A testa in giù

di Eliot Nightray
(/viewuser.php?uid=177638)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La tana ***
Capitolo 2: *** Pirati ***
Capitolo 3: *** Il cappellaio ***
Capitolo 4: *** Incubo ad occhi aperti ***
Capitolo 5: *** This is the end ***



Capitolo 1
*** La tana ***


Wonderland 


Flippy disteso a terra osservava il cielo attirato dalla sua immensità. Era sua quotidiana abitudine farlo , cosa che era iniziata molto tempo prima. Per l’esattezza il giorno in cui aveva avuto un sogno strano. In quel sogno cadeva all’infinito per poi ritrovarsi catapultato nel bel mezzo delle nuvole. Lì una bambina dai capelli rossi disordinati e dalle lunghe orecchie da coniglio gli allungava la mano come per attrarlo a se e poi.. poi niente. Non ricordava più quel sogno, solo il viso della bambina rimaneva impresso nella sua mente. Così , da allora, si era ritrovato a fissare il cielo pensando che forse un giorno avrebbe individuato una scala fatta di nuvole sulla quale arrampicarsi per raggiungere l’adorata meta. Aveva chiamato la bambina Flaky, perché le sembrava il nome adatto per qualcuno dotato di capelli tanto assurdi. Un improvviso fruscio lo fece alzare , impaurito. Il suo alter ego , che si faceva chiamare Fliqpy, si risvegliò richiamato dalla paura. Un buffo coniglietto bianco apparve , saltellando fuori dal cespuglio. Fliqpy lo guardava e non capiva come quell’esserino si fosse permesso di scomodarlo dal suo sonno. Gli occhi rossi del coniglio lo guardano a loro volta. L’animaletto, forse incuriosito, si avvicinò lentamente saltello dopo saltello. Fliqpy già infastidito per il mancato sonno sollevò il grosso coltello da caccia. L’animaletto fuggì via e il ragazzo lo seguì. Benché Fliqpy fosse stato abituato dall’esercito a correre doveva ammettere che la bestiolina ci sapeva fare. Tuttavia l’idea di poter mangiare un bel coniglio arrosto per pranzo eliminava la fatica. Lo strano coniglio saltò fra le radici di un albero e scomparve. Fliqpy si grattò un paio di volte la testa, sistemò il cappello e tornò a dormire lasciando libero Flippy. Quest’ultimo si avvicinò alla piccola abitazione del roditore. Voleva scusarsi, anche se l’idea gli sembrava decisamente assurda considerato che non sapeva parlare il conigliese. Si affacciò nella tana e una qualche strana forza lo tirò al suo interno. Pensò che quella sarebbe stata la sua fine. Man  a mano che cadeva il buio della tana si faceva sempre meno denso, tanto che sul finire iniziò a scorgere tavoli, sedie, comodini tutti fluttuanti nel vuoto. Che cosa diavolo era quella tana? Abbassò il capo e vide finalmente il pavimento, la fine. Un momento … un pavimento? Flippy si strofinò gli occhi, ma si bloccò improvvisamente per poi cadere sbattendo la testa. Quando finalmente si riprese capì di trovarsi in una stanza. Tre porte davanti lui, una grande, immensa dal color nero, una normale di colore verde ed infine una minuscola porticina che sola una formica avrebbe potuto attraversare. Cercò di aprire la prima porta , ma niente, anche la seconda fu un insuccesso. La terza porta si aprì, invece, senza che lui l’avesse sfiorata. Si distese a terra e vi si affacciò. Intravide un fiocchetto rosso e una fragranza di pungitopo gli riempì il naso. Alzandosi da terra notò un tavolo che a parer suo era comparso all’improvviso dal nulla. Lo esaminò e vi trovò un pezzo di dolce ed una fialetta. “ drink me” , “eat me”. Dopotutto che male c’era? Probabilmente quello era un sogno, forse Fliqpy stava ammazzando quella povera bestiolina e lui si era ritrovato catapultato in uno strano e folle sogno. Afferrò la boccetta e la bevve d’un colpo. La stanza si fece enorme improvvisamente, che dire era veramente uno strano sogno.  Nel vedere la porta , prima minuscola, farsi di botto di dimensioni normali Flippy comprese che era stato lui a rimpicciolirsi e non la stanza ad ingrandire. Sbuffò amareggiato, essere alto era una cosa di cui era da sempre andato molto fiero.  Entrò nella porta e , come per magia, riacquistò le sue dimensioni originali. Sentì qualcuno tirarlo per la manica e decise di voltarsi. Davanti a lui comparve una ragazzina, piuttosto bassa, i capelli rossi, scompigliati e corti fino alle spalle o poco più, gli occhi rossi, ma soprattutto due immense , bianche, pelose ORECCHIE DA CONIGLIO. Flippy le tastò cercando di studiare la strana creatura. Quella emise uno strano gemito che lo fece arrossire ed allontanare immediatamente.

-          Come si permette di toccarmi così?

A dirla tutta non era brutta, anzi era decisamente carina anche se le orecchie gli facevano impressione.  La girò osservandola attentamente, cercando di ispezionare ogni minimo particolare. Portava una camicia bianca con immenso jabot , sopra un grosso cappotto lungo fino alla vita rosso e nero con circa sei bottoni di grossa stanza da una parte, ricamature nere e d’orate ed un paio di pantaloncini neri così corti da finire poco sotto il cappotto. Un orologio da taschino penzolava dalla tasca anteriore destra del cappotto mentre una paffuta codina bianca fuoriusciva dai pantaloni. Per essere un sogno doveva ammettere che era ben fatta. Allungò una mano e palpò la piccola coda, dopotutto era un sogno, non poteva mica denunciarlo per  molestie. La ragazza saltò improvvisamente e lo schiaffeggiò con forza per poi assestargli un clacio in pieno stomaco. Aveva anche degli stivali ora che ci faceva caso.
-          Straniero , la smetta di molestarmi! Solo perché sono un coniglio bianco nessuno le da il permesso di abusare di me!
La strana creatura , rosso d’imbarazzo, scoppiò a piangere senza però arretrare. Flippy si strusciò la guancia. Oh no, il dolore.. il dolore poteva sentirlo quindi… quello non era un sogno! No.. non era possibile il suo cervello non poteva accettare l’idea di essere finito in un qualche mondo magico con ragazze di playboy ambulanti e tavoli fluttuanti. Era impossibile. Flippy si fece coraggio, era un sogno, realistico, ma era un sogno ecco tutto. Cercò comunque di essere se stesso e si avvicinò alla strana bestiolina.
-          Mi spaice non volevo essere brutale.. non pensavo fossero delle zone ehm.. particolari..
-          Lo sono invece straniero.
-          Puoi piantarla di chiamarmi straniero? Io sono Flippy piacere di conoscerti , tu sei?
-          Un bian coniglio.
-          Ok , si le vedo le orecchie e la coda, ma come ti chiami?
-          Come mi chiamo, io? Io non ho nome.
Flippy la fissò contrariato, va bene che era stato decisamente offensivo nei confronti della aragzza , ma per l’amor del cielo che cosa le costava dirle il suo nome.
-          Vuoi che ti chiami coniglio ?
-          Io non ho un nome, la regina non me lo ha concesso .
-          Come prego?
Bene , c’era pure una monarca. Come minimo si sarebbe trovato davanti una vecchia, pazza, con delle orecchie da suricata o roba simile. La strana creaturina si gaurdò intorno per pi armeggiare con l’orologio.
-          È tardi , è tardi, anzi TARDISSIMO.
Lo afferrò per un braccio per poi trascinarlo via. Flippy restò al gioco , tanto che poteva fare? Si sarebbe annoiato a morte a girovagare da solo in quel posto, con il coniglio accanto almeno poteva conversare. Non ricordava di aver letto qualche numero di Playboy con una ragazza vestita in un modo simile, quindi la sua elaborazione mentale doveva venire da qualche altra parte. Gli ricordava un poco la ragazzina del sogno, quella  per quale guardava sempre il cielo. Già il cielo. Alzò la testa , ma del Sole nessuna traccia. Anzi il colore del cielo , se così vogliamo chiamarlo, era di uno strano verde. Flippy restò allibito, che brutto colore per un cielo era quasi certamente opera di fliqpy. Il coniglio lo tirò ancora fino a quando non si fermò di scatto. Una margherita gigante, con tanto di fiorellini al seguito attraverso la strada camminando sulle radici.
-          Ma guarda una margherita gigante..
-          Margherita?
-          Si quel fiore..
-          Fiore?
-          Quella cosa che è passata adesso..
-          A.. lei parla della mostardo..
-          Come scusa?
-          Mostardo, sono creature fatate vivono qua nascono un po’ ovunque, ma sono molto gentili, così dicono. Le devo confessare che nutro dei sospetti nei loro confronti. Mi terrorizzano con tutte quelle gambe, non so sembrano tentacoli.
-          Ok adesso basta.
Flippy si staccò dalla sua nuova guida , infastidito. Non ne poteva più di quel mondo. Si tirò un paio di pizzicotti, ma il rimedio non sembrò funzionare. Il coniglio lo fissò da dietro senza comprendere il significato di quei gesti.
-          È forse un modo per comunicare quello straniero?
-          Piantala di chiamarmi straniero e non è un modo per comunicare. Cerco di svegliarmi per tornare a casa.. devo aver preso una bella botta mentre Fliqpy inseguiva quel coniglio.
-          Era Fliqpy dunque che mi inseguiva, oh comprendo adesso.
-          Un momento, fammi capire tu sei un coniglio, il coniglio che si è infilato nella tana sotto l’albero per scappare.
-          Non stavo scappando, in realtà la stavo guidando verso Wonderland.
-          Come prego?
-          Wonderland. Questo è il nome di questo paese, l’avevo già condotta molto tempo orsono quando lei era ancora un infante. Tuttavia la vostra permanenza è stata assai breve. L’ho riportata qui perché ho notato che stava cercando la scala nel cielo. Ho supposto che non sapesse che è stata abbattuta recentemente a causa del Cavaliere e mi è sembrato giusto condurla all’entrata secondaria. Certo è quella dei servi, ma è pur sempre un’entrata.
Flippy si meravigliò ancora una volta della sua fantasia. Era semplicemente incredibile, quante cose potesse inventare e tutte ina una sola volta. Forse aveva mangiato qualche strana bacca che aveva provocato quell’effetto , come quello di un allucinogeno.
-          Quindi tu saresti la ragazzina che ho conosciuto quando ero piccolo.
-          Coniglio.
-          Si insomma..
-          Si esatto.
Il Bian coniglio si inchinò davanti a Flippy in segno di saluto. Restò a testa bassa per un po’ per poi alzarla e sorridere al nuovo arrivato.
-          Vado quindi a presentarmi. Io sono uno dei tanti Bian Conigli di Wonderland il mio compito è svolgere mansioni di ufficio presso la casa reale. Ecco perché il mio colore è il rosso. Sono stata inviata per aiutarla a ritrovare la strada dalla Regina rossa in persona. Il mio sesso è femminile , come lei avrà notato. È un onore per me incontrarla di nuovo oh Flippy lo straniero.
-          Un piacere rincontrarti di nuovo anche per me.. coniglia.
-          Signore non vorrei disturbarla tuttavia è molto tardi. Il tempo qui è diverso dal vostro. Il flusso del tempo è regolato dai sentimenti della Regina non so per quanto ancora potremo usufruire della luce quindi la prego di affrettarsi.
-          Non ce la faccio a chiamarti coniglia, ti va bene se ti chiamo Flaky? È questo il nome che ho dato alla ragazzina che ricordo.
-          Flaky?
-          Lo so è un nome strano..
-          È molto bello signore, tuttavia dovrò chiedere conferma alla regina per poterne prendere possesso.
Flippy si incamminò al fianco di Flaky , tanto valeva stare al gioco e divertirsi no? Tanto ad un certo punto si sarebbe svegliato e questa consapevolezza lo rassicurava. Flaky al suo fianco faceva dondolare su e giù l’orologio da taschino. Sembrava fatto di oro, e probabilmente lo era. Il ticchettio era fastidioso e rimbombante, tanto acuto che lo stesso Flippy poteva sentirlo.
-          Perdonami Flaky…
-          Mi dica signore.
-          Spiegami un po’ qui c’è una Regina?
-          Si signore. Il nostro regno possiede una sola regina. Ella controlla tutto, le nascite, il tempo, le stagioni,  persino le nostre vite.
La coniglietta gli fece cenno di fermarsi e così fece. Una grossa carrozza trainata da quattro cavalli neri era ferma a pochi metri di distanza. Flaky gli fece cenno di salire e Flippy, alla sola idea di potersi riposare un po’, saltò su rapidamente. Sopra un ragazzo dalla veste blu se ne stava seduto a gambe incrociate appisolato. Flaky appena lo intravide impallidì.
-          Non pensavo che questa vettura fosse già occupata.
-          C’è molto spazio.. – sussurrò Flippy accomodandosi accanto alla coniglietta.
-          Ma.. si certo lei ha ragione.
Flaky sembrò ritrosa all’idea di stare nella stessa carrozza di quell’uomo. Non sembrava tanto male. Aveva i capelli color cielo, nessuno strano segno animalesco ed un abito blu lungo. Gli occhi coperti da una mascherina rossa. Quello si stiracchiò per poi spalancare gli occhi. Il coniglio accanto a Flippy sembrò agitarsi improvvisamente.
-          Oh mio dolce e ingenuo coniglietto eccoti qui!
-          Oddio.. no la prego la smetta le ho già detto che non voglio..
-          Ma perché io sono di rango equestre dovrebbe essere un onore per te essere corteggiata d ame. E poi lo sai no ? io sono l’eroe di questo mondo.
Flippy si alzò e si impose davanti alla coniglietta spaventata. Aveva un debito con lei. Se non altro l’avrebbe salvato da quell’uomo così rumoroso.
 
-          Senta come può vedere..
-          E lei chi sarebbe?
-          Flippy..
-          Salve Flippy..
-          Si ok come può vedere.
-          Io sono il Cavaliere S, ma tutti mi chiamano Splendid perché sono splendido.
-          Sono contento per lei, però resta il fatto che la mia amica qui dietro non sembra intenzionata ad essere corteggiata da lei quindi..
-          Oh , oh cosa vedono i miei occhi? Lei è forse uno sfidante in amore?
-          Ma cosa ha capito.. le sto dicendo semplicemente che Flaky..
-          Chi è costei?
-          Il coniglio..
-          Comprendo che lei sta parlando della coniglietta, ma chi è Flaky..
-          Il coniglio..
-          Non capisco..
-          Il Bian coniglio..
-          Si è lì alle sue spalle, ma chi è Flaky?
-          Ma lei è splendidamente scemo!
-           
Il cavaliere sguainò la spada puntandola contro Flippy. In effetti lo aveva leggermente offeso. Il militare lo guardò senza temere alcunché. Flaky alle sue spalle tremò per poi lanciarsi davanti a lui, per proteggerlo. Il cavaliere ritirò la spada e tornò a sedere. La carrozza partì e Flippy tornò ad indagare su quello strano mondo.
 
-          Fammi capire chi è quello?
-          Quello signore è Splendid il Cavaliere, pochi sono i Cavalieri di questo mondo tutti sono stati scelti dalla Regina rossa in persona. Tutti hanno un nome , ma solo la regina può sceglierlo e cambiarlo quando più le aggrada.
-          Una perla di donna questa tizia insomma.
Splendid si addormentò russando com un vecchio.
-          È perso per te..
-          Come dice prego?
-          Si è innamorato di te dico.
-          Non penso noi possiamo innamorarci solo die nostri simili, certo non so come funzioni con i cavalieri.
-          Dove siamo diretti?
-          Non so ho dimenticato di controllare dove fosse diretto il veicolo..
-          COSA?
-          Beh qualche Stregatto saprà indicarci la strada ci certo, non abbia paura.
-          E chi ne ha?

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Pirati ***


La carrozza continuò a muoversi ad agio mentre i due discorrevano sulle questioni del nuovo mondo. Flippy aveva capito varie cose : in Wonderland c’era una regina, probabilmente una vecchia pazza, che comandava a bacchetta tutti e che si era presa la briga di scegliere nomi, stagioni e colori del cielo. Insomma una donna decisamente insopportabile. I cavalli rallentarono fino a frenare del tutto.  Il coniglio lo fissò attendendo.
-          Perché mi guardi?
-          Beh, non posso muovermi fino a quando lei non lo fa.
-          Ma non sono di rango superiore al tuo in più non sei la mia ombra.
-          Vede lei si sbaglia, di fatto seconda la nuova legge emanata dalla regina rossa tutti gli stranieri che vengono condotti nel nostro mondo sono automaticamente considerati Cavalieri. Ecco perché lei ricorda il suo nome ed ecco perché il cavaliere Splendid voleva sfidarla.
-          La solita fortuna insomma .. bene andiamo allora.
 
Flippy scese rapidamente e probabilmente Flaky lo avrebbe seguito se non fosse stato per il rumoroso Cavaliere imbecille. Il bian coniglio tirò dolcemente un lembo dell’abito di Splendid per farlo svegliare e quello balzò in piedi puntandole la spada alla gola. Flippy , che era rimasto fermo fino a quel momento, pensò bene di intervenire. Afferrò il coniglio per la coda e lo tirò giù. La bestiolina emise nuovamente quello strano gemito che fece arrossire violentemente il militare e sorridere di gusto il Cavaliere.
 
-          Sembra che lei si diverti a molestare i conigli.
-          La smetta di parlare di molestie, è lei quello che la tortura.
-          Poffarbacco come si permette di affermare ciò? Lei signor Floppy.
-          Flippy, razza di imbecille, il mio nome è Flippy. Senti mister Splendidamente scemo vedi di andartene ok?
-          O no, non ho intenzione di andarmene senza il mio trofeo. Debba lei sapere che devo fare richiesta alla regina affinché mi venga affidata la custodia della coniglietta che lei tiene or ora in grembo, così da poterne fare la mia sposa.
-          Custodia?
-          Si un semplice pagamento ed ecco tutto, i Bian conigli sono oggetti di scambio.. ma da che mondo viene? Ha forse sbattuto la testa?
-          Vengo da sopra…
-          Or dunque lei è uno straniero, lieto di fare la sua conoscenza . Mi unirò alla vostra combriccola così da poter seguire le mossa della mia adorata compagna.
 
Flaky tremò per tutta la discussione e Flippy poteva capirla. Come poteva considerarla un oggetto, una mere merce di scambio, era pur sempre una ragazza anche se solo per metà.  Il militare la fece scendere e il Cavaliere si prese la libertà di prenderla in collo. L’animaletto emise una serie di no di protesta scalciando qua e là.
 
-          Ma lei è un vero cretino! La lasci andare ADESSO!
-          Perché altrimenti che fa?
-          Ti sparo va bene?
-          Sparo? Che linguaggio arcano è mai questo? Le pistole non esistono più da molto tempo.
-          Si da il caso che io ne abbia una , una bella colt 45 quindi mettila giù. Cavaliere dei miei stivali.
-          Dei suoi stivali no, ma della Regina
-          Ancora con questa tizia.. mi avete fracassato le meningi con questa storia della regina pazza, non me ne frega niente.
 
L’altro lo fissò senza lasciare la presa. Il coniglio continuò a muoversi istericamente guardando Flippy con uno sguardo di pura pietà.  Il militare tirò una testata al Cavaliere che barcollò prima di rovinare a terra. Flaky si allontanò rapidamente spaventata.
 
-          Ma non capisce cosa ha fatto?
-          Cosa?
-          Quell’uomo è il cavaliere personale della regina rossa di certo mi arresteranno!
-          Ma se l’ho colpito io..
-          Essendo io di rango inferiore dovrò subire la pena del suo crimine.
-          CRIMINE? Quello ti stava molestando e mi chiami criminale.. incredibile..
-          Perdoni le mie parole , ma la Regina rossa può essere spaventosa..
 
Il coniglietto si avviò verso una direzione a Flippy sconosciuta a ritmo dei ticchetti dell’orologio. Le corse dietro, sembrava essere veramente impaurita, tremava come una foglia. Flippy non pensava di aver fatto qualcosa di così malvagio, soprattutto nei confronti della bestiolina. Le scompigliò i capelli stando ben attenta a non toccarle le orecchie. L’altra sollevò il viso, gli occhi lucidi pronti a piangere. Flippy cercò di sorridere, di confortarla, di certo non avrebbe permesso che lei soffrisse la pena del suo “delitto”. Nel guardarsi attorno Flippy notò uno strano, decisamente assurdo paesaggio. Una foresta immensa ,per la precisione, dove tutto si muoveva a proprio piacimento, una specie di party forestale. Spalancò gli occhi, incredulo, ma dopotutto era un sogno, molto realistico ma lo era.  Il coniglietto si aggrappò ad un grosso ramo che la sollevò da terra per posizionarla su un mucchio di foglie. Il militare cercò di imitare il suo gesto, ma l’albero sembrò contrariato dalla cosa , perché lo frusto con violenza sulle natiche.
 
-          Quello è un piangente, sono alberi molto timidi, non si fanno toccare soprattutto dagli uomini le consiglio una Quercia sono molto più educate e amabili.
-          Stiamo parlando di alberi..
-          Appunto le sto indicando l’albero migliore da cavalcare..
-          MA CHE DIAVOLO CI FANNO I CAVALLI SE NON SI CAVALCANO??
-          Per trainare le carrozze mi sembra ovvio…
 
Flippy sfiorò un albero che sembrava , almeno ad occhio, ricordare una Quercia e questo gli porse una radice. Si appoggiò a questa e si ritrovò accanto a Flaky però su un altro albero. Aveva guidato le cose più svariate, ma mai un albero, dov’erano i freni? La frizione? La retromarcia? Sembrava un disperato mentre l’albero si muoveva soppesando con cura i passi.
 
-          Non abbia paura, gli alberi sono gli unici di cui non si deve mai avere paura eccetto per i pungitopo sono molto aggressivi punzecchiano sempre..
-          Parlano anche ?
-          Qualche volta parlano con me, ma gli altri pensano che io sia pazza perché non posso capire il loro linguaggio, così dicono gli altri, ma lei creda a me la prego.
-          Se posso credere al fatto che sto cavalcando un albero  non ho alcun problema a credere che tu sia capace di conversare con essi.
-          La ringrazio di cuore.
 
Flaky sorrise illuminandosi di luce propria. Flippy arrossì leggermente, non voleva prendersi una cotta per quel sogno altrimenti quando si sarebbe svegliato lei sarebbe scomparsa, ma non il suo ricordo. Cercò di riprendere contatto con la realtà e di ragionare sull’albero. Non ne ebbe il tempo che questo si fermò di botto. Una nuvola violacea gli offuscò la vista ed attese istruzioni da Flaky. Quella saltò accanto a Flippy ed attese.  Una goffa risata risuonò nella foresta, tutto si fermò per qualche istante fino a quando una ragazza dalle orecchie di gatto e una lunga e pelosa coda a strisce nere e viola apparve. Aveva un che di Flaky, gli stessi capelli scompigliati, ma in versione ricciolo violaceo. La coniglietta si inchinò e il felino le tirò un calcetto che la fece cadere al suolo.  Il militare si affacciò dall’albero tentando  di afferrare il coniglio, cosa che gli riuscì anche se a fatica. Il coniglietto saltò sopra scossa e provata. Aveva sfiorato la morte era logico, anzi era fin troppo calma per essere quasi morta.
 
-          Quante volte ti ho detto di non inchinarti davanti a me?
-          Mi perdoni stregatto.
-          Coniglio bianchetto smettila di chiamarmi così e usa il mio vero nome.
-          L…l…la … lammy
-          Oh!! Ma tu sei quello strano!
 
Il gatto si rivolse a lui tutto sorridente. Flippy non la degnò di una sguardo, troppo preso a costatare che Flaky stesse ancora bene. Il gatto emise una specie di sibilo prima di mordere le orecchie da coniglio di Flaky, quella saltò spaventata e gli finì in collo. Il felino indispettito porse la schiena a Flippy in attesa di qualche scusa. Il militare rimase decisamente sconvolto, la bestiolina era  aggressiva altro che biancospino. Si voltò verso Flaky, l’orecchio le sanguinava abbondantemente. Si cacciò una mano dentro i pantaloni e ne estrasse una benda e una salvietta. Le portava sempre con se, per qualsiasi evenienza.  La coniglietta lo fissò terrorizzata e saltò via senza che potesse medicarla. Lammy, così a quanto pare si chiamava il gatto, abbracciò la coniglietta e se la tenne stretta.
 
-          Scusa bianchina non volevo farti del male..
-          Scuse accettate..
-          Veramente non volevo farti male, puntavo a quello strano , ma tu ci sei finita in mezzo perdonami..
-          Non preoccuparti va tutto bene..
-          Ehm.. perdonatemi ehilà mi lasciate medicare l’orecchio di Flaky signorina gatta viola.
-          GATTA VIOLA!
-          Si gatta viola..
-          E poi chi sarebbe Flaky?
-          i…io…
-          bianchina, da quando hai un nome?
-          Il signor Flippy me lo ha assegnato..
-          Comprendo. Bene allora ti chiamerò Flaky da adesso in poi.
 
Il coniglio si tenne stretto al gatto , la sua lunga coda si muoveva freneticamente. L’albero ricominciò a camminare. Flippy se ne stava seduto con la schiena contro la quercia. Lammy si voltò e nel vederlo guardare la coniglietta tentò di attrarre la sua attenzione muovendo la coda. Che cosa voleva il felino da lui? Ammiccò qualcosa con la mano prima Flaky, poi lui ed infine fece un cuore con ambo le mani. Il coniglietto drizzò le orecchie si voltò a sua volta , ma il gatto le tirò contro la coda per distrarla. Cosa voleva? Insomma mica erano una coppia lui e Flaky o qualsiasi altra cosa. Flippy però voleva delle ulteriori spiegazioni riguardo la questione della custodia. Si alzò e si sistemò dietro i due animali. 
 
-          Posso fare una domanda, che a parer mio è decisamente ovvia..
-          Si dimmi strano.
-          Piantala di chiamarmi strano , gatto.
-          Parla zotico .
-          .. insomma cos’è questa storia della custodia?
-          Penso che la migliore persona che può spiegare la cosa sia Flaky , così hai detto di chiamarla, stessa.
Il coniglio si guardò intorno spaesato mentre gli altri attendevano che parlasse.
-          In breve tutti i Bian conigli lavorano presso il castello della regina rossa. Tutti noi svolgiamo funzioni d’ufficio, controlliamo le esecuzioni , la corrispondenza e così di questo tipo. Tuttavia poiché la nostra classe è marginale, certo non bassa quanto le guardi del palazzo, la regina ha deciso di affidarci alla custodia di alcuni cavalieri. Ad esempio io sono sotto la custodia del Cavalieri Handy, una persona veramente molto gentile. I cavalieri non sono solo uomini, ma anche donne.. ad esempio c’è il Cavaliere Mime. Ed altre.
-          Capisco… e loro posso comprarti?
-          Si , ma solo se la regina può scegliere il nostro valore e se possiamo essere venduti.
-          Che mondo stupido è questo? Siete persone mica, mica carote o carciofi. Non siete cose da comprare.
 
Flaky lo fissò con i grandi occhi rossi, era forse quella la prima volta in cui qualcuno l’aveva chiamata persona? Flippy  restò ammaliato da quei grandi occhi. Il coniglietto si appoggiò al gatto nascondendosi sotto la grossa coda. L’albero si bloccò nuovamente, chissà cosa c’era questa volta.
 
-          Noi Stregatti invece siamo liberi, siamo dei ladri! Viviamo dove vogliamo e conosciamo ogni via , anche la più segreta di questo mondo alla rovescia.
-          Capisco..
-          Shh… fate silenzio vi prego c’è qualcosa che non va..
-          Forse sono pirati…
-          Pirati?
-          Si pirati, cacciatori di taglie chiamali come ti pare. Catturano i conigli e gli stregatti per darli in pasto a strane bestie cosa da poterle catturare. Oppure li usano per proprio svago. Forse sarebbe opportuno che vi avvicinaste.
 
Flaky e flippy si aggrapparono al manto dello Stregatto e si ritrovarono a volteggiare nel vuoto avvolti dalla stessa nebbiolina di poco prima. A terra proprio alle radici dell’albero stavano due individui decisamente loschi.
 
-          I pirati si scelgono il nome che vogliono, vanno contro le regole della regina – sussurrò il gatto a bassa voce. – per l’esattezza quei due sono Shfty e Lfty sarà meglio stare attenti da adesso in poi.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il cappellaio ***


-          Penso che se ne siano andati..
-          Beh scendiamo tanto siamo arrivati.
-          Arrivati dove?
-          Ma dal Cappellaio mi sembra ovvio.
 
Lammy fece sparire la nebbiolina e Flippy si ritrovò a tossire per un ben quarto d’ora. Flaky dal canto suo , probabilmente abituata a quel fumo, attese che il cavaliere stesse meglio. L’orecchio le sanguinava ancora cosa che non era sfuggita a Flippy. Infatti quest’ultimo le fece cenno di aspettare prima di incamminarsi.
-          So che la cosa è imbarazzante per te, ma permettimi di curarti l’orecchio ci vorrà poco.
L’altra annuì timidamente con la testa e si sedette accanto a lui un’ennesima volta. Lammy nel frattempo se ne era già andata. Flippy aveva cercato varie soluzioni per svegliarsi, ora il problema più grosso era che il celebre trucco del pizzicotto non aveva funzionato e lui altri metodi non ne conosceva. Di certo quel sogno era decisamente lungo e ben articolato. Tirò delicatamente l’orecchio di Flaky che arrossì mentre l’altro si muoveva freneticamente. Flippy si domandò quale strano effetto il tocco delle orecchie potesse provocare in un coniglio, di certo si sarebbe preoccupato di svelare l’arcano mistero non appena tornato a casa. Appoggiò la salvietta all’orecchio e l’animaletto saltò in piedi terrorizzato, probabilmente era gelida. Flaky si voltò tremando come una foglia , ma Flippy le fece cenno di sedersi ancora una volta.
 
-          Sa non ero mai stata curata prima.
-          Come?
-          Si, c’è stata un’ altra occasione in cui sono stata male, diciamo pure varie, però questa è la prima volta che qualcuno mi cura.
 
Flippy sorrise , finalmente contento di poter fare del bene a qualcuno. Se non altro almeno in quel sogno nessuno sarebbe morto, o almeno così sperava constatando il fatto che ancora Fliqpy non si era fatto vivo. Le fasciò l’orecchio e quello cadde penzolando con un pezzo di stoffa bagnata sulla faccia di Flaky. Quest’ultima provò a raddrizzarlo, ma il peso della benda era insopportabile. Tentò di quindi di raddrizzarlo soffiandovi contro, cosa che incuriosì assai Flippy. Era decisamente infantile , però rimaneva sempre carina. Flippy si tirò una botta in testa, tanto alla fine si sarebbe svegliato e di lei non vi sarebbero state tracce. La soluzione rimasta a Flaky era quella di tenere basso anche l’altro orecchio, anche se avrebbe perso in parte il suo udito straordinario.
 
-          Puoi benissimo tenere un orecchio su e l’altro giù..
-          No, vede il Cappellaio è una persona assai particolare. Diciamo pure simmetrica ecco..
 
Flippy la fissò sollevando le sopracciglia, a chi stava andando incontro? Un altro pazzo? Il gatto apparve improvvisamente, anzi il suo solo sorriso e successivamente gli occhi violacei.
 
-          Bene , bene c’è dell’intimo qui..
-          No, c’è Chilly…
-          Come straniero?
-          Niente è una pubblicità del mio mondo.
-          Che cos’è una pubblicità?
-          Gatto vedi di piantarla di fare tante domande e andiamocene
 
Il comportamento di quell’animaletto era per Flippy insopportabile. Sembrava ostinarsi a vedere del romantico ovunque, in modo particolare fra lui e la coniglietta. Quest’ultima si tastò l’orecchio e , nel costatare che era ancora integro e soprattutto  medicato, spalancò la bocca emettendo un oh di meraviglia. In quel momento aveva degli occhi così lucidi da sembrare un cartona animato. Flippy non poté resistere e scoppiò in una colossale risata che mise in imbarazzo la piccola Flaky. Il Bian coniglio infatti scappò a nascondersi dietro il gatto per  tutta risposta sputò una palla di pelo in faccia al militare. Flippy si alzò ancora divertito , senza poter smettere di ridere.
 
-          Non ti stavo prendendo in giro, eri semplicemente adorabile ecco tutto.
 
Flippy scese dal verdeggiante destriero e si portò alla testa del gruppo. Lammy e Flaky sembrarono molto più agio di lui nello scendere dall’albero, poiché questo le posò delicatamente a terra. Il ragazzo andò avanti mentre le due alle sue spalle bisbigliavano, sentiva distintamente le urla sguaiate di Lammy che citava versi di Sogno di una notte di mezz’estate. Si fermò improvvisamente quando vide un enorme e ripeto enorme tavola imbandita. Tazze, teiere, zuccheriere di ogni sorta sparse qua e là sulla tovaglia. Flippy si domandò se nelle vicinanze non ci fosse stato una sorte negozio per sposi, quelli dove si comprano i serviti ecc. si avvicinò e Flaky lo bloccò immediatamente.
 
-          Non tocchi nulla, è tutto simmetrico.
-          Che cosa diavolo significa?
 
Il coniglio tenne le orecchie abbassate mentre Flippy pretendeva risposte, però nel vedere la sua espressione così imbarazzata evitò di insistere. Le tazzine si sollevarono, le teiere volarono e tutte assieme si esibirono in un balletto. Flippy cadde a terra spaventato, era un sogno, ne era consapevole , ma la vista di oggetti volanti aveva portato un certo scompiglio nella sua testa.  Un ragazzo, dai capelli verdi, e dalle folte orecchie di lepre spuntò da sotto il tavolo. Sorrise a Flaky e , muovendosi a scatti,  le stampò un grosso bacio sul naso lasciando un’impronta piena di zucchero a velo.  Il coniglio abbracciò con forza l’altro animale e stettero per un po’ così. La cosa iniziava ad infastidire Flippy e non capiva nemmeno perché, Lammy nel mentre lo fissava con degli strani occhi. Scomparve un’ennesima volta e di lei rimase solo il sorriso avvolto in una nuvola viola.
 
-          Non preoccuparti zotico, non lascerei mai la mia coniglietta nelle mani di uno straniero già una volta le hanno strappato il cuore. Però questa forma corporea è pesante, preferisco fluttuare e seguirti in volo.
 
La lepre era un tipo strano, scattava ogni secondo , aveva un paio di lecca-lecca attaccati fra i capelli  ed un occhio verde e l’altro blu.  A Flippy non piaceva, sembrava tutto eccetto normale.  Il nuovo arrivato strinse le mani di Flaky e la fece volteggiare un paio di volte per poi sollevarla e posizionarla sulle spalle. Sembravano essere intimi, probabilmente erano fidanzati Flaky l’aveva detto no? I conigli si innamorano fra simili, però quello rimaneva pur sempre una lepre e una lepre non è un coniglio anzi.
 
-          Lui è Nutty .- sussurrò lo Stregatto -  ma da queste parti lo chiamano la lepre matta. Viene da un altro paese Deadland per l’esattezza ecco perché possiede un proprio nome. Oh ecco arrivare il Cappellaio, si chiama Lumpy. Vedi di non fare incavolare, quello è un tipo strano anche più di te. Dicono che sia caduto in una pozza e sia finito qui dal tuo stesso mondo.
 
Il cappellaio , così l’aveva chiamato Lammy, era impegnato a parlare…ad una sedia? Sembrava anche molto arrabbiato, Flippy non capiva cosa si stessero dicendo , ma doveva essere una conversazione accesa. L’uomo, alto e dai folti capelli azzurri girava attorno all’oggetto calciando e pestando la terra. Mancavano solo le nuvolette dagli orecchi poi sarebbe stato perfetto. Alla fine la sedia nitrii e se ne andò , ok iniziava ad essere decisamente assurdo.
 
-          Nutty, piantala di stare appiccicato a quel coniglio…
-          Lumpy non rompere uh uh e vedi di darmi dello zucchero uh uh
 
L’uomo gli lanciò contro un kilo abbondante di zucchero e la lepre saltò gioiosa con tanto di Flaky sulle spalle, probabilmente si era dimenticato della sua presenza tanto che fu per pura fortuna che Flippy riuscì a prenderla al volo.  Il coniglio, mortificato, abbassò il capo e stette in silenzio.
 
-          Venite accomodatevi.. uh uh
-          No abbiamo fretta Nutty, mi spiace non possiamo restare. – affermò il coniglio muovendo il naso da buon roditore.
-          Eh??? Nessuno deve aver fretta, la fretta è male del mondo non lo sapete? – questa volta a parlare era stato il Cappellaio. – eccoci qui tu sei lo strano, non quanto me e mai avrai il mio grado di follia. Tuttavia parlaci di te Flippy..
-          Come fa a sapere il mio nome?
-          Tutti in questo mondo lo sanno, tutti eccetto te sembrerebbe . probabilmente so qualcosa in più io, dopotutto di nomi ne hai due no?
 
Flippy non capì a cosa si stesse riferendo, però la faccia spaventata di Flaky gli fece intuire che qualcosa non andava. Nutty sorrise e spinse sia lui che il coniglio sotto il tavolo.  Flaky non protestò e tantomeno lo fece Flippy. Lo Stregatto riapparve sul tavolo , distesa languidamente fra le tazzine. Flippy non riusciva a vedere cosa stesse succedendo fuori , ma usò ognuno die suoi sensi per capire perché Faky tremasse come una foglia scossa dal vento. Sentì il nitrito di qualche bestia e rumore di zoccoli, però non sembravano cavalli. Flaky tremò con maggiore forza nascondendo la testa dai capelli scompigliati fra le braccia. Doveva essere segno di morte o qualcosa di simile. Rumore di stivali, probabilmente militari. Qualcuno si avvicinava. Intravide le scarpe rotte della lepre dondolare freneticamente sotto il tavolo, le notò perché continuavano a calciarlo e la cosa iniziava ad infastidirlo. Flippy ripensò alle parole di Lumpy, che lui sapesse di Fliqpy? Com’era mai possibile? Poi tornò a pensare che quello era solo un maledettissimo sogno che neanche Stevenson avrebbe potuto fare.
 
-          Bene , bene la lepre il gatto e il matto tutti qui….
-          Uh uh… Lumpy passami dello zucchero uh uh
-          Bestia sto parlando anche con te.
-          E io sto parlando con la zuccheriera.
 
Il gatto e il cappellaio risero all’unisono mentre zollette di zucchero di svariate dimensioni finivano a terra. Flippy era certo di aver già sentito quella voce, cercò di concentrarsi. Possibile che fosse il demente?
 
-          Voi avete rapito la mia adorata coniglietta e io pretendo di riaverla indietro.
-          Piantala con questi discorsi da idiota, non è il tuo coniglio , ma è il mio.
 
 
Si era decisamente il cretino. Flippy si avvicinò a Flaky e la tenne vicina a se , probabilmente l’idea di incontrare nuovamente il pazzo non la intrigava molto.. era comprensibile.  La seconda voce doveva essere del già citato Cavaliere Handy, il custode di Flaky. Flippy si affacciò da sotto il tavolo, c’erano Splendid Handy, un tizio alto e con una mano mozzata di netto, e delle carte da gioco armate di lance. Forse erano le guardie del castello o roba simile, ormai niente lo meravigliava.
 
-          Io vi consiglierei di andarvene, miao..
-          Gatto taci e vedi di dirmi dov’è il mio bian coniglio.
-          Trasporta lo straniero, mi sembra logico.
-          C’è una nuova legge, lo straniero è un fuori legge poiché ha malmenato il qui presente Splendid che ha riportato ferite gravi alla testa.
-          Tanto gravi non devano essere , è rimasto lo stesso idiota di sempre, forse lo hanno migliorato, ma per far ciò ci vorrebbe un miracolo.
-          State zitti e vedete di ascoltarmi.
 
Un grosso coltello trapassò la tavola , Flippy ebbe la grande fortuna di trovarsi proprio davanti ad esso e quindi non fu ferito.
-          Vedete di ascoltarmi, è stato declassato e deve quindi essere immediatamente condotto dalla regina. Chiunque collabori con lui verrà immediatamente dato in pasto a voi sapete chi.
 
Seguì un  momento di silenzio, poi qualcuno iniziò a battere ritmicamente sulle tazzine creando svariate note. I tre seduti al tavolo intonarono tutti assieme una canzoncina di cui Flippy non comprese le parole. Però fecero ulteriormente arrabbiare uno dei due cavalieri, probabilmente il cretino.  Perché un paio di tazzine furono scaraventate contro il suolo , un gesto da vero macho pensò Flippy mentre Flaky si agitava ancora di più.  Gli animali nitrirono ancora e gli individui si allontanarono, perché Nutty si riaffacciò sotto il tavolo per invitarli ad uscire.
 
-          Sapevamo già che era nei guai Flippy…
-          Sai strano ora che so che hai picchiato l’idiota mi sento molto meglio, miao
-          Uh uh è vero uh uh un’opera di carità per tutti noi uh uh
 
Flaky scivolò fuori dal nascondiglio scodinzolando con la codina paffuta. Era decisamente bianca, aveva notato Flippy fissandola. Una volta fuori Lammy si lanciò contro Flaky aggirandola con la coda. E adesso che si fa? Pensò Flippy interiormente, nonché la morta lo spaventasse, era pur sempre un sogno, però non voleva morire, non almeno quel giorno. Il coniglio drizzò improvvisamente le orecchie probabilmente colpita da una qualche folgorante ispirazione.
 
-          La zona dei conigli è opposta  alla posizione del castello, se la porto lì probabilmente non la cercheranno.
-          E da chi dovrebbe stare Flaky? Miao..
-          Ehm.. già..
-          Io un’idea ce l’avrei..
-          Davvero quale Lammy?
-          Da te..
 
Flaky arrossì improvvisamente, l’idea non era malvagia secondo Flippy. Nutty sembrava contrariato invece, molto perché lanciò contro il gatto una teiera colma di tè.  Il coniglio lo prese per mano e lo trascinò verso un gruppo di margherite giganti, Nutty subito dietro di loro, il gatto ancora in forma di nube.
-          Si aggrappi a quello per favore..
-          A cosa scusa Flaky?
-          Al mostardo..
-          La margherita gigante dici?
-          Si… è al via più veloce per casa.
-          Bene uh uh mi unisco..
-          Io invece resterò assieme al cappellaio non ti dispiace vero? Miao..
Flippy si sentiva strano, leggermente appesantito. Si voltò verso Flaky e questa spalancò la bocca meravigliata.
-          Le sue orecchie..
-          Cos’hanno?
-          Hanno una strana forma.
I tastò le orecchie e Lammy dietro di lui iniziò a ridere scomposta.
-          MA SEI UN ORSO VERDE!
-          Cosa?
-          Si le orecchie sono quelle di un orso..
-          Voglio svegliarmi , adesso!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Incubo ad occhi aperti ***


Ci fu un lieve fruscio e poi le strane margherite si librarono nel cielo. Flippy aggrappato come poteva al fiore scivola di tanto in tanto urlando come una ragazzina. La lepre invece sorrideva mentre con i denti squadrati mordicchiava i petali del fiore. Quel sogno stava diventando strano, stava involvendo in qualcosa di estremamente privo di senso. Poi fu un attimo la margherita gigantesca si bloccò appassendo in un lampo. I tre si ritrovarono a terra doloranti e incapaci di capire il perché di quel comportamento. In modo particolare Flaky che era rimasta così, ancora avvinghiata al corpo del fiore. Flippy sentì un rumore come un nitrito e si voltò di scatto trovandosi il muso di una strana bestia davanti al viso. Era un qualcosa di simile ad un orso , ma con il corpo di un cavallo. Soffiava irritato lasciando scivolare dalla bocca lunghi filoni di bava. Flaky emise un gemito e Flippy la vide mentre il cavaliere azzurro la trascinava via, l’altro invece, quello con la mano dilaniata, se ne stava impassibile quasi annoiato. Flippy saltò in piedi e la strana bestia lo morse con così tanta forza che per un istante credette di aver perso un braccio. Una grossa macchia di sangue si allargava rapida sul tessuto della camicia. Ecco, allora comprese. Comprese che non era un sogno, no quella era realtà, un luogo tutto alla rovescia dove stava per essere ammazzato. Andy colpì sulla testa lo strano orso.
 
-          Cattivo Golmen, cattivo. Non si morde senza permesso.
-          DOVE DIAVOLO STATE PORTANDO FLAKY?
-          Chi?
-          Flaky maledizione f-l-a-k-y la coniglietta.
-          Non ti preoccupare tu verrai con lei.
 
Andy lo afferrò per un braccio su  cui sentì una forte fitta. Il dolore lacerante lo fece dondolare per qualche istante finché non cadde svenuto a terra. Sentì dei borbottii indistinti e la voce di Flaky chiamare il suo nome, invano. Quando riaprì gli occhi, Flaky era accanto a lei , le mani legate con una grossa catena. Sembrava cupa, convolta , di certo non la stessa ragazza che aveva visto poco prima. Flippy tentò di muoversi, ma anche lui era bloccato. Ispezionò la stanza che come adesso notava era piena di gente. Una folla se ne stava dietro di loro seduta comodamente e ridacchiava ammiccando ala figura di Flaky. Quest’ultima emise un leggero mugolio e a Flippy si strinse il cuore.
 
-          Flaky che cosa è successo?
-          …
-          Flaky?
-          S..siamo stati portati nella camera 101.
-          Che cosa sarebbe?
-          Le camere della tortura…
-          CHE COSA TI HANNO FATTO?
 
Flaky non rispose si voltò semplicemente mostrando il viso pieno di lividi e le orecchie sanguinanti. Flippy cercò di alzarsi , di aiutarla, ma l’unica cosa che riuscì ad ottenere fu una caduta rovinosa sul pavimento. Nella stanza si fece silenzio poi tutti si alzarono. Flippy sollevò il viso e nella vetta di una lunga scalinata rosea, apparsa così improvvisamente, una ragazza dai capelli rosari come gli occhi sorrideva. Sorrideva a lui, ma flippy si sentiva freddo, spaventato. Flaky accanto a lui tremava come una foglia scossa dal vento. Un coniglietto dai capelli a riccioli biondo afferrò la grossa catena di Flaky tirandola con se lungo la scalinata. Ancora una volta la folla dietro di lui rise. Flippy si dimenò cercando di raggiungere Flaky.
 
-          DOVE PORTATE FLAKY?? VOI NON POT..
-          SILENZIO!
 
La ragazzina rosea batté il piede con forza per richiamare la sua attenzione. La sua voce risuonò nella stanza e sembrava quasi non appartenere al corpicino gracile della ragazza. Ora che ci faceva caso portava una corona sulla testa. Che fosse lei la famosa regina di cuori? Flaky ancora si trascinava lungo le scale.
 
-          Io sono la Regina di cuori, ma tu puoi chiamarmi Giggles se preferisci. Essendo la regina devo far rispettare la legge, ecco perché ho ucciso la lepre matta ed ecco perché sto per fare la stessa cosa con il qui presente bianco coniglio. Cuddles passami da bere, grazie. Vedi Flippy la questione è semplice, le regole esistono perché devono essere rispettate. Ecco perché ho lasciato che il cavaliere Splendid giocasse con lei. Sai all’inizio voleve ucciderti, perché sei stato così meschino a colpire il cavaliere azzurro, ma poi ho pensato che fossi così magniifico e forte e bello e così mi sono detta. DEVI ESSERE IL RE.
 
Seguì un applauso dalla folla. Flippy era sconvolto, non sapeva che fare. Forse l’unica soluzione era annuire e cercare di convincerla a lasciare andare Flaky. Giggles scese per le scale saltellando come una bambina. Fece un piccolo balzello davanti a lui e poi lo abbraccio.  Flippy spalancò gli occhi nel vedere una figura incappucciata avvicinarsi rapidamente a Flaky , una grossa ascia nella mano destra.
 
-          Cosa ti spaventa?
-          L..l…lasciala andare e diventerò il tuo re per sempre.
-          Per sempre?
-          Si certo per sempre..
-          Davvero?
-          Si seriamente giuro.
-          BUGIARDO.
 
Giggles gli urlò in faccia schiaffeggiandolo con forza. Le catene di Flippy scomparvero improvvisamente e il ragazzo corse come un fulmine per le scale. Scalino dopo scalino sembrava quasi che Flaky si allontanasse. La figura incappucciata sollevò l’arma misurando il colpo. Flaky si voltò e sorrise a Flippy e fu allora che la lama ricadde con forza sul collo della ragazza. Flippy si fermò di scatto, perché? Perché era successo? Eppure lui era arrivato a lei, finalmente lei era lì davanti a lui. Un grosso schizzo di sangue lo colpì in faccia. La testa di Flaky balzò a terra rotolando per le scale. Ecco di nuovo Giggles che ruotava su se stessa, nelle mani una corona d’oro. Il sangue usciva rapido dal corpo minuto di Flaky. Flippy strinse i pugni e urlò con tutta la forza che aveva in corpo, strappandosi i capelli , con gli occhi spalancati e il cuore in frantumi.  Ed ecco le risa , risate e risate di Giggles , della folla. Flippy si alzò e la spinse con tutta la sua forza. La regina scivolò sulla chiazza di sangue e volò giù dagli scalini, il militare sentì l’inconfondibile rumore della testa della regina frantumarsi al suolo. Rise e rise per secondi. minuti forse ore? Così felice che le sue mani e non quelle di Fliqpy avessero vendicato Flaky. Poi si lasciò andare all’indietro richiudendo gli occhi.
Sua madre gli aveva insegnato ad aprire gli occhi ogni qual volta aveva un brutto sogno, ma adesso l’incubo era davanti a lui era lì che sghignazzava del dolore. Così Flippy si lasciò avvolgere dall’oscurità.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** This is the end ***


Avete mai avuto quella sensazione di vuoto? Quella in cui comprendi che la tua vita non ha più senso , ma ti ostini a respirare? Ecco quella era la sensazione di Flippy che se ne stava lì disteso immerso nel sangue, nelle urla, nei rumori della folla. Mentre con lo sguardo vagava sul soffitto bianco senza avere il coraggio di abbassare gli occhi. La vista del corpicino di Flaky lo avrebbe fatto piangere, ma forse erano lacrime quelle che bagnavano il suo corpo? Il militare alzò goffamente la mano. Era vivo, lui era vivo e lei invece così debole ed infelice era morta perché poi? Per la sua stupidità, per la sua testardaggine, per lui e nessun’ altro. gli occhi bruciarono e il cuore batté con maggiore forza. Un dolore lancinante gli attraversò il corpo costringendolo a stringersi il petto. Dolore, dolore e ancora dolore. Dopotutto però, cosa aveva dovuto soffrire Flaky?

No matter how many times that you told me you wanted to leave
No matter how many breaths that you took you still couldn't breathe
No matter how many nights that you'd lie wide awake to the sound of the poison rain
Where did you go
Where did you go
Where did you go


Luce calda e il colore bianco che ti avvolge furono le ultime immagini che Flippy riuscì a vedere poi fu tutto buio. Quello che ti divora, ti mangia dentro e poi ti risputa ancora vivo mentre la tua anima tenta disperatamente di rimanere aggrappata alla vita. E gridi e ti dibatti, ma alla fine ciò che ti è rimasto è solo un disperato vagare nel buio.


Tell me would you kill to save a life
Tell me would you kill to prove you're right
Crash crash
Burn let it all burn
This hurricane's chasing us all underground



Flippy riaprì gli occhi mentre la luce lo invadeva. Che fosse veramente sopravvissuto? Attorno a lui il frastuono di macchine, voci amiche e un dolore di pungitopo. Annaspò fra le coperte mentre le ombre attorno a lui si facevano sempre più nitide.

No matter how many deaths that I die I will never forget
No matter how many lives that I live I will never regret
There is a fire inside of this heart and a riot about to explode into flames


-       Flippy?
-       …
La sua voce? Perchè era ancora lì? Flaky si avvicinò ancora di più al letto. La testa fasciata , l’occhio bendato facevano pensare ad un incidente. Flippy ebbe un momento di smarrimento mentre lei poggiava una mano sulla sua fronte. Alla fine gli venne da ridere e rise di gusto. Perché se davvero quello era un sogno e quel mondo all’incontrario la realtà allora avrebbe fatto di tutto per non svegliarsi mai più. Ma dopotutto chi sa veramente cosa è reale e che cosa è finzione?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1015107