Maledetto Cognome

di Daenerys_Snow
(/viewuser.php?uid=156497)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Grey Wolf ***
Capitolo 2: *** A Vampire Friend Of Something Not Yet Determined ***
Capitolo 3: *** A Trip For Something, Just Being A Vampire And A Human ***
Capitolo 4: *** New Country, New Knowledge, New Life ***
Capitolo 5: *** Ideas, Trends, Past And Guilt ***
Capitolo 6: *** Pages Of Memories ***
Capitolo 7: *** Half-Moons' Key ***
Capitolo 8: *** Proof Of Love ***
Capitolo 9: *** Colosseum Of Wolves ***
Capitolo 10: *** Brotherhood Of The Surname ***



Capitolo 1
*** A Grey Wolf ***


 
 
25 Dicembre. Natale.
Una ragazza alta, bella, con occhi verdi prato e capelli castani chiaro si stava vestendo. E la scelta dei vestiti di quel giorno era davvero importante. Sì, perché era Natale. E a Natale per tutti è naturale sembrare migliori di quanto già non lo siamo.
Optò per dei jeans scuri con una maglia blu accesa. Le scarpe alte nere e grigie decoravano il tutto, che comprendeva anche un cerchietto con un bel fiocco nero. Matita, rossetto e ombretto. Niente di più.
-    Erika, ti vuoi sbrigare? – urlò un bambino che avrà avuto 10 anni.
-    Arrivo, aspetta 5 minuti, Fabrizio. – rispose. – Fatto. Ora possiamo andare. Mamma e papà? Dove sono?
-    Sono pronti: ci aspettano in giardino. Dobbiamo sbrigarci: dovevamo essere lì alle 13:00, e indovina che ora sono ora? – chiese il bambino con gli occhi castani e i capelli corti del medesimo colore.
-    Non lo so… forse le 12:15?
-    No!! Sono le 12:45, e ti voglio anche ricordare che ci vogliono quaranta minuti buoni per arrivare!
– disse nervoso prendendo il cellulare dalla tasca e trascinando la sorella fuori dalla porta.
 
Scesero velocemente i 3 piani di scale. Salirono in macchina dove i genitori li stavano aspettando – Ce l’hai fatta, finalmente! – disse Amanda, una donna con lunghi capelli rossi mogano e con occhi verdi vivaci.
-    Non mi dire che ci hai messo così tanto per metterti quella vernice sugli occhi!! – disse nervoso Valerio, un uomo sulla quarantina con capelli neri, quasi grigi, e di statura media. Lui odiava il fatto che sua figlia si truccasse. Specialmente con dei colori troppo accessi, proprio come quella mattina: Erika si era messa l’ombretto blu.
-    Mi dispiace… ora andiamo che si sta facendo veramente tardi e Roma in questo periodo è piuttosto trafficata. – detto questo, si mise l’MP3 con un Joe Jonas che le spaccava i timpani con See No More.
 
In quei santi quaranta minuti la ragazza pensò, e non poco. Pensava a quanto le mancassero la sua amica Debora e il suo migliore amico Luca.
Pensava al ragazzo che le piaceva fino a qualche tempo fa, cioè un moretto con occhi profondi, Samuele, con il quale ha avuto una mezza tresca.
Pensava a quella cavolo di scuola che aveva scelto di frequentare per 5 lunghi anni, rovinandosi la vita per sempre…
 
I suoi pensieri furono interrotti dopo circa trentacinque minuti.
-    Ma quelli sono Alessia e Fabio! – pensò ad alta voce Erika togliendosi immediatamente dalle orecchi le cuffie che suonavano Set The Fire To The Rain di Adele.
-    Già… senti Erika, prima che tu scenda da questa macchina, ti devo dire una cosa… - il padre poi continuò – attenta… non voglio che proprio il giorno di Natale accada qualcosa…
-    Stai tranquillo, papà… andrà tutto bene!! – e scese velocemente dalla macchina per andare ad abbracciare i due cugini più piccoli. Alessia aveva 11 anni e frequentava la prima media in una scuola di Rieti; mentre Fabio ne aveva 12 e andava in una scuola di Roma. Non li vedeva da quest’estate… le erano mancati…
 
Dopo mille abbracci, la ragazza dai capelli castani salutò tutti i suoi parenti presenti nel parcheggio fuori dal ristorante.
-    Ehi, cuginetta… sei pronta per salutare altre 100 persone? – le chiese il cugino sarcasticamente.
-    Cosa? Spero tu stia scherzando! – ma si dovette ricredere: non appena aprì le porte del ristorante, si trovò difronte a 100, se non di più, persone, tra cui molte che non aveva mai visto in vita sua. Ma era una cosa normale per una ragazza che portava il suo cognome: per Natale erano venuti anche i parenti dall’ Australia. Era normale che lei vivesse in questo mondo: a scuola fingeva di essere una di quelle ragazze poco popolari, tutti sapevano chi era ma nessuno ne parlava. Era intelligente, era forte… sì, ma cercava di rimanere sullo stesso piano degli altri, perché non voleva essere la “migliore” anche a scuola. No… per una volta voleva essere una ragazza normale, proprio come tutte le altre…
-    E pensa che ne mancano più della metà! – le disse la cuginetta ridendo.
-    Lo so… bhè: cominciamo a salutare, allora! – rispose Erika. Cominciò a salutare così tante persone che dopo 5 minuti non si ricordò neanche chi fosse presente alla festa.
-    Eri! Ma io non conosco quasi nessuno! – le disse Alessia quasi terrorizzata. Anche quella bambina ormai si doveva abituare a questa vita: salutavi tanta gente, ma poi alla fine la vedevi solamente alle cerimonie, alle grandi feste e ai funerali. Poi basta. Non c’erano più tutti quei zii che a Natale ti fanno gli auguri. Non c’erano più tutti quei cugini con cui scherzare, giocare… no. Finito il Natale, finiva tutto. Ed ormai i ragazzi tra i 10 e i 18 anni se l’erano imparato, soprattutto in quella famiglia in cui si portava quel maledetto cognome.
-    Ale, sorridi e annuisci… qualsiasi cosa ti dicano! Ricordatelo. – rispose la ragazza di 14 anni. Lei sapeva come funzionavano queste feste: ci si vedeva una volta l’anno e poi… poi basta, perché non c’era un seguito.
 
-    Allora, che mi raccontate? – chiese di fronte ad Erika Marco, suo cugino di 13 anni. Lo vedeva ogni tanto, nonostante abitassero vicini. Erano a tavola e stavano servendo l’antipasto.
-    Niente di che… sai perfettamente cosa ne penso di tutto questo, no? – chiese la ragazza con gli occhi verdi a quello davanti a lei.
-    Sì… e purtroppo nulla potrà mai cambiare…lo sai bene. – rispose sempre lui facendo un finto sorriso poiché gli adulti lo stavano guardando dall’altro lato della tavolata.
-    Ti stanno guardando, vero? – chiese Alessia ridendo.
-    Già… non ce la faccio più ad essere un angelo. Se solo conoscessero come siamo, non credo ci permetterebbero di uscire per festeggiare il Natale.
-    Non me ne parlare…
- disse Fran con la testa bassa. Lui anche era un “santo” davanti a tutti. Solo due persone non lo erano, cioè suo fratello gemello Sergio e l’altro cugino Luigi. Solo loro riuscivano ad essere loro stessi davanti a tutti, anche difronte a quella mandria di adulti che portavano tutti lo stesso cognome.
Sì perché davanti a tutta quella gente bisognava essere educati, migliori degli altri, perfetti: a tavola non doveva essere utilizzato il cellulare, né bisognava parlare a bocca piena, non bisognava alzare la voce se no si dava fastidio agli altri… non bisognava correre mentre si giocava, non bisognava sporcarsi, quindi giocare a calcio era proibito. Tutte stupide regole che sicuramente a casa vostra ci sono, ma nella loro famiglia erano molto, troppo importanti.
 
Finalmente arrivò il secondo: arrosto con patate. Appena lo portarono, i ragazzi fecero una faccia schifata. E chi mangiava dopo 2 primi e 2 secondi con tanto di antipasto e contorno? Non credo molti. Anzi no: c’erano circa un’ ottantina di persone che mangiavano ancora. Gli adulti.
-    E pensare che un giorno noi saremo come loro… - disse Erika guardando qualche suo zio che le faceva cenno di mangiare.
-    Non me ne parlare… non ho intenzione di essere come quella mandria di bufali che hanno il nostro cognome. – risposero in molti.
 
Stavano per portare tutti i tipi di frutta possibile, ma qualcuno arrivò all’improvviso e due mani diverse tra loro si poggiarono sugli occhi di Erika. Una mano grande, ma l’altra era leggermente più piccola.
-    Ma chi siete? – chiese lei spaventata. Nessuno dei suoi cugini poteva fare una cosa del genere, visto che era poco educato mettere le mani in faccia agli altri, specialmente a tavola.
-    Non posso crederci! – disse Marco difronte a lei.
-    Ma di cosa… - non finì la frase che si ritrovò dietro a sé due ragazzi. – Luca! Samuele! Che bello rivedervi… ma che ci fate qui? – disse lei abbracciandoli insieme. I due ragazzi, però, non si sopportavano, neanche un po’. Ma erano entrambi amici di Erika, quindi facevano di tutto pur di non fare pazzie.
-    Niente di che… siamo più che altro venuti per giocare a calcio al campo qui vicino; ci siamo incontrati per caso qui fuori e ci siamo ricordati che oggi tu avevi quello strano pranzo con tutti i tuoi parenti… - iniziò Luca.
-    E ci siamo detti: Perché non entrare qui, che magari troviamo la piccola Erika? – finì Samuele.
-    Mi siete mancati… - disse lei arrossendo, visto che si rese conto che aveva un centinaio di sguardi puntati su di sé.
-    Tranquilla ci pensiamo noi. – dissero insieme i due.
-    Salve a tutti. Io sono Luca, il migliore amico di Erika.
-    Mentre io sono Samuele, il suo…
- non riuscì a finire quella stupida frase. Erika lo guardò storto. Si alzò per finire lei.
-    Un mio amico, sì. Lui è mio amico. – disse sorridendogli. Lui le rispose allo stesso modo.
 
Si allontanarono dai cugini e si misero al centro della sala, in mezzo alle grandi tavolate che aveva preso la sua famiglia. Già: per quanti erano avevano affittato tutto il ristorante. Stavano parlando amabilmente sotto lo sguardo di tutta quella gente.
-    Vuoi venire a fare una partita? – le chiese Samuele.
-    Ecco… non posso… - rispose Erika triste.
-    Perché? Non mi dire che… - disse Luca.
-    Già… tu sai benissimo come stanno le cose.
-    Ma di cosa state parlando?
– chiese l’altro, che ora si sentiva escluso da quella conversazione.
-    Nulla, non ti preoccupare. – dissero all’unisono.
 
Ancora sotto tutti quegli sguardi, i ragazzi continuavano a parlare. Ma c’erano persone che non accettavano un comportamento del genere, tant’è che a Valerio, padre della ragazza, arrivarono occhiatacce. Quella famiglia era normale agli occhi di tutti, ma solo alcune persone sapevano il grande segreto di questa. Già… qualcosa di immensamente grande, ma che in pochi ne erano a conoscenza. Perfino i ragazzi di quella stessa famiglia non ne sapevano molto. Neanche Erika. Sapevano qualcosa che veniva tramandato di generazione in generazione, ma non sapevano nulla della fase successiva…
 
-    Ma quindi voi due non state più insieme? – chiese Luca.
-    Ma di cosa stai parlando? Sai benissimo che non ci siamo mai messi insieme!! – disse lei arrossendo sotto lo sguardo di Samuele.
-    Sì, è vero, ma vi siete baciati, no?
-    Cosa? Tu gli hai detto del bacio?
– chiese furioso Sam ad Erika. La ragazza era spaventatissima: non l’aveva mai visto così arrabbiato.
-    M-mi dispiace… non volevo… - disse lei indietreggiando man mano che l’altro si avvicinava. Luca guardava la scena divertito: sapeva benissimo che non le avrebbe mai toccato capello.
-    Ah sì? E allora perché gliel’hai detto, è? – ormai erano arrivati al limite: stavano toccando il tavolo dove i genitori di Erika stavano mangiando tranquillamente.
-    Erika, ricorda chi sei… tu sei una Dark, non sei una persona qualunque… - le disse a bassa voce Valerio, senza farsi sentire dal ragazzo infuriato.
Quelle parole rimbombarono nella testa della ragazza: lei non era normale, no. Lei era Erika Dark. Lei era diversa, superiore, migliore degli altri. Dopotutto glielo dicevano sempre tutti i suoi parenti.
 
-    Allora? Non parli più, è? Sei solo una sciocca ragazzina!!
-    Ma mi vuoi spiegare cosa vuoi, è?
– dicendo questo, fece un passo avanti e Samuele indietreggiò – Già sei piombato il giorno di Natale nel mio territorio, e ora vuoi anche sgridarmi per qualcosa che ho fatto? Ma chi sei, è? Tu non puoi trattarmi come ti pare, specialmente qui!! – ormai erano tornati al centro e ora tutti, ma proprio tutti gli sguardi erano puntati su di loro. Luca si spostò non appena arrivarono vicino a lui. La questione si faceva seria ora.
-    Mi hai stancata!!! – disse lei urlando ormai. Ma uno schiaffo le arrivò in pieno viso facendola rimanere per diversi secondi girata a guardare terra. Lui l’aveva picchiata.
-    Oh oh… - disse Luca ora spaventato: sapeva benissimo tutto su quella famiglia, e sapeva anche cosa sarebbe successo ora a Sam, a Erika e a tutti gli altri. – Samuele allontanati, svelto!!
 
Non molte persone si avvinavano a questa famiglia… era strana, misteriosa… non si sapeva un granché, ma si notava che c’era qualcosa di strano.
 
-    Ma cosa potrà mai farmi?! Al massimo si mette a piangere! – disse Samuele con una faccia divertita.
Ma qualcosa stava cambiando. Erika incominciò a tremare. Le mani si chiusero in pugni stretti. Aveva ancora lo sguardo rivolto verso il basso, con i capelli che le coprivano il volto. I capelli si scurirono divennero color argento a man mano che i secondo passavano. Alessia, Fabio e Marco non sapevano nulla di tutto questo e guardavano la scena meravigliati e spaventati allo stesso tempo. I suoi occhi si spalancarono. Uno scatto della sua testa bastò a far vedere a tutti i suoi occhi. Non erano più quel bel verde prato, ma erano di un altro colore: oro. Sì, color oro, proprio come gli occhi dei gatti… o dei vampiri.
-    Non può essere… - sussurrò Luca che allontanò dalla stanza i cuginetti più piccoli di  Erika.
La ragazza aveva uno sguardo furioso: le sue mani erano pugni, i capelli ondeggiavano lenti nell’aria circostante, i suoi erano cattivi, pieni d’odio e i suoi denti erano serrati e in bella mostra.
-    Ma cosa sta succedendo a nostra cugina? – chiese la piccola Anna.
-    Cos’ ha Erika? – anche Tiziano in cominciò a fare domande. Erano due bambini di 3 anni, ma sapevano bene certe cose.
-    Niente, state tranquilli… ora noi, però, ce ne andiamo fuori… ok? Anzi: voi andate e io porto anche tutti gli altri, va bene? – disse Luca per rassicurarli.
I bambini annuirono e scapparono fuori, alle spalle di Samuele che aveva uno sguardo timoroso nei confronti della ragazza che gli si presentava davanti.
-    Erika – la chiamò, ma lei non rispose e si arrabbiò finché non gli si scaraventò addosso. L’aveva buttato a terra. Lei dominava.
-    Erika, ti prego: torna in te!! – ma lei a cavalcioni su di lui, con un ginocchio infilzato nello stomaco, lo continuava a picchiare dandogli pugni sul petto.
-    Tu mi hai ferita! Come hai osato? – non era una domanda, ma un’affermazione… anzi: una vera esclamazione!
 
Intanto Luca era riuscito a mettere in fuga i piccolini, compreso il fratello di Erika, Fabrizio, e cercò di convincere anche tutti gli altri.
-    Te lo scordi: nostra cugina ha bisogno di noi! – rispose Marco per tutti.
Possibile che gli adulti erano lì fermi a guardare la scena? Insomma: una ragazza stava menando un ragazzo in mezzo a loro, e se lo uccideva non era una cosa da poco. Poi Luca si rese conto di una cosa: tutti quanti, compresi i ragazzini, avevano degli occhi strani… dello stesso colore di Erika, l’oro puro con una pupilla piccolissima nera al centro. Tutto finalmente era chiaro: non facevano nulla perché per loro era normalissima una cosa del genere…
 
La rissa continuava.
-    Sei solo uno stupido!!! – ringhiò lei contro il volto di lui. Poi con una mano gli prese il collo e lo strinse piano piano.
-    Mi… f-fai… - cercò di dire Samuele. Lo stava strozzando.
-    Erika! Uccidilo!! Subito! – le urlò il nonno.
-    No… lo voglio far soffrire piano piano… - rispose lei facendo un piccolo ghigno. Anche i nonni avevano gli occhi che brillavano d’oro.
Non se ne accorse, ma Samuele si liberò della sua mano al collo, e la spinse con i piedi via. Fece un lungo volo, finché non raggiunse il tavolo che andò in mille pezzi. Sam fece per scappare e, nonostante tutti gli zii di Erika lo cercarono di fermare, riuscì ad uscire dal ristorante.
-    Dove vai? – le chiese lei non appena riprese i sensi. Corse per uscire ma Luca la fermò.
-    Lo vuoi uccidere?
-    Sì… lui mi ha ferita!!! E non voglio che tocchi i miei parenti, proprio come ha fatto con me! – e riscappò all’inseguimento dell’altro. Dietro di lei centinaia di persone dagli occhi color oro la seguivano. Luca fece in tempo per tirarne fuori Alessia.
-    Ma cosa avete? Non mi dire che è questo il…
-    Sì, hai indovinato: questo è il Dark Circle – rispose lei sorridendo malvagiamente. Anche i suoi erano oro. Tutti, ormai anche Anna e Tiziano, avevano quegli occhi. Quei maledetti occhi. Luca capì all’improvviso tutto: questo era il famoso Dark Circle. Quello di cui tutti a Roma parlavano, ma nessuno sapeva di cosa si trattasse, se non che era un qualcosa dei Dark.
 
Samuele era nascosto dietro a un’auto, ma Erika lo vide e con una velocità sovrumana lo raggiunse e lo tirò fuori dal suo nascondiglio. Ma lui si strattonò velocemente e incominciò a correre via. Un attimo.
-    Ora mi hai stufata! – ringhiò lei da lontano. Incominciò a correre. Veloce. Come il vento. Finché qualcosa in lei cambiò. Si buttò in avanti e le sue braccia divennero molto lunghe e potenti… erano zampe. Le spuntò una coda grigia scuro. Due orecchie da cane fecero capolino sulla sua testa, facendo scomparire quelle normali. Il suo corpo si allungò a dismisura divenendo forte, potente e grigio. La sua faccia si allungò come il volto di una volpe. No… come un lupo.
-    Ma è… un lupo… - riuscì a dire Luca con uno sguardo scioccato: lei non gli aveva mai detto nulla di questa storia. Anche se erano usciti insieme migliaia di volte.
-    No… un lupo grigio… - precisò Valerio. – è la futura capo clan del gruppo. Lei è destinata a grandi cose. – disse felice con gli occhi oro che sprizzavano orgoglio.
-    C-capo clan? Ma quindi voi siete dei…
-    Già… siamo lupi… ma questa evoluzione si ha solo all’età di 14 anni. Prima si hanno dei “sintomi”, come gli occhi che cambiano colore con l’umore…

-    E i capelli? A Erika sono diventati argento – disse lui curioso.
-    Veramente quella cosa è strana: a noi non è mai capitato nulla del genere. – poi guardò meglio il ragazzo – Hai paura?
Luca continuava a guardare la scena: un’Erika che rincorreva un Samuele impaurito. – Un po’…
-    Non ti farà niente… ti vuole bene. Questa “cambio d’umore” l’abbiamo solo quando ci arrabbiamo. Bhè… noi adulti sappiamo controllarci bene, ma i piccoli no. Per Erika è la prima volta ed è normale.
-    Lo ucciderà? – chiese lui tremando.
-    Forse… non lo so… la prima preda è la più difficile… accade sempre con qualcuno a cui vuoi molto bene.
-    Ma è…

-    Un controsenso? Sì… lo so. Ma se si riesce ad ucciderlo sei un vero lupo. Ed Erika ne sembra intenzionata. Lei ha il compito di guidare il nostro clan. Lei è la stella dei Dark.
-    Sarà sempre così?
-    Sempre… e nulla potrà mai cambiare. Erika non ne sapeva nulla: non volevo spaventarla. Ma ormai è successo. Stai tranquillo: non ti ucciderà.
-    Lo spero…

 
La ragazza-lupo l’aveva intrappolato sotto sé. Lo guardava con un’aria superiore. Samuele continuò a guardare i suoi a lungo. Erano oro, non più quel verde che lui amava. Dov’era finita la sua Erika?
-    Torna in te, Erika! – le urlò lui, ma lei non era la ragazza che conosceva… lei era la stella. Lei era la futura capo clan dopo suo nonno.
Si guardarono ancora. Poi un tonfo. Secco. L’aveva addentato al collo. Un urlo. Di dolore. Poi il silenzio. Si allontanò lentamente dalla sua vittima andando incontro al suo migliore amico. Luca non aveva paura ma continuava a fissare quel poco che era rimasto della vecchia cotta della sua amica. Sangue dal collo sgorgava in continuazione. Ancora si vedevano i canini infilzati nel collo. Dei buchi decoravano il collo di Samuele.
 
la ragazza-lupo man mano che camminava verso l’amico si ritrasformava. I suoi capelli tornarono castani, ma i suoi tornarono verdi. – Mi dispiace… - disse non appena si avvicinò tanto da potersi far sentire dal padre e dal suo migliore amico. Delle lacrime rigarono il suo volto.
-    Non eri in te… bhè… - poi sorrise – ora sai tutto sulla tua famiglia, no? Ora sei un lupo grigio…
-    Già… senti ma tu hai paura di me? – gli chiese lei timorosa della risposta.
-    Come potrei? So tutta la leggenda… io ti voglio bene, Erika Dark.
-    Anch’io… - e l’abbracciò sfogandosi e facendo uscire tutte quelle lacrime che si teneva dentro da troppo tempo.
-    Erika! – la chiamò il padre.
-    Dimmi
-    Ora sai tutto, ed è giunta l’ora che tu prenda il posto di tuo nonno.
-    Cosa…?

-    Hai ucciso un essere umano, non un lupo. Quindi ti spetterebbe la morte, ma tu sei la stella, e non possiamo permetterlo. Quindi, visto che devi prendere il suo posto, tuo nonno ti lascia il posto e si sacrificherà per te.
-    Ma io non voglio!
 
Parole inutili perché quel giorno il suo caro nonno se ne andò insieme al suo amico Samuele. Lei prese i pieni poteri. E rimase con Luca amica. Era il 1982. Dopo 4 anni la nostra Erika incontrò Billy Black. Anche lui lupo. I due si sposarono e dopo pochi anni ebbero un figlio: Jacob Black. Erika rimase comunque amica con il coraggioso Luca: lui era un semplice essere umano, ma visse molti anni con la sua migliore amica. Finché non la dovette abbandonare dopo una sparatoria avvenuta nel centro si Forks. Sì perché si erano trasferiti lì dopo aver conosciuto Billy. Erika non riuscì a salvarlo e dopo poco tempo partorì Jacob ma morì per delle emorragie fatali. Billy crebbe il piccolo fino a dirgli tutta la verità sulla madre: non era a conoscenza del fatto che la sua mamma fosse un lupo. Pensava fosse una semplice essere umana.
 
-    E così, mia piccola Ashley, ti posso dire che tu sei un po’ come tua nonna: metà e metà. Tu sei mezza lupo e mezza vampiro, lei era mezza umana e mezza lupo. – disse Jacob.
-    Ma papà, allora mamma è una vampira? – chiese la piccola.
-    Sì, tesoro, proprio così… - rispose Renesmee.
-    Ma quindi sono pericolosa? E dovrò uccidere qualcuno a cui voglio bene?
-    Sì… se sarai più lupo che vampiro. – disse Jake sorridendole.
-    Ucciderai la persona che amerai con te stessa, proprio come tua nonna, che ha ucciso il suo primo amore.
 

Spazio Autrice
Salve a tutti! Allora: è la prima ff che scrivo su Twilight. Spero tanto vi piaccia. È ambientata prima e dopo della saga. ^_^ spero in molte recensioni… ciau

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** A Vampire Friend Of Something Not Yet Determined ***


 

 
Possibile che per diventare migliore abbia dovuto uccidere il suo primo amore?
Possibile che nessuno le abbia detto che era sbagliato ciò che stava facendo?
Possibile che nessuno le abbia spiegato che cos’è l’amore?
 
Io avevo la fortuna di avere due genitori splendidi…
Papà Jacob mi raccontò tante di quelle leggende che non so più se mi parla seriamente o mi sta prendendo in giro.
Mamma Renesmee è fantastica: mi aiuta nei compiti, a scegliere i vestiti adatti ai miei appuntamenti e a chiedere a papà se posso uscire con un ragazzo.
 
Sì, perché papà era un tipo piuttosto geloso. Ma mi piaceva questo suo lato.
-    Papà, papà: posso uscire con Alex?
-    E chi sarebbe? – mi chiese mentre giocava con la Play Station 3.
-    Un mio amico…- risposi timidamente.
-    … che ti piace. – concludeva sempre così, facendomi imbarazzare al massimo.
-    Non è vero!! È solo un amico – rispondevo sempre io, quando sapevo benissimo che non era così. Sì, perché quella fu la prima volta che gli chiesi di uscire con un ragazzo.
In un modo o nell’altro riuscivo sempre ad avere il suo permesso dopo migliaia di raccomandazioni e di consigli su come comportarsi con un ragazzo. Già: avere un papà tanto giovano in fondo era forte, perché sapeva cosa pensavano gli altri ragazzi della mia età di me, quindi in qualche modo, anche se non voleva, mi aiutava.
 
Mamma era diversa. Non le piaceva il fatto che uscissi con un ragazzo che non fosse il mio fidanzato, ma alla fine cedeva come tutte le altre madri del mondo. Con lei era difficile parlare di vestiti. Sì, è vero che prima vi ho detto che mi consiglia, ma io per “consigliare” intendevo “proibirmi” di mettere certi indumenti.
-    Mamma, ti piacciono questi pantaloni?
-    Sono orribili! Ma dove vai con quelli addosso?
-    Mamma, che dici se oggi mi metto queste scarpe?
-    Ma ti sei guardata? Sono da maschio!
 
Ok. Non è la famiglia perfetta, ma nessuno ce l’ha, no? E allora a chi importa di cosa ne pensano gli altri. Se nessuno è perfetto, non possono permettersi di giudicare me e la mia famiglia.
 
Ah, quasi dimenticavo: mi chiamo Ashley, Ashley Black. Ho 14 anni e frequento un liceo qui a Forks, la mia adorata città. Sono alta, mora e ho gli occhi verdi scuro. Se ho il ragazzo? No, no. Non mi piace nessuno, per il momento. E poi papà non me lo permetterebbe. Altri parenti? Ehm… vediamo: c’è nonna Bella, nonno Edward, nonno Billy e… già, anche lei… nonna Erika.  Sapete, i miei nonni paterni si sono trasferiti qui a Forks ancor prima della nascita di mio padre. Erano giovani a quei tempi.
 
L’altro giorno ho chiesto a papà qualcosa su mia nonna Erika, cioè sua madre. Sì, la storia la so. È triste, vero. Ma è romantica, in un certo senso.
A dir la verità, io non sapevo nulla di questa mia presunta nonna, non finché me l’ha detto mio padre e mia madre. Mi hanno raccontato che amava un ragazzo della mia età, ma che ha ucciso senza volerlo perché in quel momento non era in sé. Ma poi ha conosciuto nonno Billy e si è sposata con lui. Ma so perfettamente che non si era dimenticata di quel Samuele, un ragazzo italiano. Peccato che non abbia potuto vivere il suo amore; ma se lo avrebbe fatto, io non sarei qui a parlarvi, no?
 
Un altro particolare: io non sono un’ essere umana come voi. Io sono metà vampiro e metà licantropo. Ora vi starete chiedendo: è un horror questo? E da dov’è uscita questa ragazzina? Sì, ne sono sicura.
Bhè, il punto è che mia madre è un vampiro e mio padre un lupo. Ok, ok: la storia è contorta, ma ora vi racconterò tutto. Mamma Renesmee è nata da un’ essere umana, solo inizialmente perché poi l’hanno trasformata in vampiro, e da un vampiro: quindi è metà vampiro e metà no, ma il suo lato vampiresco ha preso il sopravvento da quando anche sua madre è stata trasformata. Sì, mia nonna Bella è stata trasformata quando ha partorito mia madre. Era un’ essere umana, ma poi è rimasta incinta di un vampiro, mio nonno Edward, ed è stata trasformata solo per farla sopravvivere al parto. Quindi mia nonna ha origini umane e mio nonno anche, ma è stato trasformato anche lui a 17 anni perché stava per morire e il mio bisnonno Carlisle l’ha morso. Ok. E quindi mia mamma mi ha trasmesso il gene “vampiro” a tutti gli effetti.
Poi c’è papà Jacob. Lui è nato da due licantropi nati licantropi: mio nonno Billy è nato da una stirpe di lupi dell’ America ed entrambi i suoi genitori erano licantropi. E fin dalla sua nascita ha mostrato il suo lato lupesco. Mia nonna Erika ebbe una storia diversa: lei è sempre nata da una stirpe di lupi, ma solo suo padre Valerio, cioè il mio bisnonno, era un licantropo; sua madre era un’ essere umana. Non mi spiego ancora come abbia fatto la mia bisnonna Amanda a stare in una famiglia di lupi. Perciò, visto che è nata da un lupo e da un’ essere umana, era per metà licantropo; ma bisogna sapere che all’età di 14 anni, in quella famiglia, c’era una prova: se assumevi la tua vera forma, eri un vero lupo; se no, rimanevi un semplice essere umano. Ma in quella famiglia dal “cognome maledetto” tutti riuscirono a superare questo test. Erano italiani. Un po’ come i Volturi di cui racconta sempre nonna Bella: una specie di clan diverso, perché, oltre ad essere dei normali lupi, avevano anche degli occhi strani al momento della trasformazione, colore dell’oro. E poi erano un clan importante in tutto il mondo. Quindi papà è nato da due completi lupi, visto che anche mia nonna Erika riuscì a superare la prova dei 14 anni.
 
Quindi la situazione è questa:
° nonno Edward – nato umano (da umani) ma trasformato in vampiro;
° nonna Bella – nata umana (da umani) ma trasformata vampira;
° mamma Renesmee – nata metà vampira e metà umana, poiché al momento del concepimento mia nonna era umana; però è una vampira completa, ormai;
° nonno Billy – nato lupo (da due lupi);
° nonna Erika – nata metà lupo e metà umana ma divenne lupo completo all’età di 14 anni;
° papà Jacob – nato lupo (da due lupi).
Capite com’è strana la mia famiglia? Ah, e poi ci sono io: metà vampira (da mamma) e metà lupo (da papà). 50% e 50 %. Precisi. Quindi ancora non so cosa sono, visto che solo una parte potrà dominare. Da quanto ho capito da mamma e papà.
 
Quindi, quando esco con un ragazzo, devo nascondere i canini che sono cresciuti col tempo e gli occhi che diventano oro quando mi emoziono. Ah, giusto: gli occhi oro sono ereditati da mia nonna Erika. Un particolare proveniente solo dal suo clan italiano. Ho notato anche un’altra cosa, però, quando mi emoziono. I miei capelli diventano pian piano color argento, proprio come accadeva alla mia nonna paterna. Una caratteristica solo sua, non della sua famiglia. Strana come cosa, vero?
 
Ed è proprio per questo che sono qui: per capire il motivo di questi capelli strani. Mio padre mi dice sempre che era un qualcosa di speciale, che apparteneva solo esclusivamente a sua madre. Ma perché? Insomma, i lupi del suo clan non ce l’avevano, ma lei e suo fratello Fabrizio, cioè il mio prozio, sì. Quindi era qualcosa che tramandavano solo i genitori. Perciò Valerio e Amanda. Ma cosa? Lui era un lupo nero e lei una semplice essere umana, no? O papà non mi ha detto qualcosa?
 
Sono confusa. Quando sono uscita con il mio migliore amico David gli occhi mi sono diventati oro e i capelli argento e lui si è messo a ridere. Se fosse stato qualcun altro sarebbe scappato, ne sono certa. Ma lui è rimasto lì, a fissarmi e a chiedermi di non arrossire per la vergogna. Così gli ho detto tutto. Tutto tutto. Senza tralasciare nulla. Ciò che ho scritto qui l’ho detto anche a David e lui mi ha creduto. E ho scoperto una cosa: anche lui non è un essere umano. È un vampiro. Ed infatti mio padre non è felice di questo: non vuole che passi tempo con i “succhiasangue” ma lui è innamorato di mia madre che è una vampira a tutti gli effetti, quindi io posso essere amica di David tranquillamente. Mi ha detto che è nato da un vampiro, gemello di una semplice essere umana. Sì, perché i suoi nonni erano un vampiro e un’ essere umana. Perciò sua zia è un’ umana mentre suo padre un vampiro. A sua volta, quest’ultimo si è sposato con una donna-lupo, ma lui è un vampiro mentre suo fratello più grande è un lupo con il manto marrone cioccolato.
Quindi non sono solo io la strana qui a Forks. Però c’è un particolare che mi ha sorpreso molto. Il nonno di David, che è morto poco dopo della nascita di suo padre e di sua zia, era italiano e si chiamava Luca. Un nome che conosco, che mi ricorda qualcuno… Luca, Luca… aspetta un secondo: ma era il nome del migliore amico di mia nonna Erika. Quindi… no, no. Lui sicuramente è rimasto in Italia: non è venuto in America.
Ma la curiosità è troppa. E quindi vado da papà.
-    Papà, senti ma tu sai se Luca, il migliore amico di tua madre, è rimasto in Italia dopo che la nonna è venuta qui a Forks?
-    Bhè… mi sembra di no. Anche lui è venuto. Quando mia madre ha conosciuto mio padre è venuta in America assieme a lui e a Luca. Poi però Luca è morto durante una sparatoria, e tua nonna per questo divenne all’improvviso molto triste e cupa. Io ne so poco, visto che non ero ancora nato, ma mi sarebbe piaciuto conoscere questo tizio. – finì mio padre sorridendomi.
-    E per caso sai se questo Luca era un vampiro?
-    No, non mi pare… e poi se lo fosse stato non sarebbe morto per qualche proiettile: lo sai bene che i vampiri muoiono solo col fuoco.
 
Quindi la mia ipotesi andò in frantumi, ok. Bhè… però ci sono cose che non mi tornano.
Volete sapere un’altra cosa? I capelli di David diventano color argento proprio come i miei ma solo quando si arrabbia molto. Ma lui è un vampiro. Cavolo, com’è possibile?
A me succede, ma ancora non so cosa sono perché ho sia questi canini lunghi che questi occhi caratteristici del clan dei licantropi italiani, ma lui è un semplice vampiro. Ha occhi color oro perché è normale, come nonno Edward. Io ce li ho solo quando mi emoziono, sintomo della trasformazione in arrivo. Ma come cavolo può essere?
C’è solo un modo per scoprirlo. Partiamo per l’Italia. Lì ci sono ancora i genitori di mia nonna, o per lo meno suo padre, visto che sua madre era un’ essere umana. E ovviamente un vampiro dietro mi farebbe piacere avercelo. Quindi David verrà con me.

 

Spazio di Karenita
Lo so: che centra con l’altro capitolo?
Sono riflessioni su riflessioni.
Una ragazza di 14 anni si fa molte domande, specie se si trova per metà lupo e per metà pipistrello. Ok, questa faceva schifo ^^
Quindi se vi è piaciuta, continuate a leggere.  Ma vi dico già che mi ci vorrà un po’ per aggiornare.
Alla prossima…
Love.Wish.Luck
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** A Trip For Something, Just Being A Vampire And A Human ***


4utgdw" target="_blank">Image and video hosting by TinyPic 
Questa è la nonna di Ashley, Erika sotto forma lupo.

Ok. Io devo partire per l’Italia e ovviamente non ci andrò da sola. Ho pur sempre 14 anni: non posso girare il mondo così, come se nulla fosse, anche se io sono diversa. Perché a momenti scoprirò se sono un lupo o un vampiro. E in ogni caso potrò uccidere chiunque con il solo sguardo.
                                          
-    David? Sì, sono io, Ashley.
-    È successo qualcosa?
-    No, no. È che ti devo chiedere una cosa… ma mi vergogno da morire.
-    Dimmi. Anzi, aspetta: non mi dire che ti sei perdutamente innamorata di me? Lo sai bene come la penso…
-    Ma no, brutto sciocco! Che hai capito? Io ti volevo solamente chiedere se ti andava di partire con me per Roma.
-    Ma Roma non si trova in Italia, cioè dall’altra parte del mondo?
-    Esagerato! Va bene… ok. Hai ragione tu. Allora?
-    Bhè… non saprei… è lontano. Ma scusa: perché ci devi andare?
-    Ecco, ho scoperto un po’ di cosucce che però non tornano quindi devo tornare in quella città a chiedere al mio bisnonno qualcosa.
-    Tipo?
-    Non lo so! Ora sbrigati: prepara un borsone che domani si parte!
 
Ok. Ed uno fatto. Mancava un’altra persona da avvertire. Ovviamente stava giocando con la Play Station 3.
-    Papà, ti posso chiedere una cosa?
 
-    Dimmi.
-    Mi chiedevo se magari potevo andare in Italia.
-    Mmm… con la scuola?
-    No.
-    Con tua madre?
-    No.
-    Ashley, perché te ne vuoi andare in Italia?
-    Ecco, papà il punto è che io credo di non capirci più nulla…
-    Senti Ashley, parla chiaro con me.
-    Credo che la storia su tua madre non sia chiara, e che tu non sappia tutta la verità.
-    Cioè?
-    Ragioniamo: Erika, Billy e Luca sono venuti qui a Forks, giusto? Perfetto. Ma poco tempo dopo quest’ultimo muore per una sparatoria avvenuta a Seattle. E poi nonna poco tempo dopo la tua nascita. Ma sappiamo anche lei, dopo la morte del suo amico, si era rattristita molto…
-    È normale: era il suo migliore amico da una vita!
-    Lo so, ma non ho ancora finito. Il punto è questo: Erika era un lupo, no? Ok. Ma perché i capelli le diventavano argento prima della trasformazione in licantropo? Cosa centrerebbe? Perché se non sbaglio in quel clan di lupi non c’era questa caratteristica.
-    Bhè, ma suo fratello anche aveva questa cosa dei capelli.
-    Giustissimo papà. Quindi mi fa pensare che sia una cosa che centra solo con la famiglia di Erika, cioè Fabrizio, Amanda e Valerio. Ma sappiamo che non è stata tramandata da Valerio perché a lui non accadeva, ok? Sua madre era un’umana, quindi escludiamo qualsiasi ipotesi sul suo conto. Ma suo fratello aveva sia occhi oro che capelli argento.
-    E quindi mi stai dicendo che quella famiglia nascondeva qualcosa di ancora più grande?
-    In pratica sì. Ma non ne sono poi così convinta. Perciò mi chiedevo se mi davi il permesso per partire e andare a parlare con Valerio. Ti prego, papà.
-    Va bene, ma con chi andrai?
-    Ehm… io avevo già avvertito David, a dire la verità…
-    Cosa?? No, certo che no: lui non può venire con te!!
-    E perché? Lui è un vampiro: se mi succede qualcosa c’è lui!
-    Lo so, ma è un succhiasangue e io non mi fido.
-    Senti papà, se io non so se sono lupo o vampiro, non posso andare senza lui. E non voglio portarmi qualcun altro.
-    Ma Ashley!
-    Papi, ti prego!
-    Mmm… ok. Ma perché proprio lui, e non qualche tuo parente?
-    Aspettavo questa domanda. Lui è un vampiro. E i suoi capelli diventano argento proprio come i miei…
-    Cosa?
-    Esatto. E non me lo spiego. So che aveva un nonno che dall’Italia si è trasferito qui in America che si chiamava Luca. So che era un vampiro e che si è sposato con un’ essere umana e che hanno avuto due gemelli: uno, il padre di Luca, vampiro e l’altra, sua zia, essere umana. E poi è nato David, ovviamente vampiro, da un vampiro e da una lupa, dopo suo fratello maggiore che è un lupo. Ma solo lui, suo fratello, suo padre e suo nonno hanno questa caratteristica, proprio come Erika e suo fratello Fabrizio. Perché? Ci sono troppe coincidenze…
-    Hai ragione… ok, puoi partire, ma ti dovrai portare anche un lupo con te.
-    Io non ti ci voglio con me, scusa ma è il mio primo viaggio senza genitori.
-    Io non parlavo di me. Voglio che ti fai accompagnare anche dal fratello di David.
-    Chi? Mark?
-    Sì.
-    E che ti cambia? Non lo conosci nemmeno e ti fidi più di lui che di David che conosci da mesi?
-    No, ma è pur sempre un lupo, e se voglio lo manipolo a mio piacimento. Va bene, ora vai prima che cambio idea.
-    Grazie papà, ti voglio bene.
-    Anch’io Ashley…
 
Perfetto. Il permesso di papà ce l’ho. E con mamma ci ho già parlato. Lei è d’accordo solo se lo è papà, quindi ho la strada spianata. Ora devo solo dire a David di suo fratello. Speriamo che accetta.
 
[Sono passati 2 giorni]
-    Ashley, hai preso tutto?
-    Sta tranquillo, Dave. Ma piuttosto: dov’è tuo fratello? Non ci dovrebbe portare in aeroporto?
-    Sì, ma ha detto che ci avrebbe messo qualche minuto in più di me… sai: essere lupi significa anche portarsi dietro in valigia shampoo, balsamo, spazzole e pettini appositi per il manto color cioccolato come il suo.
-    Ma stai scherzando, vero? Mio padre non si lava mai quand’è lupo!
-    E che ci posso fare se mio fratello è patito per la bellezza del pelo?! Comunque quando sarai un licantropo anche tu, capirai meglio, vedrai…
-    E chi te lo dice che sarò un lupo anziché un vampiro, scusa? Hai il potere della veggenza, per caso?
-    No, fin ora ho notato solo i miei capelli diventare argento, niente di più. È solo che io spero che tu diventi lupo…
-    Perché?
-    Tu non puoi capire quant’è pericoloso per gli altri vicino a te i primi tempi: sei assetato di sangue umano… è pericoloso.
-    Lo so, ma poi avrò tutti quei poteri psichici. Non è meglio?
-    Punti di vista… ma non dovevano venire anche i tuoi parenti a salutarti?
-    Sì, ma verranno più tardi direttamente lì. Ehi, ma quella non è la macchina di tuo fratello?
-    Già… è arrivato finalmente!! Forza, andiamo.
-    Sì, ma io non lo conosco ancora: me n’hai parlato tu, ma non è la stessa cosa.
-    E allora vieni a conoscerlo.
-    Mi vergogno troppo.
-    È impossibile: Ashley Black non si vergogna di nulla, non ricordi? Me l’hai detto tu quella sera a casa tua quando ti ho vista con i pantaloncini e il reggiseno.
-    Lo so, ma…
-    Ora vieni con me. Ci sono io. E poi se ti azzanna ci sono a morderlo, sta tranquilla.
-    Ok, se lo dici tu.
Conosco suo fratello e mi accorgo che non è poi così male: è simpatico, forse anche più di suo fratello. Ha 18 anni da poco compiuti e ha capelli lunghi castani, un po’ come papà tanto tempo fa, ma forse un po’ più corti, e occhi verdi, proprio come i miei. È completamente differente da Dave: l’altro ha i capelli biondi e cortissimi, con occhi ambra. Ha 14 anni, come me.
 
Stiamo in viaggio verso l’aeroporto. Io dietro e gli altri due avanti.
-    Ehi, Ashley.
-    Dimmi, Mark.
-    Ma fai di cognome Black?
-    Sì… perché?
-    Ma sai che il mio fratellino succhiasangue parla sempre di te?!
-    Ma che cosa dici? Non è vero!!
-    Senti Dave, valla a raccontare a qualcun altro, è, non a tuo fratello. Quindi ti dicevo, mia cara Ash, che parla sempre e sempre di te. Di quanto sei bella, di quanto sei simpatica…
La loro litigata durò molto, per tutto il viaggio. Io rossa ero dietro che li guardavo imbarazzata.
 
arrivati, ho visto l’entrata per il nostro volo, ma abbiamo dovuto aspettare primo l’arrivo dei miei genitori. Arrivarono poco prima che quella vocetta squillante ci chiamasse.
-    Eri, mi raccomando: fai la brava e non far disperare Mark, ok?
-    Certo papà.
-    E ti volevo dare solo una cosa. Questa.
-    Perché questa collanina con una mezza luna d’argento?
-    È un regalo di Amanda a sua figlia Erika. è il loro simbolo di famiglia.
-    Grazie, papà.
-    Tesoro mio, fai la brava e se qualcosa dovesse succedere chiama subito, ok?
-    Certo, mamma. Sta tranquilla.
-    Sì. Ma tieni questo.
-    Cos’è?
-    È una boccetta davvero speciale: contiene del sangue 0 negativo.
-    Vuoi dire per…
-    Sì: molto probabilmente durante questo viaggio avverrà la tua trasformazione, quindi per precauzione è meglio se ti porti dietro un po’ di sangue per non creare un casino con i Volturi…
-    Giusto, grazie.
 
Mi sono girata per l’ultima volta prima che l’aereo fosse partito.
“Vi voglio bene, mamma e papà… prometto che scoprirò la verità… e scoprirò finalmente cosa sono…”.

 
 

Spazio della matta che presto si chiamerà Blood_Eyes_Karen
Allora???
Lo so che è corto, ma questa era la parte cruciale dei saluti… *_*
Il punto è: ma avete capito almeno qualcosa di ciò che ho scritto in questi 3 capitoli?
Avete ipotizzato la risposta a tutto?
Oppure avete letto ma non avete capito una mazza perché ho una scrittura che fa veramente schifo?
Se me lo dite mi fa piacere ^_^
Ok…
Vado a mangiare che ho una fame da lupo… (che battutaccia!!!).
Ciao, vi voglio bene,
La_Pazza
Love.Wish.Luck

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** New Country, New Knowledge, New Life ***


Passano un po’ di ore e finalmente arriviamo a destinazione…
-    Non vedevo l’ora… -esclamò Mark.
-    Volevi venire in questo Paese? – chiese il fratello.
-    Sì… sai che amo viaggiare…
Io intanto penso e ripenso. Stiamo camminando lungo un corridoio dell’aeroporto di Fiumicino. Ma la mia testa è altrove. Non mi riesco a spiegare troppe cose… cose inutili per me, sicuramente, ma che magari un giorno avranno un significato… forse mi sto solo sbagliando… il fatto è che non mi sarei mai aspettata che un giorno sarei venuta in questo Paese, dove hanno inizio le mie origini… dove ci sono troppe persone che sanno troppe cose…
-    Non è fantastica Roma, Ashley? – mi chiede Mark.
-    Cosa? – poi penso per qualche secondo – Oh, ma certo: è stupenda…
Siamo arrivati davanti all’albergo: siamo in centro, vicino al Colosseo, uno dei posti più belli del mondo. Lo visitiamo subito dopo essere usciti dall’hotel. Facciamo un po’ i turisti, che poi siamo questi, alla fine. Mi mancano già i miei genitori… stringo forte il ciondolo che mi ha dato papà: quella luna brilla di mille colori sotto la luce.
-    Ti mancano i tuoi, non è vero? – mi chiede Dave. Siamo seduti al McDonald vicino al Pantheon. E aspettiamo che Mark ci porti le ordinazioni.
-    Giusto un po’… ma sono troppo curiosa di sapere la verità, quindi questo è il prezzo che devo pagare… non credi?
-    Già… non so ancora perché mi sono lasciato convincere…
-    Forse perché mi vuoi bene?!
-    No, non credo.
-    Ehi!!! Cattivo!
-    Dai, scherzo. Comunque sono felice di essere qui con te: sto bene in tua compagnia…
-    Io l’ho sempre detto che saremmo diventati migliori amici… - dico io con un sorriso malizioso.
-    Ma sei hai detto qualche ora fa sull’aereo che inizialmente ti stavo antipatico?
-    Ehi, ma vai a guardare anche i particolari ora, succhiasangue…?
-    Non mi chiamare così, che già c’è mio fratello che lo fa… - poi rivolge lo sguardo verso la porta – Parli del diavolo e spuntano le corna. – dice indicando Mark con 2 vassoi enormi in mano.
-    Grazie Mark. E anche per averci accompagnato: se non fosse stato per te ora ero ancora a farmi mille domande a Forks. – dico sorridendogli.
-    Figurati, e poi ho l’occasione di vedere un po’ questo posto niente male.
Il tempo passa. E si fa pomeriggio.
-    Io voglio andare dal mio bisnonno. Venite anche voi?
-    Certo: non posso lasciarti andare da sola. – dice subito David prendendomi per mano.
-    Io no… ma entro mezzanotte vi rivoglio in albergo, senno chiamo tuo padre, capito Ashley? – dice l’altro serio.
-    Ok, ok… ci vediamo dopo… ciao.
Arriviamo in un  quartiere poco distante. Sono già le 19:00. Suono il citofono di un enorme palazzo.
Poco dopo mi risponde qualcuno.
-    Sì?
-    Ehm… salve, sono Ashley Black. Sto cercando Valerio Dark. È in casa? – mi faccio coraggio.
-    Certo… vieni. Al 2° piano.
-    Ok, grazie.
Incominciamo a salire per tutte quelle rampe di scale che sembrava non volevano mai terminare. Arriviamo davanti ad una porta accostata.
-    Suoni tu? Mi vergogno… - dico con lo sguardo basso.
-    Ok. – e fa ciò che gli ho chiesto. Subito la porta si apre.
Una donna di mezza età va ad aprire. Ha capelli mossi castano-rossi e gli occhi verdi accesi. È sorridente.
-    Salve, scusi il disturbo, ma noi cerchiamo…
-    Valerio? – finì la donna.
-    Ehm… sì.
-    Allora venite, forza… - ci fa entrare. È molto gentile. Un lunghissimo corridoio si apre difronte a noi. David sospira fermandosi.
-    Se vuoi puoi tornare in albergo – dico.
-    No… è che è tutto così strano… - mi fermo anch’io ora curiosa.
-    In che senso?
-    È che sento una forza strana nell’aria…
-    Ti voglio ricordare che qui dentro c’è un licantropo… il padre di mia nonna. E poi ci dovrebbe essere anche Fabrizio, il fratello di Erika.
-    Vero… me n’ero completamente dimenticato… dai, andiamo che senno rimaniamo indietro e ci perdiamo.
Camminiamo per molto. Ma quando finirà questo corridoio?
Poi una porta enorme sulla destra.
-    Entrate pure. Statemi dietro. – dice la donna dai capelli più rossi che castani.
Entriamo dopo un cigolio assordante della porta. Era un salotto. Con divani di pelle beige, un tavolo rettangolare marrone lunghissimo, un tavolino di vetro tra i due divani, una cristalliera enorme, un quadro specchio sopra al mobile lungo marrone, due lampadari con mille lampadine… sembrava la casa stregata… forse non molto per David che ci era abituato.
-    Valerio, c’è Erika Black col suo amico qui.
-    Davvero? – una voce proveniente dalla sedia infondo al tavolo ci fa sobbalzare. Non me n’ero resa conto che due occhi ci fissavano.
-    Salve, sono Erika. – dico con voce tremante. – E lui è David Sky.
-    Capisco… - l’uomo si avvicina. Di media statura, con occhi verdi scuro e capelli neri grigi. Sorride.
-    Lo so che lei non ha la più pallida idea di chi siamo ma… - comincia Dave.
-    No, no. Io so chi siete.
-    Cosa? – chiedo io sorpresa da quell’affermazione.
-    Tu sei il nipote di Luca, Luca Sky. Mentre tu sei la nipote di Erika, Erika Dark. Giusto? – chiede guardando una foto sul mobile lungo. Era una cornice con una foto due bambini: una ragazzina di circa 7 anni e un bimbo di 3.
-    Come fa a saperlo? – chiedono entrambi.
-    Lo so e basta. Non conta il resto. – poi ci guarda con occhi curiosi. – Allora Dave, lupo o vampiro?
-    Vampiro… ma come fa a sapere che…
-    Tua madre è un licantropo e tuo padre un vampiro? Facile. Tuo padre, Dylan Sky, è il figlio di Luca e di sua moglie. Quindi tu saresti vampiro o lupo, visto che tua madre è un licantropo, no?
Quell’uomo sa troppe cose.
-    Mentre tu… tu sei… - comincia Valerio – la figlia di Jacob Black e Renesmee Cullen, vero?
-    Sì… e quindi lei è il mio bisnonno, giusto?
-    Vero. Sei brava.
-    Lo so. Me lo dicono tanti. Senti io ti vorrei chiedere un po’ di cose, Valerio…
-    Tipo?
-    Tipo: cosa era Erika? Un lupo sì o no?
-    Non te l’ha raccontato tuo padre?
-    Sì, ma ci sono dei particolari poco chiari… ad esempio i capelli: perché i capelli le diventavano argento se era un lupo?
-    Anche suo fratello Fabrizio ce l’ha.
-    Lo so, ma il punto è che tu non ce l’hai. Quindi se è una cosa ereditata significa che… - ho paura di dirlo ma ormai è giunta la verità – Cos’è sua moglie? Un mostro anche lei, forse?
Lo sguardo di Valerio cade sulla donna. Non mi dire che…
-    Tu sei Amanda? – chiedo io girandomi capendo tutto, o in parte.
-    Piacere di conoscerti, nipotina mia… - risponde lei con le lacrime agli occhi.
-    Quindi significa che… - riprendo fiato: la mia testa gira. – Che tu non sei una semplice umana. Tu sei una vampira.
-    Sei proprio intelligente, Ashley, proprio come tua nonna Erika, sai? – mi chiede Amanda piangendo. Le devo ricordare davvero molto la figlia.
-    Quindi questo spiegherebbe il motivo per cui la signore Dark è ancora in vita… - riflette Dave intromettendosi.
-    Esatto, – dice Valerio – quindi Erika era metà vampiro e metà lupo…
-    Come… te, Ashley… - balbetta David. Non ci può credere. Nessuno può.
-    Sì, diciamo di sì. Il punto è che Erika si è trasformata in lupo all’età di 14 anni, ma poteva essere tranquillamente un vampiro… - dice Amanda, come insoddisfatta: forse voleva una figlia vampiro, anziché due licantropi.
-    Dovete sapere che io non sapevo che mia moglie fosse una succhiasangue…
-    Wow… - dico solamente io – Ora voglio tutte le spiegazioni. – continuo sicura.
-    Ma certo… - dice Amanda.
Valerio prende la parola.
-    Tanto tempo fa, Amanda, mia moglie, è stata morsa da un vampiro che l’ha trasformata. Poco tempo dopo l’ho conosciuta, nonostante non sapessi nulla del suo passato. Un giorno scopriamo che è incinta. Di una bambina. Forte… troppo per essere un’ umana. – una lacrima cade lungo il viso dell’uomo – Quindi ci preparammo a qualsiasi inconveniente. Era pericoloso avere un licantropo per Roma. Ma quando nacque, Erika era piuttosto… docile. Sì, tant’è che non ci speravo più nella sua trasformazione. Ma poi, a 11 anni i primi sintomi cominciarono ad arrivare: gli occhi color dell’oro, capelli argento… finché a 14 anni non si è trasformata totalmente in un lupo; ma sapevo perfettamente che non era solo una lupa: i suoi cappelli mentivano. Così, chiesi spiegazioni a mia moglie, e lei mi disse la verità, cioè che era una vampira. All’età di 4 anni, Erika ricevette un fratellino, Fabrizio. Anche lui un lupo, ma con i capelli color argento. Il punto è che è una caratteristica dei vampiri italiani.
-    Sì, ma i Volturi non ce l’hanno, giusto? – chiede incuriosito David.
-    Già, ma la famiglia di mia moglie ha origini spagnole. È un altro clan. Perciò. Tutti  e due si trasformarono in lupi, ma mia moglie non ne fu molto felice. – rivolge uno sguardo d’intesa ad Amanda, che ricambia. – Erika uccise il ragazzo che le piaceva per diventare un lupo a tutti gli effetti. E ci riuscì senza sforzi. E qui entra in gioco Luca, tuo nonno Dave. Lui era il migliore amico di Erika: la conosceva benissimo, meglio anche di me. Lui era un essere umano come tutti gli altri, ma ben presto le cose cambiarono… - la tristezza si fa largo sul volto dell’uomo.
-    Cioè? – chiedono entrambi i ragazzi.
-    Erika scoprì dei suoi poteri da vampiro e così decise, prima di incontrare Billy, di dare il talento sovrannaturale a Luca, trasformandolo in vampiro, ma non con la solita procedura: un cambio di potere, ed ecco qui un nuovo vampiro. Luca Sky. Ed Erika rimase un semplice lupo. I suoi capelli, nonostante tutto, continuarono a diventare argento e l’ha tramandato a te Ashley. Luca un vampiro e Erika un lupo. Una coppia perfetta ma distrutta da Billy, tuo nonno. – le mani si stringevano in pugni – Quell’uomo l’ha portata via da me, dalla sua famiglia e anche da Luca. Non glielo perdonerò mai…

 

Spazio dell’autrice
Eccomi con un nuovo capitolo…
Un po’ noiosetto, perché infondo le cose si erano già scoperte: ve l’ho fatto capire in 3 capitoli…
Comunque, sappiate che l’ho scritto in un’ora questo capitolo… -.-
Va bene, è corto: ma ci sono delle lettrici che mi hanno consigliato di accorciare i capitoli che li faccio esageratamente lunghi…
Ok, me ne vado…
Ciaooo.
B_E_K

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Ideas, Trends, Past And Guilt ***


Ce ne andiamo ancora troppo scioccati dalla casa. Camminiamo lungo delle stradine con tutti sanpietrini. Non riusciamo a proferire parola…
“…non glielo perdonerò mai…”
Che parole dure aveva pronunciato nonno Valerio. Troppo dure.
Quella storia o versione ufficiale mi ha sconvolto. Quindi ora le cose sono molto più chiare…
-    Quindi in pratica… - comincia a dire Mark scosso seduto sul letto della sua stanza d’albergo – nostro nonno era il migliore amico di tua nonna… giusto?
-    Sì… da quanto ne ho capito, sì. – dico io con gli occhi puntati sui miei stivali.
-    Insomma… - prende parola David – ricapitoliamo: nostro nonno, che era un semplice essere umano, è diventato vampiro grazie ad Erika, con un cambio di potere…
-    Dopodiché si trasferiscono a Forks con Billy, il marito di lei. Luca, però, ha quella strana caratteristica dei capelli color argento, cosa che è rimasta anche a Erika, nonostante fosse un licantropo… - dice camminando su e giù per la camera Mark.
-    Poco tempo dopo, Luca incontra un’ essere umana e se innamora perdutamente, almeno credo… - faccio una smorfia con il viso, dopo dette queste frasi – e fanno due figli, due gemelli: vostra zia, che però rimane umana, e vostro padre, un vampiro con questi maledetti capelli. Passa del tempo, forse neanche un anno, che vostro nonno rimane vittima di una sparatoria… - la voce mi si incrina. La mia mente viaggia a tutta velocità…
-    E tua nonna ne rimane scossa. Pochissimo tempo dopo si viene a scoprire che Erika è incinta di un maschio. Essendo entrambi licantropi, Billy e l’altra hanno un lupo. Ma la felicità se ne va presto, perché la madre di questo licantropo nano muore per un qualcosa ancora determinato o definito. – Dave riprende fiato e poi ricomincia – Il piccolo cresce e ha l’imprinting con la piccola Renesmee Cullen; mentre le piccola mezza vampira cresce e si innamora di tuo padre, nostro padre si sposa con un licantropo e hanno noi: un lupo e un vampiro, entrambi con i capelli strani nel momento della trasformazione… - il mio amico parla, ma io ormai sono su un altro pianeta… e Mark se n’accorge.
-    Ashley, ci sei? – mi chiede sventolandomi la sua mano difronte al volto.
-    È?? Oh, sì, certo… - rispondo un po’ titubante.
-    Mi spieghi cos’hai? – mi chiede ora l’altro fermandosi di fronte a me con il suo sguardo serio…
-    Io? Niente… non ho niente, Dave…
-    Senti… - si avvicina tantissimo, tanto da farmi sentire il suo respiro sul viso – ti conosco troppo bene: dimmi a cosa stai pensando.
-    I-io… non… - non riesco a reggere il suo sguardo, e abbasso gli occhi – stavo pensando a… a… - la mia voce trema… perché?
-    Ascoltatemi entrambi: - incomincia il fratello maggiore – io vado a vedermi la partita Roma-Lazio. È meglio se vi lascio soli, così avete anche un po’ di intimità… se ci sono problemi, basta che mi chiamate. – Mark si dirige verso la porta, attirando la nostra attenzione che ci fa girare le teste verso quell’altro. – Ah, Dave: attento a ciò che le fai, è! – dice sorridendo e facendogli l’occhiolino.
-    Sì, fratellone…
-    Di cosa stava parlando? – chiedo quando la porta sbatte.
-    Di una cosa assurda…
-    Tipo?
-    Un mio sogno che non si può realizzare… tutto qui. – lo sguardo del ragazzo difronte a me si perde nei miei occhi ancora troppo confusi.
-    Cos’ho? Qualcosa che non va? – chiedo dopo qualche minuto di silenzio, quando ancora lo sguardo del mio migliore amico è ancora sui miei occhi.
-    È che stanno diventando di un altro colore… - dice prendendomi il mente per alzarmi la testa verso l’alto.
-    Che? Ma stai scherzando, non è vero? – rispondo a mio modo andando verso lo specchio a controllare se mi diceva la verità. Non aveva tutti i torti.
-    Non mi credevi, Ashley? – mi chiede avvicinandosi alle spalle. Il suo sguardo mi mette paura: serio, inusuale, misterioso… da vampiro.
-    No, è che non me l’aspettavo, sinceramente. – dico ancora intenta a guardarmi negli occhi – Perché stanno diventando oro?
-    Semplice: la trasformazione è vicina.
-    Da licantropo?
-    Non lo so questo. Forse anche da vampiro: dopotutto i vampiri hanno gli occhi oro-ambra, no?
-    Sì, forse hai ragione…
Minuti di silenzio irrompono nella stanza, quando David prende la parola.
-    A cosa stavi pensando prima?
-    A tuo nonno. – il mio sguardo si fa cupo.
-    Che centra? Sappiamo bene com’e andata la sua storia, no?
-    No, a dir la verità, no.
-    Spiegati subito, Ashley.
-    Tuo nonno quando era a Forks era un vampiro, no? – chiedo aspettando l’annuire del mio amico, che non mi fa aspettare troppo – Ok, questo significa che era immortale.
-    Sì, è vero: lui è morto. Ma sappiamo che è stato a causa di una sparatoria.
-    Qui ti sbagli. I vampiri non muoiono per degli stupidi proiettili – il mio sguardo si fa pensieroso e serio. – Loro sono indistruttibili. – quando lo dico, ripenso alle parole di mio padre.
-    È vero… quindi questo vuol dire che…
-    Tuo nonno non è morto per una sparatoria, no. Ma per qualcosa di più grande… - ancora mio padre Jake fa la sua comparsa nella mia mente – i vampiri muoiono solo col fuoco…
Questa mia frase sconvolge il mio migliore amico, facendolo rimanere a bocca aperta. Il mio ragionamento non fa una piega.
Ci guardiamo per pochi minuti, un pensiero o un’idea fa capolino nella testa di entrambi: andare da Valerio e chiedere ancora spiegazioni.
Non facciamo attendere un granché, che prendiamo i giacconi e corriamo giù per le scale. Usciamo correndo. Lui è sempre davanti a me. Essendo un vampiro corre velocissimo, anche più di me, che sono la campionessa a scuola.
Arriviamo a destinazione, ma sul portone troviamo un foglio macchiato di sangue.
Messaggio per Ashley Black.
I tuoi cari bisnonni sono da a casa nostra. Dove? Lo capirai da sola. Sai troppe cose, mia cara ragazza, e questo non va bene. E con te c’è anche un vampiro che potrebbe combinare solo guai… oh, cara Ashley, quando capirai che non devi intrometterti negli affari non tuoi? Perché tu sai perfettamente che non dovevi tornare nel tuo Paese d’origine, no? Oh, sì che lo sai. E sai anche che il passato è passato e niente e nessuno può cambiarlo.
Cordiali saluti,
i Volturi”
Il cuore mi si ferma. I Volturi hanno preso Valerio ed Amanda. Per colpa mia. Solo e soltanto mia. Dave mi guarda mentre delle lacrime rigano il mio volto pallido… perché ora era pallido?
-    Mi dispiace. Se non fossi venuto anch’io, magari, ora…
-    No, è solo colpa mia. E poi te l’ho chiesto io di venire in Italia. – ma la rabbia continua a crescere in me. Cresce troppo finché i capelli cambiano colore, fino a diventare argento, e gli occhi oro.
-    Ashley, calmati!!! – mi urla Dave preoccupato. Intanto scrive qualcosa sul cellulare. Mi tiene le braccia. Ha paura per me.
Il mio sguardo cambia. La rabbia sale. I capelli volteggiano in aria. Sento qualcosa all’interno del mio corpo cambiare… qualcosa di strano ma di potente.
Ora David mi tiene ancora più stretta, ma sa perfettamente che non avrebbe resistito ancora per molto. Le sue braccia allentano la presa, finché la sua forza cede alla mia e io cerco di saltare via, ma qualcosa, o qualcuno, mi ferma nell’immediato.
-    Ashley, calmati, cavolo!! – mi urla davanti Mark che mi ferma prontamente. Ma io non lo voglio ascoltare e gli zompo dietro. Poi vedo qualcosa davanti a me: un lupo color cioccolato è difronte a me, un qualcosa non ancora non definito. La rabbia improvvisamente cala. I miei capelli tornano normali, come gli occhi.
-    Scusatemi… - mi lascio cadere a terra in ginocchio mettendo le mie manine sugli occhi che lasciano cadere troppe goccioline, per i miei gusti.
-    L’importante è che tu stia bene… - mi abbraccia forte David, che si inginocchia accanto a me. Mark si ritrasforma in umano. Mi sorride.
Mi riprendo velocemente. Le cose stanno così, allora. Oggi sono quasi riuscita a trasformarmi in lupo o in vampiro, ma non so ancora cosa. Ma non ci riesco.
Non ho tempo per rispondere ad altre domande che mi frullano per la testa. Mi metto a correre per le scale assieme agli altri due. Arrivo al 2° piano. La porta è aperta. Entro e trovo sangue dappertutto. Non mi importa. Continuo a camminare velocemente fino ad arrivare nel salotto. Niente. Nessuno. Solo cossi rotti qua e là, e qualche macchia di sangue.
-    Dove li possiamo cercare? – mi chiede Mark serio.
-    In camera…
-    Quale?
-    In quella di Erika, credo… - rispondo dirigendomi verso nord.
-    Spero che sia lì la sua stanza. Quella che usava quand’era piccola. Ed infatti troviamo una camera tutta bianca con sfumature gialle e violetto. Un letto, una libreria, la scrivania, l’armadio, una sedia, tanti peluche, moltissimi libri di lingue antiche…
I miei amici mi guardano stupefatti: si chiedono come abbia fatto a trovare immediatamente la stanza di mia nonna. Io non penso a loro in questo momento, però. Vicino al letto a 1 piazza e mezzo c’è una scatola metallica lilla con un disegno di una bambina dai capelli castani. Mi avvicino curiosa sotto lo sguardo dubbioso di Mark e David. Mi seguono rimanendo abbastanza distanti da lasciarmi il mio spazio. Mi accovaccio a terra e noto che la scatola trabocca di roba…
La apro e vedo diversi oggetti: un agenda rosa, un flauto di legno, una chiave d’argento, uno spartito di canzoni scritte da Erika, un libricino arancione, due pergamene, un astuccio con un lupo disegnato sopra, un libro sulla Divina Commedia di Dante Alighieri, un braccialetto con dei diamantini che formano la scritta Eri, un altro con diversi cuoricini d’oro massiccio, un portachiavi a forma d’angelo e… un diario. Un diario con sopra 3 lupi: uno grigio, il più grande, uno marrone e uno nero. Questi colori mi ricordano qualcosa… ma certo: sono i colori dei manti della famiglia di Erika. Lei il grigio, suo fratello il marrone e suo padre il nero. I lupi scuri…
-    È il suo diario, vero? – mi chiede curioso Mark piegato verso di me.
-    Sì… - e apro finalmente quelle vecchie e ingiallite pagine. È scritto per metà su pagine viola e sull’altra su delle pagine azzurre.
La prima metà tratta della sua vita all’interno della scuola media: i suoi ragazzi che non le sono mai piaciuti, la sua professoressa preferita, i suoi dubbi, le amiche che credeva fossero leali e sincere, i casini che combinava qua e là… e racconta anche della sua vita all’interno della sua famiglia, quella famiglia che porta quel maledetto cognome.
Poi passo alle seconda parte: parla delle vacanze estive tra terza media e primo liceo, parla del primo giorno di scuola alle superiori, del suo primo amore, del suo migliore amico, delle sue amiche, della sua strana professoressa… e parla anche del cambiamento nella sua vita: la trasformazione.
 

Spazio Mio

Hola!!! Eccomi qui. Capitolo corto. Idee insufficienti. Che schifo!
Allora vi dico che è una giornata che fa schifo, come il capitolo, e perciò le idee non venivano bene tanto facilmente. Capite? No, certo che no… perfetto!
Aggiornerò prima o poi, ve lo prometto. Magari aggiorno pure stasera o domani.
Bho…
Ok, passiamo ai ringraziamenti:

a chi ha messo la storia nelle preferite

=larina
=Louismycarrots
=nene_cullen

A chi ha messo la storia nelle seguite

=AnnalisaCip96
=black rose92
=Manga elevato 2

A chi recensisce

=_Lonely_
=Jery_iamaniler
=adelfasora
=_MELiSSiNA_
=ily2
=Evelyn Cornelia Bass

Ok, e ovviamente a tutte/tutti quelle/quelli che leggono ma non recensiscono…
E un ringraziamento speciale a Matteo… che mi sopporta sempre… Grazie
Tanti bacioni a tutti,
B_E_K

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Pages Of Memories ***



-    Non ci posso credere… - sussurro senza mai scostare gli occhi dal diario.
-    Cosa c’è scritto, Ashley? – mi chiede David avvicinandosi ancora di più.
-    Non sai leggere da solo, Dave?
-    Non vedi che è scritto tutto in una lingua strana?
-    Ha ragione – dice Mark dando un’occhiata senza neanche accostarsi ai due.
-    Perché riesco a leggerlo, allora? – chiedo più a me che a loro.
-    Si vede che è un tuo talento: sai leggere questa lingua antica. – afferma Mark.
-    È latino? – chiede il fratello minore.
-    Sì, almeno credo…
Leggo ad alta voce una pagina in particolare.

26 Dicembre

Caro diario,
è da un po’ che non ti scrivevo, vero? Eh già: ho 14 anni eppure ancora mi sfogo con te, proprio come facevo anni fa, non appena mi ti regalarono.
Ma non siamo qui a parlare del passato, no?
Ti devo dire una cosa importante, e si tratta di una cosa che cambierà sicuramente tutta la mia vita. Io sono un mostro, caro diario mio. Uno di quelli che non potrà mai più tornare come prima. Uno di quelli che uccide la gente. Un’assassina, sì, sono questo.
Ieri, il giorno di Natale, è successo quello che non volevo che sarebbe mai accaduto: mi sono trasformata. Un’evoluzione non in qualcosa di superiore, come avevo sentito parlare mio padre di nascosto, ma in qualcosa di estremamente pericoloso. Ripeto che sono un’assassina.
In cosa mi sono evoluta? In un mostro, uno di quelli chiamato licantropo. Già: un grosso lupo color grigio scuro con tanto di occhi oro e zampe robuste. Che bello, dirai sicuramente tu. No, non è così. Ora rischio di ammazzare qualcuno di innocente senza che io ne sia cosciente.
Ieri l’ho ucciso. Ho ucciso Samuele. Un errore enorme, ma secondo la mia famiglia è la cosa più giusta al mondo. Una cosa normale per una come me, come noi. Io odio tutto questo e non riesco a credere che un’intera famiglia mi abbia nascosto una cosa tanto grande e tanto grave, ma soprattutto che questa famiglia sia un’assassina, proprio come me. Siamo dei mostri che girovagano per le strade di Roma come se fossimo gente normale, quale non siamo, e andiamo a scuola, al lavoro, al Colosseo, al mare e da qualunque altra parte facendo finta di essere gente comune.
Ma ti rendi conto che ho ucciso il ragazzo di cui ero innamorata? Ti rendi conto che nessuno mi ha avvertita di quello che sarebbe potuto accadere? Ti rendi conto in che razza di famiglia mi ritrovo? Uno schifo…
Cosa pensano che io sia? Una macchina che sta sempre e solo sui libri antichi a cercare, a studiare? O un licantropo che fa onore alla sua famiglia andando ogni weekend a caccia di carne umana? O magari che sia la Stella che ormai cercano da sempre in me?
Io non sono questo, e non voglio assomigliare neanche un po’ a ciò che ho scritto. Perché non voglio più saperne di lupi e altre cose bizzarre.
Ma rimane il fatto che ormai sono il nuovo capoclan, sono l’Alfa, o una Stella, e nessuno può impedirlo. Sono stata scelta da appena nata. Che rottura. Io non voglio far parte di questa maledetta famiglia!
Finisco di leggere questa pagina rimanendo quasi scioccata: nessuno le aveva detto nulla. Ma che razza di gente era accanto a lei? Poi Dave mi fa cenno che c’è una pagina scritta molto velocemente e che subito mi attira a leggerla.

1 Gennaio

Salve mio caro Amico di mille avventure,
sai che oggi è iniziato un nuovo anno? E sai che sono iniziati nuovi problemi? Altri?, ti chiederai. Sì, perché stamattina ho fatto una nuova scoperta che sicuramente non ha migliorato la situazione. Un qualcosa di enorme incombe su di me.
Mia madre è un vampiro. Uno di quelli che ti succhia il sangue per trasformarti col suo veleno. Un mostro che si aggira per Roma. Un’altra assassina proprio come me. E sai qual è la cosa peggiore? Che anch’io sono come lei…
Sono un licantropo succhia sangue. Sono un vampiro col pelo grigio. In pratica sono metà e metà, e ciò mi porta ad essere ancora più violenta e pericolosa: ormai sono un pericolo pubblico.
Non immaginavo che anche mia madre fosse qualcosa di strano: lei è sempre stata quella normale in famiglia, eppure sono venuta a sapere che lei non lo è, e che mi ha trasmesso il suo strano gene, quello del vampiro.
Ora sono una sottospecie di pipistrello e di cane. Che schifo!
Non so se te l’ho mai detto, ma quando, poco prima della mia prima evoluzione in lupo, mi stavo trasformando gli occhi mi sono diventati oro, una cosa normale per i lupi italiani, ma c’è un altro particolare. I miei capelli sono diventati argento e questo caratterizza solo i vampiri spagnoli, il clan di mia madre. Ed infatti i miei cugini non hanno questo cambiamento di colore dei capelli, ma solo io e mio fratello Fabrizio. Già, anche lui, come me, è per metà e metà. Ma non si è ancora evoluto, lui… che fortuna. Non rischia ancora di ammazzare qualcuno, anche se il gene del vampiro è presente fin dalla nascita, non come quello del licantropo presente dall’età di 14 anni.
Mi hanno detto che quando mi trasformo in lupo, o almeno poco prima, sono bellissima: capelli che ondeggiano per l’aria color argento, occhi dell’oro più puro, fisico mozzafiato per via della trasformazione… ma chi vogliamo prendere in giro. Faccio paura in quel momento. Il lato positivo di tutta questa faccenda è che non ho nessuna evoluzione in vampiro: lo sono sempre stata e non devo subire nulla, se non i capelli argentati.
Un altro problema, oltre al fatto che ho ucciso Samuele? Luca sa tutto. Ma tutto, dico. Sa dei licantropi e anche dei vampiri, anche perché è stato lui a farmi notare i capelli diversi da quelli da mio padre o da mio nonno o dai miei cugini. E nonostante questo, lui mi è sempre vicino. Non ha paura come mi aspettavo: è qui con me a dirmi che sono meravigliosa nonostante il fatto che siamo così diversi.
Lui è gentile, premuroso e cordiale mentre io… io con un solo pugno potrei distruggere una casa senza troppi problemi. Mi ripete sempre che io sono sempre la stessa: il genio nelle lingue antiche, la ragazza più veloce della scuola ed anche la più dispettosa.
Per lui non è cambiato molto: solo il fatto che quando ho fame mi spuntano orecchie, zampe e coda, dopo ovviamente l’argento sui miei capelli e l’oro nei miei occhi. Ogni volta che succede ciò, mi guarda come curioso di tutto quello che io sono, e lui non è. Ma poi sorride e mi incita a mangiare quanto voglio perché senno rischio di uccidere lui, un povero innocente, come Samuele. E io non voglio perdere un’altra persona a cui voglio bene, perché non riesco più a sopportare tutto questo.
Vorrei tanto ringraziarlo per tutto ciò che fa per me… non so cosa farei senza di lui. Forse mi suiciderei, visto che ne avrei la possibilità.
-    Gli voleva bene… - sussurra David guardando ancora quella pagina un po’ strappata. Poi lo vedo allontanarsi e sedersi sulla sedia non molto distante. È molto pensieroso in quest’istante.
-    Mi dispiace, Dave… io non sapevo che… - comincio io ma Mark mi ferma m’incita a leggere un’altra pagina. Una pagina che risale a sei anni dopo.

1 Agosto

Salve ancora amico mio,
quanto n’è passato di tempo? Anni? Mesi? Non saprei definire il lasso di tempo che ci ha divisi.
Tu ricordi quando ti parlavo dei miei problemi riguardanti i lupi ed i vampiri? Bhè, sappi che ho trovato un’altra persona come me, che non fa parte della mia maledetta famiglia. Si tratta di Billy.
È un uomo non come tanti altri: è un licantropo in piena regola, e credo che me ne sia innamorata. Anche se il ricordo di Samuele mi tormenta spesso, poiché i suoi genitori ancora mi chiedono spiegazioni.
Lui è un lupo vero, non come me. Io sono una sottospecie, direi. Ma mi parla come se fossi identica a lui, e questo a volte mi fa sentire bene. Perché, sai, spesso i miei cugini non mi vogliono parlare, un po’ come i miei zii: io non sono un vero licantropo, quindi in molti hanno paura di me. Tranne, ovviamente, mio fratello, mio padre, mia madre e… sempre lui, Luca.
C’è sempre, anche ora che sono passati 6 anni dalla mia trasformazione. In tutto questo tempo anche mio fratello si è evoluto, ma come era ben previsto, è mezzo vampiro e mezzo lupo. È brutto essere discriminati in una famiglia tanto grande, come la nostra.
Tornando a parlare di cose serie… Billy mi ha chiesto di andare con lui negli Stati Uniti, la sua patria. Stiamo insieme. Sì, e ad essere sinceri, mio padre non ne è felice. E non so il vero motivo di ciò…
Io ovviamente accetto questa sua proposta, ma come farò senza Luca d’ora in poi? Non fraintendermi: lui è solo un amico, nulla di più, ma so già che mi mancherà.
Minuti di silenzio. Non so che dire. So solo che Erika, la mia nonna, considerava Luca il suo più grande amico, ma niente di più… sinceramente me l’aspettavo diversa la storia.
-    C’è qualcos’altro che ci potrebbe interessare? – chiede ancora Mark incuriosito anche dalla strana scrittura che usava Erika.
-    Bhè, sì… - ma sinceramente sono troppo attratta da Dave. Il suo sguardo è perso e fissa il pavimento giallino. – Cos’ha? – chiedo al fratello.
-    Nulla, sta tranquilla. Continua a leggere.

30 Settembre

Ciao diario caro,
ancora io a sfogarmi con te. Sai dove sono? In America. Quel Paese di cui ti parlavo due mesetti fa. Sono qui con Billy, il mio fidanzato ufficiale, e anche con Luca.
Perché anche lui? L’ho convinto a venire. Senno come avrei fatto senza di lui?
Però ecco… vedi, il giorno del mio compleanno, cioè 3 settimane precise, quand’ero ancora in Italia, ho fatto una cosa di cui non se dovrei pentirmene.
Il punto è che se io avrò figli con Billy, nasceranno al 50% lupi completi e l’altra restante parte in lupi-vampiri. Ed io non voglio che il mio futuro figlio ripudi i miei adorati bambini. Sono pur sempre miei figli, nonostante siano mostri come noi.
Perciò ho deciso di abbandonare i miei poteri da vampiro. È una cosa che in pochi in passato hanno fatto, visto che i Volturi non lo permettono sempre a tutti, ma il mio caso è piuttosto particolare, visto la mia natura, e perciò ne ho avuto la possibilità.
Il 9 Settembre ho trasmesso i miei poteri a Luca. Non una vera trasformazione, come quella che fa mia madre solitamente a chi le sta antipatico, ma un morso che manda i miei talenti vampireschi al mio amico. Lui ha sempre desiderato essere come me infondo, quindi, visto che ho promesso di renderlo felice. Lui ha fatto molto per me e lo fa tutt’ora. Quindi l’ho accontentato anche se in modo strano.
È diventato un vampiro in un secondo. Gli occhi rossi sangue, che poi col tempo diventeranno ambra, brillavano e i capelli da biondo cenere divennero argento. Era davvero molto affascinante, devo ammetterlo. Poi un vuoti dentro di me si è fatto spazio: ora sono metà umana e metà lupo. E non ho più la capacità di trasformare qualcuno in pipistrello. Mentre lui ora è pieno di vita: un vampiro vero, senza nessun altro problema genetico.
È felice ora. E vive in una casetta vicino a noi, qui a Forks. Mio padre mi  ha mandato una lettera una settimana fa: mi faceva gli auguri per il mio 20° compleanno. Ma anche per dirmi che ciò che avevi fatto era sbagliato: io dovevo restare in Italia con Luca, e non andare in America per rovinarmi la vita assieme a Billy. Ma io non posso tornare indietro.
Ho scoperto di essere incinta di Billy, di un maschietto che sarà un vero lupo, e abbiamo già deciso il suo nome, ma non te lo dirò finché non nascerà. E sappi che anche Luca sta per diventare papà: sì, ha trovato la ragazza adatta a lui, anche se per lui non è così, e questo mi fa riflettere molto. Perché mettersi con qualcuno che non ami veramente? L’ha messa incinta di due gemelli, una femminuccia e un maschietto, e secondo le diverse ecografie fatte, la prima sarà umana con pochissimi tratti vampireschi, e il secondo un vero vampiro. Une bella famigliola, direi. Bhè, almeno i nostri piccoli potranno giocare insieme una volta cresciuti e magari si fidanzeranno. Ok, sto sognando ad occhi aperti.
Però lui non mi sembra felice di questa notizia: non vuole che nascano questi due bambini, e non sembra nemmeno felice che io sia incinta. Chi lo capisce è bravo.
Prendo un po’ d’aria, che ne ho urgente bisogno. Quindi lei aspettava un bambino che poi sarebbe stato mio padre Jake, e lui due gemelli, Dylan, il padre di David e di Mark, e sua sorella Mary. Ma perché lui non ne era felice? Nascondeva qualcosa, forse?
-    Non c’è scritto più nulla? – mi chiede Dave lontano, e non solo fisicamente: la sua voce è fredda.
-    In realtà ci sarebbe un’altra pagina, ma non so…
-    Cos’hai, Ashley? – chiede l’altro.
-    È che non voglio sapere altre cose…
-    Continua!! – mi urla David quasi irato con me.
-    Ok, non ti scaldare.

25 Dicembre

Eccomi di nuovo, e stavolta la cosa è molto seria.
Stamattina sono andata a caccia: dopotutto sono un lupo, e ho bisogno di mangiare carne fresca. Sono incinta, poi, no?
Stavo correndo nel bosco qui vicino assieme a mio marito Billy e ad i suoi amici, quando vedemmo delle ombre aggirarsi nella radura. Correvano velocissimamente e da questo capimmo che si trattava di gente come noi, cioè mostri. Insomma: erano vampiri. Sapevo perfettamente che non si trattava di Luca: lui non caccia nel bosco, poiché è animalista e quindi si nutre solo di sangue umano a Seattle. Di notte, ovvio.
Vedemmo queste ombre che si avvicinarono a noi, che prontamente ci siamo trasformati in lupi. Ce li ritrovammo davanti: due donne con un uomo. Li attaccammo e li stavamo facendo fuori; dopotutto vampiri e lupi non vanno d’accordo.
All’improvviso un’altra ombra è saltata fuori e si è messa tra noi e quel poco che era rimasto di quell’altro uomo. Eh già, era un uomo anche quest’ultimo. Senza troppi indugi, io e Billy gli saltammo addosso, senza nemmeno vedere chi fosse, ed è stato lì l’errore. Perché, quando finimmo di massacrarlo, riconoscemmo il suo volto.
Dopo sei anni precisi ho ammazzato un’altra persona a me cara. Il mio migliore amico. Quello che mi ha sempre seguita dovunque. Anche se facevo la scelta sbagliata.
Quando l’ho riconosciuto un gemito strozzato che poi è diventato un ululato triste uscì dalle mie fauci. Non ci posso credere: ho ucciso lui, il mio Lica, quella persona a cui ho sempre voluto bene. Quello di cui mi potevo fidare.
Poi, però, si è mosso lentamente. L’ho chiamato più volte per nome e lui mi ha risposto con un “Ti amo, Erika”. Il cuore mi si è fermato. Non potevo crederci. Lui è sempre stato il mio migliore amico, l’amica del cuore che non ho mai avuto, insomma.
Billy l’ha guardato disprezzante mentre delle calde lacrime mi sono cominciate ad uscire dai miei occhi verdi. Poi  mio marito non mi ha tolto il corpo del mio caro amico e l’ha buttato nel falò che aveva appena acceso. E dopo non ho visto più niente, solo del fumo nero, scurissimo che svolazzava nell’aria, per poi arrivare in cielo, dove sicuramente si trova ora il mio caro Luca.
Mi dispiace, non immaginavo che fosse lui. Ma la cosa che mi ha lasciato sbalordita è che mio marito, il mio Billy, l’ha finito, quando, secondo me, si poteva ancora salvare. Ma cos’ha?
Io non so bene cosa gli sia passato per la mente, ma so che ha sbagliato: anche lui l’aveva riconosciuto infondo, quindi perché sterminarlo?
Io ho fatto male a non guardare chi fosse, ma stavo morendo di fame e non ci ho fatto troppo caso, sinceramente. Mentre lui no: si era mangiato appena un cervo gigante. Ho ucciso il mio migliore amico, quello che mi ha sostenuta da sempre, anche quando mi ero appena trasformata. Perché tutto questo? 6 anni fa ho ucciso Samuele, il mio primo amore, ed ora lui…
Giuly, sua moglie, n’è rimasta sconvolta ma comunque ha deciso di continuare la gravidanza ed insegnare ai figli che niente e nessuno potrà mai batterli.
-    Non è possibile… - sussurro quando finisco di leggere e ricontrolla quelle tre parole pronunciate da Luca prima di chiudere per sempre gli occhi.
-    Lui l’amava da sempre e lei non se n’è mai accorta. – afferma sconvolto Mark guardando il fratellino che non sembra essere qui con noi.
-    Io non lo sapevo – dico flebilmente come per scusarmi per il comportamento di mia nonna. Poi qualcosa attira di nuovo la mia attenzione. Leggo alcune parole qua e là e mi rendo conto che quella, forse, è la pagina più importante della storia di Erika e Luca.

9 Settembre

Ciao,
sempre io a rompere. E sai che c’è? D’ora in poi non ti disturberò più, lo giuro.
Però, ho da dirti una cosa, ora, perché poi non ci sarà più del tempo per dirtela.
Sapevi, almeno credo, che ho partorito il mio piccolo lupetto, il mio Jacob. Ed anche Giuly ha partorito qualche giorno dopo i due piccoli, Dylan e Mary, vampiro e umana. Tre tesori venuti al mondo. Tre ragazzini che saranno dei grandi. Un lupo, un vampiro ed un’ essere umana. Che c’è di meglio?!
Già… oggi è anche il mio 21° compleanno. Ma rimane il fatto che se anche il tempo è passato, ricordo come se fosse ieri quel lontano 25 Dicembre dell’anno scorso: ho ucciso il mio amico, e non è una cosa da poco, anzi…
E visto che era un vampiro mi consegnerò ad i Volturi. Voglio finirla qui, e perciò mi sto già dirigendo verso la mia adorata casa, qui in Italia; sono già tornata e so di aver sbagliato non dicendo nulla a Billy. Ma ho salutato quei tre bambini che diventeranno forti un giorno. I miei piccoli…
Considero Mary e Dylan quasi miei figli: discendenti del mio migliore amico, sono l’unica cosa rimasta di lui, del migliore in assoluto. Mi mancherà il mio piccolo Jacob.
Eccomi, sono qui davanti al Colosseo per dirgli addio. E sto andando a casa per dirlo anche a papà ed a mamma, e ovviamente a mio fratello Fabrizio, ormai 17enne… è cresciuto anche lui.
Dopodiché andrò dai Volturi per farla finita: il dolore per Luca è troppo grande e non riesco più a reggere questo senso di colpa. E pensare che a Billy non importa nulla di tutto questo. Forse mio padre aveva ragione quando mi diceva di tornare il prima possibile in Italia, lontana da quell’uomo che ha ammazzato uno dei miei più cari amici.
Bhè, ora vado. Sappi che ti lascerò nella scatola dove da bambina ho messo gli oggetti che mi ricordavano il passato, scuole elementari, medie e superiori, e che mi sei stato molto utile in questi anni, davvero. Molte grazie.
Ti voglio bene mio caro compagno di mille avventure,
sempre tua,
Erika
-    Si è fatta uccidere… - una lacrima cade sicura dai miei occhi verdi scuro. – Per i sensi di colpa… - singhiozzo. Fa male sapere che questo.
Fin da subito, mia nonna diceva che era un’assassina, una di quelle che uccidono la gente senza pensarci neanche due volte perché era un mostro.
Ma qui si sbagliava: lei non l’ha fatto apposta, né per quanto riguarda Samuele, né per Luca. Lei non sapeva che fare in quel momento. La confusione l’ha avvolta.
Come sta succedendo a me in quest’istante, tant’è che non mi accorgo di alcuni rilevantissimi rumori provenire dal salotto.
-    Cos’era? – chiede Mark allarmato.
Dave alza semplicemente lo sguardo verso il rumore: osserva quel punto difronte a sé per poi dire – C’è un lupo.
Terrore. E chi è ora? La famiglia di Erika è stata presa dai Volturi.
In quell’istante mi rendo conto che la situazione mi sta sfuggendo di mano.
-    Come hai fatto a capirlo, Dave?
-    Forse sono i miei sensori da vampiro, e poi anche perché c’è una puzza di cane bagnato terribile – dice tappandosi il naso.
-    Ehi!! – gli urla l’altro spingendolo giù dalla sedia.
Il rumore si avvicina avvolto dall’oscurità. Che facciamo??
-    Chi può essere? – mi chiedono entrambi; peccato che non so dar loro una risposta. Li guardo senza dire niente. Poi stringo quel diario e lo infilo nel mio cappotto.
Un piccolo ululato si fa sentire dietro la porta. I miei occhi cominciano a vibrare. Sembrano quasi allarmati, ma cos’è? Li sento cambiare.
-    I tuoi occhi… - mi bisbiglia il maggiore dei due.
-    Sono oro? – chiedo spaventata. Non voglio far del male a nessuno. Mi annuisce soltanto. Ora l’ansia è davvero molta.
Poi delle zampate a terra.
-    Chi siete? – chiede la voce molto lupesca.
-    S-sono la figlia di Jacob B-black… - dico tremante.
-    No, intendevo quegli altri! – urla un lupo avvicinatosi al volto di David che non apre bocca. È lì, impalato.
-    David Sky, e mio fratello Mark. E tu saresti qualcuno di nostra conoscenza? – dice il mio migliore amico sicuro di sé.
-    No, sicuramente no… - dice il licantropo abbassando la grande testa. – Ma so bene chi siete ora.
Non può essere vero…
-    T-tu sei… - lo guardo negli occhi. Color dell’oro, ma uno spiraglio di castano intenso si fa largo senza troppi problemi. – Fabrizio?
Gli occhi del lupo si paralizzano sul colpo.
-    Come hai fatto, Ashley? – mi chiedono tutti e tre all’unisono.
-    I tuoi occhi… sono castani come me l’ha raccontato mio padre Jake. Tu sei il fratello di Erika. – dico avvinandomi e accarezzandogli il muso. È davvero bello. Pelo castano, quasi come quello di Mark. Peccato che si passino così tanti anni. Uno 55 e l’altro 18. Ma non si vede la differenza: i lupi rimangono giovani finché il loro spirito animale non va via.
-    Ciao piccola… - mi dice col pensiero. Ed ora che ci penso lui ci parla esclusivamente col pensiero, ma allora come abbiamo fatto ad ascoltarlo? – David riesci ad ascoltarmi perché è un vampiro e sicuramente sa leggere il pensiero; Mark perché è un lupo e quindi è naturale. E tu perché…
-    Io non sono niente, ancora – affermo sicura.
-    No, tu sei un lupo, Ashley, proprio come mia sorella… - dice piano.
-    Non è vero: io non mi sono ancora trasformata!!
-    Ci vuole ben poco: e poi un minimo di vampiro ce l’avrai sempre. La trasformazione avverrà presto, vedrai. Il vampiro in te è vivo più che mai, ne sento l’odore, ma non lo sembrerai – sorride.
-    Ma come fai a saperlo? – dico calma ora.
-    I tuoi occhi non mentono: sono oro come quelli dei lupi italiani, e non dei vampiri, piccola mia. E i tuoi capelli stanno diventando argento, caratteristica mia e di tua nonna, ma anche se ti può sembrare dei vampiri spagnoli, bhè… per me sei un lupo, un bel lupo bianco come la neve. – un altro sorriso divertito.
-    Io mi fido – dico toccandogli le orecchie – ma il mio lato vampiresco? Dov’è? – quel lupo sa davvero molte cose.
-    Tu sai leggere il passato nella mente degli altri. – detto questo mi sorpassa per arrivare davanti alla scatola con tutti quegli oggetti. Uno attimo e lui si trasforma in umano. Sembra un ragazzino di 14 anni, con capelli castani scuro ed occhi del medesimo colore. Non troppo alto ma magrissimo. Lo noto mentre s’inginocchia a terra per prendere il flauto di legno. – Vedi questo oggetto? Era la cosa con cui Erika si sfogava di più, dopo ovviamente il suo di… - si ferma, forse perché scruta quella scatola, dove non è presente ciò che cerca. – Dov’è? – urla quasi da far rimbombare tutto nella casa.
-    C-cosa? – chiedo impaurita.
-    Il suo diario!
-    I-io… mi dispiace -  e glielo porgo senza troppi indugi: dopotutto l’oggetto è di sua sorella. – Mi piace il suo modo di scrivere. – dico flebilmente.
-    Riesci leggere il latino? – mi chiede come sorpreso.
-    Sì… tu no?
-    No, non ci sono mai riuscito. Ashley è giunta l’ora di farti sapere certe cose. – il suo sguardo si fa serio. Io lo guardo incuriosita – Il fatto è che nostro padre, Valerio, sapeva fin da subito che Luca amava Erika. – si ferma, forse per farmi rianalizzare tutte le sue parole.
-    E non le ha mai detto nulla?! – urlo arrabbiato per quella decisione.
-    Non poteva: pensa l’imbarazzo che avrebbe provato Luca nei confronti di mia sorella. Ma avvisò lo stesso Eri di non partire: non gli piaceva affatto quel Billy che se l’è portata via da noi, da Roma, da Luca… - la sua faccia è disgustata – Ma lei non l’ha ascoltata e se ne è andata. E poi…
-    L’ho letta più o meno la storia.
-    Quindi in queste pagine c’è scritto tutto per filo e per segno?
-    Sì, ma sinceramente non ho capito tutto poiché mancano diversi pezzi. Tu che sai di questa storia, Fabrizio?
-    Sono partiti assieme a Luca, che in seguito ha ricevuto i poteri da vampiro di mia sorella. Si sono sposati entrambi, nonostante lui fosse innamorato di lei. Lei con quel Billy, e lui con Giuly, una bellissima donna. – volge uno sguardo a Mark e a Dave che guardano curiosi verso di noi – Ma poi quell’incidente nel bosco… - si appoggia alla parete come disperato – Erika si sentì terribilmente in colpa e cominciò a trattare i figli di Giuly e di Luca come se fossero i suoi, ma ben presto capì che i sensi di colpa la stavano uccidendo e così tornò in Italia e si diresse direttamente dai Volturi. Tornò qui solo per riposare questo diario e per dirci come stavano messe le cose. Le dicemmo di non andare da quei ficcanaso, ma fu inutile. E dopo 3 ore… - si fermò e fissò il vuoto, un po’ come Dave 10 minuti prima – i Volturi ci dissero che era f-finita… - si gira e vedo una lacrima cadere a terra.
-    Mi dispiace. – dico io mortificata.
-    Non fa nulla. Sai, tu me la ricordi parecchio. Tranne che per gli occhi: lei ce li aveva di un verde così brillante, mentre il tuo è spento, caratteristica dei lupi d’America. – ancora quello sguardo disgustato – Ashley, tu pensi che Erika amava Luca o Billy?
-    Io non… - il mio sguardo cade sul mio amico David che mi guarda come per incitarmi a continuare – Non credo.
-    Capisco… - dice quello dagli occhi castani – Vogliamo fare una prova sui tuoi poteri da vampiro?
-    Ma io ancora non lo sono!
-    Lo sei sempre stata, e lo sarai, ma ovviamente il tuo lato lupesco sarà più forte. Hai un talento, però, come i vampiri. Proviamo. – e mi prende la mano – Leggi la mia mente. I ricordi del passato. E trasmettili agli altri presenti.
Lo guardo un po’ torva. Come sa di questo?
-    Lo so perché era una cosa che faceva tua nonna – mi rispose al mio pensiero.
-    Ah, ok.
Gli prendo la mano e chiudo gli occhi. Sento del calore, forse per via della sua natura. Ma lui è anche un vampiro, anche se non lo sembra affatto. Giusto per quei capelli argento che ogni tanto fanno la sua comparsa. Mi appaiono delle immagini sfocate.
-    Non ci riesco – dico scoraggiata.
-    Ci riesci. Provaci ancora. – mi incita.
Ristringo quel calore nella mia mano. Ora le immagini sono più nitidi. Vedo una ragazza, con capelli castani e occhi smeraldo. La vedo truccarsi. E c’è un bambino con lei che le urla di andare via, che stanno facendo tardi. Poi con due adulti che assomigliano moltissimo ad Amanda a Valerio si avviano per un ristorante, almeno credo. La ragazza scende e abbraccia due ragazzini. Entra nell’edificio e si accorge di quanta gente è presente, e perciò saluta tutti, più o meno. Poi mentre mangia, parla con un ragazzino castano difronte a lei, e gli dice che è stanca di tutto quel casino.
Mi fermo per un secondo perché Mark e David mi dicono qualcosa.
-    Ashley, noi vediamo tutto – dice Dave.
Continuo a sbirciare nei ricordi di Fabrizio. Poi vede due ragazzi, un moro ed un biondo, che si avvicinano a quella ragazza e le parlano e forse le chiedono di giocare a calcio; ma lei non può. Ad un certo punto il biondo dice un qualcosa riguardante una bacio e l’altro comincia a sgridare la ragazza dagli occhi smeraldini. Lei indietreggia ma l’uomo che somiglia a Valerio le dice qualcosa che la fa reagire. La ragazza, che ormai presumo sia Erika, parla infuriata con il moro, il quale, però, le dà uno schiaffo. E lì inizia una battaglia senza fine. Lei diventa un lupo grigio, dopo che gli occhi e i capelli le diventano rispettivamente oro ed argento, e attacca il poveretto. Si spostano fuori dal ristorante e alla fine vince lei uccidendolo, ma le si legge negli occhi che è disperata. E così si butta tra le braccia di quello biondo. Lui ha un’aria così spensierata, e non sembra aver paura di quella. Forse… lui era…
-    È mio nonno… - sussurra Dave entrata come in crisi emotiva.
-    Cosa?? – urlo io.
-    È lui, non ci sono dubbi. – risponde Mark per lui.
Continuo a sbirciare. Quel ragazzo, dopo che ha confortato la sua amica., la continua ad aiutare ed a starle vicino. E si nota molto bene l’amore che prova per lei, ma quest’ultima sembra non accorgersi di ciò. Forse troppo impegnata a criticare la sua maledetta famiglia. Poi si rivedono loro al centro commerciale insieme, loro a passeggiare nella scuola mano nella mano, ma non stanno insieme. Lei continua a ripetere sempre le stesse parole che lo fanno soffrire: “Tu sei il mio migliore amico”.

 

Spazio della scema

Ciao, bella gente!
Allora, lo so che non posto da un secolo circa, ma non mi veniva l’ispirazione.
Pensate che sono stata tutto oggi a scrivere questo capitolo.
È difficile scrivere delle pagine di diario del passato!
Comunque vi faccio i miei complimenti: chi arriva a leggere queste righe è un grande.
Ho scritto molto questa volta, forse anche troppo.
Ma mi dovevo far perdonare. Ovviamente ringrazio chi ha recensito l’ultimo capitolo, cioè  
black rose92 ,  adelfasora ,  _Lonely_,  AnnalisaCip96_,  Manga elevato 2,  Jery_iamaniler e  larina .
Anche chi ha messo la storia nelle preferite.
Grazie mille,
B_E_K

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Half-Moons' Key ***


Image and video hosting by TinyPic

Siamo tornati in albergo dopo che abbiamo parlato con Fabrizio. Ho scoperto di diventare un lupo, un bello e grosso lupo bianco come la candida neve, ma di avere un dono speciale, quello di poter leggere nella mente degli altri i ricordi del passato, soltanto toccandogli le mani, e anche di poterlo mostrare a chi ho intorno. Una cosa a dir poco pazzesca.È bello, sì, ok, ma tutto questo mi incute un po’ di paura: da un momento all’altro potrei trasformarmi in qualcosa di assolutamente pericoloso e non solo per la mia famiglia ma anche per l’intera città.

Sto sdraiata sul mio letto e stringo tra le mani la mezza luna: mi mancano i miei genitori. Vorrei tanto potergli dire ciò che ho scoperto da quando ho messo piede qui in Italia, ma non mi piace informare la gente tramite uno stupido telefono. È troppo, come dire, comune, ecco.
Mi mancano tantissimo, ma ho promesso di non frignare se ne sento la mancanza, e poi che glielo va a dire a papà? Io no di certo.
Ora sono più chiare tante cose. La storia che mi ha raccontato papà quand’ero ancora piccola non è la versione corretta: Erika scoprì dei suoi poteri da vampiro, cioè il mio stesso talento, all’età di 14 anni; ma era stufa di tutto questo, ed alla prima occasione donò i suoi poteri a Luca, il suo amico fidato, in modo tale da rimanere metà lupo e metà umana. Papà mi aveva raccontato che lei, fin dalla nascita, era per metà licantropo e per metà essere umana, visto che non era a conoscenza del fatto che Amanda, la madre di mia nonna, era un vampiro spagnolo.
Ho scoperto anche che non era convinta del fatto che, lì in America, Luca amasse Giuly, sua moglie umana, visto che non la trattava proprio come lei si immaginava; ma ebbe comunque due figli, due gemelli che poi sarebbero diventati Dylan, il padre di David, e Mary, sua zia. Ma ancor prima della nascita di questi due speciali bambini, l’uomo vent’enne morì; e non per il motivo che mi ha raccontato papà, ma perché per sbaglio Erika e Billy l’hanno ucciso durante la loro caccia mattutina. E in quel periodo mia nonna era anche incinta di mio padre, Jake. Lei si sentiva terribilmente in colpa per quello che era accaduto e cominciò a trattare i figli del suo vecchio amico come se fossero i suoi. Ma i sensi di colpa non svanirono e così, dopo circa un anno dalla morte del ragazzo, Erika abbandonò Billy e Jacob per tornare in Italia e farsi giustiziare dai Volturi.
Mio padre mi aveva detto, invece, che lui era morto per una sparatoria e che lei per delle emorragie per il parto. Forse papà ancora non sa la vera storia di sua madre. E non sa nemmeno che il suo migliore amico era innamorato di lei.
Su una cosa aveva ragione: i vampiri muoiono solo col fuoco, e ne ho avuto la conferma con ciò che è accaduto a Luca nel bosco.
Riguardo ancora una volta la collanina che mi ha regalato mio padre, quella mezza luna che in passato era appartenuta a mia nonna. Poi lo sguardo va alla boccetta di sangue 0 negativo che ho sul comodino qui, vicino a me. Mille pensieri mi avvolgono la mente per farmi entrare in un mondo tutto nuovo, forse chiamato “fantasia”.
Immagino come sarebbe se mi trasformassi in questo benedetto lupo bianco di cui il mio prozio Fabrizio mi ha parlato come se fosse la cosa migliore al mondo; immagino come sarebbe se non mi trasformassi in licantropo entro l’anno; come sarebbe se riuscissi a salvare le persone a me care.
I miei pensieri sono interrotti da dei Toc alla porta.
-    Avanti – dico mettendomi seduta sul letto.
-    Ciao, Ashley.
-    Tutt’apposto David? – gli chiedo premurosa. Oggi l’ho visto incredibilmente scosso per quella vicenda di suo nonno.
-    Sì, tutto bene… - risponde mettendosi seduto accanto a me.
-    Ok, mi fido… - gli dico mettendogli una mano sulla spalla e rivolgendogli un sorriso davvero colmo di gioia.
-    Anzi no – dice all’improvviso facendomi scansare da quella posizione.
-    Cosa?
-    Non va tutto bene! – mi guarda finalmente negli occhi. Solo allora noto che  anch’essendo un vampiro, ha gli occhi color dello zaffiro più puro. Ma dove sono gli occhi color dell’ambra di cui i vampiri vanno tanto fieri? – Mi spieghi com’è possibile tutto questo, eh? – dice alzandosi arrabbiato più che mai.
-    Ma di cosa stai… - non finisco la frase che Dave mi prende per le spalle e mi guarda dritto negli occhi. Rimango immobile: sto letteralmente cadendo ai suoi piedi.
-    Svegliati, Ashley! Mi spieghi come diavolo è possibile che tua nonna non si è mai resa conto che Luca, mio nonno, l’amava?? – i suoi occhi sprigionano così tanta ira e odio nei confronti miei e di mia nonna che le parole mi si fermano in gola. Non l’ho mai visto così.
-    Io non lo so, Dave. Come faccio a sapere perché non l’avesse mai capito?! Io non sapevo nemmeno che lui se ne fosse innamorato, sinceramente! – dico ora anch’io un po’ infuriata. Insomma: non mi può trattare come se fossi io la colpevole del suo cattivo umore.
-    Bhè, era ovvio, che dici? Lui l’ha seguita in capo al mondo per starci insieme, e lei che fa? Sta con Billy? Ma stiamo scherzando, spero. Cioè, è… è incredibile il comportamento che ha assunto tua nonna nei confronti del mio. – dice liberandomi dalla presa. Si gira per guardare fuori dalla finestra che dà sulla strada trafficata. – Io non pensavo che fosse tanto insensibile.
-    Ok, forse ha fatto male a non accorgersi che il suo migliore amico si era innamorato di lei, ma cavolo, Dave: non puoi prendertela con me! – urlo alzandomi in piedi e facendo un passo verso di lui.
-    Cosa? – mi dice urlando e avvicinandosi tanto a me, tant’è che siamo a nemmeno 10 centimetri di distanza con i volti – Ma ti rendi conto delle assurdità che stai blaterando, eh?
-    E tu ti sei accorto che te la stai prendendo con la persona sbagliata?? – urlo di rimando: odio quando le persone mi trattano in questo modo.
-    No, non mi sto sbagliando, cara mia. Io sto parlando con la persona più adatta, te lo giuro. – prende fiato. In quell’istante mi rendo conto che le iridi dei suoi meravigliosi occhi si fanno sempre più cupe – Perché non capisci che sei come tua nonna, Ashley?
-    Ma di cosa… - non riesco a capire. Perché quella frase? Cos’ho fatto per meritarmi tutto questo?
-    Non capisci? – mi chiede aspettando un qualche movimento; ma l’unica cosa che riesco a fare è rimanere immobile con gli occhi puntati sui suoi diventati ormai color oro. – Sei una stupida, Ashley Black. Sei un’emerita stupida. – dice a bassa voce per allontanarsi poi da me e sbattere la porta dietro le sue spalle.
Io non riesco a capire quel ragazzo: ma cosa gli ho fatto? E che centra mia nonna? E perché dice che sono uguale a lei, cioè un’insensibile?
Mi sento cadere il mondo a dosso. Prima mia nonna, poi i Volturi ed ora lui, il mio migliore amico. Ma cos’ho che non va, me lo spiegate, diamine?
Strappo la mezza luna dal mio collo, senza che io ne sia consapevole. La getto a terra e la guardo brillare sotto la luce della luna notturna.
Poi un’idea mi compare nella testa. La collanina! Questa raccoglie tutti i ricordi di Erika, certo. Come ho fatto a non pensarci prima?
La raccolgo e la prendo in mano. Chiudo gli occhi, desiderando vivamente che il mio talento funzioni anche in quest’occasione. Sento del calore provenire dal ciondolo, ma ben presto diventa gelo, il freddo glaciale. Un’immagine mi offusca i pensieri: Luca ed Erika che si tengono per mano in un grandissimo giardino di notte. La luna splende più che mai sui volti dei due. Lei pallidissima, forse ha ancora i poteri da vampiro. E lui con quegli occhi azzurro mare, proprio come quelli di David. Una cosa più di tutte attira la mia attenzione: la mezza luna al collo di Erika è identica a quella che indossa Luca. Sono perfette e compatibili, ne sono sicura. Brillano ogni volta che Erika sorride felicemente a Luca, che arrossisce.
Però il buio avvolge la mia mente e stavolta non si tratta della notte, ma di un salto di ricordi. Ora siamo 6 anni dopo in un bosco di mattina, forse all’alba. E ci sono tanti lupi attorno ad un corpo a terra. Un ragazzo biondo, dagli occhi cielo, osserva quel lupo enorme grigio a cui esce una lacrima solitaria. I due ciondoli sono presenti anche questa volta ai colli dei due possessori. Un “Ti Amo” mi scatena dei brividi lungo la schiena. Poi tutti i licantropi si allontanano e quello dagli occhi oro, ma che hanno un qualcosa di verde, rimane per altri pochi secondi perché nota che vicino al falò che ha appena ucciso Luca c’è una mezza luna, una delle due, e la prende con la bocca. La stringe e comincia a correre nella stessa direzione degli altri lupi.
Ancora il buio, e stavolta mi comincia a far male la testa. Ora vedo una stanza, giallina e violetta. C’è un grandissimo letto cu sui è seduta una ragazza sui 21 anni. Sta piangendo, ma con un veloce movimento mette il ciondolo del ragazzo in un peluche, forse quello che le ha regalato per il Natale di tantissimi anni prima il suo migliore amico. Chiude la cerniera. E se ne va dopo aver abbracciato un ragazzo moro e due adulti, forse Valerio e Amanda, che piangono senza sosta. Esce di casa e la guarda per un’ultima volta chiedendo scusa al suo piccolo figlioletto, mio padre Jacob, che è rimasto solo con il padre a casa con in mano quell’altro ciondolo, quello che le apparteneva finché non ha deciso di andarsi a far ammazzare.
Apro gli occhi come per paura di guardare ancora il continuo della storia. Ansimo e respiro profondamente per timore che mi manchi l’aria.
Guardo la collanina. Brilla ancora di più. Quel fascio di luce mi entra negli occhi facendomeli chiudere. Lascio cadere il ciondolo e qualcosa di potente mi avvolge il corpo. Sento gli occhi vibrare, come prima a casa di Fabrizio, e i capelli alzarsi in aria. Mi guardo le mani che stanno cambiando radicalmente: si stanno riempiendo di pelo bianco. Sento un calore immenso che si emana in tutto il mio corpo. Lo specchio difronte a me, dopo pochi secondi, mi mostra una ragazza dai capelli color argento con tanto di occhi color dell’oro. La peluria candida mi invade tutto: braccia, gambe… e dopo pochi secondi mi ritrovo a quattro zampe.
Mi riguardo per l’ultima volta allo specchio, per poi correre via con il ciondolo tra le fauci. Fabrizio aveva ragione: sono un lupo bianco. Con occhi o… ehi, non sono oro. Sono verdi brillante, molto vivaci. Non come i miei… ma allora l’oro di prima dov’è andato a finire?
Non mi continuo a tormentare con tali questioni, e corro fuori dalla porta per poi farmi non so quante rampe di scale di corsa, senza nessuno che mi veda, visto che è notte fonda, ormai.
Non mi preoccupo di Mark: rientrerò prima dell’alba e perciò non si accorgerà della mia assenza. Per quanto riguarda David, bhè… ora non posso perdere tempo a ripensare ciò che è successo prima.
Corro per le strade vuote, senza nemmeno un’automobile pronta ad investire un povero lupo come me. Mi sento, però, degli occhi a dosso, e vi giuro che nelle mie condizioni potrei saltare a dosso a chiunque, anche alla persona che amo di più al mondo. Ma me ne frego di questi sguardi su di me e continuo a correre fino ad arrivare davanti alla vecchia casa di Erika. Corro sempre più veloce per le scale di marmo e mi accorgo che sono più forte di prima: è una bella sensazione essere più forte di qualcun altro, sapete?
Sono davanti alla porta chiusa. Non perdo tempo e la butto giù con un solo colpo e mi avvio piano piano verso la stanza che cerco, che sorveglia l’oggetto da me desiderato.
Quando metto la prima zampa nella camera, mi accorgo che il mio ciondolo inizia ad alzarsi e a volteggiare in aria, e mentre tutto questo accade, c’è sulla scrivania una chiave d’argento che sbrilluccica. Perché prima non l’ho vista?
Mi avvicino senza troppo timore e noto che quell’oggetto sul mobile ha uno zaffiro incastonato; la giro con il muso bianco e noto che anche sul retro c’è una pietra: uno smeraldo. Il primo a forma di luna ed il secondo a forma di sole. Una cosa magnifica. Mi ricordo bene che la luna è simbolo del potere dei licantropi, ma il sole? Insomma: né lupi né vampiri si basano sul potere della luce solare. Ma so bene che uno è l’opposto dell’altro. Sole e luna sono complementari, almeno per quanto riguarda l’astronomia, certo.
Ma perché poi proprio lo zaffiro e lo smeraldo? L’azzurro ed il verde insieme. Due colori che mi ricordano rispettivamente il cielo e l’erba. Anche questi complementari?, mi domando. Una chiave… a cosa serve?
E perché oggi non c’era nel pomeriggio? Qualcuno forse l’ha messa qui di proposito solo durante la sera. Forse quel qualcuno si chiama Fabrizio; infondo è rimasto solo lui in casa, anche se in questo momento non lo vedo. Sarà andato a farsi una passeggiata.
La chiave si alza in volo, e non so bene come fa, e si dirige verso il vecchio armadio; m’incita quasi ad aprirlo e per accontentarla lo faccio prendendo il pomello tra le mie fauci. Lo apro e vedo migliaia di vestiti appesi a stampelle e sul fondo anche centinaia di borse e sciarpe. Tutto colorato, ovviamente.
Ma la chiave d’argento si muove verso quest’enorme montagna di accessori e comincia a brillare sempre più arrivata vicino ad una borsa celeste e nera. La prendo e la apro sul pavimento. Un peluche, per essere precisi uno scoiattolino, esce fuori e mostra sul retro una cerniera che prontamente apro con la bocca. Qualcosa sbrilluccica e forse ho capito di cosa si tratta.
-    Eccola, finalmente! – dico, ma forse penso solo, visto che i licantropi ululano.
La mia collanina si avvicina al nuovo oggetto. Le due lune sono così belle insieme. Ma adesso la domanda è “Che vuole questa maledetta chiave se le lune si completando perfettamente?”. Ma alla mia domanda arriva subito una risposta perché quell’oggetto a cui io non so attribuire un vera funzione si mette tra i due ciondoli rivolta con lo zaffiro verso la mia collana e con lo smeraldo rivolto all’altra.
-    Lo zaffiro di Erika… lo smeraldo di Luca… - rifletto nel vedere che infatti la mia possibile ipotesi è plausibile – La luna per lei, il sole per lui. – le guardo ancora più stupita da quelle luci che emanano. – L’azzurro, colore preferito di mia nonna, e il verde, quello del nonno di Dave… - ma poi ripenso ad un’ultima cosa – L’azzurro era il colore degli occhi di Luca, ed il verde quello di Erika… quindi, significa che… loro si completavano a vicenda. Eppure perché lei non l’ha mai capito? Perché s’è sposata con Billy?
Ad un certo punto la chiave si allontana e volteggia in aria verso un cassetto del comodino vicino al grande letto. Lo apro e noto all’istante che c’è un cofanetto nero e bianco all’interno; ha anche un lucchetto, uno di quelli normali, d’argento. La chiave s’infila e gira verso sinistra. Un piccolo Clack mi riporta alla realtà e mi fa scrutare quell’oggetto aperto: contiene una foto che riporta due mani unite. Forse quelle di Erika e di Luca. E dietro c’è una dedica da parte di lui, almeno credo.
Dice che quello è stato il Natale migliore del mondo e che gli è piaciuto solo perché sono stati insieme. Come finale un Ti Voglio Bene Eri, e comincio a pensare. Come cavolo è possibile che nel pomeriggio non mi sia accorta di nulla? E perché la chiave non c’era?
Mi sento ancora due occhi puntati a dosso. Ma chi diavolo…
-    Mark! – penso, ma nel frattempo comunico con lui tramite il pensiero: è in forma di lupo.
-    Ciao, Ashley.
-    C-come hai fatto a capire che ero q-qui?
-    Io stavo aspettando che tu venissi… - si fa pensieroso, ma il suo sorriso non se ne va – Il punto è che oggi ho parlato con Fabrizio, dopo che tu e mio fratello ve ne siete andati, e mi ha dato quella – indica col muso la chiave d’argento ancora infilata nel cofanetto di due colori così opposti.
-    Perché non me l’hai detto prima? – penso flebilmente.
-    Perché dovevi stare da sola per trovare quella foto, e per capire che Luca amava veramente molto Erika, tua nonna.
-    Ma questo già lo sapevo, Mark. Perché tutta questa messa in scena?
-    Perché devi capire anche che il passato ed il presente sono collegati, Ash. Non ti sei accorta di nulla ultimamente? – mi rivolge uno sguardo come comprensivo.
-    Io? Ma di che parli? Io non ti riesco proprio a capire, e come te, non capisco nemmeno tuo fratello. – dico un po’ offesa; forse perché non riesco a capirli quei due.
-    Trasformati in essere umana! – mi ordina. E così eseguo i suoi ordini e mi trasformo; aspettate un minuto: ma se sono un lupo, perché non ho ucciso nessuno?
-    Che vuoi? – gli chiedo quando anche lui si trasforma e mi affianca seduto sul letto.
-    Rispondimi: qual è il tuo colore preferito e quello di mio fratello?
-    Il mio è l’azzurro cielo ed il suo verde, ma perché?
-    E non noti nulla di strano in questo? – si fa sempre più serio.
-    Bhè, una cosa davvero assurda e bizzarra è che il mio colore è il suo colore degli occhi, mentre il suo è dei miei; ma nulla di più.
-    E dimmi, lo zaffiro e lo smeraldo di che colore sono?
-    Rispettivamente azzurro e verde… ehi, arriva al sodo che mi stai confondendo ancora di più le idee!
-    E mi dici anche perché non ti sei mai resa conto che mio fratello è cotto di te?
Questa domanda mi lascia spiazzata. Non riesco ad aprire bocca, perché sono troppo presa dai miei pensieri che ora corrono nella mia mente alla velocità della luce: mi sembra tutto chiaro ora, perché il verde e l’azzurro sono complementari come Erika e Luca, e… come me e David. Il sole e la luna indica a sottolineano ancora di più il fatto che siamo ed erano opposti tra di loro. Lo smeraldo e lo zaffiro: i nostri colori fin dalla nascita…
-    Senti, lo so che ti appare strano, ma le cose stanno così, e mi pare strano che tu non te ne sia mai accorta.
-    I-io… non so c-che dire… - non parlo, non capisco nulla. Perché non me l’ha detto? Ora tutto peggiorerà: la nostra amicizia finirà, il mio viaggio alla ricerca della verità fallirà e… rimarrò sola perché non so se ricambio i suoi sentimenti. Non c’ho mai pensato!
-    Ashley, calmati, dai. Ora il problema è un altro, oltre ad altri che abbiamo già: ora rischi di ucciderlo, sai? Insomma: ti sei trasformata da pochi minuti ed ancora non hai ucciso la persona che ami di più e…
-    Ehi, frena, Mark. Io non ho mai detto di amarlo!! – dico ad alta voce appena lo sento dire quella cosa che mi dà sui nervi. – Non posso dire di amare una persona se poi non ne sono sicura neanch’io… E di conseguenza non rischio di ucciderlo.
-    Ma tu lo ami, Ash! – risponde lui sempre serio ma con uno sguardo un po’ preoccupato.
-    No, che non lo amo, stupido di un lupo! Non capisci che io lo odio in questo momento?! – e mi alzo così velocemente che neanche mi accorgo di essermi già ritrasformata. Esco velocemente dalla stanza con al collo le due collanine col ciondolo a forma di luna.
Sento il ragazzo di 18 anni chiamarmi da lontano, ma non m’importa ciò che dice: so quello che devo fare, ora. E spero con tutto il cuore di riuscirci, sinceramente. È l’alba e le prime luci del sole cominciano ad illuminare le strade di Roma. Ho paura che qualcuno mi veda, ma se sono veloce raggiungo l’hotel prima che qualcuno capisca che è passato un lupo bianco sotto casa.
Mi accorgo da fuori dall’entrata che ci sono fin troppe persone nell’atrio dell’edificio e perciò mi trasformo di nuovo: non posso rischiare più di tanto. Non so se ho alle calcagna Mark… non mi importa più di tanto.
Entro con al collo quei ciondoli che col sole s’erano scuriti. Forse è vero che quando il sole è presente nel cielo che noi osserviamo di giorno copre la luna coi suoi raggi, forse troppo luminosi, tant’è che non riusciamo a vederla il più delle volte.
Mi guardo un po’ intorno e vedo che tante persone sono girate verso di me. Forse ho qualcosa tra i denti o magari i capelli arruffati. Poi la mia attenzione si dirige per 3 uomini seduti sui divanetti. Sono davvero inquietanti: pelle pallidissima, più della mia, con occhi color dell’ambra. Mi scrutano con uno sguardo indagatore e curioso, o forse è l’impressione mia. Rispondo con un mesto sorriso e mi dileguo nella mia camera. Ma quando arrivo davanti alla porta mi rendo conto che c’è qualcuno accasciato davanti.
-    Dave… - sussurro dolcemente piegandomi vicino al mio amico addormentato. Forse aveva dormito lì tutta la notte. – Scusami amico mio, non pensavo che tu fossi innamorato di me… - e lo stringo al mio petto. Gli voglio un bene pazzesco, e non per il fatto che gli piaccio dobbiamo smettere di volerci bene, non credete?
-    Ashley… tu lo sai? – mi chiede alzando lo sguardo e puntando i suoi occhi color zaffiro sui miei smeraldo. Mi sento strana, credo un po’ agitata. Mi batte il cuore all’impazzata: non me l’aspettavo sveglio. Mi fissa e dopo poco sorride. – Ehi, il tuo cuore batte.

 

Spazio della Tizia che d’ora in poi firmerà tutto con un nuovo nome

Allora, ragazze e ragazzi (se ce ne sono), che ne dite?
Ok, la storia si fa sempre più contorta… ^^
E quella scena della chiave volante (?) non è la migliore, lo so T.T
Ma sapete: in questi due giorni sono stata male, e non per quanto riguarda la salute.
È che sono stata male col mio cuore: ho “litigato” con un mio caro amico, e devo essere sincera… mi ha fatto male tutta questa situazione, perché pensavo davvero di averlo perso…
Ok, passando alla storia.
So che non è uno spettacolo… ma per favore, non uccidetemi.
Diciamo che la trama si è complicata ancora di più, perché ora con la trasformazione di Ashley si vengono a scoprire tante tante altre cose.
Due cosette. La prima è se nelle recensioni, sempre se le ricevo, mi scrivete un particolare che magari non vi è chiaro, o piuttosto vi ha incuriosito. Non a caso ho messo degli “elementi” che non danno per ora proprio una svolta alla storia, ma che in futuro potrebbero essere rilevanti. Se li avete notati, fatemelo sapere, almeno sono certa che avete capito qualcosa.
Seconda cosa: Ho deciso che non pubblicherò il prossimo capitolo finché non ricevo una recensione da una persona che non mi ha mai recensito. Lo dico perché, oltre al fatto di superare un nuovo record che sto vincendo contro un mio amico, vorrei avere un nuovo “amico” su EFP; più che altro vorrei andare a leggere qualcosa di nuovo, ma visto che poi sembro offensiva nei confronti degli altri se scelgo io, vi chiedo che qualcuno che legge ma che non recensisce mai questa fic lasci un commentino almeno vado a leggere qualcosuccia anch’io, che ho voglia di scoprire nuove cose.
Ringrazio come al solito: AnnalisaCip96, _Lonely_, black rose92, adelfasora, Manga elevato 2, Simo__Chan e tata_angel per le splendide recensioni. Poi anche larina, Louismycarrots e nene_cullen per aver messo la storia nelle preferite; Benny_Smolder per averla messa nelle seguite.
E un’altra cosa: ovviamente io sono un tipo che fa molte recensioni se si ci mette, quindi chi mi scriverà una recensione, ed è la prima che lascerà a questa storia, lo riempirò di recensioni ma più che altro non vedo l’ora di leggere cosette nuove =3
Tanti bacioni,
BeaTenSmile.
P.s. ultima cosa: spero di aver accontentato almeno un po’ tata_angel: nella scorsa recensione mi ha detto che le piace un pochino Mark, il fratello maggiore di Dave, quindi ho scritto una scenetta con lui come “aiutante” della nostra Ashley.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Proof Of Love ***


Entro nella mia stanza con Dave al mio seguito, che non stacca gli occhi da terra. Mi volto verso di lui.
-    Com’è stavi accasciato lì, davanti alla porta della mi stanza?
Lo vedo imbarazzato; forse non se n’è nemmeno reso conto.
-    Ieri sera ho sbagliato: non dovevo dirti quelle cose.
Forse è sincero, o forse è entrato davvero nel pallone e non sa che dire.
-    E rimanere davanti la mia porta per tutta la notte?! Ma Dave: chissà quanto sarà stato scomodo dormire lì! – dico un po’ divertita. Faccio di tutto per non toccare quell’argomento.
-    È vero: è stato piuttosto scomodo… - poi si ferma per pochi decimi di secondo – ma credo ne sia valsa la pena. – lo vedo arrossire e guardare ancora una volta il pavimento.
-    La prossima volta non lo fai, vero? – cerco di sviare e di non cominciare quel discorso che potrebbe mettere a rischio la vita di tutti noi.
-    Se magari mi farai entrare, certo che no! – alza finalmente lo sguardo e si concentra sul mio, forse imbarazzato più di lui. – Ma mi devi promettere una cosa anche tu.
-    Cioè?
-    Non devi andartene senza dirmi niente, chiaro? Rischi davvero troppo Ashley. Magari incontri i Volturi e ti portano via… da me…
-    Io da te non potrò mai andarmene via, intesi? – ma che dico. Oddio, gli sto dando corda. Lo vedo sorridere e fare un solo passo verso me. Siamo distanti circa 3 metri.
-    Dimmelo che non te ne andrai mai… ti prego. – un tono supplichevole. Mi fa quasi pena con quei suoi occhioni color cielo.
-    Non scapperò mai da te, promesso. – dico senza rendermi conto che le parole escono a loro piacimento dalla mia bocca.
Una decina di secondi di puro silenzio infondono sia a me che a lui, molto probabilmente, un po’ di ansia.
-    Dove sei andata durante la notte, Ash? – si siede sul letto che mi ospita da pochi giorni e lo vedo mentre si adagia, o forse semplicemente sedersi e constatare che la sua attenzione sia ancora rivolta totalmente a me.
-    A farmi un giro… ma poi sono rientrata. – gli mento.
-    Non dirmi stupidaggini: non sei il tipo che esce durante la notte! Dimmi la verità, ti prego. – ancora quel tono come supplichevole rimbomba nelle mie orecchie.
Mi sento quasi attratta da quella sua voce così maledettamente melodica. E gli rispondo senza capirne il vero motivo.
-    A casa di mia nonna. Ed ho incontrato tuo fratello.
-    Mark lì? Significa che ti ha detto qualcosa di veramente importante per farlo girovagare per la città a quell’ora! – mi sembra che si sia accorto del mio leggero rossore sul volto pallido. Lo vedo sbiancare piano piano, più di quanto già lo sia.
-    Non lo sapevo… - gli dico sincera. È vero: si è sempre comportato in maniera troppo affettuosa con me, ma non sono mai riuscita a vederlo come ragazzo, anche se lo è infondo. Lo vedevo sempre come il mio amico, o un fratello.
-    Non fa nulla… non ha molta importanza – e mentre lo dice, mi siedo anch’io con le spalle rivolte alle sue. Non ci guardiamo in faccia e forse è un bene. Poi ripenso alle sue parole.
-    Sì che ha…
-    No, non ce n’ha. Ora dobbiamo solo pensare a come riprendere i tuoi parenti. Chissà cosa staranno subendo in questo momento! – esclama. Mi fa veramente riflettere a volte quel ragazzo. E ha sempre ragione.
-    Sì, ok. Come vuoi… - dico quasi sconsolata. Ok, magari non ho proprio voglia di parlare di romanticismo col mio migliore amico, ma sinceramente ora ne necessito. Voglio sapere davvero come stanno le cose: da quant’è che gli piaccio? Da sempre?
-    Di che vuoi parlare, Ashley? – mi chiede comprensivo. Spalle contro spalle, sento il suo respiro, il suo petto andare su e giù. Lo sento qui, vicino a me.
-    Ti voglio bene, Dave. E mi dispiace per la lite di ieri… - dico flebilmente mentre inarca una sopracciglia, come solo lui sa fare.
-    Ti voglio bene anch’io. E ti chiedo scusa. – mi risponde con queste due semplicissime frasi. Attimi di silenzio irrompono nella stanza che ascolta le nostre conversazioni.
Dopo pochi minuti lo sento muoversi e girarsi, forse per guardarmi; ma può solamente vedere la mia schiena, che in confronto alla sua è uno scricciolo. Sento il suo sguardo puntato sul mio corpo. Non ce la faccio e mi giro verso di lui.
Incontro quell’azzurro cielo che si mescola al mio verde prato. Mando giù la saliva e credo proprio che lui mi abbia sentita. Mi sorride dolcemente, e solo lì mi accorgo che uno strano calore si emana per il mio corpo. Cos’è?
Poi mi tornano alla mente tutti nostri ricordi: quando gli ho parlato per la prima volta a scuola, quando ci siamo incontrati casualmente al parco, quando gli ho parlato di Alex, quando ci siamo detti per la prima volta Ti Voglio Bene, quando abbiamo promesso che saremo rimasti amici a vita, quando ha accettato di accompagnarmi qui in Italia, quando mi ha accompagnata dal mio bisnonno e quando abbiamo litigato ieri sera.
Siamo seduti uno di fronte all’altra senza proferire parola, forse perché in questo preciso momento non serve. Ma comunque si avvicina a me senza troppi dubbi; anche se sa benissimo che l’ultima volta che ha osato farlo, per la rabbia, gli ho dato un pugno sulla bocca facendolo sanguinare. Non mi controllo, il più delle volte. Ma stavolta è diverso, perché lo sento qui con me, lo sento vicino alla mia anima. Il respiro mano a mano mi si blocca e le parole non vogliono uscire da questa mia stupida bocca.
-    Ti amo.
Il mio cuore cessa di battere. Tutto cessa di vivere attorno a me. Anche i miei occhi smeraldo smettono di sbrilluccicare: lo noto guardando gli occhi di David che si accosta sempre più a me. Comincio a percepire il suo battito, anche se è un vampiro senza sangue nelle vene: si vedono bene le sue emozioni esplodergli negli occhi. Vedo i suoi zaffiri brillare ancor più di prima.
Quante volte ho visto nei film un bel ragazzo, magari anche biondo come Dave, pronunciare quelle due parole alle quali, spesso, la ragazza difronte risponde con certe banalità, alle quali, però, non so resistere.
-    Anch’io.
Perché l’ho detto?
Forse perché non so che dire, o forse perché l’ho vista già questa scena in televisione. O magari perché lo sento sul serio: sì, può darsi che ricambi i suoi sentimenti. Emozioni a me sconosciute, d’altronde. I ragazzi che sono comparsi nel mio passato non hanno un vero senso, almeno non in confronto al mio migliore amico, quello con cui spesso litigo per delle sciocchezze immani.
Ormai siamo a circa dieci centimetri di distanza e comincio a sentire il suo respiro sul mio viso solitamente pallido, ma che ora si presenta arrossito. Lo sento sussultare quando anch’io mi accosto quel tanto che basta, cioè circa 3 centimetri. Lo sento vibrare di gioia quando gli sorrido mestamente, ma con amore ed affetto. Le nostre fronti hanno deciso senza il nostro permesso di sfiorarsi e poco dopo di rimanere attaccate. I nostri nasi hanno deciso di sfiorarsi ancora ed ancora. I nostri occhi hanno deciso di incatenarsi per non rompere più quella magia creatasi.
-    Non mi lasciare.
Lo sento dire piano. Sorrido di nuovo. E lui ricambia. I nostri occhi, ancora legati da quell’armonia, sono perfetti. Creano nel loro piccolo un qualcosa di speciale, e forse è grazie a loro se ho capito cosa provo nei confronti del mio amico. È grazie a loro se io e lui abbiamo un passato diverso da quello degli altri, del resto del mondo. Siamo vicinissimi: il mio naso e la mia fronte sfiorano i suoi, si toccano. Mancherebbero solo…
-    Sei importante, non te ne andare come le altre volte. Rimani qui con me. Per sempre.
Mi soffia sulle labbra, ormai anche loro giunte al termine. I miei occhi guardano i suoi, ma non reggono per molto e cedono. Mi trovo ad osservargli la bocca o, meglio, le labbra. Lo vedo pochi secondi dopo sorridere; forse s’è accorto del fatto che mia sia arresa al suo sguardo così penetrante.
-    Scusa.
Sussurro. Non voglio che pensi che lo stia facendo solo per rubargli uno stupido bacio. Lo riguardo dritto negli occhi, ma come sempre non ce la faccio e torno a guardare quella carne così maledettamente perfetta. Quelle due labbra rosa. Scommetto che sono anche morbide e vellutate. Chissà com’è baciare un vampiro.
-    Non riesci a sostenere il mio sguardo?
Gli annuisco leggermente, senza mai distogliere la mia attenzione da lui. Lo sento ancora respirare sulla mia faccia e sento quest’ultima andare a fuoco. Mi sorride ancora. Forse perché ho risposto di sì alla sua domanda, o magari perché sono arrossita. Infine lo guardo in quei due oceani; lui nelle mie distese di prato.
Alzo la mano e gli accarezzo le guance lentamente. Più che altro traccio una linea immaginaria su quella candida pelle che adoro da morire. Gli percorro tutto il volto, fino ad arrivare al mio obbiettivo. Le sue labbra sono morbide al tatto, e piano piano si piegano in un dolcissimo sorriso, che come al solito mi fa arrossire; questo provoca una piccola e minuscola risata da parte del ragazzo che da circa 5 minuti mi fa sentire la persona più fantastica del mondo. Abbasso la mano.
Si avvicina, lo sento. Socchiudo gli occhi. E poco prima di chiuderli del tutto, noto che mi segue nello stesso movimento.
Ma una nuova forza si fa enorme e potente dentro me. I miei occhi si aprono di colpo e mi accorgo che anche Dave s’è fermato: ha notato il mio cambiamento.
-    Oro.
Pronuncia quella parola e così salto giù dal letto e mi dirigo verso lo specchio per guardare quelle fosse d’oro puro. I capelli mi diventano argento, ma non solo a me.
-    Ma cosa…
Non termino la frase che mi trovo davanti Dave con occhi e capelli come i miei. I canini si intravedono a stento. So che non vuole farmi del male. Lo conosco.
Non riesco ad esporre le mie riflessioni, che la testa mi comincia ad esplodere. Mi inginocchio a terra con le mani a tenermela. Strizzo gli occhi. Solo per pochi secondi li tengo aperti per vedere che Dave ha una faccia piuttosto spaventata, ma allo stesso tempo incapace di fare qualcosa di benefico.
Poggio le mani a terra, come per sentire ancora il pavimento sotto di me. Lancio un urlo, che ben presto diventa un ululato che fa rabbrividire il vampiro.
-    Lo sapevo. – dice solamente guardandomi mentre il pelo comincia ad inondarmi le braccia nude.
Non voglio che accada. E se non riuscissi a mantenere il controllo, che succederebbe?
Mi trasformo e non sento più ragioni. La testa mi fa ancora male. Apro gli occhi oro e rivedo David fermo, immobile, che mi guarda con un po’ di stupore. So benissimo che lui ha sempre sperato che io diventassi un licantropo, e non un vampiro. Ma tanto, da come ha parlato il mio prozio Fabrizio, io sono tutti e due: aspetto da lupo, ma poteri da vampiro.
Mi guardo allo specchio e sorrido amaramente a quell’orribile visione: quel lupo bianco riflesso mi incute terrore, in certi istanti. Mi trattengo, mi ostino a non farmi uscire quelle lacrime calde che non m’hanno quasi mai sfiorato le goti, ora arrossate.
Nel mio specchio appare anche un’altra figura. Quel vampiro dagli occhi oro e dai capelli argento è sempre lì, fermo nella sua solita posizione, quella a cui l’ho lasciato prima. Solo in quel momento mi accorgo che ha digitato qualcosa al cellulare; poi lo rivedo metterlo a posto. Probabilmente ha scritto a suo fratello.
Vicino al verde chiaro dei miei grandi occhi, si fa largo senza indugi un rosso sangue. Da quello che ho capito, il mio colore degli occhi cambia solo nel momento della trasformazione, poi basta. Perché ora il rosso? Sarà quello che penso?
Non termino quelle frasi nella mia testolina, che ormai è enorme, che mi giro con le fauci aperte verso Dave. Non mi accorgo nemmeno di quello che faccio, sento solo una grade ira nei suoi confronti, e devo placarla in un modo o nell’altro. Però, l’unico mio pensiero è quello di assaggiare il suo sangue.
Essendo metà vampiro, quando mi trasformo in lupo la mia prima necessità è quella di addentare i miei denti nel collo della gente, un po’ a modo dei vampiri. Anche mia nonna Erika ha morsicato alla fine l’amore della sua vita, quindi…
Sento di doverlo uccidere, ed un istinto quasi animale si sta facendo spazio nella mia mente. Lo vedo per un attimo tremare. Ma non ho pietà e salto verso di lui atterrandolo. È sotto di me e non fa nulla. Tranquillo, anche se il tremolio a volte lo tradisce.
Le mie zampe sui suoi pettorali non  sono per lui un peso. Ci guardiamo negli occhi. Io con uno sguardo omicida e lui con uno un po’ teso. E pensare che 5 minuti prima guardandoci negli occhi ci stavamo dichiarando. Ora tutto sembra aver preso la giusta direzione. Infondo, anche mia nonna ha fatto lo stesso; ma a differenza sua, io forse riuscirò a controllarmi. Non voglio uccidere chi amo.
I suoi occhi oro mi riportano alla mente tutte le volte in cui ci siamo guardati negli occhi e abbiamo promesso di rimanere amici per sempre, qualunque cosa accadesse. Ma ora la situazione è ben più complicata, e spero con tutto il cuore che io non commetta lo stesso errore di Erika.
Sento la porta sbattere, ed automaticamente la mia e la testa di David si girano verso quella direzione. Mark è lì, sulla porta, con il fiatone. Forse ha corso, o magari è preoccupato. Un particolare non sfugge ai miei occhi smeraldo: in mano ha un boccetta contenente uno strano liquido rosso che non si ostina a fermarsi.
-    Ashley, calmati, mi raccomando! – mi dice facendo un solo passo verso me.
Come fa ad essere in possesso del sangue 0 negativo che mia madre mi ha dato per qualsiasi evenienza? La tiene stretta quella boccetta, quasi per proteggerla da un mio possibile rifiuto. Allunga il braccio verso la nostra direzione e mi mostra quell’oggetto. Lo guardo, quasi ipnotizzata. Ma comunque non riesco a capire il senso di tutto questo: io, infondo, voglio il suo sangue, quello di Dave, e non di qualche sconosciuto che ha deciso di donare il proprio sangue.
-    È il sangue di Dave. – mi indica ancora quel liquido.
Sbarro gli occhi. Come il sangue del mio amico? Ma me l’ha dato mia madre. E come faceva a sapere che avevo bisogno proprio di quel tipo di sangue?
-    Ashley, ascoltami bene, ora. La storia è lunga, ma ti giuro che alla fine starai bene. – gli faccio un cenno per continuare – Ti ricordi quando tuo padre ha deciso di far venire anche ma qui in Italia, oltre a te ed a mio fratello? L’ha fatto perché sapeva che tu ti saresti innamorata di lui.
Non può essere vero. Perché non ne sapevo nulla?
-    Lo sapeva perché si vedeva lontano un miglio il vostro amore nascosto: lui ti ha sempre trattata come la persona più importante del mondo e tu gli eri riconoscente. Tutti immaginavamo che sarebbe poi, un giorno, nato un qualche rapporto più profondo. – fa una pausa. – E così, dopo che tu gli hai chiesto di poter partire per scoprire la verità, ha capito che in questo lasso di tempo ti saresti infatuata di mio fratello e che ti saresti così trasformata. Ha deciso perciò di prelevare del sangue da Dave, il quale, ti giuro, non sapeva nulla di tutta questa storia. Ovviamente dopo aver ricevuto il mio permesso, ha preso questo sangue e l’ha dato a te, facendomi, però, venire con voi; molto probabilmente perché aveva paura che lui da solo non ce l’avrebbe fatta a farti calmare.
Tutto ha un senso finalmente. Quindi, se ho capito bene, ora dovrei solo bere quello strano liquido rossastro nella boccetta.
Annuisco, probabilmente, con la grande testa, e Mark mi porge la boccetta. La apre lentamente, senza alcun movimento brusco. Mi arriva alla narici l’odore forte. Mi dà fastidio, ma allo stesso tempo mi attrae, forse anche troppo. È proprio il sangue che cercavo, quello che più mi soddisfa.
Mark mi sorride affettuosamente e mi fa capire che è ora di darsi una calmata, seriamente. Mi scosto dal mio povero amico e mi dileguo verso l’altro. Osservo quella boccetta: è piccola. Come faccio ora?
-    Ci penso io. – Dice Dave rassicurandomi. Se lui ha un’idea, significa che è buona e geniale.
Mi si avvicina cautamente e prende dalle mani del maggiore l’oggetto tanto agognato. Mi fa cenno di aprire la bocca, o le fauci. Ho paura di potergli saltare addosso. E lì sarebbe il finimondo.
Nota bene la tensione creatasi e mi si avvicina ulteriormente all’orecchio per sussurrarmi delle parole.
-    Ashley, tu sai cosa devi e vuoi fare. Non mi faresti mai del male, lo capisci da te questo. Quindi stai tranquilla, andrà tutto bene…
Quel suo ottimismo mi fa stare sempre bene e mi rasserena.
-    Un’ultima cosa: sai bene che ciò che ha fatto Erika è sbagliato, perciò tu non faresti mai il suo errore, l’hai detto tu stessa, ricordi? Bene… ricordati dei tuoi sentimenti e non di quello che accadde a Samuele quel Natale.
Lo amo, sì, tanto. È l’unica persona che riesce a capire i miei dubbi. Così, senza nemmeno sprecare altro tempo, mi versa il suo sangue in bocca. Scorre lungo il palato e poi scende per la gola, fino ad arrivare all’esofago. Mi sento forte e decisamente molto meglio di prima. Mi sento viva e completa.
Finisce il mio piatto e Dave butta a terra ciò che n’è rimasto. Mi guarda e mi si avvicina ancora una volta all’orecchio.
-    Sei stata mitica. Ti amo.
Quelle parole mi fanno sussultare. Mi ama, e tanto credo. Come io amo lui.
Gli sorrido e sotto lo sguardo dei due fratelli mi trasformo in essere umana. I miei occhi, ora verdi prato, sbrilluccicano come non mai per la gioia. Sono un lupo perfetto.
Dave mi abbraccia e mi sussurra qualcosa, che sinceramente non ho capito perché sono troppo presa dall’emozione. Mark ci guarda imbarazzato.
-    Ehm… forse è meglio che vada: il mio lavoro è finito qui. Ciao… e dormite!
Si chiude la porta alle spalle lasciandoci con un rossore in volto. David mi riguarda negli occhi.
-    Forse ha ragione: meglio dormire ora. Magari un altro giorno… – dice dolcemente.
-    Ah, ok… - dico un po’ sconsolata. Sinceramente ho bisogno di un po’ di coccole e, dopo che mi ha detto così, ci rimango un po’ male.
Forse lo nota e così, quando, ancora prima di voltarmi completamente, gli tengo la mano che sto per lasciare, mi fa girare verso di lui nuovamente. Le nostre mani intrecciate e l’altra mia mano sul suo petto. Essendo più bassa di lui, per guardarmi negli occhi, china la testa. Azzurro in verde e verde in azzurro. Complementari.
Sento il suo respiro sulle mie labbra e sento il suo sguardo puntato unicamente sui mie occhi. Io, come sempre, non riuscendo a tener testa ai suoi, guardo le labbra, quelle che mi si trovano davanti gli occhi.
-    No, magari ora sarebbe meglio, non credi?
Mi chiede avvicinandosi ancor di più al mio volto. Socchiudo leggermente gli occhi e mi rendo conto che lo fa anche lui. Poi non so cosa succede. Sento solo una pressione sulle mie labbra che mi spinge ad aprirle. E io lo faccio istintivamente.
È un qualcosa di estremamente dolce. Carico d’affetto. Porto la mia mano dal suo petto al suo collo, dietro la nuca. Lui, a sua volta, mi mette una mano sul fianco e mi spinge verso il letto. Non m’importa nulla, voglio solo passare del tempo col mio amico… col mio ragazzo.
Mi fa cadere e aprendo gli occhi mi rendo conto che da quel momento potrebbe accadere di tutto. ma non me ne preoccupo troppo. Non ci saranno dei riscontri un giorno.
Si china su di me e mi mette una mano sulla guancia mentre io, con i gomiti, mi sorreggo sdraiata. Si mette in ginocchio sul letto e mi fa direzionare verso la parte superiore, dove c’è il cuscino azzurrino. I baci continuano sempre con più foga.
Ormai lui è sopra di me e continua a condurre la nostra danza con le lingue. Si scosta un poco in seguito.
-    Mi ami?
Gli rispondo sempre in modo banale, ma sincero.
-    Certo. sei l’unica ragione per cui trovarmi qui. Sei speciale.
Forse sono cose che gli ho detto già un migliaio di volte, ma non mi stancherò di dirgli che è la cosa più bella che mi sia mai capitata.
I suoi baci, ora, si spostano sul collo. Mi rilasso molto, specie dopo che è successa quella cosa che poteva mettere a rischio la vita di Dave. Continua a torturarmi finché mi accorgo di una strana busta sul tavolino poco distante. Una lettera da parte di un qualcuno di cui io non voglio saperne nulla.

 

Angolino della scema

Ciao e buonasera a tutti. Sono qui a postare un nuovo capitolo, nonostante l’altro non sia stato di vostro gradimento.
Allora, questo è diverso perché parla esclusivamente d’amore. Wow.
Da tipo 2 o 3 giorni che sono sdolcinata, ma allo stesso tempo irata con tutto e tutti.
Comunque, sono qui per dirci mi pare due cose, come sempre:
-    La prima si tratta del fatto che vorrei sapere per messaggio o ancora meglio per recensione se per caso vorreste che questa fic (vi annuncio che in massimo 3 capitoli si concluderà) abbia un seguito. Magari sempre sullo stesso genere, quindi romantico ma ricco d’imprevisti. Quindi per favore ditemelo. Grazie.
-    La seconda riguarda me, cioè Blood_Eyes_Karen. Allora vorrei fare un sondaggio: ho intenzione di cambiare nickname ma sinceramente non ho la più pallida idea di cosa mettere. Perciò la mia domanda è questa: che metto?? Chiedo a voi perché ormai avete capito che sono un tipo che rompe spesso e che ama chiacchierare. Quindi io vi propongo delle tracce. Riferitevi alle seguenti parole: Luna, Jude/Kidou, Lupo, Neji, Haruna, Sangue e Buio. Ovviamente anche in inglese, eh. Avete la possibilità di darmi tre possibilità. Decidete voi tre diversi temi e inventate tre diversi nomi, non collegati tra loro. È semplicissimo e spero che partecipiate a questo sondaggio. Grazie.
Se recensite, mi fate un favore. Quindi, ciao e al prossimo capitolo.
Beatrice

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Colosseum Of Wolves ***


Ho fatto uscire dalla mia camera d’albergo Dave; stavamo esagerando con quei baci infuocati. Poco prima che se ne andasse gli ho messo al collo la collanina di suo nonno Luca. La mezza luna d’argento sbrilluccicava sulla sua pelle pallida e marmorea.
Mi avvicino sicura di me al tavolino presente nella stanza, vicino al letto. Quella busta che poco prima ha attirato la mia attenzione, dedicandone poco al mio amico, o forse ragazzo, mi si pone davanti come se fosse la cosa più sacra ed importante al mondo.
Decorata con disegni riguardanti probabilmente fiori o altro, mi ricorda un libro antico che si trova nella camera da letto a casa di mia nonna Erika. Sì, uno di quelli scritti in greco antico, forse. È davvero elegante all’esterno; chissà se lo è anche all’interno.
La apro piano, più diffidente di prima, e noto già dalle prime righe che è scritta a mano. Una scrittura colta, si vede bene, che mi colpisce: sembra quella che usava Erika per scrivere nel suo diario dei tre lupi oscuri.
La apro totalmente e osservo che, solo dalle prime parole, è rivolta proprio a me.
Cara Ashley Black,
da quant’è che sei in Italia? Giorni? Hai perso anche tu la cognizione del tempo. Perché forse non te ne sei accorta, ma non hai ancora trovato le vere risposte alle tue domande. Quelle questioni di cui andavi tanto fiera con il tuo amichetto lì, in America.
E poi un’altra cosa: come mai non sei rimasta nella tua adorata casetta a Forks? Sicuramente a noi avresti fatto un favore.
Sei arrivata qui per scoprire la verità sulla grande Erika Dark, e poi… e poi cosa? Non sei stata capace nemmeno tu di sapere tutta la verità.
E allora la nostra domanda è questa: vuoi davvero ancora scoprire la verità sulle tuo origini o vuoi tornartene a casa da papà e mamma visto che ora sei un bel lupo bianco candido con tanto di vampiro come fidanzato? A noi interessa solo questo, e credo che l’avevi già intuito oggi, più precisamente questa stamattina nell’atrio dell’hotel quando ci hai visti seduti su quelle comode poltrone.
Siamo dei tipi piuttosto cordiali e disponibili per quanto riguarda queste situazioni, e quindi ti proponiamo questo patto: sai bene che i tuoi cari bisnonni ora si trovano da noi, no? Vuoi sapere come stanno? Bhè, se proprio la tua curiosità ti spinge ad essere più coraggiosa del dovuto, vieni qui da noi: una tua visita ci farebbe piacere.
In quest’istante non siamo a Volterra, tranquilla. Ci troviamo vicino in quel grande monumento della città in cui sei “turista”. Sì, quell’edificio senza neanche una porta, quello circolare. Speriamo che tu abbia capito.
Anzi, organizziamo il nostro possibile incontro: facciamo questa sera alle 23:00 all’interno del Grande Monumento Romano. Tanto non dovrebbe essere un grosso problema per te entrare: sei un lupo, puoi fare quel che ti pare.
Speriamo che tu ci venga al più presto a far visita, sul serio, piccola Ashley. Ah quasi dimenticavamo: non devi assolutamente portare nessuno. O saranno seri guai per Valerio e per Amanda.
Cordiali saluti,
i Volturi.
Non può essere vero, non stavolta. Come diavolo è possibile che quella lettera si sia materializzata nella mia stanza d’albergo? Da quando ho visto stamane le facce dei Volturi sono sempre stata qui, diavolo. Perché non ho capito subito chi erano quegli uomini dagli occhi strani, proprio come quelli del mio fidanzato?
La lettera viene stracciata dalle mie stesse mani: ormai sono molto potente e potrei distruggere un masso di roccia solo col pensiero. Ma al posto di una roccia vorrei distruggere altro, ad esempio 3 tizi con occhi che sembrano avere lenti a contatto colorate. Uffa!
Il mio pugno incomincia a battere sempre più forte sul tavolino che a momenti potrebbe cadere a pezzi. Anche il compagno d’avventure si unisce a quest’insulso massacro. La luna al mio collo emana calore e incomincia a vibrare sempre di più, finché non la prendo in mano e una goccia di acqua salata cala su di essa. Brilla.
E all’interno posso notare perfettamente che appaiono delle immagini leggermente sfogate.
-    Dave!! – Dico convinta che quello raffigurato sia il mio fidanzato. È nella sua stanza a giocare con la sua collanina della mezza luna.
Sorrido dolcemente, forse metto anche un po’ di paura. Ma ben presto quest’espressione scompare dal mio volto per far posto ad una cattiva, forse anche un poco sadica e maligna.
-    Stavolta non vinceranno loro, no. Stavolta sarò io a vincere. Lo giuro.
Alzo lo sguardo e lo punto fuori dalla finestra. Il Colosseo si innalza maestoso e fiero davanti a me, e mi sento piuttosto piccola al confronto; ma come ho già detto e affermato, vincerò io, e loro non avranno la meglio, questo è certo; non stavolta.
Il tempo passa e si fanno le 18:45.
Sono sdraiata ad ascoltare della musica, mentre diversi pensieri si fanno a poco a poco spazio nella mia testolina mora.
Luca è morto a causa della caccia mattutina di Billy ed Erika, quindi direi per sbaglio. E poco dopo l’hanno gettato nel fuoco, unico grande nemico dei vampiri. Erika morì a causa di quest’incidente: per i diversi sensi di colpa, si è andata a far ammazzare dai Volturi, andando a Volterra. Con queste due morti che hanno segnato la storia della mia e della famiglia di Dave, i Volturi hanno vinto, hanno ottenuto ciò di cui hanno sempre avuto bisogno: due esseri troppo forti per restare in vita e vivere normalmente come degli esseri comuni.
Ora tocca a me batterli, tocca a me vincere e vendicarmi di mia nonna e del suo migliore amico.
La musica va avanti e non mi rendo nemmeno conto che parte una di quelle canzoni che fanno schifo, ma che ho sull’MP3 solo perché avevo voglia in quell’istante di riempire la sua memoria.
Ed un altro punto della lettera da parte di quei traditori mi entra in testa senza darmi tregua: ma di quale verità stanno parlando quegli esseri terrificanti?
Io la so, almeno mi pare. Le mezze lune, la chiave, la foto, il cofanetto, il diario… sono tutte possibili ed irripetibili testimonianze del fatto che so la verità di cui i Volturi parlano tanto.
Mi metto a sedere sul letto e noto che la mia mezza luna raffigura ancora il mio fidanzato intento ora ad ascoltare lo stereo. Siamo due gocce d’acqua.
Aspetta, aspetta. Due gocce d’acqua. Irripetibili ma identici. Diversi ma simili. Un po’ come…
Gli occhi mi sbrilluccicano e sul mio volto si allarga un sorriso compiaciuto. Forse so di cosa stavano parlando quelli lì con cui ho un incontro stasera tardi.
Mi incomincio a preparare sul tavolino le cose necessarie alla fuga di stanotte. La mia mezza luna viene riportata al suo posto, al mio collo, e la chiave con lo smeraldo e con lo zaffiro va a finire nella mia tasca assieme alla foto di Erika e Luca.
Mi pettino velocemente lasciando i mie lunghissimi capelli sciolti al vento. Mi sciacquo la faccia e mi guardo con questa piena di goccioline brillanti allo specchio: sono io, sempre la stessa Ashley Black che è partita poco tempo fa dagli Stati Uniti per scoprire la verità; non sono cambiata, non ora, e non lo farò mai perché so bene cosa voglio scoprire e cosa devo sapere. Io so tutto.
Mi asciugo e butto l’asciugamano a terra. Mi vesto mettendomi i miei amati jeans chiari con una catenella d’oro che arriva da parte e parte, una T-shirt con sopra scritto You know nothing. Le mie amate scarpe dell’Adidas nere ed argento mi decorano i piedi.
Sono le 20:00 e l’ansia mi sta uccidendo letteralmente. Ed un dubbio mi sta assalendo da diversi minuti: cosa avrei fatto lì? Ok, il mio obiettivo è quello di riportare a casa Valerio ed Amanda, ma come avrei fatto? Avrei parlato pacificamente o avrei combattuto dando anima e corpo?
Questi miei pensieri che a voi potrebbero risultare insulsi, sono interrotti da un Toc alla porta. Rabbrividisco. E se fossero loro che mi sono venuti a prendere?
Mi avvicino lentamente al rumore e prendo in mano il coltello che mi ha regalato mio padre quand’ero ancora piccola, dicendomi che era importante sapersi difendere bene se si voleva far male a qualcuno di estremamente pericoloso.
Anche se fossero stati i Volturi non mi sarei immediatamente trasformata in licantropo, almeno non in un primo momento. Preferisco tre volte di più infilzarne almeno uno con le mie vere mani, non con quelle che mi ritrovo quando sono trasformata.
Afferro la maniglia tremolante senza mai distogliere lo sguardo dalla porta bianca latte. Tengo saldamente, invece, il coltello che mi sta pian piano tagliando il palmo della mano per la troppa foga da me messa.
L’abbasso, e sento una gocciolina di sudore che scende lungo il mio volto pallido come non mai. Tiro la porta verso di me e solo in quell’istante mi accorgo che la mia arma è arrivata fin sopra la mia testa; la riabbasso velocemente quando vedo un David super preoccupato che mi osserva stranamente.
-    Oh, Dave, sei tu: mi hai fatto prendere uno spavento! – Mi porto una mano al petto e tocco nuovamente la collana. Lo stesso movimento lo fa anche lui. – Entra, e scusami ancora per la scena che ti si è presentata davanti. – Gli sorrido. Mi guarda ancora un po’ incerto per poi seguirmi all’interno della stanza sedendosi sulla sedia giallina. Mi siedo sopra di lui, e mi sento incredibilmente leggera.
-    Com’è avevi paura di chi stava dietro alla porta, eh? – Mi chiede curioso e forse anche un po’ preoccupato.- Non è da te.
-    Già, infatti, ma… - Non posso dirgli della lettera, anche perché poi lui verrebbe con me, e sul foglio c’è scritto chiaro e tondo che non devo portarmi nessuno. E poi lo metterei comunque a rischio. – No, niente di particolarmente speciale. – Mi sorride come solo lui sa fare. Probabilmente arrossisco, visto che mi bacia teneramente sulle labbra.
-    Sei bellissima, lo sai? – Lo fa apposta, lo so, per mettermi in imbarazzo. Di nuovo quel rossore sul volto. – Anche quando arrossisci, sì.
Passano minuti eterni. Mi bacia sempre con la stessa dolcezza di prima. Mi scioglierei se potessi. Mi mette una mano gelata sulla guancia sinistra ed incomincia ad accarezzarmi. La mia pelle bollente gli crea un secondo di incertezza. Si stacca lentamente per poi sussurrarmi. – Ti sei resa conto che hai una mano sanguinante?
La mia attenzione si sposta subito sul soggetto della frase ed in effetti non ha tutti i torti: dalla mano esce una scia lunga rossastra che si estende per tutto il palmo fino a cadere a terra. Una chiazza rossa scuro macchia il pavimento nocciola.
-    O cavolo! – Dico alzandomi velocemente e prendendo un qualsiasi panno preso a tiro. L’asciugo e il mio sguardo si concentra sul mio ragazzo. – Cos’hai?
-    Perché hai in tasca la chiave di Erika, quella con lo zaffiro e lo smeraldo? – Il cuore mi si pietrifica. – Ecco, volevo tenerla con me: mi dà un senso di sicurezza… - Mentire mi riesce piuttosto bene, specie se si tratta di qualcosa di cui non posso parlare.
-    Sicura, Ashley? – Si alza anche lui, e noto solo allora che ha in mano la chiave. Deve averla presa quando mi sono accovacciata a terra. Intelligente di un vampiro dagli occhi color del cielo.
-    Ma certo! – Dico facendogli un sorriso un poco falso ed anche ironico.
Passando altri minuti di silenzio. Spero solo che non abbia capito nulla.
-    Ho scoperto una cosa. – Gli occhi mi si sbarrano. Oh, cavolo.
-    Cosa, Dave? – Chiedo con voce tremante.
-    Ho scoperto il mio potere da vampiro. – La curiosità mi spinge di un passo avanti verso di lui con un sorriso a trentadue denti stampato in volto. – Riesco a comunicare attraverso il pensiero con le persone a noi lontane.
-    In che modo? – Com’era possibile ciò?
-    Prendi le mie mani, e cerca di metterti a contatto con me. – Mi ordina convinta e sicuro di sé. Eseguo i suoi ordini e sento la sua carne vellutata ma allo stesso tempo fredda inondarmi con vari pensieri la testa. Vedo tutto nero ma sento delle voci. Voci a me familiari, molto.
-    Ma sono mamma e papà! – Starnazzo io felice e gioiosa al massimo. Da tempo desideravo riascoltare le loro melodiose voci.
-    Comunica con loro, su. – Mi incita il mio ragazzo.
-    Papà, mi senti? – La nostra conversazione andrà avanti con la forza del pensiero.
-    Cucciola, come stai, eh?
-    Bene, tu? – Quant’è bello risentirmi chiamare così.
-    Tutt’apposto. La mamma è molto preoccupata per te, sai? – Continuiamo a parlare finché un’idea mi giunge. E se provassi ad utilizzare i miei poteri per vedere qualcosa del passato nella testa di mio padre?
Incomincio l’opera concentrandomi al massimo. Riesco a scorgere vaghi ricordi: forse hanno capito che sto leggendo la loro mente. Arriva una scena ben chiara e molto definita: ci sono loro, sempre i Volturi, in un campo immenso, una radura ad essere precisi. Sono tanti, sì molti di più rispetto a quelli che stanno dalla parte opposta. Riesco a scorgere un lupo rossastro, mio padre, con sopra un bambina piccola, che avrà avuto sì e no 4 anni. Lunghi capelli castani-rossi con due occhioni color cioccolato. Poi poco distanti ci sono due vampiri, fra cui una neonata. Devono essere nonno Edward e nonna Bella. Che bella che è quest’ultima. Ma noto che comunque non sono soli: ci sono molti altri vampiri lì, con loro.
La scena ha inizio e vedo che attorno al gruppo dove c’è mio padre e tutti i miei zii licantropi c’è uno scudo quasi invisibile. Dev’essere il potere nascosto di Bella. È enorme e potente, tant’è che riesce a proteggere tutti quanto dagli attacchi micidiali di Jane, la quale è molto adirata.
L’immagine ha anche una fine e riapro gli occhi dopo aver salutato mamma e papà. Dave mi guarda felice.
-    Anch’io ora ho il mio potere segreto. – Noto perfettamente che è orgoglioso di se stesso.
-    Lo vedo, tesoro. Sono felice per te per la tua scoperta.
Ci mettiamo a parlare per un altro po’ e mi rendo conto che il tempo passa e così mi invento una scusa più che plausibile per farlo andare via. Chissà se questa sarà l’ultima volta che lo vedrò.
-    Io ho sonno. – Faccio un finto sbadiglio stiracchiandomi le braccia.
-    Ok, ti lascio dormire, allora. – Si alza per darmi un bacio sulle labbra. Un po’ di malinconia mi assale: e se fosse l’ultimo nostro bacio? Perciò ci metto foga nel rispondergli e lui si stacca solo quando necessito d’aria. – Com’è questo?
-    Niente, tranquillo. Ora vai, ti prego. – Sento gli occhi pizzicare, ma il mio dovere lo dovrò pur compiere, no?
-    Ok, notte, amore mio. Non ti scordare mai, per nulla al mondo, che sei la cosa più bella del mondo. – Dicendomi questo, se ne va.
Mi lascia sola con i miei pensieri. Mi butto sul letto e guardo il soffitto per poco, finché mi accorgo che si sta facendo tardi. Mi alzo e corro a guardarmi per un’ultima volta allo specchio. Sempre io, la solita Ashley. Perfetto.
So bene che se non ce l’avessi fatta, sicuramente i Volturi mi avrebbero fatta loro seguace, ma la speranza è l’ultima a morire, quindi. Mi schiaffeggio sulla faccia per risvegliarmi da quegli orribili pensieri.
Prendo il coltello per metterlo in tasca, assieme alla foto ed alla chiave che Dave mi ha lasciato. La collanina è sempre lì, al mio collo, come se aspettasse in segno per entrare in azione. Esco dalla stanza senza fare troppo rumore, visto che la stanza accanto alla mia è di Mark e di David. Cammino quatta quatta, e piano piano scendo le scale. Mi trovo nell’atrio e il mio sguardo viene subito puntato sulle stesse poltroncine che quella stessa mattina hanno ospitato i Volturi. L’ira si fa spazio senza indugi o problemi.
Mi guardo ancora attorno e noto solo che una donna sulla quarantina mi osserva curiosa. Ha lunghi capelli rossi ed occhi castani, anch’essi leggermente rossastri. Strana. Non sarà una spia di quei traditori?
Mi sorride e poi sale per le scale. Bhà, non fa nulla. Continuo la mia impresa ed esco per le strade di Roma. Mille lici nelle case vicine sono accese e mi danno un po’ più di sicurezza. Cammino velocemente, ma poi inizio a correre. Sono ad un chilometro dal Colosseo. Non posso fare tardi.
Dopo dieci minuti arrivo un poco affannata. Mi fermo e per la prima volta guardo la sua spettacolarità: questo monumento è davvero molto maestoso. Non mi fermo a riflettere troppo su una possibile relazione che potrei portare alla mia professoressa di storia e continuo a correre verso l’entrata, la quale ovviamente era chiusa con delle gradi catene. Sbotto arrabbiata e le frantumo senza nemmeno fare rumore. Le faccio cadere e mi dirigo verso il centro. Mi accorgo che ci sono diverse rampe di scale che portano in alto, ai piani più alti, o ai seminterrati, cioè le gabbie dove tenevano tanto tempo fa gli animali feroci che combattevano contro i gladiatori. Corro verso il basso e mi ritrovo ancora una volta una grossa porta chiusa; solito procedimento, anche se stavolta ho dovuto solamente dare un pugno a questa per far in modo che si aprisse senza rompere nulla.
Una luce accecante mi assale. Chiudo gli occhi inginocchiandomi a terra. Ma cosa diamine è?
La luce si affievolisce e comincio a riaprire le palpebre. Alzo la testa che è china e vedo 3 poltrone rosse. Mi alzo per dirigermi verso quei mobili. Mi fermo solo quando sento diversi ululati dietro di me. Ma uno in particolare attira tutta la mia attenzione.
-    Non posso crederci… - Mi giro e vedo ciò che non avrei mai voluto vedere. – Tu sei…
Non finisco la frase che sento qualcuno prendere parola.
-    Eh già… -  Aro sorride. – E’ lei: Erika Dark, cara mia.

 

Spazio Autrice

Allora, ragazze e ragazzi (se ce ne sono) vi informo che la fic sta per terminare. E che mi dispiace per il mio solito ritardo: è da un mese che non aggiornavo. Spero solo che abbia rimediato in un modo o nell’altro.
Questo capitolo non ha nemmeno senso, in effetti. Ma dai, su: accontentiamoci, al massimo scrivete una critica, ma, vi prego, fatemi sapere qualcosa.
Ringrazio chi recensisce:
black rose92, tata_angel, _Lonely_, adelfasora, Manga elevato 2, AnnalisaCip96 e  Simo__Chan.
Ringrazio chi l’ha messa tra le preferite:
AnnalisaCip96, black rose92, larina, Manga elevato 2, nene_cullen e VasHappeningJunior.
Ringrazio chi l’ha messa tra le ricordate:
Stefy_Masen_75
Ringrazio chi l’ha messa tra le seguite:
AnnalisaCip96, BennySmolder, black rose92 e Manga elevato 2.
Ed ovviamente tutti coloro che leggono ma che non recensiscono.
Tanti bacini,
Beatrice

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Brotherhood Of The Surname ***


-    Non posso…
-    Crederci? Sì, lo so, Ashley. – Continua Aro avanzando verso di me.
-    Perché? Me lo vuoi dire, eh, Aro? – Urlo cominciando ad alterarmi per non ricevere risposte chiare.
-    Credevi davvero che un gioiello simile l’avrei ucciso? È troppo preziosa… - Abbassa lo sguardo a terra, come se cercasse qualcosa.
Quel lupo che dovrebbe essere Erika, di colore grigio, fa un piccolo ed impercettibile ringhio a bocca chiusa. È enorme, a differenza mia che sono un lupacchiotto che deve ancora maturare. Vicino a lei ci sono diversi licantropi che mi guardano minacciosamente; due, più grandi di mia nonna, sono identici, tranne per il fatto che uno ha un ciuffo di pelo nocciola che gli copre un occhio, quello destro: devono essere i gemelli, Sergio e Fabio, che coprono le spalle ad Erika; ce n’è un altro, una femmina più piccolina, di un marrone come il cioccolato amaro, che ha il pelo arricciolato: Alessia. Un altro è grande quanto mia nonna: Marco è grigio cenere ed i suoi occhi sprizzano solo rabbia ed odio; poi, per ultimi, tre sicuramente più giovani: Anna, color beige, ha circa 32 anni, e suo fratello Fabio, del medesimo colore, ha due anni più di lei; infine Tiziano, della stessa età della prima, ha un pelo, a differenza di suo fratello Marco, color cioccolato, tendente al nero.
Mi guardano con uno sguardo quasi omicida e ho l’impressione che abbiano un certo languorino. Noto che Aro ha rialzato su di me l’attenzione si fa serio.
-    Si vede che non sai la verità… almeno non tutta, cara. – Gira attorno a quella che deve essere la sua poltrona, o trono. – Sai, dopo che Erika ha detto addio al mondo intero, famiglia compresa, è venuta qui, da noi, per farsi uccidere. – Fa una faccia disgustata. – Un lupo con un potere da vampiro non è da sottovalutare, anzi! È sicuramente più prezioso di un qualunque altro essere. E così, su richiesta dei miei fratelli, ho deciso di non ammazzarla e di convertirla a me.
-    E mia nonna l’avrebbe fatto? – Non so da dove ho preso questa forza.
-    Qualche problema, ragazzina? – Non è di Aro questa voce: Erika si è trasformata in umana senza che io me ne sia accorta. – Non mi pare che tu abbia voce in capitolo, no?
-    Calmati, Erika!! – Dice calmo Aro guardandola.
-    Lei non l’avrebbe mai fatto… - Sussurro tra i denti, ma attirando comunque l’attenzione di tutti i presenti. – Cosa hai fatto a mia nonna, mostro? – Urlo alla mora che mi assomiglia davvero molto. Stringo i pugni, movimento che dopo tre secondi fa quella difronte a me.
-    Come ti permetti?! Sei solo una bambina insolente!! – Solo allora mi accorgo che ha gli occhi lucidi, e non credo perché abbia gridato, ma per qualcos’altro. I suoi occhi, di un verde smeraldo unico nel suo genere, si riflettono nei miei, pieni di calde lacrime che tra pochi secondi righeranno le sue pallide goti. Il suo sguardo mi trasmette lo stesso odio e dolore che prova in questo momento lei. Anch’io ora mi ritrovo con gli occhi umidi: forse siamo collegate in qualche modo psicologicamente. – Tu non sai cosa ho passato io per arrivare fin qui! Ho visto davanti a me morire il mio migliore amico, quello che mi ha seguita in capo al mondo pur di farmi felice. – Una breve pausa mi fa distrarre: Aro e i licantropi sembrano scomparsi; forse è solo un’illusione ottica. Siamo solo io e lei. – Luca era il mio confidente, consigliere e fratello. Lui era tutto per me… - China la testa in avanti e una goccia scende lungo la linea del naso per poi cadere a terra. Un Plim risuona nell’aria. Impercettibile ma allo stesso tempo assordante: una sola e piccola goccia d’acqua salata mi fa provare le sue stesse emozioni. Mi fa capire cosa vuol dire perdere una persona a te cara.
Una lacrima solca il mio volto. Ma non singhiozzo: è un pianto silenzioso, che ha voce sullo dentro me. Ma io lo sento perfettamente e vorrei urlare, se solo ne avessi la forza.
Erika alza lo sguardo: forse si accorge che ho il viso leggermente bagnato. Torna come prima, all’inizio: impassibile con uno sguardo indecifrabile. Ci guardiamo negli occhi, ma purtroppo non riesco a leggere nulla del suo passato.
-    Quella è la mia collanina! – Sbotta ad un certo punto indicandomi il collo. Il suo braccio è a pochi centimetri di distanza da me. Mi tocco involontariamente il ciondolo che sento riscaldarsi al tocco della mia mano bollente. – Come fai ad averla?
-    Questa è la metà che hai lasciato a tuo figlio Jacob. Te lo ricordi, nonna? – Ho paura a chiederle una cosa del genere ma so che prima o poi, comunque, arriverà la mia fine, quindi tanto vale tentare.
-    Jacob, il mio piccolo Jake… - Dice osservando sempre la mezza luna. Credo che gli voglia ancora bene.
-    Me l’ha data lui prima che partissi per l’Italia.
-    Perché sai venuta qui, Ashley? – Sentirmi chiamare per nome mi dà un certo sollievo. Ora non mi chiama più ragazzina per lo meno.
-    Per sapere la verità: mio padre non la sa tutta. Billy non gliel’ha rivelata completamente! – Stringo la luna argentata.
-    B-billy? Lui… - Il suo sguardo si fa come traumatizzato e scosta lo sguardo dall’oggetto tanto desiderato. I suoi occhi sono persi nel vuoto.
-    Sì: lui è ancora vivo. E non ha detto la vera storia a suo figlio… a tuo figlio.
-    Non può essere vero. Cosa si è inventato per la morte di Luca? – Leggo la paura nei suoi occhi smeraldini.
-    Ha detto a tutti che è morto per una sparatoria nel centro di Forks. Ma tu sai che non è la verità, Erika. – Le prendo le mani e le congiungo alle mie. La sua pelle è ancora più calda della mia. La sento sussultare al contatto. Mi guarda terrificata e scioccata, forse.
-    Tu sei… - Non comprendo subito le sue parole. Finché non continua. – Sei uguale a me.
Una frase per farmi capire che la mia copia vivente è davanti a me. Identiche, uguali… gemelle. Il mio sguardo, credo, diventa come il suo: freddo, impaurito e strano. Le nostri mani si allargano sempre attaccate: le ha leggermente più grandi delle mie. È alta circa 20-25 centimetri più di me e i suoi capelli, castani come i miei, sono fino a poco più giù delle spalle; mentre io li tengo sciolti fino a metà schiena. I suoi occhi, verdi smeraldo, sono incatenati ai miei, verdi prato.
-    La mia goccia… - Dico piano come per non farmi sentire.
-    Identiche… uguali… - Continua lei.
Sembra passare un’eternità, ma sono trascorsi solo pochissimi minuti da quando ci siamo rese conto che io rappresento il suo futuro e lei il mio passato.
Ma dei passi ci riportano alla realtà. Mi giro di scatto e vedo sette uomini e donne guardarci inferociti.
-    Non le dare ascolto, Erika. – Marco parla serio. Si sono tutti trasformati in umani, ma il loro sguardo non è cambiato moltissimo, anzi. Marco ha capelli castani scuro con occhi grandi dello stesso colore; ha circa 43 anni.
-    Già: sai bene che è sbagliato! – Dicono all’unisono Sergio e Fran: loro hanno 42 anni e i capelli sono castani chiaro. Sergio, però, ha il solito ciuffo sull’occhio destro ed è leggermente più basso del fratello gemello.
-    Non ne vale la pena. – Le dice una donna di 41 anni che le mette una mano sulla spalla sinistra. Ha capelli corti fino alle spalle neri mossi; i suoi occhi sono del medesimo colore, molto intenso.
-    Ti farà il lavaggio del cervello! – L’avvisa Fabio avvicinandosi e lanciandomi uno sguardo cattivo. Capelli corti e ricci di un bel biondo grano; gli occhi grandi e color cioccolato.
-    Infatti… - Aggiunge sua sorella Anna, seguita a ruota da Tiziano. La prima ha lunghi capelli biondi cenere con occhi azzurri ghiaccio. Mentre il secondo ha capelli corti e castani con occhi del medesimo colore.
Erika rivolge di nuovo l’attenzione sul mio volto: ho l’impressione che qualcosa di brutto stia per accadere. Sono confusa: perché anche i cugini di Erika sono qui? E dove sono i suoi genitori? E Fabrizio dov’è finito?
-    Erika! – La chiama dal trono Aro che siede comodamente. – Ricordati che questa ragazzina sta distruggendo il tuo passato: sta rovinando la tua storia! – La sua voce mi incute solo ora terrore ed ansia. – Lei vuole solo avere i tuoi poteri.
Quelle parole mi fanno sussultare. Un brivido mi attraversa la schiena e mi ritrovo le mani di Erika sulle spalle che stringono sempre più forte la mia pelle.
-    È vero? – Mi chiede arrabbiata. Le faccio cenno di no con la testa ma probabilmente non è abbastanza: mi scaraventa a terra con un sola spinta. Mi ritrovo accasciata sul pavimento di terra rocciosa fredda. Alzo gli occhi su mia nonna e la vedo tremare con la testa rivolta verso terra, ma lontani da me. Non le vedo gli occhi e noto solo in questo momento che ha i pugni chiusi lungo i fianchi.
-    Non ora! – Le grida di Anna e Tiziano insieme mi ricordano delle scene passate, cose che non ho visto con i miei occhi ma che mi sono state raccontate a voce da qualcuno.
Guardo tutti gli altri licantropi che hanno gli occhi diversi da prima: delle pozzo color dell’oro più puro brillano sotto la poca luce presente nei sotterranei del Colosseo.
-    Non ci voleva! – Penso tra me e me. – Erika si sta trasformando ed è anche arrabbiata come quando Samuele le diede quello schiaffo il giorno di Natale!
Mi siedo a terra, e cerco di allontanarmi il più possibile. Fortuna che come preavviso hanno questo cambiamento degli occhi.
-    Erika, non far caso a quella che ti ha detto Aro: ti ha mentito, io non sono qui per rubarti i tuoi poteri da vampiro e da licantropo! – Le dico cercando di calmarla; ma non ci riesco.
Quando finalmente alza la testa le vedo due occhi oro sprizzare solo che rabbia. I capelli poco a poco cambiano, diventando argentati. È bellissima, sul serio dico. Trema ancora ed i denti si sono serrati automaticamente, almeno spero. Gli altri la guardano esterrefatti: sicuramente è da quel Natale che Erika non ha una reazione tanto clamorosa. Che succederà ora?
-    Ashley, tu non sai cosa vuol dire nascere mezza vampira e mezza lupo: la tua vita fa schifo! Non sai cosa sei, non sai con chi puoi e devi stare! Non sai che da un giorno all’altro puoi uccidere il ragazzo che ti piace da morire! – continua con i discorsi, ma la mia mente si è fermata a quest’ultima frase. Cos’avrei fatto se avessi ucciso David quando mi sono trasformata difronte a lui? Come sarebbe la mia vita se non potessi vederlo mai più, accanto a me?
-    Dove sono i tuoi genitori? – La interrompo senza pensarci troppo: il mio vero obiettivo è quello di trarli in salvo. – Dove li ha nascosti quel traditore?
-    Fatti gli affari tuoi! – Mi rimprovera Aro furioso. Ma la mia attenzione si concentra maggiormente sulle facce di mia nonna e dei suoi cugini: a dir poco confuso è il loro sguardo.
-    Cosa intendi dire con questo? – Chiede Erika sia a me che ad Aro.
-    Intendo dire che quello lì ha sequestrato Amanda e Valerio, non lo sapevi, forse? – Le faccio io, come se sapessi chissà cosa. – Vedi che non ti ha detto la verità!
-    Ashley, zitta!! – Ancora lui a sgridarmi come se fossi sua figlia. Lo guardo con uno sguardo cattivo, forse anche un po’ deluso. Non me l’aspettavo, veramente. – Non hai il diritto di parlare!
-    Aro, cosa hai fatto a mio padre ed a mia madre? – La vedo sconvolta. Si avvicina al vampiro che la guardo allibito: non sa che cosa fare. – Dove sono ora?
Se la guarda impaurito: un licantropo pronto a saltarti addosso non è una bella situazione di sicuro. Lo vedo schioccare le dita e Jane arriva con i due al seguito.
-    Mamma, papà! – Grida correndogli incontro, ma la bionda platinata con gli occhi color del sangue fresco lancia uno dei suoi colpi micidiali facendola inginocchiare a terra per i l dolore: sembra al suo cospetto ora.
-    Erika, no! Torna indietro! – Le dice Fran preoccupato, andandole incontro. Ma ben presto anche lui si accascia a terra.
Amanda cerca di aiutarli ma è come se ci sia uno scudo che li tiene lontani da noialtri. La vedo preoccupata per sua figlia e suo nipote.
-    Erika, Erika, svegliati! – Le dice Fran, ma lei sembra svenuta.
 
POV David
-    Ashley, sono qui fuori! Mi apri, per favore? – Le urlo da fuori la porta, ma è da mezz’ora che non risponde. Forse sta ancora dormendo. Prendo la Card che apre anche la sua stanza. La porta cigola un poco, ma non tanto da poterla svegliare. Faccio due passi verso il letto… - Oh no!
-    Che succede Dave? – Mi chiede in allerta mio fratello che corre accanto a me. – Non ci voleva! – Dice accorgendosi che il letto della mia fidanzata è vuoto.
-    Dove sarà, Mark? – Gli chiedo disperato: non voglio che le accada qualcosa di spiacevole. – E se l’avessero rapita i Volturi? – Mi fa male sapere che l’amore della mia vita rischia la propria vita per salvarne altre.
-    Sta’ tranquillo, Dave: la troveremo, te lo prometto! – Mi abbraccia come non ha ami fatto e mi fa sentire al sicuro. – Non la perderai, come è successo ad Erika con Samuele, lo giuro…
Ci stacchiamo e lui corre subito nella nostra camera per prendere il cellulare e il giacchetto. Nel frattempo rimango a guardare la stanza della mia adorata Ashley, ancora cosparsa del suo profumo delizioso. Ma i miei occhi azzurri cielo si soffermano su un particolare.
-    Cos’è quel foglio accartocciato? – Mi domando chinandomi a terra per raccogliere l’oggetto misterioso. Lo apro e man mano che leggo le mie mani tremano sempre di più finché non riesco più a leggere e mi alzo scendendo per le scale dell’albergo.
-    Dove corri, Dave? – Mi chiede Mark appena uscito dalla stanza.
-    Corri, Mark: forse la possiamo trovare! – Gli grido dal piano inferiore. Mi segue velocissimo e si ferma soltanto quando mei fermo io, vicino alla reception. – Occhi rossi…
-    Cosa? – Mi domanda mio fratello.
-    Quella donna ha gli occhi rossi. Guardala! – Gli indico una donna di mezza età con capelli rossi scuro ed occhi del medesimo colore. Ci guarda sorridendo dolcemente: è come se ci aspettasse da un’eternità.
-    Ora non pensare a quella lì! Piuttosto: dove si trova Ash?
-    Nella lettera dei Volturi c’è scritto che la loro sede, qui a Roma, si trova in un monumento circolare, o comunque qualcosa del genere… - Dissi sventolando una mano come per dire che è un qualcosa di stupido da trovare; ma rimane il fatto che non so da che parte andare: non ho capito di cosa stiamo parlando, insomma.
-    Tu non sai dov’è la piccola Ashley Black, non è così, forse, David Sky? – Alzo lo sguardo per ritrovarmi la donna di prima difronte, a pochi passi da me.
-    Come fa a sapere il nome di mio fratello e della sua ragazza, eh? – Chiede scettico Mark guardandola strano. Quella ride e socchiude gli occhi rossi.
-    Giusto: mi chiamo Valentina Dark, piacere. – Mi pone la sua mano ed io la stringo automaticamente. Ho gli occhi ancora accecati dal suo colore rossastro dei suoi.
-    Sei parente di Erika, vero? – Domanda intelligentemente mio fratello: a volte quel ragazzo mi pare stupido, nonostante sia maggiorenne.
-    Esatto. – Risponde Valentina sorridendogli dolcemente, proprio come prima. – E tu sei suo fratello. – Dice indicandomi. – Sapete almeno dov’è mia nipote, vero?
-    Io non lo so, a dir la verità… - Rispondo sinceramente abbassando lo sguardo.
-    Vi ci porto io, se volete. – Propone con un altro sorriso, come se sapesse tutta la storia.
-    Con molto piacere! – Risponde mio fratello: probabilmente è ammaliato da quei sorrisi strani e dolci.
Vale ci cammina davanti verso l’uscita dell’hotel e poi si gira verso di noi. – Vi dispiace se mi trasformo? Sapete: non ho voglia di camminare, ma di correre, oggi!
-    Ok… - Diciamo all’unisono.
Fa due passi avanti e un lupo rosso scuro prende il suo posto, con occhi scuri.
-    Wow. – Mio fratello, dopo essersi ripreso, mi dice – Anch’io mi trasformo! Tu, Dave, va avanti a noi: corri molto probabilmente più veloce.
Obbedisco e mentre corro verso il centro, sotto indicazioni di Valentina, sento mio fratello trasformarsi nel lupo marrone cioccolato. Mi corrono velocemente, finché non sento la donna fermarsi, o rallentare, davanti ad uno monumento che abbiamo visitato il primo giorno qui, in Italia: il Colosseo.
 
POV Ashley
Il mio unico pensiero, ora come ora, è quello di sapere cos’ha mia nonna: non si alza e non si muove da terra. E nessuno, compreso Fran, la riesce a svegliare da questo sonno causato dal colpo di Jane.
-    Cos’ha? – Chiedo a Marco preoccupata.
-    Dev’essere il colpo inflitto da quella bionda. – Dice arrabbiato, ma allo stesso tempo consapevole che non può comunque fare niente: i Dark sono sotto il dominio dei Volturi; non avrebbe senso rivoltarsi. – Ma si sveglierà presto, vedrai.
-    Lo spero.
In quegli attimi noto che Aro guarda il corpo inerme di mia nonna a terra con compassione, forse, e infatti dopo pochissimi secondi questa si alza più arrabbiata di prima. Due lacrime le solcano il viso, e non credo che siano per il dolore.
-    Lei è il nemico, Erika! Lei è cattiva! Vuole fare del male ai tuoi genitori! – Le dice quel vampiro dagli occhi rossi. Stringo nuovamente i pugni: non me l’aspettavo tanto vigliacco.
Mia nonna ormai non è più in sé: i suoi occhi, oro come prima, mi fanno capire che Aro ha avuto la meglio, che Aro che l’ha convinta.
Non ho paura. Ho solo l’ansia che qualcosa possa andare male, ma non per me, bensì per Amanda e Valerio, quelle persone che non centrano nulla.
-    Erika, ragiona, cavolo…
-    Tu sei il nemico… - Dice quasi urlando e facendo scivolare lungo le goti un’altra lacrima.
Chiudo gli occhi, perché mi sento qualcosa, o qualcuno, saltarmi addosso.
-    Erika, no! – Grida Valerio disperato spingendo contro quella barriera che lo spinge sempre a tornare indietro.
Il peso di Erika non lo sento, a causa della mia sovrannaturale forza, ma lei, essendo un licantropo, ha una potenza formidabile, tanto da farmi sentire una bambolina piccola e rotta, consumata dal tempo. Ok, ora ho paura, ma non per questo mi tirerò indietro. Sento il suo fiato sul mio collo e le leggo negli occhi che lei è irata, adirata o forse serba solo rancore verso il mondo intero.
-    Pensaci, Erika: potrebbe essere diverso se solo tu lo… - Non finisco la frase che mi dà un pugno in faccia, sulla guancia sinistra. Fa male, e non le si è rotto il polso come mi aspettavo. Uffa: ma possibile che sono tanto debole?
-    Non devi proferire parola… - Sussurra malvagiamente. Mi odia, lo sento. Lo si legge in faccia, purtroppo, e credo di non essermene accorta solo io: Alessia e Fran la guardano confusi più di prima.
Da quando ho visto quel branco di lupi nei sotterranei del Colosseo mi sono posta una domanda: ma perché anche loro, cioè i cugini di Erika, sono qui? Perché sono sotto il potere dei Volturi?
Mi tira un altro schiaffo e mi sento sempre più stupida: perché sono in questo posto se non riesco nemmeno a reagire? Perché, dico io, sono così vigliacca? Perché non riesco a farle capire che sta compiendo un qualcosa di sbagliato?
Mi fa alzare in piedi e per un momento credo che sia finita; ma mi sbaglio: mi spinge più in là, perché lei si vuole trasformare, e se lo fa… arriverà davvero molto presto la mia fine.
Detto fatto, Erika diventa un bello e grosso lupo grigio: con quegli occhi color verde sbrilluccicante mette i brividi a chiunque. Non scosta mai lo sguardo da me, e questo mi fa capire che io, io soltanto, sono il suo obiettivo.
Non mi accorgo ma quando mi spinge dai miei jeans cade il coltellino. Lo cerco ma non lo trovo nei mie pantaloni. Entro nel panico. Come faccio ora? Indietreggio di due miserissimi passi che lei con un piccolo salto copre. Così faccio l’unica cosa che mi rimane da fare: mi trasformo anch’io e vedo nei suoi il mio riflesso di un bello e candido lupo bianco, più piccolo del grigio difronte. Mi attacca subito e ci rotoliamo a terra per molto. I suoi cugini vogliono entrare in azione ma Aro con un gesto della mano li ferma tutti quanti, ed esse, così, non si trasformano nemmeno.
In un istante solo mi ritorna in mente quella domanda che pochi minuti prima mi sono posta: perché quei signori sono qui dai Volturi?
-    Perché loro mi seguiranno sempre! – Afferma col pensiero il lupo grigiastro mettendomi di nuovo a terra. Mi sono dimenticata che possiamo comunicare mentalmente.
-    E tu vorresti che si caccino nei guai, eh? Li stai portando alla rovina!
-    Loro lo fanno perché siamo cugini, e perché… - Per un attimo si ferma e si scosta un poco da me. – Perché fra i Dark c’è questo incredibile legame…
-    Ma così moriranno, Erika! – L’avverto io prendendo un po’ di coraggio.
-    No, tu morirai, Ashley! – Mi risbatte a terra.
In quel momento sento i portoni dei sotterranei sbattere in modo chiassoso. Due lupi ed un vampiro sono entrati nel Colosseo.
-    Ashley!!! – Urla da lontano Dave, che viene fermato prontamente da Mark. Con loro c’è un lupo rosso scuro, tanto simile ad Erika. peccato che pochi secondi dopo sono svenuta.

 
 

Spazio dell’Autrice

Buon pomeriggio bella gente! Sì, ho pubblicato un capitolo dopo tantissimo tempo: ce l’ho fatta! Ok, so che dovrei continuare anche Io & Te … E Il Calcio, ma vorrei prima finire questa se non vi dispiace. Mi sto appassionando a questa fic, che purtroppo, come avrete ben capito, sta per terminare. Spero che il capitolo via sia piaciuto: è da due giorni che ci sto lavorando! Più precisamente da ieri sera.
E tanto per la cronaca vi informo che sempre ieri sera ho pubblicato una OneShot: anche se sta sul fandom di Inazuma Eleven, non parla proprio di quei personaggi. Diciamo che ne ho presi due che rappresentano al meglio me ed un’altra persona ed ho scritto un fatto realmente accaduto. Ok, ora è finito lo sclero, a quanto pare.
Bhè, credo che manchino solo due capitolo, oltre a questo, per terminare questa fic che era nata come una Shot. Ringrazio chi recensisce, chi segue, chi preferisce e chi ricorda. Tantissimi bacini,
Beatrice

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=909114