La guerra rossa

di Eliot Nightray
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Flaky ***
Capitolo 2: *** Flippy ***
Capitolo 3: *** Splendid ***
Capitolo 4: *** Primo atto ***
Capitolo 5: *** Lammy ***
Capitolo 6: *** Spettacolo ***
Capitolo 7: *** Sangue e orrore ***
Capitolo 8: *** Hear my song ***
Capitolo 9: *** Notte ***
Capitolo 10: *** Fine ***



Capitolo 1
*** Flaky ***


La guerra rossa.

(FlippyxFlaky)



Chiavi, ci volvano le chiavi. Rovesciò il borsone, un paio di scatole, niente. Ma dove diavolo erano finite? Uscì di casa inciampando un paio di volte nei lacci degli scarponcini. Era un giorno qualunque d’autunno, gli alberi erano dipinti di color bronzo se ne fosse stata capace gli avrebbe dipinti di sicuro. Una folata di vento le arruffò i capelli spinosi che quasi come l’onda di uno tsnunami rosso le si scaraventarono in faccia. Odiavo profondamente il vento, soprattutto perché quando perdeva la visuale il cuore iniziava a batterle furiosamente terrorizzato all’idea che qualche mostro avrebbe potuto apparire da un momento o l’altro. Corse dietro il furgoncino e nel vedere le chiavi di quest’ultimo attaccate alla portiera ebbe un sospiro di sollievo. Si gettò dentro e partì rapidamente. Aveva detto a Petunia e Giggles che le avrebbe accompagnate a fare shopping , cosa che odiava profondamente. Tuttavia non poteva pretendere di restare sempre sola, o comunque di non avere delle amiche. Certo non aveva avuto mai alcun problema con i maschi, loro erano più divertenti , semplici, non si interessavano di vestiti o balli erano semplicemente se stessi. Comunque le avevano detto di vestirsi per bene, di essere sexy se non ricordava male. Mini gonna, calze nere, un maglione rosso e dei scarponcini le sembravano più che adeguati. Aveva anche tentato di truccarsi solo che aveva finito col macchiarsi buona parte della faccia, così aveva optato per una faccia acqua e sapone. Rallentò appena vide un parcheggio, bene adesso avrebbe dovuto fingere di divertirsi, di interessarsi ai vestiti o roba simile. Flaky fece un grosso sospiro, indossò la maschera di ragazzina adorabile e uscì dal furgoncino. Appena scesa notò la testa di Splendid, decisamente inconfondibile con quei capelli color cielo.

-          Flaky!!

A quanto pareva anche lui l’aveva notata. Spesso Petunia le aveva detto che a parer suo l’eroe della città era cotto di lei, ma a Flaky che importava?

-          C..c…ciao Splendid.

Alzò appena la mano in segno di saluto, non poteva perdersi dietro chiacchere quelle due la stavano aspettando e se non fosse arrivata in tempo.. un brivido le corse lungo la schiena. Certo che essere salvata dalla caduta di un palazzo sarebbe stata una scusa grandiosa. Bene ora doveva solo far crollare un palazzo o due. Splendid le corse incontro sorridendo , sembrava essere illuminato di luce propria. Flaky si rammaricò di non aver portato gli occhiali da sole con se.

-          Ciao Flaky sei molto carina oggi.

Sussurrò scompigliandosi i capelli azzurri. Flaky arrossì violentemente eccoci ora avrebbe incominciato ad assumere quel suo tipico color rosso magenta e a tremare furiosamente.

-          Grazie..
-          Senti hai visto, cioè ehm…

Stranamente era Splendid a balbettare questa volta. La ragazza abbassò lo sguardo attendendo che l’altro continuasse a parlare, poi sentì un urlo agghiacciante. Splendid sembrò riprendersi improvvisamente. Si voltò nella direzione del rumore e poi di nuovo verso Flaky. Aveva un che tra il triste e il preoccupato.

-          Continueremo questo discorso fra poco, devo andare. A presto.

Flaky si ritrovò da sola, ancora una volta. Corse in direzione del negozio , Giggles e Petunia erano già lì, sembravano cospirare qualcosa.

-          C..c… ciao ragazze.
-          Sei in ritardo.- sussurrò Petunia.
-          Di ben cinque minuti.- aggiunse l’altra rossa dalla rabbia.

Flaky prima di rispondere rimase abbagliata dalla perfetta sincronia dei colori degli abiti delle due ragazze, per non parlare dei capelli. Per un secondo si chiese se fossero dirette verso una festa da ballo e non semplicemente al centro commerciale.

-          Mi spiace, non volevo Splendid mi ha trattenuta.
-          Fermati un secondo – Giggles si accese improvvisamente di curiosità.- dimmi tutto che ti ha detto, cosa ha fatto? Avanti parla parla adesso.
-          Mi ha salutato ecco tutto, poi qualcuno ha urlato mentre stava per dire qualcos’altro e.. fine.


Giggles sogghignò in modo maligno, ma a Flaky non interessava. Entrò nel negozio, la discussione era già finita a parer suo. I due fratelli Lifty e Shifty. Bene sarebbe stata una rapina, i pochi soldi che aveva risparmiato si sarebbero volatilizzati in due pacchetti. La campanella del negozio suonò un’ennesima volta The mole entrò lentamente muovendo freneticamente il bastone da passeggio.  Il povero Sniffels fu colpito un paio di volte, prima di riuscire a scappare dalla porta principale. Erano solo le quattro la giornata era ancroa lunga. Flaky sbuffò , riprese fiato e sorrise come faceva sempre. Petunia la trascinò verso la zona intimi e Flaky sentì il respiro mancarle. 

-          Che succede Flaky? Sei imbarazzata?

Flaky si gaurdò intorno spaesata. Giggles spuntò all'improvviso con un grosso pupazzo a forma di pulcino. Flaky non resistette scappò via come un coniglio spaventato. Corse così rapidamente da dimenticarsi delle altre alle sue spalle e della pioggia fitta che la colpiva dall'alto. Rggiunse la fermata del bus e vi si nascose, per poi scoppiare a paingere. 

-          Flaky...

Una voce si fece largo nella sinfonia di percussioni della pioggia. 

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Capitolo 2
*** Flippy ***


Flippy.

(Fliqpy è la parte malvagia di Flippy ^^ grazie a tutti per le recensioni grazieeeee)


Una voce si fece largo nel piccolo concerto che le nuvole le avevano dedicato. Flaky non si mosse, inizialmente pensò di restare lì e lasciarlo perdere si sarebbe stancato ad un certo punto come tutti quanti. L’altro però non desistette , le sfiorò appena il braccio con fare amichevole. La ragazza si alzò di scattò impallidendo a quel gesto, per lei fin troppo intimo.

-          Scusami non voglio farti del male.

Lo osservò per qualche istante cercando di farsi largo sotto il velo che ricopriva i suoi occhi. Capelli verdi , color cetriolo amava dire Sniffels, occhi color avorio e quella caratteristica divisa militare che non sfuggiva mai agli occhi altrui. Flippy era davanti a lei, un grosso ombrello arancione gli copriva la testa dall’acqua.

-          Davvero non voglio farti del male Flaky..
-          L..l.. – prese fiato .

 Era così furiosa , per una volta che cercava di aprirsi a qualcuno veniva ricompensata così con un ghigno beffardo e un bello spavento. Strinse i pugni mentre le lacrime tornavano a scorrere più copiose di prima. Non erano lacrime di tristezza, no erano lacrime di pura rabbia . il cuore le batteva così forte che a mala pena riusciva a sentire le parole di Flippy.

       -     LASCIAMI IN PACE CAPITO? –  urlò alzandosi di scatto.

La voce le tremava, le mani le facevano male, probabilmente a forza di stringere così forte i pugni avrebbe finito col ferirsi. Si sentiva così stupida.. così sciocca nell’avergli creduto, ma dopotutto cosa si sarebbe dovuta aspettare? Non erano loro la stranezza, ma era proprio, la sua debolezza era stata la causa di tutte questo.  

Flippy dal canto suo rimase impassibile mentre la pioggia continuava a tamburellare. La osservò curvando di poco il collo, dovevano averla ferita, Flaky non era tipo da arrabbiarsi, tantomeno urlare.

-          Hai bisogno di un po’ di riposo, qui piove forse
-          NON HO BISOGNO DEL TUO AIUTO HO SOLO BISOGNO DI QUESTO. Questo silenzio, questa pioggia, questo niente ecco di cosa ho bisogno. Ho bisogno dei miei amici, ho bi.. bi.. 

Flaky scosse la testa, si stava aprendo ancora una volta e così avrebbe finito col ferirsi. Sua madre le aveva sempre ripetuto “gli amici? Meglio pochi ma buoni, e poi tu sei del gallo lo sai no? Voi galline date la vostra fiducia a pochi fortunati , ma quando venite traditi soffrite intensamente. Quindi mio dolce galletto scegli con cura. “

Flippy si morse un labbro, in realtà non sapeva che fare. Era toccato dalla tenerezza di Flaky , ma temeva che avrebbe potuto ferirla, dopotutto Fliqpy era sempre in agguato.

-          Forse hai bisogno di questo.
-          Eh?

Flaky si sentì avvolta dalle braccia di Flippy, per un istante pensò che la volesse strangolare. L’ombrello cadde a terra volando via dopo pochi istanti trascinato dal vento. La ragazza rimase lì lì per mettersi ad urlare come una pazza poi si lasciò avvolgere dal calore dell’altro. si accucciò lentamente sotto il suo collo ad occhi aperti scandagliando la strada in cerca di qualche ombra sospetta.
Il povero Flippy aveva reagito d’impulso l’aveva tenuta stretta , ma nello stesso istante in cui aveva avvolto le braccia attorno al suo corpo aveva sentito un intenso languore nascere dal suo io più profondo. Nel riflesso della pozza Fligpy lo fissava impaziente, desideroso di farla  a pezzi, di torturarla. Era stato lì lì per cedere poi l’aveva sentita nascondersi lentamente nell’incavo del suo collo. La punta del naso di Flaky così gelida gli aveva fatto venire la pelle d’oca, ma era piacevole. Aveva socchiuso gli occhi e l’aveva tenuta stretta.

-          Flaky!

Flaky si destò da quel sogno a mezzo aperti. Si voltò e vide Splendid fissarla ad occhi aperti. Quando la vide con le lacrime agli occhi le corse incontro scaraventando Flippy a terra.

-          Cosa le stavi facendo? MOSTRO!
-          Non le stavo assolutamente facendo nulla di male, anzi si da il caso che la stavo consolando.
-          È vero f..f.. fermati Splendid lascialo andare, è stato buono con me, almeno lui…

Splendid la fissò intensamente e l’altra arrossì come suo solito. Flaky si fece coraggio e sorrise, così intensamente da apparire visibile persino in quell’ora tarda. In quello stesso istante Splendid e Flippy ebbero un balzo al cuore, ma non ne dettero una spiegazione.

-          Vieni ti porto a casa Flaky.

Splendid la prese per mano, ma l’altra oppose resistenza. Si voltò verso il borsone che aveva lasciato in disparte per tutto quel tempo e ci ficcò la mano tastandolo per benino. Ne estrasse un buffo ombrellino a pois che porse a Flippy.

-          Non sarà il tuo ombrello lo so  e lo so che te lo devo ripagare e lo so che è stata colpa mia e lo so che beh..

Flippy la fissò imbarazzato, era la prima volta che qualcuno si mostrava carino nei suoi confronti senza aspettare qualche favore in cambio, come farsi risparmiare la vita. Non sorrise, si calzò il cappello in testa e si alzò agilmente da terra. Concedette un ultimo atto di sfida all’eroe “ eroe, tsk, ma che eroe è quello che non riesce nemmeno a proteggere la ragazza che gli piace? “ pensò sorridendo. Rivolse a Flaky un sorriso impacciato mentre afferrava l’ombrellino.

-          Sai un sacco di cose Flaky quindi? Ah ah
-          Eh già..

L’altra si arruffò i capelli completamente fradici. Un lampò illuminò improvisamente la strada. Flaky urlò spaventata catapultandosi dietro la borsa, Splendid fissò intensamente Flippy o meglio Fliqpy. Era in quei momenti che il vero mostro usciva dalla tana. La bestia gli sorrise, una grossa macchia di sangue sulla divisa e si allontanò aprendo l’ombrello.

-          Flippy verrò a trovarti per l’ombrello.- urlò flaky, ma l’altro non si voltò anzi accellerò.

Splendid le si avvicinò ancora una volta  e le riprese la mano.

-          Andiamo Flaky .

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Capitolo 3
*** Splendid ***


Splendid.



Tornata  a casa Flaky si sentì sollevata, ma con lei c’era sempre Splendid, che non sembrava interessato ad andarsene. Anzi,  si guardava intorno tutto incuriosito, cosa che la infastidiva. Leonida il suo gatto persiano, di circa ben quattro kili, entrò nella stanza. Non era l’unico gatto che la ragazza possedeva, anzi ne aveva ben tre. Agli amici aveva sempre detto che la presenza di così tanti gatti in casa sua era collegata al suo amore per i felini, tanto che l’avevano soprannominata la gattara. In realtà nella sua mente Flaky pensava che i gatti l’avrebbero salvata da un possibile attaccato di un’orda di pulcini assassini. O comunque se mai uno di quei così le si fosse avvicinata ad una distanza di almeno dieci metri da casa i gatti avrebbero fatto il resto.

-          Ehi Flaky lo sai che hai una casa adorabile?

Flaky fuggì nella cucina, troppo rossa in viso per poter rispondere.

-          Flaky?

L’altro la inseguì furtivamente. Flaky respirò lentamente e fece un cenno con la mano, come a dire oh grazie. Si guardò intorno pensierosa, sapeva di aver lasciato qualcosa da fare ma cosa? Splendid nel frattempo non faceva che girovagare e frugare e aprire questo e rompere questo. Leonida non apprezzava, anzi lo osservava come una specie di cane da guardia. La ragazza ebbe un’intuizione improvvisa, ma certo! Corse verso il frigorifero trascinando con se anche l’eroe. Sapeva di essersi dimenticata qualcosa, e questo qualcosa erano dei biscotti, che lei stessa avrebbe confezionato per Flippy.

-          Ehm… Flaky..

Splendid era a terra con tanto di gatto-palla di lardo sul petto. Trionfante il felino se ne stava appolloiato sullo stomaco del ragazzo impedendogli di respirare. La ragazza afferrò il micio e lo poggiò delicatamente sul tavolo, quello sollevò la coda indignato e si sedette dandole le spalle.

-          Mi spiace è un po’ permaloso..
-          Permaloso? A è solo invidioso non apprezza i veri eroi. Ma come non capirlo?

Flaky annuì, aveva già perso il filo del discorso. Riaprì il frigorifero e la ventata gelata che ricevette da quest’ultimo le ricordarono improvvisamente che era fradicia da capo a piedi, per non parlare di Splendid.

-          Ehm..

Splendid , troppo preso dalla contemplazione del tosta pane, non la notò. Flaky sollevò l’indice come se questo avesse potuto aumentare la sua voce. Niente.  Battè un piede incattivita da quel suo comportamento da beota fra le nuvole.

-          FLAKY MA TUTTO QUESTO è ASSOLUTAMENTE COOL!!

Il ragazzo si voltò verso di lei con un sorriso splendente, nelle mani una collezione di cd di hetalia, la SUA collezione. Flaky balzò sull’attenti arrossendo come un pomodoro. Si lanciò verso di lui cercando di riacciuffare il suo tesoro.  Non aveva considerato il fattore pavimento scivoloso. Cadde addosso a Splendid e l’altro si lasciò cadere .

Dico si lasciò perché nella sua mente aveva già immaginato tutto. Aveva elaborato una specie di piano in vero stile film romantico da due soldi. Lei si sarebbe voltata verso di lui, lui l’avrebbe afferrata e poi ci sarebbe stato il bacio. Splendid si era allenato per mesi per quel momento, ora il piano non era andato esattamente come voleva lui, ma comunque Flaky era sempre ad un palmo di mano dal suo viso.

Così mentre Splendid già rimuginava tentando di ricordarsi esattamente le battute che aveva accuratamente scritto su un post-it, Flaky rimase impassibile. Non sapeva che fare, perché era certa di essersi rotta qualcosa, ma allo stesso tempo voleva togliersi da quella posizione. Fece leva con poca grazia sul petto di Splendid che spalancò gli occhi ferito e si sollevò , dondolando un paio di volte prima di riacquistare completamente l’equilibrio. Dio se era imbarazzata. Il cuore le batteva, ne sentiva i palpiti persino nelle punte delle dita.

-          N… n… non toccare mai più le mie cose.

Sussurrò a bassa voce, senza aprire gli occhi. Aggirò l’ostacolo-Splendid e corse in camera sua per darsi uan ripulita. Doveva trovare qualcosa di comodo o avrebbe finito col macchiare il parque con tutte quelle macchie d’acqua. Entrò nella sua camera, che a parer suo era decisamente normale. Tanto rosso ovunque , un colore che adorava e qualche peluche a forma di orsacchiotto. Cacciò la testa dentro l’armadio ispezionandolo accuratamente. Il concetto era semplice doveva trovare dei vestiti comodi per cucinare, non aveva voglia di vestirsi in modo elegante tanto Splendid se ne sarebbe andato ad un certo punto.

Splendid dal piano di sotto nel frattempo rimuginava. Cosa era andato storto? Forse non era stato abbastanza caliente? Si annusò un paio di volte la maglia, aveva un ottimo odore, era bellissimo, un eroe cosa mancava? Ma certo non l’aveva afferrata, maledizione. Schioccò le dita risentito e si alzò. Adesso ci voleva un colpo di scena. La pioggia tamburellò con forza sulla finestra e a Splendid venne quasi una commozione celebrale. Pioggia = temporale = fulmine= black out = Flaky spaventata. Si lasciò andare in una specie di risata folle e si avvicinò alla camera di Flaky in attesa. Al momento giusto le sarebbe corso incontro l’avrebbe afferrata dolcemente dicendo, in modo eroico “ non temere sono qui” e lei avrebbe emesso una specie di sospiro “ oh mio eroe” e poi beh. Splendid si fermò a pensare al dopo. La prima cosa da fare una volta conquistata Flaky era eliminare le palle di pelo.

Flaky si impose di non sentire il vento schiaffeggiare la finestra, ne tanto meno i tuoni fuori da di essa. Aveva paura, voleva essere solo e non con qualcuno. Sarebbe successo qualcosa di orribile, succedeva sempre qualcosa di orribile con lei in giro. Afferrò un paio di jeans e una felpa e si vestì rapidamente. In quell’istante un boato fragoroso ruppe il silenzio della casa e la ragazza ebbe un sussulto. Si nascose nell’armadio e dentro vi trovò Arthur, l’altro gatto persiano. Era lì che riposava, era da quattro ore che riposava. La presenza della padrona lo rallegrò assai e decise di fare della sua testa il suo nuovo nido.

Splendid sentì una dolce melodia far partire il fusibile e si scaraventò per le scale. Era certo di aver calpestato qualcosa di morbido che aveva emesso una specie di ringhio, ma non importava. Entrò nella stanza guardandosi intorno. L’armadio tremante svelò quasi subito il nascondiglio dell’altra. Lo aprì lentamente e Flaky era lì accucciata in un angolino.

-          Flaky, non temere ci sono qui io.
-          N…n…
-          Non temere

L’altra non rispose in modo adeguato, ma quel n..n per Splendid era il segnale giusto per portarla via. La adagiò sul letto e si accomodò accanto a lei.

-          Non c’è niente di cui aver paura, è solo una scarica.
-          Il buio..
-          Cosa?
-          Io ho paura del buio…

Era la sua occasione. Le si sporse in avanti con tanto di labbra in fuori, sembrava una papera. Iniziando un countdown interno man a mano che la distanza diminuiva.
Flaky sentiva la presenza di Splendid vicino a se, ma non le importava. Era buio quindi poteva esserci chiunque pronto ad ucciderla. Arthur si mosse adagio emettendo un sibilo. Fantasmi oh no fantasmi! La ragazza si alzò di scatto e corse giù per le scale, il gatto sembrò compiaciuto ora poteva fare ciò che voleva.. balzò su Splendid che si ritrovo a baciare un gatto.  La porta suonò e Flaky si ritrovò ad urlare terrorizzata, forse era venerdì. Detto uno sguardo al calendario, era il 13, era la fine.

L’altrò, dopo aver rigurgitato una buona quantità di palle di pelo, scese le scale. Era la sua ultima chance. Un uomo stava per attaccare Flaky, bene l’avrebbe protetta. Aprì la porta e tutto il suo entusiasmo si trasformò in terrore. Ora avrebbe dovuto veramente salvarla.

Flaky , da dietro il divano, scorse la figura di Flippy, che la salutò sfilandosi il cappello.

-          Ciao spero di non disturbare, non avevo voglia di tornare a casa  ho pensato di riportarti l’ombrello.
-          Oh..

Flaky si fece avanti lentamente, prese l’ombrello e fece finta di non notare il grosso coltello appeso ai pantaloni dell’ex militare anche se ebbe un sussulto.

-          Non aver paura.

Flippy sorrise e lei arrossì violentemente, cosa da cui non poté trattenersi nemmeno il ragazzo.  L’altro abbassò gli occhi e sorrise imbarazzato.

-          Ti dispiace se entro un secondo? Fuori piove..
-          A si certo..
-          No A NOI dispiace..
-          E da quando questa è casa tua Spider-man?
-          Entra Flippy tranquillo.

Flaky sorrise e entrambi i ragazzi ebbero di nuovo quello strano tuffo al cuore. Sarebbe stata una serata memorabile.

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Capitolo 4
*** Primo atto ***




Flippy entrò con calma sfilandosi gli scarponi zuppi d’acqua. Per un po’ sarebbe restato lì , anche se una parte di lui premeva affinché uscisse il più rapidamente da quella casa un’altra parte, quella che lui definiva egoista, voleva restare e aveva prevalso. Flaky lo attraeva in modo strano, nonché prima non fosse stato attratto da altre ragazze, ma le altre erano tutte morte per mano di Fliqpy, però rimaneva sempre un altro tipo di attrazione. Si aggirò nel salotto mentre Flaky correva in cucina scivolando ogni secondo, aveva un che di infantile e allo stesso tempo di ridicolo, però non poteva smettere di fissarla e arrossire, cosa di cui non riusciva a darsi una spiegazione logica. Aveva quindi pensato bene di indagare su quello strano fenomeno. Sentiva dentro di se la bestia riposare, fino a quando cose appuntite, sangue o scene violente non fossero spuntate fuori improvvisamente poteva stare tranquillo. Ora il problema vero e proprio rimaneva Splendid, la sotto specie di eroe. Lo fissò disgustato mentre l’altro scandagliava Flaky  e ogni sua minima mossa. Si lasciò andare sul divano e il senso di colpa iniziò a farsi largo dentro di lui. Spesso aveva parlato con Flaky, erano nella stessa scuola, anzi lei era l’unica con cui parlava. C’era sempre stato di mezzo Splendid a diffondere notizie su Fliqpy. Giocherellò un paio di volte col grosso coltello da caccia cercando una scusa per scappare via. Avrebbe potuto ferire Flaky o peggio. Si morse il labbro con così tanta forza da sanguinare, però non si scomodò adorava il sapore del sangue. Sangue.. spalancò gli occhi spaventato,, quella era l’unica cosa che avrebbe dovuto evitare. Alzò lo sguardo e nel riflesso del televisore incontrò quello di Fliqpy. Tale e quale a lui, ma con un grosso paio di occhi gialli e quel sorriso ipnotizzante che lo spaventava. Era il suo personale Mr. Hyde. Balzò indietro sul divano affondando la testa nelle mani. Non voleva uccidere Flaky lei era carina con lui, non voleva che sapesse di Fliqpy voleva che fosse sua amica, voleva che qualcuno chiunque fosse capace di salutarlo senza scappare terrorizzato.

-          Uccidere non è un male e poi guardala quella creatura così inutile, si ammazzerà da sola, almeno le toglierai questo dispiacere.
-          No maledizione, lei..
-          Lei ti piace.. ma nessuno può avvicinarsi a te avanti fratellino lo sai io sarò sempre qui con te pronto a difenderti.
-          Flaky non mi farebbe del male.
-          Davvero?

Flippy respirò rapidamente, doveva trovare la calma, cancellare la voce di Fliqpy dalla sua testa.  Non doveva fare del male a lei, lei no.

-          Flippy?

La voce di Flaky lo costrinse ad alzare il viso, ma tenne gli occhi chiusi, sapeva che se li avesse aperti li avrebbe visti. Quei due occhi gialli che da anni lo avevano additato come pazzo, maniaco, omicida.

         Flippy ti sei fatto del male?
-          Flaky vattene via.

Per una volta l’eroe forse sarebbe stato utile. La voce di Splendid era vicina, se non altro avrebbe ammazzato lui.

-          Non c’è niente di cui spaventarsi Splendid.

La ragazza sbuffò annoiata dall’eroe. Sarà stato anche un eroe, ma rimaneva una gran rottura di scatole. Gonfiò le guance indispettita, ma allo stesso tempo per farlo sorridere. Si voltò verso Flippy, sembrava spaventato. Aveva notato uno strano comportamento , ma quando aveva visto il sangue sul viso Flaky era scattata immediatamente. Flippy tremava, ma non sembrava intenzionato ad aprire gli occhi. Flaky si guardò intorno arrossendo per il gesto che aveva intenzione di fare. Le mani le tremarono, ma si fece coraggio.  Afferrò il viso del ragazzo fra le mani e gli detto un bacio delicatamente sulla fronte. Pensava che così, forse, si sarebbe tranquillizzato.

Splendid spalancò gli occhi, cosa diavolo stava succedendo, perché non lo voleva ascoltare? Aggirò rapidamente il divano e la prese per un braccio. Se non voleva andarsene da sola, allora avrebbe fatto da solo. L’altra tremò appena e oppose una leggera resistenza. Ormai tutti i suoi sogni romantici si erano trasformati in paura. Una profonda e insana paura che la vista della “cosa” gli provocava.
Aprì gli occhi, ma non riuscì a controllare i suoi movimenti. Aveva percepito le labbra di Flaky sulla pelle fredda e il cuore era scoppiato nel petto. Raramente si era sentito così, una volta era stato una mina a far rimbalzargli il cuore nel petto un’altra volta era stato quando sua madre lo aveva abbracciato prima di andarsene. Però adesso non era più lui, ma Fliqpy. Se avesse potuto si sarebbe ucciso, voleva urlare, respingerla, ma il suo corpo si muoveva da solo.

-          Eccola qui la piccola stupida paranoica.
-          F..f
-          F f f quanto sei patetica!

Flaky sbarrò gli occhi davanti a lei lo stesso Flippy, ma i suoi candidi occhi verdi si erano trasformati in due abissi color ambra. Quelli la squadrano in modo tanto penetrante da farla arrossire. Splendid al suo fianco la stringeva, come se Flippy fosse minaccioso! Eppure.. eppure quello non sembrava Flippy, era così strano.

-          Flippy che..
-          Flippy! Tu osi chiamare me Flippy?

Il nuovo Flippy le si avvicinò rapidamente lanciando Splendid dalla parte opposta le strinse la gola con ambo le mani. La ragazza sbarrò gli occhi atterrita , certo che era Flippy e chi altri?

-          Io mi chiamo Fliqpy razza di idiota.
-          Non parlarle così.

Splendid si era rialzato rapidamente, ma diversamente dalle sue aspettative l’altro non si era impaurito anzi aveva sorriso, ghignato e poi era scoppiato in una colossale risata tipica di qualche pazzo.

-          Uh uh che paure il topo volante è venuto a fermarmi. Di un po’ piace anche a te eh?

L’altro arrossì violentemente. Flaky lo fissò terrorizzata, doveva aiutarla ADESSO! Fliqpy ghignò mentre tornava a fissarla, poi le si avvicinò accarezzandole delicatamente un fianco.

-          Hai visto piaci anche al mammalucco , a quanto pare che abbia  preso due piccioni con una fava. Sei abbastanza carina per farci un pensierino, ma la parte più divertente sarà ucciderti e lasciarli guardare.

Flaky scoppiò in un pianto isterico mentre cercava di svincolare dalla presa di quell’essere. Splendid scattò in avanti e separò i due con tanta forza da lanciare nel vero senso della parola sia Flaky che Fliqpy da parti opposte. Flaky emise una specie di guaito mentre scivolava a terra incapace di muoversi per il colpo subito, Fliqpy invece era riuscito ad evitare la parete facendo presa sul pavimento. Splendid si portò davanti a Flaky pronto a combattere. Il militare si rialzò e sorrise sollevando un angolo della bocca.

-          Guarda guarda come vuole morire l’eroe. Era da tanto che non ci incontravamo così, dopotutto questa mattina sono stato troppo veloce non sei riuscito a prendermi. Ih ih
-          Stai zitto.

La bocca di Fliqpy si rilassò in un gran sorriso così da mostrare i denti aguzzi e acuminati.

-          Uno di noi resterà in piedi l’latro resterà a terra, se pensi che mi fermerò ti sbagli.
-          Non aspettavo altro.

Flaky aprì leggermente gli occhi per capire cosa diavolo stesse succedendo. Fliqpy impugnava il grosso coltello da caccia che pochi istanti prima l’aveva spaventata mentre Splendid aveva lasciato andare a terra la mascherina rossa.Tuttavia Flaky non riusciva a vedere il suo viso.

-          Non mi nasconderò dietro una maschera come te. – aveva spiegato l’eroe.

Flaky con sforzo immenso era riuscita a rialzarsi. Da lì tutto si mosse a rallentatore,  la ragazza che si lanciava in mezzo ai due il grosso coltello del militare che affondava nello stomaco dell’eroe, il sangue, troppo sangue. Flaky cadde a terra e da lì quella serata si concluse.

Quando finalmente riaprì gli occhi era nel suo letto, capì che era stato un sogno o così almeno sperava. Scese le scale lentamente stando ben attenta a non imbattersi nello strano mostro del sogno. Preparò la cartella e dopo un breve saluto ai gatti uscì. Il furgoncino era sempre lì, le chiavi nel medesimo luogo misterioso introvabile per Flaky.

-          Ciao Flaky.

La ragazza si voltò spaventata e per poco non morì di crepacuore. Andy la fissò divertito dal suo comportamento.

-          Non voglio mica ammazzarti..
-          No… c…c…ert…o

Andy era un operaio edile, cioè lo era nel tempo libero. La mattina era un normale studente proprio come lei. Flaky si appoggiò alla macchina per riprendere fiato.

-          Ho sentito che domani ci sarà il tuo spettacolo.
-          A si..

Benché flaky fosse dannatamente timida era stata costretta da Lammy a partecipare a quello stupido concerto di San Valentino. Flaky inorridì al solo pensiero, avrebbe dovuto cantare davanti a tutte quelle persone. Lammy le aveva giurato che il teatro sarebbe stato completamente al buio così da permetterle di cantare, ma non ci credeva tanto. Andy le scompigliò i capelli con quel suo solito fare amichevole, anche se la cosa la inquietava considerato che aveva le mani per metà amputante e per metà fasciate. Si girò rapidamente e salì sul veicolo. Fece un gesto ad Andy come a dire che aveva fretta e partì rapidamente. Fortunatamente Andy era uno die pochi che capiva gli strani comportamenti di Flaky e questo la riempiva di gioia. I primi tempi dover spiegare il perché di quelle continue fughe era stato veramente noioso. Parcheggiò la macchina e si accomodò al divisa. Corse rapidamente nell’edificio ed incontrare le due vipere non segno positivamente la giornata. Petunia appena la intravide le si lanciò addosso.

-          Cosa è successo a Splendid?
-          Come?
-          Ma si ha un grosso taglio sul ventre.

Flaky spalancò gli occhi, non era possibile, non era stato un sogno. Si allontanò facendo piccoli passi all’indietro mentre Petunia incalzava con le sue domande. La testa le ruotava vorticosamente e quasi cadde a terra. Respinse Petunia con forza scappando nella propria aula. Cristo era vero, Fliqpy il sangue tutto vero. Si tastò la schiena e non poté fare a meno di gemere per il dolore. Bene aveva bisogno di spiegazione. Afferrò un pezzetto di carta e scribacchiò:

Incontriamoci sul tetto, ti prego ho bisogno di parlarti.
Ti prego non prendermi per pazza, ma penso 
di capire il tuo problema e di poterti
aiutare davvero Flippy ti prego.
Flaky


Nel farlo la mano le tremava, forse non avrebbe incontrato Flippy, ma solo Fliqpy. Deglutì rumorosamente e cacciò il pezzetto di carta nella tasca della gonna. Si alzò sotto lo sguardo di Sniffels e si diresse verso la classe accanto. Il banco di Flippy era ben riconoscibile. Era pieno di tagli, ma soprattutto era nel fondo della classe alienato da tutti. Infilò il bigliettino sotto di esso e non poté fare a meno di notare un disegno nascosto dietro il muro. Un piccolo orsacchiotto verde e un porcospino rosso che si baciavano tenendosi le mani. Seguì i contorni delle due figure con l’indice sorridendo per la loro dolcezza, ma si fermò improvvisamente quando vide sopra di esse penzolare una specie di incudine. Ritirò la mano e si armò di gomma per cancellare il pericolo oggetto-disegno. Splendid entrò spaventandola.

-          Flaky che ci fai al banco di quello lì?
-          SPLENDID!

Si voltò verso di lui, ma prima di allontanarsi disegnò un grosso cuore come cornice dei sue piccoli animaletti.

-          Co..co … come stai?
-          Io ah ah niente di che! Dopo che mi ha ferito quel cretino è tornato normale e se n’è andato è proprio un figlio di
-          SMETTILA!
-          Cosa? Lo difendi dopo quello che ti ha fatto?
-          Io.. so.. so.. che ha dei problemi non è colpa sua…
-          Di chi state parlando?

Flippy appoggiato allo stipite della porta parlò. Flaky gli sorrise, ma l’altro non ricambiò anzi per un secondo sembrò quasi che piangesse mentre curvava la testa a fissare i grossi scarponi. La campanella suonò. Flaky salutò Splendid e Flippy.

-          Mi spiace Splendid veramente tanto.
-          Tranquilla..
-          Ciao Flippy.
-          Addio Flaky.
 
 

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Capitolo 5
*** Lammy ***


La campanella non sembrava essere intenzionata a suonare. Flaky volse lo sguardo verso la finestra. Fuori poteva distinguere nettamente le figure di Splendid e Truffels intenti a giocare a calcio. Era uno sport poco interessante a parer suo, ma le lezioni di Poppin erano disperatamente monotone. Benché fosse la migliore della sua classe Flaky rimaneva spesso a fissare il vuoto spegnendo il cervello e abbandonandosi alla libera fluttuazione mentale. Scarabocchiò un paio di volte sul banco fino a che non apparvero i due animaletti che aveva visto sul muro vicino al posto di Flippy. Lammy accanto  a lei li fissò incuriosita per poi esclamare un “perfetto”. Lammy era tale e quale a Flaky se non per il particolare della follia. Si erano conosciute da piccole , anche se inizialmente Flaky l’aveva ritenuta una pazza e non si era avvicinata fino a quando Lammy non l’aveva difesa da un gruppetto di bambini pestiferi. Era una ragazza stramba timida come Flaky, ma diversamente da lei non sopportava i silenzi che occupava con lunghi monologhi sulle più svariate stranezze. La campanella suonò e Lammy si alzò immediatamente bloccando Flaky.
-          Ti rendi conto che quelli sono perfetti? E ho detto PERFETTI comprendi?
Flaky storse il naso, come al solito pretendeva che capisse quello che le gironzolava nella testa.
-          Lammy se non ti spieghi non posso capire..
-          Quei due animaletti sono perfetti per il festival di domani, insomma pensaci il porcospino che non può essere toccato e l’orso brontolone. Sono così… così..
Lammy si bloccò per riflettere. Si voltò verso Flaky con uno strano sorriso che terrorizzò l’altra.
-          Bene bene tu che disegni cosini amorosi.. mm non sarai mica innamorata?
Flaky avrebbe voluto ucciderla, in quei momenti era decisamente irritante. Sbuffò alzandosi, aveva un appuntamento a cui non poteva dir di no. Lammy le si affiancò, era normale per loro pranzare assieme e Flaky non ci aveva pensato. Di certo la signorina Sherlock lo avrebbe trovato strano. L’unica soluzione era raccontare la verità o almeno in parte. Flaky si preparò psicologicamente al mare di domande che di lì a poco l’avrebbero sommersa.
-          Lammy ho un appuntamento devo vedermi con Flippy quindi non possiamo pranzare.
Le urlò quasi in faccia mangiandosi le parole per poi scappare via verso il tetto. Lammy però non si era persa nemmeno una parola, anzi le era corso dietro. Era spaventata e allo stesso tempo eccitata. Flaky non si innamorava così facilmente, se poi quello era amore. La novità la eccitava, ma continuava a chiedersi perché avesse scelto Flippy. Quel pazzo maniaco l’avrebbe potuta fare a pezzi in tre secondi, così almeno diceva Splendid. Tuttavia se Flaky era tranquilla, poteva esserlo anche lei. Dopotutto Flaky rimaneva una paranoica, percepiva il pericolo a kilometri di distanza.  Lammy dondolò la testa, non andava bene, quello era pazzo , però era anche carino.
 
Flaky salì per le scale rapidamente, sapeva che Lammy l’avrebbe seguita, ma era anche certa che si sarebbe tenuta in disparte. Aprì la porta del tetto e per un istante tutte le sue paure la bloccarono. Flippy era lì appoggiato alla ringhiera, tranquillo e scuro come suo solito. Non ebbe il tempo di fare un passo che quello aveva già inziato a parlare.
 
-          Dimmi che cosa vuoi. Vuoi prenderti gioco di me? Vuoi minacciarmi o che ne so denunciarmi? Fai pure non me ne frega.
-          i.. i… - flaky respirò lentamente cercando di controllare la sua asme – io non voglio farti del male.
-          Stai scherzando vero?
-          Come scusa?
-          No dico stai scherzando dici che non vuoi farmi del male tu? Una ragazzina gracile e paranoica, peserai quanto 65 kili? Parli a me ex militare con tanto di seconda personalità malvagia? Ma fammi il piacere.
 
Flaky abbassò la testa e trattenne le lacrime. Nessuno le aveva mai detto apertamente che era una paranoica.  Drizzò il naso, un gesto tipico che precedeva il pianto e si voltò rapidamente. Lammy dal fondo delle scale la fissava già pronta ad abbracciarla. La fissò intensamente per poi farle cenno di andarsene. Se la sarebbe cavata da sola, almeno per quella volta.  Respirò piano mentre avanzava verso le scale. A quel punto sentì le braccia di Flippy attorno alla vita e la sua testa contro la spalla. Arrossì violentemente mentre Lammy riducchiava dal vano scale. L’altro allungò una mano per chiudere la porta per poi voltare Flaky verso di se. L’altra lo fissò intensamente negli occhi e nel trovare quei due immensi scrigni colmi di smeraldi arrossì e perse un battito del cuore. Lammy era già sul piede di guerra, perché aveva chiuso la porta. Oddio forse voleva ucciderla o qualcosa di simile. Salì un paio di scalini pronta ad entrare in azione. Flaky nel frattempo si sentiva soffocare non sapeva dove guardare e stava perdendo la capacità di respirare.
 
-          Non volevo offenderti te lo giuro, solo che non voglio più frequentarti.
 
Flippy sussurrò quelle parole lentamente, quasi contrariato da quello che stava dicendo. Flaky sollevò lo sguardo da terra , ma Flippy fissava l’orizzonte. Ci pensò su, quando era triste sua madre le preparava dei biscotti, ma non aveva una cucina a portata di mano quindi la proposta era accantonata.  Si guardò intorno cercando una soluzione al suo problema , ma niente. Si alzò sulle punte e alternando sulla faccia tutte le possibili sfumature di rosso scoccò un bacio sulla guancia di Flippy. Fu un secondo, ma il cuore di Flaky non voleva calmarsi.  Flippy sbarrò gli occhi e indietreggiò, non poteva fare a meno di guardare Flaky e chiedersi come le era saltato in mente.
 
-          Scusa volevo provare a confortarti. Comunque io vorrei continuare a vederti, perché mi stai simpatico quindi ecco non mi importa e..
 
Flaky si grattò la testa furiosamente in cerca delle parole giuste.  Bene adesso era spaventato, fantastico.  Fece per dire qualcosa, ma si trattenne. Alzò semplicemente la mano salutandolo rapidamente per poi voltarsi, si sentiva le guance in fiamme.
 
-          Bene io devo andare via perché.. perché devo andare con Lammy però ricordati quello che ti ho detto e
-          Domani c’è il tuo spettacolo?
-          Cosa?
 
Flippy tornò a spenzolarsi dal terrazzo, senza guardarla. Flaky dal canto suo lo fissava con la mano ancora a mezz’aria.
 
-          Hai uno spettacolo domani giusto, con una tua compagna di classe.
-          Ehm si.
-          Bene ci sarò, sappi solo questo. Non devi per forza sapere dove sono, però ci sarò.
 
Flaky salutò un’ennesima volta e aprì la porta.
 
-          Un’ultima cosa, di alla tua amica che mi dispiace se l’ho spaventata.
 
La ragazza sgattaiolò  per le scale, mentre l’altro rimaneva solo. Flippy sorrise compiaciuto e si strofinò la guancia arrossendo timidamente. Lammy dal fondo delle scale la aspettava tutta curiosa e spaventata. Quando la vide saltò in piedi e la trascinò fisicamente verso l’uscita della scuola. Il suo piano adesso era completo, il giorno dopo ci sarebbe stato il loro spettacolo ed era essenziale essere perfette. Sollevò la mano sopra vi era un post-it tutto scarabocchiato. Doveva: portare dal parrucchiere Flaky, portarla in qualche negozio, comprarle un nuovo completo intimo , comprarle un nuovo costume, dei trucchi e logicamente un sacco abbondante di patatine da mangiare la sera. Flaky era a pezzi, aveva il fiatone e si sentiva sottosopra.
 
-          Allora prima di tutto, prima di tutto andiamo a comprare tutto l’occorrente per domani e poi parleremo. Parleremo stasera perché Tu verrai a casa mia e adesso muoviamoci abbiamo troppe cose da fare.
-          Ma Lammy..  non ho mangiato.
-          Questa non è una priorità quindi taci.
 
Flaky si ritrovò nel bel mezzo della città ancora vestita con la divisa scolastica. Se qualcuno l’avesse vista, l’avrebbe presa in giro di certo. La gonna a scacchi verde svolazzava qua e là e Flaky si sentiva sempre più in imbarazzo. Lammy si bloccò improvvisamente spingendo Flaky dentro un negozietto. Lumpy le squadrò da dietro la cassa.
 
-          Che cosa ci facciamo noi qui?
-          Noi stiamo comprando è ovvio.
 
Lammy era di famiglia nobile quindi poteva permettersi tutto e si divertiva a compare le cose più disparate a Flaky che non gradiva anzi si infuriava spesso. Flaky si girò intorno, scarpe, sciarpe, gonne. Lammy le si gettò addosso mostrandole una gonna a pieghe nere fin troppo corta per i suoi gusti.
 
-          NO decisamente NO.
-          Che pizza che sei! Che ne dici di questo?
 
Lammy comparve con un grosso maglione arancione. Flaky lo osservò e non le sembrò tanto schifoso.
 
-          Eccoci qua questo è ok con un paio di calze sarà perfetto domani.
-          CALZE!
-          Si calze che ci vuoi mettere i jeans?
 
Falky sbarrò gli occhi e si ritrovò trascinata per l’ennesima volta dentro un negozio di parrucchieri. Non ci andava MAI. Motivo? Era convinta che l’avrebbero decapitata.  Truffels le sorrise e iniziò a tagliare qua e là. Flaky svenne improvvisamente. Quando si risvegliò e i suoi capelli erano a metà schiena ed erano meno spinosi del solito. Una Lammy tutta soddisfatta ricomparve con tanto di gonna e ballerine in mano.
 
-          Bene ed adesso andiamo su..
 
Lammy si avvicinò mentre Flaky indietreggiava sulla sedia per poi accostarsi al suo orecchio.
 
-          Hard
 
Flaky sbarrò gli occhi, ma non ebbe il tempo di opporsi. Lammy la infilò dentro il primo negozio di costumi che trovò e gliene lanciò addosso una ventina. Non capiva a cosa potessero servirle così tanti costumi.
 
-          Si sa che quando l’amore è nell’aria eeee
-          MA CHE DIAVOLO TI SALTA IN MENTE!
-          In più domani l’altro andremo al mare ricordi? Il nostro preside..
-          Dio ora ricordo.
 
Flaky tremò e scappò via lasciò Lammy comprare tutto ciò che voleva, tanto le avrebbe restituito tutto quanto una volta arrivata a casa. Il loro preside, desideroso di fare una bella vacanza, aveva deciso di andare al mare e di trascinarsi tutta la scuola a seguito. Flaky era terrorizzata, odiava il amre, odiavi gli squali, ma sopratutto odiava i costumi d abagno la mettevano in imbarazzo Corse rapidamente, ma come al solito si imbatté in Splendid. Quello se ne stava appollaiato su di una nuvola e Flaky si domandò perché non se ne fosse restato lassù. Scese e si parò davanti.
 
-           Flaky sei.. sei adorabile.
-          Grazie, perdonami, ma devo andare via, scusami davvero.
-          Dove devi andare?
-          A casa quindi..
-          Quindi ti riporto io a casa tranquilla.
 
La sollevò di pesò alzandosi in volo. Flaky urlò così tanto che tutti nell’arco di 200 metri si voltarono per vedere cosa stesse succedendo. Andy che passava di lì per caso cercò di aiutare la povera Flaky,. Ma si ritrovò per terra. Spelndid rideva come un perfetto idiota, esibendosi ina una serie di strambe acrobazie una più spaventosa dell’altra. Lasciò delicatamente Flaky davanti alla porta di casa che entrò senza nemmeno salutare. Si lasciò andare contro la porta ed attese che Lammy le telefonasse, un’attesa molto breve.
 
-          Dove sei?
-          A casa.
-          Diavolo sei già arrivata, giungo subito da te dobbiamo parlare di troppe cose uh uh  vedessi cosa ti ho comprato domami cinque minuti, no facciamo due.. facciamo che mi apri la porta.
-          Ma..
 
Flaky si alzò e aprì la porta. Eccola lì, come faceva ad essere già arrivata? Certo era una ginnasta eccezionale, però.. non si fece domande preferì lasciar perder. Si accucciò nell’angolo del divano, il suo posto oramai e lasciò che Lammy parlasse. Prima di tutto le esibì una serie infinita di costumi , tutti suoi, e uno a pois bianco e rosso proprio per Flaky. Quest’ultima arrossì e ficcò la testa nel cuscino.
 
-          Ok la smetto che barba che sei, così vedrai come conquisterai Flippy ah ah avrà occhi solo per te.
-          Smettila non siamo fidanzati o cos’altro.
-          Cosa siete allora?
-          Amici non si capisce?
-          Però a te piace..
-          Non lo so..
-          A lui di certo.
-          Cosa?
-          Si vede però lui è strano lo sai vero, lui è..
-          NORMALE! – urlò Flaky improvvisamente – lui è normale però ha un problema, ma non è pericoloso perché p dolce e mi tiene per mano e quando sto male lui mi abbraccia.
-          Flaky..
-          Che c’è?
-          Sei stata contagiata dalla più strana e pericolosa malattia..
-          Ovvero?
-          L’amore.
 

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Capitolo 6
*** Spettacolo ***


Un grande grosso ringraziamento rivolto verso Arisu Yoshida che mi segue sempre ^^ davvero grazie di cuore. Ho deciso di mettere raiting arancione perchè si parla pur sempre di Fliqpy e molto probabilmente ucciderà qualcuno anzi lo so che lo farà. almeno ho un margine di libertà. Lammy distesa comodamente sul divano sgranocchiavo, anzi trangugiava patatine impaziente. Aveva iniziato un countdown interno per il festival, così come svago per rilassarsi , ma non aveva prodotto i frutti sperati. Ogni tanto lanciava uno sguardo supplichevole verso Flaky , come ad invitarla a fare qualcosa per passare il tempo, ma l’altra , voltata di spalle, non vedeva, si sfilò una scarpa, decisa a farsi notare, e la lanciò dritta in testa a Flaky che , così presa dal film, finì con lo sbattere contro la televisione.
 
-          Lammy, ma che diavolo…
-          È da quando hai smesso di parlare di Flippy e quindi dell’amour , che guardi quella scatola animata senza rivolgermi parola e sono STANCA! Quindi ricominciamo
 
Lammy lanciò la seconda scarpa ina una direzione casuale dalla quale provenì un miagolio. Flaky in cuor suo sperò che una delle sue armi da difesa non fosse venuta a mancare. L’altra di lanciò contro di lei per poi abbracciarla con una forza tale da poter essere paragonata ad una anaconda. Le prese la mano, scodinzolò un paio di volte e attese che l’altra iniziasse.
 
-          Non c’è niente da dire, non lo amo è solo che ieri è successo una cosa… dovevo uscire con Petunia e Giggles.
-          Tu da sola?
-          Si, ma vedi. – Flaky rimpianse il momento in cui aveva pronunciato quei due nomi. Sapeva che Lammy odiava quelle due, ma soprattutto lei non era mai uscita da sola senza Lammy. In realtà erano state quelle due a chiederle di non portarla dietro “è noiosa” avevano detto. Lei si era  ribellata, ma poi Petunia aveva iniziato a minacciarla dicendo che avrebbe rivelato a tutte le sue fobie e allora acconsentì.
-          Perché non mi hai chiamato?
 
Flaky si sentì in imbarazzo , adesso come faceva a spiegarle che erano state quelle due a dirle di no? Lammy perse tutto il suo entusiasmo, troppo arrabbiata per essere felice.
 
-          Prima che mi arrabbi..
-          Lammy io..
-          Stai zitta. Suppongo che le due puzzole ti abbiano detto di non chiamarmi e tu lo hai fatto.
-          No cioè si ma avevo le mie motivazioni.
-          Flaky non importa. – sussurrò Lammy mezza rassegnata. – forse volevi fare amicizia e comunque ho già avuto la mia vendetta.
-          Come?
-          Domani canterai con me no?
 
Flaky sospirò nello scorgere di nuovo lo strano scintillio degli occhi di Lammy. Proseguì il suo racconto, senza tralasciare nemmeno il più piccolo particolare. Parlò quindi di Splendid ma soprattutto della parte malvagia di Flippy che lasciò Lammy perplessa e spaventata. Lammy dal canto suo ascoltava e sgranocchiava tutta presa come un serpente dal suono del suo ipnotizzatore. Quando Flaky finì si alzò spavalda sopra il divano con il telecomando in mano. La rossa pensava fosse impazzita del tutto, Lammy prese un gran respiro si portò il telecomando alla bocca e  iniziò:
 
-          Il triangolo no! Non l’avevo considerato.
 
Lammy canticchiava saltando qua e là , cosa che impauriva Flaky. Poteva cadere o rompersi l’osso del collo o finire incastrata nella molla del divano. Quella però continuava a saltare senza comprendere il pericolo. Balzò improvvisamente a terra per poi correre attorno al divano, come se sospettasse che da lì a poco sarebbe dovuta fuggire via.
 
-          E ora facciamo un piccolo cambiamento! Splendid no, non l’avevo considerato! Con Flippy ci proveroooo , stare con lui non è un reato.
 
Flaky non capiva se era pazza Lammy o il suo ballo sgangherato. Quando finalmente si accorse lo strano testo inventato da Lammy , Flaky divenne così rossa da divenir tutt’uno con i capelli e le si lanciò contro.
 
-          lui chi è? Lui chi è? Se lo butti Splendid dallo a me!!! E buttalo!
 
Lammy fece un breve inchino prima si scontrarsi con Flaky e scoppiare a ridere. Flaky non poté fare a meno di seguirla mentre cadevano a terra strette assieme come al solito. Le sorrise a l’altra si stiracchiò come un gatto.
 
-          Cosa pensi che stia facendo Flippy? – domandò Lammy con un ghigno.
-          Ma… che domande sono?
 
Flippy , dall’altra parte della città,  si era fatto accompagnare da Splendid a comprare l’occorrente per la festa . diciamo che erano stati entrambi costretti da Sniffels, che possedeva delle ottime tecniche di persuasione.  Camminavano da circa un’ora e non avevano mai parlato. Entrarono nel supermarket fianco a fianco e nello scorgere Nutty e Lumpy decisero di avvicinarsi. Sembravano discutere di ragazze, probabilmente la più carina della scuola.
 
-          Petunia
-          Giggles
-          Petunia
-          Giggles
-          Lammy .- aggiunse improvvisamente Truffle.
-          Flaky.
 
Splendid e Flippy si guardarono all’unisono per poi voltarsi verso il colpevole, Handy. Quello sorrise ad entrambi e ripeté il nome della ragazza.
 
-          E dai è carina, dolce e così imbranata che beh
 
Flippy gli lanciò contro il carrello con tanta forza da farlo cadere al suolo. Si voltò e uscì rapidamente dal negozio. Era già tardi poteva benissimo tornarsene a casa. Cristo santo perché l’aveva fatto ? forse era stato Fliqpy, no era impossibile. Corse verso il furgoncino, il cuore gli batteva e sentiva crescere la rabbia. Appoggiò la testa contro il volante, anzi la sbatté contro un paio di volte prima di ripartire. Partì in quarta e nello scorgere uno Splendid decisamente irritato uscire con un paio di sacchetti carichi di cose, non provò alcun piacere. La cosa lo irritò maggiormente. Se ne tornò a casa attendendo il giorno seguente. Avrebbe visto Flaky cantare, non ci sarebbe stato niente fra di loro. Però, Handy aveva ragione, Flaky era così timida e semplice e ..
 
-          Mi fa impazzire.
 
Flippy si rimangiò subito quello che aveva detto. Si buttò sul letto sotto una massa indistinta di cuscini e tentò di prendere sonno.
Flaky a casa fissava la finestra , mentre Lammy cucinava degli scones.  A parer suo erano osceni, ma dopotutto doveva mangiarli per farsi perdonare.  Le cene con Lammy erano abbastanza tranquille, lei se ne stata zitta e lasciava parlare l’altra per ore e ore. Alla fine si stancavano entrambi e andavano dritte a letto. Lammy le strinse la mano prima di addormentarsi.
 
-          Pensi che domani andrà tutto bene?
-          Beh lo spero…
-          Allora buona notte
-          Già notte.
 
Ore 8:00 am , ora di correre. Flaky buttò giù dal letto Lammy a cui occorsero vari minuti prima di capire chi fosse e dove fosse. Si vestirono così rapidamente che Flaky non si accorse nemmeno di avere addosso gli abiti che Lammy le aveva acquistato: la minigonna nera, il maglione arancione e un paio di calzettoni a righe nere e rosse. Lammy le sistemò i capelli tentò di truccarla e la scaravento nel furgoncino. Stettero in silenzio entrambe convinte che la loro voce doveva essere preservata. Arrivata a scuola Flaky notò subito la presenza in ogni angolo dei due animaletti che aveva disegnato Flippy, o che almeno erano vicini al suo banco . c’era una gran folla e il loro spettacolo sarebbe dovuto iniziare a breve. Lammy la trascinò con se dentro l’edificio travolgendo la maggior parte degli studenti.
 
-          Bene prima di noi c’è qualcun altro.. non so chi uh uh
-          Perché quella risatina?
-          Io? Uh uh niente..
 
Flaky si accomodò nelle prime file, posti riservati aveva sussurrato Lammy tutta soddisfatta. A quel punto Flaky era inabissata dentro la poltrona in attesa. Le luci si spensero e il palco si illuminò. Lammy rise soddisfatta e Flaky spalancò la bocca senza parole. Flippy, finalmente senza divisa militare, era davanti al microfono.
 
-          Ehm.. salve… credo che mi conosciate un po’ tutti quindi meglio inziare. Questa canzone non è mia, ma la dedico comunque a qualcuno…
-          Senti com’è carino..
-          Lammy taci..
-          La canzone è Stay beatiful dei Last goodnight, vorrei sottolineare che sono stato costretto a cantarla… da quello lì – Flippy indicò Disco alla batteria che sorrise soddisfatto.
 
Si piegò verso il microfono , lanciò uno sguardo a Flaky, che quasi svenne sulla poltrona e iniziò. La voce di Flippy suonò melodiosa nella stanza , Lammy rise come una beaota battendo i piedi a tempo mentre i ragazzi alle sue spalle canticchiavano assieme al cantante. Flaky si alzò battendo le mani, ntusiasta all’idea che Flippy avesse avuto così tanto coraggio.
http://www.youtube.com/watch?v=2y_-OEiTKBg&list=FLSnrHq5MzsTRMYIAlg23JuQ&index=55&feature=plpp_video
 
-          Sunday morning at the door
You were coming back for more
We were kicking it all around
I was looking in your eyes
You thought it was justified
You said, m m m m more
-          Don’t stop, Don’t change, Stay beautiful 
One life, Today, You’re irresistible
Get up, Get out, Stay wonderful
All this time is waiting for you
Don’t stop, Don’t change, Stay beautiful
-          Poison kisses in the rain you were calling out my name
Laughing like the joke was on me
-          Singin…..
Ba da da ba da da
Ba da da ba da da
Ba ba ba ba da
Don’t stop, Don’t change, Stay beautiful
One life, Today, It’s undeniable
Get up, Get out, Stay wonderful
All this time is waiting for you
Don’t stop, Don’t change, Stay beautiful
-          Post cards, throwing darts, side kicks and super marts
Break dance, second chance, I will run to you
-          Sideways, back and forth, wake up, hit the floor
Oh no, where’d you go, it will come to you
One more, day like this
One more, poison kiss
One more, hand to fist
I will run to you
Always, first in line
Always, on my mind
Always, doing fine
It will come to you
-          Ba da da ba da da
Ba da da ba da da
Ba ba ba ba da
-          Don’t stop, Don’t change, Stay beautiful
One life, Today, Your irresistible
Get up, Get out, Stay wonderful
All this time is waiting for you
-          Don’t stop, Don’t change, Stay beautiful
One life, Today, Your irresistible
Get up, Get out, Stay wonderful
All this time is waiting for you
Don’t stop, Don’t change, Stay beautiful
-          Don’t stop, Don’t change, Stay beautiful
One life, Today, Your irresistible 
Get up, Get out, Stay wonderful
All this time is waiting for you
All this time is waiting for you

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Capitolo 7
*** Sangue e orrore ***


Sangue e orrore.


(La canzone che cantano Lammy e Flaky è l'op di Angel Beat http://www.youtube.com/watch?v=Im--kWO229o )Lammy portò le mani alla bocca estasiata da quella confessione così ardita ed improvvisa. Di certo era rivolta  a Flaky, ma quella non avrebbe capito di sicuro. Forse se le avesse urlato in faccia Flaky ti amo avrebbe intuito qualcosa e ripeto qualcosa. Era certa che Flaky non avrebbe detto niente al ragazzo impacciata com’era. Le serviva un piano geniale chiaramente per farli stare assieme senza però farla ammazzare.  Flippy lanciò uno sguardo a Flaky così intenso da fare arrossire la stessa Lammy per poi voltarsi senza salutare e scappare dietro le quinte quasi spaventato. I ragazzi dietro di lei applaudirono chiedendo il bis e il tris, ma Flippy non tornò. Lammy si riprese e scosse violentemente Flaky per svegliarla. L’altra era rimasta così convolta da non capire nemmeno dove fosse. Si sentiva osservata come se tutti la stessero fissando. Però quella canzone non era per lei, non era per nessuno erano solo parole e qualche accordo.  Flaky prese fiato, si sentiva scoppiare , la gente urlava e lei aveva lo sguardo di Flippy fisso nella mente. Che diavolo! La rossa si alzò costretta dalle continue spinte di Lammy e si avviò verso le quinte. Intravide Flippy e gli andò incontro, per congratularsi, ma l’altro nel vederla era fuggito. Flaky emise una specie di sbuffo tipico di quando era ferita ed era rimasta impassibile a fissare l’ombra di Flippy in fuga. Lammy dal canto sua la fissava tutta agitata. Flaky si costrinse a salire sul palco , la folla nascosta dietro il tendone urlava. Le gambe le tremarono pensò di essere diventata una sorta di gelatina o qualcosa di simile. Si accomodò davanti al piano ed ecco il tendone sparire. Lammy alla chitarra batté un paio di volte il piede a terra per darle il tempo di iniziare. Le sue mani si mossero’ rapide sui tasti bianchi e neri, era questo l’unico modo per lei di dimenticarsi della folla, del dolore, della follia del mondo suonare. Cantare era stato semplice considerato che la chitarra e gli occhi chiusi ovattavano il suono della sua voce. Percepì un leggero dolore in corrispondenza delle punte delle dita, ma lasciò stare, che importava? L’unica cosa importante era far felice Lammy. Quest’ultima tutta presa dalla chitarra gioiva nel vedere la folla animarsi e le due “puzzole” fuggire dalla sala invidiose. Flaky era da sempre una grande pianista, ma anche la sua voce era particolarmente adorabile. Quando aveva iniziato a cantare la paura era scomparsa e questo aveva reso lammy felice, felice di vederla per una volta rilassata. Lammy si voltò per un istante alla ricerca di Flippy, quest’ultimo se ne stava dietro le quinte a fissare Flaky sorridendo come un ebete. Tentò di attrarre l’attenzione dell’altra, ma sarebbe potuta finire male. Flaky avrebbe potuto iniziare ad urlare impaurita per poi scappare e a quel punto chissà.
 
-          My soul is shaking
I thought I found it
Like millions of dreams the day can vanish
I watched it fade
I waved it good-bye
“Thank you”
 
L’ultima strofa di Flaky concluse la canzone. Lammy sorrise ancora mentre tutta la scuola applaudiva e festeggiava. Flaky restò attaccata al piano impaurita più che mai da tutte quelle urla. Non riusciva a distinguere bene le parole, probabilmente la stavano prendendo in giro che vergogna. Lammy le strinse la mano trascinandola, ancora seduta sul panchetto, davanti a tutti. Forse voleva umiliarla. Invece erano tutti entusiasti, tutti eccetto Flippy che non riusciva a vedere. Certo ancora non era entrata in possesso di una super vista, quindi non poteva sperare molto dalla sua miopia. Alzò appena la mano e un’ondata di fiori al investì, la vista di un mazzolino di rose la impressionò tanto da farla fuggire. Uno era allergica, due erano piene di spine e lei odiava le spine. Infondo alle scale del palco ecco Flippy che giocherellava tranquillo con un pupazzo rosso a forma di porcospino. Fece finta di non notarlo, ma scivolò sul primo scalino e la sua presenza fu una fortuna. La prese al volo e Flaky sentì un’ennesima volta il cuore scoppiare.
 
-          Flaky stai bene?
-          i..
-          si tu stai bene?
-          CERTO.. che ..s….st…sto bene sono solo scivolata ecco tutto niente di più.
-          A… ma sei arrabbiata?
-          Certo.. ma  a te non interessa quindi ciao.
 
Si sentì orgogliosa, per una volta aveva avuto un po’ di carattere misericordia. Lo lasciò lì a bocca spalancata e spavalda se ne tornò in aula per lasciare un biglietto a Lammy. Le avrebbe lasciato il furgoncino , a lei sarebbe bastata la metro.  Scarabocchiò un pezzetto di carta e ancora trionfalmente uscì sbattendo la porta. Dopo pochi passi ebbe dei ripensamenti e se si fosse offeso? E se non l’aveva visto? Si mordicchiò il labbro, cosa che faceva di consueto quando era nervosa. Tornò in classe di corse e si accomodò al banco per riflettere. Però si alzò quasi improvvisamente a causa di un piccolo oggetto sopra la sedia. Era un orsacchiotto verde tutto sorridente. Si chiese da chi venisse , ma soprattutto perché fosse arrivato fin lì. Si guardò un paio di volte intorno , ma niente. Afferrò il borsone ed attacco il piccolo orsacchiotto lateralmente, al sicuro da ladri o altro. per raggiungere la metro avrebbe impiegato pochi minuti. Dopotutto era proprio dietro l’angolo. Per le scale trovò un gruppetto di ragazze i per eccitate con tanto di pupazzi in mano. La cosa interessante era il fatto che avevano impiegato un solo giorno per sviluppare l’idea di lammy. Flaky pensò che forse era stata troppo avventata e che forse Flippy non avrebbe voluto rendere pubblico il suo “capolavoro”. Mime dal fondo delle scale le sorrise accennando un sorriso. Non era una ragazza malvagia, anzi era simpatica anche se troppo chiaccherona. Come nimo aveva già messo in giro qualche storiella su lei e Flippy. Corse verso l’uscita erano le 15 circa , il tempo volava. Alla fermata della metro non c’era nessuno e la cosa la rallegrava.  Il suo treno era della linea verde, si era segnato tutto su un post-it accuratamente preparato da Lammy. Anche sul veicolo non c’era anima viva. Si sistemò sulla sedia, prima di andare a casa sarebbe passata per il centro, una toccata e fuga tanto per comprare un gigantesco pupazzo a forma di polpo o di pinguino che lei adorava. La voce metallica parlò con tono distinto, ecco la sua fermata. Scese con un saltello e si avviò verso il negozio. Per tornare a casa avrebbe impiegato esattamente venti minuti. Poco tempo, veramente poco. Svoltò l’angolo e intravide Splendid. Tornò subito indietro per poi correre spedita di nuovo nel treno, il problema era soltanto uno: che quello non era il suo. Si guardò intorno spaventata, quando si sarebbe fermato? E dove? Si sedette affondando la testa nelle mani. Dove diavolo sarebbe finita? La voce metallica parlò ancora una volta, ma non comprese le parole. Scese comunque , ma non era il suo quartiere. Una donna assieme al bambino camminava tranquilla al suo fianco. Si voltò e la faccia che apparve davanti alla signora doveva essere terrificante perché scappò via. Flaky scoppiò in un pianto isterico, le mancava il fiato, le gambe erano molli, i denti tremavano. Un nuovo treno, una nuova corsa. Entrò anche in quello e viaggiò per un bel po’, circa un’oretta forse anche di più. Quando finalmente scese la stazione era vecchia e mezza rotta. La voce metallica disse qualcosa riguardo al fatto che non ci sarebbero stati altri treni per la giornata. Dov’era? Flaky si allontanò dalla fermata alla ricerca di aiuto. Probabilmente erano già le 18 la luce calava.  Flaky si appoggiò al muro di un piccolo vicolo, aveva voglia di vomitare.
 
-          Flaky sei tu?
 
La voce di Shfty suonò come un sussurro dietro di lui ecco apparire Lifty. La paura aumentava, che cosa volevano quelli da lei?
 
-          Dicono che ti sei messa col militare..
-          Lo sai che il militare vale un sacco di soldi?
-          C…
-          Si vale un sacco di soldi carina perché tutti vogliono vedere Mr.Hyde in carne e ossa.
 
Le si avvicinarono e Flaky voleva scappare. Le gambe le tremarono e Shifty fu più veloce di lei. La spinse contro il muro, Flaky si voltò per non vedere lo sguardo dell’altro. sentiva l’alito di Shifty sul collo e il cuore stava impazzendo. Era terrorizzata, non avrebbe sopportato un secondo di più.
 
-          Lo sai come si fa ad attrarre un mostro?
-          N.n..
-          Semplice si prende un agnello e gli si taglia la gola.
 
Lifty tirò fuori un grosso coltello e lo spinse contro la gola di Flaky. Quest’ultima urlò con tutta la voce che possedeva, ma nessuno giunse in suo soccorso. La mano di Shifty scomparve sotto il suo maglione e la ragazza inziò a piangere. Perquisiva il suo corpo senza permesso mentre Flaky urlava come una pazza. Chiuse gli occhi sperando che alla fine si sarebbe fermato. Poi sentì un improvviso ringhio, qualcosa di cupo e sinistro. Il primo a sparire fu il coltello di Lifty dalla sua gola. Flaky non aprì gli occhi, lasciò stare. Qualsiasi cosa andava bene. Shifty urlò il nome del fratello e la lasciò stare lì a terra mentre piangeva in modo isterico. Flippy non si era potuto trattenere, la aveva seguita per tutto il tragitto, in modo impeccabile. Poi lo aveva visto, lui che minacciava Flaky, lui che urlava alla sua Flaky, lui che toccava la SUA Flaky. Non si era trasformato, anzi era rimasto lui stesso ovvero lo stesso militare del Vietnam. Lifty lo aveva ucciso in modo tranquillo, semplicemente staccandogli la testa di netto. A Lifty aveva riservato la morte più atroce. Lo aveva spinto contro il muro, gli aveva reciso le mani e poi lo aveva lasciato lì con un grosso coltello conficcato nelle membra.  Flaky aveva una grossa macchia di sangue sui capelli, ma non sembrava essersi accorta di nulla. Flippy le si avvicinò piano, avrebbe voluto spaccare tutto, urlare e lasciare che Fliqpy si divertisse con Shifty, ma alla fine avrebbe ferito anche Flaky, avrebbe potuto continuare persino l’opera di quello lì.
 
-          Flaky…
 
Flaky spalancò i grando occhi rossi e lo fissò flippy arrossì violentemente mentre col suo corpo copriva i corpi dei due. Shfty si lamentava, ma con tutto quel sangue nei polmoni presto non sarebbe più stato capace di parlare.
 
-          Flippy?
-          Fla..
-          FLIPPY.
 
Si lanciò contro di lui nascondendosi fra le sue braccia. Il militare la strette a se, il cuore batteva quasi impazzito. Voleva che Flaky restasse sempre così, voleva che restasse per sempre fra le sue braccia. Arrossì ancora una volta all’idea che si fosse veramente innamorato. Eppure voleva essere proprio come i due animaletti del disegno, del suo disegno. Voleva che lei fosse per sempre il suo pericoloso porcospino rosso.
 
-          Ti porto a casa Flaky..  a casa mia.. non preoccuparti ok?
 
Le sollevò il viso e lei sorrise timida mentre le lacrime le ricoprivano il viso. La prese in collo dolcemente e corse verso l’abitazione. Il furgone era poco distante, avrebbe ricominciato tutto e lo avrebbe fatto con lei al suo fianco.
 
Angolino di Pandora come avevo detto ecco la parte arancione ehehhe comunque ancora grazie ad Arisu e che dire a domani o stasera con l’ottavo capitolo.

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Capitolo 8
*** Hear my song ***


  
Bene bene iniziamo subito con un bel GRAZIE un gigantesco GRAZIE per la mia cara Arisu ( si continuerò a ringraziarti perché mi segui sempre) spero che chiunque stia leggendo questa storia la trovi di suo gusto . detto questo eccoci all’ottavo capitolo..
 
Flippy corse veloce per la strada. Mancava poco a casa , finalmente Flaky si sarebbe riposata. L’unico problema da risolvere era Fliqpy, non era mai stato da solo assieme ad una ragazza, in particolare con quella amata da Flippy. Ci pensò su, sotto certi aspetti se davvero lui la amava allora anche la sua parte malvagia probabilmente provava gli stessi sentimenti. Si voltò verso Flaky, sembrava disperata. Se ne stava lì lontana da lui, accucciata contro il seggiolino. Spinse il piede sull’acceleratore cercando di contenere la rabbia. Quando intravide casa rallentò fino ad accostare. La polizia non gli avrebbe dato problemi, tanto non c’erano impronte o altro, dei cadaveri si sarebbe sbarazzato l’indomani con tutta calma. Scese dalla macchina e corse ad aprire la portiera a Flaky. Quest’ultima tremò qualche secondo prima di fare un piccolo salto e portarsi a terra.  Si aggrappò al militare che perse l’equilibrio per pochi istanti, sconvolto da quell’improvvisa e continua ricerca di affetto da parte della ragazza. La accompagnò fino alla porta, non sapeva cosa chiederle se parlare o meno.
 
-          Grazie..
-          Come scusa?
-          H.. ho detto – Flaky prese un grosso respiro. – ti prego non farmelo ripetere.
-          Non ti preoccupare, non devi ringraziarmi, puoi solo dire grazie alla fortuna perché ero lì.
 
Flaky annuì lentamente e continuò a camminare, piano così piano che Flippy si domandò se non fosse ferita da qualche parte. Flippy entrò nella stanza e corse rapidamente in salotto. Afferrò la scatola di medicinale ed ingurgitò un paio di calmanti, forse così avrebbe tenuto Fliqpy tranquillo, al massimo si sarebbe chiuso a chiave dentro la camera da letto, senza Flaky s’intende. Tossì un paio di volte e cercò di studiare un piano per convivere, almeno per quella sera, assieme a lei. Non gli sembrava possibile, Flaky era lì assieme a lui, anche se le circostanze che l’avevano condotta fino a lì erano decisamente terribili. Prima di tutto avrebbe dovuto preparare la cena, farle fare una bella doccia e trovarle degli abiti puliti.
 
Flaky dietro di lui seguì ogni sua mossa, si sentì la testa pesante, come se i capelli fossero stati bagnati. Appoggiò una mano sulla nuca , ma prima di poterla osservare Flippy la bloccò impaurito.
 
-          È meglio se ti vai a fare una doccia Flaky..
-          Ma non ho vestiti.
-          Ne ho io stai tranquilla, è la prima porta a destra. Fai con calma.
 
Flaky si rilassò o almeno tentò. Fece finta di non notare la mano e si avviò verso il bagno. Si domandò dove Flippy tenesse vestiti da donna e la sua deduzione fu che aveva già una ragazza. Le scese una lacrima, la prima lacrima d’amore che avesse mai pianto. La eliminò subito strofinando con forza la mano contro la guancia. No lei non era innamorata. Si sfilò il maglione, la gonna e il resto dei vestiti per poi infilarsi sotto la doccia gelida. Se non altro per la prima volta avrebbe avuto un odore virile, per l’esattezza essenza di pino silvestre. Mentre la doccia scendeva a Flaky venne la terrificante idea che forse Fliqpy sarebbe entrato nel bagno, ma soprattutto si ricordò improvvisamente di essere a casa di Flippy. Si guardò intorno spaesata, ma quando vide il sangue a terra che colava dai suoi capelli non potè fare a meno di urlare a squarciagola.
Flippy in salotto se ne stava seduto a meditare. Flaky era sola con lui, la cosa lo disturbava in modo esagerato. Si distese sul divano cercando di tranquillizzarsi, le pillole stavano facendo effetto Fliqpy non si era ancora fatto vivo. Si alzò di scatto, non poteva pensare a quello, doveva trovare dei vestiti per Flaky e sapeva già dove cercare. Salì rapidamente per le scale per poi scomparire nella prima stanza a sinistra. Era la stanza di sua madre, l’aveva lasciata così da quando se ne era andata lasciandolo da solo. Afferrò le prime cose che ad occhio sembravano essere della stessa taglia di Flaky e uscì. L’urlo della ragazza lo bloccò. Chi c’era? Che Shifty fosse ancora vivo? Era già pronto a far riemergere la bestia mentre correva disperatamente verso il bagno. Spalancò la porta non curante della possibile vista. Flaky dentro la doccia se ne stava accucciata, riusciva a scorgere solo i contorni, ma un brivido gli attraversò la schiena costringendolo ad abbassare lo sguardo.
 
-          Flaky.. c’è qualcosa che non va?
-          Ti prego.. avvicinati
 
Flippy fece come gli era stato ordinato. Si accostò alla cabina della doccia attendendo nuove istruzioni. La mano di Flaky uscì quasi subito ricercando a tastoni la propria. Per un secondo rimase così a fissare il disperato tentativo della ragazza di fare di lui il suo appiglio per resistere, sopravvivere. Le strinse la mano, intrecciando le dita con quelle dell’altra stando bene attento a non far cadere lo sguardo nella fessura da cui aveva intravisto la pelle chiara di Flaky coperta dai capelli rossicci.
 
-          C’era del sangue.. era ovunque. C’è sempre sangue ovunque io vada, non capisco perché debba portare così tanta sfortuna. Perché c’era tanto sangue.. perché.. quel sangue di chi era?
 
Flaky pianse sommessamente mentre teneva premuta la testa contro il muro. Flippy rispose alla sua stretta con maggior forza , ma percepiva in lui una qualche titubanza. Flippy dal canto suo non sapeva come fare a dirle che era lui il colpevole di quell’efferato omicidio. Gli venne quasi da piangere, avrebbe finito col perdere Flaky. Sotto certi aspetti forse quella sarebbe stata la cosa migliore da fare.
 
-          Flaky non era tuo quel sangue..
-          E di chi era?
-          Beh – Flippy deglutì rumorosamente prima di rispondere.
-          Non importa..
-          Come?
-          Se non mi vuoi rispondere va bene, a me importa… importa solo di Flippy e non di quello che fa Fliqpy.
 
Flippy tremò improvvisamente mentre si lasciava scivolare contro la cabina. Avrebbe voluto urlare grazie Flaky grazie di esistere, io ci sarò sempre per difenderti, da adesso per sempre io ci sarò.
 
-          Grazie Flippy, grazie di esserci, grazie di difendermi. Io ci sarò sempre per te da adesso in poi sarò sempre con te. Te lo prometto.
 
Il militare si alzò rosso in volto, gli occhi lucidi. Nessuno voleva stare con lui, lui era simbolo di morte nulla di più, ma lei.. lei era diversa. Appoggiò i vestiti sulla seggetta del bagno, prima di uscire.
 
-          Ti ho lasciato dei vestiti fuori puoi metterti quelli se vuoi..
-          Si grazie..
 
Scappò via, ma non camminò per molto. Si lasciò andare a terra scivolando lungo la parete subito fuori dal bagno. Sarebbe stato lì per un po’, se il rantolio dello stomaco non gli avesse ricordato che era già ora di cena. Non ebbe il tempo di sollevarsi che Flaky era già uscita, i capelli ancora un po’ bagnati raccolti in una crocchia e gli stessi vestiti di sua madre. Nell’aria per un sitante Flippy riconobbe gli stessi odori della madre e della ragazza mischiati assieme. Una fragranza nuova che a lui ricordava casa.  La ragazza lo fissò per poi piegarsi davanti a lui. Gli sollevò dolcemente gli angoli della bocca, creando un finto sorriso per poi scendere. Flippy restò così immobile, le mani gli tremarono spaventato da quella persona che con così pochi piccoli gesti riusciva a bloccare i suoi battiti. Flaki scivolò nella cucina e cercò di imbandire una semi-cena. Non era molto abile in cucina, se non si consideravano i biscotti, si sarebbero arrangiati. Sentì i passi di Flippy per le scale, erano pesanti, da vero militare ordinati uno dopo l’altro come in una sequenza numerica. Spelò una paio di carote, due patate , zucchine e mise tutto ina una pentola per poi accomodarsi davanti alla pentola così da riscaldarsi. Flippy entrò e nel vederla già seduta si accomodò accanto a lei. Si sentivano entrambi gelidi, come se il freddo fosse entrato nelle ossa.  Flaky si spostò nell’estremità della sedia opposta a quella di Flippy. Erano fin troppo intimi così.
 
-          Quei vestiti sono di mia madre. – proruppe improvvisamente Flippy. Flaky arrossì sentendosi una gran sciocca. – se ne è andata quando era ancora molto piccolo lasciandomi da solo. Sono diventato un militare perché pensavo che forse vedendomi un uomo sarebbe tornata da me. Invece sono rimasto da solo, almeno fino ad adesso pensavo di essere solo.
 
Si voltò verso Flaky con un gran sorriso sulla faccia , già adeso c’era lei. L’altra abbassò lo sgaurdo per poi allungare le mani contro il fuoco caldo.
 
-          Mio padre ha ucciso mia madre, è per questo che sono sola. Sono diventata paranoica perché quando mio padre tornò dalla guerra era diversa, non era più lui, era un mostro. Ma non come il tuo Fliqpy che va e viene, no io avevo il mio personale Mr.Hyde ogni giorno. Trattò me e mia madre come due spie segrete per molto tempo, cercando di convincerci che i nostri satelliti non avrebbero mai  carpito i suoi segreti. Poi un giorno ha ammazzato mia madre ed eccomi qui. Lammy è l’unica
che mi è rimasta accanto.
 
Flippy si oscurò mentre cercava timidamente la mano di Flaky. Si sentiva in debito con lei e voleva ricambiare. l'altra lasciò la testa china sulla sedia mentre tendeva piano la mano verso l’ex militare. Quest’ultimo le sfiorò delicatamente la mano per poi posare la mancina sulla testa di Flaky. Seguì i contorni del suo viso fino ad arrivare al mento. Lo sollevò leggermente per fissarla meglio negli occhi e le si avvicinò. Flaky rimase impassibile persa negli occhi di Flippy. Quando lui appoggiò le sue labbra sulla sua guancia percepì il calore aumentare sul viso e chiuse gli occhi, così improvvisamente impaurita. Flippy avrebbe voluto baciarla sulle labbra, ma forse era troppo avventato. Flaky riaprì gli occhi e nel vedere Flippy allontanarsi gli si avvicinò goffamente per poi scoccarli un bacio sulla guancia. L’altro cadde rovinosamente a terra rosso come un pomodoro e evidentemente scioccato. La ragazza si alzò dalla sedia scusandosi un paio di volte.
 
-          Scusa.. per ..p.. p.. per farmi scusare..
-          Canta per me..
-          Cosa?
-          Canta per me Flaky.
 
Le prese la mano e la condusse davanti al piano al centro del salotto. Flippy si accomodò sul divano e fece cenno all’altra di sedersi. Flaky si accomodò, c’era solo una canzone che forse sarebbe stata capace di cantare. Una canzone triste il cui testo aveva creato lei stessa a partire dalla musica (Hibari Miku http://www.youtube.com/watch?v=joxbEhvX91k dovreste prendere sola base musicale e leggere il testo d ame inventato ).
 
-          Here, in the ashes of my soul
-          I can see the smoke of the heart I had got
-          So, if you want to let my heart live,  sing for me
-          In my old house my mother told me that
-          If I ‘d be a god girl no one would have hurt me
-          But , now I’m here all alone and no one can here my song
P.S Angolo di pandora lo so , lo so la canzone fa schifo..

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Capitolo 9
*** Notte ***


Flaky si stucco dal piano , ma non si voltò. Non aveva una voce fantastica, era troppo stridula e infantile per i suoi gusti. Voltandosi avrebbe visto la faccia divertita di Flippy e questo l’avrebbe fatta soffrire ancora di più. “ se lo vedo ridere di me..” strinse i pugni singhiozzando a bassa voce. Non voleva farsi sentire, non voleva farsi vedere, era stata fin troppo avventata. Quando sentì i battiti delle mani di Flippy, flaky si voltò incuriosita. L’altro era in piedi e sorrideva, ma non era un riso di scherno, era solo un sorriso amichevole lo stesso di Lammy e di Handy. Abbassò lo sguardo e si allontanò rapidamente dallo strumento. Si sedette nella poltrona posizionata nel lato opposto della stanza dove sedeva Flippy. Non voleva essere troppo intima con lui, non lo avrebbe sopportato, probabilmente si sarebbe stufato vedendola sempre così vicina quindi era meglio allontanarsi.
 
 Flippy la osservò mentre fuggiva via e ebbe solo il tempo di alzare la mano prima che Flaky si fosse seduta. Non voleva che stesse lontana da lui, si sentiva strano anche nello stare separati per un’effimera distanza. La sua faccia si fece improvvisamente color lampone, diavolo adesso sarebbero dovuti andare a dormire. Di certo Flaky avrebbe dormito nella sua stanza, però insomma erano pur sempre nello stesso edificio.  Si arruffò i capelli quasi stesse cercando in essi la soluzione al suo problema. Respirò cercando di controllare i battiti del cuore così da non far spuntare fuori improvvisamente Fliqpy.
-          Flippy.. perdona la domanda alquanto strana..
-          Uh si dimmi
-          Non è che avresti un pigiama da prestarmi?
-          A….
 
Flaky si torturò le dita freneticamente. Era disperata, non sapeva come fare. L’imbarazzo di dormire nella stessa casa con un ragazzo la opprimeva. Si alzò di scatto perdendo subito l’equilibrio. Provò un’ennesima volta e questa volta riuscì a sostenere il proprio peso. Sistemò i cuscini sulla poltrona, accomodandola come meglio poté.
 
-          Ho qualcosa. – rispose Flippy rosso in viso.
-          Oh bene… mi accontento di tutto anche una camicia o una maglia sono più che sufficienti.
-          CHE COSA?
 
La faccia di Flippy si fece ancora più rossa quando l’immagine di Flaky vestita di una sua sola camicia si fece largo nella testa come un tarlo affamato. Fissò l’altra cercando di assumere un’espressione normale, ma la cosa non riuscì perché la faccia di Flaky era tutt’altro che tranquilla.
-          Ho detto qualcosa di male?
-          No… stai tranquilla Flaky vai pure a riposarti..
-          Beh pensavo di dormire qui
-          No no tu dormi in camera mia!
 
Questa volta fu la faccia di Flaky a farsi rossa, lanciò una paio di cuscini contro Flippy per difesa personale e fece l’atto di scappare. Flippy si alzò afferrandola per il braccio, nel modo più delicato possibile. Flaky non desistette continuò a picchiarlo con il cuscino che le era rimasto.
-          Lo so mi sono espresso male ahio Flaky non intendevo con me ahio.. intendevo di sopra nella mia stanza ecco tutto però piantala è pieno di piume..
-          Ops… mi spiace non volevo te lo giuro.
 
Flippy abbassò lo sguardo mentre lasciava andare Flaky. Tutta la stanza si riempì delle piume del cuscino, sembrava una paesaggio di montagna. Osservò Flaky una paio di volte, rapidamente senza farsi notare mentre armeggiava con le tasche dei pantaloni.  Non sapeva più che dire e preferì quindi allontanarsi dalla stanza per trovarle qualcosa da mettere. Flaky lo seguì passo dopo passo, come fa un anatroccolo con la madre. Flippy si sentiva strano, strinse il petto e ancora una volta gli parve che il cuore stesse per scoppiare. Flaky era fin troppo innocente, così carina e dolce da non sembrare neanche reale.
-          Flaky…
-          Dimmi..
-          Non ti imbarazzare per la domanda rispondi e basta e non prendermi per pazzo.
-          Flippy.. mi stai preoccupando…
-          Aspetta un secondo
 
Flippy prese fiato mentre l’altra si era fermata per ascoltare lui era andato avanti.
-          Sei reale?
-          Come?
-          Dico.. tu sei strana perché.. perché sei carina, dolce e mi parli e si sei una paranoica come mai ne ho viste in vita mia, però non ti faccio paura perché altrimenti non saresti qui. Però non mi sembri reale.
 
Flaky arrossì leggermente mentre un sorriso di gioia le compariva sul viso. Allungò il passo per poter abbracciare Flippy da dietro. Quest’ultimo si bloccò improvvisamente e nel sentire le braccia di Flaky attorno al corpo cercò di rilassarsi. L’odore di Flaky era un mix di fragole e pane appena lievitato. Un odore decisamente strano che però a lui piaceva.
-          Mi sembra di essere reale.. non sono molto diversa dalle altre no? – sussurrò Flaky premendo la testa contro la schiena di Flippy.
-          A me… non sembri come le altre…
-          Come?
-          Per me sei un angelo, perché sei qui e sei la prima persona che vuole stare con me. Sei il mio angelo protettore.
 
Flippy si pentì subito delle sue parole perché l’altra lo aveva lasciato andare. si voltò di scatto, ma la vista di Flaky in lacrime gli impedì di fare altro. La ragazza scappò via nascondendosi nella camera da letto. Seguì quasi subito un sussurro che tradusse con buona notte. Si dette una forte pacca sulla testa e tornò giù al proprio divano.
 
Flaky dentro la stanza si era catapultata sotto le coperte. Non voleva farsi vedere così rosso da Flippy così era fuggita. Si sfilò il maglione e la gonna e rimase un po’ così avvolta dall’odore di Flippy. Era odore di alberi, di foresta, di pini. Sorrise avvolgendosi nelle coperte per poi staccarsi da esse imbarazzata. Si infilò una maglia di Flippy che aveva trovato girovagando sul letto e restò così. Il tempo passava ne era consapevole, ma il sonno non sembrava apparire. Scese a terra e il pavimento freddo la svegliò del tutto.   Cercò di essere silenziosa, quindi camminò sulle punte fino alla porta ed oltre. Aprì il telefono che stringeva nelle mani per poter illuminare per terra.  Scese un paio di scalini senza sapere nemmeno dove stesse andando.
Flippy non riusciva a trovare sonno, disteso come meglio poteva sul divano si stiracchiava ogni secondo. Un fruscio lo sveglio del tutto, notò una luce per le scale e rimase immobile in agguato. Quando notò che si trattava semplicemente di Flaky tornò disteso fingendo di dormire.
 
Flaky entrò nel salotto e nell’intravedere Flippy sul divano il suo cuore perse un battito. Inciampò negli scarponi di Flippy cadendo sul divano al fianco dell’altro. quest’ultimo allungò un braccio e la strette al suo fianco. Flaky cercò di allontanarlo , ma così facendo l’avrebbe svegliato e non voleva. Restò così cercando di prendere sonno.
 
Flippy aveva colto l’occasione per tenere vicina Flaky, la sentì vicino così vicino da poter sentire l’odore del suo respiro. L’altra non si oppose, anzi restò calma cosa che non aveva previsto. Flaky si accucciò contro di lui infilandosi sotto le coperte. Flippy sentiva gli occhi diventare sempre più pesanti, le pillole dopotutto erano pesanti. Conficcò la testa nella folta capigliatura di Flaky cercando di prendere sonno. Flaky si addormentò del tutto con le mani intrecciate a quelle di Flippy.
-          Flippy…
 
Flippy spalancò gli occhi sentendosi chiamare, era stata Flaky.. eppure era addormentata. La fissò sembrava ancora più bella sotto il chiarore della Luna. Le accarezzò dolcemente la guancia con la mano libera e posizionò la testa davanti a quella dell’latra. Reagì d’impulso. Si avvicinò rapidamente e la baciò delicatamente sulle labbra per quello che credette un secondo. Flaky fra il sonno, sognò di baciare Flippy e allungò le braccia per poter tenerlo ancora più vicino. Si addormentarono così l’uno consapevole e l’latra inconsapevole di essersi appena scambiati il primo segno di un grande amore.
 
L’indomani il primo a svegliarsi fu Flippy che nel vedere Flaky così vicina impallidì. Si alzò saltandola audacemente non appena il telefonò iniziò a suonare.
-          DOV’è FLAKY???
-          Lammy.. sei tu?
-          Si qualche problema dimmi dov’è adesso?
-          È qui con me..
-          A…
-          No no non farti strane idee. Ho fatto come mi hai detto l’ho seguita, è finita nel mezzo di una rissa e l’ho portata via.
-          Sta bene?
-          Si..
-          Che cosa fa?
-          Sta dormendo ora come ora.
-          Flippy… trattala bene ti prego, la affido al tuo amore.
-          AMORE???
-          Senti un po’ stai zitto e vedi di venirmi a trovare dobbiamo organizzare il vostro appuntamento. Capito?? Perché io so tutto di Flaky e quindi ti insegnerò l’arte del Falkismo nauhah
 

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Capitolo 10
*** Fine ***


Flippy riattaccò leggermente impaurito dalla risata isterica di Lammy. Quella non ci stava tutta con la testa.. flaky emise un sospirò e si sollevò in piedi. Perché.. perché.. Flippy strette gli occhi e cercò di non notare i brividi che gli percorrevano la schiena. Dio era fin troppo carina. Diciamo pure sexy. L’altra strofinò gli occhi violentemente mentre si allontanava alla ricerca di cereali, probabilmente si era dimenticata di non essere a casa sua.  Quando finalmente si accorse di non essere a casa sua emise un grido che preoccupò leggermente Flippy. Quest’ultimo si affacciò nella cucina e la vide nascondersi dentro un grembiulo. La cosa peggiorò ulteriormente la situazione. Flippy scappò dalla casa, aveva fissato con Lammy di trovarsi al caffè all’angolo. Corse nel vero senso della parola sperando che il vento freddo lo avrebbe calmato un po’. Lammy se ne stava dentro al caffè e girovagava qua e là. Quando lo vide lo placca fisicamente per un braccio.
-          Dov’è lei?
-          In casa.. sta dormendo..
-          Con cosa ha dormito..
-          Quante domande fai???
-          Rispondi uomo..
-          Con una mia camicia..
-          Ho..oh…oh… è così.. così.. maledettamente romantico oh mio Dio quanto vi adoro. Potrei anche farci un manga ti andrebbe? Tu saresi un dolcissimo orso verde e Flaky un bel porcospino rosso. Si lo so che gli avevi creati tu..
-          COSA?
-          Pensavi non lo sapessi eh?? Eh eh io so molte cose, ma siamo qui per parlare di Flaky.
-          Già..
-          Le vuoi bene?
-          No
-          Cosa?
-          Io non le voglio bene , la amo è diverso il concetto.
-          Flaky è timida lo sai vero? Le ci vorrà un po’ per dirtelo.. ma credo che alla fine cederà all’ovvio. Ora però voltati e di quello che hai detto a me a lei.
 
Flippy si voltò, flaky in piedi davanti alla porta li fissava. Stette lì un secondo e poi scappò. Lui era innamorato di Lammy, ecco che cosa doveva aver pensato. Flippy corse fuori dal locale e le ci volle un po’ per raggiungerla. La afferrò e la voltò.
-          Flaky ti amo, non farti strani viaggi mentali come tuo solito. Io amo te non Lammy, non Petunia, non Giggles. Amo te e solamente te. Nons cappare te ne prego resta con me per sempre.
 
Flippy le si avvicinò ed appoggiò le labbra contro quelle dell’altra . flaky non si oppose anzi curvò il collo così da aiutarlo ad adattarsi al profilo delle sue labbra. Flippy socchiuse leggermente la bocca e sentì il sapore di Flaky lo stesso del suo odore. Si staccò con il fiatone sperando che lei non si impaurisse.
 
-          Non stavo scappando.. stavo solo andando a spengere il gas che hp dimenticato acceso.
-          A…
-          Però… non me ne voglio andare. vorrei restare se tu vuoi
-          Certo.. per..per quanto?
-          L’eternità mi sembra sufficiente no? Il finale è motlo breve , ma penso sia sufficientemente intenso. Grazie Arisu e grazie a tuti voi

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