Hope

di Sheril94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.The End..? ***
Capitolo 2: *** 2...Again ***
Capitolo 3: *** 3...Shadows ***
Capitolo 4: *** 4... ***



Capitolo 1
*** 1.The End..? ***


The End…?
Guardai sbalordito l’oggetto che avevo tra le mani. Mi era così…familiare. Tutto ciò non poteva essere possibile, però… non riuscivo a capire. Come  facevo ad averlo io se l’ultima volta che lo avevo visto era in una casa in Svizzera sulle cascate del Reichenbach?!  E in quel momento ero a Londra.  Nella mia nuova casa e seduto dietro la nuova scrivania  del mio nuovo studio. L’osservai da vicino: era color oro, probabilmente in alluminio o una qualche lega di metallo molto leggera ed era dotato di un bocchino ,simile a quello della pipa, e uno strano congegno a molla posizionato di fianco.
                                                          “E’ la mia scorta personale di ossigeno”

Certo, ma che stupido. Come mi era arrivato era chiaro, per posta. La domanda ora era: perché? Che cosa significava? Presi la scatolina di legno che lo aveva contenuto e la esaminai: era rivestita di una carta fine e giallastra, ed era stata legata con dello spago. Nessun indirizzo del mittente. La rigirai tra le mani, sopra, sotto, di lato. Nulla.
-Mary- urlai alzandomi dalla scrivania e raggiungendo la porta, sorreggendo quello strano aggeggio fra le mani –Chi ha consegnato questo pacchetto?-
Dal piano di sotto risuonò la voce attutita della mia dolce mogliettina –Il postino!-
-Quello solito o… aveva un aspetto … particolare?!- domandai e la mia voce mi risuonò stranamente sarcastica e sospettosa. Scesi di corsa le scale e spalancai la porta d’ingresso. Una ventata di aria fredda di colpì in viso come uno schiaffo e rabbrividì scrutando attentamente la strada. Ma era deserta.
-John! Ma che succede?- Mary sbirciò fuori cercando di capire il perché della mia azione avventata.
-Nulla… Non preoccuparti. Vado a sistemare le ultime cose e possiamo partire-  la rassicurai.
Mi baciò sul viso sussurrandomi un –Non vedo l’ora di essere a Breton!- e la ricambiai con un sorriso smagliante. Ma dentro di me mi sentivo freddo e vuoto. La luna di miele tanto agognata si stava per tramutare in un viaggio forzato che mi ero ripromesso ,e alla fine costretto , a fare per cercare di non pensare. Per cercare di non pensarci.  Ogni volta che chiudevo gli occhi mi balenava in mente il ricordo di quella notte e ancora ero restio a credere che quello che era successo era davvero successo. Ogni volta che ci ripensavo maledivo me stesso per non essere stato capace di impedire tutto quanto.  Su quella terrazza per il Vertice della Pace, il freddo, la neve, il rumore della folla all’interno della sala , la musica … tutto era scomparso quando mi ero ritrovato a guardare per l’ultima volta il viso dell’uomo che così tanto avevo stimato, che era diventato mio amico e che sicuramente era stato il migliore e il più saggio che avessi mai conosciuto.  Qualcosa come una lastra di ghiaccio mi aveva trapassato il petto quando avevo visto Sherlock Holmes lasciarsi cadere ,con un sorriso ,nel vuoto per salvare il destino dell’Europa dal genio maligno di Moriarty. Non avrei potuto afferrarlo, lo sapevo ma se solo ci avessi provato …
Ritornai nel mio studio chiudendomi la porta alle spalle e notai Gladstone (il mio bulldog)  seduto e attento che guardava fisso fuori dalla finestra che si trovava dietro la mia scrivania.
- Che ti prende Glad?-  esclamai accarezzando il suo pelo morbido  -Manca anche a te, non è vero?-
La luce del giorno illuminava la mia macchina da scrivere e i fogli sparpagliati che tenevo sul tavolo: Le mie Memorie. Dopo quello che era successo, avevo sentito il bisogno di imprimere quelle parole sulla carta per tramandarle un giorno e per mantenere in vita il ricordo dell’investigatore privato più famoso di tutto il mondo. O tanto meno il ricordo del suo animo così … umano.  Ora che le avevo finite, mi apprestavo a rileggerle per controllarle.
Con un sbuffo mi lasciai cadere sulla comoda poltrona di cuoio nero ed ebbi un sussulto.
-Ma che diavolo … ?!-
Ero sicurissimo: l’ultima frase che avevo scritto era stata “The End” … come mai ora era cambiata in                 “The End?” ??
Riflettei un attimo: ne ero certo quel “?” non c’era affatto quando avevo lasciato la stanza!!
Ero lì che leggevo e rileggevo quando sentì una mano posarsi sulla mia spalla e …
-Che animo tenero, Watson! Anche voi mi siete mancati! Comunque, rileggendo quanto ha scritto, trovo che questa fine gli si addica di più, non pensa anche lei?! Oppure sarà meglio iniziare un’altra storia!-
Il mio cuore saltò un battito e anche io balzai in piedi guardando, più sconvolto che altro, l’alta e snella figura del mio amico in piedi, davanti a me.
-Holmes!!- gridai – Pensavo che lei fosse morto!!-
-Bè, Watson e io pensavo che lei avesse smesso di fumare di nascosto da Mary!-
-E come diamine fa a sape …?!-
Lasciai la frase sospesa a metà perché in quel momento mi importava solo di una cosa: era ora che iniziassi a preoccuparmi del mio stato mentale! Vedevo un uomo davanti e me e tutto ciò era impossibile perché quell’uomo era morto da mesi ormai. O almeno sarebbe dovuto essere morto.

  

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Capitolo 2
*** 2...Again ***


2… Again


Avevo più volte pensato che Sherlock Holmes fosse un uomo pieno di risorse e che non smetteva mai di stupire, ma quella volta, dovetti ammettere che aveva superato se stesso. Ripensando a quello che era successo quella notte, non capivo come sarebbe potuto sfuggire alla morte. L’immagine ,così vivida nella mia mente, della sua caduta mi tormentava ancora. Distolsi lo sguardo stupito da lui ,che ora si trovava sorridente oltre la mia scrivania, e mi costrinsi a fugare quella triste visione.
-Io … non capisco-  mi passai una mano tremante tra i capelli e trattenni a stento una risatina nervosa.
- Lei dovrebbe essere morto! Dove è rimasto per tutto questo tempo?-
- Bè prima ero su quella poltrona e poi dietro la tenda e… -
-Holmes! Sto parlando seriamente!- 
In uno scatto d’ira lo afferrai per il colletto della camicia. A dire la verità, non era esattamente una camicia: indossava una specie di tuta attillata che si intonava perfettamente con la poltrona del mio studio e mi ricordai che gliene avevo vista indossare una simile molto tempo prima ,in sintonia con la libreria dei suoi alloggi in Baker Street.  Fu allora che notai quanto fosse cambiato, nonostante avesse mantenuto la sua sfacciataggine. Prima di tutto sembrava molto più magro e quasi curvo sotto il peso del suo corpo che ora era esile e sciupato, ben lontano dalla forma muscolosa e eretta che aveva quando praticava il suo sport preferito,  la boxe; il viso scavato rendeva gli zigomi più sporgenti e gli occhi parevano stanchi e tristi, anche se conservavano ancora un po’ di quell’acutezza che lo contraddistingueva come uomo d’azione; la barba incolta così come i capelli spettinati  completavano l’opera.
- Lei ha bisogno assolutamente di riposo- constatai ,dimenticando per un attimo la rabbia che mi aveva invaso e indossando i miei panni da dottore.
Holmes sorrise di nuovo e si lasciò cadere sulla poltrona. Ignorando completamente quanto avevo detto, riprese il discorso come se niente fosse successo, cosa che mi fece andare in collera ancora di più!
-Vedo che si stava preparando per la luna di miele, Watson…- lasciò la frase in sospeso, come per aspettare una mia conferma e accavallò le lunghe gambe magre.
-Sì, si… era quello che stavo facendo fino ad un attimo fa. Holmes, lei non sta affatto bene. Sarei molto contento se accettasse il mio aiuto come medico e andasse a riposarsi ,poi potremmo parlare quanto vuole  …-
-Noto con piacere che ha ricevuto il mio pacchetto! Sa ,Watson ho avuto modo di riflettere in tutto questo tempo e di pensare a come risolvere la cosa. Se mi fossi fatto vivo subito, sarebbe stato davvero molto imprudente, da parte mia. Dovevo essere sicuro che il caro professore se ne fosse andato davvero-
Lo fissai senza capire.
-Ha capito bene, caro Watson! Il nostro vecchio amico non è morto e scommetto tutto quello che vuole che sta tramando qualcosa per tornare … -
- Come fa a esserne sicuro? Cosa è successo dopo che siete… caduti?-  lo interruppi.
D’accordo: ora che era arrivato il momento della verità non ero così sicuro di volerla sapere. Quello che mi faceva più rabbia era che,  come al solito, Holmes avesse voluto affrontare tutta la cosa da solo. Quante ne avevamo passate insieme? E ancora non si fidava di me!
-Non è che non mi fidi di lei … -
Ecco: perfetto.
- E’ solo che ,onestamente, volevo mettere la parola fine a questa storia da solo. Era diventata una cosa troppo grande perfino per me, e infatti ha visto cosa è successo. Come ho fatto a salvarmi? Bè, sinceramente sono stato fortunato. Molto fortunato. E devo ringraziare infinitamente mio fratello Mycroft!-
- Vuole dire che … l’ossigeno… - balbettai incredulo. 
- Esatto, non è stata una trovata geniale?! In parte per quello in parte perché sapeva esattamente quello che avevo in mente e mi ha dato una mano. Sapeva che sarei stato disposto a tutto pur di far finire questa storia-
Seguì un momento di silenzio, e posso dire carico di imbarazzo. Almeno da parte mia. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, non riuscivo a credere che fino a qualche minuto fa, fossi stato così convinto che non l’avrei rivisto mai più. E invece adesso era a pochi centimetri da me.
- Io… -
Ma non feci in tempo a continuare la frase perché la porta si spalancò e la figura esile di Mary fece capolino dalla porta. E lanciò uno strillo.
- Lei… lei… che diavolo ci fa qui! Non… -
La sorressi per la vita, appena in tempo per non farla cadere e mi voltai a fissare Sherlock Holmes che ora si era alzato e le aveva fatto un gentile inchino.
-Buondì, signora Watson! La trovo in ottima forma! Mi dispiace essere così d’impiccio ma avevo urgentemente bisogno di parlare col dottore-
Poi con due passi mi fu accanto e mi sussurrò all’orecchio: -Le dispiacerebbe rimandare di qualche giorno la sua luna di miele ,Watson? Ho davvero bisogno di lei!-






Ecco il 2 capitolo della storia,spero vi piaccia! ... L'ho già detto altre volte, è la mia prima fanfic e non sono sicura mai di niente! Spero non vi annoi,siate clementi :) Ora devo trovare in modo per far resuscitare il caro Sherly,penso che lo scriverò nel prossimo capitolo.... Buona lettura :) e W Watson :D
 

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Capitolo 3
*** 3...Shadows ***


3…Shadows


In quella calda estate dell’anno 1887, andai molto vicino al divorzio. Sì, perché Mary, dopo l’improvvisa e inaspettata comparsa di Sherlock Holmes, si adirò a tal punto con me, che fu un miracolo che non mi buttò fuori di casa esasperata e sconvolta.
- Tu e il tuo maledetto amico!- gridò quando mi fui chiuso la porta dello studio alle spalle, lasciandovi uno Sherlock Holmes intento a servirsi un forte drink.
-Cara … tesoro! –esclamai cercando di raggiungerla giù per le scale e afferrandola per un braccio, costringendola a girarsi per fissarmi negli occhi.
- Mary, non è colpa mia, come facevo a saperlo io che…-
-Senti- esordì lei divincolandosi dalla mia stretta – Non mi importa niente di quello che hai da dire per scusarti. Voglio solo che tra meno di un’ora sia fuori da casa mia!-
- Ma è …- iniziai.
-Non mi interessa, John!-
-Io … devo aiutarlo. La … la luna di miele…-
Stava per arrivare il peggio, lo sapevo.
Mary mi fissò per un istante che parve interminabile prima di sbuffare inviperita.
- Una settimana, John! Ti concedo solo una settimana-
Rimasi in silenzio, non sapendo che dire ma esultando silenziosamente.
-E vedi di farti spiegare come è riuscito a uscirne vivo!-

Entrai nello studio con passo deciso e trovai il mio amico comodamente sdraiato sulla poltrona a sorseggiarsi da bere.  Quando mi vide entrare alzò lo sguardo.
-Ho sentito delle urla, Watson. Non vorrei aver creato scompiglio…-
-Andiamo a Baker Street ,Holmes. Ho appena chiamato una carrozza-
Sempre, in ogni situazione, Holmes era quello che aveva guidato le danze. Ora, per una volta ero io a condurre il gioco. Il mio amico infatti, non aveva detto una parola, non si era opposto (come era suo solito fare) e senza fatica si era lasciato condurre fuori all’aria aperta e sulla carrozza, lo sguardo sempre attento ora perso nel vuoto.
La signora Hudson fu sorpresa quanto Mary quando ci vide arrivare, e fu solo dopo varie spiegazioni e rassicurazioni che riuscì a portare il detective nei suoi vecchi ma comodi alloggi.
Lo studio di Sherlock era come lo avevo visto l’ultima volta. Ormai era quasi passato un anno, ma nulla era cambiato: ovvero era ancora un caos totale! Sembrava che la padrona di casa si fosse decisa a non affittare più gli appartamenti a nessuno e aveva lasciato tutto com’era, nella speranza magari di rivedere un giorno far ritorno il suo vecchio inquilino.
Trascinai Holmes sulla sua vecchia poltrona e lo lasciai cadere a peso morto.
-Oh, da quanto tempo- esclamò guardandosi intorno con occhi stralunati. Mi piantai davanti a lui e incrociai le braccia esasperato. Lui mi fissò un attimo prima di sospirare sonoramente.
-Ha ragione ,Watson, è ora che le racconti quanto è successo quella notte- si passò una mano tra i folti capelli scuri e io mi sedetti al suo fianco, preoccupato e incuriosito.
-Come le ho detto Mycroft era a conoscenza del mio piano..-
-Perché non me?- sbottai incapace di trattenermi. Notando il suo sguardo tra il sorpreso e il divertito, mi vergognai di me stesso e della mia invidia. Perché ammettiamolo: era invidia quella che provavo nei confronti di suo fratello. Dopotutto ero io quello che lo aveva accompagnato in molte delle sue indagini, ero io quello che avevo rischiato molte volte la vita …
-Perché- continuò lui regalandomi un sorriso – sapevo che se lei fosse venuto a conoscenza di quanto stavo per fare, ero sicurissimo che me lo avrebbe proibito!-
-Io non …-
-L’avrebbe fatto Watson! Lo ammetta, non mi avrebbe mai permesso di rischiare la vita, lasciandomi cadere giù per quelle cascate… la conosco troppo bene, lei a volte agisce troppo d’impulso!-
Distolsi velocemente i miei occhi dai suoi: non riuscivo a sopportarlo, aveva pienamente ragione.
- Quella che è capitata, era sicuramente l’ipotesi che avrei voluto non capitasse- continuò poi – Avevo un piano, non avrei mai immaginato di arrivare fino a quel punto ma ciò che non mi aspettavo, era la tenacia di Moriarty! E’ stato un caso fortunato il fatto che sia riuscito a togliere le sue azioni bancarie di torno. L’ultima cosa che avrei voluto fare era quella di gettarmi dalle cascate del Reichenbach, ma come le ho detto, Mycroft sapeva le mie intenzioni. Ho trovato molto utile la sua scorta d’ossigeno e vedo che anche lei ha capito l’importanza di quell’aggeggino! La sera prima dell’incontro di tutti i ministri, dopo il disastroso viaggio in Svizzera, a casa di Mycroft … -

Lasciai vagare la mente al ricordo di quella sera. Eravamo in compagnia di Simza e Holmes aveva appena rischiato di morire (tanto per cambiare) quando aveva espresso il desiderio di far visita a suo fratello passando per la Svizzera. Più tardi, dopo esserci rimessi in forze, Mycroft ci aveva illustrato il piano e ci aveva pure procurato i documenti necessari per farci entrare al Vetice della Pace. Era stato in quel momento che Holmes se ne era venuto fuori con un:
- Cos’è questo aggeggio? Posso averlo? L’effetto è molto rinvigorente!-
-E’ la mia scorta personale d’ossigeno. E non la devi toccare!- aveva risposto il fratello servendoci da bere. Holmes ci aveva voltato le spalle, scrollando la mano come per scacciare quelle inutili parole e noi eravamo tornati al nostro discorso.

-Lei si è salvato con… quello?- esclamai incredulo, pensando al pacchetto ricevuto quella mattina.
Holmes mi fissò inarcando un sopracciglio.
-Devo ammettere che chiunque abbia inventato quella cosa è un genio! Sì, mi è stato davvero molto d’aiuto. Quelle cascate sono terribilmente gelide, Watson, e mai una caduta mi è sembrata così lunga! Comunque, Mycroft aveva mandato dei suoi uomini e per fortuna mi hanno trovato. Ho rischiato davvero brutto questa volta-
Fece una lunga pausa e chiuse gli occhi, poi fu scosso da un brivido.








 
Prima di tutto: Buona Pasqua!! :D Scusate se vado a rilento ma ho un sacco di idee e non so bene come metterle giù...spero nel prossimo capitolo di iniziare a carburare! Intanto buona lettura (e spero non vi annoi!) Recensioni positive o negative ben accette :) Alla prossima!

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Capitolo 4
*** 4... ***


4…


Fu come se mille coltelli mi trafiggessero quando, con un tonfo ,caddi nelle acque gelide delle cascate del Reichenbach.
La caduta fu molto lunga, come se il tempo si fosse fermato, mentre vivevo quell’incubo.
Ricordo Moriarty,sopra di me: il suo volto esprimeva un’infinità di emozioni. Rabbia, paura,ira,sconforto,terrore...
Io mi limitavo ad accettare quanto stava accadendo. Non sapevo se sarei sopravvissuto o no. C’erano poche speranze ,lo sapevo. Lo sapevo fin da quando ne avevo parlato a Mycroft. Lui ha cercato di dissuadermi in tutti i modi, ma invano.
Non potevo non farlo. Non potevo permettermi di fallire. Il destino di tutta l’Europa dipendeva da me, non c’era altra soluzione.
Una forse. E proprio Mycroft me la mostrò.
Non pensavo comunque che ne sarei uscito vivo.
In quell’acqua profonda e ghiacciata,fui invaso da mille pensieri. Ricordo come si annebbiò la mia vista mentre cercavo di risalire annaspando nella forte corrente. Diciamocelo, una minuscola speranza la nutrivo anche io.
Il grande Sherlock Holmes morto…
Ricordo di come fu così “vitale” quel soffio che respirai quando riuscì a prendere una boccata d’aria per poi essere di nuovo inghiottito e piombare nell’oscurità.
Avevo completamente perso di vista Moriarty, ma al momento non me ne preoccupai.
Sentivo che le forze mi stavano abbandonando anche a causa del freddo che mi attanagliava.
 
Oh, Watson.
Perché sei arrivato così presto? Qualche secondo in più sarebbe bastato. Non ti avrei visto, e non avrei provato quella sensazione di vuoto e quel qualcosa di incompiuto che forse più mi preoccupava. Non volevo mostrare la mia debolezza. Sono consapevole di essermi reso vulnerabile davanti ai tuoi occhi in quel momento. Ma alla stesso tempo non posso fare a meno di provare una certa calma interiore,una certa pace dell’anima che mi fa capire che stavo facendo la cosa giusta per tutti.
Te compreso.
 Ed è questa la cosa più importante.

  

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