Sogni incantati di Marie16 (/viewuser.php?uid=29690)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 6: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 8: *** Capitolo sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Le
terre di Inazuma erano contese tra quattro regni. Il regno Raimon, il
regno Royal, il regno Dark Emperors ed il Regno Zeus.
Il
regno Raimon aveva come principe
l'ingenuo e gentile Mamoru Endou, che sperava in una semplice
discussione sulla suddivisione delle terre tanto bramate dai regni.
Il
regno Royal aveva come principe Yuuto
Kidou, conosciuto da tutti per la sua astuzia, la sua scaltrezza e la
sua intelligenza. Il giovane principe riteneva sciocco ed ingenuo
parlare, bisognava agire, magari muovendo una guerra al regno più
debole.
Il
regno Dark Emperors aveva come principe
Ichirouta Kazemaru, conosciuto per la sua incredibile velocità.
Fino a qualche anno prima Kazemaru viveva col principe Mamoru nel suo
regno, stanco delle continue prese in giro del principe Kidou, decise
di mettersi a disposizione del re ed egli ne fece il principe. Il
giovane vorrebbe aiutare Endou nella sua impresa, per questo,
nonostante il re non fosse d'accordo, si era alleato con lui.
Infine,
il Regno Zeus aveva come principe
l'egocentrico Afuro Terumi, non meno conosciuto degli altri, ma,
anzi, forse il più conosciuto per la sua bellezza ed eleganza.
Il principe era nel mezzo e, infatti, si dichiarava neutrale nella
rivalità che il principe Yuuto muoveva fra lui ed il principe
Mamoru.
Nei
regni v'erano delle regole rigide, una di queste impediva a tutti,
reali e sudditi che fossero, di innamorarsi di qualcuno che non fosse
dello stesso regno. Erano consentiti solo ed esclusivamente i
matrimoni combinati volti a risolvere guerre e/o ad evitarne.
Su
questa legge non era d'accordo la principessa Aya, sorella di Mamoru,
che spesso si lamentava con suo fratello di ciò, ma il padre
sembrava irremovibile. Aya, infatti, s'era innamorata niente di meno
che del principe Afuro, il quale sembrava vagamente interessato a
lei. Purtroppo Aya era la promessa sposa del principe Yuuto, il
quale, invece, non sembrava avere interesse in lei, quanto più
era impegnato nel prendere in mano il suo regno.
Della
stessa opinione di Aya era la sua dama di compagnia, Miyako, la quale
da ormai un paio d'anni andava dietro a Kazemaru, ma non era in grado
di far cambiare opinione al re, vista anche la scarsa riuscita della
principessa.
Una
mattina, che sembra prospettarsi come tutte le altre, il giovane
principe Mamoru s'era svegliato ed era andato al suo solito
allenamento. Si allenava con la spada, Mamoru, si allenava per
difendere il regno e sua sorella.
“Principe!”
lo chiamò d'improvviso uno dei servi. Il principe si voltò
verso di lui, scuotendo il capo.
“Sì,
che succede, Kai?” chiese Mamoru, tentando invano di sistemare
i capelli, sudati, fissando il servo negli occhi.
“La
principessa Aya è sparita!” esclamò l'altro,
sudando freddo. Sapeva che il principe era buono, ma quando gli si
toccava la sorella perdeva le staffe come pochi.
“CHE
COSA?!” esclamò infatti, adirato. “Dov'era
l'ultima volta che l'hai vista?” chiese, cercando di calmarsi.
Kai socchiuse gli occhi, assumendo uno sguardo pensieroso.
“Beh,
diceva che sarebbe andata nel neutrale regno Zeus, ma non è
più tornata.” replicò, sospirando leggermente.
“Miyako
era con lei?” domandò di nuovo, spogliandosi
dall'armatura d'allenamento per indossare la tunica semplice ma
elegante da principe. Scosse lievemente il capo per sistemare i
capelli, restando in attesa di una risposta da parte del giovane.
Quello per tutta risposta scosse il capo, sollevò le spalle e
sospirò. “Chiamala.” ordinò, e subito il
servo corse.
Miyako
giunse dal principe in cinque minuti, limitandosi a fissare il
contorno del suo viso con uno sguardo perplesso.
“Mi
avete fatta chiamare, Endou-sama?” chiese, limitandosi a
sorridere timidamente.
“Mia
sorella Aya è sparita.” rispose, puntando gli occhi
castani nei timidi e spauriti occhi della dama di compagnia della
sorella. “Perché non eri con lei?” Miyako sospirò
lentamente, portando una mano a sistemare una ciocca dei lunghi
capelli castani dietro l'orecchio. Fissò il principe negli
occhi, poi sospirò.
“Aya-sama
mi ha ordinato di non seguirla.” cominciò la dama “Non
so bene il motivo di questa scomparsa, ma è probabile che
Aya-sama non volesse farvelo sapere.” spiegò poi,
portando entrambe le braccia al petto, sospirando leggermente. Il
principe scosse il capo, Miyako sapeva che era arrabbiato, glielo
leggeva negli occhi.
“Ci
si rivede, Endou-kun.” s'intromise una voce. Miyako e Mamoru si
voltarono nello stesso istante verso la voce e subito videro il
Principe Yuuto sorridere beffardo verso l'ingenuo principe.
“Oh,
salute a voi, Principe.” disse Miyako, eseguendo un breve
inchino che accompagnò con gesto del capo.
“Salute,
Kidou-kun.” lo salutò gentilmente Mamoru, scoccandogli
un sorriso. Yuuto si limitò a sorridere beffardamente in sua
direzione.
“Allora,
dov'è la principessa? Sapeva che oggi sarei venuto a
prenderla.” replicò, fissando i due. Mamoru cominciò
a sudare freddo, portando una mano sul viso.
“Ora
si spiega tutto.” pensò
Mamoru, capendo il perché della scomparsa improvvisa della
sorella.
“Aya-sama
è malata.” mentì Miyako “Se fosse possibile
potrebbe ripassare fra qualche giorno, Principe Yuuto?” chiese,
portando una mano fra i capelli.
“...
Sta male davvero, Endou-kun?” Mamoru sorrise, annuendo
leggermente. Yuuto scosse il capo lentamente, assumendo
un'espressione pensierosa. “Ripasserò fra una
settimana.” replicò, voltandosi ed andandosene. Aveva
intuito che qualcosa non andava. Non era un ingenuo.
“Come
ti è saltato in mente, Miyako? Il principe Yuuto non è
stupido.” Miyako scosse il capo e sollevò le spalle.
“Sto
sperando che Aya-sama torni in fretta. Potremmo chiedere aiuto a
Kazemaru-sama, no?” propose, arrossendo all'idea di rivedere
Kazemaru. Era da diversi mesi, infatti, che non lo sentiva.
“Ottima
idea.” replicò il principe, dirigendosi dunque verso le
stalle per prendere il suo destriero e raggiungere il regno del suo
alleato.
“Sicura
ti vada bene così?” mi chiese la voce dolce di Afuro.
Sorrisi in sua direzione, abbracciandolo.
“Mio
fratello capirà.” risposi, sorridendo. Lui mi strinse
nell'abbraccio, accarezzandomi i capelli.
“Non
è di lui che mi preoccupo. Come la prenderà il principe
Yuuto Kidou?” mi chiese di nuovo, fissandomi negli occhi.
“Non
mi importa.” replicai, socchiudendo gli occhi castani. Afuro
scosse il capo e sollevò le spalle.
“Dichiarerà
guerra a tuo fratello, te ne rendi conto?” sollevai le spalle e
borbottai.
“Mio
fratello se la caverà.” risposi solamente. Lui scosse di
nuovo il capo e mi baciò in fronte.
Ero
scappata senza dire nulla a Mamoru, non volevo diventare la sposa di
Kidou. Non mi interessava.
Stavo
infrangendo le regole, ma poco mi importava. Volevo amare
liberamente, e se per farlo avrei dovuto mettere in pericolo il mio
regno, l'avrei fatto.
Mi
dispiace essere egoista, ma non potevo resistere un giorno di più...
Angolino
dell'autrice: Okay,
non uccidetemi! Questa long è nata nella mia testa come
un'idea generale. Perché non vedere l'Inazuma ai tempi
medievali?
Boh,
spero vi piaccia come prologo. Mi sembra un po'... Uh... Un po'
strano ecco.
…
Bene.
Dedico questo capitolo a:
Chicco,
a cui rinnovo il ti voglio bene!
Mely,
che adoro e a cui voglio un mondissimo di bene!<3
Spero
che vi piaccia.
Un
abbraccio cuccioloso, Marie
|
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Capitolo 2 *** Capitolo uno ***
Mamoru
e Miyako raggiunsero il regno alleato in un'ora di viaggio. Appena
arrivarono lì, vennero annunciati e Kazemaru li fece subito
entrare.
“Endou-kun,
Miyako, benvenuti.” disse, sorridendo. Miyako arrossì
malamente ed accennò un inchino molto formale accompagnato ad
un gesto lieve del capo.
“Kazemaru.”
disse semplicemente Mamoru, effettuando un brevissimo inchino.
“Abbiamo bisogno del tuo aiuto.” replicò,
fissandolo serio negli occhi. Kazemaru annuì brevemente,
ricambiando lo sguardo del principe mentre lanciava un breve sorriso
verso Miyako.
“In
cosa posso esserti utile, Endou-kun?” chiese, mentre fissava
leggermente Miyako, che continuava ad arrossire.
“Mia
sorella Aya è sparita nel regno Zeus, voglio sapere se è
lì che si trova, e se ci si trova di sua spontanea volontà.
Io cercherò di rimandare il più possibile l'incontro di
Aya con il principe Yuuto.” spiegò, scuotendo il capo in
un sospiro sollevando le spalle lungamente.
“Lascia
a me e Miyako questo compito, non avrai nulla da temere.”
Mamoru sorrise lentamente ed annuì. “Ci mettiamo in
marcia, Principe.” disse poi il turchese, accennando un inchino
verso Mamoru, prendendo per mano Miyako e dirigendosi verso le stalle
le sorrise.
“K-Kazemaru-sama...”
mormorò lei, in imbarazzo. “Come faremo ad infiltrarci
nel regno?” chiese timidamente, puntando gli occhi castani sul
pavimento della stalla. Il principe stava sistemando le selle e le
briglie di due cavalli, che li avrebbe condotti al regno Zeus.
Il
turchese le sorrise ancora, alzandole il viso con un gesto della
mano, tranquillo.
“Miyako,
smettila di trattarmi come se fossi una mia servitrice. Puoi darmi
del tu tranquillamente, e lo sai.” Miyako arrossì ed
annuì leggermente. “Comunque, per quanto riguarda
l'infiltrarci, non sarà difficile.” le spiegò.
“Sai suonare?” chiese.
“So
suonare il flauto.” rispose d'istinto lei, portando le mani al
piccolo strumento in legno che le aveva intagliato la principessa
Aya.
“Perfetto.”
rispose lui “Io suonerò la chitarra1.”
spiegò, indicandole lo strumento posto al muro della stalla,
poco di fianco a loro. Miyako annuì leggermente, salendo
elegantemente sul suo destriero. Inspirò profondamente, non
era abituata ad andare a cavallo, di solito con la principessa
preferiva andare a piedi.
“I-Io
temo di non saper cavalcare bene.” fu la sua risposta. Kazemaru
le sorrise dolcemente, guardando il suo destriero per attimi
lunghissimi.
“Tranquilla.
Andrò piano, restami dietro.” Miyako annuì
nuovamente, sorridendo imbarazzata al turchese.
Dopo
svariate ore, raggiunsero il regno Zeus. Tutto intorno sembrava così
caotico che ancora si chiedevano come fosse possibile nascondersi in
un posto del genere.
“Bene.
Ora dovremmo solo fingerci dei musicisti per avere le informazioni
che ci servono. Sei pronta?” Miyako e Kazemaru scesero dai loro
destrieri che imbrigliarono vicino ad un albero. La giovane dama di
compagnia annuì alle parole del principe, mise la mani in
tasca e prese il flauto. Kazemaru la prese per mano, facendole andare
il cuore ad un battito più che accelerato e si diresse al
centro della grande piazza. Fece un lungo inchino e si mise in mezzo
alla piazza, cominciando a suonare. Poco dopo anche Miyako prese a
suonare.
Mi
sembrò di vedere Miyako nel regno, stavo girando col principe
Afuro, e notai un duo di musicisti che mi risultò familiare.
Sicuramente mi sbagliavo, eppure quella giovane ragazza col flauto mi
ricordava la mia dama di compagnia.
“Principe,
chi sono quei due?” chiesi, indicando al mio amato i due
giovane musicisti. Lui scosse il capo e sollevò le spalle.
“Non
ne ho la più pallida idea.” fu la sua risposta. Afuro mi
prese per mano e ci avvicinammo ai due sorridendo, prima però
il principe diede loro qualche soldo, come premio per quella dolce
musica che stavano suonando per noi.
“Siete
nuovi da queste parti?” domandai, spostando una ciocca dei miei
capelli dietro l'orecchio. Il ragazzo ci sorrise, ed annuì
brevemente.
“Siamo
musicisti girovaghi, è la prima volta che veniamo in questo
regno. Il mio nome è Masato Nakamura, mentre la ragazza qui di
fianco è Kaori Katsuragi.” spiegò, presentandosi.
Sorrisi dolcemente in loro direzione, e la ragazza arrossì.
“Io
sono Aya.” dissi solamente, Afuro mi sorrise e mi strinse a sé.
Mi scoccò un bacio sulla guancia ed arrossii.
“Io
sono il Principe Afuro Terumi.” replicò il biondo. I due
girovaghi eseguirono un lungo inchino, ed il principe li fece alzare
quasi subito. Non amava le formalità. “Bene, che ne dici
se torniamo dentro? Non voglio che prendi freddo.” annuii
brevemente in sua direzione, eseguii un inchino verso i due e
sorrisi. Mi domandai spesso se quei due stessero insieme o fossero
solo amici.
“Sembra
sia felice.” disse semplicemente Miyako, portando una mano fra
i suoi stupendi capelli castani. Annuii leggermente, voltandomi verso
di lei. Arrossì lentamente, quasi fosse una bambina alle presa
con la sua prima cotta. Il mio cuore accelerò il battito,
eravamo soli e non mi importava di infrangere una regola, io dovevo
farlo. Le presi una mano e la trascinai lontano dalla folla, la feci
adagiare al muro e la baciai dolcemente.
Sapevo
che le ero sempre piaciuto, per cui fui sicuro di ciò che
stavo facendo e, infatti, qualche secondo dopo Miyako rispose al mio
bacio.
Ci
allontanammo ancora di più dalla folla, avevo bisogno di
parlare con lei...
“Principe,
ne siete sicuro?” domandò un servo all'ormai
incontrollabile principe Yuuto, che sorrise divertito.
“Certo.”
rispose mentre sul suo volto comparve un sorriso malvagio al pensiero
di ciò che presto sarebbe accaduto. “Vedrai, Mamoru-kun,
presto tu e tutto il tuo regno avrete ciò che meritate.”
Il
cielo venne squarciato da un lampo che illuminò di bianco ogni
cosa.
Angolino
dell'autrice:
Ed ecco il secondo capitolo u.u
Presto Kidou effettuerà un bel piano per prendersi Aya, sisi.
… Comunque, piaciuta
l'idea di Kazemaru? u.u Eheh.
Era anche un modo per stare solo
con Miyako, eheh, è proprio un furbetto l'amico!
Capitolo dedicato a:
Mary, oggi è il suo
compleanno e fa 24 anni, auguri shore!<3 Ti voglio bene!!
Mely, a cui continuerò a
ripetere che voglio un mondo di bene.
Hermi990 (Valy!), a cui spero
piacerà questo capitolo. (Ti voglio bene!)
Chicco, a cui voglio bene!u.u
E a Sara, che mi ha dedicato un
capitolo davvero stupendo! Ti voglio bene!<3
1La
chitarra, anche se può sembrare strano, era già
presente ai tempi medievali. Così come il flauto!
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Capitolo 3 *** Capitolo due ***
Il
cielo venne squarciato da un tuono che illuminò di bianco
tutto intorno a sé. Kazemaru e Miyako corsero al riparo, si
presagiva pioggia.
Qualcosa
stava per accadere, qualcosa di veramente terribile sarebbe accaduto
di lì a poco. Qualcosa che avrebbe cambiato le vite di tutti
in poco tempo.
Kazemaru
e Miyako si rifugiarono in una locanda, dove presero una stanza.
“Che
tempaccio.” disse Miyako, fissando il principe che sembrava
pensieroso con un breve sorriso.
“Non
prevedo nulla di buono, Miyako.” intervenne lui, fissandola
negli occhi. La giovane ragazza lo fissò negli occhi,
perplessa. Piegò il capo di lato ed attese che le spiegasse
meglio. “Sento puzza di guai, conviene che ti prepari a
difenderti.”
“Ma
io non so combattere.” ribatté lei, sospirando
leggermente. Vide il turchese tirare fuori una spada leggera, la
osservò per diversi minuti, ma non riuscì a
comprenderne la lega di cui era fatta.
“È
una spada in stagno, non causa molti danni. È ottima per
allenarsi.” spiegò in sua direzione, sorridendole.
“E
cosa dovrei farci?” chiese, perplessa. Kazemaru scosse il capo,
alzando gli occhi al cielo.
“Ti
ci allenerai. Domani mattina passerò dal fabbro per farmene
forgiare un'altra per me, in stagno, ed una in ferro per te.
Ascoltami bene, ci alleneremo con armature leggere, ma voglio
prepararti al meglio.” sorrise “Ero cavaliere prima di
essere principe, so come si combatte.” le disse poi,
rassicurandola.
“Sì
lo so.” sorrise quella, avvicinandosi per dargli un lieve bacio
sulle labbra. “Non per nulla ti muoio dietro da anni.”
replicò poi, scoppiando a ridere. Kazemaru sorrise e la
strinse a sé, dolcemente.
“Avete
sentito?” stava dicendo un uomo in locanda, era al tavolo con
altri tre uomini, di stazza abbastanza robusta e dall'aspetto vispo e
attento. Indossavano dei vestiti piuttosto eleganti, e sulla spalla
destra di uno di loro brillava la mostrina dell'esercito del regno.
Era uno dei cavalieri del principe Afuro.
“Sentito
cosa?” chiese quello, voltandosi verso colui che stava
parlando, un uomo dai capelli castani.
“Secondo
le voci che girano, Ser Tadashi.... Il principe Afuro ha rapito la
sorella del principe Mamoru, la principessa Aya, per violentarla.”
rispose quello, fissando gli occhi su Hera Tadashi, il secondo
cavaliere del principe Afuro.
“Menzogne.”
rispose lapidario Hera, portando una mano sulla spalla destra,
mostrando con orgoglio quella mostrina che lo identificava per quello
che era.
“A
corte cosa dice? Gli altri aristocratici non sono contenti di queste
voci, non è vero?” chiese quello, con un ghigno che si
faceva largo lungo il suo viso.
“Non
sono fatti vostri, Messere. Io so quello che è successo, e mi
basta.” rispose, indignato di quelle parole. Non poteva
crederci, le voci che giravano non gli piacevano per nulla.
“Non
so chi stia facendo girare queste voci, ma non dovreste credere a
tutto ciò che si dice in giro.” replicò un altro
uomo, dai capelli neri, in direzione del primo.
“Potrebbero
essere vere.” disse di seguito l'altro, sogghignando. Voltò
lo sguardo verso il cavaliere del principe, che socchiuse solo gli
occhi senza parlare.
“Perdonatemi,
ma devo lasciarvi, il dovere chiama.” Hera si scusò,
fece un breve inchino ed uscì dalla locanda per raggiungere il
castello. Aveva delle brutte notizie da riferire.
“Hera,
cosa succede?” chiese d'improvviso Afuro, scostandosi
dall'abbraccio in cui mi aveva stretto.
“Mio
principe, perdonatemi se disturbo così voi e la principessa,
ma dalla città mi giungono pessime notizie.” sobbalzai
leggermente, se c'erano pessime notizie in arrivo, voleva dire solo
una cosa: Kidou Yuuto stava architettando qualcosa.
“Di
che genere, Hera?” domandò, fissando ora il suo
cavaliere negli occhi. Avevo imparato a conoscerlo, per tutte le
volte in cui sono scappata qui per allontanarmi un po' dalla solita
vita noiosa che vivevo, e quello sguardo mi diceva che era
preoccupato. E molto anche.
“Gira
voce che voi, principe, abbiate rapito la principessa Aya per
violentarla. Temo potrebbe scoppiare una rivolta, dovreste prendere
il vostro cavallo e allontanarvi da qui prima che succeda.”
spiegò, facendomi diventare perplessa. Cosa stava succedendo?
Era questo il piano di Kidou?
“Che
cosa? È inaccettabile, non potrei mai far del male ad Aya.”
replicò Afuro, indignato.
“Se
queste voci giungono nel regno del Principe Mamoru, dichiarerà
guerra. Dovrete prepararvi anche a questo.” Ebbi un brivido
lungo la schiena, e mi voltai verso Afuro.
“Spero
che queste voci non circolino fino a Mamoru. Ma se dovesse succedere,
ti devo chiedere di permettermi di raggiungere il regno e di farmi
parlare con mio fratello.” Afuro mi guardò negli occhi,
sospirò ma annuì brevemente. Lo abbracciai leggermente
fissando poi Hera.
“Grazie,
Cavaliere.” dissi semplicemente, lui fece un lungo inchino e se
ne andò. Mi voltai verso Afuro e borbottai.
“Principe!”
Mamoru si voltò verso il suo maestro d'armi, il viso contratto
in un'espressione perplessa, fissandolo negli occhi.
“Ditemi.”
rispose poi, accennando un sorriso. Il maestro d'armi sospirò
brevemente, fissando negli occhi il giovane principe.
“Voci
provenienti da ignoti dicono che il Principe Afuro ha rapito vostra
sorella per violentarla...” disse, passandosi una mano sul
collo, già temendo la reazione del principe.
“...
...” Mamoru era letteralmente senza parole, non sapeva nemmeno
che dire. “Chiamatemi Gouenji, e subito!” sibilò,
un'evidente rabbia si poteva leggere nei suoi occhi, mentre stringeva
un pugno e si liberava dell'armatura.
“Sì,
vostra Maestà.” disse, correndo velocemente. Mamoru
buttò letteralmente l'armatura sulla pedana poco distante,
infuriato. Questa non l'avrebbe passata liscia, quel biondo l'avrebbe
pagata.
“Mi
avete fatto chiamare, principe?” chiese Gouenji, inchinandosi
verso il suo principe, che aveva lo sguardo serio.
“Sì.
In qualità di principe io ordino che il nostro esercito si
muova verso il regno Zeus.”
“Ai
vostri ordini, Maestà. Dunque dichiareremo guerra?”
chiese, lieve. Mamoru sollevò le spalle.
“Precisamente.”
Gouenji annuì brevemente e scomparve dalla vista del principe,
che lentamente rientrò nella sua stanza.
“Kidou-sama.
Il piano sembra star dando i suoi frutti, il principe Mamoru ha messo
in marcia il suo esercito verso il regno Zeus.” Kidou
sogghignò, voltandosi verso il suo consigliere, Sakuma Jirou.
“È
solo l'inizio, Sakuma.” disse “Hai chiamato chi ti avevo
chiesto?” domandò poi, in sua direzione. Sakuma annuì,
voltando il capo.
“Genda,
puoi chiamare il nostro ospite? Il principe desidera vederlo.”
il castano annuì brevemente, sollevando le spalle.
“Perché
a me i compiti ingrati?” si chiese sottovoce Genda
Koujirou, voltandosi verso l'entrata.
Un
tipo dai capelli rossi entrò nella stanza, mani in tasca e
sguardo beffardo dipinto sul volto, si portò davanti al
principe.
“Dunque
tu sei Nagumo Haruya, dico bene?” chiese retorico Kidou, quello
sorrise leggermente.
“In
persona, Principe.” disse semplicemente, sogghignando
leggermente. “È vero quello che ho sentito? Volete che
uccida il principe Mamoru?” domandò, beffardo. Kidou
ricambiò il sorriso ed annuì, sogghignando.
“Sei
in grado di farcela, Nagumo?” quello annuì in un
sorriso. Un altro ghigno apparse sul viso del principe. “Ma
certo. E vi ricordo che il mio nome in codice è Burn,
principe.” Kidou annuì e rise.
“Non
me lo sono scordato. Ora va, ma mi raccomando, fingiti suo amico.”
quello annuì e scomparve dalla vista del principe.
“Principe,
siete sicuro di ciò?” chiese perplesso Sakuma, che
ricevette uno sguardo quasi omicida da parte del principe.
“Certo.”
disse poi, socchiudendo gli occhi, Sakuma sollevò le spalle e
fece per andarsene. “Attento a ciò che dici, Sakuma,
potresti rimetterci la vita.” lo liquidò infine, facendo
rabbrividire il giovane.
“Sakuma-san,
siete sicuro che il principe stia facendo la cosa giusta?”
chiese perplessa Nahoko, fissandolo negli occhi con l'occhio blu che
si rifletteva in quelli rossi di lui.
“Non
lo so, Nahoko.” disse sincero “Il principe è
impazzito, secondo me.” le sussurrò poi sottovoce,
guardandosi intorno con aria preoccupata.
Nahoko
sospirò, scuotendo piano il capo mentre si nascondeva
velocemente l'occhio viola con una benda, sospirando.
“Cosa
faremo?” chiese poi la giovane, fissando di nuovo il ragazzo
negli occhi.
“Non
chiederlo a me, Nahoko. Se facciamo qualcosa contro il principe siamo
morti.” replicò, sconvolto. “Dunque è
meglio non pensarci. Ti va di fare un giro?” lei sorrise
brevemente ed annuì.
“Siamo
d'accordo, quindi?” chiese un tipo dai capelli castani, in
direzione dell'altro che sorrise.
“Ma
certo.” rispose “Proteggerò il principe Mamoru,
allora.” sorrise lievemente in direzione del castano.
“Ottimo,
ora vai, Gran. Affido a te la sua protezione.” replicò,
sorridente quello.
“È
in buone mani.” disse semplicemente, scomparendo.
Angolo
dell'autrice:
Sera gente. Eccomi qui con un
nuovo capitolo. E dunque una parte del piano di Kidou si scoperto!
Cosa succederà? Riuscirà Gran a proteggere Mamoru? E
Burn ad ucciderlo? Beh, non vi resta che continuare a seguire la
storia per scoprirlo!
Nahoko, è l'oc di mia
sorella Mary.
Dunque questo capitolo è
dedicato a: Mely, a cui come sempre ricordo che voglio un
mondissimissimo di Bene.
Mary, ti voglio bene sorellina,
spero che ti piaccia la comparsa u.u
Valy, ovviamente, ti voglio
bene!
E a tutti voi che recensite,
ovviamente. Grazie davvero!<3
Un abbraccio cuccioloso, Marie
|
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Capitolo 4 *** Capitolo tre ***
“Principe
Mamoru!” esclamò Shinichi Handa, il comandante in
seconda dei Cavalieri Reali, rimasto nel regno per ordine di Gouenji,
inchinandosi a dovere verso il suo principe. Quello si voltò
verso il suo cavaliere e lo fissò negli occhi, mentre fra le
mani teneva un libro che fino a qualche secondo fa stava leggendo.
“Sì?”
chiese lentamente, portandosi una mano fra i capelli. Era molto
nervoso.
“Un
uomo desidera vederla, dice di chiamarsi Haruya Nagumo.” Mamoru
ci pensò su, tentando di ricordare se l'avesse sentito da
qualche parte. Scosse il capo e sollevò le spalle.
“Fallo
entrare.” disse, facendo un gesto con la mano, vago. Handa
annuì brevemente, facendo entrare l'uomo. Il rosso s'addentrò
con le mani in tasca e l'aria sbarazzina, mentre un sorriso beffardo
si faceva largo sul suo viso.
“Tu
saresti Haruya Nagumo, dunque?” chiese Mamoru, fissandolo dalla
testa ai piedi, con ancora il libro in mano.
“Sì,
vostra Maestà.” rispose, chinando solo il capo in un
gesto lieve, ma poco rispettoso.
“Sei
di queste parti, Nagumo?” chiese il principe, perplesso. Nagumo
rise leggermente, portando una mano sul viso.
“Oh
sì, certo.” rispose “Solo che non sono molto...
Come dire... Visibile, ecco.” disse semplicemente, facendo un
breve gesto del capo.
“Cosa
sei venuto a fare?” domandò Mamoru, scrutandolo dalla
testa ai piedi.
“Sono
venuto ad offrirvi la mia amicizia, principe. Vorrei aiutarvi e, dove
possibile, guidarvi, in questa guerra.” spiegò, portando
una mano fra i capelli, molto sbarazzini. Mamoru ci pensò
su, facendo passare quella che Nagumo avrebbe definito un'eternità.
Sorrise brevemente, andando ad allungargli una mano.
“D'accordo.”
replicò semplicemente, sorridendo. “Dunque benvenuto.”
disse poi. Nagumo strinse la mano del principe lentamente e
sogghignò.
“Non
preoccuparti, Mamoru, presto non dovrai più preoccuparti della
guerra.” pensò
mentre un ghigno divertito si faceva largo sul suo viso.
“Principe!”
gridò d'improvviso Tadashi, irrompendo nella stanza con
affanno. Afuro si voltò verso di lui, socchiudendo piano gli
occhi.
“Non
si usa bussare?” chiese, mentre piano scendeva dal suo –
o forse era meglio dire nostro – letto. Hera sospirò
lungamente, passandosi una mano sul collo con fare agitato.
“Perdonatemi,
è urgente.” replicò il cavaliere, in preda al
nervosismo più puro.
“Cosa
succede?” chiese allora Afuro, calmo. Il cavaliere tirò
un lungo sospiro sconsolato, voltandosi per un secondo verso la porta
e riportare subito dopo l'attenzione sul biondo.
“Il
principe Mamoru ha fatto muovere le sue truppe verso di noi, siamo in
guerra.” spiegò, sospirando lungamente. Sbiancai. Come
avevo immaginato le voci erano giunte, dunque, a mio fratello. Dovevo
porre rimedio a tutto quel disastro, avvenuto solo per causa mia.
“Afuro,
perdonami.” cominciai io, sospirando lungamente “Devo
parlare con Mamoru, assolutamente. Tutto questo non ha senso.”
spiegai, poi, portando una ciocca dei miei corti capelli castani
dietro l'orecchio. Afuro voltò il suo viso verso di me e mi
guardò. Per un lungo periodo restammo così, occhi negli
occhi, finché non si decise a dire qualcosa.
“È
pericoloso, là fuori.” disse, continuando a posare i
suoi occhi nei miei. “Non voglio che ti succeda qualcosa.”
sospirai di nuovo, scesi dal letto e lo abbracciai.
“È
mio dovere aiutarti, Afuro. Questo è successo a causa mia,
dopotutto, quindi devo porvi rimedio.” lui sospirò, mi
strinse a sé e mi accarezzò i capelli con fare dolce.
“Va
bene. Ma fa attenzione.” annuii solamente, staccandomi
dall'abbraccio. Dunque era giunto il momento di parlare a Mamoru, mi
sentivo così tesa!
“Tra
quanto saranno qui?” chiese poi, mentre io tentavo di radunare
le mie poche cose per partire in fretta.
“Due
giorni, ad occhio e croce.” replicò Tadashi, sicuro.
Afuro borbottò rumorosamente, portò le braccia al petto
e fissò il suo cavaliere.
“Difendete
la città a tutti i costi, non permettete a nessuno di spargere
sangue inutile. Se è me che vogliono, sicuramente non ci
saranno problemi per la popolazione, ma preferisco essere cauto.
Voglio una guardia che a turno si scambierà con un'altra per
difendere il portone del castello. Tutto chiaro?” Hera alzò
lo sguardo verso il principe ed annuì.
“Come
fatto.” disse e si volatilizzò così com'era
giunto.
Tutto
ciò che avevo era radunato, ora dovevo solo andare in stalla a
prendermi il cavallo, non prima che il principe mi avesse stampato un
bacio sulle labbra. Mi sarebbe mancato, ma era mio compito.
Uscii
di corsa dal castello, salii in groppa al mio destriero e mi diressi
verso il mio regno.
Fu
un viaggio che durò al massimo mezza giornata poiché
dopo un paio di minuti, svenni.
“Principe
Yuuto.” Genda s'inchinò, il capo rivolto verso il
pavimento, in segno di rispetto.
“Dimmi,
Genda.” Kidou lo fissò di traverso, non capacitandosi il
perché di quella urgenza. Era forse successo qualcosa? Il suo
piano si stava sgretolando come un castello di carte? No, era
impossibile.
“I
vostri – cioé nostri – cavalieri, hanno portato la
principessa Aya qui, come da voi ordinato.” spiegò il
castano, alzandosi lentamente da quella posizione. Sospirò
leggermente, portando il viso a puntare gli occhi cupi e crudeli del
proprio principe.
“Ottimo
lavoro.” replicò “Che sia chiusa nella stanza che
le era destinata, bloccate la porta.” ordinò subito,
fissando il giovane uomo che aveva davanti con sguardo serio. Quello
annuì, cominciando ad avviarsi, ma fu fermato dalla voce del
perfido principe. “Potrà ricevere soltanto visite
autorizzate da me.” concluse, sorridendo beffardo.
“Come
desiderate, Vostra Maestà.” replicò Genda,
mettendosi le mani in tasca, sparendo dalla sua vista. Rimasto solo,
Kidou si ritrovò a pensare a cosa poter fare ad Aya,
soprattutto dopo essere scappata nel regno Zeus per non incontrarlo.
Forse frustarla l'avrebbe messa in riga. Sorrise lungamente ed annuì.
Kidou fece chiamare il
comandante del suo esercito, che arrivò molto in fretta, e gli
scoccò un sorriso beffardo.
“Hai
l'ordine di dare cento frustate a quella sgualdrina di Aya, che
capisca chi comanda.” quello annuì, mentre un ghigno si
fece strada sul suo viso.
“Come
ordinate.” replicò poi e sparì.
“Questa
la paghi, mia dolce e cara Aya.” pensò
Kidou, ridendo.
“Fai
attenzione.” disse severo il turchese, in direzione della
ragazza che si era lasciata colpire malamente dal colpo di spada
inferto dallo stesso.
“S-Sì,
scusami.” replicò, ansimante. Ci aveva messo più
di mezza giornata a capire come impugnare la spada, dopo innumerevoli
tentavi suicidi in cui se l'era puntata al petto. “Non sono
abituata.” disse poi, asciugandosi il sudore che le imperlava
la fronte, dopo il molto movimento fatto per quell'allenamento.
“Lo
so.” rispose Kazemaru, sorridendo. “Concentrati.”
cominciò “Segui attentamente i miei movimenti e trova un
varco nella mia difesa, a quel punto affonda un colpo con la spada e
prova a colpirmi al fianco.” le spiegò, spostandole una
ciocca di capelli sudati dalla fronte. Miyako annuì e si
rimise in posizione. L'arma pesava come se fosse stata costruita in
pietra, le piccole mani della ragazza la stringevano a fatica e le
sue braccia poco allenate riuscivano a stento a tenersi in quella
posa. Kazemaru, al contrario, non sembrava aver problemi di alcun
genere nell'impugnare l'arma che, a differenza di Miyako, teneva
saldamente fra le mani e che spostava da una mano all'altra come se
fosse una piuma.
Quando Miyako ritrovò il
fiato, l'allenamento riprese. Restò concentrata e seguì
tutti i movimenti del turchese, che affondava i colpi piuttosto
velocemente, e schivò alcuni dei suoi fendenti con non poca
difficoltà. Finalmente trovò il varco giusto nella
difesa del principe ed affondò un colpo, che centrò,
anche se solo di poco, il fianco del giovane che accusò il
colpo.
“Ottimo!”
esclamò il turchese, massaggiandosi un po' il fianco dolorante
nonostante il corpetto avesse attutito il danno. “Migliori a
vista d'occhio.” disse sincero, la giovane arrossì e
sorrise. “Sarà che ho un bravo maestro.”
ridacchiò leggermente lei, per poi sedersi sfinita sul prato,
adagiando la spada per terra. Il petto di Miyako si alzava e si
abbassava a ritmi piuttosto irregolari, le mancava il fiato. Alzò
lo sguardo verso Kazemaru che, lentamente, si sedette di fianco a
lei. Il respiro di lui era regolare, come se non avesse accusato la
fatica di quell'allenamento ed un po' era proprio così. S'era
addestrato per molti anni con i Cavalieri Reali ed ora quella fatica
che tempo prima accusava facilmente, non la sentiva più.
Sorrise brevemente, smise di impugnare la spada, la posò a
terra ed abbracciò Miyako.
“Gira
voce che il principe Mamoru abbia dichiarato guerra a questo regno,
dovremmo andarcene presto di qui.” spiegò,
scompigliandole i capelli con dolcezza, dandole poi un bacio in
fronte.
“Dovremmo
metterci in viaggio presto, allora.” sospirò lei
“Kazemaru, come faremo? Stiamo infrangendo una legge, lo sai.”
poggiò la testa sul petto di lui, sapendo bene che quando
sarebbero tornati ai loro Regni tutta quell'intimità sarebbe
finita e che non avrebbe potuto amarsi apertamente fino a che quella
maledetta legge vigeva fra i regni.
“Lo
so, ma non me ne importa niente.” disse lui, sorridendo. Le
accarezzò i capelli con fare dolce, poi l'allontanò dal
suo petto. Miyako chiuse gli occhi all'istante e Kazemaru ne
approfittò per baciarla lentamente, sulle labbra. Chiese
l'accesso alla sua bocca e lei glielo concesse, così la
esplorò con calma. Quando si staccarono per riprendere fiato,
le sorrise. “Ti amo, Miyako.” dichiarò, divenendo
di un bel rosso accesso.
“Ti
amo anche io, Kazemaru.” rispose lei, sorridente. In
lontananza si poteva vedere una massa informe di gente, con armi di
ogni sorta fra le mani, che correva verso quello che doveva essere il
castello.
Nel Regno stava scoppiando una
rivolta.
“Principe
Mamoru!” lo chiamò di nuovo Shinichi, chinando il capo
nuovamente verso il suo principe, che voltò il capo.
“Dimmi,
Shinichi.” rispose subito Mamoru, dando la parola al suo
cavaliere che subito si alzò.
“Un
giovane uomo desidera parlarle.” Mamoru sbuffò,
chiedendosi perché era così richiesto. Sollevò
le spalle e fece cenno con la mano di farlo entrare.
Un giovane dai capelli rosso
fuoco, lisci, entrò nella sala Reale. Gli occhi acquamarina
scrutarono la stanza, come in cerca di qualcuno, e si fermarono sul
principe Mamoru e su Nagumo, che sogghignava leggermente.
“Principe
Mamoru.” disse il rossino, inchinandosi rispettosamente in sua
direzione. “Vengo da un regno lontano, la mia missione è
quella di proteggervi.” disse semplicemente, alzando il viso
verso il principe.
Mamoru ricambiò lo
sguardo, un'espressione perplessa sul suo volto, mentre tentava di
comprendere quella frase.
“Proteggermi
da cosa?” chiese, puntando i suoi occhi castani in quelli
acquamarina del ragazzo. Gran sorrise e si alzò.
“Gira
voce che vogliano uccidervi.” disse semplicemente lui,
sollevando le spalle in direzione del principe, Nagumo ebbe un
sussulto, tuttavia non fece una piega, e volse lo sguardo verso
l'altro rossino.
“Tu
sei?” chiese poi, vagamente perplesso.
“Hiroto
Kiyama.” rispose, sorridente. Mamoru lo fissò negli
occhi per lungo tempo, poi sorrise.
“Principe,
siete sicuro di potervi fidare? Avete già noi cavalieri a
proteggervi.” rispose un po' stizzito Shinichi, socchiudendo
gli occhi.
“Un
uomo in più fa sempre comodo, Shinichi.” rispose Mamoru,
sorridendo. “Dunque, benvenuto anche a te.” gli strinse
la mano ed annuì.
Nahoko era appoggiata al muro,
le braccia incrociate al petto, in attesa che Sakuma le dicesse cosa
dovesse fare. L'oggetto dei suoi pensieri si materializzò
davanti a lei in pochi secondi.
“Nahoko,
il principe Yuuto mi ha appena riferito che ti vuole vedere.”
Nahoko si staccò dal muro, ed annuì.
“D'accordo,
vado subito.” Sakuma annuì e le diede un breve
abbraccio, facendole poi cenno di andare.
Entrò nella sala Reale
dove il principe Yuuto passava la maggior parte del tempo, si inchinò
ed attese.
“Nahoko,
ti ordino di portare cibo ed acqua alla nostra ospite.” disse
semplicemente, facendo un breve gesto con la mano. Nahoko si alzò
e puntò gli occhi etero-cromatici sul principe.
“Ospite?”
chiese, perplessa. Yuuto rise, poi annuì.
“La
principessa Aya.” Nahoko comprese, sollevò le spalle e
si voltò, facendo qualche passo verso la porta.
“Non
fare scherzi, o potrei non essere buono.” la giovane annuì
solamente e si avviò verso le cucine.
Il cuoco, un povero uomo sulla
quarantina d'anni messo a lavorare lì dal principe senza che
sapesse un tubo di cucina, le diede ciò che spettava alla
giovane Aya e sospirò.
“Il
principe vuole che mangi solo questo per come si è
comportata.” Nahoko borbottò leggermente ma annuì.
Dunque si diresse verso la camera della principessa e bussò.
“C-Chi
è?” chiese lei con voce tremante, Nahoko sospirò
ed entrò piano. Il volto della giovane si rincuorò un
po' e tentò un sorriso.
“Mi
chiamo Nahoko Hasegawa, sono un membro del consiglio di questo regno,
mi dispiace per come il principe si comporta.” disse, posando
il vassoio contenente il pasto della castana sul comodino vicino il
letto, e sorrise brevemente.
“Beh
piacere, Nahoko.” rispose “Vedere un volto femminile non
intento a farmi del male è una bella notizia.” Nahoko le
sorrise, poi notò i lividi sui polsi della giovane e sospirò.
“Principessa,
è stato il comandante Fudou a farveli?” chiese,
borbottando, Aya annuì solamente, sedendosi sul letto. “Mi
dispiace.”
“No,
non è colpa tua.” disse quella “Non sarei dovuta
fuggire.” ammise, colpevole, mentre si passava una mano sui
capelli castani.
“L'avrei
fatto anche io, ma sono dettagli. Ora vi prego di mangiare qualcosa.”
le disse, indicando il vassoio. “Ripasserò più
tardi a prenderlo.” Aya annuì e sospirò.
“Grazie.”
disse solamente mentre la figura di Nahoko scompariva dalla sua
vista.
Aya prese ciò che il
piatto conteneva e mangiò in silenzio. Sperava solo che suo
fratello scoprisse che si trovava lì...
Angolino dell'autrice:
Ok, ora potete uccidermi! Ho
reso Kidou mooolto crudele, e me ne dispiace... Però ai fini
della storia deve essere così.
Dunque spero vi piaccia!
Dedicato a: Mary, ti voglio
bene sorellona! Grazie per esserci quando ne ho bisogno!
Mely, tesorina cara, ti voglio
un mondissimo di bene! Sei fantastica, grazie del tempo che mi
dedichi, ti adoro!
Valy, amica mia, ti voglio un
mondo di bene, grazie per quello che fai!
A tutti coloro che hanno
recensito, e a tutti coloro che seguono o leggono solo la storia!
Un abbraccio cuccioloso, Marie
|
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Capitolo 5 *** Capitolo quattro ***
La
rivolta era scoppiata ormai e per le vie del regno nessuna strada era
sicura. Kazemaru e Miyako erano riusciti a malapena a raggiungere il
castello, ormai non erano al sicuro nemmeno loro.
“Voi
chi siete?” chiese la voce del capitano delle Guardie, Hera
Tadashi. Kazemaru si voltò verso di lui, restando con la spada
impugnata per un eventuale attacco.
“Sono
il principe Kazemaru, lei è Miyako ed è con me,
possiamo vedere il Principe Afuro?” si presentò quello,
agitato.
“Come
posso fidarmi?” domandò il capitano delle Guardie,
fissandoli perplesso. “Non mentirei mai, ma se non volete
fidarvi fate pure, siete sull'orlo della guerra civile.”
concluse serio il turchese. Tadashi sospirò appena, ma annuì,
facendo cenno di seguirlo.
“Temo
di dovervi avvertire che il Principe Afuro ultimamente è sotto
pressione.” spiegò poi il cavaliere, leggermente
agitato, forse temendo qualcosa.
“Sotto
pressione?” chiese Miyako, portandosi una ciocca di capelli
castani dietro l'orecchio destro, quella situazione non le piaceva
per nulla. Sentiva che qualcosa non andava, sentiva che era successo
qualcosa di grave alla principessa Aya.
“Questioni
politiche. Pare che il consiglio stia complottando contro di lui per
via delle assurde accuse che delle voci di paese hanno messo in giro
sul suo conto.” i due annuirono lentamente, ritrovandosi presto
davanti ad un grande portone di colore bianco.
Il
castello del regno Zeus, internamente, era di un candido colore
bianco e sui muri spiccavano quadri della famiglia reale alle prese
con battute di caccia o quadri che raffiguravano la natura
incontaminata.
Tadashi
bussò alla porta, attendendo che il principe gli desse il
permesso di entrare per poter annunciare i due forestieri.
“Avanti.”
sentì dire dalla voce di Afuro, entrò con passo deciso
seguito a ruota dai due giovani.
“Perdonatemi,
Principe, ma questi due giovani desideravano vedervi al più
presto. Sono rispettivamente il principe Kazemaru e Miyako, che se
non ricordo male è la dama di compagnia della principessa
Aya.” Afuro sgranò gli occhi e fissò i due
lentamente. Fece cenno di avvicinarsi e i due eseguirono.
“Dunque
cosa porta il principe Kazemaru da queste parti?” chiese subito
il biondo, scrutando sospettosamente il turchese.
“Invero,
principe, ero venuto con Miyako per sincerarmi delle condizioni in
cui la principessa Aya si trovava e se fosse venuta qui di sua
spontanea volontà.” spiegò il turchese,
scrollando appena le spalle e rifoderando con calma la spada che
aveva tenuto in mano per tutto il tempo.
“Quindi
eravate qui per ordine di Endou?” chiese subito il biondo,
Kazemaru stava per rispondere ma la voce di Miyako lo bloccò.
“Diciamo
di sì, Principe. Purtroppo però quando le voci che vi
definiscono come un mostro in cerca solo della purezza della
principessa sono giunte fino a qui noi non eravamo ancora partiti per
il regno Raimon.” spiegò la giovane, sorridendo
tristemente.
“Aya...
L'avete vista in giro?” domandò poi in ansia il biondo
principe. I due scossero il capo in segno di diniego ed Afuro
sospirò. “Era partita per parlare con suo fratello ma
non ho sue notizie da tempo, mi pare strano che le forze del regno di
Endou stiano convergendo qui. Se lei avesse davvero parlato con suo
fratello allora queste sarebbero state richiamate, pur tuttavia non è
così.” spiegò mentre portava una mano sul viso
per tirare un lungo sospiro.
“Se
quello che penso è vero, siamo nei guai.” disse Miyako,
forse più a se stessa che agli altri, ma i presenti lo
sentirono lo stesso.
“Cosa
pensi di preciso, Miyako?” chiese allora Kazemaru, fissando di
sottecchi la ragazza.
“Beh...
Temo che in questa storia c'entri qualcuno di molto importante. Ho il
timore che le voci giunte qui siano state messe in giro da un
messaggero del principe Kidou e che la principessa Aya sia finita
nelle sue mani. E se questo è quello che è successo,
allora siamo davvero nei guai.” spiegò Miyako,
sospirando subito dopo mentre portava le mani sul petto e sollevava
le spalle.
“Siamo
nei guai, in guai molto seri.” commentò solamente Afuro,
preoccupatissimo.
“Già,
e non è tutto, purtroppo.” sospirò Kazemaru “Sta
scoppiando una rivolta nel Regno, Principe. Vorremmo aiutarvi a
sedarla.” spiegò il turchese. Il biondo principe fece un
cenno del capo, annuendo.
“D'accordo.
Grazie ad entrambi.” Kazemaru e Miyako sorrisero appena.
Mamoru
si passò una mano fra i capelli, non aveva notizie di Kazemaru
e Miyako e la cosa cominciava a preoccuparlo.
“Che
cosa vi preoccupa, Principe?” chiese improvvisamente Burn, con
un sorriso beffardo dipinto sul volto.
“No,
nulla.” sorrise lentamente, nascondendo il nervosismo dietro
quell'espressione, ma il rossino non era stupido e Mamoru lo aveva
capito.
“Avanti,
a me potete dirlo. Sono vostro amico.” disse lentamente, Mamoru
sbuffò sonoramente ed annuì appena.
“Sono
preoccupato per il Principe Kazemaru e Miyako, sono giorni che sono
partiti ed ancora non ho loro notizie.” Burn sorrise beffardo,
diede una pacca sulla spalla del principe e sollevò le spalle.
“Non
mi preoccuperei se fossi in voi, il principe se la sa cavare. Era o
non era un cavaliere di questo Regno?” Mamoru annuì,
facendosi pensieroso.
“Hiroto!”
gridò il principe, il rosso corse subito verso di lui e
sorrise.
“Ditemi
principe. Posso fare qualcosa per voi?” chiese, il giovane
erede al trono annuì lentamente, portandosi una mano fra i
capelli castani. Era tremendamente agitato.
“In
verità sì.” cominciò il principe “Devo
mandare un messaggio a Miyako, e devo farlo subito. Prendi questa e
dalla ad una persona di fiducia, riferiscile di darla ad una ragazza
castana che sta insieme ad un ragazzo dai capelli turchesi e di dirle
che è da parte del Principe Mamoru e che è importante,
lei capirà.” concluse, dando nelle mani di Gran una
pergamena con il simbolo del Regno. Il giovane annuì e scattò
fuori dal castello.
“Perché
proprio a Miyako, Principe?” chiese Burn, stupito. Mamoru
sorrise appena, ma ancora non rispose. “Perché non al
Principe Kazemaru?” domandò ancora, quasi curioso.
“Oh
ma è semplice, Haruya.” Mamoru sorrise apertamente. “È
molto semplice, Miyako è il vero
comandante
in seconda delle Guardie Reali. Non l'avevi forse intuito?”
Burn sbiancò lentamente. Non poteva crederci! Il comandante in
seconda delle Guardie era fuori dal castello? Era forse una bugia per
spiazzarlo?
“E
perché non è qui a difendervi?” chiese ancora,
teso e nervoso come mai.
“Questo
è ancora più facile, Haruya.” rispose Mamoru, con
un sorriso candido. “Shinichi è inferiore solo a Miyako
e Gouenji, ed il comandante si è offerto volontario nel
fingersi una semplice contadina per difendere la principessa Aya.”
Mamoru sorrise ancora. Burn cominciò a sudare freddo, perché
c'era qualcosa che gli sfuggiva?
“E
la principessa non conosce la vera identità della sua dama di
compagnia?” Mamoru scosse il capo, sorridendo appena. Si passò
una mano fra i capelli di nuovo.
“No,
non l'ha mai saputo.” sorrise leggermente “Perché
pensi che abbia accettato a mandare Miyako con Kazemaru? Pensi che
sia un pazzo a mandare una persona che non sa difendersi con un
Principe?” Burn si passò una mano fra i capelli,
nervoso. Quel Mamoru era più astuto di quanto pensasse.
Doveva
farlo fuori, e in fretta.
“Reize!”
l'evocato uscì dall'ombra e si avvicinò alla persona
che l'aveva chiamato.
“Gran,
cosa c'è?” chiese, fissandolo negli occhi con i suoi
grandi occhi neri.
“Porta
questa a Miyako, sai chi è?” il giovane dai capelli
verdi annuì lentamente, prendendo la pergamena fra le mani.
“Riferiscile che è da parte del Principe Mamoru e che è
importante, lei capirà.”
“D'accordo,
lascia fare a me.” sorrise lentamente, portando la pergamena in
tasca. “Tu pensa a difendere il principe.” replicò
poi. “Dov'è Miyako, Gran?”
“Nel
Regno Zeus. Ora vai.” Reize annuì lentamente e corse
velocemente, sparendo in un lampo. Hiroto se ne tornò dal
principe, sorridendo.
Reize
ci mise mezza giornata per raggiungere il luogo, vide la gente in
rivolta scontrarsi con Miyako ed un tipo dai capelli turchesi,
probabilmente era il principe di cui aveva tanto sentito parlare, il
Principe Kazemaru. Annuì lentamente, facendosi spazio tra i
rivoltosi, che ferirono gravemente il principe ad un braccio.
“Kazemaru!!”
urlò Miyako, piegandosi su di lui, che era a terra per la
ferita a metà tra l'essere cosciente ed essere incosciente. La
ragazza si strappò una parte dell'abito che indossava per fare
una fasciatura al braccio dell'altro, il viso era preoccupato.
“Miyako,
mi dispiace interrompervi.” disse Reize, sorridendo leggermente
per portare l'attenzione su di lui. Miyako voltò il capo verso
di lui, respirando lentamente, se Reize era lì qualcosa doveva
essere successo al principe Mamoru.
“Ditemi,
Reize.” lo sguardo serio con cui ora guardava il ragazzo dai
capelli color pistacchio metteva i brividi e Reize sapeva quanto
pericolosa fosse la ragazza se solo si fosse davvero arrabbiata.
“Non
ora, dobbiamo occuparci dei rivoltosi, potrebbero ferirvi,
comandante, e non ho intenzione di subire conseguenze per una
possibile vostra ferita.” Miyako sbuffò sonoramente, ma
annuì lentamente. Prese l'arma di Kazemaru, scoccandogli un
bacio sulla fronte, e si voltò verso i rivoltosi.
“Allora?
Quando la smetterete con questo gioco?” chiese, socchiudendo
gli occhi pericolosamente. I rivoltosi, che fino a quel momento erano
rimasti immobili a fissare la scena, si scossero.
“Questo
non è un gioco, ragazzina.” replicò quello che
doveva essere il capo della banda di rivoltosi di quella zona. Miyako
si passò una mano fra i capelli mentre la spada, che fino a
quel momento aveva tenuto a due mani, tremanti ed esili, se ne stava
sulla mano destra con tranquillità come se fin'ora fingesse di
non saperla impugnare; in effetti era proprio così.
“Tu
non sai con chi stai parlando, mio caro.” disse lei, seria “Ma
non è questo né il luogo né il momento adatto
per saperlo. E se vuoi proprio un parere sì, a me sembra un
gioco tutto questo. Non vi rendete conto che il vostro principe non è
come viene definito dalle voci? Possibile che date retta a degli
sconosciuti piuttosto che a chi lo conosce veramente? È il
vostro Principe, se fossi in voi fermerei questa rivolta inutile
volta solo a distruggere il regno.” concluse, fissando gli
abitanti con uno sguardo da far paura a chiunque.
“Tu
cosa ne sai? Cosa ne sai di queste cose??” chiese irritato il
capo dei rivoltosi, con in mano una forca più grossa di lui.
Miyako lo guardò negli occhi.
“Se
dicessero una cosa simile del mio Principe, penserei subito che è
una grossa cavolata. E sai perché? Perché non ne
sarebbe capace. Perché è la persona più gentile
ed onesta che io abbia mai conosciuto. Quindi per favore, finitela
con questo gioco e tornatevene a casa. Non state facendo altro che il
gioco dei vostri avversari. State per mandare in rovina il regno, ve
ne rendete conto?” in tutta risposta il capo si gettò su
di lei, ma lei schivò i suoi colpi agilmente.
“Non
mi faccio di certo spaventare da una ragazzina.” Miyako
socchiuse gli occhi, prendendo un profondo respiro.
“Reize,
pensi di potermi dare una mano? Devo portare Kazemaru al sicuro, è
ferito.” Reize, che fino a quel momento era rimasto in
silenzio, annuì leggermente. Dalla tasca tirò fuori uno
strano oggetto, lo lanciò contro i rivoltosi ed una nuvola di
fumo invase la zona. Miyako e Reize ne approfittarono per prendere
Kazemaru ed andarsene il più lontano possibile da quella zona.
Una
volta al sicuro, Miyako medicò al meglio il giovane principe,
spostandogli una ciocca di capelli dl viso e dandogli un bacio in
fronte.
“Allora,
cosa fai qui Reize?” chiese allora la ragazza, fissando con gli
occhi castani quelli neri del giovane. Reize tirò fuori una
pergamena dalla tasca recante il simbolo del Regno di Mamoru.
“Il
principe Mamoru riferisce che è importante.” Miyako gelò
lentamente, se Mamoru le dava una pergamena del genere, doveva
rientrare presto nel regno.
L'aprì
lentamente e ne lesse il contenuto:
“Miyako,
se stai ricevendo questa pergamena significa che ho bisogno di te in
quanto comandante in secondo del regno. Non ho avuto tue notizie da
giorni e mi sono preoccupato, se puoi rispondermi mi daresti un
sollievo. Aya? È lì e sta bene? Se così non
fosse, hai l'ordine di cercarla ovunque sia e di riportarmela presto.
Inoltre, se vedi Gouenji riferiscigli tutto quello che sai del regno,
e se questa guerra è inutile fammelo sapere, ti prego.
Per
quanto riguarda Kazemaru, portalo con te, qualcuno potrebbe volerlo
morto.
La
mia vita è in pericolo, Miyako, ma ho Shinichi a proteggermi
per il momento.
Fai
presto e riportarmi la mia sorellina sana e salva.”
Miyako
sbiancò lentamente, il principe era sotto tiro? Sicuramente
era un assurdo piano di Kidou, doveva fare qualcosa.
Un
lieve gemito la distrasse, Kazemaru si era svegliato. Lei gli
sorrise.
“Miyako,
dove siamo? Lui chi è?” chiese allarmato, indicando il
pistacchietto.
“Una
persona di fiducia, Kazemaru. Non preoccuparti.” gli sorrise
dolcemente, dandogli un lieve bacio in fronte. Il turchese tentò
di alzarsi ma Miyako lo fece sdraiare di nuovo. “Sta buono,
sei ferito al braccio.” disse “Mi aiuterai a cercare la
principessa, vero?” Kazemaru annuì in un sorriso,
portando il braccio non ferito sulla sua mano.
“Come
ho fatto a... salvarmi? Sei ferita?!” chiese preoccupato, lei
rise leggermente e gli accarezzò i capelli.
“Non
preoccuparti per me, sto bene.” rispose semplicemente. Prese
dalla tasca una pergamena vuota e sorrise. “Scrivo al principe,
tu riposati.” Kazemaru però non riusciva ad
addormentarsi. Miyako era diventata improvvisamente autoritaria,
persino il ragazzo di fianco a lui ne aveva timore.
“Quando
finite di scrivere datela pure a me, comandante, la porterò al
principe.” Miyako annuì in un sorriso dolce, prendendo a
scrivere.
“Comandante?”
chiese perplesso il turchese, Miyako si girò verso di lui e
gli sorrise di nuovo.
“Non
ti potevo rivelare la mia vera identità, Kazemaru, in quanto
sono la Guardia del Corpo della principessa Aya. Ma ora come ora
siamo tutti in pericolo, quindi te lo dirò. Sono il vero
comandante in seconda
delle Guardie Reali del Principe Mamoru, mi sono offerta volontaria a
fingermi una comune contadina per proteggere la principessa. Ora
offro questo servigio a te, in quanto non so quando e come salverò
la sorella del principe.” Kazemaru la fissò stupito, si
mise a sedere ed incrociò le braccia al petto, nonostante
questo gli causasse un dolore atroce.
“Perché?”
chiese poi con gli occhi semi socchiusi. Il comandante si passò
una mano sul viso e sospirò.
“Perché
potresti essere in pericolo di vita. Il principe Mamoru lo è,
ma ha delle persone a proteggerlo, tu no. Accetti o preferisci
rischiare la vita?” chiese diretta, sospirando poi.
“D'accordo.
Mi fido di te, Miyako e non importa se mi hai detto una bugia, in
fondo l'hai fatto per proteggere la principessa.” Miyako
sorrise, scese dalla sedia e lo baciò silenziosamente.
“Kidou.”
Aya si voltò lentamente verso la porta, dove sapeva esserci il
principe. Kidou sorrise beffardo, portandosi una mano sul viso mentre
si avvicinava in modo pericoloso alla ragazza, che deglutì
sonoramente.
“Aya
cara, come ti senti?” le chiese quando era a pochi centimetri
dalle sue labbra. Aya socchiuse gli occhi ed incrociò le
braccia al petto.
“Che
ti importa? Non sei di certo qui per vedere come sto, o sbaglio?”
chiese diretta, gli occhi che sprizzavano odio da tutti i pori. Non
lo sopportava.
“Come
sei fredda, potrei sentirmi ferito da questo.” replicò
lui, portando un mano sul braccio di lei per allontanarlo dal suo
petto. Gli occhi di lui ricaddero sul seno poco formoso della ragazza
e sorrise beffardo.
“E
da quando il freddo Kidou viene ferito dalle mie parole?”
chiese retorica, sostenendo lo sguardo del principe che a quella
frase l'aveva alzato nuovamente sul suo viso. Lui in tutta risposta
le diede uno schiaffo, ma lei non abbassò lo sguardo.
“Sei
una sgualdrina che non sa qual è il suo posto, non è
vero?” chiese irritato mentre avvicinava le labbra al collo di
lei, che non fece un fiato e tentò di divincolarsi dalla sua
presa.
“Non
mi interessa che opinioni hai su di me.” rispose subito dopo,
mentre Kidou si divertiva sul suo collo. Si irritò quando notò
un segno su di esso, come se qualcuno l'avesse già assaporata.
“E
questo cos'è? L'ultimo segno lasciato da quel damerino biondo
che porta il nome di Afuro?” domandò con gli occhi
socchiusi, strinse la stretta sul braccio di lei, che gemette di
dolore.
“Non
sono fatti che ti riguardano, mi pare.” in tutta risposta lui
le diede un altro schiaffo, ma Aya non gli diede nessuna
soddisfazione e restò con gli occhi in quelli del principe.
“Invece
sì, tu sei mia e mia soltanto.” Aya scoppiò a
ridere lentamente, uno sguardo divertito sul volto, mentre Kidou
bolliva di rabbia.
“È
qui che sbagli, Kidou. Io non sono affatto tua, né mai lo
sarò. Ti è chiaro il concetto? E adesso muoviti a dirmi
cos'è che vuoi da me, mi sono scocciata dei tuoi capricci.”
Kidou sentì la rabbia salire ancora di più, la spinse
al muro e la baciò con violenza, Aya gemette di dolore e tentò
di sciogliere quel bacio mordendolo sul labbro. Il principe si
arrabbiò ancora di più, ma non si arrese e prese a
baciarle il collo, quando lei gli diede un calcio nelle parti basse
decise di vendicarsi.
“Molto
bene, Aya, vedo che non sai stare al tuo posto. Ti farò
cambiare idea, mia cara.” il sorriso divertito sul volto
dolorante del principe la fece tremare, ma non le importò.
Il
principe chiamò il suo comandante, deciso a darle una bella
lezione.
“Comandante
Fudou, hai l'ordine di frustare Aya in pubblico. Fai che tutti
sappiano qual è la punizione di chi disubbidisce a me.”
Fudou annuì e sogghignò lentamente.
Quando
tornai dall'umiliazione subita in piazza mi sdraiai sul letto e mi
misi a piangere. Mi mancavano mio fratello, il mio principe e Miyako.
Già, Miyako, chissà cosa stava facendo in quel momento.
“È
permesso?” chiese una voce dolce che riconobbi subito come
quella di Nahoko.
“Entra
pure.” replicai appena, la voce rotta dal pianto. Nahoko entrò
e si avvicinò a me cautamente, scostando una ciocca dal mio
viso per pulirmi la fronte. “Come mai sei qui?” chiesi
singhiozzando. Lei sorrise dolcemente e mi scompigliò i
capelli.
“Sakuma
mi ha detto di venire qui per medicare quelle ferite.” la
guardai confusa.
“Chi
è Sakuma?” chiese, fissandola negli occhi lentamente.
“È
del consiglio come me. È un brav'uomo, lui, come me, non è
d'accordo con i metodi del principe Kidou, quindi abbiamo deciso di
comune accordo che vi aiuteremo durante la vostra permanenza qui.”
rispose dolcemente.
“E
non siete in pericolo per questo?” lei sorrise e scosse il
capo.
“No,
non preoccupatevi per noi.” io sorrisi dolcemente in sua
direzione, lasciandola fare.
“Non
voglio stare qui... Sia chiaro, mi sei simpatica ma... Voglio stare
con mio fratello e l'uomo che amo.” Nahoko sorrise appena,
medicandomi le ferite sulla schiena, gemetti di dolore, sentivo il
sangue scorrere lungo la mia candida schiena e sospirai.
“Lo
so, vi capisco.” E mentre lei mi medicava io chiusi gli occhi,
non so come ma riuscii ad addormentarmi.
“Ehi,
Haruya, che stai facendo?” il diretto interessato si voltò
irritato verso la voce.
“Che
ti frega, Hiroto?” chiese quello, Hiroto sorrise appena,
fissando il bicchiere del principe Mamoru.
“Se
non ti dispiace questo lo prendo io.” disse, prendendo il
bicchiero del principe ed allontanandosi subito dopo.
“Ehi!”
replicò l'altro, ma Hiroto era già lontano. “Dannato
rossino, il piano è saltato. Dovrò inventarmi altro.”
“Ti
serve una mano, forse?” chiese ridendo una voce alle sue
spalle. Haruya borbottò leggermente.
“Cosa
vuoi, ghiacciolo? Non ho chiesto il tuo aiuto.” l'altro rise
lentamente, guardandolo beffardo.
“Come
vuoi, Burn. Ma sappi che non ti aiuterò finché non me
lo chiederai tu.” rispose poi.
“Gazel,
puoi sparire? Grazie.” Gazel rise ancora portando una mano fra
i capelli bianchi e sparì dalla vista dell'altro. Burn
socchiuse gli occhi e sospirò sonoramente, era nei guai fino
al collo, quel Hiroto era furbo.
Angolo
dell'autrice:
Scusate
se ci ho messo così tanto, ma non avevo voglia di scrivere!
Spero che questo capitolo vi piaccia, ci ho messa tutta me stessa per
scriverlo.
Piaciuta
la sorpresa su Miyako eh? Che posso farci, dovevo darle un ruolo
importante!
Dedicato
a Meme, la mia tesorina! Ti voglio un mondo di bene!
Un
abbraccio cuccioloso, Marie
|
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Capitolo 6 *** Capitolo Cinque ***
“Principe
Kidou, va tutto bene?” chiese la voce di fianco a lui, Kidou
sbuffò appena ma si voltò verso l'amante.
“Stavo
solo pensando, Shin.” disse semplicemente, dando dei brevi baci
alla donna sdraiata di fianco a lui.
“Pensavi
ad Aya?” chiese, più dolcemente, domandandosi come
facesse quella donna a resistere al fascino del principe.
“Che
fai, mi leggi nel pensiero?” la donna rise leggermente,
posandogli un bacio sulla fronte.
“Diciamo
che ho imparato a capirvi.” Kidou ridacchiò appena,
scompigliandole i capelli.
“Shin,
ora devo andare. È sempre un piacere passare del tempo con
te.” Shin gli sorrise appena, stiracchiandosi.
Sperava
che un giorno questa sua clandestinità finisse. Non sopportava
di essere l'amante del principe mentre lui aveva in mente un'altra
donna.
Non
quella donna perlomeno!
Gouenji
raggiunse il Regno Zeus con le sue guardie dopo giorni di cammino,
effettuando solo qualche sosta, necessaria per dar riposo ai
destrieri.
Miyako
tirò un lungo sospiro quando vide arrivare l'intera Guardia
Reale, Shinichi escluso, per scendere in guerra con un regno che di
guai ne aveva abbastanza di suo.
“Riponete
le armi, Comandante. Questo Regno non ha niente a che spartire con le
fandonie che vanno dicendo sul principe Afuro, risparmiatevi una
fatica.” la voce autoritaria di Miyako fece rabbrividire
persino Gouenji stesso. Kazemaru, che si teneva il braccio fasciato,
osservava il biondo, che un tempo era stato il suo superiore, con uno
sguardo comprensivo.
“Miyako,
perché dovrei seguire i tuoi suggerimenti?” replicò
a tono il biondo, quasi volesse fingere di non sapere chi fosse
davvero la ragazza.
“Comandante
potete anche smettere di considerarmi una contadina, il qui presente
principe è a conoscenza della verità sul mio conto.”
Gouenji annuì lungamente, scendendo con un salto dal possente
destriero nero.
“E
dunque perché dovrei ritirare le truppe, Comandante in
seconda?” Miyako spostò una ciocca di capelli dal viso,
portandola dietro le orecchie.
“Semplice,
comandante, il principe Afuro non vuole violentare la principessa
Aya. Secondo quello che ho potuto capire, in tutta questa situazione
c'è di mezzo lo zampino del Principe Kidou. Nella missiva del
principe Endou c'è una cosa che mi preoccupava, vorrei che
tornaste indietro con metà Guardia affinché lo
proteggiate, io mi prenderò i restanti e cercherò di
porre rimedio alla rivolta che c'è in questo regno e... Mi
serve qualcuno da mandare alla ricerca della Principessa Aya.”
spiegò, lo disse così velocemente che Kazemaru temeva
fosse in ansia. Gouenji le sorrise appena.
“D'accordo,
mi fido di te, Miyako. Prendi pure la metà della guardia, ma
devi spiegarmi perché il principe dev'essere difeso. Non basta
Shinichi?” Miyako scosse il capo lentamente, portando una mano
sul viso.
“Il
Principe ha detto di essere in pericolo di vita. Vi prego,
comandante, tornate al castello e proteggetelo.” Gouenji
socchiuse gli occhi ed annuì solamente alle parole della
ragazza. Prese metà delle guardie reali e tornò
indietro.
“Cosa
facciamo, Miyako?” chiese improvvisamente Kazemaru, Miyako gli
sorrise dolcemente e si stiracchiò.
“Ho
un'idea. Lascerò le guardie sotto il comando del Principe
Afuro ed io e voi andremo nel Regno Royal in cerca della
principessa.” Kazemaru le sorrise di nuovo, dandole una pacca
sulla spalla. Miyako ed il principe dunque si misero in marcia verso
il castello con a seguito metà guardia Reale.
“Principe
Afuro!” esclamò poi la castana, il biondo le sorrise
appena, notando solo in quel momento le guardie. “Vi lascio a
disposizione le metà della Guardia Reale, prenderanno ordini
da voi. Io ed il Principe Kazemaru andremo alla ricerca della
principessa.” spiegò Miyako, in quel momento era molto
nervosa e desiderava solamente trovare la sua principessa e porre
fine a tutto quello.
“D'accordo.
Mi affido a voi.” rispose Afuro, forse malinconico per via del
fatto che Aya non fosse li con lui. Miyako e Kazemaru accennarono un
inchino profondo e si misero in viaggio verso il regno del principe
Kidou.
“Principe
Kidou!” lo chiamò la voce sprezzante del comandante
della Guardia Akio Fudou.
“Comandante,
cosa succede?” chiese allora l'interpellato, sbuffando
sonoramente alla voce del giovane. Odiava essere interrotto quando
pensava.
Il
comandante in tutta risposta buttò, letteralmente parlando,
due figure ai piedi del trono ove il prince sedeva. Le due figure
altri non erano che Miyako e Kazemaru, il cui intento di non farsi
scoprire era miseramente fallito.
“Ma
chi abbiamo qui? Il principe Kazemaru e la dama di compagnia della
principessa Aya.” sorrise maligno all'idea che gli era balzata
in mente mentre li osservava, entrambi legati e sofferenti.
Si
avvicinò a Miyako e si inginocchiò di fronte a lei, la
osservò bene e sorrise di nuovo all'insano pensiero che gli
passava per la testa. Spostò lo sguardo su Kazemaru che
sembrava molto sofferente e notò poco sopra la spalla una
macchia di sangue.
“Allora...
Cosa potrei fare a questi due piccoli sciocchi che si volevano
infiltrare nel mio castello?” chiese retoricamente, fissandoli
entrambi mentre si alzava e passeggiava davanti a loro.
“Lasciate
stare lui e prendete me! Ve ne prego!” supplicò Miyako,
guardando di sfuggita Kazemaru che era non solo sofferente ma anche
stupito.
“Un
gesto nobile mia cara, ma ahimè non lo posso esaudire.”
iniziò il castano, guardandola con aria di superiorità
che fece tremare entrambi. “Se però tu mi prometti che
farai tutto ciò che io ti dirò, potrei anche
risparmiarlo. Ma ti avverto, un passo falso e il tuo bel principe
verrà giustiziato seduta stante.” Miyako rabbrividì
e ad abbassò il capo, consapevole che l'avrebbe fatto davvero.
“Posso
vedere la principessa Aya?” chiese poi con voce tremante,
continuando a fissare il principe, il SUO principe con occhi
smarriti.
“Ma
certo che potrai.” le rispose Kidou accondiscendente, troppo
per i gusti dei due ragazzi. “Per ora pensa a quello che ti ho
detto, mia cara. Fudou, portali via.” il comandante annuì
lentamente facendoli alzare bruscamente, conducendoli nelle segrete
dove, una volta che aprì una cella, li buttò al suo
interno.
“Fate
i bravi!” disse ridendo il comandante prima di sparire. Miyako
sospirò lungamente, tentando di avvicinarsi a Kazemaru, senza
successo. I loro occhi si incrociarono, ma Miyako si costrinse ad
abbassare il capo sentendosi in colpa.
“Scusami
Kazemaru, ti ho messo in una brutta situazione.” disse con tono
colpevole, aveva tremenda paura di ciò che sarebbe successo da
lì in avanti e temeva ancor di più per la vita di
Kazemaru.
“Non
dire sciocchezze, vedrai che andrà tutto per il meglio.”
tentò un sorriso per tirarla su, ma gliene uscì uno
sghembo.
Miyako
si avvicinò alle labbra del principe, sfiorandole appena con
le proprie, poi lo guardò negli occhi.
“Accetterò
la proposta del Principe Kidou.” disse risoluta, esibendo un
sorriso mesto in direzione dell'amato.
“Cosa?”
chiese l'altro, perplesso e confuso, cercando di comprendere bene le
parole dette dalla ragazza che aveva di fronte.
“Non
voglio che ti accada niente, mi sacrifico se dovesse significare
salvarti la vita.” Kazemaru annuì, sapeva che era
inutile farle cambiare idea.
“Guardia!”
gridò
la castana, facendo arrivare subito la guardia rimasta fuori a
controllarli.
“Sì?”
chiese quella, fissando i due malamente legati. Miyako tentò
di alzarsi in piedi, riuscendoci appena grazie al suo addestramento
da soldato.
“Ho
accettato la proposta del principe Kidou, potreste riferirglielo?”
disse, risoluta. La guardia annuì e corse subito dal principe.
Furono entrambi ripuliti e
vestiti in modo decente, Kazemaru venne anche medicato. Miyako rimase
sorpresa della gentilezza di Kidou, tanto da lasciarla perplessa.
“La
principessa Aya si trova in questa stanza, ma siccome non è
stata una brava ragazza come lo sei stata tu, riceve visite solo se
io lo permetto.” Annui lentamente, poi entrò.
La
porta si aprì lentamente, facendomi voltare verso di essa col
cuore che mi batteva a mille. Quando vidi la figura di una ragazza
castana che mi sorrideva delle calde lacrime mi caddero dal volto,
correndo ad abbracciarla.
“Miyako!!”
dissi subito, stringendomi nel suo abbraccio. Mi era mancata
moltissimo la mia dama di compagnia, temevo di restare qui per
sempre.
“Principessa,
state bene?” mi chiese subito, alzai lo sguardo verso di lei e
sorrisi dolcemente.
“Ora
che sei con me, amica mia, sto benissimo. Sei venuta per portarmi
via, vero?” chiesi speranzosa. Il viso della ragazza si rabbuiò
subito, scosse lentamente il capo e si voltò verso la porta.
“Principessa...
In verità la storia è piuttosto lunga, sedetevi che ve
la racconto.” disse poi, voltandosi verso di me accennando
dunque un sorriso calmo e composto. Annuii lentamente, sedendomi sul
grande letto presente nella stanza. Miyako si sedette vicino a me,
scostandomi una ciocca dal viso mentre accennava un nuovo sorriso.
Mi
raccontò tutto, ogni minimo particolare che non conoscevo, e
sospirai lungamente. Dunque la mia agonia non era finita ed anzi
sarebbe continuata ancora per chissà quanto.
“Mi
dispiace avervi tenuto all'oscuro della mia vera identità, ma
era per il vostro bene.” Io scossi il capo in sua direzione,
sorridendole.
“Non
importa. Adesso che so la verità non posso che essere più
felice di così di averti come guardia del corpo.” Miyako
sorrise dolcemente, scompigliandomi i capelli con fare fraterno.
“Ora
devo proprio andare, il principe Kidou è stato fin troppo
gentile e devo tenerlo d'occhio. Prometto di fare tutto ciò
che è in mio potere per farvi tornare a casa sana e salva.”
le sorrisi appena, annuendo lentamente. Mi diede un bacio in fronte
ed eseguì un lungo inchino in mia direzione, per poi uscire
dalla porta.
Kidou
entrò subito dopo Miyako con un ghigno dipinto sul volto.
Socchiusi gli occhi lentamente, ben sapendo che non avrebbe
rinunciato a me.
Portò
una mano sotto il mio mento e mi alzò di scatto il viso,
facendomi aprire gli occhi.
“Ci
penso io a Miyako ed il suo amichetto, mi divertirò sul serio,
non c'è che dire.” rise malignamente, mandandomi un
brivido lungo la schiena. Un brivido di terrore.
“Non
far loro del male.” lo supplicai, sentendomi pizzicare dalle
lacrime. Kidou rise ancora di più, facendomi raggelare.
“Se
Miyako farà la brava, non dovrai temere della loro salute.”
Deglutii a fatica, chiedendomi chissà che piano avesse in
mente Kidou. Qualcosa di assolutamente malvagio, conoscendolo.
“Beh,
ora vado, Principessa. Riguardati.” disse scoccandomi un bacio
sulle labbra senza pretese, ed uscì.
“Hiroto,
hai intenzione di metterti in mezzo sempre?” chiese sbuffando
Burn, stufo di quella continua intromissione. Hiroto rise
leggermente, divertito dalle parole del rosso.
“Certo.”
rispose solamente, mettendosi a sedere sui grossi scalini
dell'entrata del castello. Sembrava in attesa di qualcuno o qualcosa.
Burn sbuffò sonoramente e se ne andò dentro.
Hiroto
sorrise lentamente verso la figura che gli si stagliava davanti,
allungando una mano verso di lei.
“Da
parte di tu
sai chi.”
disse poi, Hiroto annuì e prese la pergamena in assoluto
silenzio.
La
lesse con calma, annuendo leggermente verso il messaggero, alzandosi
lentamente.
“Ulvida,
riferisci pure che proteggerò il principe a costo della vita.”
la ragazza dai capelli blu annuì lungamente, accennando un
sorriso.
“Fai
attenzione, Gran. Burn è furbo.” rispose poi, prima di
sparire. Hiroto sorrise divertito a quell'affermazione, ben sapendo
di cosa stesse parlando.
“È
vero, ma io lo sono di più.” si disse poi, scoppiando a
ridere.
Mamoru
ricevette la pergamena di Miyako il giorno seguente, congedò
con un gesto il messaggero e prese a leggerla.
“Principe
Mamoru, le prometto che farò il possibile per riportarvi
vostra sorella. Nel frattempo chiederò a Gouenji di ritirare
le truppe che il Principe Afuro non è come le voci lo
descrivono.
Ho
deciso di andare io stessa alla ricerca della principessa. Kazemaru
verrà con me.
Vi
prego di fare attenzione.”
Mamoru
si portò una mano fra i capelli castani, annuendo leggermente
alla pergamena ricevuta. Per quanto fosse ingenuo, sospettava che
colui che voleva ucciderlo era Haruya mentre Hiroto sembrava
proteggerlo.
Doveva
fare attenzione e cercare di non fidarsi troppo.
Kazemaru
girava per i corridoi del castello Royal del tutto indisturbato,
osservandosi intorno con grande cura.
Era
il castello più grande che avesse mai visto, persino il suo e
quello di Endou al confronto erano minuscoli, ed era pieno di stanze
il cui contenuto gli era sconosciuto.
“Attenti!”
sentì dire da una voce, che riconobbe come quella del
Comandante Fudou, voltandosi verso i soldati che sembravano esausti.
Eseguirono
gli ordini senza batter ciglio nonostante la stanchezza evidente
dipinta sui loro volti.
“Il
principe Kidou ha concesso al principe Kazemaru e alla dama di
compagnia della Principessa Aya di stare nel castello. Seguite le
direttive del principe Kidou e sarete premiati!”
Kazemaru
rabbrividì a quelle parole, ma poi continuò a girare
tranquillo. Si sarebbe dedicato al trovare una via di fuga mentre
Miyako distraeva Kidou.
“Allora
siete pronti?” chiese l'uomo dai capelli castani, voltandosi
verso alcuni ragazzi di fianco a lui.
“Pronti
quando vuoi, Ichinose.” rispose un ragazzo dai capelli
arancioni, sorridendo al gemello.
“Ottimo,
allora andiamo.” rispose Ichinose, avviandosi verso l'uscita
del suo grande palazzo.
Angolo
della confettina:
Ok
ragazze, potete uccidermi. Sono 10 mesi che non aggiorno, e quasi un
anno che sto su questa storia.
Spero
che questo capitolo vi piaccia!
Non
so che altro dirvi, godetevelo!
Un
abbraccio cuccioloso,
Marie
|
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Capitolo 7 *** Capitolo Sei ***
Era passato un mese da
quando erano diventati prigionieri del principe Kidou, Miyako passava
la maggior parte del tempo cercando di rabbonirlo, sempre stando
attenta a cosa diceva e le poche volte che riusciva a vedere
Kazemaru, lui era stanco come se avesse lavorato tantissimo.
Stava girando da un paio
di minuti nel corridoio infinito del castello, per entrare nella sua
stanza, quando si sentì abbracciare da dietro e sobbalzò.
“Calmati Miyako,
sono io.” le rispose dolcemente Kazemaru, sorridendo. Miyako
riuscì a tirare un sospiro di sollievo e si voltò a
guardarlo. Aveva lo sguardo stanco e sembrava ferito.
“Ehi, stai bene?”
chiese con aria preoccupata, soffermando lo sguardo sulla ferita
presente sulla guancia. L'accarezzò facendo gemere di dolore
il principe.
“S-Sto bene.”
riuscì a dire nonostante il dolore appena provato. Miyako
assottigliò lo sguardo e sciolse l'abbraccio. Lo fissò
a lungo e lo guardò negli occhi.
“C'è qualcosa
che mi tieni nascosto?” Kazemaru abbassò il capo,
sconfitto. Annuì leggermente ma non riuscì a dire
nulla, niente di apparentemente concreto.
“Miyako...”
sussurrò “Vorrei poterti baciare.” Miyako arrossì
e sorrise dolcemente in sua direzione.
“Anche io.”
rispose con tono dolce, allacciandogli le braccia al collo per posare
un bacio sulle sue labbra. “E vorrei poterti dare qualcosa di
più di questo bacio, ma tu conosci le regole del Principe
Kidou, e se non le rispettiamo entrambi è la fine.”
l'azzurrino annuì lentamente, sbuffando. La castana si staccò
da lui con espressione triste dipinta sul volto, gli scompigliò
i capelli e sollevò le spalle, sospirando.
“Devo vedere il
principe, ha detto che vuole presentarmi come quella
che forse sposerà se
tutto finirà bene. E a quanto pare vuole farlo stasera.”
rivelò la ragazza, sentendo il suo cuore andare in frantumi. E
non era il solo. Anche quello di Kazemaru andò dietro al suo,
spezzandosi.
“D-Dobbiamo
andarcene di qui.” disse lui dopo un attimo di smarrimento,
Miyako annuì prendendogli le mani.
“Amo
solo te, Kazemaru. Andrà tutto bene. Sono sicura che troverai
una via di uscita.” il ragazzo si limitò ad annuire,
posandole un bacio sulle labbra e mormorando una risposta a quella
data da lei, sospirò. Miyako si chiuse in camera e sbuffò,
aveva una tremenda paura. Non voleva diventare la futura sposa di
Kidou!
Kazemaru
si rintanò nella sua stanza, aveva taciuto a Miyako quel
giorno, Kidou non manteneva la sua promessa, erano giorni che
Kazemaru veniva punito per non si sa che crimine commesso. Ed ogni
giorno stava sempre peggio. Improvvisamente un suono alla sua porta
lo fece sussultare.
“Avanti.”
mormorò a mezza voce, una figura a lui sconosciuta entrò
e gli sorrise. Si trattava di un ragazzo dai capelli azzurrini ed una
benda su un occhio.
“Perdonatemi,
principe Kazemaru. Mi chiamo Jirou Sakuma e sono uno dei consiglieri
del regno. Mi dispiace per il trattamento del nostro reale, vorrei
poter fare qualcosa. Ho un piano da sottoporvi, volete ascoltarlo
mentre vi medico quelle brutte ferite?” Kazemaru annuì
lentamente, sorridendogli.
Lo
sbattere della porta la fece letteralmente sobbalzare, facendola
voltare lentamente verso l'uscio. Per un attimo si aspettò di
trovarsi davanti Kidou, invece aveva davanti un ragazzo dai capelli
castani. Sembrava serio.
“Voi
chi siete?” chiese Miyako, fissandolo con l'espressione a metà
tra il curioso ed il preoccupato. Il ragazzo le sorrise e le porse
educatamente la mano.
“Mi
chiamo Koujirou Genda, vengo qui per ordine del principe Kidou anche
se sarei passato comunque.” spiegò, facendola annuire
lentamente.
“Come
mai siete qui?” chiese lei, non scomponendosi. Conosceva molto
bene gli amici del principe e quindi restava sospettosa.
“Stasera
il principe ha intenzione di organizzare un incontro 'pacifico' con
gli altri regni. E non intendo solo i quattro regni che conosciamo
noi, intendo anche i restanti al di fuori dei nostri confini. Ogni
famiglia regale sarà invitata, ed è per questo che non
si farà scrupoli annunciando che sarai tu
la sua
promessa sposa. Vuole colpire il principe Endou, ha una buona arma ed
ha intenzione di usarla a suo vantaggio.
Ti
metterà in bella mostra, Miyako, sarà difficile
sfuggirgli.” continuò la spiegazione, accomodandosi
sulla sedia della scrivania presente nella stanza. Miyako ascoltava
in assoluto silenzio, cercando di carpire quante più
informazioni possibili. Se c'era un piano di fuga l'avrebbe seguito
volentieri.
“Mi
segui fin qui? - le chiese, osservandola negli occhi. Lei annuì
per un breve istante ed allora continuò – Saranno
presenti molti altri principi, che si sono sempre mostrati neutrali,
ma fra loro uno ha sempre mostrato una certa simpatia per il principe
Endou. Si tratta di Kazuya Ichinose, lo riconoscerai subito, è
sempre seguito dai gemelli Fubuki. Atsuya e Shirou. Il primo ha i
capelli arancioni ed il secondo invece li ha albini. Ovviamente ci
saranno anche Endou ed il principe Afuro. Il piano è
questo. Appena Sakuma e Nahoko chiederanno al principe Kidou di
parlare in privato, richiamerai l'attenzione di Ichinose, Endou e
Afuro. Spiegherai loro la situazione mentre io cercherò di far
uscire Aya dalla sua stanza, ormai una prigione per lei. E prima che
tu me lo chieda, Kazemaru avrà una parte prestabilita, dovrà
attirare l'attenzione di colui che ha il compito di uccidere Endou.
Sempre
che con quelle ferite ce la faccia...” disse, quasi mormorando
l'ultima frase. Miyako sobbalzò a quelle parole ed il viso si
ricoprì di lacrime.
“Ferite?
Che ferite?” domandò, deglutendo a fatica per ricacciare
indietro le lacrime che non smettevano di uscire.
“Il
principe Kidou non ha mantenuto la sua promessa. È già
da diverse settimane che lo punisce senza motivo. Solo stasera viene
medicato, sono ferite che hanno rischiato di infettarsi. Come l'hai
visto in questi ultimi giorni? Era stanco? Gli occhi erano arrossati,
vero? - Miyako annuì solamente – Allora potrebbe avere
la febbre ed alcune ferite potrebbero essere infette.” spiegò
di nuovo mentre Miyako scoppiava a piangere disperata.
“D-Devo
vederlo!” sbottò poi, in preda alla disperazione.
“Ehi,
tranquilla, ci sta pensando Sakuma. È bravo, lo curerà
in maniera fantastica.” Miyako respirò a lungo e
cominciò a calmarsi, fiduciosa di quelle parole. Si sedette
sul letto, diventando improvvisamente pensierosa.
“Chi
è questo assassino?” chiese poi, seria. Genda si voltò
verso di lei, spalancando gli occhi a quella domanda.
“Per
quanto ne so si chiama Haruya Nagumo, ma è conosciuto come...”
Miyako saltò dal letto, assumendo un'espressione preoccupata.
“Burn.”
completò lei, sbuffando rumorosamente.
“Lo
conosci?” le domandò, incuriosito. La castana annuì
per poi scuotere velocemente il capo come a volersi calmare.
“Fa
parte di un gruppo di ribelli chiamato Aliea, se ben pagati uccidono
chiunque gli venga ordinato. All'interno del gruppo c'è una
nostra spia, conosciuta come Reize che sembra essere riuscita a
mettere un po' di pepe fra i loro ranghi. Per quel che ne so metà
di loro sono schierati con Burn, l'altra metà sono schierati
con un ribelle che Reize chiama Gran. Sembra che le due parti non
vadano d'accordo e che Gran stia cercando di prendere il controllo
definitivo della situazione. Reize si fida di lui, perciò mi
fido anche io.” spiegò Miyako, passandosi nervosamente
una mano fra i capelli. Tutta quella storia stava prendendo una
brutta piega.
“Hai
mai visto Burn in faccia? – un nuovo cenno d'assenso lo fece
continuare – Allora saprai riconoscerlo. Per quanto riguarda
questo Gran? Sappiamo che faccia abbia?” Miyako sollevò
le spalle, sbuffando leggermente. Era da tempo che non vedeva Reize e
ciò la preoccupava. La castana poi scosse il capo in segno di
diniego e si sedette di nuovo.
“C'è
altro che devo sapere?” chiese poi.
“Solo
un'ultima cosa. Fai attenzione a Shin, è una donna
pericolosa.” Miyako annuì lentamente, poi si sdraiò
sul letto, perdendosi nei suoi pensieri. Genda uscì e la
lasciò da sola, doveva stare attento a tutto, il piano doveva
risultare perfetto.
“Avete capito,
Principessa?” mi stava chiedendo Nahoko, dopo avermi spiegato
il piano. Annuii in un sorriso. Non potevo credere che stessero
cercando di liberarmi proprio dei sudditi di Kidou. Beh, meglio così.
“Non vedo l'ora.”
mormorai, accennando un sorriso. Un lieve bussare mi fece
raddrizzare, cercai di capire chi fosse, ma alla fine attesi che
entrasse.
Era Kidou, con uno
strano sorriso dipinto sul volto. Non prometteva niente di buono.
“Mia cara, sarai
felice di sapere che ti libero dal tuo vincolo con me. Ho deciso che
sposerò un'altra donna.” il suo ghigno mi fece deglutire
ed attesi le sue parole anche se sapevo, o meglio temevo di sapere,
chi fosse.
“Sarebbe?”
chiesi con sfida, socchiudendo gli occhi ed incrociando le braccia al
petto con fare altezzoso.
“La tua guardia
del corpo, Miyako.” raggelai a quella risposta. Voleva Miyako.
Cosa avrebbe fatto a Kazemaru? Non volevo pensarci. “Stasera
tornerai tra le braccia di tuo fratello, ma tratterrò Kazemaru
e Miyako. Lui mi serve per tenere buona la tua guardia. È
un'ottima merce di scambio, sai?” mi chiese retoricamente,
scoppiando a ridere in maniera sadica. Staremo a vedere chi vincerà,
Kidou! Stasera ci sarà una festa, ma non sarà la tua!
“Stai attento a
quello che fai, Kidou. Ti avverto, prova a sfiorare un solo capello
ad uno dei due e te la farò pagare molto cara!” lo
minacciai. Kidou smise di ridere e tornò con i suoi occhi
rossi nei miei. Il suo sguardo sembrava volesse incenerirmi, mi
metteva paura.
“Vedremo, Aya.”
rispose solamente, andandosene. Fissai Nahoko, che era rimasta in
silenzio fin'ora e sospirai. Era ora di mettersi in azione col piano.
La
festa era cominciata da un po' e gli invitati stavano aspettando con
ansia il padrone di casa, chi per timore, chi per curiosità.
Afuro
non aveva ancora digerito quello che Kidou aveva organizzato contro
il suo Regno, ma per ora si tenne calmo. Era piuttosto nervoso,
nonostante la rivolta fosse stata sedata, le acque non si erano
ancora del tutto calmate ed il fatto che lui non avesse ancora una
sposa stava innervosendo parecchio i nobili ed i contadini. Si passò
una mano fra i capelli biondi, gli mancava Aya, da morire.
Aveva
chiarito con il fratello di Aya giusto una settimana prima, Endou
sembrava calmo e questo l'aveva tranquillizzato.
“Eccolo.”
sentì sussurrare dal suddetto, tutto Afuro si aspettava meno
che quella scena. Insieme a Kidou uscirono Aya, più splendente
che mai, e Miyako. Endou quasi capitolò. Che diamine stava
succedendo?
“Signori
nobili, benvenuti a questa piccola festa volta ad unire finalmente
due Regni. Oggi vi presenterò la mia futura sposa, colei che
ha saputo comprendere il vero significato della parola 'Obbedienza'.
Vi ringrazio per la vostra presenza.” cominciò da vero
trascinatore, la maggior parte dei nobili pendeva dalle sue labbra,
ma lui scosse il capo. Già temeva il peggio, ma rimase
composto nella stessa posizione di prima. Si avvicinò ad Endou
insieme ad un altro signorotto ed attesero che Kidou comunicasse il
nome della sposa.
“Per
prima cosa però, vorrei ringraziare il Regno Raimon ed il suo
affettuoso
principe
Mamoru Endou, senza il quale ora non sarei qui. A te, mio caro, do la
gioia più grande. Tua sorella Aya non è colei che
sposerò.” Quelle parole rimbombarono nella mente di
Afuro che alzò lo sguardo verso la sua principessa che, in
lacrime, si avvicinava a loro. Sia il biondo che il castano strinsero
la ragazza in un abbraccio.
“Mamo-chan,
è peggio di quanto sembra.” sussurrò Aya,
incontrando lo sguardo spento di Miyako, in piedi vicino a Kidou.
“Colei
che sposerò è...” fece una pausa ad effetto
lasciando tutti gli invitati col fiato sospeso, ad eccezione di Aya.
“Miyako.” annunciò poi, posando una mano sulla
schiena della ragazza mentre si godeva la faccia sconvolta del
principe Endou e quella alterata di Kazemaru.
“Su
mia cara, fatti vedere pure dagli ospiti. Sono stati così
gentili da venire solo per te! Non farli aspettare.” E dopo
quelle parole, la spinse, anche poco delicatamente, verso il centro.
Deglutì a fatica, voltando per un attimo il capo verso Genda
che annuì solamente.
Sakuma e Nahoko furono rapidi a raggiungere il principe,
gli chiesero se potevano parlare in privato e Kidou acconsentì.
Era il segnale.
Miyako attirò l'attenzione di Endou e Afuro, che
subito si avvicinarono, mentre cercava con gli occhi i due gemelli di
cui Genda aveva parlato. Poco distante da loro vi era quello che
doveva essere Ichinose insieme agli inseparabili gemelli.
“E
così sei tu Miyako?” chiese Ichinose, avvicinandosi al
gruppetto. Lei annuì lentamente, arrossendo.
“Sentite,
non c'è molto tempo.” cominciò lei “Voi
dovreste essere rispettivamente il principe Kazuya Ichinose ed i
gemelli Atsuya e Shirou Fubuki, giusto?” i tre annuirono
solamente, ascoltando la ragazza parlare. Prese dunque un profondo
respiro, spiegando sommariamente cosa sarebbe successo di lì a
poco. Vagò con gli occhi in cerca di Kazemaru, vide solo un
breve cenno da parte sua e capì che era pronto.
“Principe
Endou, Kidou ha assoldato un ribelle per uccidervi.” parlò
sottovoce, quasi con fare cospiratorio mentre gli altri ascoltavano
la donna, cercando anche solo di capire che stava succedendo.
“L'avevo
capito.” rispose lui, calmo. “Ora dimmi, chi è
costui?” domandò, curioso. Miyako spostò il capo
oltre la spalla del suo principe per incontrare due occhi gialli
sbarazzini.
“Probabilmente
lo conoscete col suo nome: 'Haruya Nagumo'.” Endou annuì
sbuffando leggermente.
“Non
preoccupatevi, principe. Ho assoldato io stesso l'altro ribelle
dell'Aliea. Lo conoscerai come Hiroto Kiyama. Vi sta proteggendo.”
replicò Ichinose, sorridendo lievemente. Miyako gli sorrise
riconoscente, accennando un inchino verso quel ragazzo che sembrava
avere a cuore le sorti del suo Principe.
Kazemaru scattò verso Nagumo, mettendosi a
parlare con lui per distrarlo quel tanto che bastava per permettere a
Miyako di fuggire. Aveva una grande paura, ma niente lo avrebbe
fermato.
“È
il segnale, perdonatemi, devo andare. Se tutto andrà bene, ci
rivedremo presto!” e dopo quelle parole, Miyako partì in
fuga dal castello. Appena la vide fuggire, Kazemaru lasciò
andare Burn, attese qualche minuto, poi cominciò a correre
anche lui.
Una breve ma intensa risata fece rabbrividire Miyako,
qualche passo più avanti a Kazemaru, ma lei cercava di non
pensarci per continuare a correre.
“Ehi,
ehi, quanta fretta ragazzi!” esclamò la voce,
rabbrividirono entrambe e furono costretti ad arrestare la corsa.
Miyako e Kazemaru, ora vicini, chiusero gli occhi per un attimo e si
strinsero la mano. Quando li riaprirono davanti a loro vi era un
ragazzo dai capelli neri e gli occhi incredibilmente rossi.
Sobbalzarono appena, prendendo un respiro profondo.
“Chi
sei e cosa vuoi?” domandò Miyako, mantenendo la voce
ferma. Aveva un po' di timore, ma non era il caso di esternarlo.
Kazemaru si voltò a guardarla e sorrise appena.
“Desarm
è il mio nome, per quanto riguarda la seconda domanda, posso
dirti che devo un favore a Kidou e che sto per ripagarlo riportandovi
entrambi da lui.” ghignò quello, divertito. Miyako
sbuffò sonoramente, avrebbe voluto avere una spada in quel
momento, così da potersi difendere, invece non aveva niente
oltre ad un lussuosissimo ed ingombrante vestito da sera regalatole
da Kidou.
“Non
così in fretta, Desarm.” un'altra voce li fece voltare,
un ragazzo dai capelli castani uscì dall'ombra seguito a ruota
da una ragazza dai capelli blu e da Reize.
“Dannazione.
Che fine hanno fatto Gazel e gli altri?!” domandò
sbuffando sonoramente. “Dovevate essere...”
“Morti?”
completò per lui Reize, accennando un sorriso divertito. “Mi
dispiace, servirà ben altro per ucciderci.” replicò,
ridendo.
“Diam
ha capito cosa avevate in mente tu e Gazel, quindi ci siamo
ingegnati. Mi dispiace molto, era un buon piano.” spiegò
Ulvida, sorridendo leggermente.
“Reize,
porta via il Comandante ed il Principe, qui ci pensiamo io e Ulvida.”
Reize annuì, avvicinandosi ai due con passi decisi. Miyako
sorrise sollevata, era così preoccupata per lui.
“Venite!”
esclamò poi, facendo sobbalzare i due. Miyako e Kazemaru
annuirono all'istante, seguendolo fuori dal castello.
Quando
furono abbastanza lontani, i due si abbracciarono.
“Grazie,
Reize.” disse Miyako, sorridendogli. Reize sollevò le
spalle e ridacchiò leggermente.
“È
stata un'idea di Gran, è a lui che dovete la vita.”
rispose, sorridendo subito dopo. Si voltò verso il regno ormai
lontano, alzando poi le spalle. “Siete dei fuggitivi, molto
presto su di voi verrà messa una taglia e sarete inseguiti in
ogni luogo. Il principe Ichinose si è offerto di ospitarvi con
lui sarete al sicuro. E anche se non sembra, anche i gemelli Fubuki
sono dei principi, vi proteggeranno. Avrete una guardia del corpo e
per voi uscire dal suo regno è fuori discussione, abbiamo già
la vita di un reale da proteggere dagli assassini, non ce ne servono
altri.” lentamente Reize tirò fuori da un sacco, che non
avevano notato, dei vestiti puliti e delle armi. Miyako alzò
gli occhi verso quelli di Reize che annuì, poi gli indicò
la via ad ovest.
“Andate,
il viaggio è piuttosto lungo. Fate attenzione, raggiungere il
Regno Unicorn non è facile. Tenete sempre gli occhi aperti e
soprattutto, accampatevi il più lontano possibile dalle strade
comuni.” Dopo quelle parole si allontanò ed i due
fuggitivi sospirarono.
“E
chi se lo aspettava tutto questo!” tentò di scherzare
Kazemaru, per alleggerire la tensione. Miyako ridacchiò,
sollevata della sua presenza.
“Sono
felice che per lo meno siamo fuggitivi insieme.” commentò
lei, felice. Kazemaru annuì, le strinse la mano e sorrise.
“Adesso
andiamo, ci aspettano giorni di viaggio. E saranno giorni molto
lunghi.” Miyako annuì, prese i vestiti e l'arma e si
incamminò dietro a Kazemaru.
Kidou
fissò irritato i presenti, quella festa era stata un vero
disastro, non solo aveva liberato Aya, aveva anche perso Miyako e
Kazemaru. E non sapeva come! Improvvisamente tutti i suoi piani stava
crollando come un castello di carte, non sopportava quella
situazione.
“Siete
un branco di idioti!” sbottò, facendo sobbalzare Genda e
Sakuma, Nahoko era appoggiata al muro con aria tranquilla. “Avete
scoperto che è successo?” chiese Kidou ai presenti,
Nahoko si staccò dal muro e si avvicinò.
“A
quanto pare hanno elaborato un buon piano.” disse solo, poi
uscì. Kidou sbuffò, scacciò i presenti e rimase
solo con Shin.
“La
troveremo.” lo rassicurò, poi sorrise appena ed uscì
anche lei.
Note
dell'autrice:
Eccomi
qua con un'altro capitolo! Mi dispiace di metterci sempre così
tanto ad aggiornare, ma se lo faccio è per un motivo ben
preciso. Cerco sempre di mantenere viva la storia, pensando a varie
situazioni.
Che
ne pensate? Kidou è stato abbastanza bastardo? Ora però
ditemi se Sakuma, Genda e Nahoko non sono dei geni!
Bene,
detto questo...
Un
abbraccio cuccioloso,
Grazie
per le recensioni, mi fanno sempre piacere!
Marie.
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Capitolo 8 *** Capitolo sette ***
Accese il fuoco,
voltandosi verso Kazemaru che sedeva accanto a lei. Non sapeva quanto
mancasse per il Regno Unicorn, sapeva solo che dovevano dormire e
riposarsi per riprendere il viaggio la mattina successiva.
“Stai bene, Miyako?”
le chiese Kazemaru, sorridendole dolcemente. Non gli piaceva vederla
così pensierosa, sicuramente era preoccupata per lui.
“Sto bene, non
preoccuparti per me. La tua ferita come sta?” domandò,
voltandosi verso di lui mentre accennava un sorriso sghembo. Kazemaru
le sorrise, portò una mano fra i capelli turchesi e non disse
nulla.
Rimase in silenzio per
qualche secondo, non voleva preoccuparla più del dovuto ma la
sua ferita non stava troppo bene.
“Non proprio bene,
direi. La spalla mi fa ancora male, il principe Kidou ha fatto in
modo che la ferita non si chiudesse del tutto. Tutto sommato non fa
neanche troppo male.” rispose, portando la mano che aveva fra i
capelli sulla spalla. Miyako socchiuse gli occhi, si alzò e si
inginocchiò verso di lui, gli diede un bacio in fronte e prese
la sua mano fra le sue.
“Kazemaru, lascia
che ci pensi io.” gli sussurrò, togliendogli la maglia
per controllare la ferita. Quando la toccò, Kazemaru gemette
di dolore. Miyako chiuse gli occhi, si strappò un pezzo del
vestito, lo bagnò con l'acqua della borraccia e lo poggiò
sulla ferita.
“Tienilo stretto che
ora ti bendo.” disse Miyako, portando la mano di Kazemaru sul
pezzo di stoffa. Il principe annuì brevemente, chiudendo gli
occhi. Cercò di non pensare al dolore mentre Miyako, con la
massima dolcezza, fasciava la spalla del turchese.
“Grazie.”
disse il turchese, sorridendole. Miyako sorrise e non disse nulla,
gli diede un bacio in fronte e si accoccolò sulle sue gambe.
“Dormiamo.”
La mattina successiva,
Miyako e Kazemaru si svegliarono e si prepararono per riprendere il
viaggio.
Il bosco sembrava finito,
davanti a loro si ergevano solamente le mura del Regno Unicorn.
Tirarono un lungo sospiro di sollievo e, più motivati che mai,
si presero per mano per raggiungere finalmente la loro meta.
Vennero accolti dalle
guardie cittadine che subito li scortarono al castello dove
incontrarono il principe Kazuya Ichinose.
“Benvenuti
ufficialmente nel Regno Unicorn, sono felice di ospitarvi e
proteggervi.” disse il castano, sorridendo. Kazemaru lo osservò
e ricambiò il sorriso, la sua spalla faceva male ma ora si
sentiva più rilassato ed il suo volto esprimeva a pieno quel
sentimento di sollievo.
“Vi ringrazio,
principe Ichinose. Ho solo una domanda da farvi, come siete riusciti
a tornare qui prima di noi?” domandò Miyako, stringendo
la mano di Kazemaru senza timore di essere punita.
“Non abbiamo dovuto
passare giorni nascosti nella foresta, lontano da vie abitate. Per
questo siamo giunti qui prima di voi.” le spiegò,
facendo un nuovo sorriso. Scrutò i due lungamente, si vedeva
quanto i due si amassero ed era felice di poterli vedere finalmente
liberi di esprimere tale sentimento. In quel regno, infatti, la
regola presente nei loro rispettivi reami non esisteva, ognuno era
libero di amare chiunque volesse.
“Capisco.”
rispose solamente Miyako, perdendosi a pensare a quella situazione.
Nonostante fosse lontana dal suo regno e dal suo principe, in quel
momento si sentiva a suo agio, forse persino di più di quanto
non ci si sentisse nel suo.
“Ichinose-kun,
potresti chiedere a qualcuno di medicarmi? La ferita alla spalla che
ho ricevuto nel regno di Aphrodi non è guarita per niente a
causa di Kidou.” spiegò Kazemaru, sospirando. Ichinose
annuì, chiamò due guaritori che subito si occuparono di
lui.
Ichinose nel frattempo
chiese a Miyako di seguirlo nella sala del consiglio per discutere
della loro protezione e su alcune questioni militari di non poca
importanza.
“Endou-kun.”
lo chiamò Hiroto, Mamoru si voltò ed accennò un
sorriso. Ora si sentiva decisamente meglio, sapeva da chi si doveva
guardare le spalle e da chi no, e poi da quando aveva visto con i
suoi occhi i sentimenti che legavano sua sorella Aya e il principe
Afuro, era più tranquillo.
“Dimmi, Hiroto.”
rispose Mamoru, posando il libro che stava leggendo mentre Shuuya
discuteva con Shinichi di alcune questioni importanti.
“È arrivata
questa lettera per voi. Dal sigillo, direi che viene dal Regno del
Fuoco.” a quelle parole, il sorriso di Mamoru si fece più
largo mentre un certo rossore prese possesso delle sue guance. Hiroto
gli diede la lettera e lasciò che il principe la leggesse,
allontanandosi quel tanto che bastava per tenere sotto controllo
Burn. Era convinto che Endou sapesse qualcosa, poiché non si
faceva quasi più ingannare dalle trappole dell'altro rossino,
ma Hiroto preferiva che Mamoru fingesse di non sapere così
Burn non avrebbe scoperto nulla.
Mamoru ruppe il sigillo
della lettera e sorrise allegro, prese un profondo respiro e si
decise a leggere:
“Mio
caro Mamoru,
ho
ricevuto notizia di quello che sta accadendo nel tuo regno e sono
molto preoccupata per te e per la tua sorellina.
Spero
che stiate bene! Mentre ti scrivo questa lettera ho chiesto a mio
padre di farmi partire con metà esercito per venire ad
aiutarti.
No,
non dire nulla. Lo so che per una principessa è rischioso
mettersi in viaggio per giungere in un territorio così
rischioso, ma saperti in pericolo mi angustia. Preferisco rischiare
la vita e stare vicino a te, piuttosto che vivere nell'angoscia.
Spero che quando leggerai questa lettera io sarò più
vicina al tuo regno, ti prego di aspettarmi.
Non
fare mosse azzardate, lo sai che senza di te non posso vivere.
Ti
amo, Mamoru.
Tua
per sempre,
Natsumi.”
Il cuore di Mamoru accelerò a quella notizia,
quindi Natsumi stava venendo lì da lui. L'avrebbe finalmente
abbracciata dopo un anno che non riuscivano a vedersi! Avrebbe
gridato la sua felicità ai quattro venti, ma preferì
evitare, dopotutto la sua vita era ancora in pericolo e Natsumi
voleva rischiare insieme a lui.
Non sapeva ancora bene se la cosa lo faceva sentire
meglio o peggio. Prese un profondo respiro, poi sentì bussare
al grande portone.
“Avanti.”
disse Mamoru. La porta si aprì e Mamoru pensò si
trattasse di sua sorella, ma non fu così. Venne quasi travolto
dall'abbraccio della fidanzata che, non appena l'aveva visto sano e
salvo, era corsa verso di lui per stringerlo fra le braccia.
“Mamoru!
Oh Mamoru, quanto mi sei mancato!” sussurrò lei
dolcemente, abbracciandolo stretto contro di sé. Mamoru, dopo
alcuni minuti di shock, ricambiò l'abbraccio e si lasciò
stringere per timore che potesse scomparire da un momento all'altro
dalle sue braccia.
“Mi
sei mancata anche tu.” le rispose, sincero. Si staccarono
dall'abbraccio per guardarsi e Mamoru si stupì di quanto
Natsumi fosse diventata bella durante quell'anno di separazione.
Anche lei si stupì di quanto maturo fosse diventato. Ricordava
ancora di come, l'anno precedente, appena gli stringeva la mano
arrossiva e di come quando lo abbracciava si staccava subito perché
troppo imbarazzato.
Mamoru si diede mentalmente dello stupido, in quegli
anni di fidanzamento l'unica cosa che era stato in grado di fare era
arrossire ed imbarazzarsi. Solo in quel momento si accorgeva di
quanto la sua fidanzata fosse bella, di quanto in quegli anni non
glielo avesse mai detto e di quanto in quegli anni non l'avesse mai
baciata. Proprio quando stava per farlo, un colpo di tosse lo
distrasse. Entrambi si separarono subito e si voltarono verso il
proprietario del suddetto che li guardava con aria divertita.
“Endou-kun,
non vorrei disturbarvi ma... Potreste presentarci questa fanciulla?”
domandò Hiroto con un sorriso sulle labbra.
“Ma
certo! Che stupido che sono!” disse, dandosi un colpo sulla
fronte con il palmo della mano. Sorrise e disse:
“Hiroto,
Haruya, questa è Natsumi Raimon, la mia fidanzata nonché
futura sposa. Natsumi cara, questi sono Hiroto Kiyama e Haruya
Nagumo, due miei amici.” li presentò con un sorriso
sulle labbra. Natsumi si sentì al settimo cielo, era la prima
volta che Mamoru la presentava come la sua futura sposa.
Non avrebbe mai creduto che un giorno si sarebbe
innamorata sul serio, prima di conoscere Mamoru, Natsumi sarebbe
dovuta andare in sposa al principe Atsuya ma poi, quando incontrò
il piccolo Endou che giocava con la sua sorellina, sentì
un'emozione nascere dentro di lei.
Il padre se ne accorse e decise di chiedere
l'annullamento del futuro matrimonio di sua figlia con Atsuya per
farla sposare con il principe Mamoru. I genitori dei gemelli Atsuya e
Shirou non ebbero niente in contrario e diedero il loro benestare per
l'annullamento. Così, da quel momento in avanti divenne la
sposa di Mamoru. Mai prima di allora, però, il giovane l'aveva
trattata come tale. Natsumi credeva che Mamoru la vedesse solo come
un'amica alla quale si sarebbe sposato, ma era felice di essersi
sbagliata.
“È
un piacere conoscerti, Natsumi.” rispose Hiroto, eseguendo un
lungo inchino verso la principessa, che gli sorrise. Burn non disse
nulla, si inchinò teatralmente e tornò al suo posto.
“Natsumi,
vieni con me. Ci sono diverse cose che ti devo raccontare, e poi
voglio farti ufficialmente conoscere Aya.” le disse,
prendendola per mano. Natsumi sorrise con naturalezza e strinse la
mano del suo futuro sposo.
“Si
è finalmente decisa a smettere di fare avanti e indietro tra
un regno e l'altro?” chiese, Mamoru annuì e si diresse
verso la stanza della sorella.
Stavo
accoccolata tra le braccia di Afuro, che mio fratello aveva deciso di
ospitare per farsi perdonare della quasi guerra, quando sentii un
lieve bussare alla porta. Io e Afuro ci allontanammo e ci guardammo
stupiti. Chi poteva essere?
“Avanti.”
affermai subito, voltandomi di scatto. Mi stavo comportando da
sciocca, ero nel mio regno e nessuno mi avrebbe fatto del male eppure
ero terrorizzata. La porta si aprì ed entrò un Mamoru
così sorridente da calmarmi all'istante. Strabuzzai gli occhi
quando notai che mio fratello stringeva la mano di una donna
bellissima, Mamoru non era mai stato così affettuoso con
nessuno! Non aveva mai stretto la mano di una ragazza in modo così
intimo e, soprattutto, non aveva mai avuto un sorriso così
radioso sul volto.
“Aya-chan,
Aphrodi.” ci salutò Mamoru, Afuro si mise seduto sul
letto e sorrise. Probabilmente era a conoscenza di qualcosa che io
non sapevo e che presto avrei scoperto.
“Mamoru.”
rispose Afuro, salutandolo con un gesto del capo. Mamoru prese un
profondo respiro, dopodiché prese due sedie e lui e la donna
si sedettero su di esse.
“Aya-chan,
sono anni che cerco disperatamente di farti conoscere questa ragazza,
ma nei giorni in cui lei veniva a farmi visita, tu eri dal principe
Afuro. Così la questione è saltata.
Ora
che siamo tutti nella stessa situazione, voglio cogliere l'occasione
per presentarvela.” notai subito il rossore sulle guance di mio
fratello, non l'avevo mai visto così emozionato.
“Aya-chan,
Aphrodi, vi presento Natsumi Raimon.” disse, portandosi una
mano fra i capelli, agitato. “La mia futura sposa.”
concluse, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Stentavo
a crederci, una donna così bella era la fidanzata di mio
fratello? In confronto a lei, io mi sento un moscerino.
“Natsumi
cara, questi sono Aya-chan, mia sorella, e il principe Afuro, il suo
fidanzato.”
Corsi
ad abbracciarla, sarebbe diventata una sorella per me e non potevo
che esserne felice. Non avevo mai visto mio fratello così
felice come in questo momento, doveva amare moltissimo Natsumi, ma
deve esserne accorto solo dopo averla rivista. Lo sapevo perché
Mamoru non mi aveva mai parlato di lei se non in quel momento,
conoscevo molto bene mio fratello e sapevo che a volte si comportava
da bambino immaturo ma guardandolo in quel momento, mi resi conto che
era cresciuto davvero.
“Benvenuta,
Natsumi-chan. Sono contenta di averti conosciuta, non ho mai visto
mio fratello con un sorriso così radioso, devi essere molto
importante per lui.” le dissi, sorridendo allegra. Mamoru
arrossì e Natsumi mi sorrise, ricambiando l'abbraccio. Era un
abbraccio caloroso, come quello di una madre.
“Bene,
Aya-chan, noi ora ti lasciamo in pace. Ho tante, troppe cose, da dire
a Natsumi che non mi basta il tempo.” disse mio fratello,
portandosi una mano fra i capelli castani, imbarazzato.
“Certo,
ci vediamo stasera, d'accordo?” chiesi mentre mi staccavo
dall'abbraccio della ragazza. Sorrisi dolcemente mentre entrambi
annuivano col capo, Mamoru voleva la mia approvazione, ecco perché
me l'aveva presentata. Io non potevo essere più felice di
così.
“A
stasera, sorellina.” rispose Mamoru, prendendo la mano di
Natsumi per uscire dalla stanza.
Erano
adorabili.
Quando
uscirono, Afuro mi abbracciò ed insieme ci sdraiammo sul
letto. Stavo comoda in quella posizione. Afuro mi aveva detto che
aveva annunciato il nome della sua fidanzata al consiglio.
“Quindi
hai detto che ti sposerai con me?” gli chiesi, lui mi sorrise
dolcemente e mi accarezzò i capelli.
“Sì.”
rispose ed io lo abbracciai stretto. Sorrisi dolcemente e gli diedi
un bacio sulle labbra.
“Ti
amo, Afuro.”
“Ti
amo anche io, Aya-chan.” rispose, dandomi un bacio in fronte.
Mamoru
e Natsumi si ritirarono nella camera del principe, il giovane
cominciò a raccontarle quello che era successo in quell'anno.
Natsumi fu una grande ascoltatrice, non lo interruppe mai, rimase in
silenzio fino alla fine del racconto. Ogni tanto aveva poggiato la
mano su quella di Mamoru per fargli sentire che gli era vicina.
“Nei
hai passate di tutte i colori, Mamoru...” fu la prima cosa che
disse quando ebbe finito di raccontare, il principe la guardò
negli occhi e le sorrise dolcemente.
“C'è
una cosa che mi preme dirti, Natsumi. Una cosa che mi tengo dentro da
troppo tempo.” Natsumi gli sorrise, annuì con il capo e
rimase in silenzio. Mamoru prese un profondo respiro e, dopo aver
lottato con l'imbarazzo, disse:
“Mi
sono reso conto che in questi anni di fidanzamento, non mi sono
comportato bene con te. È vero, all'inizio non provavo che una
profonda amicizia per te, e non riuscivo a vederti come la mia
ragazza.
Col
passare degli anni, mi rendevo conto di quanto importante eri
diventata per me, ma invece di dirtelo, ho finto di non rendermene
conto e ti ho trattato come un'amica. Scusami, Natsumi. Sono stato un
pessimo fidanzato.” Natsumi aveva voglia di piangere, Mamoru le
stava chiedendo scusa. Sentiva il cuore battere forte nel petto
dall'emozione, gli sorrise.
“S-Scuse
accettate.” rispose, abbassando il capo imbarazzata. Mamoru
colse l'occasione, le alzò il viso con una mano e la guardò
con un sorriso dolce.
“Probabilmente
questo anno di separazione mi ha fatto bene, perché adesso
vedo le cose con un altro punto di vista.
Non
te l'ho mai detto, ma sei bellissima, Natsumi. Sei la donna più
bella che abbia mai visto, e me ne accorgo solo adesso.”
Natsumi arrossì al complimento, era impossibile che Mamoru le
stesse dicendo quelle parole. Forse stava sognando, ma se era un
sogno, non voleva svegliarsi.
“Sto
sognando?” chiese, più a se stessa che a lui. Mamoru le
sorrise dolcemente, sfiorando le labbra con le sue.
“No,
ma se lo fosse, sarebbe il sogno più bello della mia vita.”
le rispose, prima di baciarla nuovamente.
“Kazemaru,
come ti senti?” chiese d'un tratto Miyako, Kazemaru le sorrise
dolcemente e le scostò un ciuffo ribelle dal viso e portò
la mano destra su quella della ragazza per rassicurarla.
“Sto
bene, ora sto bene. Non posso che sentirmi meglio, Ichinose-kun mi ha
detto che qui possiamo amarci liberamente e che nessuno può
impedircelo.” Miyako sorrise e gli diede un bacio sulle labbra.
“Ti
amo, Kazemaru.” replicò Miyako, sorridendo allegra.
Kazemaru l'abbracciò e le sorrise ancor più dolcemente.
“Ti
amo anche io, Miyako.” sussurrò, scostandole una ciocca
di capelli dietro le orecchie prima di chinarsi a baciarla
nuovamente.
“Scoperto
qualcosa?” chiese Kidou a Shin, la quale scosse il capo con
aria sconsolata. Ancora non riuscivano a capire chi potesse essere
l'artefice del piano che aveva permesso a Miyako e Kazemaru di
scappare dal suo regno.
“Purtroppo
no.” rispose anche Genda, sollevando le spalle. Sapeva bene che
quello che lui, Sakuma e Nahoko avevano fatto era pericoloso, ma
almeno avevano aiutato quei due poveri innamorati a fuggire.
Kidou
sbuffò e li congedò.
“Branco
di incompetenti.” disse, arrabbiato.
Prima
o poi avrebbe scoperto cos'era successo, e allora la sua vendetta
sarebbe stata tremenda.
L'angolo
di Marie:
Ragazzi,
potete uccidermi. È quasi un anno non aggiorno questa storia!
Sono terribilmente dispiaciuta.
Le
idee ce l'ho, quindi non preoccupatevi. Aggiornerò il più
in fretta possibile, spero che continuate a seguirmi nonostante
l'aggiornamento lento.
Vi
ringrazio per tutte le recensioni, grazie davvero.
Ci
sentiamo al prossimo aggiornamento.
Un
abbraccio cuccioloso, Marie
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 ***
Natsumi
ricevette la lettera dal Regno Unicorn una settimana dopo l'arrivo di
Kazemaru e Miyako dal Principe Ichinose.
Aveva
tenuto nascosto a Mamoru il suo piano in quanto non voleva metterlo
in pericolo più di quanto non fosse già. Lesse la
lettera con un sorriso leggero:
"Natsumi-san,
il vostro piano per incastrare il principe Kidou sta procedendo a
gonfie vele. Tengo al sicuro i due fuggitivi almeno finché le
acque non si saranno calmate, i vostri sudditi stanno svolgendo un
ottimo lavoro. Non avrei mai creduto che fossero così bravi ad
infiltrarsi all'interno del regno di Kidou senza che lui scoprisse
qualcosa.
Siete
un'ottima stratega.
Ora
ditemi, il Principe Mamoru sta bene? Avete intenzione di raccontargli
come siete riuscita a far fuggire sua sorella?
Nella
speranza di avere presto una vostra risposta,
vi
faccio i miei migliori auguri.
Il
Principe Kazuya Ichinose."
Prese
la pergamena vuota che si era portata dietro per rispondere al suo
più fidato alleato che, a quanto pareva, continuava a seguire
ciò che insieme avevano progettato per proteggere sia Mamoru
ed Aya che Kazemaru e Miyako.
Finì
di chiudere la lettera nell'esatto momento in cui il suo promesso
sposo entrò nella stanza. Gli sorrise e gli fece cenno di
attendere un attimo. Diede a Hiroto, del quale si fidava molto, la
lettera che sapeva avrebbe mandato a Kazuya.
"Natsumi,
a chi stai mandando la lettera?" domandò con curiosità
Mamoru, il quale sapeva che la ragazza era una buona stratega e che
non sapeva che ella aveva già mosso le sue carte per
proteggere coloro che amava.
"Al
principe Ichinose. - cominciò, sedendosi sul letto vicino al
suo amato che la guardò con aria perplessa - A tal proposito,
devo parlarti di una cosa importante." disse Natsumi, stringendo
la mano del Principe. Mamoru le sorrise, incoraggiandola con lo
sguardo a continuare il discorso.
"Ricordi
il giorno in cui il principe Kidou ha invitato tutti i reali dei
regni affinché partecipassero alla festa del suo fidanzamento?
- Mamoru annuì, e allora lei continuò - Il piano per
far fuggire Aya, Miyako e Kazemaru era mio." annunciò.
Per Mamoru fu una rivelazione, sapeva che Natsumi era una grande
stratega, ma che si fosse mossa così in fretta non lo aveva
proprio calcolato.
"Perché
tu non eri presente?" le chiese allora, curioso di sapere il
motivo per il quale lei non aveva partecipato alla festa e
soprattutto, come sapeva che Aya, Miyako e Kazemaru erano prigionieri
di Kidou?
"Ho
mandato una lettera a Kidou in cui dicevo di essere ammalata e che
proprio non riuscivo a partecipare alla festa. Nel frattempo, ho
inviato un'altra lettera ad uno dei miei tre sudditi infiltrati nel
Regno di Kidou, in cui spiegavo il piano per liberare i tre
prigionieri." spiegò Natsumi con naturalezza, era davvero
fiera di essere riuscita nel suo intento. Ingannare Kidou e liberare
i prigionieri.
"Come
sapevi che erano prigionieri?" domandò allora,
accarezzandole dolcemente i capelli. Quella donna si rivelava piena
di sorprese e sentiva di amarla ogni giorno di più, non
avrebbe sprecato altro tempo, l'avrebbe sposata appena possibile.
Certo, sapeva di doverne parlare con il padre, ma sperava che egli
non facesse troppe storie.
"Jirou
Sakuma, Nahoko Hasegawa e Koujirou Genda sono miei sudditi che si
sono infiltrati nel Regno Royal per tentare di impedire a Kidou di
combinare guai. Purtroppo non hanno potuto fare molto, il principe è
molto potente e tentare di ostacolarlo significa quasi sempre morte.
Quando
Sakuma ha saputo che Aya era stata rapita ha tentato di contattarmi,
ma ha dovuto bruciare la lettere perché Fudou lo stava per
scoprire. Così ha dovuto aspettare un paio di giorni, a quel
punto anche Miyako e Kazemaru erano stati rapiti." rivelò
Natsumi, Mamoru la strinse a sé dolcemente, per poi darle un
bacio sulle labbra. Era merito della donna che amava se sua sorella
era tornata a casa.
"Ti
amo, Natsumi. Sposiamoci al più presto." disse Mamoru,
facendo emozionare Natsumi a tal punto che la ragazza scoppiò
in lacrime.
"Certo!"
disse in preda alla felicità.
Miyako
passava i giorni a girare per la città con Kazemaru ed i due
gemelli, le loro guardie del corpo, per evitare attentati alla loro
vita.
Erano
dei fuggiaschi con un certo valore, ma la prudenza non era mai
troppa, in fondo conoscendo Kidou, poteva volerli morti per avergli
fatto fare la figura dell'idiota.
"Sei
pensierosa." disse Kazemaru, prendendole la mano. Miyako
sobbalzò leggermente, intenta com'era a pensare non si era
resa conto che Kazemaru le aveva parlato. Si voltò verso di
lui con un sorriso.
"Hai
detto qualcosa?" gli domandò, non aveva capito nemmeno
cosa avesse detto, presa com'era dai suoi pensieri.
"Ho
detto che sei pensierosa, qualcosa non va?" le chiese, curioso.
Miyako era diventata più aperta da quando erano lì,
eppure ogni tanto continuava a chiudersi in se stessa senza
permettere a nessuno, lui compreso, di capire che cosa le stesse
succedendo.
"Sono
in pensiero per il Principe Mamoru. Dovrei essere lì a
proteggerlo, invece io stessa sono un bersaglio del principe Kidou.
Accidenti che pasticcio." disse, alzando gli occhi verso il
cielo mentre stringeva la mano di Kazemaru.
"Va
tutto bene, sono certo che Mamoru-kun se la stia cavando piuttosto
bene. E poi hai sentito Ichinose-kun no? Hiroto lo sta proteggendo!"
la rassicurò lui, sorridendo. Miyako annuì con il capo,
non riuscendo comunque ad essere tranquilla.
"Mi
dispiace." fu l'improvvisa uscita di Miyako, lasciando la mano
di Kazemaru. In quel momento si sentiva tutto meno che degna di
essere la persona amata dal principe. Lo aveva messo nei pasticci più
di quanto avesse voluto. E dire che era il comandante in seconda
dell'esercito del Regno Raimon, che figura ci faceva?
"Per
cosa?" le chiese allora il turchino, posandole una mano sulla
spalla. Miyako si voltò verso di lui con volto triste e le
mani che tremavano.
"Ti
ho messo in pericolo ed era l'ultima cosa che volevo. Sei la persona
più importante per me, persino più importante del
Principe Mamoru, e ti ho fatto finire nelle grinfie di Kidou senza
poterti proteggere. Capisci, Kazemaru? Non sono degna di starti
vicino." rivelò Miyako, trattenendo a stento le lacrime.
"Non
dirlo nemmeno per scherzo! Non è colpa tua se siamo in questa
situazione!" rispose lui, tentando di tirarle su il morale,
senza riuscirci.
"Invece
sì! Non capisci! Io sono il comandante in seconda
dell'esercito del Regno Raimon e l'unica cosa che sono stata in grado
di fare è stato farti quasi ammazzare! Non ti merito! Non
dovresti nemmeno--" il suo sfogo venne interrotto dalle labbra
di Kazemaru, che l'aveva zittita con un bacio. Si allontanò da
lei per sorriderle dolcemente e poi abbracciarla, si stava prendendo
sulle spalle troppi problemi senza ricordarsi che il cattivo della
situazione non era lei, ma Kidou e che avrebbe fatto di tutto per
fermare. E quando avrebbero fermato il suddetto, l'avrebbe sposata e
che fossero dannate le leggi che glielo impedivano. Le avrebbe
cambiate, fosse stata l'ultima cosa che faceva.
"Va
tutto bene, Miyako. Non devi preoccuparti per me, sarei stato più
in pensiero per te se fossi stata sola. Siamo insieme, vivi, ed è
l'unica cosa che conta per me. Adesso me lo fai un sorriso?" la
rassicurò Kazemaru, accarezzandole il capo. Miyako aveva il
viso poggiato al petto del principe e si era rilassata nel suo
abbraccio, era piacevole. Alzò il capo per guardare il suo
amato e sorrise, sollevata. Aveva avuto paura che lui la incolpasse
per quanto era accaduto, era felice di essersi sbagliata.
"Rientriamo,
Ichinose-kun sarà preoccupato." disse Kazemaru, mentre
osservava i gemelli che non avevano detto una parola da quando li
avevano seguiti.
"Se
siete principi anche voi, come mai vivete qui con Ichinose-kun?"
domandò curioso, i gemelli si guardarono ed annuirono.
"I
nostri genitori hanno preferito farci trasferire qui. Dicono che il
nostro Regno è troppo pericoloso per noi due." rispose
l'albino, il cui nome era Shirou.
"Non
capiamo il perché, ma in fondo qui non si sta male."
replicò Atsuya, dai capelli arancioni. Kazemaru annuì,
la situazione non gli piaceva per niente. Qualcosa gli diceva che
c'entrava Kidou anche in quella faccenda.
Quando
rientrarono, Ichinose li accolse con il sorriso. Era bello che
girassero la città, voleva che facessero amicizia con più
persone possibile mentre lui controllava la situazione nel regno
Royal.
"E'
stata una bella passeggiata?" domandò, notando la
tensione che aleggiava intorno ai quattro. Miyako annuì
leggermente, agitata.
"Abbiamo
avuto un piccolo intoppo. Miyako si preoccupa troppo." disse
Kazemaru, stringendo la mano della compagna. La ragazza arrossì
leggermente, Kazemaru sapeva metterla in imbarazzo quando voleva.
"Non
hai di che preoccuparti, Miyako. Mamoru-kun è in ottime mani.
Hiroto, le guardie del castello, persino i cavalieri del regno del
Fuoco lo stanno proteggendo. E poi, la Principessa Natsumi è
una grande stratega. Ha un piano in mente, e stai certa che
funzionerà." le disse Ichinose, dandole una pacca sulla
spalla. Quelle parole la rassicurarono più di quello che diede
a vedere, ma non era sicura di aver capito bene.
"La
Principessa Natsumi si trova con il Principe?" domandò,
preoccupata. Natsumi era una donna fiera ed orgogliosa, oltre che
profondamente innamorata del Principe. Se davvero era con lui,
significava che stava correndo lo stesso pericolo del suo principe.
"Sì.
Ha chiesto a suo padre metà cavalieri e si è diretta il
prima possibile nel Regno Raimon. Ormai dovrebbe averlo raggiunto.
Ah, se ti stai preoccupando per lei, beh non farlo. La Principessa è
una donna testarda, ma sa il fatto suo. Devi stare tranquilla, sa
cavarsela." spiegò Ichinose, Miyako annuì. Era
davvero un bel guaio, ma se Ichinose stava tranquillo, anche lei
doveva farlo. Si fidava della Principessa.
Kazemaru
le sorrise, era certo che le cose andavano bene da Mamoru-kun. La
guardò perso nei suoi pensieri, era veramente bella ed era
stanco di nascondere i suoi sentimenti per lei, sebbene lì non
ce ne fosse bisogno, doveva fare una cosa importante. Ichinose lo
sapeva già, così aveva fatto in modo che rimanessero
soli.
"Miyako."
le disse, facendola voltare. "Sei la donna più bella che
abbia mai visto in vita mia. La sola per la quale il mio cuore non
smetterà mai di battere, la creatura più dolce e
sensibile che abbia mai incontrato. Vuoi sposarmi?" Miyako non
poteva credere alle sue parole. Stava succedendo davvero? Kazemaru
voleva sposarla nonostante le leggi lo impedissero?
"S-Sì!
Certo che voglio sposarti!" rispose, abbracciandolo dolcemente.
Era la donna più felice del mondo.
Nel
pomeriggio, Ichinose ricevette due lettere da parte del Regno Raimon,
una di Natsumi, l'altra di Mamoru.
Lesse
la prima e fu felice di sapere che le cose andavano per il verso
giusto, in fondo se la meritavano un po' di tranquillità.
Aprì
la seconda e si stupì moltissimo di ciò che c'era
scritto:
"Siamo
lieti di annunciarvi che il Matrimonio fra la Principessa Natsumi
Raimon del Regno del Fuoco ed il Principe Mamoru Endou del Regno
Raimon avverrà fra due mesi esatti. Siete tutti invitati, ci
raccomandiamo di portare un regalo. Anche solo la vostra presenza
sarà considerata un regalo gradito dagli sposi.
Con
affetto,
Il
Principe Mamoru Endou e la Principessa Natsumi Raimon."
Il
ragazzo corse dai due promessi con la lettera in mano ed entrambi
scoppiarono in lacrime.
Quindi
anche Endou stava per fare il grande passo!
Erano
passati un paio di giorni da quando eravamo "segregati" nel
castello del mio Regno quando arrivò la prima lettera
minatoria ad Aphrodi, il quale sembrava abbastanza tranquillo.
Dalla
scrittura, sembrava esserci lo zampino di Kidou, eppure aveva detto
chiaramente che io non ero più nelle sue grazie, quindi perché
avrebbe dovuto minacciare Aphrodi per aver annunciato il nostro
fidanzamento?
"Sei
sicuro che vada tutto bene?" gli chiesi, lui mi sorrise
accarezzandomi dolcemente i capelli.
"Certo."
fu la sua risposta, era così tranquillo che mi faceva quasi
sentire meglio. Quasi, appunto.
Nonostante
stessimo passando un momento non dei migliori, ero felice che mio
fratello avesse deciso di sposare Natsumi al più presto. Non
lo avevo mai visto sorridere in quel modo, e la cosa mi sollevava
molto. Natsumi poi mi trattava come una sorella minore, regalandomi
abbracci nei momenti di bisogno e dispensandomi consigli quando li
chiedevo. Uscii dalla stanza, dando un lieve bacio sulle labbra ad
Aphrodi. Avevo bisogno di un po' di aria fresca.
"Natsumi-chan!"
la chiamai, appena la vidi nel corridoio. Natsumi si voltò
verso di me e si aprì in un sorriso.
"Aya-chan!"
disse, correndo ad abbracciarmi. Quando mi abbracciava, sentivo il
calore dell'amore di una sorella che cercava di proteggere la propria
famiglia come meglio poteva.
Natsumi
era tutto ciò che volevo essere, era il mio esempio di vita.
Chissà se sarei mai riuscita a diventare forte e coraggiosa
come lei, in futuro.
"Va
tutto bene?" mi chiese con voce dolce, io scossi il capo ma non
dissi nulla. Avevo paura di crollare se le avessi esternato i miei
pensieri.
"Ehi,
lo sai che con me puoi parlare, vero?" le annuii, ben sapendo
cosa intendesse. Potevo davvero confidarle ciò che tenevo in
fondo al cuore?
"Cos'è
che ti turba?" mi domandò, non riuscii più a
tenermi tutto dentro così alla fine le raccontai tutto.
Di
come mi sentissi in colpa di essere scappata dal Regno per seguire
egoisticamente il mio amore, mettendo così a rischio non solo
la mia vita, ma anche quella di mio fratello e dell'uomo che amavo.
Di come, per causa mia, era scoppiata la rivolta nel Regno Zeus e di
come, sempre a causa mia, Miyako e Kazemaru avevano rischiato la vita
per salvarmi.
Non
volevo restare per sempre la principessa da difendere, volevo essere
d'aiuto. Volevo crescere anche io come era maturato mio fratello.
"Non
è colpa tua sai? La rivolta è scoppiata perché
Kidou ha messo in giro delle voci non vere. Non puoi biasimarti per
questo." mi consolò Natsumi, accarezzandomi i capelli.
"E'
anche vero però che sei scappata senza dire nulla a tuo
fratello, mettendo in pericolo le vostre vite. Posso capirti, sai?
C'erano stati momenti in cui sarei voluta scappare anche io, venire
qui per stare con Mamoru senza dover per forza dire nulla a mio
padre. Non l'ho fatto, sono rimasta ad aiutare mio padre finché
non ho saputo che tuo fratello era in pericolo di vita. Ho chiesto a
mio padre di andare da lui e lui mi ha concesso il permesso, ma solo
se avessi portato con me almeno metà dei cavalieri. E così
eccomi qui.
Questo
ti è servito da lezione, no? Ti ha fatto capire che sei stata
egoista e che avresti potuto dire tutto a tuo fratello." mi
disse, sgridandomi, ma sempre con un sorriso.
"Hai
ragione... Mi è servito per capire che devo smettere di fare i
capricci e che se voglio davvero qualcosa, devo meritarmela."
Natsumi sorrise ancora e mi diede un bacio in testa.
"Ottimo.
Ora va a dormire, si è fatto tardi. Domani parlaremo con
Mamoru, gli dirai che ti dispiace e che hai capito di aver sbagliato.
Va bene?" annuii, lasciando il suo abbraccio.
Tornai
in camera con il cuore più sereno e mi addormentai,
abbracciata all'uomo che amavo.
Reize
si voltò a guardare Gran, annuendo. Ben presto le cose
sarebbero cambiate per i ribelli, in quanto il gruppo di Gran era
pronto finalmente a compiere l'ultimo atto affinché il rossino
diventasse il capo dell'organizzazione.
"Siete
tutti pronti?" domandò Reize ai compagni, i quali
annuirono. Il piano sarebbe stato attuato a minuti, mancava veramente
poco.
"Al
mio tre. Uno, due, tre! Forza andate!" disse Gran, entrando
nell'edificio che ospitava l'attuale capo dell'organizzazione.
Reize,
Ulvida e Gran si diressero verso la parte sinistra dell'edificio
mentre gli altri si dirigevano verso la destra.
L'attacco
colse impreparati i difensori, tanto che quasi nessuno si accorse di
nulla.
Solo
Gazel si rese conto di cosa stava succedendo e si allontanò
per andare alla ricerca di Burn ed organizzare con lui un modo per
eliminare la minaccia che portava il nome di Gran.
Il
capo dell'organizzazione era un uomo a cui nessuno aveva mai chiesto
il nome, probabilmente per paura, e per il quale tutti eseguivano gli
ordini. Era anche a causa sua se i simpatizzanti dei due rossini non
si erano mai ammazzati, avevano troppa paura di lui per anche solo
cercare di fare qualcosa di male agli altri.
"Gran.
Sapevo che mi avresti tradito." disse il capo, guardando negli
occhi il giovane che gli si parava davanti.
"Mi
dispiace capo, ma l'organizzazione ha bisogno di un nuovo leader. Non
permetterò che altri innocenti muoiano. Non siamo carne da
macello." replicò il rossino, prima di lanciarsi
all'attacco del capo. Reize ed Ulvida sapevano che era una cosa che
doveva fare da solo, così lasciarono che fosse Gran ad
uccidere il capo.
Lo
scontro durò più del previsto, Gran, dopo avere per
molto tempo studiato le mosse dell'avversario, colpì lo stesso
nel punto scoperto. Il colpo inferto al capo centrò lo stomaco
dello stesso, facendolo cadere al suolo. Gran si portò una
mano sul braccio rimasto ferito da un colpo preciso infertogli
dall'ormai moribondo capo, e si sedette a terra.
"E'
finita." disse il rossino mentre vedeva morire colui per il
quale aveva lavorato per molti anni.
Rimase
seduto per un po' di tempo, mentre Reize e Ulvida gli curavano la
ferita, poi si alzò ed ai ribelli rimasti annunciò di
essere il nuovo capo.
"Come
prima cosa, da oggi in poi, noi non saremo più al servizio di
nessuno. Non ho intenzione di farvi morire inutilmente per conto di
persone che non sono capaci di difendersi da sole. Da oggi
l'organizzazione Aliea sarà indipendente. Potrete tornare ad
usare i vostri nomi, niente più soprannomi o cose del genere.
Da
oggi in poi, io non sarò più Gran, ma Hiroto Kiyama,
capo dell'organizzazione Aliea.
Reize,
vorrei che tu fossi il mio vicecapo. - il pistacchietto annuì,
sorridendo leggermente - Come ultima cosa, ma non meno importante, da
oggi in poi saremo alleati con il Regno Raimon, di conseguenza anche
con il Regno Dark Emperors, Zeus e Unicorn.
Se
qualcuno ha qualcosa in contrario, può benissimo dirlo ora
oppure può lasciare l'organizzazione." annunciò
Hiroto, finalmente libero da quel nome che non sentiva suo. Reize
poteva tornare a chiamarsi Ryuuji Midorikawa, un nome che stava
iniziando a dimenticare.
Gazel
riuscì a trovare finalmente quello scansafatiche del tulipano,
se conosceva Gran sapeva che era diventato il nuovo capo
dell'organizzazione e doveva evitare che si alleasse con Mamoru
Endou.
"Muoviti
tulipano, Gran ha appena attaccato la fortezza. Sarà ormai
diventato il nuovo capo." Burn non era affatto contento della
notizia, infatti socchiuse gli occhi.
"Bene,
allora sarà il caso che ci dividiamo i compiti. Tu uccidi
Gran, io uccido Endou."
Gazel
annuì. Sapeva che dovevano fare in fretta, ma colpire Gran
mentre era ancora alla fortezza era rischioso. Così attesero
che tornasse al castello da Mamoru, il quale era rimasto senza la
protezione del rossino per quasi tutto il giorno e non era stato
ammazzato neanche una volta.
Era
tarda notte quando decisero di attaccare, Gazel si diresse nella
camera riservata ad 'Hiroto' mentre Gran a quella del Principe.
Gazel
entrò nella stanza del rossino, sicuro che stesse dormendo, e
lo attaccò. Proprio in quell'istante una luce - quella della
lampada ad olio presente nella stanza - illuminò l'area
circostante. Con sua enorme sorpresa, trovò sia Hiroto che il
Principe Aphrodi svegli a braccia conserte, come se sapessero che
sarebbe arrivato.
"Per
caso volevi uccidermi, Gazel? Ti è andata male." L'albino
socchiuse gli occhi, e fece per uscire dalla stanza. Purtroppo
Shinichi era fuori la porta, e lo arrestò.
La
stessa sorte toccò a Burn, il quale si era trovato Mamoru
Endou perfettamente sveglio e consapevole che lo volessero uccidere,
e venne arrestato da Goenji Shuuya.
"Bene,
avremo di che parlare noi tre. Voglio sapere tutto su chi vi ha
assoldati, e se non sarete collaborativi, vi farò collaborare
io." li minacciò il Comandante dell'esercito. I due
deglutirono, ma erano decisi a stare zitti. Erano addestrati per
quello.
Kidou
era impreparato, la lettera che il principe Mamoru gli aveva mandato
era qualcosa che non si aspettava. Come mai voleva che partecipasse
al suo matrimonio? Gli nascondeva qualcosa oppure era davvero così
ingenuo da invitare il nemico a casa sua?
Non
gli restava che scoprirlo. Sarebbe andato a quel matrimonio,
mancavano ancora due mesi, poteva ancora mettere in atto qualche
piano o due.
Non
sapeva ancora cosa lo aspettava. Sakuma, Nahoko e Genda stavano
eseguendo il piano organizzato dalla principessa Natsumi in modo da
far cadere Kidou in trappola.
Molto
presto, la minaccia che portava il nome di Yuuto Kidou poteva essere
eliminata.
"Quando
tutto sarà pronto, ti farò il segnale. Tieniti pronta,
va bene, Nahoko?" disse Sakuma. La ragazza annuì.
Angolo
dell'autrice:
Oh
mio Dio, come al solito ci ho messo moooolto tempo per aggiornare. Ma
le idee che mi vengono in mente sono sempre troppe e quindi mi ci
vuole tempo a metterle per iscritte.
Spero
che questo capitolo vi piaccia, e che niente risulti troppo
frettoloso o incongruente.
E'
tardi e quindi ho fatto in fretta a chiudere.
Vedrete
cosa avrò in serbo per voi, non preoccupatevi.
Natsumi
è geniale. Vedrete quanto u.u
Ora
vi saluto,
Un
abbraccio cuccioloso,
Marie
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