God only knows what we're fighting for

di HernameisGiuls
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


FIC SU LIAM                                                  
God only knows what we're fighting for



Lo zainetto era ancora lì, ai piedi del letto, ancora pieno dei miei vestiti. Era passato un mese eppure era ancora lì.
C'ero quasi riuscita, ero quasi salita su quel maledetto treno, ma lui mi ha trovata, mi ha presa e a casa mi ha pestato un'altra volta. Non mi aveva mai picchiata con tanta rabbia, tanta cattiveria, tanto odio. Quella volta mi ha fatto molto più male. Non lo farò mai più, non scapperò più.
Domani è Lunedì, finalmente inizia la scuola. Ogni comunissimo ragazzo della mia età sbufferebbe al sol pensiero di alzarsi presto alla mattina per dover restare chiusi cinque ore in quattro mura grige, ma io no. Stare per cinque ore di fila "rinchiusa" là dentro era il mio unico rifugio, la mia unica salvezza.
Chi sono io? La domanda è "cosa sono". Mi chiamo Hope, come speranza anche se di speranze proprio non ne ho, ho diciassette anni, frequento il terzo anno del liceo e da sei anni non mi ritengo più una persona. Non mi sono mai ritenuta una ragazza normale, non lo sono mai stata. Non ho genitori, non ho fratelli, non ho amici, non ho una vita. All'età di sette anni, durante un viaggio in macchina, io e i miei genitori avemmo un incidente. Un incidente mortale, direi. Mortale per loro, perchè io fui l'unica a sopravvivere. Loro morirono sul colpo, io me la cavai con una profonda cicatrice sulla collo e una meno marcata sulla fronte. Sopravvivere. Non me lo sono mai perdonata. Avrei preferito morire io, almeno adesso non soffrirei così.
Non avendo né nonni né parenti stretti a cui essere affidata, rimasi per quasi un anno nell'orfanotrofio di Wolverhampton ad aspettare un'anima pia che si prendesse cura di me. Dopo qualche mese si venne alla conoscenza di un mio zio, il fratellastro di mio padre: Kendall. Quest'ultimo, quando venne a sapere del tragico incidente del fratello e della cognata, tornò nella mia città natale per prendersi cura di me. Fin dal primo momento mi ha trattata come una figlia, viziandomi come poteva e dimostrandomi tutto il suo affetto. Ricordo Natali fantastici e compleanni memorabili, ma solo fino all'età di unidici anni. Poi tutto si fece buio. Lui cambiò, non in bene. Iniziava ad arrabbiarsi facilmente, spesso e volentieri se la prendeva con me e lì volavano schiaffi, poi spinte, poi pugni, poi oggetti scagliati contro il mio corpo, contro il mio viso. Iniziò tutto con dei semplici lividi, poi ferite sempre più marcate, sempre più sanguinanti e cicatrici, quelle erano tante. Era la mia unica ancora di salvezza, ora era il mio peggior incubo.
Sei anni di sottomissioni, sei anni di botte, sei anni di terrore. Adesso era dalla mia mancata scappatoia che non mi alzava più le mani. Forse sta guarendo dalla sua malattia, se può essere definita tale. Forse non mi toccherà più. Non ne ho mai parlato con nessuno di queste violenze - se lo sono - e nemmeno lui. Mi ricordo, poco tempo fa, dopo avermi schiaffeggiato insistentemente scoppiò in lacrime, chiedendomi scusa e che voleva "guarire". Io ci credevo in quelle parole, poco ma ci credevo. Poi invece smentiva tutto, ricominciando a massacrare il mio corpo. Adesso sembrava esserci una piccola tregua tra noi - non pace, perchè so che non uscirò mai da questo inferno -, ultimamente scambiamo qualche parola a pranzo e a cena. Ammetto che continuavo ad essere terrorizzata vederlo passarmi accanto.
Avevo molta paura, troppa.

Ma basta, in quel momento non volevo più pensarci. In quel momento lui dormiva, russava forte, potevo controllarlo. Se non lo sentivo allora devevo preoccuparmi. Era tardi, chiusi gli occhi. Sentii le viscere del mio stomaco contorcersi, mi rannicchiai su me stessa e provai a dormire. Domani è un altro giorno. 





Angolo autrice
Salve mie cari lettrici:) eccomi di nuovo qui a torturarvi con un'altra storia. Allora, questa è completamente diversa dal genere che scrivo di solito, è più forte e più diretta. So che come prologo non dice molto, ma mi piacerebbe piacere cosa ne pensate..
Aspetto con ansia i vostri pareri:)
Con affetto, la vostra Giulia


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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


capitolo 1
-Chapter 1

Aprii gli occhi ancora assonnata e spensi frettolosamente la sveglia in modo da non svegliare mio zio. Sono le 7.30. Mi precipitai in bagno senza emettere alcun rumore. Mi lavai più volte il viso, poi passai ai denti. Dal cassetto sotto il lavandino tirai fuori il correttore. Lo passai ripetutamente in volto per nascondere quella macchia viola sulla guancia ancora visibile dopo un mese. Il mio sguardo passò distrattamente alla cicatrice sulla fronte e poi a quella sul collo. Persistevano, non sparivano. Perlustrai l'intero volto: con tutta quella merda in faccia parevo una bambola di porcellana. Che schifo. Tornai in camera mia, mi spogliai e iniziai a mettermi i vestiti preparati la sera precedente. Pantaloni da tuta larga e felpa, così che nessuno potesse notare il mio fisico scheletrico e spaventoso. Lasciai i capelli castani, lunghi, sciolti, infilai le scarpe, presi la cartella e scappai velocemente. Trattenni il fiato per l'intera rampa di scale, una volta fuori sospirai di sollievo; non l'avevo svegliato.
Per strada pensavo all'agonia che stavo per passare. Non tanto le ore di lezione, ma gli studenti. Per quanto odiassero tutti andare a scuola erano tutti fastidiosamente felici. Non parlo da cinica, ma da invidiosa. Invidiosa di loro che hanno una vita perfetta, con alti e bassi e con i loro problemi, ma sempre meglio della mia. Ogni individuo lì dentro era circondato da amici, e questi a loro volta ne avevano altri e così via. Io no, io non avevo amici. Amo la solitudine, il silenzio, il freddo, la semplicità. No, non ho problemi neurologici - così credevo -, ma sono un'essere completamente differente da tutti gli altri. Ero fatta così, ma non me ne vantavo assolutamente. A volte piangevo, non per il male, non per la tristezza, ma per il fatto di non provare sentimenti diversi dal dolore e dal disgusto.
Ero arrivata all'imponente edificio color cemento. Alcune ragazze mi guardarono con disprezzo, forse per il mio abbigliamento "troppo diverso" rispetto al loro, ma passai oltre. Entrai in classe e restai lì, nell'ultimo banco, quello senza compagno, e aspettai zitta, finchè la classe non si riempì fastidiosamente delle voci dei miei compagni.
"Com'è andata quest'estate? Che avete combinato?" chiese Miss Olly con quella sua voce insopportabile e stridula.
Non ero capace di mentire, ma neanche in grado di raccontare ciò che era successo. Sarebbe stata solamente una storia penosa e snervante.
Alzai la mano a metà del giro di racconti e me la svignai velocemente restando in bagno per ben venti minuti. Tanto chi si sarebbe accorto della mia assenza? Fatti due o tre giri dell'istituto - non poi tanto grande - tornai in classe, probabilmente erano già passati a qualcos'altro.
In corridoio urtai qualcuno in modo praticamente violento perchè io ero tra le mie e lui indaffarato con il telefono. Un dolore lancinante alla spalla.

"Oh scusami, non ti avevo vista." sorrise lui. Era un ragazzo alto, con il fisico ben postato, capelli biondo cenere, un po' scompigliati. Non risposi. Annuii e scappai in classe. Disse altro ma non gli diedi importanza. 
Le ore passavano veloci, ma solo dopo mi ricordai di avere anche il pomeriggio. Non potevo chiedere primo giorno migliore: non cinque, ma ben otto ore lontane da casa.
Presi dalla mia cartella un pacchetto di creckers e mi sedetti sulle gradinate fuori da scuola, così da non vedere nessuno. Ne mangiai due pezzi, mi sentivo piena e terribilmente nauseata
.
Vidi una coppia di ragazzi appoggiati al cancello baciandosi. Per un istante desidererai essere al posto di quella ragazza: bella, formosa, con un cuore, con l'amore tra le labbra.

"Ehi ciao, ci si rivede!" presi un colpo. Chi diavolo era? Ah.. il ragazzo di stamattina. Lo guardai per un istante in silenzio, poi mi alzai e feci per andarmene, ma sentii una forte presa sul braccio e delle parole che nemmeno ascoltai.
"Non mi toccare!" urlai scostandomi subito. Scappai via sentendo il cuore rimbombarmi nel petto lasciando quello lì come un idiota. Chi era lui per toccarmi? Mi ero spaventata, nonostante credessi non evesse brutte intenzioni, si capiva dai suoi occhi.
 

Le tre ore del dopo-scuola passarono rapide. Tre ore di matematica, wow.
Tornai a casa rapida, prima che potesse far buio.

Prima di girare la chiave nella serratura presi un respiro profondo sperando che la sera che mi attendeva fosse stata come quella del giorno prima: una sera tranquilla.
"Ciao zio.. sono a casa.." sento dei passi pesanti avvicinarsi. Incoscentemente sentii le ginocchia tremare. Hope, calmati.
"Vatti a prepare, dobbiamo uscire. Sistemati per bene, è una cena importante." mi disse solamente con modo freddo. Annuii frettolosamente e scappai in camera mia.
Cena importante.. ma da chi dovremmo mai andare? E se mi mettessi la tuta? No, sembrerei ridicola. Presi un paio di jeans grigi scuri, e una maglia blu a maniche lunghe. Capelli e trucco andavano bene così, sperai.
Scesi le scale di corsa, rimisi le scarpe e mi piazzai vicino la porta. Kendall si avvicinò. Ed ecco, in quel momento immaginavo già un suo schiaffo.

"Come sei carina" disse con la stessa freddezza di prima, accennando un minuscolo sorriso, accarezzandomi i capelli. Sussultai rimanendo di stucco, non ero abituata a certe sue frasi. Lui cosa? Carina? Io?
Prese le chiavi e salimmo in macchina. Durante il viaggio c'era un silenzio agghiacciante.
Avevo paura, un'inspiegabile paura: guidava rapido e ogni flash delle macchine mi ricordava l'incidente con i miei. Strinsi forte la cintura di sicurezza che mi avvolgeva il busto e abbassai istintivamente lo sguardo chiudendo gli occhi, stretti. Parcheggiò dopo poco. Eravamo davanti una casa, una casa piccolina con un giardino non tanto grande davanti. Mi fece segno di sbrigarmi e ubbidii. Suonò alla porta e aprì una donna alta, abbastanza bella
(forse fin troppo per Kendall), con i capelli ricci e con la pelle olivacea.
"Kendall, che bello siete qui!" sorrise squittendo
"Jonah, questa è mia nipote. Hope, muoviti." disse sottovoce inchiodandomi con la sguardo. Mi avvicinai e sorrisi debolmente verso la bella donna che ci stava davanti.
"Molto carina, molto di più delle descrizioni di tuo zio! Forza entrate" Okay, mi sentii alquanto in imbarazzo alle sue parole. Entrai silenziosamente; era proprio una bella casetta, molto confortevole e ospitale.
"Prego, accomodatevi pure."
Mi sedetti in un angolino del divano a fissarmi le ginocchia tremanti. Kendall e Jonah cominciarono a parlare, dimenticandosi per un momento di me. Poi il suono del microonde riportò tutti e tre sulla Terra.

"Perdonatemi, vado a chiamare per l'ennesima volta mio figlio. Prendete posto a tavola, intanto." disse con tono di rammarico. Kendall non se lo fece ripetere due volte e io lo imitai.
"Non farmi fare brutta figura, per me è importante." disse con il suo solito fare. Annuii ma rimasi spiazzata, non tanto per il modo ma per le parole dette. Era importante? Chi, lei? Lui era..?
"Scusate, ma il pigrone si era addormentato." scherzò la donna, seguita da un ragazzo, un ragazzo dal viso faligliare.
"Buonasera, io sono Liam." disse in generale poi strinse la mano di Kendall, in seguito si girò verso di me.
"Tu? Ma.. si, ci siamo visti oggi!" sorrise colorosamente. Ma che avevano tutti da sorridere?
"Piacere, Hope." mi sforzai anch'io e gli porsi la mano. L'afferrò prontamente con una presa decina ma al tempo stessa delicata.
Jonah portò a tavola del pollo a rosto con patate e verdure per contorno. Col sorriso che aveva ormai da più di un'ora, mi servì un piatto stracolmo. Mi sentii male all'improvviso: mi girava la testa, vedevo tutto quel cibo uscire dal piatto, sentivo che dal un momento all'altro sarei esplosa.

"Scusate, dov'è il bagno?" dissi scattando sull'attenti. Liam me lo indicò turbato. Scappai, mi ci chiusi dentro e vomitai. Dio, mi sentivo una straccio. Avrò fatto una pessima figura, chissà che stavano pensando. Mi guardai allo specchio, solito aspetto orribile. Più cadaverica del solito, con le occhiaie marcate. Che schifo, ero uno schifo. Girai la chiave e tornai in cucina.
"Tutto bene, tesoro? Stai meglio?" mi si rivolse Jonah con tale dolcezza che quasi mi pareva finta.
"Eh.. avrà preso l'influenza intestinale!" intervenne rapido Kendall. Non risposi, annuii e basta risedendomi a tavola.
Si..
influenza intestinale.
"Allora Liam, che scuola fai?" continuò per distogliere l'attenzione da me.
"Beh, la stessa scuola di Hope. Solo che io sono all'ultimo anno." sorrise addentando un pezzo di pollo. Poi guardò me e mi incitò a mangiare, ma feci debolmente segno di no con la testa.
La serata proseguì così, tra una chiacchera e l'altra, parlando di ogni cosa insignificante. Poi tutto si fece più serio e Jonah prese parola. 
"Liam, Hope, vi chiederete per quale motivo siamo qui, ebbene io e Kendall ci frequentiamo da mesi ormai e abbiamo deciso di fare un passo più serio.. Ci siamo fidanzati!"
Come? Il bicchiere che avevo tra le mani cadde sulla tovaglia bagnandola e Liam quasi si soffocò con un pezzo di verdura sentendo quella notizia.

"Cosa? Ma.. mamma, ne sei sicura? Non è un po' presto?" Alle parole di Liam vidi Kendall sbiancare e stringere forte i pugni. Dovevo intervenire.
"Davvero? Oh, che bella notizia! Sono così felice per voi." mi alzai di scatto, diedi una pacca a Kendall e abbracciai Jonah, la quale fu molto contenta della mia - finta - reazione. Lo sguardo di Liam era sempre più sconvolto. Con un'occhiata fugace gli diedi a capire che poi ne avremmo parlato. Lo capì al volo, fortunatamente, infatti finse la mia stessa "scenata". Grazie a Dio, Kendall sembrava calmarsi. Mi stupii di me stessa, avevo appena salvato la prima serata in tutta la mia vita. 
Dopo il dolce salutammo entrambi. Con un'occhiata dispiaciuta guardai Jonah, questa sorrise e fece spallucce cercando di tranquillizzarmi. Liam mi salutò con la mano, forzai un sorriso e uscimmo da quella casa. Nel viaggio di ritorno di nuovo silenzio, fino ad un certo punto. 
"Potevi anche evitare di vomitare."
"Scusa.." risposi a mezza voce. Poi ancora silenzio per un po'.
"E' bella, vero?" annuii distrattamente
"Si, proprio bella."
Tutto lì, per quel giorno avevamo parlato già abbastanza. Arrivati a casa gli diedi una buonanotte veloce e filai in camera mia, rapida. Mi liberai dai vestiti e mi infilai il pigiama. Mi misi sotto le coperte con la speranza di addormentarmi in fretta e dimenticare. Ma il mio tentativo fu inutile, ripensai solo alla figuraccia che avevo fatto.
Vomitare... potevo anche risparmiarmelo, è vero. Da troppo tempo avanti questa storia e dubitavo fosse davvero influenza.
Basta, dissi tra me e me, è inutile piangersi addosso.

Notte mamma, notte papà. Mi mancate tanto.



Spazio autrice

Sera a tutte:D Ecco, vi ho sistemato un po' il capitolo perchè prima ero un po' di fretta. Allora questa è la situazione, Hope respinge in tutti i modi Liam. Forse per il suo troppo entusiasmo o forse per altro. Beh, lascio a voi i commenti. Ribadisco che questa è una storia "tosta" quindi non vi aspettate che vada tutto rose e fiori.
Bene, detto questo vorrei ringraziarvi per le 9 recensioni (più un commento breve) e per tutte le visualizzazioni nello scorso capitolo. Davvero, non so come ringraziarvi. E poi dopo solo un capitolo vorrei ringraziarvi con tutto il cuore per essere tra le preferite di cinque persone, ricordata da tre e seguita da nove. Davvero, per me singnifica molto.**
Vorrei ringraziare quell'amore di Arianna che continua a pubblicizzarmi le storie :3
Dopo questo vi lascio e vi mando una buona notte.
Con affetto, la vostra Giulia





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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


capitolo 2
-Chapter 2
Questo mondo è in bianco e nero,
non ci sono vie di mezzo alla felicità.

Ennesima notte senza dormire, senza chiudere occhio. Ennesima notte in cui mi ritorna alla mente l'incidente. Gli stessi flash, gli stessi rumori assordanti, le stesse grida agghiaccianti, lo stesso sangue. Tutto dannatamente reale, come allora.
Il suono della sveglia mi riporta sulla terra. Devo alzarmi, stessa routine di ieri mattina.
Arrivo a scuola, stessi sguardi fulminanti da parte delle solite ragazze. Ragazze che pur vedendole ogni giorno da quattro anni a questa parte non conosco neanche uno dei loro nomi. Prime due ore: chimica, alias due ore di agonia. Per quanto ci provassi a stare attenta era impossibile non distrarsi.
Altre due ore passano rapide, ora c'è l'intervallo. Tutti si precipitavano fuori alle macchinette, io ne approfittavo per stare da sola. C'era un silenzio da far invidia al cimitero, poi il rumore di una sedia mi riporta tra i comuni mortali.
-Buongiorno!- Oh no. Non lui.
-Ciao Liam.- estrapolai a fatica nel vederlo seduto accanto a me
-Stai meglio oggi?- meglio? Ah già, si riferisce a ieri sera. Annuii solamente. -Non sei di molte parole.. C'entro io per caso?- non rispondo, scosto la testa. -Dai, con la scusa che tuo zio e mia madre stanno insieme, credo che dovremmo conoscerci meglio- continuò lui pacato, avvolgendo un braccio attorno alle mie spalle. Esitai subito scostandolo da me.  
-Non mi toccare!-
-Scusa, volevo solo essere gentile..- mugugnò
-Non me ne faccio niente della tua gentilezza. Non ne ho mai ricevuta, da nessuno, non mi serve di certo adesso!- continuai fredda evitando il suo sguardo.
-Che vuoi dire..- a quel punto la campanella mi salvò la vita
-E' suonata. Farai tardi a lezione se non ti muovi.-
-Ma perchè sei così fredda? Che è successo?- continuò impassibile
-Liam, vattene. Ok? Non voglio diventare sgarbata.- mi guardò in cagnesco e parecchio confuso, ma ottenni ciò che volevo: sbuffando, si allontanò ed uscì dalla classe borbottando qualcosa. Stupida mia boccaccia. Chi è lui per interessarsi della mia vita? Nessuno l'ha mai fatto, non vedo perchè lui deve essere l'eccezione che conferma la regola. Proprio non capisco. In ogni caso, ora ho tre ore di italiano. Chiedo aiuto. Tema. No, tutto ma non tema. Odio quelle tracce manipolatrici in cui ti fanno il terzo grado sulla tua vita o che mettono alla prova la tua fantasia. Le odio! Sono un mezzo termine per i professori di farsi gli affari tuoi senza chiederti direttamente. La prof. iniziò a consegnare un foglio ad ognuno di noi.

Traccia 1: Sei al quarto anno delle superiori e tra un anno entrerai nel mondo del lavoro. Quali sono le tue aspettative? Credi che la società in cui ti ritroverai sia abbastanza per i tuoi sogni e per la tua voglia di lavorare?

Traccia 2: "Sigaretta?" "Si, grazie" - "Ehi amico, prendi queste pasticche. Ti faranno sentire meglio" - "Ciao bella, posso offrirti un drink?" - Sei mai entrato nel circolo vizioso del fumo, dell'alcool o della droga? Spiega brevemente come la pensi riguardo a queste tre dipendenze. Sei pro o contro?

Traccia 3: Alla tua età è facile passare momenti critici in cui tutto sembra crollarti addosso. Alle volte ti senti piccolo e anche indifeso. C'è chi si chiude in casa per la paura di affrontare la vita, chi si butta a capofitto nel cibo o chi sulle droghe. E tu come affronti i dislivelli della tua vita? Li affronti a testa alta o ti rinchiudi in te stesso?

Che avevo detto io? Se queste non sono domande per sapere se sei un drogato o meno, io sono una ragazza bella e popolare, circondata da amici che mi amano e ho una vita rosa e perfetta  come quella delle Barbie. Wow.. dopo tutto ho ancora tutta questa ironia nelle vene? Ma, seriamente, quale persona sana di mente scriverebbe in un tema scolastico "Si, faccio abuso di sostanze stupefacenti dall'età di quindici anni perchè i miei si erano separati e io non sapevo come sfogare la tristezza"? Oppure "La prima sigaretta l'ho fumata a dodici anni ma i miei genitori non l'hanno mai scoperto"? Se non "Ci sono ragazzini che si atteggiano da grandi dopo aver benuto una lattina di birra. Provate a bervi una bottiglia di sanbuca, dico io."? Chi lo farebbe? E io, che dovrei scrivere? "I miei sono morti quando io ero piccola in un incidente d'auto. Io sono sopravvisuta allo scontro loro invece no. Ho uno zio, che mi picchia per ogni minima fesseria da allora. Ho anche problemi di alimentazione e ogni cosa che metto in bocca la rimetto subito. Ho paura del cibo. E in più, per la disperazione, sono passata ad autolesionarmi come un malato di mente per non riuscire a sopportare troppo dolore tutto insieme"?  Potrei mai scrivere qualcosa del genere in un documento scolastico alla portata di tutti ricevendo, magari, poi un voto alto per la compassione? No, almeno.. non io. Fissavo il foglio bianco e muovevo nervosamente la penna, passai tre ore così.
-Ragazzi è suonata, potete andare a casa- perfetto -Hope.. tu no. Ho bisogno di parlarti.- merda
-Lo sai cos'è questo?- domandò con il mio compito tra le mani
-Non è solo un due perchè non hai scritto nulla, ma è anche un gran problema. Che è successo? Le tracce non ti convincevano? Non avevi idea? Avevi paura?- andò avanti a fare domande per un po' come fossi sotto interrogatorio
-L'anno scorso il professor Firgerz c'ha detto che se non siamo convinti di una traccia non dobbiamo sceglierla. E così ho fatto.- buttai la prima scusa che mi passava per la testa tanto per non spiegarle i veri motivi. Ma con aria insoddisfatta, mi guardò abbastanza sconvolta.
-Ma tu non puoi consegnare un tema in bianco!- continuò alterata

-Non avevo voglia di raccontarle i fatti miei, ok?! Adesso vado, arrivederci.- dissi scappando fuori dall'aula mentre lei continuava ad urlare. Ormai nel cortile, mi appoggiai al muretto e iniziai a prendere respiri profondi e a calmarmi. Le mani tremavano, le ginocchia pure. Hope, calma e sangue freddo.
-Hope! Ti stavo aspettando. Vuoi un passaggio?-
-No, Liam. Preferisco andare a piedi.- dissi incamminandomi
-Dai, non fare la pignola! Tanto tuo zio e mia madre sono andati a pranzo insieme, quindi staresti da sola. Su, ti offro una cioccolata così mi spieghi "quella cosa"- sbuffai sonoramente. Non che Liam mi stesse antipatico, ma mi sembrava troppo appiccicoso e poi per me è ancora uno sconosciuto, non so se fidarmi. Esitai un attimo, ma dopo altre sue insistenze accettai. Salii in macchina silenziosa e allacciai la cintura. Ero terrorizzata, così come salivo in una qualsiasi auto. Ma pian piano iniziavo a sentirmi meglio: guidava con calma, senza fretta, al contrario di Kendall. Continuava a parlare, a canticchiare, a borbottare ma tutto da solo. Arrivammo dopo pochi minuti, parcheggiò ed entrammo nel bar.
-Volete ordinare?- ci chiese una cameriera con un sorriso raggiante in volto. Forse ero nata nel paese sbagliato. Tutti erano dannatamente radiosi e felici, beati loro.
-Allora, due cioccolate con panna e due brioches alla nutella, grazie.- rispose Liam rapido e convinto. La ragazza annuì e scappò via.
-Allora..- iniziò a fissarmi con una mano sopra l'altra e con l'incredibile solito sorriso. Ecco, ora inizia a farmi uno dei suoi monologhi, facendomi domande a raffica.
-Che è successo ieri sera? Cieè.. ehm.. perchè hai vomitato?-
-Ci deve essere per forza una ragione? No, e te l'ha anche detto Kendall che è solo influenza intestinale. Quindi è inutile insistere.-
-Perchè non è influenza intestinale.. e lo sai anche tu-

-Non capisco cosa tu voglia dire-
-Ecco a voi, ragazzi- disse la cameriera di prima spuntando dal nulla con le ordinazioni
-So che non è influenza, io l'ho presa e non vomiti cibo così, dal nulla. C'è qualcosa che mi devi dire?-
-Non psicoanalizzarmi. Non mi piace.-
-Non voglio psicoanalizzarti. Voglio conoscerti meglio- ribattè calmo
-Mi fai solo incazzare così.- risposi acida mischiando nervosamente la panna alla cioccolata nella tazza. Iniziò a tremarmi inspiegabilmente la mano
-Ehi.. Stai calma.. Ti chiedo scusa..- alzai di botto lo sguardo, quelle parole mi pietrificarono
-C-che c'è?- borbottò spaventato
-E' la prima volta che mi chiedono scusa.. Fa uno strano effetto.- è vero, non mentivo
-Oh..- fece una faccia alquanto stranita, beh non aveva tutti i torti -Ora che sei più calma, vuoi spiegarmi perchè ieri sera hai reagito in quel modo e poi mi hai bloccato?- era la terza volta che me lo chiedeva, non potevo sviare il discorso nuovamente
-Vedi, Kendall non è molto propenso a chi non accetta le sue iniziative. Tu non devi discutere con lui, per nessun motivo. Se lui dice che frequenta tua madre e che si sono fidanzati tu devi solo annuire. Se lui domani torna e dice che vuole sposarla tu devi solo annuire. Tutto qui.-
-M-ma stai scherzando spero!- rispose alterato
-No, questo è il bello.-
-Tu sei pazza! Non può dicidere sulla vita degli altri!- continuò più nervoso
-Sei arrivato tardi. Ringraziami almeno, se non ti avessi bloccato ti avrebbe spaccato la fac- mi bloccai subito e mi misi una mano davanti alla bocca.
-Cosa avrebbe fatto?!- alzò ancora la voce
-Niente..- risposi a mezza voce. Adesso mi spaventava.
-Hope. Ti ha mai picchiata?! Hope, rispondimi!!- urlò sbattendo i pugni contro il tavolo facendo girare tutte le persone là dentro. Non riuscii a trattenermi, scoppiai a piangere. Perchè sono così dannatamente stupida? Perchè non sono tornata a casa senza dargli spiegazioni? Perchè sono così debole?
-Hope.. no ti prego, non piangere.. Mi dispiace, non volevo..- disse preoccupato girando e sedendosi accanto a me. Mi prese e mi strinse forte a lui cercando di tranquillizzarmi. Per quanto volessi respingerlo, non ne avevo la forza. Mi lasciai coccolare, proteggere per un po' dalle sue mani grandi e dalle sue braccia muscolose. Mi sentivo al riparo, per la prima volta dopo sei anni mi sentivo al riparo. Non si staccava, fino a che non mi asciugai gli occhi con la manica della felpa che mi copriva mezza mano.
-Stai meglio..?- chiese in un sussurro ed annuii impercettibilmente. -Dai, finiamo la brioches e andiamo a fare un giro..- continuò dolcemente. Avevo mangiato tutta la brioches ma non riuscii a finire però la cioccolata. Quasi non ci credo. Che questo ragazzo sia un qualche angelo regalatomi da mamma e papà? Non lo so.. forse è ancora presto per dirlo.



Angolo autrice

Ciao splendori, oggi è una giornata di pioggia e vi ho regatalo (?) il capitolo:)
Che ne pensate? Siate sinceri, ho bisogno dei vostri pareri e se avete da ridire sono qui ad ascoltare e a prendere appunti:)
Spero davvero che vi sia piaciuta!:) Hope si è concessa solo per un po' a Liam ma continuerà così per molto? Vi lascio con questo dubbio. Uuuuh più tardi andrò a vedere Titanic in 3D Non vedo l'oraaa :D non ve ne frega niente, lo so, ma volevo dirvelo!:)
Al prossimo capitolo bedde! Oh, followatemi on twittah, sono @wouldbetitanium
Un bacio, Giuls;3


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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


capitolo 3
-Chapter 3

Un'altra notte senza dormire. Potrò mai avere sogni tranquilli come qualsiasi persona di questo mondo? Ma stavolta niente incubi, ho solo pensato, riflettuto su ciò che è successo ieri pomeriggio. Adesso Liam sa del mio rapporto con Kendall, spero solo che non ne faccia parola con nessuno.

-Buongiorno Hope!- presi un colpo
-Oh.. ciao Liam. Che ci fai qui?-
-Sono passato a prenderti. Dai, salta su.- mi ci volle un po' per accettare ma alla fine lo accontentai: non faccio in tempo ad uscire di casa che me lo ritrovo parcheggiato davanti casa senza un vero e proprio motivo. Vabbè.
-Va meglio stamattina?-
-Ti rendi conto che me lo chiedi ogni volta che ci vediamo?-
-Lo faccio per sapere se stai bene..- non risposi, rimasi un po' zitta.
-Un po' meglio..- poi ancora silenzio -Non dire a nessuno ciò che ti ho raccontato.-
-Ma..-
-Ma nulla. Così è. Liam, apprezzo che tu abbia ascoltata e consolata perchè.. nessuno l'ha mai fatto, ma non sono comunque affari tuoi. Non metterti in mezzo.- dissi decisa e lessi nei suoi occhi un briciolo di rabbia.
Arrivati a scuola scesimo entrambi dall'auto e feci per andare, quando mi prese per un braccio.
-Ti accompagno io dopo?-
-Liam, lasciami. Subito.- mi ubbidì all'istante facendo una faccia distratta, come se se ne fosse già dimenticato.
-Allora?-
-Magari si.. Ci vediamo.- mi allontanai e mi diressi in classe.
Tra verifica di matematica e di inglese e interrogazioni varie altre cinque ore passarono rapide. Era quasi ora di pranzo così scesi rapida le scale per uscire fuori dall'edificio quando trovai la professoressa di italiano. Adesso dovrò subire una ramanzina, me lo sento.
-Prima che dica qualsiasi cosa, volevo solo scusarmi per ieri. Ho avuto una brutta giornata e non avevo nessuna intenzione di risponderle indietro. Le chiedo scusa di nuovo.- dissi tutto d'un fiato e lei annuì
-Tranquilla, è già passato. Sappi che se hai problemi pupi sempre parlarne con me, Hope. Non devi preoccuparti- rispose sorridendo e poggiando una mano sulla mia spalla. Cercai sforzarmi e di ricambiare il sorriso.
-Grazie, lo terrò a mente. Arrivederci.- ovviamente non l'avrei mai fatto. Non posso raccontare ad un estraneo i fatti miei. E perche con Liam l'ho fatto?
-Ehi, c'hai messo tanto ad arrivare!- sorrise, io feci spallucce. Entrammo entrambi in macchina e lì prevalse un silenzio tombale.
-Casa mia è da quella parte!- lo sgridai mentre prendeva un'altra strada
-Lo so.- rispose beffardo. Scherza, vero?
-Senti, non sono il tipo che fa giri in macchina con persone che non conosco.- disse scettica
-Forse hai ragione.- no, io ho ragione -Per quanto complicato sia stato, ieri mi hai raccontato qualcosa di te e oggi è il mio turno!- continuò
-Scusa la franchezza, ma sapere quanto sia perfetta la tua vita rendendo così la mia ancora più squallida, sincramente non mi interessa un granchè.- scoppiò a ridere 
-Mi dispiace, Hope. Ti sbagli, la mia vita non è per niente perfetta. E te lo dimostrerò.- si, come no. Non risposi per non diventare sgarbata. Ma chi voleva prendere in giro? Mah. Dopo qualche minuto arrivammo in un specie di fast food. Dio, tutto quel cibo fritto mi fa venire la nausea.
-Non vorrai farmi mangiare qui, spero!- dissi con tono alquanto schifato
-Ho visto che non mangi praticamente nulla e niente è più buono del cibo spazzatura! Dai, vieni!- mi prese per mano e mi trascinò davanti alla cassa.
-Salve ragazzi! Avete bisogno?- 
-Si allora, partiamo con qualcosa di leggero.. Un cheeseburger con doppio strato di insalata, patatine fritte a parte e anelli di cipolla fritti.- strabuzzai gli occhi
-Stai scherzando, vero?!- non mi rispose, mi zittì e basta
-Poi, vorrei un toast e patatine a parte. Poi, se ce ne sono ancora, vorrei due bustine di ketchup e maionnaise, e anche due coche medie grazie!- sorrise e il cassiere lo guardò soddisfatto
-Perfetto, questo è lo scontrino. Sono 13,83 £.- faccio per tirare il portafoglio per pagare io questa volta
-Faccio io- diciamo in coro, finendo in una piccola risata
-Dividiamo? Non puoi pagare sempre tutto tu.- commentai e lui annuì. Prese le ordinazioni e ci andammo a sedere in un tavolo poco distante da lì. Mi porse le mie patatine e il toast che addentai subito, mentre lui si riempiva il cheeseburger di ketchup e maionnaise.
-Devi provarlo, è la fine del mondo!- mi disse con la bocca piena. Lo guardai abbastanza schifata
-Sto bene così.-
-Dai, solo un morso- continuò avvicinandolo al mio viso. Guardavo quel panino come fosse un alieno. Non avevo mai provato cose del genere, vedevo quel tipo di panini almeno due volte al giorno, a casa, dopo che Kendall tornava da lavoro. Ogni sera lo stesso menù per lui, io mi preparavo a stento una minestra pur di non mangiare quei panini stra-imbottiti di schifezze.
-Daiii- supplicò con una vocetta strana. Una morsa mi dovorò lo stomaco, sentivo scuotere ogni viscera interna. 'Non lo mangiare, non lo mangiare' diceva una vocina nella mia testa, ma mi avvicinai a quel panino e..
-Buono eh?- sorrise soddisfatto. Mi gustavo quel morso come un bambino piccolo assaggia del gelato alla vaniglia per la prima volta: una goduria. Vedevo Liam osservarmi in modo compiaciuto e davvero felice, oserei dire. Mi lasciò addentare quella delizia un paio di volte, fino a che non me lo levò dalle mani. Aveva un sapore diverso dal mio toast, più.. vivo!
-Sai, dovresti farlo più spesso..- disse poi ad un tratto
-Fare che?-
-Sorridere.. Hai un sorriso davvero bello.. dovresti mostrarlo più spesso..- continuò. Non potevo crederci. Instintivamente abbassai lo sguardo a fissarmi le ginocchia e non potei fare a meno di sorridere flebilmente.
-Si ecco.. proprio così!- continuò. Lo guardai un'istante negl'occhi e sembrava esserne felice. Improvvisamente sentii uno strano rumore all'interno dallo stomaco, di nuovo. Fame? Si, forse avevo davvero fame per la prima volta. 
-Kendall e tua madre sanno che siamo qui?- dissi all'improvviso
-Si, ho mandato un messaggio a mia madre quindi lo avrà avvertito. Ma.. posso farti una domanda?-
-Certo.-
-Ho notato che tuo zio non lo chiami mai.. 'zio'.. perchè?- perchè questa domanda? Stava andando tutto così stranamente bene e ora questa domanda.. Cavolo.
-Ecco.. lui non è davvero mio zio.. Quando i miei genitori sono morti, non avendo alcun parente stretto sono rimasta per un anno in orfanotrofio aspettando che qualche famiglia mi prendesse con sé, ma poi Miss Barkery, la direttrice, è venuta alla conoscenza del fratellastro di mio padre, Kendall. Sono andata via con lui e.. beh, il resto lo sai.. Sono quando c'è lui lo chiamo zio, perchè non lo considero davvero tale.- lo vidi lanciarmi uno sguardo penoso.
-E tutto quest'odio nei suoi confronti è dovuto al fatto perchè.. lui ti picchia, giusto?- 
-Non era così all'inizio, era divertente e piacevole stare con lui.. poi è cambiato.. ha iniziato con l'urlarmi contro, poi con una sberla e poi a farmi male davvero..- non posso crederci di averlo detto davvero. Non ne avevo mai fatto parola con nessuno e adesso? Non volevo la sua pietà.
-E perchè non l'hai mai denunciato??- cominciò alzando di nuovo la voce
-Lascia stare..- forse era meglio non continuare
-No, ormai ci sono dentro..- mi strinse la mano -Puoi fidarti di me.- continuò sorridendo
-Beh.. ogni volta che mi vedeva accasciata per contrarre il dolore lui iniziava a piangere, urlando che gli dispiaceva e che non l'avrebbe più fatto.. Ci credevo in quelle parole, ecco perchè non l'ho mai detto a nessuno.. Ma adesso sta cambiando, me lo sento..- sorrisi, ma lui scosse la testa
-Non si cambia così, da un giorno all'altro, Hope!- sfrezzò
-Tua madre è la vera ragione di tutto! Da quando la conosce non mi alza più le mani e a cena a volte sorridiamo insieme, come una volta.. Per questo non voglio che loro si lascino, così lui guarirà, finalmente.- gli lasciai un ultimo sorriso, iniziavo a sentire la voce che tramava; aveva uno strano effetto parlare di lui così.. distrattamente. Liam non ne era convinto, ma sapevo che ci vorrà un po' per farglielo capire.
Uscimmo da quel fast food silenziosi e, lasciando la macchina lì, andammo a fare una passeggiata al parco che c'era là vicino. Iniziammo a percorrerlo in lungo e in largo, sempre con il silenzio da padrone.
-Tuo padre, invece, dov'è?- chiesi di punto in bianco
-E' morto quattro anni fa.-
-Dio, mi.. mi dispiace. Scusa io..-
-Non potevi saperlo.- sorrise cercando di rassicurarmi.
-Com'è successo?- domandai a mezza voce
-Infarto.. Era a casa da solo e quando io ero tornato da una partita di pallone con alcuni amici lo trovai steso per terra, già morto. Chiamai ugualmente un'ambulanza, ma inutilmente. Non me lo sono mai perdonato: se io non fossi andato in campo, dopo che lei me lo aveva proibito, l'avrei potuto salvare, invece no, io non c'ero. Dopo i funerali mia madre non mi guardava neanche in faccia, ce l'aveva con me perchè se non le avessi disubbidito mio padr sarebbe ancora vivo, probabilmente. E' stato un anno davvero duro. Poi le acque si calmarono e lei capì che sarebbe stato inevitabile. Piangeva ogni giorno, ogni singola notte, sempre. Allora le ho promesso che non l'avrei mai abbandonata e che me ne sarei andato via di casa solo se lei me lo avesse concesso. Ecco perchè a diciotto anni belli e fatti vivo ancora con mia madre.- disse con tono scherzoso. Non avrei mai pensato che anche lui avesse avuto tutti questi problmi, non l'avrei mai immaginato. -Adesso sembra di nuovo felice. Mi parla sempre di Kendall come una ragazzina parla del suo primo ragazzo, la vedo sempre sorridere. Mi piace come cosa, ma forse è ancora troppo presto..-
-E' adulta, Liam. Se sbaglia, avrà sbagliato.- commentai semplicemente
-Forse hai ragione.. Che dici se ti riaccompagno a casa?-
-Si, Kendall mi avrò dato per dispersa.. forse- scherzai. Salimmo in macchina e mentre tornavamo a casa ripensavo a quello che mi aveva detto all'inizio.
"Ti sbagli, la mia vita non è per niente perfetta. E te lo dimostrerò". Aveva ragione, anche lui ha avuto una vita difficile. Non solo io ho sofferto.
-Ma ci vedi fratello e sorella?- prorumpò distogliendomi dai miei pensieri
-Che cosa??- quasi urlai mentre lui rideva a crepapelle
-Dicevo, se Kendall e mia madre si dovessero sposasare noi due diventeremmo fratelli!-
-Non di sangue.- lo rimproverai
-Come se lo fossimo! Te lo prometto Hope, anche se loro non si dovessero sposare io mi prenderò cura di te, sempre.- quelle parole mi squarciarono il cuore in due facendomi quasi sussultare. Mi sentii tremare le ginocchia tutto d'un tratto. Perchè doveva prendersi cura di me? Non volevo far tenerezza agli altri. Non l'ho mai voluto. E se mi volesse aiutare sul serio? E se mi volesse proteggere come dice lui? E se lo dice tanto per fare bella figura?
-Non promettere se poi non sai mantenere..- commentai a bassa voce
-Io mantengo sempre le mie promesse, cara mia Hope.-




Angolo autrice
Save:3 Scusate se c'ho messo un po' per aggiornare, vi chiedo scusa! E scusate ancora se trovate errori di battitura, ho un po' di problemi agli occhi quindi non vdo molto bene ;)
Ecco, questo è un altro capitolo penoso (allias, di passaggio). Vi chiedo come smpre di recensirlo e di dirmi come vi sembra e se magari avete commenti da fare, fateli:) Ringrazio di cuore le dieci recensioni nello scorso capitolo e grazie a tutte voi che seguite questa mia storia: per le 10 preferite, 4 ricordate e 16 seguite! Davvero, grazie <3
Ora mi declisso, lascio i commenti a voi.
Un bacio, Giuls.


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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


capitolo 4
-Chapter 4
Next time I’ll be braver,
I’ll be my own savior

When the thunder calls for me,
standing on my own two feet.

October

E' già passato più di un mese dall'inizio della scuola. Col tempo sto conoscendo meglio Liam e lui cerca in tutti i modi di far lo stesso. A volte faccio ancora fatica a parlare con lui, a volte lo sento ancora come uno sconosciuto. Odio questo muro che in questi anni mi sono costruita tutt'attorno, lo odio. Ma a volte riesco a parlare con lui come se fosse un gatto, che non risponde, che non ti giudica, che ti ascolta, e alle volte mi sento come un libro aperto per lui. Sembra che mi capisce o, perlomeno, che mi vuole capire. Sua madre e Kendall sembrano davvero felici del loro fidanzamento. Kendall qualche sera fa è tornato a casa con un mazzo di fiori dicendo che erano per me. Ci sono rimasta malissimo. Un gesto credo molto carino ma bizzarro in contmporanea. L'ultimo suo regalo è di più di sei anni orsono: era un piccolo orsetto in stoffa, piccolino e tanto tenero. Ce l'ho ancora, è nella mensola sopra il mio letto. Quello è stato il suo ultimo regalo. Forse il gesto più carino che abbia mai fatto ultimamente per me è stato non picchiarmi per due sere di fila. Si, probabile. Sta di fatto che con quel mazzo di fiori mi ha stravolto la giornata. Persino il giorno seguente, a scuola, il professore di storia mi ha vista più radiosa. "Erano anni che non vedevo un tuo sorriso, Hope". Magari aveva ragione, anzi ce l'aveva eccome. Ma non era merito mio. Era tutto grazie a Jonah che con la sua dolcezza è riuscita ad addolcino quella belva di Kendall, e a Liam che.. si, con un suo sorriso mi rende la giornata solare. Non chiedo di avere una vita perfetta, di essere io perfetta, mi basta tutto ciò, vivere nella normalità.
Stasera Kendall e Jonah andranno a cena fuori a festeggiare non-so-bene-cosa, mentre io e Liam andremo ad una specie di party. Sono settimane che insiste, che deve presentarmi i suoi amici e una persona speciale. Io non avevo nessuna voglia di bordello, caos, musica e tutto quello che una ragazza della mia età desidererebbe, ma dove varie sue insistenze lo accontentai.
Scendendo le scale, persino Kendall mi fece i complimenti per come ero combinata. Sentirmi dire "Quanto sei bella stasera" mi riscaldò il cuore in una maniera indescrivibile e qualcosa nello stomaco ruggire. Forse inizava a tornare tutto alla normalità.
Come di parola, Liam era davanti alla porta di casa mia con la sua macchina, pronto fuori ad aprirmi la portiera come fossi qualche principessa.
-Sei incantevole, davvero.- mi sentivo davvero in imbarazzo o era il freddo? Penso fosse il freddo. Quella sera le temperature erano davvero basse e i semplici leggins e il maglione blu scuro lungo fino a metà coscia che indossavo non mi coprivano abbastanza, facendomi tremare ogni centimentro quadrato della pelle come fossi una foglia in autunno. 
Il viaggio in macchina verso la casa di uno dei suoi amici di cui tanto mi parlava era a pochi minuti dal centro quindi lo raggiungemmo in poco tempo. Era una casa grande, enorme, con giardino verdissimo subito dopo il cancello, con un piccolo viale in sterrato e ghiaia che portava fino alla porta d'ingresso. Lungo la casa si notava il retro con un giardino altrettanto grande, anzi più grande dell'entrata.
Una volta suonato ci aprì un ragazzo abbastanza alto, con i capelli a spazzola e degli occhi azzurro intenso.
-Liam, sei arrivato! E' una vita che non ci vediamo!- gli urlò il ragazzo saltandogli letteramente in braccio stringendolo in un abbraccio alquanto dolce e amichevole
-A chi lo dici! Saranno quanto? Tre mesi? In ogni caso, ti presento una mia cara amica. Hope, queso è Louis uno dei ragazzi di cui ti parlo sempre!- sorrise stringendomi un attimo a sè. Il ragazzo, Louis in questo caso, si sentì come onorato e con un sorriso a trentadue denti mi porse una mano ripetendo il suo nome. La strinsi presentandomi e con un gesto della mano ci accolse a casa sua. Come dall'apparenza esterna, quella dimora si rivelò una vera e propria reggia con un arredamento tra il legante e il moderno. Non appena misi piede là dentro, una musica alta e martellante mi pervase nei timpani facendomi quasi sussultare. Notai molta gente, la maggior parte ragazzi, alcuni anche provenienti dalla mia scuola che dal viso erano familiari. Molta gente era in piedi a strusciarsi l'uno contro l'altro cercando di andare a ritmo con la musica, altri erano mezzi sdraiati nei divanetti a scambiarsi effusioni con il proprio compagno, e altri, come me, erano in piedi scrutando quel campo minato tutt'intorno. Mi voltai ripetutamente su me stessa in cerca di Liam che in quel momnto era sparito lasciandomi da sola come un'imbecille.
-Cerchi qualcuno?- mi voltai sentendo qualcuno toccarmi più volte la spalla facendomi spaventare. Era una ragazzo che sicuramente avevo già visto: era poco più altro di me, con dei riccioli molto marcati e scuri e con gli occhi verdi come smeraldi.
-In realtà si.. ma.. ci conosciamo?- non potei fare a meno di domandarglielo. Era troppo familiare pr essere uno sconosciuto.
-Si! Cioè, io ti conosco ma non credo tu sai chi sono io.- disse con un sorriso invidiabile a chiunque. Il mio sguardo si fece ancora più confuso di quanto non fosse già e il ragazzo si mise a ridere.
-Piacere Harry, tu devi essere Hope giusto?- annuii debolmente stringendo la sua mano che teneva tesa di fronte a me.
-Perfetto, allora cerchi Liam! Andiamo!- mi prese per mano e cercò di trascinarmi verso l'altra parte della stanza. Ritirai la mano in un colpo secco portandola all'altra facendo finire il ragazzo, Harry, in una qualche smorfia strana. Con un gesto mi diede a capire di seguirlo fino a che non arrivammo nel tavolo degli alcolici dove vi erano altri due ragazzi che ridevano tra di loro e Liam.
-Ecco la tua dama!- continuò sempre Harry verso di Liam che velocemente si avvicinò posandomi una mano sulla spalla
-A quanto pare hai già conosciuto Harry, lui è uno degli amici di cui ti parlo sempre. E' del tuo stesso anno con la differenza che non siete nella stessa sezione.- spiegò brevemente facendomi annuire quasi disinteressata
-Louis l'hai conosciuto prima all'entrata e questi sono Niall e Zayn.- continuò indicandomeli, i quali poi si presentarono
-Che dire? Niall, Zayn ed io siamo nella stessa classe mentre Louis ha terminato scuola, per non si sa quale grazia divina, l'anno scorso.- spiegò ridendo con gli altri -Ci siamo conosciuti due anni fa durante una partita di calcetto insieme ad altri ragazzi, siamo finiti in squadra insieme e da allora siamo inseparabili!- terminò battendo il cinque a Niall, il biondino con gli occhi color ghiaccio del gruppo, contrapposto a Zayn con i capelli scuri e la pelle più ambrata. Intanto Liam si staccò da me e sussurrò qualcosa a quello con i capelli ricci, il quale indicò un punto indefinito in mezzo alla gente. Gli occhi gli si illuminarono e allontanandosi da Harry passò attraverso la folla finendo abbracciato a qualcuno. Precisamente ad una ragazza. Si avvicinarono poi a noi, mano nella mano. Quella vicinanza mi preoccupava.
-Hope, lascia che ti presenti l'ennesima persona. Lei è Danielle, la mia fidanzata!- la sua che? Fidanzata?
-Piacere di conoscerti!- mi disse in un sorriso a trentadue denti stampato in volto. Inghiottii quel piccolo groppo che sentivo in gola e mi sforzai anch'io in un sorriso. Wow, era davvero bellissima. Fisico alto e molto slanciato, con i capelli molto ricci e marcati castani. Indossava un vestito aderente tra il beige e il marrone, risaltando così la sua pelle ambrata e il suo fisico e formoso. Mi sentii una smorza nello stomaco. La vista di quella ragazza mi fece voglia di scomparire, di diventare un granello di polvere. Lei alta, bella, con un fidanzato meraviglioso e io? La solita sciagurata senza amici e senza un minimo di bellezza e/o eleganza femminile.
-Che ci siamo persi?- spuntò Louis, si credo si chiamasse così, con una ragazza in spalla. La guardai involontariamente storta, non perchè mi stesse antipatica perchè non l'avevo mai vista prima ma perchè non mi sembrava in una posizione consona per una festa. Scese dalle spalle del ragazzo con un sorriso alquanto imbarazzato, si sistemò il tubino bianco altrettanto aderente e corto e si presentò. Si chiamava Eleonor e anche lei, come tutte le ragazze in quella stanza, tranne la sottoscritta, possedeva un fisico da modella e due gambe slanciate contrapposte alle mie corte ed esili.
Non mi ero mai sentita più in imbarazzo di quel momento. Tanto da prendere un bicchiere d'acqua e allontanarmi velocemente da lì. Arrivata al balcone dopo quella stanza mi affacciai fuori. L'aria gelida di quella serata mi pervase il corpo facendomi rabbrividire un istante. Il cielo era stellato ma una leggera foschia circondava il paesaggio. Wolverhampton di notte era magnifica. Sorseggiavo il bicchiere d'acqua con calma, come se avessi paura di strozzarmi. Le gambe tremavano, così anche la mani, mi sentivo mancare. Hope, riprenditi! Mi attaccai stretta alla ringhiera cercando di mantenere l'equilibrio. Mi voltai cercando lo sguardo di Liam. Lo trovai, ma non era rivolto verso di me. Posava le sue labbra su quelle di Danielle. Tutto si fece buio, le gambe cedettero, così come ogni mio pensiero.






Angolo autrice

Macciau:3 Scusate se ultimamente ci metto tanto ad aggiornare ma non ho mai tempo. çç
11 recensioni nello scorso capitolo?! 39 totali solo in quattro capitoli?! VOLETE UCCIDERMI? çwç
Finchè siamo qua, volevo ringraziare voi povere anime pie per aver messo questa mia effe effe tra le prefite di sedici persone, essere ricordata da sette e seguita da venticinque!! :') Non so davvero come ringraziarvi, davvero! Vorrei davvero ringraziarvi in qualche maniera ma come? Helpatemi (?) e datemi un'idea!**
Allora, parlando del capitolo..  Finalmente, dopo tante suppliche via messaggio, ho aggiunto alla storia gli altri quattro bambocci più le ragazze del nostro Louis-TheTommo-Tomlinson e Liam-Panino-Payne (??) Molte di voi mi uccideranno per aver scelto menzionato anche Danielle ma non fatemi del male, io vi voglio bene! *lo dice come supplica* Le ho chiamate entrambe con i loro veri nomi perchè non ho fantasia e rischierei di mettere i soliti nomi banali e non mi andava çç
Spero vivamente che vi sia piaciuto!** Come al solito vi chiedo di scusarmi per i soliti errori di battitura çç
Cosa succederà adesso ad Hope? Recensite e leggete il prossimo capitolo:)
Con affetto, Giuls:3


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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


capitolo 5
-Chapter 5
Heart beats harder, time escapes me
Trembling hands, touch skin
It makes this harder
-Hope..- la testa gira e i pensieri sono confusi
-Hope!- perchè mi sento così? Qual è il problema?
-Hope!!- sento un caldo improvviso, due mani che mi scrollano le spalle, una voce che mi assilla. Ma dove sono?
-Liam..-
-Hope, Hope! Ti sei svegliata! Dio, mi hai spaventato a morte!- mi tiro su con grande fatica, ancora ad occhi chiusi, e mi sento subito abbracciare. Riapro lentamente gli occhi, con la testa già più stabile. Liam mi stava abbracciando?
-Come ti senti? Stai meglio? Vuoi un po' d'acqua? Ti riporto a casa?- cominciò a raffica senza prendere fiato tra una domanda e l'altra
-Liam, Liam, fermo! Ssh.. sto bene, tranquillo.- dissi cercando di alzarmi, ma fallendo al primo tantativo tanto da barcollare per un po'.
-Andiamo a sederci..-
-Sto bene!- dissi secca lasciandolo di stucco. Che ti prende? Non tornare come una volta, Hope. Fallo per te stessa.
-Hope ferma!- inistette lui afferradomi per la mano
-Smettila di farlo!- sbottai alterata staccando la sua presa dalla mia mano -Sai che odio quando mi si tocca! Lasciami stare, voglio stare un po' da sola.- continuai allontanandomi nuovamente. Andai fuori in giardino a prendere aria, forse anche un po' di gelo. Sentivo la nebbia umida posarsi sulle mie guance ancora accaldate facendole arrossare doppiamente. Mi sedetti sul muretto dell'aiuola lungo il piccolo vialetto davanti casa del proprietario, Louis a quanto ho capito, e rimasi lì a pensare, a riflettere, a fare solo Dio sa cosa. Fissai il cielo un istante notando le stesse stelle che avevo visto limpide mentre ero nel balcone poco prima. Avrei voluto trovare il modo di partire e andare ad abitare su una di essa per vivere in pace, da sola, lontana da qualsiasi male, preoccupazione, persona. Povera, sciocca Hope. Credi che là vivresti davvero bene? Non credi che lo stesso dolore della Terra ci sia anche su una stella? Sentivo i pensieri confondersi e contorcersi l'uno con l'altro facendomi girare nuovamente la testa. Sentii poi dei passi avvicinarsi e il rumore di un accendino farsi sempre più vicino.
-Non fa freddo per stare fuori?- disse malamente per la sigaretta tra le labbra. Lo guardai, era il ragazzo di prima, quello più scuro di pelle, con la cresta alta. Zayn, se non sbaglio.
-Potrei dirti la stessa cosa.- risposi con la stessa freddezza di prima
-Che caratterino.- sorrise beffardo
-E tu sei molto simpatico.- continuai in un ghigno scocciato tornando dentro
-Stanno insieme da tre anni ormai.- disse di getto con tono quasi disinteressato. Mi bloccai. Avrei preferito lasciarlo lì a parlare da solo, ma le mie gambe non ascoltarono ciò che gli comandavo e ritornarono lentamente indietro, verso di lui.
-Interessante.- commentai con tono annoiato e privo d'interesse. Lui rise.
-Pensa, in tre anni si sono mollati tipo.. cinque o sei volte. Era sempre lei che sbagliava: una volta le corna, una volta era stanca, una volta i suoi genitori, poi ancora corna, eccettera.. Tirava una scusa dopo l'altra. Si mollavano per tre quattro mesi, a volte anche di più, e poi lei ritornava sui suoi passi, sempre. E lui la perdonava, sempre, perchè lui era innamorato di lei. Adesso sembra più forzato. Sai com'è, due mesi fa lo ha tradito, di nuovo, e lui l'ha mollata, di nuovo, poi lei è tornata a casa sua e, con l'aiuto della madre di Liam, si è fatta trovare a casa vestita come le donne di una volta, con un grembiulino e i guanti da forno mentre portava a tavola la cena.- spiegò aspirando un tiro dalla sigaretta per poi lasciare andare il fumo dalle narici e con espressione tra il comico e lo sconforto sorrise
-Hai presente i bambini che si fermano davanti ad una vetrina piena di giocattoli?- mi chiese spostando lo sguardo verso di me. Sorrisi debolmente capendo di che parlava.
-Ecco, quella era la sua espressione mentre mi raccontava quella scena assolutamente patetica. Mah.. ma a lui è sempre andata bene questa relazione. Non che abbia qualcosa contro Danielle, insomma.. l'hai vista? E' davvero una bella ragazza, con le curve al posto giusto, è simpatica, molto intelligente e una grande ballerina, il che mi riporta al fatto che abbia delle belle curve.- fantasticava con quasi la bava alla bocca. Tipico comportamento maschile quando si tratta dell'anatomia femminile
-E questo mi fa rabbia, sai? Liam è troppo buono per un tipo come Danielle. Pensa, il primo flirt tra i due è accaduto solo in prima superiore e sai perchè? Danielle era la mia ragazza e mi ha tradito con lui. Fantastico, no? Liam era così mortificato che me l'ha rivelato il giorno seguente all'accaduto, lei no. Durante i vari anni di fidanzamento lei lo ha cambiato, lo ha manipolato a suo piacimento e lo ha sempre trattato come una marionetta, a parer mio.- finì buttando la sigaretta a terra spegnendola col piede
-Dico che la tua è solo invidia. Sbaglio o l'hai descritta come la ragazza perfetta? Sembra che provi ancora qualcosa per lei.- commentai con, ad essere sincera, un pizzico di cattiveria
-Dopo quattro anni?- rise sguaiatamente -Aaah.. no, fidati. Se noti un tono amareggiato nelle mie parole non è rivolto alla mancanza di lei, ma al fatto che abbia cambiato il mio migliore amico. E' sempre stato il fratello che non ho mai avuto, serio e maturo. Anche dopo la morte di suo padre, lui ha continuato ad essere forte. L'ho sempre visto come il Superman dei poveri mortali. Ma il problema è lei, solo lei.- continuò ficcandosi un'altra sigaretta in bocca
-Ma lui è innamorato?- domanda altamente fuori luogo
-Non lo so più.. Dai suoi occhi a volte lo fa credere, a volte è semplicemente il contrario..- sembrava davvero confuso, persino lui che era il suo migliore amico. Preferii non rispondere per evitare chissà quali problemi.
-E tu? Come mai sei svenuta?- disse poi dal nulla.
-E' stato un semplice mancamento, tutto qui.-
-Si, certo.- continuò con un sorriso sghembo sulla faccia. Sbuffai e feci per ritornare dentro.
-E' un bravo ragazzo, comunque. Ti puoi fidare ciecamente di lui, sappilo.- disse solamente aspirando l'ennesimo tiro dalla sigaretta. Non risposi, tornai in salotto con passo felpato e silenzioso così che nessuno sentisse le mie converse calpestare le mattonelle del corridorio.
-Hope!- come non detto. Mi girai lentamente nell'udire quella voce femminile e fin troppo dolce che mi richiamò e vi trovai forse l'unica persona che avrei preferito non vedere. Danielle. -Tutto bene adesso?-
-Si si, va meglio, grazie.- la liquidai allontanandomi ma fu più veloce di me, afferrandomi la mano.
-Non scappare, volevo solo conoscerti.- sorrise mostrandomi tutti i suoi bellissimi e perfetti denti. Mi voltai e forzai un sorriso. Con la mano mi indicò un divanetto dove ci andammo a sedere. Mi sentivo davvero a disagio. Forse eravamo io e la mia poca voglia di socializzare, forse era la musica era troppo alta per poter parlare tranquillamente, forse era la sua presenta che mi irritava.
-Da quanto tempo conosci Liam?- fu la sua prima domanda. Schietta e diretta. Con ancora stampato quel magnifico sorriso.
-Due mesetti.- risposi semplicemente
-Sai, mi ha parlato spesso di te.- sospirò accavallando le sue gambe chilometriche e buttando all'indietro i suo capelli fitti e molto ricci -Sei una ragazza.. diversa.- sorrise nuovamente marcando l'ultima parola. Iniziò a guardarmi lentamente, dalla testa ai piedi.
-Si, e allora?- chiesi ironica con un pizzico di rabbia
-Tranquilla Hope, non era un'offesa. Il mio era un semplice complimento.- sussurrò con tono complice. Complimento? Mi prendeva in giro? Dove lo vedeva lei il complimento? 
-Non capisco.-
-Non sei così male. Sei una ragazza semplice, come tutte le altre.- rispose poggiando una mano sulla mia spalla -Insomma, non sarai alta e carina come me, ma non sei proprio da buttare. E poi hai.. non so.. quel qualcosa che le altre non hanno.- continuò con un sorriso sghembo in volto. Alle sue parole spalancai gli occhi. Davvero credeva che fossi carina? Davvero mi riteneva una come tutte le altre? Non riuscii a trattenere un sorriso. Quasi mi sembravano irreali le sue parole.
-A cosa devo quel bel sorriso?-
-E' che.. è bello quando mi dicono che sono una ragazza normale.. Insomma, a me piace..- risposi imbarazzata
-Oh tesoro, come sei dolce..- continuò accarezzandomi i capelli
-Ma guarda un po'. Come sono belle le mie donne!- spuntò Liam, accompagnato dal ragazzo con i capelli ricci, dal nulla. Alla sua vista Danielle si alzò in piedi portando entrambe le braccia attorno al suo collo.
-Eravamo nel bel mezzo di una chiaccherata tra donne.- sorrise facendomi un occhiolino
-Spero di non aver interrotto nulla, allora.- commentò lui radioso, come sempre.
-Tranquillo, avevamo esaurito gli argomenti.- proruppi
-Ecco, visto amore? Mi accompagni fuori? Ho bisogno d'aria. Fa un gran caldo qui.- continuò Danielle con una vocina smielosa, come fosse più una supplica che una richiesta. Lui le sorrise e con un cenno chiamò anche me.
-Tranquillo, preferisco stare qui.- forzai un sorriso. Lui mi annuì con il suo solito volto illuminato, prese la sua ragazza sottobraccio e uscirono fuori. Intanto notai il ragazzo riccio, Harry credo, che mi fissava stranito.
-Problemi?- chiesi. Lui scosse la testa. S'arruffò quel cespuglio che aveva al di sopra del cuoio capelluto e si sedette accanto a me come se fossi stata io a dirglielo.
-Simpatica, vero?- domandò indicando Danielle fuori nel balcone con Liam. Sorrisi e annuii debolmente
-Già, è sempre così all'inizio.- commentò
-Che vuoi dire?-
-Sai, Danielle è sempre stata un tipo autoritario: se una cosa la ritiene sua, sua rimane. Lei usa il suo sorriso perfetto per trarre in inganno le persone. Sai il detto "Tieniti stretto gli amici, ma ancoa di più i nemici?" Ecco, nonostante corna e litigi lei tiene a Liam più di qualsiasi altro, e lei non accetta chi si intromette nella loro relazione.- spiegò
-Si beh, e quindi? Cosa centra questo con me?- davvero non capivo
-E quindi, preparati alla guerra Hope. Sai, mai giudicare un libro dalla copertina.- terminò battendomi due colpi sulla coscia e andando via. Che intendeva? Guerra tra me e Danielle? Impossibile. Tutto era cupo. Nella testa farfugliavano le parole di Danielle dette poco prima, mentre diceva che mi riteneva normale. Lei diceva che io ero normale quando non mi sono mai ritenuta tale. Non credo che Harry abbia ragione. Neanche Zayn. Credo che siano loro a sbagliarsi.



Angolo autrice
Buuuuuuu, Hi everybody:D
Well, well, well.. che ne dite? Danielle è davvero una 'rovina famiglie' come dicono Harry e Zayn o le loro supposizioni  sono dovuti a itrighi nel passato? Vi lascio con questo dubbio!:)
Ma, amori miei, vi ringrazio davvero tanto per il vostro supporto!** Certo, vedere prima undici recensioni e poi sette ecco.. ci son rimasta un po' male çç Mi piacerebbe sempre riceverne tante, ma vabbè sono cose extra:)
Beh, siccome non ho altro da dirvi vi lascio qui. Fatemi sapere com'era per voi sto capitolo che a me (lo dico francamente) non mi piace com'è venuto:)
Wee, prima che mi dimentichi.. Mo' un po' di pubblicità!:3
Non giudicare dalle apparenze, potresti innamorartene.
The best is yet to come.
Sono due effe effe a dir poco meravigliose. Passateci, ve lo consiglio. **
Beh, mi declisso çç
Sciau beli, Giuls.


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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


capitolo 6
-Chapter 6
And I can't stand the pain
And I can't make it go away
No, I can't stand the pain

-Signorina Collins, mi sta ascoltando?- Una fitta mi trafigge il cuore. Odio il mio cognome, mi ricorda troppo l'incidente e..
-Costa troppo chiamarmi per nome?!-
-Come scusi?-
-Non mi sento molto bene, prof.. Posso uscire?- chiedo ormai in piedi, con le mani tremanti appoggiate al banco. Il prof mi fa un cenno e mi dirigo fuori lentamente, sentendo le gambe a poco a poco cedere e la testa girare sempre più veloce, sempre più veloce, sempre più veloce..

Mi porto una mano alla testa e sono tutta sudata come se avessi appena avuto un incubo terribile. Apro leggermente gli occhi e alzo il busto e mi sento molto storidita. Ma dove sono? Ma è camera mia questa? Ricordo solo che ero a scuola e poi.. ho perso i sensi, credo.
-Oh, ti sei svegliata! Ti senti meglio?- chiese Liam spuntando dal nulla
-Liam? Ma che diavolo fai qui??- quasi urlai
-Qualche ora fa sei svenuta a scuola, ti sei risvegliata ma poi addormentata di colpo. Tuo zio è ancora a lavorare fino a stasera per cui ti ho portato io a casa e mi son permesso di prendere le chiavi di casa dal tuo zaino, scusa ma d'altra parte sar..-
-Ok ok, ho capito.. Parli troppo, Payne!- dissi portandomi entrambe le mani alle tempie per il mal di testa. Lui sorrise e scappò via, tornando poco dopo con un vassoio pieno di cibo.
-Mangia, ti farà bene.- continuò sornione. Scossi la testa e spostai il vassoio dalle mie gambe. Lui lo riavvicinò incitandomi a mangiare, ma mentre stavo per ribattere il fatto che non volessi mangiare una nausea improvvisa mi invase le viscere, facendo arrivare quella sensazione orribile fino alla testa. Scesi dal letto e corsi veloce verso il bagno, con una mano sulla stomaco e l'altra alla bocca. Non riuscii nemmeno a chiudermi la porta alle spalle e inginocchiata iniziai a vomitare una, due, tre volte. Sentii dietro di me i passi rapidi di Liam e il suo fiatone starmi addosso mentre mi rialzavo per sciacquarmi il viso. Notai il mio maglione completamente pieno di vomito e del suo odore, pantaloni presi poco meglio. Tornata in camera mi spogliai, tralasciando il fatto che Liam fosse lì con me e che mi tartassava di domande. Mi osservai allo specchio lungo vicino all'armadio. Occhi rossi, gonfi, occhiaie, con la cicatrice marcata nel collo. Notai anche un po' di pancia. Stupido cibo. Sicuramente il pacchetto di crechers che mangio ogni giorno. Ecco le conseguenze. Mi metto di profilo e noto la sporgenza troppo marcata del ventre con le mie mani scheletriche.
-Sono ingrassata, colpa tua e del tuo panino del cazzo!- grugnii guardando in cagnesco Liam che mi osservava stranulato dietro di me -Sei contento? Ero magra e mi hai fatto aumentare il girovita con quel tuo panino! Te lo ripeto, sei contento??- urlai sbattendo le mani contro la parete facendomi male. Con passo pesante mi avvicinai a Liam pronta a colpirlo per tutto quello che mi aveva combinato. Uno, due, tre pugni contro il petto ma ero io a farmi male, non lui. Mi afferrò i polsi, implorandomi di fermarmi, disperato. -E' tutta colpa tua! Perchè mio zio doveva innamorarsi di tua madre? Perchè non è rimasto solo, a torturarmi, come prima, così adesso non assomiglierei ad una balena! E' tutta colpa tua, è tutta colpa tua! Tua e di tua madre che mi avete rovinato la vita!!- mi dimenavo a destra e sinistra cercando di liberarmi dalla sua stretta e dalle sue parole piene di dolore, di stupore. Guardò i miei polsi e vide le cicatrici profonde, lunghe e marcate, dal legamento fin quasi al gomito.
-
Perchè? Perchè?- urlava forte, singhiozzando. Presi il controllo dei miei arti e battevo forte i pugni contro il suo petto, di nuovo, continuando a fare più male a me stessa che a quel pezzo di marmo.
-Ti odio! Ti odio, Liam!!- urlai accasciandomi in ginocchio piangendo e urlando disperata sentendo le gambe cedere per il dolore, per il freddo. Si abbassò con me e mi prese il volto tra le mani e mi guardava fisso e io fissavo per terra, fissavo il tetto, fissavo tutto tranne che il suo sguardo pieno di odio, preoccupazione, dolore, non so neanch'io cosa.
-Non puoi farti questo, Hope! Devi smetterla di farti del male, Hope! Hope, guardami ti prego!- singhiozzava implorandomi e quando alzai lo sguardo lo vidi piangere stretto, cercando di rimandare le lacrime al mittente, con gli occhi rossi. Mi buttai tra le sue braccia, odiandomi per averlo ridotto in quello stato.
-Perdonami.. perdonami.. Non è vero, non è vero nulla, io non ti odio.. Non ti ho mai odiato! Ti prego Liam, perdonami, non volevo.. Liam, non mi abbandonare, non farlo anche tu!- dissi stringendolo forte, ancora accasciata a terra, in ginocchio, tra le sue braccia mentre mi accarezzava lentamente la schiena.
-Ti ho già detto che non lo farò.. Non ti abbandonerò mai, Hope.. Qualsiasi cosa accada.- mi prese in braccio e mi portò a letto, mettendomi sotto le coperte come faceva mamma quand'ero piccola.
Le lacrime a poco a poco diminuivano e singhiozzi erano meno presenti, anche quelli di Liam. Si tolse le scarpe e si mise sotto le coperte con me stringendomi stretta, cercando di scaldarmi, canticchiando qualcosa con quella sua voce melodiosa, accarezzandomi piano i capelli. Sentivo gli occhi chiudersi lentamente e ogni mio muscolo rilassarsi. 
-Mi manca mia mamma.. anche lei si sdraiava con me quando avevo gli incubi e mi coccolava e mi cullava facendo svanire ogni male.. E mio papà.. mio papà mi calmava sempre, sapeva sempre farmi sorridere.. un po' come fai tu..- dissi prima di addormentarmi. Riuscii a percepire prima soltanto un suo bacio sulla fronte e un "Ti voglio bene" sussurrato lentamente per non distruggere quel momento calmo e silenzioso, poi tutto si fece buio, il battito rallentò e i respiri diminuirono.


-Hope! Sembra un miracolo vederti in piedi!- sorrise Harry avvicinandosi -Stai meglio adesso? Smettila di svenire o ci farai venire un colpo prima o poi!- scherzò facendo sorridere anche me
-Hai ragione, devo dargli un taglio.- dissi annuendo -Senti.. Hai visto Liam per caso?-
-Si, è andato a parlare con la psicologa della scuola. In teoria è ancora lì.-
-Grazie mille..- sussurrai allonatandomi. Sentivo lo sguardo di tutti puntati fissi su di me mentre percorrevo il corridoio. Nel giro di ventiquattr'ore tutti erano venuti a conoscenza del mio mancamento. Ogni individuo a cui passavo accanto sentivo lo stomaco contorcersi sempre di più e mani tremare inspiegabilmente. Ecco lo studio della spicolaga. La porta è aperta e scorgo la testa di Liam. Mi avvicino e li sento parlare.
-Non so davvero cosa fare.. Ci ho provato in tutti i modi, ma credo non si fida ancora..- disse Liam portandosi le mani al viso
-Dalle tempo.. Da quello che mi hai raccontato non ti odia.. Sai com'è, in questi casi non bisogna dar nulla per scontato ma neanche prendere conclusioni affrettate e se riesci.. Ciao, hai bisogno?- la psicologa si blocca e mi vede. Inizio a balbettare qualcosa, poi Liam si alza e viene a salutarmi.
-Signora Jonson, le presento Hope. Hope, lei è la psicologa della scuola.- sorrise Liam presentandoci
-Scusate, non volevo interrompervi..- dico dopo
-Tranquilla, tanto non stavamo dicendo nulla di importante.- sorrise la donna e Liam la assecondò
-Andiamo a casa, ti accompagno?- mi chiese dopo aver salutato e io annuii impercettibilmente. Perchè avevo come l'impressione di essere il centro del discorso tra Liam e la psicologa? O forse era semplicemente frutta della mia stupida fantasia? Optai per la seconda, ovvio.
-Di che parlavate?- gli chiesi mentre eravamo in macchina
-Nulla di che. Ultimamente sono un po' stanco e magari parlandone con lei potevo capirne il motivo.- si voltò e mi sorrise sornione come se nulla fosse, anzi come è solito far sempre.
-Forse sono io il problema..- sussurrai più a me stessa che a lui
-Non dire sciocchezze!-
-Sono seria! Magari stai così perchè cerchi in tutti i modi di aiutarmi e quindi ti stressi. Come ieri che.. Dio, se penso a quello che ti ho detto mi taglierei l..-
-Non lo dire nemmeno per scherzo!- mi rimproverò severo, bloccandomi -E poi non puoi giudicarti colpevole per una ragione così stupida.. Dai, devi star tranquilla, davvero..- sorrise sincero. Sentivo che non mi stesse velando completamente la verità. Ma chi sono io per costringerlo a parlare? Nessuno.
Piombò il silenzio più totale. Un silenzio pesante, fitto, strano. E lui sembrava pensare ad altro.
-E Danielle? Io avevo capito che era nella nostra stessa scuola..- dissi osservando fuori dal finestrino
-Lo era, fino a qualche anno fa.. poi si è traferita e adesso sta dall'altra parte della città.- disse con rammarico
-E tra te e lei come va?- chiesi, forse, inutilmente.
-Boh.. bene, credo..-
-Che vuol dire "credo"?-
-Che ci stiamo distaccando.. Almeno, ultimamente non siamo più affiatati come all'inizio..- non risposi, rimasi zitta. Dalle sue parole e da come le pronunciava, credo che neanche lui sapesse cosa sentiva davvero. Era un bene? Era un male? Né io, né lui lo sapevamo.



Angolo autrice
Wee, son tornata e no, non sono morta!:D Volevo postarvelo ieri ma erano tipo le due di notte e non mi sembrava il caso çç
Non riuscivo proprio a prendere sonno e quindi ho scritto fino a quell'ra:)
Allura, non chiedetemi il perchè ma questo capitolo mi piace com'è venuto.. nella parte centrale c'ho messo l'anima, davvero, e spero che vi sia piaciuto. Mentre scrivevo è come se avessi avuto uno schermo dove si proiettava tutto quello che scrivevo, come una sorta di film. E vabbè, basta dai. Che ve ne pare? Fatemi sapere se vi è piaciuto o meno e se c'è qualcosa da migliorare!
Arrivederci a tutti e..
Ah no, dimenticavo una cosa importantissima.. Dovete assolutamente passare da queste due magnifiche donne:
Aryan_1D e _infinity
Perchè io le amo alla follia, giuro! <3
Sciao belli, Giuls.


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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


capitolo 7
-Chapter 7
May your smile shine on. Don't be scared,
your destiny may keep you warm
November

-Eccoci qui, tutti riuniti per celebrare il matrimonio tra Kendall e Jonah.- dice con voce solenne il parroco nella piccola cappella della città. Jonah non è in abito bianco, come nei film americani, ha semplicemente un vestito stretto, corto fino al ginocchio, color nocciola chiaro e un piccolo bouchet con rose bianche tra le mani. Kendall era in giacca e cravatta, elegante come mai prima. 
-Chi vuole opporsi alla loro unione parli ora o taccia per sempre.- la fatidica frase. Mi guardo intorno. Siamo pochi, pochissimi. Alcuni amici di lei, alcuni colleghi di lui, gli amici di Liam e Danielle, ovviamente. Ma nessuno proferisce parola. Vedo Liam, elegante anche lui, con la mascella indurita a stringere forte i pugni. Lo leggo nei suoi occhi, vorrebbe parlare e impedire tutto questo, ma scatenerebbe solo un putiferio, la terza guerra mondiale. Gli afferro la mano e provo a calmarlo. Mi guarda fisso negli occhi come ad incitarmi a protestare con lui, ma ricambio con aria rassegnata e lui lo capisce. Capisce che è inutile opporsi. Capisce che è Kendall a comandare. Danielle mi sorride e afferra l'altra mano del suo ragazzo. Mi sentivo come d'intralcio, così mollai la mano di Liam, lentamente, il quale non capì al volo il motivo. La cerimonia era finita e i due "sposini" si erano scambiati il bacio finale. Brillavano gli occhi ad entrambi. Erano molto belli, nonostante nemmeno io volessi vedere Kendall sposare una donna, una donna che non sa a cosa sta andando incontro.
-Andrete anche in luna di miele?- azzardò Louis, fulminato subito dopo da Liam
-Perchè no, una piccola vacanza ce la meritiamo!- ribatté lei. Liam sospirò e si allontanò, provai a seguirlo ma Danielle fu più rapida di me. Lo prese sottobraccio e lo portò fuori, al freddo invernale di quella giornata grigia a Wolverhampton.
Harry mi si avvicinò lentamente e mi sorrise. Sorrideva sempre, anche a scuola. A volte era fastidioso ma ammiravo quel suo sorriso, così pieno e sincero, e quelle sue fossette a lato delle sue labbra fini. Così come Louis e Niall che possedevano un'innata dote di far ridere le persone, Louis con la sua simpatia e Niall con il suo modo strano e alquanto insolito di ridere. Zayn e Liam no. Loro erano più riservati, più timidi oserei dire. Ma visti insieme era come vedere il bianco e il nero, il giorno e la notte, due ragazzi completamente opposti che nonostante le loro piccole differenze caratteriali erano migliori amici, come fratelli.   

Una settimana dopo le nozze di Kendall e Jonah, i due partirono per un viaggio in Canada, con meta iniziale Toronto. 
Partirono di mattina presto e con un taxi raggiunsero l'areoporto più vicino.
La casa era vuota, silenziosa. Si sentivano solo alcuni spifferi tra le finestre per il vento frustante fuori casa. Le temperature erano sempre più basse e il riscaldamento funzionava male. Combinazione perfetta. Quella domenica mattina, dopo aver salutatato la madre, Liam restò a casa con me per tenermi compagnia. Mi offrii di preparare un thè caldo e lui accettò. Ci sedemmo sul divano, guardando la televisione in silenzio, cosa che io non facevo da anni. Trasmettevano una canzone che non avevo mai sentito prima e Liam la canticchiava, battendo il tempo con il piede per terra. Lo fissavo stranulata mentre lui ripeteva ogni parola, esattamente sincronizzato ai cantanti.
-Pare di capire che la conosci.- dissi con un mezzo sorriso
-Se la conosco? Ehi, è una delle mie canzoni preferite questa!- rispose con aria quasi altezzosa
-Ah si? E come si intitola?- lo sfidai
-Pff! Stop Crying Your Heart Out!- rispose sornione, sicuro di sé. Controllai nel menè del televisore e, dannazione, aveva ragione.
-Gli Oasis sono stati un gruppo rock britannico formatosi a Manchester nel 1991 e attivo fino al 2009. In totale hanno pubblicato 11 album, venduto circa 70 milioni tra singoli e album, piazzato 8 singoli al primo posto nel Regno Unito, 22 singoli consecutivi nella top 10 inglese e raccolto 15 NME Awards, 6 Brit Awards, 9 Q Awards e 4 MTV Europe Music Awar-
-Si si, grazie Wikipedia ma la storia del tuo gruppo preferito non mi interessa un granchè.- dico liquidamdolo. Mi fulmina un attimo e poi fa una smorfia offesa, alzando il volume e continuando a cantare sempre più forte.
-Smettila che non sei tutta questa bravura!- mentivo spudoratamente, non era minimamente vero: aveva una voce melodiosa e profonda, tanto che sarei potuta restare ore e ore a sentirlo cantare. Faceva anche quache mossa strana, cercando di andare a ritmo con la musica fin troppo lenta. Il suo talento nel cantare era contrastato alla sua incapacità nel muoversi o, se vogliamo azzardare, nel ballare. Non riuscivo a trattenermi, più lo guardavo più mi veniva da ridere. Era impossibile rimanere immobili a tale scena. Ad un certo punto mi afferra le mani e mi trascina giù dal divano, cominciando a dondolarsi lentamente mentre una mano era sul mio fianco e l'altra era leggermente piegata, combaciante alla mia, come intrecciata. Non capivo cosa stessimo facendo in piedi, vicini, in mezzo al salotto, scalzi. Ballando?
-Perchè mi guardi?-
-Take what you need and be on your way. And stop crying your heart out..
- cominciò a cantare
-Non sto piangendo.- sorrisi correggendolo
-Lo so, meglio così. Non mi piace vederti piangere, bella come sei.- disse piano, come se avesse paura che qualcuno potesse sentire la nostra conversazione. Irrimediabilmente arrossii sentendo le gote andare a fuoco e le mani gelare di colpo. Mi voltai lentamente cercando di divincolarmi da quella situazione un po' scomoda, almeno per me, ma Liam mi blocca sul nascere. Col busto mezzo voltato verso di lui, con una mano ancora nella sua, a fissarci per chissà quale motivo. Mi scosta lentamente i capelli scuri portandoli dietro le spalle e osservò a lungo la cicatrice che avevo sul collo, marcata e incisiva. Aveva gli occhi pieni di parole eppure rimase zitto per un po' a guardarmi. 
-Non ti farà mai più del male.- disse poggiando una mano sulla mia guancia. Chiusi gli occhi al solo contatto e sospirai profondamente mentre le canzoni scorrevano veloci e noi neanche le ascoltavamo. Scossi la testa lentamente per rinnegare ciò che aveva appena detto e, senza darmi neanche il tempo di piangere per la rabbia o di replicare per il dolore, mi tira a sè catturandomi tra le sue braccia in un ennesimo abbraccio.
-Te lo prometto, Hope, finchè ci sarò io lui non ti farà più del male. Te lo prometto.- a quelle parole gemetti e una lacrima silenziosa mi rigò il viso, all'insaputa di Liam. Finora non sono state solo parole, lui ha fatto ciò che nessuno in sei anni aveva mai fatto: aiutarmi. L'unico ad essere ritornato dopo essere stato respinto dalla mia stessa freddezza, l'unico che mi tratta come una ragazza vera, l'unico che nel suo piccolo mi fa sentire amata.
Ancora silenzio. Noi che comunicavamo così, tramite dei silenzi rumorosi mai sentiti prima.
Ci rimettemmo nel divano a continare a guardare la televisione, cercando qualche film che potesse attirare. Erano ancora le otto e trenta. La giornata sembra interminabile. Poggiai il gomito sul bracciolo del divano sorreggendo la testa, mentre sentivo gli occhi chiudersi a poco a poco e il respiro rallentare, fino a che non mi appisolai.


-Mamma mamma, dov'è il mio regalo? Dai dimmelo!- saltellavo con un sorriso speranzoso, immaginando cosa mi potessero aver preso
-Mmmh.. ma dov'è papà? Perchè non lo vai a cercare nella casetta in giardino!- sorrise lei dolcemente. Era la mattina di Natale, faceva terribilmente freddo e io, con la mia leggera vestaglia color rosa antico, mi addentrai, scalza, nel giardino dietro casa mia affondando i piedi in quei cinque o sei centimentri di neve che ricoprivano l'intero paese da ormai qualche giorno. Arrivai alla piccola depandace a qualche decina di metri da casa e vi sentii dei lamenti all'interno. Spalancai la porta preoccupata e una palla di pelo mi saltò letteralmente in braccio leccandomi l'intero volto. Aprii a stento gli occhi e vi trovai la creaura più dolce e tenera del mondo: mamma e papà mi avevano regalato un piccolo cucciolo di husky. Era bellissimo, piccolo piccolo, col pelo rossiccio e bianco, con un occhio castano lucente e l'altro color del ghiaccio. Era una meraviglia, la mia e lo sarebbe stata per sempre. 
-Questa è Louf, è una femminuccia, ed è tutta tua tesoro!- disse papà stampandomi un bacio sulla fronte. Intanto mamma ci raggiunse, anch'ella in vestaglia, e quasi la vedevo commuoversi nel vedere quella scena. Si avvicinò anche lei a noi e strapazzandomi una guancia mi augurò buon Natale mentre io correvo per tutta la casetta rincorsa dalla piccola Louf.
Il miglior Natale della mia vita. L'ultimo.


-Non capisco il motivo di questa scenata ! Mia madre è partita con suo zio e io volevo tenerle compagnia! Qual è il tuo problema?! ... Oh andiamo, Dani smettila di fare la bambina! Non ci trovo niente di male a stare qui con lei.- Ma cosa? Aprii lentamente gli occhi, ero nel divano, sdraita con la coperta che mi ricopriva completamente e la voce alterata di Liam mi aveva svegliata. Alzai poco poco il busto e lo vidi agitato mentre parlava al telefono, con Danielle suppongo.
-Ripeto, non ci vedo nulla di mal.. Ehii- sorrise guardandomi -Adesso devo andare. Ciao.- e chiuse di botto la chiamata. Si avvicinò lentamente a me, mentre io ancora dovevo riconnettermi mentalmente. Guardai l'ora, 12.49.
-Oh è tardissimo! Devo prepararti da mangiare?- chiesi cercando le mie pantofole
-Tranquilla, c'ho pensato io. Non trovando nulla nel frigo, sono andato a comprare qualcosina e ho preparato io da mangiare!- si strinse dolcemente nelle spalle mentre, come una casalinga esperta, girava il contenuto dentro la pentola. Mi passai una mano tra i capelli e sospirai profondamente, quel ragazzo mi sorprendeva sempre di più. Fischiettava, canticchiava, spruzzava felicità da ogni poro, ma come poteva? Non c'era un raggio di sole, stava cucinando in casa altrua ed era felice?
-E' pronto!- disse euforico, portando a tavola due piatti di spaghetti al sugo all'italiana. Mi sedetti sorridendo, ma tornai seria poco dopo non appena vidi il mio piatto: mi sembrava strabordare all'esterno, era inquietante. Si sedette anche lui e mi sorrise sornione. Non sapevo come comportarmi, sorrisi forzatamente e presi la forchetta. Arrotolai qualche filo di pasta ad essa e lo avvicinai alla bocca. La bocca del mio stomaco tremava come se volesse respingere ciò che stavo per ingurcitare, ma la misi in bocca e lentamente la masticai finchè non diventò poltiglia e inghiottii. Cavolo, era davvero buona. Liam notò la mia espressione tranquilla e ne fu compiaciuto. Notai che mentre io ero solamente alla prima forchettata, lui aveva praticamente finito. 
-Fogna.- borbottai ridendo sotto i baffi
-Prego?- commentò sarcastico. Finsi una faccia innocua e, cercando di trattenere una risata, mi alzai e posai il mio piatto ancora mezzo pieno vicino al lavello. Si alzò di scatto con una faccia mezza arrabbiata mentre nascondeva un ghigno.
-Ripeti se hai il coraggio!- mi sfidò inacidito. Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere facendolo scattare. Iniziò a rincorrermi per tutta la casa cercando di acchiapparmi finchè non ci riuscii.
-Preparati, Hope Collins!- si fiondò su di me cominciando a farmi il solletico dappertutto. Lo supplicai implorante di smettere, tanto che per la mia disperazione e per le lacrime si fermò. Ansimavamo entrambi, come se avessimo appena finito una maratona. Mi buttai a terra, respirando lentamente con una mano sulla pancia, cercando di riprendere fiato e smettere di ridere.
-Non ho mai riso tanto in vita mia!- sorrisi ripensando alla scena successa poco prima.
-Obbiettivo raggiunto!- disse tutto soddisfatto. Continuavamo a ridere come due imbecilli, non sapendone neanche noi il motivo. Poi il suo cellulare iniziò a squillare assiduamente.
-E' Danielle?- domandai conoscendo già la risposta, infatti Liam annuì roteando gli occhi e sospirando. -Ho sentito la conversazione prima.. va da lei.- dissi facendo tornare lo stesso silenzio e serietà che c'era fino a stamattina.
-Forse hai ragione..- sospirò e si strinse nelle spalle. Si infilò le scarpe e mise il cappotto. Spalancò la porta d'ingresso e poi mi sorrise. Tornò indietro e mi abbracciò forte, stretta.
-Grazie per oggi, dovremmo rifarlo.- sorrise radioso
-La porta è sempre aperta.- dissi indicandola e lui rise annuendo. S'avviò nuovamente e prima di chiudersi la porta alle spalle si voltò e sorrise con gli occhi illuminati dalla luce chiara del cielo.
-Ti voglio bene.-



Angolo autrice
So che è tardi ma non riuscivo ad aspettare:) Sono le 22.23 (ora che lo posto saranno le mezza -.-)
Non so, non è come il capitolo precedente ma mi è piaciuto anche questo!**
Spero sia lo stesso per voi:3 (siamo già a 24)
Comuunque, Hope felicee Yeeee :'D
Ma durerà per molto?
Addiù (?) <3
Grazie per il vostro sostegno, non so che farei senza di voi <3 (22.25)
Notte** Giuls:3


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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


capitolo 8
-Chapter 8

You’re like a laserlight, burning up
Burning down, on me
You make me feel good,
You make me feel safe,
You make me feel like I could live another day


Di nuovo lunedì. E' incredibile come sia volata questa settimana. Volata, sì, perchè è una settimana che Liam non viene a scuola e ogni giorno sembrava tale e quale al precedente. L'appetito mi è passato improvvisamente, non sorrido più come facevo quand'ero insieme a lui.
-Ehi Hope!- E' così strano come mi faccia bene la sua presenza.
-Hope?- Sento che lui è l'unico a portermi salvare da questa depressione, se così si può chiamare.
-Collins!!- una fitta al cuore.
-Oh Dio! Zayn, ma sei pazzo?!- scosse la testa
-E' mezzora che ti chiamo!- sorrise. Stavo per ribattere, chiedendo dove fosse Liam -E' a casa con l'influenza.- sbuffò. Ah, fantastico.
-Sta tanto male?- domandai
-Danielle è sempre con lui.- sospirò.
-Beh, allora è in buone mani.-  
Sbuffò a ridere -Con quella serpe? Si, certo.- commentò sarcastico. Ero sempre più confusa. Ok che non era un tipo molto accettato, Danielle, ma non credo sia così cattiva da avvelenare Liam! Ma cosa sto dicendo? Sto impazzendo?
-Oggi pomeriggio vado a trovarlo. Vieni con me?-
-Certo!- risposi senza pensarci due volte. Lui rise e tornammo entrambi in classe.
Finita l'ora di biologia e quella di geometria, mi catapultai fuori, nel parcheggio, dirigendomi verso Zayn e la sua macchina. Mi sorrise. Mise in moto e partimmo. Stringevo stretta la cintura di sicurezza. Avevo un paura indescrivibile. Correva rapido, mangiandosi centimetro per centimetro l'asfalto con le ruote. Un flashback mi passò davanti agli occhi. 
-Zayn, rallenta, ti prego!- sussultai tremando. Mi guardò dubbioso, ma ubbidì. Sospirai mentre il sangue si scongelava lì pian piano.
Di lì a dieci minuti arrivammo. Rabbrividii all'istante non appena aprii lo sportello della macchina. Affondai il naso nella sciarpa e le mani nelle tasche, Zayn pure. Percorrendo il vialetto guardavo in giro. Era tutto dannatamente uguale a qualche mese fa. Solo il gelo posato su ogni cosa mutava tutto. Suonai il campanello e osservai Zayn sbuffare spazientito. La porta si aprì di colpo. 
-Hope? Tesoro! Ma.. qual buon vento?- sorrise sbattendo più volte le palpebre. Zayn si schiarì la voce -Ah, Malik.-
-Peazer. Vedo che sei sempre la stessa tr..-
-Siamo venuti a salutare Liam!- dissi bloccando Zayn, cercando di placare le loro ringhiate. Danielle spostò lo sguardo su di me e sospirò rammaricata.
-Purtroppo dorme.- fece spallucce
-Daniii, chi è?- urlò, suppongo, Liam dall'altra parte della stanza.  Danielle roteò gli occhi mordendosi il labbro. Tese la mano e ci fece entrare. Zayn la fulminò sorridendo con una bastardaggine inaudita, mai vista prima.
-Ammore mio, sono Jawy!- Jawy? Seriamente? Ma che fine ha fatto il ragazzo scettico che pur di non parlare fumava quattro sigarette a botta? Mi svestii subito del giubotto e diavolerie, sentendo il calore dei riscaldamenti diffondersi nel mio corpo gelido. 
-Allora, come sta il mio piccolo tesoro?- domandò Zayn con fare smielato a Liam, il quale rise.
-Adesso va un po' meglio, grazie. Domani resterò a casa per precauzione.- sorrise
-Se non ci fossi stata io sarebbe ancora sotto le coperte con la febbre.- miagolò Danielle.
Zayn sbuffò rammaricato. -Si, certo. Come dici tu.- disse scettico -Ma intanto ti ho portato una sorpresina!- sorrise trascinandomi via dall'uscio di casa.
-Hope..- sussurrò Liam spalancando gli occhi in un sorriso. Lo salutai con la mano. Solo vederlo sorridere il cuore ricominciò a battere dopo questa settimana glaciale. Mi fa posto accanto a lui nel divano e mi siedo tutto mentre la porta suonava incessantemente. Danielle sbuffò ed andò ad aprire. -E' qui la festaaa??- un Harry riccioluto e un Louis esaltato entrarono in casa creando in due secondi un bordello inaudito. 
-Che diavolo ci fate qui?- sorrise radioso Liam
-Siamo venuti a buttarti giù dal letto! O in questo caso dal divano!- urlò Niall con una busta in mano. -E ho portato la merenda!-
Baci, abbracci. Come se Liam fosse appena tornato da una guerra.
-Liam ha bisogno di riposare, quindi fuori di qui!- sbraitò Danielle.
Tutti scoppiarono a ridere -Oh andiamo Dani, li conosci.- sorrise Liam -E poi sto bene adesso.-
-Si Dani, perchè non te ne torni a casa?- miagolò Zayn con in bocca una brioches cercando di imitare la voce della ragazza.
Era la mia impressione o era diventata improvvisamente viola?
Danielle guardò Liam supplicante.
-Vuoi unirti a noi?- suggerì lui.
Lei alzò gli occhi al cielo quasi con fare disgustato. -No, ore ci penso dovrei and..-
-Ecco, vai vai. Nessuno ti blocca.- disse semore Zayn
-La mancia te la lasciamo un'altra volta!- continuò Harry
-Harry!- lo rimproverai
-Tranquilla Hope, sono sempre gentili così con me..- disse dispiaciuta
-Falsa.- mugugnò qualcuno dal tavolo. Danielle sospirò profondamente, prese giacca e cappello e si vestì.
-Ciao Liam.- gli da un piccolo bacio sulle labbra -Ciao bella..- finisce accarezzandomi i capelli. E sparì, chiudendosi la porta dietro le spalle. Mi voltai verso il letamaio che stavano combinando quei quattro dementi. Il recinto dei maiali sarebbe più pulito in confronto. Con la bocca ricoperta di zucchero a velo Zayn mi indica una brioches per invitarmi a mangiarla. Scuoto la testa da destra a sinistra e poi mi volto verso Liam.
-Beh? Come mai anche tu qui?- mi chiese ad un certo punto
-Non potevo venire?- domandai scettica.
Rise e scosse flebilmente la testa -Casa mia è casa tua, ormai.- sorrise
-Qui ci vuole una bella cioccolata calda!- propose Niall
-Faccio io, faccio io!-
-Perdonami Louis, ma l'ultima volta stavi per bruciare l'intera cucina di casa tua. Dire che per stavolta la preparo io.- disse Harry stimolando una risata di tutti
-Pff.. antipatici!- sbuffò incrociando le braccia al petto. Quel ragazzo era una sagoma. Quasi ventunenne e aveva lo stesso sguardo e carettere di un bambino delle elementari. Sbuffai a ridere nel vedere quel suo tenero volto corrugato in un'espressione alquanto strana. Poggiai la testa contro la spalla di Liam, ancora seduto sul divano, con la coperta che gli ricopriva le gambe.
-Mi mancava mio fratello..- dissi sottovoce accaccolandomi meglio. Allargò il braccio stringendomi meglio verso di lui, lasciandomi un bacio tra i capelli.
-E se venissi ad abitare qui?-
-Come, scusa?- alzai lo sguardo verso di lui
-Non mi va di lasciarti a casa tua con i riscaldamenti rotti, da sola.. Domani pomeriggio verrò da te, prepari una piccola valigia e vieni ad abitare qui con me finchè i nostri non tornanno.- propose accarezzandomi il naso
-E Danielle?- domandai facendomi più seria.
Lui sorrise e scosse la testa -Danielle, Danielle.. non la voglio mica tradire con mia sorella.- sbuffa a ridere. Forse aveva ragione. Che male c'era, d'altra parte?
-Mmh.. vorrà dire che ci faremo compagnia a vicenda!- sorrisi mostrando i denti mentre lui scoppiò a ridere nuovamente. Ripoggiai la testa su di lui, respirando profondamente. Iniziò ad accarezzarmi il braccio lentamente. Sentivo il profumo della cioccolata e le voci dei ragazzi diffondersi sempre di più nella stanza e il cuore di Liam battere ad un ritmo accelerato e costante.


-Dico, ma sei pronta?- La pioggia cadeva forte e batteva contro la finestra della cucina.
-Hope?- E' come tornare indietro negli anni. 
-Ci sei?- E' semplicemente una giornata piovosa, eppure perchè devo essere così.. tesa?
-Hope, ma che stai guardando? Si può sapere?- mi scosta dalla finestra e solo dopo mi rendo conto che non lo stavo minimamente ascoltando.
-Muoviti, andiamo.- prendo la valigia, o per lo meno ci provo. Diversamente dalle mie esili, con le sue braccia muscolose riesce a prendere velocemente il borsone e a metterlo in macchina. Come prima cosa accende la radio, che non manca mai, poi il riscalmento e infine mette in moto.
-Pronta a vivere col sottoscritto?- domanda
-Russi?-
-No..-
-Oh..che bellezza..- scosse la testa e mi sorrise. Non aveva la minima idea di quanto quel suo sorriso mi facesse bene. Non se ne rendeva conto. O forse si? Eppure continuava a farlo e facendolo era come se il sangue si riscaldasse, scongelandosi da questo lungo inverno che ho passato in questi lunghi sette anni. 
Pian piano la pioggia dimuniva lasciando spazio a quelche nuvola meno grigia.






Minchia, mi cago addosso! ç_ç
Non so con quale coraggio ho scritto questo capitolo. Davvero, io sono ancora terrorizzata. SCONVOLTA.
Tre scosse. Tre scosse che mi hanno fatto letteralmente crepare.
Vi giuro, credevo di morire per un collasso.
Vi prego, ditemi voi come state, se da voi ci sono stati problemi o feriti. Vi prego!
Mamma mamma, stanotte non dormo. Lo so.
E se penso a quelli che adesso stanno fuori, in una tenda, perchè la loro casa è distrutta io.. :( Ok, basta.
Vabbè, tralasciando questa cosa. Come vi sembra il capitolo? Davvero l'ho scritto per pensare ad altro perchè la paranoia si stava impossessando di me! :(
Vabbè, è un capitolo di passaggio e dal prossimo.. ecco, inizieranno un po' di problemi.
Ma, seriamente, ve l'aspettavate "Mi mancava mio fratello"? AHAHHAHA credo proprio di no:D
Ah, una cosa, i dialoghi li preferite così o ingrossati?

Ciao amori miei, voi che mi date la forza.
Fatevi sentire. Ditemi come state, anche se non avete sentito nulla.
Vi voglio bene.


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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


capitolo 9
-Chapter 9

Cagatemi un secondo: nelle parti messe tra asterischi ( ** )
è il narratore esterno a parlare.



Un colpo secco con la chiave e la porta si apre. Ormai conoscevo bene quella casa eppure avevo una sensazione strana che a poco a poco si stava impossessando di me. C'era ancora l'odore di cioccolata diffusa nell'aria. La coperta ancora sul divano. Un pacco di marshmallow aperti sopra il tavolo, probabilmente quelli portati da Niall il giorno prima. I riscaldamenti accesi. Liam poggia la piccola valigia davanti alla porta della sua camera e ci si chiude dentro. Intanto mi tolgo cappotto bagnato e scarpe fradice. Guardo fuori dalla finestra, piove un'altra volta.
-Oggi sta piangendo il cielo, una goccia, una lacrima, che purifica il pensiero e rende libera l'anima..-
-Come dici?- sorride Liam appoggiando la testa alla mia spalla per capire che stessi guardando
-Nulla.. una poesia sulla pioggia..-
-Hope.. cos'hai? Puoi dirmelo. Lo vedo che non stai bene..- dice costringendomi a guardarlo
-Non so, Liam.. Quando piove è come se la pioggia si impadronisse di me. E poi mi ricorda troppo..- singhiozza
-I tuoi genitori.. Lo so.. Ma ehi, ci sono io qua. Ricordalo.- mi tira a se, poggiando una mano sulla mia testa e mi abbraccia stretto. Lo stringo forte, mi piace quel contatto. Mi stacco e lo sguardo dritto negli occhi, con la testa leggermente alzata data la mia bassezza.
-Diciasette anni e ho ancora il cuore di una bambina di sette..- sorrido amaramente
Scrolla le spalle -E' normale.- dice tranquillizzandomi -Io penso a mio padre ogni giorno, eppure ho già diciotto anni alla spalle.- scherza accarezzandomi la nuca, osservando la cicatrice nel collo.
-Che dici? Pizza e film?- propone. Annuisco e prende il telefono per la pizzeria d'asporto. Ordina una pizza solatanto sapendo già che io non mangerò molto. Dopo dieci minuti scarsi, un ragazzo inzuppato con un k-way verde fluorescente suona alla porta con la pizza di Liam. -Vieni qua.. sorellina.- sorride radioso. Si abbandona al divano e mi siedo accanto a lui. 
La serata passò in fretta, mentre i nostri silenzi sovrastavano il rumore della pioggia.
-Dove dormo io?- chiesi sbadigliando
-Abbiamo la camera degli ospiti, quindi volendo potresti metterti lì.- sentivo le gambe cedere, la testa girare e la stanchezza cullarmi un po'. Dopo poco andammo a letto. Sulla soglia della mia porta mi da un bacio sulla fronte augurandomi la buonanotte. Lo saluto e andiamo a dormire.

*Che notte infernale. Hope si dimenava continuamente nel letto. Era sudata, ma non stava avendo alcun tipo di incubo.
Sentiva forti fitte nella bocca dell0 stomaco, fitte che non aveva mai sentito prima.
Aveva bisogno di qualcuno che la aiutasse, che la medicasse. Ma Liam dormiva, come poteva sentirla?*

Che mal di pancia. Accidenti!
-Mamma! Mamma, vieni qui?- ma perchè non mi risponde? Mi alzo di scatto dal letto, la testa gira vorticosamente e i crampi allo stomaco non cedono. Tasto nervosamente ciò che trovo davanti a me per non cadere nel buio. Sbatto il piede contro il comodino e impreco. -Mamma! Mamma, dai sveglia! Sto male.. mamma!- continuo ad urlare ma nessuno mi risponde. Arrivo al corridoio e la vista è meno offuscata. -Papà, papà dove sei?! Papà, non trovo la mamma!- urlo disperata. Apro ogni porta, ogni finestra. In cucina non c'è nessuno, in bagno nemmeno. Sento una fitta tremenda allo stomaco e urlo dal dolore accasciandomi a terra in ginocchio. Sento le guance bagnate dalle lacrime. -Mamma..- sussurro ormai senza voce. Sento qualcuno correre verso la mia direzione, un uomo. -Papà, papà! Ti prego, sto male! Non ce la faccio più!- gli tocco i capelli cercando di capire se stessi sognando, se mio papà fosse lì per aiutarmi. Mi urla qualcosa disperato, ma non riesco ad assimilare le sue parole. La sua voce è così.. diversa. -Papà, dov'è la mamma?! Dovete aiutarmi, sto male!- la voce ormai se n'è andata a quel paese mentre un'altra fitta mi pervade all'interno.
L'inferno è nelle mie viscere. Papà mi alza in piedi e mi chiama ripetutamente.
-Mamma, mamma!!- provo ad urlare, dimenandomi a destra e a sinistra, mentre i singhiozzi non cedono. -Voglio la mamma! Papà, aiutami!- cerco di tironarlo, di farlo svegliare nonostante fosse di fronte a me ad urlare il mio nome piangendo. -Louf! Louf, amore mio, dove sei?! Papà, dov'è Louf? Perchè non viene?! Papà, rispondimi.. A..aiutami.. Io.. non..- le gambe cedettero e la vista si offuscò completamente. 


Aprii lentamente gli occhi. Una forte luce chiara mi accecò quasi. Mi guardo intorno e noto una stanza completamente bianca. Una piccola finestra, dei macchinari vicino al letto in cui sono sdraiata e una flebo attaccata al braccio destro. Provo a tirarmi su ma non ho le forze. Non sento il controllo dei miei arti. Di nulla. Giro la testa verso la grande vetrata trasperente vicino alla porta e vedo.. sì, è Liam! Sta parlando con un uomo non molto vecchio, con pochi capelli.
Liam si volta di scatto verso di me ed entra velocemente facendomi quasi sussultare.
-Hope, che bello, ti sei svegliata!- quasi urlò. Nella sua voce c'era un leggero tono di preoccupazione. Avrei voluto chiedergli dove mi trovassi e, soprattutto, per quale motivo, ma sentivo la lingua appicciacata al palato e la gola rinsicchita di colpo. In quel momento l'uomo di prima entrò nella stanza, con passo più calmo e con una leggera smorfia di sollievo. -Signor Payne, la lasci riposare. Ora che si è svegliata non abbiamo più nulla da temere.- disse l'uomo con voce flebile. -Grazie mille dottore, grazie!- esultò Liam, abbracciandolo. Dottore. Oh.. mi trovavo in ospedale, allora. Liam si voltò verso di me con un sorriso indescrivibile, direi. Mi prese la mano, dolcemente, come faceva sempre.
-Supereremo anche questa, Hope. Insieme, noi due, sempre.- mi sussurrò. Una leggera lacrima gli attraversò la guancia. Scivolava lentamente, fino a posarsi sulla mia mano. Rabbrividii per un secondo e provai un sorriso.
Uscirono entrambi dalla stanza e cominciarono a discutere di non so bene cosa.
Ero in ospedale, con una flebo attaccata al braccio, e di quanto ho capito devo essere stata incosciente per molto tempo. Ma che diavolo mi succede? Perchè sento una voragine all'interno del petto?
Voglio la mamma. Voglio papà.




Hola chicos (?)
Bene, non so se l'avete notato, ma nell'introduzione ho scritto SOSPESA FINO A NUOVO ORDINE çwç
Mi dispiace da morire, ma domani sera parto e ad essere sincera non ho la minima idea di quando posterò.
Sinceramente, nemmeno questo capitolo era in programma ma quella rompi balle di Arianna ha voluto per forza che lo postassi, quindi se vi ha fatto venire la nausea per lo schifo che ho scritto, prendetevela con lei u.u
Alour, non ho molto tempo per scrivervi. Quindi sarò breve (?)
Hope.Malattia.Prossimo.Capitolo.
Claro?
Molti di voi ci sono già arrivati, ma nel prossimo capitolo - che non ho la benchè minima idea di quando posterò - si sveleranno tutti i problemi della povera Hope.
Detto questo, spero come al solito che il capitolo via sia piaciuto!
Farò di tutto per aggiornare, promesso *^*
Biens, buone vacanze :'3
Con affetto, Giuls.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


hope
-Chapter 10


-Liam, che succede?- chiesi per l'ennesima volta e per l'ennesima volta lui stava zitto, senza guardarmi.
-Liam, mi sto arrabbiando. Dimmi cosa c'è. Subito.- gli ordino, ma sembra non volermi ascoltare.
Gli prendo una mano e gli tiro su il volto affinchè mi guardasse negli occhi.
Sta piangendo.
-Io non..- un singhiozzo. Prende un respiro. -Non è semplice da dirtelo, così, come se nulla fosse. E' una cosa seria.- borbotta prima di ritornare a singhiozzare. Mi si spezza il cuore a vederlo così e.. non so cosa fare.
Prende l'ennesimo respiro profondo e mi guarda dritto negli occhi. Sento un senso di nausea, mi gira la testa e..
-Ho capito.-
-Hope, io.. mi dispiace.- riesce solo a dire.
In quel momento mi alzo e nella sala entra il  Dottore che per tutta la settimana mi ha tenuta sotto controllo e non mi sembra avere una bella cera. Si siede dietro la sua scrivania e inizia a guardare alcuni fogli che aveva già in mano.
-Gli esiti sono tutti positivi.- dice con voce fredda -Mi dispiace signorina Collins, ma lei è malata.- il cuore mi si frantuma in tanti piccoli pezzi scaglienti. -Probabilmente "malata" è una parola che potrà sembrare esagerata, ma è pur sempre una malattia secondo il campo medico.- spiega breve.
-Ormai niente mi fa paura.- dico come fossi un'eroina con i superpoteri. Ah, mi faccio pena da sola per le stronzate che dico.
In quel momento Liam mi stringe la mano. Forte. Rassicurante.
Mi ricordo la prima volta che ci siamo visti, parlati. Che buffo. Sorrido ripensando a quel giorno. E se ripenso che adesso siamo insieme, in ospedale, mentre mi stringe la mano e il medico mi sta per dare una brutta notizia mi scappa una piccola e insignificante lacrima. In tre mesi è riuscito davvero a mantere la sua promessa.
Io mi prenderò cura di te.
Lo stai facendo Liam. Tu si. Solo tu.
-Lei soffre di anoressia nervosa.- io lo sapevo. -Lei.. tu rifiuti il cibo come sorta di protesta da quello che è accaduto ai tuoi genitori anni fa. Si chiama anoressia nervosa proprio al fatto che tu stessa sia l'artefice del problema. Nella sua evoluzione coinvolge funzioni psicologiche, neuroendocrine, ormonali e metaboliche. Questo significa che nonostante tu senta appetito, il tuo cervello lo riufiuta, dice 'no'. Seguiremo un'alimentazione controllata. Ogni giorno ti verranno somministrate con la flebo dalle 1500 alle 1800 chilocalorie, poi passeremo a dosaggi più pesanti. Le prime settimane saranno le più difficili. Credimi, ho visto tante ragazze come te. Alcune resuscitare, diciamo, altre morire per non aver trovato la forza di smettere, o in quei casi di continuare a combattere. E' una lotta continua e non potrai fermarti al primo ostacolo. Io, come mio dovere da medico e da padre, farò il possibile per aiutarti. Serve solo.. avvertire il tuo tutore, tuo zio a quanto risulta dal tuo fascicolo.- spiega.
Ok, anoressia. Io soffro di anoressia nervosa.  Sapevo che non era infulenza intestinale come diceva Kendall.
Lui lo sapeva,
o per lo meno se lo immaginava.
Nonostante tutto mi ci vuole un po' metabolizzare questa batosta.
Rischio la morte, che cosa estrema.
C'è chi si droga per volontà e campa lo stesso, io sono malata e sfioro la morte.
Basta un niente, un flash per poter dire addio a tutto. Un gesto estremo. Un gesto a cui non ho mai pensato.. Probabilmente morire potrebbe essere la soluzione a tutta questa sofferenza che per anni si è annidata nel mio stomaco.
Meglio pensare ad altro. -No!- scatta Liam con troppa foga. Il medico lo guarda leggermente confuso.
Liam si schiarisce la voce. -Ehm.. suo zio e mia madre sono in Canada e non sappiamo con certezza quando torneranno, quindi mi chiedevo se fino ad allora potevo fare io le veci di Hope.- chiede Liam leggermente agitato.
-Teoricamente, questo compito spetta solo ai parenti stretti quindi..-
-Io sono il suo rag.. fratello.- risponde calmo. -E sono maggiorenne, ho tutti i direitti di aiutare Hope.-
Il dottore ci stava riflettendo. Picchiettava la sua penna biro sulla scrivania ad un ritmo che probabilmente solo lui stesso s€apeva e rifletteva. Liam finora gli ha dato la prova di essere un ragazzo responsabile, soprattutto nei miei confronti.
-Va bene, va bene.- accorda alla fine con un gesto vago della mano. -Farai tu da tutore.- conculude semplicemente. Si alza in piedi e ci stringe la mano e si dirige verso la porta. -Inizieremo da oggi pomeriggio. Prima cominciamo, migliori saranno i risultati.-



-Vedrai che ce la faremo.- mi sussurra Liam lentamente. E' seduto a fianco al mio letto, mentre io lo fisso come fosse un estraneo, una massa indistinta.
Siamo nella camera dove per tutte queste due settimane mi hanno tenuto sotto controllo, somministrandomi anche durante la notte dosi e dosi continue. A stento ho la forza di aprire gli occhi, sono costantemente stanca, senza forze. Ho sempre più bisogno di dormire e.. di piangere. E' una situazione troppo scomoda per me, non troverò mai la forza di riabilitare le mie sanità mentali. Lo so.
Ma poi c'è Liam. E' sempre qui, con me, a teneremi la mano dicendo che tutto va bene. In un periodo pensavo che Liam fosse un angelo custode mandatomi da mamma e papà, oggi come oggi ne sono convinta. 
L'immagine di Liam era sempre più offuscata e sentivo tutto il peso del mio corpo ricadermi sulle palpebre finchè tutto non divenne buio.



Camminavo ormai da dieci minuti avanti e indietro per il lungo corridoio azzurro sporco. Ogni infiermere mi rimproverava, dovevo restare sdraiata a letto, a vegetare in quella piccola stanza luminosa che ormai era la mia residenza da poco più di un mese. Ma io me ne fregavo e senza flebo attaccata al braccio destro me ne andavo in giro tranquillamente.
-Signorina Collins! E' impazzita per caso? Non può assolutamente andare in giro nelle sue condizioni, tantomeno senza flebo!- urlava una dottoressa o infermiera. Boh, cosa mi interessa. Sono stanca di vegetare in quello schifo di stanza mentre venti infermieri mi stanno addosso sul cibo da ingerire. Non ne posso più io!
-Hope, ma che diavolo fai?- sentì la voce di Liam affannata venirmi incontro. Che palle.
-Cosa minchia vuoi?! Lasciami stare, non sono in vena di parlare.- dico fredda
-Hope.. ma che ti prende?- chiede quasi dispiaciuto
-Oh, levati quell'espressione da cane bastonato dalla faccia e sparisci dalla mia vista!- ringhio quasi.
-Ma io..-
-Ma io un accidente! E Che cavolo! Sono stufa di avere infermieri che mi tartassano continuamente su cosa devo o non devo mangiare, inserivienti che mi vietano di camminare sul loro pavimento pulito e poi tu che mi vieti di fare la minima mossa non fare questo, non fare quello, Hope devi stare a letto, Hope non comportarti così, Hope ti sto aiutando, Hope Hope.. Hope!- mi butto su di lui e inizio a dargli pugni convulsamente. Un'infermiera mi prende per le spalle e tenta di staccarmi da Liam, ma non voglio divincolarmi. Urlo, schiamazzo e Liam sembra immobile, impietrito.
-Guardami senza piangere! Avanti, sù!- grido con la voce strozzata. Mi afferra i polsi lentamente.
-E' colpa tua Liam, è colpa tua se sono rinchiusa qui! Tua cazzo!- sussurro quasi senza più un filo di voce. Le ginocchia mi cedono e sento tutto il peso del mio corpo cadere su di esse. Striscio sfiorando le gambe di Liam fino ad arrivare alle sue scarpe. Inizio a piangere e a singhiozzare rovinosamente e mi sento uno schifo.
-Sto male.. Io.. Liam.. Non ce la faccio più..- continuo completamente senza voce. Probabilmente nessuno mi ha sentito. Liam si inginocchia lentamente e per l'ennesima volta in questo periodo lo vedo piangere in silenzio mentre i suoi occhi mi puniscono senza che lui proferisca una sola parola.
-Shh..- cerca di consolarmi accarezzandomi le spalle -Sono qui.. sono qui per te, Hope..- mi guarda fisso negli occhi, sento tutto quello che vorrbbe dirmi.
-Sono uno schifo.- Mi prende lentamente in braccio e fa in modo che la mia testa combaci con il suo incavo nel collo. Improvvisamente c'è silenzio. Ci sono solo i passi e le lacrime di Liam che rimbombano in tutto l'ospedale.
-Non abbandonarmi..-
-Non lo farò mai.. e non smetterò mai di ripetertelo.-



**



Salve gente è da un po' che non ci si vede:D Precisamente da un mese e un giorno:)
Sono pessima, eh? Si, lo sono çç Vi ho tenuto in sospeso per taaaanto tempo e poi me ne esco con una merdina del genere. Bah, valla a capire u.u (parlo di me eh)
Allora, molti di voi se l'aspettavano, alcuni invece ci sono arrivati solo adesso.
Vi giuro, da quando ho iniziato questa storia per parlare dei cambiamenti emotivi di Hope sono andata a leggermi alcune notizie sull'anoressia e da quel poco che ho appreso è venuto questo. So che non è proprio così, ma ho cercato di immedesimarmi il più possibile per spiegare sia i sentimenti, gli stati d'animo, che la difficoltà che prova Hope nell'affrontare tutto questo grande problema. Spero che in ogni caso che il capitolo vi sia piaciuto, come al solito ho fatto di tutto per renderlo 'leggibile' e non 'scaghibile' (?)
Well, è tutto:)
Ah, se ve lo state chiedendo, devo ancora tornare dalle vacanze. Eh già, torno esattamente tra due settimane.
Che bello .___.
Bene figliuoli, me ne vado a scassare la minchia a qualcun altro:D Yeeeee, asultateee!
Se volete su twitter sono @Wouldbetitanium che per chi non l'avesse ancora capito significa 'would be titanium', cioè 'vorrei essere di titanio' (vi conviene copiare e incollare il nome perchè non c'ho voglia di mettere il collegamente çç) #sfaticatezzamodeon **
Ora sparisco sul serio.
Un beso, Giuls.


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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
-Chapter 11


Sotto le coperte del mio letto si sta terribilmente bene. Non rimpiango neanche un giorno in ospedale. Due mesi chiusa là dentro - Natale e ultimo dell'anno compresi - è stata un'agonia. Forse più per Liam che per me. Il dottore diceva che è normale avere forti sbalzi d'umore, in particolare durante il periodo di ricovero. Ma io me ne rendevo sempre troppo tardi.
Riempivo Liam di insulti, incolpandolo di cose neanche minimamente collegate a lui e poi piangevo chiedendogli scusa.
Patetica.
Però, giuro, non ho mai incontrato nessuno come lui. Nonostante lo riempissi quotidianamente di insulti - nonostante coscientemente non volessi - lui mi è sempre stato accanto. Lui non mi ha solamente porso una mano, mi ha presa in braccio per proteggerli al meglio.
E non immagina nemmeno quanto grata gli sia.
A volte sembra che non ci faccio caso, che con o senza di lui sarebbe lo stesso, invece no. Se parlo della mia vita come se fosse constantemente annebbiata, senza Liam diventerebbe un buco nero.
"Ehi, dormigliona.." sentivo le spalle muoversi. Apro gli occhi lentamente, vedendo l'intera stanza ancora al buio, e trovo proprio Liam seduto accanto a me, nel letto.
Alzo di poco il busto, mi stiraccio e caccio uno sbadiglio molto sonoro. Lui sorride.
Non c'è risveglio migliore.
"Buongiorno.." bofonchio, cercando di sorridere, ma suppongo ne sia uscita una stupida smorfia.
"Lo sai che giorno è oggi?" domanda quasi saltellando, tutto su di giri.
"Mmh.. Martedì, credo. Durante le vacanze perdo la cognizione del tempo." mi giustifico, scrollando le spalle
"In realtà è Giovedì." sbuffa a ridere. Ecco, che avevo detto io? "Ma dai.. - continua - sforzati un po'. Non ti ricorda niente il 7 Gennaio? Ehh?" 7 Gennaio.. 7 Gennaio.. Aspetta!
"Ma è il mio..?"
"Sii - urla euforico - E' il tuo compleanno, Hope!" Quasi me l'ero dimenticata. "18 anni, diciotto! Adesso sei ufficialmente un'adulta!" sospira facendo finta di asciugarsi una lacrima. Che stupido! Oddio, diciotto anni.. Finalmente! In realtà, non si sentono sulle spalle, ma sapere che posso andarmene da qua e abbandonare ogni preoccupazione è.. fantastico.
"E quale compleanno non si accompagna con un regalo e una bella canzoncina?" sorride nuovamente. Oggi è particolarmente solare, così bello. Si gira di scatto e prende una busta ai piedi del letto e in seguito me la porge, leggermente in imbarazzo. L'afferro con cautela e scarto la carta da regalo. I miei occhi si illuminano.
"A dirti la verità, - comincia - l'ho comprato qualche settimana fa, ma non c'è mai stata l'occasione giusta per dartelo.." sorride portandosi una mano dietro al collo. Mi alzo in piedi e mi posiziono davanti allo specchio, guardando in ogni minimo particolare quel magnifico maglione a righe larghe, nere e grige. Era stupendo e mi stava alla perfezione.
"Non so se ti piacciono le righe, ma quel giorno ero con Louis e ha insistito su quello, quindi.."
"Non cercare altre scuse, Liam. E' bellissimo e mi piace da morire.." dico con gli occhi che pizzicano "E' il primo vero regalo dopo.. neanche me lo ricordo da quando! - butto lì sorridendo - Grazie, per tutto.." mi avvicino e poso le mie labbra sulla sua guancia, leggermente accaldata, mentre con un braccio mi cinge le spalle.
"Aspetta qui.." sussurra scappando nell'altra stanza. Rientra poco dopo con una chitarra acustica.
"La chitarra è di Niall, ma.. diciamo che me la cavo, ecco.." sorride nervoso.
"Non vorrai cantarmi 'Tanti auguri a te', vero?" domando preoccupata. Lui scrolla le spalle e sorride sconsolato. E' più forte di me, è terrificante quella canzone.
Improvvisamente, Liam comincia a pizzicare le corde emettendo una melodia, alquanto famigliare.. Era lenta e terribilmente dolce..
"I was her, she was me.." comincia a cantare. Che voce sublime.
"We were one, we were free. And if there's somebody calling me on, she's the one. If there's somebody calling me on, she's the one.."
ripete. La melodia continua e non stacca il campo visivo da me.
"We were young, we were wrong. We were fine all along. If there's somebody calling me on, she's the one.." il ritmo si fa più melodico e moderato e la sua voce è sempre più bella.
"When you get to where you wanna go and you know the things you wanna know, you're smiling. When you said what you wanna say and you know the way you wanna play you'll be so high, you'll be flying. Though the sea will be strong, I know we'll carry on, 'cos if there's somebody calling me on.. she's the one.. Oh, she's the one.." rallenta di nuovo, mantenendo stabile la voce roca.
"If there's somebody calling me on.. She's.. the one."
accordo finale. 
Posa la chitarra sopra al letto, delicatamente. Io.. improvvisamente non so più come si parla. Non so nemmeno che fare..

"Io sono convinta che tu sia un angelo.." dico poi di getto, pentendomene. Mi lancia uno sguardo leggermente confuso.
"Ecco.. nella mia vita sei entrato dal nulla e pian piano mi sono abituata alla tua presenza. Mi hai raccolto e portato con te quando nessuno l'aveva fatto e.. all'inizio ti credevo un dono dei miei, da lassù.. Non voglio che tu mi prenda per pazza ma.." non mi lascia terminare la frase che mi attira a sè e mi abbraccia stretta, diversamente da prima. E' un contatto piacevole, diverso, che non dispiace mai e sì, resterei qui così per sempre.
I suoi occhi sono completamente lucidi, mentre ormai da me le lacrime scorrevano ininterrottamente.
"Ti voglio bene.." gli dico con la testa contro la sua spalla, lasciandomi scappare un singhiozzo.
"Forza sù - si alza di getto dal letto, strofinandosi gli occhi - Oggi non si piange, oggi si ride!" continua come un bambino "E, tanto per rendere il tutto ancora un po' più speciale, guarda un po' cosa c'è in giardino che ci aspetta?" attraversa corricchiando la stanza e apre di getto la tenda della mia stanza ed è.. tutto completamente bianco!
"Ha nevicato per tutta la notte e guarda quanto ben di Dio! - esultò - Dai, vestiti e preparati alla battaglia di neve più disastrosa della tua vita, Hope Collins!" minacciò fingendosi uno di quei cattivi nei film.
Senza farmelo ripetere una seconda volta, prendo il mio nuovo maglione e i pantaloni più pesanti nel mio armadio e scappo in bagno a vestirmi, con un sorriso che va da un orecchio all'altro.
Potrei metterci una mano sul fuoco: non esiste scena più esilarante di Liam Payne, il belloccio della scuola, contorcersi sul manto innevato del suo giardino dopo aver ricevuto una palla di neve ghiacciata, in pieno volto. Vederlo rotolare, schiamazzare e allo stesso tempo ridere sguaiatamente era, probabilmente, la scena più bella che abbia mai visto.
In balia dei miei pensieri, Liam si solleva da terra con un balzo e con un sorriso indescrivibile si scaraventa addosso a me facendomi cadere rovinosamente a terra.
Lo sento particolarmente vicino. I nostri sguardi si fondono, il suo fiato si fa sempre più corto e i nostri nasi si sfiorano. Sono immobile, pietrificata, incapace di muovere un solo muscolo o di battere ciglio.  
Sento uno strano suono provenire dall'entrata.
"Il campanello.." sussurro pena, ma lui sembra assorto in chissà quali pensieri. "Liam..?" ritorna sulla terra
"Si..?"
"Il campanello.. Hanno suonato.." provo a scostarmi da sotto il suo corpo e solo allora sembra svegliarsi.
"Si.. hai ragione." si alza di scatto, con lo sguardo ancora confuso e corre verso l'entrata. Pulendomi la neve dai pantaloni e dai capelli, avanzo anch'io dentro. Abbiamo giocato abbastanza per oggi..
"Liam!" quella voce mi gelò il sangue in un istante.
"Kendall.. Mamma.. Siete tornati?" dal tono di Liam, tutto sembrava tranne che una domanda.
Si, abbiamo giocato abbastanza.


***



ODDIO QUANTO MI MANCAVA IL MIO COMPUTEEEEER!!!
Ok.. mmh.. Ciaooo :D Dopo essere tornata a casa, la prima cosa che ho fatto è stata piangere perchè non volevo tornare. Si.. e poi ho scritto il capitolo çç
Allora, posso dire una cosa? Sarà scritto da c.d.c ( çç ) ma mi piace da morire lo stesso :')
Probabilmente, la parte in cui Liam canta 'She's the one' con la chitarra la accostere al capitolo di Maria (non è che mi uccide se la chiamo così? o.o) su I'd like to be everything you want nel capitolo in cui Zayn canta 'When you look me in the eyes' a Mary. So benissimo quanto lei odia gli scopiazzatori e se seguite le sue storie sapete che anche qui su Efp ci sono ragazze che prendono molto più di uno spunto dalle sue storie. E.. ecco, io volevo dire questo. Spero che non andrete a dire 'quella ti ha copiata' perchè non era assolutamente mia intenzione. Mi sembrava semplicemente un'idea carina, tutto qui :)
Detto questo, avete visto chi è tornato? Yeeee, che cosa bella D:
Vi dico solo che adesso sarà tutto in discesa. Non per la semplicità, ma al contrario perchè andrà tutto male e..
adesso la smetto di raccontarvi tutto eh çç
Maaaaa.. parlando di cose più serie. L'AVETE VISTO IL VIDEO DI CIASTIN???? ODDIO, STO SCLERANDO MALISSIMOOOO   NBHVGCFDXCFBHJNKMKNBHJ HELPATEMIIII!!
Ok, keep calm. Respira.
Si, certo. Non so se vi rendete conto ma 'RIP Beliebers Ovaries' è un TREND! AHHAHAHAHAH :'D
Beeeeh, ho appena postato una shot I CAN WAIT FOREVER (cliccateci sopra) e mi farebbe taaaanto piacere se la leggeste :')
Ecco, that's all for now.
Grazie per tutto il vostro sostegno, non so dove sarei senza di noi. <3
Giulia


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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
-Chapter 12
Save me from the nothing i've became


"Allora.. - comincia Liam cercando di rompere il ghiaccio - Com'era il Canada?"
Siamo seduti tutti a tavola per il pranzo. Ho un'ansia che pian piano mi sta attraversando il corpo, lentamente, dai piedi fino alle spalle. Jonah prende parola.
"E' stato un viaggio molto.. interessante e abbiamo scoperto molte cose l'una dell'altro.." dalla sua voce trapelava un pizzico di amarezza. Spero che non le abbia fatto nulla.
"Si, abbiamo persino sciato!" dice entusiasta Kendall
"Sciato? E da quando tu sai sciare?" chiede Liam rivolgendosi alla madre, con un sorriso un po' incerto. La donna finge visibilmente un sorriso, toccandosi poi lentamente il braccio. Qualcosa mi puzza..
"Veramente.." commenta lei ma mio zio la precede "Io non sapevo che non fosse capace, infatti è caduta e si è storta leggermente il braccio."
"Che?! Ma come stai adesso?" urla Liam alzandosi dalla sedia, preoccupato. La donna le regala un sorrido dolcissimo e scuote leggermente la testa. Ascoltando i loro discorsi, mentre portavo a tavola due piatti con il secondo, scivolo su una chiazza d'acqua per terra, proprio vicino al lavello, frantumando entrambi i piatti. Atterro sbattendo violentemente il ginocchio contro il pavimento e con le mani, ormai tagliate per la ceramica rotta, in avanti.
"Guarda che hai combinato, razza di imbecille!" urla Kendall con tutta la rabbia che ha in corpo "Credevi fossero gratis quei piatti, tra l'altro, neanche miei?! - continuava imperrettito, ma lo scorrere del sangue dalle mie mani mi fece tornare indietro di sei anni, all'incidente, e cercavo di non ascoltarlo - Sto parlando con te, brutta disgraziata!!" sbraita ancora più forte afferrandomi la mascella con la sua mano grezza e robusta. Sentivo gli occhi bruciare, stavo piangendo.
"Kendall, tesoro, basta.." sussurrò a pena la donna che venne subito zittita da una spinta
"Sei impazzito?! Smettila, Kendall, subito!" grida Liam più furioso che mai, cercando di allontanare sua mamma il più possibile. Io sono immobile, bloccata a terra, con ancora la mano di Kendall che mi fa sempre più male.
Non resisto più, scoppio letteralmente a piangere per la paura e per il dolore nel sentir le mie mani bruciare come fuoco. Sapevo cosa stava per succedere, stava per ricominciare con la sua violenza, col suo essere cattivo. Infittisco gli occhi chiudendoli stretti, si sente meno dolore. Ma.. invece no. Sento la presa sulle mie guance farsi sempre più lenta, fino a che le sue mani si scollano completamente. Riapro gli occhi, con una paura bestia dentro, e vedo l'uomo dei miei più grandi incubi guardarmi come impietosito. Non riesco ancora a muovermi, ancora paralizzata a terra.
Si volta, dando un calcio alla sedia e in quel momento, con non so quale forza, mi alzo di scatto e scappo di corsa verso il bagno.
Sono davanti allo specchio cercando di togliere una scaglia di ceramica dall'indice e mi mordo il labbro cercando di non urlare dal dolore. Mi guardo un secondo. Stavo guarendo, iniziavo a sentirmi finalmente amata, come una persona normale.. pare che tutto questo sia scomparso nel nulla.  La testa pesa e sento solo ora il ginocchio cedere e, senza forze, mi accascio appoggiando i polsi al lavandino cercando di piangere nel più religioso silenzio possibile.
Qualcuno mi prende delicatamente le spalle. E' inutile girarsi, solo una persona ha un tocco tanto delicato.
"Vieni qui.. - sussurra Liam con la sua solita voce terribilmente dolce - Devo medicarti la mano, prima che si infezioni.." ma anche a lui trema la voce e dalle sue vene nel collo, parecchio marcate, capisco che è furioso.
Passa il disinfettante lentamente affinchè non sentissi bruciore. Ma quello è niente in confronto al dolore che sento alla mascella, diventata ormai quasi violacea.
"Hope, io.." sibila piano
"Non dire nulla."
"Ascolt-"
"Ti prego." lo zittisco. E' inutile piangere sul latte versato, basta. Sentire parole di rammarico non è proprio il caso.
In silenzio, con le sue mani calde, Liam mi fascia anche la mano dove le scaglie dei piatti hanno fatto più disastro.
Perchè lui? Perchè mettere in questa situazione disastrosa una persona tanto buona come Liam? Perchè?! Avrei preferito patire le pene dell'inferno fino alla morte piuttosto di dargli carico anche della mia stupida esistenza. Non è giusto.
Gli accarezzo lentamente la guancia con la mano sana e con la sua la sfiora dolcemente. Sta per piangere.
Mi alzo dal piccolo sgabello e vado in camera. Voglio stare sola.
"Che fai?!" domando accigliata trovandomelo alle calcagna
"Non posso lasciarti da sola, proprio adesso." sussurra. Ecco..
"Ti prego Liam.. - ricomincio a singhiozzare - Va da tua madre prima che.. possa succedere altro.." mi siedo sul letto prendendomi la testa tra le mani, incapace di guardare Liam negli occhi.
"Io voglio restare qui." sibila quasi senza voce, sedendosi accanto a me, nel letto.
Incosciamente, nonostante la mia testa me lo proibisse, mi butto tra le sue braccia, l'unico posto dove mi sento realmente al riparo da qualunque cosa. E piango. Piango ancora, stringendo la sua maglietta per non urlare e dare di matto.
Niente potrebbe farmi star meglio se non riaprire gli occhi ed essere da sola con Liam, mia madre e mio padre, lontana da tutti e da tutto.
Mi volto verso la finestra enorme, è già tardo pomeriggio.
"Ragazzi.. - sentiamo provenire dal fuori dalla porta, dopo aver sentito bussare. Si affaccia Jonah - Va.. tutto bene?" annuisco, ma Liam guarda altrove. La donna si avvicina, incucciandosi di fronte a me, guardandomi in volto. Alza piano la mano fino a sfiorarmi la parte inferiore della guancia e mi accarezza dolcemente.
E' la prima volta che mi tocca e.. sento lo stesso tocco delicato del figlio, dolce e sensibile. 
"Mi dispiace tanto.." sussurra. Io scrollo le spalle in segno di resa. Sono cose di normale amminastrazione queste.. e siamo tornati alla normalità, quindi mi sembra giusto.
Jonah si alza e, con fare materno, mi bacia la fronte augurandomi la buona notte per la sera - sapeva che non sarei più uscita dalla mia stanza - e stessa cosa fa con il figlio, più sconvolto e furioso che mai.
"Grazie.." sussurro sotto le coperte.
"Per cosa?"
"Anche solo per qualche ora hai reso questo giorno il compleanno più bello della mia vita.." dico sincera, guandandolo dritto negli occhi. Non risponde. Si avvicina e poggia un braccio attorno alle mie spalle, stringendomi a lui, e con l'altro mi avvolge il fianco.
"Hope.. devo dirti una cosa.." bisbiglia. Mugugno qualcosa, già in dormiveglia, e lo sento ridere silenziosamente.
"Credo di essermi innamorato di te.." Stavolta sono io a non rispondere.
Gli prendo una mano e la stringo forte, guardandolo in volto - per quel poco che il buio permettesse - e vedendo le sue iridi color nocciola risplendere nell'oscurità della camera sentii il cuore battere inconsciamente all'impazzata.
Oh Liam.. solo Dio sa per cosa stiamo combattendo.


***

Okay, non potevo aspettare!
Volevo postarlo domani pomeriggio, ma dopo aver sentito la notiziona di Liam kjhghnbg non ho resistito :')
Oh accidenti, ma quanto son felice per lui? Quanto? jhgfjbhgvfh oddio!
Basta.
Adesso tutti diranno ''Siiiiiii, finalmente!! Adesso si metteranno insieme!" AHAHAHHAHAH mmh.. vedremo :)
So che comunque tutti lo aspettavate questo momento, i know :')
In realtà non era previsto, ma avete insistito così tanto che vi ho accontentato:D
Devo dire che ho dovuto stravolgere completamente il finale, ma direi che andrà bene lo stesso :)
Poi volevo dirvi una cosa.. Una cosa seria..
Questa è solo una storia, frutto della mia fantasia, ma guardiamo in faccia la realtà: sono cose che capitano tutti i giorni!
Purtroppo è così.
Durante i due mesi in vacanza ho conosciuto una donna (sulla quarantina, diciamo) con una storia molto simile a questa.
Quand'era ragazza, ha conosciuto un uomo ad un funerale. Questo era come un cucciolo indifeso, dato che il funerale era del padre, e lei si è come impietosita. Hanno incominciato ad uscire, per farlo distrarre etc.. ma ai genitori di lei, lui non piaceva, eppure sentiva di non poterlo abbandonare. Si sono spostati, hanno avuto due figli e sono stati insieme per quindi anni. Tutto normale, potrebbe sembrare, ma non fu così.
Lei tornava tardi da lavoro e lui l'aspettava per picchiarla, per farle del male, perchè la cena non era ancora pronta, perchè perchè secondo lui lei aveva un altro. E quindici anni così, di botte, lividi, di pianti, di sofferenza, con due figli a carico e un mostro che la uccideva ogni fottutissimo giorno.
Ci pensate?
Questa è solamente una storia, ma pensate a questa donna che mi raccontava ogni cosa con un sorriso amaro sul volto, con la pelle d'oca ripensando a quel mostro che chiamava marito.
L'ultima volta, l'aveva colpita con una padella - ancora rovente - diretta in faccia ma che riuscì a schivare prendendola sul braccio.
Ci pensate?
E solo allora lo denunciò. Aveva paura per i suoi figli, aveva paura che prima o poi sarebbe andato oltre.
Adesso sta con un uomo fantastico che conosco dalla nascita, una sorta di zio:)
E' meraviglioso, la fa sorridere sempre e la toccherebbe sono per accarezzarle una guancia :')
Comunque, scusate lo sfogo, ma ci tenevo a raccontarvelo.
Anche se un po' tutti lo vorremmo, la vita non è una fanfiction, tutte con un bell'happy ending. La vita va oltre, purtroppo,
ma basta avere quel piccolo barlume di speranza che qualsiasi cosa s'aggiusta - il più delle volte. :)
Detto questo, evaporo.
Spero il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate apprezzato:)
Giuls.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


capitolo 13
-Chapter 13

"Fammi capire.. Non ne avete ancora parlato?" chiese nuovamente la Jonson, la psicologa della scuola. Avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, qualcuno - all'infuori di Liam - a cui raccontare ogni mia preoccupazione e.. mi sembrava la persona più adatta.
"In realtà no.." risposi distratta
"Adesso ti pongo una domanda: lui ti piace?"
"Io.. insomma.. ha una ragazza.. viviamo insieme.. è.. impensabile.." farfugliai confusa. La donna si tolse gli occhiali, alzandosi dalla sua sedia e mettendosi davanti a me, sopra la scrivania.
"Liam è un bravo ragazzo, lo conosco da cinque anni e mi ha sempre dato l'impressione di essere un ragazzo responsabile, con la testa sulle spalle. Finora hai vissuto una situazione disastrata.. tra la morte dei tuoi, tuo zio.. insomma, io credo che Liam sia un segno. E' ora di ricominciare a vivere Hope, devi lasciarti il passato alla spalle, ricominciare da capo, e Liam è il primo passo. Sono sicura che non abbia detto di essere innamorato di te per compassione, anzi, credo proprio che fosse sincero. Lo è sempre stato nei tuoi confronti, perchè mentire proprio su un argomento tanto delicato?"

Le parole della Jonson mi farfugliarono in testa tutta la giornata. Forse aveva ragione. Grazie a Liam sono uscita da un baratro che fino a prima di incontrarlo mi impediva di essere felice. Ora è tutto diverso, con lui va tutto meglio.
"Ciao Hope." mi voltai di scatto, sentendo la voce di Zayn risvegliarmi dal mio stato comatoso.
"Ehi, ciao.." salutai.
"Passate bene le vacanze?" chiese, dopo aver preso una sedia e sedendosi accanto a me. Perchè faceva certe domande se io e il suo migliore amico viviamo sotto lo stesso tetto? Penso gli avrà raccontato del ricovero in ospedale, quindi..
"Che ti serve Zayn?" la mia domanda lo spiazzò letteralmente. Sapevo che c'era qualcosa sotto.
"Ho parlato con Liam l'altra sera.." ecco. "Mi ha raccontato cos'è successo con tuo zio.. e poi.. insomma.."
"Ti ha detto che è innamorato di me. O quel dettaglio lo ha omesso?" domandai sarcastica. Deglutì rumorosamente. "Senti.. quel che è successo è successo. Grazie a Liam la mano è quasi risanata, quindi niente da preoccuparsi. Poi per il resto.. Non ne abbiamo parlato e.. sinceramente non so cosa fare.." ero visibilmente confusa e credo che chiunque se ne sarebbe accorto. "Liam è fantastico, è la persona più dolce che abbia mai conosciuto e si sta accollando problemi che nessuno vorrebbe avere o minimamente pensare. Avermi anche solo come amica è orribile, figuriamoci come.."
"Fidanzata?" scherzò lui, ma non c'era da ridere. Non per me almeno.
"Vorrei solo che lui sapesse quanto io gli sia grata, vorrei dimostrarglielo, vorrei dirgli quanto per me sia importante.. Ma poi c'è sempre un qualcosa che mi blocca impedendomi di dire ciò che voglio fino in fondo.."
"Cos'è che ti blocca?" sussurrò Zayn, avvicinandosi. Per fortuna durante l'intervallo tutti uscivano alle macchinette.
"Soltanto il fatto che siamo costretti a vivere insieme è un problema. E' costretto a subire ogni mio problema, ad assistire ad ogni litigata con mio zio, ogni colpo, ogni volta che mi fa del mare. Non può far altro che consolarmi e questo mi uccide. Preferirei morire all'istante che fargli passare un altro giorno di agonia per colpa di questa situazione orribile. Non potresti mai capire ciò che provo io, mentre Liam ormai lo capisce benissimo. Sa come sto, sa che odio la mia vita, ma non sa che è solo grazie a lui se sono ancora viva.Poi c'è la sua ragazza, Danielle, e penso sempre a lei quando Liam mi abbraccia, quando mi bacia la fronte. Penso che non si merita di soffrire per colpa mia. Stanno insieme, accidenti, non posso arrivare io con i miei problemi, far impietosire chiunque e 'rubarle' il ragazzo. Non lo farei mai.. Tutto qua.." dissi tutto d'un fiato. In quel momento la campanella suonò lasciandomi un amaro in bocca disgustoso. La classe ricominciò a riempirsi a poco a poco ed era ora per Zayn di rientrare nella sua.
"Devi solo essere sincera con Liam. Lo apprezzerà, credimi.." sorrise. Si alzò dalla sedia e mi abbracciò di getto, stretta. Rimasi esterrefatta da quel suo gesto, non me lo sarei mai aspettata da lui.
"Comunque, sai con chi parlare se hai bisogno.." ammiccò uscendo dalla classe. Alcune mie compagne mi lanciarono strane frecciatine, ma poco m'importava. Ho finalmente capito chi è Zayn Malik.. la copia esatta di Liam Payne, solo con la cresta. Dolci e sensibili entrambi, pensai.


"Allora.. - cominciò Liam, spezzando quel silenzio agghiacciante - Com'è stato ritornare a scuola?" eravamo in macchina, tornando a casa da scuola e sinceramente avevo solo voglia di infilare la testa sotto il cuscino.
"Come al solito.. Ho dovuto raccontare che presi la varicella anzicchè dire di essere stata ricoverata in ospedale. Tutto nella norma, insomma." sdrammatizzai.
"Mmh.. c'è qualcosa che mi devi dire?" chiese leggermente imbarazzato
"C'è qualcosa che dovrei dirti?" domandai confusa
"Che so.. Hai parlato con qualcuno? Zayn.. Non so.." Si beh.. Oddio no!
"Non mi dire che hai urigliato?!" sbottai
"Cosa? No no, i-io non stavo origliando, i-insomma.." non è possibile!
"Non ci posso credere! Ma sei impazzito? Perchè l'hai fatto?!" ormai persi il sontrollo. Ero furiosa e non potevo credere a quello che mi stava dicendo.
"Hope ti prego, calmati!" cercava di mantere un tono della voce tranquillo mentre continuava a guidare
"Calmarmi? Perchè dovrei, scusa? Con quale diritto ti metti ad origliare le conversazioni altrue, eh?!" La macchina rallentò di colpo, accostando poco dopo subito davanti casa. Scesi dalla macchina furiosa ed entrai notando che si erano dimenticati di chiudere la porta a chiave, prima di andare a lavoro, per l'ennesima volta.
"Tu non capisci Hope.."
"Non capisco? Oh davvero? Sentiamo, illuminami con le tue spieg-" non feci in tempo a terminare la frase. Una forte presa sulla vita mi avvicinò di getto a Liam, sentendo uno strano calore contro le mie labbra. Erano le sue. Mi sentivo come un bambino che provava per la prima volta il gelato. Nella mia testa farfugliavano tanti di quei pensieri tranne quello di staccarmi. Possibile che mi sentii una ragazza solo in quell'istante? Quando Liam si staccò, presi un lungo respiro.
"E' di questo che parlavo. Non ci rivolgiamo la parola dal tuo compleanno, da quella sera. Raramente mi hai parlato in questi ultimi giorni e sapevo che non mi avresti affrontato. Per questo ho chiesto aiuto a Zayn, perchè volevo capire che succedeva tra di noi, perchè ti fossi staccata così violentemente da me.. Ma adesso è tutto più chiaro.." sorrise, poggiando la sua fronte contro la mia. Le mani  tremavano, sentivo il respiro mancare. Era normale? Ma poi ripresi coscienza.
"No." mi allontanai di getto. "No, Liam. Non si può.."
"Ma perchè devi dire questo Hope.. Perchè?"
"Perchè? Perchè viviamo sotto lo stesso tetto come fratelli, anche se non abbiamo nessuna parentela. Perchè hai una ragazza che, suppongo, ti ami e non voglio arrivare io e rovinare tutto. Perchè tu hai una cazzo di vita migliore della mia e non voglio che tu stia qui con me a pian-" di nuovo. Stessa scena.
"Ripeto: tu non capisci. Non capisci quando ti dico che passarei cento giorni all'inferno pur di passarne uno con te, tu non capisci quando ti dico che non ho una 'cazzo di vita perfetta' come dici tu ma ho più problemi di quanto la gente pensi. E non capisci quando ti dico che io voglio te, Hope, voglio solo te." la sua mano stretta nella mia, con gli sguardi incatenati. Gli occhi pizzicavano e da un momento all'altro sarei scoppiata in lacrime. Mi prese il viso tra le mani e il mio cervello andò in tilt. Ci guardammo per alcuni secondi per poi eliminare la distanza tra di noi. Lo ribaciai sentendomi la stessa presa sul fianco e con la mia mano che s'intrifulava furtiva tra i suoi capelli. Era tutto dannatamente perfetto.
Sentivo che l'unica cosa di cui avevo bisogno in quel momento era lui.
La sua mano saliva lentamente da sotto il maglione e una scarica di brividi mi travolgeva ad ogni suo movimento.
Mentre credevo che tutto fosse finito lo sentii farsi spazio nella mia bocca con la lingua e solo in quel momento percepii che era tutto sbagliato. Ma nulla, nè un muscolo nè altro, aveva una forza tale da farmi allontanare da quel corpo che, fin dalla prima volta che incontrai, mi faceva letteralmente impazzire.
Cademmo rovinosamente sul divano, cominciando a ridere convulsamente come due cretini. Mi guardò un istante facendomi perdere nei suoi occhi così luminosi.
"Sei bellissima quando ridi.. Sei bellissima sempre.." sussurrò togliendomi un cuscino da sotto la schiena, affinchè aderissi perfettamente al divano. Avvampai d'un colpo e lui sorrise nel vedermi arrossire. Si avvicinò nuovamente, baciandomi piano, più dolcemente. Mi sollevò il maglione e me lo sfilò con facilità. Io feci lo stesso sbottonandogli bottone dopo bottone la sua camicia. Sentivo le sue labbra muoversi sinuosamente dal bacino, andando sempre più su fino ad arrivare alla spalla. Ogni bacio, ogni suo piccolo morso lasciava scie bollenti facendomi rabbrividire beatamente.
"Non credo di essermi innamorato di te.." sussurrò oiu. Alzai la testa di poco, parecchio confusa. "Sono innamorato di te" sorrise. Sentivo il cuore a mille. Non mi ero mai sentita così con nessuno. E poi arriva Liam che con la sua dolcezza mi ha fatto capire che la vita non è solo sofferenza, ma molto, molto di più.
"Se dovrò andare all'inferno per stare con te.. sono pronto a correre il rischio" mi disse accarezzandomi una guancia. La sua voce roca mi mandò in tilt completamente e sentii le guance andare nuovamente a fuoco. Sospirai
"Solo Dio sa per cosa stiamo combattendo.." rispondo di rimando
"Dio sarà dalla nostra parte." sussurrò avvicinandosi, per poi lasciarmi l'ennesimo bacio togli fiato.
Avrei potuto toccare il cielo con un dito. Tutto era perfetto, lui era perfetto.
Poi sentii un rumore di chiavi fuori dalla porta e solo allora mi ricordai che non era chiusa a chiave.



***

E SBEEEM!
Mio dio, so che è tardi e so che sono in ritardo col postare e mi dispiace ma solo qualche ora fa mi è venuto in mente questo capitolo! Non avevo ispirazione e tadaaaan :)
Ma chi sarà fuori dalla porta? Mmh.. chi lo sà çç
Okay, è tardi, ho sonno, è tardi e l'ho già detto. uù
Sto giù in una maniera assurda, sono scazzatissima e basta. çç
Se qualcuno ha voglia di parlare/confidarsi/o semplicemente ridere e fare la cretina su twitter mi trovate come @wouldbetitanium Ho voglia di parlare con qualcuno e credo che farà bene sia a me che a voi - se ne avete bisogno.
Bien, non ho altro da dire perchè boh.. non so che dire.
ANNNNNNZI, mio Dio! Vorrei assolutamente ringraziare con tutto il cuore, dico davvero, tutte quelle che hanno messo questa storia tra le preferite/seguite/ricordate, tutte quelle che recensiscono e tutte quelle che ci sono sin dall'inizio ma in silenzio:') Davvero, senza di voi non sarei nulla. E al diavolo chi con due soli capitolo arriva a cento recensioni, una recensione vostra vale mille per me :')
Bella bro, me la squaglio (?)
Ma quale bro!
Mmh..
Bella sistah - oh yeah - vado a letto!
Passo e chiu.. Basta, la smetto.
Giuls.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


capitolo 14
-Chapter 14

Posai entrambe le mani sulle sue spalle e, facendo pressione, lo scostai da me. Ebbi il tempo di rimttermi il maglione e la porta di aprì di scatto.
"Oh, ciao ragazzi." salutò Johan, entrando in casa di corsa
"Ma che ci fai qui?!" squittì Liam. Oh no..
"Son venuta a prendere il cellulare ma.. che diamine ci fai senza camicia?" ti prego menti, ti prego menti
"Stavo.. per fare un bagno caldo.." la donna annuì, probabilmente c'era cascata
"Hope, tesoro, sembra che tu abbia visto un fantasma. Tutto bene?" ero rimasta impalata davanti al tavolo, a fissare Jonah, con la paura che possa averci scoperto. Anche se.. in verità non stavamo facendo nulla di che.. Credo, almeno.
Scossi la testa e le sorrisi, rassicurandola. Andò in cucina, rapida, e bevve un sorso d'acqua prima di prendere il cellulare lasciato sopra il piano cottura.
"Non uscite di casa oggi, porta neve e non conviene guidare con la strana ghiacciata." si raccomandò "Sicura che tu stia bene? Ti vedo pallida.." mi sussurrò quasi, poggiandomi una mano sulla fronte "Ma tu scotti!"
"Chi scotta?" domandò Liam preoccupato tornando dalla sua stanza, ancora in canottiera.
"No no, sto benissimo.. Davvero." dissi, cercando di rassicurarli entrambi
"Liam, lascia stare il bagno, ti lavi dopo. Preparale un tè caldo e misurale la febbre." insistette Jonah. Sorrisi involontariamente e rividi il volto di mia madre nel suo. Rammento che si preoccupava continuamente per me, ad ogni starnuto o colpo di tosse lei lei era sempre pronta a prevenire una mia eventuale malattia e anche la madre di Liam sembra così.
Salutò me e Liam velocemente ed uscì di corsa di casa. Spostai lo sguardo su Liam e il secondo dopo scoppiò a ridere.
"Dai, è stato divertente! Per poco non ci beccava." esorsì, continuando a ridere
"Ma smettila.." borbottai "Potevamo dire addio alla vita se invece di tua madre fosse stato mio zio." Liam ci pensò su un attimo e poi annuì. Se fosse entrato Kendall sarebbe stata la fine, davvero.
"Ma non è successo. E' tutto okay adesso.. Quindi, volendo, potremmo.." disse piano avvicinansosi a me. Spalancai gli occhi e cominciai a tossire convulsamente.
"Hai sentito tua mamma? Ho la febbre, potrei infettartela se stiamo troppo vicini!" sbottai, riprendendolo
"Sai che cosa romantica? Vicini vicini, con la febbre, mentre ci medichiamo a vicenda.." si avvicinò nuovamente.
"Sai che cosa ripugnante? Mentre mi stai per baciare, visto che è quello che vuoi fare, mi viene un attacco di vomito!"
"Che schifo, Hope!" urlò lui, disgustato
"E' inutile che ti schifi. Sarà così la scena se non mi stai lontano e non mi prepari un tè come ha detto tua mamma." lo sentii bofonchiare qualcosa e mi scappò un risolino. Era incredibile. Da fuori Liam potrebbe sembrare il principe azzurro che ogni ragazza vorrebbe, poi in realtà è anche un po' troglodita come tutti i suoi amici. Un principe troglodita.
"Posso sapere perchè sorrisi così beatamente?" chiese, riportandomi sulla terra.
"Stavo pensando.."
"Ah wow, tu pensi." disse scoppiando a ridere
"Stavo pensando a te.." sorrisi. Mi misi in ginocchio sul divano e mi avvicinai al suo volto.
"A me?" continuò compiaciuto, avvicinandosi ancora. Annuii lentamente.
"Si, pensavo a te e.. a quanto tu sia idiota!" sbottai, risedendomi sul divano con fare arrabbiato. Ci fu un attimo di silenzio, poi con un balzo scavalcò il divano saltandomi letteralmente addosso. Cominciò a farmi il solletico facendomi ridere convulsamente. Lo imploravo di smetterla ma sembrava non ascoltarmi proprio. Iniziai a piangere dal tanto ridere e solo in quel momento si fermò.
"Arrenditi al tuo padrone." esordì, bloccandomi i polsi
"Mai!" urlai. Come se mi fossi arresa, si avvicinò pericolosamente al mio volto. Sentivo il fiato farsi corto e tutto il peso di Liam sul ventre.
"Posso baciarti?" chiese serio. Avvampai d'un colpo. Adesso chiedeva il permesso?
"Riguardo al discorso di prima.. Sai, mi sta venedo proprio adesso da vomitare quin-" ma chi volevo prendere in giro. Non mi diede minimamente retta e mi baciò. Per quattro anni sentii parlare le mie compagne di classe dei loro vari ragazzi, di quanto fosse bello baciarli, che il primo bacio non si scorda mai. Son sempre passata oltre quelle loro storielle, mi sembravano tutte bagianate sdolcinate. Però.. proprio qui, adesso, con Liam.. solo adesso capisco quello che si prova. Le famose farfalle nello stomaco.  
"Liam?"
"Mmh..?"
"Il tè, sta bollendo l'acqua." sghignazzai. Non sapevo di avere questa grande dote di rovinare momenti tanto teneri.
"Che lagna che sei." bofonchiò alzandosi per andare a spegnere il pentolino.
"Vado a prendere il termometro, intanto.." feci per andare verso il bagno, ma Liam mi bloccò per la mano.
Silenzio.
"Domani parlerò con Danielle." disse serio "Ci sei solo tu per me." e tornò in cucina.
Oh si. Ora sentivo le farfalle.



***


SONO VIVA, SI SI :D
L'erba cattiva non muore mai e I'm still here!
In realtà mi ero dimenticata essere registrata su questo sito e che aspettavate sto capitolo. Ma proprio non avevo voglia e soprattuto non avevo ispirazione. Infatti, come avrete notato, il capitolo fa parecchio schifo çwç
Ma è arrivata Beatrice - la nuova perturbazione - a rompere la minchia con il suo vento del cavolo e quindi non mi andava di scrivere altre robe tristi, mi sarei depressa ancora di più D:
L'estate è fatta per il caldo. Avremo si e no sei mesi di freddo tra autunno e inverno QUINDI 'STA BEATRICE POTEVA STARE ALL'INFERNO CON DANTE, (?) NO PROBLEMA.
Okay.
Il capitolo, chiedo scusa ancora, fa schifo ma.. consideratelo di passaggio.
Mentre scrivevo ho avuto l'idea geniale di cosa far accadere quindi don't worry:D
Poi, per chi non l'avesse ancora capitolo la storia è praticamente finita. Mancheranno si e no due/tre capitoli più epilogo, soo çwç
Ah, ho iniziato una nuova mini-long però su Justin :) Non so se può interessarvi ma magari, se non avete proprio nulla da fare e volete rendere la povera Giuls felice passateci :3 Questo è il link You make me feel like a human (cliccateci sopra) Mi farebbe taaanto piacere se mi lasciaste un parere, ecco c:
Poiii, vorrei ringraziare chi tiene questa storia tra le preferite/seguite/ricordate, chi recensisce, e chi legge soltanto ovviamente. Siet tutto per me, non dimenticatelo :')
Detto questo, vado ad imprecare un po' contro Beatrice - visto che stasera dovrei uscire.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre fatemi sapere com'è:)
Twitter: @wouldbetitanium :)
Giulia


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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


capitolo 15

-Chapter 15
They say bad things happen for a reason
but no wise words gonna stop the bleending.



Non volevo nemmeno che Liam uscisse di casa, c'era un tempo orribile. La pioggia era talmente fitta e scrosciante che si vedeva a malapena il giardino fuori, ma lui insistette per andare da Danielle. Disse che ci avrebbe messo poco, ormai è fuori casa da almeno tre ore.
Non sapevo se chiamarlo, se aspettare, se andarlo a cercare, se preoccuparmi.
La pioggia persisteva, in diagonale, col vento gelido che rendeva la situazione più devastante di quanto già non fosse, per non parlare dei continui tuoni e lampi.
Sento il rumore della serratura e scatto all'impiedi, andando verso la porta.
Un fulmine.
"Che cosa fai qui!?" mi pietrificai sul posto "Cosa vuoi? Che guardi eh!? Mi stai dando fastidio!" disse gelido Kendall, con una rabbia furente.
"S..sto aspettando Liam.." replicai sussurrando
"Liam? E per quale motivo stai aspettando quello screanzato?! Lascia che viva la sua vita e non stargli appresso!" alzò la voce, avvicinandosi con un solo passo e lasciandomi un forte dolore sulla guancia sinistra. Mi piegai a metà per il dolore, portandomi le mani sul viso, mordendomi il labbro, trattenendo le lacrime.
"Non dire questo di Liam.. è una brava persona."
"Zitta!" sbraitò alzando ancora di più i toni "E' uno sconosciuto, non puoi saperlo!"
"No! Lui mi ha salvato più di chiunque altro! Molto più di te che mi hai tolto dall'orfanotrofio per portarmi all'inferno!" urlai a tono con tutta la rabbia che avevo in corpo.
Caddi a terra violentemente. Mi spinse. La schiena contro il tavolo. 
"Tu non ci devi stare con quello." digrignò silenzioso, stringendomi forte la mascella con la sua mano robusta. Sentivo quasi la mandibola spezzarsi a metà.
"Io lo amo!" urlai con la voce strozzata dalle lacrime
"Lo ami?! Tu.. lo ami?!" mi tirò uno schiaffo. Poi un altro. Cominciò a scuotermi dalle spalle.
"Liam, porta la spesa den.. Kendall, per la mor del cielo, fermati!" fece capolino dalla porta Jonah, correndo veloce verso di noi. Lo tirava forte, ma lui opponeva resistenza, dandomi schiaffi, graffiandomi, facendomi morire.
"Che hai da urlare, mamma?" le buste caddono per terra facendo frammentare tutto.
"Liam, no!" urlò sua madre il secondo prima che Liam prendesse Kendall per le spalle e tirandogli un destro sul muso. Il labbro gli sanguinava e i suoi occhi erano schiusi mentre era steso sul pavimento.
"Chiama la polizia! Chiama la polizia!" urlò Liam contro sua madre, avvolta nel mio stesso stato di trance.
"Hope, guardami.. Ti prego, guardami!" alzai gli occhi, incontrando i suoi caldi e rassicuranti. Scoppiai nuovamente in lacrime non avendo nemmeno la forza di sorreggere il suo sguardo pieno di rabbia e pena.
"Alzati, forza! Scappiamo da qui!" mi richiamò. Non risposi vedendo la mano di Kendall muoversi a scatti. Liam mi prese per il braccio, trascinandomi fuori di casa ma feci resistenza.
"No!" urlai secca "Non possiamo lasciare tua madre così!"
"A quindici anni mi promettesti che non mi avresti lasciata fino a che non te l'avrei concesso io.." esordì sua madre, trattenendo un singhiozzo, col telefono di casa tra le mani che tremava "Adesso ti sto dicendo di andartene Liam, scappa. Fallo per Hope." una lacrima cadde a tradimento, bagnandole il volto.
Mi si frantumò il cuore in milioni di pezzi a vedere una donna forte come Jonah arrendersi.
Non volevo finisse così.
Salimmo in macchina di corsa, correndo come dei pazzi. Impauriti, furiosi, terrorizzati.
La pioggia era sempre più forte, decisa a non smettere.
Eravamo fermi al semaforo che, fortunatamente, riusciva a mostrare la sua luce rossa accesa.
"Ho lasciato morire mio padre quando avevo quattordici anni.. quattro anni dopo, faccio lo stesso con mia madre.." mugugnò nascondendo la testa tra le mani. Un singhiozzo. Due. Lacrime a nastro che si mischiarono con la pioggia insistente che sbatteva contro i vetri.
"Liam, guardami.." sussurrai cercando di non piangere di nuovo "Non è colpa tua se i miei genitori sono morti e io affibiata a.. quel mostro. Non è colpa tua se tua mamma si innamorò di lui, non è colpa tua se hai dovuto vivere questo inferno insieme a me e non è di certo colpa tua se hai la madre migliore di questo mondo.." in quel momento vidimo passare due pattuglie della polizia dall'altra parte della strada nuotare in tutta quella pioggia. "Non ce la faccio a vederti così.. Hai fatto tanto per me, più di quanto avrei potuto solo sognare.. Io ti amo, Liam. Ti amo più di qualunque cosa al mondo e non sarei niente se adesso tu non fossi qui con me.." gli accarezzai la guancia, fin troppo accaldata, e una sola lacrima scivolò lungo la mia.
Si spostò leggermente dal posto di guida, stirando il collo verso di me. Sentii il suo tocco delicato sulla mia pelle e le sue tenere labbra premere contro le mie. Le sue labbra, la sua lingua, i suoi capelli, lui.
"Torniamo a casa.. Non voglio lasciar sola tua madre proprio adesso." dissi piano. Liam annuì lentamente.
"Ti amo." sorrise dolcemente.
Si girò per far retromarcia ma il rumore di freni e delle luci accecanti ebbero la meglio su di noi. Vidi solamente Liam guardarmi come a rallentatore fino a che non chiusi gli occhi per il forte impatto.


***


So che mi ucciderete, ma chiedo perdono in ginocchio! çwç
Meriterei un -1 per il mio comportamento :( Non ho voluto neanche guardare da quanto tempo non aggiorno, mi vergogno troppo D:
Ma poi adesso dopo questa vera e propria merda di capitolo non so se mi perdonerete çç
Si, ammettiamolo, fa cagare proprio! -.- E' brutto, triste, ripetitivo e.. cacca proprio.
Chiedo scusa, di nuovo D:
Minchia - ci stava la parolaccia - io poi sto di merda, ho le palle che girano a ventilatore, sono ammalata e neanche lo volevo scrivere questo capitolo e sapete perchè? Perchè questo è il penultimo capitolo e il prossimo è l'epilogo. Si, e non voglio che finisca. C'è, dai D': IT'S NOT FAIR!
Prima di chiudere volevo dirvi che ho pubblicato una nuova storia e mi piacerebbe se ci passaste, ecco tutto:D

Vabbenee? :D
Okay, come al solito su twitter sono @wouldbetitanium se avete bisogno di qualsiasi cosa basta chiedere ;)
Sciao dolcezze**
Giulia

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Capitolo 17
*** Epilogo ***


epilogo
-Epilogo
It’s a quarter after one, I’m all alone and I need you now
And I don’t know how I can do without, I just need you now.


Sentii uno strano calore alle mani e, con fatica, cercai di aprire gli occhi. La luce era forte e bianca, molto famigliare. 
"Hope! Hope! Sei sveglia!" le parole erano confuse e basse, almeno, nella mia testa.
Girai di poco la testa, ancora frastornata, e riconobbi una figura famigliare. I contorni erano sdoppiati ma avrei riconosciuto quella strana acconciatura tra mille.
"Har.. Harry.." provai a dire ma la gola era secca, intorpidita come mia ogni parte del corpo. Sentivo un macigno nella testa e il sangue gelato.
"Shh.. non affaticarti.." sussurrò dolcemente "Grazie a Dio ti sei svegliata. E' un miracolo che tu sia ancora viva." continuò. Cercai lentamente di tirarmi su, ma con scarso risultato. 
"Che cosa.. che cosa è successo?" 
"Due giorni fa, tu e Liam avete avuto un brutto incidente. Pioveva talmente tanto forte che un autobus non riuscì a vedervi in tempo per frenare e.. lo scontro fu inevitabile. Con lo schianto imminente hai rotto il vetro della macchina arrivando sul parabrezza. Ma per chissà quale miracolo sei qui." sorrise stringendomi la mano. 
Incidente, di nuovo. Io e Liam.. La domanda sorge spontanea. 
"Liam dov'è?" non rispose. "Harry, - ripetei alzando di poco il busto - dov'è Liam?? Rispondimi, Harry!" urlai, sentendo già gli occhi bruciare.
"Non chiedermi come.. Con l'impatto il suo sportello si aprì di colpo e, dopo aver sbattuto la testa contro di esso, è caduto violentemente per terra qualche metro più in là della macchina. Adesso è.." si stropicciò un occhio, alzandosi, voltandosi e singhiozzando. "Andrà tutto bene, Hope, non preoccuparti.." mi prese la mano. Gli occhi pieni di lacrime, la voce strozzata, uno strano sorriso forzato. 
Non sentivo più il cuore. Non sentivo più nulla. Nè dolore fisico, mentale. Ero una pietra. Bloccata nel tempo.
Chiusi gli occhi e cominciai a ritornare al passato, a qualche mese prima. Quei mesi mi passarono davanti agli occhi uno dopo l'altro.
Lo scontro a scuola. La cena a casa sua. La prima litigata. Il matrimonio. Stop crying your heart out, ballando in salotto. L'inizio della nostra convinvenza. La mia malattia. Il periodo in ospedale. Il mio compleanno con la sua serenata. Il primo bacio. L'inizio della mia vita.
Mi alzo dal letto con fatica, stacco la flebo e inizio a camminare, a correre per i corridoi. 
Le imprecazioni delle infermiere passano inosservate, la voce di Harry non la percepisco nemmeno. Sentivo soltanto il cuore rimbombarmi come un tamburo in gola. Bum Bum Bum.
Dopo il lungo corridoio li vidi tutti. C'era Niall, Louis con la sua ragazza, Zayn con uno sguardo assente, Danielle con la testa appoggiata alla vetrata trasparente.
"Hope, ti prego, fermati!" urlò Harry, sgambettando dietro di me per raggiungermi. Tutti gli altri si girarono di conseguenza.
"Dimmi che non sto sognando." sussurrò Zayn, col viso sconvolto. L'attimo dopo si alzò, abbracciandomi stretta, forte. In quell'abbraccio sentii tutta la sua paura, la sua tristezza, la mia stessa voglia di piangere e urlare.
"Hai anche il coraggio di farti vedere?" sputò Danielle, urlando.
"Danielle.." cercò di persuaderla Louis
"No! E' colpa sua se Liam è in queste condizioni! - continuò - E' solo colpa tua, Hope!" non sentivo nemmeno quello che diceva. Dentro la stanza c'era la madre di Liam piena di graffi e lividi che parlava con un medico. E poi c'era un letto, con le lenzuala bianco candido e Liam, con una fleblo al braccio, il collare al collo, la testa fasciata così come il torace e il braccio destro. E' immobile, ghiacciato.
Sentivo la voce di Danielle ormai lontana quando fui dentro la stanza. Il dottore e Jonah si arrestarono di colpo, guardandomi sconvolti.
"Hope, tesoro!" disse stringendomi forte a sè.
Non sentivo nulla. Mi staccai dalla presa e mi avvicinai piano al letto.
Aveva la pelle verdognola, i capelli leggermente mossi e scompigliati, le labbra secche e biancastre, con piedi nudi e un camice ripugnante addosso. Così come me. Eravamo due cadaveri, in bilico tra la vita e la morte.
Sentii un tocco sulla spalla, la mamma di Liam che uscì l'istante dopo.
"Se mi vedessero qui, così, mi legherebbero al letto pur di non farmi alzare." dissi piano, con la speranza che Liam potesse rispondermi. "Non doveva andare così. Dovevi continuare a vivere la tua vita con tua madre, con i tuoi fantastici amici. Non dovevi conoscermi, non dovevi aiutarmi, non dovevi salvarmi, ma l'hai fatto." una lacrima uscì a tradimento, scorrendo lentamente la guancia fino a cadere. "Sai cosa? - tirai su col naso - Sei il mio eroe, Liam. Non sai volare, non spari ragnatele dai polsi, non sposti le montagne con un dito, ma hai avuto la forza di prendermi con te, di tenermi al riparo, di farmi viaggiare con cuore. Sei il mio eroe, Liam.. Il mio eroe.." le lacrime e la rabbia trattenute fino a quel momento scoppiarono, ed io ero incapace di fermarle. Volevo urlare, spaccare tutto, darci un taglio netto.
"Perchè.. - ricominciai, tra un singhiozzo e l'altro - tu mi hai portato un barlume di speranza dove nemmeno il mio nome mi aveva suggerito. Vorrei che adesso tu fossi qui, sveglio, a vivere la tua vita.. Per la seconda volta vorrei essere morta io." ero in ginocchio, con la testa appoggiata sopra la mano di Liam, e solo Dio sapeva quanto avrei voluto che quella mano si muovesse, che i suo occhi dolci si riaprissero, che il suo sorriso genuino rispuntasse su quel viso angelico.
"Hope.. - sentii richiamarmi dalla voce cupa di Zayn - "Non dovresti essere qui.. Devi tornare a letto nelle tue condizioni.."
"No!" urlai secca, piangendo "Io non lo lascio." Zayn si avvicinò, inginocchiandosi accanto a me, e tenendo la mano di Liam poggiò la testa sulla mia spalla cominciando a tremare, a singhiozzare, a piangere.
"Dove per gli altri Liam era il mio migliore amico, per me rimane il fratello che non ho mai avuto.." disse respirando a fatica "E' sempre stato un modello da seguire per me.. C'è stato quando nessuno voleva, adesso sarò io a non abbandonarlo. Non ora." 

Rimanemmo dentro quella stanza per tutta la serata. Non parlammo nè altro, guardavamo Liam dormire.
"E' l'una meno un quarto di notte e ho bisogno di te, adesso.." sussurrai piano a Liam, stringendogli la mano. Zayn era sulla sedia accanto e dormiva disturbato. "E non so come farò senza di te, Liam.." dentro di me sentivo che quella era la fine, la conclusione che non avrei mai voluto per lui. 
Un rumore lungo e sordo si sentì per tutta la stanza, la macchina cardiaca trasmetteva una linea dritta e piatta.
"Ma che.. Liam! No no! Infermieri! C'è qualcuno cazzo?!" urlò Zayn, svegliatosi improvvisamente.
"Tanto ci rivedremo presto.." sorrisi nervosamente.
Uscendo dalla stanza entrarono quattro infemieri con la speranza di rianimare Liam.
"Hope! Ma dove vai?!" urlò con la voce strozzata "Dove vai.." cadde in ginocchio, piangendo. Mi girai a giardarlo, sorridendo. Grazie, mimai con le labbra per poi continuare a camminare.
L'aria era fredda e pungente, ma erano brividi impercettibili.
Scavalcai il cornicione e senza ripensamenti mi spinsi in avanti.
Tanto ci sarà Liam pronto a prendermi.





Zayn

"Diceva: 'nulla ha più senso, senza Liam.' " ricominciai dopo una lunga pausa. Era una giornata bella, nonostante ci fosse nell'aria una strana foschia. La collinetta brulicava di gente che piangeva, che stava in silenzio. 
"Avrei voluto conoscerla meglio, Hope. In classe, al telefono, giocando alla playstation, Liam mi parlava sempre di lei. Diceva, ancora prima di conoscerla, 'sembra una ragazza complicata ma deve essere una ragazza unica'. E sapete, aveva ragione. Hope, in pochi mesi, mi ha dato la possibilità di conoscerla, di sapere cosa le frullava per la testa. E dentro di essa c'erano solo due cose, paura e amore. Paura per tutto quello che stava vivendo in casa, amore per Liam che aveva risvegliato in lei la voglia di vivere e sorridere.. Perchè Liam è sempre stato così.." sospirai, stringendo forte le mani a pugno "Ha sempre.. - la voce mi cominciò a tremare, segno di cedimento - Ha sempre avuto la grande dote di riuscir a strappare un sorriso a chiunque.. Era amato da tutti anche senza che lui lo volesse. Ed è per questo che mi vanterò in eterno di esser stato il migliore amico di una persona meravigliosa come Liam Payne, lo stesso ragazzo che con la sua dolcezza è riuscito a salvare Hope dall'inferno. Dopo la morte di Liam in ospedale, persi di vista Hope.. qualche ora dopo la trovarono stesa a terra dopo essersi buttata dalla finestra dell'edificio. Per amore, lei si è uccisa. Adesso sono entrambi a miglior vita, con la consapevolezza che niente e nessuno potrà impedire al loro amore di continuare a vivere. Ciao Liam, ciao Hope.. vivrete sempre tra i nostri ricordi."
Avrei voluto urlare disperato mentre riponevano la terra smossa sopra le due tombe ma non lo feci. Liam mi diceva sempre che nella vita bisogna essere forti, che non ci deve mai essere posto per la rabbia ma solo per l'amore.
La piccola valle si svuotò a poco a poco e mentre Harry e gli altri mi raggiungevano scorsi da lontano due figure. Un ragazzo e una ragazza per mano che insieme camminavano verso il paradiso. Sorrisi. Il mio migliore amico e la ragazza che ama sono finalmente felici.



"Those moments when you stare into each other’s eyes and realize ,

 this is gonna be hard. but i don’t wanna give up this feeling,
so as long as your by my side we’ll get through this. they can’t keep us apart."



Fine





-
Okay.. Applausidi a chi è riuscito a leggere tutto fino in fondo tra tre.. due.. uno *CLAP CLAP*
Sto rovinando un momento tristissimo? SI!
Faccio schifo, lo so.
Mi sono già preparata psicologicamente agli svariati insulti che mi scriverete nelle recensioni per aver fatto morire Liam e lasciato che Hope si uccidesse. So che com minimo mi ritroverò minacce degne da mafiose perchè, forse, ho rovinato la storia. Ma sapete una cosa? Per quanto sia triste e difficile, per me, da ammettere questo finale mi piace. Se notate le ultime parole di Zayn, proprio per questo. L'happy anding c'è eccome e forse meglio delle tante baggianate che ho scritto o che scrivono altri - senza togliere ai finali stradolciosi eh uù.
Va beh, nel caso il concetto non fosse chiaro, LA STORIA E' UFFICIALMENTE FINITA. E adesso la cancello e la ricominciamo insieme, che dite?** No dai.
Questa dovrebbe essere la parte per i saluti finali e per i ringraziamenti ma con le parole faccio schifo, quindi io la salterei anche ma voi non ve lo meritate!
Non ve lo meritate perchè avete iniziato a leggere questa storia, a seguirla, a viverla come la sottoscritta che in alcuni capitoli - come questo - ha anche pianto mentre li scriveva.
Vorrei ringraziarvi uno per uno per avermi supportato sempre e per avermi mandato minacce quando non postavo più da settimane :')
Vi manderei un bacio solo per averla letta e cento baci per averla vissuta insieme a me.
Vorrei che questo non fosse l'epilogo ma fosse uno dei primi capitoli, così da poter passare ancora più tempo con voi, con le vostre recensioni tenerissime, piene di dolcezza, strappalacrime, piene di battutacce insulse :')
Poi, prima di chiudere, vorre ìi dirvi che non ho finito di scassare le palle AHAHAHA già, perchè ho iniziato altre due long, una sempre su quei cinque coglioni che nel video "live while we're young" hanno mostrato il peggio di loro AHHAHAHAHAHA Ma anche il meglio, un esempio a caso.. Harry e Niall senza maglia *------* e l'altra è su Justin che, nonostante non sia cagata da nessuno, ci tengo molto di più rispetto a quella dei oned perchè è decisamente "più seria" e poi perchè è incentrata sul ballo e il ballo è la mia vita :') Quindi vi prego passate da entrambe le storie, cioè queste She wants a gentleman & The climb to happiness, mi farebbe troppo felice :D
Beh gente, io ho davvero finito.
Vorrei stare qui a raccontarvela all'infinito ma proprio non ce la faccio e poi è tardi çç
Spero solo di non ricevere commenti tipo "tu odi Liam e lo fai sempre morire" come sulla mia shot "Wake me up when september ends" dove Liam muore. ASSOLUTAMENTE NO!
Vabbe, chiudo va.
Twitter, @wouldbetitanium
Sciao principesse <3


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