-

-Inoltre noi elfi siamo anche degli ottimi guerrieri oltre che dei grandi maghi-

-E....-

-E...cosa?- chiese Vaolin non sapendo cosa rispondere

-E...degli inguaribili modesti!-

-Spiritoso! Sarà meglio che vada dal re prima che cambi idea e glli dica di non farsi convincere da te-

-Grazie del consiglio Vaolin. Sei un amico-

-Di nulla-

Detto questo Luca se ne andò di gran corsa dal giardino, lasciando Vaolin alle sue conversazioni arboree, per dirigersi verso il palazzo del sovrano.

 

Poco dopo nella sala del trono.

-Sire. Scusate se vi disturbo- iniziò Luca avanzando a grandi passi verso il trono -volevo chiedervi se era possibile partire prima del previsto. Sa ho avuto una visione strana e vorrei...- ma le parole gli morirono in gola .

Acacsciato sul trono e completamente sporco di sangue sedeva il re. I suoi occhi erano vitrei e fissavano il vuoto. Dall'aspetto si direbbe che fosse stato ucciso da poco, poichè dalla ferita al cuore sgorgava ancora sangue rosso. La bellissima corona era caduta a terra e anche l'inseparabile spada del re era scivolata a terra, ma dalla presa salda dello scudo nell'altra mano si poteva intuire che fosse morto combattendo. Luca si avvicinò sempre di più verso il corpo del povero re e solo allora si rese conto dello stiletto nero impiantato nel cuore. Lo estrè dal cuore e in quel momento il re ebbe un sussulto. Luca si spostò prontamente, sperando che il re fosse ancora vivo. Ma questa speranza fu vanificata. Luca non sapeva coem comportarsi.

Che doveva fare correre a chiamare aiuto? Aspettare che qualcuno lo trovi lì con un cadavere e uno stiletto insanguinato? Sicuramente era meglio chiamare aiuto. Così lasciò il re nella sala del trono dicendo alla guardia di stare attento e di non fare entrare nessuno e partì velocemnete verso la piazza di Nidavellir. Corse più veloce che poté e alla fine dovette creare una corrente d'acqua perchè lo sollevasse e gli facesse fare meno fatica, poichè ormai era stremato.

Giunto nella piazza trovò Alessandro e Edaordo intenti ad allenarsi con Thor e Tethos.

-Correte presto!- urlò lui

-Cosa succede?- chiesero allarmati

-Non c'è tempo seguitemi!- urlò Luca dirigendosi già verso l'imabocco della galleria

-Calamti Luca- disse Edoardo raggiungendolo

-Si Calmati. sembra ch etu abbia visto un fantasma!- disse Alessandro divertito

-Ci sei andato vicino- disse Luca di rimando

-Cosa????- escalamrono tutti

-Seguitemi!- gli intimò Luca

Detto questo partì alla volata della galleria e ai quattro non restò che seguirlo. Come aveva fatto prima evocò un acorrente ch etrascinò tutti i prsenti dell agalleria fino al palazzo del re. Appena raggiunsero l'entrata del palazzo la corrente svanì e i cinque si ritrovarono bagnati fradici.

-Grazie tante Genio! la prossima volta avvertici! Mi sarei meso il costume da bagno- disse Alessandro evocando una corrente d'aria calda ch ein poco tempo li asciugò tutti

-Scusate ma è veramente spaventoso dovete venire a vedere subito- disse Luca frettolosamente

-Aspetteaci e spiegaci cosa succede!- disse Thor tentando di fermarlo

-Tutto inutile Thor è meglio se facciamo quanto ci ha detto- disse EDoardo vedendo che Luca stava già salendo la prima rampa di scale

Lo seguirono fino alla stanza del trono dove lo trovarono a discutere animatamente con una guardia

-Sei sicuro, che non sia entrato nessuno?- disse Luca alla guardia mentre riprendeva fiato piegato in due a causa della corsa

-Si ne sono sicuro!- diss ela guardia seccata. Molto probabilmente aveva sentito quella domanda almeno tre volte

-Bene. Seguitemi- disse Luca dopo aver ripreso fiato, entrando nella sala

L'ambiente era come l'aveva lasciato prima di andare a chiedere aiuto: il corpo del re era sempre accasciato sul trono e ai suoi piedi una pozza di sangue bagnava il pavimento. Lo stiletto nero però non c'era più. Appena i due nani videro il corpo, senza vita del re e capirono l'accaduto, lanciarono alte grida di dolore e il nano guardiano entrò subito nella stanza per vedere cosa era successo. Il gruppo però gli impedì di guardare il corpo esanime del re e Thor gli ordinò di chiamare i capi-clan. Il nano, un pò deluso, comprese la gravità della situazione dal tono preoccupato e afflitto di Thor e perciò non osò disobbedire. Corse subito in fondo alla sala e andò a fare quanto gli era stato ordinato.

-Chi ha potuto compiere un simile delitto?- disse Thor tra le lacrime

-Non lo so ma chiunque sia stato la pagherà!- disse Edoardo deciso

Non ci volle molto perchè il nano tornasse seguito dagli altri capi-clan molto confusi. Quanto tutti si resero conto di quanto era accaduto si misero a piangere e non smisero per una buona mezzora. Luca per evitare ancora la vista del sangue lo lavò via e chiuse gli occhi del re ancora spalancati. Dopo qualche ora i Capi ordinarono a quattro nani di portare via il corpo del re, avvolto in un telo dorato, e si diressero nella sal del consiglio. Ordinarono avviamente anche a Luca, Alessandro, Edoardo e Thor di seguirli per discutere di quanto era accaduto. Perciò i ragazzi furono costrettia segurli. La sala del consiglio non era molto diversa dalle altre eccetto per il fatto che questa era la più povera e disadorna: si trattava infatti di un unica stanza molto grande ma buia, al centro della quale si trovava un enorme tavola rotonda dove sedettero i vari capi-clan. Dal soffitto pendeva un unica lampada molto grande nella quale scoppiettava allegra una piccola fiamma.

Quello che doveva essere il più anziano e potente dei capi-clan si salzò in piedi e disse: -Chi di voi ha trovato il corpo per primo?-

-Io-disse Luca facendosi avanti

-Tu Udor?- domandò il capo-clan facendosi piccolo

-State tranquillo...hem...non conosco il vostro nome- cominciò Luca

-Il mio nome è Cleor e sono il capo di questo consiglio- disse Cleor meno timoroso

-Ok, Cleor, io non centro con questo delitto. Stavo andando dal re e l'ho trovato in questo stato- disse Luca

-C'èqualcuno che può provarlo?-disse un nano giovane dall'aria burbera

-No...non c'è nessuno che...hei ma io ve lo posso giurare l'ho trovato in questo stato...ve lo giuro- farfugliò Luca

-Il nano che si trovava a guardia della porta ha detto che non è entrato nessuno prima di Udor- disse lo stesso nano di prima

-Io vi giuro sull'elemento che io possiedo che non ho ammazzato il re- disse Luca deciso

-E noi ti crediamo!- dissero Alessandro e Edoardo raggiungendo Luca e schierandosi dalla sua parte

-Io...io non so che cosa dire- farfugliò Cleor

-Lo so io- disse il giovane nano -I Guardiani si sono messi d'accordo per uccidere il re!-

-Ma come ti permetti!- esclamò Edoardo -Un Guardiano che ti da la sua parola non mente mai-

-Beh ora stiamo calmi - disse Cleor tentando di riportare tutti alla calma -dobbiamo deliberare sull'accaduto...ehm...Thor porta Udor,Ignio e Geos fuori di qui per favore-

-Subito signore...andiamo ragzzi- disse Thor rivolgendosi prima al capo-consigliere e poi ai tre ragazzi.

 Thor condusse Alessandro, Edoardo e Luca fuori dalla sala e li ricondusse alla loro casetta. I ragazzi appena entrati raccontarono il fatto a Crystal e Vaolin che restarono a dir poco orripilati.

-Ma chi è stato?- domandò incredulo Vaolin

-Non lo sappiamo...ma- cominciò Edoardo

-...Ma tutti pensano che sia stato io- concluse Luca scoraggiato

-E perchè?- domandò Crystal

-Perchè è stato lui il primo atrovare il cadavere e il nano che stava a guardia della porta ha affermato che non è entrato nessuno a parte Luca- disse Alessandro arrabbiato

-Dobbiamo provare la tua innocenza- disse Thor

-E come, l'arma del delitto non è stata trovata e quindi come pensate di scagionarmi?- disse Luca scoraggiato

-Ma di che ti preoccupi non hanno le prove e poi...accusare un Guardiano di omicidio è una cosa a dir poco folle- disse Vaolin

-Ai nani non interessano le prove si basano solo sui i fatti e i fatti dicono che sono io il colpevole- disse Luca

-Allora cosa possiamo fare- domandò Crystal sconsolata
-Dobbiamo apsettare e sprerare in una decisione favorevole del Consiglio- disse Thor

-Ma quale potrebbe essere la pena?- chiese Edoardo già temendo la risposta

-Morte...- disse Thor in modo drammatico

 

 

Passarono i giorni e il Consiglio alla fine decise di scagionare Luca, ma a causa del timore dei nani, i tre ragazzi, Crystal e Vaolin furono costrettia ad andarsene al più presto. Quella mattina stavano appunto preparando i bagagli, quando Luca ebbe di nuovo la stessa visione di qualche giorno fa...però questa volta fu più nitida:

Le forme iniziarono a distinguersi di più...le tre figure ch ecombattevano contro una specie di mostro a tre teste nero come la pece erano in realtà Edoardo, Alessandro e Luca, e la voce che si udì alla fine della visione fu di una ragazza...non seppe bene dire chi...se Crystall o...qualcun altro.

Quando la visione si interruppe Luca ebbe un sussulto e abbandonate le sue cose si diresse subito nelle varie stanze per chiamare i suoi amici.

-Ragazzi ho ruiavuto la stessa visione- iniziò a dire quando si furono riunitoi nel salottino -questa volta però era più nitida-

-Cosa hai visto?- domandò interessato Edoardo
-Ho visto noi tre che combattevamo contro uno strano mostro a tre teste e ho scoperto la fonte di quel grido: una donna, o una ragazza-

Tutti si voltarono verso Crystal la quale non seppe cosa dire

-Non credo sia lei anch'io ci ho pensato ma mi pareva un altra persona- disse Luca dissipando i dubbi

-Sei riuscito a identificare il personaggio con il mantello che scagliava quel fulmine nero?- domandò Vaolin

-No purtroppo il volto è coperto dal cappuccio, ma credo che sia Smigle-

-Smigle!!!!!???- domandò Alessandro orripilato

Ricordava bene l'orrendo mostro-lucertola che aveva affrontato qualche mese fa e ricordava anche che per poco non ci aveva rimesso la pelle tentando di spingerlo giù da quella gola.

-Può darsi che mi sbagli...ma non saprei...- ammise Luca

-Lo vedremo presto- disse deciso Voalin -quando una visone diventa piùnitida, significa che l'avvenimento a essa collegato si sta per verificare. Non ci resta che attendere...-

-E noi attenderemo...- 

 

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Capitolo 27
*** Il tradimento ***


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Capitolo 27

Il tradimento

 

Dopo aver concluso quella discussione spinosa, Edoardo, Luca, Alessandro, Vaolin e Crystal finirono di fare i bagagli e si prepararono a scendere.

-Mi mancherà qusta casetta- ammise Alessandro, scontento di dover lasciare tutte quelle comodità

-Eh si! Hai ragione Ale. Anche perchè adesso ci aspettano almeno due mesi di cammino- disse Vaolin

-Cosa???- esclamarono Luca, Alessandro e Edoardo all'unisono

-Si...per arrivare dagli elfi servono almeno due mesi di cammino- spiegò Vaolin

-Ma non è possibile!- esclamò Alessandro

-Mi dispiace ma non possiamo starcene con le mani in mano, questo omicidio ci deve spingere ancora di più a portare a termine il nostro compito- disse Vaolin

ll gruppetto si fermò per qualche istante a pensare agli avvenimenti degli ultimi tempi. Erano successe così tante cose dai nani che loro se ne capacitavano solo adesso: Il banchetto, la trasformazione di Luca e Alessandro, la loro malattia, l'allenamento e ora l'assassinio del re. Non potevano essere solo coincidenze...era tutto pianificato.

-Voi chi credete che potrebbe essere stato a uccidere il re?- domandò Edoardo

-Sicuramente non un nano- intervenne subito Thor -un nano non ucciderebbe mai il suo leader...a meno che lui non si fosse dimostrato malvagio nei confronti del suo popolo. MA non è il nostro caso ve lo assicuro-

-Allora tu dici che sia stato una persona esterna al popolo dei nani- disse Luca

-Precisamente-

-Il Nemico deve avere qualche spia all'interno della vostra gente- disse Alessandro

-Ma come è possibile qui ci sono solo nani e gli unici esseri diversi dai nani siamo noi e i draghi- disse Crystal con chiarezza

-Allora la spia deve avere la facoltà di cambiare form...- disse Alessandro

-Smigle!- esclamarono tutti all'unisono eccetto Thor

-Chi è Smigle?- chiese Thor confuso

-E' l'essere più viscido e pericoloso che esista.- disse Alessandro ricordando lo scontro di qualche mese fa

-Non ti consiglio di incontrarlo. E'  una lacertola, un rettile capace di modificare le proprie dimensioni e di cammufarsi. Era uno dei servi di Malus, il mago che controlla il nostro villaggio e ci ha attaccati proprio mentre stavamo fuggendo da Balam- raccontò Luca

-Ho capito- disse Thor -quindi voi pensate che sia stato questo mostro a uccidere il re cammufandosi da nano?-

-E' probabile- disse Vaolin

-Ma non abbiamo le prove per incastrarlo e inoltre lui è morto, ricordate?- disse Alessandro -io e Vaolin l'abbiamo spinto giù di sotto-

-Allora chi può essere stato?- richiese Thor

-Non lo sappiamo- risposero i ragazzi

-Io però potrei dirvi a chi appartiene il pugnale nero che è stato usato per uccidere il re- disse Alessandro

-Cosa???- dissero tutti

-Si, bè è un potere che ho scoperto da poco ma penso che potrebbe esserci utile- disse Alessandro stranamente modesto

-E quando ha scoperto di possedere questo dono?- chiese Vaolin interessatissimo

-Dopo essermi ripreso- raccontò Alessandro - è molto simile alla preveggenza di Luca, solo che con me funziona al contrario: io sono in grado di vedere il passato di quell'oggetto semplicemente toccandolo. Mi è accaduto di scoprirlo toccando per caso il martello di Thor. Ho avuto come un falsh e ho rivisto il martello che veniva forgiato, incantato dalle mani di Goldragon, e poi di vedere i vari propetari del martello fino ad ora.-

-Caspita!- esclamò stupito Thor -quindi questo martello è stato incantato da Goldragon, ne sono molto onorato- disse accarezzando il martello

-Allora che cosa stiamo aspettando?- disse Luca -possiamo provare la mia innocenza. Andiamo!-

Detto questo il gruppetto lasciò i bagagli a metà e uscì fuori dalla piccola casetta.

 

Nella piazza di Nidavellir trovarono il Gran Consiglio e tutta la popolazione dei nani che gli aspettavano per salutarli.

-Luca è innocente- disse Crystal volando e precedendo gli altri

-Questo lo abbiamo già appurato- disse il capo del Consiglio un pò agitato

-No intendeva dire che possiamo provare che Luca è innocente, trovando il vero colpevole- disse Edoardo

-Ah si! e come?- disse il solito nano dalla barba nera

-Si,Alessandro vi farà vedere come- disse Luca

-Portatemi il pugnale- esordì Alessandro

-Perché?...-chiese Cleor

-Fatelo e basta- disse Thor con tono autoritario

-Va bene. Obbedite- disse l'anziano nano rivolto a due guardie

 

tra gli spettatori una figura incapucciata iniziò a inquietarsi

 

Dopo pochi minuti i due nani ritornarono con un piccolo cofanetto rosso stretto e lungo. Cleor l'aprì e ne estrasse il pugnale nero ripulito dal sangue del defunto re. Dopo averlo preso lo porse ad Alessandro, il quale chiuse gli occhi, come per concentrarsi, poi dopo essersi illuminato della sua aura rosa-rosso, fece levitare il pugnale, alzando le mani verso il soffitto, richiudendo il pugnale in una specie di sfera rosa trasparente e luminosa, e stette in quella posizione per alcuni minuti, dopo aver assorbto tutte le informazioni che gli servivano, smise di far levitare il pugnale e, abbassando le mani, lo rimise nella sua custodia. Sul suo viso si leggeva chiaramente un espressione di puro sgomento e confusione

-No...non è possibile....-disse Alessandro tra se e se

-Chi è stato Ale?- lo incalzò Edoardo

-Tu...non è possibile....-cominciò a balbettare Alessandro sconvolto.....

-....Tu ci hai traditi...Ghiorgos....-disse Alessandro puntando il dito contro il nano con gli occhiali in prima fila. 

 

 

 

Nel villaggio di Balam, intanto, gli abitanti si erano riuniti tutti a casa di Stronghold e Shila: gli uomini si erano dati da fare per fortificare il terreno che circondava la casa, creando diverse fortificazioni, le donne invece avevano raccolto quante più provviste potevano e le avevano stipate, parte nel granaio e parte nella dispensa. Le fortificazioni, costruite dagli uomini erano suddivise in tre settori : la prima circondava l'intera proprietà di Stronghold, la seconda circondava metà del terreno e la terza invece circondava solo la casa e il grananio. Tutte le fortificazioni erano state costruite con legno e sassi, presi dal fiume che scorreva non molto distante dalla casa e dagli alberi della foresta che circondava anche parte del terreno di Stronghold. Prima di tutto erano stati scavati dei fossati per potersi difendere meglio, e poi prima e dopo i fossati, profondi un metro, erano stati creati due muri in pietre alti almeno uno o due metri. All'interno dei fossi erano stati invece inficcati dei pali di legno accuminati. Era stato un lavoro durissimo e sfinente, ma grazie alle braccia forti di Stronghold e di altri uomini della sua stazza e soprattutto grazie ai materiali, presi in parte dal fiume e dalla foresta e in parte dalla vicina casa dello scalpellino, che possedeva molta calce, il lavoro era stato portato a compimento in tre giorni. Ora dovevano mettere a punto le ultime cose e aspettare il ritorno di Stan il fabbro che era andato alla sua fucina per preparare le armi per il combattimento.

-A che punto siete con le fortificazioni?- domandò Shila dalla porta di casa, a Stronghold

-Qui abbiamo quasi finito e tu invece? Le provviste le avete raccolte tutte?- le rispose Stronghold

-Abbiamo messo da parte tutte le provviste. Il fabbro non è ancora tornato?-

-No-

-Sarà meglio andare a cercarlo-

-Hai ragione- disse Stronghold -andiamo a cercarlo- disse poi rivolto a tre compagni

-Fate attenzione-gli gridò Schila mentre il gruppetto si allontanava

Stronghold, che era alla testa del gruppo superò le tre fortificazioni lignee e  guidò i suoi compagni oltre i terreni bruciati degli altri abitanti del villaggio. Non ci misero molto a raggiungere la fucina del fabbro, ma quando la videro restarono impietriti. Il corpo del povero fabbro pendeva senza vita, appeso all'insegna della sua fucina. Attaccato alla porta vi era invece un messaggio appeso con un coltello:

 

 

Non sperate di cavarvela  contro di noi...

siamo più forti e potenti di voi.....

Consegnateci la bambina e il suo immenso potere o l'ira di Leese si abbatterà su di voi

...avete una notte per pensarci, all'alba  verremo a sentire la  vostra  decisione ...

speriamoo, per la vostra incolumità che sia  quella  giusta....

all'alba verremoo....

 

Firmato: MALUS

 

 

Dopo aver letto il messaggio il gruppetto si rivolse subito verso Stronghold

-Che facciamo entriamo o torniamo indietro- chiese uno

Stronghold non rispose, agì. Entrò risoluto dentro al negozio, chinando il capo in segno di rispetto quando passò vicino al cadavere del povero fabbro. Dentro trovò la confusione più totale: tutti gli atrezzi erano stati rovsciati e sparsi per tutto il negozio e l'incudine era stata spezata a metà. Il fuoco, che prima bruciava costantemente, era stato spento...ma avvicinandosi notò che c'era della neve vicino alle ceneri...

-Cosa dobbiamo fare Stronghold?- domandò uno dei compagni

-Bè Stan è riuscito a fare qualcosa dopotutto...- rispose il gigante notando delle spade e delle lance per terra -prendiamole e sbrighiamoci a tornare a casa-

Dopo aver preso le armi stavano quasi per allontanarsi dalla fucina, quando Stronghold si fermò e tornò indietro.

-Ma che fai? Dobbiamo andare!!!- strillò uno del gruppo

-Non senza aver dato una degna sepoltura a Stan- ribatté Stronghold

Detto questo tirò giù dall'albero il cadavere del povero fabbro e iniziò a scavare una fossa per seppellirlo. Dopo qualche secondo di esitazione anche gli altri uomini che lo avevano accompagnato aiutarono Stronghold a seppellire il defunto. Dopo averlo seppellito, misero un piccolo fiore bianco sulla sua tomba e intonarono un debole canto di addio. Dopo averlo fatto presero le loro armi e se ne andarono dalla fucina. Durante il viaggio, tornando verso il campo base ebbero modo di trovare diverse case distrutte e moltissimi soldati di Malus intenti a depredare di quei pochi beni le case dei contadini. A quella vista a Stronghold montò una rabbia immensa e fece uno sforzo immane a restare calmo e a non lanciarsi su quei viscidi esseri e strozzarli. Il resto del viaggio fu molto difficoltoso, perchè il nemico aveva piazzato diverse sentinelle, che avevano il compito di osservare i contadini e vedere se qualcuno di loro usciva da quella specie di fortezza. Per fortuna riuscirono a passare inosservati, eliminando qualche sentinella si intende, altrimenti non ce l'avrebbero mai fatta. Quando finalmente varcarono la prima delle fortificazioni tirarono tutti un grande sospiro di sollievo.

-Fiu!!!- escalamrono i compagni di Stronghold una volta giunti nel gran casolare -ce la siamo cavata-

-No!- disse secco Stronghold -la vera guerra inizierà tra poco. Vedete di terminare tutte le fortiicazioni e piazzate ogni genere di trappola. Voglio che quando giungeranno qua trovino pane per i loro denti. Ah un ultima cosa....piazzate molti pali di ferro intorno alle recinzioni e alla casa e bagnate il tutto...-aggiunse poi con una scintilla di rabbia negli occhi e un sorriso determinato.

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Capitolo 28
*** Vittorie & Sconfitte ***


Capitolo 28

Vittorie & Sconfitte

 

L’alba stava sorgendo sui monti dei Guardiani, a Balam. L'aurora tinteggiava di rosa le loro vette e un timido sole invernale stava sorgendo. Nonostante questa bellissima alba la natura era morta. Non si udiva neanche il canto di un uccello o il verso di qualche animale. Nella casa-fortezza che si trovava ai limiti del villaggio, la tensione era al massimo. Gli uomini si erano disposti lungo le diverse recinzioni, che erano state munite di trappole: fosse nascoste,corde legate alle palizzate, che appena uno ci passava sopra scattavano, imprigionando lo sventurato in una rete o facendolo penzolare a testa in giù. Le donne invece si erano rifugiate dentro la casa che avevano sbarrato. Stronghold era i prima fila, armato di tutto punto: portava infatti una spada, legata in vita e posta in un fodero, una lancia, che stringeva nel pugno, e un arco e una faretra entrambi legati dietro la schiena. Non aveva uno scudo, al contrario dei suoi compagni ma aveva un elmo un pò rudimentale, ricavato da una vecchia pentola. Sentiva dentro di lui una starna eccitazione aspettando la battaglia imminente e dava fugaci occhiate oltre la barricata sperando e, al tempo stesso, temendo di vedere il nemico che si avvicinava, pronto a eliminarli. Durante la notte precedente avevano discusso a lungo e animatamente sul da farsi. Stronghold e gli altri suoi compagni avevano raccontato cosa avevano trovato una volta giunti alla fucina del fabbro. A quel punto avevano discusso riguardo al messaggio minaccioso che avevano trovato e c'erano stati molti pareri discordanti: c'era chi, senza scrupoli, aveva proposto di consegnare la povera Aurora a Malus, credendo stupidamente che così sarebbe stato salvo. Poi ci fu chi invece proponeva di scappare e chi, come Stronghold, proponeva di combattere fino alla morte

 

 

...-Dobbiamo consegnarla, Stupidi!! Ma non capite se combattiamo ci uccideranno tutti dal primo all'ultimo!- disse un contadino ciccione e vigliacco

-GIACOMO VUOI PER CASO MORIRE ORA!!!!!!!!!!!-gli rispose Stronghold Alzandosi all'istante e minacciando di tirargli un pugno sul muso

-Stai calmino eh! Non ,mi fai mica paura- disse Giacomo ad alta voce e allo stesso tempo allontanandosi sempre di più dal perimetro in cui avrebbe potuto rischiare davvero un pugno

Stronghold rise

-Ah no allora perchè ti stai allontanando?- disse lui beffardo

-Io sono d'accordo con Giacomo, meglio abbandonare la mocciosa e chiedere perdono- disse un altro contadino basso e robusto

-QUELLA "MOCCIOSA" E' MIA FIGLIA, DANIEL, QUINDI SE NON VUOI FARE UNA BRUTTA FINE TI CONVERRA' FARE ALTRE PROPOSTE- disse Shila, alzandosi e dirigendosi come una furia verso il bassetto

Vedendo che avanzava Stronghold la bloccò, mentre l'altro si andava a nascondere nelle ultime file, borbottando qualcosa.

-Cara forse è meglio se ne parliamo in maniera un pò più civile- disse Stronghold con dolcezza per placare la moglie

-IO STO PARLANDO IN MANIERA CIVILE!!!- disse Shila continuando a urlare e a lanciare occhiate assassine nel punto in cui era sparito Daniel

-Ok altre proposte?- chiese Stronghold molto imbarazzato

-Forse io ce l'avrei- disse una donna della prima fila

-Avanti su parla, Marta- la invitò Stronghold

-E vedi di fare proposte intelligenti!!!- la fulminò Shila

La donna, dall'alto dei suoi 180 centimetri non mutò espressione ne si spaventò ma disse semplicemente:

-Dobbiamo combattere!!!

 

 

Stronghold aveva apprezzato molto la proposta di quella donna forte e coraggiosa, almeno quanto sua moglie. Dopo di lei nessuno aveva saputo fare proposte migliori, e poi morire per morire, sarebbe stato meglio morire combattendo. Mentre ripensava a questo non si accorse delle due creature alate che proprio in quel momento sorvolavano il cielo. Le creature in questione erano proprio Zip e Bora, che portavano in volo i loro rispettivi Guardiani: Sean e Giulia. Dopo averli lasciati su una nuvola, resa solida dai poteri glaciali di Giulia, li lasciarono e se ne tornarono indietro per non compromettere il piano. Il bel biondino fremeva dalla voglia di scatenare tutto il suo potere, tanto che per poco non si gettò in picchiata sulla casa.

-Fermati Sean- gli ordinò la sorella ponendosi tra lui e il suo obbiettivo -dobbiamo attenerci al piano, lo sai-

-Chissene importa del piano Giu!!! Io voglio sconfiggere questi villici in fretta così potremmo partire all'inseguimento di quelle mezzecalzette di Udor, Igno e Geos-

-Sean ascoltami ti prego!- disse la ragazza con uno sguardo supplicante -lo sai che se disobbediamo Lui ci farà del male!-

Sean sapeva bene a chi si stava riferendo la sorella...

 

...Notte buia e tempestosa, al castello di Malus c 'è molto fermento per la battaglia del giorno seguente e nessuno riesce a dormire, tuttavia ci sono alcune persone che riescono a stare tranquille. Le persone in questione si trovano in una stanza al secondo piano: la stanza di Malus. Il mago, apparentemente tranquillo, in realtà è molto teso per l'imminente chiamata del suo Signore. Insieme a lui però ci sono anche altri due ragazzi: Sean e Giulia. Ad un certo punto si vide un lampo squarciare il cielo notturno e nello stesso momento, nello specchio, appeso nella parete di lato, apparve Leese in tutto il suo più orrendo splendore. Malus sussultò, era evidente che si aspettasse una chiamata da Leese ma comunque si spaventò lo stesso quando il tiranno apparve nello specchio, accanto a lui c'era una misteriosa figura femminile,vestita di rosso e

bianco.

-Ai suoi ordini mio signore- disse Malus inchinandosi davanti al Signore dell'Oscurità

Anche Giulia si inchinò, per poi rialzarsi subito, ma Sean non guardò neanche lo specchio, anzi rimase in piedi appoggiato alla parete, come se non fosse successo nulla di nuovo. Leese Parve non notare questa piccola impertinenza, visto che subito disse: -Allora come procedono le operazioni? Avete catturato la Guardiana della Rosa?-

-Non ancora mio signore- disse Malus tremante

-NON ANCORA!!! MA CHE RAZZA DI MAGO SEI? QUANTO CREDI CHE CI VOGLIA PER SPAZZARE VIA QUEI CONTADINI E PRENDERE UNA MOCCIOSA!!!- tuonò Leese arrabbiatissimo

-C-chiedo p-p-perdono mio signore, ma la bambina a quanto pare ha creato una specie di campo di forza e io non posso ne avvicinarmi ne lanciare i miei incantesimi perchè altrimenti verrebbero respinti- si giustificò

-Ma ti ho anche mandato Electro e Glecia. Loro dovrebbero essere immuni dal campo di forza.- ribatte Leese

-Infatti ci stavamo preparando ad attaccarli...-

-E che cosa aspettavi??? La mia approvazione? Non sei capace di agire di testa tua?- disse Leese

-No..si...cioè, intendevo dire che volevo che prima fosse d'accordo con il mio piano, mio Signore- tentò di spiegarsi Malus

Leese parve pensarci un po’ su prima di rispondere. Continuò a guardare il mago, che tremava sotto il suo sguardo, e per questo si calmò, guardando il mago con un sorriso di approvazione, per la sua fedeltà, ma al tempo stesso sprezzante e superbo. Poi disse:

-Mi piace la tua adulazione...Per questa volta ti perdono, ma d'ora in poi vedi di non deludermi- detto questo Leese sparì, ma prima che l'immagine scomparisse del tutto, si udì distintamente una malvagia risata femminile

-Ora che facciamo "capo"?- domandò Sean in tono ironico e irrispettoso

-Ti conviene abbassare la cresta biondino perchè qui comando io!- disse Malus ora determinato a non deludere più il suo Signore

-Come mi hai chiamato?- scattò Sean accendendo un aura nera intorno a se e creando una piccola sfera elettrica nella propria mano

-Provaci!- disse Malus con fare beffardo

-Sean, no...-tentò di bloccarlo Giulia

Troppo tardi Sean scagliò quella sfera elettrica con tutta l'energia che aveva in corpo. Malus però fu più veloce e con un rapido gesto estrasse una pietra viola da una tasca che assorbì il colpo.

-Malediz....- esclamò Sean vedendo che il suo colpo andava a vuoto 

Non fece però in tempo a dire altro perchè Malus gli rispedì il suo stesso colpo indietro, solo che Sean non era pronto e ricevette il colpo in pieno petto. Il ragazzo cadde all'indietro e subito Giulia gli fu vicina illuminandosi di un aura argentata. All'improvviso la temperatura nella stanza si abbassò di colpo e piccoli fiocchi di neve iniziarono a turbinare intorno a Giulia, che dopo aver controllato le condizioni del fratello si era messa davanti a lui per proteggerlo.

-Che cosa vuoi fare mocciosa, vuoi che ti riservi lo stesso trattamento di tuo fratello?- chiese Malus beffardo

Giulia in tutta risposta gli lanciò l’occhiata più cattiva che gli venne, ma poi abbassò la sua aura e poco a poco la stanza tornò alla temperatura precedente

-Brava bambina- disse Malus prendendo in giro Giulia

La ragazza non rispose ma si mise in angolo, guardando in cagnesco suo fratello che nel frattempo si era rialzato e ora continuava a guardare Malus con la sua solita aria di sfida, ma nei suoi occhi c'era una punta di paura

-Ti ascoltiamo Malus- dissero entrambi

 

 

-Va bene sorellina per una volta ti darò ragione- si limitò a dire Sean, nascondendosi dietro una nuvola

Giulia lo seguì....

 

Nel frattempo, sul davanti della collina si stava radunando un vero e proprio esercito di 100.000 soldati formato da mostri-gnomi e uomini. A capo di tale esercito si trovava Malus, che non indossava alcuna armatura, al contrario dei suoi soldati; l'unica cosa che indossava era un piccolo elmo cornuto, nero come la pece. Malus sembrava tranquillo e procedeva a testa alta, superbo e sicuro di se. Dopo che l'esercito ebbe raggiunto i piedi della collina, Malus fece un passo avanti e richiamando a raccolta i suoi poteri di mago oscuro, iniziò a levitare in aria. Dopo aver raggiunto i sei metri d'altezza in modo che tutti potessero vederlo, con voce forte e sicura disse: -Allora stupidi villici, qual'è la vostra risposta?-

La risposta arrivò praticamente subito e non fu pronunciata da una sola voce, bensì da tutti : -Preferiamo combattere, piuttosto che consegnarvi Aurora!!!-

-Avete scelto il vostro destino- e dopo aver detto queste parole, Malus emise un unico e lungo fischio. A questo segnale, sotto di lui, si scatenò l'inferno: i soldati dell'esercito di Malus si scagliarono contro la prima recinzione, incuranti delle trappole, che Stronghold aveva fatto posizionare e delle frecce che nel frattempo i primi contadini gli scagliavano contro. Molti nemici morirono, cadendo in fosse nascoste e profonde o finendo infilzati, dai grossi pali di legno o dalle frecce, ma l'esercito di Malus era inarrestabile: i nemici si sostituivano ai compagni caduti, passandoci sopra e avanzavano inesorabilmente. I contadini che si trovavano nella prima recinzione combatterono fieramente tenendo a bada i nemici, ma dopo un quarto d'ora furono costretti a ritirarsi nella seconda recinzione facendo attenzione a non far scattare le trappole.

 

Il segnale di Malus però, non serviva solo a far avanzare le truppe, ma anche per un altro scopo. Infatti subito dopo una nuvola iniziò a viaggiare controcorrente avvicinandosi sempre di più alla casa di Stronghold. Lì per lì nessuno si accorse di un innocua nuvoletta, presi come erano dalla battaglia, perciò questa poté avvicinarsi alla casa senza problemi. Shila però che proprio in quel momento era affacciata alla finestra della cucina per vedere come procedeva la battaglia, notò la nuvola e iniziò a insospettirsi e corse in camera della figlia, che nel frattempo era stata lasciata con Sofia. La donna non si era sbagliata, la nuvola era davvero strana e sospetta e ne ebbe la conferma, quando due ragazzi: un ragazzo e una ragazza, entrambi biondi, entrarono dalla finestra della camera. Nello stesso istante Aurora, che fino a quel momento aveva avuto incubi spaventosi, si svegliò e sbarrò gli occhi

 

I soldati di Malus erano arrivati nella seconda recinzione facendo scattare ovviamente tutte le trappole e rimettendoci solo un quarto delle truppe. Questa volta però quando raggiunsero lo spazio compreso tra la seconda e la terza recinzione trovarono pane per i loro denti: infatti lì si trovavano Stronghold e Marta. Appena Stronghold vide i primi nemici si scagliò su di loro con la potenza di un uragano, facendo roteare la spada sopra la testa. Non aveva mai combattuto in vita sua, le uniche cose che aveva impugnato erano la zappa e il forcone, eppure ora si stava dimostrando uno spadaccino abilissimo. Riusciva a parare e a colpire nello stesso tempo, i nemici non riuscivano mai ne a sopraffarlo ne ad avvicinarlo. Anche Marta non era da meno i lavori nei campi le avevano reso le braccia forti ed era bravissima nel combattimento senza armi: sferrava calci e pugni, disarmando gli avversari e sbattendoli al tappeto. I nemici  non riuscivano più ad avanzare e per il momento le cose si stavano mettendo bene per i contadini.

-Sean, Giulia, stupidi mocciosi sbrigatevi- disse Malus vedendo che le sue truppe venivano sbaragliate sa quei due titani.

 

Aurora aveva abbandonato la sua forma di bambina, assumendo quella di Guardiana della Luce e si stava preparando a combattere armata della sua lancia. Sean e Giulia avevano sguainato le armi e stavano richiamando a raccolta le loro energie di Guardiani e le stavano infondendo alle loro armi. Per primo attaccò Sean scagliandosi in avanti con un grido, l'enorme spada che risplendeva del potere del fulmine nero. Per Rosa fu un giochetto: lo schivò e gli assestò un colpo sulla schiena grazie alla sua lancia. A quel punto fu il turno di Giulia: questa fece scattare in avanti la sua frusta adamantina e riuscì ad afferrare il piede della Guardiana. Sean allora si alzò e unì i suoi poteri a quelli di Giulia, trasmettendoli alla frusta, come a un cavo elettrico. Rosa dovette accusare un bel colpo e quindi ricadde a terra, non riuscendo più a volare. Sean approfittò di questo momento di debolezza di Rosa e gli lanciò contro un fulmine nero. Rosa però, seppur debole, riuscì a schivare il colpo e ad alzarsi. Recuperò la sua lancia e riuscì a disarmare Sean puntandogli la lancia alla gola

-Tu non sei degno di essere il Guardiano del Tuono- disse Rosa a denti stretti, mentre si preparava a dare a Sean il colpo di grazia

Ma proprio quando le cose sembravano mettersi bene si udì lo schiocco della frusta di Giulia e poco dopo sei stringeva all'interno della frusta Shila e Sofia, che avevano cercato di tenersi lontane dallo scontro

-Tu liberi mio fratello e io lascio queste due- disse Giulia,lo sguardo freddo come il ghiaccio, avvicinando alla gola un pugnale di ghiaccio affilatissimo

-Rosa fai come dice lei- disse Aurora nella mente di Rosa -non voglio perderle!!!-

Rosa esitò un pò indecisa sul da farsi, guardò Sean lanciandogli un occhiata di puro odio, ma poi abbassò la lancia, permettendo a Sean di rialzarsi e di andare dalla sorella

-Bene e ora Guardiana della Luce, seguici e noi non faremo del male a queste due- continuò Giulia

-Avevamo un patto...- tentò di protestare Rosa

-Il patto è cambiato- disse Giulia seria

-Siete solo dei farabutti...-

-Smettila di offenderci e fai quello che ti dice mia sorella- disse Sean con un sorriso di trionfo sulle labbra

Rosa non rispose si limitò a ritrasformarsi e al suo posto apparve Aurora, piccola e indifesa, ma fiera. La bambina mosse alcuni passi verso i due Guardiani, ma non riuscì a reggersi in piedi, provata dalla malattia e dallo scontro, perciò ricadde a terra e svenne. Sua madre riuscì a liberarsi dalla presa di Giulia e le fu vicina. Si chinò su di lei e le mormorò parole dolci, di conforto dandole dei piccoli baci. La piccola si riprese per poco tempo e si limitò a dire alla madre...

-Perdonami mamma, non sono stata capace di difenderti...ma non preoccuparti Luca, Alessandro ed Edoardo mi salveranno,ci salveranno; perciò non temere le tenebre verranno sconfitte anche questa volta- dopo aver detto queste parole Aurora svenne definitivamente. Shila si mise a piangere e tentò di rianimarla, ma Giulia stanca di quella scena, scagliò un onda di ghiaccio e allontanò Shila attaccandola alla parete. Dopo aver fatto questo Giulia prese Aurora in braccio e insieme a Sean si allontanarono volando fuori dalla finestra. A quel punto Shila lanciò un grido disperato.

 

Il grido di Shila fu udito da tutti i combattenti e quando Stronghold, vide i due ragazzi che si allontanavano volando dalla finestra con un fagotto in braccio, non capì più nulla e una furia terribile si impossessò di lui. Iniziò a sterminare i nemici uno a uno senza fermarsi e anche quando questi iniziarono a battere in ritirata li inseguì senza tregua saltando abilmente le recinzioni. Marta gi corse dietro per evitare che si facesse male, aiutandolo nello scontro. Ma quando anche l'ultimo nemico raggiunse i piedi della collina Malus, che aveva assistito alla sconfitta del suo esercito alzò la mano e con un lampo di luce accecante, teletrasportò se stesso e i suoi uomini, ormai ridotti a una ventina nel suo castello.

-Scappi eh! Coniglio!! Torna qui e combatti!!! Ridammi mia figlia!!!!- disse Stronghold continuando a lanciare improperi e altre maledizioni contro Malus finchè ebbe fiato.

Marta, che nel frattempo era arrivata, lo lasciò sfogare, conscia del dolore che stava provando, poi quando l'uomo ebbe terminato, mettendogli in braccio dietro la schiena, si diressero insieme verso la casa, dove presto avrebbero appreso ciò che già tristemente conoscevano.

 

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Capitolo 29
*** Il Mutaforma ***


s

Ciao a tutti sono come al solito in ritardo…Ma ho avuto un periodo di mancata ispirazione….spero che questo mio nuovo capitolo vi piaccia…e se non ci capite qualcosa ditemelo, perché è stato un capitolo scritto di getto….spero che comunque vi piaccia….

A Presto Shinichi ^________^  

 

 

 

Capitolo 29

Il Mutaforma

 

-....Si Ghiorgos sei stato tu....tu hai ucciso il re...- continuò a dire Alessandro puntando il dito contro il goffo nano occhialuto in prima fila

Tutti i presenti  rivolsero i loro sguardi verso Ghiorgos, il quale aveva abbassato lo sguardo

-No, non è stato lui- disse un nano dalla barba nera -i Guardiani vogliono solo confonderci!-

-Io non ho mentito e vi dico solo ciò che ho visto- ripetè Alessandro, rimettendo il pugnale a posto

-E perchè dovremo fidarci di te?- disse il solito nano

-Perchè noi crediamo ad Alessandro- dissero all'unisono Luca, Edoardo, Crystal e Vaolin

-Fantastico ora i Guardiani ci danno anche contro!- disse il solito nano, chiamato Vlax -e se loro non fossero i veri Guardiani ma degli impostori?-

-Ne vuoi una dimostrazione?- disse Alessandro

-Visto che vi dicevo? Ci vogliono eliminare!- disse Vlax

Dalla folla iniziò ad alzarsi un mormorio di voci. I ragazzi non sapevano che fare, se i nani non li avessero ascoltati, non si sarebbero limitati solo a cacciarli...Comunque fu lo stesso Ghiorgos a salvarli

-O smettila Vlax! Tanto ormai mi hanno scoperto!- disse Ghiorgos abbandonando il solito sorriso gioviale e assumendo un espressione di puro disprezzo nei confronti dei Guardiani -Non avrei mai previsto che voi mi scopriste. - detto questo il nano subì una tremenda trasformazione e al suo posto apparve un demone verdastro. I suoi occhi erano rossi come tizzoni ardenti e iniettati di sangue, aveva un corpo tozzo ma robusto, poco più alto di Luca, aveva grandi ali e tre corni sulla testa. Era vestito con una lunga tunica nera e portava una cintura dorata legata in vita, con al centro una pietra viola. In mano impugnava un semplice bastone di legno violaceo, nodoso e con delle sfumature verdi che partivano dalla cima del bastone sulla quale era custodita un' altra pietra viola, solo un pò più grande.

I presenti erano tutti disgustati e attoniti per l'orrenda trasformazione del simpatico Ghiorgos

-Lo sapevo- disse Luca -tu sei Smigle!!!-

-Ti sbagli Guardiano. Io non sono Smigle, ma un demone mutaforma. Vedi la differenza tra me e lui, è che lui può allungarsi o restringersi, ma non cambiare aspetto....io si- disse il demone con un sorriso

-Qual'è il tuo nome?- disse Edoardo

-Il mio nome è Fimut!- disse il demone -preparatevi a combattere perchè vi distruggerò!!!- detto questo si scagliò contro i Guardiani con tutta la sua forza

Luca, Edoardo e Alessandro ebbero appena il tempo di schivare il colpo, ma la violenza dell'impatto fu così forte da farli volare in tre direzioni diverse.

-Adesso basta- disse Alessandro con la mano tesa in avanti , accendendosi della sua solita aura rosso pallido.

-Tanto è tutto inutile Alessandro! per sconfiggere questo mostro dovremmo usare solo la nostra forza fisica. Lui possiede la pietra Obscura!!- gli gridò dietro Luca

-E bravo Udor, te ne sei reso conto!?!?- voglio proprio vedervi, in questi giorni vi siete allenati è vero, siete diventati forti, ma non abbastanza per sconfiggermi!!!- disse il mostro con fare di superiorità scagliandosi nuovamente contro i tre ragazzi

Questa volta Luca, Alessandro e Edoardo non riuscirono a schivarlo e per proteggersi alzarono contemporaneamente le mani invocando il loro potere e illuminandosi delle loro aure. I tre poteri si scatenarono e insieme crearono un unica grandissima bandiera di luce. Stranamente Fimut non riuscì a penetrarla ma venne respinto contro la parete rocciosa di Nidavellir. L'effetto però fu devastante per i tre ragazzi . Quell'unico attacco combinato li aveva prosciugati di quasi tutte le loro energie magiche.

-Cos...co..cos'è successo?- chiese Edoardo

-Non ne ho idea...però abbiamo respinto il suo attacco- disse Luca vedendo il mostro semi-svenuto contro la parete opposta

-Come...mai la pietra non ha funzionato?- chiese Alessandro stupito

-Credo che non sia riuscita ad assorbire il potere nato dalla fusione di Acqua, Fuoco e Terra- spiegò Edoardo riprendendo fiato

-Allora abbiamo vinto- disse Alessandro notando le due pietre, quella sulla cintura e quella sullo scettro del tutto distrutte

-Io non ne sarei così sicuro...- disse Luca notando i movimenti del demone

Infatti dopo qualche secondo il demone si staccò completamente dalla parete e si rimise in posizione di attacco

-Devo ammetterlo, Guardiani, siete forti. Ne io, ne il mio signore ci saremmo mai aspettati un attacco simile...tuttavia anche se avete distrutto la pietra io non sono ancora stato sconfitto!- disse il mostro

Dopo aver detto queste parole il suo corpo cominciò a sciogliersi e a mutare. Dopo poco al posto del demone alato era apparsa la figura di un ragazzo completamente nero e senza volto. Aveva solo due orribili occhi rossi.... 

-Chi sei tu?- chiese Edoardo

-Chi sono io...io sono voi...ah, ah, ah- sghignazzò il mostro 

Detto questo l'essere, si illuminò di un aura verde ed evocò dal terreno dei viticci neri che si avvolsero intorno alle gambe dei tre ragazzi e che risalirono avvolgendogli tutto il corpo fino a immobilizzarli.

-Ma che cosa succede?!?!?!- gridò di dolore Luca avvolto dalle spire di quella pianta maledetta

-Edoardo, sei diventato scemo tutto d'un tratto?!?! Usi il tuo potere su di noi?!?!- disse Alessandro terrorizzato e preoccupato al tempo stesso

-Vi assicuro che io non centro...deve essere stato quel demone...-disse Edoardo, viola in viso per la mancanza di ossigeno

-Bravo Geos, sei sempre il più sveglio del gruppo. si sono io e sto usando il tuo potere- disse il demone sghignazzando e godendo, nel vedere i Guardiani ormai sul punto di morire soffocati.

-Adesso Basta!!!- Disse Alessandro bruciando i viticci

Dopo essersi liberato evocò due enormi sfere incandescenti, pronto a lanciarle contro quel finto Edoardo

-Calma i tuoi bollenti spiriti- disse il demone, accendendosi di un aura azzurra

Alzò anche lui la mano, evocò un onda d'acqua blu scuro e la indirizzò contro Alessandro. Il ragazzo, che non se lo aspettava, non riuscì a evitare l'impatto con l'acqua e venne scaraventato contro la parete.

-Ale!!!!!!!!!- urlarono Luca e Edoardo all'unisono

Edoardo tentò di districarsi dalla presa di quei viticci usando tutto il suo potere. Si concentrò al massimo, approfittando del fatto che ora il mostro usava il potere di Luca e pian pianino riacquistò il controllo su quelle piante. Dopo essersi liberato, liberò a sua volta Luca. Questa volta fu il turno di Edoardo di attaccare. Si illuminò della sua solita aura verde e appoggiò la mano sul terreno pronto a rendere pan per focaccia al demone.

-Fermati Edo. Non attaccare. Risparmia le energie, qualsiasi attacca da noi diretto contro di lui è vano. Lui ora possiede non so come, tutti i nostri poteri. Se noi attacchiamo con il fuoco lui ci risponde con l'acqua...e così via. Questa non è la tattica da usare.- disse Luca bloccando il compagno

-E allora cosa dovremmo fare?- chiese Alessandro che nel frattempo era riuscito a mettersi in piedi e li aveva raggiunti

-Secondo me dobbiamo attaccarlo in due contemporaneamente e poi qualcuno deve colpirlo sul davanti, quando lui è completamente scoperto- disse Luca

-Mi sembra un buon piano- disse Alessandro -facciamolo!!!-

Detto questo Luca e Alessandro iniziarono a correre con entrambe le mani alzate. Il primo evocò un onda d' acqua enorme e il secondo una di fiamma

-Tanto è tutto inutile!!!- disse Fimut evocando un'immensa barriera di Luce, simile a quella usata da loro prima.

L'attacco magico rivolto da Luca e Alessandro fu vano quello di Edordo andò a segno. Il ragazzo impugnando un'enorme ascia di ferro si diresse contro il mostro attraversando la barriera ormai del tutto indebolita  si preparò a colpirlo. Il demone restò spiazzato da qull'attacco e perciò rimase immobile. A quel punto Edoardo lo colpì in maniera violenta sul torace e quello non poté fare altro che incassare  il colpo.

-L'abbiamo colpito- esultò Alessandro - e ora il colpo di grazia!!!- disse Alessandro alzando la spada

-Aspetta!- disse il demone ferito gravemente e perdendo molto sangue. Il suo corpo mutò nuovamente e questa volta al posto del ragazzo, apparve una fata dalle ali azzurre....

-Fermati Ale!!! Lei è Crystal non la colpire!!!- urlò Edoardo mettendosi tra lui e la fata

-Aiutami Edoardo- disse la finta fata con le lacrime agli occhi

-Non la ascoltare!!! Lei è Fimut, non Crystal- disse Luca

-Fermatevi non colpitela- continuò a dire Edoardo restando sempre tra lei e i suoi amici con le braccia tese, per proteggerla

-Edo, non ti avvicinare!- disse Alessandro -non vedi che non è lei. Crystal è laggiù- disse Alessandro indicando la vera fata che svolazzava sopra le loro teste pronta a venire in loro aiuto appena ce ne fosse stato bisogno.

-Edo sono io, la tua Crystal- disse Crystal atterrando vicino ad Alessandro

Edoardo era confuso, non capiva quale delle due era quella vera. Una tutta insanguinata che implorava il suo aiuto, e l'altra sanissima che invece gli diceva di essere quella vera....

Che cosa devo fare?....quale delle due è quella vera?

Il demone approfittò di questo momento di esitazione di Edoardo per attaccare. Si trasformò di nuovo e questa volta assunse le sembianze di un enorme serpente violaceo dai canini lunghissimi e pieni di veleno. La nuova trasformazione risvegliò Edoardo dal suo dubbio e quasi istintivamente prese Crystal per un braccio e la trascinò lontana dallo scontro. Rimasero solo Luca e Alessandro al centro dll'arena. Il grande serpente gli squadrava con i suoi enormi occhi gialli e tentava di ipnotizzarli in modo da poterli eliminare più in fretta.

-Ale! Non guardarlo negli occhi, o ti ipnotizzerà!!!- Gridò Luca distogliendo lo sguardo dal serpente e e rivolgendosi verso Alessandro

Il ragazzo, comunque non aveva bisogno che glielo si dicesse. Appena il serpente lo aveva guardato negli occhi, lui aveva subito distolto lo sguardo e aveva afferrato la spada. Con urlo si era lanciato contro il mostro, menando fendenti alla ceca. L'enorme rettile invece guizzava la coda di qua e di là tentando di farlo cadere.

-Arrivo ragazzi- urlò Edoardo ritornando di corsa con l'ascia in mano, pronto ad attaccare.

L'arrivo di Edoardo non cambiò molto la situazione. Infatti non potendo guardarlo in faccia, i Guardiani erano totalmente inermi e alla mercé del serpente. Ad un certo punto il mostro riuscì finalmente a fare inciampare Alessandro con la sua coda. Luca e Edoardo si lanciarono in soccorso dell'amico, ma anche loro caddero vittima della coda del serpente e iniziarono a essere avvolti nelle sue spire. A quel punto la situazione era davvero disperata: i tre ragazzi, quasi soffocati dalle spire del serpente non riuscivano a muoversi, ne a liberarsi. Non avevano abbastanza energia nemmeno per evocare il loro elemento. A quel punto Ice, Flame e Tytanus si alzarono in volo e vennero in aiuto dei tre ragazzi. I tre draghi incominciarono una dura lotta contro il serpente; il mostro cercava di mordere il collo dei tre draghi, mentre gli altri si difendevano alla bella e meglio eruttando fuoco dalle fauci, per bruciare il serpente. All'inizio sembrò avere la meglio il rettile, poichè più di tanto i draghi non potevano avvicinarsi. Ma poi, nel tentativo di mordere uno dei tre draghi, Fimut lasciò la presa sui tre ragazzi, che finalmente liberi poterono scappare via.

-Adesso basta- Urlarono all'unisono i tre Guardiani

I draghi, capendo che avevano bisogno di loro, scesero a terra vicino ai loro Guardiani.

-Forniteci la vostra energia!!!- gridarono con le mani tese

I draghi iniziarono a concentrarsi e a Illuminarsi di una aura intensa dello stesso colore di quella dei loro guardiani....

-No!!! Non ve lo permetterò- disse il serpente scagliandosi con tutte le sue forze contro i tre Guardiani

-Fermati!!!- disse Crystal con le braccia tese

La fata si era nuovamente alzata in volo, da una distanza di sicurezza, e aveva evocato un globo di luce bianca che scagliò con tutta la sua forza contro il serpente. Questi concentrato nel suo attacco, non riuscì  schivare i colpi e venne colpito dritto in un occhio e accecato e fu costretto a fermarsi sul posto a causa del dolore straziante. Luca, Alessandro ed Edoardo intanto avevano accumulato abbastanza energia ed erano pronti per il loro attacco. Mentre il serpente continuava a dibattersi e a menare sferzate con la coda alla ceca, i tre ragazzi misero le mani tese in avanti e usando le energie raccolte crearono un unica, grande sfera grigiastra di energia e la diressero contro il mostro. Fimut ancora accecato non riuscì a fermare o a schivare il colpo che lo prese in pieno. L'impatto fu tremendo. Si udivano solo le grida di dolore del mostro che pian piano si scioglieva, bruciato da un fuoco bianco che ardeva intorno a lui. Alla fine, quando il fuoco si spense, del demone non restarono altro che cenere nera.

-Uff!- sbuffò Alessandro ce l'abbiamo fatta

Dai nani si levò un unico grido di gioia e di acclamazione. Questi si misero a correre in direzione dei Guardiani e i tre draghi furono costretti ad alzarsi in volo per evitare di schiacciarli. I nani Presero i tre ragazzi sulle spalle e li portarono in trionfo per tutte le vie di Nidavellir; quando ebbero finito il giro li riportarono nella piazza centrale di Nidavellir. Dopo il giro di trionfo i tre ragazzi furono rimessi a terra di fronte al capo del Consiglio dei nani; a quel punto nella piazza calò il silenzio assoluto. Tutti aspettavano che Cleor parlasse

-Hem...noi...noi vi dobbiamo delle scuse, Guardiani, vi abbiamo accusato ingiustamente....ma non ci sospettavamo che Leese avesse delle spie tra noi nani...ci dispiace molto- disse Celor imbarazzassimo

-Non preoccupatevi a tutti capita di sbagliare- disse Alessandro con aria di superiorità

-Tu per primo- disse Luca scoppiando a ridere

Tutti i presenti scoppiarono a ridere. Anche Alessandro dopo poco scoppiò a ridere.

-Siamo così mortificati- disse Cleor parlando a nome di tutti i nani -ovviamente ora potrete restare fin quanto lo desideriate-

-Siamo molto onorati della vostra offerta, ma...- disse Edoardo

-Ma dobbiamo ripartire e metterci in viaggio verso la foresta di Kilkan, dove dimorano gli elfi- spiegò Luca

-Già se il nemico è così avanti nei suoi piani, noi dobbiamo essere pronti a tutto- spiegò Alessandro

-Saremo comunque felici di fermarci ancora per una notte, per riposarci- disse Edoardo

-Ma certamente- disse Cleor illuminandosi -questa sera si terrà un grandissimo banchetto in onore dei Guardiani, e questa volta speriamo che non siano imprevisti- proseguì guardando con un sorrisino Luca e Alessandro

I due ragazzi fecero finta di niente e iniziarono a guardarsi in giro con aria innocente, scatenando le risate di tutti.

-Benissimo che venga subito preparato il banchetto- disse Cleor ai nani

-Noi, se non vi dispiace, andremo a riposarci nelle nostre stanze fino a questa sera- disse Luca al capo del Consiglio

-Ma certamente- gli rispose

Luca, Alessandro, Edoardo, Crystal, Vaolin imboccarono la ormai familiare galleria e vi sparirono all'interno.

 

 

 

Dall'altra parte del mondo, a nord, nei Corni del Demone, qualcuno meditava vendetta...                      

 

 

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Capitolo 30
*** Partenza da Nidavellir ***


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Ciau!!! Come ve la passate??? Ne è passato del tempo da quando ho pubblicato l’ultimo capitolo, eh? ^^’’ Credevate che non avrei più pubblicato? Bè ho deciso di stupirvi: oggi pubblico. Vi premetto solo che sarà un capitolo un po’ movimentato, ma non troppo…Mi affido al vostro giudizio. Leggete e commentate, mi raccomando!!!

Un grosso saluto Shinichi ^____^  

 

 

Capitolo 30

Partenza da Nidavellir

 

Dopo la battaglia le loro forze fisiche e spirituali erano allo stremo. A stento riuscivano a reggersi in piedi e a camminare, tant’è che ogni tanto Crystal e Vaolin dovevano sorreggerli per evitare di che cadessero…

Dopo la battaglia contro Fimut, il demone mutaforma, Luca, Edoardo e Alessandro erano ridotti a uno straccio. Quando i cinque amici arrivarono alla loro casetta, si gettarono sul divano con gli occhi semi-chiusi.

-Oggi avete combattuto una grande battaglia…è normale che vi sentiate così stanchi- disse Vaolin con tono accorato e ammirato –siete davvero degni del nome che portate-

-Si, Vaolin ha ragione, nemmeno io e lui messi insieme saremmo riusciti a tener testa a quel mostro- disse Crystal guardando i tre con aria preoccupata per il loro stato attuale e felice allo stesso tempo

Ma i tre non stavano ascoltando i complimenti che gli venivano fatti. Erano troppo stanchi per parlare e così, dopo essersi lanciati a vicenda uno sguardo significativo, con un debole sorriso, uno dopo l’altro si alzarono, dirigendosi al piano superiore. Luca e Alessandro arrivarono quasi subito al pianerottolo che conduceva alle loro stanze, Edoardo invece fu bloccato da Crystal che, prima di salire, gli schioccò un bacio lungo e appassionato prima di lasciargli salire le scale con gli altri due. Edoardo prima di avviarsi mormorò a mezza voce

-Grazie-

Detto questo raggiunse gli altri. Luca e Alessandro avevano deciso entrambi di aspettarlo prima di andare nelle loro rispettive stanze. Prima di entrare però tutti e tre si guardarono di nuovo e dopo aver sorriso, si chiusero alle spalle la porta…

 

 

 

Era buio….Luca fluttuava nel vuoto si stava inoltrando in un abisso sempre più nero…tutto intorno a lui c’era acqua, ma non l’acqua chiara e cristallina dei fiumi, bensì nera e fredda. A un certo punto davanti a lui si accese una luce dorata e subito dopo  udì una voce melodiosa. Il buio abisso nel quale stava cadendo sparì e al suo posto apparve un limpido cielo azzurro. Attorno a lui si estendevano alberi a perdita d’occhio….si trovava in una radura! Luca si girò attorno alla ricerca di quell’essere a cui apparteneva quella voce melodiosa. Alla fine lo vide. Seduto su un tronco abbattuto, si trovava un vecchio, dal viso sereno e saggio. Indossava una veste rossa e arancione e portava una fascia dorata intorno alla vita. Aveva mani rugose e un viso pieno di rughe. Possedeva comunque degli occhi azzurri, limpidi come il cielo, che esprimevano una vitalità e una giovinezza, che tradivano il suo aspetto fisico. Luca si avvicinò piano, ma senza timore. Quel vecchio gli trasmetteva calma e serenità…

-Ciao Luca- disse una voce melodiosa

Luca si guardò intorno spaventato. Come faceva a sapere il suo nome? Soprattutto, come faceva a parlare: il vecchio non aveva mosso le labbra e allora perché udiva quella voce? Poco dopo comprese, il vecchio gli stava parlando telepaticamente

-Ascoltami Luca- riprese dolcemente il vecchio –Immagea è in grave pericolo: una delle tre Fate-Guardiane è stata corrotta, la Guardiana della Rosa è stata catturata e il tuo villaggio preso d’assedio…-

-Cosa?!?!- esclamò Luca, ma si accorse di non potere urlare, aveva urlato solo nella sua mente. …dalle prime due notizie non aveva capito molto ma l’ultima l’aveva capita…Il suo villaggio era stato preso d’assedio….

-Vecchio, come stanno i miei genitori? E Aurora?....Dimmi….Come stanno?!?!?- disse Luca agitatissimo

-Rosa è stata catturata dal Guardiano del Tuono e dalla Guardiana del Ghiaccio…-

-Chi è questa Rosa?- domandò Luca perplesso e agitato. Cosa credeva che gli interessasse a lui di una che si chiamava Rosa e perché due Guardiani l’avevano rapita? Non erano tutti dalla stessa parte?                                       

-Rosa è tua sorella Aurora, Luca- disse il vecchio tranquillo

-Cosa?!?!- Luca era più confuso e agitato che mai

-Si Udor, non sei l’unico a possedere poteri particolari nella tua famiglia: anche Aurora ha dei poteri particolari. Lei è La Guardiana della Rosa Divina…-

-Cosa Vuol dire? Anche La Rosa Divina ha una guardiana?- chiese Luca 

-Si, ma ora non è il momento di spiegarti. Sappi solo questo: tuo padre e tua madre stanno bene, ho mandato una vecchia amica ad aiutarli; quindi non stare a preoccuparti. Per il momento preoccupati solo di questo: tua sorella è stata rapita e tu devi impedire che scoprano il modo di “usare” il suo potere; prima però devi andare dagli elfi, finire il tuo addestramento e trovare la  Guardiana dell’Aria…Hai capito- disse il vecchio con voce più severa

-Si…ma…io- disse Luca, tentando di avere qualche altra informazione sui genitori e sulla sorella

-Ora va…non ho più tempo-disse il vecchio con sorriso

-Aspetta!! Chi sei?  Ho tante domande da farti!!!- disse Luca notando, suo malgrado, che si stava allontanando dalla radura.

-Il mio nome è Par….-

-Aspetta!!!!- gridò Luca…

La radura si allontanò sempre di più e Luca ricadde nel buio….

 

 

 

Fu svegliato quando ormai era sera da Vaolin. L’elfo lo aveva scosso tutto il tempo e ora lo fissava con occhi sbarrati...

-Luca che cos’ hai?- gli domandò preoccupato Vaolin

Luca tentò di tirarsi su , ma inutilmente

-Cos…?- mormorò Luca arrabbiato…

Poi si accorse che le coperte gli si erano tutte attorcigliate, legandolo come un salame. Riuscì a sgrovigliarsi e a tirarsi su. Quando rialzò gli occhi si accorse di avere quattro paia di occhi che lo fissavano preoccupati

-Come ti senti?- chiesero nuovamente i quattro amici

-Bene…- bofonchiò Luca. Si toccò la fronte e si accorse di essere madido di sudore

-Cosa è successo?- domandò Crystal un po’ più sollevata –siamo entrati e ti abbiamo visto che ti agitavi nel sonno, farfugliando cose senza senso…-

I quattro si guardarono un po’ e poi tornarono a fissare Luca

-Ehm…hai avuto una visione?- domandò Edoardo

-Non proprio- rispose lui ripensando al sogno

-Come sarebbe a dire “non proprio” ?- chiese Alessandro scettico

-Non era una visione…era come se qualcuno si fosse messo in contatto spirituale con me- spiegò Luca ancora confuso.

Poi si voltò a guardare i suoi compagni che lo guardavano perplessi

-Non sono pazzo!- sbottò lui arrabbiato

-Lo sappiamo- si affrettarono a dire gli altri

-Comunque di cosa parlava la tua visione?- chiese interessata Crystal

Luca ci ripensò un po’ e poi raccontò tutto agli amici…

Alessandro ed Edoardo rimasero molto perplessi riguardo alla prima parte ma quando seppero che il loro villaggio era in pericolo, provarono un timore grandissimo…Crystal e Vaolin invece compresero tutto e alla fine del resoconto di Luca, Crystal gli domandò con le lacrime agli occhi

-I-il n-n-nome di quella f-fata…te lo h-ha detto?- domandò Crystal con voce rotta dal pianto

-No…perché?- domandò Luca allarmato notando gli effetti che il suo sogno avevano avuto su Crystal.

Crystal scoppiò in lacrime e uscì dalla stanza con il volto coperto dalle mani seguita da Vaolin e subito dopo da Edoardo. Ma Vaolin lo bloccò

-No. Anche se sei il suo fidanzato non puoi venire. Io la conosco da molto più tempo di te e capisco cosa l’ha fatta piangere. Tu stai qui. Ci parlo io- disse Vaolin con espressione seria e con voce decisa

Edoardo lo vide allontanarsi e provò un moto di rabbia verso Luca

-Ma che cavolo fai?!?!?!- urlò Edoardo arrabbiato

-Che Vuoi? Dai forse la colpa a me?- disse Luca con lo stesso tono di voce

-Ragazzi…- tentò di intervenire Alessandro

-E’ TUTTA COLPA TUA SE E’ SCOPPIATA A PIANGERE!  PER COLPA TUA NON POSSO NEANCHE CONSOLARLA!!!- urlò Edoardo

-AH ADESSO DAI LA COLPA A ME E’?!?! SIETE STATI VOI A VOLER SAPERE DEL MIO SOGNO!!!- ribatté Luca ora davvero infuriato per le accuse dell’amico

-Ragazzi- disse Alessandro alzando un po’ la voce

-FATTI GLI AFFARI TUOI!!!- urlarono Luca e Edoardo rivolti a Alessandro

Il moretto si infiammò e iniziò a urlare anche lui

-MA COSA VOLETE DA ME?!?! IO CERCO DI FARVI RAGIONARE E VOI MI URLATE CONTRO!!!-

-E’ COLPA DI QUESTO SCEMO, CON IL CERVELLO ANNAQUATO!!!- urlò Edoardo

-SCEMO A CHI? TESTA DI PINO!!!- disse Luca sempre più arrabbiato

I tre ragazzi si guardarono entrambi in cagnesco e tutti e tre si accesero delle loro rispettive aure. Continuando a guardarsi aspettavano, cercando di capire chi dei tre avrebbe fatto la prima mossa…

Poi improvvisamente Edoardo spense la sua aura e uscì dalla stanza sbattendo la porta. Poi fu il turno di Alessandro, spense la sua aura e dopo aver scoccato a Luca un occhiataccia uscì anche lui dalla stanza. Luca rimase solo. Spense a sua volta la sua aura e tirò un calcio contro il letto, ammaccandosi il pollice e iniziando a urlare di dolore. Fortunatamente il dolore passò quasi subito. Luca allora si spogliò e si fece un bagno veloce. Dopo essersi lavato e aver sbollito l’ira si cambiò e uscì dalla sua stanza. Crystal era seduta nel divano con gli occhi gonfi e rossi per il piangere e la testa appoggiata al petto di  Edoardo che gli e la accarezzava con un’ espressione arrabbiata. Vaolin era seduto nel divanetto di fronte, pensieroso, e Alessandro vicino a lui, era ancora offeso per la sfuriata di poco prima. Tutti si erano già lavati e cambiati. Quando Luca entrò nella stanza tutti i presenti si alzarono. Edoardo e Crystal si avviarono per primi, Crystal con la testa sempre appoggiata alla spalla di Edoardo che le cingeva il fianco. Dopo un po’ si avviarono anche Luca, Alessandro e Vaolin. I tre andavano lenti a posta per permettere a Crystal e Edoardo di parlare da soli.

-Scusa- mormorò Alessandro a Luca mentre camminavano

-No scusa te- disse Luca sollevato e felice che l’amico gli parlasse di nuovo –non avrei dovuto prendermela con te che non centravi niente- disse Luca dispiaciuto -…è tutta colpa di quel cretino di Edoardo!!!- aggiunse poi con uno scatto d’ira

-Anche Edoardo è dispiaciuto per averti accusato, anche se non lo da a vedere…sai com’è orgoglio….- disse Alessandro quasi in tono di predica, come chi riprovera un bambino dopo che ha fatto una cosa sbagliata…

-Già una cosa che tu invece non hai, eh Ale!- disse Luca sorridendo

Alessandro divenne rosso ma tacque

Intanto erano arrivati nella piazza centrale. L’intera piazza di Nidavellir era stata addobbata a festa e lungo tutto il suo perimetro erano stati disposti diversi tavoli lunghi in modo da formare un enorme ferro di cavallo; Al centro del ferro di cavallo si trovava inoltre una strana costruzione quadrata interamente fatta d’oro e lungo tutti i lati della struttura erano raffigurate diverse immagini che rappresentavano la storia dei nani. Sopra la costruzione era steso un telo rosso che copriva una strana forma tozza. I cinque ragazzi si interrogarono su quale fosse il suo utilizzo ma smisero di pensarci appena videro le tavolate. Sulle tovaglie erano state stese delle tovaglie candide e sopra esse era stato apparecchiato con  piatti d’argento, posate dorate e bicchieri di vetro, squisitamente decorati. Al centro di ogni tavolo erano state disposte diverse portate che andavano da enormi cinghiali arrosto, con contorno di funghi cotti con olio, aglio e prezzemolo, a grossi vassoi con ogni genere di pesce di fiume, conditi con olio, sale e limone e posti sopra a un letto di patate arrosto, a grandi contenitori di verdura di ogni genere; inoltre c’erano lunghi filoni di pane dorato e grosse brocche contenenti acqua di fonte, vino e idromele di prima scelta. Insomma c’era da rimanere con la bocca spalancata e un lieve strisciolina di bava che cola. Infatti quella fu proprio l’espressione di Alessandro al vedere tutto quel ben di dio. Alcuni nani, vestiti di porpora li accolsero e li condussero ai loro posti che si trovavano al centro del ferro di cavallo. Luca, Alessandro e Vaolin sedettero alla destra di Cleor, che in mancanza di un re era stato eletto momentaneamente capo dei nani, mentre Edoardo, Crystal e Thor sedettero alla sua sinistra. Quando tutti i nani si furono seduti a tavola, Cleor si schiarì la voce e subito calò il silenzio. Dopo essersi alzato in piedi iniziò il suo discorso

-Amici nani, oggi celebriamo la morte del defunto re…- disse il nano indicando la strana costruzione d’oro. A quel punto fu tolto il telo e la costruzione venne scoperta. La strana figura, il cui contorno era tratteggiato dal telo, venne alla luce: il coperchio della costruzione era in realtà la figura scolpita nella pietra di re Alberich!...era una tomba!!!

I tratti del re erano stati scolpiti con incredibile precisione, ogni ruga, ogni tratto somatico del viso era identico e preciso, come se fosse il re in persona. Il suo volto era sereno, con gli occhi di zaffiro. Portava sul capo la corona che aveva indossato da vivo e stringeva tra le mani la sua fedele ascia.

Tutti i presenti non poterono non trattenere un –Ohh!!!- di meraviglia di fronte alla tomba.

-E’ perfetta- si lasciò sfuggire Alessandro

-Vero- disse Cleor orgoglioso

-Ma la statua è identica al re….come ci siete riusciti?- domandò Vaolin, meravigliato 

-Abbiamo colato dell’oro fuso sul corpo del nostro amato re. Così il suo corpo resterà perfetto e intaccato dal tempo- spiegò Cleor alla folla

Ci furono altri –Ohhh- e poi il nano proseguì

-Stavo dicendo…- disse Cleor per riprendere il filo del discorso –oggi il nostro re è stato vendicato: il colpevole è stato trovato ed eliminato. Mi duole di non aver scoperto prima la vera identità di Ghiorgos, ma siamo stati colti tutti alla sprovvista- ci fu un attimo di silenzio imbarazzato poi Cleor proseguì –per tutelarci da eventuali attacchi da parte del Nemico il consiglio a deciso di stregare questo rubino, simbolo dell’onore e del coraggio. Ogni nano che entrerà o uscirà da Nidavellir dovrà toccarlo e se il rubino si illuminerà allora quello dovrà essere fermato e essere eliminato senza esitazione, poiché il rubino reagisce alla presenza dei malvagi o di chi ha cattive intenzioni- disse Cleor asciutto mentre alcuni nani portavano un enorme rubino scarlatto

–Oggi, comunque non è solo un giorno di lutto ma anche un giorno di festa…questi ragazzi coraggiosi si sono assunti il compito di difendere il mondo dalla minaccia di Leese e oggi ci hanno dato la prova del loro coraggio sconfiggendo Fimut il terribile demone muta-forma che sotto le mentite spoglie di Ghiorgos ha potuto uccidere il nostro beneamato re….Quindi gloria a voi Guardiani!!!- detto questo prese il suo calice di idromele e lo alzò per un brindisi. Gli altri nani seguendo il suo esempio presero i loro calici e alzandoli in alto, gridarono in coro

-Gloria ai Guardiani!!!!-

Dopo questo breve brindisi tutti iniziarono a servirsi. Alessandro come suo solito prese un po’ di tutto, mentre Crystal e Vaolin presero solo frutta e verdura; Luca e Edoardo mangiarono anche loro un po’ di tutto, cercando di non esagerare…

Il banchetto proseguì tra le risate e la felicità di tutti. Alessandro e Luca scoprirono di amare particolarmente l’idromele nanico, fattogli assaggiare da Thor e ne bevvero in due una brocca intera, finendo con l’ubriacarsi…

Edoardo bevve anche lui, ma per darsi un certo contegno di fronte a Crystal, cercò di bere il meno possibile nonostante anche a lui piacesse l’idromele. Il banchetto poteva andare avanti fino al mattino, ma visto che avrebbero dovuto partire e che Alessandro iniziava a fare il giocoliere con delle piccole sfere infuocate, Edoardo, Vaolin e Crystal, salutarono e portarono di peso i due ragazzi a dormire….

 

L’indomani si alzarono tutti di buon mattino,  Alessandro e Luca avevano un forte mal di testa dovuto alla sbornia, ma comunque riuscirono a prepararsi e a scendere verso le nove della mattina. Al mattino quando si erano alzati, avevano trovato dei vestiti pesanti pronti per il viaggio con in più delle bisacce. Quando scesero nella piazza i tavoli erano spariti e un piccolo comitato di nani li attendeva. Tra di loro Alessandro e gli altri riconobbero Cleor, Ghiorgos e altri nani del consiglio.

-Salve Guardiani. Vi Salutiamo e vi ringraziamo ancora dell’aiuto- li salutò Cleor

-Grazie a voi della vostra ospitalità- risposero gli altri – ora però dobbiamo ripartire scusate se non ci fermiamo di più ma vogliamo raggiungere gli elfi il prima possibile.- disse Vaolin parlando a nome di tutti

-Comprendiamo, messer elfo. Non vi vogliamo trattenere di più, ma prima di partire vogliamo fare un  dono ai tre Guardiani. Venite avanti.- disse Cleor

Luca, Alessandro ed Edoardo vennero avanti. A quel punto tre nani che fino ad allora erano stati nascosti dietro ai primi, vennero avanti. Portavano tre splendide armi: Una spada dall’elsa d’argento e la lama azzurrina, una spada bilama dall’impugnatura dorata e due lunghe lame rossastre e un ascia bipenne d’acciaio, argento e bronzo.

-Queste- spiegò Cleor –sono le Armi dei Guardiani. Noi ne possediamo cinque. Due ci sono state rubate dal Nemico e una di esse è custodita dagli elfi. Per conoscere la loro storia e il loro potere dovrete rivolgervi a loro.-

Dopo aver detto queste parole il corteo si aprì facendo passare i cinque ragazzi. Questi dopo aver salutato più e più volte si voltarono e si avviarono. Quando stavano per varcare le soglie della grande città di Nidavellir una voce urlò

-Aspettate!-

Tutti si girarono e Thor avanzò verso di loro

-Ho deciso di partire con loro- disse il nano facendosi strada con un enorme zaino in spalla

Gli altri nani sorrisero e poi annuirono. Il nano felice si avviò con loro. Il gruppetto uscì definitivamente dalla città e si avviò verso la galleria buia.

-E così abbiamo un altro rompiscatole in squadra- fu l’unico commento di Alessandro

Queste furono le ultime parole che i nani udirono, perché ormai i ragazzi e il nano avevano ormai imboccato la galleria, lasciando Nidavellir.         

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