Like there's no tomorrow

di Sunishere
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tonight we are young ***
Capitolo 2: *** So what we get drunk? ***
Capitolo 3: *** If by chance we meet again ***
Capitolo 4: *** This is my lucky day ***
Capitolo 5: *** Our first kiss won't be the last ***
Capitolo 6: *** Wondering where you have always been ***
Capitolo 7: *** I just wanna spend the night with you ***
Capitolo 8: *** Don't be scared to love ***
Capitolo 9: *** I will take a chance on us ***
Capitolo 10: *** No more fears, no more crying ***
Capitolo 11: *** Come to me, my Cinderella ***
Capitolo 12: *** Don't leave me alone ***
Capitolo 13: *** They say there's nothing I can do ***
Capitolo 14: *** Holding on the hope ***
Capitolo 15: *** You and I will be safe and sound ***
Capitolo 16: *** But now I'm back and I love you ***
Capitolo 17: *** Hold my hand ***
Capitolo 18: *** What's wrong? ***
Capitolo 19: *** As long as you're happy ***
Capitolo 20: *** I'm into you ***
Capitolo 21: *** I think we got a problem ***
Capitolo 22: *** We all wanna know how it ends ***



Capitolo 1
*** Tonight we are young ***


Primo capitolo: tonight, we are young
 
"Tonight, we are young, so 
let's set the world on fire, we
can burn brighter than the sun."
fun - we are young;

Venerdì sera;
- Sì, credo che andrò a ballare stasera. - annuì Samantha aprendo l'armadio alla ricerca di un abito da indossare.
- Vai a ballare? Strano! Vedi di non portare a casa nessuno.  - scherzò Allison dall'altra stanza.
- E non finire nel letto di nessuno, soprattutto! - rise Deborah, assecondando l'amica.
Samantha sbuffò divertita, anche se sapeva che le ragazze non dicevano quelle cose tanto per dire. Lei era una ventenne 
che sapeva divertirsi, e nel suo divertimento rientrava sempre un ragazzo diverso.  
- Voi non uscite? E' venerdì sera, non potete rimanere qui a girarvi i pollici! - esclamò, inciampando nel vestito tirato su fino alle ginocchia.
- No, Sam, stasera non sono dell'umore. 
- Ancora per Josh? Debs, devi dimenticartelo, son passati due mesi dall'ultima volta che sei uscita. Vieni con me, te lo trovo io 
un bel ragazzo, altro che quel...coso che era il tuo fidanzato.
Alla parola 'coso' Deborah corrucciò la fronte, poi alzò le spalle affondando nel divano. - Domani esco, d'accordo? Però stasera 
preferisco restare a casa a guardare un film. 
Allison entrò in camera di Samantha, sedendosi sul suo letto. - E io le faccio compagnia, in caso un'altra crisi si impossessi di lei. 
Non è affidabile quando comincia a piangere, ti ricordi l'ultima volta?
- Come faccio a non ricordarmelo? Era ieri. - rise Sam, allacciandosi la cerniera del vestito e girandosi verso l'amica per sapere cosa ne pensasse.
- Quel vestito è meraviglioso. Nuovo? 
Samantha si girò verso lo specchio soddisfatta. I capelli scuri e lunghi erano venuti benissimo quella sera, erano perfettamente lisci ma 
voluminosi, e il trucco chiaro le risaltava gli occhi neri come la pece. - Sì, però ho bisogno delle tue scarpe rosse, così le abbino. 
- Fai pure, tanto non ne ho bisogno. - Allison si alzò e tornò in soggiorno, accomodandosi accanto all'amica che aveva già un pacchetto 
di cleenex in mano, pronta all'apertura della diga che stava dietro ai suoi grandi occhi color nocciola.
Samantha si diresse alla porta, prendendo un golfino dall'appendino. - Ciao ragazze, a stasera!
- Da sola, possibilmente! - esclamarono in coro le due amiche.
Sam rise e scomparì nel buio, chiudendosi la porta alle spalle.


***

Harry scese dalla macchina sistemandosi la giacca, rivolgendo lo sguardo al buttafuori del locale. - Sbaglio o è un po' che non 
veniamo in questo posto, ragazzi?
- E' un po', effettivamente. Ma si ricorderanno sicuramente di noi, siamo sempre stati di casa, dopotutto. - disse Louis, facendo spallucce 
mentre chiudeva la portiera.
- Speriamo che si ricordino, ci hanno sempre trattato benissimo qui.
- Niall, andiamo, lo sappiamo che ti piace venire qui perché non ti fanno pagare buona parte di quello che mangi! - esclamò Liam, 
facendo scoppiare a ridere l'intero gruppo.
- Siete vivi, allora! Pensavo non aveste più intenzione di venire a trovarci. - li salutò il buttafuori.
- Perdonaci Mike, è stato un periodo un po'...movimentato. - rispose Zayn, allungando la mano per salutarlo.
Mike annuì. - Dai, entrate, Dawson aveva paura che non sareste più tornati. - scoppiò a ridere.
Il gruppo si fece spazio tra la gente e arrivò al bancone del bar, dove una bionda urlò nel vederli. - Non ci posso credere, un miraggio!
I ragazzi risero. - No, siamo proprio noi! - scherzò Liam.
- Cosa vi posso dare da bere, ragazzi? - chiese la barista, sorridendo.
- Gwen, per me una vodka. - disse Harry.
- Per tutti, allora. - risposero in coro gli altri quattro.
La bionda prese cinque bicchieri e ci versò la vodka, porgendola ai ragazzi. - Come mai siete spariti dalla circolazione?
I ragazzi presero un sorso della bevanda. - Ah, lunga storia. L'importante è che ora siamo qui, no? - disse Louis, facendole un occhiolino.
- Certo, certo. Dai, ora andate a divertirvi, stasera il locale è pieno! - li incoraggiò Gwen, indicando con un cenno la pista.
Il gruppo la salutò e si diresse verso la calca di gente che stava ballando.


***

"Quanta gente stasera", pensò Samantha entrando. "Meglio prendere qualcosa da bere."
La ragazza si fece strada fino al bancone. - Ehi Gwen! - salutò.
- Ehilà, bellezza! Prendi il solito? 
- Sì, grazie. Allora, come vanno le cose? Hai trovato l'appartamento che cercavi?
Gwen scosse la testa, affranta. - No, non riesco a trovare dei coinquilini che non facciano i cretini con me.
"Non hanno tutti i torti." pensò la mora, osservandola. 
Gwen era una bionda con le curve al posto giusto, occhi color del ghiaccio e molto, molto estroversa. E anche molto, molto bella.
- Te lo ripeto, se non trovi niente puoi venire a stare da noi tutto il tempo che vuoi. - rispose infine Sam, sorridendole.
La bionda ci pensò un attimo su, porgendo la bibita all'amica, che cominciò a sorseggiarla. - Grazie Sammi, ma non vorrei rovinare 
la vostra atmosfera. Cioè, io ti conosco bene, ma le tue amiche non conoscono me.
- Non importa, ti conosceranno. Pensaci, poi fammi sapere. Ora vado a ballare, stasera sono carica! - scherzò, facendole cenno con 
la mano mentre si allontanava tra la gente.
Era davvero pieno, quella sera. Sam frequentava quel locale da circa due mesi, da quando aveva riallacciato i rapporti con Gwen, con 
la quale non si sentiva da quando aveva sedici anni. Era sempre stata la sua migliore amica, ma poi tra una cosa e l'altra avevano 
smesso di sentirsi, 
fino a quando si incontrarono per caso in un parco, appunto due mesi prima.
Samantha si mise a ballare, e subito arrivò un ragazzo che cominciò a ballare con lei.
La ragazza ci stette per qualche minuto ma decise che quel ragazzo non era il suo tipo, quindi se ne allontanò, andando nell'angolo a 
destra della pista, dove ballò per un po'.
La serata stava passando in fretta, tra un drink e l'altro, ballando con un po' di ragazzi. 
- Gwen, un'altra vodka, per favore. 
- Sammi, direi che per stasera è meglio se non bevi più... - rispose la bionda, allungandosi per reggerla mentre stava per cadere.
Samantha scoppiò in una risata isterica, come faceva di solito quando era "un po' brilla". - Va bene, come vuoi tu, torno a ballare. 
Ricominciò a scatenarsi, poi vide un bel ragazzo riccio, al quale si avvicinò per ballare insieme.
Il ragazzo le sorrise e cominciò a ballarci. 
- Non sto per niente bene. - esclamò lei dopo un po', in una delle sue risate isteriche, quindi si buttò su di lui per baciarlo.
Il riccio la allontanò, preoccupato. - Ehi, ehi, vuoi uscire a prendere dell'aria? 
La ragazza si tenne la testa, piegandosi sulle ginocchia.
- Ehi, vieni, tirati su, usciamo. - disse lui, prendendola per un braccio.
Samantha si accasciò. Tutto era diventato nero, e le voci, la musica, stavano scomparendo, lasciando posto al silenzio più totale.


***

- Oh no, no, no, no, no! Dai, ehi, tirati su! - disse il riccio, cercando di sollevarla. Presa in braccio si girò per cercare i suoi amici. - Louis, 
Louis, chiama gli altri, portiamola fuori. 
- E lei chi è? - chiese l'amico, spalancando gli occhi.
- Vai a chiamare gli altri! - urlò Harry, mentre usciva dal locale. Nessuno sembrava essersi accorto di niente.
Uscì dalla discoteca, fermando con un cenno della mano il buttafuori che stava sicuramente per chiedere cosa fosse successo.
Anche il resto del gruppo uscì di corsa. - Harry, che hai combinato? - esclamò Zayn trafelato, vedendo la ragazza sul pavimento dell'entrata. 
- Niente, era ubriaca e stavamo ballando, quando mi ha detto che non stava bene, poi s'è accasciata e ora.. - spiegò, mentre spostava 
i capelli dal viso della ragazza. "E' davvero bella, però" pensò, per poi scuotere la testa, allontanando il pensiero. Doveva aiutarla.
Niall gli porse una salvietta bagnata che era andato a prendere, e Harry cominciò a tamponarla sulla fronte della ragazza.
Liam invece prese la sua borsetta e ne estrasse il cellulare. - Chiamo il primo numero che capita. - disse. - L'ultimo messaggio è 
di una certa Debs..
Dopo qualche secondo, una voce rispose al telefono. - Pronto, Sammi, cosa c'è?
- Ehm, ciao, sono Liam. La tua amica, Sammi, ha avuto un..ehm..problemino. E' caduta e credo ch..- non fece in tempo a finire la frase 
che la ragazza dall'altra parte del telefono si mise a urlare. - Cos'è successo a Samantha? Cosa le avete fatto? Adesso arriviamo! - e la 
telefonata terminò, lasciando Liam leggermente perplesso.
- Ragazzi, sta arrivando una certa Debs, e credo sia in uno stato di isteria. Uno stato avanzato, direi.
Gli amici lo guardarono, assumendo l'aspetto di quattro punti di domanda.

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Spazio autrice:
Okay, questa è la mia prima FF, quindi siate buone ahah 
Fatemi sapere se come inizio vi piace, così continuo c:
Se ci sono errori, cose che non ho spiegato bene o altro che
volete chiedere scrivetemelo, così in caso spiego e correggo c:
Taaaanto amore, Becks.

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Capitolo 2
*** So what we get drunk? ***


Secondo capitolo: so what we get drunk?

"So what we get drunk? so what we smoke weed?
we're just havin' fun, we don't care who sees!
so what we go out? that's how it's supposed to be,
living young and wild and free!"
wiz khalifa, snoop dogg - young, wild and free;

Venerdì sera;
- Che è successo? - la voce roca di Sammi distrasse i ragazzi da quel che aveva appena detto Liam. 
- Oh, menomale che ti sei svegliata! Sei svenuta, credo tu abbia bevuto troppo. - la informò Harry, correndo a sedersi vicino a lei. 
- Mi spiace, vi ho rovinato la serata. Devo tornare a casa... - Sam cercò di alzarsi, ma il riccio la fece sedere nuovamente. 
- Stai tranquilla, - le disse - il mio amico ha già chiamato una certa Debs per dirle di venire a prenderti.
Samantha si massaggiò la fronte. - Mi ammazzeranno, cazzo. - sussurrò. 
- Cosa? - chiese Harry, ancora preoccupato.
- Niente, niente, parlavo da sola. - si sentì un rumore di ruote sulla strada sterrata che portava al locale, e Sam sperava fossero 
le sue amiche. - Ho fatto qualcosa di stupido? - chiese, sperando in una risposta negativa. 

Harry si grattò la testa. - Niente di grave.. 
- Oh, dio, cos'ho fatto?
- Mi hai, ehm..baciato. E subito dopo sei svenuta. - lo disse con una risatina imbarazzata. 

Samantha rimase a fissarlo, perplessa e in imbarazzo. Era davvero bello, doveva ammetterlo. Aveva un sacco di riccioli neri, 
occhi verdi e una bocca che sembrava scolpita. 
- Mi spiace un sacco, davvero! - si scusò, di nuovo.

Harry annuì, poi si girò verso il parcheggio, dove due ragazze stavano correndo e urlando. 
- Sammi, Sammi, sei viva! - urlò Deborah, correndole incontro. 
- Debs, così la ammazzi! - rispose Allison, cercando di strappare l'amica che si era aggrappata a Sam. 
- Sono viva, sì, ma portatemi a casa adesso. 
Allison si girò verso i ragazzi. - Cos'è successo? 
- Ha bevuto troppo ed è svenuta, niente di che. Sta bene, ora. - rispose Liam. 
- Grazie per averla aiutata, davvero. 
Nel frattempo Sammi e Deborah si erano, seppur a fatica, alzate. 
- Grazie e scusate per stasera. - si scusò Samantha. 
- Niente, vai a casa e riposati. - sorrise Niall. 
Le ragazze sorrisero e si diressero alla macchina, ma il golfino di Sam cadde dalle mani di Allison, che non se ne accorse. 
- Ehi, ti è caduto questo. - le disse Zayn, rincorrendola. 
La ragazza si girò, e i sui grandi occhi verdi incontrarono quelli di lui, che erano di un castano scuro, quasi neri, profondi 
come un precipizio. - Grazie mille. - si girò ed entrò in macchina, con dei brividi che l'avevano percorsa dalla testa ai piedi. 


***

Zayn rimase a guardare la ragazza che entrava in macchina, per poi scomparire nel buio.
- Zayn, muoviti, stiamo andando a salutare Dawson. - era Liam che lo stava chiamando.
Il moro rimase ancora per pochi secondi a guardare la strada che poco prima avevano imboccato le tre ragazze, poi si girò e 
raggiunse gli altri. 
Tornarono nel locale e si fecero dare da Gwen la chiave per l'ufficio di Dawson, il proprietario.
- Gwen, sei tu? - chiese il ragazzo da dentro la stanza.
- Sì, amore, sono io! - urlò Louis, cercando di imitare la voce della barista.
I ragazzi entrarono, e la faccia di Dawson passò da corrucciata a sorpresa. - Ragazzi, ma dov'eravate finiti?! - esclamò alzandosi e 
abbracciandoli uno per uno.
Anche Dawson aveva vent'anni, era piuttosto alto ed era un bel ragazzo moro, con pelle leggermente scura e occhi blu. 
Era molto quotato facendo il deejay nel suo stesso locale, ragione per la quale non gli mancavano mai le ragazze.
- No, davvero, dov'eravate finiti? E' da un sacco che non venite qui! - disse, tornando a sedersi dietro la sua scrivania.
- Abbiamo avuto dei problemi, una lunga storia. - rispose Harry, scuotendo la chioma di capelli neri che gli contornavano il viso.
- Che tipo di problemi, ragazzi? Volete una mano? 
- No, no, ormai è passato, era solo un periodo un po' così, tranquillo. - stavolta fu Niall a rispondere, mentre allungava la mano per 
prendere una caramella dalla scrivania di Dawson.
Liam si infilò la giacca. - Noi adesso andiamo, un giorno di questi organizziamo per berci qualcosa. Ti va?
- Certamente, fatemi sapere! - li salutò, tornando a leggere un articolo di giornale mentre i ragazzi uscivano dall'ufficio, diretti alla macchina.
- Potremmo andare in piscina, questa settimana danno bel tempo! - propose Niall, esaltato.
Harry annuì. - Non è una brutta idea..bravo Niall, ti meriteresti un bocconcino! - lo prese in giro, accarezzandolo come se fosse un cucciolo.
Il biondo si mise a ridere e di conseguenza anche gli altri, quindi si infilarono in macchina, esausti dopo quella nottata movimentata.


***

Sabato mattina;
"Si prevede cielo sereno per tutta la settimana, con temperature tra i venti e i venticinque gradi. Godetevi questa settimana di sole perché 
poi torneranno le nuvole."
 il meteo prometteva bene, quella mattina, mentre le ragazze erano sedute al tavolo per fare colazione.
- Ha ragione la tizia del meteo, dovremmo fare qualcosa. - disse Deborah, prima di ingoiare una cucchiaiata di latte e cereali.
Sammi ingerì il suo yogurt. - Illuminaci, Debs. Cosa vorresti fare?
La ragazza ci pensò su, poi ebbe un'idea. - Dato che è luglio e non sono per niente abbronzata potremmo andare al mare!
Allison quasi si strozzò. - Scusami, hai detto al mare? Okay, basta che guidi tu. - disse, addentando la sua mela rossa.
Deborah rimase perplessa. - Ehm, che ne dite della piscina? - propose ridendo.
- Ecco, meglio. - bofonchiò Allison.
Samantha ripose la tazza nel lavello. - Quando volete andare? 
- Questo pomeriggio, oppure domani, no?
- Meglio domani, c'è più gente.
Deborah rivolse un'occhiataccia alla mora. - Vedi di non combinare altri casini, Sammi.
- Sì, ragazze, starò attenta. Mi fa ancora male la testa e credo che stasera non uscirò.
Allison e Deborah si guardarono con aria sorpresa. - Devi aver preso una bella botta ieri sera, eh?
- Taci, ho fatto una pessima figura con il ricciolino! - rise Samantha.
- Che hai combinato?
- L'ho baciato, e poi son svenuta.
Le due amiche la fissarono, poi scoppiarono a ridere. - Non puoi averlo fatto! - esclamò Deborah, ridendo.
- Lo so, lo so, ma che importa? Probabilmente non lo incontrerò più.
Allison buttò il torsolo della mela. - Probabile. Dai, andiamo in centro a fare un po' di shopping. 
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Spazio autrice:
Graaaazie mille alle dieci ragazze che hanno recensito 
e a quelle che hanno messo 
questa storia tra le seguite, ricordate 
e preferite, sappiate che vi amo tanto :3

Spero che anche questo capitolo vi piaccia, ho già iniziato
a scrivere anche il terzo, e di sicuro avrete già 
capito cosa succederà, non è vero? c:
Grazie mille ancora! Tanto amore, Becks.

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Capitolo 3
*** If by chance we meet again ***


Terzo capitolo: if by chance we meet again

"If by chance we meet again I will
be sure to say I love you; if by chance
I'll see your face I'll be dazzled by the
magic in your eyes, they look so sweet"
patti labelle - if by chance;

Domenica;
- Grazie per avermi invitato, Sammi, mi ci voleva una giornata in piscina. - disse Gwen, spalmandosi della crema solare sulle spalle.
- L'ho fatto anche per farti conoscere le ragazze, così potrai venire a stare da noi! 
La bionda rivolse lo sguardo a Deborah e Allison che erano in acqua già da un po'. - Non so, ho paura che non mi accetteranno.
- Perché non dovrebbero?
- Non so, magari pensano che io ti voglia portar via da loro.
Sam rise, tirandole la sua crema addosso. - Non dire cazzate, non lo penserebbero mai, te lo assicuro.
- Lo spero. Vado a prendermi qualcosa di fresco, vuoi qualcosa? 
Samantha si stese sulla sdraio a pancia in giù. - No, grazie, vai pure.
Gwen si allontanò, diretta al bar. Era davvero una bella giornata: il cielo era blu, ed era una cosa rara a Londra.
- Una granita alla menta, per favore. - chiese al barista.
- Ma guarda guarda chi abbiamo trovato. - disse una voce da dietro di lei.
- Ehi, ragazzi, anche voi qui? 
Harry scosse la massa di capelli. - Abbiamo avuto la stessa idea, a quanto pare.
- Signorina, la granita. - la riprese il barista, spazientito.
- Oh, grazie. - Gwen prese di fretta la granita e allungò alcune monete. - Veramente sono qui con delle amiche, mi hanno invitata.
- E non ce le presenti queste tue amiche? - rise Louis.
- Oh, certo, venite! - con un cenno invitò i cinque ragazzi a seguirla. - Ehi, Sammi, ti presento dei miei amici.
La mora si girò, posando una mano sugli occhi per fare ombra. "Non ci credo" pensò sbalordita. - Oh..
- Ma tu sei..? - cominciò Harry.
- Quella di ieri sera, sì. 
- Un momento, vi conoscete? - intervenne Gwen.
- Ci siamo incontrati ieri al locale. - rispose Harry, grattandosi la testa. - Ma non ci siamo presentati.
Il riccio stava guardando Sammi con uno sguardo un po' canzonatorio, ma estremamente bello.
- Sono Harry. Loro sono Liam, Niall, Zayn e Louis.
- Samantha. - sorrise lei, osservandoli.
- Perché non vi mettete qui accanto a noi, così fate conoscenza? - disse Gwen, con un sorriso a trentadue denti.
- Certo, perché no! - esclamò Liam, posando le sue cose su una sdraio alla loro destra. I ragazzi lo imitarono cominciando a spogliarsi.
- Sammi, vieni a fare un ba.. - cominciò Deborah, bloccandosi alla vista dei ragazzi. - ..gno. 
Sam guardò prima i ragazzi, poi posò lo sguardo sulle due amiche. - Ragazze, vi ricordate di loro? - disse un po' imbarazzata.
- Oh, siete i ragazzi di ieri sera! - disse Allison, annuendo.
I ragazzi si presentarono nuovamente, quando arrivò anche Dawson.
- Scusate il ritardo, ragazzi. - si scusò il moro. - E vedo che non siamo soli...
- Sammi, Allison, Deborah, lui è Dawson, il proprietario e deejay del locale di ieri sera. - lo presentò Gwen.
Dawson strinse loro la mano, soffermandosi sulla rossa. - Allison, è un piacere. - disse, sorridendole.
- Piacere. - gli sorrise educata.
- Dai Dawson, vieni a farti un bagno. - lo chiamarono i ragazzi.
Il moro si sfilò la maglietta, lasciando scoperto il corpo decisamente in forma. - Andiamo.
Rimaste sole, le ragazze si guardarono trattenendo le risate. 
Deborah diede una gomitata a Sammi. - Bé, fortuna che non l'avresti più incontrato..
- Lasciamo perdere. - rispose lei, ridendo.
- Ma cos'è successo, ragazze? - chiese Gwen, guardandole esasperata.
- Diciamo che Sammi ieri ha bevuto troppo ed è caduta tra le braccia di Harry dopo averlo baciato. Letteralmente caduta 
tra le sue braccia. - rise Allison, sottolineando la parola "letteralmente".
Gwen cominciò a ridere. - Non puoi averlo fatto! 
- Mi prenderete in giro a vita, non è così? 
Le tre amiche smisero a fatica di ridere. - Già, penso proprio di sì!
Allison fece due passi indietro, indicando la piscina. - Io torno in acqua, venite? 
Le tre ragazze scossero la testa, quindi andò da sola.
Allison adorava la piscina, tranne quando i capelli si appiccicavano al viso, come in quel momento.
I suoi lunghi capelli rossi erano fradici, quindi si affrettò a buttarsi nell'acqua, ma nel tornare in superficie andò a sbattere 
contro la schiena di qualcuno. 
- Ehi, tutto bene? - disse il ragazzo, girandosi di scatto.
- Sì, sì, piuttosto tu ti sei fatto male? - Allison si strofinò gli occhi e li aprì, incrociando quelli del ragazzo. 
- No, anche se la tua testa è un po' dura. - rise lui, piantando lo sguardo nei suoi occhi.
Anche lei rise, poi rimasero in silenzio per un po'. - Tu sei l'amico di Harry, ehm..
- Zayn, sì. Tu sei.. 
- Allison.
- Sicura di non esserti fatta male? - chiese lui, indicando la testa della ragazza.
- Sì, sì, tranquillo. Anche la tua schiena è abbastanza dura, però. - rispose lei, facendolo ridere.
- Tu devi essere Allison! - li interruppe Niall, nuotando verso di lei.
La ragazza gli sorrise. - Sì, tu sei Niall, giusto? 
Lui annuì. - Vuoi giocare a pallavolo con noi? 
Allison guardò Zayn, poi annuì seguendoli dall'altra parte della piscina. 
Cominciarono a giocare e a scherzare, poi arrivarono anche Gwen, Deborah e Samantha.
Il pomeriggio passò velocemente e i ragazzi avevano ormai fatto amicizia con le tre ragazze, così decisero di andare a mangiare 
una pizza tutti insieme la sera stessa.

***

Domenica sera;
- Che ne dite, allora? Avevo ragione a dire che sono simpatici? - chiese Gwen specchiandosi nello specchio del bagno di una pizzeria in centro.
- Sì, avevi ragione. E sono anche carini, niente da dire. - ammise Deborah. 
- Sbrighiamoci, ci stanno aspettando.
I ragazzi erano seduti al tavolo a chiacchierare animatamente. 
- Sam, siediti al mio posto. - le disse Gwen con uno sguardo d'intesa.
Ormai Samantha aveva capito, la bionda cercava di farli stare insieme, e cercava di fare lo stesso anche con Allison e Zayn.
- Mmh, okay. - annuì Sammi, sedendosi affianco al ricciolino che già le stava sorridendo.
- Hai mai mangiato qui? - le chiese il ragazzo.
Lei scosse la testa. - No, mai, e tu?
Lui estrasse un grissino dal pacchetto e glielo porse. - Sì, ci sono venuto un paio di volte. Ti consiglio la pizza con lo speck, 
è ottima. - disse, imitando uno di quei signorotti che criticano i ristoranti.
Sammi si mise a ridere e addentò il grissino, notando con la coda dell'occhio che Dawson stava fissando Allison, che a sua volta
rideva con Zayn. Deborah invece stava ridendo e scherzando con Liam, Niall e Louis.
- Propongo un brindisi. - annunciò Liam, prendendo un bicchiere d'acqua e alzandolo al centro del tavolo. - Alle nuove amicizie!
Il gruppo unì i bicchieri e tornò a scherzare, e in un men che non si dica la serata terminò.

***

Lunedì pomeriggio;
- Nicole, dai, torna qui, non farmi arrabbiare! - urlò Allison correndo dietro alla sua piccola cuginetta di quattro anni. 
Samantha scoppiò a ridere. - Ammettilo, con i bambini non hai proprio feeling. 
- Smettetela, nemmeno voi riuscireste a tenere a bada questa peste. 
Gli zii di Allison avevano una riunione, quindi le avevano rifilato la bambina, e dato che era una bella giornata decise di andare 
al parco insieme alle due coinquiline e la piccola.
- Sei sicura di non volere una mano, Sammi? - chiese Deborah, scoppiando a sua volta a ridere.
- Sei sicura di non volerla in faccia, una mano? - rispose ridendo Samantha.
Nicole si mise a correre verso un boschetto al lato del parco, quindi Allison la rincorse.
All'interno del bosco c'era uno spiazzo con alcuni tavolini, dove c'era un ragazzo che aveva fermato la bambina.
- Nicki, torna subito qui! - le urlò, cominciando a perdere le staffe.
Il ragazzo la stava facendo ridere, poi le disse qualcosa e la fece tornare da lei.
- Quante volte ti ho detto che non devi correre via e che non devi parlare con gli sconosciuti? - la sgridò.
Il ragazzo si girò. - Che ci fai qui, Allie? 
- Oh, ehi! Sono qui con questa peste che a quanto pare hai già conosciuto. 
Il ragazzo rise, avvicinandosi. - E lei è tua..
- Cugina, Nicole.
Zayn sembrò sollevato. - Oh, pensavo fosse tua figlia. 
I due scoppiarono a ridere. - No, per l'amor di dio, sono negata con i bambini.
- Ho notato. - rise lui. - Io invece ci vado d'accordo. - aggiunse, allungando le braccia come a chiedere il permesso di prenderla in braccio. 
Allison le passò la bambina, che cominciò a toccare le guance di Zayn.
- E' vero, ci sai fare! - disse la ragazza avvicinandosi. - Ti piace Zayn, vero?
- Sì, Sein! - rise la bambina, mettendo la mano sulla bocca sorridente del ragazzo.
Allison sorrise e alzò lo sguardo su di lui, che le stava sorridendo. Si accorse che erano ad una quindicina di centimetri 
quindi si allontanò, riprendendo la bambina. - E tu che ci fai qui?
- Niente, avevo bisogno di stare un po' solo. Tu sei qui solo con lei?
- No, di là ci sono anche Deborah e Samantha. 
Zayn annuì, infilando le mani in tasca. - Vado a fare una passeggiata, però tu scrivimi ogni tanto. Mi farebbe piacere. - disse con 
un occhiolino, per poi voltarsi e imboccare un sentierino diretto all'uscita del bosco.
Allison rimase a guardarlo andare via, poi tornò dalle ragazze, chiedendosi perché le fossero venuti i brividi.
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Spazio autrice:
Ecco qui il terzo capitolo, spero vi piaccia:3
Ad almeno due recensioni pubblico l'altro capitolo,
per il quale ho in mente un sacco di idee c:
Grazie alle nove persone che seguono questa storia 
e alle quattro che l'hanno messa nelle ricordate
e nelle preferite, vi sposerei, sappiatelo:3
Come al solito, tanto amore, Becks.

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Capitolo 4
*** This is my lucky day ***


Quarto capitolo: this is my lucky day

"Until you came by, kismet and I were strangers
but now that you're here, it's suddenly clear we
have met; 
this is my lucky day, love's in the cards I 
would say, 
thanks to kismet, kismet, kismet."
elvis presley - kismet;


Lunedì pomeriggio;
Zayn guardò un'ultima volta quei grandi occhi verdi per poi voltarsi e dirigersi all'uscita del parco quando 
si sorprese a sorridere al pensiero di quella ragazza, senza nemmeno capire il perché.
Era da un po' che non sorrideva in quel modo. Forse da troppo tempo.
Gli ultimi due mesi erano stati difficili per lui, e di conseguenza anche per gli altri quattro amici.
Era caduto in una specie di crisi e non aveva più voluto uscire di casa, e lui non era mai stato un ragazzo del genere. 
E in quel momento non avrebbe voluto pensare a quella Allison. Non avrebbe dovuto. Non era nemmeno quel tipo di ragazzo.
Però, ripetendosi di non pensare a quella ragazza dai capelli rossi, ci stava pensando lo stesso. E' come ripetersi continuamente 
di non pensare ad una volpe: quella volpe, alla fine, è sempre al centro dei tuoi pensieri. 
Arrivò al cancello del parco e si girò. Tra gli alberi del bosco intravide Allison che stava tornando dalle amiche con Nicole che 
correva dappertutto facendola impazzire. Era vero, con i bambini non ci sapeva proprio fare. 
Continuò a guardarla. Era lei quella volpe. Una volpe rossa, con grandi occhi verdi. 
Sorrise di nuovo, si girò e tornò sui propri passi con le mani in tasca.

***

Lunedì sera;
- Ci raggiungi per cena, Allie? - chiesero Sammi e Deborah.
- Sì, ci vediamo tra poco! - Allison salutò le ragazze, incamminandosi con Nicole verso casa degli zii. - Non hai fatto la brava oggi, lo sai vero? 
Quante volte ti ho detto di non correre via così? - disse alla bambina, che per tutta risposta si mise a canticchiare.
- E' anche vero che mi hai fatto incontrare Zayn, però. - disse la ragazza, sorridendo. - Fermati, vieni qui, fatti allacciare la scarpa.
Allison si chinò per sistemarla quando vide un'ombra fermarsi davanti a lei, così alzò lo sguardo per capire chi fosse.
- Questa è la mia giornata fortunata allora!
La ragazza si sollevò. - A quanto pare. - sorrise, mordendosi le labbra. Lo faceva sempre quando era nervosa o imbarazzata.
Zayn accarezzò i capelli della bambina, sorridendole. - La riporti a casa?
- Sì, finalmente. - sorrise lei, guardando la bambina. 
Lui sorrise a sua volta. - Ti accompagno, allora. 
- Non torni a casa? - chiese lei, prendendo per mano Nicole e ricominciando a camminare.
Lui fece spallucce. - No, mi piace passeggiare. Soprattutto quando sono in buona compagnia.
"In buona compagnia?" si chiese, stupito. "Ma come mi è venuta questa?" 
Lei però gli sorrise, illuminata dal sole che stava tramontando. Era ancora più bella, in quella luce.
Nicole era nel mezzo mentre camminavano e insieme sembravano una famiglia uscita per una passeggiata. Allison si morse di nuovo 
il labbro, imbarazzata per il silenzio che era sceso tra di loro, interrotto solo dalle canzoni totalmente prive di senso della bimba.
- Non sta mai ferma, eh? - disse il ragazzo osservando Nicole, che si era staccata da loro per andare a vedere un fiore.
- No, mai. Deve sempre fare qualcosa altrimenti non è contenta. - scoppiarono a ridere vedendola starnutire dopo averlo annusato.
- E' bella, però. - disse lui, sempre guardandola. - Sembra abbia preso da sua cugina. 
Disse quella frase senza prima discuterne col cervello e si accorse di averla detta solo quando sentì le parole uscire dalla sua 
stupida bocca.
Allison intanto era arrossita e si stava mordendo il labbro inferiore. - Siamo arrivati. - annunciò, ringraziando Dio.
La ragazza bussò prendendo in braccio sua cugina, quando la porta si aprì.
- Oh, ciao Allie! Siamo arrivati proprio adesso. - esclamò sua zia. - Grazie mille per aver badato a Nicole. E scusa se ho rovinato 
i progetti che avevi col tuo ragazzo. - aggiunse, sorridendo a Zayn, che ricambiò senza battere ciglio su quello che aveva detto.
- Ehm, no zia, lui non è.. - si affrettò a precisare Allison, mordendosi di nuovo il labbro senza finire la frase.
La donna le rivolse un'occhiata d'intesa, poi prese in braccio Nicole. - Comunque sia, grazie mille. Ci vediamo domani, buona serata!
La porta si chiuse e i due rimasero da soli.
- Il sole ormai è tramontato, ti accompagno a casa. - annunciò Zayn.
- Non importa, davvero, tanto è qui vicino.
Il ragazzo piantò lo sguardo nei suoi occhi verdi. - E' pericoloso, non voglio che ti succeda qualcosa.
Come avrebbe potuto resistere a quegli occhi? - Okay, andiamo allora.
Si incamminarono, di nuovo in silenzio, e dopo pochi minuti sorpassarono il parco.
Allison cercava qualcosa da dire ma non le veniva in mente niente. 
- Tua zia ti rifila spesso Nicole? - chiese Zayn, deciso a rompere il ghiaccio.
La ragazza sospirò. - Purtroppo sì. Devo tenerla anche domani pomeriggio.
Lui le sorrise. - Posso aiutarti, se vuoi. 
A quel sorriso Allison rabbrividì. - Se non è un problema allora okay. - ricambiò il sorriso.
- Dove ci vediamo? 
- Facciamo al parco alle tre?
- Per me va bene.
Lei gli sorrise di nuovo. - Ecco, sono arrivata.
Si fermarono davanti ad una palazzina fatta in marmo, evidentemente nuova.
- Okay, salutami le altre. 
- Va bene. E grazie per avermi accompagnata. - lo ringraziò lei, appoggiandosi al portone del palazzo.
Lui le sorrise. - E' stato un piacere. A domani, Allison.
E per l'ennesima volta i brividi si impadronirono di lei.


***

Martedì mattina;
Zzzz! Il comodino vibrò, svegliando Samantha.
"Ti va di fare un giro oggi?" era un messaggio di Harry. Panico.
Guardò l'ora: erano le due e mezza del pomeriggio. Forse non sarebbe dovuta andare a letto così tardi la notte prima. 
Rispose chiedendo a che ora e dove si sarebbero dovuti incontrare, quindi si alzò di fretta e si fiondò in bagno.
Indossò un paio di shorts e una canotta visto che quel giorno faceva caldo.
Zzzz! un altro messaggio. 
"Vediamoci davanti al parco alle tre." sorrise ed andò in cucina per prepararsi qualcosa.
- Allison, oggi ti abbandono. Harry mi ha invitata a fare un giro. - comunicò prendendo del pane dal comodino.
- Cosa?! Vuoi lasciarmi sola con Zayn?! - urlò lei, in preda al panico.
Sammi aprì il frigorifero per prendere del prosciutto. - Non viene Deborah? 
- La vedi per caso qui con noi? - chiese Allison alterata.
Samantha si guardò in giro. - Dov'è andata?
- E' uscita, Louis l'ha invitata a fare un giro in centro con Niall e Liam.
- Oh..dai, tanto è solo per un'oretta o due!
Allison si morse il labbro, guardandola come un cane bastonato.
- Dai, andrà bene, non preoccuparti. - la rassicurò Samantha. - Harry mi aspetta alle tre davanti al parco, tu quando vai?
Proprio in quel momento il campanello suonò. 
- Vado io. - disse Allison. - Chi è?
- Sono Zayn. Lo so, sono in anticipo, però non sapevo che fare e ho pensato di venire prima..
"Cazzo Zayn, spegniti!" si disse il ragazzo, coprendosi la bocca.
- Non importa, sono già pronta. Adesso scendo. - riattaccò il citofono, per poi girarsi verso Samantha con gli occhi spalancati. - Era lui.
L'amica le fece un occhiolino, poi prese la borsa. - Buona fortuna Allie. - sorrise, passandole davanti e uscendo nel corridoio.
Allison prese le sue cose, qualche merendina per Nicole e andò alla porta.
"Tranquilla, devi stare tranquilla. E' solo un ragazzo." si disse, poi prese un respiro, mise la mano sulla maniglia ed uscì.
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Spazio autrice:
Aaaaah, sono eccitata al pensiero del prossimo capitolo:3
Sarà molto wow, o almeno così semba nella mia testa ahahahah
Grazie alle nove persone che hanno recensito gli scorsi capitoli, alle cinque che 
hanno messo la storia tra le preferite, alle sette che l'hanno ricordata e alle 
quindici che la seguono, ma grazie anche alle lettrici silenziose(?) 
Come ho già detto, vi sposerò tutte quante..o almeno quando la legge lo permetterà.
A tre recensioni pubblicherò il quinto capitolo, okay? Grazie ancora:3
Con amore, Becks:)

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Capitolo 5
*** Our first kiss won't be the last ***


Quinto capitolo: our kiss won't be the last

"Our first kiss won't be the last,
our love's too deep to end that fast and
good things come to those who have to wait.
I can picture it all inside my head,
just how it is going to feel,
our first kiss won't be the last."
mandy moore - first kiss;

- E questa? - chiese Deborah uscendo dal camerino di un negozio.
- Oh, sì, sì, questa sì. Mi piace. Comprala. 
Debbie lo guardò male. - Louis, per favore, prova un secondo, solo un secondo, a non vedere le righe. La maglietta in 
sé è bella? Mi sta bene?
- Sì Debs, stai bene. - le sorrise Niall.
- Ti sta benissimo. - aggiunse Liam, guardandola negli occhi color nocciola.
Deborah era sempre stata una ragazza che amava stare con i ragazzi, non aveva mai avuto problemi nel stare sola in mezzo a loro. 
Però questo non voleva dire che era un maschiaccio, anzi, sapeva essere molto femminile.
Si guardò per un'ultima volta nello specchio. - Andata, la compro.
- La comprerei anche io. - disse Louis, fin troppo serio.
Debbie, Liam e Niall lo guardarono perplessi. - Oh, andiamo, sto scherzando. - rise.
- Okay, allora andiamo. - annuì la ragazza, seguita da Liam e Niall.
"Carina, sì.." penso Louis, rimanendo indietro ad osservare la maglietta. 
- Louis, finiscila, quella maglia è da ragazza! - lo richiamò Niall scoppiando a ridere.
- Ma fa sempre così? - disse Deborah, divertita.
Liam lo guardò sorridendo. - Quasi sempre, sì.
La ragazza pagò e uscì dal negozio con Liam, mentre Niall e Louis rimasero dentro per guardare un pantalone. Da maschio, fortunatamente.
- Ti va un gelato? - chiese il ragazzo, indicando una gelateria dall'altra parte della via.
Deborah ci pensò su. - Okay, andiamo. 
Attraversarono la strada, presero un cono e si sedettero su una panchina davanti al negozio, in modo da farsi vedere da Niall e Louis.
Debbie cominciò a mangiare il suo gelato, però notò che Liam la stava osservando. - Che c'è? - chiese divertita dal suo sguardo.
- Io ti ho già vista da qualche parte. Ne sono sicuro. 
- Mmh, io non credo invece. - rise lei, riprendendo a mangiare il suo gelato.
- Io dico di sì. Oppure somigli ad una persona che conosco.. - si concentrò lui, squadrandola.
Deborah sbuffò divertita. - Oh, finiscila di fare lo scemo. 
Lui per gioco le toccò il fianco e lei esplose in un urlo. - Smettila, soffro il solletico!
- Oh, bene, adesso conosco il tuo punto debole! - ricominciò a farle il solletico e lei, agitandosi, le spiaccicò il gelato dritto sul naso.
Tutto si fermò, e Liam sembrò volerla incenerire con lo sguardo. - Mi hai sporcato di gelato? Sul serio?
Deborah annuì, scoppiando a ridere. 
- Okay, l'hai voluto tu. - disse lui, sporcandola a sua volta di gelato e facendola urlare mentre i passanti li guardavano male.
- Liam, Liam, fermo! - quasi piangevano dal ridere. - Okay, okay, basta ti prego! - lo implorò.
Il ragazzo smise di ridere, cercando di riprendere fiato. - Dai, andiamo a ripulirci a quella fontanella.
- Dio, guarda come mi hai conciata! - disse, indicando i capelli con una faccia di rimprovero.
- Ti stanno bene, lo giuro. - la prese in giro, e lei per tutta risposta cercò di dargli uno schiaffo, ma lui le bloccò la mano e la attirò 
a sé per baciarla. Deborah rimase immobile e scioccata, poi cominciò a ricambiare il bacio.
- Ehi, amico, guarda là. - indicò Niall. 
Louis spalancò la bocca. - Lo sapevo che sarebbe successo, lo sapevo! 
- Lo sapevi? Cosa vuoi dire?
- Sì, Liam mi aveva fatto capire che provava qualcosa per Debbie.
Niall fece spallucce e tornò a guardare i due che si baciavano, chiedendosi perché erano tutti imbrattati di gelato.


***

- Avrei dovuto capirlo subito che non stavi bene, quella sera. - chiese Harry, scoppiando a ridere.
I due stavano passeggiando per il quartiere da un paio d'ore senza avere una meta precisa, solamente parlando.
- Si vedeva tanto che ero ubriaca? - chiese ridendo Sammi.
Il riccio la guardò per un momento, poi spostò lo sguardo. - Mmh...
- Dai, ero messa tanto male? - chiese lei, tirandogli una sberla sul bicipite.
- Eri messa talmente male che mi hai baciato, trai le tue conclusioni! - scherzò Harry, dandole una leggera spinta.
Samantha lo guardò. - Non c'è bisogno di essere ubriachi per volerti baciare, te lo assicuro.
Il ragazzo si voltò a guardarla nei profondi occhi neri.
Si guardarono per diversi secondi, poi lui le prese una ciocca di capelli e gliela posò dietro l'orecchio, attirandola lentamente 
a sé per poi baciarla dolcemente. 
Lei lo lasciò fare, poi si staccò, guardandolo negli occhi. 
- Ti va di cenare da me, stasera? - chiese lui sottovoce. Erano a pochi centimetri e lei in risposta lo baciò ancora, riuscendo
a percepire il sorriso di lui sulle proprie labbra.


***

- Sì Nicole, tra poco andiamo a casa dalla mamma. - disse Allison allungandole un pezzo di brioche.
Zayn sbuffò divertito. - Sei una mammona, lo sai? - la bambina per tutta risposta lo andò ad abbracciare.
- Attento che se si affeziona poi vuole venire a casa con te! - esclamò la ragazza, ridendo.
- Hai sentito, Nicole? - disse Zayn con enfasi. - Tua cugina è gelosa! - 
La bambina cominciò a battere le mani, emozionata. 
Allison prese una pallina e gliela tirò, facendolo scoppiare a ridere.
Era bellissimo quando rideva. Anzi, anche quando non rideva era bello.
- Lallie, mamma! - era Nicole che le tirava la manica. 
- Okay, andiamo, ormai tua madre sarà a casa.. - disse Allison, più a se stessa che alla cugina.
- Ti aiuto. - Zayn si alzò e aiutò la ragazza a piegare il telone che avevano steso sul prato, poi si avviarono.
Dopo pochi minuti erano già davanti a casa dei suoi zii, che la ringraziarono e diedero dieci dollari sia a lei che a Zayn. 
- Credo che tua zia sia convinta che io sia il tuo ragazzo. - disse divertito.
Allison abbassò la testa cercando di non far vedere che era arrossita. - Lo credo anche io.
- Avvisami quando devi badare a Nicole, oggi ci siamo divertiti. 
La ragazza ripensò a quel pomeriggio: avevano riso e scherzato, e i momenti di silenzio erano stati pochi. 
Sì, poteva dire che si era divertita, e molto.
Continuarono a parlare del più e del meno fin quando arrivarono a casa. 
- Dici che sono tornate le altre? - chiese lui.
- Non credo, non rispondono nemmeno al citofono.. - Allison prese il cellulare: due messaggi non letti. 
Il primo era di Samantha. "Ciao Allie, stasera resto da Harry per cena. Ti racconto domani." 
Il secondo invece era di Debbie. "Arriverò tardi, tu mangia pure. Devo raccontarti una cosa." 
"Bene, hanno tutte qualcosa da raccontarmi." pensò Allison.
- Che dicono? 
- Sammi è a cena da Harry mentre Deborah torna a casa più tardi.
Zayn sorrise. - A cena da Harry? Non aveva mai invitato nessuna a cena a casa sua. Tranne Louis, ovvio.
I due scoppiarono a ridere, poi Allison si morse il labbro. Stava per chiederglielo, se lo sentiva.
- Allora io vado. - la salutò con un cenno, sorridendo e facendo per girarsi. 
Allison si morse nuovamente il labbro. - Zayn, aspetta.. 
Il ragazzo si girò, guardandola nei grandi occhi verdi.
- Vuoi restare a farmi compagnia? - gli chiese con un sorriso accennato.
- Aspettavo che me lo chiedessi, sai? - ammise Zayn, arrossendo.
Allison gli sorrise, arrossendo a sua volta, poi aprì il portone e gli fece cenno di seguirla.
- Che bella casa. L'avete arredata insieme? - chiese Zayn, osservando il soggiorno.
- Sì, ci abbiamo messo un secolo a trovare un'idea che andasse bene a tutte. Cosa vuoi per cena?
Il ragazzo parve avere un miraggio. - Posso cucinare io?
Allison rimase perplessa. - Sai cucinare? 
- Sarai tu a dirmelo quando avrò finito. 
La ragazza accettò e gli mostrò la cucina. 
- Okay, ora rilassati, guardati un film, fatti la doccia, fai quello che vuoi. Quando ho finito ti chiamo.
Allison annuì: aveva bisogno di una doccia, quindi lo lasciò lavorare e si chiuse in bagno.
Dopo alcuni minuti uscì dal bagno con indosso un paio di shorts di cotone grigio e un top nero.
Attraversò il corridoio ed entrò in cucina, ma lui non la sentì arrivare e continuò a cucinare, concentrato.
Allison rimase sulla soglia della porta ad osservarlo, fino a quando lui si girò.
- Mi sentivo un po' osservato, e credo di aver capito il perché. - rise lui.
La ragazza sbuffò divertita. - Sembri uno chef quando cucini. Cos'hai cucinato di buono? Si sente un profumo niente male..
Zayn sorrise soddisfatto. - Lasagne. Sono la cosa che mi riesce meglio e che mi piace di più.
Allison lo guardò colpita. - Amo le lasagne, è il mio piatto preferito.
Il ragazzo le fece un occhiolino. - E' tutto pronto. Però non sapevo cosa mettere sul tavolo e..
Allie lo bloccò con un cenno della mano e si sporse a vedere come aveva conciato il tavolo, quindi scoppiò a ridere 
vedendo che aveva messo due tovagliette del mcdonald's come tovaglia.
- Credo di aver rovinato l'atmosfera. - disse lui, scoppiando a ridere.
I due rifecero la tavola in modo decente e cominciarono a mangiare. 
Doveva ammetterlo, era stato davvero bravo a cucinare, tanto che finirono in poco tempo.
- Cosa vuoi fare? - chiese Allison, finendo di sparecchiare mentre lui si era offerto di lavare i piatti.
- Non lo so. Che ore sono? 
- Sono quasi le nove. Sta per iniziare un film che mi piace, ti va di..insomma. Hai capito.
Zayn le sorrise, mettendo una mano dietro l'orecchio. - Ti va di..cosa? 
Lo sapeva benissimo cosa gli voleva chiedere, ma cominciava a credere che gli piacesse metterla in difficoltà.
- Hai capito cosa voglio dire, non fare lo stronzo! - esclamò lei lanciandogli uno straccio.
Lui scoppiò a ridere. - Sì, mi va di farti compagnia e guardarlo con te. - annuì alla fine, sorridendole.
Allison si sentì per un istante le gambe cedere, poi andarono in soggiorno ed accesero la tv, sistemandosi sul divano, 
attenti a non stare troppo vicini ma nemmeno troppo lontani, per non creare imbarazzo.
Il film cominciò, e dopo pochi minuti Allie si ricordò di avere dei popcorn, quindi si alzò e sotto lo sguardò di Zayn
scappò in cucina, tornando col pacchetto in mano. - Vuoi? - chiese, sventolandoli. 
- Pensi proprio a tutto tu, eh? - sorrise lui.
Lei tornò in cucina e versò il contenuto del pacchetto in una ciotola, poi tornò a sedersi sul divano, stavolta vicino a 
Zayn con la scusa dei popcorn.
Cominciarono a sgranocchiarli e dopo un po' erano già finiti, quindi Allison buttò la scatola sul tavolino.
Ad un certo punto senza accorgersene appoggiò la testa sulla spalla di Zayn, che le mise una mano sulla gamba.
Lei sollevò la testa per guardarlo, lui fece lo stesso. Erano a cinque centimetri, e la distanza continuava a diminuire e 
lo stomaco di Allison cominciò ad arrotolarsi, fare capriole, salti mortali e altre cose degne di un circo.
Zayn le prese il viso con le mani e le loro labbra finalmente si incontrarono, facendole letteralmente andare in tilt
sia stomaco che cervello, per non parlare del cuore.

Anche Allison aveva qualcosa da raccontare a Samantha e Deborah, adesso. Poco ma sicuro.
Il film andò a farsi benedire, perché per il resto della serata continuarono a baciarsi e a coccolarsi, fino ad addormentarsi 
come bambini, abbracciati.
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Spazio autrice:
Okay, okay, questo capitolo mi piace un sacco.
Spero piaccia anche a voi come piace a me:3
Fatemi sapere cosa ne pensate, perché ad ogni recensione
mi fate felice come una bambina, lo sapete?
Ah giusto, a proposito, grazie di cuore alle quindici persone
che hanno recensito, alle ventitre che la seguono, 
alle dieci che l'hanno preferita e alle otto che l'hanno ricordata,
per non dimenticare le lettrici silenziose, sempre loro:)
Ad almeno sei recensioni vado avanti, ok? ok:3 
Ma tipo che vi amo tanto? #tenerezza
Con tanto, tanto amore, Becks.

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Capitolo 6
*** Wondering where you have always been ***


Sesto capitolo: wondering where you have always been
"Feeling your touch all around
find me, here in your arms
now I’m wondering where
you have always been."
boyce avenue - find me;

Mercoledì;
E così come si addormentò, Allison si risvegliò, ritrovandosi tra le braccia di Zayn, che stava ancora dormendo. 
Cercò di alzarsi senza farlo svegliare anche se risultava difficile, dato che erano abbracciati. 
Provò ad alzargli il braccio e poi scivolò giù dal divano, cercando di fare meno casino possibile.
Si alzò contenta di non averlo svegliato e lo guardò: la bocca carnosa era socchiusa e il ventre si alzava e riabbassava lentamente.
Sorrise constatando la sua bellezza e ricordando quello che era successo la sera prima, quindi si diresse nelle camere delle 
altre per vedere se si erano svegliate, anche se erano solo le dieci. 
Attraversò il corridoio e aprì piano la porta di Sammi, pensando che stesse dormendo dato che era tutto buio.
Uno spiraglio di luce entrò nella camera, rischiarando il letto..vuoto. "Oh, bene," pensò Allison "sarà rimasta da Harry."
Richiuse la porta, sempre cercando di non fare rumore, quindi si diresse alla camera di Deborah.
Entrò e nel letto intravide l'amica e Liam, quindi uscì dalla camera. "Un momento." si bloccò, corrucciò la fronte e riaprì la porta.
Liam era accoccolato a Deborah, e dormivano. Insieme. Si era decisamente persa qualcosa.
Fece spallucce e andò in cucina a preparare la colazione per lei e Zayn, che era ancora sul divano.
Ripose delle fette biscottate in un piatto, posò il cestino della frutta sul tavolo e mise su il caffè.
Non sapendo cosa piacesse a Zayn, infine, il tavolo prese le sembianze di un supermercato.
Allison guardò soddisfatta la vasta scelta che aveva esposto, poi tornò in soggiorno per svegliare il ragazzo.
Si accovacciò accanto al divano, all'altezza del suo viso e si sporse per appoggiare delicatamente le labbra su quelle di lui.
Aspettò un movimento, ma niente. Lo baciò di nuovo e finalmente lo sentì muoversi, quindi si spostò sorridente.
Zayn si mise a sedere con aria frastornata, guardandosi in giro con un'espressione che sembrava dire "chi sono e dove 
mi trovo?" 
che la fece ridere. Il ragazzo infine la guardò e l'espressione confusa sparì, tramutandosi in un sorriso.
- Buongiorno dormiglione. - lo salutò lei, alzandosi. 
Lui si stiracchiò, sbadigliando. - Buongiorno Allie. - le sorrise, facendole tremare le gambe.
- Fai piano, di là ci sono Debbie e Liam che dormono.
- Liam e Deborah? Insieme? - chiese lui a bassa voce, sbalordito.
Allison annuì. - Già, sembra strano anche a me. Si è lasciata da poco con il suo ragazzo.
Lui in risposta fece spallucce e la abbracciò, sorprendendola. Lei ricambiò l'abbraccio, posando il viso sul suo petto 
inspirandone il profumo. Zayn profumava sempre. Profumava di primavera, di vaniglia, di ciliegie..non sapeva cosa 
fosse, 
ma le piaceva tanto, davvero tanto.
Sciolsero l'abbraccio e lei gli sorrise. - Questo per cos'era?
- Era il ringraziamento per ieri. Sono stato bene.. - disse, arrossendo un po'. - ..con te.
Le gambe di Allison erano sul punto di cedere. - Anche io, davvero.
Si guardarono per qualche secondo, poi lei si ricordò della colazione. - Ho preparato qualcosa. Hai fame?
- Sì, abbastanza. - disse lui, seguendo Allison in cucina. 
Lei si fermò per fargli vedere il tavolo pieno di frutta, cereali, fette biscottate, succhi di frutta e cartoni di latte.
- Vuoi prima, non so, farti una doccia? 
Lui ci pensò su. - Sì, vada per la doccia.
Allison gli mostrò il bagno, gli diede degli asciugamani puliti e uno spazzolino nuovo, poi lo lasciò fare.
Dopo una decina di minuti lui uscì dal bagno con i suoi jeans, i capelli ancora un po' bagnati e a torso nudo.
- Mangiamo? - le chiese, sorridendo con nonchalance.
La ragazza rimase un attimo a guardarlo, poi annuì nervosamente, sedendosi al tavolo.
- Avevi paura che non avrei mangiato abbastanza? - chiese Zayn guardando l'immensa quantità di cibo sul tavolo.
Scoppiarono a ridere, cominciando a mangiare.

Finita la colazione tornarono a sedersi sul divano per guardare un po' di televisione ed aspettare che anche Liam e 
Deborah si svegliassero, pronti all'interrogatorio.
Alla televisione c'era un documentario su una specie di uccelli che per conquistare l'esemplare femmina si mettevano a 
gracchiare 
in modo molto fastidioso.
Zayn si mise ad imitare il verso di quel coso piumato, facendo scoppiare a ridere Allison. 
- Ha funzionato? - chiese lui, divertito.
La ragazza stava ancora ridendo. - Che cosa ha funzionato? 
- Sono riuscito a conquistarti gracchiando?
Allison scoppiò di nuovo a ridere. - Se mi hai conquistata non è di certo grazie a quella sorta di gorgoglio!
Lui rise, prendendole il viso tra le mani e avvicinandolo a sé, fino ad essere a pochi centimetri di distanza.
- E tu di certo non mi hai conquistato grazie a quella risata da iena che hai. - disse ridendo.
- Ah, la metti così eh? Bene, me lo ricorderò. - Allison si allontanò da lui e incrociò le braccia, fingendosi arrabbiata.
Zayn la guardò divertito, poi le prese di nuovo il viso e la baciò.
Quando si staccarono lei fece un'espressione da cane bastonato. - Davvero ho la risata da iena?
Lui le sorrise. - No, è la risata più bella che io abbia mai sentito. - rispose, baciandola di nuovo.

***

- Ehm ehm. - Deborah si schiarì la voce, facendo girare Zayn e Allison che si stavano sbaciucchiando sul divano. 
La rossa si alzò di scatto dal divano, seguita dal moro. - Buongiorno, Debbie. Ho preparato la colazione. - esordì 
Allison, con un sorrisetto nervoso. 
Liam si materializzò dietro di lei. - Oh, ciao ragazzi.
- Grazie per averci svegliati. - scherzò Deborah. 
- Scusate. - si scusarono all'unisono i due. 
Liam scosse il capo e tornò in camera per rivestirsi. 
- Allison, io e te. In cucina. Adesso. - la chiamò Deborah, con un sorrisetto malizioso, mentre Zayn seguì l'amico.
- Cos'era quello? - le chiese sottovoce, una volta in cucina. - E cos'è questo, soprattutto. - disse, spalancando gli
occhi alla vista del tavolo-supermercato.
- E' la colazione. E quello di prima era un..ehm..bacio. Sono piuttosto sicura che fosse un bacio, sì.
Deborah fece un sorriso a trentadue denti, incrociando le braccia sul petto. - E quando sarebbe successo?
- Ieri lui mi ha aiutata con Nicole e dato che voi eravate fuori casa ho deciso di invitarlo a cena.
L'amica cominciò ad esaltarsi, quindi si sedette al tavolo per ascoltare la storia. - Vai avanti, su! Raccontami tutto.
Allison sorrise, mentalmente dicendo al suo stomaco di smettere di sfarfallare come un pazzo.
- E quindi lui si è offerto di cucinare. Devo ammettere che è davvero bravo.. - fece lei, sorridendo nel vuoto.
Deborah le schioccò le dita davanti agli occhi. - Terra chiama Allison. Vai avanti, devo sapere tutto.
- E niente, ci siam seduti sul divano e alla fine mi ha baciata. 
- E ho visto che vi siete anche addormentati, perché quando sono arrivata c'era la televisione che andava e voi due 
avvinghiati che dormivate come bambini. Eravate davvero bellissimi, lo giuro!
Allison sorrise arrossendo un po'. - E tu invece? Spiega dai! 
Deborah le raccontò del pomeriggio con Liam, Niall e Louis e infine del bacio.
- Oh, che dolce! Non intendo dolce per il gelato ma..hai capito. 
L'amica scoppiò a ridere. - Liam è davvero.. - concluse la frase a gesti e poi sospirò, sorridendo.
- E, strano a dirsi, dobbiamo ringraziare Samantha. - disse Allison, pensando all'ultima volta che Sammi aveva combinato
un casino che alla fine si era tramutato in una cosa bella, senza individuare un episodio preciso. Forse perché non ce n'erano.
- A proposito..che fine ha fatto? - chiese allarmata Debbie.
- Credo sia rimasta da Harry a dormire. - rispose mimando le virgolette alla parola "dormire".
Proprio in quel momento entrarono Liam e Zayn, facendole zittire.
- Vieni Allison, lasciamoli mangiare da soli. - disse il moro, prendendole una mano e facendola alzare dalla sedia per poi
guidarla fuori dalla cucina.
Lei lo seguì con le gambe che tremavano: si chiese se si sarebbe mai abituata o se le gambe avrebbero semplicemente 
continuato a tremarle quando lui la toccava o le sorrideva.
Lui si fermò nel corridoio e la fece appoggiare al muro, sorridendole.
- Non voglio farti pensare che io sia un fanatico dei baci ma è che.. - lasciò la frase a metà per baciarla di nuovo.


***

Samantha si alzò dal letto e prese i vestiti da terra. Aveva passato la notte con Harry, o come dicevano sempre Deborah 
e Allison "una notte di fuoco" e non aveva dubbi: il ricciolino ci sapeva fare. 
- Scappi di già? - chiese Harry, tirandosi a sedere mentre sbadigliava.
Sammi si girò, abbottonandosi i jeans. - Sì, le mie amiche mi daranno per dispersa. E poi ho del lavoro da fare, tra due 
settimane torno a lavorare. 
Il ragazzo la guardò rivestirsi senza dire una parola, poi scese dal letto e si infilò a sua volta dei pantaloni neri.
- Vuoi mangiare qualcosa? - chiese lui.
- Oh, no grazie, mangerò qualcosa a casa. - gli sorrise, avviandosi verso la porta.
Lui le aprì la porta e lei uscendo gli stampò un bacio, poi scese le scale e uscì dal cortile.
Harry chiuse la porta e rimase per qualche secondo a pensare alla nottata con Sammi, poi sospirò e andò a lavarsi.
Si sentiva strano, come se gli mancasse qualcosa..e nemmeno lui sapeva cosa.
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Spazio autrice:
Eeeecco qui il sesto capitolo gente:3
Spero sia di vostro gradimento e che lasciate
qualche recensione come nei capitoli precedenti,
come vi ho già detto mi fate sempre contenta 
come una bambina, ahahahahah:)
quindi fatemi sapere cosa ne pensate, okay? okay(?)

Ringrazio ancora le quarantadue persone che seguono la
storia, le ventinove che la preferiscono e le 
 tredici che l'hanno messa tra le ricordate. 
E grazie anche alle ventitre che hanno recensito, ovvio:3
Lo sapete che vi amo tanto tutte quante, no?
Taaaanto tanto amore, Becks.

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Capitolo 7
*** I just wanna spend the night with you ***


Settimo capitolo: I just wanna spend the night with you

"Let me kidnap you, let me
kidnap you tonight, do everything
you wanna do, I just wanna
spend the night with you."
yukmouth - kidnap you;
 

Mercoledì mattina;
- Eccola che torna dalla sua scappatella, signori! - annunciò Deborah vedendo entrare Sammi. - Allora? Com'è andata? E' 
bravo come pensavi? - chiese esaltata, chiudendo la porta dopo che l'amica entrò.
- Oh, ehm, sì, certo. - rispose Samantha, abbassando lo sguardo per togliersi le scarpe.
Debbie si sedette sul bracciolo del divano. - Che c'è, non è stato bravo? 
Sam la guardò male. - Okay sì, è stato bravo. 
Allison entrò in soggiorno. - Qual'è il problema allora? Si sente da camera mia che c'è qualcosa che non va.
- Non ti piace? - chiese Deborah, guardandola con aria da investigatrice.
- Ragazze, insomma, calmatevi! Ci sa fare, okay? Sono soddisfatta, fine. Ora vado a lavarmi, se permettete.
Le due amiche erano rimaste sbalordite dalla sua scontrosità, però fecero spallucce ed aspettarono che entrasse in doccia. 
Quando sentirono l'acqua scorrere, Debbie si girò verso l'amica. - Secondo te cos'ha? 
Allison mise un dito sotto il mento e assunse un'aria pensierosa. - Non saprei. Pensavo che Harry le piacesse!
- Già, anche io lo pensavo. Cioè, l'hai vista in pizzeria la scorsa domenica sera. 
- Dici che è successo qualcosa? 
Deborah sgranò gli occhi. - Dici che è incinta? 
Allie la guardò male. - Oh, piantala! E' per forza successo qualcosa, e io scoprirò che cosa.
Annuirono grattandosi il mento per alcuni secondi. - Sì okay, possiamo smettere di annuire adesso. - rise Allison, tornando
in camera sua. - Preparati anche tu, Gwen ci ha invitate da lei! - gridò poi.
- Okay, dove andiamo? 
- Non lo so, ma ha detto che ha una sorpresa per me. E lo sai che non resisto alle sorprese!

***


Mercoledì pomeriggio; 
Allison, insieme a Deborah e Samantha, raggiunse Gwen in centro e la sorpresa era Dawson, il proprietario del locale.
Stando a quanto le aveva detto la bionda, Dawson aveva una cotta per lei e quindi aveva accettato di portarlo.
C'era un piccolo dettaglio che aveva ignorato, però: non le aveva accennato niente della storia di Zayn.
- Sei molto carina, lo sai? - le sussurrò Dawson mentre passeggiavano per le vie di Londra.
Lei sorrise, più per educazione che per altro. - Grazie. 
Se però c'era una cosa che non poteva negare era che quel ragazzo era davvero bello.
Alto, moro, occhi blu. Era uno di quei ragazzi che hanno fascino, sex appeal. Però non le interessava, aveva già quello che voleva.
- Ti va di uscire un giorno di questi? - insistette Dawson.
- Ehm, posso vedere se trovo un giorno libero, ma non credo..
Il ragazzo annuì, ma non aveva ancora capito che non era aria per lui.
Zzzz! Il cellulare le vibrò in tasca, quindi lo estrasse: "Zayn", diceva lo schermo.
Sorrise ed aprì il messaggio. "Ti va di venire da me stasera? Passo io a prenderti, non c'è problema."
Allison accettò, mise di nuovo in tasca il cellulare e sollevò la testa trovando Dawson che la guardava di sottecchi, quindi cercò 
di restare seria, quando invece dentro di lei c'era una festa che sembrava essere animata dai LMFAO.

***

Mercoledì sera;
- Avanti! - gridò Harry sporgendosi dalla cucina.
La porta si aprì e i due amici entrarono in casa. - Tra dieci minuti arrivano le pizze, Harry. - lo avvisò Zayn, posando
sul tavolo del soggiorno una confezione da sei birre.
Liam si tolse la felpa, sedendosi sul divano. - Ti abbiamo preso la solita, va bene?
Harry fece capolino dalla cucina, annuendo. - Okay, grazie. Dove sono Niall e Louis?
- Arriveranno a momenti, o almeno lo spero.
- Harry, allora? Non hai nulla da raccontarci? - chiese Zayn con un sorrisetto malizioso, sedendosi a sua volta sul divano.
Il ricciolino lo guardò, poi tornò senza dire niente in cucina. 
- Un momento, cos'è successo? - chiese Liam, corrucciando la fronte.
- La scorsa notte Samantha ha dormito qui con il nostro caro Styles. - lo informò il moro, indugiando sulla parola "dormito".
Liam sbarrò gli occhi. - Davvero, Harry? Vieni di qua, raccontaci.
L'amico tornò in salotto sbuffando. - E' vero, siamo stati insieme. La mattina dopo ha preso e se n'è andata. Fine, punto, stop.
Il sorrisetto malizioso di Zayn si spense. - Harry, cosa c'è che non va?
- Non lo so nemmeno io, okay? Non lo so cos'è che non va. Non lo so.
I due amici si guardarono preoccupati. 
- E ora possiamo cambiare discorso? - chiese, irritato.
Liam annuì piano, guardandolo. - Okay, certo..
- Grazie. - disse con un'agitata della chioma. - E voi, piuttosto?
Zayn sorrise, spiegando dell'uscita con Allison e Nicole e di come era terminata la giornata.
A sua volta Liam spiegò com'era andata con Deborah, comprendendo la guerra del gelato.
- Bé, complimenti allora. - Harry fece un sorriso sforzato ai suoi due amici, che annuirono ma capirono che c'era qualcosa
che non andava, anche se lui non voleva dire di cosa si trattava.
Il campanello suonò. - Avanti. - ripetè il ricciolino.
Louis e Niall entrarono con dei cartoni in mano. - Siamo arrivati insieme al fattorino delle pizze. - annunciò Niall, affamato. 
Sembrava un ragazzo che non toccava cibo da giorni, anche se aveva mangiato un pacchetto di patatine appena prima.
- Ah, ragazzi, dopo mangiato devo tornare a casa.
- Hai visite? - chiese Louis strizzando l'occhio, malizioso.
Zayn annuì. - Sì, viene Allison.
Niall e Louis si guardarono. - Cosa? Allison?
Il moro spiegò di nuovo tutta la storia, ricevendo l'approvazione dei due, poi si sedettero al tavolo in soggiorno e cominciarono 
a mangiare per la felicità del biondo, che a momenti sbavava.


***

- Chi è? - chiese Deborah.
- Ahm..sono Harry. 

Debbie sgranò gli occhi e si girò, coprendo la cornetta. - E' per te, Sammi.
L'amica si alzò con un'espressione assolutamente neutra e prese l'apparecchio. - Ehi, dimmi.
- Sono venuto per rapirti. Ci stai?
Samantha si lasciò scappare un sorriso. - Non lo so..
- Sono un ladro tranquillo e gentile, non uso le maniere forti, te lo assicuro.
- Okay, allora scendo. - riattaccò il citofono e si girò per prendere la borsa, ringraziando di essere già vestita e truccata.
Deborah la seguì con lo sguardo. - Ehm, dove stai andando?
- Harry ha "intenzione di rapirmi", quindi lo sto assecondando.
L'amica annuì piano, facendo finta di capire. - Quindi mi lasci da sola.
- Non puoi chiamare Liam? 
- Credo che lo farò.
- Bene, brava. Ci vediamo più tardi. 
Debbie la guardò male. - Lo sappiamo entrambe che non tornerai a casa.
Samantha rise ed aprì la porta. - A domani Debs! - la salutò con la mano prima di sparire.
Scese le scale ed uscì dal portoncino: Harry era appoggiato al muretto e la stava guardando con un sorriso smagliante e i 
suoi grandi occhi verdi brillavano come di luce propria.
- Buonasera signorina. - la salutò, infilando le mani nelle tasche dei jeans.
- Oh, buonasera signor ladro. Dove vuole portarmi stasera? - gli sorrise di rimando.
- Bé..per venire qui ho fatto sgomberare casa mia, lo sa?
- E' un peccato che sia rimasta vuota.. - disse lei, con un'aria da finta dispiaciuta. 
- Vuole occuparla con me, allora? - chiese lui, tendendo un braccio come per chiederle di ballare.
Lei fece finta di pensarci su, poi ridendo gli prese la mano e lui l'attirò a sé per baciarla.
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Spazio autrice:
Ecco il seeeettimo capitolo, yeah buddie:3 
Cioè, mi sembrava ieri che ho iniziato 
a scrivere questa fanfiction :o
Passiamo ai soliti ringraziamenti:3
Grazie alle cinquantatre persone che seguono questa storia, 
alle trentasei che l'hanno recensita, 
alle trentasei che l'hanno messa tra le preferite 
e alle quattordici che l'hanno messa nelle ricordate:)
I love you all, davvero:3

Sì, lo so, non avete capito quello che sta succedendo
nella coppia Samharry, mea culpa, ve lo dirò nei
proooossimi capitoli, tranquille:3
Era per tenervi sulle spine *risata spietata*(?)
Bé, avete capito, giusto? :)

Fatemi sapere cosa pensate di 
questo nuovo capitolo, please :3
Taaanto tanto amore, Becks.

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Capitolo 8
*** Don't be scared to love ***


Ottavo capitolo: don't be scared to love
 
"Don't be scared, don't be scared to love,
better to love than never love at all.
Don't be shy, don't be shy to tell,
you may lose the chance to tell."
john lennon - don't be scared;

 
Mercoledì sera;
Harry si stese sul letto trascinando con sé Samantha, che, con una mano tra i suoi ricci, lo stava baciando.
- Mi piacciono un sacco i tuoi capelli. - disse lei tra un bacio e l'altro.
Lui sorrise, guardandola mentre si toglieva la maglietta. Aveva davvero un bel corpo.
Lei si fiondò di nuovo sulle sue labbra, accarezzandogli i capelli.
- A me piaci tu, invece. - sussurrò lui, baciandole il collo. 
La ragazza si staccò e lo guardò con un'espressione che non faceva trapelare alcun sentimento. 
- Cosa? - chiese lui, imbarazzato.
Senza dire niente Sammi si sollevò e si mise a sedere sulla sponda del letto, rimanendo immobile.
Harry si alzò immediatamente e si mise a sedere vicino alla ragazza, che lo guardò in silenzio.
- Sam, cos'è successo? Ho detto qualcosa di sbagliato?
La ragazza scosse la testa, alzandosi. - No, niente. Devo andare. - si rimise la maglietta, prese le sue cose ed uscì 
dall'appartamento lasciando Harry seduto sulla sponda del letto, inerme.
Cos'aveva quella ragazza che non andava? Non doveva dirle che lei gli piaceva?
Eppure era la verità. A lui piaceva, e non poco. L'aveva capito: era quella la cosa che non era riuscito a dire ai suoi amici
un paio di ore prima. Però in quel momento non desiderava altro che sopprimere quello che sentiva.
Lei l'aveva lasciato lì senza dire una parola, e anche la stessa mattina era corsa via senza farsi troppi scrupoli.
Harry credeva di piacerle, il suo linguaggio del corpo aveva parlato per lei. Eppure adesso era lì, da solo.
E, per un motivo sconosciuto, voleva solamente che lei tornasse indietro. 


***

I ragazzi, dopo essere stati cacciati da casa di Harry perché aveva improvvisamente deciso di rapire Samantha, 
si trasferirono nell'appartamento di Louis.
- Ed era tutto strano, scontroso. Non ne voleva parlare. - Liam stava raccontando di quello che era successo prima che 
arrivassero loro due a casa di Harry. - Ha detto che c'era qualcosa che non andava, ma non sapeva cosa. 
Niall e Louis lo stavano guardando come se stesse parlando una lingua strana, tipo il marziano. 
- Cioè, fammi capire, Harry è stato con Sammi ma non era contento come al solito? - chiese Louis, cercando di capire.
Niall prese una caramella e la trangugiò. - Di solito non è felice come una pasqua quando va a letto con una ragazza?
- E' questo che intendo! Non capisco come mai era così scontroso. 
- E adesso è corso via per andare da lei. - finì Louis, scuotendo la testa come se stesse cercando di risolvere un'equazione.
Liam annuì lentamente. - Esattamente. 
- Ah, stai a vedere che gli piace davvero Samantha! - rise Niall, facendo spallucce e ingurgitando un'altra caramella.
I due amici si guardarono spalancando gli occhi. - Sei un genio! - esclamò Liam, guardando nel vuoto.
Il biondo corrucciò la fronte.
Louis annuì velocemente. - Già, forse a Harry piace Sam. Ma sul serio!
- E perché dovrebbe essere scontroso, allora? - chiese Niall, capendo sempre di meno.
Liam mise la mano sulla fronte. - Perché forse non vuole ammetterlo..
- Hai ragione! - gli diede corda Lou, che sembrava aver ricevuto un'illuminazione.
- Oppure perché ha paura di non essere ricambiato..? - tentò il biondo, masticando.
- Niall, sei un genio. - 
Liam accarezzò la chioma bionda dell'amico, che sorrise e si mise in bocca un'altra caramella.

***

- Oh, ciao ragazzi. - Samantha salutò Deborah e Liam, che erano sul divano a vedere un film. - Non pensavo foste qui.
Si girò per asciugarsi una lacrima. - Sono appena arrivato, infatti. - disse Liam, rivolgendo uno sguardo interrogativo
a Debbie, che a sua volta guardò preoccupata l'amica. - Sam, cos'è successo?
La ragazza scoppiò in lacrime. - Debs, non lo so..non lo so! - esclamò, poi corse in camera e ci si chiuse dentro.
- Aspetta Liam, vado a vedere cos'ha. - sussurrò, poi si avvicinò alla porta e bussò. - Sam, mi apri?
La serratura si sbloccò e Deborah aprì la porta: Samantha era seduta sul letto con lo sguardo perso, appannato dalle lacrime.
- Ehi, calmati. Raccontami cos'è successo. - disse, sedendosi accanto a lei.
Sammi tirò su col naso. - Harry mi ha detto che gli piaccio e io..ho avuto paura.
Tutto si fece immediatamente chiaro nella mente di Deborah: aveva capito cos'è che la turbava.
Negli ultimi due anni Sammi aveva sofferto molto con i ragazzi, quindi col tempo era diventata "la festaiola", la ragazza che 
si diverte coi ragazzi senza impegno, quella che nessuno riusciva a conquistare. 
Però non andò così, quella volta. Anche la festaiola si era presa una sbandata, e non riusciva ad accettarlo per paura
di soffrire, di rimanere delusa ancora una volta.
- Sammi, non devi avere paura. - la tranquillizzò Debbie.
L'amica si passò un dito sotto l'occhio per togliere la sbavatura del mascara, che ormai era andato a farsi fottere. 
- Non so cosa fare, aiutami..
- Prova a spiegargli perché hai reagito così, capirà sicuramente.
Sam sospirò. - Non puoi parlarci tu? Ti prego!
- Va bene, va bene. Domani ci pensiamo, okay? Ora dormi, riposati. - le diede un bacio sulla guancia e tornò in soggiorno da 
Liam, che la aspettava preoccupato. - Allora? 
Deborah si sedette accanto al ragazzo, che la cinse in un abbraccio e la baciò sulla testa. - Harry le ha detto di piacergli e lei
è scappata via, ha avuto paura. 
- Di cosa ha avuto paura? - chiese Liam, sempre preoccupato.
- Vedi, Sammi è stata sfortunata in amore negli ultimi due anni, quindi ora sapere che lui non vuole solo "certe cose" da lei
l'ha un po' spiazzata, ecco.
Il ragazzo annuì. - Quindi come ha intenzione di affrontare la cosa? 
- Mi ha chiesto di parlare con lui di questa cosa, e vedremo lui come reagirà.
- Come sei premurosa. - disse lui sorridendo, per poi darle un delicatissimo bacio a stampo. - Ora però è meglio che vada, 
così vi riposate per bene. - si alzò e si diresse alla porta, aspettando che lei andasse a salutarlo.
La ragazza si alzò e imitò il ragazzo, appoggiandosi al muro. Liam sbuffò divertito, si avvicinò e appoggiò le mani dietro di lei 
come per intrappolarla, poi si allungò per darle il bacio della buonanotte.
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Spazio autrice:
Ecco svelato il mistero di Samantha:3
Ho voglia di spoilerare su quello che 
succederà ma preferisco aspettare e tenervi 
sulle spine, ahahah intanto che 
scrivo il nono capitolo voi fatemi
sapere come al solito cosa ne pensate, okay? :)
Ringraziamenti: grazie alle sessantadue 
persone che seguono la storia,
alle ccccinquanta che l'hanno recensita, 
alle trentotto che la preferiscono e alle
quattordici che la ricordano, i love you aaaall. 
Grazie anche alle lettrici silenziose, che anche
se non recensiscono mi fanno felice lo stesso:3 

Annuncio importante: il primo capitolo 
ha raggiunto le mille visualizzazioni! *w*
Lo so che non vi importa maaaa okay, ahahah!

I LOVE YOU ALL. Con amore, Becks :)

Ps: ho iniziato a scrivere un'altra fanfiction sempre sui ragazzi,
quando pubblico il primo capitolo ve lo linko nel nono, 
così mi dite che ne pensate, vero? *occhioni dolci*

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Capitolo 9
*** I will take a chance on us ***


Nono capitolo: I will take a chance on us

"Love makes me crazy, restless, dumb and paranoid but I'll
take a chance on us and hope, you don't destroy my heart

just give me one guarantee, am I the only girl you see?"
demi lovato, iyaz - you're my only shorty;


Giovedì pomeriggio;
- Dove stai andando adesso? - chiese Allison con lo sguardo fisso sul computer.
Deborah passò dalla cucina al bagno e di nuovo in camera. - Da Harry con Liam per la storia di Sammi.
- Oh, aspetta, devo capire. Harry, Liam, Sammi. - la rossa fece uno schema a mezz'aria, tracciando righe con le dita. - Okay, ci sono. 
- Tu rimani qui? 
- Sì, tra poco arriva Zayn e poi aspettiamo che Samantha torni dalla palestra, arriverà a momenti.
Sammi andava sempre in palestra quando era nervosa, infatti quando le amiche la vedevano in leggins e canottiera capivano 
che non era aria e che era meglio lasciarla stare.
- Assicuratevi che sia calma, che sia sudata e che si faccia una bella doccia. Chiaro?
- Sì mamma, grazie mamma. Ora puoi andare, mamma. - scherzò Allie, addentando la sua mela rossa.
- Okay, a dopo! - la salutò Debbie richiudendosi la porta alle spalle.
Dopo circa un quarto d'ora era già seduta al tavolo della cucina di Harry, con Liam al suo fianco.
- Ora potete smetterla di fissarmi e dirmi perché siete qui? - chiese esasperato il ricciolino.
- Volevamo parlarti di Samantha.. - iniziò Liam.
Harry passò da uno sguardo tranquillo ad uno nervoso in un lasso di tempo brevissimo. - E' successo qualcosa?
- Sì, cioè no. Ehm..è per ieri sera. E' tornata a casa in lacrime.
- Giuro che non l'ho toccata, ha fatto tutto lei! Le ho solo detto che.. - la voce partì da un'esclamazione e finì per affievolirsi, e i 
suoi occhi sembrarono appannarsi.
- Harry, tranquillo. Siamo qui per spiegarti il perché.. - continuò Deborah.
- E perché non è venuta lei? - singhiozzò Harry, cercando però di non farlo vedere. - Ho capito. Ha paura di dirmi che non mi vuole.
- No, Harry, no! Non è per niente così, anzi! - cercò di tranquillizzarlo Debbie.
Il ricciolino la guardò speranzoso. - E cosa, quindi?
Deborah gli raccontò la storia degli ultimi due anni e di quanto l'aveva spiazzata sentirsi dire da Harry che gli piaceva, e che era
quello il motivo. Liam rafforzò il tutto con movimenti della testa e vari "mh mh".
- Mi state dicendo che ha reagito così solo perché aveva paura? 
- Sì, ha paura di rimanere delusa di nuovo, ed è per questo che ora voglio chiederti che intenzioni hai.
Harry rimase zitto per qualche secondo. - Che intenzioni ho? Te lo mostro. - si alzò, uscì dalla cucina ed uscì dalla porta, lasciando
Deborah e Liam seduti al tavolo, perplessi. - Credo che il nostro lavoro sia finito qui, andiamo. - disse Liam, alzandosi a sua volta.


***
 
Samantha era uscita da poco dalla doccia e aveva intenzione di stendersi un po': era distrutta dalla palestra.
- Allison chiede se vuoi qualcosa. - la informò Zayn, affacciandosi alla sua camera.
- No, sono apposto, grazie.
Il ragazzo annuì e tornò in cucina. - Non vuole niente. 
- Quanto potranno mai metterci quei due da Harry? - chiese impaziente Allison. 
- Dai, arriveranno a momenti. - la tranquillizzò Zayn, abbracciandola da dietro e baciandole dolcemente il collo.
Allie si girò per baciarlo e lui la prese in braccio, facendola sedere sul tavolo.
Le infilò una mano dentro la maglietta e cominciò ad accarezzarle la schiena e a baciarle il collo, cosa che la faceva impazzire.
Ma proprio in quel momento suonò il campanello della porta, facendoli sussultare.
- Ah, il tempismo.. - farfugliò Zayn. Allison gli stampò un bacio sulla bocca e andò ad aprire.
- Devo parlare con Samantha. - esclamò Harry, fiondandosi all'interno della casa. 
- Ehm, okay..è quella camera sua. - gli indicò una porta in fondo al corridoio e lui corse verso di essa.
Il ricciolino entrò e si chiuse la porta dietro di sé. - Sammi, non ti farò del male, non ti deluderò, farò di tutto per impedirlo.
La ragazza rimase a guardarlo. - Dici sul serio?
Lui si avvicinò a grandi falcate, le prese il viso e la baciò come nessuno l'aveva mai baciata prima.
Dopo essersi staccati rimasero a pochi centimetri di distanza. 
- Voglio provarci. - sussurrò lei, sorridendo. Harry ricambiò il sorriso e lei riprese a baciarlo.


***

Giovedì sera;
- Andiamo Sam, muoviti, Louis è già lì con Niall, Deborah e Liam! - esclamò Allison, rivolgendo a  Zayn uno sguardo
sofferente. - Siamo sempre gli ultimi con lei, non è possibile.
- Calmati, sono solo le sette. E poi il ristorante è qui dietro. - la tranquillizzò il moro, prendendole la mano.
Lei per tutta risposta sbuffò.
- Sta arrivando, si sta mettendo le scarpe. Ma come fate a sopportarli quei cosi? - chiese Harry indicando i tacchi
di Allison con sguardo schifato.
- Sono comodissime, queste. E poi mi fanno più alta. - disse la rossa, guardando le sue bellissime scarpe nere.
- Sei bella anche bassa, te lo assicuro. - disse Zayn sorridendole. 
Allison diede uno schiaffo al bicipite destro del moro. - Non sono bassa!

Harry diede corda all'amico. - Ha ragione, non è bassa. E' un nano da giardino. - diede un cinque a Zayn e scoppiarono 
a ridere. - Sto scherzando, non sei bassa. - le fece un'occhiolino, poi si girò sentendo il rumore dei tacchi di Sammi.
- Eccomi, sono pronta. - annunciò la ragazza, mettendo il cellulare nella borsetta. - E affamata. 
I quattro uscirono di casa e raggiunsero Niall, Louis, Liam e Deborah al ristorante.
- Scusate, Samantha ci ha messo i secoli. - rise Allison, ricevendo un'occhiataccia dall'amica.
- Non importa, è presto. - bofonchiò Niall, che stava mangiando dei grissini.
I ragazzi finalmente si sedettero e ordinarono, brindando alla fine dell'estate che stavano passando insieme.


***

- Da quanto conosci Samantha? - chiese Dawson, bevendo un bicchiere di scotch.
La bionda lo guardò pensierosa. - Da quando ero piccola, ma poi ci siamo perse di vista e ci siamo ritrovate due mesi fa.
Il ragazzo sbuffò divertito. - Le sue amiche sono interessanti. - Gwen lo guardò interrogativa. - Allison soprattutto.
- Bé, mi spiace per te. - disse lei, facendo spallucce e indossando la maglietta da barista. 
- Cosa intendi con questo? - chiese lui. 
La ragazza si fece una coda. - E' già impegnata. 
- Non me l'avevi detto. Con chi? 
- L'ho scoperto anche io ieri, quando siamo usciti. Sta con Zayn.
- Zayn? Sul serio? E' mio amico ma devo dire che sono molto più di lui, io.
Gwen lo guardò male. - Ah sì? Tipo cosa?
Dawson si alzò e indicò con espressione ovvia il suo corpo. - Mi vedi? Sono palestrato. Alle ragazze piace.
- Non ha un brutto fisico, andiamo. 
- Bé, potrei portargliela via quando e come voglio.
- Davvero Dawson, lasciala stare. Sta con lui adesso, ne troverai un'altra, non è il caso di fare il bambino. 
Il ragazzo la guardò serio. - Lo sai come sono fatto. Quando voglio qualcosa la ottengo sempre. Sempre.
Lei ricambiò lo sguardo. - Non puoi averla, fine della storia. Cambia obbiettivo. Vado di là, è il mio turno. 
La musica del locale entrò nell'ufficio e si affievolì di nuovo quando Gwen si chiuse la porta alle spalle.
Dawson non avrebbe lasciato stare, mai nessuna le aveva detto "non puoi averla", e questa non sarebbe stata la prima
volta. L'avrebbe avuta, eccome se l'avrebbe avuta.
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Spazio autrice:
Da da da daaaaaaan *musichetta in sottofondo* 
Con un ritardo di dieci minuti son riuscita a pubblicare 
il nono capitolo, gente! Adxeerxvsnadleaoadecx
Sono puntuale come gli One Direction, visto? :3
No okay basta, ahahahahahah
Ccccome al solito fatemi sapere cosa ne pensate
e cosa vorreste che accadesse nei prossimi 
capitoli, così mi date nuove idee(?)

Grazie alle settantatre persone che seguono la storia,
alle settanta che hanno recensito, alle quarantatre
che l'hanno messa tra le preferite e alle diciannove
che l'hanno messa tra le ricordate :3
Ovviamente grazie anche alle lettrici silenziose, 
vi amo anche a voi tranquille ahahah :3

Credo di non aver altro da dire, quindi scrivetemi
quello che pensate e peace and love(?)
Tanto amore, Becks :3

Ps: non ho ancora scritto l'altra fan fiction,
ma quando lo farò posterò il link:)

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Capitolo 10
*** No more fears, no more crying ***


Decimo capitolo: no more fears, no more crying

"Don't be scared, I ain't going nowhere, I'll be
here, by your side, 
no more fears, no more crying."
one direction - got to be you;

Venerdì pomeriggio;
Il campanello suonò, facendo sussultare Allison, rimasta a casa da sola.
"Sarà Zayn" pensò, sorridendo. - Chi è?
- Sorpresa! - risuonò una voce profonda, che lei non riconobbe. - Non mi riconosci? Sono Dawson. 
- E perché sei qui? - chiese, cominciando ad innervosirsi.
- Sono passato a salutare, non posso? 
Allison non sapeva cosa fare. - Sali. Cinque minuti, non di più.
Dopo alcuni secondi la porta si aprì e Dawson apparve sulla soglia, sorridente. 
- Buongiorno splendore. - esclamò, avvicinandosi. 
Allie fece un passo indietro. - Cosa sono quelli? - chiese, ignorando il saluto e indicando qualcosa dietro il ragazzo.
- Ehm..mi sembrava scortese presentarmi a mani vuote. - disse lui, estraendo un mazzo di fiori enorme. - Sono per te. 
Lei si sforzò a sorridergli, prendendo i fiori e posandoli sul tavolo. - Non dovevi.
Dawson si avvicinò lentamente alla ragazza. - Sciogliti un po', Allison! Sono dei bei fiori.
- Sì, sono belli, non ho dubbi. Ma non dovevi disturbarti. - un istinto dentro di lei le urlava di cacciarlo via, o di scappare.
- Il mio invito ad uscire è ancora valido, lo sai?
Lei incrociò le braccia al petto. - Non sono interessata. 
- Dovresti. - sussurrò, prima di prenderle il braccio e strattonarla a sé per baciarla.
Lei provò a staccarsi, ma la sua stretta era forte e le stava graffiando il braccio. 
Dawson la fece appoggiare al muro. - Te l'ho detto di scioglierti. Non volevo arrivare alle maniere forti, per averti.
Allison era in preda al panico, non riusciva a parlare dalla paura che aveva.
Lui ghignò e si fiondò su di lei, baciandola ancora mentre cercava di toglierle la maglietta, toccandola con le sue mani fredde.
Quasi non riusciva a respirare, si sentiva soffocata e anche volendo non poteva gridare.
Si sentì come in un sogno, dove non puoi urlare, non puoi correre. Non puoi scappare. Come se fosse sul fondo dell'oceano
e l'ossigeno andava scemando, ma la superficie era troppo lontana e non l'avrebbe raggiunta.
All'improvviso, però, qualcuno aprì la porta. 
- Allison, sono arr..che cazzo sta succedendo qui?! - urlò Sammi.
Dawson si staccò immediatamente. - Son passato a salutare. Me ne stavo giusto andando. 
Non fecero in tempo a fermarlo che era già uscito dalla porta.
- Allison, stai bene? Cosa ti ha fatto?
La rossa singhiozzava e ansimava. - E' entrato e mi ha baciata e ha cercato di..è stato orribile, mi son sentita affogare!
- Calmati Allie, calmati. Ti ha picchiata?! - esclamò, vedendo i segni rossi sul braccio dell'amica.
- No, mi ha bloccata per farmi stare ferma. - sussurrò, accasciandosi mentre guardava nel vuoto.
Samantha non sapeva cosa fare, quindi la fece alzare e la mise a sedere sul divano, poi andò a farle una camomilla.
- Lo denuncio. - disse dopo alcuni minuti, porgendole la tazza fumante. 
Allison stava ancora tremando e non rispose, quindi cominciò a bere la bevanda, sempre con lo sguardo fisso davanti a sé.
- Chiamo Zayn? - le chiese, cauta. 
L'amica scosse piano la testa. - Cosa dovrei dirgli? Che il suo amico ha cercato di violentarmi? Darebbe di matto.
- Non posso lasciarti da sola! Deborah è andata via con Liam e io devo andare da mia madre. E passo anche a denunciarlo. 
- Chiama Louis o Niall, magari. 
- So che Niall è uscito, provo a chiamare Louis. - compose il numero sul cellulare e attese la risposta.
Dopo alcuni secondi una voce rispose. - Pronto? 
- Ehi Louis, sono Sammi. Ti va di fare compagnia a Allison? E' successa una cosa e..
- Cos'è successo? Sono lì tra dieci minuti. - la telefonata terminò, lasciando Samantha a bocca aperta.
- Viene? - chiese Allison, appoggiando la tazza sul tavolino. 
L'amica annuì, sedendosi accanto a lei per abbracciarla. - Calmati adesso, okay?
Un quarto d'ora dopo arrivò Louis, trafelato. - State tutti bene? Cos'è successo?
- Dawson è stato qui. - rispose Sam, con uno sguardo che diceva tutto.
Lou spalancò gli occhi. - Ti ha fatto del male? 
Allison gli mostrò i segni rossi che aveva sul braccio, che stavano già diventando violacei.
- Oh santo.. - sussurrò incredulo. - Dov'è andato adesso?
- Non lo so, ma io sto andando a denunciarlo. - dichiarò Sammi, autorevole.
Il ragazzo annuì. - Okay, allora vai se devi andare, ci penso io a lei. 
Samantha guardò preoccupata l'amica, poi si diresse alla porta. - Grazie Louis. Ci vediamo più tardi. 
L'amico sorrise accarezzando piano la gamba di Allison, che si era accoccolata sul divano, ancora scossa dall'accaduto.


***

Venerdì sera;
- E' stata una bella cenetta. - disse Gwen, avvolgendosi nel suo maglioncino. Il brutto tempo stava tornando, e si sentiva
dall'aria che tirava quella sera.
- Sì, ma ho ancora fame. - rise Niall, guardandola. 
Lei sbuffò divertita. - Ma tu non sei mai sazio? 
Il biondo finse di pensarci. - Mmh, no, credo di non aver mai provato una sensazione di sazietà in vita mia.
Gwen scoppiò a ridere tanto che mise male un piede e inciampò, atterrando seduta.
- Oh, non ammazzarti! - esclamò Niall, letteralmente morendo dal ridere.
L'aiutò a tirarsi su e rimasero a guardarsi: la ragazza era leggermente più bassa di lui, però avevano gli stessi occhi
azzurri e i capelli biondi. Potrebbero essere scambiati per fratello e sorella, ma almeno non si assomigliavano.
Senza dire una parola, poi, i due si avvicinarono tanto da respirare l'uno l'aria dell'altra, e alla fine Niall le stampò
un bacio sulle labbra, che lei ricambiò subito.


***

- Sicura che posso andare, Allie? - le chiese preoccupato Louis.
- Sì Lou, tranquillo, tra poco arriva Zayn.
L'amico si avvicinò tentennante alla porta. - Non ho idea di come reagirà, spero solo che non combinerà casini.
Allison annuì mesta. - Lo spero anche io. Grazie ancora, buonanotte!
- Buonanotte Allie. - la salutò, chiudendosi la porta alle spalle.
La ragazza rimase da sola e tornò ad accucciarsi sul divano, in attesa dell'arrivo di Zayn.
Non sapeva nemmeno come dirglielo. Aveva paura della sua reazione, perché si sa come sono fatti i ragazzi.
Subito pronti a dare pugni qua e là. 
"No, non reagirà male, non è quel tipo di ragazzo." si disse, anche se non lo credeva veramente.
Finalmente il campanello suonò. Per un attimo ebbe paura di rispondere: e se fosse stato di nuovo Dawson?
Scacciò dalla mente quel pensiero che le aveva fatto tornare i brividi, quindi si alzò e rispose. - Zayn?
- Sì, sono io. - anche se non lo vedeva sapeva per certo che stava sorridendo, si sentiva.
Si guardò allo specchio, ricordandosi che era già in "pigiama", ovvero una canotta e dei pantaloncini. Non le 
importava, sembrava vestita per andare al mare. Poco dopo aprì la porta, intravedendo il ragazzo che saliva le scale.
- Ciao splendore. - la salutò, facendola quasi sciogliere come una fonduta di formaggio.
Lei rimase sulla soglia ad aspettarlo, e finite le scale l'abbracciò, baciandola.
Sempre baciandola la fece entrare in casa, poi si tolse la giacca in pelle.
- Cosa dovevi dirmi? - chiese, chiudendo la porta.
Allison volse lo sguardo al pavimento, facendolo preoccupare.
- Non vuoi lasciarmi, vero? - sembrò impallidire.
La ragazza rise. - No, assolutamente no! 
Lui tirò un sospiro di sollievo. - Oh, allora non è niente di grave. 
Allison tornò seria. - Oggi pomeriggio è venuto qui..
- Cosa sono quelli? - chiese Zayn, prendendole delicatamente il braccio per osservare i segni violacei.
Lei li guardò a sua volta, poi alzò lo sguardo su di lui. - Ecco, appunto..
- Chi te li ha fatti? - la mascella era serrata, gli occhi fissi nei suoi.
Lei non riuscì a dire una parola. 
- Allie, chi te li ha fatti? - Zayn scandì ogni parola, lentamente e senza cenni di rabbia.
- Dawson. E' venuto qui questo pomeriggio e ha cercato di.. - non riuscì a finire la frase, che le lacrime le appannarono
gli occhi, quindi abbassò lo sguardò.
Lui rimase sbalordito, quindi l'attirò a sé e l'abbracciò, baciandole la testa.
- Ssshh, stai tranquilla. Ci sono qui io adesso. - la tranquillizzò a bassa voce, accarezzandola.
Lei inspirò a fondo il profumo di Zayn, che la calmò come una camomilla. 
- Gli spaccherei la testa, ma so che tu non lo vorresti. - come faceva a leggerle la mente?
Allison lo strinse ancora di più, e lui le prese il viso per guardarla negli occhi. - Non avere paura, non piangere. Ci sono
io con te, non ti lascio sola. Non lo farò. - ora la ragazza stava piangendo, ma di gioia. 
- Resti con me, stanotte? - gli chiese, facendo gli occhi da cucciolo.
- E me lo chiedi anche? - sussurrò lui, avvicinandola ancora di più per baciarla.
Dal soggiorno si spostarono alla camera e, sempre avvinghiati, si sdraiarono sul letto. 
Zayn cominciò a baciarle il collo e lei gli tolse la maglia, scoprendo il fisico scolpito e i suoi tatuaggi.
Le farfalle nello stomaco non la smettevano di volare, sembravano quasi instancabili.
Allison lo bloccò, si tolse a sua volta la canotta e riprese a baciarlo, poi lui cominciò a scendere fino alla pancia piatta, 
baciandola delicatamente. La ragazza rabbrividì, inarcando la schiena e tendendola verso di lui, che rise piano.
- Mi fai girare la testa. - sussurrò lei, chiudendo gli occhi.
Lui rise di nuovo, stampandole un bacio sulla bocca. - Allora è meglio che dormiamo.
Allison lo guardò fingendosi triste. - Okay, però non ho un pigiama per te.
- Fa niente, mi adeguerò. - scese dal letto, si tolse i jeans e si rimise sotto le coperte dalla parte del muro, quindi Allie si 
accoccolò accanto a lui. - Continuiamo con le carezze, però? - chiese, facendo nuovamente gli occhioni dolci.
Lui in risposta ricominciò a baciarla, e in quel momento lei si sentì al sicuro, protetta.
__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Spazio autrice:
Mamma mia, sono una romanticona:3 
Ecco a grande richiesta il decimo capitolo!
Ditemi subito che ve ne pare, okay? okay:)
A me sinceramente piace un sacco, ahahahah:3
Cooooomunque, l'altra fan fiction è rimasta indietro,
quindi dovrete aspettare ancora un po' per leggere 
il primo capitolo, però ho delle belle idee a riguardo:)

Graaazie come al solito alle novantacinque che hanno
recensito, alle cinquantaquattro che l'hanno messa
tra le preferite, alle ottantacinque che la seguono, alle
ventidue che l'hanno messa tra le ricordate e infine
alle lettrici silenziose, che stanno portando il primo
capitolo alle duemila visualizzazioni cvegwcsgv.
E io mi commuovo sempre di più, okaaaaay ahahah:3

Pooooi, mi ricordo che dovevo dirvi una cosa ma me la 
sono dimenticata, quindi peace, love and amen(?)
Quando me la ricordo ve la dico, intesi? intesi.

Ah, qualche buon'anima gentile(?) ha un cuore
così graaande da aumentare le recensioni del primo
e del secondo capitolo? Sono solo a due e tre çwwwç

Mamma mia, basta scrivere :O
Okay, basta, fatemi sapere che ne pensate:3
Uh, uh! Un'altra cosa: ditemi se ci sono errori:)
Troppo amore, Becks.

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Capitolo 11
*** Come to me, my Cinderella ***


Undicesimo capitolo: come to me, my Cinderella

"Come to me, my Cinderella, straight to my wishing
well, and you are the one I will always cherish.

Come to me, my Cinderella, straight to my wishing
well, and you are the one I will love forever."
lionel richie - cinderella;

Sabato mattina;
Sammi si svegliò nella penombra della camera di Harry, che era già in piedi dato che non era a letto, quindi anche lei 
si alzò, aprì un cassettone e ne tirò fuori una maglia enorme e un paio di pantaloni della tuta, poi si diresse in cucina, 
dalla quale usciva un buon profumino.
- Buongiorno Sam. - la salutò lui, che era a petto nudo ma con il camice per cucinare.
Lei sbadigliò e sorrise, vedendo com'era conciato. - Buongiorno.
- Ho preparato la colazione. - annunciò, facendo la tavola.
I due si sedettero a tavola per mangiare, e intanto Sammi gli raccontò quello che era successo ad Allison il giorno prima.
- Hai fatto bene a denunciarlo. - disse Harry, per niente sbalordito.
- Non ti sorprende che l'abbia fatto? - chiese la ragazza, corrucciando la fronte.
Il ricciolino mandò giù un boccone di cereali. - Sinceramente? No, non mi è mai piaciuto davvero.
- Mica eravate amici? 
- Una volta uscivamo insieme, noi sei. 
- Poi cos'è successo? 
Harry rimase in silenzio per un attimo. - Non frequentava belle persone.
Samantha annuì, masticando.
- Giusto, dimenticavo, - aggiunse il ragazzo. - stasera diamo una festa a casa di Louis, che è la più grande. Venite, vero?
- Sì certo, perché no. Poi avviso le ragazze.
Harry sorrise, allungandosi per stamparle un bacio. - Bene. Lunedì torni a lavorare?
- Purtroppo sì, ma poi credo di avere un'altra settimana o due di vacanza più in là. 
Lui annuì. - Ma cos'è che fai? Ancora non lo so.
- Lavoro con Allison in un negozio in centro, non te l'avevo detto?
Harry rise. - No, non lo sapevo. Mi può portare una maglietta, signorina commessa? Una M, per favore.
- Non iniziare, idiota! - esclamò lei, dandogli una gomitata. Quel ragazzo era un coglione, doveva ammetterlo, però le piaceva.


***

Sabato pomeriggio;
- Mi chiedo come abbia potuto fare una cosa simile. - sibilò tra i denti Zayn.
- Non ci pensare, finisci solo per arrabbiarti di più. - lo tranquillizzò Louis, sistemando casa per la festa.
Il moro infilò nel frigorifero delle bottiglie di birra. - Non puoi dirmi di non pensarci, Lou. Ha baciato la mia ragazza!
E chissà cos'avrebbe fatto se non fosse arrivata Samantha. 
- Lo so, lo so. E per giunta credo che lo lasceranno andare, non danno mai conto a queste cose.
Il campanello suonò ed entrarono Liam e Niall con scatole contenenti patatine, stuzzichini vari e bibite.
- Brutta notizia. - annunciò Liam.
Zayn lo guardò con uno sguardo che sembrava dire "oh no, cosa c'è adesso?".
- Hanno lasciato andare Dawson. 
Louis sospirò affranto. - Ne stavamo appunto parlando.
- Però c'è anche una bella notizia. - disse Liam, dando una gomitata al biondo accanto a lui.
Niall, che era concentrato nel mangiare una pizzetta, tirò subito su lo sguardo, spalancando gli occhi. - Cosa? Dove?
- Niall, dì loro la buona notizia. - gli intimò l'amico.
Il biondino arrossì. - Oh, ehm, ieri.. No, digliela tu! 
Liam rise. - Ieri è uscito con Gwen.
Louis e Zayn si guardarono sorpresi. - Go Nialler, go! - esclamarono ridendo.
Louis finì di sistemare il tavolo del soggiorno. - Raccontaci. 
Niall raccontò, sempre rosso in faccia, dell'appuntamento al ristorante e infine del bacio.
- Bravo, bravo. Ora manca solo Tomlinson. - disse Zayn, guardando con sguardo malizioso l'amico.
Lui in risposta fece spallucce. - Stasera aguzzerò gli occhi.
- Forza, finiamo di mettere a posto, altrimenti arriva la gente e siamo ancora qui a discuterne. - li incoraggiò Liam.


***

Sabato sera;
- Muoviti Sammi, possibile che riesci sempre ad essere l'ultima?! - urlò Allison dalla porta principale.
- E ti sorprendi ancora? - chiese ridendo Deborah. 
La rossa sbuffò, andando a specchiarsi. 
Amava quel vestito, regalatogliele dalla madre. Era nero a pois, senza spalline e andava allargandosi fine alle ginocchia.
Deborah invece aveva un bellissimo vestito blu con un fiocco in vita.
Spesso tra loro si scambiavano i vestiti, era una cosa che avevano sempre fatto, come una tradizione.
Finalmente Sammi uscì nel suo vestito bianco e nero. - Okay ci sono, andiamo.
Un quarto d'ora dopo erano già arrivate alla villa di Louis: i suoi genitori dovevano essere benestanti.
- Buonasera ragazze, entrate. - le invitò dentro il padrone di casa. - La festa inizia tra poco, siete le prime.
Le ragazze annuirono, posando i golfini. 
Zayn, Liam e Harry scesero le scale e ognuno andò a salutare la propria ragazza.
Alcuni minuti dopo suonò di nuovo il campanello e sulla soglia comparve Gwen, che stampò un bacio a Niall, lasciando le 
ragazze a bocca aperta. 
- Ragazzi, dovete dirci qualcosa? - chiese Sammi, con gli occhi sgranati.
I due biondi le guardarono sorridendo. - Cosa c'è da spiegare? - risero.
Liam si avvicinò a Debbie. - Sei bellissima. - le sussurrò all'orecchio. 
Lei sorrise e lo baciò. - Ragazzi, esistono le camere apposta! - rise Louis. - Sto scherzando, ovviamente. Però se volete
c'è la mia camera e altre per gli ospiti. 
- Stai zitto Louis. - rise Deborah, tirandogli una sberla sul bicipite. 
Il ragazzo si avvicinò a Liam. - Che tipetta la tua signora. 
Tutti scoppiarono a ridere, poi la gente cominciò ad arrivare, ricoprendo le ragazze di nomi che di sicuro avrebbero 
dimenticato. La festa cominciò ad animarsi e arrivò velocemente la mezzanotte. 
- Cenerentola, è l'ora x, non scapperai vero? - sussurrò Zayn ad Allison mentre ballavano.
Lei rise, stampandogli un bacio. - Credo di no, ma se tu verresti con me lo farei.
- Vieni da me, principessa. - disse smettendo di ballare. Lei lo imitò, così le prese il viso e la baciò lentamente. 
Quel bacio sembrava non finire mai, sarebbe rimasta così per sempre se solo avesse potuto.
Ad un certo punto arrivò Louis, punterellando la spalla di Zayn col dito. - Abbiamo un problema.
- Che problema? - chiese il moro, seccato.
- Abbiamo un intruso in casa. 
- Non dirmi che.. - Zayn non finì la frase, vedendo che Louis stava annuendo mesto, quindi si rivolse ad Allison, che li stava
guardando interrogativa. - Allie, vai di sopra con Deborah e Samantha. 
- Perché? - chiese, cominciando ad innervosirsi. 
- Dawson è qui. - disse lui serio, poi si allontanò facendosi largo tra le gente che ballava.
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Spazio autrice:
Da da da daaaaaaan *musichetta in sottofondo* 
Cosa succederà nel proooossimo capitolo? 
Non lo so nemmeno io, non ancora almeno ahahahah
Questo capitolo è un po' più corto degli altri o sbaglio?
Anyway, fatemi sapere cosa ne pensaaaate, okay? okay:3
Se tutto va bene, nel prossimo capitolo ci sarà un colpo
di scena, o forse più di uno, devo vedere ahahahahah
Magari stasera pubblico l'altro, tanto per farmi 
perdonare dato che ho pubblicato il capitolo dopo
tre giorni çwwwç però voi mi amate e mi avete già 
perdonata, vero? ecco, lo sapevo. Dio, parlo da sola! *sclera*

Ringraziamenti:)
Graaaazie alle centoventicinque che hanno recensito, 
alle sessantasei che l'hanno messa nelle preferite, 
alle novantotto che la stanno seguendo, alle ventiquattro
che l'hanno messa tra le ricordate e alle lettrici silenziose, 
Sappiate che vi amo da morire *si commuove*
Taaanto tanto amore, Becks:3

Ps: il primo capitolo sta arrivando alle duemila 
visualizzazioni, mamma mia! I love you.
Pps: ho avuto difficoltà a trovare la canzone
da mettere, quindi ho messo quella che riprende
la cosa di Cenerentola, non me ne vogliate(?) 
Ppps: Ditemi se ci sono errori, okay? :3
Basta post scriptum, lo giuro, ahahahahah

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Capitolo 12
*** Don't leave me alone ***


Dodicesimo capitolo: don't leave me alone

"I get down on my knees,
I'll be begging you please,
don't leave me alone."
alcazar - don't leave me alone;

Allison provò a seguire Zayn, ma Louis la trattenne, guardandola mesto. - Fa' quello che ti ha detto, Allie, sul serio.
Lei cercò di liberarsi, ma lui la teneva stretta. - Okay, ma non fate niente di stupido, vi prego.. - disse lei, arrendendosi.
- Harry mi ha avvisata. - Samantha era nervosa, anche se cercava di non darlo a vedere. - Allison, vieni. - le prese la 
mano e si diresse alle scale che portavano al secondo piano. Si unirono a loro anche Deborah e Gwen, preoccupate.
Intanto Zayn aveva raggiunto Dawson, che stava fumando una sigaretta con aria arrogante e sbruffona. - Come mai 
non mi avete invitato? - chiese, buttando la cenere sul pavimento. 
Louis fece un passo avanti, calmo. - Dawson, vattene da casa mia. Non vogliamo problemi.
Zayn invece aveva la mascella serrata, con le mani a pugno, ma rimaneva comunque tranquillo. 
Dawson si avvicinò ai due. - Già mi cacciate via? E' solo mezzanotte.
Entrarono nella stanza anche Harry, Niall e Liam, che nel frattempo avevano chiamato la polizia e sgomberato la casa. 
- Non fartelo ripetere due volte, Dawson. Vattene, non sei il benvenuto. - disse Zayn a denti stretti.
Il ragazzo si avvicinò pericolosamente al moro. - Che problema hai, Malik? Hai paura che io possa rubarti la tua
preziosa ragazza? - rise maligno.
Zayn non ci vide più e fece un passo avanti, ma Harry lo bloccò. Dawson era già pronto a controbattere.
- Ti ho detto che non vogliamo problemi, vattene. - stavolta fu Niall ad avvicinarsi. 
- Togliti di mezzo tu. - disse il ragazzo, ignorando il biondino. 
Liam si fece spazio tra i ragazzi. - Dawson, te lo dico per l'ultima volta: vai via di qui. 
Il moro non fece una piega, lo guardò per alcuni secondi e all'improvviso gli diede un pugno in piena guancia.
I quattro ragazzi reagirono subito, parandosi davanti all'amico, che si stava coprendo il naso. 
Quindi Zayn si avventò su Dawson, sferrandogli a sua volta un pugno che lo atterrò. 
Il ragazzo tossì, facendo uscire una macchia di sangue. - Bastardo, non avresti dovuto.
- E tu non avresti dovuto metterti in mezzo tra me e Allison. 
La situazione precipitò ulteriormente nel giro di due secondi e mezzo: Dawson si era rialzato, quindi si avventò su Zayn, 
e Louis lo atterrò di nuovo, con un altro pugno. Tutto si svolse ad una velocità impressionante.
Proprio quando la situazione sembrò volgere al peggio, però, la polizia arrivò, quindi Harry corse fuori.
- Fermi tutti, mani in alto! - gridò un poliziotto entrando nell'abitazione con una pistola.
Dawson lo guardò ansimando, con la bocca insanguinata, poi alzò le braccia. 
Il collega lo ammanettò. - Tu vieni fuori con noi, dormirai al fresco stanotte. - lo portarono fuori, forzandolo nella macchina.
- C'è qualcuno ferito gravemente? - chiese il poliziotto guardandoli. 
Liam si asciugò il naso, sporco di sangue. - No, niente di grave. 
- Non è la prima volta che lo vediamo, quel ragazzo. 
- Lo sappiamo, l'abbiamo denunciato noi, ma l'hanno lasciato andare.
Il poliziotto sospirò. - Non vi preoccupate, questa volta rimane dentro. - si avviò all'uscita e raggiunse il collega.
- Grazie agente. - lo ringraziò dalla porta Louis. 
La macchina si mise in moto e partì, imboccando il vialetto.
- Liam, sicuro di stare bene? - chiese Niall, osservando il naso dell'amico.
- Sì, sì, io sto bene. Zayn? - chiese a sua volta, girandosi. Il moro annuì, ripulendosi il labbro inferiore dal sangue. 
In quel momento entrarono le ragazze, che rimasero a bocca aperta. 
- Liam, oddio cosa ti ha fatto?! - urlò Deborah, fiondandosi dal ragazzo. 
Lui sorrise per rassicurarla. - Niente, è solo un pugno.
Allison raggiunse Zayn, vide il labbro e prese uno straccio, e dopo averlo bagnato cominciò a tamponargli il taglio.
Lui chiuse gli occhi con una smorfia di dolore. - Ops, scusami.. - si scusò la rossa.
- Scusami tu. - disse lui, bloccandola. - Ti avevo detto che non lo avrei toccato. - era serio, con la mascella ancora serrata.
- Scommetto che non sei stato tu ad iniziare. 
Louis intervenne. - E' stato Dawson: ha tirato un pugno a Liam e Zayn l'ha difeso. E io ho difeso lui.
Allison annuì, ricominciando a tamponare il labbro di Zayn. - Ragazze, andiamo a casa. - disse alle ragazze. Poi guardò il moro 
con uno sguardo eloquente. - Tu vieni con me. 
- Louis, io rimango qui a darti una mano a ripulire. - annunciò Niall. 
L'amico annuì. - Grazie. Ci vediamo domani ragazzi. E scusate per quello che è successo, non sarebbe capitato se non avessi
dato la festa. - disse, volgendo lo sguardo a terra, mesto.
- Non è colpa tua Lou, non essere stupido. - lo rassicurò Gwen. - Ragazze, mi date un passaggio? Ero venuta con un'amica
ma ho visto che se ne sono andati tutti.
- Certo, andiamo. - annuì Samantha uscendo, seguita da Deborah, Gwen, Allison e Zayn. 
- Rimaniamo qui anche noi. - annunciarono Liam e Harry, che comicniarono a ripulire. 
Grazie a dio quella serata era finita, e Dawson era finalmente lontano da loro.


***

Erano passate diverse settimane da quell'episodio: Allison e Samantha avevano ricominciato a lavorare nel loro negozio in 
centro, Deborah era tornata a fare la maestra d'asilo e Gwen aveva trovato un appartamento nel loro stesso palazzo, che 
era proprio sullo stesso piano, diventando automaticamente la loro vicina di casa.
Tutto era tornato alla normalità e di Dawson non si seppe più niente, se non che aveva lasciato Londra dopo essere 
uscito di prigione.

Mercoledì mattina;
- Tenga il resto. Buona giornata signora! - Samantha salutò la cliente e poco dopo Allison la raggiunse, buttando la borsa 
dietro il bancone. - Eccomi, mi cambio e arrivo.
Sammi annuì mentre la rossa andò nel camerino e si infilò la maglia nera del negozio. 
Era una mattinata tranquilla, non troppa clientela. 
- Stasera viene Harry a mangiare, magari invitiamo anche gli altri per una festa a sorpresa. Che ne dici? 
Allison uscì dal camerino finendo di sistemarsi la maglia. - Certo, poi li chiamiamo.
Il campanello della porta squillò e Liam si materializzò al bancone. - Ciao ragazze!
- Liam, che ci fai qui? - chiese Sammi, corrucciando la fronte.
- Volevo comprare una maglietta per il compleanno di Deborah. - disse lui, guardandosi intorno.
Le due ragazze annuirono. - Stasera vieni a mangiare da noi, le facciamo una festa a sorpresa.
- Va bene, - sorrise - ora aiutatemi a cercare qualcosa. Non so proprio da dove cominciare.


***

Mercoledì pomeriggio;
- Ciao bambini, a domani! - Deborah salutò i mingherlini che correvano dalle loro madri, poi tornò all'interno dell'asilo per
prendere le sue cose e tornare a casa. Era stata una giornata intensa: i bambini nuovi facevano le storie perché volevano
le loro madri, quelli più grandicelli non volevano dormire e le ginocchia sbucciate non erano mancate nemmeno quel giorno.
- Ciao Deborah, ci vediamo domani. Ancora auguri! - la salutarono le colleghe, uscendo. 
Debbie sorrise. Era rimasta da sola, quindi si diresse alla stanza delle maestre e preparò la propria borsa. 
Mentre attraversava il corridoio i suoi tacchi risuonavano con tanto di eco: lei era la più giovane a lavorare in quell'asilo.
Le colleghe avevano tutte dai trentacinque anni in su, lei invece ne aveva solo venti. Anzi, ventuno ormai.
Sorrise al pensiero delle colleghe che le cantavano la canzone del buon compleanno, quindi si infilò il cinturino della borsa 
e si diresse al portone principale, uscendo in giardino. 
Il tempo era stranamente bello, e per bello intendeva che non stava piovendo, naturalmente.
Quel settembre non cominciava male, tutto sommato. Alcuni giorni erano soleggiati e permettevano ai bambini di uscire un 
po' in giardino invece di stare sempre all'interno.
Chiuse il cancello e si mise a cercare le chiavi, quindi bloccò la serratura e imboccò la strada. 
Prese una via, poi un'altra. Svoltò a destra, quindi a sinistra. Era quasi arrivata a casa, e sovrappensiero attraversò l'ultima 
via prima di arrivare, quando all'improvviso sentì un'auto suonare. 
Lei si fermò in mezzo alla strada, si girò a sgranò gli occhi: quella macchina stava arrivando ad alta velocità, Debbie non si era 
fermata a guardare prima di attraversare. 
Tutto sembrò andare a rallentatore: non riusciva a muoversi, i piedi le erano diventati di piombo, e i freni che sfrigolavano
sull'asfalto. Un rumore sordo, poi il nero, il nulla.
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Spazio autrice:
Booooooooom, colpo di scena!
Lo so, ho ritardato ancora, non odiatemi çwwwç
Ho impiegato venti minuti solo a cercare una 
canzone che c'entrasse con l'incidente o una roba
del genere e niente, quindi ho messo questa qui 
e vi attaccate a quel coso che nessuno di voi 
ha -o almeno spero- ahahahahahahahah
Naturalmente sto scherzando:3

Come sempre ditemi cosa ne pensate di
questo capitolo, va beeeeeene? va bene.
So che sarete contente perché Dawson è
finalmente fuori dai coglioni, però mi lincerete
per la cosa di Deborah, lo so per certo, però
dovevo pur aggiungere qualcosa di succoso(?) o no?
Ecco, quindi leggete e non fate storie ahahahahah
Scherzo ancora, lo sapete che vi amo tanto:3

Grazie alle centosessantatre che hanno recensito,
alle settantadue che la preferiscono, alle trenta
che l'hanno messa tra le ricordate, alle centodieci 
che la seguono e alle lettrici silenziose :3 

Ditemi se ci sono errori vari o cose che non ho 
spiegato bene così correggo:)

Ps: come al solito pubblicherò l'altro capitolo
quando questo supera le recensioni dell'altro, ok? ok. :3

Un mega abbraccio alla Horan, vi amo tanto:3
Beeeecks.

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Capitolo 13
*** They say there's nothing I can do ***


Tredicesimo capitolo: they say there's nothing I can do

"They say there's nothing I can do,
but talk to strangers and wait for you"
robbie williams - please don't die;


Giovedì mattina;
Signorine, volete qualcosa? - chiese cauta una delle infermiere.
Sammi tirò su col naso. - No, grazie, siamo a posto. Sa quando arriverà il dottore?
La minuta signora nel camice bianco sospirò. - Arriverà tra pochi minuti. - sorrise debolmente, poi uscì nel corridoio.
- Allie, dobbiamo avvisare Liam. - sussurrò Sam. 
La rossa la guardò con occhi gonfi e rossi, risultato di una lunga nottata passata in ospedale accanto al corpo inerme
di Deborah. - Lo so.. - la voce si spezzò, e un'altra lacrima le scivolò giù per la guancia. 
Le due amiche rivolsero lo sguardo al letto in cui Debbie giaceva immobile: nessun graffio sul viso, quello era perfetto.
Era il corpo quello messo peggio: la schiena aveva ricevuto un brutto colpo, ma fortunatamente la colonna vertebrale non 
aveva subito lesioni gravi. La gamba sinistra era fratturata, niente che un gesso non avrebbe rimesso apposto.
Un rumore di passi giunse alle loro spalle. - Eccomi ragazze. 
- La prego, ci dica che.. - Allison non riuscì a finire la frase.
- ..starà meglio. - finì Samantha, trattenendo le lacrime. 
Il dottore sospirò, leggendo la cartella di Debbie. - Nell'incidente ha sbattuto la testa. - cominciò.
Le due amiche lo guardarono incoraggiandolo ad andare avanti. 
- E' molto probabile che abbia avuto un trauma cerebrale. Se siete fortunate si sveglierà con un brutto mal di testa, ma potrebbe
anche svegliarsi e.. - si schiarì la voce. - ..non ricordare niente. 
- Ci sono altre possibilità? - chiese Sammi, tirandosi su a sedere.
- In effetti sì. - assunse un'aria dispiaciuta. - Adesso è in coma, ma c'è la possibilità che..ecco, non si risvegli più. 
Allison ricominciò a singhiozzare, e Sam l'abbracciò, perdendo il controllo delle sue lacrime.
- Ora andate a casa, tornate oggi. Dovete riposarvi, è stata una nottata molto lunga. - sorrise cercando di tranquillizzarle.
Le due amiche annuirono e si diressero alla porta della stanza, rivolgendo un ultimo sguardo al viso rilassato di Deborah.
Sembrava dormire tranquillamente, con le palpebre chiuse e il petto che si alzava e riabbassava.

Alcuni minuti dopo le ragazze erano arrivate nel loro appartamento, esauste e con lo stomaco sottosopra. 
- Avvisiamo in negozio che non ci saremo per il turno pomeridiano. - disse Sammi. 
- E avvisiamo Liam. - aggiunse Allison, sedendosi sul divano con il telefono in mano.
Rubrica, Liam, chiama. Il telefono squillava. La verità attendeva di essere detta. 


***

Liam tirò fuori il cellulare dalla tasca del jeans: Allison. - Ehi Allie! Mi avete fatto preoccupare! Mi spieghi cos'è successo?
Prima cancellate la festa a sorpresa per Debbie e poi non rispondete al cellulare! - esclamò, con espressione seccata.
Dall'altra parte Allison tirò su col naso. - Liam..
Il ragazzo cominciò ad innervosirsi. - Dimmi Allie, non farmi preoccupare. 
- E' successa una cosa.. - Liam sentiva che la sua voce era rauca, spezzata.
Allison cominciò a sputare parole a caso, che lui non capiva. Incidente, coma, ospedale? Ma che stava dicendo?
Le sue parole erano come un fiume in piena, arrivavano alle sue orecchie e si infrangevano non facendogli capire niente.
Ogni cosa che diceva era peggiore di quella prima, ma ancora non capiva. 
- Liam, ci sei? - chiese la ragazza dopo alcuni secondi di silezio. 
No che non c'era. Era rimasto senza parole, con un vuoto al centro del petto. - Debbie ha..ha fatto un incidente?
Non ci fu risposta, ma solo alcuni singhiozzi. 
- In che ospedale è, Allie? - chiese quasi urlando. 
Dopo aver ricevuto il nome dell'edificio il ragazzo mise giù senza dire niente, e con un groppo in gola e le lacrime che gli 
offuscavano gli occhi prese la macchina.
Arrivato alla hall dell'ospedale si fiondò al bancone. - Signora, ho bisogno di vedere Deborah Sanderson.
L'infermiera lo guardò da sopra gli occhiali. - E tu sei..?
Lui strinse la mascella. - Il suo ragazzo, se permette. 
La piccola signorotta dai capelli bianchi sbuffò e gli indicò corridoio e stanza, quindi Liam corse in quella direzione.
Finalmente trovò la camera, ma non ebbe il coraggio di affacciarsi, di entrare. 
Un'altra infermiera uscì dalla stanza. - Scusi, posso entrare? Sono il suo ragazzo.
- Ma certo ragazzo. Parlale, è utile quando si è in coma. - sorrise cordiale e se ne andò via trasportando un carrellino.
Liam fece un passo incerto verso la porta, sospirò ed entrò: Debbie era lì, bella come al solito. 
I suoi capelli castani le incorniciavano il viso candido, le lentiggini sembravano più visibili del solito. 
Gli occhi erano chiusi e lei respirava dolcemente. 
Si avvicinò e si sedette accanto a lei, prendendole la mano e baciandole le nocche. 
- Ciao tesoro. - la voce tremò, una lacrima scese fino al mento, inesorabile. - Sei sempre bella, lo sai? 
Aspettò una risposta che ovviamente non sarebbe arrivata. - Ti prego Debbie, non mi lasciare. Sei forte, te l'ho sempre 
detto, ricordi? E io sono sempre qui, ti aspetto. Non me ne vado di certo, amore. Sono qui, resterò qui fino alla fine di questa
tortura. - la voce si spezzò e calò il silenzio, interrotto solamente dai suoi singhiozzi. 


Alcune ore dopo Liam tornò a casa e invitò Niall.
- Che dicono i medici? - chiese, sedendosi sul divano. 
Liam chiuse gli occhi: aveva passato tutto il pomeriggio in ospedale ed era esausto. - C'è solo da aspettare, Niall. Non posso 
fare niente io, solo aspettare. E sperare che si svegli presto.
Il biondo annuì. - Uscirà dal coma Liam, è forte. E io ti sono vicino.
L'amico scosse la testa. - Non lo so Niall, nessuno può dirlo. E grazie. - gli sorrise, anche se gli occhi erano ancora tristi.


***

Giovedì sera;
- Si sveglierà, ne sono sicuro. - Zayn strinse ancora di più Allison, baciandole la testa. 
Sammi si accoccolò ad Harry. - Lo spero anche io, dobbiamo stare tranquilli.
Le due ragazze avevano invitato i due a dormire da loro perché non volevano restare da sole in quei giorni.
- Nel giorno del suo compleanno.. - sussurrò Samantha, scuotendo piano la testa.
Allison tirò su col naso. - Non ha fatto nulla di male a nessuno. Perché è successo a lei? 
I ragazzi si guardarono e sospirarono. Non c'era niente che avrebbero potuto dire, niente che avrebbero potuto fare.
Le cose stavano così, il destino aveva voluto che succedesse. Ma perché ad una persona come lei?
- Adesso è meglio che andiamo tutti a dormire. - disse Harry alzandosi. 
Le ragazze annuirono, andando ognuna nella propria stanza. 
Sarebbe stata un'altra lunga notte insonne, lo sapevano. Una lunga notte a sperare che Deborah si risvegliasse, tornasse 
a casa con Liam, sorridente come suo solito. E invece era in un letto, e quello che stava vivendo lo sapeva solo lei.
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Spazio autrice:
Eeeecco il tredicesimo gente! :3
Anche se lo scorso capitolo non ha superato le 
trentanove recensioni dell'undicesimo
ho deciso di pubblicarlo lo stesso, perché ero in vena(?) 
E adesso amatemi ahahahahahahahahahah :3

Gomungue(?), fatemi sapere cosa ne pensate
del capitolo, mi raccomando! Probabilmente
il prossimo lo pubblicherò forse forse questo giovedì,
chi lo sa, forse anche venerdì, dipende:)
Nel frattempo recensite, da brave!
Anche se so che è un po' noiosetto questo
capitolo, però GIURO che tornerà vivace(?)

Grazie alle centonovantanove che hanno recensito,
alle settantadue che la preferiscono, alle trent'otto
che la ricordano e alle centoquindici che la seguono:3
Oh, e anche alle lettrici silenziose, come al solito!

Per caso ve l'ho già detto che vi amo tanto?
Sì, vero? Bé, vi amo tanto :')

Ps: grazie mille a LittleCake e a thatsgio
per avermi messo tra gli autori preferiti :'3
Sentitevi onorate ahahahahahah :)

Con amore, Becks.

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Capitolo 14
*** Holding on the hope ***


Quattordicesimo capitolo: holding on the hope

"Now you finally understand, it's not the end,
I'm here to help you trough this circumstance,
you don't need to hide away, cause I'm here waiting,
holding on the hope that you come back to me,
and I will help you work it out, don't be afraid."
silke mastbooms - awake;

Venerdì pomeriggio;
Il dottore uscì dalla stanza, e Louis si alzò di scatto dalla poltroncina dell'ospedale. - Si è svegliata?
Il signore in camice sospirò. - Non c'è stato niente da fare, mi dispiace.
- Come? Cos'è successo?! - esclamò Sammi, imitando Liam. 
- Sembrava che si stesse svegliando.. e in effetti si è svegliata, ma non ha resistito. Sono davvero spiaciuto.
Liam si mise le mani nel capelli, mordendosi le labbra. Allison si coprì la bocca con la mano, mentre i suoi 
occhi venivano offuscati dalle lacrime. Era finita. Debbie non era stata abbastanza forte. 
- I suoi genitori dove sono? - chiese il medico, cauto.
Niall singhiozzò, e Sammi lo guardò seria. - Non li aveva. Non aveva nessuno se non degli zii e un cugino. - la sua voce
tremava, cercando di trattenere le lacrime. Cos'aveva fatto per meritarsi tutto quel dolore?
- Oh, chiedo scusa. Mi dispiace ragazzi, mi dispiace davvero. - le parole del dottore erano sopraffatte dal rumore di un
campanello, e Liam fu costretto a chiedere di ripetere, ma il suono si faceva sempre più forte e non capiva...


...Liam si svegliò di soprassalto, scosso da uno strano squillo il cui suono andava aumentando di volume. 
Si guardò in giro confuso, poi vide il letto, i macchinari, Deborah. 
Uno schermo che aveva sempre visto spento ora era accesso e una linea verde lampeggiava, emettendo quell'as-
-sordante squillo. Cosa significava? Liam non fece in tempo ad alzarsi che due infermiere arrivarono di corsa. 
- Attacca, attacca, veloce! - urlò una delle due.
- Cosa sta succedendo?! - chiese Liam, cominciando ad innervosirsi.
- Si sta svegliando. - quelle tre semplici parole fecero come fermare il tempo. Debbie si stava svegliando!
- Esca, per favore. - gli intimò l'altra. Lui aveva gli occhi fissi sul letto e non si accorse che le due signore l'avevano 
già chiuso fuori, lasciandolo incredulo e scosso. 
Avvisò gli altri e cominciò a camminare avanti ed indietro per il corridoio. Si stava davvero svegliando. 
- Liam, Liam! Dov'è? Si è svegliata? Come sta? - esclamò Allison correndo mano nella mano con Zayn, seguita da Louis.
- Non lo so, si stava svegliando e mi hanno cacciato fuori! Dobbiamo aspettare qui.
Alcuni minuti dopo arrivarono anche Samantha e Harry, chiedendo dove fosse Debbie. La risposta fu sempre quella.
Seduti sulle poltroncine, i ragazzi sentirono dei passi. Era il dottore, che rivolse loro un sorriso incerto, per poi
chiudersi nella camera. Cosa voleva dire quel sorriso? Tutto li metteva in allarme.
Poco dopo arrivarono anche Gwen e Niall, chiedendo le stesse cose per poi sedersi ad aspettare.
Non gli rimaneva che quello: aspettare. Aspettare il verdetto, aspettare di vedere quanto forte fosse Debbie.

Passarono ancora i minuti, i quarti d'ora, le mezz'ore e infine, dopo due ore, la porta si aprì.
Il dottore aveva un'espressione neutra, e si limitò a guardare Liam. 
- Allora?! Come sta? - chiese Niall, divorato dall'ansia come tutti. 
- Si è svegliata, ce l'ha fatta. - annunciò lui, sorridendo.
I ragazzi scoppiarono a piangere di felicità, di ansia, di nervosismo, di stanchezza. 
- Possiamo vederla? Cosa dobbiamo fare? - chiese Sammi, con le lacrime agli occhi. 
- Purtroppo per quello dovrete aspettare fino a domani. Dobbiamo vedere cosa ricorda e soprattutto se ricorda qualcosa. 
Per adesso è ancora tutto un se. Tornate domani, va bene? - così dicendo si chiuse di nuovo nella stanza.
Allison si sedette singhiozzando. - Non ci posso credere.. 
Zayn andò ad abbracciarla. - L'abbiamo sempre detto che è forte, e questa ne è la dimostrazione. 
La rossa gli sorrise tra le lacrime e gli stampò un bacio sulle labbra. 
Samantha si buttò tra le braccia di Harry, che le baciò la testa, e Niall e Gwen fecero lo stesso. 
- Dai ragazzi, andiamo a casa mia. Sono quasi le sei, vi va di rimanere per cena? - chiese Louis.
I due biondini annuirono, Zayn e Allison fecero lo stesso. 
- Anche per me va bene. - disse Sammi, con Harry che annuiva in sottofondo. 
Louis sorrise e fece strada verso casa, sentendosi un po' strano. 


***

Sabato pomeriggio;
- Siamo qui per Deborah Sanderson. - annunciò Liam al bancone. 
La signora che stava al computer abbassò gli occhiali, squadrando i sette ragazzi che erano esplicitamente frenetici.
- E' stata spostata alla stanza 568, al terzo piano. - disse acida, per poi girarsi verso la collega. 
Il gruppetto corse alla camera, da cui stava proprio uscendo il dottore. 
- Oh, buon pomeriggio. Stavo appunto venendo a chiamarvi, ma vedo che non ce n'è stato bisogno. 
I ragazzi lo guardarono con aspettativa, e lui sorrise. - Che aspettate? Entrate. 
Allison sembrò tentennante, come gli altri. Non sapevano cosa aspettarsi, ma volevano vederla.
- Anzi, perché non entrate pochi per volta? Credo sarebbe meno.. - il dottore mimò sorpresa. 
I ragazzi annuirono, guardando Liam. - Vai tu, sarà felice di vederti. - disse Allison, sorridendo. 
Lui annuì, e il dottore gli fece strada. - All'inizio ha fatto fatica a ricordare le cose, ma ora è tutto okay. 
Aprirono una tendina e Deborah, che stava leggendo una rivista, rivolse uno sguardo a Liam.
Il suo volto era il dipinto della felicità, e i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime.
Il ragazzo si sentì le gambe cedere: gli era mancato da morire quel sorriso. 
Si diresse a grandi falcate al lato del letto e si sporse per abbracciarla. 
- Ho avuto così tanta paura, Debbie. Pensavo che non.. - non finì di parlare perché scoppiò a piangere.
Deborah sciolse l'abbraccio, prendendogli il viso tra le mani. - Sono qui, Liam, sono qui. 
Anche lei scoppiò a piangere, e lui la baciò dolcemente. Dio, le era mancata davvero tanto.
Dopo alcuni minuti entrarono anche Allison, Sammi e Gwen, che scoppiarono a piangere a loro volta.
Si diedero un abbraccio di gruppo, piangendo. - Torna a casa Debs, ci manchi un sacco. - implorò Sammi, che di 
solito è quella forte, che non piange mai. 
Debbie la guardò commossa. - Il dottore ha detto che posso tornare a casa domani, non è vero? - chiese, 
rivolgendosi al signore che guardava la scena commosso. 
- Bé, ti sei ripresa velocemente, credo che tu possa tornare anche stasera..
Deborah sorrise a trentadue denti. - Grazie mille! 
- Però domani torna per una visita, okay? Per controllare. 
La ragazza annuì, e anche gli altri entrarono, abbracciandola uno per uno.
- Stasera tutti da noi, abbiamo una questione in sospeso. - disse Allison con uno sguardo d'intesa.
I ragazzi annuirono, e Deborah rivolse loro un'espressione interrogativa. - Che questione?
Sammi scosse la testa. - Non ti preoccupare, ora vestiti. 
- Ragazzi se volete andare andate, la porto a casa io quando è pronta. - annunciò Liam. 
I ragazzi annuirono di nuovo, salutando Debbie e uscendo dalla stanza. 
- Vi lascio soli, se avete bisogno sono nella camera accanto. - così dicendo il dottore uscì, chiudendo la porta.
Erano rimasti da soli, finalmente. 
- Dio, mi sei mancata da morire. - sussurrò Liam, sedendosi accanto al letto. 
- Sai, mentre ero in coma è come se avessi rivissuto i momenti più importanti. E vedevo sempre il tuo viso. - disse lei, 
percorrendo con le dita il palmo della mano del ragazzo. 
- Sei una delle cose più belle che ho, Liam. Sei una delle poche cose che ho. 
Il ragazzo si stava commovendo, quindi la baciò. - Anche tu, Debbie, davvero. Ho avuto paura, in questi giorni. Non ho 
mai perso la speranza che tu tornassi da me, da tutti noi. 
Deborah sorrise. - Basta, non voglio piangere. - i due risero, con le lacrime agli occhi. 
- Dai, ora aiutami, con questo gesso non posso fare niente. - disse, indicando la gamba ingessata. 
Liam prese una busta che avevano portato le ragazze con all'interno dei vestiti. - Quindi devo farti da badante?
Deborah rise, mettendosi una mano dietro alla schiena. - Non farmi ridere così, la schiena mi fa ancora male!
Risero ancora, preparandosi per, finalmente, tornare a casa.
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Spazio autrice:
Deborah è di nuovo tra nooooi :3
Ora che la depressione ha lasciato la
storia, fatemi sapere cosa ne pensate!
Ho ricominciato a scrivere il primo capitolo
della nuova FF, ma ci vorrà ancora un po',
temo çwwwç fatevi bastare questa, ahahahah :3

Grazie alle duecentoventicinque persone che
hanno recensito, alle ottantuno che preferiscono
la storia, alle trentuno che l'hanno messa tra le 
preferite, alle centoventi che la seguono 
e alle lettrici silenziose c:

Grazie mille per il vostro supporto, 
davvero, mi fate venire voglia di scrivere!
I LOVE YOU ALL.

Quando le recensioni supereranno quelle
del tredicesimo capitolo pubblicherò il 
quindicesimo, okay? okay :3

Dovevo dirvi una cosa ma come al 
solito non me la ricordo, quindi niente(?)
Ps: ditemi se ci sono errori:)

Tanto amore, Becks c:

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Capitolo 15
*** You and I will be safe and sound ***


Quindicesimo capitolo: you and I will be safe and sound
"Just close your eyes, the sun is going down,
you will be alright, no one can hurt you now.
Come, morning light, you and I'll be safe and sound."
taylor swift - safe and sound;


Sabato sera;
- Maledette stampelle.. - farfugliò Debbie, dirigendosi alla porta dell'appartamento.
Liam la guardò divertito. - Sicura di non volere una mano? - rise.
Lei si girò e lo guardò socchiudendo gli occhi con aria di sfida. - Sicurissima. Non vedi? Ce la faccio beniss.. - non fece in 
tempo a finire la frase che inciampò in una stampella, quasi cadendo. 
I due scoppiarono a ridere poi, riprendendo fiato, aprirono la porta.
- Sorpresa! - gridarono all'unisono i ragazzi, spuntando da tutte le parti.
Deborah li guardò frastornata e un po' confusa, poi si ricordò. - Oh, ragazzi, grazie! 
- Buon compleanno in ritardo, amore. - le sussurrò all'orecchio Liam. Lei si girò e lo baciò dolcemente.
I ragazzi ordinarono delle pizze, risero, scherzarono e parlarono, quasi come una famiglia. 
La famiglia che Deborah non aveva mai avuto. I suoi genitori erano morti quando lei aveva solamente cinque anni proprio 
in un incidente stradale. Si reputava miracolata, in quel momento. Aveva tutto quello che desiderava e lo stava apprezzando 
ancora di più dopo quello che le era successo. 

- Sicura di non voler restare a dormire qui con le tue fantastiche coinquiline? - chiese Sammi sulla soglia della porta.
Debbie rise. - Sì, sono sicura. Domani Liam mi riaccompagna qui, state tranquille.
- Non siate gelose, non ve la rubo per sempre. Per ora, almeno. - scherzò Liam, accarezzando la schiena di Deborah.
Allison spalancò gli occhi. - Non vorrai mica chiederle di sposarti, vero? 
Liam scoppiò a ridere. - Ma stai scherzando? Stiamo insieme da due mesi, nemmeno!
Debbie rise, scuotendo la testa. - Oh, finitela! Forza, andiamo.
- Dio, potreste già essere una coppia. - esclamò Sammi mimando di asciugarsi una lacrima di gioia, e Allison si appoggiò a lei.
- Come crescono in fretta! - disse, per poi scoppiare a ridere.
- Dai, andiamo, sono stanchissima. - Deborah sbadigliò, dirigendosi all'ascensore con Liam e salutando le amiche con la 
mano. - Sono quasi due mesi, è vero. - disse poi, rivolgendosi al ragazzo.
Lui si sporse a baciarla. - I due mesi più belli. 


***

- Ciao Gwen, ciao Niall! - salutò Sammi, chiudendo la porta. 
Allison prese il suo giubotto di pelle. - Sam, vado a dormire da Zayn. Ti spiace? 
- Mi lasci qui da sola? - la mora finse tristezza. 
Harry le si avvicinò, abbracciandola. - Se vuoi rimango io qui con te, stasera. 
- Oh, sì, per favore! - sembrava felice come una bambina. 
- Bé, noi andiamo. Louis, ti diamo uno strappo? - chiese Harry, allungandogli la giacca.
Quella sera Louis era molto strano. Di solito faceva la parte del brillante, quello che ha sempre la battutina pronta.
Il moro annuì, scuotendosi la maglietta a righe. - Va bene, grazie.
La casa si svuotò in qualche minuto, lasciando Sammi e Harry da soli davanti al tavolo da sparecchiare.
- Al lavoro, allora. - annunciò Samantha, con finto entusiasmo.
Harry scosse la sua grande chioma e cominciò a togliere piatti, forchette e coltelli.
- Strano che Niall non abbia finito la torta. - esclamò Sammi, sollevando il vassoio sul quale era appoggiata.
Ne erano rimaste tre fette, stranamente: era una di quelle tutta panna e crema, la preferita di Debbie.
- E' un peccato non finirla.. - disse Harry, prendendo con l'indice un pezzo di panna e spalmandolo sul naso di
Samantha, che spalancò la bocca sorpresa. 
- Hai appena osato mettere della panna sul mio naso? - chiese, fingendosi arrabbiata.
Il ricciolino fece una faccia degna di un bambino che l'aveva appena combinata grossa e poi, vedendo che Sammi stava
prendendo in mano una fetta, corse in cucina.
Lei lo rincorse e, una volta raggiunto, gli spiaccicò la torta in piena faccia.
- Se mi hai preso i capelli puoi ritenerti morta! - urlò, rincorrendola a sua volta.
Dopo alcuni minuti passati a fare guerra, i due si erano sporcati da cima a fondo: Sammi aveva la camicia tutta appiccicosa,
come i capelli, mentre i jeans erano a macchie giallognole e bianche.
Forse non era stata una bella idea prendere direttamente lo spray della panna. 
- Okay, okay, stop, ti prego! - rise Samantha. - Guarda come abbiamo conciato il tappeto!
Harry scosse di nuovo i capelli, anch'essi pieni di schifezze, e guardò il pavimento. - Ci toccherà ripulire anche quello. - disse
poi, facendo spallucce mentre ancora rideva. 
Lei lo guardò seria, ma non riuscì a trattenere le risate. - Ora devo farmi una doccia, sono più appiccicosa di una caramella!
- Scusami, hai visto come sono messo io? - rise lui, indicandosi. Bé, era messo molto peggio in effetti.
Smise di ridere e le prese la mano, attirandola a sé. Le mise le mani sui fianchi, e lei gli cinse il collo con le braccia,
guardandolo soddisfatta. - Bei capelli, Harold. - scherzò, accarezzandogli i ricci.
- Stai zitta tu! - rise lui, avvicinandola per baciarla.
Un bacio alla panna? Quello mancava alla sua collezione, senza dubbio. 
Harry era pieno di sorprese, e lei non era di certo una ragazza semplice da sorprendere.
Intanto che pensava alle multeplici volte che era riuscito a sorprenderla, Harry le aveva cominciato a slacciare la camicia
bianca e il bacio era diventato più appassionato. La fece appoggiare al muro, sporcandolo, quindi Sam gli tolse la maglia.
Harry non aveva un fisico scolpito. Sì, era magro, ma non aveva gli addominali, e lo preferiva di gran lunga ai tipi palestrati
con una grattuggia al posto della pancia. 
Il ragazzo le sfilò la camicetta buttandola per terra, poi le tolse la canotta e cominciò a baciarle la pancia piatta.
Sammi chiuse gli occhi in preda dai brividi. Lo stomaco era incontrollabile, ceduto al potere delle migliaia di farfalle che 
ci svolazzavano all'interno.
I due si staccarono, ansimando. - Devo davvero farmi una doccia. - sussurrò lei, fissando le labbra del ragazzo.
Lui fece un sorriso storto. - Anche io.
Sorrisero entrambi con aria d'intesa e senza dire una parola ricominciarono a baciarsi, dirigendosi al bagno.
Sammi si staccò ed aprì l'acqua della doccia e poi si sfilò i pantaloni. 
Rimasta in biancheria guardò Harry, che era rimasto appoggiato al lavandino per ammirarla. 
Lei si avvicinò lentamente guardandolo negli occhi verdi, lo baciò delicatamente e nel frattempo con le mani percorse il suo
ventre, arrivando ai bottoni dei jeans. 
Glieli sbottonò e lo sentì sorridere attraverso il bacio, quindi lui si piegò per toglierli del tutto, poi la guardò di nuovo col 
suo sorriso storto ed entrarono in doccia.
L'acqua calda percorreva inesorabile i loro corpi immobili: erano rimasti a guardarsi l'uno di fronte all'altra. 
Finalmente lei lo avvicinò a sé e cominciò a baciarlo, mentre le mani di lui la accarezzavano in ogni zona del corpo.
Si tolsero il resto della biancheria, che era solo d'intralcio e ricominciarono a baciarsi con passione, ma con una punta di 
dolcezza. Per loro non era la prima volta, ma qualcosa la faceva sembrare tale. 
Le mani di lui erano esperte e delicate, sapevano cosa fare. E anche lei sapeva il fatto suo, naturalmente. 
- Sei bellissima, amore. - sussurrò lui mentre le baciava il collo. 
Lei, presa dai brividi, gli mise le mani nei capelli bagnati. - Anche tu, Harry.


***

Allison e Zayn erano già a letto e stavano guardando un film accoccolati. 
Zayn girò la testa per guardare la rossa, che si voltò sentendosi osservata. - Dimmi, Malik, cosa desideri? - sbuffò divertita.
- Niente, non desidero nient'altro. Ho tutto quello che voglio. 
- Sei proprio un ruffiano, lo sai? - rise lei, guardandolo. Aveva gli occhi che sembravano brillare.
Lui sorrise avvicinandosi piano. Si guardarono a pochi centimetri di distanza, come se quello fosse il loro primo bacio.
Le labbra non volevano avvicinarsi, e loro si guardavano divertiti. Zayn fece uno scatto in avanti e le scoccò un bacio, 
tornando poi a guardarla. 
- Vieni qui, ruffiano. - sussurrò lei, baciandolo.
Presto, però, quel bacio diventò più passionale, e lui si stese sopra di lei, baciandole il collo.
Allie inarcò la schiena, andando a toccare col petto il torace di lui, che sorrise. 
Amava quando le faceva provare piacere, amava farle venire i brividi. Non gli era mai capitato, era sempre stato egoista con le
altre ragazze: pensava sempre e solo al proprio piacere.
Ma con lei era diverso: voleva farla sentire bene. E lei faceva lo stesso. 
Erano in sintonia, come il canto degli uccelli in primavera. Una melodia perfetta.
- Sei mia. - farfugliò lui, tra un bacio e l'altro.
Allison sorrise, ricambiando i baci. - Solo tua. 
Anche lui sorrise, poi si bloccò vedendo che lei si stava togliendo la maglietta, quindi fece lo stesso.
Si misero sotto le coperte, ricominciando a baciarsi. 
Da quando si erano messi insieme avevano sempre cercato di fare le cose con calma, ma quella sera aveva un qualcosa di 
strano. Quella era la sera giusta. 
- Cosa vuoi fare? - chiese sussurrando Zayn, guardandola nei profondi occhi verdi. 
Allie per tutta risposta si sfilò i pantaloni ed invertì la posizione, trovandosi a cavalcioni su di lui.
Zayn la guardò sorpreso, poi si tolse a sua volta i jeans. Lei sorrise soddisfatta, quindi gli diede un bacio sul naso, poi sulla bocca, 
sul mento, procedendo fino ai pettorali verso gli addominali e giù nel basso ventre.
Alzò lo sguardo su di lui, che aveva chiuso gli occhi e si stava mordendo il labbro inferiore.
Continuò a baciarlo sul basso ventre, dove era ben visibile la sua V, poi lui si alzò di scatto, spaventandola un po'.
Le prese il viso e l'avvicinò al suo. 
- Tu vuoi farmi impazzire, vero? - sussurrò, poi ad un tratto si ritrovarono al contrario, lei sotto e lui sopra. 
Lei rise e gli cinse il bacino con le gambe e gli buttò le braccia al collo, baciandolo. 
Si sentì di nuovo sicura e protetta, come sempre quando stava con lui. 
Come riusciva a farla sentire così bene?
Come riusciva a farla sentire così ragazza?
Come riusciva a farla sentire così bella?
Come riusciva a renderla così felice? 
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Spazio autrice:
Credo che questo sia il mio capitolo preferito, insieme al quinto :3
Devo dirvi una marea di coooose, spero di non dimenticarmele mentre scrivo. 
Ops, me ne son dimenticata ahahahahah no okay, mi concentro e ce la faccio.
Prima cosa: ho ricevuto un messaggio di una ragazza che si lamentava dei miei "messaggi intimidatori" 
come li ha chiamati lei, ovvero quelli in cui dico che se le recensioni non superano quelle del capitolo 
precedente non pubblico quello nuovo. 
Scusate se ho dato l'impressione di una minaccia, non volevo assolutamente!
Davvero, non prendete quelle cose sul serio, sono tanto per dire, anche perché come avete visto l'atro
giorno ho pubblicato il capitolo anche se era venti recensioni in meno, cioè, non me ne frega alla fine, 
non sono qui per le recensioni. 
Seconda cosa: vi amo da morire. 
No sul serio, lo giuro. Leggo tutti i giorni recensioni e messaggi che puntualmente mi fanno commuovere, 
e non sto scherzando! Grazie davvero di tutto, mi fate venire una voglia assurda di scrivere.
Terza cosa: vi prego, fatemi un messaggio e ditemi se volete essere avvisate per i capitoli, perché siete tante
e non posso mandare 463878658743 messaggi, capitemi :3
Quarta cosa: cosa ne pensate del capitolo? Personalmente lo trovo gdevbwv anche se mi son sentita molto
forever alone a scriverlo, ahahahahahahahah! -ditemi se ci sono errori, please-
Quinta cosa: questo è per chi mi ha chiesto di passare a leggere le proprie storie.
Lo farò, lo giuro, è che siete circa ventordici mila e non riesco a leggere 5347654 storie al giorno, perdonatemi!
Però sappiate che me le segno sempre e ogni giorno ne leggo una:)
Sesta cosa: non sono sicura che ci sia una sesta cosa. 
Fate finta che vi abbia detto una cosa sensata, chiara, tipo simple but effective. E ora annuite. Brave.

Ringraziamenti: 
- Grazie alle 266 che hanno recensito la storia.
- Grazie alle 86 che la preferiscono.
- Grazie alle 32 che la ricordano.
- Grazie alle 133 che la seguono.
- Grazie alle 8 persone che mi hanno messa negli autori preferiti. 
- Grazie alle lettrici silenziose.
Davvero, sappiate che vi amo da morire! :3

Tanto amore, Becks xx

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Capitolo 16
*** But now I'm back and I love you ***


Sedicesimo capitolo: but now I'm back and I love you
"Let me in so I can prove to you that no one
 else can love you, girl, the way that I do."
pink martini - but now I'm back;

Domenica pomeriggio;
- Sono a casa! - annunciò Deborah, chiudendosi la porta alle spalle.
La testa di Sammi spuntò dal corridoio. - Oh, ciao Debs! - aveva un'aria imbarazzata. - Dammi due minuti che mi vesto.
L'amica annuì confusa e si sedette sul divano, appoggiando le stampelle al bracciolo.
Qualche secondo dopo Harry si presentò in salotto. - Ehi Debbie. 
- Oh, eri ancora qui? Ho interrotto qualcosa? - chiese la ragazza, raddrizzandosi sul divano.
Il ricciolino sorrise. - No, no, eravamo solo di là a riposare. E comunque ora vado, devo andare a trovare mia madre.
Sammi si materializzò accanto al suo ragazzo, che l'abbracciò sorridendo. 
- Grazie per ieri sera. - sussurrò Samantha con un ghigno. 
Harry le stampò un bacio a stampo. - Grazie a te. Ci sentiamo più tardi. Ciao Debbie!
La porta si richiuse, lasciando le due amiche da sole. - Sammi, devo dirti una cosa. 
L'amica si girò, guardandola con sospetto. - Dimmi. 
Deborah colpì due volte il divano. - Siediti accanto a me.
Samantha annuì, guardandola sempre con una certa circospezione. - Di che si tratta?
Debbie abbassò lo sguardo, cominciando a torturarsi le mani. 
- Ehi, dimmi cos'è successo. - la incoraggiò ancora.
- C'è questa "persona" che mi ha scritto che deve "parlarmi" e quindi dobbiamo "vederci". - disse il tutto mimando le virgolette.
Samantha la guardò stranita. - Chi è la persona, Debs? E quando? - L'amica rimase in silenzio. - Non dirmi che..
Deborah annuì lentamente, guardando sempre in basso. - Sì, è quello che pensi. Josh. Mi ha scritto stamattina.
- Cosa vuole adesso? - Sammi si stava già scaldando. 
- Vuole parlare questa sera. Mi ha invitata a cena. 
- Hai intenzione di rifiutare, vero? O devo rinfrescarti la memoria? 
Deborah scosse la testa. - Ho accettato, ma non ci ricasco. Ho Liam adesso, e sto bene con lui.
Samantha non ne era affatto sicura. Solo due mesi prima era lì a struggersi per Josh, un ragazzo con cui era stata per un anno
e che poi l'aveva lasciata senza una buona ragione. 
- Hai accettato?! - si stava arrabbiando, ottimo. - Liam lo sa? 
- No che non lo sa, cosa potevo dirgli? Che il mio ex si è rifatto sentire e vado a cena con lui?
- Bé, prova a pensare a quello che hai appena detto. Non è bello, per niente.
- Appunto per questo non posso dirglielo! E poi non è detto che debba succedere qualcosa. Vuole parlarmi? Che mi parli. 
Sammi sbuffò. - Vorrei sapere cosa ne pensa Allison. E' ancora da Zayn?
- Non è qui, quindi quasi sicuramente è da lui. Di sicuro mi farà la ramanzina.. - sbuffò, lasciando cadere la testa sullo schienale.
- E ha ragione! Secondo me stai sbagliando.
Deborah cominciò ad innervosirsi. - Sam, fammi fare quello che voglio per una volta. 
- Non c'è bisogno di rispondermi male, lo sai che lo faccio per il tuo bene.
L'amica tornò a guardare il pavimento. - Lo so, lo so.
- Bé, fai come vuoi. Ma devi stare attenta, intese? 
Debbie si mise le mani nei capelli, coprendosi il viso.- Certo, non ci ricascherò. Tranquilla.
Le ultime parole famose.


***

Domenica sera;
- Finalmente una serata tra ragazzi! - esclamò Niall, prendendo una fetta di pizza dal centro della tavola.
I ragazzi risero. - E' vero, negli ultimi due mesi ci son sempre state le ragazze. - concordò Harry.
Zayn posò il bicchiere. - Però hanno portato un po' di aria, no? Cioè, non facevamo mai nulla.
Stranamente Liam e Louis erano taciturni. - Liam, Louis, tutto bene? - chiese il ricciolino, dando una leggera gomitata a Lou.
Entrambi fecero spallucce, continuando a mangiare. 
Zayn, Niall e Harry si guardarono chiedendosi che gli prendesse. - Louis? - ripetè il ricciolino.
- Niente, davvero. Sono stanco, oggi ho giocato a calcio. 
I tre si guardarono di nuovo. - Se lo dici tu. Liam?
Il ragazzo fece di nuovo spallucce, rigirandosi il bicchiere tra le mani. 
- Si tratta di Deborah? - azzardò Zayn, attento alla sua reazione. 
Liam annuì lentamente, guardandolo per un attimo. 
- Cos'è successo? - chiese Niall, addentando la sua fetta di pizza. 
- E' strana. Stamattina era molto.. - fece dei gesti con le braccia, poi scosse la testa. - ..sfuggente.
- Bé, magari è ancora un po' scossa dall'incidente, stai tranquillo. - lo rassicurò Zayn.
Come faceva a stare tranquillo? Quella mattina l'aveva salutato con un bacio sulla guancia; un insipido bacio sulla guancia.
- Ma sì, sarà per quello. - annuì, anche se nella mente pensava a ben altro.


***

- Mi raccomando, stai attenta. - la raccomandò Allison, guardando un po' il ristorante e un po' Deborah, preoccupata.
- E non credere a nulla di quello che ti dirà. - aggiunse Sammi, ottenendo l'approvazione della rossa, che annuì decisa.
Debbie alzò gli occhi al cielo, aprendo la portiera a sbandierando in aria le stampelle. - Ti chiamo io, Sam, a più tardi!
Le due ragazze mossero la mano, seguendola con lo sguardo mentre si dirigeva all'interno del ristorante. 
La ragazza entrò nel tepore del locale e si guardò in giro, fino a quando non incontrò lo sguardo di Josh, che si alzò subito
appena la vide. Si stava dirigendo verso di lei, che lo guardava nervosa. 
- Deborah.. - disse piano, ammirandola e sorridendo appena. 
Lei ricambiò il sorriso. - Ciao Josh.
- Che cosa ti è successo alla gamba?! - esclamò, guardando preoccupato il gesso e le stampelle.
Lei si guardò a sua volta, poi fece spallucce. - Una macchina mi ha presa in pieno, son stata in coma fino a due giorni fa.
Josh spalancò gli occhi. - Coma?!
- Sì, coma leggero. Ma ora sto bene, tralasciando queste maledette stampelle. 
Il ragazzo rise, con gli occhi un po' lucidi. Era ancora bello come se lo ricordava. Erano quattro o cinque mesi che non lo 
vedeva, ed era cambiato molto. Prima aveva una chioma di capelli lisci e castani che gli arrivavano sotto le orecchie, mentre
ora li aveva tagliati corti, ed era abbronzato, anche se era Settembre inoltrato. Gli occhi invece erano sempre quelli, grandi 
e di un marrone chiaro, nocciola, come i suoi. Le erano sempre piaciuti, quegli occhi. Erano grandi e profondi, ci si perdeva 
sempre. Anche quelli di Liam erano così, e pensandoci sentì una stretta allo stomaco.
E proprio quegli occhi la stavano guardando, ammirandola. Anche lei era cambiata da quando si erano lasciati. I capelli erano 
più lunghi, ovviamente, ed erano lisci. Erano sempre stati mossi, in disordine, mentre ora un ciuffo ordinato le incorniciava
il viso sottile e delicato. Era anche più in carne, e stava davvero bene perché era sempre stata molto magra. 
Dopo quei secondi che erano rimasti in silenzio, lui scosse la testa come per distogliere lo sguardo da qualcosa su cui si 
era fissato. - Ci sediamo al tavolo? Così ordiniamo.
Deborah annuì, stampellando fino all'angolo dove erano stati messi. Josh le tirò la sedia indietro, facendola sedere.

Lei si ricordò che lui la portava sempre a mangiare fuori, quando erano insieme. Quel pensiero la fece come tremare, senza
saperne il motivo esatto.

Ordinarono, e quando il cibo arrivò Deborah si ricordò del messaggio, del "dobbiamo parlare". - Allora, cosa dovevi dirmi?
Josh la guardò come se si fosse dimenticato che lei fosse lì. - Che sei bellissima. 
Quella risposta la fece rimanere perplessa, cogliendola di sorpresa. - Grazie. - sussurrò, ancora scossa.
- Devo spiegarti il motivo per il quale ti ho lasciata. 
Debbie cominciò ad innervosirsi. - L'ha fatto benissimo la lettera.
La lettera. Quella lettera che aveva trovato sul tavolo di casa sua che diceva che Josh se n'era andato, e che si scusava.
Non più una telefonata, un messaggio, una lettera. Niente di niente. 
- No, Deborah, fammi spiegare. - cominciò lui. - Era un brutto periodo. 
Lei annuì dispersiva. - Non ne ho dubbi. 
- No, ti prego, ascoltami. Non era per te, avevo bisogno di tempo per pensare. 
- Avresti potuto chiamarmi, scrivermi. Farmi sapere qualcosa in più di un insulso "Ho bisogno di tempo, perdonami. Josh."
Josh annuì. D'altronde aveva ragione, nella lettera aveva scritto solo quelle sei parole, niente di più. Come biasimarla?
- Lo so, ho sbagliato, scusami. Ma se mi dai tempo posso riportare tutto a quello che era prima e.. 
- Sono impegnata, Josh. - lo interruppe Deborah, abbassando lo sguardo.
Lui rimase a guardarla incredulo. - Ma io ti amo. 
Le gambe sembrarono cedere, anche se era seduta. Quelle ultime due parole non le sentiva da tanto, troppo tempo.
Lui glielo ripeteva ogni singolo giorno. "Ho paura che un giorno te ne dimenticherai", diceva.
E l'aveva fatto. Ma adesso se ne era ricordata, e faceva male; molto male.
- Josh, io.. - cominciò Deborah, ma lui le prese la mano, bloccandola.
- Debbie, io ti amo, e anche tu mi ami. Nessuno può amarti come me. - quei suoi grandi occhi la guardavano imploranti.
Non sapeva che fare, il cuore le batteva troppo forte e ne sentiva solo i battiti. Non riusciva a pensare in maniera lucida.
Josh si alzò e si diresse al fianco di Deborah, inchinandosi. Le prese di nuovo le mani, guardandola.
- Ti prego, perdonami. - la supplicò. Lei scosse leggermente la testa, piano; non riusciva a parlare. 
Lui, vedendola confusa, fece una cosa che l'avrebbe confusa ancora di più.
Si alzò, le mise una mano sulla guancia e si avvicinò piano, sempre guardandola supplicante. 
Quando furono a pochi centimetri di distanza lei si allontanò di poco, poi si riavvicinò. Cosa stava facendo? 
Non se ne stava davvero accorgendo, tutto accadeva come se lei fosse soltanto il corpo, mentre l'anima agiva da sé.
Chiuse gli occhi, e le loro labbra si toccarono. Deborah tremò, con un brivido che le percorse la schiena. 
Cosa diavolo stava facendo? Tutto in lei gridava di staccarsi, ma niente si muoveva, come se il cervello fosse staccato.
Un altro esempio di come cuore e cervello non vadano mai d'accordo? Quello era l'esempio perfetto.
__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Spazio autrice:
Okay, adesso vi prego di non odiarmi! 
Sono in un ritardo a dir poco osceno, lo so, sono un disastro çwwwç
Del capitolo non so cosa dire, se non che mi ucciderete e io lo so, ahahahah!
Soprattutto le ragazze del team Debliam, che ora mi staranno odiando çwwwç
Anche se il capitolo in sé è un po' così a me piace, non so perché :O
Ditemi la vostra come al solito:)

Per farmi perdonaaaare, come avevo detto, questo è il link del primo capitolo
della nuova fan fiiiiction: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1064492
Fatemi sapere se come inizio vi intriga, così vado avanti :3

Ringraziamenti: 
- Grazie alle 291 che hanno recensito la storia.
- Grazie alle 93 che la preferiscono.
- Grazie alle 35 che la ricordano.
- Grazie alle 136 che la seguono.
- Grazie alle lettrici silenziose.
- Grazie alle 11 che mi hanno messa tra gli autori preferiti.
Come dico sempre e come non smetterò di dirvi: grazie, vi amo da morire.

Un grazie speciale a ElenaStyles che ha inserito la mia storia
tra le storie scelte, grazie mille, mi hai fatto commuovere!
Tralasciamo il fatto che mi commuovo sempre, ahahahah :3

Con tanto amore, Becks.

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Capitolo 17
*** Hold my hand ***


Diciassettesimo capitolo: hold my hand

"Things will get better if you just hold my hand,
nothing can come between us if you just hold my hand."
michael jackson, akon - hold my hand;

Lunedì mattina;
- Debbie, svegliati! Devi andare al lavoro! - sbraitò Sammi, agitandola un po'.
Per tutta risposta la ragazza si rigirò dall'altra parte.
L'amica sbuffò - Si può sapere cos'hai?
Deborah aprì gli occhi e, scocciata, si tirò su a sedere. - Chiama l'asilo e avvisa che oggi non vado.
Sam la guardò stranita.- Non stai bene?
- No, non sto bene. - la voce cominciò a tremare, ricordando quello che era successo la sera prima.
- C'entra con Josh? - chiese delicata la mora. Deborah si limitò ad annuire, con gli occhi che le bruciavano.
- Cos’è successo, Debs? Quando sei tornata a casa non hai detto nulla e sei andata direttamente a letto.
I grandi occhi castani di Debbie cominciarono ad arrossarsi, costringendola a chiuderli facendo uscire una lacrima.
Samantha sbarrò gli occhi. - Cosa ti ha fatto? Ti ha fatto del male? - si stava già scaldando, perfetto.
 La ragazza fece di no con la testa. - E allora cosa? Parla, dì qualcosa! - esclamò esasperata.
- Ho fatto una cosa orrenda, Sammi.. - singhiozzò Deborah, buttandosi sull'amica che, presa di sorpresa, l'abbracciò.
- Ssshh, dimmi cos'è successo. - la incoraggiò in un sussurro.
Debbie si tirò su, passandosi la mano sugli occhi ormai gonfi e arrossati. - L'ho baciato.
Samantha si limitò a guardarla, non riuscendo a credere alle sue orecchie. - Tu cosa?
- Cioè, lui ha baciato me. Io non ho fatto niente, però non mi sono staccata da lui, non riuscivo. Mi sento malissimo Sammi!
La mora non sapeva cosa dire, anche se era pronta ad urlarle addosso. Non lo fece perché sarebbe stata peggio: in quel momento
aveva bisogno di sfogarsi, di essere capita, per quanto difficile fosse.
- Okay, adesso calmati e spiegami tutto. - le disse, cercando di farla calmare.
Deborah comminciò ad inspirare e ad espirare fino a smettere di singhiozzare, quindi le spiegò tutto quello che era successo,
partendo da quando lui le spiegò il motivo per il quale se n'era andato a quelle due paroline che le aveva detto.
- E perché ti ha baciata? - chiese Sammi, presa dal racconto.
- Non riuscivo a dire una parola e lui ha pensato.. - non concluse, scuotendo la testa con gli occhi chiusi.
- E ti ha baciata. - concluse al suo posto, con un'alzata di spalle.
Deborah annuì, sconsolata. - Come ho potuto lasciarlo fare?
- Non darti la colpa, è normale! - l'amica la fulminò con lo sguardo, facendola tacere.
- Non è normale! Ho baciato Josh, mentre stavo con Liam!
- Dovrai dirglielo. - sussurrò Sammi.
- Assolutamente. Mi lascerà, ma devo essere sincera, lui si merita la verità. Lui merita più di me, è questa la realtà.
- Non fare la stupida, ti perdonerà, è troppo preso da te. Tu non lo vedevi, ma mentre eri in ospedale lui era come in coma, come
te. Era sempre lì al tuo fianco, non se ne andava mai. Mangiava poco, dormiva poco. Era sempre in attesa del tuo risveglio.
E non ti lascerà andare solo perché hai avuto una debolezza. - era quello che pensava e sperava.
Debbie scosse la testa, ricominciando a piangere. - Non so cosa fare, Sam. Davvero, non so più cosa fare.
- Provi ancora qualcosa per Josh? - le chiese a bruciapelo.
L'amica la guardò con gli occhi offuscati dalle lacrime. - Non lo so.
- Bé, vedi di capirlo. E in fretta anche. - terminò Sammi, alzandosi dal letto. - E ora alzati, vestiti e vai dai tuoi bambini, non vedranno
l'ora di rivederti. - le ordinò, sorridendo.
Deborah non era sicura di stare bene, ma si preparò comunque, pronta ad affrontare un giorno pieno di sensi di colpa.


***
 
Allison suonò il campanello, cominciando già a sorridere come un'idiota.
- Chi è? - chiese la voce metallica, un po’ addormentata.
- Pizze a domicilio. - scherzò lei, sforzandosi di non ridere.
Zayn rise. - Scema, sali. - il cancello si aprì e lei entrò, facendo le scale di fretta.
La porta era già aperta, e il ragazzo era seduto sul divano a guardare la televisione.
- Ciao amore. - la salutò lui, girandosi a sorriderle.
Lei si sentì sciogliere come al solito, quindi chiuse la porta e si sedette accanto a lui, ad un metro di distanza.
Lui la guardò con un sorriso storto, avvicinandosele fino a metterle un braccio intorno alle spalle.
Allison lo abbracciò, mettendo il viso nella conca del collo, sentendo quel profumo che le piaceva tanto.
Zayn la strinse tra lesue braccia, chiedendosi il motivo di tanta tenerezza.- Hai mangiato pane e dolcezza stamattina? - rise.
- Simpatico, se vuoi la prossima volta mangio pane e freddezza. - disse lei, fingendosi offesa.
- No no, va benissimo così. - sorrise lui, attirandola a sé per baciarla.
Dopo alcuni secondi si staccarono. - Cosa ci fai qui a quest'ora? - chiese lui, guardando l'orologio che segnava le sette di mattina.
- Avevo voglia di svegliarti e stare un po' con te, dato che oggi devo lavorare. - sussurrò lei, accarezzandogli il petto nudo.
Lui sorrise. - Hai sonno? - lei annuì. - Allora vieni. - disse, alzandosi e prendendole la mano. La guidò in camera e si stese, mentre
Allie rimase ai piedi del letto, guardandolo. Lui diede due colpetti al materasso, proprio accanto a sé.
La rossa sorrise, quindi si tolse le superga e gattoni sul letto, coricandosi accanto al suo corpo caldo.
Zayn cominciò ad accarezzarle i capelli, guardando il soffitto con un sorriso idiota, mentre Allison aveva chiuso gli occhi, anche lei
con il sorrisetto stampato in faccia. E chi glielo toglieva, quando erano insieme?
Il silenzio regnava, si sentiva solo il loro respiro. Anzi, la quiete era tale che anche i loro cuori si facevano sentire.
Mentre una mano la accarezzava, l'altra scivolò lungo il suo braccio, prendendole la mano.
Allison gliela strinse, poi la portò alla bocca, stampandogli dei teneri baci sul dorso.
Avrebbero potuto restare così, per sempre.


***
 
Lunedì pomeriggio;
Il campanello del negozio suonò, segno che un altro cliente era entrato, quindi Sammi si trascinò al bancone, cercando di vedere
chi fosse entrato. - Harry? - chiese, squadrando il riccio.
- In carne e ossa. - scherzò, allungandosi per stamparle un bacio sulla bocca. - Sono venuto a salvarti dalla noia.
- Ah sì? E cosa avresti intenzione di fare? - chiese, incrociando le braccia sul petto.
- Ti do una mano coi clienti, so che Allison viene più tardi.
- Tu che mi dai una mano? - rise lei, immaginandoselo mentre discuteva con le vecchiette sul tessuto di una maglia, oppure del
metodo di lavaggio di una gonna.
- Non mi sottovalutare. - si difese, facendo il broncio.
Sammi rise di nuovo. - Non ti sottovaluto, sono realista. Ma se vuoi darmi una mano non ti dico di no.
- Cosa devo fare? - chiese, guardandosi in giro.
- Ci sarebbero delle scatole da sistemare in ripostiglio.
Lui la guardò privo di espressione. - E il ripostiglio è.. - non concluse, aspettando che finisse lei.
La mora sbuffò divertita. - Vieni, ti faccio vedere.
Lo guidò fino al grande ripostiglio buio, pieno di scatoloni e polvere.
- Allora, tu prendi uno scatolone, - spiegò lei, indicando lo scaffale. - lo porti di là e lo apri.
- E poi? - chiese lui, seguendola attento.
- E poi guardi la roba che c’è dentro e la sistemi insieme alle altre. Pensi di potercela fare?
- Fammi vedere prima. - chiese lui, annuendo convinto.
- Prendi la scatola, - disse allungandosi per prendere lo scatolone, però Harry le prese le braccia, bloccandola, e la fece girare
verso di sé, avvicinandosi al suo viso. - Ho capito, ho capito. Ma tu lo fai meglio. - rise lui, dandole un bacio sul naso.
Sammi si appoggiò al muro con la schiena, e lui le cominciò a baciare il collo.
- Harry, potrebbero arrivare dei clienti.. - farfugliò lei, chiudendo gli occhi.
- Si sentirebbe il campanello. - continuò lui, sollevandole la maglia con una mano, accarezzandole la pelle liscia.
Come al solito, il tutto venne bruscamente interrotto dal campanello. - Come non detto. - disse lei, con un sorrisetto.
Harry si spettinò i capelli, seguendo Samantha al bancone.
- Allison, che ci fai già qui? - chiese la mora, vedendo l'amica entrare seguita da Zayn.
- Volevo venire a farti compagnia ma vedo che ci ha già pensato lui. - disse Allie, indicando il ricciolino.
Harry annuì. - La prossima volta non disturbarti così tanto. - rise, voltandosi poi verso l'amico. - E' riuscita a farti alzare a quest'ora?
- E' la prima che ci riesce. - rise il moro, guardando Allison. - Allora io vado, magari stasera mangiamo insieme.
- Va bene, a più tardi. - lo salutò la rossa, stampandogli un bacio sulla bocca.
Harry fece lo stesso con Sammi. - Vado anche io, ci sentiamo dopo. - disse uscendo insieme a Zayn.
- Ti sto odiando. - annunciò Sammi, ridendo.
Allison si mise una mano davanti alla bocca. - Ops, ho interrotto qualcosa?
- No, stai tranquilla. Mettiamoci al lavoro, ci sono le scatole da sistemare. - disse controvoglia.
Pochi minuti dopo il campanello suonò, quindi Sammi andò a vedere chi fosse, ma rimase bloccata dietro al bancone, sorpresa.
Nell'atrio del negozio, proprio a qualche metro da lei, c'era Josh.
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Spazio autrice:
Ecco il diciassettesimo capitolo finalmente! :3
Naturalmente adesso aggiornerò meno spesso, avendo
anche l'altra FF, però tranquille che continuerò entrambe:)
A proposito, qui se volete c’è anche il secondo capitolo:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1067956

In questo capitolo ho cercato di accontentare i team Zallison
e Samharry, però capitemi, è difficile parlare sempre di
tutte le coppiette çwwwç ora mi manca solo la coppia Gwiall,
e magari trovo una ragazza a Louis, poveretto ahahahah :3

Alloooora, passiamo ai ringraziamenti:
- Grazie alle 315 che hanno recensito la storia.
- Grazie alle 99 che la preferiscono.
- Grazie alle 40 che la ricordano.
- Grazie alle 145 che la seguono.
- Grazie alle lettrici silenziose.
- Grazie a coloro che mi hanno messo tra gli autori preferiti.
Davvero, non ho parole, rimango sempre sorpresa leggendo le vostre
recensioni e leggendo tutti i complimenti, cioè cdfcsxbfd non so cosa dire.
So solo dirvi che vi amo tanto tanto tanto, lo sapete :3

Venerdì probabilmente pubblicherò  il terzo capitolo della nuova FF,
mentre il diciottesimo lo pubblicherò tipo lunedì, perché ho un sacco
di cose da fare nel week end çwwwç

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo,
ditemi se ci sono eventuali errori e grazie per aver letto:3
Tanto amore, Becks.

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Capitolo 18
*** What's wrong? ***


Diciottesimo capitolo: what's wrong?

"What's wrong, what have I done?
You feel this way, tell me why
your love is gone away."
case - what's wrong;

- Cosa ci fai qui, Josh? - chiese Sammi, guardando gelida il ragazzo che stava imbambolato di fronte a lei.
Allison spuntò dal ripostiglio, bloccandosi dietro l'amica. - Cosa sta succ..Josh?
- Tu devi lasciare in pace Deborah. - continuò la mora, fissandolo.
- No, vi prego, ascoltatemi.. - implorò lui, con una faccia da cane bastonato.
Samantha non voleva nemmeno discuterne. - No, con me non funziona. Lo so che sei riuscito a fare pena a Deborah, ma con
me non funziona. E ora vattene, e lasciala vivere in pace.
- Ma cos'è successo? - chiese Allison, che ancora non sapeva nulla di quello che era successo la sera prima.
I due non la ascoltarono, né le risposero. - Lo so che ho sbagliato a lasciarla con un bigliettino, lo so..
- Tu non sai niente, Josh! E' stata male ogni singolo giorno, e ora tu hai la faccia tosta di tornare qui e implorare perdono?!
La rossa incrociò le braccia. - Ragazzi, mi potete spiegare?
- Ma io la amo, Sam! - urlò lui, mettendo una mano sul bancone.
La ragazza lo fulminò con lo sguardo. - Non osare, non osare. Se l'avessi amata non te ne saresti andato.
- Ehm, ragazzi.. - cominciò Allie, venendo però ammutolita da uno sguardo atroce da parte di Samantha.
Josh scosse il capo. - Tu non sai niente.
- E preferisco non sapere niente, e nemmeno Debbie. Le hai rovinato l'estate, non ti permetterò di rovinarle un altro giorno. 
- Lo so e mi dispiace, ma fammi spiegare! - urlò ancora il ragazzo.
Samantha stava per perdere il controllo. - No, non ti farò spiegare un bel niente. Come hai potuto baciarla? Ti rendi conto?
Allison spalancò gli occhi guardando l'amica. - Baciarla? - poi si voltò verso Josh. - Baciarla? - ripetè, incredula.
- Ha un ragazzo, Josh! Ed era felice, prima che tu tornassi!
Il ragazzo non rispose, limitandosi a guardarle negli occhi. - Lei ha ricambiato il bacio, quindi sta a lei decidere. 
- Non sceglierà te, non è così stupida. - non ne era certa, ma lo sperava con tutto il cuore.
In quel momento una cliente entrò nel negozio, e Josh si diresse all'uscita. - Non potete scegliere per lei, lo sapete anche voi.
E così dicendo scomparve, come, del resto, aveva sempre fatto.


***

- Bambini, tornate dentro, sta cominciando a piovere! - urlò Deborah, uscendo in giardino.
Pian piano i bimbi rientrarono, sconsolati. - Lo so che volete stare fuori, ma vi bagnereste. Volete ammalarvi?
- No, non voglio ammalarmi. - disse il piccolo Matt, triste. Debbie sorrise, accarezzandolo sulla testa.
Sperava solo che una volta rientrati non le avrebbero chiesto ancora del coma: ne avevano parlato per tutta la mattina.
- Cosa volete fare? - chiese quindi al suo gruppo, sedendosi sui materassini in classe. 
Una bambina bionda con due lunghe trecce alzò la mano. - Dimmi, Sheila.
La bimba la guardò con i suoi grandi occhi blu e il suo sorrisone. - Quando viene Liam?  
La domanda sbagliata al momento sbagliato. I suoi bambini amavano Liam: ogni volta che lo portava da loro, rimanevano ore 
ed ore ad ascoltarlo raccontare favole oppure, ogni tanto, cantare. Ne rimanevano rapiti, con sguardi sognanti.
- Non lo so, Sheila. - rispose lei, un po' in imbarazzo.
- Avete litigato? - chiese un altro bambino, Steve. "Non ancora", pensò Deborah, maledicendo il suo essere sveglio. 
- No, no, non abbiamo litigato. 

- E allora cos'è successo? - chiese triste Meredith, la preferita di Liam. 
- Niente bambini, non è successo niente. - li rassicurò lei, fingendo un sorriso. Doveva subito cambiare argomento, altrimenti
il discorso sarebbe andato a finire male, e i sensi di colpa stavano già tornando a divorarla.
- Dai, leggiamo un libro. - esclamò con finto entusiasmo. - Cosa volete leggere?
- Cenerentola! - urlarono Cindy e Natalie. 
- No, cappuccetto rosso! - sbuffò Danielle. - Cenerentola l'abbiamo letto ieri.
I maschietti, quindi, andarono verso il bancone e prendere le macchinine: quando si trattava di discussioni femminili se ne 
andavano sempre. Un po' come gli adulti, insomma. Deborah rise a quel pensiero.
Le bambine continuarono a litigare, e lei ringraziò il cielo per averle distratte da Liam. 


***

Lunedì pomeriggio;
- Liam, sei vivo? - chiese Louis, passando una mano davanti agli occhi dell'amico, che fissava un punto davanti a sé. Niente.
- Si può sapere perché mi hai invitato qui se poi devi stare impalato come un pesce lesso? 
Liam scosse piano la testa. - Sono preoccupato. 
- Per cosa, questa volta? - chiese Louis, esasperato.
L'amico guardò il pavimento. - Deborah. Non mi risponde ai messaggi, non mi risponde alle chiamate.
- Magari ha perso il cellulare. 
Liam lo fulminò con lo sguardo. - Sarebbe già venuta ad avvisarmi, no? 
Louis alzò gli occhi al cielo. - Non ti preoccupare, secondo me è ancora l'incidente. 
- No, c'è qualcos'altro. Me lo sento. - sussurrò lui, mettendosi le mani sul viso.
Louis non ce la faceva a vederlo così, doveva parlare con Deborah. - Dai, tranquillo, vedrai che non è niente. - cercò di tranquillizzarlo.
- Ora però devo andare, ci vediamo domani. 
- Va bene Lou, e grazie. - sussurrò Liam, scuotendo piano la testa. Sembrava un depresso cronico.
Si diresse alla propria macchina, pensando che ormai a quell'ora del pomeriggio Deborah fosse già a casa, quindi imboccò la strada
per raggiungerla. Cosa poteva essere successo? Debbie è sempre sembrata molto presa da Liam, possibile che abbia cambiato idea
da un giorno all'altro? Che il coma avesse scombinato qualcosa in lei? L'avrebbe scoperto presto.

- Chi è? - rispose una voce metallica e leggermente strascicata. 
- Sono Louis, posso salire?
"Louis?", pensò Deborah. "Che ci fa qui?" - Sì, vieni pure.
Il ragazzo salì, oltrepassò la porta semi-aperta e intravide la ragazza seduta sul divano nello stesso stato di Liam.
- Ma cos'avete tutti in questi giorni? - eslcamò, chiudendo la porta.
Deborah lo guardò confusa. - Che vuoi dire?
- Liam è depresso, Harry e Sammi vanno in giro pieni d'amore ed effusioni, per non parlare di Allison e Zayn che..
- Liam è cosa?! - chiese isterica la ragazza, interrompendolo.
- Oh, calma. Hai capito bene: è depresso. Sembra un cane abbandonato, tutto spento e raggrinzito e..
Debbie lo interruppe ancora, dandosi una sonora sberla in fronte. - Dio, sono un'idiota.
Louis la guardò, improvvisamente serio. - Dimmi cos'è successo.
Deborah cominciò a torturarsi le mani, a tremare. Prima o poi l'avrebbe comunque scoperto, dato che Liam l'avrebbe probabilmente
lasciata, quindi tanto valeva dire tutto. - Io l'ho.. - le parole non uscivano dalla bocca. 
Il ragazzo la guardò incoraggiante, muovendo una mano per dirle di continuare.
- L'ho tradito, Louis. 
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Spazio autrice:
E dopo circa 538274389 anni, ecco il diciottesimo capitolo!
Da qui alla fine della scuola probabilmente ritarderò spesso, 
perché è un periodaccio per tutte immagino çwwwç

Passando al capitolo: Josh fa lo spaccone, Allison è la poverina
di turno che non sa niente e nessuno si caga, Sammi è la tosta,
i bambini fanno i rompipalle e Louis fa l'interrogatorio a Debbie:3

Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando! :)
Ultimamente le recensioni sono diminuite, 
fanno così schifo i capitoli? çwwwwç

Ringraziamenti: 
- Grazie alle 334 che hanno recensito la storia :3
- Grazie alle 102 che la preferiscono csgwescvegswh
- Grazie alle 39 che la ricordano :)
- Grazie alle 150 che la seguono :3
- Grazie alle lettrici silenziose :)
- Grazie a chi mi ha messo tra gli autori preferiti cfdexheg :3
- Un grazie speciale a DeniM e ElenaStyles per aver segnalato
la mia storia come scelta, cioè vgsnbhwh *mascara che cola*

Come al solito, tantissimo amore per voi, vi amo :3
Becks :3

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Capitolo 19
*** As long as you're happy ***


Diciannovesimo capitolo: as long as you're happy

"Baby don't cry, just remember my words,
baby love, as long as you're happy, I'm happy too."
groove theory - baby luv;

- Tu cosa? - chiese Louis, spalancando la bocca.
Deborah non osò ripetere, era stato difficile dirlo anche solo una volta ad alta voce, quindi si limitò ad abbassare lo sguardo.
- Con chi? Quando? Perché? Lui non lo sa, non è così? - stava già dando di matto, perfetto.
Debbie chiuse gli occhi. - Calmati, ti spiego tutto, ma ti prego calmati. - lo supplicò.
- Okay, okay, hai ragione. Non voglio farti sentire più in colpa di quanto tu non lo sia già. - annuì Louis, sedendosi accanto a lei.
- Dio, quanto sono stupida. - sussurrò lei, mettendosi le mani sul viso.
L'amico gliele prese e la obbligò a guardarlo. - Respira e spiegami tutto, troveremo una soluzione.
Debbie inspirò profondamente. - Ho baciato il mio ex ragazzo. Cioè, lui mi ha baciata, io non ho ricambiato.
- E qual è il problema? Se non hai ricambiato non c'è nulla di cui preoccuparsi, credo. Ma lui chi è?
- Si chiama Josh, eravamo insieme circa cinque mesi fa e un giorno se n'è andato scrivendomi in un biglietto che aveva bisogno di tempo 
per pensare, e non ne ho più saputo niente. Ieri mattina mi sono ritrovata un suo messaggio in cui mi chiedeva di vederci a cena perché
doveva parlarmi. Inizialmente non volevo accettare perché ero ancora molto arrabbiata per quello che era successo, perché ci avevo 
sofferto molto, ma alla fine gli ho detto di sì, quindi..
- Quindi sei andata a cena con lui. - concluse Louis.
- Esatto. Quando sono arrivata continuava a ripetermi che ero bellissima e che mi amava, mentre io continuavo a ripetergli che ero impe-
gnata e che ero felice come stavo, ma poi si è alzato e mi ha baciata. Non ho ricambiato, ma non mi sono nemmeno spostata, è questo che
mi fa sentire terribilmente in colpa.
Louis annuì pensieroso. - Se non hai ricambiato non c'è alcun problema, devi solo parlarne con Liam. Sono sicuro che ti capirebbe e 
perdonerebbe, perché è davvero preso da te, Debbie. Prima stava malissimo, era davvero a terra, non capiva nulla.
- In che senso? - chiese lei, mettendosi una mano sul petto. 
L'amico sospirò. - Non rispondevi ai suoi messaggi, alle sue chiamate, era preoccupato. Ho provato a consolarlo dicendogli che magari eri
ancora un po' scossa per il coma, ma lui mi ha detto che sente che c'è qualcos'altro. 
- Cosa posso fare adesso? - chiese lei, sconsolata. 
- Parlane con lui, è solo un bacio non ricambiato dopotutto. 
Deborah abbassò lo sguardo, ricominciando a torturarsi le mani.
Louis la guardò interrogativo. - E' solo quello o c'è altro, Debbie?
La ragazza non rispose, continuando a guardare in basso. Cosa poteva dirgli? 
- Ho capito. - sussurrò lui. - Sei confusa ora, non è vero?
- Ho paura di sì, Louis. Sono stata con Josh per molto tempo, e ora che è tornato..
Louis scosse la testa. - Secondo me a farti confondere è il ricordo che hai di lui, è sempre così. Una piccola parte di te è ancora infatuata 
di quel ragazzo con cui stavi prima che se ne andasse. Ma devi andare avanti, hai Liam ora. Non ne trovi molti come lui.
- Lo so, è questo il problema. Però hai ragione, devo parlarne con lui. E se mi dovesse lasciare? Non lo sopporterei Louis, davvero.
- Non lo farà mai, non ne è in grado. E' molto più preso di quanto pensi, e lo capirai. Ti consiglio di parlargliene stasera.
Deborah sospirò. - Okay, dopo lo chiamo. 
- Okay, stai tranquilla però. Spiegagli tutto e vedrai che questa brutta situazione si sistemerà. Segui il tuo cuore, va bene?
Debbie annuì, sorridendo leggermente. - Grazie Louis, sei un buon amico. 
- Sono sempre qui io, lo sai. Ora devo scappare, mi vedo con una ragazza. - si vantò sorridendo. 
L'amica spalancò la bocca. - Domani voglio sapere tutto, intesi? - entrambi scoppiarono a ridere, poi Louis si alzò e si diresse alla porta.
- Mi raccomando, stai tranquilla. Andrà tutto bene. - le sorrise per un'ultima volta ed uscì, richiudendosi la porta alle spalle.


***

Lunedì sera;
- Sono a casa! - urlò Allison poggiando la borsa sul mobile all'entrata. 
- Quando torna Sammi? - chiese Deborah spuntando dal corridoio salterellando per mettersi una scarpa.
Allie la guardò interrogativa. - Ehm, non torna. E' uscita con Harry, tanto per cambiare. Tu che piani hai per stasera?
Deborah si fermò in mezzo al soggiorno. - Devo andare da Liam a parlargli di Josh. 
- Oh, buona fortuna. Sono sicura che ti perdonerà. - sorrise, poi tornò seria. - Mi lasci qui da sola, quindi?
- Devo assolutamente andare a parlargli, altrimenti perdo le buone intenzioni che ho, mi spiace. 
Allison rise. - Sì, lo so, scherzavo. Vado a farmi una doccia, e poi devo mettere qualcosa sotto i denti, sto morendo di fame.
- Okay, io torno a prepararmi, ho già mangiato. 
La rossa annuì, quindi si precipitò in camera e posò il cellulare sul comodino, che subito dopo prese a vibrare.
Si avvicinò al mobile e prese il telefono aprendo il messaggio: era Zayn che le chiedeva di andare a cena da lui insieme a Niall e Gwen. 
La ragazza accettò e si infilò nella doccia.
Alcuni minuti dopo uscì: Debbie era già uscita. Si preparò velocemente e si diresse all'appartamento di Zayn, un po' nervosa.
Era sempre un po' nervosa quando andava da lui, perché lo stomaco le si annodava tutto.
- Sono già arrivati i biondini? Sto morendo di fame. - chiese, entrando nel soggiorno.
- Oh, buonasera anche a te Allie. - esclamò il moro sorridendo. 
Allison posò la borsa e gli cinse il collo con le braccia, avvicinandosi fino a rimanere a soli pochi centimetri. - Buonasera, amore. - sus-
surrò, per poi posare le labbra sulla bocca di lui, che sorrise. 
Rimasero abbracciati per diversi secondi, poi lui si staccò. - No, non sono ancora arrivati, ma ti dico già che ho cucinato una cosa 
buonissima. - la informò lui, sedendosi sul bracciolo del divano. 
Allison si avvicinò e si sedette sulle sue gambe, abbracciandolo. - Non vedo l'ora di assaggiare, chef. 
Zayn rise, però perse l'equilibrio e cadde all'indietro, seguito dalla rossa. Scoppiarono a ridere come matti, arrivando quasi alle lacrime.
- Zayn, sto cadendo! - rise Allison, con la schiena a penzoloni.
Il moro le prese le braccia, ancora in preda alle risate, e la tirò su, facendola raddrizzare e finendo faccia a faccia. 
Si guardarono per un attimo seri, poi ricominciarono a ridere. Almeno si divertivano con poco, come facevano sempre.
Dopo aver riso fino ad avere male alla pancia, Allison appoggiò la testa sul petto del ragazzo, ed entrambi cercarono di recuperare 
il fiato. Dopo pochi minuti di silenzio, Allie sollevò la testà e si appoggiò sul mento, rimanendo a guardare Zayn.
- Che c'è? - chiese lui, sorridendole in un modo che le fece mancare un battito.
- Non posso guardarti? - chiese a sua volta lei, con aria di sfida. 
Zayn rise, poi alzò la testa e ricominciò a baciarla. Il bacio sembrò durare un bel po', e nel frattempo lui ripensò al giorno in cui la 
incontrò con la cuginetta al parco. Ripensò al suo sollievo quando apprese che, fortunatamente, non era sua figlia.
Ripensò a quando lei lo invitò per la prima volta in casa sua, al documentario sugli uccelli, al modo in cui lei si era appoggiata alla sua
spalla senza accorgersene e alle sue guancie rosse quando i loro sguardi si incrociarono.
Ripensò ai cinque centimetri che man mano diventavano quattro, poi tre, due, uno e al momento in cui le loro labbra si toccarono per la
prima volta. Lui aveva amato ogni singolo giorno che aveva passato a conoscerla, quando l'aveva aiutata a curare Nicole.
Non era mai stato quel tipo di ragazzo che rimane a fissare il sorriso di una ragazza, non gli era mai successo, e quella era la prima 
volta in assoluto. E gli piaceva farlo, anche se non l'avrebbe mai pensato.
Erano ancora uno sopra l'altro a baciarsi quando qualcuno tossì. - Ehm ehm, a saperlo avremmo suonato il campanello. 
Allison si staccò immediatamente e si tirò su. - Oh, Niall, Gwen, non ci eravamo accorti che foste qui. 
- Tranquilli, non ci scandalizziamo. - rise Gwen, chiudendo la porta. 
- Ma magari la prossima volta chiudete a chiave, sapete, c'è brutta gente in giro. - le diede corda Niall.
Zayn si tirò su a sua volta. - Dateci un taglio e andiamo a mangiare, siete anche in ritardo. - scherzò, guidandoli in cucina.
Sotto sotto gli era spiaciuto essere stato interrotto, stava sempre così bene con Allison, ma la fame aveva fatto la sua parte.
I tre si accomodarono a tavola, pronti a gustare la cucina del famoso chef della casa, affamati e curiosi.


***

Liam continuava a fare su e giù per il corridoio, attendendo nervoso l'arrivo di Deborah. 
L'aveva chiamato dicendogli che doveva parlargli, e ora aveva i nervi a fior di pelle per l'ansia, e non riusciva a pensare in modo lucido.
Pensava e ripensava a cosa avrebbe dovuto dirgli, se l'avrebbe lasciato per uno strano motivo, pensava a tutto.
I suoi pensieri vennero però interrotti dal suono del citofono.
- Debbie, sei tu? - chiese tremante. 
- Sì, aprimi. - Liam schiacciò il pulsante ad aprì la porta, aspettando di vedere la figura di lei comparire.
La campanella dell'ascensore suonò e si aprirono le porte: Deborah ne uscì stampellando e gli rivolse un sorriso nervoso.
- Vuoi una mano? - chiese preoccupato, avvicinandosi.
Debbie scosse la testa. - No, ormai sono una professionista. - entrambi risero, ma la tensione si poteva respirare nell'aria.
Liam chiuse la porta e si avvicinò al divano. - Vieni, siediti, dimmi quello che mi devi dire.
La ragazza si sedette e appoggiò le stampelle al bracciolo. - Liam, quello che sto per dirti non ti piacerà.
Il ragazzo deglutì, annuendo piano. - Ti ascolto.
Deborah partì a raccontargli del messaggio che si era ritrovata la mattina prima da Josh, della cena, dei complimenti e del bacio. 
Gli raccontò che lei non aveva ricambiato, ma non si era nemmeno fatta da parte. Gli raccontò di quanto si sentiva in colpa, di quanto
le dispiaceva averlo fatto star male in quei giorni, di quanto era stata male lei a sentire parlare di lui persino dai bambini dell'asilo, e 
infine gli raccontò di quanto era confusa in quel momento. 
Lui ascoltò il tutto senza fiatare. - Debbie, io non sono arrabbiato con te. Certo, non è bello sapere che il tuo ex è tornato da non so 
dove e ti ha baciata, non è bello sapere che non hai fatto niente per impedirlo, non è bello sapere che sei confusa..ma lo capisco.
E' successo anche a me, due anni fa, ma questa è un'altra storia. Il punto è che sta a te decidere, e a me starà bene tutto ciò che 
sceglierai, perché voglio solo che tu sia felice. Se non con me, con Josh. Non sarò la persona più felice di questo mondo, è vero, ma se
sei felice tu il resto non conta. In questi due mesi con te ho imparato ad amare, perché prima io non amavo. Ma ho imparato a farlo, 
e amare significa volere la felicità dell'altro, ed è quello che sto facendo ora. Schiarisciti le idee se ne hai bisogno, se sceglierai me io 
sarò qui, perché di te mi importa e continuerà ad essere così.
Deborah lo guardava sorridendo, con le lacrime pronte a riversarsi sulle guance. 
Liam voleva che lei fosse felice, anche se non con lui. Ora capiva cosa intendeva Louis: come lui ce n'erano pochi.
In quel momento seppe qual era la cosa migliore da fare, quindi gli prese la mano, con l'altra gli asciugò una lacrima e lo attirò a sé
per dargli uno dei baci più dolci che si fossero mai dati fino a quel momento.
Segui il tuo cuore, va bene? aveva detto Louis. Il cuore aveva parlato, e lei aveva agito. Ed era sicura della sua scelta.


***

- Riaccompagnami a casa, domani mattina devo andare in negozio presto. - sussurrò Sammi tra un bacio e l'altro.
Harry si spostò alla pancia, baciandola. - No dai, resta ancora un po' a farmi compagnia.
Sammi rise. - Mi fai il solletico Harry, fermo! - esclamò, agitandosi per il fastidio.
- Se resti qui la smetto, okay? - chiese il ricciolino, fermandosi per un momento.
- Non posso, non mi sveglio più poi. - insistette lei.
- Ti sveglio io, lo prometto. - rise, rimanendo a guardarla.
Samantha ci pensò un po' su. - E se rimanessi tu da me? 
- Okay, questo mi piace di più. - disse alzandosi subito. - Ma ci sono Allison e Deborah?
- No, Allison mi ha scritto prima che era da Zayn con Gwen e Niall, mentre Deborah è andata a chiarire da Liam.
- Chiarire? - chiese il ricciolino, allacciandosi la camicia.
Sammi si alzò a sua volta. - Sì, è una storia lunga. - disse dispersiva.
- Raccontamelo intanto che andiamo a casa tua allora, abbiamo tempo.
La mora sbuffò. - Fattelo spiegare da Louis. 
- Potresti parlarmene tu, non parliamo mai di niente. - farfugliò Harry, serio.
- Cosa vuoi dire? - chiese lei, corrucciando la fronte.
Il ricciolino fece spallucce. - Niente, andiamo. 
Ma che gli prendeva? - No, adesso dimmi cosa intendevi con quella frase, Harry. Non parliamo mai di niente?
- Dimmi l'ultima cosa di cui abbiamo parlato. Una cosa seria, intendo. 
Samantha spalancò gli occhi. - Non me lo ricordo, non è che posso ricordarmi tutte le nostre conversazioni.
Harry si grattò la testa, spostando lo sguardo. - Ti riporto a casa, dai.
Uscirono di casa ed entrarono in macchina: il tragitto fu silenzioso e leggermente imbarazzante, ma fortunatamente durò poco.
- Eccoci, - annunciò Harry accostando al marciapiede. - buonanotte Sam. 
Sammi lo guardò. - Non volevi mica restare a dormire da me? 
- Ho cambiato idea, sono stanco, non sarei di grande compagnia. - era troppo freddo, non le piaceva.
- Harry, mi vuoi spiegare che ti prende? - esclamò, slacciandosi la cintura della macchina.
Il ricciolino scosse la testa, facendo spallucce. - Niente, sono stanco, e anche tu. 
Sammi sbuffò, infastidita. - Almeno accompagnami su, chiedo troppo?
- No, certo che no. - Harry scese dalla macchina, sbattè la portiera e accompagnò la ragazza fino all'interno dell'appartamento.
- Bene, buonanotte. - la salutò, poi fece per uscire dalla porta.
Samantha gli prese il braccio e lo fece girare. - Non voglio litigare con te Harry, ti prego. 
- Nemmeno io, ma ho ragione a dire che non parliamo mai di niente. 
La ragazza si arrese. - Di cosa vorresti parlare allora? 
Harry fece spallucce. - Non lo so, Sam! A me piace parlare con te, non mi piace solo..fare quello che facciamo quando vieni da me.
La mora rimase a guardarlo. - Non so cosa dire. 
- Come al solito. - sussurrò lui. - Vai a dormire, è già troppo tardi. 
- No, aspetta, rimani qui. Se vuoi possiamo parlare tutta la notte, tutte le notti. Non pensavo che tu volessi parlare così tanto con me.
- E' questo il problema. Cosa pensi che voglia fare io? Non mi sto lamentando del nostro rapporto, ma sembriamo solo due ragazzi che
si vogliono divertire e, almeno per me, non è così.
- Ma nemmeno per me è così! - esclamò Samantha, che stava cominciando a tremare.
Harry si grattò la testa. - Ne parliamo domani, sono davvero stanco. - si avvicinò e le stampò un bacio sulla guancia, poi si girò e si diresse
alla porta. - Buonanotte Sammi. - la salutò, per poi sparire.
Samantha si sentì la testa girare, quindi si spogliò velocemente e si mise a letto. 
Non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte, perché stava troppo male. Non voleva perdere Harry, di lui le importava davvero, solo 
che non aveva ancora imparato a dimostrarlo perché non aveva mai avuto una storia che fosse durata più di un mese.
Se voleva una cosa, in quel momento, era dormire accanto ad Harry, e se avesse voluto avrebbero potuto parlare per tutta la notte, pur 
di stare insieme a lui.
_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 
Spazio autrice:
Oh gosh, sono riuscita finalmente a postare il capitolo! 
Lo so, sono passate due settimane, ma non odiatemi çwwwç
Ho fatto il capitolo più lungo del solito proprio per farmi 
perdonare e ci ho messo dentro tutte le emozioni possibili, 
perché tipo mi impersonavo nella confusione di Debbie, 
nella felicità di Allison e nel dispiacere di Samantha.
L'ho fatto sperando che a voi arrivino le emozioni che voglio
farvi arrivare, perché amo scrivere e fare emozionare la gente,
anche se magari non mi riesce. 

Passiamo al capitolo, okay? okay.
Deborah, con l'aiuto di Louis, ha scelto Liam: contente?
Zayn e Allison sono tornati più teneri che mai :3
Sammi e Harry stanno passando un brutto periodo:
cosa ne pensate di ciò?
Fatemi sapere come vi sembra il capitolo, così poi
vado avanti ora che ho tempo a disposizione:)

Ringraziameeeenti :3
Grazie alle 350 che hanno recensito la mia storia, siete tantissime
e le cose che scrivete sono bellissime, giuro.
Grazie alle 103 che hanno messo la storia tra le preferite :3
Grazie alle 40 che la ricordano :)
Grazie alle 167 che la seguono, xdwcdvew
Grazie alle lettrici silenziose, a quelle che mi hanno messo
tra gli autori preferiti e a quelle che hanno messo la mia storia
tra le scelte, mi commuovo sempre! 

Tanto tanto amore, Becks:)

Ps: è uscito anche il quarto capitolo della mia seconda 
fan fiction, se vi va passate a leggerlo! :)
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1097507&i=1

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Capitolo 20
*** I'm into you ***


Ventesimo capitolo: I'm into you

"When I look into your eyes it's over,
I feel lucky like a four leaf clover,
I'm into you, I'm into you."
jennifer lopez, lil wayne - I'm into you;

Martedì mattina;
- Louis. - sussurrò Harry nella penombra. Niente, non voleva alzarsi. Ne riusciva a vedere a malapena il viso, talmente era buio. 
La sua camera gli era sempre sembrata troppo austera, in effetti. 
- Louis, svegliati. - riprovò quindi, senza risultato. 
Bene, l'hai voluto tu. pensò, spalancando le persiane della finestra. 
Non notando nessun cambiamento, si riavvicinò al letto e spostò le coperte, e finalmente Louis si mosse.
Aprì un occhio, lo guardò e lo richiuse, girandosi dall'altra parte. - Che vuoi Harry? - bofonchiò con aria assonnata.
- Devo parlarti. E tu devi raccontarmi di ieri sera. - sentenziò, con un sorrisetto idiota.
Louis rimase zitto per qualche secondo, poi si alzò di malavoglia. - Styles, sei un rompi coglioni. Te l'hanno mai detto?
- Sì, sì, non è una cosa nuova in effetti. - disse il ricciolino, facendo spallucce.
Louis si alzò, si mise una maglietta e dei pantaloncini, si lavò la faccia e tornò in camera, dove Harry lo aspettava seduto sul letto.
- "Grazie per la serata, scrivimi presto."? Dev'essere andata bene, eh Lou? - rise Harry, scorrendo i messaggi della famosa ragazza.
- Smettila, idiota. Prima parla tu, sei più rompi coglioni del solito quindi deduco che c'è qualcosa che non va. Spara.
Il ricciolino tornò serio. - Ieri ho avuto una discussione con Sammi. - disse, abbassando lo sguardo.
- Per quale motivo? - chiese Louis, sedendosi accanto all'amico.
Harry scosse la testa. - Mi ha detto che Liam e Debbie hanno litigato, ma non voleva spiegarmi il motivo, e io allora le ho detto che, in
poche parole, non parliamo quasi mai di cose serie. 
- E lei se l'è presa, naturalmente. Giusto? 
L'amico si sdraiò e cominciò a fissare il soffitto. - Esatto. - sussurrò mesto.
- Se è vero che non parlate mai, hai ragione tu. E lo capirà anche lei, ora che glielo hai detto. E poi lo sai com'è fatta, non ha mai avuto una
relazione seria come quella che ha con te, quindi forse non sa bene come comportarsi in questi casi.
- E ora cosa dovrei fare io? Ieri l'ho riaccompagnata a casa e l'ho salutata con un bacio sulla guancia. Ho esagerato?
Louis rimase a guardarlo, e Harry si girò a sua volta. - Tu sei innamorato, Harold.
- Non chiamarmi Harold. 
- Sei più che innamorato, Harold. Non fare finta di non capire, lo sai anche tu.
Harry si tirò su a sedere. - Okay, e anche se fosse? 
- Non c'è niente di male, anzi, è una cosa bella. Sei cambiato molto anche tu, da quando stai con lei.
- Non sono cambiato. - protestò piccato il ricciolino.
- Sì invece. Prima eri come me, uno sciupafemmine, non ti ricordi? - rise, ricordando i suoi buffi metodi di corteggiamento.
Harry annuì, con un sorrisetto. Diciamo che sì, con le ragazze se l'era sempre cavata egregiamente.
- E già dalla sera in cui hai incontrato Sam per la prima volta sei cambiato. Tu non lo vedi ma è così, te lo assicuro. Ora, però, devi lasciare
che lei si renda conto di ciò che le hai detto, e tornerà come un boomerang, perché anche lei è innamorata.
- Lei è innamorata? - chiese Harry, con gli occhi lucidi. Sembravano essere diventati due cuori, due grandi cuori verdi.
- Non lo vedi? Lasciatelo dire, hai due belle fette di salame sugli occhi. - disse Louis, scoppiando poi a ridere.
- Quindi devo solo lasciarla pensare? - chiese, attento.
Louis annuì. - Vedrai. Non ti preoccupare. - sorrise.
- Va bene, proverò a fare come dici tu. - disse con un sospiro. - Ora raccontami di ieri sera.
Louis rise. - Niente, sono andato a cena con questa ragazza. - disse, facendo il misterioso.
Harry sbuffò. - Nome? - chissà se quella ragazza lo avrebbe messo a posto, sulla retta via, si chiese l'amico. Rise al pensiero di un Louis
adulto, a braccetto con la sua signora, a bersi un thé caldo. 
- Martha. - rispose Lou, spostando lo sguardo nel nulla, leggermente sognante.
- E quando l'hai conosciuta? - chiese il ricciolino, corrucciando la fronte. 
- Sabato sera, quando mi avete riaccompagnato a casa non ero stanco e sono uscito. Quella sera ero giù di morale, perché vi vedevo 
felici, con le vostre ragazze. Lo so, è stato egoista da parte mia, però anche io, per quanto strano possa sembrare, volevo qualcuno che
stesse davvero con me, e non solo per una notte.
- Avevo notato qualcosa di strano, scusa se non ho chiesto. Non pensavo fosse così brutto per te. Cioè, non hai mai fatto vedere questo
lato di te, però dovevo immaginarlo, d'altronde sei il mio migliore amico.
- Finché sono vivo non c'è da preoccuparsi. - rise Louis. - Comunque sia, sono uscito e sono andato al vecchio locale di Dawson e ho
incontrato Martha. Non è successo niente, abbiamo solo parlato e alla fine ci siamo scambiati i numeri, ieri mattina le ho scritto e la
sera stessa siamo andati a cena in un ristorante dall'altra parte della città.
- E com'è andata? - chiese Harry, sorridendo.
- Bene, benissimo, è una ragazza fantastica. Se le cose vanno bene ve la presenterò. - disse Louis, con un sorriso diverso dal solito.
Sembrava felice, rilassato, nonostante l'avesse svegliato alle nove di mattina. 
Harry sorrise a sua volta. - Sono sicuro che la conosceremo molto presto, allora. Quando vi vedrete?
- Non lo so. - disse lui, facendo spallucce. In verità aveva voglia di vederla, lo si notava dallo sguardo. 
- Perché non andate a fare colazione insieme? - suggerì il ricciolino.
Louis lo guardò come se avesse avuto l'idea dell'anno. - Sei un genio, Harold.
- Sì okay, ma non chiamarmi Harold, lo sai che non mi chiamo così.
Louis lo ignorò totalmente, alzandosi di scatto. - Ora le scrivo.
- E io tolgo il disturbo, così sei libero di saltellare per la camera e di battere le mani dalla gioia e dall'eccitazione.
L'amico lo guardò male. - Fuori da casa mia, Harold. - scherzò, salutandolo con un cenno della testa.
Il ricciolino rise e si diresse all'uscita, pensando a quello che gli aveva detto poco prima Louis. 

Tornerà come un boomerang, perché anche lei è innamorata. sorrise al pensiero di quella frase, e sperò che fosse così.
Forse Louis non aveva tutti i torti, forse era anche lui innamorato. Ma ci si può innamorare in soli tre mesi, o meno?


***

Allison si svegliò nella penombra della camera di Zayn, che sembrava stesse ancora dormendo.
Si tirò su a sedere, appoggiando la schiena al muro. Non aveva dormito un granché quella notte, non sapeva nemmeno il motivo.
Si sentiva euforica, iperattiva. Aveva passato una di quelle notti che sembrano lunghissime, in cui pensi a tutto e non pensi a niente.
Una di quelle in cui chiudi gli occhi, li riapri ed è passato solo un minuto. Ma tutto sommato non era stanca, anzi.
Qualcosa si mosse accanto a lei: Zayn si era svegliato e la stava guardando con un sorrisetto assonnato.
- Buongiorno, - farfugliò. - è tanto che sei sveglia?
- No, solamente da qualche minuto. - sorrise lei, prendendogli la mano.
Lui si tirò su a sedere, stropicciandosi gli occhi. - Questa notte ti sentivo muovere.
Allie annuì. - Non ho dormito molto, in effetti.
Zayn la guardò interrogativo. - E come mai? Stavi male?
La ragazza fece spallucce. - No, no. Non lo so nemmeno io. 
- Sicura che vada tutto bene? - chiese il moro, accarezzandole una guancia.
- Sì, credo di sì. Ci alziamo o vuoi restare qui? - chiese, in un sussurro.
Zayn si sporse e le stampò un bacio sulle labbra, ed entrambi sorrisero. 
- Allora, - cominciò il ragazzo, tra i baci. - ti è piaciuta la mia cucina ieri sera? 
Allie sorrise, accarezzandogli i capelli. - Non saprei, diciamo che era tutto passabile, sì.
- Passabile? - esclamò lui, fingendo di essere offeso. - Non hai lasciato una briciola di tutto quello che ho cucinato.
- Sto scherzando, era tutto buonissimo. - disse lei, cingendogli il collo con le braccia. 
Rimasero tutta la mattina a letto e tra una carezza e l'altra arrivò l'ora di pranzo.
- Non hai il turno oggi? - chiese Zayn, finendo di lavare i piatti.
- No, ce l'aveva solo Sammi, questa mattina. Non le ho nemmeno detto che sarei rimasta qui da te, spero non si sia preoccupata.
Aspetta, vado a prendere il cellulare, magari mi ha scritto. - uscì dalla cucina, attraversò il soggiorno ed entrò in camera, avvicinandosi
al comodino. Un tasto del cellulare lampeggiava, segno che aveva ricevuto dei messaggi, quindi lo prese e tornò in cucina, dove Zayn
era ancora occupato a lavare i piatti. - Come non detto, mi ha scritto. - annunciò, aprendo il messaggio.
Non so dove tu sia finita, ma ho bisogno di te, sto male. Deborah non è a casa, quindi torna presto, ti prego. 
Questo era il messaggio di Sammi, che la fece rimanere a bocca aperta. 
- Cosa c'è che non va? - chiese Zayn, cominciando a preoccuparsi.
- Sammi mi ha mandato questo messaggio. - rispose, facendoglielo leggere. 
Gli occhi di lui lessero veloci quelle due righe, poi si fermarono in quelli di Allison. - Andiamo a vedere cos'ha. Di quand'è il messaggio?
Allie cominciò ad agitarsi. - Ieri notte. 
- Ehi, calmati, magari non è successo niente di che. Però vestiti, è meglio andare.
Allison seguì alla lettera le istruzioni di Zayn e si vestì, e in dieci minuti erano già scesi dalla macchina, diretti al loro appartamento.
- Non risponde. - sussurrò Allie dopo aver citofonato più volte. 
Zayn si grattò la testa. - Magari è andata a farsi un giro. Chiamala al cellulare. - propose.
Allison annuì e provò a chiamarla, ma anche quel metodo fallì. Poi si ricordò di avere le chiavi di casa, quindi salirono.
Il soggiorno era calmo, ordinato, come l'aveva lasciato. I brividi la colsero, senza un motivo preciso.
Zayn cercava di mantenere la calma, altrimenti Allison avrebbe perso le staffe. - Controlla in camera sua. 
La ragazza annuì, attraversando il corridoio: la porta della camera di Sam era chiusa, quindi Allie l'aprì piano.
Aprendo si intravedeva un angolo di letto, con sopra qualcosa, ma nella penombra non si vedeva niente. 
Allison aguzzò la vista: un piede. Cominciò a tremare, e si girò verso Zayn, ma non riusciva a dire niente.
Aprì ancora di più la porta e Sammi era distesa sul letto, raggomitolata, col viso nascosto sotto i lunghi capelli neri.
- Oh dio, oh dio. - sussurrò, entrando velocemente nella stanza. - Sammi! - urlò.
Il corpo si mosse velocemente, sussultando. - Che spavento ragazzi! - disse lei, togliendosi gli auricolari dalle orecchie.
- Tu vuoi farmi morire, vero?! - urlò Allison, quasi piangendo dalla paura. 
- Cos'è successo? - chiese l'amica, agitata e un po' pallida.
- Ci hai fatto prendere un colpo con quel messaggio. E poi non rispondevi né al citofono né al telefono, poi ti ritroviamo a letto tutta
raggomitolata! - esclamò Zayn, che si era spaventato quanto Allison. 
- Oh, scusate, è da ieri notte che sono qui ad ascoltare musica ad alto volume, scusatemi. - disse lei, spiaciuta.
- Ti potrei uccidere, Samantha. - disse la rossa, cercando di calmarsi. 
Zayn l'abbracciò. - Basta dai, sta bene! 
- Dov'è Deborah, piuttosto? - chiese Allison, dopo essersi ripresa.
- Non lo so, pensavo lo sapessi tu. - fece spallucce Sam.
L'amica si passò una mano sulla fronte. - Ieri sera è andata da Liam, magari è ancora lì.
- Ecco, quindi sta bene anche lei. Devo parlarti, Allie. - disse seria Sammi.
Zayn alzò una mano come per chiedere di parlare. - Devo andarmene?
- Temo di sì, si tratta di Harry. A meno che tu non voglia sentire tutti i miei drammi, in quel caso potresti rimanere. - disse Sam.
- Okay, me ne vado. - annunciò velocemente Zayn. - Amore, ci vediamo più tardi? - chiese, stampandole un bacio sulla labbra.
Allison annuì. - Sì, certo. Ti chiamo io. 
Il ragazzo se ne andò, e quando la porta si chiuse la rossa si sedette accanto all'amica. - Allora? Cos'è successo?
Samantha le raccontò la discussione di Harry, rischiando anche di piangere.
- Senza offesa, Sam, ma ha ragione. - ammise Allie. - Non voglio dire che non siate una vera coppia, ma effettivamente potreste parlare
di più cose, se è quello che vuole lui. Ci vuole comunicazione, lo sai.
- No, non lo so! E comunque lo sa che ci tengo a lui. - replicò la mora.
- Lo sa? Ne sei sicura? - Allison non voleva esagerare, però la comunicazione era di base. Samantha poteva pure essere la ragazza più
imbranata in fatto di relazioni durature, ma non era stupida.
- Non starebbe con me se non lo sapesse, no? Io ci tengo tantissimo a lui. Gli ho detto anche che se l'avesse voluto avrei passato tutta
la notte a parlare con lui, ma lui se n'è andato. E mi ha dato un bacio sulla guancia, un misero bacio sulla guancia. Non ce la faccio, sto
male, non so come comportarmi. Lui è tutto quello di cui ho bisogno, davvero, non riesco a pensare di stare senza di lui. Non so come
dimostrarglielo, aiutami, tu sei più esperta in queste cose. Come posso fargli capire che lui è tutto ciò che voglio? Tutto ciò di cui ho
bisogno? E se lo dico io, Allie, se lo dico io è vero. Hai mai sentito da me queste parole, prima d'ora? No, e ora le senti perché io ci tengo 
davvero tanto, non voglio perderlo solo perché non so tenere una relazione normale e duratura. Sono un disastro.
- Vai da lui, parlagli di tutto quello che vuole, raccontagli la tua vita se è necessario. Devi fargli capire che ci tieni e che non è solo per 
divertimento. Ed era destino: quella notte voi dovevate incontrarvi, e l'avete fatto. Non nel migliore dei modi, questo è vero, ma l'avete
fatto e lui ti ha fatto innamorare, e viceversa. Lui è innamorato di te, è per questo che vuole avere un rapporto serio con te. Ora fatti 
una doccia, preparati, rilassati e vai da lui. Intese?
La mora annuì sovrappensiero. Era colpa sua, dunque. Prese il cellulare sotto lo sguardo attento dell'amica e inviò un messaggio ad 
Harry, chiedendo dove fosse.
La risposta arrivò qualche secondo dopo: era al parco.
- Okay, allora io vado. Tu oggi hai da fare? - chiese Sam, respirando a fondo. 
- Credo che mia zia mi rifilerà ancora Nicole, quindi chiederò aiuto a Zayn. Lui, a differenza mia, ci sa fare coi bambini. 
- E soprattutto con le bambine, eh? - rise l'amica, che sembrava essersi leggermente ripresa.
Allison rise. - Sì, Nicole ne è innamorata. - sorrise, guardando poi nel vuoto. - Apri le persiane, non si vede niente qua dentro. E 
preparati, altrimenti ci ripensi. - le fece un occhiolino ed uscì, lasciandola sola.
Si guardò prima un po' in giro, poi si vestì ed uscì anche lei, diretta al parco. 
Era pronta a dimostrargli che era cambiata, non era più la festaiola che non sa tenersi i ragazzi per più di un mese.
Era pronta a dimostrargli che non c'era niente che volesse più di lui, e avrebbe fatto di tutto perché lui stesse bene.
Era pronta a dimostrargli che..sì, che era innamorata.


***

Gwen stava guardando i bambini giocare, rincorrersi, litigare, fare pace, urlare. - Sono bellissimi. - disse, con un sorriso.
Niall la guardò. - Anche tu lo sei, e molto più di loro.
La bionda si girò a guardarlo e gli prese la mano, intrecciando le dita alle sue. - Noi, siamo bellissimi. - rispose, accentuando il "noi" con
un sorriso, per poi appoggiarsi alla sua spalla.
Niall chiuse gli occhi per qualche secondo, poi tornò a guardare il parco, fino ad incontrare una chioma scura e mossa che conosceva fin
troppo bene. - C'è Harry. - annunciò, notando che stava guardando in un punto preciso. Seguì il suo sguardo e trovò Samantha, che gli
stava camminando incontro. Quando lei arrivò davanti ad Harry rimase in silenzio, a guardarlo. 
Lui stava facendo esattamente lo stesso, seduto sullo schienale della panchina. 
Poi lei cominciò a parlare velocemente, lo si vedeva da come muoveva le labbra. Guardava per terra, era nervosa, ma lui la ascoltava
senza dire una parola. Andò avanti a parlare per qualche minuto, poi senza dire niente Harry scese dalla panchina e la baciò, lasciando
Sammi un po' scossa. Inizialmente lei rimase ferma e lo lasciò fare, ma poi gli mise una mano tra i capelli e cominciò a ricambiare.
Quando si staccarono, dopo una manciata di secondi, lei sorrise, come lui.
Cinque o sei bambini, nel frattempo, si erano fermati a guardarli. Un paio erano schifati e se ne erano andati, ma gli altri, quasi tutte
bambine, erano rimasti con sguardi sognanti. Niall sorrise, e anche Gwen sussultò leggermente: probabilmente anche lei aveva seguito 
tutta la scena, e aveva riso per i bambini.
- Avevano litigato? - chiese il biondino.
Gwen si tirò su. - Allison mi ha accennato qualcosa per messaggio, dopo pranzo. Dice che hanno discusso, ma a quanto pare si sono
già riappacificati. - disse, indicando con un cenno della testa i due, che ora si tenevano per mano.
- Non sarebbero comunque stati lontano per troppo tempo. - riflettè ad alta voce Niall. 
Ed era la verità, l'avevano capito anche Harry e Samantha, ormai. 


***

- Déjà vu, non trovi? - chiese ironico Zayn, scartando una caramella da dare a Nicole.
Allison rise. - Era tanto che non venivamo qua noi tre. 
- L'ultima volta è stata quando poi ti ho riaccompagnata a casa. - ricordò lui, rivolgendole un'occhiata d'intesa.
La rossa annuì, guardando la piccola Nicole che aspettava insistente che Zayn le desse la caramella.
I suoi grandi occhioni color nocciola, uguali a quelli della madre, fissavano insistenti le mani del ragazzo, che sorrideva.
- Perché hai quel sorrisetto? - chiese Allison, sbuffando divertita. 
Il moro scosse la testa, sempre sorridendo. - Ripensavo al primo giorno, quando ti ho vista rincorrere questa peste. - scherzò, porgendo
la caramella alla piccola. - E quando è scappata da me, e tu avevi paura che io fossi un maniaco. - rise di nuovo.
- Tu credevi fosse mia figlia, chi è stato più stupido? - chiese la rossa, ridendo a sua volta.
- Quando mi hai detto che era tua cugina ho tirato un sospiro di sollievo, te ne sei accorta?
Allison fece di no con la testa, sempre ridendo, poi volse lo sguardo all'entrata del parco. - Guarda, ci sono Liam e Deborah.
- E là ci sono Gwen e Niall con Samantha e Harry. - continuò lui, divertito.
- Non vedo l'ora di tornare a casa. - sussurrò Allison, accarezzandosi la pancia. 
- Non stai bene? - chiese Zayn, guardandola. 
La ragazza distorse il viso. - Credo di non aver digerito qualcosa. 
- Se vuoi andiamo da te, portiamo Nicole e ci penso io, così tu ti riposi. 
Allison ci pensò un attimo. - Forse è meglio. 
Si prepararono e tornarono a casa, anche se Nicole non ne era felice, ma alla fine accettò.
- Ecco, ora stai sdraiata e riposati. Vuoi qualcosa di caldo? - chiese il ragazzo, stampandole un bacio sulla bocca.
- Sì, fammi una tisana o qualunque cosa calda ci sia nel mobile. - rispose Allie, massaggiandosi la pancia. 
Forse l'uovo che aveva mangiato non era fresco, ma l'aveva mangiato anche Zayn eppure non stava male.
Fece spallucce, sdraiandosi con un senso di vuoto nella pancia.
_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Spazio autrice:
Ecco finalmente il ventesimo capitolo!
Cioè, siamo già a venti capitoli, ma ci pensate?
Mi sembra ieri che ho cominciato a scriverla, eppure siamo già qui.

Ho da dirvi una cosa:
La fan fiction sta giungendo al suo termine.
Mancano diciamo due capitoli, se non uno solo. 
Avrei dovuto avvisarvi prima, forse, mi spiace çwwç
Non credo che sia questa gran perdita, comunque sia, perché
essendo la mia prima storia devo dire che non sono pienamente
soddisfatta, ma tutto sommato non credo sia una schifezza, a 
giudicare anche dalle vostre recensioni che come al solito sono
stupende, meravigliose, e mi lasciano sempre felicissima, davvero.

Naturalmente andrò avanti con la seconda fan fiction, che vorrei
ricordare che è stata aggiornata al quinto capitolo, 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1103819&i=1 ) 
e che aggiornerò venerdì o sabato, quindi se vi piace il modo in 
cui scrivo, le mie storie eccetera passate anche in quella:)

All'inizio pensavo avrei iniziato un'altra fan fiction dopo aver
finito questa prima storia, però credo che mi limiterò a continuare
la seconda perché è difficile aggiornare due storie contemporaneamente,
quindi credo che non lo farò, ma andrò sicuramente avanti a scrivere, 
anche dopo 'The girl in the dress wrote you a song'.

Passiamo al capitolo, comunque ahahah cosa ne pensate?
Samharry è tornata, siete contente?
Zallison è sempre più affiatata, :3
Ho messo un po' di Gwiall, non mi sembrava giusto ignorarli fino alla fine ahah:)
Non ho nominato molto la coppia Debliam in questo capitolo, ma nel prossimo
giuro che lo farò, anche perché devo, purtroppo, tirare le somme.
Dopotutto ci sono affezionata, ha riscosso più successo di quanto io avrei mai
potuto immaginare e tutto grazie a voi, che ci siete sempre, e anche se non recensite
mi fate contenta lo stesso, perché ogni volta siete in tantissime a leggere! :')

Ringraziamenti:
Grazie alle ormai 380 che hanno recensito la mia storia, lo sapete cosa penso.
Scrivete le cose più belle in assoluto, davvero, vi devo ringraziare.
Grazie alle 48 che la ricordano, siete faighe :3
Grazie alle 191 che la seguono, siete xcsxcwewse
Grazie alle 120 che la preferiscono, siete meravigliose davvero :3
Grazie alle 25 ragazze che mi hanno inserita fra gli autori preferiti, 
alle ragazze che hanno segnalato la mia storia come "storia scelta" e 
naturalmente alle lettrici silenziose, che sono sempre tantissime :3

Uh, una cosa che devo dire da ventordici anni e di cui mi sono sempre
e puntualmente dimenticata: la questione twitter.
Se volete sapere il mio nome di twitter scrivetemi per messaggio, 
sarò felice di parlare con voi se ne avete voglia -e se vi sto un pochino
simpatica, dai *occhioni dolci*- eeeergo, niente, scrivetemi se volete:)

Un'altra cosa: lo so, il primo paragrafo è diverso dagli altri, più staccato. 
Vedrò di sistemarlo domani, è che mi succede e non so perché çwwwç

Credo di aver detto tutto, sì :3
Quindi, ditemi se ci sono errori e grazie per aver letto:)

Tanto amore, la vostra Becks.

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Capitolo 21
*** I think we got a problem ***


Ventunesimo capitolo: I think we got a problem

"Houston, I think we got a problem."
conor maynard - can't say no;

Mercoledì mattina;
- Buongiorno! - esclamò Sammi, vedendo Allison entrare in negozio. - Cos'hai? - chiese poi, vedendola pallida.
- Non lo so. - sbiascicò la rossa, posando la borsa dietro il bancone. - Non ho dormito per niente. 
- Non è che sei influenzata? Fammi sentire. - disse l'amica, posando una mano sulla fronte di Allie. - No, non sei calda. 
Allison si massaggiò la testa. - No, non credo sia la febbre. Ho passato la notte a vomitare.
- Dolori premestruali? - chiese Samantha, piegando una maglietta.
La rossa fece spallucce, anche se il ciclo stava tardando di una settimana. - Cosa c'è da fare?
- Senti, tu piega le maglie dello scatolone, io vado a pulire di là. Se arriva un cliente chiamami che faccio io. 
- Va bene capo, grazie. - sorrise Allison, cominciando a sistemare.
Alcuni minuti dopo il campanello suonò e Zayn entrò in negozio. - Allora, come stai? - chiese preoccupato.
La ragazza si fermò un attimo. - Un po' meglio, ma stanca. 
Il ragazzo scosse la testa. - Lo so, non hai chiuso occhio tutta la notte.
- Grazie per aver riaccompagnato Nicole ieri, non ti ho nemmeno chiesto cos'ha detto mia zia.
Zayn fece spallucce. - Niente, mi ha ringraziato e mi ha chiesto di te.
- Cosa le hai detto tu? Mia zia si preoccupa per tutto.
- Tranquilla, le ho detto solo che avevi mal di stomaco. Hai preso qualcosa?
Allison annuì socchiudendo gli occhi. - Sì, stamattina.
- Bene, meglio. Sono venuto solo a vedere come stavi, ora però devo andare a trovare mia madre. Non credi sia meglio farti sostituire da
una delle tue colleghe? Così torni a casa, ti riposi e magari dormi un po'.
- Non ti preoccupare, presto starò meglio. - sorrise lei, baciandolo a stampo.
Zayn le sorrise. - Va bene, come vuoi tu. Se hai bisogno chiamami. - disse, poi uscì dal negozio, salutandola da dietro la vetrina.
- Era Zayn? - chiese Sammi, rientrando dal magazzino.
Allison si legò i capelli. - Sì, era lui. Povero, ieri non ho fatto chiudere occhio nemmeno a lui.
L'amica la guardò interrogativa. - E' rimasto con te? 
- Sì, tutta la notte. Ogni tanto si addormentava, ma poi si svegliava. - rise, scuotendo la testa divertita. 
- Sei fortunata, ti aiuta in tutto. - sorrise Samantha.
- Sì, ieri è rimasto con Nicole e l'ha riaccompagnata a casa. Tu con Harry hai sistemato allora?
Sammi sorrise tra sé e sé. - Sì sì, abbiamo chiarito. Stiamo cercando di avere una relazione seria e matura.
- Sono contenta per voi. Cioè insomma, si vede che siete tutti e due innamorati, quindi perché litigare per cose stupide?
- Hai ragione. Cos'hai?! - esclamò, vedendo la rossa piegarsi con le braccia attorno alla pancia.
- Ho di nuovo il senso di vuoto, o qualcosa del genere. 
- Forse è meglio che tu ti vada a fare vedere, non ti preoccupare, riesco a stare sola questa mattina.
Allison inspirò profondamente. - No okay, ci sono, è passato.
Samantha annuì e si girò, guardandola con la coda dell'occhio. Era pallida, non aveva chiuso occhio per tutta la notte perché l'aveva 
passata a vomitare, e cominciava a preoccuparsi. Doveva vedere un medico, e subito.


***

Mercoledì pomeriggio;
- Sei sicura della tua scelta? - ripetè Liam, preoccupato.
Debbie sorrise, prendendo la borsa e uscendo dall'asilo. - Per l'ennesima volta, sì Liam. 
Dall'altra parte ci fu silenzio per qualche secondo. - Okay, bene. Non mi preoccupo allora? 
- No, non preoccuparti. Ci sentiamo più tardi, e stai tranquillo. Ci metterò poco e sarò di nuovo da te.
- Va bene, mi raccomando. A dopo amore. - la salutò il ragazzo, terminando la chiamata.
Deborah stava andando da Josh per comunicargli la sua scelta, e questa volta non sarebbe caduta nel tranello, non avrebbe creduto
alle sue parole, ai suoi complimenti, alle sue bugie. Gli avrebbe detto chiaro e tondo che se ne doveva tornare da dove era venuto e 
che non avrebbe dovuto farsi vedere. 
Si erano dati appuntamento per quel pomeriggio in un parchetto vicino all'asilo, dove non ci andava mai nessuno.
Qualche minuto dopo, Josh entrò nel parco e la vide subito, salutandola con sguardo speranzoso. - Deborah!
- Ciao Josh. - si limitò a salutarlo in modo freddo e distaccato.
Il ragazzo si accarezzò i capelli. - Allora, hai deciso? Hai scelto me, non è vero?
- A dire il vero no, Josh. Te ne devi andare. - disse lei tutto d'un fiato.
Josh la guardò spalancando la bocca. - Andarmene? Che vuoi dire? 
Debbie sospirò. - Voglio dire che non voglio più sentir parlare di te. 
- Non puoi volerlo davvero, Debbie. Lo so che non lo vuoi. - eccolo che riprovava ad incantarla.
- Questo è quello che voglio, e tu te ne devi andare. Sono stata male per due mesi, dopo che te ne sei andato, e il dolore ha cancellato 
l'amore che provavo per te, fino all'ultimo briciolo. Ora sto con Liam, fine della storia. Voglio che tu sparisca, che ti faccia una vita, che 
ti trovi un'altra ragazza da incantare e dalla quale scappare, lasciando una lettera e un cuore infranto. Non puoi competere nemmeno
lontanamente con Liam, e ora che l'ho capito voglio che tu te ne vada, sul serio e per sempre, questa volta. 
Josh era rimasto spiazzato. - Te ne pentirai, Deborah, lo sai anche tu. - sussurrò, per poi voltarsi e scomparire, probabilmente per sempre,
dalla sua vita. E no, non se ne sarebbe pentita: aveva appena fatto una delle sue migliori scelte.
Sorrise soddisfatta di se stessa e si alzò per raggiungere Liam, quando vide Harry entrare nel parco..con una ragazza.
Cosa ci faceva lui in quel parco deserto con una ragazza che non era Sammi? Lo avrebbe scoperto presto.
Si nascose dietro ad un cespuglio e osservò i due: la ragazza capelli fino alle spalle, mossi e scuri e occhi verdi. Era decisamente bella.
Stavano semplicemente parlando, passeggiando per il parchetto ma lontani da lei, fortunatamente.
Ad un certo punto però, Harry l'abbracciò sorridendo. 
Deborah non voleva trarre conclusioni affrettate, ma non poteva farne a meno. 
Che si fosse stancato di Sammi e la discussione sulla comunicazione fosse solamente un pretesto per lasciarla?


***
 
- Che facciamo stasera? - chiese Martha, bevendo un sorso di caffè.
Louis sorrise. - Se ti va, volevo presentarti ai miei amici. 
I grandi occhi verdi di Martha si illuminarono. - Assolutamente sì, va benissimo! 
- Così conoscerai i quattro idioti e le loro ragazze. - disse lui, ridendo.
- E loro come sono? - chiese trasognante Martha. - Sono simpatiche? 
- Ti troverai benissimo con loro, ne sono sicuro. Non devi preoccuparti.
La ragazza sorrise, spostandosi poi un ciuffo di capelli biondi dietro l'orecchio. 
Louis non riusciva a smettere di guardarla, e non gli era mai capitato. Con tutte era solo una scappatella, ma ora gli sembrava stupido
anche solo a pensarlo. Con lei voleva starci, anche solo per un caffè, appunto.
All'inizio vedere tutti i suoi amici avere delle ragazze non era stato niente di che, ma giorno dopo giorno si acccorgeva che anche lui, in
fondo, voleva una relazione. Poi era cominciata ad essere una brutta situazione, a dire la verità: si sentiva messo da parte, in un certo
senso. La sera era quasi sempre da solo, dato che tutti erano a casa con le loro ragazze.
Però aveva trovato lei, Martha, ed era una cosa strana per lui, un po' come per Sammi: non sapeva bene come comportarsi, ma alla fine
tutto veniva naturale quando ci stava insieme. 
- Andiamo, ti riaccompagno a casa. Poi ti chiamo e ti dico per stasera, va bene? 
Martha annuì, riportando le tazze di caffè al bancone. - Okay, andiamo.
Partirono in macchina e passarono di fianco ad un piccolo parchetto dove Louis vide Harry in compagnia di una ragazza. 
Cos'aveva in mente? Lo avrebbe scoperto presto.


***

- Sono io Zayn, aprimi. - disse Allison al citofono.
Il cancello si aprì e raggiunse il suo appartamento. - Abbiamo un problema, credo.
- Che problema amore? - chiese lui, infilandosi una maglietta.
- Non so come dirtelo. - sussurrò lei, abbassando lo sguardo.
Zayn la guardò interrogativo, poi si avvicinò e le cinse le spalle. - Cosa c'è che non va? 
- Ho vomitato tutta la notte, sento qualcosa alla pancia. - spiegò lei.
- E quindi? Vuoi che ti accompagni in ospedale? 
Allison scosse la testa. - Zayn, il ciclo sta ritardando. E io sono più che puntuale, solitamente.
Il ragazzo rimase a guardarla, spiazzato. - Stai dicendo che..? Ma com'è possibile? Siamo sempre attentissimi!
E ora anche lui stava per dare di matto, perfetto. 
- Non ne sono sicura, Zayn, però è probabile. Capita che ci si distragga. - nemmeno lei era convinta di ciò che stava dicendo.
- Non capita, Allie. Cioè, non può essere capitato. Devi andare a farti vedere, subito. - disse lui, calmandosi.
- Ho già chiamato, devo andare tra poco ma volevo avvisarti, prima. Mi è venuto in mente stamattina, quindi ho preso appuntamento..
- Vengo con te, non ti lascio da sola. - annunciò lui, mettendosi una mano nei capelli.
- No, no, tu resta qui. Ci vediamo alla festa e ti saprò dire se..hai capito. - concluse lei, voltandosi per uscire.
Zayn ricadde sul divano, guardando nel vuoto. Non poteva essere vero, non poteva essere capitato a lui, a loro.

***

- Stasera siamo tutti da Louis. - disse Liam, leggendo il messaggio.
- Sì, ho letto, mi è arrivato anche a me. Dici che ci presenterà la sua nuova fiamma? - rise Deborah.
- Può darsi. - rise a sua volta il ragazzo. 
Debbie gli stampò un bacio sulle labbra. - Allora io vado, così mi preparo. Ci vediamo stasera allora? 
- Certo, va bene. Con Josh tutto a posto, giusto?
- Liam, l'ho mandato via, probabilmente dal paese. - rise. - Non ti devi preoccupare, ci sei solo tu per me.
Si diedero un altro bacio, e poi un altro ancora. Nessuno dei due avrebbe voluto staccarsi, ed era una sensazione bellissima.

- Avete letto il messaggio? - chiese Deborah, entrando in casa. 
- Sì, l'ho letto. - disse Sammi, uscendo dalla camera. - Allison è andata dal dottore.
- Cosa succede? Sta male? - chiese Debbie, interrogativa.
- Non ha dormito tutta la notte perché continuava a vomitare..
L'amica la guardò male. - C'è altro, non è vero?
Sam annuì. - Potremmo diventare zie. 
Deborah si limitò a fissarla, senza espressione. - Dai, non scherzare. 
- Non sto scherzando, vorrei poterti dire che è uno scherzo ma non lo è.
L'amica si coprì gli occhi con la mano. - Non è possibile. Non può essere vero, Sam. 
- Ma non ne è sicura, per questo è andata dal dottore. 
Deborah sospirò. - Zayn è andato con lei? 
- No, mi ha scritto che ha voluto andare da sola e ci dirà tutto alla festa o quello che è.
- Spero non sia incinta, davvero. E' troppo giovane, troppo.
- Lo so, ma può capitare. L'unica cosa buona è che è una ragazza responsabile. E spero che Zayn le stia accanto, comunque vada.
Debbie annuì, cercando poi le parole per dirle di quello che aveva visto. - Devo dirti una cosa, Sam.
Samantha la guardò interrogativa. - Cos'altro c'è?
- Oggi, dopo essere uscita dall'asilo, ho visto Harry. Era al parco, quello piccolo dove non c'è mai nessuno.
La mora la guardò come per incitarla ad andare avanti. - E quindi? Dov'è il problema?
- Era con una ragazza, e si abbracciavano.
Sammi annuì lentamente. - Magari era un'amica. Sai, magari non la vedeva da tempo.. - ammutolì, mettendosi una mano sopra la bocca.
- Sam, Sam, tranquilla! Magari era davvero un'amica, non fasciarti la testa prima del colpo!
- Quindi ci sarà il colpo? No, non lo sopporterei Debbie. Ho già rischiato di perderlo, non voglio farlo di nuovo!
- Allora, innanzitutto calmati. Seconda cosa, preparati e stasera ne parlerai con lui. Intese? Calmati, dai.
Sammi annuì, respirando profondamente più volte. 
Non poteva rischiare di perderlo di nuovo, non l'avrebbe permesso.
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Spazio autrice: 
Eccoci qui con il penultimo capitolo, mie amate lettrici!
In teoria mancherebbe un solo capitolo alla fine, però non
si sa mai, magari ne esce un altro, devo vedere çwwç
Cosa dire? Non so, posso dirvi di non preoccuparvi di nulla,
vedrete cosa succederà nel prossimo capitolo:)

No ma voi siete delle indovine! 
Intendo per la cosa di Allison, cioè, subito avete chiesto se
era per caso incinta. Ditelo, lavorate al'FBI e non me l'avete
mai detto, traditrici! E io che mi fidavo di voi! 
Okay, basta ahahahahah povera me, il caldo mi da alla testa.

Alloooora, cosa dovevo dirvi? Non me lo ricordo, ottimo.
Comunque sia, mi verrà in mente prima o poi, ma ora
passiamo ai ringraziamenti che credo sia meglio.
Grazie alle ben 423 persone che hanno recensito, cioè, 
io vi ringrazio con tutto il cuore, riuscite sempre a farmi felice.
Lo so, lo ripeto in ogni benedetto capitolo, ma è vero!
Grazie alle 127 che hanno messo la mia storia tra le preferite, 
siete un amore dsdscxcevwdw e non vi ringrazierò mai abbastanza.
Grazie alle 198 che la seguono, voi siete meraviglioserrime(?)
Grazie alle 50 che la ricordano, siete faighissime anche voi, come sempre.

Spero di stupirvi con prossimo capitolo, quello finale, anche se a dire
il vero un po' mi spiace finirla. Chi lo sa, magari in futuro continuerò:)
E' stata la mia prima storia in assoluto, non è la più bella magari, 
non sono la "scrittrice" più brava, ma di sicuro non mi aspettavo tanti
complimenti, davvero. Sono molto, molto riconoscente, sul serio!

Non mi dilungo più di tanto come mio solito, ma vi lascio il link dell'altra
storia, che ho aggiornato col sesto capitolo: 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1110554&i=1
Così, dato che finirò questa storia, potrete seguirmi nell'altra, sempre che vi vada:)

E' sempre valido il discorso di twitter: se volete, scrivetemi per messaggio e 
ci scambieremo il contatto per un follow e qualche chiacchierata(?) :3

Ps: la canzone non c'entra molto, ma l'ho messa solo per la frase del problema,
quella che Allison dice a Zayn riguardo al non-sicuro-pargolo :3

Pps: lo so, il primo paragrafo è tutto staccato çwwç
Vedrò come rimediare, ahimé.(?)

Come al solito, e fino alla fine, TANTO AMORE.
La vostra -riconoscente- Becks.

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Capitolo 22
*** We all wanna know how it ends ***


Ventiduesimo capitolo: we all wanna know how it ends

"We all want to know how it ends.
Oh, skip to the ending, who would
like to know? I would like to know.
Author of the moment, can you tell
me do I end up, do I end up happy?"
he is we - happily ever after;

Mercoledì sera;
- Sei nervosa, non è vero? - chiese divertito Louis.
Martha scosse la testa con lo sguardo nel nulla, poi lo guardò. - Nervosissima.
Entrambi scoppiarono a ridere. - Tra poco arriverà Harry, te l'ho detto che arriva per primo, no?
- Sì sì, me l'hai detto. - annuì la bionda, sedendosi sul bracciolo del divano. - E' che mi sento un'infiltrata.
- Oh, finiscila! - rise Louis, avvicinandosi per baciarla.
Proprio in quel momento, però, il suono del campanello li interruppe. 
- Parli del diavolo.. - sussurrò il ragazzo, andando alla porta. - Oh, Harry! Dove sono i tuoi?
- Arriveranno a minuti, insieme a mia sorella. - disse il ricciolino, entrando.
- Tua sorella? - chiese Louis, interrogativo. Era lei la ragazza al parco con Harry, allora.
- Oh sì, mi sono dimenticato di avvisare. E' un problema se c'è anche lei? Era ansiosa di conoscere Sammi e l'ho portata.
Louis sorrise, scuotendo la testa. - No, no, non è un problema. Comunque sia, lei è Martha.
La bionda si alzò e gli sorrise. - E' un piacere. Louis mi parla sempre di voi, in particolar modo di te.
- Lo so, modestamente. - scherzò Harry, improvvisando una scenetta da snob.
Tutti e tre risero, cominciando a sistemare casa e a scherzare.


***

- Niall, Gwen, lei è la famosa Martha. - la presentò Louis, sorridendo a trentadue denti.
- Oh, è un piacere. - sorrise Gwen, dandole un bacio sulla guancia. 
Niall le strinse la mano. - Ecco la ragazza che ha messo a posto la testa di Louis, eh? - rise.
- Mi sento onorata. - scherzò Martha, sorridendo cordiale.
Qualche minuto dopo arrivarono anche Liam e Zayn, presentandosi alla famosa Martha.
- Ma dove sono Sammi, Deborah e Allison? - chiese Louis, corrucciando la fronte.
Gwen, che stava parlando con Martha, si illuminò. - Deborah mi ha scritto che tra poco arriverà con Sammi, ma di Allison non so nulla.
- Allie è dal dottore, non so quanto ci metterà ma arriverà. - disse Zayn, cercando di nascondere il nervosismo.
Nessuno fece in tempo a rispondere che il campanello suonò di nuovo, e stavolta Harry andò alla porta. - Eccovi, entrate.
- Buona sera a tutti! - esclamò Anne, la madre di Harry, entrando in casa in un vestitino molto giovanile, come lei dopotutto.
- Ciao mamma. - la salutò con un bacio sulla guancia. - Ehi, Robin! - disse stringendo la mano dell'uomo accanto alla madre.
L'uomo gli diede una pacca sulla spalla, tutto contento. - Ciao campione! 
Harry rise come un bambino, poi abbracciò la sorella. - Come mi sei diventato tenero, due abbracci in un solo giorno! - esclamò lei.
Il ricciolino la fulminò con lo sguardo, difendendo la sua mascolinità. 
Tutti e quattro entrarono in soggiorno. - Louis, Liam, Niall e Zayn già vi conoscono, naturalmente, ma le ragazze no. Lei è Gwen, e lei è
Martha, la nuova ragazza di Louis. 
Entrambe le ragazze si presentarono, poi si sedettero a tavola a parlare del più e del meno e ad aspettare Deborah, Sammi e Allison.


***

- Oh, Sammi mi ha mandato un messaggio. - comunicò Harry, leggendo lo schermo del cellulare. - Stanno arrivando.
Infatti, poco dopo, suonò il campanello. - Liam, vieni, andiamo ad aprire.
L'amico annuì ed andarono alla porta. - Ben arrivate eh! - scherzò Liam, stampando un bacio sulle labbra di Debbie.
- Non mi saluti amore? - sorrise Harry, prendendole la mano.
- Ciao. - disse lei, baciandolo sulla guancia. 
Harry la guardò interrogativo, ma Sammi lo ignorò ed entrò in soggiorno, prendendo la mano di Deborah, che gliela strinse.
- Mamma, Robin, Gemma, lei è Sam, la mia splendida ragazza. - sorrise lui, indicando la mora che spalancò la bocca.
- E' un piacere conoscerti, Harry mi parla sempre di te. E non c'è dubbio, sei molto più bella di quanto immaginassi! - sorrise Anne.
Sammi le strinse la mano, senza parole. - Oh, grazie mille!
- Lui è il mio patrigno, Robin. - continuò il ricciolino, indicando l'uomo che le sorrise stringendole la mano. 
- Non fartela scappare, sembra un vero gioiellino. - sussurrò Robin a Harry, dandogli una gomitata. 
Tutti sentirono quel commentino, quindi scoppiarono a ridere. 
- E lei è Gemma, mia sorella. - disse infine. 
Gemma si fece avanti, sorridendole: era bellissima, come il fratello. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle, mossi, e gli occhi erano verdi,
identici a quelli di Harry. - E' un piacere, Samantha.
Sam ripensò alla descrizione di Deborah, che aveva descritto la ragazza del parco come la sorella di Harry e capì. 
L'aveva portata per fargliela conoscere, e non era una ragazza con la quale la stava tradendo. Che stupida era stata solamente a pensarlo!
- Piacere mio. - ricambiò quindi, sorridendole. Le sembrava di guardare la versione di Harry al femminile, ed era inquietante.
Dopo essersi presentata a tutti, anche a Martha, Samantha prese per mano Harry e lo portò al piano superiore, in camera di Louis.
Chiuse la porta, si girò e gli buttò le braccia al collo, baciandolo. 
Lui dopo qualche secondo si staccò. - A cosa devo questo lunaticismo?
- Cosa vuoi dire? - chiese lei, affannata.
- Alla porta mi saluti a stento e con un bacio sulla guancia e poi mi trascini qui? - chiese lui, confuso.
- Lo so, lo so, hai ragione. E' che..no, niente, penseresti che sono una stupida.
Harry la guardò interrogativo. - Coraggio, dimmi cosa c'è che non va.
- Deborah mi ha detto di averti visto con una ragazza al parco, oggi, e io pensavo che..
- Che ti stavo tradendo? - la interruppe lui, guardandola sorpreso. - Lo pensavi davvero?
- Lo so, è stupido però io ho paura di.. - non finì di parlare che Harry le aveva preso il viso e l'aveva attratto a sé, baciandola.
- Smettila di pensare queste cose, lo sai che non lo farei mai. - sussurrò lui, appoggiando la sua fronte a quella di Sam.
La mora scosse la testa, sorridendo. - Okay, non lo penserò più.
Harry continuò a guardarla. Sembrava volerle dire qualcosa ma non ci riusciva, eppure erano due parole semplici.
- Samantha, io.. - cominciò, ma si bloccò.
- Cosa? - chiese lei in un sussurro, guardando i suoi grandi occhi verdi.
Il ricciolino si staccò da lei e chiuse gli occhi. - Ti amo. 


***

- Chi stiamo aspettando? - chiese Anne, tenendo la mano di Robin.
- Allison, la ragazza di Zayn. - rispose Harry, prendendo un grissino dal tavolo.
- Scusatemi. - si scusò Zayn. - Tra poco sono sicuro che arriverà.
Poco dopo infatti suonò il campanello, facendo sussultare Zayn. - Vado io, vado io!
Deborah e Sammi si lanciarono uno sguardo d'intesa, preoccupato e teso.
Il ragazzo si precipitò all'entrata e spalancò la porta, trovandosi di fronte una Allison con gli occhi rossi e gonfi.
- Amore, cos'è successo? - chiese lui, preoccupato.
Allie lo abbracciò. - Non sono incinta, Zayn, non sono incinta! - sorrise lei, tra le lacrime.
Il moro sospirò di sollievo, ricambiando l'abbraccio. Rimasero così per una manciata di secondi, poi lui sciolse l'abbraccio.
- Allie, guardami. - sussurrò. - Non importa che tu non sia incinta, va bene? Sappi che ti starò sempre accanto. Se tu fossi entrata e mi 
avessi detto di aspettare un figlio, io avrei pianto. Non di tristezza, ma di gioia. Certo, siamo giovani ed è troppo presto per avere 
un bambino, siamo insieme da soli tre mesi, ma l'idea di avere un bambino che assomigli a noi due è bellissima. Ti sarei stato accanto e 
mi sarei preso cura di te, sempre e comunque. E lo farò, che ti piaccia o meno. E' una promessa.
Allison lo stava ascoltando con le lacrime agli occhi, lacrime di gioia. Era scoppiata a piangere a sapere che non era incinta ma aveva solo
una lieve intossicazione alimentare, ed era scoppiata a piangere ad ascoltare quelle belle parole dalla persona che amava. - Ti amo.
Zayn la guardò, anche lui con le lacrime agli occhi, e la baciò. - Ti amo anche io, Allison.


***

- E' stato tutto ottimo. - sorrise Anne, dirigendosi alla porta con Robin e Gemma. - Ed è stato un piacere conoscere tutte queste fanciulle.
soprattutto te, Samantha. Sono felice che mio figlio stia con una persona come te. 
- Grazie mille, significa molto per me. - ringraziò la mora, salutandola con due baci sulle guance. 
In seguito strinse la mano di Robin, baciò sulle guance Gemma e i tre se ne andarono, salutando il gruppo.
Quando la porta si chiuse, tutti si accasciarono sui divani. - E anche questa è andata.
- Ti è piaciuta la sorpresa, Sammi? - chiese Harry con un sorrisetto ironico.
La mora si alzò e si sedette in braccio al ricciolino, baciandolo.


***

E in quel momento, tutti erano insieme, contenti e innamorati.
Zayn e Allison, ancora scossi, erano accoccolati. Cosa sarebbe successo se Allie fosse rimasta davvero incinta? Zayn sarebbe rimasto 
con lei? Certo che sì, dopotutto l'aveva promesso, e una promessa va sempre mantenuta. Certo, magari era una promessa un po' 
azzardata, ma l'ha fatta col cuore. In quel momento, lui sapeva che sarebbe rimasto con lei nonostante tutto, sempre. 
E lei ne era felice, perché lui era tutto quello di cui aveva bisogno. 
Lui era sempre stato con lei, anche quando Dawson si era messo in mezzo, pronto a portargliela via. Zayn, insieme agli altri, l'avevano
vinto, e fu costretto ad andarsene. 
E quando il loro sguardo si incontrò la prima sera, entrambi sapevano nel profondo che le loro vite si sarebbero incontrate di nuovo. 
E dovevano ringraziare Samantha, per tutto quello che era successo tra loro.
A proposito di Sammi, bé, lei e Harry avevano superato i vari ostacoli che si erano presentati sin dal primo momento.
Si incontrarono una sera, certamente non nel migliore dei modi, ma si incontrarono e il destino li volle insieme, nonostante le paure di
lei, e anche un po' di lui, diciamola tutta. Entrambi non erano abituati a relazioni serie, e la prima a cedere fu Sam. 
Fu aiutata dalle amiche a superare la sua paura di impegnarsi, e alla fine ce l'aveva fatta. 
Sammi e Harry avevano superato anche l'ultima crisi, e ora erano pronti per una relazione seria, anche dopo il segno di gelosia di lei.
Sentì il cuore creparsi quando Deborah le raccontò di ciò che aveva visto, anche se alla fine era solo Gemma.
Passiamo a Deborah, quindi. All'inizio lei era una ragazza col cuore spezzato, provocato dalla fuga di Josh, un ragazzo che l'aveva 
incantata per poi andarsene, lasciandola a piangere le sue lacrime invano. 
E poi, sempre grazie a Sammi, aveva trovato l'amore con Liam. La sera in cui l'amica era svenuta, lui le prese il cellulare e chiamò la prima
persona che gli capitò, e fu proprio Deborah. Quella sera lei diede di matto, ma ci volle solo un'uscita insieme a lui, Niall e Louis per far
scattare la scintilla. Cosa c'era di meglio? Liam fu la sua cura: sempre fedele, sempre amorevole e sempre al suo fianco, anche quando 
Josh tornò indietro, cercando di incantarla di nuovo per riaverla.
Debbie traballò, è vero, ma non è facile resistere ad un ragazzo che è stato con te per molto tempo. 
Ma niente, l'amore per Liam vinse, e Josh venne cacciato via, probabilmente per sempre.
Il loro amore fu quello che traballò di meno, insieme a quello di Niall e Gwen.
Loro non ebbero problemi di nessun genere, perché si conoscevano da più tempo. Gwen, la bella barista, aveva rubato il cuore di Niall
dal tempo della tenera età, ma solo quell'estate avevano capito che erano fatti per stare insieme.
E infine, Louis e Martha. Che dire di loro? Un amore sbocciato con l'arrivo dell'autunno, dopo essersi incontrati per caso nel solito locale.
Nemmeno Louis, come Harry, era abituato alle storie serie, ma con Martha scoprì qualcosa di nuovo, che lo faceva stare bene.
Tutte e cinque le coppie, insomma, erano insieme, anche dopo tutti gli ostacoli che avevano affrontato.
Chi lo sa cosa il futuro ha in serbo per questi dieci giovani ragazzi? Solo il destino lo sa. 
Chiamatelo destino, fato, sorte, kismet, chiamatelo come volete voi, ma li ha voluti insieme, e insieme sarebbero rimasti.
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Spazio autrice e ringraziamenti: LEGGETELO, E' IMPORTANTE!
Okay, sappiate che avevo le lacrime a scrivere quest'ultimo paragrafo.
Eccoci giunti alla fine di questa storia, questa mia prima storia in assoluto.
Ho fatto errori, naturalmente. 
Ho cercato di sorprendervi, sperando di esserci riuscita.
Ho cercato di farvi emozionare, di farvi ridere e piangere. 
Ho cercato di scrivere al meglio, di farvi sentire protagonisti.
Ho cercato di farvi vivere la storia, perché diciamocelo, chi non lo vorrebbe?
Ho cercato di farvi capire quanto siate importanti, voi lettori, perché lo siete.
Ho cercato di dare il meglio di me, di impressionare qualcuno facendo quello che mi piace fare.
E voi, semplicemente, siete sempre stati qui a farmi i complimenti, a gioire al primo bacio di una
coppia, o ad essere tristi quando succedeva qualcosa di brutto, come l'incidente di Deborah.

Voglio ringraziarvi di cuore, ma davvero di cuore, perché solitamente odio tutto ciò che faccio, 
e vedere tutti i vostri complimenti è qualcosa che mi fa salire l'autostima, perché ogni recensione
che leggo mi fa piangere. E non dite che io scrivo bene, perché ripeto, le vostre recensioni sono
le cose più belle che io abbia mai letto, sul serio.
Non smetterò mai di ringraziarvi, ma non lo farò mai abbastanza e lo so.

Ho letto e riletto questo capitolo mille volte: con esso volevo lasciarvi un sorriso, anche se la storia è finita.
Per chi vuole, c'è la mia seconda storia ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1064492&i=1 )
e potete continuare a seguirmi là, mi farebbe un piacere immenso, davvero. E spero che lo farete:)
Mi avete sempre resa felicissima, lo sapete, e senza di voi non sarei a questo punto.
Probabilmente avrei smesso di scrivere, all'inizio, sapete? Però sono giunta al ventiduesimo e ultimo capitolo!
Chi l'avrebbe mai immaginato? Siete meravigliosi.

Ringrazio tutte le 460 persone che hanno recensito, tutte, dalla prima all'ultima.
Mi avete fatto commuovere, sorridere, ridere ed emozionare.
Ringrazio tutte le 210 persone che seguono la storia, leggendo ogni singolo capitolo.
Ringrazio tutte le 140 persone che l'hanno messa tra le preferite, significa tantissimo per me.
Ringrazio tutte le 55 persone che l'hanno messa tra le ricordate, anche questo mi fa piacere.

Spero che dopo questa storia continuiate a seguirmi e la mettiate nelle preferite se vi è piaciuta,
perché so che quelli che la seguono diminuiranno, ora che è completa. 
A proposito, c'è anche una piccola probabilità che in futuro continuerò questa storia, magari più
avanti nel tempo, con bambini -se ce ne saranno-, non so, in tante me l'hanno chiesto e ci sto pensando.

Twitter, twitter: se volete seguirmi e parlarmi, scrivetemi per messaggio il vostro nick e io vi seguirò, 
così parleremo se magari vi sto un po' simpatica :3

La canzone all'inizio non c'entra in sé col capitolo, ma è per evidenziare il discorso del fato:)

Non so più cosa dire, un milione di 'grazie' non basterebbero.
Sappiate che per voi ho letto e riletto più volte ogni singolo capitolo, solo per voi.
Io scrivo perché mi piace e perché mi piace far emozionare le persone, e non intendo soltanto piangere.
Intendo far provare tutte quante le emozioni, per quanto sia difficile farlo.
So che magari non ci sono sempre riuscita, e chiedo perdono, ma mi è piaciuto scrivere per voi, sappiatelo.
Spero continuiate a seguirmi nell'altra storia (link sopra) :3

Tanto, tanto amore, la vostra Becks, che vi ama da morire.

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