L'erede del terrore.

di Exitium
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Shadow. ***
Capitolo 3: *** Un arrivo inaspettato. ***
Capitolo 4: *** Elijah. ***
Capitolo 5: *** La prima prova. ***
Capitolo 6: *** Chiacchiere pomeridiane. ***
Capitolo 7: *** La seconda prova. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Un altro sospiro uscì dalle labbra del Cavaliere,lo sguardo triste posato sul fratellastro dinnanzi a lui.
-Allora non posso proprio far niente per impedirti di partire?- mormorò Eragon: nonostante gli aspri conflitti  avuti con Murtagh, non poteva assolutamente negare a se stesso che lui facesse parte a tutti gli effetti della sua famiglia e che il Cavaliere dal drago rosso era uno dei pochi legami di sangue che gli rimanevano.
Murtagh scosse il capo, continuando a sistemare saldamente la sella sul dorso del suo drago,che sbuffava volute di fumo dalle narici.
–è inutile, noi dobbiamo andarcene e trovare un po’ di pace stando da soli;non mi serve nient’altro,se non la solitudine:è l’unico modo per guarire le ferite che ho accumulato in anni e anni di sofferenza.- detto ciò si girò verso il fratellastro e cercò di sdrammatizzare la situazione con un mezzo sorriso.
Anche lui non era pienamente felice di abbandonarlo,ma doveva farlo.
-è solo che... ora,dopo aver conquistato finalmente questa pace,speravo di riaverti vicino. Ma la cosa più importante è che abbiamo salvato tutta Alagaesia  dalle grinfie di quel tiranno.- si convinse l’Ammazzaspettri (o,come veniva chiamato dopo gli ultimi avvenimenti,Ammazzatiranni) annuendo tra se e se.
Anche Murtagh dovette annuire a quell’affermazione e,dopo aver salutato Eragon,montò in groppa a Castigo,diretto verso il sole infuocato del tramonto che faceva risplendere le squame color del sangue del drago.

-non abbiamo salvato tutti. Manca ancora una persona da salvare.-

Dopo un breve scambio di battute con Castigo,virarono a est diretti verso il deserto di Hadarac.
Il viaggio fu duro da affrontare,anche a causa delle forti tempeste di sabbia che imperversavano nel deserto,ma il Cavaliere non si arrese,così convinto che quel viaggio sarebbe riuscito in parte ad alleviare il tormento che si portava nel cuore.
Arrivarono in un punto dove, tra le dune del deserto,si alzava un’altura rocciosa massiccia,imponente,che sovrastava tutto e tutti;senza scoraggiarsi i due volarono più in alto possibile,fino a raggiungere una tale altezza che Murtagh dovette evocare un incantesimo per respirare.
Lungo il pendio roccioso scorsero una lugubre caverna nera,un buco enorme nella roccia, e vi entrarono:era così grande che pure Castigo riuscì a entrarvi senza problemi. Il Cavaliere smontò dal dorso del drago rosso e gli disse di rimanere lì di guardia,mentre lui si apprestava a percorrere un corridoio buio e silenzioso,lungo parecchie iarde.
-Naina.- mormorò e un globo biancastro si levò su di lui,illuminando con una luce fioca le pareti rocciose.
Dopo aver percorso un buon tratto di corridoio,andò a finire in una stanza circolare,spoglia,fatta  della stessa roccia del corridoio; da qui si  dipanavano due oscure gallerie,identiche tra loro.
Murtagh represse un’imprecazione e ampliò la sua mente alla ricerca di altre forme di vita nei due cunicoli ed alla fine imboccò il primo di questi.
L’energia della forma di vita che abitava quella caverna lo attirò come fosse una luce,una tenue fiammella nell’oscurità. Il nulla dominava quel corridoio,se non un lieve rumore che doveva provenire dalla fine del corridoio.
Rumori di catene smosse,trascinate con ostinata ferocia,rumore di ferro trascinato sulla dura roccia come unghie su una lavagna.
Murtagh si fermò di colpo,alla fine del cunicolo: dinnanzi a lui vi era una cella dalle sbarre di cristallo rosso,simile a quello della sua lama,Zar’roc , e nessuna serratura a chiuderla.
Con uno scatto,il Cavaliere estrasse la spada e frantumò in mille pezzi le sbarre rosse,che un tempo dovevano essere state permeate da un incantesimo svanito alla morte del tiranno. I frammenti di cristallo si sparsero per tutta la stanza producendo mille suoni simili a piccole campane.
Subito dopo,dall’oscurità della cella, un paio di occhi colore dell’ambra si alzarono su di lui e la loro aria folle  lo mise lievemente a disagio.
-alla fine sei venuto davvero.- .

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Capitolo 2
*** Shadow. ***


L’aria primaverile inondava la cittadina di Ilirea e tutto aveva un’aria più vivace e colorata:era oramai passato un anno dalla conquista della città e dalla morte di Galbatorix e gli abitanti si erano dati da fare per renderla stupenda,ricostruendo ogni edificio abbattuto durante lo scontro.

Kristal vi era entrata da appena un’oretta,ma già si sentiva incantata,nonostante lo sforzo per raggiungerla.

Non era stato un viaggio facile da Dras Leona fino a Ilirea,ma suo padre l’aveva costretta a forza,senza tener conto della rassegnazione della figlia.

Ancora ricordava con una punta di amarezza il giorno in cui,passeggiando per le vie cittadine,incontrò una donna di mezz’età,dai capelli corvini e ricci,che teneva tra le braccia un gatto.

Aveva appena incrociato il suo sguardo,quando lei le fece cenno con la mano di avvicinarsi:la ragazza avanzò timidamente verso di lei e la donna,osservandola da capo a piedi le predisse il futuro.

Vedo…vedo un futuro luminoso per te,pieno di soddisfazioni .Parte di queste le troverai andando ad Ilirea,ma ovviamente la lunga via per la felicità è sempre costellata da sofferenze e dure rivelazioni.Devi riuscire a superarle e devi essere in grado di affrontare molti pericoli;il tuo cuore si affezionerà ad un’anima dannata e tu dovrai ignorare questo legame,concentrandoti sul tuo compito,mia cara mezzelfo.

L’ultima parola la lasciò perplessa:ovviamente tutta la profezia ai suoi occhi risultava confusa e difficile da interpretare,ma l’ultima parola pronunciata dalla donna le mise una certa agitazione addosso.

-cosa significa mezzelfo?ci deve essere un errore,io…- la ragazza si era affrettata a replicare,ma l’indovina alzò una mano per fermare il suo sproloquio e il grosso gatto che stava coccolando fino a pochi secondi prima si alzò e,dopo essersi stiracchiato,scappò  via.

-significa quello che ho detto.Piuttosto,chiedilo ai tuoi genitori,non sono io che ti ho mentito.- detto questo,la guardò intensamente negli occhi,come se volesse scavarle dentro e poi se ne andò,così come era venuta,lasciando Kristal nella più completa confusione.

Dopo aver comunicato ai suoi  l’incontro con quella strana donna,suo padre era diventato improvvisamente nervoso e sua madre si fece silenziosa,continuando a fissare la minestra nel suo piatto con uno sguardo assorto,come se da quella brodaglia potesse trovare le risposte agli interrogativi della figlia.

Kristal,d’altro canto,era in attesa di risposte da parte dei genitori.

-ma non è niente! È che la mamma aveva degli… ehm,antenati elfi,giusto Helena?- borbottò Fabian con una strana nota di inquietudine nella voce.

La moglie lo guardò curiosamente e parve capire lo sguardo del marito,perché poco dopo annuiva convinta alle sue parole.

-ma,la cosa più importante e su cui dobbiamo riflettere,è che questa indovina ti ha consigliato di andare ad Ilirea.- Fabian bevve un sorso di vino dal suo bicchiere e poi posò lo sguardo sulla figlia.

-sappiamo che in questo periodo vi è un uovo in quella città,un uovo di drago pronto a schiudersi dinnanzi al suo Cavaliere e se questa donna ha predetto che il Cavaliere devi essere tu,allora noi faremo sì che il destino si adempia e io ti ci porterò,costi quel che costi.- si disse convinto:aveva parlato per lo più tra se e se e sia la figlia che la moglie lo guardavano sconcertate,entrambe fermamente incredule.

Deve essere un po’ sbronzo… si disse la giovane,osservando il padre che aveva uno sguardo serio stampato sul viso:non sembrava affatto che l’alcool stesse intaccando le sue capacità mentali,così si preoccupò seriamente e si alzò dalla sedia.

-è impossibile,papà,e lo sai anche tu. Vorrei risparmiarmi un lungo viaggio e una grande delusione,oltre ad essere derisa da tutta Dras Leona per la mia folle impresa.- dopo aver pronunciato queste parole se ne andò in camera sua a riflettere.

Avrebbe adorato essere un Cavaliere dei Draghi,montare sul suo fedele amico per volare tra i venti e le nuvole,lottare per il bene della propria patria e essere ricordata nelle generazioni future,ma quelli erano solo stupidi sogni e non era certo perché lei era per metà (o anche di meno) elfo che ciò sarebbe accaduto.

Nei giorni seguenti Fabian non demorse e insistette a portare la figlia a Ilirea: alla fine,esausta delle solite discussioni,la ragazza si arrese e accettò la proposta del padre.

Ed ora eccola lì,davanti al palazzo della regina  Nasuada,in attesa che questa potesse ricevere lei e suo padre.

Era esausta,stremata dal lungo viaggio,ma era comunque riuscita a sistemarsi a dovere per quell’evento:i lunghi capelli color del rame erano lucidi e sciolti sulle spalle;indossava un abito verde foresta che le arrivava al ginocchio e un paio di stivali le calzavano i piedi e arrivavano a metà polpaccio.

Certo,non era un abbigliamento da guerriero e nemmeno lei si trovava a suo agio con una gonna: adorava stare in tenuta maschile,anche se ciò attirava gli sguardi contrari delle donne del paese e i loro relativi stupidi commenti,di cui lei non si curava affatto.

Sospirò,osservando il merletto alla fine del vestito:aveva il presentimento che quel viaggio non fosse servito a niente e che sarebbero tornati a casa loro insoddisfatti e a mani vuote.

L’attesa della regina  Nasuada fu lunga e snervante e si protrasse per quelli che a Kristal parvero anni;dopo circa due ore,il portone del palazzo si spalancò e una guardia li invitò ad entrare,conducendoli per i mille meandri del palazzo.

Alla fine si fermarono dinnanzi ad una porta di legno massiccio,intarsiata da abili falegnami;la guardia aprì la porta,facendosi da parte per far entrare i due ospiti.

La stanza era circolare,illuminata da una vetrata istoriata sul soffitto e le sue pareti erano coperte di affreschi che rappresentavano draghi sputa fuoco,così reali che Kristal credette che sarebbero potuti uscire dalle pareti ed incenerirli tutti.

Al centro della stanza vi era un piedistallo di bronzo finemente decorato e sopra di esso torreggiava un cuscinetto di velluto rosso,dove vi era appoggiato l’uovo.

La ragazza fu così colpita da quella scena che non notò che la sovrana era poco distante dal piedistallo e li stava osservando con uno sguardo penetrante e austero.

Si inchinò più veloce che potè,risultando goffa e impacciata e lo stesso fece suo padre.

-alzatevi,vi prego.- disse la regina,con voce decisa e calma,osservando attentamente Kristal;la ragazza arrossì fino alla punta delle orecchie e un moto di vergogna si impadronì di lei,nel constatare la bellezza  e la grazia della regina.Sia lei che suo padre si alzarono,in attesa che Nasuada continuasse.

-quindi tu vorresti provare a far schiudere l’uovo.Spero che tu ci riesca.E’ circa un anno che cambia città,ma mai nessuno è riuscito a farlo schiudere.Tu sei l’ultima possibilità,dopodiché… beh,verrà sostituito.- disse,avvicinandosi a loro.La ragazza annuì,mordendosi il labbro inferiore.

-ti lascio fino al tramonto,poi se non si sarà schiuso temo che sia inutile rimanere qui.Buona fortuna.Ah,mi segua:deve rimanere da sola.-

Fabian la seguì con riverenza e Kristal fece a tempo a sussurrare un “grazie”,prima che i due scomparissero e la lasciassero sola.

Si avvicinò con molta cautela al piedistallo,il cuore che le batteva in petto furiosamente,minacciando di esplodere da un momento all’altro.

Quando fu lì dinnanzi notò l’uovo:era grande,di un colore blu tendente al nero,con screziature dorate.

Lo osservò meravigliata,sfiorandolo con timore,fino a quando un’espressione rassegnata si dipinse sul suo volto:era meglio che non fosse venuta affatto.

Tum,tum,tm.

L’uovo prese a muoversi e dal suo interno scaturì un suono simile al battito di un cuore.

Tum,tum,tum.

Il battito era sempre più forte e la sfera prese a oscillare così intensamente da far muovere il piedistallo;Kristal rimase senza fiato quando vide spuntare una crepa sulla liscia superficie.

Dopo un paio di secondi la crepa si allargo e l’uovo si squarciò in due,mostrando al suo interno una piccola creatura dalle fragili alucce,che emetteva versi simili a le fusa di un gatto.

La ragazza per poco non cadde in ginocchio,quando nella sua mente sentì il sussurro del drago che diceva:

Il mio nome è Shadow

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Capitolo 3
*** Un arrivo inaspettato. ***


Dopo essere uscita dalla stanza, ed essersi guadagnata mille sguardi stupiti e increduli soprattutto dalla stessa Nasuada che non pensava che l’uovo si fosse potuto schiudere dinnanzi a lei (oltre l’ammirazione e la commozione del padre), era stata spedita ad Ellesmera per iniziare l’addestramento,seguita dai migliori maestri elfici.

Lì le avevano donato una spada appartenuta ad un elfo Cavaliere di Draghi; il suo nome era Fanon.La lama della sua arma era di un color azzurro cielo limpido e puro e così la pietra incastonata sul pomolo. L’elsa era finemente  intrecciata ed era colo argento chiarissimo,luminoso,così come la guardia che rappresentava due ali di drago spalancate. A lungo si era fermata ad ammirare la sua bellissima spada,contemplandone ogni minimo particolare.

L’addestramento che aveva seguito ad Ellesmera fu di base,molto semplice (come la informò la regina Arya) per prepararla al vero addestramento per Cavalieri che si sarebbe tenuto fuori da Alagaesia ,dove Eragon l’Ammazzatiranni  preparava le giovani reclute al difficile compito di Cavalieri di Draghi.

Principalmente le illustrarono le tecniche basilari per duellare,cose che si rivelarono molto utili per lei,essendo ignorante in materia e non avendo mai impugnato una spada in vita sua. La cosa più complicata fu imparare l’antica lingua che serviva per gli incantesimi: di solito veniva insegnata a fine addestramento,ma dato che lei era una mezzelfo decisero che potevano insegnargliela anche ora.

Nella Du Weldenvarden imparò moltissime cose,ma soprattutto ammirò la bellezza dei paesi elfici e degli stessi abitanti,la grazia con cui costruivano i loro edifici e l’armonia della loro vita in simbiosi con la natura.

Shadow cresceva a vista d’occhio e ciò metteva di buon umore Kristal:il drago non  faceva che volare per i cieli di Ellesmera,suscitando lo stupore degli elfi che amavano osservarlo mentre compiva difficili acrobazie aeree;la stessa Kristal era orgogliosa del suo fedele amico. Il momento più bello di tutti fu quando lo cavalcò la prima volta:non fu estremamente piacevole,infatti rimase con l’interno delle cosce pieno di graffi ed escoria ture per lungo tempo,ma l’emozione che si provava a guardare il mondo dall’alto era indescrivibile e così appagante che le fece dimenticare di quel dolore.

Sta arrivando qualcuno che ci cerca. Le comunicò nel pensiero il drago,mentre si allenava con la spada con Galador,il suo maestro.

Il messaggio fu una tale distrazione per lei che,dopo aver perso un colpo,si ritrovò la spada dell’avversario sulla giugulare. Madida di sudore e ansimante,osservava il suo maestro che la fulminava con lo sguardo.

-Dì al tuo drago che non ti deve distrarre mentre ci alleniamo.-disse Galador,con una nota severa nella voce.  

-te l’ho detto che quando lottiamo devi essere concentrata al massimo e creare una barriera nella mente che schermi i pensieri degli altri,altrimenti…-

-Shur'tugal! Shur'tugal!mi manda a chiamarti la regina Arya!- un elfo dalla corporatura esile e i lunghi capelli candidi intrecciati corse verso di loro,interrompendo la ramanzina di Galador.

L’elfo si teneva lo stomaco ansimando per la lunga corsa che aveva fatto per raggiungerli.

-devi andare dalla regina Arya…domani partirai.-disse,dopo pochi secondi che era lì.

Kristal lo osservò incuriosita,per poi annuire. Si congedò con il suo maestro e percorse le vie cittadine che conducevano al palazzo della regina,seguita a ruota dall’elfo messaggero.

Arrivati lui la condusse all’interno della lussuosa reggia,facendola entrare in una stanza piena di vetrate istoriate e un lungo tavolo rettangolare circondato di sedie.

Da una porta nella parete opposta entrò la regina,seguita da due serve che si tenevano a debita distanza dalla bellissima elfa.

Kristal e l’elfo si inchinarono,ma Arya fece loro cenno di alzarsi e,gentilmente,invitò tutte le persone presenti nella sala ad uscire per poter conversare da sola con Kristal. La regina si sedette a capotavola e invitò la ragazza a fare altrettanto;Kristal accettò di buon grado e si sedette di fianco a lei.

-il tuo addestramento qui si è concluso.Galador mi ha informato che hai imparato a sufficienza ciò che c’è da sapere e che potrai raggiungere l’Accademia dei Cavalieri già domani,onde evitare perdite di tempo.Sono sicura che tu sarai d’accordo con la nostra decisione. Verrai accompagnata da un elfo che sceglierò personalmente per aiutarti a superare i pericoli che potresti incontrare sulla strada.-

Kristal annuì,leggermente imbarazzata da quella vicinanza.

-grazie. Ehm,vorrei chiedervi un favore,maestà,se non sembro troppo esigente…potrebbe venire con me Galador-elda? Sarei onorata della sua presenza.-

Arya la guardò con un lieve sorriso che le incurvava gli angoli della bocca.

-glielo chiederò e ti farò sapere.Ora devi andare,è meglio che ti riposi:domani ti attende un lungo viaggio. Atra giilai un ilian tauthr ono un atra ono waìse skòlir fra i rauthr.-

Kristal,che in quella sosta ad Ellesmera aveva imparato l’antica lingua,riuscì perfettamente a tradurre l’augurio che Arya le aveva porto.

Che la fortuna e la felicità ti assistano e che tu possa essere protetta dalla sventura.

Un altro grazie uscì dalle labbra della giovane mezzelfo,prima che questa,dopo un frettoloso inchino,uscisse da palazzo.

--

Galador accettò la richiesta della sua allieva e,il mattino seguente,i due salirono in groppa ai rispettivi draghi e partirono per l’Accademia.

Il drago di Galador era enorme,di un color bronzo che riluceva ai raggi del sole e un aspetto saggio e antico,così come quello del suo Cavaliere.

Sarà un lungo viaggio. La mente di Shadow toccava con estrema delicatezza quella della ragazza.

Il drago blu sbuffò una voluta di fumo dalle narici,come a voler enfatizzare i suoi pensieri.

Ti capisco.Se sarai stanco ci fermeremo,te lo prometto.

Non sono un cucciolo che ha bisogno di fermarsi per riposare! Potrei attraversare tutta Alagaesia senza mai fermarmi. Piuttosto…è di te che bisogna preoccuparsi.

Kristal si lasciò sfuggire una lieve risata,accarezzando la testa di Shadow.

Ma certo,piccolo mio.

Continuarono a volare imperterriti e le distese di alberi sotto di loro si fecero sempre più rade,fino a lasciar posto a delle pianure desertiche: erano usciti dalla Du Weldenvarden.

Si fermarono poco,più che altro per far riprendere i draghi,impazienti com’erano di raggiungere la loro meta il prima possibile e,durante le soste,Galador non faceva che informarla su complicate formule dell’antica lingua che la ragazza apprendeva facilmente.

Un’esausta Kristal giaceva sul dorso di Shadow,mentre la notte ammantava tutto con il suo velo oscuro e punteggiava il cielo di milioni di minuscole stelle che,come occhi,osservavano il loro avanzare.

Era oramai la seconda notte che viaggiavano,ma solo lei pareva sentire il bisogno di una dormita;Galador non pareva avvertire  i segni della stanchezza e lo stesso valeva per i rispettivi draghi.

Un sonoro sbadigliò si levò dalla bocca della ragazza che,dopo pochi secondi,cadde addormentata cullata dal ritmo del volo.

 

--

La mattina seguente fu bruscamente svegliata dall’atterraggio di Shadow: la luce accecante del sole la costrinse a coprirsi gli occhi per qualche attimo,dopodiché guardò la meraviglia che aveva davanti.

Un enorme cancello di ferro battuto circondava un giardino immenso,forse grande quanto un intero paese:sicuramente era permeato da potenti incantesimi poiché,in caso d’attacco,non avrebbe retto neanche a un colpo nonostante il suo aspetto solido.

Le porte del recinto di ferro erano decorate con motivi floreali che si inerpicavano sulle colonne;all’interno,un sentiero costeggiato di vegetazione conduceva ad un edificio di candido marmo con mille torri ai lati,simile ad un castello,ma molto più grande,fatto apposta per ospitare Cavalieri e Draghi:erano arrivati all’Accademia.

Notò che delle figure alte e snelle li stavano raggiungendo,molto probabilmente per accoglierli.

Perché non mi hai svegliato prima,Shadow?

Dormivi così bene e anche Galador-elda ha concordato che ti avrebbe svegliato lui non appena fossimo arrivati;eri molto stanca.

Storse la bocca,come infastidita:sperava di non apparire troppo assonnata davanti  a chi sarebbe venuto a dar loro il benvenuto.

Smontò dal dorso del drago con un gemito:le gambe,poco abituate a camminare dato il lungo volo,erano indolenzite e tremavano.

Fece qualche passo,mentre anche il suo maestro scese dal possente drago.

In quel frangente un altro paio di draghi (uno verde oliva e un altro grigio) atterrarono lì vicino e i loro Cavalieri scesero poco dopo: il Cavaliere del drago verde era un nano dalla lunga barba piena di treccine e l’altro era un enorme Kull.

-spero ti troverai bene qui e che mi renderai orgoglioso di te.- mormorò l’anziano elfo,osservandola;Kristal sorrise imbarazzata,per poi annuire decisa.- ma certo,Ebrithil.-.

Le figure che avevano visto pochi attimi prima arrivarono al cancello.

Osservandole,la ragazza notò che al centro vi era un uomo dai capelli biondi,alto e muscoloso che poteva avere si e no tre anni più di lei;gli altri tre al seguito erano elfi.

L’uomo avanzò fino ad essere a poca distanza da lei e il suo maestro,fece correre lo sguardo sui tre nuovi arrivi e con un sorriso disse:- sono Eragon,il vostro nuovo maestro e questi sono gli elfi che mi aiuteranno nel compito di istruirvi a diventare un Cavaliere dei Draghi.- dopo di lui si presentarono gli altri tre elfi;solo di un (che si chiamava Blodgharm) aveva precedentemente sentito parlare ad Ellesmera.

Lo stupore dal viso di Kristal non riusciva a lasciar spazio ad una faccia normale: aver incontrato una persona così importante come Eragon le metteva ansia,ma non doveva mostrarsi debole ai loro occhi.

Con sguardo fiero rispose:-io sono Kristal e lui è il mio drago Shadow.Siamo entrambi onorati di incontrarvi e di ricevere un’istruzione da voi.- detto questo sorrise e permise anche agli altri due Cavalieri di presentarsi.

Dopo aver salutato Galador  li fecero entrare nell’enorme reggia e gli assegnarono una camera dove sia drago che Cavaliere potevano alloggiare e una grande finestra su una parete permetteva ai draghi di accedere all’esterno a loro piacimento.

Kris entrò nella sua camera accompagnata da Shadow,appoggiò le sue poche cose in un baule ai piedi del letto e si guardò attorno:oltre al letto e al baule vi era una scrivania  e una libreria con qualche libro.

E’ bello qui,non trovi? Domandò al drago.

Si,ma è ora che andiamo.Eragon vuole informarci sulle nostre lezioni.

Un lieve gemito uscì dalle labbra della ragazza che non avrebbe desiderato altro che una zuppa calda e un po’ di riposo;nonostante ciò uscì dalla stanza accompagnata dal drago e si incamminò nei corridoi del palazzo,cercando di rammentare dove fosse l’uscita.

Dopo essersi persa un paio di volte riuscì ad uscire dal castello.Una piccola folla era radunata davanti all’entrata mentre i draghi dei rispettivi padroni volavano nel cielo inseguendosi come in un gioco.

Shadow le lanciò uno sguardo supplichevole e la ragazza annuì con un sorriso:un secondo dopo il drago aveva spiccato un balzo e si era unito ai suoi simili.

Eragon stette per quasi un ora a parlare degli orari delle lezioni,delle modalità con cui dovevano seguire i corsi ed altre cose che la ragazza stette ad ascoltare con attenzione;in realtà non vedeva l’ora di iniziare.

-…ricordatevi che il vostro è il compito più importante di tutta Alagaesia,voi siete dei Cavalieri di Draghi e da voi dipende la vita di tutti i cittadini del paese;li difenderete fino all’ultimo,combatterete per la vostra patria e la vostra famiglia.Ricordatevi che..-

Un rombo assordante squarciò la quiete attorno a loro:subito gli sguardi si levarono sul cielo limpido di quella giornata;non erano stati i draghi a emettere quel suono così profondo o,almeno,non quelli presenti lì.

Lungo l’orizzonte una macchia rossa color rubino affiancata a una color viola intenso si avvicinavano a vista d’occhio:la ragazza osservava rapita la scena e,dopo qualche attimo,quei due draghi atterrarono lì,dinnanzi a loro,facendo sollevare un brusio totale lungo la folla e mormorii sconvolti.

Due cavalieri incappucciati scesero dal dorso dei possenti draghi:scoccando un’occhiata furtiva ad Eragon,notò che il Cavaliere aveva gli occhi sgranati e le labbra socchiuse,come se forse sorpreso da quell’arrivo inaspettato.

Il Cavaliere del drago rosso si tolse il cappuccio.

-perdonami Fratello,ma sai che amo annunciarmi come si deve.- un sorriso sghembo illuminò gli occhi azzurro ghiaccio dell’uomo.

-M…Murtagh.- riuscì a pronunciare Eragon,sconvolto.

 

ANGOLO SCRITTRICE.

Allora,ringrazio tutti voi! Chi mi ha recensito chi apprezza la mia storia o chi semplicemente ha dato un’occhiata ai miei capitoli:grazie!

Spero che la storia vi piaccia e vi intrighi,è l’unica che sono riuscita a portare avanti:scrivo molto,ma purtroppo sono spesso presa da blocchi che durano eternità hahaha :D Volevo aggiungere i significati dei nomi Fanon = bianco e Galador=signore degli alberi.

Comunque,vi lascio, un bacione!

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Capitolo 4
*** Elijah. ***


Murtagh  annuì,con un lieve ghigno divertito stampato sulle labbra.
-non pensavi di rivedermi così presto,eh?beh neanche io,ma ti spiegherò poi.-
Eragon era ancora pietrificato:si schiarì la voce e,prima che potesse parlare,un rumore incessante iniziò a provenire dal cielo,come l’incessante battito delle ali di un drago.
Dopodichè una dragonessa dalle lucenti squame azzurre atterrò lì,dinnanzi a loro,guardando il drago rosso e il suo cavaliere con un moto di rabbia e curiosità e gettando una rapida occhiata al drago viola e al ragazzo di fianco a lui.
Il misterioso Cavaliere dal drago viola abbassò il cappuccio,come scottato da quello sguardo cristallino,mostrando dei corti capelli color rosso rame che ricadevano sugli occhi in una frangetta disordinata e un viso dai lineamenti decisi;quando il sole gli illuminò il volto,la ragazza notò che aveva dei cupi occhi color dell’ambra. Kristal sentenziò che su per giù poteva avere la sua età,ma lo sguardo serio e profondo,bruciante,avrebbe potuto far pensare che fosse molto più vecchio,quasi che avesse vissuto molto di più e con molta più sofferenza di altre persone.
-bene,penso proprio che per oggi possa bastare;potete andare a riposarvi,sarete sicuramente stanchi dopo il lungo viaggio.-detto questo,Eragon fece un cenno al fratellastro e si dileguò con lui all’interno dell’edificio,i loro draghi al seguito.
Un Urgali che era lì di fianco guardò in cagnesco il misterioso ragazzo e,con i denti stretti,disse:-non mi sembra giusto che tu sia qui,a mostrare la tua sfacciataggine dopo quello che ci hai fatto.-
-Non so a che cosa ti stai riferendo e non mi interessa.- disse,guardandolo con uno sguardo stanco e disinteressato,come se desse poca importanza a chi gli stava parlando.
Dopo questa provocazione,l’Urgali scattò verso di lui,urlando infuriato,brandendo la sua spada;il ragazzo non dette cenno di voler intervenire:si girò soltanto,osservando impassibile l’Urgali e mormorò qualcosa nell’antica lingua.
L’Urgali cadde stramazzando al suolo,senza respiro e Kristal corse verso di lui:aveva osservato la scena senza farsi notare,pensando che non potesse succedere nulla di male,ma evidentemente si sbagliava.
Voltò l’enorme corpo dell’essere e,mentre si accertava che fosse ancora vivo,l’urlo di un drago squarciò l’aria:poco dopo,l’animale (probabilmente il drago dell’Urgali) atterrò lì davanti,ringhiando contro l’aggressore del suo Cavaliere che,non degnandolo di uno sguardo,montò sul dorso del suo drago.
-dove pensi di andare?l’hai quasi ammazzato,razza di idiota!-urlò al limite della sopportazione Kristal,alzandosi e dirigendosi verso il drago viola con fare minaccioso,lo sguardo truce rivolto verso entrambi.
-pensa a farti i fatti tuoi ragazzina o giuro che finirai in un mare di guai.-detto questo,il drago viola spiccò un balzo che provocò una ventata d’aria diretta alla piccola folla che si era formata accanto all’Urgali.
La giovane si avvicinò di nuovo a quest’ultimo e iniziò a mormorare una breve formula nell’antica lingua,capace di annullare il precedente incantesimo:dopo poco l’uomo riprese a respirare lentamente e si tirò su,imprecando a bassa voce per l’umiliazione ricevuta.
-grazie per avermi salvato.Sia io che Rhon,il mio drago,ti siamo grati. Io sono Kathon e ti sono debitore,giovane mezzelfo.-disse,guardandola con sguardo sincero,per poi posarsi la mano sul cuore e chinare leggermente il capo.
Lei scosse la testa,sorridendo appena.-è stato un piacere per me aiutarti e non mi devi assolutamente niente.Solo,potrei chiederti cos’ha fatto di male quel ragazzo?-.
Kathon sospirò,gli occhi ridotti a due fessure che scrutavano il cielo terso di quel pomeriggio;rimase in silenzio per così tanto tempo che la ragazza credette che non volesse parlarne.
-poco tempo fa quest’individuo fece visita al nostro villaggio e ci trattò come animali,senza curarsi delle nostre regole e dei nostri limiti,provocando più persone possibili;il figlio di Morzan,Murtagh,cercò di tenerlo a bada,ma Elijah è una furia,una tempesta a ciel sereno,uno spirito indomabile e ribelle.Così si recò anche dai nostri stregoni,che custodivano il nostro uovo di drago e li tramortì,mostrandosi all’uovo e facendolo schiudere,impedendo a  noi Urgali di avere una possibilità di diventare Cavalieri. Elijah disse che non eravamo degni di essere così potenti,che eravamo nati per essere schiavi e guerrieri da quattro soldi.- una pausa carica di dolore e rabbia interruppe il discorso di Kathon;il sangue ribolliva nelle vene della giovane Kristal come lava infuocata:non pensava potesse esistere gente tanto spregevole al mondo.
Quel ragazzo sfacciato le rimase nei pensieri anche mentre cenava,in una luminosa stanza della reggia,intonacata di verde chiaro e dalle finestre ad arco,accompagnata da una ventina di Cavalieri che chiacchieravano allegramente e ridevano di gioia,facendo cozzare i loro cucchiai nei piatti di coccio.
Un lungo tavolo con due panche che seguivano il suo profilo era disposto al centro della stanza e una porticina conduceva alle cucine dove una signora florida entrava e usciva con un sorrisone sulle labbra,pronta a servire a tutti da mangiare.
Solo lei era cupa e cogitabonda.
Se continui a pensare con quest’intensità credo proprio che mi esploderà il cervello, Kris.
Oh,perdonami Shadow.
Non fa niente.
Immagini di alberi dalle folte chiome,un ruscello dall’acqua cristallina che scrosciava sulle pietre,dei cervi che si abbeveravano ignari del pericolo e una sensazione di felicità pervasero la mente della ragazza:il drago era a caccia e si apprestava a uccidere la sua preda.
Un lieve sorriso apparve sulle labbra di Kristal che,dopo aver finito di mangiare,abbandonò la mensa silenziosamente,uscendo nel giardino dell’Accademia,notando solo di sfuggita due sagome nere intente a parlare nel buio della notte.
--
Murtagh inspirò l’aria fresca della notte,gli occhi puntati su Elijah che sembrava impassibile ai suoi richiami;stava seduto sull’erba umida sotto un albero,intento a intagliare un pezzo di legno,mentre lo sguardo truce del figlio di Morzan lo trapassava,carico di rimprovero e odio.
-non ci posso credere,non può essere! Volevo liberarmi dei problemi,ma tu continui ad attirarne altri a te come fossi una calamita.Ripetimi cos’è successo,sto quasi meditando di ucciderti seduta stante.-
Il ragazzo lanciò uno sguardo sarcastico a Murtagh,che fremeva di rabbia;poi scoppiò a ridere,una risata isterica e insana,che riecheggiava lugubre nel giardino:due grossi uccelli volarono via da un albero,probabilmente spaventati da quell’agghiacciante suono.
-no,ma dico,ti sei visto?stai dando di matto neanche fossi mio padre.Piantala Murtagh,oppure ti ucciderò io per primo.-
Si alzò,stiracchiandosi le articolazioni,con una lieve risatina che ancora usciva dalle labbra.Murtagh perse la pazienza, gli fu alle spalle e,prendendolo per la collottola,lo sbattè contro il massiccio tronco dell’albero,inchiodandolo con il suo sguardo di ghiaccio.
-non mi minacciare mai più ragazzino,ok?Ti farò passare le pene dell’inferno se serve a raddrizzarti,ma vedi di mostrarmi un po’ più di rispetto.A causa della scenata che hai fatto oggi pomeriggio,ti sei fatto nemico un popolo e mio fratello sta dubitando di me.-
Murtagh non voleva apparire come un traditore.Non ora che tutto era finito e lui era finalmente libero.
Lo lasciò,con un ultimo sguardo severo,per poi dargli la schiena e andarsene;Elijah si risistemò la tunica stropicciata e,come se niente fosse,si rimise a sedere e a fischiettare,mentre intagliava quel pezzetto di legno con precisione.
-la troppa libertà ti sta facendo male,mio caro Shur'tugal.-mormorò al buio,osservando il pezzetto di legno che sotto la lama del suo pugnale era diventato un drago stilizzato con sopra il suo Cavaliere.
-Brisingr- e la piccola statuetta era solo un pugno di cenere.

ANGOLO SCRITTRICE
allora,ringrazio tuuuutti quanti come al solito,grazie mille,sono felice che vi piaccia la storia e spero che questo capitolo abbia alimentato un pò di curiosità in voi!
Aspetto le vostre recensioni (buone o cattive)con ansia! :D

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Capitolo 5
*** La prima prova. ***


La mattinata si prospettava fresca e limpida;Kristal si alzò all’alba,pronta ad iniziare il suo allenamento,più motivata che mai.

Un cono di luce aranciata entrava nella stanza attraverso la grande finestra che dava all’esterno,illuminando le fronde degli alberi  e il verde prato tutt’attorno.

La ragazza si stiracchiò e osservò Shadow che dormiva imperterrito,sbuffando copiose nuvolette calde dalle narici,il respiro lento e regolare;sorrise e si apprestò a vestirsi con calma,indossando una tunica verde e dei pantaloni di pelle nera,accompagnati dal cinturone su cui penzolava la spada Fanon.

Dopodichè si districò la massa arruffata di capelli con le dita,legandoli in una morbida e lunga treccia ramata;osservandosi allo specchio notò i sui grandi occhi color dell’ambra  che le davano un’aria profonda e allo stesso tempo vivace; appena finì,si avvicinò al drago e gli carezzò il ventre caldo,sfiorandone le squame  blu-nere.

Un lieve borbottio di fastidio rimbombò nella gola del drago,seguito da un sospiro stanco.

Dormiglione,forza,è ora di andare.Non vorremo far tardi la nostra prima lezione,vero?

No,certo che no.Eccomi,sono pronto.

Kris sorrise e,dopo cinque secondi,entrambi uscirono dalla stanza,dirigendosi verso un cortile poco distante dall’edificio che permetteva a draghi e Cavalieri di allenarsi.

Alcuni Cavalieri con i rispettivi draghi erano già lì,così come Eragon e Saphira;man mano,tutti e venti Cavalieri presenti all’Accademia si radunarono lì davanti e tra questi la ragazza riconobbe Elijah,lo stesso sguardo impassibile del giorno prima dipinto sul viso.

Gettando un’occhiata a Kathon notò che i muscoli delle possenti braccia di questi guizzarono appena incontrò lo sguardo arrogante del giovane che,dal canto suo,non si mosse nemmeno.

-Bene,ora che siete tutti qui,posso iniziare.-disse,con voce stentorea Eragon,facendo una pausa brevissima,giusto il tempo di guardare tutti negli occhi,per poi continuare.- Inanzitutto buongiorno a tutti;oggi per alcuni di voi è la prima lezione,mentre per altri è solo un altro giorno di allenamento.Ho deciso però,per dare il benvenuto ai nuovi arrivati,di tenere una lezione tutti assieme che consiste in tre prove.La prima di queste è molto semplice:vi disperderete in un boschetto fuori dall’Accademia,mentre io,Saphira e Blodgharm staremo fuori ad attendervi;il vostro compito è di sconfiggere gli ostacoli che troverete in questo luogo e raggiungerne l’uscita dove vi attenderemo noi. Da qui riusciremo a saggiare le vostre capacità in fatto di armi,orientamento e beh,per chi ne è capace,anche di magia.-.

Tutti i presenti lo fissavano ammutoliti,chi pieno di curiosità e chi lievemente spaventato da ciò che lo attendeva;Kristal era sorpresa e entusiasta al tempo stesso:attendeva solo che cominciassero.

Il suo entusiasmo si profuse alla mente di Shadow,anche lui impaziente di iniziare e di mostrare la sua forza ai suoi compagni.

Raggiunsero il bosco in pochi minuti e,prima di andare,Eragon li fermò per un ultimo avvertimento.

-i draghi,dato che sono numerosi,seguiranno Saphira per un addestramento a parte,dopodiché proveremo a farvi combattere assieme.Un avvertimento:fate attenzione,potreste ferirvi sul serio,anche se noi cercheremo di impedire gli incidenti più gravi non vi prometto che ne uscirete indenni-

Detto questo,venti draghi spiccarono il volo quasi all’unisono,provocando un tale spostamento d’aria che la giovane si dovette sostenere bene sui piedi per non cadere:fu questione di pochi minuti prima che i draghi furono solo dei puntini in lontananza,facilmente scambiabili per uccelli.

I Cavalieri si addentrarono nel bosco,fitto di alberi e arbusti,camminando alla cieca senza una precisa meta;Kristal teneva la mano sull’elsa di Fanon,in caso le fosse servita improvvisamente.

Con suo grande stupore,nulla la attendeva al momento:solo il frusciare del vento tra le fronde degli alberi e il cinguettio imperterrito di qualche uccellino risuonavano nella solitudine del bosco; dopo pochi minuti però,un grido agghiacciante di una creatura mostruosa rimbombò nell’aria,interrompendo quel silenzio carico di timore.

La ragazza si girò in direzione del grido,sguainando la spada e,dinnanzi a se vide due creature mostruose,armate di pugnali e coperte da lunghi mantelli neri e malconci,che emanavano un fetore di morte e distruzione che fece rabbrividire Kris;anche il volto era coperto,quindi non riuscì a vederli,ma loro continuavano ad emettere suoni striduli e borbottii.

Dopo neanche un secondo si avventarono sulla ragazza che non si fece cogliere impreparata:quando un mostro le stava per tirare una pugnalata riuscì a colpirlo con il piatto della spada appena in tempo perché la sua lama sfiorasse l’avambraccio e,con molta forza,lo scagliò a terra facendogli perdere l’equilibrio.

Si girò appena in tempo per parare un affondo del secondo mostro e,quando si rese conto che anche l’altro si stava riavvicinando a lei,mormorò –Letta!- e il mostro si bloccò,come imprigionato.

Rimase a lottare con un solo mostro,iniziando una rapida danza di affondi e parate,riuscendo solo una volta a scagliare un colpo al costato dell’avversario,che emise un gridolino di dolore.

Il duello con la creatura  la stava sfiancando,anche se quest’ultima sembrava non volersi arrendere:ad un certo punto Kristal tentò un affondo diretto alle gambe del mostro,ma questi riuscì per un pelo a salvarsi,balzando all’indietro. Mentre la ragazza si alzava,un pugno della creatura sullo sterno la fece allontanare di molto,premendosi le mani al petto.

Il mostro si rilanciò quasi subito contro la giovane e,con una mossa rapida,le ferì la carne della spalla,una lunga e profonda striscia rossa;Kris riuscì a colpirlo col pomolo della spada in pieno petto,facendolo arretrare dolorante e,prima che potesse fare altro,pronunciò:-Deyja.- e la creatura si dissolse in una nube di fumo nero.

Le forza cominciarono a mancarle,così sciolse l’incantesimo che teneva bloccato l’altro mostro,per evitare che le succhiasse via le poche energie rimaste e la facesse morire.

La creatura incappucciata le piombò addosso,guizzando come lanciata da una fionda,mollandole un fendente che Kris non riuscì del tutto a evitare,cosicchè la lama affilata del pugnale dell’avversario le lacerò i pantaloni di pelle sulla coscia,dalla quale cominciò a sgorgare un fiotto di sangue cremisi.

Facendosi forza Kristal si rialzò e iniziò a mulinare la spada,riuscendo a ferire in più punti l’essere davanti a lei;dopo qualche stoccata e dopo aver osservato attentamente i movimenti del mostro,capì quando e dove doveva colpire.

Così,quando la creatura fu sul punto di menare un fendente,la ragazza,invece che difendersi,le piantò la spada fino all’elsa nel corpo viscido,dalla quale uscirono volute di fumo grigio:pochi attimi dopo,la creatura si dissolse nell’aria come fumo nerastro.

A quel punto,indebolita e ferita,prese a correre tra gli arbusti senza seguire una via precisa,ma dando ascolto al suo istinto;il cuore pompava all’impazzata,il respiro le mancava,le gambe le cedevano,ma non doveva assolutamente arrendersi.

Arrivò ad un sentiero spianato,pieno di arbusti ai lati e si decise a seguirlo;corse a perdifiato fino a quando una luce apparve tra le fronde degli alberi e i tronchi massici:era quasi arrivata al’uscita!

Un attimo dopo però,un dolore lancinante le attraverso tutta la gamba sinistra,passando come una scossa elettrica lungo tutto il corpo e facendola cadere inginocchiata,boccheggiando alla ricerca d’aria:spostò lo sguardo verso la fonte di quel dolore pulsante e si accorse di avere una freccia conficcata nella coscia abbastanza profondamente perché il sangue sgorgasse copioso e rosso,imbrattandole i pantaloni e il terreno circostante.

Quando tentò di alzarsi una smorfia di dolore le si dipinse sul viso:aveva poche energie per curarsi completamente,ma poteva almeno bloccare l’emorragia;strinse i denti e si strappò dalla carne la freccia,dopodiché recitò un paio di incantesimi che,seppur semplici,le rubarono altra energia e la lasciarono più sfinita che mai.

Il viso pallido della ragazza scrutò fra le fronde degli alberi,alla ricerca di chi aveva scagliato quel dardo contro di lei,ma non vide altro che una sagoma scura che si faceva via via sempre più vicina e più grande.

Sperò ardentemente che non fosse uno di quei mostri di prima,dato che le energie per combatterli erano poche e che era ferita in più punti ma,per sua gioia,scoprì che la figura che qualcuno di familiare,qualcuno come…

…Elijah.

Avvicinandosi,il ragazzo la scrutò con gli occhi color ambra  cupi e profondi come pozzi;dopodiché lo sguardo serio si trasformò in un ghigno impertinente e sarcastico,notando le ferite della giovane.

-oh ma bene,come vedo sai difenderti proprio bene…- ironizzò lui,avvicinandosi ancor di più,per poi reclinare la testa di lato.

-voglio scommettere che sei stato tu a tirarmi dietro questa!- ringhiò la ragazza,mostrando il dardo insanguinato stretto tra le mani.

Elijah ridacchiò,per poi annuire. –a dire la verità non l’ho fatto di proposito,pensavo fossi un mostro e in lontananza non ti ho riconosciuto,ma… beh,che ti serva di lezione per la prossima volta che ti impiccerai di affari che non son tuoi.-

Ovviamente si riferiva a ciò che era accaduto il giorno prima,ma la ragazza fece finta di niente e si avviò zoppicando vistosamente verso l’uscita del bosco,con Elijah dietro che la guardava stupefatto.

Ad un certo  punto si sentì sollevare da terra e vide,con suo grande stupore,che il ragazzo la stava portando in braccio,lo sguardo puntato sull’uscita della foresta.

-puoi pure lasciarmi andare,riesco a  camminare da sola.- disse Kristal,nonostante il dolore all’articolazione fosse diminuito da quando lui l’aveva presa in braccio.

-ma piantala.- bofonchiò il ragazzo,i capelli rosso rame spettinati che gli ricadevano sugli occhi.

La ragazza chiuse per un attimo gli occhi,cercando di rimanere con la mente lucida,quando si sentì appoggiare delicatamente a terra:dinnanzi a lei si ergevano le figure di Eragon,Blodgharm e Murtagh che accorsero subito verso i due ragazzi.

-complimenti ad entrambi,siete i primi due ad arrivare. Ehy,tu non sei messa molto bene…vieni qua,vediamo che fare…-

Kristal colse solo alcuni sprazzi di quella scena,come lo sguardo astioso tra Elijah e Murtagh,una preoccupazione immensa che le invadeva il petto (molto probabilmente Shadow si era accorto che era stata ferita) e poi cadde in un nero e profondo vuoto.

--

Si risvegliò nella sua stanza poche ore dopo,con la spalla e la gamba fasciate e il suo drago che la osservava curioso con i suoi grandi occhi color delle tenebre.

Possibile che non posso lasciarti sola senza che tu combini guai?

Faceva parte dell’allenamento,io…

Lo sbranerei quel tipo che ti ha ridotto la gamba così.

La testa della ragazza era pesante come un macigno,ma riuscì ugualmente a tirarsi su e a carezzare il drago,per poi uscire dalla stanza diretta fuori,a prendere un po’ d’aria fresca.

All’uscita dell’edificio però si scontrò contro qualcuno:alzò lo sguardo e due occhi color del ghiaccio la osservarono dall’alto in giù,freddi e distaccati.

Era Murtagh.

-s…scusa.Non ti ho visto.- mormorò la ragazza,massaggiandosi le tempie,visibilmente in imbarazzo per quell’improvvisa apparizione.

Un accenno di sorriso apparve sulle labbra del Cavaliere che scosse la testa.

-non fa niente,anche se,a parer mio,faresti bene a riposarti ancora un po’;hai ricevuto una bella batosta oggi.- le fece l’occhiolino e si congratulò con lei per aver superato la prova.

-grazie,io non pensavo di potercela fare…quegli esseri sembravano così determinati…-

Murtagh annuì,come chi la sa lunga sul fatto.

-Ra’zac ,o meglio,una perfetta imitazione di loro;Eragon pensava che fossero gli unici esseri più forti con cui scontrarsi,così ne ha creato un immagine specchio molto molto realistica.-

Kristal annuì,sorpresa da quella rivelazione:lei sapeva che i Ra’zac erano morti per sempre distrutti dallo stesso Eragon,quindi non aveva nemmeno immaginato che potevano essere loro.

Dopo alcune chiacchiere il Cavaliere se ne andò sorridendole un’ultima volta.

Mmmh…

Che cosa c’è? Chiese curiosamente la giovane,dopo un lieve mugolio di Shadow.

Oh no,niente… una risatina riverberò nella sua mente e la ragazza tirò una lieve sberla sulla spalla del drago.

Ma che vai a pensare,stupido.


ANGOLO SCRITTRICE
Ci tengo a ringraziarvi tutti e mi auguro che questo capitolo (scritto durante una lezione di geografia XD) vi piaccia!
grazie mille ancora!!! Dall'antica lingua: Deyja: ucidi;Letta:ferma.

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Capitolo 6
*** Chiacchiere pomeridiane. ***


Accadde di notte.Un venticello gelido penetrava nelle leggere vesti della donna,fino a sfiorarle le ossa,raggelandole la pelle del viso e delle mani,nonostante fosse incappucciata con un lungo mantello nero.
La fitta boscaglia dinnanzi a lei si dipanava per molte iarde,ma la donna la percorreva senza battere ciglio,correndo a perdifiato,stringendo al petto qualcosa di piccolo avvolto in stracci.
I suoi passi riecheggiavano nel silenzio cupo e denso della foresta,i rami che si spezzavano sotto i suoi piedi e le foglie secche che scrocchiavano al suo passaggio. Ansimava,stanca,ma non demordeva,sentendo sul collo il fiato del nemico,mentre la paura del fallimento le attanagliava le viscere.
Dopotutto era quasi arrivata e arrendersi le sembrava una prospettiva poco allettante,soprattutto dopo quello che era già successo.
A quel pensiero gli occhi le divennero lucidi e lei dovette strofinarli energicamente per vedere dove andava.
Ai confini della foresta si fermò,riprese fiato e iniziò a dirigersi camminando lungo un percorso in pianura,fino a quando non si trovò dinnanzi ad una cinta murata enorme,sorvegliata da due guardie più addormentate che sveglie.
La fecero entrare senza troppi problemi,così la donna iniziò disperatamente a cercare una casa in particolare;ispezionò tutte le vie,fino a quando una casetta bianca e piccola,molto umile, le si presentò dinnanzi. Bussò con forza all’uscio di legno marcito a causa della pioggia,sperando che qualcuno le rispondesse da dentro.
Un uomo dalla barba incolta e lo sguardo assonnato le andò ad aprire,sgranando gli occhi quando intravide  quelli verde smeraldo della sconosciuta;la fece entrare,osservando se qualcuno l’avesse seguita,poi richiuse la porta.
Un coro di voci che parlano a voce bassa,flebile,sussurri incomprensibili,il pianto di una donna,un  lamento straziante,poi una porta che sbatte e la notte lasciò il posto alla tenue luce dell’alba,che rischiarava le lacrime su di un volto pallido e straziato.
--
Eragon era fuori di se mentre percorreva avanti e indietro la sua stanza,gli occhi che dardeggiavano infuocati.
Murtagh,dal canto suo,lo osservava divertito,seduto su una seggiola di legno accanto alla finestra,dalla quale il sole del pomeriggio illuminava tutto;un clangore di molte armi veniva da fuori:i Cavalieri si stavano allenando assiduamente in quei giorni.
-e siamo già a due! Mi ha già combinato due catastrofi da quando l’hai portato qui,quel ragazzo. Per non parlare del suo carattere irrispettoso! Ma hai visto come ha trattato Blodgharm,quando gliel’ho presentato?Neanche stesse parlando con un soldato qualsiasi. Non oso pensare cosa gli avrei fatto se fossi stato al posto dell’elfo… -
Elijah era fermo in mezzo alla stanza,immobile come una statua,che guardava fisso dinnanzi a se,senza dar segni di vita;Sembrava interessargli poco il titolo di Cavaliere e ciò innervosiva l’Ammazzaspettri.
-dimmi le tue intenzioni e in base a quelle vedremo che fare.- disse Eragon,appoggiando bruscamente le mani sulla scrivania di legno dinnanzi a se.
- vuoi veramente rimanere qui e allenarti per proteggere Alagaesia o vuoi solo azzuffarti come uno stupido ragazzino in cerca di baldoria?-
Lo sguardo del ragazzo si spostò dal vuoto fino agli occhi di Eragon,poi incurvò le sopracciglia scettico .
-certamente non è con questa massa di idioti che Alagaesia sarà al sicuro ma,non avendo altra scelta,rimango.-
L’Ammazzaspettri fremette di rabbia,ma cercò di contenersi:non doveva darla vinta ad uno stupido ragazzino,doveva dimostrare di essere superiore e perdere la pazienza con lui non avrebbe fatto altro che renderlo soddisfatto della sua sfacciataggine.
-Non un altro sbaglio,siamo d’accordo?- disse con i denti stretti l’uomo.
Un impercettibile movimento del capo da parte di Elijah gli fece capire che aveva acconsentito;così lui e Murtagh si ritirarono,non prima che Eragon potesse dire al fratellastro: -tienilo d’occhio,non voglio problemi.-.
 
--
Kristal non riuscì a rimanere a letto un minuto di più,così il pomeriggio del giorno dopo la sua aggressione alla prima prova balzò giù dal giaciglio nonostante la gamba le dolesse ancora e si incamminò nella mensa per raccattare un pezzo di pane secco da mangiare;si diresse poi verso l’esterno,riflettendo su un sogno che l’aveva tormentata più di una notte da un paio di settimane a quella parte,ma il flusso dei suoi pensieri si interruppe bruscamente quando notò Murtagh affianco a Castigo,intento a lucidare la sua spada rossa fuoco.
Una specie di sensazione di allarme si fece largo nella sua testa,provocata da Shadow che era andato a caccia.
Fai attenzione,ho un brutto presentimento.Non mi piacciono quei Cavalieri.
Il pensiero del drago la travolse e lei lo rassicurò,dicendogli che non c’era nulla da temere;Shadow,con un borbottio di disapprovazione,ritornò al suo pranzo.
Il Cavaliere dal drago rosso si girò in quel momento ed alzò la mano in un gesto di saluto;la ragazza ricambiò con un sorriso,per poi avvicinarsi all’uomo a passi incerti.
-buongiorno.- disse lui,con un sorrisino obliquo che illuminò i suoi profondi occhi color ghiaccio.
-buongiorno a te.- rispose lei,osservando la lama perfetta della spada che teneva in mano Murtagh,rossa come il sangue delle ferite che doveva aver procurato a molti soldati e nemici.
-è davvero bella…-si lasciò sfuggire la ragazza,osservando l’arma tra le mani del Cavaliere;questi,in tutta risposta,scrollò le spalle e gliela porse per permettere alla giovane di saggiarne l’equilibrio e la sua comodità.
Tra i due partì una lunga conversazione sulle armi e sulle spade,sulla bravura degli elfi nel forgiarle e tante altre cose;fu un piacere per la ragazza poter conversare con il Cavaliere,invece che spendere i suoi giorni di malattia in un letto a far niente.
Chiacchierarono del più e del meno come vecchi amici,incuranti del tempo che trascorreva attorno a loro,fino a quando la luce del sole iniziò a tingersi d’arancio.
Ad un certo punto,mentre un attimo di silenzio cadde tra i due Cavalieri,una domanda si fece strada nella mente della ragazza,un quesito che solo Murtagh poteva risolvere.
-Come… come hai conosciuto Elijah?- gli domandò,facendo vagare lo sguardo lungo l’edificio dell’Accademia,per poi puntarlo su Murtagh.
Questi era impassibile,come se non avesse sentito la domanda;poi il suo sguardo si raggelò,i lineamenti si fecero seri e,alzatosi,si mise in groppa a Castigo.
-Non penso siano affari tuoi.Forse è vero che dovresti tenere a freno la tua curiosità alle volte. -.
E,con un balzo,sparì nel cielo del tardo pomeriggio,tinto delle più svariate tonalità di rosa e arancio.
Un sospiro lieve uscì dalle labbra della giovane:per la seconda vlta da quando era arrivata lì si era sentita dire che era una ficcanaso impicciona e questo il suo orgoglio non lo poteva sopportare;un’espressione rabbiosa le di dipinse sul volto e,con tutta la forza che aveva in corpo,tirò un pugno al tronco di un albero lì di fianco,scorticandosi le nocche.
Shadow la raggiunse poco dopo,allarmato per la sua improvvisa collera.
Cosa ti succede?Ringhiò,appena fu atterrato,una pupilla blu notte che scrutava interessata la ragazza.
Ti prego fammi volare più in alto che puoi.Gli chiese disperatamente la ragazza,avvicinandosi a lui.
Il drago la fece salire in groppa e spiccò un balzo che fece volar via molti uccelli infastiditi sulle fronde degli alberi,volando rapidamente su,fino alle nuvole ed oltre,attraversando quelle soffici e fredde barriere bianche,fino a che Kristal non riuscì a respirare;e non voleva respirare,infatti non evocò alcun incantesimo,cosìcche il drago,allarmato,planò a terra bruscamente,planando così velocemente che la ragazza pensò che si stessero sfracellando.
E fu come se i pensieri scivolassero via,veloci come il vento,come un mantello troppo pesante per lei.
Shadow planò su una collinetta a nord dell’Accademia,fuori dalle mura di pietra;entrambi rimasero li,ad osservare il sole morente sull’orizzonte,fino a che il cielo iniziò a punteggiarsi di mille imperscrutabili e luminosi occhi d’argento.

ANGOLO SCRITTRICE
Salve a tutti! sò già di mio che questo capitolo è poco interessante e insoddisfacente,purtroppo però la scuola mi impegna moltissimo ultimamente e il tempo per scriere è poco;avrei voluto aggiungere un'altro pezzo,ma non sono riuscita a finirlo e per non lasciare la storia senza capitoli troppo a lungo ho deciso di pubblicare questo!Ringrazio ancora (come sempre) tutti voi che mi seguite e recensite o che semplicemente leggete la mia storia! un bacio ♥

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Capitolo 7
*** La seconda prova. ***


L’attesa del giorno della seconda prova era scandita da seri e rigidi allenamenti,che tenevano impegnati i Cavalieri dalle prime luci dell’alba fino a tarda sera,lasciandoli così sfiniti che non avevano nemmeno la forza di cenare.
Anche Kristal fu messa a dura prova da quei ritmi serrati,così difficili da sostenere per una ragazzina di 17 anni che fino a poco tempo prima aveva solo lavorato qualche volta col padre nei verdi e rigogliosi campi della sua terra natia  e mai aveva tenuto un’arma in mano se non quando giocava da piccola con i suoi amici con bastoni di legno o a Ellesmera.
Inoltre Blodgharm stesso impartì loro lezioni di magia,dagli incantesimi basilari (per chi ancora non padroneggiava bene l’essenza dei nomi delle cose) a quelli leggermente più complicati;per l’affinità con la materia e per le sue origini elfiche,la ragazza riuscì a compiere quasi tutti gli incantesimi che l’elfo proponeva loro. Il suo aspetto antico,austero,inquietava anche il più massiccio dei Kull e il più intrepido nano e tutti provavano un rispetto reverenziale per lui,non opponendosi mai a ciò che diceva;tutti tranne uno:Elijah ovviamente si distingueva tra la massa per essere il più impertinente degli alunni e spesso rispondeva sarcasticamente agli ordini del’elfo.
-chiama a te quel ramo,Shur’tugal.-diceva l’elfo imperiosamente,indicando con un cenno un ramoscello rinsecchito ai piedi di una quercia.
-anche tu sai che ne sono capace,perché facciamo queste stupidaggini e non ci dedichiamo a qualcosa di più utile?sono esercizi futili ed io mi rifiuto di farli.- detto questo si allontanava e si rinchiudeva in se stesso,ridacchiando ai fallimenti degli altri.
Blodgharm distoglieva lo sguardo e riprendeva la sua lezione,incurante del ragazzo.
 Kristal trovava assai irritante quel suo atteggiamento così sarcastico e sfacciato,ma al momento era assorta negli esercizi che l’elfo le proponeva  e nella sua fitta nube di pensieri tra cui,il più pressante e quello che la assillava di più ultimamente,era quello delle sue origini elfiche.
Non riusciva a concepire come lei potesse essere mezz’elfo e stentava a credere alla stupida scusa che i suoi avevano imbastito al momento per deviare la discussione spinosa.
Sull’onda di quei pensieri non si accorse che la lezione era terminata e che  Blodgharm si stava congedando con tutti;sospirando,uscì dalla radura adibita come luogo delle lezioni e si incamminò verso i dormitori,fantasticando sulla prova che l’attendeva il giorno dopo.
Finalmente riesco a raggiungerti,ragazzina.La voce scocciata del suo drago le rimbombò nella testa e la risvegliò come una secchiata d’acqua gelida.
Alzò lo sguardo verso il cielo che aveva assunto mille sfumature,dall’arancione al rosa,inframmezzati da azzurro pallido e soffici nuvole illuminate d’oro e,tra quei colori,vide una sagoma scusa che si stagliava perfettamente,flessuosa,dalle ampie ali:il suo amato drago stava planando proprio lì vicino a lei,lo sguardo severo e pieno di rimprovero che scrutava la ragazza.
-oh,caspita,non mi guardare così!sono stata impegnata tutto il giorno,non sono andata a divertirmi!- si scusò lei,incrociando le braccia al petto e ricambiando lo sguardo ostile del drago,che,alla fine si arrese e la seguì nell’ampio palazzo:lo stomaco della ragazza reclamava cibo,quindi si separò presto con il drago,che si avviò in un luogo dell’edifico per cenare con i suoi simili.
Lei si diresse verso la mensa,le membra doloranti per l’estenuante allenamento:in quel momento non voleva pensare alla prova del giorno dopo,ma solo a riposarsi e a mettere qualcosa sotto i denti,cercando di allentare i nervi.
Si sedette svogliatamente sulla panca di legno,appoggiando i gomiti sul tavolo:vicino a lei,l’immenso Kathon,il Kull con la quale aveva stretto amicizia,le fece un cenno di saluto,alla quale lei rispose stancamente.Immaginò come poteva apparire,davanti a tutti quegli uomini:stanca,scarmigliata,il fisico esile e muscoloso,le forme modeste,i comportamenti da maschiaccio:chissà se mai qualcuno avrebbe chiesto in moglie una ragazza del genere!Kristal non se ne curava mai e non pensava mai ad un possibile domani al fianco di un uomo a curare un paio di bambinetti urlanti.
Quei pensieri si interruppero bruscamente quando una formosa donna dai biondi capelli e lo sguardo dolce le posò davanti una ciotola colma di zuppa fumante e del formaggio. –Ecco dolcezza,mangia!mi sembri così deperita…vi fanno allenare troppo,soprattutto a voi donne…non dovreste allenarvi così…-borbottando qualcos’altro sulla linea troppo snella di Kristal,la donna proseguì il suo giro tra i mille commenti (a volte sconci) dei Cavalieri
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La mattina arrivò rapida,fin troppo veloce per Kristal che non era affatto riposata:si alzò,stiracchiandosi per poi sbadigliare rumorosamente e gemere per i dolori ai muscoli delle gambe,che gridavano pietà, ed attirare i negativi commenti di Shadow.
Secondo te è il modo di comportarsi di un Cavaliere,questo?Ti lamenti come una femminuccia.
Oh Shadow,alle volte sembri mio nonno.
Il drago sbuffò una nuvoletta di denso fumo grigio per esprimere il suo disappunto,mentre la giovane si infilava i vestiti e si attaccava alla vita la cintura dalla quale pendeva lunga e splendente Fanon.
Uscirono dall’edificio,immergendosi nella prima luce del mattino,chiara ed impalpabile,mentre l’erba che calpestavano era ancora bagnata di rugiada.
I Cavalieri si radunavano rapidamente davanti ai cancelli,salutando i rispettivi draghi con pacche affettuose o sguardi carichi di emozioni espresse nella mente,mentre questi volavano nel cielo rosato per sostenere in separata sede la loro prova.
Fai attenzione.Si ritrovarono a pensare all’unisono Kristal e Shadow,così che le loro voci nelle rispettive menti si mischiarono:si guardarono negli occhi un attimo,prima che il drago nero-blu spiccasse un balzo e prendesse il volo.
Eragon,Murtagh,Blodgharm  e altri tre elfi elfi erano davanti ai cancelli,pronti a scortare i neo Cavalieri per la loro seconda prova. Parevano riposati e tranquilli,incuranti che fosse prestissimo e che quasi tutti erano scossi dall’agitazione e dalla curiosità per la sfida che dovevano sostenere.
-Salve a tutti.Ora vi spiegherò in breve ciò che dovrete fare;badate,sarà abbastanza difficile,ma se siete usciti indenni dalla prima prova dovreste passare senza difficoltà particolari anche questa- disse la potente voce di Eragon,chiara a tutti per il silenzio quasi palpabile nella radura.-Io e gli altri maestri vi guideremo in una parte caduta in rovina di questo posto,piena di edifici crollati o,comunque pericolanti e mezzi rotti;in ciascuno degli edifici più grandi ci sarà uno di noi,a guardia di un talismano molto potente che dovrete sottrarci con le vostre conoscenze,applicandovi il più possibile- si fermò e guardò tutti,come per far imprimere bene quelle parole –il premio per chi vincerà sarà uno di quei talismani,i quali poi vi spiegheremo gli utilizzi e i poteri.Qualche domanda?-. chiese,osservando i volti dei Cavalieri,che non aspettavano altro che agire;al loro silenzio sorrise e gli fece cenno di seguirlo.
La parte della città distrutta era desolante e triste e Kristal non trovava altri aggettivi per descriverla:gli imponenti edifici di pietra grigia e bianca avevano le imposte e le porte di legno marcito  scardinate,i tetti infossati nelle abitazioni oppure,se erano interi,mancavano di parecchie tegole,le mura annerite dagli incendi,i vetri delle finestre rotti e sparpagliati per le vie totalmente inagibili a causa delle erbacce insidiose e delle pozze di melma disseminate ovunque.Qualche gatto randagio si aggirava furtivo in quella città di fantasmi e,al centro di un piazzale,una statua annerita (un tempo forse di un candino marmo) sfigurata giaceva nella fontana dalle acque putride;davanti alla piazza si ergevano alcuni edifici,divisi per importanza:i più grandi erano proprio davanti alla fontana  e,a prima vista,dovevano essere stati riccamente decorati molto tempo prima;man mano che perdevano importanza si facevano più austeri e meno decorati,ma pur sempre immensi.
-bene,ora sparpagliatevi e…aspettate un’illuminazione.- detto questo i maestri si dispersero  per la città,imboccando vie e scorciatoie,per poi sparire e lasciare a bocca aperta i Cavalieri.
Aspettare un’illuminazione! Come sarebbe stato d’aiuto per loro quell’indizio,se tale si poteva chiamare?La rossa si guardò attorno,ma l’unica cosa che poteva scorgere era la desolazione di quel posto.
-E ora?forse si aspettano che staremo qui a curiosare tra questi detriti per tutta la vita!- grugnì un Cavaliere dalla folta barba nera e gli scuri capelli,gli occhi di un intenso color verde e il corpo massiccio quasi come un Urgali. Elijah,che era a pochi metri da lì,scrutava incuriosito un’incisione sulla fontana annerita dal fuoco,lo sguardo completamente assorto;a Kristal mandò su i nervi vederlo lì,anche se oramai la innervosiva tutto ciò che riguardava quel misterioso ragazzo.
-Beh,io non me ne starò qui due secondi di più;se volete marcire qui,avvertitemi.- disse lui,incrementando la rabbia nella ragazza;lo sguardo impassibile vagò su di lei,come se sentisse la potenza di quell’ira,poi un sorrisino sghembo apparve sul suo viso.Due secondi dopo Elijah camminava tranquillamente lontano da loro,incamminandosi per chissà quali meandri oscuri della cittadella.
Inspirò e,senza dire una parola, si diresse dalla parte opposta da dove era sparito il giovane;voleva trovare un talismano,ma soprattutto voleva dimostrare quanto fosse forte nonostante fosse una donna e di certo non lo avrebbe fatto rimanendo incollata lì.
-ehy ma dove vai?questa città mette i brividi!-sentì dire da uno di loro.
-siamo Cavalieri,dobbiamo affrontare la paura per il bene altrui!e dovreste andare pure voi.- urlò in risposta Kris,senza neanche voltarsi a vedere che effetto producevano le sue parole sui guerrieri.
Il silenzio pesava greve sulla città come un manto,lasciando che i passi della ragazza sui calcinacci risultassero amplificati.Dopo un dieci minuti di cammino un enorme edificio dalla grande porta di legno (forse l’unica intatta) istoriata si presentò davanti a lei;senza pensarci due volte e seguendo il suo istinto,cercò di aprirla spingendo la maniglia d’ottone;non diede segni di cedimento,così alzò una mano e pronunciò una parola nell’antica lingua:la porta fu sbalzata all’indietro e si schiantò su una rampa di scale,producendo un forte rumore.
La polvere aleggiava tutt’attorno mentre Kristal faceva il suo ingresso,calpestando ciò che rimaneva del legno della porta;prese a percorrere i corridoi della casa a grandi falcate,gettando occhiate nervose in ogni stanza alla ricerca di un bagliore o di una persona.
Percorse la scala dove aveva schiantato la porta e entrò in una stanza:era ampia,completamente spoglia e ben illuminata e al centro vi era un’alta figura dagli scuri capelli e le spalle larghe e,davanti a lei,in una sfera di luce violetta,il tanto sospirato talismano.
Murtagh si girò,uno sguardo compiaciuto sul volto;Kristal fece a tempo a sguainare Fanon che il Cavaliere si era gettato su di lei,menando fendenti con l’enorme spada rosso fuoco,il viso una maschera imperscrutabile. La ragazza rispondeva prontamente,scartando di lato e colpendo,ma l’abilità del cavaliere era di ben lunga superiore alla sua.Pensò che la determinazione di Murtagh potesse essere dettata dal ricordo della loro ultima conversazione andata male e quindi voleva fargliela pagare anche lui per la sua sfacciataggine;comunque la ragazza non si lasciò scorra giare,visto che parava ogni colpo del cavaliere rosso senza indugiare.In un attimo di distrazione da parte della ragazza,che si era sporta per controllare il talismano nel globo di luce viola,Murtagh mulinò la spada e mozzò l’aria poco distante dal suo ventre,prima che lei si gettasse in terra e rotolasse di lato.La lama l’aveva colpita di striscio sul braccio,lacerandole la blusa di cuoio e facendo affiorare una linea scarlatta.
Si rialzò prontamente mirando alle gambe del Cavalieri con il filo della lama,ma questi frappose la spada rossa e la ragazza rovinò a terra per la forza della sua spinta.La spada cadde poco distante da lei,ma Murtagh sembrò non curarsene:il suo sguardo era pieno di odio misto a sorpresa mentre osservava i lineamenti della ragazza  distorti dalla fatica,lo sguardo sprezzante.
Ansimava,un velo di sudore che le imperlava la fronte e il corpo,mentre il Cavaliere faceva riapparire il solito sorriso sghembo,cancellando quel velo di preoccupazione.-bene,siamo alla fine del gioco.E tu hai perso.- mormorò divertito,inarcando le sopracciglia.
No,non poteva,non doveva perdere.Con uno scatto impressionante si lanciò sulla spada e ne afferrò l’elsa ancora calda della sua mano e si avventò sul Cavaliere,dando l’impressione di colpirlo alle gambe,come poco prima:si rivelò una finta,infatti la rossa alzò la spada e la puntò di scatto sulla giugulare dell’uomo, un secondo prima che questi potesse colpirla al ginocchio;Kristal lo guardò,vittoriosa e sorrise. –Ora è finita.Potete darmi il mio talismano,Shurt’ugal.- disse lei,mentre Murtagh scoppiava a ridere divertito,tenendosi addirittura la pancia come se quella situazione potesse apparire veramente divertente.
-è stato il duello più divertente degli ultimi tempi,davvero!non ho parole,per essere una ragazzina hai tenacia da vendere!- asserì l’uomo,avvicinandosi al globo violetto con un sorriso sgargiante;solo allora la ragazza si rese conto che non avevano usato la magia,talmente erano stati impegnati in quel duello con le armi e quasi si sentì fiera mentre osservava Murtagh che mormorò qualche parola confusa nell’antica lingua,dopodiché estrasse il tanto sospirato talismano:era ovoidale,grande quanto un occhio,una dura e liscia pietra dalle intense  sfumature verdi e blu,completamente attorcigliato da un sottilissimo filo d’argento che formava un occhiello, brillava quasi di luce propria ed emanava un’energia molto forte.Lo porse alla ragazza tenendolo per il cinturino di cuoio nero;lei lo prese con un misto di curiosità e ammirazione:era bellissimo.
-Questo ciondolo dona,a chi lo possiede,una protezione non forte come quella magica ma altrettanto resistente.Si rafforzerà con te se lo porti spesso e si abituerà a te.-concluse il Cavaliere.
-è magnifico..- riuscì a dire la ragazza,dopo averlo osservato.Un’altra risatina da parte di Murtagh che uscì dalla porta,lasciandola sola.
Aveva vinto anche la seconda prova:la terza,che si sarebbe svolta sul dorso di drago,distava pochissimo da quella giornata e quella consapevolezza le mise addosso una sorta di agitazione,soffocata subito dalla gioia della vittoria.
 
 
 

ANGOLO SCRITTRICE

Salve a tutti! perdonatemi quest'assenza,ma con la scuola mi era passata l'ispirazione di scrivere e di inventare.Sono felice di aver postato un nuovo capitolo e spero che a voi piaccia!grazie per chi legge e per chi recensisce sempre! un bacio.

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