I giorni del Gruppo

di Alexys_Tenshi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come Back. ***
Capitolo 2: *** Per te vale la pena lottare ***
Capitolo 3: *** Fratellastri per la pelle. ***
Capitolo 4: *** Black ***
Capitolo 5: *** Attimi di felicità ***



Capitolo 1
*** Come Back. ***


Come Back.

A Pako,
perché non gliel'ho fatta leggere e perché mi ha regalato una bella giornata.

Era seduto sul terreno, in attesa che tornasse. Toby scrutava pensieroso l’orizzonte.
Ormai erano già quattro giorni che lei se n’era andata e cominciava davvero a preoccuparsi. Sperava con tutto se stesso che gli altri non le avessero fatto nulla di male.

Una leggera brezza soffiava da sud-ovest e scompigliava i corti capelli castano chiaro del ragazzo. Il suo sguardo si spostava verso il prato d’erba secca alla sua sinistra.

Veloce come un fulmine portò la mano ad afferrare la sua spada e si alzò di scatto: una figura si stava avvicinando sempre più. Si muoveva sempre più cauto nella direzione della figura, la spada avanti a lui, fino a quando non si bloccò sorpreso: una ragazza dai corti capelli bianchi, gli occhi verdi ed il fisico asciutto.

<< Bella… >> sussurrò Toby mentre aveva abbandonato a terra la spada e stava correndo a perdifiato verso di lei.

Subito la strinse a sé in un abbraccio, e fu così che percepì il sangue che le colava dalla schiena, che gli sporcò di rosso la mano ed anche la camicia bianca.

Toby la portò dentro la piccola abitazione e la fece adagiare sul suo letto. Dopo qualche minuto aveva già preso tutto l’occorrente per medicarle la ferita. La fece mettere seduta, mentre la giovane riuscì a stento a trattenere una smorfia di dolore. Poi le fece togliere la maglia e vide la ferita che partiva dalla scapola sinistra fino ad arrivare a metà schiena, proprio un bel taglio.

<< Ti brucerà un po’, sii paziente. >> le disse mentre le disinfettava la ferita. Bella annuì, subito dopo si ritrovò a stringere con forza le lenzuola cercando di non pensare al bruciore che la stava invadendo.

<< Devi dirmi chi ti ha fatto questo… e dov’è finito il tuo pugnale? >> chiese il ragazzo mentre cercava di mettere il filo nell’ago per ricucire la ferita.

<< Ho perso il pugnare nel bosco. Credo che qualcuno se lo sia preso ormai, non posso farci nulla. >> rispose Bella mentre cominciava a sentire l’ago che le bucava la pelle candida.

<< Tra poco ho finito, resisti Bella. >> la ragazza annuì ancora.

<< È stato Black a farmi questo. Mi ha sorpresa nel bosco mentre Zus si era allontanato con Spike. >>

Toby tagliò il filo e lo posò nella cassetta delle emergenze. La mise sul comodino di legno accanto al letto e porse a Bella una maglia nuova. Mentre la giovane la indossava, lui prese quella vecchia, ormai inutilizzabile e la buttò. Toby tornò ad osservare la giovane con uno sguardo preoccupato.

<< Cosa c’è Toby? In fondo sto bene. >> gli disse mentre un debole sorriso si dipinse sul suo volto.

<< Potevano ucciderti! Wolf non avrebbe esitato un secondo a tagliarti la testa. >> le disse avvicinandosi di nuovo al letto. Era davvero arrabbiato, notò Bella.

<< Per mia fortuna ho incontrato Black, e poi non ho deciso io di andare in missione, poiché qualcuno è stato esonerato dal proprio compito. >> rispose Bella puntando un dito accusatore contro Toby. Questo gesto le fece tirare la ferita e lei gemette di dolore.

Toby si sedette accanto a lei e le prese una mano tra le proprie. La mano bianca e sottile di Bella era molto più piccola rispetto a quella abbronzata e massiccia del ragazzo. Gli occhi verdi di lei si persero in quelli color cioccolato di lui. Ogni giorno aveva pensato di non riuscire più a rivederlo. Rivedere la persona più importante che abbia mai avuto, il suo caro “fratellone”.

Da quando era piccola, aveva sempre avuto Toby al suo fianco. Da quando era scappata da casa, lui era sempre stato la sua ombra. Si era sempre preoccupato per lei e da quando avevano conosciuto gli altri del “Gruppo”, aveva sempre voluto affrontare tutte le missioni in coppia con sua “sorella”. Peccato che ad un certo punto avesse finito per innamorarsi di lei.

<< Sai, non mi sarei dato pace se avessi saputo che non ce l’avresti fatta. >> disse d’improvviso Toby.

<< Ti preoccupi troppo, ormai sono cresciuta. >>

<< Certo, come no. >> rispose il castano dando un colpetto sulla testa albina dell’amica.

Infine si avvicinarono e le diede un leggero bacio sulla guancia. << Per me sarai sempre la mia piccola sorellina. >>

Detto ciò Toby si alzò ed uscì dalla stanza, lasciando Bella ad un bel riposo. Uscì fuori dalla casa e riprese la spada che aveva gettato a terra. Si avviò a grandi passi verso l’erba arida con un unico pensiero nella testa.

<< Black la pagherà per quello che le ha fatto. >>

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Capitolo 2
*** Per te vale la pena lottare ***


Per te vale la pena lottare.

Zus posò la tazza sul tavolino di fianco al divano beige.
<< Ecco fatto. >> disse una voce femminile. Il suo sguardo si posò su di lei.
Aveva i capelli lunghi e biondo cenere, occhi castani ed un fisico abbastanza robusto. Era in ginocchio, intenta a bendare il braccio di Spike.
<< Grazie mille Niki. >> disse sorridendo il giovane.
Quest’ ultimo aveva una zazzera rossa e disordinata e gli occhi azzurri come il cielo. Era uno dei componenti più giovani del Gruppo, ed anche degli ultimi arrivati, ma  Zus aveva visto in lui un buon potenziale.
<< Tu come stai Zus? >> gli chiese la donna interrompendo i pensieri dell’ uomo.
Zus, dai capelli ricci e corvini e dagli occhi neri, la guardò intensamente. Sul suo volto si dipinse un sorriso.
<< Sto bene cara, non preoccuparti. >> rispose mentre con una mano le carezzava una guancia. La donna posò la sua mano su quella di suo marito e poi andò in cucina.

<< Certo che ce la siamo proprio vista brutta, vero Zus? >> chiese Spike mentre si abbassava la manica della camicia. Aveva ragione: non si aspettavano un attacco da parte di Black, per di più quando loro due si erano allontanati per cercare un passaggio per infiltrarsi nella base di Wolf.
<< La prossima volta non saremo così impreparati e li sconfiggeremo! >> disse Spike che si era alzato dal divano. Aveva negli occhi una forte determinazione. Ecco una cosa che Zus preferiva del giovane.
Lo vide prendere il suo arco e correre in cucina a salutare Niki, poi si avviò verso la porta e disse a Zus che si sarebbero rivisti quella sera per la riunione.

Era rimasto solo nella stanza. Sospirò e si tasto la piccola ferita alla gamba che aveva riportato nello scontro. I suoi occhi cominciarono ad osservare il fuoco che ardeva nel camino. Rosso come il sangue che vedeva sempre più nella realtà… e nei suoi incubi.
<< Wolf… >> sospirò stanco.

<< Wolf! >>
Una voce squillante urlava quel nome. Correva come un pazzo, il piccolo Zus.
Correva verso suo fratello, il suo unico fratello, quella persona che non l’avrebbe mai abbandonato… o almeno lui pensava così.
<< Zus torna dentro. Non è saggio restare fuori a quest’ora di notte. >>
Wolf si fermò e si voltò verso il fratello. I suoi occhi rosso cremisi si piantarono in quelli pece del più giovane. I capelli neri e lisci gli coprivano parte del viso, e tra le mani brandiva la sua falce.
<< Dove vai a quest’ora di notte? Potrebbero esserci quelli lì. >>
Quelli lì… gli uomini che ora sono sotto il comando di Suo fratello. Wolf il traditore.
Lo stesso uomo che appiccò l’incendio alle loro abitazioni, ed il fuoco uccise quasi tutti.

<< Zus? >> una mano si posò sulla spalla del moro, facendolo sobbalzare.
Era Nikita. La donna si sedette accanto al marito, prendendogli una mano. Il suo volto era preoccupato. In quegli ultimi tempi Zus stava diventando sempre più irrequieto.
<< Scusami Niki… stavo ricordando. >> rispose l’uomo poggiando la testa sulla spalla della moglie.
Lei gli carezzò lentamente i capelli mentre Zus poggiò una mano sul suo ginocchio.
<< Vedrai che si sistemerà tutto. >> sussurrò Niki dolcemente.
Sapeva cosa aveva passato Zus dopo l’abbandono del fratello. Anni di disperazione e rimorsi. Suo marito le diceva sempre che era colpa sua… era stata tutta colpa sua. Nikita gli spostò un ciuffo scuro dalla fronte e lo baciò dolcemente sulle labbra.
<< Ringrazio l’onnipotente che ci ha fatti incontrare. >> Zus ridacchiò mentre con le sue braccia forti stringeva la sua donna in un dolce abbraccio.

E rimasero così, abbracciati sul loro divano con il fuoco che scoppiava nel camino, aspettando il calare delle tenebre.

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Capitolo 3
*** Fratellastri per la pelle. ***


Fratellastri per la pelle.

{ A Darko ed Alec che hanno vissuto poco tempo insieme.
Darko che vaghi per il mondo, Alec che lo guardi da lontano.

Quando lo vide la prima volta sul suo viso vi era odio puro.
Quel piccolo ragazzino di dieci anni dai capelli ricci e castani scuro, gli occhi color del cioccolato fondente, lo stava osservando un po’ impaurito.
Era secco e bassino, le braccia lungo i fianchi e le mani serrate con le nocche bianche.

<< Quindi tu saresti… Alec. >> disse con la sua voce bassa.
<< Si, sono io. >> rispose velocemente il ragazzino.
<< Alec. >> Darko sembrò rimuginare su quel nome. Su quel ragazzo. Sul suo nuovo fratellastro.

Darko ripensò un po’ sull’ accaduto: lui era nato da una donna che l’aveva abbandonato solo sei mesi dopo. Suo padre era scappato subito, dopo aver saputo che la donna era rimasta incinta, così la povera non poteva prendersi cura del piccolo Darko a lungo. Lo diede ad una coppia di sua conoscenza che non poteva avere figli. Quando fu cresciuto i suoi “genitori” gli spiegarono la verità e lui volle andare ad incontrare la madre. Peccato che fosse morta a causa di una malattia molto rara.

Ed ora? Si ritrovava di fronte quel ragazzino di cinque anni più piccolo di lui, che era in preda ad uno svenimento tanto che era spaventato.
Il quindicenne si girò e tornò nella sua piccola casa. Il bambino lo seguì subito dopo, come se fosse la sua ombra.

**

Alec stava correndo lungo il sentiero che li portava al loro villaggio, Darko era dietro di lui e lo guardava con un mezzo sorriso sul viso. Erano passati due anni da quando Alec era arrivato a casa di suo fratello, ed il loro rapporto era cambiato radicalmente da allora. Nei primi mesi non faceva altro che evitarlo, prendendo rimproveri dai suoi genitori, poi un giorno salvò il piccolo Alec da una tragica fine in preda alle forze delle acque del fiume. Ed ora erano inseparabili.

<< Ei fratellone, che ne dici se stanotte andiamo a vedere le stelle allo stagno? >> chiese il minore continuando a correre attorno a Darko.
<< Perché no Alec. >> rispose semplicemente lui passandosi una mano tra i suoi capelli neri.

D’un tratto videro del fumo alzarsi all’orizzonte, ed un pensiero passò per la mente dei fratelli: il villaggio. Corsero a più non posso e quando arrivarono videro il loro intero villaggio tra le fiamme.

<< NO! >> urlò il piccolo Alec già pronto a buttarsi tra le fiamme.
<< L’esercito di Wolf. >> Darko fermò suo fratello e si nascosero tra alcuni cespugli, appena in tempo perché tre uomini nemici stavano passando a qualche metro da loro. Quando si allontanarono Darko prese Alec per le spalle e lo guardò negli occhi, quegli occhi così simili ai suoi, che ora erano pieni di lacrime amare.
<< Alec, noi ora andiamo via, ok? Torniamo indietro e poi andiamo molto lontano da qui. >> disse calmo.
<< Ma, la mamma ed il papà? Devono venire con noi! Non possiamo abbandonarli. >> cercò di svincolarsi dalla presa del maggiore inutilmente. Quest’ultimo lo strinse forte a se e gli sussurrò parole confortanti.
<< Loro saranno già andati via, non preoccuparti per loro. Se la sanno cavare. >> rispose mentre fece alzare suo fratello e corsero a più non posso.

Dopo un quarto d’ora si trovavano allo stagno. Si fermarono solo per bere un po’ e poi ripartirono senza una meta.
<< Fratellone, non mi lasciare mai ok? >> disse il piccolo stringendosi al braccio del moro.
<< Certo. Non lo farei mai. Te lo prometto. >> rispose Darko.

**

Nikita stava raccogliendo i vestiti nel piccolo giardino dietro la sua casa. All’improvviso un tonfo la fece voltare di scatto. Dietro di lei vi erano due ragazzi, il più piccolo era caduto a terra ed il più grande stava aiutando a rialzarlo.

<< Aspettate, vi aiuto io. >> disse accorrendo velocemente. Prese il ragazzino e lo portò in casa. Lo fece stendere sul suo divano e gli tastò il corpo. Intanto l’altro ragazzo gli si era affiancato, aveva un’aria molto preoccupata. << Non preoccuparti, è solo stanco. Una bella dormita e si riprenderà >>

Darko sospirò e si sedette a terra, stanco anche lui dal lungo viaggio. Si guardò attorno e poi osservò la donna dai lunghi capelli biondi. Quest’ ultima sentendosi osservata si girò verso Darko e gli sorrise.
<< Io sono Nikita, e voi? >>
<< Darko. Lui è mio fratello Alec. >> rispose semplicemente il ragazzo. Nikita lo guardò con dolcezza.
<< Siamo scappati dal nostro villaggio, attaccato dall’ esercito di Wolf. L’ha bruciato… e con lui, ne sono sicuro, anche gli abitanti. >> Darko si grattò i capelli, imbarazzato.
<< Scommetto che vorresti farli fuori tutti. >> sentenziò Niki.
<< Certo che si! Dal primo all’ultimo. >> strinse i pugni il moro.
Nikita, con grande sorpresa del giovane, gli si sedette accanto. << Quanti anni avete? >>
<< Io ne ho diciassette ed Alec dodici. >> Darko osservò il suo fratellino ormai addormentato.
<< Allora… >> disse la donna guardando Darko con un misto di speranza e gioia << …magari potreste restare qui, nel nostro piccolo villaggio. E tu, tra un anno, potresti anche cominciare a combattere nella resistenza delle armate di Wolf. >> finì per dire Niki con un sorriso trionfante.
Al giovane Darko gli si illuminarono gli occhi. Combattere contro Wolf era diventato il suo unico scopo da quando erano scappati. Nikita gli porge la mano e Darko la stringe subito con forza.
<< Benvenuto nel Gruppo. >>

Allora, prima di tutto devo ringraziare tantissimo Silvar Tales perché mi lascia sempre delle recensioni bellissime anche se non me le merito. Un grosso bacione anche al mio piccolo Pakometallaro che mi sopporta (e supporta sempre). Poi devo dire che questa è stata la parte più importante della raccolta che ho scritto, perché Darko ed Alec resteranno sempre nel mio cuore. [ ♥ ] Li ho sempre amati e li amerò per sempre, come Nikita del resto u.u
Al prossimo capitolo (si spera), Killuale.

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Capitolo 4
*** Black ***


Black

 
La mensa era piena di uomini affamati e distrutti.

Black prese la sua porzione di carne e si sedette al tavolo più lontano dalla porta d’ingresso. Con le mani prese il pezzo e cominciò ad addentarlo.
La ferita alla spalla bruciava ancora. Se fosse stato più veloce, avrebbe di sicuro eliminato quella stupida ragazza.

Il pugnale che aveva preso da terra dopo lo scontro era poggiato sul lungo tavolo di legno scuro, accanto al piatto dell’ uomo.

Se non fosse stato per quello stupido ragazzo con quegli orrendi capelli rossi ora Bella sarebbe stata un’ ottima esca per attirare l’ attenzione di  Toby e Zus. Black emise un sospiro rassegnato, stava diventando sempre più difficile prendere i componenti del “ Gruppo ” e questi ultimi diventavano sempre di più.

<< Bello il tuo nuovo giocattolo, “ Nero ” >> una voce bassa e roca aveva riportato Black alla realtà.

L’uomo alzò lo sguardo e vide di fronte a se un uomo robusto, con i capelli mossi e grigi. I suoi occhi azzurri erano fissi sul pugnale. Si sedette rumorosamente sulla panca di legno e cominciò a bere la sua zuppa. Accanto a lui, come un’ ombra, vi era una ragazzina dai corti capelli neri e gli occhi nocciola. Sedeva composta, la testa bassa, non toccando il cibo nel suo piatto.

Black si osservò e poi continuò a mangiare il suo pezzo di carne. Odiava quando lo chiamava Nero, quel soprannome non gli era mai piaciuto. Sì, era l’ unico di colore nelle file di Wolf ma non era un buon motivo per trasformare il suo nome in un’ offesa.

<< L’ ho recuperato da una nel Gruppo, peccato che mi sia sfuggita per colpa di Zus e di quel ragazzino nuovo… >> disse guardando Nick di tanto in tanto.

<< Spike >>. La voce flebile e più dolce della ragazza arrivò come un sussurro alle orecchie di Black. Spostò lo sguardo su di lei, incuriosito. La guardò attentamente, socchiudendo gli occhi scuri e posando nel piatto l’ osso della carne ormai finita. La ragazza si chiuse ancora di più in se stessa sentendosi osservata.

<< Sbaglio o tu e questo Spike eravate dello stesso villaggio? >> chiese infine Black grattandosi la testa pelata ignorando la ferita che ogni tanto pizzicava.

Sentendosi interpellata la ragazza sussultò ma non parlò.

<< Sì, e se non sbaglio erano anche amici >> rispose per lei Nick. Quest’ ultimo si girò a guardarla e le mise una mano sulla testa, come per darle una pacca affettuosa. << Va tutto bene Elise >>. A
quelle parole Elise sembrò calmarsi e prese anche un piccolo boccone della sua carne. Nick guardò male Black.

<< Non farla sentire in soggezione Black. >> disse poi in tono rude.

L’uomo annuì e si alzò dal tavolo prendendo il pugnale. Wolf voleva vederlo dopo cena per un resoconto sulle sue ultime azioni e sulle informazioni ottenute. Non poteva di certo perder tempo con Nick e con quella ragazzina che spiccicava qualche parola ogni tanto. Salutò con la mano i due e si avviò a grandi passi fuori dalla mensa. Intanto Nick lo seguiva  con lo sguardo.

Si girò e sorrise ad Elise, senza farsi vedere << Almeno sappiamo che il tuo amico è ancora vivo >>.

Elise si sistemò meglio un ciuffo corto e sorrise a sua volta, accompagnando il gesto con un cenno del capo.

Non mi piace per niente questo capitolo.
E' da tempo che lo tenevo sul desktop senza aggiornarlo e non avevo più idea di cosa scrivere.
Credo che Black non sia un personaggio facile da gestire, è antipatico. Nuovi personaggi, come sospettavo non ho cambiato questo vizio di aggiungere personaggi in ogni capitolo. Devo dire che Nick non doveva chiamarsi così, non si addice a lui ma ormai l'ho chiamato così. Elise invece è apparsa all' ultimo secondo, ho avuto questa scena in mente con lei che non parlava accanto a Nick. Spero che non deluda molto.
Ok, ora sono pronta per il lancio dei pomodori.

Saluti, Killuale

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Capitolo 5
*** Attimi di felicità ***


Attimi di felicità
 
La freccia si pianta nel centro del bersaglio. Un’altra la segue ed una terza colpisce l’albero dietro il bersaglio, ad una spanna dalla figura di Darko.

Spike sospira mentre abbassa l’arco e chiede a Darko cosa ci faccia lì, nella sua zona di addestramento. Il ragazzo dai capelli castano scuro stacca la freccia dall’albero e la passa a Spike, che gli si avvicina.

<< Cosa ci fai qui Darko? >> chiede ancora, riprendendo la freccia.

<< La riunione sta per cominciare. Zus ci vuole tutti nella casa grande tra cinque minuti. >> Darko si gira e comincia a camminare verso il villaggio. Il ragazzo dai capelli rossi lo segue in silenzio.

<< Sai di cosa parleranno? >> domanda Spike aggiustandosi i capelli mossi dal vento.

Darko osserva il cielo privo di nuvole e scuote la testa. Sospira e si passa una mano sul viso. L’ultima ricognizione è stata difficile, ed il sonno sta prendendo il sopravvento. Vorrebbe tanto tornare  nel suo letto, magari parlare con Alec  e poi dormire per giorni.
 

Entrano nella casa grande e prendono posto nelle file centrali. La casa in realtà si compone solo di una grande stanza di forma esagonale. È completamente in legno, con le finestre grandi. Le sedie sono disposte in modo ordinato, di fronte al piccolo palco dove Zus è già seduto dietro al tavolo per parlare degli eventi nelle ultime settimane.

I posti sono quasi tutti occupati. Spike e Darko notarono subito la figura di Alec in terza fila. Il ragazzino agita le braccia per farsi notare e Darko gli sorride, facendogli segno di girarsi per seguire la riunione.

Zus si schiarisce la voce ed osserva tutti mentre il silenzio cala nella sala.

<< Oggi ho delle notizie importanti da riferirvi >> inizia a parlare con il suo tono di voce duro. << Abbiamo avuto notizie di Toby, che ormai è diventato il nostro unico punto di riferimento per conoscere gli spostamenti di Wolf. Non ha potuto dirci molto, ma è arrivato alla conclusione che si stanno organizzando troppo velocemente. Dobbiamo riuscire a difenderci per un futuro attacco, e probabilmente sarà davvero difficile! >>

Spike sospira mentre si passa una mano sull’ occhio destro. Se ci sarà un attacco alla base deve migliorare ancora di più. Ascolta con attenzione Zus mentre si alza e comincia a camminare avanti e indietro per il palco. Si chiede come possano essere cambiate così tante cose in un anno.
 

L’acqua del fiumiciattolo scorre velocemente. Spike può riuscire a vedere i sassi posati sul fondo e anche qualche piccolo ramoscello. È seduto sull’erba, con le gambe incrociate e la testa poggiata sulla mano destra. Il suo arco è sistemato a terra, proprio accanto a lui. Una coccinella vola avanti al suo viso, per poi fermarsi sul suo piede. La guarda intensamente, cercando di non muoversi troppo. Dicono che porti fortuna, ma Spike non la vede da molto tempo.

Un ramo spezzato lo fa scattare, prendendo subito l’arco nella mano sinistra ed una freccia con la destra. Si guarda intorno, cercando il punto preciso da dove il suono è stato prodotto. Spike punta gli occhi su un cespuglio, tendendo l’arco per scoccare la freccia. Respira profondamente, tra due secondi la freccia colpirà il bersaglio.

<< Spike, sono io >>. Il ragazzo trattiene il respiro.

Dal cespuglio sbuca una ragazza dai capelli neri. Spike abbassa l’arco e sospira. Elise si toglie delle foglie che sono rimaste incastrate tra i capelli e sorride al ragazzo. È diventata più alta dall’ultima volta che l’ha vista, quattro mesi prima, e i capelli le arrivano alle spalle, adesso.

<< Elise! >> esclama Spike avvicinandosi alla riva del fiume. Quello è il confine tra i due gruppi.

La ragazza gli sorride mentre si siede sull’erba, seguita subito da Spike, sull’altro lato. Si studiano in silenzio, per notare i cambiamenti dall’ultima volta che si sono visti. Si raccontano. Sì, raccontano delle loro vite separate da quel fiume. Ricordano i vecchi tempi al villaggio, quando Spike era il più veloce tra i bambini ed il più pasticcione, o di come Elise fosse la più carina e minuta. Dei loro occhi accesi di vita, che ora sono pieni di ombre, e la luce si riaccende solo quando sono insieme.

<< Se qualcuno scoprisse che siamo in contatto… >> comincia Elise quasi in un sussurro, mentre si stringe le ginocchia al petto.

<< Non succederà >> risponde Spike guardando il cielo che comincia a prendere un colore rossiccio. << In caso contrario… ti proteggerei a tutti i costi >>.

Elise piega le labbra in un sorriso, sospira e << So difendermi da sola adesso. Non ho bisogno dell’ eroe dai capelli rossi >> parla con un finto tono arrabbiato. Entrambi si guardano negli occhi e ridono.

Attimi di felicità.
Solite note a fine pagina: Sono tornata ad aggiornare questa Raccolta dopo molto tempo. Forse neanche verrà letto questo capitolo, beh, pazienza.
Era da un po' che volevo scrivere qualcosa su Spike, e da quando è entrata in scena Elise, non potevo non scrivere qualcosa con loro due.
Perdono la poca chiarezza di alcuni punti, ma come in ogni capitolo di questa raccolta le cose non sono mai chiare (Neanche a me).
Spero che non sia così brutto. Se volete esprimere un vostro parere sarei molto felice. Accetto tutto, anche critiche u.u

Saluti, Killuale

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