Due anime, un solo corpo

di 9dolina0
(/viewuser.php?uid=182040)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dubbi ***
Capitolo 2: *** Rivelazioni ***
Capitolo 3: *** Il ritorno ***
Capitolo 4: *** Shock ***
Capitolo 5: *** Faccia a faccia con Chichi ***
Capitolo 6: *** La reazione di Bulma ***
Capitolo 7: *** Sempre e comunque orgogliosi ***
Capitolo 8: *** Risentimenti ***
Capitolo 9: *** Fare i conti con la realtà ***
Capitolo 10: *** Incontro inaspettato ***
Capitolo 11: *** Vecchie fiamme... si riaccendono! ***
Capitolo 12: *** Chiacchiere imprudenti ***
Capitolo 13: *** Ragionare d'istinto ***
Capitolo 14: *** Nottata insonne ***
Capitolo 15: *** Confessioni e rinunce ***
Capitolo 16: *** Incontro mancato ***
Capitolo 17: *** Fughe di cuori spezzati ***
Capitolo 18: *** Brividi ***
Capitolo 19: *** Per una risposta ***
Capitolo 20: *** Maledetta sincerità ***
Capitolo 21: *** Direzione: obelisco di Balzar! ***
Capitolo 22: *** Divinità a colloquio ***
Capitolo 23: *** Ricerche inconcludenti ***
Capitolo 24: *** Forse un addio ***
Capitolo 25: *** Cambio di rotta ***
Capitolo 26: *** L'intuito geniale di un grande scienziato ***
Capitolo 27: *** Esperimenti e chiarimenti ***
Capitolo 28: *** L'infausto ruolo di cavia ***
Capitolo 29: *** Fine dell'esperimento ***
Capitolo 30: *** Gioie e dolori ***
Capitolo 31: *** Conclusione - parte prima ***
Capitolo 32: *** Conclusione - parte seconda ***



Capitolo 1
*** Dubbi ***


dubbi

Salve a tutti! Questa è la mia prima fan fiction e quindi non so assolutamente come potrebbe venir fuori… mi farebbe molto piacere ricevere i vostri consigli e anche dei giudizi sulla storia! Grazie in anticipo e buona lettura!

Nessuno sapeva cosa fosse successo. All'improvviso, la popolazione di quel minuscolo e insignificante pianeta azzurro chiamato Terra, aveva ripreso a vivere. Epuure -e la gente ne era sicura- fino a qualche istante prima erano tutti morti. Sì, proprio tutti! Ma nessuno ricordava chi avesse provocato lo sterminio. E nemmeno il perché. D'altra parte la cosa non sembrava avere una grande importanza: erano di nuovo tutti vivi, giusto? Le loro esistenze sarebbero riprese esattamente dal punto in cui le avevano interrotte.

Soltanto pochissimi individui avevano conservato il ricordo di quanto accaduto e costoro erano tutti insieme, tutti sbalorditi, eccitati e in preda ad un senso di gioia quasi delirante. Avevano capito perfettamente: Majinbu era stato sconfitto e gli esseri umani erano tornati in vita grazie alle sfere del drago. Al palazzo del Supremo tutti attendevano con ansia il ritorno dell'eroe che aveva sconfitto Majinbu: non poteva che essere Goku! Gli altri erano tutti lì: Dende, Popo, Crilin, C18, Junior, il Genio, Chichi, Bulma, Yamcha, Tensing, Gohan, Videl, Trunks, Goten e...

-Dov'è Vegeta?- disse Bulma con tono preoccupato, alterando quel clima di ilarità.

-Già... dov'è? Vegeta? Dovrebbe essere tornato in vita anche lui...- intervenne il Genio delle Tartarughe.

Qualcosa non andava: se anche Dende era morto per mano del nemico, ciò significava che le sfere del drago della Terra erano inutilizzabili. Perciò dovevano essere resuscitati grazie a quelle di Neonameck. Infatti erano tornati in vita pure i combattenti che erano morti pure in altre occasioni. Quelle sfere non avevano limiti: si poteva tornare in vita decine, centinaia di volte...

-Questa storia non mi piace- disse Bulma -perché nn c'è?-

Iniziarono a guardarsi l'un l'altro con aria interrogativa. Nessuno sapeva dare una spiegazione plausibile.

-Io non lo sento. Non riesco a percepire la sua aura. E nemmeno quella di Goku...- Le parole pronunciate da Junior gettarono nel panico sia Chichi che Bulma, oltre che i loro figli.

-Cosa diamine significa che non senti le loro aure? è stato Goku a sconfiggere quel mostro, non c'è alcun dubbio...- urlò Chichi in preda al panico.

-Non dirmi che è morto di nuovo per sconfiggere Majinbu!?- il dubbio espresso da Gohan fece calare il silenzio tra i presenti.

Possibile? Possibile davvero che avesse diciso nuovamente di sacrificarsi per l'umanità? La risposta era indubbiamente sì. Tutti suoi amici conoscevano l'immensa generosità del grande Gokue d'altra parte non sarebbe nemmeno stata la prima volta. La gioia lasciò immediatamente il posto alle lacrime. Il dolore si impossessò degli animi di tutti i presenti. Le urla strazianti di Chichi rendevano ancor più straziante quel momento. 

Gohan sapeva che Kaioshin il sommo aveva sacrificato la propria vita donandola a Goku, così che potesse affrontare e sconfiggere Majinbu. In realtà avrebbero dovuto farlo insieme: suo padre gli aveva chiesto aiuto lanciandogli uno strano oggetto, ma gli era sfuggito di mano. Poi non ricordava più nitidamente cosa fosse successo ma sapeva che Majinbu lo aveva assorbito. Forse Goku, dovendo affrontare il nemico da solo, non era riuscito a batterlo e ci aveva rimesso la pelle? No... non sarebbero resuscitati altrimenti. Quel mostro doveva essere morto e qualcuno aveva espresso al drago Polunga il disiderio che gli abitanti della Terra tornassero in vita. Solo Goku avrebbe potuto farlo. Solamente lui. Ma dov'era?

CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Rivelazioni ***


RIVELAZIONI Ecco il secondo capitolo della storia... stavolta lo scriverò con un carattere un po' più grande perché effettivamente la lettura risulta facilitata... spero vi piaccia! buana lettura :)

-Insomma ragazzi, non facciamoci prendere dal panico. Il fatto che non sentiamo le aure di Goku e Vegeta non significa necessariamente che siano morti. Magari sono su un altro pianeta... in fondo lo scontro potrebbe essersi spostato da un'altra parte!-
Crilin ci credeva davvero. Era convinto che i due Sayan fossero ancora vivi. E perché non avrebbero dovuto esserlo? Erano i guerrieri più potenti dell'universo e poi...

-Ma cosa sono quelle facce?-
Tutti si voltarono di scatto. Erano talmente presi dal dolore dai dubbi che non si erano accorti dell'arrivo di Baba.
-Volete dirmi che succede? Goku e Vegeta hanno sconfitto quella specie di demonio rosa e voi piangete?-
Lo avevano sconfitto? Goku e Vegeta lo avevano sconfitto? Baba aveva detto proprio così...
Chichi si avventò con tutta la sua furia verso la vecchia strega e, afferrandola con violenza per il collo, urlò:
-Ne sei sicura? Sei assolutamente certa che siano stati loro? E dove sono allora... DOVE??? Parla maledetta stregaccia o ti...-
-Calmati Chichi! Come fa a raccontarci come è andata se la stai strangolando?-
Crilin aveva ragione, e la donna, un po' imbarazzata per l'accaduto, mollò immediatamente la presa, per poi scusarsi con Baba.
Quest'ultima riprese a parlare:
-In realtà non so dove siano. Re Yammer mi aveva dato l'ordine di riaccompagnare Vegeta sulla Terra per consentirgli di aiutare Goku. Io mi sono limitata ad obbedire. Dopo averlo condotto sul campo di battaglia, me ne sono tornata nell'aldilà... non avevo voglia di rimetterci la pelle!-
-Ah bene... in pratica non sai un accidenti di cosa sia successo dopo che ti sei data alla fuga... giusto?- Bulma iniziava a perdere la pazienza. Baba non aveva rivelato niente di particolarmente utile fino a quel momento. Ma la strega continuò:
-In parte è giusto... ma io sono rimasta nell'altro mondo fino a dieci minuti fa e ti posso garantire che Goku e Vegeta non sono morti. Li avrei visti altrimenti! Tutti i defunti vengono sottoposti al giudizio di Re Yammer prima di essere mandati in Paradiso o nel regno degli Inferi. Majinbu c'era, ma loro no. Dunque sono vivi.-
Il discorso di Baba destò nuovamente la gioia e la speranza. Erano vivi! Non c'era alcun dubbio... come al solito, alla fine, avevano avuto ragione sul loro avversario e lo avevano eliminato. Quasi si vergognavano di aver dubitato della forza dei due potentissimi sayan. Nel giro di poco tempo sarebbero di nuovo tornati tutti insieme...

CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il ritorno ***


il ritorno Eccomi qua con il terzo capitolo della storia... spero vi piaccia e vi lasci un po' di suspance! Non posso esimermi dal ringraziare Silver spring per i consigli e Gokina99 per aver inserito la storia tra le preferite... buona lettura ^_^

Ormai erano trascorse quasi due ora dall'annuncio di Baba. Le sue parole avevano portato una ventata d'allegria fra tutti i presenti. I più entusiasti erano i piccoli Trunks e Goten. Trunks adorava suo padre: lo aveva sempre ammirato per la tenacia che dimostrava durante gli allenamenti. Certo, in sette anni l'orgoglioso principe dei guerrieri Sayan si era guardato bene dal dimostrare al figlio il proprio affetto in maniera esplicita, ma per Trunks era una cosa assolutamente normale: probabilmente non avrebbe mai preteso nemmeno un abbraccio dal padre perché aveva capito che quel valoroso combattente non si sarebbe mai lasciato andare a certe "patetiche effusioni terrestri". Eppure, e in maniera del tutto inaspettata, quell'abbraccio c'era stato. Trunks lo ricordava fin troppo bene. Come avrebbe potuto dimenticarlo? Prima di sacrificare la propria vita per tentare di eliminare Majin Bu, quell'uomo così cinico e orgoglioso gli aveva dichiarato il proprio affetto stringendolo fra le braccia e affermando di avergli sempre voluto bene. E il piccolo sayan, quasi scioccato da quell'incredibile gesto, covava dentro di sé il potente desiderio di iterarlo, magari di nascosto... magari quando finalmente avrebbero avuto di nuovo l'opportunità di allenarsi insieme, da soli...
Goten di suo padre non aveva che pochissimi ricordi, tutti legati all'ultima edizione del Torneo di arti marziali. E come avrebbe potuto averne altri? Il generoso e invincibile Goku era morto ancora prima che lui nascesse: aveva sacrificato la propria vita per impedire l'esplosione del pianeta durante lo scontro con un perfido androide di nome Cell. Eppure a lui sembrava di averlo avuto sempre accanto: suo fratello e sua madre non perdevano occasione per parlargli del padre. Sapeva che era fortissimo, audace, coraggioso, leale... Sapeva che aveva radicato in sé un profondo senso di giustizia... Sapeva di somigliargli e -sperava- non solo fisicamente ma anche moralmente.

-Ehi!!! Riuscite a sentirmi?? C'è qualcuno in ascolto?!?- di nuovo, una voce si inserì in quel clima, stavolta di pura euforia.
-Popo! Dende! Ci siete?... rispondetemi per favore!!!-
-Sì! Eccoci... siamo qui! Sono Dende e mi trovo al mio palazzo... Chi è lei? E da dove mi sta parlando?-
-Ah bene... quindi siete resuscitati! Cel'abbiamo fatta!!!-
-Si ma... chi è lei? Non riesco a riconoscere la sua voce... mi vuole dire cosa sta succedendo??-
-Ops... certamente Supremo! Scusami... preso dall'entusiasmo ho dimenticato di presentarmi. Non puoi conoscere la mia voce perché io sono rimasto intrappolato milioni di anni dentro una spada!... è stato quel giovanotto accanto a te a liberarmi... quel sayan di nome Gohan!-
-Ah! Ma certo!- esclamò il primogenito di Goku -ragazzi... siamo in contatto con Kaioshin il Sommo, la divinità che si trova al di sopra di tutte le altre divinità!-

Tra lo stupore e l'incredulità generale, finalmente qualcuno si era fatto vivo. E non era certo un essere qualunque! Si trattava di una creatura onnipotente e onnisciente e, di sicuro, si era messo in contatto con loro da chissà quale galassia sperduta ai confini dell'universo per dare informazioni su dove si trovassero Goku e Vegeta.
-Oh! Sommo Kaioshin... da dove ci sta parlando?- disse Dende con tono molto rispettoso.
-Io mi trovo sul mio pianeta e vi parlo innanzitutto per confermare ciò che vi ha detto Baba. Goku e Vegeta hanno sconfitto Majin Bu!-
-Dove sono??? La prego ci dica dove sono!!! Non si trovano sulla Terra, vero? Mica saranno rimasti intrappolati su qualche squallido pianeta sconosciuto!?!?! Insomma...-
-Chichi, dai... cerca di tranquillizzarti!Lascia a Kaioshin il Sommo il tempo di spiegarsi...- grazie all'intervento di Crilin il dio riprese la parola:
-Bè... ecco... diciamo che... si... si trovano qui con me...-
Quel tono di voce era apparso particolarmente contraddittorio. Tutti avevano percepito attraverso quelle parole pronunciate con tanta titubanza che qualcosa non era andato per il verso giusto.. Kaioshin, probabilmente, stava per fare una rivelazione e, a sentore di molti, non doveva essere niente di buono.
-Scusi Kaioshin, cosa significa "diciamo"? Sono forse feriti?-
Gohan iniziava a preoccuparsi sul serio, eppure non riusciva a capire del tutto cosa potesse essere accaduto di così grave. L'unica idea plausibile che la sua mente riuscì ad elaborare fu quella che i due guerrieri avessero riportato dei danni fisici.
-No no! Tranquillo! Sta beniss... cioè... stanno benissimo! Lo hanno sconfitto senza problemi... non ho mai visto un guerriero tanto potente da mettere in crisi Majin Bu senza nemmeno...-
-Scusi ma di chi sta parlando? Io non riesco a seguirla... chi sarebbe questo guerriero? Si tratta di Goku? O di Vegeta? Stavamo parlando di loro mi sembra... non vorrei offenderla ma il suo discorso è alquanto contorto...- Bulma era davvero confusa. Quella divinità stava farfugliando parole sconnesse e ciò che diceva non aveva senso... non apparentemente almeno.
Possibile che un essere superiore non fosse in grado di esprimersi?
-Sentite ragazzi... tanto è inutile discuterne telepaticamente. Tra un po' torneranno sulla Terra insieme a un tipo strano di nome Mr Satan, al suo cane e a Kibithoshin... dopo vi sarà tutto chiaro!-
-E chi sarebbe Kibithoshin?- Esclamò Yamcha, sempre più confuso da quella situazione.
-A presto ragazzi! Io devo interrompere la comunicazione! Buona fortuna e godetevi la pace!-
-Ehi!!! Ma che storia è questa? Lei ci sta nascondendo qualcosa... Vuole dirci che c'è che non va? Ehi... mi sente? Non faccia finta di niente per favore!!! Diamine... mi risponda!!!-
-Lascia stare Chichi.- disse Dende - non ci sta ascoltando più.
-Ma che razza di assurdità è mai questa? Non ho capito un accidenti di quello che ha detto quel sedicente dio... ma si può sapere di chi e di cosa stava parlando?...-
Chichi non fece in tempo a proferire altre pesanti parole che qualcuno arrivò. Lo percepirono chiaramente! C'erano delle aure che provenivano dall'interno del palazzo. Ma a chi appartenevano? Erano familiari sì... però... c'era qualcosa di anomalo...

-Ehm... salve a tutti!- Mr Satan uscì fuori accompagnato da un cucciolo di cane.
-Papà!!!- urlò Videl visibilmente scioccata.
-Tesoruccio mio! Angioletto adorato del tuo papà!!! Vieni qui... mi sei mancata tantissimo! Fatti abbracciare!!- Come al solito, Mr Satan non risparmiò alla figlia l'imbarazzo provocato da quelle disgustose moine.
-Bene ragazzi... vedo con piacere che siete tutti qui...- nessuno dei presenti aveva mai visto prima l'essere che aveva pronunciato quelle parole che, tra l'altro, a dispetto di quanto detto, non sembrava poi tanto felice. Pochi però ebbero dubbi sulla sua identità: sicuramente quella creatura era il risultato della fusione tra Kibith e Kaioshin il Superiore.
-Ma come!!! Anche voi avete imparato a fare la fusione???- disse Trunks mostrando un evidente stupore.
-No... non abbiamo imparato un bel niente. I nostri corpi si sono uniti grazie a questi orecchini magici.-
-Wow!! è davvero incredibile! E quanto durerà?- chiese il bambino, sempre più incuriosito.
-Per sempre...-
A quelle parole calò il silenzio. Per SEMPRE? Interminabili secondi si susseguirono incessantemente mentre nessuno dei presenti riusciva a spiegarsi cosa avesse spinto quei due a fondersi insieme per l'eternità.
-D'accordo. Se proprio vuole saperlo a me non importa un accidenti né di voi due né della vostra assurda idea di unirvi in un solo corpo fino alla fine dei vostri giorni... L'unica cosa che mi preme è sapere dove sia mio marito!!! Oh Goku... dove sei!?!?!?-
Chichi ormai stava letteralmente perdendo la pazienza. Era arrabbiata, preoccupata, nervosa, ansiosa di poter riabbracciare il suo adorato Goku.
-Va bene... direi che avete aspettato abbastanza... Coraggio dai... esci fuori e fatti vedere.- disse Kibithoshin in preda ad un evidente stato di disagio.

Obbedì. E così finalmente si mostrò alla vista dei compagni...


CONTINUA

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Shock ***


shock Salve a tutti!!! Finalmente ci avviciniamo al momento critico... i nostri tanto desiderati Goku e Vegeta sono tornati... anzi... è tornato!!! Iniziamo a scoprire qualche reazione... intanto non posso non ringraziare tutti voi che seguite e recensite la storia... ^_^




Mai. Mai la sua stupida mente avrebbe potuto immaginare una cosa del genere, ma ora, ora che si sentiva ancora più idiota e frustrato di quanto potesse realmente pensare, si rese conto di non aver mai capito niente. Uno stramaledetto niente! La sua reazione andò ben al di là del solo stupore: afflizione, dolore, rabbia... ma non erano semplicemente dovuti allo sconforto di scoprire che il suo eterno migliore amico era sparito per sempre, unito nel corpo e, chissà, forse nell'anima, allo spietato e valoroso principe dei sayan. No: tutti questi travagliati sentimenti, che si aggrovigliavano nel suo animo afflitto, avevano come oggetto proprio sé stesso. Iniziò ad odiarsi, a biasimarsi. Dentro di sé si malediceva. Sempre più si stava convincendo di essere un inetto, un essere profondamente superficiale. Quante ne avevano combinate lui e Goku da bambini? Tante... troppe. Non sarebbe bastato un secolo per raccontare anche in maniera sbrigativa tutte le loro straordinarie avventure. Sapeva, ne era perfettamente cosciente, che l'incontro con quello strano ragazzino con la coda, avvenuto ormai tanti anni prima, gli avrebbe stravolto l'esistenza: la sua vita sarebbe stata certamente frivola e noiosa... insignificante. Credeva di conoscerlo meglio di chiunque altro e, ingenuamente, si era illuso di conoscere anche Vegeta. Non dettagliatamente, certo, ma tutti i guai che aveva passato per colpa di quel pazzo assassino lo avevano indotto a farsi un certo tipo di idea. Sebbene prima di allora non avesse mai avuto il coraggio di ammetterlo apertamente, aveva sempre saputo che tra quei due sayan c'era un legame. Non riusciva a capire quanto fosse profondo, ma c'era. Lo aveva intuito praticamente subito, durante il primo, violento scontro tra Goku e Vegeta. Dimostrarono entrambi una forza incredibile ed una tenacia da veri guerrieri e, alla fine, ne uscirono malconci. Che razza di avventura fu quella! Lui, proprio lui, il fedele e onesto Crilin, avrebbe potuto spedire il principe dei sayan all'altro mondo, trafiggendolo con una spada. Ce l'aveva in pugno: miserabile, compassionevole, moribondo... ma lo risparmiò. Dovette risparmiarlo; e lo fece per quel senso di riverenza che aveva sempre covato nei confronti del suo migliore amico. Goku gli aveva chiesto di non ucciderlo perché "era pur sempre suo fratello" e per anni il giovane Crilin continuò a tormentarsi chiedendosi se avesse preso davvero la decisione giusta.  Fino a quel momento non era mai stato certo di poter rispondere affermativamente a quella domanda. Vegeta si era dimostrato crudele e spietato in più occasioni e il suo smisurato orgoglio aveva condotto diverse volte il pianeta sull'orlo della distruzione. Fu lui a causare la trasformazione di Cell nell'essere perfetto; fu lui a svegliare Majin Bu combattendo contro Goku dopo essersi fatto manipolare da quel pazzoide del mago Babidi. Certo, non era nemmeno così spietato come avrebbe voluto far credere quando arrivò per la prima volta sulla Terra, ma, forse, questo dipendeva dal fatto che non aveva alternative plausibili al di fuori di questo pianeta. Aveva sempre nutrito il dubbio che anche il suo legame con Bulma celasse in realtà soltanto opportunismo. Quella donne era davvero geniale! Certo, ogni tanto dimostrava di avere un pessimo carattere, tuttavia, le sue qualità di scienziata erano indubbie. E poi era bella. Già... la sua amica era proprio bella! Bella e intelligente! Troppo per uno come Yamcha, e questo lo aveva capito presto, prima che la loro relazione finisse. Però non poteva di certo immaginare che avrebbe condiviso la sua vita con Vegeta! Nonostante sapesse, infatti, quanto lei amasse le sfide perse in partenza, mai avrebbe ritenuto possibile che il saccente principe acconsentisse. E invece si era sbagliato. Avevano persino avuto un figlio!  Però quel sayan non era mai cambiato. No. Chissà quante gliene aveva fatte passare! Ammirava il coraggio e la tenacia di Bulma che aveva deciso di concedere a sua altezza reale un'altra possibilità ospitandolo a casa sua dopo il ritorno da Nameck. Chi altro lo avrebbe fatto? Nessuno. Ma lei era la geniale, pazza, istintiva Bulma. Doveva essere davvero innamorata! In realtà lei non aveva mai parlato esplicitamente della sua relazione con Vegeta, ma si capiva perfettamente quanto ci tenesse. E, dopotutto, erano sempre rimasti insieme dopo la nascita di Trunks. Eppure la reazione della sua amica di fronte alla vista del possente Vegeku lo avevo scioccato: zitta, muta, quasi rapita in uno stato di trance; poi quel "non dovevi farmi questo, amore mio. Non dovevi!"; e infine il pianto a dirotto, mentre il suo interlocutore non riusciva nemmeno a trovare il coraggio di proferire parola. Neanche Crilin riusciva a farsene una ragione: quei due avevano preso la folle decisione di fondersi in un solo, invincibile corpo per l'eternità, con l'intento di salvare l'universo dalla minaccia di Majin Bu. D'accordo. Da Goku avrebbe anche potuto aspettarselo...forse. La sua infinita generosità e quella già citata empatia che lo legava al principe dei sayan giustificavano appieno una simile decisione. Ma Vegeta? Cosa diamine era passato per la testa di quel folle depravato? Non era da lui. No!!! Lui non lo avrebbe mai nemmeno concepito. Odiava Goku con tutto sé stesso. Lo detestava. Avrebbe fatto qualunque cosa per vederlo morto. O almeno così diceva. Diceva anche che di quell'insulso pianeta sul quale era costretto a vivere non gli importava nulla. Dei terrestri non gli importava nulla. Del bene dell'umanità non gli importava nulla. Tutte sciocchezze! Tutte patetiche menzogne!! E lui, l'ingenuo e stupido Crilin, non lo aveva mai capito...


-Non dirmi che anche tu ce l'hai con me, Crilin...- disse Vegeku destandolo improvvisamente dai suoi pensieri.
-Cosa? Ma no... cosa dici! Come potrei essere arrabbiato? Hai salvato il mondo, giusto? Se non fosse stato per te... per voi... non staremmo nemmeno qui a parlarne!-
-Smettila di usare quel "voi". Mettiti in testa che Goku e Vegeta non esistono più! Lo so che la cosa ti ha sconvolto, però è giusto che impari ad accettarlo.-
-Non dovresti preoccuparti per me, sai? Passato lo stupore iniziale, per me tornerà tutto come prima. La mia vita non cambierà! Avrò sempre accanto mia moglie e mia figlia. Ma tu cosa farai? Pernso che ti sia reso conto di quanto sia critica la situazione in cui ti trovi...-
-Certo... lo so benissimo. E probabilmente non riuscirò mai a rimediare in maniera efficiente...-
-Che cosa hai intenzione di fare con Gohan, Goten e Trunks? E con Bulma e Chichi? Hai visto come hanno reagito... no?-
-Altroché se l'ho visto... giuro che in questo momento non saprei proprio cosa risponderti... è... è tutto così maledettamente complicato!-
-Scusate se mi intrometto... io di queste cose non mi ci capisco molto in realtà, però mi pare di aver capito che in questo momento ti trovi con il piede in due staffe...- Tensinhan aveva capito perfettamente e Vegeku sapeva benissimo dove volesse andare a parare.
-Cosa ci posso fare? Tu non hai la più pallida idea di cosa frulli nella mia testa... pensi sia facile far conciliare i pensieri e i sentimenti di Goku e Vegeta? Sono entrambi fusi dentro di me e questo non mi aiuta affatto!-
-Io posso anche provare a capirti... ma tra un po' Bulma e Chichi si riprenderanno dallo shock e pretenderanno di ricevere qualche spiegazione. Più di qualche, forse... e poi... sì insomma... se ti chiedessero di decidere cosa fare della tua esistenza d'ora in avanti, cosa risponderesti?-
-stai tentando di chiedermi in modo discreto con chi delle due io intenda passare il resto della mia vita, Tensinhan?-
...



CONTINUA...

_____________

angolo dell'autrice: non potevo non concedere uno spazio a Crilin... credo che sia il personaggio più azzeccato per parlare di Goku e Vegeta! In fondo, nel bene o nel male, è colui che più di ogni altro è estato in contatto con loro! Mogli escluse ovviamente... l'attesa comunque è finita! A partire dal prossimo capitolo leggerete le reazioni di Chichi e Bulma e, ovviamente, non mancheranno i faccia a faccia fra le due donne e il bel Vegeku... a presto! ^_^

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Faccia a faccia con Chichi ***


faccia a faccia con Chichi Ci siamo... è giunto il momento che Vegeku affronti le sue donne!!! Ho pensato di iniziare dalla reazione di Chichi che sarà molto... vabbè... leggete e scoprite! Mi scuso in anticipo per l'utilizzo di qualche parolina un po' troppo pesante... ma in fondo ci tenevo a preservare un minimo di "umanità" nei personaggi... dopotutto chiunque, in una situazione del genere, si lascerebbe andare senza porsi troppi limiti ad un linguaggio scurrile... Buona lettura a tutti e... RECENSITE!!!


La vista di Vegeku le aveva provocato confusione, panico, sconforto. Trovarsi faccia a faccia con quell'essere che nemmeno lei riusciva ad identificare spezzò per sempre il suo cuore. Era confusa: perché lì per lì non riusciva neppure a mettere a fuoco i lineamenti del sayan che le si trovava davanti. Poi il panico si impossessò della sua mente: non le ci volle poi molto tempo per intuire l'identità dell'uomo che con un incedere fiero, sprezzante, ma anche molto cauto, si era finalmente mostrato davanti ai suoi occhi. Infine, cadde in un profondo sconforto: il suo più grande desiderio sarebbe stato  quello di riabbracciare il marito ma, improvvisamente, si rese conto che mai più in vita sua avrebbe avuto occasione di farlo. Travolta da questo potentissimo vortice di emozioni, che si susseguirono l'un l'altra nel giro di pochi attimi, l'addolorata Chichi cadde svenuta e non riprese conoscenza che dopo un paio d'ore. Soccorsa e portata dai suoi amici dentro una stanza all'interno del palazzo, la donna dormì e sognò, quasi volesse inconsciamente autoconvincersi che quanto aveva appena scoperto non fosse altro che il frutto di un incubo perverso.

-C'era da aspettarselo da lei, povera Chichi...- Yamcha appariva in realtà stranamente impassibile. Non che non fosse rimasto scioccato anche lui nel vedere Vegeku, ma il suo atteggiamente sembrava voler dire che la faccenda in fondo non lo riguardava poi tanto. E in un certo senso aveva ragione: lui non aveva niente a che fare con Goku e Vegeta. Soprattutto con Vegeta, verso il quale ancora nutriva un malcelato rancore. Goku invece era stato un grande compagno di avventure: ne avevano vissute tante insieme, alcune anche fatali. Ma al di là di questo non si era mai instaurato un vero rapporto d'amicizia: il sayan ormai aveva la sua vita e spesso passavano anni prima che si facesso vivo con lui e di solito capitava solo in procinto di qualche evento bellicoso. Era rimasto turbato, su questo non c'era dubbio. Ma sapeva benissimo che molto presto se ne sarebbe fatto una ragione e... al diavolo quei due sayan! Non voleva affatto dannarsi l'anima per tentare di capire cosa li avesse spinti ad agire così.
-Prima o poi si riprenderà...-
-Come sei cinico, Vegeku! Sta affiorando in te l'animo del principe dei sayan!-
-Non dire sciocchezze Yamcha. Vegeta non esiste più.-
-D'accordo... come vuoi. In fondo non sono affari miei...-
Eppure Vegeku sapeva che Yamcha aveva ragione. Ma il suo atteggiamento non dipendeva tanto dal cinismo quanto piuttosto dalla confusione. Vedere le reazioni avute da Chichi e Bulma lo aveva spiazzato: prima di trovarsi faccia a faccia con loro non si era realmente posto il problema di cosa fare della propria esistenza.

-Avete avuto del fegato per compiere un atto del genere. Vi ammiro! Io non lo avrei fatto...- e non mentiva. Junior non lo avrebbe mai fatto davvero. Quella volta in cui si era unito a Nail fu quest'ultimo a sottomettersi a Junior, che tra l'altro mantenne le proprie sembianze e il proprio spirito anche dopo il ricongiungimento con il Supremo.
-Mah... non lo so. Bisogna trovarsi dentro a certe situazioni..-
-Un giorno me lo dovrai spiegare che diavolo vi è saltato in mente!- e detto questo volò via. Chissà verso dove. Vegeku aveva notato nel suo tono di voce un certo rammarico e forse una nota di rimprovero. Non ne comprendeva affatto il motivo ma, dopo tutto, non aveva affatto voglia di preoccuparsene.

-Non dirmi che anche tu ce l'hai con me, Crilin...- disse Vegeku destandolo improvvisamente dai suoi pensieri.
-Cosa? Ma no... cosa dici! Come potrei essere arrabbiato? Hai salvato il mondo, giusto? Se non fosse stato per te... per voi... non staremmo nemmeno qui a parlarne!-
-Smettila di usare quel "voi". Mettiti in testa che Goku e Vegeta non esistono più! Lo so che la cosa ti ha sconvolto, però è giusto che impari ad accettarlo.-
-Non dovresti preoccuparti per me, sai? Passato lo stupore iniziale, per me tornerà tutto come prima. La mia vita non cambierà! Avrò sempre accanto mia moglie e mia figlia. Ma tu cosa farai? Pernso che ti sia reso conto di quanto sia critica la situazione in cui ti trovi...-
-Certo... lo so benissimo. E probabilmente non riuscirò mai a rimediare in maniera efficiente...-
-Che cosa hai intenzione di fare con Gohan, Goten e Trunks? E con Bulma e Chichi? Hai visto come hanno reagito... no?-
-Altroché se l'ho visto... giuro che in questo momento non saprei proprio cosa risponderti... è... è tutto così maledettamente complicato!-
-Scusate se mi intrometto... io di queste cose non mi ci capisco molto in realtà, però mi pare di aver capito che in questo momento ti trovi con il piede in due staffe...- Tensinhan aveva capito perfettamente e Vegeku sapeva benissimo dove volesse andare a parare.
-Cosa ci posso fare? Tu non hai la più pallida idea di cosa frulli nella mia testa... pensi sia facile far conciliare i pensieri e i sentimenti di Goku e Vegeta? Sono entrambi fusi dentro di me e questo non mi aiuta affatto!-
-Io posso anche provare a capirti... ma tra un po' Bulma e Chichi si riprenderanno dallo shock e pretenderanno di ricevere qualche spiegazione. Più di qualche, forse... e poi... sì insomma... se ti chiedessero di decidere cosa fare della tua esistenza d'ora in avanti, cosa risponderesti?-
-Stai tentando di chiedermi in modo discreto con chi delle due io intenda passare il resto della mia vita, Tensinhan?-
-Bè... forse è il caso che inizi a pensarci... ammesso che abbiano intenzione di perdonarti...-
-Miserabili farabutti!!!-
-Io... ho cercato di calmarla papà... cioè... Vegeku... ma non ce l'ho fatta! E non potevo farle del male..." disse Gohan mentre cercava di trattenere sua madre cingendole la vita con un braccio.
-Ma cosa diamine avete nel cervello voi due? Vi rendete minimamente conto della sciocchezza che avete fatto? Idioti, stupidi citrulli che non siete altro...-
-Ti prego mamma... sei ancora sotto shock!-
-Zitto tu! Almeno adesso risparmiati di difendere quel fottuto imbecille di tuo padre!!!-
-Mamma...-
-TACI!!! Questa volta non ho alcuna intenzione di rimanere in silenzio accettando senza protestare la sua ridicola scelta.
Mi hai sempre messa di fronte al fatto compiuto, maledetto schifoso!!! E non ti sei mai preoccupato di come la pensassi io su certe questioni... sempre e solo tu e quella tua fottutissima voglia di "fare l'impossibile per il bene dell'umanità"!!! E poi? Volevi diventare sempre più forte, sempre più potente... hai trascinato Gohan in questo tuo assurdo progetto ponendolo faccia a faccia con tutti i pazzoidi che hanno tentato di conquistare questo schifo di pianeta. E io? Ho sempre dovuto accettare tutto perché me lo hai imposto! Lo capisci questo? Me lo hai egoisticamente imposto! Ogni volta dicevi che, finito lo scontro, ti saresti comportato da bravo marito, ma poi arrivava sempre qualche altro lurido essere che dovevi affrontare... ci hai pure rimesso la pelle un paio di volte... e adesso guarda che accidenti hai combinato... Maledetto!!!-
-Hai ragione... su ogni singola parola che hai detto... e visto il tuo nervosismo non credo nemmeno che servirebbe a qualcosa tentare di spiegarmi...-
-Ti sbagli alla grande, mio carissimo Vegeku... o come accidenti hai deciso di farti chiamare... io VOGLIO le tue spiegazioni!!! Anzi no... le PRETENDO!!! E sai perché? Perché tanto non tornerete mai più ad essere due persone distinte... e anche se so che ormai non mi resta altro da fare che rassegnarmi al fatto di aver perduto per sempre mio marito, io ESIGO che quella parte di lui che ancora sopravvive in te si degni almeno di giustificarsi in maniera convincente!!! E sarà molto dura... sai? Perché sono stufa e arcistufa di tutti i tuoi patetici discorsi sui "sacrifici per salvare l'umanità"!-
Crilin, Tensinhan e Gohan cercarono inutilmente di frapporsi tra la furente donna e il bersagliato Vegeku, finché proprio quest'ultimo non intimò loro di starne fuori: in fondo Chichi aveva ragione... doveva pur dirle qualcosa di sensato!
-Ascolta Chichi... So perfettamente quanto Goku ti abbia fatto soffrire e di questo non posso non rammaricarmi. Se vuoi che io mi giustifichi, bè... l'unica cosa che posso dirti è che non avevamo altra scelta e, comunque, prima della fusione non potevamo sapere se avremmo raggiunto effettivamente una forza tale da sconfiggere Majin Bu.-
-E sai quanto me ne frega??? Avrei preferito mille volte essere morta e abitare nel Regno dell'Aldilà insieme a mio marito piuttosto che subire lo strazio di esistenza che per colpa del tuo schifosissimo altruismo mi si prospetto davanti!-
-Mi dispiace...-
-Non sai dire nient'altro stupido babbeo di un sayan? Dov'è finita la strafottenza che Goku e Vegeta tiravano fuori di fronte ai peggiori mostri? Quei due citrulli non si tiravano mai indietro quando c'era da mettere in gioco la pelle... e adesso che un'insignificante e debolissima donna chiede loro qualche spiegazione non riescono a farfugliare altro che un ridicolo MI DISPIACE??? A Freezer avete mai detto "MI DISPIACE, ma non possiamo rischiare la vita contro di te?" A Cell avete mai detto "MI DISPIACE ma abbiamo delle famiglie sulle spalle?" ...e non potevate dire a Majin Bu "MI DISPIACE, non siamo alla tua altezza" e raggiungere così le vostre famiglie nell'aldilà?-
-Tu stai delirando...-
-Tu invece hai sclerato da un bel pezzo, caro Vegeku! Cosa ti fa credere che il mio ragionamento sia più assurdo dell'insensato gesto che avete compiuto?-
-Ma è mai possibile che davvero non riesci a capire?  Non hai fatto altro che rinfacciare a Goku di essere un egoista... d'accordo! Posso anche starci... ma cosa credi che celino adesso le tue parole? Goku e Vegeta avrebbero dovuto lasciare l'universo in balìa di quel mostro? E per cosa, poi? Per poter vivere tutti insieme, felici e contenti, nell'Aldilà? Ma non dire sciocchezze...-
-Certo... è ovvio!!! Io dico solo sciocchezze!-
-Non ho detto questo...-
-Sì invece! Sei un essere riluttante, sai? Dovresti vergognarti... vuoi dirmi chi diamine sei? Come dovrei considerarti? Sei mio marito? Rispondimi!!! Sei ancora mio marito?-
Vegeku, a quella domanda, ebbe un sussulto.
-Non rispondi, eh?!? Perché non sai nemmeno tu cosa dire... vero? ...e io per te cosa sono? E Bulma? E Trunks? E Goten? E Gohan?-
-Ora basta mamma!...-
-Non intrometterti, Gohan! Non credo che il guerriero più forte dell'universo abbia bisogno di essere difeso da te...-
-Gohan, per favore... allontanati!- disse Vegeku.
-E va bene... però quanto meno evitate di insultarvi e di urlare... tanto non risolverete niente lo stesso!-
-Sai qual è il problema, Vegeku? Che quel disgraziato di Goku non mi ha mai capita... Mai!!! Non si è mai reso conto di quanto lo amassi, di quanto mi preoccupassi per lui, di quanto desiderassi solo e soltanto vivere felice con la mia famiglia. Ho accettato che lui morisse... ho sopportato l'umiliazione di scoprire che lui avrebbe preferito allenarsi nell'Aldilà piuttosto che tornare in vita e rimanere con me e i suoi figli... in fondo è stata una sua scelta quella di non risuscitare dopo lo scontro con Cell, giusto?-
Vegeku non rispose.
-Appunto. Il tuo silenzio dice tutto! E sai quale è stato l'unico motivo per il quale ho trovato la forza di andare avanti?-
-Perché speravi che prima o poi Goku sarebbe tornato.-
-Wow! Sono strabiliata da tanta arguzia! Bè... anche stavolta mi hai delusa... e la cosa peggiore è che ormai non c'è più alcun modo per rimediare... TI ODIO!!!- e così dicendo, scoppiò a piangere diperatamente.
Dopo aver lanciato a Gohan uno sguardo colmo di rammarico, Vegeku si allontanò lasciandola a terra, stravolta dal dolore. In fondo sapeva fin troppo bene che le accuse rivoltegli da quella donna in preda al delirio erano tutte vere. Era stato davvero sciocco e patetico da parte sua il tentativo di giustificare il comportamento di Goku. Ora che poteva guardare con un certo distacco la condotta di quel sayan, si era davvero reso conto che non era mai stato un marito presente. E, forse, nemmeno un padre all'altezza. La cosa peggiore era che questo Vegeta lo aveva sempre capito. Sorrideva all'idea che Goku e Vegeta avessero imparato a conoscersi tanto bene, pure se in realtà non erano mai stati tanto in contatto, se non in situazioni di emergenza. Sorrideva e si detestava. Poi si rammaricava. Si compiaceva e precipitava nello sconforto. Nella sua mente lottavano senza sosta idee e sensazioni: conflitti senza tregua, scontri fra titani. E all'improvviso si chiese chi l'avrebbe avuta davvero vinta: Goku, Vegeta... o Vegeku?...

CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La reazione di Bulma ***


la reazione di Bulma Eccomi qui con il nuovo capitolo della storia... spero che vi piaccia, anche se vi lacserà un po' con il fiato sopeso... grazie a tutti voi che leggete, seguite e recensite!!! ^_^


"Non dovevi farmi questo, amore mio. Non dovevi!" quelle parole martellavano nella sua testa allontanando con forza tutti gli altri confusi pensieri. Era riuscito a deluderla per l'ennesima volta. Sciocco sayan! L'orgoglioso, testardo e cinico principe aveva di nuovo fatto del male all'unica persona che avesse deciso di fidarsi di lui, di perdonarlo, di amarlo, di accettarlo così com'era sforzandosi di non dare troppo peso al suo innegabile passato da pluriomicida. Sapeva che non sarebbe riuscito a rimediare nemmeno a questo: di lì a poco avrebbe dovuto affrontare anche lei. Se il suo tentativo di discutere pacificamente con Chichi si era risolto in un vero e proprio disastro, era cosciente del fatto che nemmeno con Bulma sarebbe stata un'impresa facile. Certo, lei era diversa: le sue reazioni erano sempre imprevedibili. Se Goku si sarebbe aspettato una scenata del genere da parte della moglie, Vegeta non aveva la più pallida idea di casa sarebbe potuto uscire da un confronto faccia a faccia tra Vegeku e Bulma. Ma in fondo tutto ciò non aveva una grande importanza: che si fosse arrabbiata o meno, lui, certamente, non sarebbe mai stato in grado comunque di darle risposte plausibili. Sapeva quali tipi di domande gli avrebbe rivolto e, più o meno, sarebbero state quelle che indirettamente gli aveva posto anche Chichi. Ma, davvero, non riusciva a trovare il modo per mettere un po' di ordine in testa. Sarebbe bastata dirle "Lo ha fatto per te e per Trunks, perché vi amava"? Forse sì. O forse no. Quella donna lo aveva stupito così tante tante volte che faticava a immaginare come si sarebbe svolto il confronto. Sapeva solo che ormai era imminente.

-Ehi... tutto a posto?- disse Crilin mostrandosi comprensivo.
-A parte il fatto che Chichi non mi perdonerà mai, direi di sì...-
-Magari le passerà. è arrabbiata! Ed è giusto che lo sia... in fondo erano passate solo un paio d'ore da quando aveva scoperto che... bè insomma... è comprensibile che abbia avuto quella reazione!-
-Lo so perfettamente. Mica le do torto!-
-Allora... forse dovresti parlarle di nuovo tra un po' di tempo!-
-Lo farò certamente... ma dubito che cambierà qualcosa. Chissà cosa diamine mi diranno Bulma e i bambini!-
-Io fossi in te mi preoccuperei più dei bambini che delle tue.. mogli.. accidenti... mi fa un effetto strano usare questo termine al plurale!-
-Trunks e Goten l'hanno presa molto male, vero?-
-Sì bè... a dire il vero però non so nemmeno che fine abbiano fatto. Sono volati via subito dopo averti visto.-
-Me ne sono accorto... e non sai dove siano andati?-
-No. Ma Dende e Videl hanno provato a inseguirli. Non so se li abbiano raggiunti.-
...

Quelle lacrime proprio non ne volevano sapere di fermarsi. Quante ancora avrebbe potuto versarne? Erano più di tre ore che piangeva ininterrottamente e ormai la rabbia e la frustrazione stavano cedendo il posto ad una forzata rassegnazione. "Non dovevi farmi questo, amore mio. Non dovevi!" E lo aveva pensato sul serio: il senso di smarrimento che aveva provato nel trovarselo davanti l'aveva lasciata attonita, incantata, incredula. Ma non aveva alcun senso rifiutarsi di credere a ciò che le si era posto di fronte: purtroppo era palese, era fin troppo evidente che Vegeta non sarebbe mai più tornato. Mai. Quell'attimo le sembrò eterno: davanti ai suoi occhi trascorse tutta la sua vita passata. Gioie e dolori, momenti felici e momenti bui si accavallavano nella sua testa senza un ordine logico e prendevano possesso della sua mente e del suo cuore senza che lei potesse minimamente controllare le proprie emozioni. Non sapeva nemmeno perché era scoppiata a piangere. Tanto era inutile, del tutto inutile! Ma non riuscì a trovare la forza per controllarsi. Avrebbe preferito perdere i sensi anche lei, come era capitato a Chichi, ma sembrava proprio che in quell'istante il suo corpo reagisse in maniera totalmente opposta rispetto a quello che il suo cervello avrebbe desiderato. Solo il suo pianto guastava quell'inquietante silenzio che le si era creato intorno. Nessuno fiatava. Nessuno trovava il modo di attenuare quell'atmosfera straziante. Senza nemmeno rendersene conto, si allontanò. Nessuno aveva tentato di fermarla, neppure Vegeku, ma, forse, era molto meglio così. Si mise in un angolo del palazzo, sola, continuando a piangere ininterrottamente. Aveva cacciato via in malo modo Yamcha che aveva tentato di portarle il suo conforto. Non le importava più niente di niente: il periodo più felice della sua vita si era appena tragicamente concluso. Mentre versava quelle lacrime tanto amare, ripensava a tutta la sua esistenza. Indubbiamente, Goku e Vegeta le avevano cambiato la vita: fin dal primo giorno in cui lo conobbe, quello strano ragazzino con la coda le aveva fatto tanta tenerezza. La sua ingenuità era quasi disarmante ma aveva una sensibilità, un altruismo e un coraggio che non avrebbe mai riscontrato in nessun'altra creatura con cui sarebbe entrata in contatto. Un ragazzo d'oro. Forte, vivace, leale. Quante volte aveva sacrificato sé stesso e la propria felicità per salvare questo stupido pianeta? Chissà poi se gli esseri umani meritassero davvero il suo aiuto... probabilmente no. Ma lui a questo non aveva mai pensato. Non gli interessava ricevere in cambio la riconoscenza dei terrestri: lui lo faceva per senso di giustizia. Era la persona migliore che vivesse su questo pianeta, ma non era umano... era un sayan, mandato sulla Terra subito dopo la sua nascita con l'obiettivo di conquistarla... fortuna che aveva perso la memoria! Un sayan... Goku era un sayan... Ma era profondamente diverso dagli altri che ebbe la sfortuna -o quasi- di incontrare. Esseri indomati, ribelli, luridi e schifosissimi mercenari, spietati assassini, folli depravati, guerrieri invincibili e senza scrupoli, destinati a dominare sull'intero universo se solo fossero rimasti uniti. Poi qualcuno più pazzo di loro ebbe la geniale idea di far saltare in aria il loro pianeta... cavolo!!! In quel momento avrebbe desiderato che Freezer non avesse risparmiato la vita a Vegeta! Quel dannato sayan gliene aveva fatte passare di tutti i colori! Aveva ucciso i suoi amici... aveva tentato di sottrarle le sfere del drago su Nameck... aveva sterminato gran parte della popolazione di quel pianeta... Era morto e risuscitato e per un atto di pura generosità fu ospitato senza riserve alla Capsule Corporation. Se ne era andato e poi tornato e... nel frattempo lei si era innamorata... Come diamine aveva potuto? Una follia... ripensava a quei giorni con grande nostalgia mentre un impercettibile sorriso le solcava il volto. Innamorata del fiero, orgoglioso e dannatamente affascinante principe dei sayan. Era proprio da lei buttarsi in un'impresa tanto stupida!!! Una causa persa in partenza! Uno come lui non avrebbe mai accettato le avance di  una "sciocca terrestre" e, per giunta, amica del suo eterno rivale Goku. Troppo crudele e troppo egoista per potersi accorgere di lei, che pure, fin da quando gli permise la prima volta di mettere piede dentro casa sua, si era fatta in quattro per aiutarlo a migliorare; lo aveva trattato non come un ospite, ma come uno di famiglia; lo aveva soccorso quando era stato male; lo aveva assecondato nella realizzazione dei suoi assurdi progetti megalomani. Si era resa perfettamente conto di essere innamorata ma... come avrebbe potuto Vegeta ricambiare i suoi sentimenti? Eppure lo aveva fatto. Per come aveva preso avvio la loro relazione, sembrava proprio che lei, l'incosciente e temeraria Bulma, dovesse accontentarsi di una storia di solo sesso: sapeva di attrarlo fisicamente e sapeva che prima o poi avrebbe ceduto... era pur sempre un uomo, no? Ma di certo non si era illusa di arrivare a conquistare il suo cuore, ammesso che quell'essere così spietato ne avesse uno. Che fosse uno dei peggiori assassini nei quali si fosse mai imbattuta, ne era pienamente consapevole, anche se sapeva che il potente principe dei sayan aveva avuto alle spalle un passato tutt'altro che felice. Tentò di convincersi che il suo volerlo aiutare e il suo stargli accanto fossero dettati unicamente da quella compassione suscitata in lei dai racconti sulla vita di Vegeta. Ovviamente lui non le aveva mai parlato di un bel niente... Ci avevano pensato Goku e Crilin a informarla di tutto ciò di cui erano venuti a conoscenza durante la permanenza su Nameck. Compassione... solo quello! Quanto era stata stupida... A chi avrebbe voluto darla a bere? Si era semplicemente, perdutamente, pazzamente innamorata di quel guerriero così forte e virile, così arrogante e saccente, così orgoglioso e tenebroso, così bello e misterioso. Sperava con tutta sé stessa che almeno lui, preso dai suoi estenuanti allenamenti, non si rendesse conto di cosa lei provasse veramente: non avrebbe mai voluto che quel sayan si prendesse gioco di lei! Avrebbe voluto fargli credere che anche per lei era solo sesso, ma quel maledetto l'aveva smascherata fin da subito, anche se per tantissimo tempo continuò a fingere di non aver capito. Se ne era andato e poi era tornato, il tutto mentre lei metteva al mondo il loro bambino. Testardo, cinico, ribelle... lo amava e lo detestava, lo desiderava e lo respingeva, lo voleva ma non lo cercava. Non avrebbe mai potuto immaginare che alla fine sarebbe rimasto con lei definitivamente, né tantomeno che avrebbero posto le basi per costruire una vera famiglia! Lui non le aveva mai detto apertamente di amarla, ma glielo aveva fatto capire... o meglio, lei lo aveva capito, perché aveva imparato a conoscerlo e a rivalutarlo. Era un po' scontroso, certo, ma, dopo la morte di Cell, era sempre stato presente sia come compagno che come padre. Cosa avrebbe potuto rinfacciargli se non il solo fatto di non averle mai detto "ti amo"? Tanto a lei non servivano affatto quelle parole, perché non aveva il benché minimo dubbio riguardo i sentimenti del suo adorato Vegeta...
-Adesso basta!- gridò Bulma a voce alta, ma senza farsi sentire -Non ho intenzione di stare qui un minuto di più!-

...
-Bè... non si faranno raggiungere tanto facilmente...- Vegeku conosceva le potenzialità di quei bambinie Dende e Videl non sarebbero mai riusciti a tenere il loro passo.
-è vero... ma prima o poi dovranno comunque farsi vivi! Non voleranno in eterno intorno alla Terra...-
-Sai Crilin? Credo che Trunks non mi perdonerà mai...-
-Perché pensi questo?-
-Tu non immagini nemmeno quanto fosse forte il legame tra Vegeta e suo figlio!-
-No infatti... anzi, se devo essere sincero non mi sarei mai aspettato nemmeno che Vegeta accettasse di unirsi per sempre con Goku... non prendertela, eh?!? Però quel tipo non ha mai dimostrato di...-

WRRRUUUUUUUUUUOOOOOOOOMMMM!!!!!!!!

-Cosa??? ... ma che diamine....!!!- esclamò Crilin.
-Se n'è andata! Bulma se n'è andata.-


CONTINUA...

_______________
angolo dell'autrice: Nonostante la convinzione di Vegeku che l'incontro-scontro con Bulma sarebbe avvenuto di lì a poco, come avee visto, le cose non sono andate così. Ciò non dipende da una mia svista: questa e altre future previsioni sbagliate da parte del nostro affascinante sayan (ed eventualmente di altri personaggi) sono assolutamente volute dalla sottoscritta!!! Il perché vi sarà chiaro proseguendo nella lettura... (nel frattempo, cercate di capirlo... è un po' confuso!) ^_^

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Sempre e comunque orgogliosi ***


Sempre e comunque orgogliosi Salve a tutti!!! Eccomi qui con un altro capitolo... stavolta Vegeku dovrà affrontare un discorso molto più pacato ma... come andrà a finire??? C'è anche un piccolo spezzone in cui sono presenti Trunks e Goten (tranquilli... stanno bene!!!) e spero di essere riuscita a rendere in modo abbastanza verosimile la loro ingenuità di bambini! Buona lettura e... occhio all'atteggiamento di Vegeku e ai dubbi che si insinuano nella mente di Gohan!!!


-Mi dispiace Gohan... non siamo riusciti a trovarli!-
-Non preoccuparti Videl... prima o poi torneranno!-

Erano passate più di sei ore da quando Goku e Vegeta erano tornati, uniti in un solo corpo, sotto forma di Vegeku. Bulma se ne era andata via a bordo del suo elicottero da circa tre ore e anche di Trunks e Goten non si sapeva più nulla da parecchio tempo. In realtà nessuno tra coloro che erano rimasti a palazzo sembrava davvero preoccupato: quei ragazzini erano troppo in gamba per cacciarsi nei guai su un pianeta che, in confronto alla loro potenza, appariva del tutto inerme; mentre Bulma era una donna con la testa sulle spalle: con tutte le situazioni drammatiche che era stata costretta ad affrontare durante la sua avventurosa esistenza, era piuttosto improbabile che decidesse di compiere qualche gesto estremo. Certo, nessuno poteva averne la certezza...
-Ragazzi!- disse il maestro Muten -finalmente sono riuscito a mettermi in contatto con il signor Brief.-
-Hai notizie di Bulma e dei bambini, per caso?- disse Vegeku mostrandosi gelidamente impassibile.
-Si... mi ha detto che sua figlia è tornata a casa da poco più di mezz'ora. Mi ha anche chiesto cosa fosse successo perché era visibilmente sconvolta e si è precipitata nel suo laboratorio senza dare spiegazioni... io ho cercato di...-
-Va bene... e Trunks e Goten?-
-Non lo so, Vegeku... non li ha proprio nominati!-
-Avresti potuto chiederglielo, no!?!?!?-
-Pap... Vegeku... calmati dai! Non può succedere niente a quei due... fidati!-
-Lo so Gohan... ma non mi sento tranquillo finché non scopro che fine abbiano fatto! Accidenti... sono ore ormai che stanno trattenendo la loro aura... certo che sono proprio forti!-
-Bè allora... io provo a richiamare il dottor Brief...- disse Muten.
-Fa' come ti pare...- la scortesia di quelle parole tradiva un evidente nervosismo. Eppure l'esressione di Vegeku sembrava inquietantemente pacata.
-Senti... visto che siamo rimasti solo noi due- disse Gohan dopo aver fatto cortesemente cenno a Videl di andare all'interno del palazzo con gli altri -ti andrebbe di... parlare un po'?-
Nessun cambio di espressione avvenne in lui dopo aver udito quella richiesta... solo un impercettibile cenno di assenso con la testa.
-Io mi stavo chiedendo alcune cose. Forse ti sembreranno stupide pap... Vegeku... però... bè magari se ne parli ti sfoghi...-
-Spiegati meglio, a cosa ti riferisci?-
-Innanzitutto, vorrei capire come ha fatto mio padre a convincere Vegeta a effettuare la fusione con lui... il punto è che ci aveva provato anche con me, mi aveva lanciato uno di quegli orecchini, ma non mi aveva detto che sarebbero serviti per la fusione, né tantomeno avrei potuto immaginare che non si sarebbe mai sciolta! Dunque pensavo... papà ne era a conoscienza? E se sì, lo ha detto a Vegeta?-
Vegeku chiuse gli occhi come se stesse cercando di mettere a fuoco quel ricordo, che in realtà era ben impresso nella sua memoria. Sospirò, e con fare piuttosto distaccato, si voltò verso il giovane che gli aveva posto la domanda.
-Devi scusarmi, figliuolo.-
Gohan rimase basito. Lo aveva chiamato figliuolo?
-Perché ti stai scusando?-
-è ovvio che Goku sapesse che la fusione sarebbe durata per l'eternità. Non te l'ha detto  perché ha dato per scontato il  fatto che tu comunque avresti accettato.-
-Ah... bè... sì... credo che alla fine non mi sarei tirato indietro...-
-Vegeta però lo sapeva. Glielo  ha rivelato qualche secondo prima che si agganciasse l'orecchino... ma non l'ha convinto con l'inganno, se era questo il senso della tua domanda. Avrebbe benissimo fatto in tempo a buttarlo via, se avesse voluto...-
-Quindi era d'accordo...- sul volto di Gohan si affacciò un timido sorriso.
-Non basterebbe un secolo per rivelarti tutto quello che quei due sayan provavano dentro e non hanno mai voluto dire! Erano molto più simili di quanto pensi.-
-E allora... potresti spiegarmi nel dettaglio  perché hanno deciso di compiere questa scelta?-
-Ma quanto sei curioso... eh Gohan?!?!- La freddezza con cui pronunciò quelle parole lasciò il ragazzo di sasso.
-Bè... non importa dai! Era così... per sapere! Ma se non ti va di parlarne non fa niente... in fondo, ti capisco! La tua è una situazione difficile e... vuoi che ti lasci solo? Se è così non mi offendo... sul serio... posso...-
-Non so se tu te ne sia mai reso conto, però anche Vegeta era legatissimo a questo pianeta. O meglio... non gli interessava pressoché nulla né degli esseri umani né della Terra in quanto tale, ma amava profondamente Bulma e Trunks e mai avrebbe permesso che qualche essere spietato mettesse in pericolo le loro vite. E comunque si era abituato più di quanto immagini a vivere qui. Credi che non si fosse reso conto di quanto fosse migliorata la sua esistenza rispetto a quella che conduceva durante il lungo periodo che era stato costretto a trascorrere con Freezer?-
-Sì certo! Il cambiamento di Vegeta è stato innegabile! Anche se ero piccolo mi ricordo molto bene che...-
-Appunto...-
Vegeku aveva di nuovo chiuso gli occhi. Il giovane sayan che gli era accanto non poté non rivolgergli uno sguardo compassionevole. Faticava non poco, in realtà, a capire cosa realmente stesse provando quell'essere dall'aspetto tanto fiero e magnifico. Lo ammirava, perché era la sintesi perfetta del famigerato orgoglio, della micidiale forza e dello smisurato coraggio tipici dei guerrieri sayan, o almeno di quelli leggendari. Ma si chiedeva anche se davvero quella fusione avesse dato vita ad una creatura perfettamente stabile. Sicuramente il suo genio e la sua abilità sul campo di battaglia erano fuori discussione visto che aveva eliminato, senza troppi problemi, quel mostro di Majin Bu. Eppure, temeva che il ritorno alla quotidianità ne avrebbe compromesso in qualche modo l'equilibrio interiore.
-Gohan... tua madre mi ha detto di informarti che la cena è pronta... Popo ha cucinato per tutti...-
-Eh? Ah sì... certo Videl! Tu non vieni?- fece il ragazzo rivolgendosi a Vegeku.
-No. Non credo che tua madre mi voglia come commensale... anzi- disse il sayan sollevandosi da terra -vado a farmi un giro da qualche parte.- e in un attimo sparì.

-Di' un po' Goten, come hai imparato a cucinare così bene la selvaggina?-
-Me lo ha insegnato mio fratello! Sai quante volte siamo andati a caccia insieme?!? Abbiamo preso certo bestione!...-
-Wow! Deve essere stato molto divertente!-
-Bè... più o meno è quello che abbiamo fatto stasera, Trunks! E poi non è difficile... basta accendere un fuoco e aspettare che la carne arrostisca!-
-Io non sono abituato a queste cose, lo sai! Non mi è mai capitato di appiccare il fuoco pr cucinare un dinosauro in mezzo alla foresta!-
-Ihihihih! Per forza! Non ne hai bisogno... la tua famiglia è ricca e non è necessario che tu vada a caccia per procurarti da mangiare!-
-Già...- Trunks fu colto da un leggere imbarazzo. Sapeva di essere un bambino molto fortunato e di appartenere a una famiglia benestante, ma nonostante ciò non si era mai permesso di fare pesare la cosa al suo migliore amico. Gli voleva bene perché, proprio come lui, era un ragazazzino speciale. Avevano tante di quelle cose in comune che il loro legame era ben più solido di una normale amicizia: erano entrambi fortissimi, entrambi coraggiosi, già compagni di avventure al limite dell'immaginabile; avevano provato insieme l'esperienza della fusione e insieme avevano assaporato l'amarezza di una pesante sconfitta. Ma più di tutto li accomunava la loro origine: i loro padri erano gli unici superstiti della gloriosa e potentissima razza sayan. A dire il vero, né Trunks né Goten sapevano perfettamente cosa significasse questa espressione, ma se l'erano sentita ripetere spesso dai genitori e da Gohan, che, tra l'altro, quando si trovava da solo con il fratello, ne parlava quasi con orgoglio... quello stesso orgoglio che in presenza di sua madre, chissà perché, cercava di tenere discretamente celato.
-Ehi Trunks, ma tu lo sai di preciso chi sono i sayan?-
-Perché mi fai questa domanda così stupida?- rispose il ragazzino, colto alla sprovvista.
-Perché... noi siamo sayan, giusto?-
-è ovvio! Ma scusa... se i nostri papà sono sayan, lo siamo anche noi!-
-è vero che provengono da un pianeta lontano e che tuo padre era il principe di quel pianeta?-
-Sì! è TUTTO VERISSIMO!- il piccolo Trunks mostrava un evidente entusiasmo nell'affrontare quel discorso.
-Mio fratello mi ha raccontato che è stato un certo Freezer ad ucciderli tutti... però contro i nostri papà non ha potuto fare niente!-
-Ma è ovvio!!! Cosa vuoi che facesse?  Loro sono i guerrieri più forti dell'universo!!! Ti pare che si sarebbero fatti ammazzare dal primo alieno che passava?-
-Ihihihih! Hai ragione... ma secondo te... ora che i nostri papà sono uniti per sempre, io e te siamo diventati fratelli?-
Trunks guardò l'amico con fare perplesso. Oltre che farfugliare qualche incomprensibile verso, non riusciva a dire altro. Fissava lo sguardo che gli aveva rivolto Goten e poté scorgere in esso incertezza, timore... speranza?!?
-Io... non lo so! Ma insomma... che ti prende oggi? Fai un sacco di domande insensate! Finiamo di mangiare piuttosto...-
-Va bene... ti arrabbi se ti chiedo un'altra cosa?-
-Uffaaaaa!!! ok! ... che vuoi sapere stavolta?-
-Come mai sei volato via subito dopo aver visto Vegeku?-
-E tu perché sei volato via?-
-Io ti ho seguito...-
-Bè... non eri obbligato a farlo, quindi non è una vera risposta!-
-Almeno te ne ho data una...-
Trunks lanciò al piccolo Goten un'occhiata carica di irritazione. Fosse stato facile rispondere, lo avrebbe fatto! Ma cosa avrebbe potuto dirgli? Che aveva paura di scoprire che quell'uomo non lo avrebbe più considerato suo figlio? Magari non avrebbe più voluto allenarsi con lui dentro la camera gravitazionale o forse non gli avrebbe più permesso di prendere del cibo dal suo piatto; non avrebbero più fatto la doccia insieme, non lo avrebbe più accompagnato al cinema, non lo avrebbe più coperto quando sua madre lo accusava di qualche marachella...-
-Me ne sono andato perché erano tutti troppo nervosi.-
-Bè... dato che sicuramente a quest'ora si saranno calmati, possiamo anche tornare al palazzo, no?-
-Puoi scordartelo! Vacci tu se proprio ci tieni!-
-Ma come... e tu rimani qui da solo?-
-Certo! Mica ho paura io! Ti ricordo che sono un sayan!-
-E allora rimango qui con te!- disse Goten sorridendo.
-Vaaa bene!!! Basta che non mi tormenti più con altri discorsi strani...-
-D'accordo! Sarò muto come un uccellino!-
-Un uccellino? Casomai un pesce!!!-
-Ah sì! Hai ragione... che stupido!!!-
Ed entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.


CONTINUA...

______________
Angolo dell'autrice: cari lettori, finalmente è finito il tempo delle reazioni a caldo e dei gesti istintivi e scomposti. A partire dal prossimo capitolo, qualcuno deciderà di affrontare di petto la situazione, qualcun altro cercherà di approfittarne. Alcune idee si chiariranno ma i dubbi aumenteranno. Qualcuno si calmerà, qualcun altro potrebbe ricredersi... Spero di aggiornare presto! Un bacio a tutti :*

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Risentimenti ***


risentimenti Sono già arrivata all'ottavo capitolo... wow!!! Meno male che sono riuscita a trovare l'ispirazione per andare avanti! Torno a ringraziare tutti quanti voi che state seguendo o semplicemente leggendo la storia... continuate a dirmi come la pensate! Buona lettura!


Ormai erano trascorse due settimane da quel famigerato giorno e di lui non aveva più avuto alcuna notizia. O meglio, non voleva che fosse suo figlio a dirle che fine avesse fatto quel maledetto sayan, ma avrebbe preferito che avesse avuto quanto meno la decenza di provare a contattarla. Farabutto! Miserabile bastardo! Era letteralmente sparito... non l'aveva chiamata, non l'aveva cercata, non si era nemmeno scusato per essersene andato durante la loro discussione lasciandola a terra con le lacrime agli occhi come una miserabile pezzente che non fosse nemmeno degna di un briciolo di pietà. Lo odiava, sì. Lo aveva detestato fin dal primo istante in cui era riuscita a capire chi fosse quell'essere. Odiava quel suo incedere così dignitoso, quello sguardo tanto regale e quasi altezzoso, quel suo fisico che -inutile negarlo- rasentava la perfezione divina... o forse l'aveva anche raggiunta e superata. Odiava il modo in cui l'aveva guardata durante quell'inutile faccia a faccia: perché la superficialità che colse senza alcuna fatica da quegli occhi imperscrutabili l'aveva mandata su tutte le furie. Il suo atteggiamento smentiva le sue parole: gli dispiaceva davvero per ciò che aveva fatto? No, ovviamente. E lo si intuiva fin troppo bene. Mentre lei urlava e imprecava in preda alla rabbia, quell'arrogante e cinico sayan non si era nemmeno degnato di fingere un minimo di rammarico. A parole aveva miseramente tentato di giustificarsi, ma quell'espressione pacata e beffarda stampata sul suo volto rivelava in realtà un totale disinteresse. Lei lo aveva capito. Non era stupida! Quel patetico tentativo di chiarire la propria posizione era dettato più che altro dalla fretta di volersi togliere dalle scatole quella paranoica donna che, un tempo, era la moglie di Goku. Non era dispiaciuto... non lo era affatto! E lo si intuiva benissimo... rabbia, delirio, frustrazione, umiliazione... senza nemmeno farsi intimidire dai sensi di colpa, quell'uomo nel quale c'era lo spirito del marito, l'aveva esplicitamente abbandonata senza pietà.
-Chichi, tesoro... guarda cosa ti ho preparato per cena!?!?! Chichi... perché non mi rispondi?-
-Non ho fame, papà...-
-Ma... figlia mia, non puoi andare avanti così! Stai mangiando pochissimo ultimamente!-
-Ti ho detto che non ho fame! Finiscila... non ho voglia di stare a sentire le tue prediche!-
-Cosa dici... non ti sto facendo la predica! è per il tuo bene... non puoi ridurti a uno straccio, tesoro...-
-Ah no? E perché mai?-
-Andiamo, non essere sciocca... non risolverai certo i tuoi problemi rifiutandoti di cenare!-
-Lo so... anzi, sai che ti dico?-
-Cosa Chichi?-
-Da domani affronterò la situazione di petto... sono stanca di essere presa in giro...-
-Non capisco... cosa intendi dire esattamente?-
-Tu non preoccuparti, sono una donna adulta e sono in grado di affrontare i miei problemi da sola...-
-Bè... d'accordo. Però adesso vieni a mangiare, dai! Sennò domani non avrai nemmeno le forze per reggerti in piedi!-
-Tranquillo, ho energia da vendere io...-
-Ma... bè ti porto da mangiare in camera allora. Se ti viene un po' d'appetito magari... ok, torno con la cena e non ti disturbo più!-
Gliel'avrebbe fatta pagare! Anzi... l'avrebbe fatta pagare a entrambi. Con sguardo furente rivolto verso la luna, già progettava una scenata coi fiocchi. Non le importava niente se l'avrebbero ulteriormente sbeffeggiata... la sua dignità ormai era perduta per sempre, strappatale con violenza da quel miserabile guerriero che si era divertito nel vederla piangere. Tanto valeva ormai togliersi tutti i sassolini dalle scarpe. Si era già umiliata a tal punto davanti a lui che subire nuovamente la sua indifferenza non sarebbe stato poi tanto doloroso. Non aveva nient'altro da perdere, in fondo. Le era rimasta solo la sua caparbietà, e quella, di sicuro, era ben lontana dal volerla cedere.

Di nuovo, l'alba era sorta portandosi dietro una tenue luminosità e una leggera brezza. Il dottor Brief era già in piedi da almeno un paio d'ore e stava compiendo come al solito importanti ricerche. Bulma non aveva alcuna voglia di assistere il padre. Non era da lei, certo, ma il turbamento e l'angoscia che aveva provato durante quelle ultime due settimane l'avevano distolta non poco dai suoi numerosissimi impegni di lavoro. Era ancora sdraiata sul letto, sola, e anche se era già sveglia da un pezzo, non voleva saperne di alzarsi. Aveva persino distrutto la sveglia qualche mattina prima. Mentre si girava nervosamente tra le lenzuola, pensava a tutto ciò che le era capitato negli ultimi quindici giorni. A dire il vero era perfettamente cosciente del fatto che sarebbe stato molto meglio metterci una pietra sopra, ma purtroppo l'impresa era tutt'altro che facile. Come avrebbe potuto non rimuginare sul fatto che aveva perso Vegeta? E il modo in cui ciò era avvenuto la faceva impazzire. Si chiedeva come fosse possibile che quel disgraziato fosse riuscito a farla soffrire pur compiendo il più grande atto di generosità della propria esistenza. Il sayan che aveva conosciuto lei non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Ma evidentemente non lo conosceva abbastanza... potevano esserci altre spiegazioni? Dentro di lei si avvicendavano caoticamente tristezza, senso di abbandono, rabbia, amore, odio e...sensi di colpa. Era davvero meschino da parte sua provare tanto rancore verso Vegeta dopo l'immenso sacrificio che aveva fatto. Diverse volte, durante quei giorni, in alcuni rari momenti di tranquillità emotiva, si chiese cosa avesse potuto spingere il suo amato principe a unirsi col suo acerrimo nemico. Si disse che probabilmente non lo odiava poi così tanto, ma come motivazione era tutt'altro che soddisfacente. Possibile che quel testardo di un sayan avesse a cuore le sorti di questo pianeta più di quanto avesse mai voluto farle credere? Probabilmente sì.
-Uffa!!! Ma perché vado sempre a pensare a lui? Dovrei togliermelo dalla testa...-
Ma urlare ad alta voce non serviva a distrarla. Lo vedeva ovunque: accanto a lei nel suo letto, seduto a tavola, nello sguardo del figlio. Ah Trunks!!! In quelle due settimane di pura disperazione ci si era messo pura lui a farla preoccupare! Ma come gli era saltato in mente di andare a vivere insieme a Goten in una foresta per ben tre giorni? Fortuna che, chissà come, Gohan era riuscito a individuarli. Se avesse compiuto una simile bravata in un periodo di relativa normalità gli avrebbe riservato una punizione coi fiocchi! Ma in fondo sapeva bene che suo figlio non si sarebbe mai allontanato tanti giorni da casa se ci fosse stata una situazione normale. E poi lei non aveva nemmeno voglia di punirlo: le mancava persino la forza di pensare a un modo per farlo.
Quella mattina avrebbe dovuto terminare la realizzazione di un nuovissimo progetto tecnologico, ma decise di prendersela molto comoda. Erano già quasi le dieci e lei ancora girava per casa in camicia da notte stringendo tra le mani un'enorme tazza di tè che faticava a bere. Era stanca. Ultimamente non faceva altro che stare a letto eppure quel senso di spossatezza sembrava aumentare giorno dopo giorno. Fortuna che non doveva occuparsi lei delle faccende domestiche! Con la voglia che aveva di svolgere anche le più semplici attività, la Capsule Corporation sarebbe diventata molto presto un porcile.

DIIIN DOOON      DIIIN DOOON

-Uffa!- esclamò Bulma visibilmente scocciata -no... non apro...-

DIIIN DOOON    

-Ehi! C'è nessuno in casa!?!-
-Ma questa voce...- La donna, finalmente, si diresse verso la porta.
-Ma si può sapere che diavolo ci fai qui a quest'ora???-
-Buongiorno anche a te, Bulma! Va tutto bene?-
-Non fare lo spiritoso, Jirobay... che sei venuto a fare?-
-Sono venuto a ritirare il mio nuovissimo elicottero! Tuo padre mi aveva assicurato che per oggi sarebbe stato pronto.-
-E a che ti serve un alicottero, zuccone?? Tu sai volare!!-
-AH AH AH... ma quante volte te lo devo ripetere? Io non so volare!-
-Ah già... è vero... lo avevo dimenticato...-
-Bè, non mi fai entrare?-
-Sì certo... accomodati pure... però devi avere un po' di pazienza perché mio padre si trova ancora in laboratorio e non so quando uscirà.-
-Ma perché, scusa... non puoi darmela tu la capsula con l'elicottero?-
-Non so dove sia altrimenti te l'avrei già data da un pezzo! E già te ne saresti andato...-
-Uh ma che garbo! Degno di una vera signora...-
-Vedi di fare poco lo spiritoso... non sono in vena di battute!-
-Sì certo... l'avevo capito anche da solo... scommetto che quel bell'imbusto che si fa chiamare Vegeku non si è ancora fatto vivo!-
La donna, in preda ad un incontrollabile raptus omicida, scagliò la sua tazza di tè contro la testa dell'indiscreto ospite.
-Ehi!! Ma dico... sei impazzita per caso? Guarda che mi hai fatto... adesso sono bagnato fradicio grazie a te!!!-
-Ops... devi scusarmi, Jirobay... mi è scivolata dalle mani!-
Un sorriso malefico si stampò sul viso di Bulma. Non avrebbe saputo dire esattamente come mai ma, stranamente, era soddisfatta del gesto che aveva appena compiuto. Probabilmente la infastidiva il fatto che quell'ignorante di Jirobay mettesse il becco in una vicenda tanto complessa che, dopo tutto, non lo riguardava minimamente. Tra l'altro, le parole del suo sempre più sgradito ospite l'avevano toccata in profondit.: non sopportava l'idea che qualcuno potesse accorgersi che quel miserabile non si fosse nemmeno degnato di andarla a cercare; ma, più di tutto, non tollerava assolutamente che un "estraneo" parlasse male di lui. Come si era permesso quello sciocco testone testone di dare a Vegeku del "bell'imbusto"? Chi diavolo era lui per poterne parlare in quel modo? Sapeva perfettamente che il comportamento di quel sayan era stato tutt'altro che rispettoso nei suoi confronti ma, chissà come mai, detestava l'idea che qualcuno potesse farglielo notare. In fondo, aveva la sensazione che quell'omertà non sarebbe durata a lungo. Né Goku né Vegeta erano dei vigliacchi e prima o poi quella creatura nata dalla loro fusione si sarebbe fatta avanti quantomeno per giustificarsi.
-Tu sei tutta matta! Va bene... ho capito... devo dedurne che la mia intuizione sia corretta!-
-Perché non chiudi quell'insulsa boccaccia, razza di citrullo che non sei altro?!?-
-E va bene, scusami! Io pensavo che anche tu fossi arrabbiata con lui, visto il modo in cui si è comportato... insomma... non ha nemmeno provato a seguirti quando te ne sei andata dal palazzo del Supremo e...-
-Basta!!! Questi non sono affari che ti riguardano, d'accordo? è una faccenda che devo risolvere soltanto io! Hai capito? E finiscila di parlare di lui... mi fai innervosire!-
-L'ho notato.. bè.. sei proprio strana, lo sai?-
-Tu invece sei un petulante ficcanaso!-

DIIIN DOOON      DIIIN DOOON

-E adesso chi diavolo è? Stamattina proprio non si riesce a stare tranquilli un attimo...- con fare decisamente scocciato la donna si diresse verso la porta e aprì.
-Ehi! Ciao Chichi... che ci fai qui?-

CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Fare i conti con la realtà ***


Fare i conti con la realtà Bene bene bene... lo so che sono stata perfida ad interrompere il capitolo precedente sul più bello, però era giusto dedicare a Chichi e Bulma lo spazio sufficiente per poter "parlare" in santa pace... ne ho approfittato anche per entrare nuovamente nella testa di Vegeku, che dopotutto è il protagonista della storia, e il nostro bel sayan farà delle riflessioni anche sulle due donne... che ne verrà fuori? Buona lettura ^_^


-Ehi Vegeku! è pronta la colazione! Ma... non vieni a mangiare?-
-Bè Muten, è mattina da un bel pezzo in realtà... ho già mangiato per conto mio!-
-Devi scusarmi ma io non sono più abituato ad alzarmi presto... ho una certa età ormai, e preferisco riposare!-
-Ma sì, non c'è problema... tu, Tartaruga e Oscar potete benissimo divodervi la mia razione, se vi va.-
-Ah sì? Bè... non me lo farò ripetere!-
Quella mattina Vegeku si era alzato prima dell'alba e, con fare molto discreto, si era velocemente allontanato dall'isola. Ormai erano due settimane che dormiva lì: dopo aver lasciato il palazzo del Supremo in seguito alla conversazione con Gohan, aveva pensato che l'unica persona a cui avesse potuto chiedere ospitalità era prorio il maestro Muten. Crilin lo avrebbe accolto volentieri a casa sua, ma ormai aveva una famiglia sulle spalle e sapeva che la sua presenza avrebbe portato in qualche modo scompiglio. Tensinhan era un tipo che non amava troppo stare in compagnia, perciò lo aveva escluso a priori. Certo, avrebbe potuto fare affidamento su Dende, ma sapeva che Junior bazzicava parecchio il palazzo del Supremo e, visto il suo rancore nei confronti di Vegeta, preferì evitare di farsi vedere troppo spesso da quelle parti. In quei giorni avrebbe voluto fare chiarezza nella sua testa, ma riuscì soltanto a moltiplicare le incertezze. Più passava il tempo e più si rendeva conto che la situazione che si era venuta a creare era davvero insostenibile. E non solo per lui. Prima o poi avrebbe dovuto affrontare tutte le persone care a Goku e a Vegata e mettere in chiaro la propria posizione. Perché lui si era reso conto benissimo di non essere né l'uno né l'altro e, anche se conosceva persino i più insignificanti dettagli riguardo i pensieri e la vita privata di quei due sayan che lo avevano generato, non poteva comunque continuare a mentire a sé stesso: oltre alla consapevolezza di aver creato una grande sofferenza nei suoi amici, tutte quelle maledette accuse che gli erano state rivolte e le prediche che aveva ascoltato gli erano quasi del tutto indifferenti. Quasi. Perché una piccola parte di lui non riusciva a rinnegare i passati che avevano vissuto Goku e Vegeta. Non faticava ad ignorarli, certo, ma ogni tanto tornavano a tormentarlo facendo di nuovo emergere i sensi di colpa. Per cosa, poi? Lui era consapevole di aver fatto la scelta giusta e di sicuro niente o nessuno avrebbe potuto distoglierlo da una simile convinzione. Cosa avrebbe voluto farne della sua vita era un problema assolutamente irrilevante. Uno come lui sarebbe riuscito a sopravvivere persino nello spazio aperto e di certo non aveva la necessità di stare a contatto con degli esseri viventi. Eppure, stranamente, alla totale solitudine aveva preferito la compagnia di quel pervertito del maestro Muten e, nonostante lo tormentasse in continuazione con discorsi alquanto fastidiosi sull'avvenenza di Bulma e Chichi, ancora non si era deciso a prenderlo a pugni. Il perché, in realtà, era alquanto meschino: tutto sommato non gliene importava un granché. Cos'altro avrebbe potuto sapere quel vecchio sulle donne che avevano segnato la vita di Goku e Vegeta? Soltanto quanto erano belle vestite... il resto era immaginazione. E, tra l'altro, per Vegeku quelle due non erano nemmeno una priorità: si detestava per questo, o meglio, avrebbe voluto detestarsi, ma, evidentemente, gli riusciva difficile persino provare un briciolo di pietà. Con i figli però era diverso: a loro ci pensava in continuazione. In realtà, Trunks e Goten non li aveva più visti da quando erano scappati dal palazzo di Dende, ma Gohan si era fatto vivo più di una volta. Aveva chiamato spesso il maestro Muten al telefono per avere notizie di Vegeku e un paio di volte si erano anche incontrati. La loro ultima conversazione era avvenuta proprio quella mattina. Si erano messi d'accordo per incontrarsi prima del sorgere del sole a largo di un arcipelago sconosciuto, così che Chichi non potesse accorgersi che il figlio fosse uscito di casa. Stranamente però la donna era già in piedi. Gohan aveva detto a Vegeku che era molto più nervosa del solito e che aveva una faccenda da sbrigare. Era talmente pensierosa che non si preoccupò nemmeno di chiedere al figlio dove stesse andando. Il potente sayan si chiese come mai Gohan ci tenesse tanto ad informarlo su ogni minimo cambiamento d'umore di sua madre: in fondo sapeva che era una reazione del tutto normale quella della donna ma si stupiva del fatto che il ragazzo se ne preoccupasse a tal punto. Quella mattina i due sayan si erano concessi una battuta di pesca: era da tantissimo tempo che Gohan non si lasciava rapire dalle vecchie e care abitudini che aveva da bambino e Vegeku provava una strana soddisfazione nel vedere quel giovane così entusiasta e felice. Sapeva che quel ragazzo era l'unico che avesse davvero tentato di capirlo e che ne aveva giustificato appieno l'operato. Stare con lui era piacevole, anche se il legame che c'era tra loro era indubbiamente profondamente diverso rispetto a quello tra Goku e il suo primogenito. Eppure sapeva che col tempo avrebbe imparato ad apprezzare di più quell'adolescente che nemmeno si sforzava più di tanto di nascondere la profonda ammirazione che nutriva nei suoi confronti. Peccato che Gohan fosse impegnato con il liceo: quella serena battuta di pesca si sarebbe conclusa nel giro di pochissime ore.

-Ehi Chichi, ciao! Che ci fai qui?-
-Dov'è Vegeku? Dimmi immediatamente dove si nasconde quel farabutto!- disse Chichi intrufolandosi con forza nell'abitazione di Bulma.
-Ma dico io... sei impazzita per caso? Mi dispiace deluderti ma non so dove sia.-
-E speri forse che io me la beva? Dove diamine sei finito, stupido sayan! Esci fuori se ne hai il coraggio!!!-
-Salve Chichi, ma che hai da urlare in questo modo?!?-
-Taci tu! Non mi pare di averti interpellato...-
Jirobay si maledisse per aver deciso di andare a prendere il suo dannato elicottero proprio quella mattina. Ci mise poco a immaginare che in breve tempo quelle due donne particolarmente agitate avrebbero fatto scoppiare un putiferio.
-Allora, mi vuoi dire dove si trova?-
-Ti ho già detto che non lo so... anzi, se proprio vuoi saperlo, con me non si è proprio fatto vivo!-
-Ma davvero? Credi forse che io sia così stupida da credere a una simile sciocchezza?-
-E tu mi stai dando della bugiarda, per caso?-
-Esattamente!-
-Vedi di smetterla, tesoro... guarda che non sei la sola ad essere stata trattata male... Anzi, tu almeno sei riuscita a parlargli, se non altro, io non so nemmeno come sia la sua voce!-
-Ma guarda un po'! Scusa ma mi risulta molto difficile credere che quel maniaco della guerra sia rimasto per ben due settimane lontano da tutti gli aggeggi super tecnologici che mettevi a disposizione di quel vile di tuo marito!-
-Bada a come parli, stupica oca! Non ti permetto assolutamente di dare a Vegeta del vile, è chiaro?-
-Ma guarda come lo difendi! è a dir poco commovente... è un vero peccato che quel pazzoide in vita sua non sia riuscito a concludere nulla di buono... e adesso è pure diventato un tutt'uno con mio marito!-
-Oh certo! Mica vorrai insinuare che sia colpa di Vegeta, vero? Sai benissimo che a lui non sarebbe mai venuta in mente un'idea tanto stupida. Di sicuro è stato Goku a convincerlo, e non provare a dire il contrario perché sai benissimo anche tu come era fatto TUO marito!-
-E il tuo che l'ha assecondato in questo assurdo progetto era forse migliore?-
-Adesso basta! Sono stanca di sentire le assuurdità che stai dicendo... vattene immediatamente!!!-
-Scordatelo, non me ne vado di qui finche non riesco a dirne quattro a quel maledetto!-
-E allora conviene che ti trasferisci a casa mia per sempre, cara... perché purtroppo qui dentro non lo vedrai mai!-
-Non c'è problema... non credere che me ne andrò tanto presto!-
Jirobay continuava a fissarle interdetto. Come potevano quelle due babbee litigare tra loro per colpa di un essere tanto meschino?
-è inutile che discutiate tanto appassionatamente su chi abbia il marito più idiota. La verità è che voi non avete mai avuto il buonsenso di ammattere che non avete sposato degli esseri umani, ma degli alieni con mentalità e attitudini completamente diverse da quelle terrestri!-
-Ti ho già detto di non intrometterti... vuoi che ti lanci addosso anche una sedia?-
-Scusami tanto Bulma! Ma anche se dovessi spaccarmi tutte le ossa del corpo, Vegeta non tornerà! E nemmeno Vegeku... vi rendete conto che state urlando come due galline per colpa di un uomo che di fatto non si interessa di nessuna di voi due?-
-Ma come ti permetti!?! Hai delle valide ragioni per affermare certe cose, stupido ciccione?-
Anche Chichi mal sopportava l'insolenza di Jirobay. La infastidiva molto il fatto che quel verme avesse ragione. Su di lei almeno. Ma faticava a credere che Vegeku avesse davvero ignorato Bulma per due settimane.
-Valide ragioni???!!!??? Ma dico, sei fuori di testa? Il fatto che non si sia degnato di cercarvi per quindici giorni non ti sembra una valida ragione???-
-Jirobay, piantala! Questa è una cosa che riguarda solo me e Chichi!!!-
-Concordo in pieno... adesso però smettila di mentirmi! Dimmi dove si trova quel bastardo!!!-
-Ti ho già detto che non ne ho la più pallida idea! Mi spieghi perché sei così convinta che sia venuto qui???-
-Perché qui poteva trovare tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno! Stanze per gli allenamenti, cibo, un posto per dormire e... te!-
Bulma, stupita da quelle parole, spalancò gli occhi. Ma che diavolo stava dicendo quella donna furente?
-Non capisco cosa intendi dire...-
-Non fare la finta tonta. Sei una donna bella, intelligente e molto astuta... e nel corpo di quel sayan c'è lo spirito di tuo marito! Non ho mai capito nei dettaglia che razza di relazione aveste prima della sua scomparsa, ma di sicuro era legato a te... e mi ci gioco quello che ti pare che Vegeku ti abbia cercata!-
-Sei completamente fuori strada! Ti giuro che qui non si è ancora fatto vedere! E poi il tuo ragionamento non sta in piedi. Quell'essere dovrebbe venire da me solo perché in lui c'è lo spirito di Vegeta? C'è anche quello di Goku se è per questo e lui ti amava! Non so che diavolo frulli nella testa di quella creatura , ma evidentemente deve aver deciso di ignorare entrambe! Mi dispiace Chichi... te l'ho detto. Puoi rimanere a casa mia tutto il tempo che vuoi... ore... giorni... settimane... anche mesi!!! Non troverai nemmeno l'ombra di quel farabutto!-
Chichi ammutolì in preda allo sconforto. Si lasciò cadere su una sedia e, dopo aver poggiato i gomiti sul tavolo e la testa sulle mani, iniziò a piangere. Il suo era un pianto silenzioso, discreto, decisamente in antitesi rispetto alla sfuriata di cui era appena stata protagonista. In quell'istante sintì singhiozzare anche l'altra donna. Si voltò verso di lei: teneva lo sguardo abbassato e stringeva con forza i pugni. Era rimasta lì in piedi, impietrita, mentre copiose lacrime le rigavano il viso. Eppure Chichi non provava alcun senso di colpa. Sapeva che Bulma non stava piangendo per le pesanti parole che le aveva appena rivolto, ma a causa di quell'uomo che entrambe detestavano con vigore e amavano alla follia. Cos'altro, se non l'amore, avrebbe potuto giustificare quella discussione e le lacrime che ne seguirono? La cosa pegggiore era che entrambe ne erano uscite sconfitte e umiliate, e, per assurdo, il destino comune che erano costrette a subire sarebbe potuto diventare la loro unica fonta di consolazione.
-Se mai dovesse farsi vivo, ti informerò...- era costato un'immenso sforzo a Bulma pronunciare quelle parole. Ma che senso avrebbe avuto guastare i rapporti con l'unica persona al mondo che avrebbe potuto capire cosa stesse provando in quel momento? Si avvicinò a lei, si inginocchiò e le cinse la vita con un braccio.
-Io sono assolutamente certa che prima o poi verrà a cercare entrambe. Né Goku né Vegeta erano dei vigliacchi e quando quell'essere avrà messo un po' di ordine in testa tornerà.- sentenziò Bulma, cercando di tenere ben celate le sue titubanze.
-Forse... e magari lo farà solo per dirci che vuole sparire definitivamente...-
Entrambe le donne cessarono di parlare. Bulma si alzò e andò a sdraiarsi sul divano. Ancora piangevano e ancora i loro occhi sembravano imprecare. Persino Jirobay sembrò impietosirsi e non ebbe il coraggio di proferire nemmeno una parola di conforto. Preferì andarsene senza nemmeno ritirare il suo elicottero nuovo: iniziava davvero a sentirsi fuori luogo.


CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Incontro inaspettato ***


incontro inaspettato Wowww!!! In pochissimo tempo sono riuscita ad arrivare al decimo capitolo... e meno male!!! Ringrazio di cuore tutti voi che leggete, seguite e recensite e un ringraziamento particolare va a chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate... dunque dunque... dove eravamo rimasti??? Ah sì... Jirobay, sentendosi ormai a disagio, se ne va dalla Capsule Corporation senza il suo prezioso elicottero... potrà una decisione del genere avere conseguenze nella vita di Bulma???... Buona lettura!!!


-Io voglio vederlo. In fondo, perché dovrebbe evitarmi? Io non gli ho fatto niente...-
Trunks era letteralmente divorato dalla bramosia di incontrare Vegeku. Ne sentiva il bisogno perché dentro di lui percepiva molto chiaramente il legame viscerale che lo univa a quel sayan. In lui c'era suo padre, e questo gli bastava. Anche se in tre settimane non si era mai fatto vivo, il ragazzino sapeva che quell'uomo ci teneva a lui. Non c'era alcuna valida ragione per credere il contrario. Trunks aveva sperimentato sulla propria pelle gli effetti della fusione: durante i minuti in cui era unito al suo amico Goten, aveva dato vita a un guerriero spavaldo e altezzoso, probabilmente troppo sicuro di sé e anche piuttosto arrogante. Però sapea amare. Gotenks non avrebbe mai tollerato che qualcuno facesse del male ai suoi cari senza che ne pagasse le conseguenze. D'ccordo... non lo dava a vedere. Ma dentro di sé quei sentimenti c'erano; erano molto offuscati, ma c'erano. Perché mai per Vegeku non avrebbe dovuto essere la stessa cosa?
-Sai, io so che mio fratello ogni tanto lo vede.-
-E tu perché non sei mai andato con lui?-
-Perché... bè ecco... non lo so... temo che la mamma si arrabbi.-
-Che sciocchezza! Mica devi dirglielo! Non è che magari non lo vuoi vedere?-
-Cosa? No no... ti sbagli! Io vorrei... anche se ho un po' paura...-
-E di cosa avresti paura, scusa?!?-
-Ehm.. io... bè... sai com'è. Non ho mai avuto mio padre affianco... e chissà se lui mi vorrà bene come ne vuole a te e a Gohan...-
-Ma non dire sciocchezze, dai... sono sicuro che stai sbagliando alla grande!-
-Ehi! Ciao Trunks! Immaginavo che saresti passato a trovarci...-
In realtà, Gohan era tornato a casa già da diversi minuti, ma non seppe resistere alla curiosità di origliare i discorsi di quei bambini. Certo, non era da lui comportarsi così, ma l'argomento che aveva captato fin da quando si era avvicinato all'uscio lo aveva convinto a mettere da parte per una volta la sua rigida correttezza. Goten non aveva mai parlato di Vegeku e quando era lui ad aprire il discorso, il piccolo sayan inventava sempre una scusa per andarsene. Fino a quel momento, però, non era riuscito a capire se quel comportamento celasse rancore o paura o qualcos'altro.
-Ciao Gohan!- disse educatamente Trunks.
-Vedo che siete da soli... la mamma non c'è?-
-No.- rispose Goten -è andata a fare la spesa.-
-Capisco. E come mai siete qui dentro, chiusi in casa? Pensavo vi steste allenando!-
-E che bisogno abbiamo ormai di allenarci? è tornata la pace... e poi se dovesse succedere qualcosa c'è Vegeku!-
Gohan rivolse a suo fratello un sorriso carico di gioia. Evidentemente, parlare con Trunks lo aveva aiutato ad abbattere quel muro di omertà che il ragazzino aveva costruito intorno alla figura di Vegeku.
-Ahahaha! Ma come fai ad essere sicuro che sia davvero così forte? Mica lo conosci!-
-Cosa? Sì... è vero... ma che c'entra questo? Pure se non lo conosco so che ha sconfitto Majin Bu!-
-E allora? Questo non vuol dire che sia invincibile... mica lo sai tu come ha fatto a eliminarlo!-
-No... ma...-
-Ma?-
-Niente... hai ragione tu... quindi, secondo te, dovremmo andare ad allensarci invece che chiacchierare?-
Trunks sbuffò nel sentire le parole dell'amico.
-Non ho intenzione di allenarmi ancora, per oggi. Anzi... è già pomeriggio inolrato... mi conviene andare a casa o mi aspetta un'altra ramanzina!-
-Ihihih!! Domani però torni? Così andiamo a caccia!-
-Certo Goten!!! Ciaoooo!!!-
-Ciaooooo!!!- risposero i due fratelli mentre Trunks si alzava in volo.
Quel ragazzino era migliorato davvero molto da quando si era battuto insieme all'amico contro Majin Bu. Aveva raggiunto una velocità impressionante e sarebbe riuscito a tornare alla Capsule Corporation in tempi record, evitando i rimproveri di sua madre, che pure ultimamente sembrava dare ben poco peso alle marachelle del figlio. Volava libero e spensierato tra le sporadiche nuvole che macchiavano il cielo, mentre il sole, in procinto di tramontare, tingeva di un rosso intenso l'orizzonte. Non era felice, perché sapeva di essere privo di qualcosa, ma volava ad una velocità tale che i suoi pensieri sembravano non riuscire a tenere il suo passo.
-Quanta fretta, Trunks... perché non ti fermi un attimo?-
Il cuore del ragazzino raggelò, mentre frenava all'istante la sua veloce corsa. Immobile, impietrito... il piccolo sayan rimase sospeso in aria con lo sguardo rivolto davanti a sé, mentre il suo cervello gli intimava di voltarsi. Ma il corpo si rifiutava a causa del troppo spavento. Trunks non aveva mai sentito la voce di quell'essere che gli aveva appena parlato ma un forte brivido lo attraversò dall'alto in basso mentre i muscoli tremavano e il cuore sembrava volesse spaccargli la gabbia toracica.  Era dietro di lui. Non lo aveva ancora visto ma sapeva di chi si trattava; la sua aura era inconfondibile: forte, incredibilmente forte! E apparteneva senza dubbio ad un sayan, anzi... all'unione perfetta e inscindibile dei due sayan più potenti che avesse mai conosciuto.
-Per favore... potresti voltarti un attimo? Vorrei scambiare quattro chiacchiere con te... sempre che tu ne abbia voglia... ma se non è così ti lascio andare!-
Il piccolo Trunks si voltò, trovandosi il suo interlocutore a meno di un metro di distanza da lui.
-No... io... non devo andare da nessuna parte...-
Vegeku gli sorrise. Sperava con tutto sé stesso che quel ragazzino decidesse di non rifiutarlo. Ormai da troppi giorni meditava sul fatto che avrebe dovuto incontrare sia lui che il piccolo Goten ma fino a pochi istanti prima ancora non aveva preso alcun tipo di iniziativa. In parte, a frenarlo erano state le parole di Gohan, il quale, senza nascondere un certo rammarico, gli aveva detto che suo fratello non parlava affatto di lui e anzi, spesso evitava volutamente il discorso; in parte, non aveva la più pallida idea di cosa avrebbe potuto dire a quei ragazzini: erano i suoi figli, in qualche modo, ma la situazione che si era venuta a creare era tutt'altro che normale. Nemmeno lui avrebbe saputo spiegare esattamente che tipo di legame si fosse venuto a creare fra loro e il solo pensiero di dovere rispondere a eventuali domande poste da quei bambini lo faceva sentire terribilmente impotente. Quel pomeriggio, però, mentre se ne stava seduto sulla spiaggia a dell'isola di Muten a contemplare l'aridità dei suoi pensieri, percepì l'aura di Trunks che, probabilmente, si stava dirigendo a forte velocità verso casa. Non era la prima volta che lo sentiva, ma fu la prima in cui ebbe il coraggio di poggiare le dita sulla fronte e teletrasportarsi da lui. L'istinto, finalmente, aveva avuto il sopravvento sulle sue incertezze: avrebbe affrontato Trunks e, appena possibile, sarebbe andato anche a far visita a Goten.
-Bene... mi fa molto piacere... era da un bel po' di tempo che meditavo di parlarti!Anzi... sicuramente ho aspettato anche troppo...-
-Sì... bè... cioè...- il ragazzino era visibilmente scnvolto. Era stato colto di sopresa e non aveva avuto neppure il tempo di fare mente locale e abbozzare una sorta di discorso. Era emozionato, stupito, su di giri, follemente contento e terribilmente spaventato. Si trovava finalmente faccia a faccia con suo padre, o meglio, con l'essere che ne conservava lo spirito, ma non era assolutamente pronto ad un confronto.
-Dai non agitarti... non ce n'è motivo! So che ti fa un effetto strano trovarti di fronte la fusione tra Goku e tuo padre, ma, visto che non si scioglierà mai, è giusto che io affronti questa situazione e spero di farlo nel modo più indolore possibile.-
-Pensavo che non volessi più saperne niente di me... cioè... io lo so che quando si fa la fusione i sentimenti non cambiano, anche se ci si sente più spavaldi, però non ti sei fatto vedere per settimane e...-
-Lo so. Ed è stato un atto di pura vigliaccheria da parte mia. Te lo dico in tutta onestà: non sapevo come affrontarti e cosa dirti. Temevo che non avresti mai perdonato tuo padre per averti lasciato e che avresti riversato il tuo odio su di me.-
-Cosa?!? Ma no... perché avrei dovuto? Papà mi manca, è vero. Ma lui mi ha sempre detto che devo essere forte e coraggioso e anche se mi ha lasciato lo ha fatto per salvare l'universo. E poi... bè ecco... -
-Che c'è?-
-Insomma... lui non se n'è andato, anzi... è dentro di te! Cioè tu... cioè... è difficile da spiegare...-
Vegeku si avvicinò a Trunks e lo strinse tra le braccia.
-Ci sarò sempre, d'accordo? Per qualunque cosa... se avrai voglia di allenarti, pi parlere, di fare una passeggiata potrai sempre contare su di me.-
Il ragazzino, emozionato e confuso, non riuscì a trattenere le lacrime. Stringeva con forza le sue piccole braccia intorno alla vita dell'altro sayan. Si vergognava per quel pianto, ma l'emozione aveva ormai preso il sopravvento. Più desiderava smettere e più lo avvinghiava con la sua stretta. Se avesse potuto, non lo avrebbe mai mollato.
-Però a casa non ci tornerai, vero?-
-Non voglio dirti bugie, Trunks... per ora so soltanto che non ne ho la più pallida idea.-
-Va bene lo stesso... tanto lo so che in fondo tu ci vuoi bene, sia a me che alla mamma!-
Vegeku non rispose. Si era ripromesso che non avrebbe lasciato alcun discorso in sospeso con Trunks, ma purtroppo non ci riuscì. I suoi silenzi erano stati fin troppi e di questo ne era consapevole, ma evidentemente era ancora troppo presto per riuscire a spiegare tutto , e non solo a quel giovanissimo sayan che, incollato al suo petto, gli stava bagnando la divisa di lacrime, ma anche a sé stesso.



Bulma girovagava spazientita fra i corridoi della Capsule Cosporation stringendo tra le mani gli orecchini di Kibithoshin. Era stato davvero gentile da parte sua metterle a disposizione quei dannatissimi aggeggi anche se fin da subito la aveva avvertita che, pur studiandoci sopra per milioni di anni, non sarebbe mai riuscita a trovare un modo per rendere il processo della fusione reversibile. Ma lei, ovviamente, non voleva darsi per vinta: era sempre venuta a capo di misteri tecnologici in apparenza molto più complicati di quello che stava affrontando e ce l'avrebbe messa tutta anche stavolta.

DRIIIIN DRIIIIN DRIIIIN

-Ecco!!! Ti pare... una volta tanto che non viene nessuno a scocciare a casa, rompono le palle per telefono...- La donna, comunque, si decise a rispondere. Chissà... magari poteva essere...
-Pronto!? Qui è la Capsule Corporation... chi parla?-
-Ehi Bulma!-
-Ciao Yamcha, come mai mi hai chiamata?-
-Bè ecco... volevo sapere se potevo passare un attimo a casa tua... mi trovo da queste parti e, visto che non ho più intenzione di prestare il mio elicottero a Jirobay, mi chiedevo se potevo passare io a prendere la capsula con il suo!-
-Ah già... quella volta se ne era andato a mani vuote...-
In realtà Bulma non aveva voglia di vedere proprio nessuno. Ma in fondo si rendeva conto del fatto che non poteva far pesare la sua sofferenza a tutte le persone che gli stavano intorno.
-Già... e non solo non ha preso il suo elicottero! Ma ha riportato indietro il mio tutto ammaccato! Diavolo di un Jirobay...-
-Ahahaha! Quel tipo è davvero strano... e anche un po' insolente! Vabbè... comunque io non sono impegnata... vieni pure...-
-Perfetto! Dieci minuti al massimo e sono da te... ciao!-
-A dopo!-

CONTINUA...


____________________
Angolo dell'autrice: vorrei fare una precisazione per quanto riguarda la voce di Vegeku. Nel cartone animato, in effetti, egli ha la voce di Goku, ma io mi rifiuto di dar credito a questa versione e accettarla. In fondo, se si tratta della fusione inscindibile di Goku e Vegeta, perché mai dovrebbe conservare solo la voce del primo? Tuttavia, non mi piace nemmeno l'idea che abbia contemporaneamente entrambe le voci perché significherebbe che i loro spiriti non sono davvero fusi. Perciò ho fatto di testa mia e ho attribuito al sayan un timbro vocale nuovo e indipendente, che avvalori la mia ipotesi sulla nascita di una creatura autonoma rispetto ai due guerrieri che l'hanno generato. Grazie di cuore a chi continua a seguire la mia storia e, mi raccomando, fatemi conoscere la vostra opinione! ^_^

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Vecchie fiamme... si riaccendono! ***


vecchie fiamme si riaccendono Di nuovo, salve a tutti! Eccomi con l'undicesimo capitolo, che ho deciso di dedicare interamente all'incontro tra Bulma e Yamcha alla Capsule Corporation... complice anche il misterioso ritardo di Trunks, quei due avranno il tempo di parlare e verranno fuori diverse cosette... Buona lettura!!! ^_^


Non aveva assolutamente voglia di vederlo, tuttavia si era imposta di smetterla di fare la scontrosa perciò, quando suonò al campanello, seppur riluttante, andò ad aprire. Era da quel maledetto giorno che non vedeva Yamcha, lo stesso in cui la sua vita era andata in frantumi per sempre. Quel ragazzo le si era avvicinato mentre lei si era rifugiata in lacrime in un angolo nascosto del palazzo di Dende e lo aveva mandato via apostrofandolo come "ignorante scocciatore". Probabilmente, se aveva deciso di accoglierlo in casa quel pomeriggio, era anche per allontanare da sé i sensi di colpa nei confronti di quel vecchio amico. E poi magari le avrebbe fatto bene un po' di compagnia: i suoi genitori si erano presi una giornata di libertà per effettuare una gita fuori porta e Trunks, stranamente, ancora non era rientrato in casa. Chissà che fine aveva fatto stavolta!!! Sicuramente era andato di nuovo da Goten per allenarsi: ormai lo faceva quotidianamente.
-Sai Bulma, tutto sommato ti trovo molto meglio di quanto immaginassi.- disse Yamche sfoggiando uno di quei soliti sorrisetti che ormai la donna conosceva fin troppo bene.
-Ahahahaha! Credevi che mi fossi tagliata le vene, per caso?-
-No no, assolutamente! Lo so che sei una tipa tosta però... bè ecco... Jirobay mi aveva detto che ti aveva vista piuttosto giù di corda...-
-è capitato in un giorno sbagliato.- mentì. Da quel punto di vista tutti i giorni erano sbagliati! Sapeva che sarebbe bastato un niente per iterare la stessa reazione avuta la settimana prima con Jirobay.
-Sì, può darsi... ha un tempismo quel ragazzo!-
-Hai proprio ragione... ops... che maleducata! Non ti ho ancora offerto niente... vuoi qualcosa da bere? Magari trovo anche un dolce nel frigorifero...-
-Ti ringrazio Bulma! Niente dolci... però magari un'aranciata la bevo volentieri!-
La donna prese dalla dispensa una bottiglia di aranciata e ne versò il contenuto in un capiente bicchiere di cristallo.
-Che lusso! Sarebbe stato sufficiente un bicchiere di plastica!-
-Ma dai... non fare troppi complimenti! Bevi, o la prossima volta non ti offrirò un bel niente!-
-Ok madame, agli ordini!!!-
Bulma si sciolse in una risatina, anche se piuttosto contenuta. Non poteva di certo non ammettere che in fondo quel ragazzo riusciva ancora a farla sorridere, pure dicendo sciocchezze.
-Wow! Finalmente qualcuno che mi da ascolto senza fare troppe storie!-
-Che posso farci, Bulma...forse sono rimasto l'unico al quale fai ancora questo effetto!-
-Che vorresti dire, scusa!?! Che gli altri mi snobbano?-
-Ahahaha! Ma no... che hai capito! Intendevo dire che io non riuscirò mai ad abituarmi al tuo modo di essere così diretta!-
-Oh andiamo... mi conosci da una vita ormai!-
-Appunto! è per questo che so quanto sia difficile metterti i piedi in testa!-
-è tutta apparenza, Yamcha...-
-Non credo...-
Bulma rivolse all'amico uno sguardo accigliato. Era da molto tempo che non avviava una conversazione in maniera tranquilla e quel giorno sembrava proprio che le premesse per una chiacchierata pacifica ci fossero tutte. Ma Yamcha la stava contraddicendo e, oltretutto, nel modo più subdolo: facendole complimenti. E un atteggiamento del genere le provocava effetti contrastanti: fastidio e compiacimento.
-Perché dici così? Sai benissimo che non è vero...- rispose la donna volgendo lo sguardo verso il basso.
-Non dire sciocchezze... ascolta... lo so che stai passando un brutto periodo, ma sono sicuro che passerà! Quando avrai la forza di rialzare la testa e affrontare la tua vita con determinazione, verrà fuori di nuovo tutta la tua forza e tornerai ad essere la scienziata geniale, la donna intraprendente e la madre premurosa che sei sempre stata! Fidati, Bulma... è così! Io ti conosco bene... e lo sai!-
La donna posò i suoi occhi su quelli sereni e rassicuranti di Yamcha. Da tre settimane a quella parte era stata davvero l'unica persona che avesse cercato di tirarla su di morale senza farle notare quanto fosse stupida ad aspettare ancora una visita da parte di Vegeku. In fondo il suo amico aveva ragione... Cavolo! Lei era Bulma Brief! Non una semplice donnicciola patetica prigioniera del proprio menage familiare, ma una scienziata di fama mondiale, una signora nel vero senso del termine ancora invidiata, apprezzata e desiderata da almeno tre quarti della popolazione maschile del pianeta! Sapeva di essere una gran bella donna e di avere tutte le carte in regola per buttarsi alle spalle il passato, eppure le mancava la forza di mettere una pietra sopra a tutta la sua precedente esistenza. Il suo fascino irresistibile e la sua ammirata avvenenza ben poco potevano fare per confortarla se l'unica persona alla quale avrebbe voluto donare tutta la sua sensuale femminilità era sparita per sempre. Ma, proprio perché ormai Vegeta non sarebbe mai più tornato da lei, avrebbe dovuto trovare al più presto la forza di ricominciare e di affrontare con la consueta determinazione che l'aveva sempre contraddistinta la nuova vita che le si prospettava davanti. Lo avrebbe fatto, certo... se non fosse stato che suo marito non era affatto scomparso ma sopravviveva in quel cinico e meraviglioso sayan che si faceva chiamare Vegeku.
-Ehi... tutto bene Bulma?-
-Eh? Ah sì... scusami Yamcha... ero sovrappensiero...-
-L'ho notato. Senti... fino adesso non ho affrontato direttamente l'argomento, però se hai voglia di parlare di... sì insomma... di quella faccenda... io sono pronto ad ascoltarti... se ne hai voglia! Altrimenti mi immolo come bersaglio nel caso in cui avessi bisogno di sfogarti insultando qualcuno! In fondo me lo merito, visto che sono veuto a scocciarti a casa per uno stupido elicottero che non è nemmeno mio!- disse il ragazzo mostrando la capsula che stringeva tra le mani.
Bulma scoppiò di nuovo a ridere, ma stavolta si stava divertendo sul serio.
-Sei proprio stupido! Ahahaha! Sei venuto fin qui con l'obiettivo di farti prendere a parolacce? Ma dai... e poi con te non ci sarebbe nemmeno soddisfazione! Non riusciresti mai a rispondermi a tono come aveva fatto Jirobay!-
-Ah... è così? Guarda che se vuoi lo chiamo!- rispose Yamcha prendendo il suo cellulare dal taschino della giacca.
-No no! Fermati! Quel tipo ha la strabiliante capacità di mandarmi su tutte le furie ogni volta che lo sento!-
-Appunto!!!-
-Dai non scherzare... falla finita! Per una volta che sono abbastanza tranquilla vuoi rovinarmi la giornata?-
-Ci avevo seriamente pensato... almeno ti saresti sfogata e avrei capito nei dettagli cosa ti tormenta...-
-Perchè... non l'hai capito da solo cosa mi tormenta?- dopo aver detto ciò, la donna si avvicicnò alla finestra e iniziò a guardare fuori, verso quel sole che ormai era quasi definitivamente tramontato. Yamcha la raggiunse, con fare molto quieto e posato e, sorridendo, le poggiò una mano sulla spalla in segno di conforto.
-Certo che sì, Bulma... però, se devo essere sincero, non vedo per quale motivo dovresti continuare ad autocommiserarti pur sapendo perfettamente che ormai non c'è alcuna possibilità di ristabilire le cose come erano prima...-
-Credi forse che sia facile lasciarsi tutto alle spalle? Santo cielo Yamcha... sono passate solo tre settimane! Come puoi pensare che in così breve tempo io possa essermi rassegnata al fatto di aver perso definitivamente Vegeta?-
-Puoi starci male, Bulma... e lo capisco! probabilmente ti porterai dietro questo dolore per sempre! Ed è giusto che sia così... però, guarda in faccia la realtà...-
La donna, ormai, stava di nuovo piangendo, come aveva già fatto troppe volte in poco meno di un mese.
-Ma io STO guardando in faccia la realtà!-
-E allora perché continui a tormentarti? Vegeta non c'è più! Ammetto che il suo gesto è stato a dir poco eroico e che se non fosse stato per quell'atto di generosità noi non staremmo nemmeno qui a parlarne, però... cavolo! Lui non tornerà! è impossibile questo! Non esiste più... e tu non puoi continuare a marcire all'interno di queste quattro mura solo perché ti rifiuti di ammettere che le cose stanno esattamente così come ho detto io!-
Non era vero. Bulma sapeva che in fondo le cose non stavano proprio così. Non era una pazza! Non stava aspettando che davanti a lei si materializzasse l'impossibile! No... era assolutamente consapevole del fatto che non avrebbe mai potuto rivedere Vegeta ma, diamine... lui non eraa scomparso! Non lo era affatto! Lei stava "marcendo tra quelle quattro mura"... ed era vero! Ma non stava aspettando Vegeta, bensì...
-Ascoltami Bulma...- Yamcha l'afferrò tra le braccia, poi le strinse le mani con delicatezza.
-Yamcha, per favore...-
-Lo sai che sono affezionato a te e che ti ho sempre amata!-
Bulma liberò le sue mani da quelle dell'amico.
-Non mi pare il caso di parlare di nuovo di questa storia...-
-Sì invece!-
-No! La nostra relazione è finita da un bel pezzo e le nostre vite hanno preso strade diverse... d'accordo! Attualmente la mia esistenza è un vero disastro, ma questo non significa affatto che...-
Senza nemmeno lasciarle il tempo di completare la frase, l'uomo la strinse a sé, poggiando con vigore le proprie labbra su quelle della donna ormai attonita. Piangeva, mentre Yamcha continuava a baciarla. Non riusciva a trovare la forza per respingerlo e per non ricambiare quel bacio. Se avesse sposato il ragazzo che ora la stava ammaliando, non avrebbe mai dovuto sopportare tutte le umiliazioni e le sofferenze che le aveva inflitto Vegeta, almeno all'inizio della loro relazione. E di sicuro non avrebbe mai dovuto fare i conti con il fatto di dover perdere per sempre il marito a causa di una fusione. Ma sapeva benissimo come mai avesse deciso di lasciare Yamcha: era immaturo, spesso si era dimostrato vigliacco e abbastanza infantile... tutto l'opposto del carattere fiero e orgoglioso del suo adorato principe. Yamcha avrebbe rappresentato la sicurezza, perché, tutto sommato, sapeva benissimo che non l'avrebbe mai abbandonata per la smania di combattere contro qualche mostro venuto da chissà dove; Vegeta era un rischio allo stato puro... e all'epoca aveva scelto di rischiare...
In quel momento sentì la porta dell'ingresso aprirsi. Allontanò da sé l'uomo, senza che quest'ultimo ponesse alcuna resistenza. Si asciugò in fretta le lacrime cercando il più possibile di ricomporsi.
-Ciao mamma! Scusa se ho fatto un po' tardi!-
-Ma si può sapere che fine avevi fatto?? Non vedi che ormai è buio!?!-
-Lo so, scusami... ehi ciao Yamcha! Che maleducato... non ti avevo nemmeno salutato!-
-Non importa Trunks... allora? Scommetto che sei andato in giro ad allenarti con Goten!- disse Yamcha sorridendo, cercando di nascondere l'irritazione per essere stato interrotto sul più bello.
-Sì... anche...-
-Che significa "anche"? Che hai combinato, Trunks?-
-Ma niente mamma! è che quando stavo tornando a casa...- il ragazzino si interruppe. Come avrebbe reagito sua madre se avesse saputo che aveva incontrato Vegeku?
-Allora???-
-Sì ecco... Gohan e Goten mi hanno raggiunto per chiedermi se avevo voglia di andare a pescare con loro...-
-Capisco... però la prossima volta avvertimi, per favore!-
Bulma se la bevve senza nemmeno indagarci sopra. Era sconvolta, e decisamente confusa. Nella sua testa albergavano i sentimenti più contrastanti e non aveva voglia di mettersi a discutere troppo con suo figlio.
-Bè... è il caso che io vada... ormai si è fatto tardi. Ciao Trunks!-
-Ciao!!!-
-Ciao Bulma... se hai bisogno di parlare, chiamami!-
L'uomo le rivolse un mezzo sorriso al quale la donna rispose con un cenno di assenso con la testa. Che cosa avrebbe dovuto fare? Il suo passato più remoto era prepotentemente ripiombato dal nulla, travolgendola inesorabilmente dopo averla colta di sorpresa. Non lo amava... di questo ne era assolutamente certa! Ma sapeva anche che Yamcha rappresentava quella sicurezza che Vegeta non era stato in grado di darle, nonostante dopo il torneo di Cell, per anni, non l'avesse più abbandonata. Era pur sempre un sayan e, propio perché non aveva mai preteso da lui un comportamento "umano", era cosciente del fatto che prima o poi i suoi istinti avrebbero avuto il sopravvento. Uno di quelli era "vincere ad ogni costo", anche se per farlo avrebbe dovuto unirsi al suo acerrimo nemico Kakaroth. Yamcha era lì... c'era sempre stato e sempre sarebbe rimasto accanto a lei... cosa avrebbe dovuto fare? Cedere o resistere? Lei non avrebbe avuto alcun dubbio su come comportarsi... se solo Vegeku si fosse deciso ad andare da lei al più presto!


CONTINUA...


Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Chiacchiere imprudenti ***


Chiacchiere imprudenti Salve a tutti!!! Sono riuscita finalmente a completare anche questo capitolo... e meno male!!! Tra un po' forse mi toccherà rallentare perché si avvicina la sessione estiva ... :( esami in vista!!! Vabbè... stavolta ho deciso di dare voce ai pensieri di un altro personaggio che fino ad ora era rimasto un po' in disparte... la seconda parte del capitolo, invece, è dedicata di nuovo a Yamcha e... che combinerà??? ^_^


Quel pomeriggio Vegeku e Gotenks si stavano affrontando tra le desolate cime delle montagne rocciose. Dopo il suo incontro con Trunks, Vegeku aveva deciso di non perdere ulteriore tempo e di incontrare Goten il prima possibile. Grazie alla mediazione di Gohan, i due sayan erano riusciti a vedersi senza che Chichi si accorgesse di alcunché, sebbene questo piccolo inganno tormentava non poco la coscienza dei figli di Goku. A dispetto della più rosee previsioni, che non andavano al di là di un appena celato pessimismo, il piccolo Goten si era mostrato piuttosto espansivo nei confronti di Vegeku e, curiosamente, meno intimorito di Trunks. Probabilmente, ciò dipendeva dal fatto che quel ragazzino non aveva mai avuto la possibilità di stare per molto tempo a contatto con suo padre e dunque di instaurare un vero e proprio legame affettivo. L'unica cosa che Vegeku riuscì a cogliere nel bambino fu una certa ansia di essere rifiutato, che però svanì quasi immediatamente grazie alle parole confortanti che gli rivolse. Da quella volta Goten e Trunks andavano da lui quasi tutti i giorni: si incontravano sull'isola del maestro Muten e poi volavano a tutta velocità verso qualche luogo sperduto del Pianeta, così da potersi allenare in santa pace. Gli scontri erano impari: Vegeku era nettamente superiore ai due piccoli sayan. Ma quando questi ultimi decidevano di effettuare a loro volta la fusione, i combattimenti diventavano più interessanti. Anche Junior li osservava. Non interveniva mai, nonostante gli inviti da parte dei tre guerrieri, ma molto spesso si metteva lì, immobile, seduto su qualche spuntone di roccia e seguiva incuriosito, e anche un po' intimorito, quegli scontri spettacolari. Vegeku sapeva che quel namecciano lo temeva e, tra l'altro, nemmeno si impegnava più di tanto a nascondergli il fatto che non lo vedeva di buon occhio. D'altra parte sapeva bene quanto risentimento provasse nei confronti di Vegeta e lui non aveva affatto voglia di rovinarsi le giornate discutendo con Junior quando aveva la possibilità di combattere contro i suoi figli, che ormai erano gli unici guerrieri in grado anche solo lontanamente di competere con lui. Gohan, però, lo vedeva sempre meno ultimamente e, di solito, i loro incontri-scontri avvenivano sempre e solo di mattina, prima che il ragazzo andasse a scuola. Il perché Vegeku lo conosceva bene, e quel pensiero lo faceva sorridere: ormai suo figlio non era più un ragazzino e, giustamente, iniziava a nutrire anche altri tipi di interessi oltre alle arti marziali. Uno di questi "interessi" si chiamava Videl ed era una giovane compagna di classe di Gohan molto carina e anche intraprendente. Peccato che fosse figlia di quel buono a nulla di Mister Satan: ovviamente, ormai la ragazza sapeva perfettamente che suo padre non era affatto il grande eroe che voleva far credere a tutti, ma in fondo Gohan non le aveva mai fatto pesare questa cosa e, anzi, non sembrava nemmeno infastidito dall'atteggiamento saccente del suo neo-suocero.
-Uffa! Mi hai battuto anche stavolta!-
-Ahahaha! Sei troppo lento nei movimenti, Gotenks! Non riesci a starmi dietro!-
In quel momento la fusione si sciolse e i due ragazzini, sfiniti a causa dell'enorme sforzo, si sedettero su delle rocce mentre il loro avversario continuava a sostare a mezz'aria in posizione eretta e con le braccia conserte, guardandoli con aria divertita ma anche volutamente provocatoria.
-Io credo che la nostra fusione non sia efficace come la tua!-
-Già... secondo me Trunks ha ragione!-
-è probabile che sia così, ragazzi...- rispose Vegeku -ciò non toglie che possiate ancora migliorare tantissimo! Il potenziale di un guerriero sayan è praticamente illimitato, sapete? Sicuramente non state dando il massimo...-
-Non diventeremo mai forti come te!-
-E perché, Goten?-
-Perché tu sei davvero un guerriero fenomenale!-
-E allora? Lo sapete che né Goku né Vegeta erano forti come voi due quando avevano la vostra età?-
I due ragazzini si guardarono in faccia piuttosto titubanti.
-Non ci credo!- disse Trunks rivolgendo al padre uno sguardo piuttosto accigliato.
-Invece è vero! Loro sono diventati dei super sayan in età adulta! Voi ci siete riusciti da bambini...-
-Mmh... sarà... ma al tuo livello non ci arriveremo mai!-
-Questo dipende da voi, Trunks... Se voleste sareste anche in grado di superarmi!-
Junior assisteva silenziosamente al dialogo tra Vegeku e i bambini. In cuor suo sapeva che le parole di quel sayan erano in parte vere, almeno per quanto riguardava il potenziale illimitato degli uomini della sua razza e il fatto che Trunks e Goten fossero più forti dei loro padre quando avevano la loro età, ma dubitava che quei ragazzini avrebbero davvero un giorno raggiunto e superato l'eccezionale guerriero che da qualche tempo si dilettavano ad affrontare.  E ciò, ovviamente, non dipendeva certo dalle scarse capacità dei due giovani sayan ma semplicemente dal fatto che, inutile negarlo, erano diversi, e anche molto, dai loro padri. Il namecciano non avrebbe saputo dire se questo poteva dipendere dal fatto che erano dei "mezzosangue" o magari solo dall'educazione più "tradizionale" che i due bambini avevano ricevuto, ma era certo che non avrebbero dedicato mai e poi mai al combattimento quella passione quasi ossessiva che avevano coltivato invece Goku e Vegeta. Probabilmente, anche Vegeku se ne era reso conto, ma, forse, la cosa non doveva interessargli più di tanto. Quel sayan aveva un che di inquietante: a Junior incuteva un certo timore il fatto che avesse uno sguardo imperscrutabile. Era praticamente impossibile capire dalle espressioni del suo volto cosa realmente passasse per la testa di Vegeku e, cosa ancora più preoccupante, avrebbe anche potuto mentire spudoratamente senza che nessuno potesse davvero rendersene conto. Sapeva bluffare. Eppure Trunks e Goten sembravano non notare affatto questa agghiacciante carattestica di Vegeku e, stranamente, nemmeno Gohan. O, forse, molto più semplicemente, avevano deciso di fidarsi di lui questo fatto lo faceva, chissà perché, irritare parecchio. Quel guerriero era molto diverso sia da Goku che da Vegeta. Junior non aveva mai nutrito grande simpatia per quei due, anzi, addirittura detestava profondamente il principe dei sayan. Certo, col tempo aveva imparato ad apprezzare Goku, anche se faticava ad ammetterlo, e, dopo essersi unito col Supremo, iniziò anche a considerarlo un amico. Non era affezionato a lui come lo era a Gohan, anche perché vedeva in Goku un certo fanatismo nel voler combattere, seppure in realtà non lo dava quasi a vedere, tuttavia lo ammirava e riteneva che fosse davvero il più grande eroe mai esistito in tutto l'universo. Sapeva anche che Goku ammirava profondamente Vegeta: nonostante quel pazzoide avesse messo in pericolo la Terra più di una volta, Goku lo aveva sempre considerato un fratello e, con il passare del tempo, avevano dimostrato di essere più simili di quanto non volessero ammettere. Peccato che Junior non fosse mai riuscito a tollerare la presenza di Vegeta su quel pianeta: il risentimento che nutriva nei suoi confronti era addirittura cresciuto dopo il ricongiungimento col supremo, segno che, evidentemente, neanche quest'ultimo vedeva di buon occhio l'orgoglioso principe. Orgoglioso... forse l'aggettivo era quasi riduttivo se attribuito a quel sayan! Era una vera macchina da guerra, uno spietato assassino, un mostro senza pietà! E l'opinione di Junior nei suoi confronti non era mai cambiata, nemmeno quando il cambiamento di quel sayan era diventato evidente agli occhi di tutti. Per lui, infatti, il presunto miglioramento di Vegeta non esisteva affatto: se quel viscido essere aveva deciso di non mandare in frantumi la Terra e di non eliminare i suoi abitanti, lo si doveva solamente al fatto che non avrebbe avuto nessun altro luogo in cui andare e, tra l'altro, nessun popolo da governare. I sayan, dopotutto, erano ormai solo un brutto ricordo, anche se gli unici due superstiti di razza pure erano certamente i guerrieri più potenti di tutto l'universo.
-Ehi Junior! Perché te ne stai sempre lì solo soletto? Vieni a chiacchierare con noi!-
-Ti ringrazio, Goten, ma è meglio che io vada via... e forse dovreste farlo anche voi, visto che tra un po' è buio!-
-Junior ha ragione. Le vostre mamme si preoccuperanno se non vi sbrigate a tornare!-
-Già??? Ma io volevo combattere ancora!!!- Trunks era piuttosto deluso dalle parole di Vegeku, e di certo non cercava di nasconderglielo.
-Ehi! Mi fa piacere che tu abbia tutta questa grinta! Ma è meglio che andiate a casa...-
-Possiamo tornare domani?- chiese Goten speranzoso
Vegeku lo guardò sorridendo.
-Certamente!-


-Cosa cavolo hai fatto??? Ma dico Yamcha, sei impazzito?? Tu sei completamente fuori di testa!!!-
-Andiamo maestro Muten... non capisco perché la cosa ti stupisca tanto! In fondo io e Bulma siamo stati insieme diversi anni prima lei finisse tra le braccia di quell'assassino di Vegeta!-
Stavolta era assolutamente certo che ce l'avrebbe fatta. Finalmente, dopo anni di lontananza, si sarebbe ripreso colei che gli era sempre appartenuta. Non aveva mai accettato che lo avesse lasciato e, in tutta onestà, non ne aveva mai compreso appieno i motivi. Quella donna amava le sfide, e il principe dei sayan era quella più pericolosa e folle che avesse mai volutamente accettato di affrontare. Ma lui sapeva che quel bastardo non avrebbe mai potuto renderla davvero felice: non sapeva amare, non aveva mai nutrito affetto per alcuna creatura vivente... poteva davvero regalare a Bulma un avvenire più prospero di quello che le avrebbe riservato lui?
-Finirai nei guai... io non credo proprio che...-
-Insomma maestro... ma perché sei così pessimista? Te l'ho detto! Ci siamo riavvicinati molto ultimamente!-
-Non tornerà mai da te, sciocco! Mettitelo bene in testa!-
Jirobay guardava l'amico in maniera piuttosto perplessa, sorseggiando una lattina di birra. Aveva visto coi suoi stessi occhi quanto quella donna fosse in realtà perdutamente innamorata del marito e aveva capito perfettamente che finché fosse stata consapevole della sopravvivenza di Vegeta nel cospo di Vegeku avrebbe sempre sperato in un suo ritorno.
-Taci tu!-
-Scusa Yamcha, ma io fatico a credere che lei ti abbia baciato!-
-Ehi Muten! Vuoi forse dire che sono un bugiardo?-
-No... ma... insomma, era palese a tutti quanto Bulma amasse Vegeta! Mi sembra strano che a sole tre settimane dalla sua scomparsa abbia deciso di ributtarsi tra le tue braccia!-
-E perché mai?-
-Ma come perché?!? Una donna innamorata non riuscirebbe mai a fare un gesto così eclatante sopo appena una ventina di giorni! Mi sembra strano... tu vai lì da lei per prendere uno stupidissimo elicottero e lei ti butta le braccia al collo come se non aspettasse altro... no, mi dispiace... non ci credo!-
-Uomo di poca fede... un paio di volta mi ha anche chiamato, sai?-
-L'hai chiamata tu!- s'intromise Jirobay.
-Insomma! Chiudi quella boccaccia!!!-
-Ti ha chiamato lei o l'hai chiamata tu?- chiese Muten con sguardo sopsettoso.
-L'ho chiamata io, è vero... però mi ha mandato diversi messaggini al telefono... di sua spontanea volontà!-
-Che sciocchezza... comunque, se vuoi un consiglio dal tuo vecchio maestro, lasciala stare immediatamente... non oso immaginare come potrebbe reagire Vegeku se venisse a sapere una cosa del genere!-
-Ahahahaha!!! Questa è davvero bella! A quell'imbecille di un sayan non importa un bel niente di lei... e sai perché? Perché altrimenti l'avrebbe già cercata! è sparito dalla circolazione da più di un mese ormai... lo vedi soltanto tu quando se ne torna qui sulla tua isola a dormire... bel modo di fare!!! Degno del guerriero più valoroso dell'universo!!!-
-Non dire così! Tu non puoi sapere cosa provi effettivamente Vegeku! E poi non mi pare proprio che il tuo comportamento sia molto corretto!-
-Ah no??? Mi sto semplicemente riprendendo ciò che era mio prima che quel verme schifoso di Vegeta si infilasse nel letto della mia fidanzata!-
-La vostra relazione era già finita quando Bulma e Vegeta hanno iniziato la loro... ma tu questo già lo sai... non è vero, Yamcha?-
Tutti i presenti si voltarono di scatto verso la porta socchiusa della piccola abitazione. Il cuore di Yamcha raggelò e, per un istante infinito, sembrò fermarsi per poi riaccelerare improvvisamente, rapito da una soffocante sensazione di panico. Il maestro Muten guardava il nuovo arrivato con fare implorante: non era in grado di spiaccicare parola ma attraverso i suoi occhi sperava di riuscire comunque a dirgli di rimanere calmo. A dire il vero, non aveva la benché minima idea di come avrebbe potuto reagire dopo aver udito quei discorsi, ma sperava con tutto sé stesso che, come aveva detto Yamcha, non gliene importasse davvero niente... perché se gliene fosse importato... Solo Jirobay mantenne un certo contegno: era abbastanza preoccupato, sì, ma di certo non per la propria persona. Mica era stato lui a importunare una delle due donne della creatura più potente del cosmo! Piuttosto, si chiedeva da quanto tempo fosse lì dietro la porta ad ascoltare... magari non aveva sentito proprio tutto! Alla fine, decise di rompere il silenzio:
-Ciao Vegeku! Ma che bella sorpresa!!!- disse Jirobay con un tono alquanto meschino, rivolgendo a Yamcha un ghigno vistosamente beffardo...



CONTINUA...


________
Angolo dell'autrice: scusate se approfitto di questo piccolo spazio per sfogarmi... che streeeeeeeeeeeeeeeeeesssssss!!! Esami esami esami esami esami... :( uff... fortuna che ci pensa EFP a non farmi cadere in depressione! Comunque... spero vivamente che il capitolo sia stato di vostro gradimento (d'altra parte è il meglio che sono riuscita a realizzare dovendo alternare DragonBall alla filologia germanica....). Ovviamente, apprezzo sempre i vostri commenti, che per me sono utilissimi e anche gratificanti, quindi... recensite, recensite, RECENSITE!!! ^_^

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Ragionare d'istinto ***


istinti Salve a tutti di nuovo! Mentre sto scrivendo questo nuovo capitolo, diversi pensieri si affollano nella mia mente... che, ammetto, pensa a un sacco di cose ultimamente!!! Vabbè... spero che comunque il capitolo vi piaccia... fatemi sapere :) buona lettura e grazie di tutto, soprattutto a chi segue e recensisce sempre!


-Ciao mammina! Scusa se ho fatto un po' tardi! Vado a farmi una doccia, ok?-
-Dove credi di andare, Goten?-
Il ragazzino si fermò di scatto, mostrando alla madre un volto alquanto teso.
-In bagno... te l'ho detto!-
-Dove accidenti sei stato fino ad ora?-
In realtà Chichi lo sapeva benissimo. Non era di certo una stupida e aveva notato ormai da diversi giorni quanto suo figlio ci tenesse particolarmente ad andare in giro con Trunks ad allenarsi. Ovviamente, tutto questo rinnovato interesse doveva per forza celare qualcosa di misterioso, un qualche segreto che suo figlio non voleva rivelarle. Per come stavano le cose in quel difficile periodo, la donna aveva intuito senza troppe difficoltà che tutti gli allontanamenti da casa da parte di Goten dovevano avere a che fare con Vegeku.
-Sono andato ad allenarmi... con Trunks!-
-Con Trunks, eh? E c'era qualcun altro per caso?-
Goten ammutolì. Non sapeva cosa dire e come comportarsi. Non era abituato a mentire e sapeva che se ci avesse provato sua madre se ne sarebbe accorta.
-Allora, Goten? Hai perso la lingua, per caso?-
-Io... veramente...-
La donna sospirò, e con fare piuttosto rassegnato si sedette sul piccolo divano del suo salotto.
-Siete andati da Vegeku, non è vero?-
-Ehm... bè... ecco...-
-Non provare a dirmi bugie, per favore!-
-Sì... siamo andati con lui a combattere sulle Montagne Rocciose... c'era anche Junior...-
-Wow! Di bene in meglio... da quanto tempo va avanti questa storia?-
-Bè... più o meno...-
-Rispondimi!-
-Da una settimana, circa...-
-E si può sapere perché diavolo non me l'hai detto?-
Goten iniziava a preoccuparsi. Il tono di sua madre era molto cupo e temeva di ricevere una ramanzina coi fiocchi.
-Mamma io... avevo paura che ti arrabbiassi e non mi permettessi di andare!-
Chichi fissò il figlio mostrando stupore e anche un po' di delusione. Evidentemente, l'atteggiamento duro e la collera messi in mostra in maniera fin troppo palese negli ultimi tempi aveva indotto Goten a temerla più del dovuto e a farsi di lei un'opinione probabilmente sbagliata. Per quanto risentimento provasse nei confronti di Vegeku, certamente non avrebbe mai impedito ai suoi figli di rimanere in contatto con lui, ammesso e non concesso che mai si fosse fatto vivo. In realtà, nei primi tempi nutriva molti dubbi anche su questo: se aveva deciso di snobbare sia lei che Bulma, non era affatto scontato che con i figli avrebbe assunto un comportamento diverso. Ma almeno su questo dovette ricredersi quasi subito, visto che da un po' aveva notato le uscite mattiniere del suo primogenito. Certo, neanche lui aveva mai avuto il coraggio di ammettere di fronte alla madre che andava a trovare suo... "padre"?... però lei stessa aveva preferito evitare l'argomento. Quando poi si era accorta che pure il piccolo Goten iniziava a "sparire" misteriosamente, si decise finalmente a chiarire la questione. Il primo a capitarle a tiro fu proprio il più piccolo dei suoi figli... peccato! Forse con Gohan sarebbe stato più facile... ma tanto avrebbe dovuto parlare con entrambi, prima o poi...
-Perché hai pensato una cosa del genere?-
-Perché... lo so che sei arrabbiata, visto che papà ha fatto la fusione con Vegeta...-
-è vero... questo non lo nego. Ma è un problema che riguarda solo me e Vegeku! Lo so che tu vuoi bene a tuo padre e non ti avrei mai impedito di vederlo se tu lo avessi voluto!-
-Ma... veramente? Io... ti vedevo nervosa... insomma...-
-Tesoro mio!- disse  Chichi stringendo il figlio tra le proprie braccia -queste sono faccende da adulti! I bambini non devono entrare in certe questioni!-
-Quindi... ho il tuo permesso per andare ad allenarmi con lui?- chiese il piccolo Goten rivolgando alla madre uno sguardo speranzoso.
-Sì... bè... basta che non trascuri lo studio, ovviamente!-
-Ok mammina!!! Ti voglio bene!- esclamò il giovane sayan stringendo a sé la sua mamma.


Ucciderlo. Avrebbe soltanto desiderato afferrare  con le sue possenti mani il fragile collo di quel maledetto vigliacco che in quegli istanti lo fissavo con sguardo attonito e supplichevole. Ucciderlo. Attraverso i suoi occhi, neri più del buio e celatamente collerici, riusciva a captare l'angoscia e il timore in quelli di Yamcha.... eppure, l'ingenuità di quel verme sembrava sopraffare persino il terrore: Vegeku sembrava cogliere con grande facilità tutte le contraddizioni insite nella testa dell'uomo che gli era di fronte, ad appena tre ridicolissimi metri di distanza. Era spaventato, ma non abbastanza. E perché mai avrebbe dovuto esserlo? Quel maledetto era assolutamente certo, o quasi, che a lui non importasse un bel niente della donna che, fino a poco più di un mese prima, era la moglie del principe dei sayan. Ucciderlo. Sarebbe bastato meno di un attimo per perforargli la scatola cranica senza nemmeno sporcarsi le mani: in fondo, la strabiliante potenza della sua aura sarebbe stata più che sufficiente per privare quel miserabile inetto  della sua patetica esistenza. Ucciderlo. Chi avrebbe potuto impedirglielo? Di sicuro nessuno dei presenti, ma nemmeno qualche altra creatura. Era lì davanti a lui... ce l'aveva a portata di mano. Avvertiva senza troppe difficoltà la tensione che si era venuta a creare: il povero maestro Muten non aveva il coraggio di parlare, o, forse, non sapeva nemmeno cosa dire. Persino a Tartaruga sembrava essersi raggelato il sangue. Forse, l'unico a mostrare un minimo di spavalderia era Jirobay. Chissà se ciò dipendeva dalle numerose lattine di birra che erano caoticamente riversate intorno alla sua massiccia persona, o soltanto dalla consapevolezza di non essere lui la vittima designata di un probabile e prossimo omicidio!
-Sai Vegeku... non ci aspettavamo che saresti rientrato così presto... Ahahaha!!!- disse Jirobay assumendo un'espressione quasi divertita.
-Me ne sono accorto...-
Vegeku rispose ostentando la sua apparente noncuranza. L'espressione del volto non tradiva alcuna emozione. Non c'era niente di rassicurante o esplicitamente pacifico nel suo sorriso sghembo, ma nemmeno qualche indizio che lasciasse trapelare quel coinvolgimento emotivo così magistralmente celato. Ucciderlo. Con fare abilmente disinvolto si diresse verso i tre uomini che sostavano a pochi metri da lui in uno stato di angosciosa, o trepidante, attesa, concedendosi un incedere sufficientemente lento e silenzioso da riuscire ad avvertire l'accelerazione dei battiti del cuore di Yamcha e poterne crudelmente godere. Ucciderlo. Bramava di farlo in meno di un attimo, e ce l'avrebbe fatta senza nemmeno lasciare il tempo ai testimoni di rendersene conto. Odio e rancore avvolgevano ferocemente il suo animo spodestando con violenza quella maledetta indifferenza che fino ad allora aveva regnato incontrastata dentro di lui. Non riusciva a capacitarsi del fatto di averla persa, ma in quel momento non gliene importava: avrebbe pensato dopo a fare i conti con sé stesso e con la propria coscienza; avrebbe tentato dopo di mettere ordine per l'ennesima volta tra i suoi contraddittori sentimenti. Non aveva tempo per riflettere sul fatto che fino a pochi minuti prima a Bulma non aveva dedicato altro che una vergognosa noncuranza. Doveva occuparsi di altro: doveva ucciderlo. Era davanti a lui, in piedi, che lo fissava con aria perplessa. Alla sua sinistra, seduto sul divano, c'era il maestro Muten che, silenziosamente, seguiva ogni suo movimento. Jirobay, invece, era il più lontano di tutti: accasciato per terra in una posizione tutt'altro che consona per un ospite, in prossimità del frigorifero rimasto aperto. Vegeku continuava a camminare. Ormai il suo bersaglio era a pochissimi centimetri di distanza da lui. Un passo... solo un altro passo e avrebbe spento per sempre quel sorriso patetico sul suo ridicolo volto...
-Ehi! Buonasera a tutti!-
Vegeku ebbe un sussulto. Non poteva... non davanti a lui!
Proseguì il suo incedere verso l'elettrodomestico bianco dal quale Jirobay si era approvvigionato durante l'ultima ora, come se fosse sempre stato quello il suo reale obiettivo. Prese una lattina di birra e sorrise sarcasticamente all'espressione di disappunto rivoltagli dal ragazzo seduto a terra. La aprì e sorseggiò, per poi andare ad occupare il posto libero accanto a Muten.
-Accidenti! Ma c'è una festa qui?-
-Eh...? Ma no Gohan... ci stavamo giusto rinfrescando un po' con della birra... sai, si avvicina l'estate e... unh! Ciao Videl! Non ti avevo vista... ma che bella sorpresa!-
-Buonasera maestro Muten! è da più di un mese che non ci si vede! Come vanno le cose qui sull'isola?-
-Ma sai cara... qui è tutto così monotono! Ormai sono anni che vedo sempre le stesse facce! Tranne Vegeku, ovviamente... ehehehe!!!-
-Ehi maestro... mi sembra un po' nervoso! è successo qualcosa, forse?-
-Ma no, Gohan! Che dici! è che mi avete colto alla sprovvista! Non vi aspettavo e sono rimasto un po'... spiazzato! Ma prego... che fate ancora in piedi? Accomodatevi pure!-
-Grazie!- risposero in coro i due giovani, prendendo posto intorno al tavolo. Nel frattempo, anche Yamcha si era seduto, dopo aver trafugato dal frigo l'ultima birra rimasta.
-Ehi! Maledetto! Ti sei preso l'ultima lattina!-
-E allora? Ne avrai bevute almeno una dozzina da quando siamo arrivati! Fortuna che hai uno stomaco degno della tua enorme mole!-
-Ahahahaha! Spiritoso...-
Tutti i presenti scoppiarono a ridere. Yamcha, ormai, era assolutamente certo del disinteresse di Vegeku nei confronti di Bulma. Non glielo avrebbe mai chiesto esplicitamente, ma ormai sapeva che non ce ne sarebbe stato bisogno. Quel miserabile sayan si era dimostrato totalmente indifferente alla questione, prorpio come si aspettava! Aveva campo libero e sentiva di dover festeggiare.
-Accidenti, Yamcha! Ti vedo piuttosto allegro!-
-Eh già, Gohan... diciamo che è un periodo molto positivo!-
-Mi fa piacere... cos...-
-Come mai siete passati a trovarci, ragazzi?- chiese il maestro Muten nel tentativo piuttosto maldestro di interrompere quella conversazione e di impedire al suo ex allievo di dire cose di cui avrebbe potuto pentirsi.
-In realtà, stavamo andando a cena a Satan City. Ma era ancora presto e abbiamo deciso di fermarci un attimo a salutare!-
-Ah capisco! Una cenetta romantica! Ecco perché siete così ben vestiti!-
Gohan e Videl arrossirono. Anche se la loro relazione, ormai, non era più un segreto per nessuno, non avevano mai ufficializzato la cosa e, di fatto, ancora provavano imbarazzo nel parlarne.
-In realtà, si tratta di una serata organizzata da alcuni compagni di classe per festeggiare la fine dell'anno scolastico.- prescisò la ragazza con il viso ancora paonazzo.
-Ah... ma che peccato... pensavo che sareste stati soli soletti! Ihihihih!!!-
-E dai Muten, smettila! Li metti in imbarazzo... ahahaha!!! Eh... l'amore...-
-Nemmeno tu ti stai regolando, Yamcha!-
-Uffa!!! Stavo scherzando... oggi proprio non ti si può dire niente... eh maestro?-
-Bha... lasciamo perdere... piuttosto, volete da bere? La birra è finita purtroppo, ma credo di avere qualche altra bibita...-
-Ma no, ti ringrazio! Anzi... forse è meglio che andiamo... ci manca solo che arriviamo in ritardo!-
-D'accordo Gohan... comunque, se non siete troppo impegnati, potreste anche passare più spesso! Ultimamente non ti si vede più in giro...- disse il maestro rivolgendosi al sayan.
-Lo so... ehm... scusami... sono un po' impegnato e...-
-Muten, lascialo stare! è un ragazzo! Mica può passare tutte le sue giornate dietro a un vecchio come te!-
-Cosa?!? Io sarei vecchio?!? Ma che dici, Vegeku! Ok... non sarò più un giovanotto... però gli anni che ho me li porto benissimo!-
-Ahahahaha! ma certo! Io però, più che di anni, parlerei di secoli...-
-Ehi... ma che sarcasmo! Stai facendo trapelare tutta la sfacciataggine di Vegeta!-
A quella battuta del maestro, tutti si sciolsero in una fragorosa risata. Gohan e Videl volarono via dopo pochi minuti, seguiti a ruota da Vegeku -al quale nessuno osò chiedere dove stesse andando- e infine da Yamcha. Jirobay rimase sull'isola: era troppo ubriaco per poter tornare da Balzar e, tra l'altro, appena ci fu il silenzio, si addormentò. Il maestro Muten uscì fuori in spiaggia e rimase lì, insieme alla sua Tartaruga, a contemplare il cielo stellato.
-Ho la sensazione che stanotte non tornerà qui a dormire...-
-Lo penso anch'io, cara Tartaruga...-


CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Nottata insonne ***


nottate insonni Ehi! Ciao a tutti ^_^ eccomi di nuovo qui con un altro capitolo! Se non sbaglio eravamo rimasti a Vegeku che, colto di sorpresa dall'improvviso arrivo del figlio, rinuncia al suo proposito di uccidere Yamcha e decide di non trascorrere la nottata sull'isola di Muten. Chissà dove sarà andato... ^_^ Questo capitolo è un po' più lungo degli altri e spero di non annoiarvi! Torno a ringraziare di cuore tutti voi che leggete e seguite, in particolare DBsoly, tsubasa83, SeaLight, Hollie Tower, torcida27, Ytiyj, valemirti, FoSp4 e clicli! Ovviamente sono ben accetti commenti e critiche!!! Buona lettura!!!


Correva. Imprimeva alle proprie gambe tutta la forza necessaria per poter allontanare il suo fragile corpo da quel mostro che la inseguiva digrignando i denti e incattivendo lo sguardo. Era spacciata. Non sarebbe mai riuscita a sfuggire dalle grinfie di quella orribile creatura che aveva già sottratto le vite a suo figlio e ai suoi amici. Era solo questione di tempo, ma sapeva che in pochissimi secondi l'avrebbe raggiunta, mentre l'angusto sentiero all'interno del quale si stava inoltrando sembrava inasprirsi e oscurarsi sempre di più. Il terreno rimbombava sotto i passi lesti ma affaticati della sventurata Bulma e trasmetteva alla donna una sensazione di panico agghiacciante. Cadde. Il mostro era lì davanti a lei che la guardava famelico spalancando la sua disgustosa bocca e stringendo i suoi occhi spaventosi. Si era arresa ormai. Il buio circostante e l'abbandono delle forze l'avevano resa fin troppo vulnerabile. Piangendo, si abbandonava alla cupidigia di quel mostro, che in pochi istanti l'avrebbe trasformata in chissà quale dolciume. E in quell'attimo, quello in cui ebbe il coraggio di alzare lo sguardo verso Majin Bu, scorse sul suo disgustoso volto un fremito di terrore. Il mostro indietreggiava, continuando però a fissare un punto ben definito. Lei, intanto, ne aveva avvertito la presenza. Non riusciva a vederlo ma, chissà come, lo percepiva. Sicuramente era dietro di lei, proprio nel punto esatto in cui cadeva lo sguardo terrorizzato del demone rosa. La rassegnazione cedette immediatamente il posto alla spavalderia: la donna si rialzò e, con fare insolitamente strafottente, prese ad inveire contro l'essere che qualche secondo prima stava per divorarla. In fondo, sapeva benissimo che Majin Bu non avrebbe potuto far niente contro di lui, e anche se lei non riusciva a cogliere la sua presenza attraverso la vista, ne percepiva il mite tepore emanato dal corpo statuario. Il mostro scomparve in un attimo; intorno a lei era rimasto solo il buio di un sentiero impervio. All'improvviso, si sentì sfiorare la guancia: era lui, ma non riusciva ancora a vederlo! Dov'era... dov'era?
-Dove sei, Vegeku?!?- Bulma si alzò di scatto dal letto. senza riacquistare immediatamente la consapevolezza di trovarsi nella sua camera. Era sudata; stringeva tra le mani un lembo del lenzuolo rosso che l'aveva avvolta durante il suo sonno stranamente tormentato. Era diverso tempo, ormai, che non faceva più incubi notturni, anche se, a dire il vero, non riusciva comunque a dormire un granché. Bulma si guardò intorno: tutto sembrava a posto, esattamente come lo aveva lasciato  prima di coricarsi su quell'enorme letto, eppure...
-Ma che cavolo vado a pensare??? Sto davvero impazzendo... altro che donna intrepida e coraggiosa! Tra un po' avrò bisogno di uno psichiatra se non voglio diventare psicopatica!-
A volte, parlare ad alta voce la faceva sentire meno sola. Era un'idea sciocca, e ne era consapevole, ma magari se ci fosse stato davvero qualche maleintenzionato si sarebbe dato alla fuga sentendo con le proprie orecchie che era sveglia. Bulma provava una stranissima sensazione: il tocco che aveva avvertito nel sonno, la mano di Vegeku che le accarezzava la guancia, sembravano fin troppo reali. Con fare sognante, la donna sfiorò con le proprie dita il lato sinistro del viso, nel punto esatto in cui aveva percepito quel piacevole contatto. Sembrava vero. Sperava che fosse vero! Ma l'amara constatazione di essere sola in quell'enorme e vuota stanza sopravvenne in pochi istanti. Stava davvero diventando matta e quell'uomo ormai era al centro di ogni suo pensiero. Non sapeva dove fosse, né se sarebbe mai davvero tornato, ma il fatto che avesse iniziato a tormantarla con la sua inconsistente presenza anche durante le ore notturne la faceva impensierire parecchio e, soprattutto, le recava un lieve sconforto. Possibile che non riuscisse a rassegnarsi alla sua assenza? Possibile che senza volerlo veramente avesse di nuovo iniziato a soffrire? O, forse, non aveva mai smesso... forse. Ma lei lo voleva! E proprio quando girava gli occhi verso lo spazio vuoto lasciato sul suo letto, si rendeva conto che non avrebbe retto a lungo senza di lui. Vegeku era un abominio. Voleva convincersi di questo. Doveva convincersi di questo! Era un essere contro natura, nato grazie ai misteriosi poteri di quei due aggeggi infernali che in quel momento giacevano sul comodino accanto al suo letto. Volse lo sguardo verso gli orecchini di Kibithoshin... come accidenti li aveva chiamati? Ah, sì... Potara!... Maledetti, dannatissimi Potara!!! Le avevano portato via l'affetto e la presenza dell'unico uomo che avesse amato davvero con tutta sé stessa, incondizionatamente, senza preoccuparsi di chi fosse realmente e del suo discutibilissimo passato. Li osservava e si deprimeva: il suo geniale intuito di scienziata non poetva niente contro quegli oggetti di natura divina! Erano settimane ormai che buttava via il suo tempo dietro quegli stupidissimi orecchini ma non era riuscita a venire a capo di nulla. Nulla. Nulla... La donna si sdraiò nuovamente portando lo sguardo verso il soffitto bianco, i cui angoli erano appena visibili grazie al chiarore di luna. Continuava a pensare a lui. Si sforzava con ogni mezzo pur di riuscire a detestarlo, ma ogni tentativo cadeva miseramente sotto i martorianti colpi inflitti dalla nostalgia. Era profondamente sbagliato non riuscire a buttarsi quel passato alle spalle e il solo fatto di necessitare della presenza di Vegeku aveva, secondo la sua razionalità, un che di perverso. Ma non riusciva proprio a seguire i consigli di Yamcha: nonostante lui la tormentasse da alcuni giorni e cercasse in tutti i modi di farle capire che ormai suo marito era scomparso nel nulla, lei non riusciva a farsene una ragione e nella parte più recondita della propria anima sperava che Vegeku conservasse ancora quel che del principe l'aveva fatta perdutamente innamorare. Ah... Yamcha! Se lei avesse avuto ancora sedici anni, sarebbe caduta di nuovo ai suoi piedi, vista la corte spietata che le stava facendo ultimamente. Ma le cose erano cambiate... Bulma non era più una ragazzina, e, anche se le parole dolci e confortanti del suo ex fidanzato avevano il potere di intontirla, quell'effetto era totalmente passeggero: le bastava un attimo per tornare con la mente a...
DRIIIIN DRIIIIN
Bulma sobbalzò... prese il cellulare di scatto e...
-Yamcha? Ma che cavolo vuole a quest'ora!?!- un po' innervosita, si decise comunque a rispondere. Fortuna che era già sveglia, altrimenti lo avrebbe seppellito di insulti.
-Ehi Yamcha! Che vuoi?-
-Bulma... stai bene?-
La donna rimase basita, scattò dal letto per mettersi seduta sul bordo del materasso.
-Certamente! Perché scusa? è successo qualcosa?-
Yamcha si rincuorò, almeno in parte. Da quando aveva lasciato l'isola del Maestro Muten, la sua mente aveva continuato a divagare tra l'improvviso riavvicinamento a Bulma e la reazione indifferente di Vegeku dopo aver appreso la notizia. Se lo aspettava, in fondo. Anzi, probabilmente era stato stupido persino a dubitarne! Ovviamente, quando se l'era trovato davanti mentre "puntualizzava" la mancata veridicità di certe affermazioni da parte sua, Yamcha aveva temuto il peggio. Ma fu solo un attimo. Il suo sguardo metteva bene in mostra il disinteresse che provava riguardo la questione e, addirittura, non aveva nemmeno portato avanti il discorso. Tornato finalmente a casa, lo speranzoso Yamcha si era concesso un bel bagno caldo e una sana bevuta. Era solo, ma rideva sotto i baffi pensando che molto presto avrebbe brindato tra le mura della Capsule Corporation insieme a Bulma. Felice e soddisfatto per essersi definitivamente tolto di mezzo il problema "Vegeku", andò a letto molto tardi. Erano già quasi le quattro e mezza e, a causa dell'euforia, faticava non poco a prendere sonno. Pensava e ripensava. La sua mente tornava sempre a Bulma, al suo sorriso accecante, alla sua pelle candida, alla sua testardaggine e alla sua ingegnosità. Non l'aveva mai dimenticata. Mai! Aveva sempre sperato che prima o poi quel bastardo di Vegeta si togliesse definitivamente di mezzo. In fondo, lui non l'amava, ne era convinto! Si era solo approfittato di lei e della sua brillante genialità per poter realizzare il sogno di diventare un Super Sayan... aveva ammirato l'avvenenza e goduto delle forme perfette di colei che Yamcha aveva sempre considerato la sua donna. Ma ora, finalmente, tornava davvero ad essere SUA! Vegeta non c'era più, a Vegeku non importava niente e...
-Oh cavolo!!!- Yamcha sobbalzò. Improvvisamente qualcosa si insinuò nella sua mente... un dubbio... uno stupidissimo dubbio, ma...
-No... non può essere...- il ragazzo si guardava intorno. Era ancora buio pesto, un buio attenuato leggermente solo dal chiarore di luna. Il pensiero tornò alla serata appena trascorsa: Gohan e Videl erano andati via e, subito dopo, anche Vegeku si era dileguato... ma dove accidenti era andato? Era già tardi ormai, e lui passava le nottate sull'isola di Muten... era suo ospite fisso da quando aveva fatto ritorno sulla Terra! Perché diamine quella dannatissima sera si era alzato in volo? Dove era diretto?
-Maledetto bastardo!- Yamcha, ormai, imprecava ad alta voce: e se fosse stata una finta? E se quell'atteggiamento apparentemente menefreghista fosse stato ostentato col solo scopo di trarlo in inganno? Possibile che avesse cercato di fargli credere di non provare niente per Bulma in modo da fargli abbassare la guardia? E se dopo la sua sosta da Muten fosse andato proprio da lei? Non ci pensò due volte... doveva accertarsi che Bulma fosse sola e che quel lurido sayan non l'avesse toccata...
-Ehi Yamcha! Ma che ti prende? Mi senti?-
-Sì... sì! Certo... mi fa piacere che sia tutto a posto!-
-Ma che diavolo sta succedendo?!?- la ragazza, per ovvi motivi, iniziava a preoccuparsi. Era ancora buio pesto e Yamcha l'aveva chiamata per sapere se stesse bene... ovvio che nascondesse qualcosa!
-Niente... stai tranquilla... ero un po'... preoccupato! Ma è tutto ok! Ora che ti ho sentita mi sento leggermente sollevato!-
-Scusa, ma cosa credevi che mi fosse capitato?!?-
-Bè ecco... dai, è una sciocchezza! Anzi... scusami se ti ho disturbata a quest'ora!-
-Eh no, caro mio! Ora mi spieghi che ti è passato per la testa!-
Yamcha era un po' titubante. Esattamente non sapeva come porre la questione, anche se questa avrebbe potuto volgere a suo favore. Se Bulma avesse saputo che quel sayan si era dimostrato totalmente indifferente al fatto che si fossero riavvicinati, sicuramente non l'avrebbe presa bene, e forse avrebbe cercato di dimenticarlo più in fretta! Ma dopo tutto, chi poteva assicurargli che Bulma fosse sola in quella stanza? O che comunque Vegeku non fosse passato da lei?
-Per caso è venuto qualcuno a trovarti?- chiese l'uomo con tono sospettoso.
-No... assolutamente! Ho dato ordine a mio padre di dire a chiunque avesse voluto incontrarmi che non ero in casa... ma perché me lo chiedi? Chi sarebbe dovuto venire?-
Yamcha sembrava essersi tranquillizzato quasi del tutto. Nonostante però le parole di Bulma smentissero i propri timori, continuava a non essere certo di potersi fidare totalmente di lei. Era una donna estremamente furba! Avrebbe potuto mentirgli... e lui non sarebbe mai riuscito a smascherarla attraverso una telefonata...
-Ascolta Bulma... non innervosirti, ok? è una faccenda un po' complicata da raccontare... e poi, te l'ho già detto! si tratta di una sciocchezza...-
-Dimmi immediatamente che diavolo sta succedendo!!!-
-Non mi pare il caso di parlarne adesso... facciamo così! In mattinata passerò alla Capsule Corporation, così, mentre tuo padre metterà a punto la mia nuovissima motocicletta volante, noi due potremo parlare tranquillamente di questa storia... ovviamente, di' al signor Brief di farmi entrare! Mica posso sfondare la porta di casa tua!- il ragazzo pronunciò l'ultima frase con tono ironico, sperando di essere riuscito a calmare Bulma.
-Perché non me lo dici adesso?-
-Perché è ancora notte! E poi... forse è meglio parlarne a quattr'occhi...-
-Questa faccenda non mi convince...-
-Senti... torna a dormire! Tra qualche ora sarò lì da te e ne parleremo!-
-Mi sembravi molto preoccupato quando mi hai chiamata...-
-è vero... ma ora che so che stai bene, sono molto più tranquillo! Ti spiegherò tutto di persona... Buonanotte!-
-Ehi! No... non riattacc... uff! Troppo tardi... Ci mancava solo questa!-

Vegeku aveva trascorso diverse ore volando a tutta velocità attorno al pianeta: voleva liberarsi di tutta la tensione accumulata durante la serata per potersi dirigere tranquillamente verso la propria meta. Senza nemmeno rendersene conto, si era ritrovato ad agire privo del benché minimo freno razionale. Il fatto che non si fosse accorto dell'imminente arrivo di Gohan e Videl mentre, ancora in preda alla collera, bramava di squartare vivo Yamcha, significava che il lato più riflessivo del proprio cervello era totalmente in balìa dell'istinto. Per lui che riusciva a captare anche le presenze più insignificanti, era davvero anomalo non riuscire a percepire la potente aura sprigionata dal figlio, mentre, ancora in volo, lo stava raggiungendo sull'isola. Fu nel momento in cui i suoi amici chiacchieravano allegramente tra loro che il guerriro capì che fosse giunto il momento di fare i conti con sé stesso: era inutile stare lì senza far niente! Doveva andarsene! In parte per soffocare quel pericoloso istinto omicida che poco prima avrebbe potuto spingerlo ad assassinare Yamcha; in parte per vedere con i propri occhi cosa davvero stesso succedendo e come se la stessero passando le "sue" donne senza di lui. Innanzitutto, si diresse verso la Capsule Corporation. Varcò senza problemi le possenti mura della struttura beffando quei sofisticatissimi sistemi di allarme il cui meccanismo di funzionamento era dettagliatamente conosciuto da Vegeta. In un attimo raggiunse il balcone su cui si affacciava la camera di Bulma: dormiva, ma il suo sonno appariva alquanto tormentato. La osservò diversi minuti: soltanto un leggerissimo lenzuolo rosso avvolgeva la sua figura... quel lenzuolo!!!... uff... giaceva distesa sul fianco destro, agitandosi nervosamente. Riusciva a vederla di spalle e a scorgere la delicata biancheria intima color avorio che indossava. La conosceva bene, e sapeva che, quando quella donna si agitava così, stava facendo un incubo. Ricordava perfettamente che all'arrivo di Vegeta alla Capsule Corporation, uno degli incubi peggiori della donna era proprio il suo futuro marito! Un sorriso malizioso e impercettibile solcò il volto del sayan che osservava la donna attraverso la finestra. Ma in fondo... perché non entrare? I suoi movimenti erano delicatissimi e se anche lei si fosse accorta della presenza di qualcuno, lui si sarebbe volatilizzato ancor prima che il dubbio si concretizzasse in certezza. Si teletrasportò all'interno della camera. Tutto era rimasto esattamente come ricordava Vegeta! La sua attenzione, però, fu catturata immediatamente dai due oggetti poggiati sul comodino accanto a Bulma. Ah... quella donna! Sicuramente si era fatta prestare gli orecchini da Kibithoshin per poterli studiare! Già... almeno sperava! Non è che magari avesse avuto intenzione di... ma no!!! Si voltò verso di lei; sembrava che l'incubo che la tormentava qualche attimo prima avesse lasciato il posto ad un bel sogno. Era un piacere vederla così rilassata: il volto tranquillo e sereno che mostrava durante il sonno notturno aveva sempre avuto il potere di ammaliare il principe dei sayan... e quell'essere era profondamente radicato in lui... quanto lo era! Si avvicinò alla splendida donna che giaceva dormiente avvolta da quel setoso drappo rosso del quale stringeva con delicatezza un lembo. Le sorrise, cercando di soffocare i pensieri più impuri che pian piano si stavano moltiplicando nella sua mente. Sospirò, e con estrema delicatezza poggiò la propria mano  sulla candida guancia della donna. Ma in un attimo riprese ad agitarsi: ancora preda di chissà quale strano sogno, invocò il suo nome, quasi avesse percepito quella carezza:
-Dove sei, Vegeku?- Nell'istante immediatamente successivo, quello in cui ella spalancò i suoi meravigliosi occhi azzurri, il sayan si era già teletrasportato a diverse miglia di distanza dalla Capsule Corporation. Per poco non si faceva beccare! Cavolo... se si fosse accorta di lui, avrebbe dovuto difendersi anche dall'accusa di essere un maniaco, oltre che un menefreghista! Ma in fondo poteva dirsi parzialmente soddisfatto: quella donna ancora pensava a lui! Erano quasi le quattro e mezza del mattino... chissà cosa diavolo stava facendo Chichi! In un attimo, iniziò a volare a tutta velocità, dirigendosi verso la casa in cui un tempo viveva Goku insieme alla sua famiglia. Ci mise una decina di minuti per arrivare. Certo, per la velocità a cui era abituato, quella sembrò una lenta passeggiata, ma per i canoni di un qualunque terrestre sarebbe apparso come un tempo record. Appena arrivato, notò che la luce della cucina era accesa. Possibile che ci fosse qualcuno già sveglio? Si avvicinò cautamemente e, attraverso la finestra, scorse la moglie di Goku intenta a cucinare... a quell'ora? Strano...  la donna aveva un'espressione piuttosto crucciata e sembrava persa in chissà quali pensieri. Un lieve senso di colpa, per la prima volta, intaccò timidamente l'animo del sayan, che ovviamente non poteva non tornare a pensare a quell'unico scontro verbale tra lui e la furente Chichi. Ma qualcosa nel suo volto  sembrava essere mutato: la cieca rabbia che l'aveva colpita quel famoso giorno doveva aver lasciato il posto ad altri sentimenti... rassegnazione? Odio? Non avrebbe saputo dirlo con certezza, d'altra parte non riusciva nemmeno bene a scorgere il suo viso. Certo che Goku l'aveva trattata davvero male! Insomma, le voleva bene, sì... ma il comportamento che aveva sempre tenuto nei suoi confronti era a dir poco vergognoso! D'accordo che la priorità di un qualunque sayan non è mai stata la famiglia, ma era assurdo che Goku, cresciuto sulla Terra e allevato secondo le abitudini umane, avesse compiuto ingenuamente delle scelte che a lungo andare avrebbero palesato un atteggiamento ben più egoistico di quello messo in mostra da Vegeta nei confronti di Bulma! Non che il principe si fosse calato fin da subito nel ruolo di "marito perfetto", ma almeno, ad un certo punto della sua tormentata esistenza, aveva fatto mente locale e messo da parte l'orgoglio per il bene del figlio. Improvvisamente, Chichi si girò verso di lui, che in un attimo già si era alzato in volo. Si avvicinò alla finestra con aria sospettosa. Guardò fuori... cavolo! Possibile che anche lei avesse "percepito" la sua presenza? Quelle due donne sembravano captare i suoi movimenti meglio di come ci riuscisse Majin Bu! La porta della cucina si aprì dietro di lei, attirando la sua attenzione.
-Ehi Chichi... che ci fai in piedi a quest'ora?-
-Potrei chiederti la stessa cosa, papà...-
Vegeku si riavvicinò alla finestra, incuriosito da quel dialogo.
-Bè... ecco... io...-
-Volevi preparare la colazione a Gohan... bè, come vedi ti ho battuto sul tempo!-
-Già...- l'uomo mostrava un evidente imbarazzo, che non sfuggì agli occhi indagatori del sayan.
-Credevi davvero che non mi fossi mai accorta di niente?-
-Vedi Chichi... io pensavo... cioè, io e Gohan...-
-è già da parecchio tempo che sono al corrente di questa storia... lo so che Gohan si alza prima dell'alba per andare da Vegeku, e so anche che tu hai la premura di preparargli la colazione tutte le mattine, prima che lui si alzi!-
Accidenti a Chichi, stavolta era riuscita a sorprenderlo! Vegeku sapeva che quella donna non era affatto stupida: era esigente, forse troppo, un po' ossessiva e a volte petulante, ma non c'era niente al mondo che per lei venisse prima della felicità dei suoi figli. Nonostante non avesse condotto una vita particolarmente agiata, si era sempre impegnata al massimo per non far mancare niente a quei due ragazzi che erano l'unica fonte di soddisfazione della sua precaria esistenza. Precaria... e gran parte della responsabilità di questo era di Goku.
-Dav... davvero? Io pensavo che tu non ci avessi mai fatto caso!-
-E invece ti sbagliavi! Torna a dormire, papà... tanto qui è tutto pronto... anzi... mi rimetto a letto anch'io!-
I due uscirono dalla cucina dopo aver spento la luce. Dopo appena cinque minuti, Gohan arrivò, divorò tutte le pietanze che sua madre gli aveva fatto trovare sul tavolo a sua insaputa e uscì di casa spiccando il volo. Si sollevò di appena qualche metro, finché non si trovò di fronte Vegeku.
-Ehi, papà! Ma che ci fai qui?!?- le parole di Gohan, evidentemente stupito da quella presenza inaspettata, giunsero all'orecchio di sua madre. Se fosse stata addormentata, probabilmente non lo avrebbe sentito, ma, in realtà, era sveglia da un bel pezzo e aveva avvertito la voce del figlio, pur senza capire di preciso cosa avesse detto. Si rialzò dal letto, si affacciò alla finestra e sollevò lo sguardo in direzione di Gohan.
-Gohan! Ma si può saper...- Non riuscì a terminare la frase: i suoi occhi, inevitabilmente, si posarono sulla figura che sostava in aria accanto al ragazzo.


CONTINUA...    

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Confessioni e rinunce ***


confessioni e rinunce E finalmente sono riuscita a postare anche questo capitolo! Devo ammettere che ci ho messo un po' di tempo per buttarlo giù, anche se sono riuscita ad approfittare egregiamenti dei noiosissimi viaggi in treno che ogni tanto sono costretta a effettuare (controvoglia -.-'')... detto questo, passiamo alle cose serie! Siamo giunti a una piccola grande svolta! Chichi si è accorta di Vegeku che sta fluttuando sopra casa sua e... vaaaaabbèèèèè... leggete e scoprirete!!! Ringrazio di nuovo tutti voi di cuore... siete fantastici ^_^


Avrebbe potuto teletrasportarsi in qualunque sperdutissimo luogo di tutto quell'immenso universo di cui, se solo avesse voluto, sarebbe già stato il padrone indiscusso. Avrebbe potuto, certo. Ma un timido barlume di coscienza che gli aveva illuminato l'animo, impedì a quelle dita di poggiarsi sulla fronte. Perché scappare? Perché continuare a negarsi? La situazione negli ultimi tempi gli era pericolosamente sfuggita di mano e non avrebbe potuto accusare nessun altro, se non il proprio malcelato disinteresse. Senza preoccuparsene minimamente, aveva fatto soffrire le persone più care e importanti per Goku e Vegeta. Aveva condotto nel baratro della disperazione le donne che sempre si erano prodigate per rendere le vite dei loro uomini meno fredde e tormentate possibile. E la cosa peggiore era che, sicuramente, lo stato d'animo di Bulma e Chichi doveva avere delle ripercussioni anche sui figli: perché Gohan non gli aveva mai detto che sua madre non era a conoscenza delle sue uscite mattutine? Ovviamente, Vegeku immaginava che Chichi non ne sapesse niente, eppure non si era mai soffermato a riflettere sul perché di questo silenzio da parte di suo figlio. Ma, evidentemente, era davvero giunto il momento di scaraventare fuori dal proprio ego tutta quella maledetta omertà che aveva reso il guerriero più brillante e geniale di tutti i tempi un patetico, miserabile vigliacco. Non sapeva esattamente cosa avrebbe dovuto dire a Chichi, né tantomeno se lei sarebbe stata di nuovo disposta ad ascoltarlo. Quella donna avrebbe anche potuto iterare la sceneggiata che li aveva visti coinvolti durante la loro ultima conversazione. E, se così fosse avvenuto, nemmeno avrebbe potuto accusarla di essere una pazza isterica: era stato lui, con il suo atteggiamento menefreghista e la sua irritante calma, a condurla verso una furia cieca e incontrollata. Era arrabbiata con Goku, che per l'ennesima volta l'aveva abbandonata a sé stessa con dei figli da crescere ed educare, ma lui non si era minimamente preoccupato di farle capire che suo marito era ancora vivo dentro di lui. Non gliene era importato niente! E, purtroppo, era la verità... finché, poi, la consapevolezza del male che le aveva procurato non era riuscita a risvegliare da un profondo stato di catalessi la sua infima coscienza.
-Cosa ci fai qui?- lasciato da parte lo stupore, Chichi tornò ad essere padrona della propria mente. Nell'attimo in cui si era resa conto di chi fosse l'essere che fluttuava di fronte al suo primogenito, aveva avuto la tentazione di imprecare contro la sua persona. Riuscì a controllarsi. Già troppe volte, negli ultimi tempi, aveva dato spettacolo mostrando il lato peggiore del proprio carattere, e, di fatto, non aveva mai risolto niente! Era ancora buio, mancava poco alle cinque del mattino, Goten stava ancora dormendo e Gyuma non si era accorto di niente. Non poteva cedere di nuovo alla collera... non stavolta!
-In realtà ero venuto incontro a Gohan, dato che dovevamo andare ad allenarci da qualche parte. Ma visto che sei sveglia...-
Vegeku lasciò il discorso in sospeso. Scese a terra e con passo deciso si avvicinò alla finestra che lo divideva dalla moglie di Goku. La donna sembrava visibilmente incredula, e anche abbastanza a disagio: era stata colta di sorpresa! Dopo intere settimane passate vanamente ad aspettare che quel sayan si facesse vivo, all'improvviso se l'era trovato davanti, proprio quando ormai si era rassegnata al fatto  che non l'avrebbe mai cercata. Anche Gohan atterrò, ma rimase in posizione arretrata rispetto al padre, che, con una naturalezza tale da sembrare quasi provocatoria agli occhi di Chichi, si era prima accostato alla finestra, per poi posare le braccia sul piccolo piano d'appoggio lasciato libero dalle ante a vetro spalancate.
-...visto che sei sveglia, volevo approfittarne per parlare... sempre che tu ne abbia voglia, ovviamente!-
Chichi lo guardava esterrefatta. Maledetto sayan! Ma perché non riusciva a cogliere nel suo volto alcunché di contraddittorio? Era serio... fin troppo! Eppure non sembrava né ansioso, né agitato, né preoccupato, né strafottente, né bugiardo... niente di niente! Non riusciva a capirlo. A Goku si leggeva tutto in faccia... ma in fondo non aveva davanti agli occhi il ragazzo che tanti anni prima le aveva rubato il cuore! Era un'altra persona, e doveva abituarsi all'idea.
-Se devo essere sincera, mi hai colta alla sprovvista!-
-Lo so...-
La donna chiuse gli occhi un istante, poi, inaspettatamente, dopo aver fatto cenno a Vegeku di allontanare le braccia, scavalcò la finestra, trovandosi a pochissimi centimetri di distanza dal sayan. Sapeva di non riuscire a celare del tutto il rancore che provava, ma si impose di non inveire contro di lui. In fondo era ciò che voleva! Finalmente si era degnato di farsi vedere.
-Gohan, torna dentro!-
-Cosa?!? Ehm... sì mamma...- il ragazzo decise che era meglio non mettersi in mezzo alla questione, sperava soltanto che i suoi genitori riuscissero a mantenere un certo contegno. Ricordava fin troppo bene quanto avvenuto al palazzo del Supremo... rientrò in casa, non senza però aver rivolto ad entrambi uno sguardo supplichevole.
-Allontaniamoci da qui, non vorrei che Goten si svegliasse...- disse Chichi avanzanzando a passo lento ma deciso verso la radura. Vegeku la seguì senza proferire parola. Quel silenzio, fin troppo assordante, rimbombava rumorosamente nella testa della donna. Ma non voleva cedere! Nemmeno mentre la consapevolezza di essere completamente sola con quel sayan in cui era racchiuso Goku le stava facendo impercettibilmente tremare le membra. Si fermò ai piedi di un enorme albero secolare: non era lo stesso sotto il quale Goku e Chichi si erano concessi, nei giorni felici, momenti ricchi di passionale intimità. Ovviamente, la donna lo aveva fatto di proposito: voleva evitare a tutti i costi di tornare con la mente a quegli indelebili istanti. Vegeku lo capì, e in cuor suo le fu grato di non averlo provocato... la situazione era già abbastanza complessa!
La donna si voltò verso di lui.
-Allora, cosa devi dirmi?-
-Innanzitutto devo chiederti scusa, e stavolta non è solo una frase di circostanza...-
-Quindi ammetti che l'altra volta mi stavi prendendo in giro?-
-No. Ma effettivamente non mi ero reso conto del male che ti avevo fatto... che Goku ti aveva fatto...-
La donna sospirò, guardando il sayan con occhi sempre più torvi.
-E adesso cosa è cambiato?-
-Probabilmente niente. Ma detesto me stesso per essermi comportato da vero vigliacco, ed è giusto che ti dica per filo e per segno quello che penso e che provo nei confronti tuoi e di tutte le altre persone che hanno segnato la vita di Goku e Vegeta.-
Chichi ebbe un sussulto. Per quanto Vegeku fosse stato decisamente cauto nel dichiarare le proprie intenzioni, lei aveva capito perfettamente dove volesse andare a parare. Le persone che avevano segnato la vita di Goku e Vegeta... davvero abile da parte sua quel modo di introdurre la questione! Gli sorrise, quasi con sarcasmo. Ormai era solo curiosa di attendere quanto tempo avrebbe fatto ancora passare prima di parlare di Bulma. In fondo, era lei l'UNICA persona che contasse qualcosa per il principe dei sayan, oltre a suo figlio, naturalmente, e le parole così discrete uscite fuori dalla bocca dell'uomo che le stava davanti non potevano che alludere a lei.
-Sono pronta ad ascoltarti... comincia pure! Ma risparmiami per favore le spiegazioni sul perché Goku e Vegeta  abbiano deciso di fare la fusione! So già cosa mi diresti e non intendo tornare più su questa storia... vai al sodo senza inutili giri di parole!-
-E va bene... allora comincio col dire che le famiglie di quei sayan erano davvero l'ultimo dei miei pensieri...-
Chichi lo guardò attonita.
-Chissà cosa c'era di così importante da occupare la tua testa! Bè... vai avanti...-
-Non me ne importava assolutamente niente... né di te, né dei nostri figli, né di Trunks e Bulma... tutto ciò che riguardava le precedenti vite dei due sayan che mi hanno generato, non avevano alcun significato per me...-
-Grazie per aver parzialmente confermato i miei sospetti. Ma ora smettila di dire sciocchezze, per favore! Se stai cercando di mettere alla prova la mia pazienza, sappi che stavolta non sarà facile per te riuscire a farmi perdere le staffe!-
Il sayan mostrò un ghigno abbastanza divertito.
-Credi che io stia mentendo?-
-Penso proprio di sì...-
L'uomo distolse lo sguardo da lei e andò ad appoggiarsi con la schiena al fusto dell'enorme albero.
-Invece ti sbagli...-
-Ma piantala! A chi vorresti darla a bere? Lo so che...-
-Vuoi ascoltarmi, per favore?-
Il tono con cui il sayan la inturruppe e si rivolse a lei la fece sobbalzare. Sembrava davvero spazientito, anche se la sua espressione non era affatto mutata. Intanto, la donna faticava sempre di più a mantenere quel po' di contegno così faticosamente ostentato.
-D'accordo... su! Parla...-
-Tu non hai la più pallida idea di cosa passi per la testa di un guerriero sayan. Goku non te l'ha mai detto espressamente... non ne avete mai parlato! Molte volte si è comportato nei confronti della sua famiglia come un vile e un irresponsabile, scatenando, giustamente, le tue ire. Ma non lo faceva di proposito... seguiva il suo istinto! E, credimi, domare l'istinto è in assoluto una delle cose più difficili per quelli della mia razza!-
-Perfetto! E con questo? Goku era forte abbastanza da rifiutare di sposarmi, se non era questo il suo desiderio...-
-Non c'entra niente... tuo marito amava la sua famiglia, e ovviamente amava anche te. Ma non avrebbe mai rinunciato a combattere per niente al mondo... sarebbe stato contro natura!-
-Ho capito... e su questo direi che sei stato abbastanza chiaro... ma cosa intendi dire col fatto che a TE non sarebbe importato niente delle TUE famiglie?-
-è semplice... io non sono né Goku né Vegeta, ma un guerriero sayan nato dalla fusione dei loro spiriti e dei loro corpi. Appena sono tornato sulla Terra, nella mia testa c'era la confusione più totale. Sapevo, dentro di me, quanto fosse sbagliato quel disinteresse che nutrivo verso di voi, ma non riuscivo a estirparlo! Non eravate la mia priorità... Ammetto di essermi preoccupato per Trunks e Goten quando sono scappati e di aver apprezzato il tentativo di Gohan di parlare con me al palazzo di Dende, ma ciò non aveva nulla a che fare coi sentimenti che un padre nutre nei confronti dei figli.-
-Sei un verme schifoso!-
La donna, ormai sull'orlo di una crisi di pianto, voltò le spalle a Vegeku e fece per andarsene, ma quest'ultimo la trattenne per un braccio.
-Per favore Chichi... non ho ancora finito!-
-Hai già detto abbastanza, per quel che mi riguarda...-
Il sayan non badò alle parole della moglie di Goku, e nemmeno alle lacrime che iniziavano a rigarle il viso. Sempre tenendola per un braccio, senza poterla guardare dritta negli occhi, continuò il discorso da dove lo aveva interrotto.
-Gohan ha pensato bene di cercarmi. Mentirei se dicessi che il suo gesto mi è stato indifferente... mi ha fatto piacere! L'ho apprezzato... all'inizio lo reputavo più che altro un valido avversario con cui potermi esercitare... non gliel'ho mai detto, ovviamente, ma ho ragione di credere che l'avesse capito. Col passare del tempo, mi sono reso conto di volergli bene... forse perché era simile a me in quanto mezzo sayan, o forse, semplicemente, perché la nebbia che avvolgeva la mia mente si stava lentamente dissolvendo. A quel punto, ho capito che era giunto il momento di farmi avanti anche con Goten e Trunks. Probabilmente, l'affetto di tutti e tre mi ha aiutato a fare chiarezza. All'inizio è stata dura fingere di reputarli miei figli, ma adesso non ho più bisogno di mentire: li considero davvero una parte di me!-
-Mi fa piacere che tu abbia avuto la meglio sulle tue turbe psichiche, ma, per quel che mi riguarda, la conversazione si è protratta anche troppo!-
La donna fece cenno al sayan di liberarle il braccio ma quest'ultimo la ignorò.
-Poi c'eravate tu e Bulma...-
-Che ovviamente valevamo ancora meno della tua prole...-
-Esattamente...-
-Non pensavo che potessi essere dotato di una simile sfacciataggine!-
Il sayan rivolse alla donna un sorrisetto quasi compiaciuto... Chichi era ancora in grado, come un tempo, di tenere testa all'uomo più forte del mondo!
-Sai... in realtà la cosa mi stupiva abbastanza. Razionalmente, avrei creduto di dovervi tenere molto di più in considerazione, invece mi sono ritrovato a dimenticarmi quasi completamente di voi. Ogni tanto pensavo che avrei dovuto cercarvi, ma la cosa in fondo non aveva grande importanza...-
-Wow! Cominci davvero a farmi schifo!...-
-Questo finché non mi sono reso conto che il fatto di potervi perdere mi avrebbe condotto ad uno stato di pura follia...-
La donna fissò incredula Vegeku, quasi facesse fatica a comprendere il senso di quelle parole.
-Tu sei già folle, caro mio!-
-No, direi che ti sbagli...-
-Per favore lasciami!-
L'uomo allentò la presa dal braccio della donna fino a liberarla.
-Più passa il tempo e più i sentimenti di Goku e di Vegeta si fanno strada nel mio animo... è una condizione a cui non posso oppormi, lo capisci?-
-Certo che capisco! Ma cosa posso farci io? Vuoi forse che ti aiuti a fare la conta? O che magari ti presti una monetina? Tanto è questo che stai cercando di dirmi, giusto? Non sai come fare a scegliere tra me e lei senza far soffrire l'altra... anzi, direi più che altro te stesso! Sai, in un certo senso mi fai pena... per colpa di quei due perfetti imbecilli che ti hanno generato, ora sei costretto a risolvere delle questioni familiari che, come hai candidamente ammesso tu stesso, nemmeno ti interessano minimamente! Bè... lascia che ti dica una cosa... magari ti aiuterà a prendere la decisione più giusta...-
L'uomo, improvvisamente, cambiò espressione. Evidentemente, Chichi in quelle ultime settimane doveva aver riflettuto molto più di lui sulla situazione che si era venuta a creare e, con ogni probabilità, si anche preparata psicologicamente a dover ascoltare certe parole.
-D'accordo. Ora tocca a te... parla pure...-
-Ci ho pensato molto... ho pensato a te, a Goku, alla mia vita matrimoniale e ai miei figli... ho pensato alla felicità della mia famiglia... per quanto la cosa inizialmente mi dasse un enorme fastidio, ho dovuto accettare il fatto che Gohan e Goten ti adorassero, anche se non sei effettivamente loro padre... o forse sì... comuqnue, questo è un discorso a parte!... Il punto è che non posso assolutamente escluderti dalla mia vita... ne farai sempre parte, perché in te c'è Goku e i miei figli hanno bisogno di lui! Pazienza se dentro hai ancora un po' di confusione... mi auguro soltanto che, come hai affermato, si sia veramente dissolta, ma, se così non fosse, sono sicura che riuscirai a fingere benissimo, almeno con loro.-
-Te l'ho detto... per quanto riguarda i ragazzi le cose sono cambiate...-
-Lo spero... ma comunque io non posso intervenire più di tanto nella questione... piuttosto, forse è il caso che ti dica cosa mi aspetto io da te...-
Vegeku sospirò. Era arrivato il momento più delicato della conversazione.
-Dimmi tutto...-
-Come sai, io non ho mai nutrito alcuna stima nei confronti di Vegeta. Lo so che negli ultimi tempi è cambiato rispetto a quando era un sanguinario assassino, ma rimane il fatto che non mi ha mai ispirato fiducia, anzi... forse ho addirittura continuato a detestarlo, nonostante il suo miglioramento. E poi c'è da dire che Goku mi ha fatto lentamente abituare alla sua perenne assenza...-
-Dove vuoi arrivare?-
-Io sono sempre stata profondamente innamorata di Goku... è, e rimarrà sempre, il SOLO e unico uomo della mia vita! Anche se mi ha fatto soffrire, e il più delle volte ha sacrificato la mia felicità per il bene di questo maledettissimo pianeta, non posso negare il fatto che in quei pochi momenti in cui siamo stati insieme sotto lo stesso tetto, io abbia passato il periodo più bello della mia vita! Il punto è questo... tu non sei Goku. Gli assomigli fisicamente, ma sei un'altra persona! Ciò che di lui si conserva ancora nel tuo animo, non è sufficiente perché io possa considerarti mio marito e amarti come amavo lui. Probabilmente non avresti mai deciso di trascorrere il resto della tua vita con me. So quanto Vegeta fosse legato a Bulma, e lo si capisce dal fatto che per lei ha rinunciato ai suoi folli progetti di onnipotenza. Razionalmente, mi aspetterei che, una volta messo ordine nel tuo cervello, tu decidessi di andare da lei, visto che può offrirti, anche materialmente, molto più di quello che posso darti io. Ma se davvero tu nutrissi qualche dubbio in proposito, anche se non fossi del tutto certo di amare lei più di me, sappi che comunque io non ti vorrei al mio fianco come compagno. Non potrei accettare il tuo essere così evasivo e indifferente. Forse anche Goku, dentro di sé, non dava alla sua famiglia la stessa importanza che gli do io, però era una persona di infinita bontà d'animo e di estrema gentilezza. Adoravo la sua ingenuità, così nobile e sconcertante, ma in te del suo mite temperamento è rimasto ben poco, e del suo candore proprio niente. Non so se sia solo un'impressione questa, ma temo che ci vorrà davvero molto tempo prima che tu riesca a crearti una personalità completamente indipendente rispetto a Goku e Vegeta. Forse ti tormenteranno in eterno, e questo mi dispiace. Ma, per quel che mi riguarda, non potrei sopportare di convivere insieme ai tuoi dissidi interiori...-
Vegeku, per un lunghissimo istante, chiuse gli occhi. Tutto si sarebbe aspettato da lei: accuse, urla, risentimento, forse pure qualche schiaffo... ma di certo non immaginava di dover ascoltare simili parole! Il fatto che si fosse abituata all'assenza di Goku e che non nutrisse molta simpatia per Vegeta poteva davvero essere sufficiente a spiegare la sua rinuncia a lui? Non poteva essere così semplice... lei sapeva che una parte di Goku era ancora viva! Possibile che si fosse già rassegnata al fatto di non poterlo avere più accanto?
-Goku e Vegeta non mi abbandoneranno mai, su questo non c'è alcun dubbio. La personalità dell'uno tenterà sempre di sopraffare l'altra... questo stato di cose durerà in eterno.-
-Visto che tu stesso hai dato conferma al mio dubbio, non posso non ribadire che, per quel che mi riguarda, sei libero di andare dove vuoi e rifarti una vita con chi ti pare. Ovviamente, la porta di casa mia sarà sempre aperta per te... potrai venire ogni volta che avrai voglia di vedere i ragazzi, di chiacchierare con mio padre, anche di parlare con me se ne avrai desiderio... per il resto, in bocca al lupo! In fondo, nonostante le tue parole, continuo a non essere del tutto convinta di questa tua iniziale indifferenza... credo che tu abbia bisogno soltanto di trovare il tuo equilibrio...-
-Forse avrei dovuto aspettarmi che tu prendessi una simile decisione. Confesso che avrei immaginato una reazione diversa da parte tua!-
-Dovresti conoscermi, ormai. Non sono il tipo di donna che si butterebbe in relazioni tormentate e con tanto di triangoli amorosi! E poi non sei Goku... per lui l'avrei fatto, magari! Avrei lottato! Ma tu...-
-Ho capito... sei stata molto chiara...-
-Hai già parlato con Bulma?-
-No! Assolutamente... in realtà non avevo nemmeno in programma di parlare con te... è stato un puro caso! Se avessi saputo che eri sveglia, probabilmente non mi sarei nemmeno avvicinato a casa...-
-Capisco... e quando andrai da lei?-
-Bè... ecco... prima è meglio che mi accerti di altre questioni...-
Vegeku distolse lo sguardo. Le sue parole alludevano a Yamcha, ma non voleva spiegare a Chichi quella faccenda. La donna capì che era meglio non sapere a cosa si stesse referendo.
-Comunque parlale... ha preso molto male il fatto che tu sia sparito completamente dalla sua vita.-
-E tu come lo sai?-
Chichi sorrise ripensando alla scenata che aveva messo in atto con Bulma davanti agli occhi esterrefatti di Jirobay.
-Lo so e basta... non mi interessa sapere cosa provi per lei e se deciderete di vivere insieme. Se mai dovesse accadere ciò che penso, probabilmente la cosa non mi sarà del tutto indifferente, ma sono sicura di potermene fare una ragione...-
-Sai Chichi, forse stai semplificando un po' troppo la cosa...-
-No, no credo...-
-Se fossi sicura di amare Bulma più di te, probabilmente sarei già andato da lei...-
-Fai mente locale, Vegeku. Rifletti! Hai ammesso tu stesso che fino a poco tempo fa non provavi alcun sentimento per nessuna delle due!-
-Infatti...-
-Bene! Adesso, pare che gli affetti di Goku e Vegeta stiano intaprendendo una dura battaglia per impossessarsi del tuo animo, giusto?-
-Più o meno...-
-Ecco... magari è una cosa passeggera! Forse dovresti prendere un altro po' di tempo e aspettare che in te nascano dei sentimenti autonomi! In fondo, che fretta c'è?-
Di fretta, invece, lui ne aveva... perché Yamcha aveva iniziato di nuovo a fare il filo a Bulma. Sospirò; e si rese conto che le parole di Chichi erano comunque sensate.
-Intanto proverò a parlarle, sperando di non peggiorare la situazione...-
-Se io dovessi scoprire che nemmeno lei vuole saperne di riprenderti in casa, mi farò delle grasse risate!-
-Ehi! Cerca di non mettere il dito nella piaga! L'idea di passare il resto della mia vita col maestro Muten non mi alletta affatto!-
La donna si sciolse in una risata liberatoria.
-Questa è bella! Quindi è lì che vivi adesso?-
-Sì, pensavo lo sapessi!-
-No invece! Gohan e Goten non me l'avevano detto...-
-Capisco...-
-Male che va troverai qualcun'altra! Sei un uomo affascinante... non sarà difficile per uno come te rifarsi una vita. Ma comunque, non credo che avrai bisogno di cercare altre donne. Sono certa che Bulma ti accoglierà, nonostante i tuoi momentanei dissidi interiori!-
-Non credo di poter nutrire le tue stesse certezze... mi auguro solo che questa faccenda possa risolversi al più presto!-
-Ce la farai. Che vuoi che sia? Sei il grande Vegeku, giusto?-
-Giusto! Ma vorrei ricordarti che già TU mi hai scaricato...-
La donna sorrise divertita alla battuta, evidentemente ironica, del guerriero.
-è vero... ma io non sono il tipo da cadere ai piedi del primo sayan che ci prova! E non sono pazza come Bulma, che ha un'attrazione perversa nei confronti di tutto ciò che è difficile da conquistare!-
-In effetti, siete molto diverse...-
-Appunto... senti, ormai il sole è sorto da un po', forse è il caso che io torni dentro. Tra poco Goten potrebbe svegliarsi...-
-Hai ragione, scusami. Ti ho trattenuta fin troppo a lungo con queste chiacchiere...-
-Però ci volevano... mi sono tolta un peso! Ora puoi anche andare... ma credo che ci rivedremo presto!-
Il sayan le sorrise dolcemente senza proferire parola. Poggiò le dita sulla fronte e in un attimo si dileguò. A quel punto, la donna non riuscì più a trattenere le ccopiose lacrime che iniziarono a colarle lungo le gote: non era affatto certa di voler rinunciare a Goku e, di conseguenza, nemmeno a quella parte di Goku che ancora viveva in Vegeku. Ma non era pentita affatto della decisione presa: lui non sarebbe mai stato completamente suo e lei aveva già sofferto troppo in passato per poter sfidare di nuovo l'amore.

CONTINUA...   
 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Incontro mancato ***


incontro mancato Olééééééééé!!! La storia va avanti e io continuo a stupirmi sempre di più di quanti di voi ancora mi seguano!! Devo ammettere che è una gran bella soddisfazione trattandosi della mia prima fanfiction in assoluto!!! A proposito, sono un po' in ritardo con la pubblicazione del capitolo rispetto a quanto mi ero prefissata, ma ultimamente mi sono dilettata anche con la stesura de "il lai di Trunks" (alla quale spero vogliate dare un'occhiata) e dunque ho indugiato più del dovuto anche con la pubblicazione di questa storia. Comunque, a parte questo, se non sbaglio un paio di capitoli fa ho lasciato una questioncina in sospeso... Yamcha aveva chiamato Bulma tutto preoccupato annunciandole una sua imminente visita... che sia giunto il momento di incontrarsi nuovamente? Staremo a vedere... intanto vi ringrazio nuovamente di cuore e spero che come al solito vogliate lasciare un parere sul capitolo ^_^


Si era alzato presto dal letto quella mattina. In realtà, non aveva quasi per niente chiuso occhio e la colpa di tutto ciò era di quel maledetto dubbio che nel cuore della notte si era insinuato nella sua testa. E se Vegeku fosse andato da lei? No... accidenti no! Entrò in bagno e si sciacquò il viso nel tentativo di lavare via i segni di una nottata palesemente insonne. Ah... se lei gli avesse mentito sarebbe stato capace di ucciderla! La desiderava troppo... non poteva perderla a causa di una stupida leggerezza! Se solo avesse pensato prima all'eventualità che quel verme avrebbe potuto raggiungerla, si sarebbe diretto quella sera stessa alla Capsule Corporation. Certo, se fosse scoppiata una rissa, sicuramente avrebbe avuto la peggio... rifletté anche su questa opzione: forse, tutto sommato, era stato meglio così. Avrebbe comunque tutto il tempo di giocare d'astuzia e i sayan, sapeva, non brillavano d'intelligenza.

DRIIIN DRIIIN

-Uffa! Oggi che non ho voglia di sentire nessuno, si mettono a chiamarmi alle otto del mattino!- Yamcha lanciò a terra l'asciugamano con cui si stava strofinando il viso e andò a rispondere al telefono.
-Pronto...-
-Accidenti! Che entusiasmo, ragazzo mio! Sembra quasi che tu stia ancora dormendo...-
-Uff... che vuoi Muten?-
-Non ti ricordi più che Jirobay è ancora qui?-
-E allora?-
-E allora vieni a prenderlo! Come farà altrimenti a tornare da Balzar?-
-Non dirmi che mi hai chiamato solo per dirmi questo?!?-
-Ti pare poco?-
-Ma per favore!... senti, ho altro a cui pensare... non ho assolutamente tempo di venire a riprenderlo... e poi scusa, anche se l'ho accompagnato io sull'isola, non aveva con sé la capsula del suo elicottero?-
-Non riesce a trovarla, e comunque non ricorda se l'aveva presa...-
-Fantastico! Quell'idiota è ancora rintontito dalla sbronza di ieri sera...-
-Bè, allora? Vieni a prenderlo o no?-
-Assolutamente no! Ho un appuntamento con Bulma stamattina e non intendo rinviarlo per colpa di uno stupido ubriacone!-
-Cosa! Ancora non ti sei deciso a lasciarla stare?-
-Ma sei matto?!? E perché dovrei?-
-Perché... bha... sai che ti dico? Fa' come ti pare! E grazie mille per la tua disponibilità! Sei un vero amico...-
-Evita il sarcasmo, per favore! Perché invece non chiedi a Crilin di venirlo a prendere?-
-Lo farò senz'altro, visto che non mi lasci altra scelta!-
-Perfetto! Problema risolto... ciao Muten!-
Riattaccò. Ci mancava soltanto lui a fargli perdere tempo! In pochi minuti si fece una doccia e si vestì; era ancora intontito dal sonno, ma il pensiero di andare da lei ridestò nell'uomo un minimo di lucidità.

Bulma sembrava più pensierosa del solito. Agli occhi del signor Brief la ragazza pareva stranamente preoccupata. Era da parecchio tempo, in realtà, che la sua adorata figliuola sembrava essersi estraniata dalla realtà quotidiana, ma quella mattina doveva essere stata distratta da qualche nuovo pensiero. Sicuramente aveva a che fare con Yamcha. Chissà come mai, infatti, gli aveva chiesto di farlo entrare in casa qualora fosse passato a trovarla. Strano... negli ultimi tempi non aveva voglia di vedere anima viva eccetto i suoi genitori e Trunks! Bè... sua figlia comunque era una donna adulta e con la testa sulle spalle: se avesse avuto dei problemi, avrebbe potuto risolverli brillantemente. Sentì suonare il campanello: il ragazzo doveva essere arrivato. Aprì, e rimase interdetto.
-E tu chi... ???- non riuscì a completare la frase. Lo stupore che gli provocò la vista dell'uomo che si trovò davanti agli occhi ebbe l'effetto di smorzare la sua voce roca. Non l'aveva mai visto, certo... ma non ci mise molto a intuirne l'identità. Come somigliava a Vegeta! E anche a Goku... accidenti! Non avrebbe mai immaginato di rimanere tanto stupito di fronte a quel sayan di cui, fino a quel momento, aveva solo sentito parlare.
-Buongiorno signor Brief, scusi se la disturbo ma avrei bisogno di parlare con una certa urgenza a Bulma...-
-Tu sei... Vegeku?-
-Sì. Sua figlia è in casa?- In realtà, il guerriero già sapeva quale fosse la risposta: poco prima di suonare si era accertato che la donna fosse ancora all'interno della Capsule Corporation. Ma non voleva comparire davanti a lei all'improvviso e, per non turbarla, decise di passare per la porta d'ingresso.
-Bè... veramente...- il povero signor Brief non sapeva cosa rispondere. Bulma gli aveva chiesto espressamente di non far entrare nessuno a eccezione di Yamcha... chissà perché, poi...?!? Forse però sua figlia non si aspettava una visita da parte di Vegeku...
-Allora?-
-Senti ragazzo... Bulma ultimamente è un po'... nervosa! Sì, nervosa... Non mi va di dirti una buglia. è in casa! Ma mi ha detto che non vuole vedere nessuno...-
-Immaginavo.-
-Se vuoi, più tardi posso dirle che sei passato... in questo momento si sta aggirando nervosamente tra i corridoi della Capsule Corporation e credo sia preoccupata per qualcosa... potrei avvertirla adesso ma temo che potrebbe infuriarsi se...-
-Capisco... le dispiacerebbe farmi un favore?-
-Certo che no! Dimmi pure...-
-Io sto andando sull'isola di Muten, nel caso in cui avesse voglia di contattarmi, le dica di chiamare il maestro. Se anche non dovesse trovarmi in quel momento, lui poi mi avvertirà...-
-D'accordo... più tardi, quando sarà un po' più calma, glielo dirò.-
-La ringrazio.- il sayan sparì nel nulla, quasi fosse un fantasma.
-Roba da matti!- esclamò ad alta voce il dottor Brief -e ora come glielo dico a Bulma?-
-Papààààà! è arrivato Yamcha, per caso?-
-No tesoro! In realtà...-
-Non mi interessa. Non voglio nemmeno sapere chi ha suonato il campanello... accidenti! Ma guarda se quello zuccone deve farmi perdere tutto questo tempo! Ci teneva tanto a venire e ancora non si è fatto vivo! Uff... che nervi!-
-Bulma... forse dovresti rilassarti un attimo...-
-Sto benissimo, non preoccuparti...-

DIIN DOON

-Stavolta deve essere lui... vai ad aprire!- La donna era sempre più nervosa. La nottata appena trascorsa, il ricordo della carezza di Vegeku, lo scoprire che sia era trattato di un sogno... no! Cavolo... ancora pensava a lui? Poi ci si era messo Yamcha a chiamarla ad un orario indecente e... accidenti! Non erano ancora le dieci e già aveva i nervi a fior di pelle! Decise di andare in salotto e accomodarsi con calma sul suo enorme divano. Sorseggiava con gusto una grossa tazza di camomilla: era pur sempre il rimedio migliore contro l'eccessivo nervosismo. Yamche entrò, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisetti sgargianti. Per quanto era furiosa con lui, gli avrebbe strappato con forza tutti i denti che stava orgogliasamente mostrando.
-Buongiorno Bulma! Allora... va tutto bene-
-Poche chiacchiere, signorino... spero che tu abbia avuto un motivo più che valido per chiamarmi in piena notte mentre stavo dormendo!- era una bugia, ovviamente. In quel momento si sentiva davvero perfida, ma non voleva rinunciare a mettere in atto una piccola vendetta per essere stata disturbata.
-Ma sì, certo... hai perfettamente ragio... Ehi!!! Ma che accidenti è quello!!!- lo sguardo attonito e quasi spaventato del ragazzo si posò su uno strano animale che saltellava allegramente sul pavimento della stanza. Più lo fissava e meno riusciva a mettere a fuoco la natura di quell'essere. Che fosse stato uno dei numerosissimi e strambi esperimenti del dottor Brief?
-Quello?!? Bè... non ti sarai impressionato per così poco! è il risultato della fusione tra un cucciolo di dinosauro e un coniglio... tutto sommato è abbastanza carino!-
-Carino?!? Quel coso?!? Oh cavolo... e poi scusa, cosa intendi dire con fusione?-
-Esattamente quello che ho detto. Credevo di aver trovato il sistema per impedire agli orecchini di Kibithoshin di funzionare e così ho provato a metterli ai lobi di due animali diversi... ma, come vedi, avevo cantato vittoria troppo presto...-
-Scusa Bulma, ma perché stai facendo esperimenti con quegli aggeggi?-
-Che razza di domanda! Voglio scoprire il segreto del loro funzionamento per tentare di separare Goku e Vegeta!-
-Che assurdità...-
-Non è un problema tuo... comunque, finiamola con questi discorsi inutili. Che volevi stanotte?-
Il ragazzo, all'improvviso, tornò con la mente al motivo della sua visita a Bulma. Nelle ore successive alla telefonata aveva riflettuto molto su cosa avrebbe potuto dire alla donna. Confessarle candidamente di essere stato colto da un impeto di gelosia gli sembrava un po' eccessivo e soprattutto rischioso... poteva essere una motivazione valida a giustificare un simile gesto a un simile orario? Pensò che fosse molto più saggio e prudente insinuare nella sua amata qualche dubbio, magari girando intorno al fatto che Vegeku era un po' troppo indifferente e stranamente pacato.
-Vedi Bulma... in realtà... ero preoccupato per te...-
-Qesto l'avevo capito, ma vorrei saperne il motivo! Se non ricordo male, hai accennato al fatto che qualcuno sarebbe dovuto venire a cercarmi...-
-Sì, infatti...-
-E allora? Devo tirarti fuori le parole con le pinze?!?-
-E va bene... ora ascoltami attentamente. Ieri sera ero sull'isola di Muten insieme a Jirobay. Stavamo parlando del più e del meno, poi è venuto fuori un discorso su di te...-
-Come su di me?!?-
-Sì, vedi... Jirobay ha accennato al fatto che ti ha vista un po' giù di morale e piuttosto abbattuta. Sai, il maestro Muten si è preso piuttosto a cuore la cosa e quindi ha iniziato tutta una serie di discorsi del tipo "quella ragazza sta soffrendo troppo", "non se lo merita", "è ancora giovane e attraente" e cose del genere...-
-Ah... e allora?-
-Dicamo che... eravamo un po'... alticci... Muten aveva riempito il frigorifero di birre! Ci siamo messi a bere e... non volevo farlo, giuro! Ma ho raccontato loro del bacio che c'è stato tra noi...-
Bulma spalancò gli occhi incredula.
-TU mi hai baciata, razza di citrullo che non sei altro! Ma che cavolo vai a dire in giro???- La donna era sull'orlo di una crisi di nervi. Yamcha era riuscito a farle perdere le staffe! Come aveva potuto essere così stupido? No... era davvero troppo!!!
-Vai fuori da casa mia, subito!!!-
-Aspetta, ti prego! In realtà la parte peggiore deve ancora arrivare...-
Bulma sobbalzò. Cosa poteva esserci di peggio? No... non poteva essere! Quelle parole non potevano essere state ascoltate da...
-Dimmi immediatamente cosa diamine è successo!-
-Bè... non ce ne eravamo accorti, ma Vegeku era già arrivato da qualche minuto e...-
La donna saltò in piedi, pervasa da un'ira funesta. Rovesciò a terra quel poco che era rimasto del contenuto della tazza e scaraventò quell'oggetto in direzione di Yamcha, che però, abilmente, riuscì a schivarlo. Si avvicinò a lui con aria rabbiosa; le sue gambe tremavano per l'agitazione: se solo avesse avuto la benché minima possibilità di fargli del male, lo avrebbe preso a calci. Ma si trattenne: dovette farlo!
-E... cosa? Stupido babbeo che non sei altro!-
-Credo che abbia ascoltato la conversazione, o almeno una parte... giuro che non l'ho fatto di proposito! Quel tizio è sbucato dal nulla...-
-Maledetto! Ma come hai potuto essere così superficiale?!? Idiota... ecco cosa sei! Un miserabile idiota! Spero vivamente che Vegeku ti abbia tirato un bel pugno in faccia, perché te lo saresti meritato tutto!-
-No Bulma... nessun pugno... niente di niente! Quel tipo non ha minimamente reagito...-
La donna rimase sconvolta. Qualcosa, all'interno del suo corpo, sembrava essersi lacerato. Un dolore soffocante si irradiò dal petto verso le braccia fino a provocarle la perdita di sensibilità degli arti superiori. Anche le gambe iniziarono a tremare per lo shock... no... non poteva essere! Yamcha stava mentendo... Vegeku non poteva essere rimasto del tutto indifferente a quel bacio! No... no!
-Cosa significa che non ha reagito?-
-Che si è comportato come se la faccenda non lo riguardasse affatto... mi dispiace, davvero!-
-Taci!- Bulma non riuscì più a trattenere le lacrime. Si accasciò a terra priva di qualunque volontà di reagire. Se le parole di Yamcha fossero state vere, avrebbe avuto la definitiva certezza che quel sayan si era completamente dimenticato di lei. Possibile che la fusione potesse privare una persona dei sentimenti nutriti in precedenza dagli esseri che lo avevano generato? Possibile... evidentemente era possibile!
-Senti, io non so cosa passi per la testa di quel sayan, te lo assicuro! Non ho la più pallida idea del perché si sia comportato così...-
-Che importanza vuoi che abbia? Tanto la spiegazione è una sola... non mi ama più! Anzi, non mi ha mai amata... quella creatura non prova gli stessi sentimenti di Goku e di Vegeta.-
Yamcha guardava interdetto e anche un po' deluso le lacrime che rigavano il candido viso di Bulma e che inumidivano i suoi meravigliosi occhi azzurri. Jirobay aveva ragione: lei non sarebbe mai tornata da lui. Era stato uno stupido a pensare che quella donna avrebbe ceduto facilmente alla sua corte e che avrebbe definitivamente messo una pietra sopra al suo matrimonio con Vegeta. Ma, cavolo! Prima o poi avrebbe dovuto farsene una ragione! Non poteva di certo aspettare in eterno che quel sayan la degnasse di un minimo di considerazione!
-In realtà, Bulma... a me sembrava strano quel tipo di atteggiamento... cioè, lì per lì non ci ho dato molto peso, ma poi stanotte mi è venuto un dubbio...-
-Che dubbio?- chiese la ragazza ancora in lacrime.
-Bè... che magari avesse solo fatto finta... temevo che magari si fosse arrabbiato e che avesse deciso di venire a parlarti...-
-è per questo che mi hai chiamata stanotte?-
-Sì... in fondo non potevo sapere che reazione avrebbe avuto nei tuoi confronti...-
-Che cavolo vorresti insinuare, stupido??? Che avrebbe potuto farmi del male, forse???-
-No... cioè... sì... non... non lo so, accidenti! Non ne ho idea! Quell'essere non lascia trapelare niente! Sembra che le emozioni e i sentimenti gli scivolino addosso!-
-Bè, io non credo proprio che avrebbe davvero alzato le mani contro di me, ma se anche lo avesse fatto, la colpa sarebbe stata soltanto tua! E sai perché? Perché hai agito come un'immaturo! Scommetto che hai anche ingigantito il racconto!-
-No! Te lo giuro... e comunque, non ha importanza... tanto, da quel che ho capito, non si è fatto vedere...-
-Allora era questo che ti interessava sapere!-
Yamcha, colto alla sprovvista, ebbe un sussulto.
-Che vuoi dire, scusa?-
-Che non ti importava un accidenti se mi avesse fatto del male! Anzi, ti dirò di più... tu non avevi nemmeno pensato a questa eventualità! Hai avuto la brillante idea di chiamarmi soltanto perché eri geloso! Non provare a negarlo... credi forse che sia un giochetto da ragazzi prendermi in giro?-
Il ragazzo sferrò un pugno al tavolo, provocando lo sconcerto di Bulma.
-E va bene! Ammetto di essere geloso... e allora? Ero anche preoccupato però... sul serio! Lo vuoi capire o no che quel bastardo non ti merita? Nemmeno ti vuole, tra l'altro! Da quanto tempo stai aspettando invano che venga da te? Dimmelo Bulma... da quanto tempo?-
La ragazza, riversa a terra e straziata dal pianto, vedeva avvicinarsi Yamcha sempre di più. In parte lo temeva, in parte sapeva che probabilmente aveva ragione. Come poteva dargli torto? I fatti parlavano chiaro: da quel maledetto giorno in cui lei aveva abbandonato il palazzo del Supremo, Vegeku era letteralmente sparito nel nulla e di lui non aveva più avuto alcuna notizia.
-Perché non rispondi?- le disse il ragazzo piegandosi verso di lei e sollevandole il mento con le dita.
-Non sono affari tuoi...-
-Ma certo! Che bella risposta... molto convincente! Sai una cosa? Forse con me potrai anche tentare di eludere il discorso, ma prima o poi dovrai pur fare i conti con te stessa!-
-Quando arriverà quel momento, me la caverò da sola, come ho sempre fatto...-
-Che sciocchezza! Tu non sei mai stata sola, e lo sai benissimo! Hai sempre avuto vicino qualche babbeo che ti coprisse le spalle, anche nelle situazioni peggiori e nei guai che ti eri procurata da sola! In tutti i momenti tragici della tua vita, qualcuno ti ha sempre protetta, da un nemico o da te stessa... Io, Goku, Crilin, Gohan... quante volte ci siamo trovati in mezzo a qualche casino per salvaguardare te? Almeno su questo rispondimi!-
La donna tacque un istante e distolse lo sguardo, profondamente colpita nell'orgoglio.
-Non pensavo di certo di essere stata un peso per voi...-
-Infatti! Non lo sei mai stata... anzi... senza di te probabilmente nessuno di noi sarebbe quello che è! Hai inventato il radar cerscasfere; hai rimesso a nuovo l'astronave del Supremo per raggiungere Nameck; nel futuro hai costruito una macchina del tempo per permettere a tuo figlio di portare la pace nella nostra epoca... Non sei un peso, Bulma! Sei assolutamente unica e indispensabile per tutti noi... ma non dire nemmeno che nelle situazioni più difficili te la sei sempre cavata da sola! Nessuno ti ha mai lasciata sola... Spiegami per quale accidenti di motivo io ora dovrei lasciarti qui a terra mentre ti consumi di dolore! Perché? Cavolo! Lo capisci o no che ti amo?!? E non solo adesso... ti ha sempre amata! Io e te abbiamo condiviso di tutto... le esperienze che abbiamo vissuto insieme rimarranno sempre indelebili nella mia mente! Non capisci che se solo tu lo volessi potremmo tornare ad essere felici? Quel sayan non ti merita e non ti vuole... non si è nemmeno degnato di venire a cercarti! Insomma... che altro ti devo dire per convincerti a cancellarlo dalla tua testa?-
-Aspettate un momento...-
Entrambi i ragazzi si voltarono di scatto e rivolsero lo sguardo al'uomo appena entrato nel salotto.
-Non volevo origliare la vostra conversazione, ma stavate urlando e...-
-Scusami papà, avremmo dovuto mantenere un po' di contegno...- disse Bulma alzandosi in piedi e asciugandosi le lacrime.
-Vedi tesoro, so che la questione non mi riguarda, ma non vorrei che tu prendessi delle decisioni di cui ti potresti pentire...-
Yamcha guardava il signor Brief con aria perplessa. Accidenti... ora ci si metteva anche lui!?!
-Cosa vuoi dire, papà?-
-Bè, ecco... tu puoi fare quello che vuoi della tua vita, ma forse è il caso che prima ti dica una cosa... non vorrei che in futuro tu mi rinfacciassi di non averti messa al corrente!-
-Di che stai parlando?-
-Non è vero che Vegeku non si è fatto vivo...-
La donna sgranò gli occhi e Yamcha si impietrì.
-Che diavolo stai dicendo? Avanti, papà... spiegami per favore!-
-La persona che stamattina ha suonato il campanello... bè, ecco... era lui! Io gli ho detto di andare via perché tu...-
-Ma sei completamente fuori di testa?!? Razza di citrullo... che ti è saltato in mente di fare? Avresti almeno potuto avvertirmi!!!-
-Ma Bulma, tu mi avevi detto...-
-Ti avevo chiesto di dire a chiunque avesse voluto incontrarmi che non ero in casa... ma Vegeku non è chiunque, santo cielo!
-Figliola, ti prego... cerca di calmarti!.
-Come faccio, visto che hai appena compromesso la mia felicità?-
-Bulma, per favore...- fece Yamcha afferrandola per un braccio.
-Tu non mi toccare! Avanti... ditelo che vi siete messi d'accordo per rendermi la vita un inferno!-
-Ma che stai dicendo?!? Figlia mia...-
-Adesso basta! Non voglio più stare qui ad ascoltarvi! Vi odio!!!-
La donna, in preda ad un'incontrollabile crisi di pianto, corse via dal salotto e uscì di casa. Yamcha, immediatamente, tentò di seguirla, ma il signor Brief lo bloccò.
-Per favore, ragazzo... lasciala stare! Ha bisogno di sfogarsi...-
-Ma è sconvolta! Non possiamo permetterle di andare in giro da sola!-
-Se la caverà... ha vissuto esperienze peggiori!-
-Sì ma...-
-Ti prego, non seguirla-
A malincuore, Yamcha decise di dare ascolto al signor Brief. Sapeva che probabilmente se ne sarebbe pentito, ma ormai la situazione era del tutto fuori controllo... ma perché? Perché quella dannata donna si ostinava ad amare quel lurido sayan?


CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Fughe di cuori spezzati ***


Fughe di cuori spezzati Salve a tutti! Ho trovato il tempo finalmente di postare anche questo capitolo... non mi dilungherò troppo nelle anticipazioni, anche perché, per questa volta, preferisco non perdermi troppo in chiacchiere... vabbè... buona lettura! E GRAZIE DI NUOVO A TUTTI VOI ^_^ siete la mia grande soddisfazione personale!



-Te lo dico e te lo ripeto... e non mi importa niente se sei l'uomo più forte del mondo! Rimani comunque un emerito stronzo... un opportunista... un lurido menefreghista... un miserabile bast...-
-Ehi ehi! Adesso basta, per favore! Cerca di moderare un po' i termini! Non mi pare proprio il caso di...-
-Stai zitto, Muten! Io non sono un vigliacco come te... e certe cose non me le tengo dentro!-
Crilin osservava estrerrefatto la sfuriata di Jirobay nei confronti del sayan che insieme a lui si era diretto verso l'isola del maestro. Sicuramente era ubriaco, non c'era altra spiegazione! Quel ragazzo era la creatura più codarda che avesse mai avuto modo di incontrare... e di gente ne aveva conosciuta parecchia! Buttò gli occhi verso un fiasco di vino semivuoto riverso a terra... la colpa di tutta quella improvvisa sfacciataggine doveva essere sua! Sospirò, e piegò lo sguardo verso Vegeku, contemplandone l'apparente calma. Chissà cosa gli frullava per la testa! Quel sayan... tanto potente quanto misterioso... sicuramente doveva avere un animo molto tormentato! Poco prima, Crilin era in volo, diretto verso l'isola del suo vecchio maestro. Quello sciocco di Jirobay era rimasto a piedi a casa di Muten e non sapeva più come tornare da Balzar. In realtà non aveva capito i dettagli della vicenda: quando sua moglie, piuttosto innervosita, gli aveva passato la cornetta del telefono, lui era ancora abbastanza assonnato perciò non aveva prestato molta attenzione alle parole del suo interlocutore. Non se la sentì, comunque, di lasciare il maestro in balìa di un ospite che evidentemente cominciava a puzzargli, perciò, armato di tanta pazienza, si diresse verso l'isola. Cosa aveva farfugliato al telefono il vecchio? Ah sì... qualcosa su Yamcha che aveva un impegno... ma cosa c'entrava? Uff... che scocciatura! Come al solito, tutti si approfittavano del suo buon cuore e della sua generosità: C18 glielo ripeteva in continuazione... non faceva altro che farsi mettere i piedi in testa dagli altri! Bha... meglio non pensarci o si sarebbe innervosito davvero. In quel momento, avvertì una presenza dietro di sé: non si spaventò, aveva già avuto il piacere di incontrare quell'aura!
-Ehi Vegeku! Che ci fai nel mio elicottero?-
-Ti ho visto da lontano e ho pensato di passare a salutarti... sai, credo che stiamo andando nella stessa direzione!-
Tra una chiacchiera e l'altra, in meno di un'ora raggiunsero l'isola. Crilin era rimasto piuttosto basito nello scoprire che Yamcha si era di nuovo fatto avanti con Bulma e che Chichi aveva definitivamente rinunciato a Vegeku, nonostante quest'ultimo le avesse fatto capire che probabilmente una parte di lui l'amava e... accidenti! Che storia complicata! Fortuna che il terrestre non aveva di questi problemi... Aveva trovato la donna della sua vita, aveva avuto una splendida bambina... insomma, poteva dirsi felice e... tranquillo! Raggiunta la meta, furono accolti con immensa gratitudine dal povero Muten, il quale stava iniziando davvero a faticare parecchio per riuscire a contenere l'irruenza di Jirobay. Nel percepire il rumore dell'elicottero, anche quest'ultimo si precipitò fuori. Barcollava leggermente, ma non sembrava fuori di testa. Quel ragazzo era abituato alle sbronze perciò, ormai, difficilmente perdeva il lume della ragione. Certo, sotto l'effetto dell'alcool, la sua vigliaccheria si disintegrava e lasciava il posto ad un'altrimenti inaspettata spavalderia, ottenendo come risultato discorsi simili a quelli che stava rivolgendo in quel momento a Vegeku.
-Ma non vedi che sei ubriaco? Mannaggia a me e quando ho tirato fuori quel fiasco di vino...-
Il ragazzo ignorò l'anziano: Vegeku era diventato il suo obiettivo. Era cosciente di essere lucido... non stava straparlando! Aveva semplicemente trovato il coraggio, grazie a quella bevuta, di rinfacciare al sayan tutte le cavolate che aveva fatto da quando era stato creato.
-Ascoltami bene, stupido pallone gonfiato... vuoi spiegarmi che razza di comportamento idiota è mai il tuo? Sei stato tanto forte da affrontare e sconfiggere Majin Bu, e poi, per quasi due mesi sparisci dalla circolazione senza dare a Bulma e Chichi neanche una spiegazione?!? Hai una vaga idea di cosa abbiano passato quelle due in tutto questo tempo? No! Ovviamente... perché eri troppo occupato a pensare ai fatti tuoi!-
Il sayan osservava il suo interlocutore con aria piuttosto distaccata. In fondo, quelle parole suonavavo alle sue orecchie come beffarde e abbastanza fuori luogo. Ormai era perfettamente cosciente degli errori commessi ed era superfluo che qualcun altro gli facesse notare quanto il suo comportamento fosse stato dannoso per l'equilibrio psicologico di quelle donne.
-Sai Jirobay, a questo punto non credo che abbia più molto senso parlarne...- disse Vegeku sedendosi su un piccolo scoglio.
-Ah no? Sei un vero citrullo! Ho visto coi miei stessi occhi Bulma e Chichi piangere per colpa tua! Non hai idea di quanto fossero frustrate e abbattute per il fatto che tu fossi scomparso dalle loro vite! Sei un vile... e alla fine ne pagherai le conseguenze!-
Cosa diavolo ne sapeva lui? Aveva davvero visto piangere Bulma e Chichi? Se fosse stato vero, ciò avrebbe smentito, almeno in parte, le parole pronunciate dalla moglie di Goku pochissime ore prima. Accidenti... andava sempre peggio!
-Credi forse che non ne sia già consapevole?-
-E allora che diamine ci fai ancora qui? Vai da loro, no?!? Anzi... direi proprio che tu debba darti una mossa, prima che Yamcha ti preceda!-
Vegeku ebbe un impercettibile sussulto... ancora lui, maledizione! Se la sera prima l'aveva miracolosamente risparmiato, non sarebbe stato di nuovo altrettanto clemente nel caso in cui se lo fosse trovato davanti!
-Jirobay, taci per favore!-
-Taci tu, Muten!-
-Ehi sayan! Sai perché è venuto Crilin a prendermi? Perché Yamcha aveva un appuntamento con Bulma che non poteva assolutamente rimandare!-
Nell'udire quelle parole, il sangue del sayan ribollì. Maledetto bastardo! Ma che cavolo aveva intenzione di fare? Sicuramente doveva essersi inventato qualcosa... era un tipo astuto, dopotutto! E con le donne non era affatto uno sprovveduto. E lei? Perché accidenti voleva vederlo? Aveva detto al padre di non far entrare nessuno in casa sua... tranne quello schifosissimo terrestre, evidentemente! Chissà... magari se non avesse avuto un appuntamento con lui, il signor Brief non gli avrebbe nemmeno aperto la porta! Si concentrò, cercando di percepire la debole aura di Yamcha e quella debolissima di Bulma. Le sentiva chiaramente, e si era accorto che erano vicine... vicinissime!
-Allora?!? Non dici niente? Santo cielo... se fossi stato io al posto tuo avrei fracassato Yamcha di botte! Tra l'altro, ieri hai anche ascoltato quel discorso, no?!? Io proprio non capisco... non ci metteresti niente a toglierlo di mezzo, se solo volessi! Mi viene quasi da pensare che davvero non te ne importi nulla!-
-Ma per favore evita di dire sciocchezze!-
-Che c'è? Ho colto nel segno?-
-Forse... o magari sei completamente fuori strada! Di sicuro non hai la più pallida idea di cosa mi passi per la testa, quindi sta' zitto!-
-Guarda che non è a me che devi dare spiegazioni!-
-Adesso smettetela per favore!- Crilin si mise in mezzo tra i due, cercando di allontanare Jirobay. Aveva notato un cambiamento di espressione in Vegeku quasi impercettibile, ma fu sufficiente per metterlo in allarme.
-Ehi, zucca pelata! Nessuno ha chiesto il tuo parere, anzi... invece che cercare di smorzare i toni dovresti aiutarmi a far capire a questo bell'imbusto quanto si sia comportato da idiota!-
-Cosa?!? Ma... insomma... non è mica un ragazzino! Saprà lui cosa deve fare!-
-Ahahahaha! Non sei convito nemmeno tu di quello che dici!-
-Oh insomma! A te l'alcool da proprio alla testa!-
-Diciamo che mi aiuta ad essere più... schietto!-
-Anche troppo, direi! Hai detto a Vegeku che avrebbe dovuto fracassare Yamcha di botte, ma se io fossi stato in lui, avrei prima tagliato la lingua a te!-
-E io che diamine c'entro? Mica ci ho provato con Bulma!-
-Però stai facendo un sacco di discorsi fuori luogo!-
-A me non sembra proprio che...-
-Fate silenzio!- il tono di voce con cui Vegeku proferì quelle parole ebbe l'immediato effetto di zittire entrambi, poiché colti da un leggero fremito di timore. Jirobay, Crilin e Muten si voltarono verso il potente guerriero, ancora seduto sullo scoglio e intento a fissare un punto indefinito sotto di sé. Con la testa leggermente ricurva verso il basso e le braccia incrociate, batteva nervosamente con un tallone la superficie liscia del masso sottostante.
-Ve lo dico io... quello è fuori di testa!- bisbigliò Jirobay ai compagni, cercando di non farsi udire dal sayan.
-è... tutto a pos...?-
-Per favore Crilin, ho bisogno di silenzio...-
Sarebbe stato quasi impossibile per chiunque riuscire a seguire i movimenti di una terrestre dall'aura così insignificante. Bulma non aveva una grande forza spirituale perciò era facilissimo confonderla con tutte le altre persone che abitavano il pianeta. Ma decise di concentrarsi al meglio... non voleva perderla di vista! Avrebbe captato ogni suo movimento, anche il più insignificante, e alla fine avrebbe scoperto dove si stesse dirigendo. Già... la ragazza aveva abbandonato la Capsule Corporation dopo che il padre era entrato nella stanza in cui lei si trovava con quel miserabile di Yamcha... che diamine poteva essere successo? Aveva percepito un piccolo incremento nell'aura della donna... minuscolo, quasi impercettibile, eppure sufficiente perché Vegeku, già intento a sorvegliarla, si accorgesse che qualcosa non stava andando nel verso giusto. Che si fosse arrabbiata? Probabile... anzi, era l'unica spiegazione plausibile! I comuni terrestri non avevano il potere di controllare a piacimento l'intensità della loro energia spirituale, dunque quell'improvviso mutamento, anche se modesto, doveva essere legato ad un cambiamento d'umore. Stava fuggendo... ma dove avrebbe avuto intenzione di andare? Non era semplice riuscire a tenerla d'occhio in mezzo a tutto il caos che anche quella mattina regnava sulla città dell'Ovest; per questo aveva bisogno di silenzio. Che avesse discusso con Yamcha? Forse... eppure, stranamente, aveva deciso di non seguirla. Non fino a quel momento, almeno! Ecco... ora anche lui si era precipitato fuori dalla Capsule Corporation e stava correndo per le strade nel tentativo disperato di raggiungerla. Non sarebbe stato difficile per lui trovarla... perché quella donna doveva essere tanto prevedibile? Perché aveva deciso di andarsi a rifugiare proprio in quel parco di ciliegi? Ogni volta che era afflitta per un qualunque motivo, andava sempre a piangere lì... non era cambiata di una virglola! A questo fugace pensiero che si era affacciato nella sua mente, sorrise malinconico... la sua Bulma era sempre la stessa: meravigliosa, affascinante, impulsiva, sentimentale! Peccato che Yamcha non ci avrebbe messo molto a intuire dove potesse essere andata.

Al diavolo il dottor Brief e il suo patetico tentativo di convincerlo a non seguirla! Ma con chi credeva di avere a che fare? Yamcha non era di certo uno che si arrendeva alle prime difficoltà! Ancora deluso e abbattuto, ma con una concreta smania di rivincita in corpo, pensava a quanto fosse stato stupido da parte sua ascoltare il padre di Bulma ed evitare di correrle dietro. Quella stupidissima esitazione gli aveva soltanto fatto perdere del tempo prezioso. E ora? Dove era andata? L'aveva persa di vista... accidenti! Il ragazzo correva senza sosta setacciando anche i vicoli più stretti della città. Quella sciocca poteva essersi rifugiata dovunque! Se il suo intento fosse stato quello di fargli perdere le tracce, sarebbe stato più che sufficiente girovagare tra la folla di uno dei numerosi centri commerciali della zona. Oh cavolo! Yamcha, sempre più nervoso e infuriato, continuava a girovagare a vuoto tra quelle strade, guadagnandosi gli sguardi incuriositi della gente. Che avevano tanto da guardare, poi? Non avevano mai visto nessuno arrabbiato? Le sue gambe ormai si muovevano da sole, il suo cuore batteva all'impazzata e, forse, ciò non era causato tanto dallo sforzo fisico a cui stava sottoponendo il suo corpo, quanto dalla tensione e dalla paura di essersi giocato definitivamente le sue ultime possibilità. Ad un certo punto si fermò; si poggiò ad un enorme recinto in muratura e iniziò a battere i pugni su di esso, procurandogli diverse crepe piuttosto vistose.
-Dove sei finita? Dove accidenti ti trovi?!?- il ragazzo urlava e imprecava maledicendo sé stesso per non averle impedito quella ridicola fuga e per aver titubato a lungo prima di mettersi sulle sue tracce. Il sudore che colava dalla sua fronte, gli bagnava e ammorbidiva il viso, ormai da troppo tempo contratto in una smorfia di rabbia, mentre, a contatto con gli occhi, procurava a questi ultimi un intenso e fastisioso bruciore.
-Al diavolo te, stupida babbea! Era questo che volevi... vedermi ridotto a uno straccio?!? Idiota... alla fine sarai solo tu quella che ci rimetterà! Solo e soltanto tu!-
Il ragazzo si abbandonò ad un forzato riposo: era stanco, esausto, non aveva le forze sufficienti per percorrere in lungo e in largo una città senza avere idea di quale fosse la sua meta. Si lasciò cadere a terra, frustrato e umiliato. Tentò di chiamare Bulma al cellulare, ma ovviamente non voleva saperne di rispondere. Ma perché? Perché?!? Bel modo di comportarsi quello... prendersela con lui perché quel verme di un sayan non la degnava di alcuna considerazione... e poi? Che le era passato in mente di fare quella sfuriata solo perché quel vile aveva suonato al suo campanello? Povera sciocca... se Vegeku avesse davvero desiderato incontrarla, non si sarebbe di certo arreso di fronte ad un rifiuto da parte del padre di lei! Ma come mai era tanto stolta da non capire che la stava soltanto prendendo in giro? Chissà... magari in quel momento stava ridendo della sua ingenuità, mentre lei stava da sola a piangere chissà dove... da sola?!? Certo, per forza! Disperata com'era, non poteva di certo essersi rifugiata in un luogo affollato! Come aveva fatto a non pensarci prima? Sicuramente si era diretta in qualche posto tranquillo e isolato... magari alla periferia della città! E se in quel momento si fosse trovata nel piccolo parco di ciliegi in cui andava a versare lacrime quando, da ragazzina, litigava con lui o distruggeva qualche ingegnosissima invenzione? Non aveva altri appigli... doveva tentare! Improvvisamente, insieme ad una motivazione, trovò anche la forza per continuare quella ricerca. Era il suo ultimo appiglio; avrebbe tentato e, se fosse andata male, se ne sarebbe fatta definitivamente una ragione.

Con la schiena riversa sul soffice tappeto di petali candidi e rosati, lasciati disordinatamente cadere da quella leggerissima brezza primaverile che ancora accarezzava la pelle e le guance umide dell'afflitta Bulma, la donna continuava senza sosta a piangere e tormentarsi e a maledire quella carogna di Yamcha. L'esile tronco di quel ciliegio, non ancora completamente sfiorito, sembrava proteggere la ragazza avvolgendola nella sua ombra. Quanto amava quel giardino! Una vera perla rara che in pochissimi erano in grado di apprezzare. Quel luogo così pacifico e ilare riusciva a infondere nel suo animo almeno un po' di tranquillità... ma giusto un po'. Continuava a pensare a lui, a quanto avrebbe desiderato stringerlo tra le sue braccia. Gli mancava sempre di più e, dopo quanto le aveva detto il padre, temeva di essersi giocata stupidamente l'ultima possibilità di poterlo incontrare. Ma non era certo solo quello il motivo della sua angoscia! Troppi dubbi, ormai, si erano insinuati nella sua mente. E se Yamcha non avesse mentito? E se davvero Vegeku fosse rimasto del tutto indifferente a quel maledetto bacio rubato? Chi poteva assicurarle che il sayan, quella mattina, non fosse andato a cercarla solamente per dirle che non voleva più saperne niente di lei? No... Bulma non l'avrebbe sopportato! Sarebbe morta piuttosto. Ormai, però, non poteva più esimersi dal fare i conti con sé stessa: la situazione in cui si trovava era a dir poco terribile... non erano in gioco solamente i suoi sentimenti, ma anche quelli di un sayan forse senza scrupoli, di Chichi, dei loro figli... Chissà come se la stava passando la moglie di Goku! Dopo il loro ultimo incontro si erano avvicinate tantissimo, almeno a livello emotivo. In realtà tra lei e Chichi, nonostante si conoscessero da anni, non si era mai instaurato un vero e proprio rapporto di amicizia, anzi, probabilmente aveva sempre continuato a considerarla una semplice conoscente. L'aveva giudicata male: troppo impulsiva, esigente, un po' maniaca di perfezionismo... non aveva mai ritenuto davvero che fosse la compagna adatta a Goku! Eppure, almeno in parte, fu costretta a ricredersi: forse non esisteva al mondo una donna più innamorata di lei! Non si sarebbe mai aspettata da Chichi  una sceneggiata come quella avvenuta diversi giorni prima alla Capsule Corporation, o, almeno, non avrebbe mai immaginato che a spingerla a casa sua fosse stato un sentimento tanto profondo nei confronti del marito! Non esisteva al mondo una donna più innamorata di lei... ma come lei sì! Bulma aveva perso la testa per Vegeta quasi senza rendersene conto e, inizialmente, nemmeno riusciva ad ammetterlo. Poi le cose erano inaspettatamente cambiate e... uff... ma perché aveva deciso di fondersi con Goku? Perché? Ora doveva fare i conti con quel miserabile di Vegeku... lo odiava? No... sciocca terrestrina senza cervello! Che accidenti provava, allora? Perché desiderava così tanto vederlo? Cosa voleva da lui? E pensare che non aveva nemmeno mai sentito la sua voce! Eppure ricordava benissimo la sensazione che provò quando se lo trovò davanti al palazzo di Dende... sconforto! E poi rabbia... sì, una rabbia tale che avrebbe provato ad ucciderlo, se non fosse stato tanto più potente di lei! Ma dove erano andati a finire quei sentimenti? Perché ora di quel sayan ricordava soltanto la somiglianza col suo adorato principe?
-Finalmente ti ho trovata! Ma che ti è saltato in mente di fare?-
Balma drizzò la schiena di scatto: prima si sedette, poi si alzò in piedi, guardando con disprezzo l'uomo che le si era parato davanti.
-E tu quando ti deciderai a lasciarmi in pace? Mi sembrava di essere stata molto chiara...-
-Se per te darsela a gambe significa essere chiari, allora forse dovresti rivedere i tuoi canoni di comunicazione...-
-Ma quanto sei spiritoso! Vattene...-
-Scordatelo!-
-La tua presenza mi da fastidio, quindi sparisci-
-Ah sì? Bè, mi dispiace... ma questo è un giardino pubblico!-
-Allora me ne andrò io...- la ragazza, però, non riuscì a fare più di un passo: Yamcha le si era avvicinato ulteriormente.
-E dove vorresti andare? Sentiamo...-
-Non sono affari tuoi...-

Vegeku, visibilmente innervosito, continuava a tenere lo sguardo abbassato. Crilin e Muten avevano notato quello strano cambiamento d'umore... cosa poteva essergli successo? Che la colpa fosse di quel patetico discorso proferito da Jirobay? La cosa, comunque, sembrava abbastanza preoccupante: avevano sempre visto quel sayan rimanere impassibile in ogni situazione, ma, evidentemente, quella maschera di indifferenza che si era ostinato ad indossare doveva essersi finalmente staccata dal suo volto.
Continuava a stringere con forza i pugni e a battere con un tallone la superficie dello scoglio su cui sedeva. Yamcha l'aveva raggiunta. Come immaginava! Quel bastardo era più astuto di quanto volesse dare a vedere... cosa le stava dicendo? E lei? Lo avrebbe ascoltato? Maledetto schifoso... si era avvicinato ancora!
L'ultimo colpo inflitto dal suo piede fu fatale a quel masso che aveva accolto su di sé il potente sayan. Crilin e Muten sgranarono gli occhi dal terrore... cosa stava succedendo? Intanto, Vegeku iniziò a muoversi a passo lento in direzione opposta rispetto ai suoi amici, fino a raggiungere l'acqua del mare.
-V-va... tutto bene?- chiese Crilin profondamente turbato.
Il sayan non rispose: continuò a guardare dritto davanti a sé, accigliando ancora maggiormente lo sguardo. Adesso era davvero troppo! Il fatto che già una volta fosse stato clemente con lui, non autorizzava di certo Yamcha ad insistere in maniera tanto spudorata! Bulma se ne era andata dalla Capsule Corporation, quindi, evidentemente, non voleva più vederlo... perché diamine continuava a correrle dietro? Doveva impedirglielo... dove impedirgli a tutti i costi di mettere di nuovo le mani su quella donna! Posò le dita sulla fronte e in un attimo si dileguò sotto lo sguardo attonito dei presenti.
-Ve lo dicevo io... quello è fuori di testa!-
-Ma smettila, Jirobay!- urlò Crilin sferrando un cazzotto in testa all'amico e facendolo cadere a terra svenuto.
-Ecco... quando si sarà svegliato, si troverà già sull'obelisco di Balzar... aiutami a caricarlo sull'elicottero, maestro!-
-D'accordo Crilin...-

-Mi rispondi sempre così! Non sono affari tuoi! Ma andiamo... non ti rendi nemmeno conto di quanto sei patetica!- Yamcha continuava a guardare Bulma con occhi carichi di rancore e, intanto, si avvicinava lentamente a lei, mentre quest'ultima, cercando di non mostrare il timore che stava crescendo in lei cogliendo tutta la rabbia e la frustrazione nello sguardo del suo interlocutore, indietreggiava lentamente, nel tentativo di evitare il contatto fisico col ragazzo.
-Se sono tanto patetica, perché continui a venirmi dietro?-
-E tu perché continui ad allontanarti? Non dirmi che hai paura...-
-C-certo che no, stupido! Solo che non mi va che ti avvicini troppo!-
-E perché mai?-
-Perché mi fai schifo!-
-Addirittura?!? Non mi sembrava che quando ti ho baciata, tu avessi provato tanto ribrezzo!-
-Non dire sciocchezze! Mi hai semplicemente colta di sorpresa!
-Ma davvero?!? Dì un po'... il tuo amichetto si è fatto vivo nel frattempo?-
-Vattene...-
-Lo prendo per un no?-
-Ti ho detto che devi sparire!!!-
Il ragazzo si avvicinò ancora a Bulma, ormai pronta a mettersi a urlare, nella vana speranza che qualcuno la sentisse. Sapeva che Yamcha non le avrebbe fatto del male, anche se era infuriato, ma non voleva stare lì con lui a sentire tutte quelle maledette parole che, di fatto, la riportavano alla realtà.
-Vedi quanto sei sciocca? Quel sayan non verrà mai da te!- l'avrebbe afferrata per un braccio... solo un altro passo e l'avrebbe costretta a rimanere lì a starlo a sentire per l'ennesima volta mentre proferiva inutili parole d'amore nei suoi confronti.
-Perché non cerchi di ascoltarmi sul serio, una buona volta?-
-Secondo me Bulma ha già ascoltato anche troppo.-
Yamcha raggelò. Era a meno di mezzo metro dalla sua donna, quando all'improvviso quel lurido e maledetto sayan si era materializzato tra loro due, lasciando senza fiato il ragazzo. Bulma intanto era sul punto di svenire... per lo shock? Per la sorpresa? Vegeku era davvero lì, davanti a lei? Davvero l'avrebbe aiutata a cavarla fuori da quella pesante situazione? Allora ci teneva? Ci teneva davvero? Quindi non l'aveva scordata! Non aveva dimenticato la sua esistenza! Forse contava ancora qualcosa per lui! Forse... la ragazza aumentò all'improvviso l'intensità del suo pianto... chissà se quelle nuove lacrime erano dovute maggiormente allo sconcerto oppure alla gioia! Avrebbe voluto gettargli le braccia al collo e stringerlo a sé con tutta la misera forza che aveva in corpo. Non ci riuscì: troppo era lo sgomento, troppa la paura, ancora stranamente presente, di subire un rifiuto. Non mosse un dito; si limitò a fissare la sua maestosa figura, resa sfuocata dal velo di lacrime che rivestiva le sue iridi. Basta! Non avrebbe retto un secondo di più... rivolse uno sguardo a Yamcha e lo vide dinanzi a Vegeku, con il corpo apparentemente paralizzato... stupore? Terrore? Non aveva alcuna importanza, non per lei...
-Portami via, Vegeku! Ti prego...-
Il sayan, per un altro istante, posò gli occhi su quelli attoniti e impauriti di Yamcha... vigliacco! Non gli disse nemmeno una parola: non era necessario! Evidentemente, l'espressione del suo viso era stata più che sufficiente ad intimorirlo a dovere. Se Bulma non avesse parlato, quella volta non lo avrebbe risparmiato... ma a cosa sarebbe servito, in fondo, se non a renderlo un vile assassino, al pari del mostro che aveva eliminato? Si voltò verso la donna ancora sconvolta, le cinse la vita stringendola a sé, posò le dita sulla fronte e, così come era arrivato, si dileguò nel nulla... ma, stavolta, insieme a lei.


CONTINUA... 
   

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Brividi ***


brividi Ciaooooo!!! Scusate il ritardo... sono stata un po' impegnata in altre faccende più o meno serie... comunque, senza girarci troppo attorno, questo capitolo è dedicato completamente a Bulma e Vegeku! Visto tutto il tempo che ci è voluto prima che avvenisse l'incontro, mi sembrava giusto dedicare loro un intero capitolo (e anche di più!)... non smetterò mai di ringraziarvi abbastanza, sono troppo contenta del fatto che la mia storia stia piacendo ^_^ siete tutti fantastici, vi adoro!!!


I mille brividi che attraversarono il suo corpo nell'istante in cui Vegeku posò le dita sulla propria fronte per dileguarsi nel nulla, andavano a contrastare prepotentemente con quella sensazione di leggerezza assoluta che le aveva ormai attanagliato il cuore. Nel momento in cui l'aveva stretta a sé, quasi con forza, ancora poteva percepire la tiepida brezza del parco di ciliegi accarezzarle il viso. Quel gesto, accompagnato da un mutismo forse esibito per mascherare il rancore, aveva avuto l'effetto di estraniare Bulma dalla realtà, più di quanto già non fosse: nell'attimo in cui divenne preda di quel vigoroso ma anche delicato abbraccio, la donna ebbe la sensazione che il sayan volesse rivendicare una volta per tutte quanto lei ancora gli appartenesse. Che fosse un gesto di vendetta nei confronti di Yamcha? Forse... o magari la ragazza stava semplicemente divagando troppo con la sua complicatissima mente. Avrebbe dovuto imparare a metterla a tacere, se non avesse voluto rischiare di trovarsi implicata in qualche pericolosissima contesa tra la sua ferma ragione e i suoi sentimenti ballerini! Quando la donna decise di aprire gli occhi, percependo sulla propria pelle i brividi fastidiosi causati da taglienti raffiche di vento che nulla avevano a che fare con il piacevole venticello del giardino in cui si trovava pochi attimi prima, si trovò davanti lo sconcertante scenario di una vallata rocciosa e desolata. Il suo sguardo fu rapito per alcuni istanti da dalla vastità del paesaggio che le si apriva davanti agli occhi attoniti: dove l'aveva portata quel sayan che ancora la stringeva a sé? In quel momento, Bulma si rese conto che i suoi piedi non stavano toccando terra: nel tentativo quantomai inutile di percepire con la vista i limiti di quello sconfinato orizzonte, non aveva assolutamente pensato di abbassare la testa e di guardare cosa ci fosse sotto di lei. Solo dopo diversi secondi si rese conto, dunque, di essere ancora sospesa in aria. Il materializzarsi di tale certezza la fece lievemente sussultare: il suo cuore ebbe un'impercettibile accelerazione mentre le sue braccia, del tutto inconsapevolmente, si strinsero con forza intorno al collo di Vegeku. Ella stessa rimase perplessa nel constatare l'anomalia della reazione appena avuta: in fondo, era abituata a fluttuare nell'aria con esseri potentissimi che vantavano la straordinaria capacità di saper volare... eppure, chissà perché, non riuscì a trattenere il suo esile corpo dal far emergere un fremito di paura. Aveva appena lasciato quel meraviglioso giardino che stava per trasformarsi in una pericolosa trappola amorosa ed ora si trovava sospesa nel vuoto tra le braccia di un guerriero tecnicamente sconosciuto a contemplare l'immensa desolazione che si apriva tra le alture e le vallate. Tra i suoi piedi e il suolo dovevano esserci almeno seicento metri, eppure molte vette sembravano alzarsi svariati chilometri in più rispetto alla sua testa. Cercando di placare il più possibile quel vortice di sensazioni che la stava pericolosamente travolgendo, tentò di concentrarsi sulla natura geomorfologica di quei monti fieri e maestosi che insidiavano il cielo con le loro vette aguzze. Iniziava a percepire i primi malesseri causati dallo sbalzo di pressione cui il suo fisico era stato appena sottoposto: erano molto in alto... forse troppo per una normale e banalissima terrestre, e anche le raffiche di vento che, taglienti, sembravano lacerarle la pelle, iniziavano a procurarle non poco fastidio. Freddo, vento, e quella spiacevole sensazione alle orecchie tipica dell'alta montagna, la costrinsero quasi involontariamente a proteggere il viso nascondendolo tra l'incavo del collo e la spalla del sayan.
In quell'istante avvertì l'inconfondibile sensazione di precipitare nel vuoto: imprimendo una forza anche maggiore alle proprie braccia, già da alcuni secondi avvinghiate intorno a Vegeku, chuse gli occhi e si lasciò piacevolmente trasportare dal guerriero che, evidentemente, stava scendendo a terra ad una velocità piuttosto sostenuta. L'impatto col suolo fu tutt'altro che traumatico: quasi la donna non si rese conto che i suoi piedi poggiavano su una base solida. Capendo finalmente di essere ormai giunta a destinazione, Bulma riaprì lentamente gli occhi e, colta da un leggero imbarazzo, scostò il proprio viso dalla spalla di Vegeku. Nello stesso istante, sciolse le sue mani dall'abbraccio che la legava a lui.
-Dove siamo?- chiese la donna guardandosi attorno con aria perplessa, cercando di evitare lo sguardo del suo interlocutore.
-In una delle numerosissime vallate ai piedi delle montagne rocciose- rispose l'uomo avvicinandosi ad uno strapiombo.
-Ma non siamo ancora un po' troppo in alto? Scendiamo più giù!-
Bulma indossava solamente una maglietta a maniche corte e un paio di jeans piuttosto leggeri, oltre a dei sandali bassi aperti, decisamente poco adatti a quel luogo tanto ostile. Continuava ad avere freddo e a provare un'inspiegabile sensazione di disagio, eppure non riusciva capire quale ne fosse la causa. Portò lo sguardo verso Vegeku, che in quel momento le dava le spalle e ammirava l'immensa distesa di roccia che ancora si apriva sotto i loro piedi. Solo allora la donna riuscì ad acquistare un minimo di lucidità e a capire quanto fosse precaria la situazione in cui si era venuta a trovare: era lì, bloccata nell'aridità di un paesaggio montuoso, lontana forse migliaia di chilomentri da casa sua, in compagnia dell'uomo di cui agognava la presenza da circa due mesi ma che di fatto si era ripresentato ai suoi occhi all'improvviso, senza fornirle nessuna spiegazione, trascinandola, chissà perché, in un luogo ostile e decisamente inospitale dove era altamente improbabile che ci fosse qualche altro essere umano nelle vicinanze. Che gli era saltato in mente di portarla proprio lì? E per quale motivo? Una leggera ansia iniziò a pervadere il corpo della ragazza, che faticava ad attribuire un senso logico alla scelta di Vegeku. Che fosse arrabbiato con lei? Forse... non avrebbe di certo potuto escludere una simile ipotesi! Egli era a conoscenza del bacio che Yamcha le aveva rubato e magari pensava che lei lo avesse volutamente ricambiato. D'altra parte, cosa sapeva lei di Vegeku se non solamente il fatto che fosse il risultato della fusione tra Goku e Vegeta? Niente... Questo fugace pensiero la riportò con la mente a Gotenks: anche quest'ultimo era nato dall'unione materiale e spirituale del corpo di due sayan... Rabbrividì ricordando il carattere del potentissimo essere generato da suo figlio e dal piccolo Goten: quella creatura non aveva nulla della semplicità e dell'ingenuità dei bambini che gli avevano dato vita! Era spavaldo, arrogante, forse pure menefreghista... magari nemmeno aveva sfidato Majin Bu con l'intento di salvare il mondo, ma soltanto per dare sfoggio delle proprie abilità di guerriero! Quell'improvviso barlume che si era acceso nella testa di Bulma, stava pericolosamente generando un dubbio tremendo: e se quel sayan davanti a lei non avesse avuto NIENTE di Goku e Vegeta, a parte la somiglinza fisica? E se, come aveva cercato di insinuare Yamcha solo qualche ora prima, quell'uomo avesse davvero voluto farle del male? Rabbrividì all'idea, e subito dopo provò vergogna  di sé stessa, avendo dubitato anche un solo istante della buona fede di Vegeku. No! Non poteva avere cattive intenzioni! Magari, semplicemente, non si era reso conto che per lei quel posto era troppo ostile... in fondo, era pur sempre l'uomo più forte dell'universo! Di sicuro, lui il freddo non lo pativa affatto...
Vegeku si voltò verso di lei, sfoggiando un sorriso stranamente divertito. Con quel gesto sublime e forse provocatorio, riuscì ad interrompere il flusso di pensieri che scorreva senza sosta nella mente iperattiva di Bulma. Per un altro lunghissimo e interminabile istante, guardò la donna davanti a sé prima di proferire parola. Quest'ultima, visibilmente attonita, si perse involontariamente nelle iridi scure del sayan; poi riprese la padronanza di sé stessa: che vegeku avesse colto il malcelato timore che poco prima si era insinuato nel suo animo? Probabile... ma perché sorrideva così, allora?
-Qui va benissimo, non è necessario scendere ancora.- Vegeku iniziò ad avvicinarsi lentamente alla donna, senza mai staccare gli occhi da quelli di lei. Provava una strana sensazione nel rendersi conto di quanto la ragazza fosse visibilmente impaurita. Certamente, tutto ciò doveva dipendere dal suo inaspettato arrivo e dal fatto che l'aveva tirata fuori da una situazione in cui lei si era volutamente e imprudentemente cacciata. Che Bulma fosse consapevole di aver fatto una sciocchezza e adesso temesse una reazione inconsulta? Sì, su questo non aveva alcun dubbio: le si leggeva chiaro in faccia che avrebbe voluto giustificarsi, e lui sapeva benissimo a cosa alludesse quello sguardo intimorito. Sapeva che Bulma, colta in un momento di debolezza causato da una grande afflizione, si era lasciata abbindolare dalle parole smielate di quel vigliacco di Yamcha. Sapeva anche che probabilmente lui aveva ingigantito il racconto e che di sicuro lei non era innamorata di lui. L'unica cosa certa era che dentro di sé Vegeku covava ancora molto risentimento a causa di quella brutta faccenda, ma non riusciva a far chiarezza su chi fosse la persona verso cui nutriva tale astio.
Non si fermò di fronte a lei: le si mise affianco e proseguì dritto davanti a sé. Bulma, istintivamente, si voltò di nuovo verso di lui, senza proferire alcunché.
-Avanti, seguimi!-
Le parole fuggite dalla bocca del sayan avevano un che di pungente e forse altezzoso. La ragazza faticava a capire il senso di quanto stava accadendo e la confusione continuava inesorabilomente a farsi strada dentro di lei. Eppure obbedì. Strinse i pugni e si incamminò sulla scia di Vegeku, dimenticando per qualche istante sia il freddo che il vento. In fondo, non aveva altra scelta: erano soli in mezzo al nulla e lei doveva fidarsi per forza.
Dopo pochi minuti giunsero ai piedi di un enorme masso poggiato sul fianco scosceso di un monte altissimo. Girarono attorno a quella roccia e si trovarono al cospetto di un'imponente vetta; qualche metro più avanti, si apriva un altro strapiombo. Vegeku si fermò e salì sul masso, per poi sedersi.
-Qui siamo al riparo dal vento... non dovrebbe darti molto fastidio.-
Sorrise nel pronunciare quelle parole: era un ghigno beffardo, insolente, provocatorio. La guardava dall'alto di qella roccia mentre lei, ancora giù, si sforzava di mantenere il più possibile la calma. Le sue vecchie certezze iniziavano a sgretolarsi, e altre si stavano concretizzando: probabilmente, Vegeku era davvero arrabbiato. Altrimenti, perché affermare sfacciatamente che lì il vento non le avrebbe dato fastidio, quando sapeva benissimo che,  benché quel luogo fosse parzialmente riparato, il freddo continuava comunque ad essere pungente? Ma non volle cedere.
-Infatti, qui si sta molto meglio.- mentì, e capì anche che il sayan se ne era reso conto. Stava per intavolare una sfida. Certo, aveva pochissime possibilità di uscirne vincitrice! Quando si creava una simile tensione tra lei e Vegeta, Bulma non si tirava mai indietro e, al costo di farsi male sul serio, non si esimeva dall'affrontare apertamente il principe dei sayan. Il tempo, alla fine, le aveva sempre dato ragione... perché lei conosceva il suo compagno, aveva imparato quali fssero i suoi punti deboli, sapeva come prenderlo... ma in quell'occasione non aveva a che fare con Vegeta e, solo allora, per la prima volta, se ne resse davvero conto.
-Vuoi che ti aiuti a salire o preferisci restare giù?-
-Rimango giù, grazie. Si può sapere perché mi hai portata in un posto del genere?-
-Se ti dicessi che questo è stato il primo luogo a venirmi in mente durante il teletrasporto, mi crederesti?-
-No.-
Il sayan sorrise nuovamente, constatando con piacere che Bulma non aveva perso la grinta e nemmeno quel pizzico di follia che l'aveva resa una scienziata geniale e una donna ammaliatrice. Se il suo sguardo non avesse celato tanto malamente quella sensazione di panico offuscata dalla sua consueta impertinenza, probabilmente il sayan l'avrebbe presa e trascinata con la forza sopra quel masso... perché, dopo tutto, nulla era cambiato: lei non era cambiata, il suo carattere non era cambiato, la sua grinta non era cambiata... Vegeta non era cambiato! E pulsava sempre di più nel corpo del nuovo guerriero, trafiggendogli l'animo, lacerandogli il cuore, premendo con tutto sé stesso affinché Vegeku cedesse alle sue violente percosse.
-Avresti anche potuto dirmi di sì... in fondo sei brava a mentire!-
Bulma sentì il suo corpo raggelare di nuovo, ma stavolta la colpa non era del clima freddo che caratterizzava la vallata. Perché le aveva detto una cosa del genere? A che gioco stava giocando quell'essere tanto spudorato? Lei aveva la coscienza sporca, certo: sapeva di essere caduta nella trappola tesa da Yamcha; era anche consapevole del fatto che se suo padre non le avesse detto della visita di Vegeku, probabilmente prima o poi ci sarebbe cascata del tutto. Probabilmente... o forse no! Perché il suo cuore, ormai, apparteneva a Vegeta... era suo! Nessuno avrebbe mai potuto prendere il posto dell'uomo che aveva amato con tanta passione! Nessuno... l'unica persona al mondo che sarebbe riuscita a farla capitolare era in realtà il guerriero affascinante e terrificante che in quel momento la stava guardando come se riuscisse a leggere negli occhi della donna cosa fosse impresso nella sua anima. Ne era estasiata, certo, ma in quella situazione così paradossale e decisamente inaspettata, non poteva fare a meno di temerlo. Eppure, se lei era arrivata a quel punto, se Yamcha era riuscito ad insidiarla, gran parte della responsabilità era proprio di Vegeku... perché lui era sparito nel nulla! L'aveva abbandonata a sé stessa e al suo dolore per due mesi... l'aveva resa fragile soltanto allontanandosi da lei! L'aveva umiliata ignorandola... l'aveva torturata non cercandola! L'aveva delusa straziandole il cuore... l'aveva quasi persa! Ma, forse, questo a lui nemmeno interessava.
-Non ha alcuna importanza... un posto vale l'altro, in fondo. Pazienza se fa un po' freddo...-
-Non più di tanto. Di solito da queste parti il vento è molto più gelido e tagliente...-
-Ne deduco che ti avventuri spesso qui! O forse ci venivano Goku e Vegeta?-
Il sayan trattenne a stento una risata.
-Tutti i guerrieri degni di questo nome che abitano sulla Terra, vengono ad allenarsi qui almeno una volta nella vita... comunque, questo è il posto in cui io, Gohan, Goten e Trunks ci rechiamo a combattere quasi tutti i giorni: è sufficientemente impervio ed isolato e va benissimo per scatenare buona parte della nostra forza.-
-Cosa? Ma che stai dicendo?Trunks verrebbe tra queste montagne insieme a te?!?-
-Sì, certo! Che c'è? Non ne sapevi niente?-
Per un attimo, Bulma rimase muta. Questa scoperta l'aveva lasciata piuttosto attonita. Dunque, suo figlio vedeva quotidianamente Vegeku? E perché mai a lei non aveva detto niente? Diavolo di un ragazzino! Che gli era saltato in mente di tenersi per sé una cosa del genere?!?
-In effetti no... quel bambino si è guardato bene dal dirmelo. Bè, vorrà dire che appena tornerò a casa sarà costretto a darmi qualche spiegazione!-
-Andiamo... non mi pare il caso che tu te la prenda tanto...-
-Ma certo, sta' tranquillo! Tanto comunque non avrei né la forza né la voglia di litigare con mio figlio!-
La donna improvvisamente si zittì e iniziò a fissare il sayan con aria perplessa e interrogativa. Quelle chiacchiere su Trunks erano del tutto superflue... lei ne era consapevole, entrambi ne erano consapevoli! Non era certo quello il motivo per cui l'aveva condotta tra quelle montagne: di sicuro, l'obiettivo di Vegeku non era quello di raccontarle come trascorreva le sue giornate su quelle cime.
-Che c'è?-
-Perché mi hai portata qui? Stavolta però rispondimi seriamente...-
-Per quale motivo pensi che io l'abbia fatto?-
-Se devo essere sincera, non ne ho la più pallida idea...-
-Sei un po' in confusione o sbaglio?-
Bulma si allontanò dalla roccia su cui sedeva Vegeku, poi, con fare piuttosto accigliato, si sedette a terra. Dalla posizione in cui era, percepiva nuovamente fin troppo bene quelle raffiche di vento che sembravano lacerarle le menbra; però riusciva anche a guardare meglio in faccia l'uomo che l'aveva trascinata lì.
-Se hai deciso di prenderti gioco di me, fa' pure. Non ho intenzione di prendermela per le illazioni pungenti di uno sconosciuto!-
Vegeku, per un attimo, chiuse gli occhi e sospirò.
-Sì, certo... stai cercando di convincere me oppure te stessa?-
Bulma non rispose: era stata presa in contropiede! Stava per rimanere imbrigliata in una trappola fin troppo subdola. Si limitò a fissare il sayan ostentando un laconico silenzio, che però esprimeva egregiamente tutta la sua irritazione.
Anche l'uomo rispose col mutismo, ricambiando lo sguardo della donna. Gli occhi fieri dell'uno si posarono su quelli timorosi ma aggressivi dell'altra per alcuni, interminabili secondi. Lei... era sempre lei! La donna combattiva e dannatamente intelligente che riusciva ad ammaliare chiunque anche solo incupendo lo sguardo. Cosa era riuscita a fare attraverso quelle iridi azzurre!!! Aveva beffardamente e spudoratamente sedotto l'orgoglioso e sanguinario principe dei sayan, lo aveva vincolato a sé come la Terra trattiene la Luna nella sua orbita, lo aveva conquistato, placato, plasmato, fatto suo... lo aveva reso una persona decisamente migliore senza neanche rendersi conto che il merito di quell'inaspettato cambiamento era quasi esclusivamente suo!... e di Trunks...
-E va bene Bulma...- disse Vegeku ostentando un sorriso piuttosto entusiasta -Non sei cambiata di una virgola...-
-Che vuoi dire?- rispose la donna piuttosto sorpresa.
-Che tutto sommato hai reagito come mi sarei aspettato...-
-D'accordo, e allora? Hai intenzione oppure no di darmi qualche spiegazione adesso?-
-Ti ho portata qui perché è un posto a cui sono abbastanza legato... ed è isolato.-
-Ci sono migliaia di luoghi isolati sulla Terra! non potevi sceglierne uno con un clima più accogliente?-
-Quante storie, Bulma! Lo hai detto tu... un posto vale l'altro!-
-E va bene... tanto è inutile discutere pure su questo. Ora dimmi che cosa vuoi!-
-Io?!? Cosa vuoi tu, casomai! Mi hai chiesto di portarti via da quel bel giardino di ciliegi e io ti ho accontentata...-
-Ok... grazie mille per la generosità! Se è solo questo, allora, puoi anche riportarmi a casa, giusto?-
-Sbagliato.-
Quel poco di tranquillità emotiva faticosamente raggiunta da Bulma, si dileguò di nuovo in un istante, mentre la sua pelle era tornata a coprirsi di brividi: il freddo e lo sguardo magnetico di Vegeku la stavano vincendo... dove voleva arrivare quell'uomo? Che fosse davvero fuori di sé dalla rabbia? Tentò di convincersi che non era lei ad essere in torto... per l'ennesima volta la sua mente passò in rassegna tutto ciò che avrebbe voluto e dovuto rinfacciare al guerriero. Ci provò, se non altro... ma sapeva che non era un litigio il suo vero obiettivo... no! Lei non voleva discutere! Non era per quello che l'aveva aspettato tanto a lungo! Non era per quello che l'aveva supplicato di portarla via...
-Insomma Vegeku! Sto seriamente perdendo la pazienza! Per favore... vuoi dirmi cosa ci facciamo qui?-
Il sayan colse nella voce tremante della ragazza di fronte a lui un fremito faticosamente trattenuto di disperazione. Ma questo non aveva alcuna importanza... non si sarebbe lasciato piegare da quel sentimento di pietà che, dopo tutto, nemmeno gli apparteneva. Era lì perché voleva che lei si esponesse, e, in un modo o nell'altro, l'avrebbe costretta a parlare. Poco importava se a convincerla ad esternare tutto ciò che provava sarebbe stato quel vento per lei insopportabile oppure la consapevolezza di non poter sostenere  a lungo lo sguardo del sayan! Tutto questo era secondario... l'importante era che parlasse! Doveva dirgli cosa pensava... doveva dirgli ciò che provava!
-In realtà, pensavo che mi avresti chiesto come mai non mi sono fatto vivo fino ad oggi...-
-Fantastico! Vedo che una coscienza ce l'hai!-
-Oh certo! Se anche tu ne avessi dubitato, ora magari hai qualche certezza in più!-
-Mi hai portata tra questi monti per parlare di questo?-
-A dire il vero, preferirei non perdere troppo tempo su questa faccenda. Se ho esitato a farmi vedere è stato semplicemente perché avevo altri pensieri per la testa. Non credo che ti basti come spiegazione, ma per ora è meglio chiuderla così. In un'altra occasione ti dirò esattamente come stanno le cose...-
-Perfetto... dopo questo bel discorso non saprei se ridere o piangere!- rispose la donna con voce tremante.
-Come hai fatto a cacciarti in quella situazione?-
-Di che stai parlando?-
-Che ci faceva Yamcha in casa tua se avevi chiesto a tuo padre di non far entrare nessuno?-
-Chi ti ha detto che Yamcha era a casa mia?-
-Ho percepito la sua aura... e anche la tua. Adesso però rispondimi...-
Bulma faticò a prendere fiato. Cosa avrebbe potuto fare? Mentirgli? No... perché Vegeku era già a conoscienza di quanto accaduto: lo aveva appreso proprio dalla bocca di quel vile che aveva osato baciarla in un momento di debolezza
-Stanotte mi ha chiamata, verso le quattro o le cinque, non ricordo bene... era piuttosto agitato e mi ha chiesto se era tutto a posto. Io mi sono arrabbiata e ho chiesto spiegazioni su quella telefonata, ma lui mi ha detto che sarebbe stato meglio parlarne di persona e...-
-...e ti sei fatta raggirare come una sciocca.-
-Se vuoi metterla su questo piano, fa' pure...-
-Questa è semplicemente la conclusione logica a cui sono arrivato... ma se non è così, dimmelo tu come stanno le cose!-
-E a te cosa importa? Sei piombato di nuovo dal nulla e adesso mi fai pure un interrogatorio?-
-Hai perfettamente ragione... dopotutto, avrei anche potuto lasciarti lì...-
-Me lo stai rinfacciando per caso?-
-No... però una cosa è certa: non ce ne andremo da qui finché non avrai chiarito la tua posizione...-
-Cosa?!? Ma sei pazzo? Che diavolo ti salta in mente?!? Se qui c'è qualcuno che deve chiarire la propria posizione, quello sei tu, caro mio!-
-Lo farò soltanto dopo che ti sarai decisa a parlare... prenditela con comodo se vuoi, tanto io non ho fretta!-
Il sayan mostrò un ghigno alquanto divertito. Sapeva di tenerla in pugno, ormai, e che presto avrebbe ceduto. Non aveva una chiara idea di cosa avrebbe voluto sentirsi dire, sperava soltanto di averci visto giusto.
-Stupendo! Ma guarda in che razza di situazione mi trovo...-
Il viso di Bulma si rigò di lacrime: rabbia e sconforto dominavano ormai il suo animo. Quanto avrebbe retto ancora? Era sconvolta, frustrata, e il freddo la stava attanagliando. Doveva semplicemente ammettere di essere stata ingenua e di essersi fatta abbindolare, e finalmente quello strazio sarebbe finito! Lo avrebbe fatto... avrebbe ammesso tutto! Avrebbe parlato, pur di andarsene da lì...
-Non ti serve a niente piangere... di' qualcosa piuttosto, se non vuoi morire assiderata!-
-Lasceresti davvero che io muoia?-
-Sono sicuro che non arriverai al punto di doverlo scoprire da sola...-
-E va bene! Ti dirò tutto quello che vuoi! Yamcha mi ha baciata, è vero... si è presentato a casa mia per prendere uno stupido elicottero ed ha approfittato del fatto che ero giù di morale. Ma io non ho mai pensato nemmeno per un istante di tornare insieme a lui! Lo conosco bene... so che non è la persona adatta a me! Oggi si è rifatto vivo... abbiamo discusso, e alla fine l'ho mollato alla Capsule Corporation senza dargli spiegazioni. Lui poi mi ha seguito e... il resto lo sai...-
-Davvero interessante...-
Bulma, in quel momento, prestò di nuovo attenzione allo sguardo di Vegeku: era basso, incupito... arrabbiato? Forse... ma ormai lei non sapeva più cos'altro dire: non stava mentendo! Non amava Yamcha... non era l'uomo che avrebbe desiderato avere al suo fianco! Perché quello stupido sayan si ostinava a non volerlo capire?
-Io non ho altro da aggiungere... se non ti è sufficiente, chiedimi esplicitamente cos'altro ti interessa...-
Vegeku portò di nuovo gli occhi su quelli della donna. Senza che quest'ultima facesse in tempo a rendersene conto, il guerriero scese dalla roccia e in un attimo le si parò davanti. Arrivata a quel punto, Bulma non provava nemmeno più quell'angosciante sensezione di paura che fino a poci minuti prima l'aveva afflitta. Stava male: il vento non si era placato affatto, anzi, se possibile, si era reso ancora più pungente: quei sandali e quella maglietta che portava indosso non erano sufficienti a proteggerla anche solo parzialmente dal freddo intenso di quella sperduta vallata.
Priva di ogni speranza, fissava il volto del sayan, che si era portato a pochi passi da lei: lo vide prima abbassare lo sguardo, poi prostrarsi verso il suo corpo ormai quasi gelido.
-In realtà, Bulma, c'è soltanto un'altra cosa che mi preme sapere... saresti in grado di accettare definitivamente il fatto che Goku e Vegeta non si separeranno mai più?-
-Non capisco il senso di questa domanda... che importanza vuoi che abbia? La tua stessa esistenza mi mette di fronte al fatto compiuto... che io accetti o meno questa cosa, quei due sayan non torneranno mai indietro!-
-Dunque... fino a che punto saresti disposta ad avere a che fare con me?-
Il sangue della donna riprese a pulsare nelle vene con vigore, placando, seppur lievemente, la sensazione di gelo intenso che la stava uccidendo. Non poté fare a meno di guardarlo di nuovo, e stavolta si trovava a pochissimi centimetri da lei. Ma non riuscì a leggere nulla nei suoi occhi: sembravano dire tutto e niente! Le comunicavano astio, rancore, calma, speranza... ma probabilmente stava sbagliando: tutto quel miscuglio di sensazioni che stava provando non le permetteva di comprendere a fondo. Quale poteva essere il senso nascosto di quella domanda, ammesso che ne avesse avuto uno? Perché, tutto sommato, Vegeku era stato molto chiaro, e quanto le aveva chiesto non lasciava molto spazio a dubbi interpretativi...
-Allora Bulma... sto aspettando una risposta...-


CONTINUA...    

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Per una risposta ***


per una risposta Salve miei carissimi lettori! Tra un acciacco e l'altro sono comunque riuscita a portare a termine il capitolo... e soprattutto a copiarlo sul computer! Spero che anche questo vi piaccia e che vogliate lasciare un commento... tra l'altro, devo ringraziarvi di nuovo per la vostra stima! Siete meravigliosi ^_^

Fino a che punto sarebbe stata disposta ad avere a che fare con lui? Bella domanda... aveva trascorso due mesi a fantasticare su un incontro che sembrava destinato a non dover avvenire. Lo aveva desiderato con tutta sé stessa... per quale motivo, poi? Per chiarire... ma chiarire che cosa? Che bella bugia che sia era raccontata! Nel profondo della propria martoriata coscienza, sapeva benissimo che da quel misterioso e affascinante sayan non avrebbe voluto altro che Vegeta! Perché ormai era dentro di lui... il suo corpo e il suo spirito avevano contribuito a creare quel guerriero dall'espressione glaciale che la stava scrutando a distanza ravvicinata. E i pochi centimetri che li separavano non erano sufficienti a tenere a freno il battito accelerato del suo cuore impazzito. Avrebbe potuto innamorarsi di lui! Era sufficientemente cinico e bastardo perché lei ne fosse magneticamente attratta... chissà se nella mente di Vegeku erano ancora nitidi i ricordi di suo marito! Lei lo sperava, ovviamente... ma il comportamento ambiguo e per nulla rassicurante mostrato fino a quel momento dall'uomo di fronte a lei sembrava non  voler confermare le sue aspettative.
Fino a che punto sarebbe stata disposta ad avere a che fare con lui? Lei già lo sapeva... avrebbe messo in gioco qualunque cosa pur di averlo! Si sarebbe spinta oltre ogni limite se solo avesse avuto la certezza di poter essere contraccambiata! Al diavolo tutto e tutti!... avrebbe affrontato Chichi e la sua ira, avrebbe sopportato di tener testa alla probabile opposizione di Gohan e Goten, avrebbe di nuovo subito l'umiliazione di avere al proprio fianco un compagno probabilmente indegno e senza scrupoli... avrebbe fatto tutto questo, certo! Perché, essendoci Vegeta nel corpo e nell'animo di quel sayan, sicuramente ne sarebbe valsa la pena.
-Tu, invece? Fino a che punto saresti disposto ad avere a che fare con me?-
-Non rigirarni la domanda, Bulma. Ti ho già detto che ti darò le dovute spiegazioni dopo che mi avrai risposto!-
-Mi dispiace, ma non riesco a fidarmi di te...-
Il sayan sorrise malignamente e si alzò di nuovo in piedi. Incrociò le braccia e si allontanò leggermente da lei, tenendo però gli occhi fissi su quelli della donna.
-D'accordo... come ti ho detto anche prima, io non ho fretta.-
Lo sguardo di Bulma divenne carico di rancore e privo di speranza... era proprio da lei perdere la testa per uomini tanto spregevoli e crudeli! Possibile che alla sua età ancora provasse una perversa attrazione verso guerrieri alieni potentissimi e sanguinari che la tenevano in pugno come un miserabile insetto? Possibile. Per placare i modi ben poco principeschi di Vegeta aveva dovuto lottare per anni! E quando finalmente ci era riuscita, ecco che l'amato marito era sparito nel nulla per dar vita ad un essere forse peggiore. Ma lei era Bulma Brief! Aveva affrontato a testa alta tutte le sfide che il destino le aveva messo davanti... e ne era sempre uscita vincitrice! Perché mai, questa volta avrebbe dovuto subire una sconfitta? Non era da lei... non era ciò che avrebbe ottenuto la donna più intrepida e caparbia dell'universo!
-E va bene, Vegeku... visto che non mi lasci altra scelta, assisterai al mio assideramento.-
Lo sguardo del sayan raggelò e il suo corpo impietrì. I brividi causati dall'udire quelle parole lo fecero impercettibilmente sussultare. Dannata donna! Ancora non era stanca di sfidare i guerrieri più potenti e pericolosi in circolazione? Perché lo stava sfidando... su questo non aveva dubbi!
Continuarono per alcuni minuti a guardarsi senza che nessuno dei due avesse l'umiltà di spegnere quel silenzio infernale. Cosa le era saltato in mente? Perché aveva risposto in quel modo tanto sciocco? Stupida, folle, insulsa donnicciola senza cervello! In quanto a orgoglio, sapeva di poter dare del filo da torcere al potente principe dei sayan! E anche stavolta lo stava ostentando, senza che a monte vi fosse alcuna apparente ragione valida. Non sarebbe stato più facile rispondere? Certo che sì. Ma lei non si sarebbe mai piegata a nessuno, tantomeno ad un sayan che la stava minacciando di lasciarla congelare se non avesse ricevuto da lei una risposta precisa ad una domanda molto allusiva.
-Sei davvero una sciocca... perché ti ostini a farti del male da sola?-
-Sei tu che... mi... stai facendo... del... ma...-
La donna non riuscì a portare a termine ciò che avrebbe voluto dire: il troppo freddo le impediva di muovere la bocca e presto non sarebbe nemmeno più riuscita ad articolare i suoni. Erano alla resa dei conti ormai: entro pochi minuti avrebbe scoperto se quell'uomo l'avrebbe davvero lasciata morire. E sarebbe stata ben felice di accoglierla quella maledetta morte, se comunque non avrebbe ottenuto mai nulla da Vegeku! Perché ormai vivere non aveva più senso... la sua esistenza si stava miserabilmente sgretolando, il suo cuore era ormai irrimediabilmente infranto. Aveva ancora suo figlio, però. Come avrebbe potuto lasciarlo sapendo che già aveva perso il padre? Perché non era affatto certa che quel sayan avrebbe potuto sostituire Vegeta almeno in quello. Suo marito non aveva mai dichiarato apertamente di voler bene a Trunks, eppure lo manifestava in maniera palese: con la scusa degli allenamenti passavano tantissimo tempo insieme e anche se a parole Vegeta spesso si lamentava di quanto il ragazzino battesse la fiacca, lei sapeva quanto in realtà fosse orgoglioso di quel "moccioso mezzosangue".
Bulma si accovacciò a terra, rannicchiandosi come un bambino nel grembo materno. Chiuse gli occhi, fin troppo lentamente: se quello doveva essere il suo destino, lo avrebbe accolto senza piangere.
-Non abb... abbandonare... Trunks, ti... ti prego...-
E fu il buio.

-Dottor Brief, sua figlia è tornata a casa?-
-No Yamcha, non ancora...-
-Uff... capisco. La ringrazio comunque...-
Chissà dove accidenti l'aveva portata quel maledetto sayan! Alla fine l'aveva avuta vinta lui... Yamcha sperava che questa volta le cose con Bulma sarebbero potute andare meglio, invece... accidenti!
-Non cambirà mai! Più le sfide si fanno difficili e più lei ci perde la testa! Ma stavolta si farà male...-
-Che cosa vuoi dire?-
Yamcha sussultò: quasi non si era reso conto di aver pronunciato quel pensiero ad alta voce.
-No... niente! Pensavo... bè, allora io vado...-
Si allontanò dalla Capsule Corporation e per l'ennesima volta tentò di chiamarla. Niente: il suo cellulare non dava segni di vita. Che lo avesse spento? Probabile. Non sapeva cos'altro fare! Prese di nuovo in mano il suo telefonino e le mandò un messaggio: "Non metterti nei guai, ti prego!". Dopodiché si alzò in volo verso l'isola di Muten.

-Tu sei un idiota! Che diavolo ti è saltato in mente di portarla tra le montagne rocciose vestita così?!? Ti sei forse dimenticato che lei non è una scimmiona come te?-
-E tu sei ancora ubriaco per caso?-
Per la seconda volta nel giro di poche ore, Crilin stava assistendo ad un patetico battibecco tra Jirobay e Vegeku, e stavolta quello scontro verbale era quantomai fastidioso e fuori luogo. Bulma era sdraiata sul pavimento e dormiva beatamente... almeno così sembrava! Dopo quello che aveva passato, era un miracolo che potesse godere di un sonno tanto tranquillo. Santi fagioli di Balzar! Le avevano salvato la vita, quella vita tanto fragile e tormentata che Vegeku aveva candidamente ammesso di aver quasi fatto spegnere. Balzar era accanto alla ragazza e guardava circospetto tutti gli ospiti della sua dimora. Non proferiva parola, ma evidentemente anche lui doveva essere rimasto piuttosto turbato dal racconto del sayan. E come dargli torto? Stavvolta aveva proprio esagerato! D'accordo che poteva essere arrabbiato per la presunta scappatella di lei con Yamcha, ma... cavolo! Che bisogno c'era di punirla a quel modo?
Dopo che aveva lasciato l'isola di Muten per riportare il corpo svenuto di Jirobay presso l'obelisco, si era chiesto più di una volta che fine avesse fatto Vegeku. Certo non immaginava che avrebbe intrapreso una sorta di spedizione punitiva contro Bulma! Poi, finalmente, aveva raggiunto Balzar e si era messo a parlare con lui del più e del meno finché l'ubriacone non si era svegliato. Se non altro, gli era passata la sbronza! Eppure ancora imprecava contro il sayan, sostenendo che aveva un che di perverso. Crilin non aveva dato molto peso a quelle parole: in fondo, che ne poteva sapere il suo amico di cosa provasse davvero una creatura tanto particolare come Vegeku? Balzar, invece, si era dimostrato piuttosto preoccupato: -La fusione tra spiriti indipendenti è un processo contro natura. Il fatto che delle divinità come Kibith e Kaioshin la tollerino bene, non significa che debba valere la stessa cosa anche per dei comuni mortali...- Chissà come mai, però, Crilin continuava a nutrire una fiducia indiscriminata nei confronti di Vegeku. Non riusciva davvero a credere che potesse rivelarsi pericoloso: e perché avrebbe dovuto? Né Goku né Vegeta lo erano... tralasciando ovviamente l'oscuro passato di quest'ultimo. Ma, appunto, si trattava del passato! Un passato ormai troppo lontano perché potesse tornare a costituire una minaccia. Crilin di questo era convinto... o voleva convincersi! Perché, come purtroppo sapeva, il principe dei sayan era caduto sotto il controllo del mago Babidi. Lui non aveva assistito personalmente all'evento, ma sapeva che era successo. Scrollò la testa, come a voler scacciare con prepotenza tutti quei pensieri; si alzò di colpo, salutò tutti, e si diresse verso il suo elicottero: era stanco, confuso, e aveva bisogno di tornare alla tranquillità di casa sua. Peccato che appena premette il pulsante per aprire la portiera, dietro di lui si materializzò dal nulla il sayan, che portava in braccio il corpo semicongelato e svenuto di Bulma.

-No, caro mio! Non sono affatto ubriaco! Sto semplicemente constatando quanto sei cretino!-
-Smettila Jirobay! Anzi... smettetela tutti e due! State cominciando davvero a darmi noia!-
-Ops! Ma guarda... Crilin si è arrabbiato!-
-Ti ho detto di piantarla!-
-Volete chiudere la bocca? Bulma si sta svegliando!-
Crilin scattò in piedi.
-Sei sicuro, Balzar?- e in un attimo si avvicinò alla ragazza. Si prostrò al suo fianco e poté vedere i suoi occhi aprirsi lentamente. Sembrava stesse bene, per fortuna. Quando la donna sia accorse della presenza dell'amico, ebbe un piccolo sussulto. Il giovane colse in lei un leggero smarrimento e le rivolse un sorriso.
-Stai tranquilla! è tutto a posto...-
-Cosa è successo? Io non...-
-Sssh! Non parlare... sei ancora debole...-
-Non ricordo niente... dove siamo?-
-Sull'obelisco di Balzar.-
La donna chiuse gli occhi, come a voler metabolizzare quelle parole. Che ci faceva in quel posto? E cosa le era accaduto prima? Una serie di immagini confuse iniziarono a susseguirsi nella sua testa... Yamcha, la discussione con quest'ultimo, ...il freddo?!?... i ciliegi... suo padre! Una telefonata notturna... ancora Yamcha, di nuovo i ciliegi e poi... la donna spalancò di nuovo gli occhi e drizzò la schiena, quasi spaventando Crilin.
-Ehi! Che ti prende?-
-Dov'è?-
-Cosa? Chi?-
-Vegeku dov...- e s'interruppe scorgendo la sua figura alle spalle dell'amico, vicino a... Jirobay?!?...
-Stai calama... dai, su! pensa riposarti ora!- disse Crilin mostrando tutta la sua premura.
La donna continuava a guardare Vegeku con aria perplessa e stravolta. Faticava ancora a ricordare i dettagli di quanto accaduto, ma era consapevole del fatto che si trattava di qualcosa di serio.  Abbassò lo sguardo e scorse Balzar con in mano il sacchetto contenente i suoi fenomenali fagioli magici. Ebbe un brivido nell'intuire che dovevano essere serviti a lei. Yamcha... i ciliegi... le lacrime... i monti... il freddo... notò di avere il corpo avvolto in una pesante coperta di lana; strinse i pugni, e si rese conto di quanto fossero doloranti. Anche le gambe le facevano male e la gola sembrava bruciare per quanto era secca.
-è necessario che mangi anche questo, almeno guarirai del tutto! Abbiamo fatto fatica prima a mandartene giù uno a forza...- disse il gatto porgendo alla donna uno dei senzu appena estratti dal sacchetto.
-Cosa mi è...- e, nel pronunciare quella frase, ricordò tutto: ricordò come Vegeku l'aveva "salvata" da un faccia a faccia sgradito con Yamcha, ricordò dove l'aveva portata, ricordò cme l'aveva costretta a raccontargli la sua versione dei fatti su un insulso bacio rubato... l'aveva costretta, sì! Minacciandola di farla morire assiderata. Fino a che punto saresti disposta ad avere a che fare con me? Doveva essere stata la mancata risposta a quella domanda a ridurla in quello stato... sì, certo! Ora le immagini nella sua testa si erano fatte decisamente più nitide!
-Dai, che aspetti! Mangia quel fagiolo...-
Il volto di Crilin era davvero rassicurante: in momenti del genere si rendeva conto di quanto quel ragazzo fosse speciale! Invidiava C18 che aveva avuto la fortuna di trovare un compagno tanto generoso e cordiale. Ecco perché reputava Crilin uno dei suoi migliori amici! Perché era incondizionatamente buono con chiunque, perché era sempre pronto ad aiutarla, perché aveva coraggio da vendere pur essendo un normale essere umano! Un normale essere umano... da quanto tempo non aveva a che fare con gente del suo pianeta? Strinse gli occhi nel disperato tentativo di non ripensare a quanto le era successo. Prese il senzu e lo mangiò. In pochissimi istanti, i residui di dolore che ancora la importunavano, svanirono completamente.
-Quanto ho dormito?-
-Più di tre ore.- rispose Balzar.
-E adesso che ore sono?-
-Circa le quattro del pomeriggio.-
-Così tardi?!? Oh no... non ho nemmeno preparato il pranzo per Trunks!-
La donna mise le mani nelle tasche dei pantaloni per recuperare il cellulare; lo trovò, e fece per chiamare i suoi genitori. Crilin, però, la interruppe.
-Calmati, Bulma! Ho pensato io ad avvertire tuo padre...-
-Uff... ti ringrazio Crilin... e che scusa ti sei inventato?-
-Che avevi deciso di fermarti a pranzo qui all'obelisco, ma che non potevi chiamarlo perché stavi aiutando Balzar ai fornelli...-
-Wow! Certo che ne hai di fantasia!-
La donna aprì comunque il telefono e notò le numerose chiamate  fattele da Yamcha e dai genitori. Poi scorse l'icona dei messaggi lampeggiare...
Non metterti nei guai, ti prego!
Sospirò, e lanciò il telefono a terra per poi nascondere il viso tra le mani.
-Cos'hai adesso? Vuoi che ti porti un po' d'acqua?-
Bulma non rispose: si limitò a fare cenno di no con la testa. Per alcuni secondi fissò il pavimento sul quale fino a pochi minuti prima stava dormendo, o meglio, su cui giaceva svenuta; poi si voltò fino a raggiungere Vegeku con gli occhi. Era ancora lì, dietro Crilin, che la guardava. Da quando si era ripresa, non le aveva tolto gli occhi di dosso, ma la donna, in realtà, non l'aveva notato. Sembrava tranquillo... forse troppo! D'altra parte, non ricordava affatto di averlo mai visto preoccupato. Si trovava di nuovo addosso lo sguardo del folle che aveva osato mettere alla prova il suo orgoglio e la sua resistenza pur di ottenere una patetica risposta. Un pazzo, sì! Uno schizzato... chissà, poi, cosa avrebbe voluto sentirsi dire! La verità era che quel tipo, purtroppo, era ancora più ostinato di lei... Mai sfidare un sayan! Specialmente se non lo conosci bene... suo padre glielo ripeteva spesso nei primi tempi in cui aveva deciso di dare ospitalità a Vegeta. Lui aveva capito quanto fosse pericoloso, anche se di fatto, in realtà, quasi non lo dava a vedere. Eppure quella volta ne era uscita sana e salva... anzi! Aveva persino messo su famiglia con quel principe spietato. Ora, invece, la sua esistenza navigava quantomai nell'incertezza: perché a guardarla c'era Vegeku, non Vegeta; perché ad averla messa in pericolo era stato un guerriero la cui esistenza era al di fuori di ogni logica concepibile; perché sapeva che quel maledetto sayan, nonostante tutto, continuava a non esserle indifferente.
-Se non sbaglio, io e te avevamo un discorso in sospeso...-
Crilin strabuzzò gli occhi, poi si voltò velocemente verso l'uomo impassibile dietro di sé. Tornò a guardare Bulma, poi Balzar, che teneva gli occhi semichiusi rivolti alla donna e respirava nervosamente.
-Non dirmi che adesso ti sei decisa a parlare!-
-Esattamente. Parlerò, qui e davanti a tutti! Risponderò a quella stupidissima domanda... sei contento? Almeno la smetterai di mettere a repentaglio la mia vita!-
-è stato un incidente... non volevo che finisse così!- disse il sayan avvicinandosi alla donna e facendo segno a Crilin e Balzar di spostarsi.
-Sai che ti dico, Bulma? Tu sei più pazza di lui... i guai te li vai a cercare!-
La donna non diede importanza alle parole appena pronunciate da Jirobay. Aveva ragione, certo! Ma ormai si era  messa in gioco, e tanto valeva arrivare fino in fondo. Vegeku voleva una risposta? Benissimo... l'avrebbe avuta! Ormai sapeva che quel sayan non scherzava affatto. Chissà, magari non era nemmeno stato un incidente come le aveva appena detto... poteva anche averlo fatto di proposito! Perché, altrimenti, ostinarsi a tal punto da farla quasi morire? Se avesse avuto a cuore la sua incolumità non l'avrebbe fatta arrivare a quel punto, nonostante l'ostinato silenzio. Ma ormai non aveva importanza: era abituata ad innamorarsi di guerrieri spietati e senza scrupoli! Pazienza se a lungo andare ci avrebbe rimesso davvero la pelle... ma era più che normale che prima o poi dovesse accadere!
-Sarei disposta ad avere a che fare con te esattamente come con Vegeta... non ha alcuna importanza chi sei e cosa mi hai fatto: sono abituata a dover sopportare minacce e umiliazioni! Visto che è dentro di te, dovresti sapere perfettamente in che modo si è comportato mio marito quando ancora la nostra era una relazione basata sull'ipocrisia e su qualche nottata di sesso violento destinata a concludersi con il suo allontanamento repentino dalla mia camera! Ebbene, se ho sopportato la vergogna di dovermi concedere ad un sanguinario sayan che pretendeva da me, oltre al perfetto funzionamento della gravity room, anche determinate prestazioni, l'ho fatto soltanto perché speravo che alla fine capisse quanto fossi innamorata di lui! C'è voluto del tempo, certo, ma sono riuscita nel mio intento! L'ho reso una persona migliore, un compagno a modo suo presente, e un padre quasi perfetto. Sono riuscita a fargli amare la sua nuova famiglia e questo pianeta, e tu ne sei la prova vivente! Sono assolutamente consapevole del fatto che il Vegeta giunto sulla Terra tanti anni fa non avrebbe mai e poi mai accettato di effettuare la fusione eterna con Goku solo per salvare l'universo dalla minaccia di un demone. Se questa volta ha messo in palio il suo corpo per una causa tanto nobile è soltanto perché aveva a cuore le sorti di tutti noi! è ovvio che lui non ammetterebbe mai una cosa del genere, ma sappiamo entrambi che è così. Non so quanto di Vegeta sia rimasto nel tuo spirito: forse tutto... o forse niente! Ma questo non importa... al costo di farmi male voglio concederti la possibilità di starmi accanto. Sono pronta ad affrontare tutte le conseguenze di questa scelta, e lo farò a testa alta! Quando ho accettato di iniziare quella squallida relazione col principe dei sayan, giurai a me stessa che avrei fatto di tutto per non lasciarlo fuggire! E adesso, quel tutto che ero disposta ad affrontare, si è materialmente concretizzato nella tua persona: Vegeta è dentro di te e, per quel che mi riguarda, questo è più che sufficiente perché, nonostante tutto, io continui ad amarti.-
Esterrefatto. Dentro di sé era rimasto profondamente scioccato dalle parole appena udite. Crilin non si era mai soffermato più di tanto a pensare a quanto fossero legati Bulma e Vegeta. Doveva ammetterlo: quel discorso proferito dalla sua amica lo aveva commosso, sconvolto, lasciato basito. Effettivamente, nemmeno lei era solita esternare i propri sentimenti e di fatto lui non aveva mai compreso quento quella eccentrica donna fosse innamorata dell'orgoglioso principe dei sayan. Credeva che il concepimento di Trunks fosse stato semplicemente un errore e, forse, per Vegeta inizialmente lo era davvero! Ma per Bulma doveva essere diverso... lei non aveva cercato quell'uomo solo e unicamente per godere dei piaceri della carne! Lo amava. E, chissà... forse quel figlio l'aveva desiderato!
Si guardò attorno: il viso della donna era contratto in una smorfia di dolore. Tremava impercettibilmente e guardava dritto negli occhi il sayan davanti a lei: era in piedi, e dall'alto la scrutava ossessivamente, quasi non volesse che lo sguardo di lei sfuggisse al richiamo delle proprie iridi. Non sembrava particolarmente turbato da ciò che aveva udito... forse se lo aspettava! O forse la cosa gli era indifferente... no! Impossibile. L'aveva quasi fatta morire per sentirle pronunciare quelle parole... come poteva non importargli nulla? Jirobay, intanto, si era seduto a terra e si stava dilettando in qualche stupido gioco col cellulare di Crilin. Cavolo! Ma chi gli aveva dato il permesso di prenderlo? Che razza di tipo... aveva speso mille parole per difendere Bulma e Chichi contro l'atteggiamento sconsiderato di Vegeku... ed ora? Smanettava uno stupido telefono senza nemmeno prestare attenzione a quanto detto dalla scienziata. O forse faceva solo finta di non ascoltare? Oh accidenti... da quando aveva conosciuto quel seyan, vedeva dell'ambiguo in ogni persona! Balzar invece pareva piuttosto preoccupato... e anche affranto. Evidentemente, nutriva più di qualche dubbio, e queste incertezze riguardavano di sicuro Vegeku. Quel gatto era speciale: quasi una sorta di divinità! Probabilmente riusciva a cogliere dettagli che alle persone normali sfuggivano. Già prima dell'arrivo del guerriero all'obelisco, aveva espresso le proprie perplessità su quest'ultimo, e forse nemmeno aveva esternato tutto ciò che pensava davvero! Rabbrividì. Non poteva essere così... sicuramente quei timori erano eccessivi! Sì, erano per forza eccessivi... sì... no?!
-Sai, probabilmente avevo sbagliato a fare i conti. Poco importa... alla fine comunque hai detto esattamente ciò che mi aspettavo di udire. è inutile che io tenti di giustificare il mio comportamento negli ultimi mesi: credo proprio che tu abbia capito perché non mi sono fatto vivo.-
-Perché non te ne importava niente... guarda che ho imparato molto bene a conoscere i sayan! Te l'ho detto... so esattamente a cosa andrei incontro accettando di accoglierti nella mia vita!-
Il sayan sorrise e sospirò.
-Ne sei proprio sicura?-
-Certo. Credi che non abbia capito quale sia l'altro pensiero che ti tormenta?-
Stavolta il sayan le rivolse uno sguardo indagatore. Ora quella donna sapeva anche leggere nella sua mente? Pazzesco... non avrebbe mai smesso di stupirlo abbastanza!
-E quale sarebbe?-
-Chichi.-


CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Maledetta sincerità ***


Maledetta sincerità Ciaoooooooo!!! Eccomi qui con un nuovo capitolo di questa storiella ingarbuliata che sta ingarbugliando anche la sottoscritta oltre ai protagonisti! Tra un esame e un altro sto quasi impazzendo... vabbè... spero che il mio delirio non si rifletta troppo in questa fanfic e che non ci siano troopi errori (ho riletto tutto prima di pubblicare, ma non ci sto con la testa e non so se ho corretto tutto)! Ok, basta chiacchiere... buona lettura e (per chi può) buone vacenze estive!!!


-Insomma, ti è andata male anche stavolta...-
Muten aveva ascoltato attentamente le parole di Yamcha su come si era svolta la sua mattinata e finalmente aveva capito dove era andato a finire Vegeku dopo il teletrasporto. Evidentemente, la faccenda gli interessava più di quanto volesse dare a vedere! Eppure l'anziano maestro lo aveva sempre sospettato: riteneva piuttosto improbabile che un guerriero al cui interno c'era lo spirito di Vegeta rimanesse completamente indifferente alle "distrazioni" di Bulma.
-Non mettere il dito nella piaga, per favore!-
-Io te l'avevo detto! Quella donna non sarebbe mai tornata da te! Lo sai com'è fatta... adora ficcarsi nei guai! Le storie normali non le piacciono... è rimasta con te finché ti sei dimostrato forte e spericolato, ma quando hai iniziato a battere la fiacca, ti ha mollato per il principe dei sayan! In effetti, quella volta volta ha proprio esagerato, ma Bulma è così... che ci vuoi fare?-
-Grazie per avermi detto di essere uno scansafatiche...-
-è la verità...-
-Che c'è? Vuoi farmi deprimere più di quanto già non lo sia?-
-In parte te lo meriti! Hai agito d'impulso senza riflettere sulle conseguenze che avrebbe avuto il tuo modo di fare... hai sbagliato a pensare di poterla convincere a tornare da te!-
-Ma Vegeku la farà soltanto soffrire! Come è già successo con quell'arrogante di Vegeta...-
-Probabilmente hai ragione. Ma che ci vuoi fare? Se non ti vuole è inutile che continui a tormentarla! E poi è una donna adulta con una famiglia sulle spalle... è giusto che agisca come meglio crede!-
-Chissà quel pazzoide dove accidenti l'avrà portata! Non sono affatto tranquillo...-
-Che c'è? Sei geloso per caso?-
-Non ti ci mettere anche tu con questa storia!-
-Smettila di guardare quel telefono!-
Yamcha faticava a dar retta al suo anziano maestro: durante tutto il loro deprimente colloquio lo aveva fissato con occhi spenti e martoriati, gettando di tanto in tanto lo sguardo sl suo cellulare. Ma lei ancora non si decideva a farsi viva e, chissà, forse non lo avrebbe mai fatto. Con Bulma aveva giocato sporco, si era approfittato della sua debolezza e della crescente disperazione che la stava attanagliando, e aveva finito per corteggiarla fin troppo spudoratamente. Non aveva mai smesso di amarla, purtroppo, e la consapevolezza che per riaverla avrebbe soltanto dovuto sperare nel definitivo allontanamento di Vegeta, lo aveva portato, nel corso degli anni, quasi a cedere alla rassegnazione. Poi, inaspettatamente, il principe dei sayan era scomparso davvero, inghiottito dal corpo e dall'animo di un guerriero infinitamente più potente che che lo accoglieva all'interno del proprio essere insieme al suo acerrimo nemico Goku... o Kakaroth, come ancora si ostinava a chiamarlo. Yamcha si era illuso che Vegeta non potesse più tornare indietro: era impossibile che la fusione si sciogliesse! Aveva goduto nello scoprire che quei due erano ormai legati per il resto dell'eternità... certo, gli dispiaceva per Goku che era sempre stato un grande compagno di avventure, ma lo conosceva troppo bene per potersi stupire della scelta che aveva compiuto: aveva sempre saputo che il suo amico non avrebbe esitato a sacrificare sé stesso qualora in gioco ci fosse stata l'incolumità dell'universo. Sapeva anche che prima o poi ciò sarebbe accaduto davvero. Ma la decisione di Vegeta lo aveva sorpreso, nel bene e nel male: nel bene, perché comunque aveva dimostrato di non essere affatto insensibile alle sorti del pianeta che gli aveva generosamente donato una nuova vita; nel male, perché ora purtroppo capiva che l'ostinata fiducia di Bulma nei confronti del principe non era affatto fondata su una mera illusione ma aveva una ragione di esistere. Trovandosi per la prima volta Vegeku davanti, ebbe la certezza che il suo rivale in amore non era poi così spietato come voleva far credere: lo capì scorgendo quell'atletica figura che lentamente si avvicinava ai presenti lasciandoli attoniti; lo capì scoprendo che quella creatura era il risultato di una scelta volontaria compiuta da Goku e Vegeta; lo capì notando la disperazione negli occhi di Bulma: perché nessuna donna, per quanto folle e stravagante, potrebbe amare davvero un uomo se in quest'ultimo non ci fosse un minimo di bontà. Ma il raggiungimento di quella consapevolezza e la certezza che forse Vegeta meritasse davvero l'amore della sua compagna arrivarono proprio nel momento in cui tutto ciò non poteva più costituire un problema: il principe aveva deliberatamente scelto di sparire e lo aveva fatto nella consapevolezza che non sarebbe mai più tornato indietro. Yamcha non era un folle, né tantomeno uno stupido. Aveva capito che quella sarebbe stata la sua ultima occasione per riprendersi la donna che aveva sempre considerato sua. Ci aveva provato perché era giusto che lo facesse: per sé stesso, per lei, per la felicità di entrambi! Ci aveva provato perché sapeva che Vegeku non avrebbe mai potuto, né voluto, renderla felice. Ci aveva provato spudoratamente, senza però fare i conti con i sentimenti di Bulma e l'imprevedibilità del sayan.

DRIIIIN DRIIIIIN

Muten sussultò, riconoscendo la suoneria del proprio telefono. Chi poteva essere a cercarlo?
-Muoviti! Va' a rispondere... potrebbe essere Bulma!-
-Calma ragazzo... ora vado! Guarda che ho una certa età...-
Il vecchio maestro entrò in casa, seguito a ruota dal suo ex allievo. Prese di scatto il telefono e rispose senza nemmeno guardare il numero che comparve sullo schermo.
-Pronto?!? Chi parla?-
-Hei Muten! Si può sapere che fine ha fatto quello zuccone di mio marito?-
-Eh?? Ah!!! Salve C18... ma che piacere sentirti! Come stai?-
-Poche chiacchiere, vecchio! Passami immediatamente Crilin!-
-Ma... veramente... non è qui!-
-Come sarebbe a dire?!? Mi aveva detto che sarebbe venuto sull'isola per riaccompagnare Jirobay non so dove!-
-Sì sì... infatti! Ma se ne sono già andati via da un bel pezzo!-
-Da quanto?-
-Bè... sono partiti prima di pranzo...-
-E dove accidenti sono andati?-
-Sull'obelisco di Balzar, ma... scusa C18, mi stai forse dicendo che ancora non è rientrato a casa?-
-Non solo non è rientrato, ma sta anche rifiutando tutte le mie chiamate!-
-Cosa?!? Mi pare strano... non è da lui!-
-Lo so... e sto iniziando a innervosirmi! Perché non vai da Balzar a vedere se è tutto a posto?-
-Ma... scusa, non faresti prima ad andarci tu?-
-E a chi lascio la bambina? L'elicottero ce l'ha Crilin e non posso volare fino all'obelisco con lei inbraccio! Non è abituata...-
-Va bene! Ho capito... andrò con Yamcha a dare un'occhiata, d'accordo?-
-Perfetto! E appena lo trovi, digli che stasera può anche scordarsi la cena...-
-Ah... bè... ok! Pronto??? Ci sei? ... ha riattaccato...-
-Ho capito male o Crilin è sparito?-
-Pare di sì... dai, su! Tira fuori il tuo elicottero dalla capsula e andiamo da Balzar!-
-Cosa??? No no... a me non va di venire!-
-Non fare storie! Hai già combinato abbastanza guai... e poi questa faccenda non mi convince...-
-E va bene! Faremo come vuoi tu! Che giornataccia... è iniziata male e sta continuando peggio!-
I due salirono abordo del velivolo, sfrecciando a tutta velocità in direzione dell'obelisco.

Chichi... Chichi... Chichi... Bulma aveva pronunciato quel nome con una calma quasi imbarazzante. Maledetta! Era così che stava tentando di metterlo alle strette? La cosa pazzesca era che probabilmente ci sarebbe riuscita... perché lei non era una sprovveduta, e nemmeno una donnicciola ingenua! Era perfettamennte consapevole di cosa significasse esasperare la pazienza di un sayan, ma questo non le impediva certo di forzare di nuovo la presa sulla coscienza già pesantemente martoriata di Vegeku! Ci aveva provato anche lui... aveva provato a indurla a parlare giocando con il terrore che sapeva di suscitarle, aveva provato a metterla con le spalle al muro imprigionandola tra le impervie alture delle Montagne Rocciose, aveva provato a testare la sua ineguagliabile tenacia... e alla fine ne era uscito sconfitto! Perché lei lo aveva affrontato a testa alta: non si era lasciata piegare da quello sguardo crudele e glaciale; non si era lasciata abbindolare dalla estrema vicinanza del suo gelido corpo a quello caldo e attraente di Vegeku; non si era voluta esporre prima che lo facesse lui e questo, con grande ma non evidente rammarico del sayan, le era quasi costato la vita. E alla fine aveva deciso di esternare tutta sé stessa: faticava a non mordersi le labbra mentre pronunciava quelle disperate parole d'amore... perché lo amava, lei ne era perfettamente consapevole, lui ne era perfettamente consapevole. Sapeva che dalla sua bocca, prima o poi, avrebbe udito un discorso del genere: lo sapeva, lo desiderava, lo aspettava. Bramava soltanto quella eclatante dimostrazione d'affetto che la donna era restìa a concedergli. Avrebbe voluto che lei glielo dicesse senza squartare di nuovo la sua coscienza: perché, se avesse parlato subito, quest'ultima sarebbe rimasta intatta! Ma Bulma aveva preferito aspettare mettendo a repentaglio consapevolmente la propria vita... aveva parlato, dunque! Tuttavia lo aveva fatto soltanto dopo che, salvandola, Vegeku le aveva già dimostrato di tenere a lei. E questo l'avrebbe illusa. Il suo piano era fallito: era stato costretto ad esporsi... da lei? Da sé stesso? Dalla sua coscienza? Da chi era stato davvero costretto? Nella sua spietata razionalità aveva sperato di non dover venire allo scoperto con lei: aveva programmato tutto perché la donna fosse costretta ad aprire il suo cuore senza che il sayan facesse altrettanto, perché sapeva che alla fine l'avrebbe delusa. Invece, aveva condotto quel gioco tanto spudorato come un dilettante: aveva perso, lasciando a Bulma le redini di quella travagliata situazione. Si era esposto, ed ora era costretto a rivelarsi fino in fondo: perché lei aveva capito fin troppo bene quanto la parte di Vegeta che era in lui ancora le fosse legata; e aveva capito anche che il principe dei sayan avrebbe dovuto spartire il travagliato e confuso cuore di Vegeku con quello grande e generoso di Goku. Nessuno di quei due guerrieri era davvero scomparso: vivevano entrambi, vivevano più che mai e premevano con forza per vincere le resistenze del nuovo essere, contribuendo a confonderlo e a deviarlo. Ma non avrebbero mai avuto il sopravvento.
Al punto in cui era arrivato, sarebbe stato inutile negare di fronte a Bulma e a tutti i presenti di essere in qualche modo legato a Chichi. Era scontato che fosse così... perché anche se Goku l'aveva sempre data per scontata, riuscendo anche vigliaccamente a trascurarla, i sensi di colpa che quello stupido sayan non si era mai fatto venire stavano ora lacerando l'animo di Vegeku. Chissà, forse a dispetto di ciò che aveva sempre creduto, la sua coscienza era ben più sviluppata di quella di Goku e Vegeta, ma per capirlo, paradossalmente, aveva dovuto sbattere la testa prima contro il muro di astio sollevato da Chichi, poi contro quello di speranza innalzato da Bulma.
-Mi dispiace davvero... non meriteresti di dover ascoltare certe parole!-
-Sono pronta a tutto, davvero!-
Il sayan si avvicinò ulteriormente a lei e le si sedette di fronte, abbassandosi finalmente ad un vero incontro faccia a faccia. Fino a quel momento l'aveva sempre guardata dall'alto in basso, quasi a voler ostentare la patetica convinzione di stringerla in pugno: eppure non era così... non lo era mai stato! Capiva di essersi solamente illuso, di aver preso un abbaglio colossale, di essersi volutamente reso cieco di fronte ad una verità che gli faceva troppo male, perché avrebbe decretato la sua sconfitta.
-Io non sono Vegeta... mettitelo bene in testa se davvero vuoi provare a nutrire un briciolo di affetto per me!-
-Certe cose non dipendono dalla nostra volontà... non ho deciso io di provare dei sentimenti...-
Vergogna. In quel momento avrebbe preferito essere inghiottito da un buco nero piuttosto che logorare a causa di quella tremenda sensazione. Perché la rassegnazione che coglieva negli occhi di Bulma mentre esponeva con apparente tranquillità i propri reconditi pensieri, celava putroppo un'amara certezza di cui erano consapevoli entrambi: lui non avrebbe mai e poi mai potuto amarla come invece faceva lei. Non era nella sua indole, non era nella sua natura... e non perché non le fosse legato! I ricordi di Vegeta erano fin troppo vivi dentro di lui, ma... cavolo! Lui non era Vegeta, e non lo sarebbe mai stato... senza che inizialmente riuscisse a rendersene davvero conto, da qualche tempo in lui si stava delineando una personalità alternativa e indipendente rispetto a quella dei suoi creatori: di ogni singola persona con cui era entrato in contatto, si era a poco a poco formato un'idea che spesso non aveva nulla a che vedere con le opinioni di Goku e Vegeta. Affinità e antipatie si stavano lentamente tracciando, nonostante le anime di quei due sayan continuassero a lottare per emergere; ma sapeva che avrebbero fallito. In quel gioco tanto perverso fatto di guerre interne, Vegeku avrebbe a lungo andare trionfato. Già stava vincendo: già aveva instaurato dei legami con alcune persone che differivano rispetto a quelli dei suoi creatori.
-Perché non parli più, Vegeku?-
Bulma continuava a guardarlo, ma stavolta in modo supplichevole. Aveva messo in gioco tutto ciò che aveva: sentimenti, speranza, forza, dignità. Lo aveva fatto perché sperava che lui capisse la sincerità di quelle parole, ma sapeva che probabilmente non sarebbe bastato. Perché se anche una parte di lui l'avesse amata, l'altra sarebbe rimasta legata a Chichi per sempre. Eppure lo avrebbe accettato, perché mai avrebbe potuto rinunciare a lui, al suo principe, al suo innamorato.
-Temo che tu abbia capito che io non sarò mai in grado di ricambiarti, ma forse non ne hai compreso il motivo.-
Bulma per un istante chiuse gli occhi. Quando li riaprì, alcune lacrime le stavano già inumidendo le gote, ma ciò non avrebbe avuto alcuna importanza: lo avrebbe ascoltato e avrebbe lottato.
-Dimmelo tu, allora...-
-Probabilmente sei convinta che io ami sia te che Chichi, visto che in me ci sono Goku e Vegeta, e che la mia sparizione sia dipesa dal fatto che non riuscivo a scegliere. In realtà, le cose non stanno così. Fino a pochissimo tempo fa anche io credevo che il motivo fosse questo: mi ero illuso erroneamente di amarvi entrambe, pur non riuscendo davvero a fare chiarezza. Inizialmente mi eravate indifferenti: ammetto che di voi non mi sono preoccupato affatto. Poi mi sono reso conto di aver sbagliato, di essermi comportato da vigliacco e ho voluto un chiarimento con entrambe. Ero convinto di nutrire nei vostri confronti gli stessi sentimenti di Goku e Vegeta, ma tutto ciò era dettato solo da un'enorme confusione che avevo in testa! Non so come sia possibile, ma ciò che provo io non ha nulla a che vedere con loro...-
-Spiegati meglio per favore... che cosa intendi dire? E soprattutto, hai già parlato con Chichi?-
-Sì, le ho parlato, e mi sono scusato per il mio comportamento... è stata una chiacchierata piuttosto pacifica. Il punto è che io sono legato a entrambe, e in un modo o nell'altro rimarrete sempre impresse nella mia mente. Non mi toglierò mai dalla testa né te né Chichi e forse, nei momenti di maggiore debolezza, potrei anche fare la stupidaggine di venirvi a cercare. Ma io non vi amo: non amo te e non amo lei. L'affetto che nutro nei vostri confronti deriva da quei residui di coscienza appartenenti a Goku e Vegeta. E a questo punto dubito che le cose possano cambiare: le opinioni che ho di voi due, come di tutte le altre persone con cui ho avuto a che fare, divergono da quelle dei sayan che mi hanno generato. Probabilmente questo significa che si sta formando in me una personalità indipendente.-
-Se non mi ami, perché mi hai aiutata portandomi via da quel parco?-
Vegeku sussultò. Per quanto fosse difficile, però, preferì essere sincero.
-Quando sono venuto a conoscenza del bacio tra te e Yamcha me la sono presa molto a  male, anche se ho fatto finta di niente. Credevo che la rabbia sorta in me potesse essere ricollegata ad un briciolo di amore nei tuoi confronti, ma ora purtroppo temo che quella reazione e la scelta di portarti via da lui dipendessero unicamente da una bramosìa di possesso, o da quell'insana manìa di primeggiare in tutto che purtroppo, forse, è tipica dei sayan. La verità è che Vegeta non si sarebbe mai comportato come me: forse avrebbe fatto di peggio, forse se ne sarebbe andato, ma di certo non avrebbe messo in pericolo la tua vita in quel modo tanto stupido. Sicuramente poi, lui avrebbe apprezzato la tua tenacia e la tua ostinazione: lo so per certo, so quanto ammirasse questo lato del tuo carattere! Ma a me ha dato quasi fastidio, anche se non saprei dirti il perché: tu sei sempre la stessa, e questo lo apprezzo, ma io sopporto a fatica la tua caparbietà.
-Fantastico! Ti riempirei di calci se tu non fossi il guerriero più potente in circolazione!-
Bulma aveva abbassato lo sguardo, colpita nell'orgoglio e ferita dalla schiettezza di Vegeku. Certo, quella spudorata sincerità era apprezzabile rispetto ad una ipotetica e sporca bugia, ma la rabbia si stava ugualmente impossessando di lei: quello sciocco sayan l'aveva portata tra quei monti solo per capriccio! Voleva semplicemente dimostrare a sé stesso di valere più di Yamcha... davvero ignobile! Era stata trattata alla stregua di una bambolina di pezza. Ora capiva come mai quell'uomo esitasse tanto a trarla in salvo da quell'inferno di ghiaccio! Semplicemente, non gli importava niente di lei, o almeno, l'affetto che nutriva nei suoi confronti non era sufficiente a smorzare le fiammate del suo ardente orgoglio ferito. Vegeta l'amava, Vegeku no. E i ricordi che quest'ultimo conservava  del principe dei sayan non erano sufficientemente interiorizzati perché li ritenesse parte di sé: li conosceva dettagliatamente come una persona appassionata di cinema poteva conoscere i film del suo attore preferito, pur rimanendo di fatto completamente estraneo alla vita di costui. Vegeta avrebbe sempre fatto parte di Vegeku, ma non sarebbe mai entrato nel suo animo! Ora ne aveva la definitiva certezza: suo marito non esisteva più.
-Mi dispiace, davvero...-
Bulma tornò a guardarlo, senza remore e senza vergogna per quelle abbondanti lacrime che ormai le rigavano il viso. Non riusciva a capire se quell'uomo fosse davvero sincero riguardo al suo pentimento, ma ciò non aveva alcuna importanza: non era lui che aveva sbagliato! La colpa di tutto ciò doveva darla a sé stessa... perché si era esposta mettendosi in gioco senza nemmeno accertarsi del fatto che ne valesse davvero la pena. Pensava che l'estremo tentativo di lui di portarla in salvo recandosi da Balzar fosse imputabile ad un briciolo di amore. Non era così: non era come si aspettava.
-E Chichi? Che mi dici di lei?-
-Non immagini nemmeno quanto abbia sofferto per l'indifferenza di Goku! Ma lei è una tipa tosta, e in un modo o nell'altro ha sempre trovato la forza per andare avanti, anche senza di lui. L'ammiro per questo: suo marito nemmeno si rendeva conto di quanto fosse energica e speciale! Di lei aveva imparato a conoscere solo i difetti. Forse è per questo che nei suoi confronti provo pesanti sensi di colpa: perché avendo imparato a conoscere Goku, so quanto lui purtroppo l'abbia ingiustamente trascurata. Ma comunque non la amo affatto: da quel punto di vista mi è indifferente. Siete molto diverse: entrambe uniche a modo vostro! Purtroppo però, tra la stima e l'amore ci passa in mezzo un oceano. Non so che altro dirti... la verità è questa.-
Bulma non replicò: il suo cuore era andato in frantumi, la sua vita se ne era andata insieme a quella del suo amato principe. Aveva sbagliato tutto: aveva sbagliato a nutrire fiducia in Vegeku senza nemmeno conoscerlo; aveva sbagliato a credere che lui fosse una persona degna di stima; aveva sbagliato a non dare ascolto alle parole di Yamcha. Maledetto!  Quella dannata volta ci aveva visto giusto, e lo odiava per questo, così come odiava quel miserabile sayan.
-Avresti potuto lasciarmi morire tra quelle montagne... che senso ha ormai per me la vita?-
Si alzò dopo aver pronunciato queste amare parole e se ne andò dall'altra parte dell'obelisco. Crilin la seguì: non avrebbe potuto lasciarla sola, non in un momento tanto delicato!
Era rimasto scioccato anche lui e quasi faticava a credere a ciò che le proprie orecchie avevano udito. Ma era inutile rimuginare sull'assurdità del discorso appena proferito da Vegeku: perché in fondo poteva anche essere tutto vero ciò aveva detto e, se così fosse stato, non era certo male che avesse trovato il coraggio di confessarlo.
-Dai Bulma... non piangere, ti prego! Lo so che è difficile però... però... accidenti, non so nemmeno io cosa dire!-
-Lascia perdere Crilin, tanto non riuscirò mai a farmene una ragione...-
-Andiamo, Bulma! Tu sei una donna forte, una scienziata geniale! Ce la farai... supererai questo momento! Sono sicuro che...-
-No... la mia vita non ha più senso ormai...-
-Ma che vai farneticando! Ricordati che hai un figlio a cui pensare... Trunks non vorrebbe vederti così!-
In quel momento, la donna pensò al suo bambino. Le venne un'inspiegabile senso di colpa nei suoi confronti: possibile che volesse rinunciare a vivere pur avendo ancora con sé la persona cui teneva di più in assoluto? Rifletté sulla condizione in cui sarebbe venuto a trovarsi suo figlio: privato, in poco più di due mesi, di entrambi i genitori. Già, entrambi. Perché lei non era affatto certa che quell'essere vile con cui aveva appena discusso sarebbe stato in grado di fare da padre a Trunks. Forse, nemmeno avrebbe voluto. Di certo era troppo abbattuta per sentirselo dire e preferì non chiederglielo.
-Sai Crilin, non so se riuscirò ad essere una buona madre d'ora in poi...-
-Ma smettila! Lo sei stata fino adesso... perché mai le cose dovrebbero cambiare?-
In quel momento, il ragazzo si sentì battere ad una gamba. Si voltò di scatto e si trovò dietro Balzar. Era talmente preso dal suo discorso con Bulma che nemmeno lo aveva notato!
-Cosa c'è?-
-Io vi lascio qui da soli per un po'... ho bisogno di andare a parlare col Supremo. Vedete di non distruggermi la dimora! E per favore, da' un'occhiata a Jirobay... ora per fortuna si è distratto col tuo telefono, ma mi sembra comunque piuttosto nervoso!
-Ah... sì, d'accordo! Ma come mai...-
-Mi raccomando... che nessuno lasci l'obelisco prima del mio rientro! Ho già detto a Vegeku di aspettarmi...-
-Sì ma...-
-A più tardi!-
E così dicendo, se ne andò.
-Questa poi! Chissà che diavolo ha in mente...-


CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Direzione: obelisco di Balzar! ***


direzione: obelisco di balzar Ciao tesori miei! Ce l'ho fatta finalmente a completare anche questo capitolo (sono in ritardo, lo so, ma non ho potuto proprio sbrigarmi prima). Ho deciso di riprendere la storia da un punto diverso, tralasciando, almeno inizialmente, l'obelisco di Balzar. Come sempre, buona lettura e... fatemi sapere che ne pensate! Un bacione... vi adoro ^_^


Gohan volava a tutta velocità verso la sua sperduta dimora immersa tra i boschi dei monti Paoz. Una strana sensazione di inquietudine accompagnava il suo lesto incedere, mentre la testa divagava fra i tanti e diversi pensieri che si stavano impossessando di lui.
Aveva un appuntamento con Videl quel pomeriggio: si stava avvicinando la fine dell'anno scolastico e ormai era rimasto ben poco da studiare. I due giovani, nelle ultime settimane, non avevano avuto molte occasioni per stare insieme qualche ora, ma adesso che il carico di impegni scolastici era nettamente diminuito, i ragazzi avevano qualche opportunità in più per uscire. Per fortuna, Mr Satan si fidava ciecamente di Gohan... e come avrebbe potuto essere altrimenti? Quel sayan aveva dimostrato forza, generosità e coraggio. Chi meglio di lui avrebbe potuto difendere e proteggere la splendida figlia dell'uomo più forte del mondo? Gohan sorrideva nell'associare a quell'omone un po' impacciato un simile appellativo, ma era assolutamente contento che fosse stato lui a prendersi il merito di aver sconfitto Cell: cosa se ne sarebbe fatto il giovane sayan di una notorietà non voluta? Adorava la sua vita persa nell'anonimato e mai avrebbe minimamente pensato di rivendicare un merito che comunque gli apparteneva.
Aveva incontrato Videl poco dopo le quattro del pomeriggio. Come le aveva promesso, la portò a fare una passeggiata al mare; ma la sua mente era altrove. Pensava a sua madre, a Vegeku, a cosa potevano essersi detti quella stessa mattina dopo essersi inoltrati nella radura. Lui non l'aveva sentita rientrare: aveva preferito uscire di casa prima del sorgere del sole. Non avrebbe saputo spiegare il perché di quel gesto... forse lo aveva fatto per paura? Forse... ma paura di cosa? Prima che Vegeku si facesse vivo con sua madre, Gohan era certo che lui fosse completamente disinteressato a lei: era rimasto profondamente deluso dal fatto che per circa due mesi il guerriero che aveva in sé lo spirito di suo padre non avesse accennato neppure indirettamente a Chichi: la ignorava completamente, senza un apparente motivo. Eppure, Vegeku si era mosso spontaneamente per cercare dei contatti con i figli! Con Trunks e Goten, almeno... possibile che dentro il suo animo non percepisse il legame che univa Goku e Chichi? Gohan non era ingenuo... sapeva che suo padre non si era comportato da persona responsabile nei confronti della moglie e dei figli: come aveva potuto decidere di restare nel regno dell'aldilà mentre la sua compagna era incinta? Ma ormai aveva imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo per ciò che era, e anche se troppo spesso si era lasciato vincere dalla sua indole aliena, il ragazzo sapeva bene quanto in realtà suo padre tenesse alla famiglia. Ma da quel punto di vista, Vegeku sembrava diverso. Da quando lo aveva conosciuto, pur nutrendo nei suoi confronti grandissima stima ed enorme fiducia, era stato colto dalla sgradevolissima sensazione che quell'uomo cercasse dei contatti coi figli non tanto perché provasse affetto per loro, ma soltanto per un malcelato senso del dovere, o forse, addirittura, solo per la voglia di confrontarsi nel combattimento con qualcuno che avrebbe potuto tenergli testa. Gohan ovviamente non aveva mai osato affrontare l'argomento: pur essendo ormai quasi un adulto, aveva paura di confessare a Vegeku i propri timori perché, se avesse scoperto che erano fondati, avrebbe avuto la certezza di aver perso suo padre per sempre. Evitò quel discorso, ed evitò di chiedergli perché ignorasse sua madre in quel modo. Non parlò nemmeno mai di Bulma: mai avrebbe voluto sapere se tra loro ci fosse una relazione!
Videl aveva notato qualcosa di strano in lui: il ragazzo aveva provato a nascondere le sue preoccupazioni, ma l'evento inatteso verificatosi quella mattina, lo stava distraendo completamente. Vegeku si era fatto vivo e, ne era sicuro, il suo intento era proprio quello di parlare con Chichi: in fondo, se proprio avesse voluto evitare quell'incontro, avrebbe benissimo fatto in tempo a teletrasportarsi da un'altra parte!
Non riuscì a nascondersi ancora:
-Scusami Videl, devo tornare a casa. Domani ti spiego tutto!- e così se ne andò via, dopo aver lasciato la giovane in compagnia di qualche amica.
A casa sembrava tutto a posto: il cortile, come sempre, era in ordine, e la calda atmosfera pomeridiana conferiva a quel luogo un senso di pace. Gohan entrò all'interno della sua abitazione e trovò la madre intenta a lavare il pavimento.
-Per favore! Rimani lì sul ciglio... ancora non ho finito!-
-Scusami mamma...-
-Come mai sei già tornato? Non avevi un appuntamento con Videl? Non dirmi che avete litigato!-
-Ma no! Assolutamente... che vai a pensare? Solo che...-
-Cosa?-
-Ero un po' in pensiero, tutto qui...-
La donna smise di maneggiare scopa e strofinaccio; si voltò verso il figlio, guardandolo con aria interrogativa.
-In pensiero per cosa?-
-Bè, stamattina sono andato via prima che tu rientrassi e... sai, non immaginavo assolutamente che Vegeku volesse parlarti, perciò vorrei sapere cosa vi siete detti, tutto qui... ovviamente se non me lo vuoi dire non importa!-
-E tu hai mandato all'aria un appuntamento con la tua ragazza per questa stupidaggine? Figlio mio... devi imparare a riflettere un po' di più se non vuoi rovinare la tua relazione!-
-Non preoccuparti, con Videl me la vedrò io... allora???-
-Allora cosa?-
-Che voleva da te?-
-Scusa ma voi due non siete in confidenza già da un po'? Non ti ha accennato proprio niente?-
-Assolutamente no!-
Chichi rimase sopresa nell'udire quell'affermazione di Gohan. Eppure lui e Vegeku si vedevano quasi tutti i giorni! Possibile che non ne avessero parlato?-
-Comunque, voleva semplicemente scusarsi per essere sparito completamente dalla circolazione...-
-Tutto qui?-
La donna sembrò esitare per un istante: riprese in mano scopa e strofinaccio e continuò il lavoro precedentemente interrotto.
-Sì, tutto qui...-
-Sei sicura?-
-Senti Gohan... sinceramente, non mi va i raccontarti nei dettagli cosa ci siamo detti!- esclamò la donna con tono alquanto imbarazzato -E comuqnue, quel tizio ha un atteggiamento un po' troppo ambiguo!-
-Perché? Ti ha fatto del male?-
-No! Assolutamente no... però...-
Chichi tornò con la mente al loro dialogo. Da quando era rientrata in casa, aveva pensato e ripensato più volte alle parole del sayan. Era rimasta sorpresa dall'atteggiamento di quest'ultimo: aveva ammesso di aver ignorato completamente sia lei che Bulma, si era scusato, aveva confessato di essere ancora... confuso? Su questo, però, la donna nutriva parecchi dubbi. Ma di una cosa era certa: nonostante la chiacchierata si fossse svolta in maniera tutto sommato pacifica, quel sayan non le aveva fatto una bella impressione, anzi... in parte l'aveva spaventata. Aveva potuto toccare con mano la fragilità dell'uomo che le stava parlando: si era esposto in maniera inaspettata... Goku non era il tipo che esternasse in quel modo così esplicito i propri sentimenti, e Vegeta era ancora più introverso di suo marito! Da dove aveva preso Vegeku tutta quella voglia di aprirsi così? Di certo non l'aveva ereditata dai suoi creatori. Chichi, però, aveva notato anche un'altra cosa: quel guerriero aveva un modo di fare che lasciava sfuggire un'inattesa prepotenza. Che fosse colpa della parte di lui legata al principe dei sayan? Di questo non poteva esserne certa, perché parecchi atteggiamenti di Vegeku  tradivano una personalità che non aveva mai avuto modo di conoscere, né in Goku né in Vegeta, per quel poco che aveva avuto a che fare con quest'ultimo. Lo aveva ascoltato perché lui ci teneva che lei lo facesse, ma la donna ricordava benissimo che non avrebbe voluto starlo a sentire! A metà conversazione se ne stava andando via, ma il sayan l'aveva trattenuta, costringendola a rimanere. Certo, non le aveva fatto del male, però...
-Però cosa?- chiese Gohan impaziente.
-Di' un po', ma perché mi fai tutte queste domande? Credevo avessi fiducia in lui...-
-Sì, infatti! Solo che... mi è sembrato strano il fatto che volesse parlarti...-
Chichi posò le cose che aveva in mano e andò a sdraiarsi sul piccolo divano del suo salotto. Iniziò a guardare Gohan con aria preoccupata, o forse spaesata... sicuramente anche suo figlio doveva nutrire qualche dubbio in proposito di Vegeku.
-Visto che ci tieni tanto a saperlo, a me quel tipo non ha fatto una bella impressione. Per fortuna la conversazione ha preso una buona piega, ma in quel momento ho avuto seriamente paura che se avessi detto una parola sbagliata, sarebbe stato capace di fare qualcosa di brutto. Magari esagero, anzi... sicuramente esagero! Però... non so, non mi fido di lui.-
-No no, aspetta! Perché credi che avrebbe potuto farti del male?-
-Non lo so, Gohan! è stata solo una sensazione... forse era dovuta all'ansia! Di sicuro, quel sayan di tuo padre non ha quasi niente, anzi... toglierei il quasi! In un certo senso questo fatto mi ha delusa: credevo di poter trovare qualcosa di buono in lui, ma... temo proprio di dovermi rassegnare al fatto di aver perso Gpku per sempre.-
-Mi dispiace, davvero... E dopo sai dov'è andato, per caso? Perché stranamente non si è più fatto vedere!-
-Non ne sono sicura, ma credo sia andato da Bulma... voleva parlare anche con lei.-
-Ciao mamma! Ciao Gohan!-
Goten era rientrato a casa molto prima del solito e in sua compagnia c'era anche Trunks. I due bambini, come ogni pomeriggio si erano diretti verso le Montagne Rocciose per allenarsi con Vegeku ma, stranamente, non riuscirono a trovarlo. Delusi e rassegnati, avevano deciso di andare a mangiare un gelato , dopodiché, sopraffatti dalla noia, pensarono bene di tornare tra i monti Paoz sperando di trovare Gohan in casa.
-Ciao Chichi! Ciao Gohan... perché non andiamo ad allenarci?-
-Accidenti Trunks! Ma ancora non sei stanco?-
-Veramente oggi non abbiamo combattuto per niente...-
Gohan ebbe un sussulto.
-Come sarebbe a dire?!? Non siete andati con Vegeku tra le Montagne Rocciose?-
-Ci siamo andati da soli... ma lui non c'era! E nemmeno Junior... uffa! E io che speravo che oggi mi insegnasse il teletrasporto!-
-Vuoi vedere che non si è fatto trovare perché è stanco di starti a sentire? è una settimana che lo tormenti con questa storia del teletrasporto...-
-Ma che dici, Goten! E poi gliel'hai chiesto anche tu!-
-Ehi ehi! Finitela di discutere, ok? Ho preparato una torta al cioccolato stamattina... ne volete un po'?- disse Chichi con tono piuttosto garbato. Con tutti pensieri che aveva in testa, non voleva di certo stare a sentire due bambini che litigavano!
-Chichi, complimenti! Questa torta è buonissima!-
-Ehi Trunks! Ho un'idea... perché non rimani a dormire qui stanotte? Anzi no... andiamo a caccia e dormiamo nel bosco!-
-Sì! è un sacco di tempo che non andiamo a cacciare dinosauri!-
-No no! Aspettate un momento... dove vorreste andare voi due?!?-
-Dai mamma, per favore! Ricordati che siamo dei sayan!!!-
-Siete comunque dei bambini... e poi Bulma sarà già preoccupata visto che Trunks non è ancora rientrato!-
-Veramente mia madre a casa non c'è...-
-Come mai? è impegnata col lavoro?-
-No, assolutamente! è andata a pranzo da Balzar...-
Nell'udire tali parole, a Gohan per poco non andò di traverso il boccone  di torta che stava masticando. Che razza di sciocchezza era mai quella? Bulma a pranzo da Balzar?!? E per quale assurdo motivo sarebbe stata invitata lì? Il ragazzo conosceva solamente una motivazione plausibile che giustificasse il fatto di voler raggiungere l'obelisco... solo e soltano uno! Ebbe un sussulto: un fremito di terrore si impossessò per un attimo di lui. Alzò gli occhi verso sua madre, che immediatamente lesse nello sguardo del figlio una crescente preoccupazione. Che avesse capito anche lei? Gohan si ricompose immediatamente, tanto che i bambini nemmeno ebbero il tempo di accorgersi del suo cambiamento.
-E... dimmi un po', Trunks... per caso sai come mai è stata invitata lì all'obelisco?-
-No. Chichi, posso avere un'altra fetta di torta?-
-Certamente! Ecccola qui...-
-Ma tu non le hai parlato? Non gliel'hai chiesto?- continuò imperterrito il giovane.
-Ha parlato al telefono con mio nonno... Anzi, veramente ci ha parlato Crilin!-
Crilin ?!? E cosa c'entrava lui con tutta questa storia? E come mai non era stata Bulma a chiamare il dottor Brief?
-E cosa gli ha detto?-
-Che la mamma si sarebbe fermata lì a pranzo con loro...-
-Scusa, ma non poteva chiamare lei?-
-Era impegnata ai fornelli... immagino che razza di schifezze abbia preparato! Mia madre è proprio impedita in cucina! Piuttosto mi chiedo come abbia fatto ad arrivarci lassù senza elicottero... deve avercela portata Crilin!-
Gohan iniziò lievemente a tremare in preda ad una crisi di nervi. Quanto raccontato da Trunks non aveva senso logico: Balzar non aveva mai invitato nessuno a pranzo sull'obelisco e, soprattutto, Bulma non si sarebbe mai diretta lì! Non senza un valido motivo... Perché non aveva chiamato lei? Perché diavolo era stato Crilin a telefonare al padre di lei, inventando tra l'altro una scusa ben poco credibile? C'era solo un motivo che spingesse qualcuno a recarsi da Balzar... solo e soltanto uno!
Gohan tirò un pugno al tavolo, rischiando quasi di romperlo.
-Ehi fratellone, ma che ti prende?-
Il ragazzo alzò gli occhi e notò di nuovo l'espressione preoccupata di sua madre... aveva capito! Sicuramente anche lei era arrivata alla sua stessa conclusione... Ma cosa poteva essere successo a Bulma per aver bisogno dei fagioli magici? E chi l'aveva portata da Balzar? Che fosse stato Crilin? Forse... ma perché? Chi le aveva fatto del male? Possibile che... no! Accidenti! Non poteva essere stato lui... no! No...
-Gohan, ma che hai?-
-Scu... scusami Goten! Devo uscire...-
-Come? E il nostro allenamento?-
-Mi dispiace... ci penseremo domani, d'accordo?-
-ma dove stai andando così all'improvviso?-
-Il fatto è che... ho un appuntamento con Videl e stavo quasi per dimenticarmelo! Devo andare... ho fretta!- e così dicendo, il giovane sayan uscì fuori e si alzò in volo, sotto lo sguardo perplesso dei bambini e quello preoccupato di Chichi.
-Accidenti! Ci ha dato buca anche tuo fratello!-
-Già... che dici, iniziamo ad andare a caccia? Tanto per oggi gli allenamenti saltano!-
-Mmh... buona idea! Andiamo...-
-Mi raccomando, non mettetevi nei guai!-
-Sta' tranquilla, mamma!-
E così, anche i due piccoli sayan abbandonarono la casetta tra i monti Paoz, lasciando Chichi sola a tormentarsi con una marea di dubbi inquietanti. Lei aveva capito. Aveva intuito quale fosse il sospetto di Gohan e sapeva che in realtà stava volando a tutta velocità verso l'obelisco.
-Vegeku... ma che cavolo hai fatto?- disse tra sé la donna prtandosi entrambe le mani sul viso.

-Finalmente ci siamo! Ehi Muten, svegliati! Siamo quasi arrivati! Quello laggiù è l'obelisco! Ehi Muten... Muten!!!-
-Ahhhh! Ehi... ma che hai da urlare tanto?!? Vuoi farmi venire un infarto, per caso?-
-Ma guarda che tipo... prima mi costringi a portarti da Balzar, e poi te la dormi lasciando a me il compito di guidare!-
-Per Forza! L'elicottero è tuo...-
-Agh... che sciocchezza! Preparati, che tra qualche secondo siamo lì!-

Bulma era ancora poggiata sulla ringhiera ai margini dell'obelisco e fissava il vuoto che si apriva al di sotto di quell'insolito edificio. Non aveva più la forza di piangere: la sofferenza e il dolore sembravano aver atrofizzato anche le lacrime. Eppure, non si era affatto calmata: dentro di lei bruciava con ardore un fuoco dimenato dalla rabbia e dal rancore... avrebbe anche desiderato provare disprezzo! In fondo, quel maledetto sayan se lo sarebbe meritato. Invece, riusciva soltanto ad odiare sé stessa, perché aveva stupidamente pensato di poter convincere Vegeku a stare con lei.
Quest'ultimo, intanto, era rimasto solo dalla parte opposta dell'obelisco rispetto a Bulma, e continuava a fissarla, pur non dimostrando apparentemente né pentimento né sensi di colpa. Crilin era rimasto accanto alla donna: non aveva più niente da dirle ma sperava che almeno la sua presenza potesse essere di conforto all'amica. Da diversi minuti, ormai, Balzar aveva lasciato l'obelisco per andare da Dende... che cosa aveva in mente? Come mai, all'improvviso, aveva pensato di recarsi dal Supremo? Non riusciva più a rimanere tranquillo... cosa avrebbe dato per sapere cos...
-Ehi! Ma che diavolo...-
Tutti i presenti si voltarono di scatto, e notarono con stupore l'atterraggio di un elicottero al centro dell'obelisco, proprio dove Jirobay si stava dilettando con qualche stupido gioco trovato nel telefonino di Crilin. Per poco il ragazzo non venne travolto dal velivolo! Per fortuna, fece in tempo a sgattaiolare via...
-Ehi! Idiota! Guarda dove atterri! Data la mia mole è difficile non notarmi!-
Bulma iniziò a tremare: aveva riconosciuto quel mezzo! Yamcha era di nuovo lì... possibile che ancora non si decidesse a lasciarla in pace? Non appena il portellone si aprì, la donna, colma di rabbia, strinse i pugni. Eppure non si mosse di un millimetro dal punto in cui era. Dal canto suo, Crilin si era avvicinato all'elicottero: anche lui aveva riconosciuto il velivolo e si chiese come mai Yamcha avesse voluto raggiungere l'obelisco. Che fosse venuto a conoscienza di ciò che era capitato a Bulma? Strano... chi mai avrebbe potuto metterlo al corrente?
Yamcha scese dall'elicottero, seguito a ruota da Muten. Solo quando si trovarono all'esterno notarono la presenza di Bulma.
-Bulma, ma che diavolo...-
Si interruppe. I suoi occhi la scrutarono interrogativi, poggiandosi sulla sua esile figura, che appariva stranamente stanca e affaticata. Poteva scorgere nel suo volto rabbia e frustrazione; si maledisse: la colpa poteva essere anche la sua! Forse... o forse no! Perché qualcosa non tornava: qualcosa negli occhi della ragazza sembrava celare disperazione pura. Si avvicinò a lei di qualche passo... poco importava che la donna lo stesse supplicando con lo sguardo di starle alla larga! Pochi metri furono sufficienti a Yamcha per capire che Bulma aveva pianto... e doveva aver versato parecchie lacrime molto amare se le sue gote apparivano ancora arrossate e il suo viso sembrava umido! Si voltò di scatto notando la figura di Vegeku dalla parte opposta dell'obelisco: sembrava tranquillo, rilassato, per nulla innervosito... e in un attimo, Yamcha si trovò i suoi occhi puntati addosso. Ebbe un fremito di terrore: per la prima volta ebbe davvero paura nel provare a sostenere quello sguardo... sembrava furioso, rabbioso... folle? Forse... o magari era soltanto un'impressione, perché in fondo quel sayan aveva sempre guardato tutti in quello stesso modo. Si voltò di nuovo verso Bulma, e notò che stava impercettibilmente tremando... perché si comportava così? Che diavolo le era successo?
-Ma si può sapere che ci fate voi due qui?- chiese Crilin tentando come meglio poteva di distrarre Yamcha. Quest'ultimo, però, lo ignorò completamente e si avvicinò ancora a Bulma.
Muten, intanto, si guardava intorno, stupito e spaesato dalla presenza di certe persone.
-Crilin, vuoi spiegarmi cosa sta succedendo?-
-Bè, ecco maestro... ma voi due perché siete qui?-
-Perché tua moglie ti sta cercando! Mi ha telefonato dicendo che per stasera puoi scordarti la cena, visto che stai rifiutando le sue chiamate!-
-Cosa!?! Ma io veramente... oh no! Jirobay!!! Ma che stai combinando col mio telefono? Stupido zuccone che non sei altro... perché non mi hai detto che C18 mi stava chiamando?-
-Sei stupido, forse? Non vedi che sto giocando? Come facevo a farti rispondere!?-
-Dammi quel telefono... stupido!-
Bulma, intanto, vedeva Yamcha avvicinarsi sempre di più. Stavolta lo temeva più che mai, perché sapeva che avrebbe preteso delle spiegazioni, e lei non aveva sufficiente tempo per inventare una scusa plausibile. Mai e poi mai avrebbe voluto raccontargli la verità, perché sapeva che ne sarebbe rimasto sconvolto! Ma soprattutto, Vegeku sarebbe stato visto come un mostro, un pazzo, un quasi assassino senza scrupoli, e lei, nonostante ciò che il sayan le aveva fatto, non desiderava affatto che altre persone potessero avere simili opinioni di lui. Sapeva benissimo cosa significava dover fare i conti quotidianamente con i propri errori: aveva convissuto per anni accanto ad un uomo il cui passato celava atroci delitti e crimini vergognosi; eppure, nonostante l'indubbio cambiamento di quest'ultimo, molti dei suoi amici non avevano mai smesso di guardarlo con astio e sospetto, facendo soffrire terribilmente lei, l'unica persona al mondo che avesse davvero tentato di capire il principe dei sayan. Non voleva che ciò si ripetesse con Vegeku: per quanto spregevole fosse stato il suo comportamento, avrebbe preferito che la questione rimanesse il più possibile privata, sebbene, per cause di forza maggiore, Jirobay, Crilin e Balzar già sapessero cosa fosse successo.
-Dimmi che stai bene... dimmi soltanto questo!-
-Certo che sto bene, Yamcha... non lo vedi?-
-E allora perché stai tremando?-
Bulma non rispose. Il suo genio di scienziata non poteva far nulla per toglierla da quella tremenda situazione. Le serviva una scusa, ma il suo cervello, ancora sotto shock, non riusciva a partorire nulla di vagamente credibile.
-Bulma... si può sapere che hai? E che diavolo ci fai qui?-
-Potrei farti la stessa domanda...-
-Sono venuto a cercare Crilin, contenta?-
-Ah! Pensavo mi stessi ancora pedinando...-
-Ma smettila... sai benissimo che non avrei potuto seguirti dopo il teletrasporto! Ora rispondimi... cosa è successo?-
-Niente che ti riguardi...- Bulma si voltò e tornò di nuovo a guardare il vuoto che si apriva sotto l'obelisco, così da sfuggire a quel maledetto sguardo indagatore.
Yamcha, dal canto suo, iniziò a tremare di rabbia. Non riusciva ancora a dare un senso logico a ciò che stava accadendo, eppure percepiva nell'aria una stranissima tensione. Possibile che Vegeku avesse voluto teletrasportarsi sull'obelisco di Balzar? La cosa appariva alquanto inspiegabile. Che motivo avrebbe avuto di recarsi lì? E se invece prima fossero andati da qualche altra parte?
Anche Ymcha si voltò, e andò a cercare Crilin con lo sguardo. Il suo amico era intento a discutere con Jirobay per farsi ridare il cellulare, ma si era accorto perfettamente che il suo sbraitare con quel citrullo era soltanto un patetico tentativo di distrarre lui e Muten da Bulma.
-Me lo vuoi dire tu che cosa è successo?-
Crilin si immobilizzò; con fare insolitamente lento si voltò verso Yamcha e iniziò a fissarlo impaurito e imbarazzato. Per un istante i suoi occhi si posarono su Bulma, che alla richiesta del suo spasimante si era voltata verso Crilin. Quest'ultimo capì che la donna avrebbe voluto che non gli dicesse niente... accidenti! Quella era decisamente la ragazza più strana con cui avesse mai avuto a che fare! Vegeku non avrebbe meritato quell'omertà: si era comportato in maniera disgustosa ed era giusto che ne pagasse le conseguenze. Ma gli occhi supplichevoli della sua amica sciolsero il cuore di Crilin. Per lei, solamente per lei, avrebbe taciuto... forse.

-Accidenti, che noia! Non si trova nemmeno un dinosauro!-

-Ehi Trunks, ma non è che sono andati in letargo?
-Non lo so... forse!-
-Mmh... comunque sono stanco di correre avanti e indietro per la radura...-
-Anche io... torniamo a casa mia?-
-E cosa facciamo poi?-
-Non ne ho idea...-
Trunks iniziò a guardare l'amico in modo pensieroso. Goten sapeva che quando quel ragazzino si comportava così, aveva in mente qualcosa di losco.
-A che stai pensando, Trunks?-
-Bè ecco... a me non va di tornare a casa tua...-
-Ma hai detto che qui ti stai annoiando!-
-Infatti... però potremmo recarci da un'altra parte, no?-
-Tipo?-
-Perché non andiamo da Balzar? Sono sicurissimo che anche tuo fratello sta volando verso l'obelisco... Te lo dico io, altro che appuntamento con Videl! Gohan sta raggiungendo mia madre e Crilin!-
-E perché mai dovrebbe farlo?-
-Secondo me devono aver organizzato una specie di festa... solo che a noi non hanno detto niente perché non vogliono mocciosi tra i piedi-
-Se è così, allora non dovremmo andarci...-
-Ma sei matto? Voglio beccarli in flagrante! Sono curioso di vedere la faccia che faranno quando arriveremo lì!-
-Mmh... che dici? Ce lo daranno un pezzo di torta?-
-Se ci sbrighiamo forse sì... a meno che non si mangi tutto Gohan!-
-Allora muoviamoci, dai! Comincio giusto ad avere un po' di fame...-


CONTINUA...
_____________
Angolo dell'autrice: scusate tanto se non ho inserito per niente Balzar in questo capitolo! So di lasciarvi di nuovo col dubbio di dove sia finito, ma mi ero resa conto di essermi comunque dilungata abbastanza e non volevo appesantirvi troppo. Tra l'altro, preferirei che a Balzar venisse dedicato uno spazio piuttosto ampio, visto l'argomento di discussione che affronterà con (chi???)... detto questo, vi prometto che nel prossimo capitolo ogni dubbio sarà fugato... grazie di nuovo a tutti voi che mi seguite, leggete, ricordate, preferite e soprattutto che commentate!!! Un bacione e FORZA AZZURRI!

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Divinità a colloquio ***


divinità a colloquio Di nuovo, ciaooooooo!!! è da un po' che non mi faccio viva, ma ho avuto un po' di impicci... comunque, per farmi perdonare, ho pubblicato un capitolo abbastanza lungo che inizialmente avrei invece voluto dividere in due parti: nella prima, andremo a scoprire come mai Balzar si è recato dal Supremo; nella seconda, torneremo a dare un'occhiata più giù, sull'obelisco, dove l'atmosfera tenderà a farsi sempre più incendescente! Dopo queste piccole anticipazioni, vi auguro di cuore una buonissima lettura! Se avete voglia, recensite ^_^

Balzar si era avviato immediatamente verso il palazzo del Supremo, e ciò avvenne nonappena avvertì la chiamata di quest'ultimo. Era un bene che Dende avesse appreso la facoltà di comunicare telepaticamente con chiunque avesse avuto voglia di sentire: ciò aveva risparmiato alla giovane divinità l'imbarazzo di far udire a tutti i presenti sull'obelisco quel richiamo rivolto esclusivamente al gatto. Non che l'incontro tra divinità che stava per svolgersi dovesse rimanere a tutti costi un segreto, ma, visto l'argomento di discussione, i sommi capi concordarono sul fatto che, almeno inizialmente, sarebbe stato meglio mantenere un certo riserbo.
Quando Balzar giunse a destinazione, trovò Popo intento ad annaffiare i suoi vasi di fiori. Appena lo notò, il servitore del Supremo gli rivolse un ampio sorriso.
-Aspetta pure qui... Dende arriverà fra qualche minuto!-
Il gatto aveva già qualche sospetto su quale fosse l'argomento che lui e le altre divinità si apprestavano a discutere: aveva immaginato che la fusione di due sayan tramite Potara non sarebbe potuta passare inosservata e che qualcuno, agli estremi confini del mondo dei vivi -e non- sicuramente avrebbe gettato più di qualche occhiata sul pianeta Terra per scrutare il comportamento di Vegeku. Balzar stesso lo aveva fatto: era stato piuttosto facile per lui convincere Junior a seguire il sayan durante gli allenamenti coi figli, e la scusa dei combattimenti era sufficiente perché nessuno di loro potesse sospettare che dietro le visite del namecciano ci fosse in realtà un intento di spionaggio.
Solamente re Kaio del Nord si era dimostrato piuttosto restìo nel sorvegliare in maniera tanto scrupolosa l'operato del sayan: non che nutrisse particolare fiducia nei confronti di quest'ultimo, ma temeva semplicemente che tale faccenda potesse diventare una sorta di ossessione. Che senso poteva avere, ormai, controllarlo a vista? Vegeku era il guerriero più potente dell'universo e il suo livello combattivo superava di gran lungala somma dei i livelli di tutte le divinità esistenti! Kaioshin avrebbe dovuto pensarci prima, invece che dare i Potara ai due guerrieri senza riflettere troppo sulle conseguenze! Certo, sconfiggere Majin Bu era un'esigenza prioritaria, ma nessuno, nemmeno la somma divinità del creato, poteva sapere con certezza cosa sarebbe venuto fuori dalla fusione tra Goku e Vegeta. L'atteggiamento di re Kaio aveva profondamente turbato il Supremo, il quale aveva sempre sostenuto, forse ingenuamente, che Vegeku non sarebbe mai potuto diventare pericoloso. Eppure, quel modo di agire vagamente arrendista ostentato con troppa sufficienza, aveva indotto Dende a riflettere maggiormente sulle azioni di Vegeku, e dunque a tenerlo d'occhio: Junior riferiva anche a lui. Nonostante però l'assidua osservazione del sayan, nessuno aveva mai potuto affermare che fosse pazzo, folle, e semplicemente pericoloso. Non aveva commesso alcuna azione fuori luogo, non si era azzardato minimamente a combattere coi suoi figli mostrando tutta la sua potenza, non aveva creato particolari problemi a nessuno.
Eppure, dopo mesi di osservazione, alcune divinità si convinsero che l'atteggiamento del guerriero fosse fin troppo controllato e che quel modo di fare apparentemente sobrio e innocente, potesse in realtà nascondere un profondo turbamento interiore.
Balzar non aveva mai creduto che Vegeku potesse veramente andare fuori di testa: ammesso che la sua calma derivasse davvero soltanto dal possedimento di un abile autocontrollo, ciò significava, in fondo, che il sayan era in grado di ragionare. E sicuramente doveva essere anche molto intelligente vista la strategia attuata per liberarsi di Majin Bu! Il gatto temeva piuttosto che a lungo andare il combattente si sarebbe lasciato sopraffare dalla sua nuova personalità emergente, una personalità schietta e istintiva, decisamente troppo affine a quella dei più scaltri e pericolosi guerrieri sayan. Perché, alla fine dei conti, Vegeku non era umano, come non lo erano i suoi creatori, e Balzar, come gli altri dei, sapeva benissimo quanto fosse difficile per dei guerrieri alieni come i sayan abituarsi a convivere con la quiete di un pianeta relativamente pacifico. Certo, Vegeta ci era riuscito, al costo di sopportare lunghi e tormentati conflitti interiori! Ma Vegeku era un'altra persona e, purtroppo, era anche infinitamente più potente.
-Sei stato più veloce del previsto, Balzar!-
-Ciao Junior! Allora... alla fine Dende si è deciso...-
-Più che altro si è deciso Kaioshin il Sommo... è stato lui ad insistere! Comuqnue tra poco arriveranno tutti...-
-Credi che riusciremo a concludere qualcosa?-
-Ne dubito. Ma ormai siamo qui e tanto vale parlare...-
Junior appariva concentratissimo: era sospeso a mezz'aria con le gambe incrociate e gli occhi immancabilmente serrati. Sembrava fosse intento a captare ogni minimo spostamento d'aria e appariva del tutto indifferente agli svolazzamenti di Baba intorno alla sua figura. Quest'ultima era appena rientrata da un viaggio dall'Aldilà e aveva invitato Re Enma a tenersi in contatto telepatico con il palazzo del Supremo: la presenza del giudice dell'altro mondo non poteva di certo mancare in una simile occasione, ma la mole decisamente spropositata di quest'ultimo, e il timore che abbandonando la sua postazione qualcuno avrebbe potuto approfittarsene per fuggire, gli impedirono di ragiungere le altre divinità sulla Terra. Insieme alla vecchia Baba erano arrivati anche i quattro re Kaio: nessuno di loro sembrava particolarmente interessato alla questione di cui stavano per parlare, ad eccezione di quello del Nord, cui stavano particolarmente a cuore le sorti della sua galassia.
-Ditemi un po'... ci sono stati sviluppi, per caso?-
Junior non accennò neppure un lieve movimento, perciò fu Balzar a rispondere.
-Sì... e non è niente di buono. Per poco Vegeku non lascia morire Bulma assiderata. Certo, lui dice che si è trattato di un incidente, però...-
-Però... uff! Guarda se alla fine per liberarci di Majin Bu non ci siamo creati un problema maggiore!-
-Bè... non esagerare! In effetti, la cosa ha turbato molto anche me, ma se ci facciamo prendere dall'ansia rischiamo di trarre conclusioni affrettate!-
-Forse hai ragione... ma dov'è Dende?-
-Ci sta raggiungendo insieme ai due Kaioshin e al Gran Maestro Re Kaio... saranno qui a momenti!- intervenne Popo.
-Meno male! Già inizio a stancarmi!- rispose re Kaio dell'Ovest.
Il governatore della Galassia del Nord rimase piuttosto contrariato dall'affermazione del suo collega: il palese disinteresse che stava mostrando indicava quanto egli sottovalutasse la questione! Possibile che avesse preso la faccenda in maniera tanto superficiale? E nemmeno gli altri due re sembravano preoccuparsi troppo di Vegeku e del suo indecifrabile modo di fare.
Intanto, Dende fece il suo rientro a palazzo in compagnia di Kaioshin il Sommo, Kibithoshin e il Gran maestro re Kaio.
-Scusate il ritardo, pensavo ci avreste messo più tempo ad arrivare!-
-Nessun problema, Supremo!- esclamò Balzar.
-Re Enma ci sta ascoltando?-
-Vi sento forte e chiaro! Sta tranquillo Dende!!!-
-Perfetto... allora...-
-Tagliamo corto... perché siamo qui?- disse spazientito re Kaio dell'Ovest mentre si dannava per catturare una mosca che gli gironzolava intorno.
-Bè... siete tutti al corrente del fatto che due potentissimi guerrieri sayan hanno effettuato la fusione tramite i Potara per sconfiggere Majin Bu...-
-Certo che lo sappiamo, Supremo! Ma qual è esattamente il problema?-
-Vorrei rispondere io, se permetti.-
-Ma certo, sommo Kaioshin! Parli pure!-
-I Potara non sono semplicemente degli oggetti magici, come tanti altri curiosi aggeggi dai misteriosi poteri che circolano in ogni angolo dell'universo. Hanno un che di speciale... di unico! Esistono da quando esistiamo noi Kaioshin e ritengo siano nati con noi...-
-Che significa ritengo?- intervenne re Kaio del Nord.
-Che di fatto io non possiedo alcuno ricordo che si possa ricondurre alla creazione di questi orecchini: li ho sempre avuti, come li hanno sempre avuti tutti i miei pari. Non so assolutamente quale sia la loro origine, né quale sia la nostra! Ci siamo sempre stati, e, con noi, anche i potara. Sono oggetti sacri!-
-D'accordo, e allora?- chiese spazientito re Kaio dell'Ovest.
-è la prima volta in assoluto che vengono utilizzati su dei comuni mortali e non siamo certi che l'effetto possa essere lo stesso che hanno su di noi. Come voi tutti sapete, anche io e Kibithoshin siamo il risultato di due fusioni tramite potara, ma la personalità dominante mia e di Kaioshin il superiore non sono state cancellate. Temo però che per Vegeku non valga la stessa cosa! Il guaio è che non abbiamo idea di come possa sciogliersi questa unione. Io credo non ci sia alcun modo, ma questo ovviamente non posso affermarlo con certezza.-
-Mi scusi Kaioshin, lei è la somma divinità dell'Universo! Come è possibile che non sappia se esiste o meno la possibilità di separare Goku e Vegeta?-
-Perché, come ho già detto, non sono stato io a creare i Potara, e non ho alcun potere su di essi. Vedi re Kaio, è come se in realtà anche io fossi soggetto a leggi cui devo per forza sottostare: l'esistenza dgli orecchini dimostra che l'universo non è tutto sotto il mio controllo! Qualche cosa mi sfugge... e quel qualcosa è stato utilizzato per manipolare i corpi e gli spiriti di due esseri mortali. Nessuno può prevedere quali saranno le conseguenze di tutto ciò!-
-E allora perché li ha fatti unire?-
-Perché non avevo altra scelta. E comunque, basandomi sulla mia esperienza personale, non pensavo che il nuovo essere, a lungo andare, avrebbe sviluppato una personalità autonoma. Non è detto che sia malvagio o pazzo, ma vista la potenza del soggetto in questione, sarebbe meglio non correre rischi!-
-E quindi?- chiese incuriosito il Supremo.
-Dobbiamo lavorare tutti quanti per trovare il modo di sciogliere la fusione!-
-Ma è un'impresa disperata! Non sappiamo nemmeno da dove iniziare!-
-Aguzziamo l'ingegno e troviamo una soluzione! O almeno, proviamoci...-
-Ehi, scusi un attimo! In milioni e milioni di anni lei non è mai riuscito a travare alcun modo e adesso pretende che ce la facciamo noi su due piedi?- disse contrariato re Kaio dell'ovest.
-Esattamente!-
A quel punto intervenne il Gran maestro re Kaio.
-Scusate se vi inteRRompo... io avRei un piccolo dubbio... pRima ha detto che ogni Kaioshin è dotato di potaRa, giusto?-
-Sì...-
-Allora non capisco... i suoi potaRa ce l'ha Vegeku, poiché li ha utilizzati peR la fusione... ma Kibithoshin dovRebbe aveRne due paia! Quelli di Kibith e quelli di Kaioshin il supeRiore... dove sono finiti quelli che non indossa?-
Tutti i presenti si voltarono a fissare la divinità in modo interrogativo: in effetti, dove diavolo erano finiti gli altri due orecchini?
-Ehi! Non ci avevo fatto caso... allora? Che fine hanno fatto?- chiese la somma divinità
-Bè ecco... veramente io... li ho dati a Bulma!-


-Insomma Crilin, ti decidi o no a parlare?-
-Calmati Yamcha! Non mi pare il caso di scaldarsi così tanto!-
Muten aveva percepito immediatamente il clima di tensione che si era venuto a creare dopo il loro arrivo: non vedeva di buon occhio l'inquietante omertà dietro la quale si stavano nascondendo Bulma e Crilin, ma temeva che insistendo troppo nel voler scoprire cosa ci fosse dietro, alla fine la situazione potesse precipitare ulteriormente. Che la causa di quell'imbarazzante timore che il vecchio era riuscito a cogliere nello sguardo dei suoi amici fosse dovuto ad un litigio o a qualcosa di più serio, per lui non aveva importanza: il suo scopo non era certo quello di mettere benzina sul fuoco! Sapeva che la comparsa di una creatura tanto particolare come Vegeku avrebbe portato degli sconvolgimenti nelle loro vite, e di certo non si era illuso che ciò potesse avvenire in maniera indolore! Muten non era un dio o un essere superiore, però aveva esperienza: i lunghi anni di vita che gravavano sulle sue spalle ormai ricurve si portavano dietro ricordi ed emozioni in quantità tali che difficilmente un altro essere umano avrebbe potuto eguagliare. Non era la prima volta che vedeva i suoi giovani amici o ex allievi in difficoltà, eppure la consapevolezza che ora a mandarli in crisi non fosse l'ennesimo pazzoide di turno intenzionato a distruggere l'universo, ma un essere nato da due grandissimi eroi, poneva l'anziano maestro in seria difficoltà: di fatto, erano già entrati in gioco i sentimenti! E non era l'odio a muovere le azioni delle persone che ora sostavano con lui sull'obelisco: se così fosse stato, sarebbe stato tutto molto più semplice! Purtroppo, e senza dubbio, a determinare quegli insoliti comportamenti erano il senso dell'amicizia, della lealtà, dell'amore assoluto e incondizionato, la voglia di non rovinare quei meravigliosi legami d'affetto instauratisi grazie alla condivisione di un medesimo, entusiasmante passato. Mai Muten avrebbe voluto vedere quei ragazzi scagliarsi l'uno sull'altro anche solo verbalmente: non era da loro! Tempo addietro non l'avrebbero fatto; eppure aveva l'inquietante presentimento che presto, molto presto, quelle pericolose scintille che si stavano pericolosamente moltiplicando, avrebbero preso fuoco.
-Per favore maestro... voglio solo vederci chiaro. Si può sapere che ci fanno qui Bulma e Vegeku, e come mai, dopo ore, ancora non sei rientrato?- disse Yamcha rivolgendosi nuovamente a Crilin.
-Senti... la faccenda è un po' lunga da spiegare e comunque....- il ragazzo lanciò una brevissima ma intensa occhiata verso Vegeku, che era poggiato all'estremità dell'obelisco con le braccia incrociate e gli occhi chiusi, senza proferire parola. Iniziava a detestarlo per il modo in cui si era comportato e detestava sé stesso per non riuscire a trovare la forza di accusarlo. -...e comunque non sono affari miei. Se vuoi saperne di più, chiedi ai diretti interessati!- sentenziò il giovane indicando con il capo prima Bulma e poi Vegeku.
-Al massimo posso dirti che sono rimasto qui perché non sapevo che mia moglie mi stesse cercando, altrimenti sarei tornato a casa da un pezzo!-
Mentì. Sapeva perfettamente che non avrebbe mai potuto lasciare l'obelisco vista la situazione che si era venuta a creare. Probabilmente, se anche lo avesse fatto, Bulma non avrebbe dato tanta importanza alla cosa, visto il profondo stato di abbattimento in cui era precipitata per colpa di Vegeku, ma la sua coscienza gli impediva comunque di abbandonarla a sé stessa: chi altri, a parte lui, avrebbe potuto donarle, seppure inutilmente, qualche parola di conforto? Di sicuro, non quell'inutile parassita di Jirobay, che negli ultimi tempi il sempre paziente Crilin faticava sempre più a sopportare.
-Peccato che Bulma non voglia spiccicare parola!-
-Chiedilo a Vegeku, allora!- esclamò Crilin, pentendosi quasi immediatamente di quanto detto. Effettivamente, se Yamcha avesse davvero insistito col sayan per farsi dire cosa fosse accaduto, la situazione sarebbe precipitata ulteriormente. Ma il ragazzo sapeva che il suo amico non avrebbe mai avuto il coraggio di affrontare così apertamenteil potente guerriero, e una volta tanto ringraziò il cielo per non aver dotato Yamcha di un briciolo di temerarietà in più.
-Le ha fatto del male, vero?-
-Insomma, perché insisti tanto? Ti ho già detto che la faccenda non mi riguarda, quindi, per favore... parlane con loro! Anzi, sai che ti dico? Io quasi quasi me ne vado... tanto ormai la mia presenza qui non serve più a niente!-
-Eh no, Crilin! Dove accidenti credi di andare?-
L'amico non rispose: si limitò a librarsi in volo. Si alzò di qualche metro per poi incrementare l'aura, quando, all'improvviso, si fermò. Muten si voltò in direzione di Crilin e notò la perplessità nella sua espressione: anche Vegeku e Yamcha sembravano aver percepito qualcosa... o qualcuno?!?
Intanto, Bulma scorgeva nel volto dei presenti un fremito di stupore: guardò Vegeku e le sembrò piuttosto contrariato... chi mai stava arrivando? Forse Balzar era già di ritorno? Non fece in tempo a concludere in modo coerente il proprio ragionamento che in un attimo, a pochi metri da lei e vicino a Jirobay si materializzò la figura di Gohan. La potente aura del giovane sayan fece ruzzolare via il terrestre, la cui massiccia mole gli impediva di porre un freno a quel goffo rotolare. Per la seconda volta in pochi minuti maledisse sé stesso e tutti gli intrusi che stavano giungendo sull'obelisco.
-Ma che diavolo succede oggi?!? Possibile che veniate tutti qui a rompere le scatole?!? Non si è mai vista tutta questa gente da Balzar!-
Gohan non prestò minimamente intenzione alle parole di Jirobay; si voltò verso Bulma e iniziò ad osservarla, dimostrando un'attenzione e un'ansia tali che attorno a lui calò il silenzio.
Muten, confuso come non mai, puntò gli occhi su quelli del ragazzo: era visibilmente preoccupato, se non addirittura spaventato! Il vecchio maestro, che fino a quel momento si era astenuto dal voler approfondire il perché della presenza di Bulma e Vegeku sull'obelisco, ebbe improvvisamente una tremenda illuminazione: e se la donna fosse stata portata lì perché aveva avuto bisogno dei fagioli magici? No... impossibile! Che diavolo poteva essere successo per...
Non osò portare a termine ciò che la sua mente si stava avviando a concludere. Le sue mani iniziarono a tremare, di rabbia e di incredulità, mentre con un rapidissimo scatto si voltò a fissare il guerriero più potente mai comparso sulla faccia dell'universo.
Yamcha sembrava in stato di shock: ciò che fino a pochi istanti prima sembrava un mistero legato semplicemente a Bulma e Vegeku, ora si era arricchito di una nuova pedina: troppo nervoso e troppo spaventato appariva Gohan perché non sapesse niente di questa faccenda! Crilin, intanto, malediceva sé stesso per non essersi alzato in volo qualche attimo prima: se non altro, avrebbe fatto in tempo a non vedere ciò che sarebbe successo di lì a poco! Lui lo sapeva... sapeva che Gohan era al corrente di quanto avvenuto, o, quantomeno, lo aveva senz'altro intuito. Il tremolìo delle sue mani, gli occhi collerici e spaventati poggiati sulla figura di Bulma, l'intensità della sua aura stranamente non ridotta zero... tutto faceva capire a Crilin che il giovane sayan era lì per accertarsi delle condizioni di lei. Quest'ultima però, ancora fin troppo sconvolta e amareggiata per il rifiuto di Vegeku, sembrava non aver colto nell'espressione di Gohan quell'evidente preoccupazione che invece stava allertando gli altri presenti. Ricambiava il suo sguardo con uno decisamente attonito e confuso, limitandosi ad impensierirsi per il crescente silenzio attorno a sé. Ma gli occhi che più di tutti inquel momento sembravano voler brutalmente esternare odio e astio erano quelli del sayan poggiato all'estremo angolo dell'obelisco, in direzione opposta alla donna. Solo allora Muten prese davvero coscienza del fatto che la situazione potesse essere più grave di quanto egli avesse immaginato. Lesse nell'espressione visibilmente contratta di Vegeku una palese ammissione di colpevolezza, che però sembrava manifestarsi solo attraverso la rabbia e il rancore. Faticava l'anziano maestro a comprendere il perché di tutto quel risentimento che il sayan aveva in corpo e si rammaricava del fatto di essersene reso conto solamente allora: possibile che nonostante due mesi di convivenza con il guerriero gli fosse sfuggito il turbine di sentimenti che egli covava dentro di sé? Si maledisse e si colpevolizzò: se solo avesse prestato maggiore attenzione alla contraddittorietà insita in ogni gesto del suo ospite, forse avrebbe potuto evitare il precipitare di una situazione comunque già precaria!
Gohan chiuse gli occhi e strinse i pugni, come a voler trattenere quella rabbia che, una volta esplosa, avrebbe causato la distruzione dell'obelisco. Sospirò, e in un attimo si voltò nella direzione opposta, posando lo sguardo sugli occhi adirati di Vegeku. Il ragazzo non si preoccupò di chiedersi o di chiedergli se quella rabbia fosse rivoltà a lui o a sé stesso: si avvicinò fino a trovarsi a pochi centimetri di distanza dal suo volto.
-Ti scongiuro... dimmi che non è avvenuto quello che penso! Dimmi che non le hai fatto del male e non siete venuti qui per i Senzu!-
L'attimo di silenzio assoluto che intercorse tra le parole di Gohan e la lentissima chiusura delle palpebre del suo interlocutore, furono sufficienti al ragazzo per trovare l'amara conferma ai suoi dubbi. Non riuscì a trattenersi: sprigionò un'aura incredibilmente potente, fino a che i suoi capelli si colorarono d'oro. Crilin si parò davanti a Bulma nel tentativo di proteggerla, mentre Muten, Yamcha e Jirobay impiegavano tutte le forze che avevano in corpo per aggrapparsi a qualche colonna.
-Gohan! Ma che fai??? Smettila subito!!!-
Le disperate parole dell'anziano maestro si persero inevitabilmente nel nulla, travolte anch'esse da quell'aura vorticosa e incontenibile.
-Che cosa hai fatto? Dimmi che cavolo hai fatto!- urlò il ragazzo in preda ad una furia cieca.
-Datti una calmata, per favore! Se proprio ci tieni ne parliamo da un'altra parte!- rispose Vegeku ostentando tutta la sicurezza che poteva esibire solamente un guerriero consapevole di essere il più forte.
Ma la sfacciata tranquillità e la ben nota e consueta indifferenza che lesse negli occhi del suo interlocutore, fecero adirare ancora di più il ragazzo che, senza pensarci troppo, afferrò Vegeku per il collo con entrambe le mani, astenendosi dal badare alle urla che spezzavano il silenzio dei suoi amici. Pochissimi centimetri separavano i suoi occhi da quelli da quelli che fino a poche ore prima credeva appartenessero a suo padre: odiava sé stesso per essersi fidato di lui, per essere stato il primo a tentare di dargli una possibilità, per aver voluto a tutti i costi vedere in Vegeku il riflesso di Goku. Odiava sé stesso perché si era affezionato a lui, perché gli voleva bene, perché fino a poco tempo prima lo aveva ammirato profondamente, come eroe e come uomo. Serrava sempre di più la stretta dei suoi pugni intorno al collo della sua vittima, e sebbene si rendesse perfettamente conto che mai le sue deboli mani avrebbero potuto recare all'avversario il benché minimo danno, non si decideva a mollare la presa su colui che ora ai suoi occhi appariva come una bestia.
-Pagherai per quello che hai fatto...-
-Lasciami andare immediatamente... non costringermi a farti del male!-
-Già me ne hai fatto!-
Lo sguardo di Vegeku si caricò nuovamente di ira, un'ira talmente irruenta che per un istante appena provocò in Gohan un fremito di timore. Il suo avversario lo colse immediatamente e, sebbene il ragazzo stesse allentando leggermente la presa, si trasformò anch'egli in super sayan, per poi tirare un pugno talmente forte al giovane guerriero davanti a sé, che quest'ultimo venne scaraventato a terra, a diversi metri di distanza. Prima che Gohan avesse il tempo di rimettersi in piedi, Vegeku era già chinato sopra di lui e gli aveva bloccato con un'abile falcata entrambe le braccia con una sola mano.
-Torna immediatamente nel tuo stato normale!- disse Vegeku mentre minacciava il ragazzo puntandogli in faccia il palmo aperto della mano libera, dal quale già si intavedeva un principio di onda energetica. Ma Gohan sembrava non volesse mollare: nonostante l'abbondante quantità di sangue che colava dalle sue narici e la consapevolezza che se davvero quell'uomo avesse voluto fargli del male, niente e nessuno avrebbe potuto impedirglielo, egli continuò imperterrito a contrapporre al suo avversario tutta la forza che aveva in corpo.
-Ammazzami, se proprio ci tieni a non vedermi più trasformato in super sayan!-
-Vegeku! Per amor del cielo... lascialo stare! Ti scongiuro! Presto te e pentirai se gli farai del male!-
Ma il sayan non sembrò preoccuparsi minimamente delle parole del vecchio Muten e, in tutta risposta, avvicinò ancora di più il palmo della sua mano al viso ormai imbrattato del figlio.
-Non avresti dovuto sfidarmi così apertamente, Gohan! Non ce n'era alcun mot...-
Improvvisamente, Vegeku spalancò gli occhi. Sotto lo sguardo ancora collerico e attonito del ragazzo, il potente guerriero mollò la presa dalle sue braccia, e in meno di un attimo si allontanò di diversi metri da lui, per poi tornare allo stato normale. Mentre il giovane, ancora sotto shock, tentava faticosamente di rimettersi in piedi, cercando di tamponare con la mano il sangue che fuoriusciva dalle sue narici, Crilin, Yamcha e Muten impallidirono di colpo, seguiti poi dalla già sconvolta Bulma, che alla vista di ciò che le si parò davanti, si accasciò a terra in preda allo sconforto.
A quel punto, Gohan riacquisì la lucidità necessaria per capire: ripresosi appena da quell'imprevedibile, doloroso e folle scontro, i suoi sensi di sayan gli fecero percepire quelle aure che mai avrebbe voluto trovarsi vicino. Si voltò di scatto, ancora semi accasciato a terra, e vide aleggiare dietro di sé i piccoli Goten e Trunks.

CONTINUA...

____________
Angolo dell'autrice: ho bisogno di fare una piccola precisazione tecnica: le "R" maiuscole che avete avuto modo di leggere nel discorso del Gran maestro re Kaio sono un piccolo stratagemma per indicare la cosiddetta "erre moscia"... per il resto, se avete dubbi, incertezze o necessitate di qualche precisazione, non esitate a chiedere! Un bacione a tutti ^_^
 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Ricerche inconcludenti ***


ricerche inconcludenti Eccomi di nuovo qui! Ho finalmente trovato il tempo di aggiornare e di andare avanti nella narrazione di questa storia un po' fuori dal normale. Premetto che questo è un capitolo abbastanza insolito, diverso dagli altri... poi capirete il perché! Spero comunque che vi piaccia e che vogliate lasciare un commentino! Bacioni e tutti ^_^


-Tesoruccio mio! Già sei di ritorno?!?-
-Sì papà...-
-E come mai è stata Aida a riaccompagnarti e non Gohan?-
La legittima domanda posta dal padre l'aveva lievemente imbarazzata. Non che Videl e il suo fidanzato avessero litigato, ma il fatto che il giovane le stesse sicuramente nascondendo qualcosa non permetteva alla ragazza di sentirsi a suo agio. Mr Satan era un uomo apprensivo... decisamente troppo! E a volte il suo atteggiamento iperprotettivo la faceva tremendamente innervosire: sapeva che quell'uomo apparentemente duro e severo nascondeva in realtà un cuore d'oro, e spesso sentiva di non essere lei stessa abbastanza comprensiva nei suoi confronti. Si limitava a giudicare, e anche superficialmente, ciò che suo padre esternava, ignorando volutamente quando di buono lei sapeva che c'era nell'animo di quel burbero omaccione. Non aveva idea di cosa rispondergli: probabilmente, la cosa più semplice da dire sarebbe stata la verità. In fondo, lei era tornata con Aida perché Gohan aveva un altro impegno... non c'era niente di male in questo, no? Ma la consapevolezza di non sapere esattamente cosa avesse da fare il suo ragazzo e l'indubbia preoccupazione che aveva letto nei suoi occhi mentre stava andando via la mettevano stranamente a disagio.
-Allora Videl? Non dirmi che avete litigato! Cavolo, se è così non ci penso due volte a dargliene di santa ragione!- Sentenziò Satan stringendo affettuosamente le mani della figlia.
Tutta questa eccessiva apprensione la rendeva piuttosto nervosa: era cosciente di non avere un bel carattere e di apparire talvolta esagerata, eppure mal sopportava l'intromissione del padre nella sua vita privata.
-Papà... non abbiamo litigato! Semplicemente, è dovuto rientrare a casa prima del previsto! E poi... spiegami come accidenti faresti tu a suonarle a Gohan!-
Il viso dell'uomo si imporporò per il lieve imbarazzo: perché la figlia non si esimeva mai dal ricordargli di essere un buono a nulla in confronto al suo fidanzato?
-Ok... ok tesoro! Come non detto...-
Videl sospirò e andò ad accovacciarsi sul comodo divano del suo ampio salotto. Da bambina odiava quella casa: troppo grande e troppo vuota, o meglio, piena soltanto di mobilia e gingilli inutili e costosissimi. Non c'era nulla che potesse avere per lei un qualche, seppur vago, valore affettivo. Da quando suo padre aveva fatto credere al resto del mondo di aver sconfitto Cell, la loro situazione economica era decisamente migliorata: con i soldi guadagnati grazie a quella sporca bugia, l'uomo poté finalmente abbandonare la "vecchia catapecchia" in cui risiedeva con la sua unica figlia per comprarsi finalmente una villa degna di quel nome. Peccato che ogni singolo ricordo, felice o doloroso che fosse, continuasse ad appartenere alla casa in cui era nata, che pur essendo molto più piccola rispetto a quella in cui viveva attualmente, era comunque dignitosa ed accogliente. I ricordi di sua madre erano legati a quell'abitazione. Nonostante la ragazza fosse ancora piccola quando la genitrice venne a mancare, ella ne conservava comunque intatta l'immagine. Il trasloco in quella villa si rivelò la svilita metafora di un inaspettato e indesiderato cambiamento di vita: Videl era ancora una bambina quando mise per la prima volta piede nell'ampio salone che ora stava contemplando, e ancora ricordava la solitudine che aveva provato nel trovarsi a vivere lì costantemente priva di compagnia. Suo padre non era mai in casa, e a tenerla d'occhio c'erano un paio di babysitter -come se una non fosse stata sufficiente!- e un numero imprecisato di domestici.
Ma le cose col tempo erano cambiate. La piccola, triste, ma forte Videl era cresciuta, diventando una ragazza seria e giudiziosa, costantemente in lotta per preservare la quiete cittadina. Era ben voluta e stimata da tutti: nessuno, nella città in cui viveva, e che per riconoscimento aveva il nome di suo padre, avrebbe mai pensato di intralciarne l'operato o di metterla in qualche modo in difficoltà. Sapeva di valere qualcosa, molto di più del presunto eroe che si vantava di aver sconfitto Cell, eppure preferiva comunque non ostentare in maniera antipatica le proprie buone qualità.
Tornò a guardare suo padre con fare quantomai pensieroso e distratto, mentre quest'ultimo si prodigava nel cercare nel frigorifero qualche avanzo da dare al suo ormai amatissimo cucciolo. Mr Satan non aveva mai avuto una passione particolare per i cani, eppure, ultimamente, sembrava che anche quell'aspetto tanto dolce e inatteso dovesse coronare l'improvviso cambiamento di quell'uomo. Era migliorato dopo la terribile esperienza di Majin Bu; e nonostante l'indicibile dolore che gli aveva procurato il suo alter ego, il magnanimo "campione del mondo" aveva deciso di prendersi cura anche di Bu, oltre che del cagnolino.
-Sataaaaaan! Ricordati che devi accompagnarmi a mangiare il gelato! Me lo hai promesso!-
-Ma certo che melo ricordo! Però, mi raccomando... come ti devi comportare quando siamo in gelateria?-
-Devo essere educato, scegliere solo tre gusti, e dopo ringraziare...-
-Bravissimo Bu! Stai diventando un uomo di classe!-
-Però paghi tu, vero Satan?-
-Ahahahah! Ma certo! Che razza di domande fai?!? Ora andiamo... Ah! Videl... vuoi venire anche tu-
-No, grazie. Preferisco rimanere a casa a rilassarmi.-
-D'accordo. Ciao ciao tesoro!-
-Ciao Videl!-
-Ciao papà! Ciao Bu!-
La ragazza si sdraiò in maniera decisamente poco composta sul comodo divano su cui già era accovacciata da un po'. Senza nemmeno rendersene conto, i suoi occhi iniziarono a fissare l'alto soffitto che li sovrastava. Troppi pensieri si erano impossessati della sua mente e un mare di preoccupazioni stava inondando la sua testa.
-Gohan... perché ancora non ti fai sentire?-


Kibithoshin sorvolava ormai da diversi minuti i cieli che sovrastavano l'estesissima città dell'Ovest alla ricerca della famigerata Capsule Corporation. La candida rivelazione proferita in presenza delle altre divinità sulla misteriosa scomparsa di una coppia di Potara aveva mandato su tutte le furie Kaioshin il Sommo, che lasciandosi inaspettatamente trasportare da quell'improvviso e potente impeto di emozioni, aveva costretto il suo giovane collega a recuperare immediatamente i due oggetti. Sotto lo sguardo impietrito dei presenti, sebbene alcuni stessero ridendo di gusto per l'improvvisa e ben poco dignitosa tirata d'orecchie, il Sommo Kaioshin si era verbalmente avventato sull'ingenuo Kibithoshin, accusandolo di negligenza e scarsa capacità di riflessione.
-E se quella donna volesse sperimentare su di sé gli effetti della fusione?- aveva declamato la potente divinità, perdendo ormai ogni residuo di calma.
Quando Bulma lo aveva contattato per avera in prestito quelli che lei aveva definito "maledettissimi orecchini", il giovane dio non aveva minimamente pensato che potesse servirsene per compiere qualche sciocchezza; e a quel punto, ormai, dubitava davvero che potesse farne: erano diverse settimane che li aveva, e di fatto, fino a quel momento si era davvero limitata solamente a studiarli. Che avesse fatto qualche scoperta interessante? Probabilmente no, altrimenti avrebbe sicuramente già provveduto a sciogliere la fusione di Vegeku. Certo, se quella scienziata avesse anche solo capito il meccaniscmo di funzionamento dei Potara, già sarebbero stati a buon punto!
Finalmente, Kibithoshin scorse dall'alto un imponente cupola che sovrastava in altezza e maestosità tutti gli altri edifici della Città del Nord.
-Ci siamo! Quella deve essere sicuramente la Capsule Corporation!-
Il dio atterrò proprio di fronte alla porta d'ingresso. Iniziò a guardarsi intorno con aria circospetta, chiedendosi se sarebbe stato meglio intrufolarsi nell'abitazione di nascosto oppure bussare. Dall'interno dell'edificio non proveniva alcun tipo di rumore.
-Questa struttura deve avere le pareti insonorizzate!-
Rifletté  qualche altro istante, poi, nel dubbio che magari i genitori di Bulma non avrebbero voluto restituirgli i misteriosi oggetti, preferì entrare di contrabbando. Si vergognava come un ladro per ciò che stava facendo, ma l'idea di subire un'altra imbarazzante ramanzina da parte di Kaioshin il Sommo gli diede il coraggio di proseguire nel suo intento e di divincolarsi abilmente tra i corridoi.
Tutto, all'interno di quella eccentrica cupola, appariva enorme e intricato: più che in una casa sembrava si fosse avventurato in un labirinto. Dove accidenti poteva andare a cercare due piccolissimi aggeggi all'interno di un edificio di quelle dimensioni? Pensò che fosse meglio avvicinarsi alle stanze dove percepiva la presenza dei genitori di Bulma. Mentre, però, si avviava a raggiungere i signori Brief, se non altro per farsi un'idea di quali fossero le stanze più utilizzate, Kibithoshin si imbatté in un lunghissimo corridoio sul quale si aprivano diverse porte. Entrò nella prima camera alla sua destra: pareti bianche e azzurre, un lampadario a forma di aereoplano, letto a una piazza e mezza ancora sfatto con le lenzuola blu disordinatamente spiegazzate sopra il materasso.
-Questa deve essere la camera di Trunks!-
Tentò di entrare, ma appena varcò la soglia, uno strano aggeggio di latta a forma di carro armato iniziò a sparargli addosso fastidiosissimi proiettili di gomma..
-Ahi! Accidenti... ma guarda un po' che razza di giocattoli ha a disposizione quel ragazzino! Bè... considerando che il padre alla sua età si dilettava a distruggere pianeti, forse non dovrei nemmeno sorprendermi più di tanto!-
Uscì di corsa e richiuse immediatamente la porta.
-In fondo, dubito che Bulma possa aver nascosto gli orecchini nella camera di suo figlio! Sarebbe stato decisamente pericoloso...-
Continuò a vagare con aria circospetta, chiedendosi quale delle numerose altre porte che vedeva potesse celare la stanza dell'intrepida scienziata. Niente da fare: nessun indizio poté guidarlo verso una qualunque delle aperture. Decise, allora, di affidarsi al caso: chiuse gli occhi, sospirò profondamente, fece qualche passo e allungò il braccio sinistro fino a raggiungere una maniglia. Riaprì gli occhi.
-Ci siamo! Inizierò da qui!-
La stanza che si concesse alla vista dell'impacciato dio sembrava essere di proprietà di qualche potente e ricchissimo personaggio: già dall'ampiezza del locale si capiva perfettamente che i proprietari della Capsule Corporation se la passavano decisamente bene in termini di soldi e a chiunque fosse appartenuta quella camera, costui aveva decisamente buon gusto. Kibithoshin sorrise soddisfatto:
-Deve essere di Bulma! Accidenti... che fortuna!-
L'inatteso ospite, senza preoccuparsi di richiudere la porta dietro di sé, iniziò a girovagare cautamente tra la preziosa mobilia e i raffinati dipinti appesi alle pareti, stando ben attento a non sporcare gli eleganti tappeti che coprivano il pavimento. Guardò l'enorme letto matrimoniale addossato al muro, pensando che lì sopra ci si potesse dormire tranquillamente anche in cinque o sei persone. Poi si avvicinò al comò e, sebbene si sentisse meschinamente in colpa, non ci pensò due volte ad aprire i vari cassetti.
-Vi troverò! Costi quel che costi!- esclamò rivolgendosi più a sé stesso che ai Potara; e senza perdere altro tempo, sfilò dal comò il primo cassetto e lo appoggiò sul letto, così da poter facilitare le manovre di ricerca.
-Dunque dunque... vediamo qui cosa c'è...-
Kibithoshin prese a setacciare quel groviglio di stracci che aveva tra le mani e iniziò ad osservarli attentamente, distraendosi da quello che era il suo reale obiettivo.
-E queste che diavolo sono?- senza volerlo, il dio si mise a contemplare un paio di slip neri con disegnato davanti un boa attorcigliato.
-Acc... accidenti! Questa roba non può essere di Bulma! Devo aver aperto il cassetto di Vegeta...- disse tra sé arrossendo vistosamente -bè, poco importa... può benissimo aver nascosto i Potara tra le mutande di suo marito!-
Lanciò sul letto gli slip e riprese a cercare, trovandosi tra le mani boxer leopardati, maculati e zebrati, oltre ad una ridicolissima mutanda rossa con su scritto...
-Prendimi?!?- la divinità finì per eguagliare nel colorito un peperone molto molto maturo. Per un paio di secondi riuscì a trattenersi, poi scoppiò in una fragorosa risata, lanciando l'indumento intimo così in alto da farlo incastrare al lampadario.
-Hai capito il principe!!?? Eh eh... oh cavolo! Devo... ihihih! Devo contenermi! Sono... sono un dio... ahahahaha! Accidenti...-
Senza scoraggiarsi, continuò imperterrito le sue ricerche, convincendosi ormai di essere sulla buona strada. Credette, ad un certo momento, di aver trovato qualcosa di interessante: una scatolina di cartoncino con delle strane scritte sopra, troppo piccole, però, perché gli venisse la tentazione di leggere.
-Bè... qui dentro i Potara ci entrerebbero a meraviglia!-
Aprì il misterioso contenitore e...
-Che roba è questa? Sembrano caramelle... chissà che razza di gusto avranno! Sono tutte blu... dall'aspetto sembrano deliziose! Mmh... meglio non mangarle, potrebbero accorgersi di qualcosa!- e così ripose la scatolina nel cassetto.
Preso dallo sconforto nel constatare che in quest'ultimo non c'era niente che potesse tornargli utili, cominciò a rovistare in un altro scomparto.
-Questo deve essere di Bulma! Sicuramente i Potara sono qui dentro!-
L'intrepido dio muoveva le mani in un'affannosa ricerca. Il colorito delle sue gote si avvampava di un rosso sempre più acceso, ogni qualvolta finiva per trovarsi tra le dita qualche succinto triangolino di stoffa in prezioso pizzo bianco.
-Bè... non si può certo dire che Bulma non abbia buon gusto! Ma... e questa roba?!?- esclamò Kibithoshin constatando la presenza di una mole spropositata di riviste con uomini palestrati che traboccava dal cassetto. -Accidenti! Possibile che Vegeta permettesse a sua moglie di sfogliare certi giornali??? Ehi! Qui c'è anche una foto di Vegeta... in costume da bagno?!? Quella donna è davvero strana... che bisogno aveva di tenere un ritratto del marito tra gli effetti personali? Dubito che il principe non si concedesse nudo alla vista della consorte!!! D'accordo che ora non c'è più... ma perché nasconderla così? Bha... le donne sono proprio...-
-Scusi, lei chi sarebbe?!?-
Il sangue di Kibithoshin raggelò. Preso dalla sua estenuante ricerca, non si era nemmeno preoccupato di prestare troppa attenzione. Cavolo! Come aveva potuto commettere una simile leggerezza? Sapeva che i signori Brief erano in casa, eppure si era lasciato sorprendere come un ladruncolo alle prime armi! Se le altre divinità avessero assistito a quella scena, lo avrebbero preso in giro per l'eternità! E ora... cosa avrebbe potuto inventare per giustificarsi? Di figuracce, in fondo, ne aveva fatte già troppe!
-Ehi caro! Deve essersi spaventato... non risponde!-
-Che dici, tesoro... provo a fargli l'elettroshock?-
-Ma no... mi sembra un po' troppo brutale come metodo!-
Nel frattempo, il potente dio si voltò lentamente, cercando di mostrarsi più serio e indifferente possibile, nonostante il rossore del suo viso tradisse un evidente imbarazzo. Si schiarì la voce con un colpetto di tosse e si rese conto in quel momento di stringere ancora nella mano sinistra un succinto e raffinatissimo perizoma in candido pizzo. Lo gettò a terra con noncuranza, insieme alla foto di Vegeta saldamente fissata nell'altro palmo.
-Buo... buonasera signori... io bè... io... ecco... in realtà... io sono Ki.. Kibithoshin, una delle divinità più... più potenti dell'universo!-
-Oh ma davvero?!? è un piacere enorme fare la sua conoscenza!- esclamò la signora avvicinandosi all'intruso per poterlo scrutare più da vicino. -A cosa dobbiamo il piacere di questa visita?-
L'imbarazzatissimo dio non capiva se la donna fosse seria o lo stesse semplicemente prendendo in giro. Che razza di atteggiamento era mai quello? Aveva colto in flagrante uno sconosciuto che rovistava tra gli effetti personali della figlia, e lei si comportava come se niente fosse? Pazzesco! Nemmeno il dottor Brief sembrava minimamente turbato per la sua inaspettata visita. Bè... meglio così! Avrebbe evitato urla e tentativi di aggressione.
-In realtà... bè ecco... io stavo rovistando tra la roba di sua figlia perché... sì, ecco... cercavo un paio di orecchini identici a quelli che sto indossando in questo momento! Per caso sapete dove li ha nascosti?-
-Bè... non ne ho idea! Ma forse dovrebbe cercarli nella stanza di Bulma! Lei ci tiene molto ai suoi gioielli... dubito che li metterebbe mai in camera nostra!-
A Kibithoshin, per un istante, mancò il respiro.
-Cam.. camera vostra?!? Oh... accidenti! Io non... non so come scusarmi! Credevo... credevo fosse questa la stanza di Bulma!-
-Oh no! La sua si trova in fondo al corridoio! Ma, senta un po'... vuole fermarsi a cena da noi? Così ha tutto il tempo di continuare le sue ricerche mentre io vado a preparare qualcosa! Tu sei d'accordo, caro?-
-Ma certamente! Anzi... nel frattempo potrei aiutare questo giovanotto! Scusi, cos'è che cerca esattamente?- chiese lo scienziato rivolgendosi al dio.
-Degli orecchini come questi!- disse quest'ultimo rispondendo al suo interlocutore. -Li avevo prestati a Bulma un po' di tempo fa! Ma ora mi servono con una certa urgenza e...-
-Mi faccia vedere... per caso doveva farci degli studi sopra?-
-Sì! Così aveva detto...-
-Ho visto degli oggetti simili giorni addietro nel suo laboratorio, ma non ci sono più... so che ad un certo punto mia figlia ha rinunciato ad esaminarli. Però magari possiamo ancora trovvare qualcosa tra le sue carte!-
-Bè... in realtà, io preferirei avere indietro gli orecchini... ma va bene! Anche i suoi studi potrebbero essere utili!-
-Mi dispiace non poterla aiutare più di così! Ma intanto andiamo a dare un'occhiata in laboratorio!-
-La seguo...-
Per quanto una divinità di quel calibro di cose entusiasmanti ne avesse viste parecchie, ciò che poté scorgere all'interno di quell'enorme laboratorio lo lasciò incredibilmente basito. Sapeva quali fossero le facoltà di Bulma e di suo padre, ma di certo non immaginava che avrebbero sfruttato tanto a fondo la loro intelligenza! Scorgendo le meraviglie insite tra i cunicoli di quel misterioso sotterraneo, Kibithoshin, per un attimo, sperò davverò che la geniale scienziata potesse aver scoperto qualcosa di utile sul funzionamento dei Potara, magari anche senza essersene resa conto. Certo, riteneva piuttosto improbabile che Kaioshin il Sommo riuscisse a decifrare il linguaggio tecnico di cui la donna aveva sicuramente usufruito, ma forse Junior avrebbe potuto dargli una mano! In fondo, quello più esperto di cose terrestri era pur sempre lui! Perché, poi, non far collaborare, in un secondo momento, la stessa Bulma? Chissà... magari la scelta migliore sarebbe stata quella di metterla al corrente della decisione presa dalle divinità e sperare in un suo aiuto!
-Ci siamo... tra queste cartacce dovrebbero esserci gli studi sugli orecchini! Purtroppo io non so dirle altro perché mia figlia non ha mai voluto che collaborassi con lei...-
-Capisco... bè comunque... ehi!!!!! Ma che accidenti è quello?!?!?- esclamò spaventato Kibithoshin scorgendo un misterioso animale che saltellava all'interno del laboratorio.
-Ah! Non è delizioso? Si chiama Potty, ed è il risultato di una fusione... almeno così mi ha detto Bulma!-
-Po.. Potty?!? Oh cavolo... sicuramente deve aver usato i Potara! Ha idea di che razza di animali fossero in principio?-
-Bè... ecco...-
Il signor Brief iniziò a scrutare con attenzione il curioso animale, tentando di ricondurre quelle strane fattezze a qualche essere a lui noto.
-... a vederlo così mi sembrarebbe un incrocio tra un dinosauro e una lepre... o forse un coniglio! Non saprei dirglielo con esattezza...-
-Ma perché Bulma ha avuto un'idea del genere?!? Insomma... non si può mica scherzare con degli oggetti divini!-
-Non lo so... ricordo che aveva accennato qualcosa su una scoperta interessante! Ma poi si era resa conto di aver fatto un buco nell'acqua e da lì ha lasciato perdere i suoi esperimenti. Dopo Potty non ha più usato gli orecchini... li ha anche portati via dal laboratorio per paura che io ci mettessi le mani sopra!-
-Capisco... bè, qualunque cosa credesse di aver scoperto, deve sicuramente trovarsi tra questi fogli! E magari potrebbe tornarci utile! Senta un po'...- esclamò il dio rivolgendosi al signor Brief -...non è che lei e Potty verreste con me al palazzo del Supremo?-
-Cosa?!? E perché mai?-
-Abbiamo urgenza di capire il funzionamento dei Potara... e lei potrebbe darci una mano!-
-Ma non fareste prima a chiedere a Bulma?-
-Sì... sì certo...- farfugliò Kibithoshin, pensando che le condizioni psicologiche della donna forse non erano le migliori -...però abbiamo bisogno anche del suo aiuto! La prego...-
-E va bene, giovanotto... però non posso lasciare mia moglie a casa da sola! Dovrà venire anche lei...-
-E... e va bene! Tanto al palazzo c'è posto per tutti!-


CONTINUA...

__________
Angolo dell'autrice: Innanzitutto... ciaooooooo! E grazie mille a tutti voi che ancora avete la pazienza di seguire la mia storia! Siete in tanti, e questo mi rende davvero felice! Detto ciò, come avrete certamente notato, il tono di questo capitolo è molto più leggero dei precedenti, e i motivi sono principalmente tre: 1) Avevo mentalmente bisogno di svagare un po' il mio cervello dedicandomi a cose leggere; 2) In dragon ball Z si assiste spesso all'alternanza di scene drammatiche e scene comiche, così ho pensato di riproporla anche io; 3) Per parlare di ciò che sta accandendo da Balzar mi serviva un po' più di tempo e, soprattutto un capitolo intero! Il prossimo, dunque, tornerà a riguardare i veri protagonisti della storia.
Altra piccola precisazione... vi ricordavate ancora di Potty? L'ho ripescato dal capitolo 16... era il grazioso animaletto che aveva accolto Yamcha al suo arrivo alla Capsule Corporation!
Ok, ora la smetto di stressarvi... se avete qualche perplessità, sono a vostra disposizione! Un bacione :*
  

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Forse un addio ***


forse un addio Eccomi di nuovo qui! Sono riuscita ad aggiornare nuovamente, e stavolta abbastanza velocemente. Dopo il capitolo "soft" postato la volta precedente, si torna a fare sul serio e i toni si scaldano di nuovo. Che dite... cosa succederà adesso che anche Goten e Trunks sono giunti sull'obelisco? Come deciderà di comportarsi Vegeku? Basta chiacchiere... buona lettura!


Se avesse potuto, avrebbe preferito sparire nel nulla, lasciarsi inghiottire da qualche buco nero sperduto chissà dove ai confini dell'universo. Raggiungere un luogo del genere sarebbe stata una passeggiata per lui, ma comunque mal sopportava il fatto che la situazione gli stesse sfuggendo di mano in quel modo e che non riuscisse a trovare la maniera per risolverla. Non era quello che voleva, accidenti! Niente di tutto ciò che era accaduto fino a quel momento era stato programmato. Credeva di poter sottomettere al proprio controllo ogni maledetto gesto mosso istintivamente dalle sue mani; credeva che sarebbe bastata qualche parola ben detta per far sì che gli altri smettessero di considerarlo un abominio o un patetico surrogato di Goku e Vegeta; credeva di potersi controllare... ma la feroce rabbia che aveva preso possesso del suo animo, già profondamente turbato, era stata sufficiente affinché la ragione si sottomettesse all'istinto. E di certo le persone lì presenti non lo avevano aiutato affatto! Non tutti, almeno... e non come avrebbe voluto. Cosa si aspettassero da lui, poi, aveva davvero faticato a capirlo, e quando finalmente era riuscito a farsi qualche verosimile idea, tutto ciò lo aveva reso ancora più collerico. Ogni patetico tentativo di ricominciare da capo, di crearsi un'esistenza, aveva violentemente cozzato con le assurde aspettative della maggior parte delle persone care a Goku e a Vegeta: non che non provasse un briciolo d'affetto nei loro confronti, ma di certo non erano gli stessi sentimenti nutriti dai suoi creatori! La personalità di Vegeku era completamente diversa da quella di questi ultimi, eppure sembrava che, nonostante l'evidenza, in pochissimi riuscissero davvero a capirlo. In pochissimi... forse, in realtà, solamente Chichi se ne era resa conto! E Gohan... il figlio di Goku sapeva che l'uomo che si ostinava a chiamare "papà" non era altri che un sayan che gli somigliava, e tutto sommato nemmeno gliel'aveva mai fatto pesare: gli era stato vicino in maniera completamente disinteressata; lo aveva ascoltato, sebbene Vegeku non gli avesse mai confidato esplicitamente i propri turbamenti interiori; si erano allenati insieme raggiungendo quell'intesa cui possono ambire solamente due combattenti che si conoscono molto bene. Ghoan era il figlio perfetto, il ragazzo che ogni padre avrebbe voluto vantarsi di avere: serio, educato, studioso, forte, coraggioso... un piccolo gioiello di cui andare orgogliosi! Chichi era pazza del suo adorato figlio, e lo era anche Goku, sebbene lo avesse abbandonato in una fase molto delicata della sua crescita... più di una volta Vegeku si era chiesto dove quel sayan avesse trovato il coraggio di voltare le spalle alla propria famiglia senza che il suo animo fosse lacerato dai sensi di colpa. Poi, andando avanti e maturando la propria personalità, aveva compreso quanto un sayan avesse bisogno anche di altro: nessun guerriero appartenente a quella stirpe avrebbe potuto accettare di condurre la propria vita basando le priorità sul bene della famiglia. Vegeta era stato molto più presente, almeno da un certo punto in poi, ma c'era da ammettere anche che Bulma gli metteva a disposizione tutte le diavolerie tecnologiche più all'avanguardia per permettergli di non perdere il ritmo degli allenamenti. Di sicuro, il principe non avrebbe potuto trovare niente di meglio nemmeno girovagando tutto il cosmo!
Stando a diretto contatto con il ragazzo, una cosa Vegeku l'aveva certamente capita: a Gohan era mancata fin troppo la presenza del padre. Ogni qualvolta lo guardava negli occhi scorgeva un entusiasmo che non aveva eguali: anche se il giovane non si era mai davvero illuso che Vegeku potesse sostituirsi a Goku in quanto genitore, aveva sicuramente sperato di instaurare un bel rapporto, fatto di complicità e amicizia, magari simile a ciò che sentono padre e figlio.
Cosa gli fosse preso pochi minuti prima sarebbe rimasto per sempre un mistero se Vegeku, durante i suoi incontri-scontri con l'adolescente, non si fosse reso conto che quest'ultimo diffidava di lui, anche se cercava in tutti i modi di nasconderlo. Il primogenito di Goku era riuscito sorprendentemente prima degli altri ad intuire che l'essere nato dalla fusione di suo padre con il principe dei sayan aveva una personalità indipendente e che niente nel suo modo di fare era riconducibile ai due guerrieri che conosceva bene. Eppure aveva tentato di fidarsi a tutti i costi, in maniera assolutamente incondizionata, anche chiudendo gli occhi di fronte all'evidenza... e l'evidenza era solamente una: Vegeku, come un qualsiasi altro sayan indomato, era pericoloso. Lo erano anche Vegeta e Goku, o meglio Kakaroth, appena giunti sulla Terra; lo erano Napa e Radish; lo erano Bardack e i suoi commilitoni; lo era il Re, nonostante l'assurda schiavitù subita da quel megalomane di Freezer. Da quando esisteva la stirpe sayan, nessun uomo che vi appartenesse era mai riuscito a dominare l'istinto. Indubbiamente, coloro che avevano ottenuto i risultati migliori erano stati Goku e Vegeta, ma entrambi erano spesso vittime di "ricadute": il primo, meno raramente di quanto sembrasse, preferiva sottrarsi ai propri doveri di padre e marito per andarsene a combattere chissà dove, persino in Paradiso; il secondo, poco prima di sacrificare la propria vita contro Majin Bu, aveva volutamente prestato il proprio corpo all'azione manipolatrice del mago Babidi. Le premesse, insomma, non erano delle migliori; ma stranamente sembrava che quasi nessuno volesse riflettere opportunamente sul fatto che, comunque, Vegeku prima di essere un eroe rimaneva sempre e solo un sayan... il più potente mai apparso in tutto l'universo, per giunta!
Gohan lo aveva capito, e sua madre probabilmente anche. La sfuriata appena messa in scena dal ragazzo era la prova evidente che egli dubitava di Vegeku, ma dimostrava anche che persino per un mezzosangue era difficile tenere a freno gli impulsi omicidi se a risveglierli fosse stata una potente vena collerica.
Affrontarlo, per lui, era stato poco più che una passeggiata: Gohan, per quanto forte e coraggioso, non eguagliava assolutamente il suo livello, e questo Vegeku lo aveva sempre saputo. Sapeva anche, però, che non avrebbe dovuto rispondere alla sua rabbia attaccandolo: aveva commesso un clamoroso errore, un'altra imperdonabile leggerezza, la seconda di quella stramaledetta giornata. Aveva i nervi a fior di pelle ancora prima che Gohan si presentasse sull'obelisco e, nonappena aveva percepito la sua presenza, iniziò a farsi logorare dalla rabbia. Aveva intuito che il ragazzo poteva aver capito qualcosa: che razza di idea si fosse formata nella testa di quel giovane proprio non poteva immaginarlo, ma di sicuro era riuscito ad associare la presenza di Bulma da Balzar con la necessità dei Senzu. E aveva anche compreso che la colpa fosse di Vegeku. Quest'ultimo continuava a chiedersi come sarebbe andato a finire quel folle scontro se non fossero arrivati Goten e Trunks: tremava di rabbia e di vergogna alla sola idea che probabilmente sarebbe stato capace di uccidere Gohan... non ne era sicuro, certo, ma di dubbi, purtroppo, ne aveva ben pochi. Il perché poi l'inaspettato arrivo dei bambini avesse ridestato in lui un barlume di coscienza, ancora faticava a capirlo: non avrebbe saputo spiegare come mai quei due lo avessero distolto dal suo proposito omicida, ma se non altro gli avevano impedito di commettere un gesto di cui si sarebbe sicuramente pentito.
A quei due ragazzini si era affezionato davvero: vedeva nei loro occhi quell'innocenza che a lui non era mai appartenuta, percepiva la sincerità dei loro sguardi e dei loro gesti di affetto, e probabilmente il fatto che avessero sperimentato sula propria pelle gli effetti della fusione, aveva dato ad entrambi la possibilità di interpretare correttamente certe ambiguità del comportamento di Vegeku. In fondo, anche Gotenks era profondamente diverso dai due bambini, e questi ultimi se ne erano di sicuro resi conto. Nonostante questo, però, non avevano mai dimostrato scarsa fiducia nei suoi confronti, anzi... avevano preferito cercare assiduamente tutti i lati positivi del carattere di Vegeku, riuscendo forse ad intravederli. Mai avevano avuto il dubbio che potesse diventare pericoloso perché erano ancora troppo piccoli per capire che la differenza tra giocare ad uccidere qualcuno e ammazzarlo veramente era molto più sottile di un filo d'erba.
Fino a quel momento era riuscito a nascondersi ai loro occhi e a proteggerli, proprio come avevano fatto i loro genitori, dalla loro stessa natura; fino a quel momento, certo... ma adesso? Cosa accidenti avrebbe potuto inventare per negare il fatto che lui e il loro adorato Gohan si stavano violentemente picchiando sul serio?

-Si può sapere che diavolo ci fate voi due qui?!?-
-E tu non dovevi uscire con Videl, fratellone?-
Goten non capiva. Il senso di ciò che si mostrava alla sua vista gli sfuggiva pericolosamente. Perché suo fratello era a terra sanguinante? Non aveva fatto in tempo a vedere chi lo avesse ridotto in quello stato, ma sapeva che solamente una persona era dotata della forza necessaria per ferire in quel modo Gohan. Intorno a sé vedeva terrore e sgomento: a parte Vegeku, che era il più vicino di tutti al ragazzo agonizzante, gli altri erano tutti addossati agli estremi dell'obelisco, aggrappati a qualche colonna o schiacciati contro le mura della struttura. Che ne era stato della festa? E la torta? Dove stavano gli avanzi del pranzo che Bulma aveva cucinato insieme a Balzar?... e Balzar?
Gohan glielo diceva sempre che non avrebbe mai dovuto intromettersi nelle faccende da "grandi" perché avrebbe solamente finito per capire quanto il mondo facesse schifo. Eppure era sempre stato assolutamente certo che i suoi amici non fossero parte di quello stesso mondo: erano migliori, sinceri, buoni come dei bambini. Gli altri appartenevano a quel mondo, non i suoi.
-Perché stavate litigando?-
-Cos..cosa? Che stai dicendo?-
-Tu e papà... perché vi stavate picchiando?-
-Trunks, perfavore... tornate a casa, ok? Questa faccenda...-
-Smettila di prendermi in giro! Rispondimi!-
-Io... veramente...-
-Mi dispiace Trunks, ma Gohan non può risponderti... e sai perché?-
Il bambino, e anche tutti gli altri, si voltarono verso colui che aveva avuto il coraggio di intromettersi in quell'imbarazzante discorso. Jirobay appariva decisamente furente, e anche piuttosto spaventato. Ciò a cui aveva assistito lo aveva profondamente turbato e per poco non aveva rischiato di rimetterci la pelle quando la potenza delle aure dei due sayan lo stava spingendo fuori dall'obelisco.
-No... dimmelo tu!-
-Semplice... perché non lo sa nemmeno lui!-
Calò il silenzio, come se i presenti faticassero a cogliere il senso di quelle parole. Solo Vegeku sembrava aver capito cosa volesse dire Jirobay con quell'affermazione e sorrise amaramente nel constatare che, forse, non aveva nemmeno torto.
-Cosa?!? Ma che stai dicendo? Stavano litigando senza motivo?!?- chiese Trunks decisamente allibito e confuso.
-Tu stai straparlando! Mi hai preso per un pazzo, forse?-
Gohan non aveva ancora smaltito tutta la rabbia che aveva in corpo. Non solo aveva scoperto che Vegeku era un farabutto, ora ci si metteva anche quello sciocco di Jirobay a farlo innervosire.
-Non so se sei pazzo, ma di sicuro non sei tanto meglio di lui...- disse indicando Vegeku con un gesto del capo. -...si può sapere perché diamine ti ci sei avventato contro come una furia scatenata?-
-Sai benissimo il perché...-
-Dimmelo tu. Cos'è successo? Conosci l'esatto motivo per cui si trovava qui?-
-Me lo posso immaginare...- rispose guardando per un istante Bulma. A Trunks non sfuggì quella fugace occhiata.
-Te lo immagini o lo sai? Perché in realtà non mi sembra affatto che tu ti sia preoccupato di chiedere spiegazioni ai diretti interessati...-
-Non ce n'era bisogno. La situazione era fin troppo evidente!-
-Se lo dici tu... allora spiegami cosa è successo!!!-
-Non lo so! Esattamente non lo so, ma...-
-Ma... un accidenti! Tu hai rischiato di ammazzarci tutti per un qualcosa che non sai cosa sia! Davvero maturo da parte tua! E io che pensavo che avessi un briciolo di cervello in più...-
-Jirobay... per favore! Falla finita... non mi pare il caso che tu ti metta a fare la morale!-
-Tranquillo Muten! La smetto immediatamente... anzi, me ne vado proprio! Non ho intenzione di rimetterci la pelle per le turbe psichiche di questi scimmioni!-
-Ehi! Aspetta un momento... perché ti sei infilato nel mio elicottero?!?-
-Scusami Yamcha... ma il mio non lo trovo più! Arrivederci sciocchi! Io vado a mettere al sicuro la vita!- e senza pensarci ulteriormente sopra, volò via sotto lo sguardo attonito dei presenti.
Crilin guardava esterrefatto il velivolo: ancora faticava a dare un senso alle parole sputate con rabbia da Jirobay, ma nella pur comprensibile confusione che aveva ancora in testa, d'istinto sapeva che il suo goffo amico aveva ragione. Insomma, la mossa di Ghoan era stata decisamente azzardata, non soltanto perché Vegeku avrebbe potuto facilmente rompergli l'osso del collo, ma anche perché, effettivamente, lui non sapeva come fossero andate effettivamente le cose. E poi, oltretutto, non si era minimamente preoccupato del fatto che avrebbe potuto fare del male ai suoi amici.
Crilin conosceva bene quel ragazzo e sapeva che nei momenti di rabbia era in grado di perdere totalmente il controllo... era così che aveva eliminato Cell! Però in certe situazioni avrebbe dovuto sforzarsi di mantenere la calma: un conto era dover affrontare un androide senza scrupoli pronto a distruggere il pianeta; un altro era avventarsi contro un sayan, fortissimo per giunta, solo perché si aveva il sospetto che avesse fatto del male ad un'amica. Il sospetto era fondato, certo, ma rimaneva comunque il fatto che Vegeku aveva dichiarato si fosse trattato di un incidente, e non avendo assistito personalmente al fattaccio, bisognava comunque concedergli il beneficio del dubbio. Bulma poi, l'unica che avrebbe potuto davvero puntargli il dito contro, non solo si era ostinata a coprirlo di fronte a Yamcha e a Muten, ma si era addirittura offerta di dargli ospitalità, volendo a tutti i costi vedere in lui solo ciò che le ricordava il marito. Eppure di Vegeta quel guerriero aveva ben poco: gli somigliava un pochino, forse, ma caratterialmente era completamente diverso, sebbene fosse ancora molto difficile per Crilin descrivere dettagliatamente la personalità del nuovo sayan.
-Io non ho capito niente... volete dirci o no come mai stavate facendo a botte?!?-
Goten alternava lo sguardo tra i due sayan di fronte a lui: Vegeku sembrava in stand-by: lo fissava e non rispondeva. Gohan invece, ancora accasciato a terra, tremava leggermente e sudava freddo, quasi si fosse reso conto di aver commesso una sciocchezza. Goten non aveva mai visto suo fratello in quello stato : sembrava un miserabile bamboccio incapace di difendersi, picchiato a sangue dal bulletto di turno. Dalle narici ancora colava un liquido denso e vermiglio che gli aveva ormai imbrattato il volto e la tuta. Vegeku, invece, non aveva neppure un graffio: sembrava quasi che avesse affrontato un comunissimo terrestre e non un altro guerriero sayan.
-Allora? perché non rispondete?-
-Goten, per favore... andate a casa!- a quel punto, Gohan iniziò a tossire e a sputare sangue. Si teneva la testa con la mano sinistra saldamente poggiata sulla fronte, mentre attorno a sé gli amici sgranavano gli occhi terrorizzati-
-Ehi fratellone... ma che ti...-
Goten fece per avvicinarsi al ragazzo, ma il piccolo Trunks lo trattenne per un braccio.
-Che stai fac...- in quel momento, il secondogenito di Goku si voltò verso l'amico e, fissandolo negli occhi, scorse tra quelle iridi azzurre il senso di terrore e smarrimento. Non aveva mai visto Trunks con uno sguardo del genere, e ciò lo allarmò più del sangue che scivolava sulla pelle di suo fratello. Forse lui sapeva qualcosa, o per lo meno aveva capito. O magari aveva paura che mettendosi in mezzo sarebbero stati coinvolti anche loro in uno scontro, qualunque fosse stato il motivo scatenante.
-Trunks, lasciami! Devo andare... non vedi che sta male?!?-
Il bambino non rispose, ma continuò a guardare Gohan accasciato a terra. Tremava, e Goten sentiva distintamente il movimento insolito dei muscoli dell'amico.
-Trunks... ti supplico! Devo aiutarlo!-
-Ci penso io, d'accordo? Per favore... allontanatevi un pochino!-
Bulma si avvicinò di corsa al ragazzo agonizzante, sfuggendo abilmente alla presa ormai allentata di Crlin. Nemmeno lei avrebbe saputo dire dove avesse trovato la forza di andargli incontro, ma avvertiva chiaramente un pesante senso di responsabilità in ciò che gli era accaduto. Estrasse dalla tasca una minuscola capsula dalla quale uscì una cassetta del prontosoccorso; prese del tampone e cercò di contenere l'emorragia che aveva colpito Gohan.
-Ehi... come ti senti? Di' qualcosa!-
Il giovane sayan, però, non riusciva a spiccicare parola. Il sangue, ormai, aveva invaso anche la cavità orale e la vista gli si era quasi gli si era quasi completamente annebbiata. Quel pugno era stato davvero micidiale! E Vegeku lo aveva sferrato senza il benché minimo sforzo. Mai aveva provato una sensazione del genere dopo essere stato colpito da un avversario... anche Majin Bu lo aveva ridotto ad uno straccio, ma di certo non gli era bastato un solo, stupidissimo, colpo!
Bulma prese uno straccio e lo bagnò con dell'acqua che aveva nella capsula, per poi pggiarlo e premerlo con forza contro la nuca del ragazzo. Costui, intanto, continuava a tenere la mano sinistra sopra la fronte, mentre con l'altra cercava di contenere la fuoriuscita del liquido vermiglio.
La donna, terrorizzata e angosciata, si voltò di scatto verso tutti i suoi amici, soffermandosi anche solo un istante su ognuno di loro.
-Si può sapere che fate ancora lì impalati??? Andate a cercare un Senzu!!!-
Crilin, a quelle parole, sembrò ridestarsi da un profondo stato di shock. Corse all'impazzata dentro la stanza in cui Balzar era solito sistemare tutte le sue cianfrusaglie e iniziò una disperata ricerca.
-Accidenti! Li aveva rimessi qui... ne sono sicuro! Venite a darmi una mano!!!-
Yamcha e Muten si precipitarono a raggiungere l'amico, mentre Vegeku rimase immobile, con lo sguardo rivolto verso il basso in direzione del viso martoriato del giovane Gohan e della premurosa mano di Bulma. Non riusciva a muovere un dito, e forse nemmeno voleva. Tutto ciò era assurdo, insensato, abominevole. Come aveva potuto ridurre il ragazzo in quello stato? Perché diamine non era riuscito a trovare in sé la forza di controllarsi?
Bulma aveva percepito addosso lo aguardo del sayan, ma per evitare di fargli scorgere tutto il rammarico e la delusione che provava dentro, preferì non voltarsi verso di lui. Vedere Gohan in quelle condizioni non era certo un bello spettacolo, ma sapeva che gli occhi di quel sayan in piedi a pochi passi da loro le avrebbero fatto ancora più male. E nemmeno aveva il coraggio di incrociare le splendide iridi azzurre di Trunks, che probabilmente aveva già capito molte più cose di Goten. Il solo pensiero che molto presto avrebbe dovuto affrontare le legittime richieste di spiegazione da parte del figlio, la faceva tremare di ansia e vergogna: cosa avrebbe potuto dirgli? Con quale coraggio sarebbe riuscita a difendere Vegeku negando un'evidenza fin troppo lampante? Quel maledetto sayan era più folle e fuori controllo di quanto lei stessa avesse immaginato. Eppure c'era da aspettarselo: anche Goku e Vegeta erano così, appena giunti sulla Terra...
-Li ho trovati! Eccoli qui!!!-
-Muoviti Yamcha! Portamene uno!!!-
Il ragazzo corse velocemente verso Bulma e il povero Gohan, cercando di evitare lo sguardo di Vegeku. La donna, però, sembrava volesse eludere a tutti i costi i suoi occhi, quasi si sentisse in colpa o in deifetto. Ormai anche lui aveva capito: sapeva che la sua Bulma aveva avuto bisogno dei Senzu e che la colpa era di Vegeku, ma ormai si era ripromesso che l'avrebbe lasciata stare, che l'avrebbe abbandonata al suo destino. Aveva cercato in tutti i modi di dissuaderla dal cercare un contatto con quel folle sayan, ma lei aveva preferito fare di testa sua... e si era fatta male. Tentare di dirle altro sarebbe stata una fatica inutile: bruciava di rabbia nel vedere colei che aveva sempre considerato la propria donna ridursi in quello stato per colpa di un miserabile pazzoide, ma ormai Bulma aveva fatto la sua scelta, e perseverare nel tentativo di farle cambiare idea sarebbe risultato alquanto infantile.
-Tieni... occhio a non fargli male!-
-Grazie... mangia Gohan, ci riesci??? Ti prego... fa' uno sforzo!-
Seppure a fatica, il giovane guerriero riuscì a masticare e ad ingoiare il fagiolo. Non si poteva certamente dire che avesse compiuto uno sforzo sovrumano, ma la mandibola comunque gli doleva parecchio.
Nel giro di pochi secondi riacquistò forza e salute: le narici e la bocca smisero di sanguinare e la vista tornò a schiarirsi. Finalmente, i postumi di quel pugno sparirono completamente e Gohan riuscì anche ad alzarsi di nuovo in piedi.
-Grazie Bulma... non sai quanto mi hai aiutato!-
Poi si voltò verso Vegeku, che ancora si trovava lì a pochi passi da lui. Sospirò, e iniziò a fissarlo con aria profondamente afflitta e turbata. Non sapeva se, come aveva detto Jirobay, avrebbe dovuto sentirsi in colpa per aver agito in maniera tanto impulsiva, o se ritenere il sayan di fronte a lui il solo responsabile di ciò che era accaduto. Rompere il silenzio non era facile, soprattutto ora che si stava convincendo di odiare Vegeku; ma qualcosa avrebbe dovuto pur dire, se non altro per chiudere definitivamente ogni rapporto con lui. Dietro di sé c'erano Goten e Trunks, e sebbene non avesse ancora il coraggio di guardarli in faccia, sapeva che dovevano essere quantomeno allibiti. Per loro, soprattutto per loro, avrebbe dovuto cercare di mantenere la calma: d'altra parte, ormai, sapeva perfettamente quanto fosse inutile tentare di avventarsi contro quel potentissimo sayan. Era troppo forte o, forse, Gohan era troppo debole.
-Avevi intenzione di uccidermi, per caso?-
-Potrei chiederti la stessa cosa, Gohan...-
Con uno scatto veloce Bulma si alzò in piedi e si mise in mezzo tra i due guerrieri.
-Smettetela immediatamente! Ma che razza di modo di comportarsi è questo? Vi siete avventati l'uno sull'altro come delle furie scatenate... questa non mi pare la maniera più sensata di affrontare i problemi!-
-Io sono stanco di parlare... tanto, a quanto ho capito, è tutto inutile!-
-Che vuoi dire, Vegeku?- chiese la donna, spiazzata da quell'affermazione.
-Andate avanti per conto vostro e continuate la vostra vita... io me ne vado.-
La donna sgranò gli occhi e gli si parò davanti, a pochissimi centimetri dal suo viso.
-Che idiozia è mai questa? Intendi risolvere i tuoi guai scappando???-
-No, Bulma... ma forse riuscirò a risolvere i vostri. Addio!-
-Non farlo! Aspetta!!!-
Il sayan poggiò le dita sulla fronte e si dileguò sotto lo sguardo attonito dei presenti. Bulma era scioccata: avrebbe voluto piangere, ma le lacrime si rifiutavano di scendere. Poi si portò una mano sul volto...
-Non era così che doveva finire...- sentenziò la donna a bassa voce.

CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Cambio di rotta ***


pensieri e parole Salve tesorucci miei! Oggi sono più in forma che mai, pronta a raccontarvi il prosieguo della storia di Vegeku & co... ok, la smetto di dire sciocchezze! In realtà ho appena trascorso uno splendido week end nelle Marche in buonissima compagnia e con tanto cibo e sole! Solo che sono letteralmente distrutta xD ... per fortuna questo capitolo l'avevo già scritto prima di partire, ma l'ho revisionato soltanto al rientro, quindi non garantisco niente sul risultato! Scusate in anticipo per eventuali orrori che troverete... un bacione e vi ringrazio di cuore ^_^



Un GRAZIEEEEEE speciale va a kiara097 che mi ha segnalato questa stupenda immagine per la storia!!! ^_^



Jirobay ribolliva di rabbia e paura. I residui di terrore che ancora tardavano ad abbandonarlo lo facevano letteralmente tremare. Pensare di andarsene di punto in bianco e abbandonare tutti i suoi amici lì sull'obelisco era stata un'idea figlia esclusivamente dell'istinto, perché la ragione gli avrebbe comunque suggerito di temporeggiare. Ma lui era stanco: era stanco di veder piagnucolare quei babbei dietro alle pretese di serietà di Vegeku; era stanco di sopportare le crisi isteriche di tutti gli sciocchi che ancora si dannavano l'anima per capire cosa turbasse tanto il potente sayan; era stanco di rischiare la vita per faccende che non lo riguardavano minimamente e nelle quali nemmeno avrebbe mai più voluto mettere il becco. Incontrare Goku era stata la sua rovina: da quando i loro destini si erano incrociati, l'incolumità di Jirobay era stata continuamente messa a repentaglio dai pazzoidi più sadici e pericolosi dell'Universo, senza che di fatto lui fosse minimamente responsabile delle colpe che imputavano a quell'imprudente ficcanaso. Quel sayan aveva il brutto vizio di voler sempre fare l'eroe e di tentare a tutti i costi di mettere i bastoni tra le ruote alle fecce peggiori in circolazione; ma perché, qualche santa volta, non aveva pensato bene di farsi gli affari suoi e di lasciare che i cosiddetti cattivi attuassero qualche loro stupidissimo piano? Cosa costava a lui e a quel fottusissimo idiota di sua altezza reale il principe degli scimmioni lasciare che Majin Bu distruggesse tutti i pianeti che gli fossero capitati a tiro? In fondo, Jirobay in Paradiso stava benissimo... non gli mancava niente! Anzi, lì aveva trovato finalmente la pace e la tranquillità che da troppo tempo ormai bramava di raggiungere: niente più mostri, niente più nemici da affrontare, niente più missioni impossibili per salvare qualche babbeo che si era volutamente cacciato in situazioni pericolose! Come non dimenticare la geniale idea di Bulma di voler andare a vedere i cyborg a tutti i costi con tanto di poppante pisciasotto al seguito? E il fesso che aveva dovuto subire lo strazio di tenere buono lo scimpanzè in miniatura era proprio lui. Per chi lo avevano preso? A lui non interessava un bel niente né degli androidi né di altri demoni o creature simili che avessero avuto intenzione di conquistare la Terra. Ogni tanto si chiedeva cosa ci trovassero quegli stupidi alieni in un pianeta tanto piccolo e insignificante, ma più ancora non riusciva a comprendere come mai Goku, che non era nemmeno terrestre, si prodigasse tanto nel volerlo difendere! E Jirobay, alla fine, si ritrovava sempre coinvolto, seppur controvoglia. Questa era un'ingiustizia bella e buona! Poi il suo sciocco amico passava per l'eroe, e lui per il vigliacco e inutile ficcanaso buono a nulla, capace solo di intralciare il suo operato. Ma adesso erano davvero arrivati al limite! Non solo lo avevano costretto a tornare in vita abbandonando il dolce far niente dell'aldilà per riavere di nuovo un'insulsa esistenza, ora erano i suoi stessi amici, quei prodigiosi e osannati eroi, a mettere a repentaglio la sua vita e quella dei citrulli che ancora si ostinavano a non capire che i sayan erano e sarebbero rimasti sempre dei pericolosi alieni!
Da quando aveva abbandonato l'obelisco di Balzar, disubbidendo all'ordine del gatto di non muoversi da lì prima del suo rientro, il grassoccio combattente continuava a vagare senza meta tra i cieli che si aprivano sopra le enormi distese di boschi che affiancavano quella struttura: non aveva una meta precisa, e nemmeno aveva interesse per trovarne una... forse avrebbe continuato a gironzolare a vuoto fino a che non avrebbe esaurito tutto il carburante, per poi precipitare chissà dove. Non era una bella prospettiva in realtà, ma in fondo era un abile guerriero, e un briciolo di forza in più della media ce l'aveva: probabilmente si sarebbe salvato, e alla fine ci avrebbe guadagnato anche un po' di pace e di isolamento. Sognava a occhi aperti, e ogni tanto, seppur riluttante, tornava con la mente ai suoi compagni rimasti sull'obelisco: chissà come se la stavano cavando in quel momento! Forse Vegeku nel frattempo aveva già fatto fuori tutti!!! Bè... tutto sommato, se lo sarebbero anche meritato, visto che avevano contribuito non poco a renderlo più nervoso di quanto non fosse già per sua natura! Certo, per i bambini gli sarebbe dispiaciuto, ma...
-Uffa! Ma che accidenti vado a pensare?!? Finalmente sono riuscito a svignarmela e ancora non riesco a togliermi le loro facce dalla testa? Bha... devo distrarmi in qualche altro modo!-
Preso da un moto di stizza per ciò che la sua mente stava elaborando, decise di sdrairsi sul sedile dell'elicottero di Yamcha e di dilettarsi con qualche stupido gioco trovato nel cellulare di Crilin. Quello sciocco, alla fine, si era dimenticato di farselo restituire! Che babbeo...
-Oh no!!! Ma è scarico! E io adesso che faccio???-
Prese di nuovo il telefono e lo gettò a terra, noncurante del fatto che avrebbe potuto danneggiarlo, poi si mise a dare un'occhiata alla rotta che il velivolo stava seguendo: quello scienziato da strapazzo di Brief aveva inserito il pilota automatico e di fatto Jirobay avrebbe potuto beatamente dormire senza dover fare il minimo sforzo per guidare quell'aggeggio. Peccato che ancora non avesse inserito nel navigatore alcuna meta, e che l'elicottero stesse girovagando ancora nei dintorni dell'obelisco.
Mentre contemplava le luci al neon che decoravano il soffitto facendo somigliare il velivolo ad una sorta di minidiscoteca, il radar iniziò a lampeggiare, segnalando un eventuale pericolo di collisione.
-E adesso?!? Che gli prende a questo affare? Come è possibile che ci sia qualche altro babbeo sulla faccia della Terra che abbia voglia di dirigersi in un posto del genere? Gli unici che conosco sono già tutti sull'obelisco... oh cavolo! Vuoi vedere che è C18? Forse si è arrabbiata perché Crilin non le ha più fatto sapere cosa gli fosse successo!!!-
Mentre il ragazzo esternava ad alta voce le proprie idee, un altro elicottero di dimensioni tre volte più grandi di quello su cui stava viaggiando, si affiancò al suo. Immediatamente, Jirobay interruppe la corsa, rimanendo sospeso nel vuoto a fissare l'oggetto che gli si era parato vicino.
-Ehi! Yamcha!!! Sei tu???- chiese una voce civettuola proveniente dall'enorme velivolo.
Jirobay si affacciò, e rimase interdetto nel vedere chi fossero le persone che viaggiavano lì dentro.
-Oh cavolo! Ma voi non siete forse i genitori di Bulma???-
-Oh sì! E tu chi sei? Hai una faccia conosciuta... sei un amico di mia figlia, vero?-
-Più o meno... aspettate un attimo ma... ehi! Ma tu non sei Kibithnonsocosa?!?-
-Kibithoshin... sì, sono io...-
-Ma si può sapere che ci fai lì dentro con i signori Brief?!? E perché siete venuti da queste parti?-
-Bè... ecco...- farfugliò il dio arrossendo ancora per un qualche residuo di vergogna nel pensare a quanto accaduto poco prima.
-Ehi giovanotto! Noi stiamo andando al palazzo del Supremo! Vuoi venire anche tu??? Ho preparato la cena per tutti... Kibithoshin mi ha detto che c'è un bel po' di gente... sono sicurissima che hai una voglia matta di farti una bella scorpacciata!!!- cinguettò con allegria l'elegante signora.
-Cos... cosa??? Oh cavolo... ma che state architettando??? Chi sarebbero tutte le persone che stanno da Dende???-
-Bè... io non lo so giovanotto, però... dai, mica vorrai rifiutare il mio invito?-
Ovviamente no... Jirobay stava letteralmente morendo di fame: per colpa di tutti quegli svampiti che avevano occupato l'obelisco di Balzar era dall'ora di pranzo che non riusciva a mettere qualcosa di commestibile sotto i denti. Eppure molte cose non lo convincevano affatto. Lanciò un'cchiata fugace e indagatrice verso Kibithoshin, che si limitò semplicemente a spostare lo sguardo da un'altra parte.
-Ehi tu... cosa sta succedendo al palazzo del Supremo? Anche Balzar si è recato lì qualche ora fa e a quanto ne so ancora non ha fatto riento nella sua dimora!-
-Veramente... è una faccenda un po' complicata da spiegare con poche parole... perché non ci segui?-
-C'entra quel fottuto pallone gonfiato di Vegeku, vero?-
-Già... -
Jirobay alzò gli occhi al cielo... ma perché? Perché quel maledetto sayan continuava a tormentarlo? Non riusciva a scrollarselo di dosso nemmeno scappando da lui e dalla sua pericolosa irascibilità. Avrebbe dovuto rifiutarlo, quello stupidissimo invito! Avrebbe dovuto perseverare nella sua strada e continuare a sorvolare i cieli terrestri! Avrebbe dovuto... ma il suo stupidissimo stomaco, ridotto ad un sacco vuoto e privo di ogni riserva di cibo, lo stava pietosamente supplicando di seguire quello strano dio e i genitori di Bulma, così da potersi rifocillare. La lotta era impari: la sua debolissima forza di volontà non poté nulla contro la fame. Si maledisse per qualche istante, poi tornò al comando del "suo" velivolo, cambiò la rotta e proseguì nella medesima direzione dell'altro elicottero.

Videl continuava a girarsi e rigirarsi sul suo enorme divano rendendo i cuscini flaccidi e sgualciti. L'ora di cena era passata da un bel po', ma di Gohan ancora non aveva avuto notizie. In realtà, i due giovani non erano affatto abituati a chiamarsi o a sentirsi tutte le sere, tutt'altro: la ragazza aveva in odio quegli atteggiamenti fastidiosi e smielati che caratterizzavano certe sue amiche un po' troppo oche. Un messaggio d'affetto aveva molto più valore se inviato solo una volta ogni tanto; se diventava una routine, una pericolosa abitubine, avrebbe perso qualunque tipo di significato. Ma quella era stata una giornata particolare: Gohan aveva rimandato un loro appuntamento perché aveva una faccenda da risolvere... l'ultima volta che il sayan le aveva detto una cosa simile, era volato via per combattere contro un demone rosa intenzionato a distruggere l'universo. Le premesse non erano affatto buone: la vita del suo fidanzato era costernata di mostri e alieni cattivi; ogni piccolo imprevisto sembrava sempre destinato a trasformarsi in una catastrofe! Era sempre così... lo era sempre stato fin da quando si erano conosciuti.
Non aveva mangiato niente. L'ansia e la preoccupazione avevano provveduto inaspettatamente a chiuderle lo stomaco. Continuava ad alternare lo sguardo tra il soffitto e il cellulare, aspettando invano una chiamata che, sospettava, non sarebbe arrivata tanto presto. Se non altro, non c'era suo padre a crearle maggiormente ansia! La passeggiata con Bu si stava rivelando più lunga del previsto e, fortunatamente per lei, tardavano a rientrare in casa. Ormai aveva i nervi a fior di pelle: perché Gohan aveva il brutto vizio di farla preoccupare in quel modo? Perché non si preoccupava di chiamarla e di dirle che era tutto a posto? E se invece non fosse tutto a posto? Se avesse avuto dei problemi? No... impossibile! Di mostri malvagi in giro non ce n'erano più! Vegeku aveva sconfitto la creatura più pericolosa dell'universo, perciò... cosa poteva essere successo? E se invece il ragazzo si fosse semplicemente dimenticato di chiamarla?
-Accidenti!!!- esclamò la ragazza in preda ad uno scatto di nervosismo improvviso.
Si alzò in piedi ed afferrò con sveltezza il proprio telefono cellulare, componendo velocemente il numero di Gohan...

L'atmosfera che si respirava in quel momento sull'obelisco di Balzar sapeva di gelido e soffocante, quasi che la repentina svolta presa dalla situazione già non troppo rosea che stavano vivendo avesse ulteriormente contribuito a reprimere quel poco di ottimismo e voglia di reagire.
Il piccolo Goten si aggirava come un fantasma tra i corpi inermi dei suoi amici, cercando di strappare dai loro visi un qualcosa di rassicurante. Ogni tanto si lamentava di avere fame, ma nessuno si degnava di rispondergli, oppure, se qualcuno lo faceva, era con un rabbioso e laconico Vai a casa. Tutto intorno a sé sembrava morto o dormiente: Gohan se ne stava appoggiato all'estremità dell'obelisco e guardava il vuoto sotto di sé, senza prestare la banché minima attenzione né a suo fratello né a chiunque altro; Crilin era vicino a Bulma: la fissava impietrito mentre versava lacrime senza dirle nemmeno una parola; Muten e Yamcha si erano allontanati all'interno del ripostiglio e stavano silenziosamente parlottando di chissà cosa; Trunks era seduto a terra al centro dell'obelisco, con le ginocchia alzate e il viso posato su di esse. Goten non riusciva a guardarlo in faccia, e non avrebbe saputo dire se stesse dormendo o se avesse ancora gli occhi aperti. Ogni tanto gli pareva di sentire qualche gemito soffocato provenire dalla sua bocca, ma al piccolo sayan pareva assurdo che l'amico stesse piangendo: perché avrebbe dovuto, in fondo? Vegeku se n'era andato, certo... ma lui non credeva affatto che sarebbe sparito per sempre! E poi, Goten aveva vissuto per anni senza la figura paterna... per lui era normale una cosa del genere! Avrebbe imparato di nuovo a farsene una ragione, avrebbe accettato un'altra volta l'idea di essere solo... suo fratello gli bastava! E poteva bastare anche a Trunks.
Eppure, tutto intorno a sé sembrava smentire quello che gli dettavano le proprie convinzioni, come se in qualche modo gli fosse sfuggito qualcosa di ben più grave di ciò che aveva realmente compreso. Iniziava a mancargli la sua mamma: lei di sicuro non si sarebbe chiusa in un taciturno e martellante silenzio come stavano invece facendo suo fratello e i suoi amici! Chichi avrebbe reagito: avrebbe trovato comunque una soluzione per andare avanti, e probabilmente avrebbe anche impedito a Vegeku di andarsene. Che poi... perché aveva deciso di fuggire solo per aver litigato con Gohan? Insomma... le discussioni tra adulti capitavano sempre... non c'era niente di così strano in tutto questo! Anche Muten e Yamcha bisticciavano in continuazione, tuttavia nessuno di loro due aveva mai pensato di sparire dalla vita dell'altro! E poi, fino al giorno prima, tra Gohan e Vegeku non c'era stato assolutamente nessun problema... perché mai, all'improvviso, avevano fatto a botte?
-Insomma, volete spiegarmi che cosa è successo?!?-
chiese il bambino piuttosto spazientito.
-Vuoi smetterla di fare domande??? Vai a casa...-
-No! Voi state nascondendo qualcosa... perché stavate litigando prima?-
Gohan fissava suo fratello con aria colpevole e al contempo iraconda. Sentiva crescere dentro di sé il rammarico per quanto era accaduto poco prima: sapeva di aver agito d'impulso e che probabilmente avrebbe dovuto cercare di mantenere la calma e informarsi su cosa fosse davvero successo. Forse Jirobay, pur nel suo essere un po' troppo schietto, non aveva sbagliato nel giudicare anche lui un pericoloso scimmione. Effettivamente, si era lasciato trasportare troppo dal suo istinto e aveva finito per cedere alla collera: quale grande guerriero avrebbe agito in quello stesso modo? Suo padre certamente no, e forse nemmeno Vegeta... ma lui era andato oltre ciò che la ragione imponeva alle membra, rischiando di far del male ai suoi amici e a sé stesso. Non si fidava di Vegeku; magari, inconsciamente, aveva sempre diffidato di lui. Forse fino ad allora si era soltanto semplicemente illuso di considerarlo parte della sua famiglia, e di sicuro non avrebbe più voluto perdonarlo.
Continuava a chiedersi perché Bulma avesse reagito tanto male alla decisione di quel folle sayan di andarsene: qualunque cosa fosse successa, infatti, lei era stata la prima, vera vittima del suo squilibrio interiore. Eppure, sembrava quasi che la donna volesse colpevolizzare sé stessa per quanto accaduto. Gohan riteneva che la scelta di andarsene fosse la migliore in assoluto: sapeva che quell'essere avrebbe portato soltanto guai a tutti e che... no!!! Non riusciva a convincersi del tutto... non poteva aver accettato così di buon grado quella strana decisione! La propria coscienza intimava al giovane di andare a cercarlo, di chiarire, di parlare, di perdonare magari... aveva sbagliato anche lui in fondo! Si era avventato su Vegeku basandosi su un semplice sospetto! E fino ad allora erano sempre andati d'accordo...
Perché il ragazzo si sentiva tanto combattuto? Perché l'istinto di voler dimenticare quel sayan non riusciva stavolta a prevalere sulla ragione? Perché mai quest'ultima gli suggeriva di mettere da parte l'orgoglio e di cercare per l'ultima volta un contatto con lui?
Odiava sé stesso e odiava Vegeku: aveva sbagliato tutto, si era convinto di poterlo aiutare ad andare avanti e invece stava per diventare il primo a voltargli definitivamente le spalle.
Non serviva a nulla tentare di convincersi che effettivamente quel sayan era una creatura particolare e che probabilmente aveva bisogno anche di un po' di comprensione: finché non avesse capito davvero cosa gli passasse per la testa, non avrebbe più tentato di avvicinarsi a lui! Ma come avrebbe potuto capirlo davvero senza nemmeno parlargli?
Troppi dubbi si accalcavano nella giovane e confusa mente del ragazzo; troppe frustrazioni stava subendo quell'animo abituato ormai ad ogni sorta di dispiacere. Gohan era un bravo ragazzo, lo era sempre stato. Sapeva di godere della stima e della piena fiducia di tutti i suoi amici e si era illuso che anche Vegeku lo ritenesse una persona affidabile. Probabilmente era davvero così; ma allora come giustificare il fatto che avesse tentato di ucciderlo? Certo, anche Gohan si era scagliato con violenza contro di lui, ma sapeva perfettamente fin da subito che nessuno dei suoi colpi avrebbe potuto minimamente scalfirlo. Per il suo avversario non era affatto così: era il guerriero più potente mai apparso sulla faccia dell'Universo; era colui che aveva sconfitto Majin Bu; era il solo che avrebbe potuto davvero far del male a Gohan. E stava per fargliene parecchio!

DRIIIIN DRIIIIN

-Oh cavolo!- esclamò il giovane sayan riconoscendo la suoneria del proprio cellulare. Si affrettò a recuperarlo dalla tasca, ed ebbe un leggero sussulto quando lesse sullo schermo il nome della persona che lo stava cercando.
-Videl... accidenti!!!- sospirò, poi rispose alla chiamata.
-Ehi, Videl...-
-Ma che fine hai fatto? è tutto a posto?-
-Ce.. certo che sì! Perché me lo chiedi?-
-Perché sei sparito! Avevi detto che dovevi risolvere una faccenda e poi non ti sei fatto più sentire... ora vuoi spiegarmi cosa avevi di così urgente da fare?!?-
-Ma... veramente... dai Videl! Era una sciocchezza, ok? è tutto a posto, davvero!!!-
-Dove sei?-
-Bè... ecco...-
-Non sei a casa, vero?-
-No, in effetti no...-
-E allora??? Gohan, per favore... non dirmi che è comparso qualche altro mostro che vuole conquistare il pianeta!!!-
-Cosa?!? Assolutamente no!!! Ahahahah!!! Questa è bella...-
-Ehi! Vedi di non prendermi troppo in giro, caro il mio sayan! Io mi stavo preoccupando e tu te la ridi di gusto!!!-
-Sc.. scusami, davvero... io... io non volevo...-
-Dove sei? Ho bisogno di vederti...-
-Perché mi vuoi vedere???-
-Perché sento che mi stai nascondendo qualcosa...-
Gohan si zittì per qualche istante. Se Videl lo avesse raggiunto sarebbe stato impossibile continuare a nasconderle ciò che era appena avvenuto: nonostante si fosse ripreso, infatti, sul proprio viso ancora non erano del tutto scomparsi i segni del pugno infertogli da Vegeku.
-Allora??? Gohan... ci sei???-
-Sì.. sì! Eccomi... ascoltami per favore... non mi pare il caso che tu mi raggiunga adesso! è tutto a posto, sul serio! Non c'è nulla di cui tu debba preoccuparti! Domani ci vediamo e ti spiego tutto con calma...-
-Gohan... ora sto davvero perdendo la pazienza!!! Dimmi dove accidenti ti trovi in questo momento!!!-
-Calmati... calmati per favore! Sono sull'obelisco di Balzar... va bene?-
-Cosa?!? E perché mai?!?-
-Bè... veramente...-

WROOOOOOOMMM
WROOOOOOOMMM

Due enormi e soffocati boati attirarono in un attimo l'attenzione di tutti gli ospiti dell'obelisco. La prima a sgranare gli occhi fu Bulma, riconoscendo i due velivoli che le erano appena passati davanti e che sembravano stranamente dirigersi verso il palazzo del Supremo.
-Oh cavolo!!! Ma quello... quello è l'elicottero di mio padre!!!-
-Cosa?!?-
Crilin guardava esterrefatto la sua amica, che con enorme stupore continuava a seguire con lo sguardo la rotta dei due mezzi appena incrociati. Se tutti gli avvenimenti accaduti fino ad allora sembravano essere ancora privi di una spiegazione logica, l'improvvisa e misteriosa comparsa del dottor Brief in quei luoghi che quest'ultimo non aveva mai frequentato rischiava di ingarbugliare ancora di più una situazione già di per sé abbastanza anomala. In quel momento gli tornò alla mente anche Balzar: erano diverse ore, ormai, che il gatto aveva lasciato la sua dimora per raggiungere Dende, eppure ancora non aveva dato alcuna notizia di sé, né aveva provveduto a dare qualche spiegazione sul perché del suo allontanamento.
Ma ciò che più di ogni altra cosa aveva spiazzato il giovane terrestre era l'altro velivolo, quello che seguiva la medesima rotta dell'elicottero del padre di Bulma.
-Ehi... ma quello è Jirobay!!!-
Nell'udire le parole dell'amico, Yamcha uscì fuori dal ripostiglio, seguito a ruota dal suo maestro.
-Dov'è? Dove si trova quel miserabile farabutto???-
-Se ne è andato...-
-Ma che stai dicendo, Crilin?!?-
-Se ne è andato!!! è volato verso il palazzo di Dende!!!-
-Cosa?!? Come sarebbe a dire?!?-
-E che ne so io?!? Per favore Yamcha... già non ci sto capendo niente di mio... non ti ci mettere anche tu!!!-
Gohan, rimasto per qualche istante leggermente intontito da ciò che era appena accaduto, prese di nuovo il suo telefono, avvertendo chiaramente attraverso l'apparecchio la voce di Videl che urlava in preda ad un'improvvisa crisi isterica.
-Ora mi stai davvero stancando, stupido sayan che non sei altro!!! Che accidenti era questo rumore, eh??? Vuoi rispondermi o no??? Pronto, Gohan!!! Ehi, Gohan... ci sei?!?-
-Videl!!! Ci sono... eccomi... dimmi pure, che c'è?-
-Che c'è?!? Ma che cavolo ti prende oggi??? Sei più strano del solito... cos'era questo rumore?-
-Tranquilla... niente di grave! Erano soltanto gli elicotteri di Jirobay e del dottor Brief!!!-
-Scusa Gohan... ma tu non stavi sull'obelisco di Balzar?!?-
-Sì, infatti!-
-E che diavolo ci fa il padre di Bulma lì sopra?!?-
-Veramente non si è fermato... ha proseguito verso il palazzo del Sup...-
-Ok ok!!! Sono stanca di sentirti! Ora mi aspetti lì che ti raggiungo...-
-Cosa?!? No no... per favore... non mi pare il caso!!!-
-Ormai ho deciso!- e così dicendo, la ragazza chiuse la conversazione, si infilò un paio di scarpe, e con tutta la velocità che poteva sfruttare si precipitò verso il portone della sua casa, per poi alzarsi in volo per raggiungere l'obelisco.
-Videl? Videl!?! Cavolo... ha riattaccato!!!-

Jirobay stava seguendo a ruota il tragitto percorso dall'elicottero dei Brief, e, senza quasi accorgersene, in pochi secondi raggiunse il palazzo del Supremo. Era diverso tempo ormai che non metteva più piede in quel luogo tanto spazioso e imponente, e riuscire a guardarlo dall'alto gli creava una strana sensazione di disagio. Stava sorvolando il vertice massimo del suo pianeta, quello che accoglieva il divino governo del globo e sul quale abitava e regnava l'essere che, grazie alle sfere del drago da esso stesso create, aveva il potere di salvaguardare l'incolumità della Terra. Si affacciò attraverso la spessa lamina vitrea che separava il velivolo dal resto del mondo e con enorme stupore scorse le persone che, chissà per quale strano motivo, si trovavano tutte sul palazzo. Era da quando Vegeku aveva fatto la sua comparsa per la prima volta che non vedeva tanta folla presso la dimora di Dende; l'unica differenza risiedeva nei soggetti presenti: quell'indimenticabile giorno c'erano tutti i suoi amici; ora invece erano stati sostituiti da degli strani esseri che di umano non avevano nulla.
-Devono essere delle divinità!- esclamò sopraffatto dalla sorpresa.
I signori Brief, intanto, seguendo Kibithoshin, erano già scesi dal loro elicottero e si stavano guardando intorno con aria incuriosita.
Il padre di Bulma sembrava comunque meno sorpreso di sua moglie: osservava le creature intorno a sé con estrema insistenza, sebbene non volesse affatto dare a vedere quanto quelle persone risultassero "strane" ai suoi occhi. Quell'uomo, nel corso della sua vita, doveva averne viste di tutti i colori, e il fatto di essere uno degli scienziati più intelligenti del pianeta contribuiva forse a farlo apparire meno insicuro e impacciato di quanto probabilmente fosse. Jirobay faticava a credere che quell'anziano signore dall'aspetto tanto esile e mingherlino fosse colui che più di tutti avrebbe potuto dare del filo
da torcere , a livello di preparazione tecnologica, all'insopportabile ma geniale Bulma Brief e a quel pazzoide dell'ormai defunto dottor Gelo. Effettivamente, solo in quel momento il goffo terrestre stava seriamente riflettendo sul fatto che dietro una donna tanto in gamba e intelligente dovesse esserci per forza una guida che avesse saputo incentivare e stimolare le sue indubbie doti.
Scese dall'elicottero e si precipitò in un lampo verso Balzar.
-Ehi tu! Gattaccio dei miei stivali... ma si può sapere che diavolo ci fai qui, eh? Come hai potuto andartene e lasciarci da soli sull'obelisco?!?-
-Perché ti scaldi tanto? è successo qualcosa?-
-Ma sei tonto per caso??? Non hai percepito proprio niente?-
-Veramente... eravamo impegnati a discutere e...-
-Io so di cosa stai parlando, Jirobay... mi sono accorto di tutto...-
Junior avanzava verso i nuovi arrivati, mostrando un'insolita aria rilassata e cordiale. Lui aveva seguito ogni minimo movimento avvenuto su quel dannato palazzo, e aveva stretto i pugni e digrignato i denti quando Gohan aveva attaccato Vegeku. Nessuno, oltre a lui e a Kaioshin il Sommo, aveva badato più di tanto a ciò che stava succedendo realmente mentre gli altri discutevano animatamente su questioni troppo grandi per loro. Nemmeno Dende sembrava aver percepito il cambiamento di atmosfera che si era venuto a creare a soli pochi chilometri dal suo palazzo.
Aveva tremato di paura e di rabbia nel percepire l'aumento vertiginoso dell'aura di Vegeku, e il suo cuore aveva pericolosamente accelerato i battiti quando si era accorto che l'energia di Gohan si stava velocemente riducendo.
Eppure, non era intervenuto.
-Se ti sei accorto di quello che è successo, perché diavolo non sei venuto a darci una mano? Abbiamo rischiato tutti quanti di finire all'altro mondo!!!-
-Lo so benissimo...- Si voltò di scatto verso Kibithoshin, quasi a voler eludere maldestramente un discorso che stava inesorabilmente prendendo una piega sgradita.
-Perché hai voluto portare questi due qui a palazzo?-
-Non avevo altra scelta, Junior... oltre a Bulma, suo padre è l'unico che possa darci una mano!-
-Cosa vorresti dire?-
-Bè ecco... non sono riuscito a trovare gli orecchini purtroppo... però ho scoperto che Bulma ci ha fatto diversi studi sopra, e anche qualche esperimento...-
-Tipo quel fastidiosissimo animale che sta saltellando per tutto il palazzo?-
-Esatto... io ho letto le carte su cui ha appuntato i risultati dei suoi studi, ma non ci ho capito niente! Quindi ho pensato che il signor Brief potesse darci una mano...-
-E sua moglie che c'entra?-
-Bè... ecco... si è offerta di preparare la cena per tutti, e...-
-Questo è davvero ridicolo...-
Kaioshin il Sommo si avvicinò al suo giovane collega con aria alquanto nervosa. Iniziava a preoccuparsi sul serio, e sapeva che la genialità di Brief e di sua figlia fosse l'unica arma a loro disposizione per poter rendere reversibili gli effetti della fusione. Certo, ora rimaneva il problema di tranquillizzare Bulma e di convincerla ad aiutare suo padre: quella donna, purtroppo, stava passando davvero un brutto periodo, e non era assolutamente scontato che avrebbe avuto la forza e la voglia di mettersi a lavorare di nuovo su quegli orecchini.
-Lasciamo stare le chiacchiere inutili... lei crede di poterci essere utile, dotter Brief?-
-Non lo so... cosa volete esattamente che io faccia?-
-Deve aiutarci a sciogliere la fusione che lega Goku e Vegeta in un solo corpo!-


CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** L'intuito geniale di un grande scienziato ***


l'intuito geniale di un grande scienziato Oooooooook, avrei bisogno di moooolto relax ultimamente, ma purtroppo la burocrazia mi impedisce di dedicarmi al dolce far niente. Pazienza... meglio dilettarsi con qualcosa di intrigante come EFP!!! Finalmente ho terminato di scirvere questo nuovo capitolo della storia, e anche se non garantisco nulla sul risultato, spero che abbiate il piacere e la voglia di leggerlo. Grazie mille a tutti!!!

Il dottor Brief camminava avanti e indietro per tutta la superficie del palazzo, mentre con fare concentratissimo e pensieroso assaporava con accanimento la sua consueta sigaretta. La maggior parte delle divinità presenti in quel luogo sacro non nutrivano particolare ficucia in quell'omino dall'aspetto gracile e un po' trasandato che sembrava faticasse persino a reggersi in piedi, tanto evidente era la scoliosi che lo attanagliava. Re Kaio dell'Ovest si chiedeva come i suoi superiori avessero potuto dare fiducia ad un essere del genere, un comune mortale anziano e dall'aria non troppo sveglia che sembrava assorto in un mondo tutto suo. Eppure, sia Dende che Junior si erano dimostrati piuttosto incuriositi dalla figura del presunto scienziato, e avevano appoggiato la discutibilissma scelta di condurre altri esseri umani in un luogo adibito a dimora del Supremo. Più di qualcuno non vedeva di buon occhio il fatto che ci fosse così tanto affiatamento tra le divinità terrestri e i comuni mortali: secondo quanto avevano stabilito miliardi di anni prima i sommi dei dell'Universo, tra mondo dei normali viventi e mondo delle creature "speciali" si sarebbe dovuto mantenere sempre un certo distacco; ma sulla Terra già troppe volte erano stati istituiti contatti non proprio leciti, e spesso ciò aveva portato a gravi conseguenze. Se quell'intraprendente scienziata dai capelli blu non si fosse messa in testa tanti anni prima di cercare le sfere del Drago, Goku non avrebbe mai in contrato il Supremo, e soprattutto, nessun alieno malvagio avrebbe mai cercato di distruggere il pianeta solo per recuperare i preziosi oggetti. Ma ormai il danno era fatto; e a mettere la ciliegina sulla torta era stato nientemeno che il Sommo Kaioshin, la divinità delle divinità, autorizzando due guerrieri sayan ad utilizzare i misteriosi Potara. D'accordo che l'Universo era in pericolo, e che probabilmente Goku e Vegeta da soli non avrebbero mai potuto sconfiggere Majin Bu, ma commettere la leggerezza di sfruttare gli orecchini senza conoscerne nemmeno la natura era stato un azzardo imperdonabile, e, forse, anche una mancanza di rispetto nei confronti di quegli dei che in miliardi di anni si erano prodigati per mantenere un certo ordine nelle loro galassie di competenza.
Baba, intanto, volteggiava avanti e indietro noncurante di ciò che stava succedendo intorno a lei. Guardava indispettita la signora Brief che stava allegramente canticchiando mentre liberava dalle capsule tutte le pietanze che aveva preparato. Il fatto che la vecchia strega non fosse abituata poi troppo al contatto con altri esseri sembrava aver innescato in lei una pesante antipatia nei confronti della moglie del dottore, tanto che non riusciva nemmeno ad evitare di guardarla con insofferenza. Nemmeno lei era convinta del tutto che Brief avrebbe risolto il problema in cui erano incappati a causa della leggerezza di Kaioshin il Sommo, tuttavia ricordava benissimo un particolare di cui probabilmente molte delle divinità presenti nemmeno immaginavano: era stato quell'anziano scienziato a progettare il radar cerca-sfere, e sempre quest'ultimo aveva provveduto alla ristrutturazione dell'astronave utilizzata dall'ex Supremo per adibirla al trasporto di Bulma, Gohan e Crilin su Nameck. Dunque, sebbene in apparenza non sembrasse chissà quale genio, Brief e ra dotato di una intelligenza e di un intuito sicuramente fuori dal comune, e magari avrebbe potuto davvero dare una mano a cotanti esseri "superiori". Però faticava a sopportare sua moglie, e come Baba, anche Junior sembrava piuttosto infastidito dall'atteggiamento incantato e stralunato dell'avvenente signora. La donna, intanto, aveva finito di apparecchiare il tavolo imbandendolo come meglio non avrebbe potuto: il solo profumo emanato dalle prelibatzze poggiate sopra l'elegante tovaglia aveva distratto non poco le divinità dall'urgente questione Vegeku.
-Dai giovanotti! Ne avrete di tempo per discutere dei vostri problemi! Ora accomodatevi... venite a mangiare!-
Jirobay non se lo fece ripetere due volte, e in un attimo dimenticò l'arrabbiatura nei confronti di Junior per non essere intervenuto durante lo scontro tra Vegeku e Gohan. In fondo, a lui ormai non importava più niente di nessuno: non avrebbe più voluto sentir parlare né di sayan né di altri alieni malvagi! Il suo stomaco reclamava cibo, e cibo avrebbe avuto.
In pochi minuti, tutti si sedettero a mangiare, ad eccezione del dottor Brief, di Junior e di Dende. Anche Kibithoshin avrebbe preferito continuare a discorrere con lo scienziato riguardo le ipotesi sul funzionamento dei Potara, ma il richiamo del cibo era forte, troppo forte anche per lui.
Dende intanto osservava l'anziano terrestre, che ormai si era seduto a terra e aveva tirato fuori dalla capsula tutti i documenti relativi agli studi della figlia sugli orecchini. Il Supremo era da considerarsi ancora una divinità giovanissima: i pochi anni di vita che aveva sulle spalle non erano niente in confronto all'eternità che contraddistingueva l'esistenza dei suoi affini. Per lui non era ancora così netta la differenza tra divinità e comuni esseri viventi, perciò nutriva davvero più di ogni altro la speranza che quel brizzolato signore avrebbe potuto aiutarli concretamente.
-Sa Supremo, tutti questi calcoli che ha fatto mia figlia mi sembrano decisamente privi di valore... inconcludenti! Ora capisco perché abbia deciso di lasciar perdere...-
-Vuole... vuole forse dire che non c'è alcuna speranza?-
-Mha... non saprei... il punto è che il problema è stato impostato in maniera completamente errata!-
-Cosa intende dire, mi scusi?-
-Mmh... ho bisogno di parlare con Bulma... e di vedere gli orecchini!-
Lo scienziato si voltò poi verso Junior, che silenziosamente aveva ascoltato il discorso tra lui e Dende.
-Ehi ragazzo... non è che potresti andarla a prendere?-
-Se proprio è necessario...-
-Mi faresti un enorme favore!-

Videl sorvolava a massima velocità i cieli del globo, con l'intento di raggiungere il prima possibile il suo Gohan, misteriosamente accampato presso l'obelisco di Balzar. Una strana inquietudine l'accompagnava in quell'inaspettato viaggio: non era paura o rabbia, ma un leggero senso di apprensione che sembrava crescere man mano che si avvicinava alla propria meta. Caratterialmente, non era mai stata una persona diffidente nei confronti delle persone con cui aveva maggiormente a che fare, specie se queste ultmine avevano dimostrato di meritare la sua fiducia, eppure in quell'occasione sentiva che il suo ragazzo le stava volontariamente nascondendo qualcosa: che mai poteva aver combinato Gohan di così grave da poter giustificare una simile reazione al telefono? Sembrava quasi che il giovane sayan non sapesse cosa rispondere alle legittime domande di Videl, o che comunque non avesse ancora una scusa pronta. Quale fosse stata la verità, però, lo avrebbe scoperto solo raggiungendolo sull'obelisco: non aveva importanza se ormai era buio o se il freddo iniziava ad indurire gli arti dell'intrepida figlia di Mr Satan! Lei aveva un obiettivo da raggiungere, e qualunque cosa fosse successa, l'avrebbe affrontata pur di arrivare presso l'enorme torre.
Ad un tratto, la giovane terrestre si fermò. Rimase sospesa in aria qualche secondo, finché non si rese conto che qualcosa, o meglio, qualcuno, stava volando a tutta velocità verso di lei. Non poteva essere Gohan... o magari sì? Se davvero ci fosse stato qualcosa di losco all'obelisco, forse lui avrebbe preferito andarle incontro prima che arrivasse lassù! E se invece fosse stato qualche male intenzionato? E se Gohan non volesse la sua presenza in quel posto proprio perché era sorta una nuova minaccia?
Non fece in tempo a terminare tutti i propri pensieri, che una figura familiare le si parò davanti.
Videl tirò un sospiro di sollievo.
-Uff... meno male che sei tu! Come mai sei qui, C18?-
-Stavo raggiungendo quello stupido zuccone di mio marito, poi mi sono accorta della tua presenza e ho pensato di venirti incontro, visto che a quanto pare stiamo andando nella stessa direzione!-
-Tuo marito? Vuoi dire che anche Crilin è sull'obelisco?-
-Sì... ma non chiedermi che accidenti ci è andato a fare perché proprio non lo so! è uscito di casa stamattina per andare a recuperare quel perditempo di Jirobay e non è più tornato. Poi ho chiamato Yamcha e Muten per avere notizie... sono andati anche loro da Balzar e non hanno più fatto rientro nemmeno quei due!-
-Anche Gohan si trova lì... temi che sia successo qualcosa?-
-Non lo so... credo di sì perché...-
C18 si interruppe: evidentemente, Videl non sapeva nulla dello scontro tra il suo fidanzato e Vegeku. La bella cyborg aveva percepito chiaramente pochissime ore prima l'aumento di intensità delle loro aure. Avrebbe voluto tentare di raggiungerli immediatamente, ma aveva il problema di dove lasciare Marron. Nel frattempo si era accorta della sparizione di Vegeku, ma non riusciva davvero a dare una spiegazione a tutto ciò che stava accadendo: suo marito continuava a non rispondere al telefono, che addirittura nell'ultima ora risultava spento; la Kame house, presso la quale si era diretta una mezz'oretta prima, era completamente vuota; Gohan stava bene, ma aveva percepito distintamente la forza del ragazzo decrescere durante lo scontro con l'altro sayan; Junior, Dende, Balzar e Baba erano tutti al palazzo del Supremo, e probabilmente in loro compagnia c'era qualcun altro, sebbene non riuscisse a percepire alcuna aura.
-...perché? Dimmi C18, cosa è successo?-
-Io... non lo so in realtà... però mi pare strano che Crilin non sia tornato a casa, quindi penso che abbia avuto qualche imprevisto...-
-Gohan mi ha chiesto di non raggiungerlo... ma io ho un brutto presentimento...-
-No, devi stare tranquilla. Lui sta bene... avverto benissimo la sua aura!-
-Sì però...-
-Non perdiamo altro tempo... andiamo a vedere!-
Le due donne ripresero a volare a tutta velocità, ma poco dopo Videl rimase indietro.
-Ehi! Vuoi aggrapparti a me? Così arriviamo prima!!!-
-Grazie C18!!! Mi sa che in effetti è la soluzione migliore!-

-Io voglio sapere cosa sta succedendo al palazzo del Supremo!-
Yamcha sembrava ormai quasi spazientito. Erano diverse ora che stava lì sull'obelisco di Balzar, e ancora non capiva che cosa avesse in mente quel gatto strampalato. Tutta la giornata appena trascorsa era stata un vero e proprio incubo, una sorta di brutto sogno da voler dimenticare nel più breve tempo possibile: aveva definitivamente perso ogni speranza di poter tornare insieme a Bulma; aveva assistito alla sua sparizione  senza poter impedire a quel pazzo di Vegeku di portarla via; si era ritrovato davanti la sua donna quasi in lacrime dopo essere stata curata dai Senzu; si era dovuto difendere dalle potenti aure sprigionate da Gohan e Vegeku durante uno scontro folle e impari. E adesso, era rimasto privo del suo nuovissimo elicottero, "preso in prestito" da quel miserabile opportunista di Jirobay, che per salvare la propria pelle in caso di altri eventuali scontri, aveva pensato bene di darsela a gambe. Ma la cosa più assurda era che anche quest'ultimo, in quel preciso momento, si trovava al palazzo del Supremo: lo avevano visto con i loro occhi Crilin, Muten e tutti gli altri, e avevano giurato che stesse seguendo i signori Brief, diretti evidentemente nella medesima direzione. Che diavolo c'erano andati a fare i suoi ex suoceri in un posto del genere? Cosa c'entravano loro con Balzar, Dende e il problema "Vegeku"?
In fondo, erano davvero tante ore che aspettavano il rientro del gatto, ma quello ancora non si era degnato di farsi vivo! Perché aspettare ulteriormente? Perché non andare di persona a dare un'occhiata? Se a Jirobay era stato dato il permesso di raggiungere il palazzo, per quale assurdo motivo lui non avrebbe potuto avvicinarsi?
-Rilassati Yamcha... non possiamo far altro che aspettare!-
-Eh no, Muten! Io non aspetto un bel niente! Se ci è andato Jirobay dal Supremo, non vedo perché noi dovremmo restare qui!-
-Io ho fame!- si lamentò il piccolo Goten, fregandosene di quei noiosi battibecchi.
-Perché non vai a casa? Sono sicuro che tua madre è in pensiero per te...-
-No Muten... mamma sa che dormivo nel bosco con Trunks...-
-Bè però... puoi andarci lo stesso a casa!-
-Prima voglio sapere cosa è successo!-
-Voglio saperlo anch'io!- esclamò Yamcha -perciò adesso volo fino al palazzo!-
-è una mossa inutile! Balzar ci ha chiesto di aspettare qui... non ricordi?-
-Lo aveva chiesto anche a Jirobay!-
-Tu non guardare a quello che fa quello sciocco codardo!-
-Mi dispiace, ormai ho deciso! è tardi... sono stanco, confuso, arrabbiato, e privo di tutta la pazienza! Non mi va di farmi prendere in giro... tanto sappiamo che Balzar è andato dal Supremo per la questione "Vegeku"... e visto che quel pazzoide per poco non fa fuori anche me, credo di avere il diritto di sapere che accidenti stanno architettando lì sopra!-
-Perché dici che Vegeku ha tentato di farti fuori?!?-
-Non farci caso, Goten... è solo arrabbiato! Ora ascoltami bene, razza di zuccone che non sei altro! Innanzitutto, impara a tapparti quella stupida boccaccia prima di dire sciocchezze, e poi, se proprio ci tieni a renderti utile, perché invece non vai a cercare Vegeku? Tanto sono assolutamente certo che ancora non ha lasciato il pianeta!-
-Io dovrei andare a cercare quel pazzoide?!? Scordatelo... vacci tu piuttosto!-
Bulma si spostò verso i due battibeccanti.
-Scusa Muten, perché dici che secondo te Vegeku non ha ancora abbandonato la Terra?-
-Bè... ecco... in realtà la mia è soltanto una sensazione, niente di più, quindi non prendere ciò che sto per dirti come verità assoluta... Diciamo che per quel poco che ho potuto conoscere Vegeku, non mi è sembrato uno che lascia le cose in sospeso, perciò...-
-No apsetta... non ti seguo...-
-Intendo dire che mi sembra un po' troppo repentina la scelta di andarsene... io lo ritengo un tipo abbastanza riflessivo, e poi c'è una strana energia nell'aria...-
-è vero... la sento anche io...-
Bulma si girò verso Gohan.
-Di cosa stai parlando?-
-Vedi, la potenza di Vegeku è talmente elevata che da quando è tornato si percepisce chiaramente nell'atmosfera terrestre una particolare elettricità, che prima della sua comparsa ovviamente non c'era. Dunque, anche io come Muten penso che se davvero avesse lasciato il pianeta, dovrebbe cambiare qualcosa nell'aria, invece...-
-Però non sapete esattamente dove sia, vero?-
Gohan alzò lo sguardo verso la donna, guardandola incredulo e quasi rabbioso.
-Ci tieni proprio così tanto a saperlo, eh?-
Bulma si zittì. Colse perfettamente l'amarezza trapelata dalle parole del giovane e provò un senso indicibile di rammarico nei suoi confronti, pensando a ciò che era avvenuto poco tempo prima. Come avrebbe potuto aspettarsi che Gohan volesse sapere che fine avesse fatto l'uomo che lo aveva quasi ammazzato? E pensare che quella stessa persona aveva tentato di mandare all'altro mondo anche lei, sebbene, forse, involontariamente. Ma quel forse stava assumendo sempre più i connotati della certezza, e la palese constatazione che probabilmete Yamcha aveva sempre avuto ragione sul conto di Vegeku, la stava facendo sprofondare nei sensi di colpa.
D'improvviso, Gohan si voltò di scatto, e come lui anche tutti gli altri si girarono istintivamente. In un attimo, Junior si materializzò davanti agli occhi ancora dolenti di Bulma.
-Per fortuna sei ancora qui...-
-Cosa vuoi da me?-
-Io niente... ma su al palazzo reclamano la tua presenza!-
Crilin si avvicinò con fare piuttosto maldestro al suo vecchio amico. Che diavolo avevano in mente lassù? Il ragazzo iniziava a tremare dal nervosismo: aveva ascoltato attentamente le parole di Yamcha, e sebbene non fosse pienamente d'accordo sul modo di porsi del suo amico, sicuramente non avrebbe denigrato a prescindere l'idea di raggiungere Balzar presso la dimora di Dende. Ma ora la situazione stava nuovamente mutando: Junior era comparso davanti ai loro occhi e aveva esplicitamente detto che Bulma avrebbe dovuto seguirlo. Ma a chi si riferiva quando diceva reclamano la tua presenza? Chi c'era al palazzo? Cercò di concentrarsi il più possibile, ma non riuscì a percepire nessuna creatura estranea, a parte Baba e Jirobay. Certo... di esseri capaci di trattenere a zero la propria forza non ce n'erano molti in giro per l'universo, quindi per esclusione...
-Chi mi starebbe cercando, scusa?-
-Tuo padre...-
-Questa è bella...-
La donna si voltò e si sedette per terra, quasi volesse evitare lo sguardo del namecciano.
-Non mi interessa. Sono stanca di questa storia... è stata una giornata pessima e non ho intenzione di vedere nessuno! Anzi... voglio tornare a casa!-
-Non dire sciocchezze, Bulma... non è da te avere certe prese di posizione!-
-Non è da me... se ognuno pensasse alla propria coscienza, forse a quest'ora avremmo meno problemi!-
Infastidito da tale risposta, il guerriero afferrò Bulma per un braccio e la sollevò da terra. In un attimo le si parò davanti.
-Ascoltami bene scienziata! Sappi che a me non interessa un accidenti delle tue stupidissime turbe psichiche e del tua presunta sofferenza interiore! Tu non sei una donnicciola qualunque, è chiaro? In questo momento c'è una difficilissima questione da risolvere, e tu dovresti sapere meglio di chiunque altro di cosa sto parlando! Ora... non mi interessa affatto se sei depressa, sconsolata o chissà cos'altro... il destino dell'umanità potrebbe essere di nuovo compromesso a breve! Credi che Goku e gli altri abbiano pensato ai loro sciocchi problemi quando c'era un mostro da affrontare?!? Ovviamente no!! Bene... ora l'umanità ha bisogno del tuo aiuto! Sei una donna adulta ormai... metti da parte per un istante il tuo egoismo e seguimi... non vorrei che la situazione potesse precipitare ulteriormente!-
Tra lo stupore e il silenzio generale, la donna prese a tremare di rabbia e nervosismo. Come si permetteva quello stupido namecciano di parlarle in quel modo? Come aveva potuto considerarla una persona egoista? Era afflitta, frustrata, delusa... era forse un peccato tutto ciò? Che voglia poteva mai avere di seguire Junior fino al palazzo del Supremo?
-D'accordo... io potrei anche venire con te... ma come credi che possa esserti utile la mia presenza? Perché tanto lo so che diavolo vuoi sapere... scommetto che speri che io trovi un modo per sciogliere la fusione!!! Bè... tempo sprecato! Ci ho lavorato due mesi sopra... e ti assicuro che non sono arrivata a nessuna conclusione! Pensi davvero che se già non avessi trovato il modo di risolvere la faccenda sarei ancora qui a disperarmi? E poi Vegeku se ne è andato...-
-Non se ne è andato... avverto chiaramente la sua presenza nell'atmosfera, anche se non posso assolutamente localizzarlo! E poi te l'ho già detto... è stato tuo padre a chiedere che tu lo raggiungessi!-
Bulma si voltò prima verso Gohan, per poi incrociare con lo sguardo anche gli occhi attoniti di tutti gli altri.
-Bulma, io credo che dovresti andare...-
-Muten, io...-
-Ascoltami, ti prego! è stato tuo padre a chiedere di te! Se non vuoi farlo per noi, fallo per lui! Magari ha intuito qualcosa che potrebbe aiutarci... cosa ti costa provare? Hai fatto di tutto fino ad ora e non è servito a niente... perché non fare un ultimo sforzo? Sei in ballo ormai... va' avanti!-
-Sì, ma... e se poi dovesse essere un altro buco nell'acqua?-
-Ce ne faremo una ragione... ma se non scopri cosa vuole tuo padre, non lo saprai mai!-
La donna, sebbene ancora titubante, decise di dare ascolto al vecchio maestro, ripromettendo a sé stessa che quello sarebbe stato l'ultimo tentativo; dopodiché avrebbe messo definitivamente una pietra sopra a tutta quella storia: non avrebbe più nominato Vegeku, né lo avrebbe cercato, né ne avrebbe sentito la mancanza! Solo un tentativo... l'ultimo... e poi avrebbe ceduto alla rassegnazione.
-E va bene Junior... vengo con te... ma non aspettatevi niente! So già che non verremo a capo di nulla!-
-Lo penso anche io... ma sai com'è... i superiori hanno deciso di dare completa fiducia a tuo padre!-
-I... i superiori?!?-
-Basta chiacchiere... andiamo!!!-
Il namecciano afferrò la terrestre per la vita e in un attimo spiccò il volo, raggiungendo quasi immediatamente il palazzo.

Il clima festoso che si respirava tra le curiose creature ospiti presso la sacra dimora di Dende aveva avuto l'immediato effetto di confondere ancora di più le idee di Bulma, facendole diminuire per alcuni istanti quella pesante ansia e quel bollore di rabbia che ancora covava in corpo. Sua madre non si smentiva mai: era riuscita a dar vita ad una specie di cerimonia con tanto di banchetto persino in un luogo teoricamente sacro. Ma la cosa più sorprendente era che quegli esseri presunti "divini" sembravano apprezzare decisamente troppo quei poco nobilitanti lussi terrestri. Lo sguardo della donna andò quasi immediatamente su Potty che saltellava intorno alla tavolata in attesa che qualcuno gli allungasse del cibo.
-Papà! Che ti è saltato in mente di portarlo qui!-
-Ciao tesoro! Come stai? è andato bene il pranzo sull'obelisco?-
Bulma e gli altri presenti impietrirono di fronte alla stupidità della domanda dello scienziato. Possibile che quel sedicente genio dell'umanità non avesse capito che quella della figlia era soltanto una scusa? A Kaioshin il Sommo iniziò ad andare di traverso la cena, pensando che probabilmente avesse sbagliato a riporre tanta fiducia nel dottor Brief.
-Non dire idiozie papà... rispondimi piuttosto!-
-Veramente è stato quel giovanotto a volerlo portare fin qui!- disse l'uomo indicando Kibithoshin.
Bulma allora si rivolse a quest'ultimo.
-E cosa avrebbe dovuto farci lei di uno stupidissimo animale pulcioso che mangia come un maiale e non fa altro che saltellare tutto il giorno???-
-E tu cosa avresti dovuto farci, visto che sei stata tu a crearlo?-
-è stato un errore... credevo di poter impedire la fusione...-
-Dove sono i Potara?-
-Ce l'ho io!-
-Lo so... ma dove li hai nascosti?-
-In un posto al sicuro da eventuali tentativi di furto!-
Alla risposta della donna si liberò una grassa risata: la frase allusiva appena pronunciata da Bulma aveva risvegliato in tutti i presenti il ricordo della recentissima figuraccia fatta da Kibithoshin  con i signori Brief, alla quale tutte le divinità avevano assistito in diretta grazie alla sfera di Baba.
-Ehi, Superiore! Sai niente dei presunti tentativi di furto??? Ahhahahahaha!!!- esclamò saccente Re Kaio dell'Ovest.
Il giovane dio arrossì vistosamente.
-Falla finita! E.. e vedi di portarmi rispetto, per favore!-
-Dai... non prendertela così! In fondo, se non avessi sbagliato stanza, sicuramente avresti portato a termine la missione!!!-
-Smettila adesso!!! Pensa a rimpinzarti lo stomaco... la tua presenza qui in fondo non è stata poi molto più utile della sua!- esclamò infastidito Junior.
-Ehm... per favore... potrei parlare un momento con mia figlia? Avrei bisogno di un po' di silenzio!-
Lo scienziato e Bulma si allontanarono di diversi metri lasciando le divinità al loro sciocco battibecco. Brief aveva in mano tutti i fogli contenenti i calcoli e gli esperimenti fatti dalla donna negli ultimi due mesi, e aveva pensato bene di mostrarglieli nuovamente, avendo notato qualcosa di anomalo.
-Papà... lo so dove vuoi arrivare, ma credimi! Io ho già fatto tutto il possibile... non c'è alcun modo per sciogliere la fusione!-
-Tesoro... questo lo so bene, però mi chiedevo come accidenti è possibile che esistano degli oggetti divini che le somme divinità non sono in grado di gestire!-
-Chiedilo a quei perditempo laggiù!- rispose indispettita indicando l'allegro banchetto.
-In effetti, tutti i calcoli che hai fatto tu sono corretti: i Potara sembrerebbero provocare una reazione assolutamente irreversibile... però...-
-Però???-
-Però tu fai parte dello stesso mondo gestito e voluto dai Kaioshin! è normale che tu non possa trovare alcuna soluzione ad un qualcosa che sfugge alle loro competenze!-
-Appunto! Stiamo solo perdendo tempo! Senti... perché non ce ne torniamo a casa?-
-Aspetta... non ho finito... hai mai pensato che non tutti sono sotto il loro controllo?-
-Ma di che stai parlando?-
-Pensa al Mago Babidi... chi accidenti era quel folle? Chi lo aveva creato? Chi era Bibidi? Insomma... qual'è l'origine del Mago che ha creato Majin Bu?-
-Cos... cosa vuoi dire, scusa?-
-In realtà, io non so se quel mago provenisse da una dimensione parallela o se semplicemente fosse una sorta di divinità dalle inclinazioni opposte a quelle benevole dei Kaioshin, ma di sicuro i suoi poteri sono sempre stati sufficienti a mettere in crisi le grandi divinità!-
-Ok... e allora?-
-E allora... vista la natura profondamente diversa che oppone i poteri dei Kaioshin a quelli del mago Bibidi, di suo figlio, e della creatura cui il primo ha dato la vita, può anche essere che la chiave per risolvere definitivamente il problema risieda proprio in quelle abilità fuori controllo di quei tre esseri!-
-Ehi, un momento... stai cercando di dire che forse Babidi avrebbe il potere di sciogliere la fusione?-
-Bè... è solo una teoria... ma chi può escluderlo? è riuscito a fare cose impensabili! E i Potara non sono completamente gestibili dalle nostre divinità...-
-Papà... Babidi e suo padre sono morti! E anche Majin Bu!-
-Ma la parte buona di lui è ancora in vita!-
-Scusa se te lo dico ma... quel coso non mi sembra un granché intelligente... come speri che sia in grado di trovare la soluzione ad uno dei più grandi misteri dell'Universo?-
-Non ne ho idea! Ma è l'unica cosa che sono riuscito a farmi venire in mente... proviamo! Oramai non ci rimane molto altro da fare!-
Bulma guardò suo padre con aria torva e perplessa: la sua teoria poteva anche essere convincente; magari Bibidi o Babidi avrebbero davvero potuto sciogliere la fusione! Ma quella specie di palloncino rosa dalla mentalità ingenua e infantile che diavolo poteva saperne di Potara? E accettare un altro fallimento sarebbe stato davvero troppo per lei...
-Bulma! Tuo padre potrebbe avere ragione!-
-Ti sei messo ad origliare, Junior?-
-Le mie orecchie funzionano meglio di quelle umane...-
-Già... ogni tanto dimentico questo particolare!-
-Allora... io vado a cercare Majin Bu!-
-Così presto? Aspetta un momento! Nemmeno ne hai parlato con le altre divinità!-
-Non abbiamo tempo da perdere, Bulma... Vegeku è ancora sulla Terra... chissà per quale motivo, poi!-
-E va bene! Tentiamo! Ma se dovesse trattarsi di un altro buco nell'acqua, io giuro che non vorrò mai più sentir parlare di Potara, di fusioni, e soprattutto di... di..- le parole le morirono in gola. Stava soffrendo, e ancora faceva fatica a pensare che davvero, nel caso di un ulteriore fallimento, avrebbe dovuto rinunciare alla parte di Vegeta ancora presente in Vegeku.

Chichi stava finendo di lavare le poche stoviglie sporche che aveva per casa. Nessuno dei suoi figli era rientrato per cena, e nonostante la preoccupazione che gravava nel suo animo, aveva deciso di evitare di mettere i bastoni tra le ruote a Gohan. Sapeva dove era andato, e sapeva anche che probabilmente l'insensato gesto di raggiungere l'obelisco avrebbe potuto recargli dei danni. Suo figlio era un ragazzo estremamente buono e gentile, aveva a cuore la giustizia più di ogni altra cosa al mondo, ma era perfettamente consapevole di quanto il suo umore fosse soggetto a repentini cambiamenti nel momento in cui la rabbia si fosse impossessata del suo animo. Era tardi ormai, e iniziava seriamente ad avere paura che sull'obelisco fosse successo qualcosa di grave; eppure non aveva trovato il coraggio di chiamare suo padre e farsi portare lì. A bloccarla era stata forse la sincera speranza che i suoi timori fossero infondati, o semplicemente la consapevolezza che gni suo intervento sarebbe stato del tutto inutile. Cosa sarebbe dovuto succedere, poi? I dubbi che lei nutriva nei confronti di Vegeku non potevano essere sufficienti a giustificare tali paure! Ma il fatto che Bulma fosse andata sull'obelisco l'aveva fatta enormemente impensierire: era stata lei stessa a suggerire al sayan di cercarla, e probabilmente doveva averlo fatto. Ma perché, poi, recarsi insieme presso la dimora di Balzar? Di motivi, purtroppo, ce c'erano ben pochi... e il solo che in quel momento le venisse in mente non era certo il più confortante.
Ogni tanto, la donna si affacciava alla finestra, sperando di scorgere l'aura bianca sprigionata dal figlio, ma ogni minuto che passava, il buio sembrava inghiottire sempre di più le distese boscose dei monti Paoz. Anni addietro non avrebbe reagito così... non avrebbe aspettato inerte il ritorno di Gohan da una missione pericolosa! Ricordava fin troppo bene l'ansia provata quando il suo bambino, ancora troppo piccolo, era partito con Bulma e Crilin verso Nameck! E lei non avrebbe esitato a raggiungerlo se l'astronave costruita da Brief non avesse avuto quello stupido problema. Ma ora, Gohan non era più un bambino, e troppe volte aveva già dimostrato di non aver più bisogno della protezione di sua madre. Chichi sorrideva al pensiero che da giovane si era illusa di poter essere in grado di garantire la sicurezza a suo figlio: in pochi anni dovette però constatare che era sempre stato quest'ultimo a salvare e proteggere lei, persino nelle situazioni più disperate! Ed ora, consapevole ormai dei propri limiti di umana, non poteva fare altro che aspettare... aspettare e sperare.
Di colpo, la donna si voltò. Aveva percepito chiaramente dietro la porta d'ingresso un rumore puttosto rilevante. Non fece fatica a riconoscerlo: era il tipico boato soffocato compiuto da chi, come Gohan, era in grado di volare, e finiva per smorzare l'intensità della propria aura a contatto col suolo.
Le labbra di Chichi si schiusero in un enorme sorriso: si era preoccupata per niente! Suo figlio stava bene e finalmente era tornato a casa! Certo... una bella ramanzina non gliel'avrebbe risparmiata di sicuro, ma la felicità di sapere infondati tutti propri dubbi sembrava prevalere sulla constatazione che quel ragazzo era tremendamente in ritardo.
In un attimo, la donna si precipitò davanti la porta, e senza nemmeno riflettere un secondo, la aprì di scatto.
-Finalmente ti sei decis...-
Si interruppe. Non era Gohan la persona che aveva davanti. Ingoiò; poi trovò il coraggio di vincere lo stupore e di avvicinarsi ulteriormente a lui.
-Che ci fai qui? Non ci eravamo già detti tutto, Vegeku?-

CONTINUA...
  

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Esperimenti e chiarimenti ***


esperimenti e rapimenti Rieccomi qui!!! Più stralunata che mai e con tremila idee per la testa che non so come far fruttare!  Vabbè... per fortuna sono riuscita a completare almeno questo nuovo capitolo di "due anime, un solo corpo", così poi potrò concentrarmi sulle altre fanfic! Dunque dunque... siamo arrivati ad un punto di svolta: il dottor Brief ha avuto un'intuizione che potrebbe svelare definitivamente il mistero della fusione con i Potara; intanto, Videl e C18 stanno raggiungendo i loro compagni presso l'obelisco di Balzar...
E Vegeku? Di abbandonare la Terra, per ora, pare proprio che non voglia saperne nulla... si è presentato da Chichi e... cosa vorrà dirle? Ok, basta... leggete e scoprite!

Mister Satan e il suo fedele amico Bu avevano da poco fatto rientro a casa, dopo aver degustato due enormi gelati al cocco e cioccolato ed essersi deliziati ulteriormente con un sublime ciambellone alla crema. Avere lo stomaco pieno era una delle grandi soddisfazioni del burbero Satan, il quale, nei momenti in cui sua figlia non lo teneva sotto controllo sputandogli in faccia quanto fossero sballati i suoi valori della glicemia, amava concedersi "piccole" distrazioni fatte di dolciumi e schifezze varie. E Bu lo seguiva a ruota in questa sua zuccherosa passione, ingurgitando e divorando qualunque cosa che somigliasse a caramelle, biscotti, torte e quant'altro.
Immediatamente, l'uomo si gettò sopra il divano con la pancia in giù e una gamba penzolante verso il pavimento: forse aveva esagerato quella sera; forse avrebbe dovuto ordinare un ciambellone semplice piuttosto che farlo infarcire di deliziosa crema pasticcera! Il suo fisico scultoreo prima o poi avrebbe perso tutto il vigore di un tempo se non imparava a seguire i consigli della figlia in fatto di cibo!
Piuttosto, dov'era Videl?
L'uomo si alzò di colpo, mentre Bu, affianco a lui, lo guardava divertito dalla rapidità dell'improvviso scatto. Ne era sicuro! Quando era uscito di casa un paio d'ore prima, la sua bambina era sdraiata su quello stesso divano, stanca e preoccupata per chissà cosa! Che fosse già andata a dormire? Strano... di solito a quell'ora la ragazza era sempre in salotto a guardare la televisione... a meno che non fosse uscita! Eppure, Videl non era solita andare via di casa senza avvertire il suo adorato padre!
Fu così che Satan decise di dare un'occhiata in giro per casa: forse sua figlia aveva sonno e aveva deciso di schiacciare un pisolino! O magari aveva mal di pancia e si era chiusa in bagno! No... quello piuttosto stava capitando a lui... maledetti dolci! Il suo stomaco iniziava a dolergli parecchio!
«Ehi Bu! Invece di guardarmi e ridere come un babbeo, perché non vai a cercare Videl?»
«Dove la dovrei cercare?»
«In giro per casa, ovviamente!»
«Ma lei non è qui...»
Cosa?!?» esclamò stupito e preoccupato.
«Non avverto la sua aura... deve essere uscita!»
«Acc... accidenti! Benedetta ragazza! Mi farà morire di crepacuore! Va' a chiamarla col mio telefono... io intanto... ho un bisognino urgente da sbrigare!»
Satan si diresse più velocemente che poteva verso il bagno: stava davvero male! Tutti quegli zuccheri gli avevano provocato un'acidità di stomaco pazzesca, e a fatica l'uomo più forte del mondo riusciva a non piegarsi per terra a causa delle fitte. Il pensiero della sparizione della figlia venne per un attimo offuscato dalla piacevolissima sensazione di benessere che provò nonappena si sedette sul water....
«Ahhhhhhhh...» sospirò l'uomo «non c'è niente di meglio al mondo che liberare il proprio intestino intasato!»
Con molta calma, e con i pantaloni ancora abbassati, si alzò dalla tazza e iniziò a canticchiare: era un vizio che si portava dietro fin da bambino! Ogni volta che finiva di fare i propri bisognini, doveva concedersi una bella cantilena. Mentre a occhi chiusi saltellava per il bagno con le brache ancora calate fino alle scarpe, i vetri della finestra del bagno si frantumarono di colpo. Satan, a causa dell'enorme spavento, cadde all'indietro, trovandosi col sedere per terra e le gambe per aria, con lo sguardo rivolto al soffitto.
«Ehi, Satan! Dove si trova Majin Bu!»
«Chi... chi diavolo sei tu?» esclamò il maestro terrorizzato.
«Sono Junior!!! Accidenti!!! Ricomponiti per favore e rispondimi!»
Il namecciano appariva più spazientito del solito. Non aveva mai visto di buon occhio Mr Satan, e nemmeno gli stava particolarmente simpatico. Come diavolo faceva Gohan a dire che in fondo non era poi tanto male? Per Junior non era mai stato altro che una spina nel fianco, e di utilità ne aveva ben poca. Quando Kibithoshin propose a lui di andare a recuperare Majin Bu, il guerriero aveva tentato fermamente di rifiutarsi, affermando che non aveva alcuna intenzione di ficcarsi dentro la dimora del babbeo che lo ospitava. Ma il Superiore fu irremovibile: la paura di poter fare qualche altra figuraccia lo aveva spinto a dare l'incarico a qualcun altro, e fra tutti i presenti, il più affidabile era indubbiamente lui. Non perse altro tempo in chiacchiere: seppur controvoglia si diresse verso Satan City, con la speranza di trovare Bu a casa. Purtroppo, quel grassone aveva il brutto vizio di tenere costantemente la sua forza ferma al valore zero, e individuarlo non era affatto semplice. Ma riconoscere quel babbeo di Mr Satan era fin troppo facile, per fortuna, e così il namecciano preferì seguire le tracce di quest'ultimo.
«Mi... mi hai fatto paura, accidenti a te... dammi una mano! Non riesco ad alzarmi! I pantaloni mi impediscono i movimenti!»
«Oh cavolo... ti aiuterò più tardi! Dov'è Bu?»
«Dovrebbe essere giù... gli ho chiesto di chiamare Videl... piuttosto, tu sai dove si trovi mia figlia?»
«Sì... sta volando verso l'obelisco di Balzar...»
«Cosa??? E che diavolo sta andando a fare lassù?»
Junior non rispose. Lasciò Satan a terra in posizione precaria e scese giù urlando a squarciagola il nome della creatura che stava cercando.
«Ehi Bu!!! Dove ti trovi???»
Costui si materializzò in un attimo davanti agli occhi del guerriero, mentre stava degustando un lecca lecca a forma di lampone.
«Salve Junior! Mi stavi cercando?»
«Sì, e avrei anche una certa fretta, quindi, se non ti dispiace, seguimi immediatamente! Ti spiego tutto strada facendo...»
«Io non posso uscire di qui senza Satan!»
«Cosa?!? Ma che razza di sciocchezza è mai questa?!?»
«Ho il compito di proteggerlo, non ricordi? Lui deve stare con me!»
«Portatelo dietro allora... basta che vi diate una mossa! Il tempo stringe!»
Entrambi entrarono in bagno; Satan, nel frattempo, era riuscito a ricomporsi da solo.
«Grazie per l'aiuto, Junior!» esclamò il maestro in tono sarcastico.
«Fa' poco lo spiritoso... mettiti qualcosa addosso, piuttosto... mica vorrai presentarti a petto nudo al palazzo del Supremo?!?»
«Ehi ehi! Aspetta un momento! Di che stai parlando?»
«Bu non vuole lasciarti a casa da solo, e visto che deve seguirmi fino al palazzo, dovrai venire anche tu!»
«E per quale motivo, scusa???»
«Te lo spiego più tardi... muoviti, accidenti!»

Videl e C18 erano quasi giunte a destinazione: L'obelisco ormai si vedeva ad occhio nudo e, nonostante la scarsa velocità comunque impiegata dalle due donne, in poco tempo riuscirono nell'impresa di raggiungere i loro rispettivi compagni. La fidanzata di Gohan sembrava avere fin troppa fretta. Probabilmente ancora non aveva smaltito del tutto la rabbia per non essere riuscita a farsi dire dal sayan cosa gli fosse successo di tanto strano quel giorno. Videl non era abituata ai segreti: da quando aveva conosciuto il ragazzo e aveva iniziato ad avere una certa confidenza con lui, per quest'ultimo era stato quasi impossibile nasconderle la sua vera identità e l'irrealistica storia della sua vita. Lei lo aveva smascherato fin da subito, capendo immediatamente quanto poco ci fosse di completamente umano nella sua smisurata forza e nel suo coraggio. E ciò, ovviamente, era avvenuto mentre Gohan tentava in tutti i modi di tenerglielo nascosto. La caparbietà che distingueva Videl da ogni altra ragazza della sua età l'aveva spinta persino ad accettare di intraprendere una relazione sentimentale con un mezzo alieno, che per quanto fosse dolce e affascinante, aveva comunque alle spalle un'esistenza tutt'altro che normale. La figlia di Mr Satan aveva spesso sentito Chichi lamentarsi del fatto che suo marito l'aveva più volte abbandonata a sé stessa, preferendo di gran lunga la lotta al contatto con la sua famiglia. La giovane non aveva certo nascosto a Gohan le sue perplessità riguardo un simile atteggiamento a dir poco superficiale, e spesso in cuor suo temeva che un giorno anche il suo fidanzato l'avrebbe abbandonata.
«Ehi! Siamo quasi arrivate! Ora dobbiamo virare verso l'alto!»
«D'accordo C18!»
Mentre le due donne continuavano la loro avanzata verso l'obelisco, qualcuno le superò a fortissima velocità.
«Ehiiii! Ma che accidenti...»
Videl s'interruppe, e rallentò fino ad arrestare del tutto la propria corsa. Non poteva credere ai suoi occhi.
«C18, hai visto? Quello era Junior! E... e in spalla aveva mio padre!!!»
«Sta arrivando anche Bu...»
«Cosa???»
La ragazza non fece in tempo ad aggiungere altro che una fortissima folata di vento le fece deviare la rotta di una decina di metri. Immediatamente la compagna di Crilin la raggiunse, volendosi accertare che stesse bene.
«Tutto a posto, Videl?»
«Sì... credo di sì... ma... hai visto anche tu??? Che diavolo ci fa mio padre in spalla a Junior... e dove accidenti stanno andando???»
«Più o meno... nella nostra stessa direzione, direi!»
«E per quale motivo starebbero andando sull'obelisco???»
«Non ne ho idea... vorrei tanto sapere cosa sta succedendo... dai sbrighiamoci!»

Gohan era in spasmodica attesa che la sua ragazza lo raggiungesse. Sapeva che era molto vicina: il fatto che Videl avesse incrementato di molto la sua aura da quando aveva deciso di prendere lezioni di arti marziali da lui piuttosto che da suo padre aveva fatto sì che difficilmente oramai riuscisse a passare inosservata. Ma il giovane sayan era ancora coperto di lividi in volto, e aveva un ematoma in pieno viso, proprio dove Vegeku l'aveva violentemente colpito. Di farsi vedere in quelle condizioni non ne aveva assolutamente voglia, ma d'altra parte sapeva benissimo quanto la sua fidanzata fosse testarda, e il suo eccessivo silenzio in merito a quanto gli era accaduto, non aveva fatto altro che destare in lei sospetti e preoccupazioni. Gohan era lì, in silenzio, che faceva avanti e indietro per tutto l'obelisco destando il nervosismo di Muten e dei bambini, che ancora non si erano decisi a tornare a casa. Trunks aveva provato più di una volta a farsi coraggio e ad andare via, ma non sapeva davvero dove accidenti andare: il suo migliore amico non si sarebbe schiodato da lì senza suo fratello, e a casa sua ormai non c'era più nessuno, visto che erano andati tutti dal Supremo. Continuava a chidersi in religioso silenzio perché mai loro non potessero fare lo stesso e raggiungere Dende. Yamcha aveva tentato di convincere Muten e Crilin a seguire Junior e Bulma, ma loro sembravano non volersi muovere di lì fino all'ordine di Balzar. Eppure, Trunks era divorato dalla curiosità: che mai ci poteva essere di tanto anomalo presso la dimora del Supremo? Questi pensieri gli avevano fatto dimenticare per un attimo ciò che quel giorno aveva visto, e che probabilmente non avrebbe più dimenticato: Gohan e Vegeku si erano picchiati, e, da come aveva potuto intuire fra le righe, quest'ultimo doveva aver fatto del male a Bulma. Faticava davvero a credere che fosse successa davvero una cosa del genere, ma tutta l'omertà che aveva regnato dal suo arrivo all'obelisco fino a quel dannato momento in cui Vegeku aveva annunciato che se ne sarebbe andato, lo aveva, purtroppo, indotto a pensare proprio questo.
In quel momento, davanti agli occhi di chi ancora stanziava presso Balzar, comparvero le figure di Junior e Mr Satan che schizzavano a tutta velocità verso il palazzo del Supremo, e qualche istante dopo videro anche Bu.
«Eh no! Questo è davvero troppo! Ora persino quel babbeo ha il permesso di andare dal Supremo??? Basta... ci vado anch'io!»
«Smettila Yamcha... se anche ci andassi cosa mai potresti fare? Di sicuro saresti d'intralcio a Dende e a Kibithoshin!»
«D'accordo Muten, ma... ops! Ehi... Crilin, Gohan... credo...credo che abbiate dei problemi...»
Si voltarono tutti, e tutti poterono constatare la presenza di C18 e Videl che fluttuavano davanti i loro occhi.
«Oh cavolo!» esclamò Crilin nonappena intravide la figura della splendida moglie avvicinarsi con aria minacciosa.
«Razza di citrullo senza cervello... vuoi spiegarmi che diamine sta succedendo, eh? Perché hai rifiutato tutte le mie chiamate! E perché...» si interruppe di colpo. Di sfuggita aveva visto il volto di Gohan, e aveva notato quanto fosse malmesso. «Avanti... raccontami tutto» esclamò la donna verso il marito indicando con un cenno del capo il primogenito di Goku.
Crilin rimase per un po' impietrito. Da dove avrebbe dovuto cominciare? Notò in quel momento lo sguardo scioccato di Videl che si avvicinava verso il suo fidanzato, senza pronunciare la benché minima parola.
Nessuno fiatava. Un silenzio tombale aveva invaso l'obelisco, e di nuovo l'omertà stava prendendo possesso degli animi dei presenti.
«Crilin... per favore! Vedi di non farmi perdere ulteriormente la pazienza! Che diavolo sta succedendo? Cosa ci fate voi qui? E perché Vegeku non c'è? Prima era con voi... l'ho sentito benissimo... stava...»
«...discutendo con...» il terrestre non ebbe il coraggio di pronunciare il nome di Gohan. In fondo, questo dettaglio ormai era il più evidente che riguardasse tutta la storia.
«Questo l'avevo capito da sola... ma perché? Qual è stato il motivo?»
«Mi... mi dispiace... ora non possiamo parlarne...» proferì il terrestre accennando impercettibilmente con lo sguardo ai due bambini ancora in loro compagnia.
Intanto, il volto di Videl distava appena due centimetri da quello afflitto e contuso di Gohan. Lo guardava dritto negli occhi senza dire una parola, conscia del fatto che in quel momento il giovane sayan non avrebbe avuto voglia di dare alcuna spiegazione. La rabbia e la frustrazione, ma anche la delusione e il rancore, che trapelavano da quel viso fino ad allora angelico, avevano provocato nella ragazza un senso di vuoto e di smarrimento: se era partita da casa con l'intenzione di dirne quattro al suo fidanzato, ora il coraggio di farlo le mancava totalmente. Lei non aveva potuto vedere ciò che era successo, ma non aveva certo faticato ad immaginare che a ridurlo così fosse stato Vegeku: chi altri avrebbe avuto la forza fisica per farlo? Gohan era il migliore dell'universo, dopo ovviamente il guerriero che aveva affrontato e sconfitto Majin Bu, pertanto nessun altro a parte costui avrebbe potuto fargli del male in quel modo.
Lo strinse a sé in un forte abbraccio: ogni parola di conforto sarebbe stata superflua, ogni tentativo di chiedere spiegazioni sarebbe risultato umiliante perché l'evidenza, purtroppo, parlava chiaro. Avvinghiata con forza al possente corpo del suo giovane innamorato, la ragazza si lasciò andare ad un pianto liberatorio: in quelle lacrime c'era rabbia, risentimento, senso di inutilità. Non era stata accanto al suo uomo nel momento in cui quest'ultimo aveva avuto più bisogno di lei, e ora si sentiva in colpa per questo.
«Sentite... invece che piangere, perché non andiamo tutti al palazzo del Supremo a vedere cosa sta succedendo lassù?»
La proposta di C18 aveva avuto l'effetto di attirare l'attenzione di tutti. Yamcha, in particolar modo, si era dimostrato subito entusiasta del fatto che non fosse l'unico a voler vedere coi propri occhi ciò che stava avvenendo in quel luogo sacro.
«Vedi C18... Balzar ci ha ordinato di aspettare qui, e...»
«Scusa se mi intrometto, Muten» disse Yamcha «...Balzar aveva ordinato a tutti di rimanere qui. Ora, Jirobay sta al palazzo... Bulma sta al palazzo... Vegeku se ne è andato chissà dove e, se devo dirla tutta, non credo che il gatto ci tenesse particolarmente alla nostra presenza sull'obelisco! Ha detto a tutti di non muoversi fino al suo ritorno, ma io credo che ci tenesse più che altro che non se ne andasse Vegeku. Bene, adesso quel sayan è sparito, quindi a che accidente serve che noi aspettiamo qui chissà cosa? Probabilmente lo stanno già cercando e si sono pure dimenticati di noi...»
«Per me Yamcha ha ragione... io vado su!» rispose C18 alzandosi in volo.
«Ma... aspetta un momento!»
«Io non aspetto un bel niente, caro Crilin... voglio vederci chiaro... se ti va, seguimi, altrimenti resta pure qui... io ormai ho deciso.»
Anche Yamcha si sollevò da terra, pronto a seguire la bella cyborg al palazzo del Supremo. Gli altri si guardarono in faccia per qualche istante, poi uno ad uno presero il volo tutti quanti: ormai tutto era andato a rotoli, perché ostinarsi a rispettare gli ordini di Balzar?

Al palazzo del Supremo si faceva baldoria come probabilmente non era mai successo da quando era stata costruita quella sacra dimora. Le grandi divinità sedute al bachetto organizzato e preparato dall'espertissima e raffinatissima signora Brief ancora non avevano terminato di deliziare i loro supremi palati con cibarie e bevande di ogni tipo, cedendo più del dovuto ai piaceri dell'alcool. Baba ormai fluttuava a zig zag lungo tutto il perimetro del palazzo stringendo tra le mani un bicchiere di vino che ogni due minuti Re kaio dell'Ovest si premurava di riempirle, e più volte la stega aveva rischiato di cadere dalla sua preziosa sfera mentre canticchiava qualcosa di incomprensibile.
Mr Satan si guardava intorno spaesato e intimidito da tutte quelle "divine" presenze, e temeva che il loro modo di fare fosse una sorta di presa in giro. Possibile che fossero davvero tutti ubriachi?
Bulma e suo padre, intanto, gironzolavano intorno a Bu osservandolo attentamente. Più lo guardava e più la scienziata si convinceva che quel gigante senza cervello non sarebbe mai stato di alcuna utilità per sciogliere la fusione. Stava disperando ormai, e di sicuro vedere il mostro rosa tutto concentrato nel divorare la splendida torta al cioccolato preparata da sua madre, non poteva esserle d'incoraggiamento.
«È un'impresa impossibile, papà...»
«Tesoro... non agitarti, ok? Lasciamolo mangiare con calma...»
«Cosa?!? Ma sei pazzo? Si può sapere che accidenti hai in mente?»
«Dobbiamo studiarlo dall'interno... quindi lasciamo che si sazi... o potrebbe digerire la nostra cavia!»
Bulma, Kibithoshin, Mr Satan e Junior rimasero interdetti. Di cosa stava parlando lo scienziato?
«Pa... papà? Quale... quale cavia??? Io... io non ti capisco...»
Il dottor Brief si voltò lentamente verso Kibithoshin, poi aprì la sua bocca in un enigmatico sorriso.
«Lui... quel dio sarà la nostra cavia... è la fusione più recente che abbiamo a disposizione, perciò dovrà essere lui a provare su sé stesso se le mie teorie siano fondate o meno!»

Un senso di profonda inquietudine e quasi di paura si era impossessato di Chichi, che ormai da diversi istanti fissava come imbambolata l'uomo davanti a sé, senza riuscire peraltro a celare tutta l'angoscia che pian piano stava risalendo lungo il suo corpo, creandole un forte nodo alla gola. Aveva atteso con ansia il ritorno del figlio sapendo bene che quest'ultimo avrebbe raggiunto l'obelisco di Balzar, e ora si trovava davanti la creatura che conteneva in sé lo spirito del suo amato marito, ma che probabilmente già lo aveva offuscato del tutto. Lo temeva: lo aveva temuto fin dal momento in cui l'aveva costretta a starlo a sentire per spiegarle le ragioni della sua sparizione, e adesso si malediceva per aver preteso nei mesi scorsi che lui si facesse vivo. Non era passato molto tempo dal loro ultimo incontro: si erano visti quella stessa mattina e avevano parlato da soli dopo essersi inoltrati nella foresta adiacente la sua piccola casetta. Cosa fosse successo poi da quando Vegeku se ne era andato, lei non poteva di certo saperlo, ma non aveva neppure faticato a immaginarlo. Doveva essere andato da Bulma, e poi...
«Non mi fai entrare? O magari hai intenzione di tornare a parlare in mezzo alla foresta?»
Senza nemmenò rendersene conto, la donna deglutì, notando senza troppi problemi quel sorriso spaventosamente bastardo che si era acceso nel volto del sayan subito dopo aver pronunciato quelle parole.
Ma lei non era tipa da farsi vedere intimorita, e sebbene il proprio cuore palpitasse di angoscia, non avrebbe certo permesso a quell'uomo di soggiogarla un'altra volta.
«Entra...»
Vegeku eseguì l'ordine senza obiettare, poi andò a sedersi sul piccolo divano del salotto.
«Non ricordavo più che fosse così comodo... credo che mi mancherà...»
«Che cosa vuoi? Su avanti... non credo che tu sia tornato qui solamente per rilassarti su questo stupido divano...»
«Quanto sei nervosa stasera!»
«Sbaglio o ci eravamo già detti tutto?»
«Sbaglio o stai tremando?»
La donna si zittì di colpo. Quel maledetto la stava spaventando davvero, ma lo conosceva troppo poco per potersi permettere il lusso di farglielo notare tanto palesemente. Doveva trattenersi, in un modo o nell'altro, e sperare che non avesse cattive intenzioni.
«Sono nervosa... e preoccupata, d'accordo? Ora dimmi che cosa vuoi e vattene per favore...»
«Preoccupata per cosa?»
«Per Gohan... non è ancora rientrato...»
Vegeku rimase in silenzio per un po', poi si alzò lentamente e si diresse verso la donna ancora in piedi e impietrita davanti a lui.
«Sta bene... non preoccuparti.»
«E tu che ne sai? Dove accidenti si trova? Dimmelo, per favore... è uscito di casa nel pomeriggio e...»
«... dove sarebbe andato?»
«Io... non lo so... non me l'ha detto...»
Non mentì: Gohan aveva taciuto veramente sul luogo in cui si sarebbe diretto, ma ciò non aveva impedito a Chichi di capirlo da sola. Ma di certo non lo avrebbe mai detto a Vegeku, no... doveva essere lui a parlare! Lei si era esposta fin troppo, e forse stava persino rischiando la pelle... ma come avrebbe potuto esternare tutti i dubbi che le frullavano per la testa? Dubbi, tra l'altro, che ormai erano diventati quasi certezze.
«Non te l'ha detto... bè, poco importa... presto tornerà a casa...»
Vegeku si allontanò da Chichi e si avvicinò verso la finestra, per poi affacciarsi e guardare fuori verso quella Luna piena che se avesse avuto ancora la coda lo avrebbe sicuramente reso ancora più pericoloso e spietato di quanto già non fosse.
«Sai Chichi... devo farti i complimenti! Anche se hai dovuto fare quasi tutto da sola, hai cresciuto quel ragazzo in maniera spelndida! Ma si vede che gli è mancato un padre...»
La donna si rincuorò. Sembrava sincero: le perole del sayan davanti a lei erano colme di affetto e malinconia... troppa malinconia.
«Lo so... e non è certo stato a causa di una mia mancanza! Ma fa niente... non mi va di recriminare con te sulla mancata presenza di Goku vicino ai suoi figli... in fondo, non è nemmeno colpa tua...»
«Già... non è colpa mia...»
«Per favore... dimmi che cosa vuoi... perché sei venuto fin qui?»
«Volevo solo informarti che... ho deciso di andarmene.»
Calò il silenzio. Lo sguardo di Chichi tornò ad incrociare quello cupo ed enigmatico di Vegeku. Ma che accidenti stava dicendo? La stava di nuovo prendendo in giro? Quell'uomo, prima o poi, avrebbe distrutto definitivamente il suo cuore.

CONTINUA...

 

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** L'infausto ruolo di cavia ***


nuove speranze Sono in ritardo, lo so... ma ho millemila cose da fare e non so più dove sbattere la testa ><
Cooooomunque... ho realizzato questo capitolo nei miserissimi buchi di tempo che sono riuscita a racimolare tra una lezione e l'altra e le soste forzate in biblioteca! Spero di non deludere le aspettative... un bacio a tutti! E grazie ancora!

Tutti guardavano lo scienziato in maniera quasi ossessiva, cercando di scrutare attraverso i loro occhi decisamente annebbiati dal troppo vino ingurgitato cosa si celasse davvero dietro lo sguardo apparentemente ironico del dottor Brief. Aveva parlato di esperimenti, cavie, presunte soluzioni al problema! E il problema in questione sembrava ingarbugliare fin troppo l'animo e le menti provate dei presenti. O, almeno, di alcuni di essi. A parte re Kaio del Nord, gli altri colleghi sembravano non avere per nulla a cuore le sorti dell'Universo, nemmeno se a minacciarle era un sayan fuori da ogni possibilità di controllo. L'esponente della galassia dell'Ovest continuava a ripetere ormai da diversi minuti che tutto sommato la faccenda non era poi così grave, e che comunque non era affatto sicuro che Vegeku fosse pericoloso come si credeva. Cosa aveva fatto di male in fondo?
Bulma ascoltava le parole farneticanti del Dio senza pronunciare alcunché. Pensava. Rimuginava. Sognava. Immaginava il momento in cui avrebbe finalmente riabbracciato Vegeta! Lei aveva enorme fiducia in suo padre, e sebbene avesse diversi dubbi circa la veridicità dell'ipotesi partorita dalla geniale mente del genitore, sapeva comunque benissimo che nessun altro oltre a lui avrebbe potuto quantomeno cercare una soluzione plausibile.
Si voltò di colpo verso Bu, ancora intento a divorare senza sosta pietanze di ogni tipo, tutte gentilmente messe a disposizione dalla madre della scienziata.
«Ma insomma... quanto ti ci vuole per riempire lo stomaco?»
L'enorme creatura rosa non rispose. Godeva come non mai per il solo fatto di avere a disposizione tante prelibatezze destinate solo ed esclusivamente a lui!
Mr Satan, intanto, si guardava intorno con aria visibilmente attonita: di cose strane ne aveva viste da quando per la prima volta era entrato a contatto con i misteriosi guerrieri dai capelli dorati, eppure sembrava davvero che non ci fosse mai limite al peggio! Non aveva idea del perché si trovasse lì, e nemmeno aveva il coraggio di chiederlo di nuovo a Junior. Il namecciano era ormai intento a fissare Bu che divorava prelibatezze su prelibatezze e di sicuro al terrestre non sembrava opportuno distrarlo! Ma cosa mai potevano volere dal suo amico rosa? E perché tutta quella gente si trovava lì al palazzo del Supremo? All'improvviso, nella sua testa si accese un barlume.
«Videl! Dove accidenti sta Videl? L'abbiamo incrociata durante il tragitto!» esclamò Mr Satan rivolgendosi a Bu.
«Tranquillo! Sta arrivando!»
«Cos... cosa??? Sta... arrivando???»
«Suvvia Satan... si rilassi! Capisco che forse la situazione possa apparirle poco chiara, ma le assicuro che è tutto sotto controllo! Almeno spero...»
Le parole pronunciate dal dottor Brief non lo avevano tranquillizzato poi molto. Conosceva quello scienziato solo di fama, e qualche volta aveva visto la sua faccia in televisione, ma su di lui giravano voci contrastanti: molti dicevano addirittura che fosse pazzo e che aveva dato vita a mostri e draghi! La presenza di quell'uomo al palazzo di Dende non lo rendeva affatto tranquillo: che motivo avrebbero avuto delle divinità di cercare l'aiuto di un semplice terrestre? D'accordo che era un genio, ma era lecito supporre che degli esseri superiori avessero delle capacità decisamente fuori dal comune, e comunque più sviluppate di un normale essere umano!
Tutto intorno a lui aveva un che di surreale: molti dei presenti sembravano terribilmente annoiati, mentre altri erano decisamente preoccupati. Continuava a chiedersi perché avessero richiesto la presenza di Bu in quel luogo, e se Videl fosse a conoscenza di qualcosa.
«Io credo che abbia mangiato, abbastanza... non credi? Non dovrebbero esserci rischi ormai...»
«Sono d'accordo con te, Junior!»
Anche Dende appariva concentrato: fissava Bu in modo quasi ossessivo, come se dal pasto che stava ingurgitando l'essere rosa dipendesse qualcosa di davvero importante.
«Ehi Bu! Basta così! Ascoltami bene... abbiamo bisogno del tuo aiuto adesso...»
Il demone buono si girò di soprassalto verso il Supremo. Non aveva idea di come avrebbe dovuto dargli una mano, e di certo nemmeno gli interessava saperlo, ma l'idea di interrompere la cena non lo aveva reso poi molto felice.
«Se vi aiuto, poi mi darete qualche altra cosa buona da mangiare?»
«Tutto quello che desideri! Parola del Supremo!»
«Allora accetto... cosa devo fare?»
«Bè... ecco... Brief! Spiegaglielo tu, perché io in realtà non l'ho capito molto bene!»
Brief si avvicinò lentamente al gigante rosa, e iniziò a fissarlo dal basso. Poi sorrise, e si voltò verso Kibithoshin, stranamente intento a sorseggiare un bel bicchiere di vino rosso.
«Vedi quel dio?» esclamò lo scienziato puntando il dito verso il malcapitato.
«...ebbene... devi assorbirlo!»

In pochi istanti, gli ospiti del palazzo sembravano aver ripreso vita: il senso di spossatezza dettato dall'abbuffata appena concluso, aveva immediatamente lasciato il posto alla sorpesa e all'incredulità. Il piano di Brief filava alla perfezione: Bu avrebbe dovuto assorbire Kibithoshin, e dall'interno del corpo del demone, il dio avrebbe dovuto trovare da sé il meccanismo che avrebbe sciolto la fusione! Come ciò sarebbe effettivamente avvenuto, era impossibile da sapere a priori: nessuno mai, prima di allora, aveva pensato di addentrarsi volontariamente dentro il corpo decisamente poco invitante di Bu, e di fatto non era chiaro a nessuno come il mostro avrebbe potuto tenere dentro di sé Kibithoshin senza assorbilo.
«Poco importa, Shin!!! Entra lì dentro e vedi di tornare sdoppiato per favore... ne ho già abbastanza di questa storia!»
«Tu... tu sei completamente pazzo!!! Ma si può sapere che diavolo vai farneticando??? Non ho la benché minima intenzione di farmi assorbire!!!»
«Poche storie! Sono stanco di tutta questa buffonata, e ho una galassia da mandare avanti! Non vorrai mica che l'Ovest dell'Universo vada in malora, vero???»
Con le stesse argomentazioni, anche gli esponenti delle galassie dell'Est e del Sud iniziarono a far pressione contro lo sventurato dio affinché si decidesse a farsi trasformare in un delizioso bignè.
«Se preferisci... va bene anche un cioccolatino!» rispose sarcasticamente Kaioshin il Sommo.
«Oh! Ma certo! Perché piuttosto non si fa assorbire lei?»
«Cos... cosa? E che diavolo c'entro io?»
«Non faccia il finto tonto... anche lei è il risultato di una fusione!»
Il dio, palesemente preso in contropiede, iniziò a tossire sforzatamente, fingendo un attacco di asma.
«Sono anziano e acciaccato... non lo vedi?»
«Fino a due secondi fa stava benissimo!»
«Taci! Ricordati che il Sommo sono io, e perciò ho il potere di decidere! Va' immediatamente nel corpo di Bu!»
«No!»
«Osi forse disubbidire???»
«Esattamente!»
Lo sguardo della divinità più anziana si assottigliò di colpo, divenendo quasi minaccioso. Il suo interlocutore iniziò a sudare freddo nel notare il repentino cambiamento del Sommo dio, ma cercò di non far trapelare le proprie timorose sensazioni.
Tutt'intorno era tornato il silenzio: nessuno dei presenti aveva il coraggio di interrompere l'angoscioso stato di quiete che si era appena creato!
Bulma aveva gli occhi puntati su Kibithoshin da diversi minuti, e lo guardava con aria incuriosita, sebbene fosse piuttosto spazientita: perché quel dannato dio si ostinava a voler perdere tanto tempo prezioso? A quell'ora avrebbe già dovuto essere dentro il corpo di Bu!
«Suvvia, sua divinità... non avrà mica intenzione di temporeggiare ancora?!?»
Kibithoshin si voltò verso la donna, notando il suo evidente stato di nervosismo. Ma non volle demordere... no!!! Perché proprio lui doveva fare da cavia?
«Io... io mi rifiuto! E non voglio discutere più di questa faccenda!»
«Oh! Ma certo... lei però non ha considerato due fattori importanti! Primo: giù da Balzar c'è gente sufficientemente forte da spingerla a calci nel sedere tra le budella di Bu! Secondo: se aspetta un altro po', a quel ciccione si svuoterà presto lo stomaco, e non credo affatto che sia rimasto più molto cibo qui fuori! Sa cosa significa tutto ciò? Che potrebbe decidere di digerire lei!!!» proferì la donna in tono minaccioso indicando con un dito la divinità.
«Cos... cosa?!? Io... no! Mi rifiuto! Non voglio!!!»
Utilizzando tutta la velocità che aveva in corpo, il dio si scaraventò verso i margini del palazzo, tentando una fuga quanto mai inaspettata. Le altre divinità lì presenti non erano celeri abbastanza per poterlo bloccare, e se anche lo fossero stati, il vino che avevano sconsiderevolmente bevuto nell'ultima ora non avrebbe certo potuto favorire i loro movimenti.
Ce l'aveva quasi fatta! Nessuno lo avrebbe raggiunto, e avrebbe evitato di diventare la cavia di un esperimento folle e senza alcuna garanzia di riuscita. Aveva ormai superato i confini della dimora divina, e già assaporava il gusto della salvezza ormai vicinissima. Ancora pochi istanti e si sarebbe dileguato nel nulla!
Ma qualcuno, chissà come, riuscì a bloccarlo e a frenare la sua corsa.
«Ehi! Kibithoshin... ma dove sta andando così di fretta?»
Il dio non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo: conosceva benissimo quella voce, e sapeva anche che apparteneva ad un guerriero decisamente più forte di lui.
«Go.. Gohan... lasciami per favore!»
Il giovane sayan ubbidì. Il dio ebbe il buon senso di non iterare nuovamente il tentativo di fuga: sarebbe stato inutile! Alzò lo sguardo, e notò che intorno al ragazzo c'erano anche Yamcha, Crilin, Videl, C18, Trunks e Goten, che portava tra le braccia il vecchio Muten.
Gohan rivolse lo sguardo verso il palazzo: era strapieno di divinità! E tutte ubriache per giunta! Si avvicinò lentamente a Bu. Cosa diavolo ci faceva lui in un posto del genere? Perché i sommi capi dell'Universo erano tutti lì presso la dimora di Dende?
Probabilmente, il sayan non si sarebbe impressionato più di tanto se in compagnia di questi ultimi non ci fossero stati anche i coniugi Brief. E Bulma aveva un'aria decisamente tesa e nervosa.
«Bene. Ora che siamo tutti qui, potreste gentilmente dirci che diamine state architettando?»
Re Kaio dell'Ovest, ancora barcollante, si diresse verso il primogenito di Gohan, indicando col dito Kibithoshin.
«Fermalo! Non lasciarlo scappare!»
«Eh?!? Scappare?!? E perché mai dovrebbe farlo?!?»
Kibithoshin tornò a posare i piedi sul palazzo, ormai rassegnato all'oscuro destino che gli si stava prospettando davanti. Tra l'altro, Bulma aveva perfettamente ragione! Presto lo stomaco di Bu si sarebbe svuotato, e allora avrebbe rischiato davvero di fare una brutta fine dentro il suo corpo.
«Facciamola finita, d'accordo? Farò come ha detto Brief... mi farò assorbire da quel coso rosa!»
Tutti i nuovi arrivati sgranarono gli occhi.
«Ass... assorbire??? Ma che accidenti sta dicendo?!? È impazzito per caso?»
«Lasciamo stare Gohan... fatti spiegare tutto dallo scienziato. Ehi Bu! Io sono pronto!»
Il dio si piazzò davanti al demone rosa, stringendo le palpebre e allargando le gambe già vistosamente tremanti. Tutti iniziarono a mormorare tra di loro. Lo stesso Bu sembrava piuttosto perplesso.
«Avanti! Datti una mossa!» esclamò Kibithoshin sempre più terrorizzato.
«Forse... è il caso che tu utilizzi una barriera protettiva, non credi?»
«Già... forse... forse hai ragione caro Bu! Ok... ora... ora mi concentro e creo la barriera!»
Dopo alcuni istanti, il corpo della giovane divinità venne avvolto da un sottile velo di energia. La tecnica aveva funzionato! Ora poteva dirsi finalmente protetto... o, quantomeno, lo sperava!
«Vengo anche io con lei!»
«Go... Gohan! Ma perché? Non è... non è necessario!»
«Mi sento più tranquillo se posso accompagnarla... così nel frattempo mi spiega anche che diavolo avete in mente di fare!»
Gli occhi del dio si inumidirono di commozione: sapere di non doversi addentrare da solo dentro il corpo tutt'altro che invitante di Bu, lo aveva decisamente risollevato d'umore.
Il ragazzo, intanto, aveva già provveduto ad avvolgere sé stesso all'interno di una potente barriera protettiva. Non sapeva esattamente il perché di quello che stava accadendo, ma una cosa era sicura: tutto ciò aveva sicuramente a che fare con Vegeku!
«Se siete convinti, io direi di non perdere altro tempo!» esclamò Bulma fissando i due prossimi martiri.
Entrambi fecero cenno di sì col capo.
Tutto era a posto ormai.
Bu, sorridendo quasi impercettibilmente, formò col grasso della propria pancia una protuberanza molle, che staccò poi dal resto del corpo. La appallottolò bene, poi fissò i due individui davanti a sé.
«Siete pronti?»
«Pronti!» risposero entrambi.
Bu, in un attimo, lanciò verso di loro la palla di grasso. Questa avvolse completamente sia Gohan che Kibithoshin, e quando le loro figure divennero ormai invisibili, il malloppo tornò ad unirsi al corpo del demone rosa.

CONTINUA...

____________
Mi scuso ancora per il terribile ritardo con cui aggiorno! Lo so... avrei dovuto provvedere a pubblicare un po' prima, ma purtroppo ho davvero un sacco di cose da fare ultimamente! Avevo pensato inizialmente di inserire già in questo capitolo l'avventura dei due coraggiosi (bè... Kibithoshin non ha proprio tutto questo gran coraggio, ma fa niente xD) guerrieri. Poi mi sono resa conto che mi sarei dilungata troppo, e soprattutto che mi ci sarebbe voluto un altro mese di tempo! Spero che comunque il capitolo vi sia piaciuto, anche se effettivamente non ho potuto lavorarci sopra tanto bene quanto avrei voluto.
Ringrazio ancora tutti voi che mi appoggiate coi vostri commenti o anche solo con la vostra silenziosa presenza! Un bacio a tutti :*

  


Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Fine dell'esperimento ***


esperimento riuscito Ancora una volta... ciao a tutti! Sono in ritardo, lo so... non è un ritardo mostruoso ma sono cosciente di essermela presa un po' comoda. Beh... spero di rifarmi lasciandovi un bel capitolo! Come sempre, grazie a tutti coloro che seguono/preferiscono/ricordano e recensiscono... Vi adoro *.*



In quel momento Chichi si sentiva terribilmente sola, più di quanto avrebbe potuto immaginare ipotizzando una situazione del genere. Ma lei, a dire il vero, non aveva mai pensato che una sera Vegeku si sarebbe presentato davanti a lei per dirle che voleva andarsene. E per quale motivo, poi? Non conosceva affatto quell'uomo, o, almeno, era convinta di non conoscerlo a sufficienza. Aveva paura di lui, e anche se probabilmente non lo avrebbe mai ammesso, nel profondo della sua coscienza sentiva che Vegeku avrebbe fatto bene a sparire per sempre. Purtroppo, ciò che le diceva la coscienza andava a cozzare violentemente con il suo cuore impazzito: diavolo... in quel maledetto sayan dallo sguardo cinico e beffardo c'era ancora qualcosa di Goku! Come avrebbe potuto permettergli di andarsene via?
Chichi si voltò e diede le spalle al sayan. Era arrabbiata e felice nello stesso tempo, e temeva che la confusione che albergava nel suo stressatissimo cervello l'avrebbe presto condotta ad una crisi di pianto.
«E va bene, vuoi sparire dalla circolazione. E allora? Perché ti sei preso la briga di venire fin qui e dirmelo?»
«Perché eri l'unica a non esserne ancora a conoscenza.»
Chichi si irrigidì di colpo, poi tornò di nuovo a guardare Vegeku. Maledisse il giorno in cui la sua vita incrociò quella del sayan più forte e gentile dell'Universo: lo aveva amato alla follia, ma lui l'aveva ricambiato lasciandola in balìa di un destino incerto e costernato di alieni pluriomicidi. Ma, soprattutto, se ne era andato via per sempre gettando sé stesso nel corpo di un guerriero ambiguo e, chissà, magari anche pericoloso.
«Cosa è successo, Vegeku?»
«Che vuoi dire?»
«Devi aver combinato qualcosa di grave per aver deciso di andar via...»
«Nulla di irreparabile, comunque.»
Sorrideva. Il sayan guardava fisso negli occhi Chichi mantenendo quell'aria beffarda che lo caratterizzava. Cosa lo avesse spinto fino lì non riusciva davvero a spiegarselo: sensi di colpa? Affetto? Curiosità? Probabilmente niente di tutto ciò: per quel poco che aveva imparato a conoscere Chichi, aveva intuito quanto quella donne fosse particolarmente forte. Ovviamente, non si trattava di forza fisica, ma morale. Vivere nella precarietà con due cuccioli di sayan da crescere doveva averla resa profondamente determinata e combattiva, e la lontananza di Goku le aveva fatto comprendere che il mondo non era fatto secondo i desideri di ciascuno. Forse, era proprio per questo che aveva deciso di vederla un'ultima volta: sapeva che sarebbe stata l'unica a comprenderlo e a non tentare di convincerlo a rimanere.
«Nulla di irreparabile. Suvvia, Vegeku! Che diamine di risposta è mai questa? Credi che con tutto quello che visto nella mia vita potrei ancora rimanere scioccata?»
«Di cosa credi che sarei capace?»
«Non lo so. E nemmeno mi interessa saperlo! A meno che tu non sia venuto qui per darmi una dimostrazione... vuoi ridurre anche me in fin di vita come hai fatto con Bulma?»
Il volto di Vegeku non tradì alcuna emozione. L'espressione del suo viso non era affatto mutata dopo le parole di Chichi, ma questò non turbò affatto la donna. In fondo aveva ragione: di cose in vita sua ne aveva viste tantissime! Si era trovata esposta in prima persona ad ogni genere di pericolo e aveva avuto la sfortuna di imbattersi nei mostri più crudeli e spietati dell'Universo, a cominciare dai sayan. A parte Goku, Chichi non aveva mai stimato nessun'altro componente di quella razza guerriera: non aveva mai nascosto di provare una certa diffidenza nei confronti di Vegeta, e di sicuro gli altri due sayan di razza pura che aveva avuto modo di conoscere (anche se non personalmente) non le avevano lasciato un ricordo piacevole. Ma Vegeku era un'altra cosa: non aveva praticamente nulla dei rozzi guerrieri che anni prima avevano fatto la loro comparsa sulla Terra nel tentativo di consquistarla. Chichi era perfettamente cosciente che i sayan in fatto di buone maniere erano assolutamente sprovveduti, e suo marito non aveva di certo costituito un'eccezione! Ma Vegeku era diverso: ostentava quasi senza ritegno un portamento fiero e regale, persino più sfrontato di quello tenuto dall'ormai scomparso principe dei sayan; ed era tremendamente forte, più di Goku e Vegeta. Purtroppo però non aveva mai fatto nulla per nascondere la propria potenza. Come accidenti era riuscito a sconfiggere Majin Bu senza ferirsi nemmeno con un graffio? Chissà se a qualcuno aveva mai raccontato i dettagli di quello scontro.
Certo, un conto era prendersela con un pericoloso demone intenzionato a sottomettere l'Universo, un altro era fare del male ad una donna. Che diamine poteva avergli detto Bulma per spingerlo a reagire così? E, soprattutto, in che razza di condizioni stava la testa di quel guerriero se, conscio della propria, enorme potenza, aveva comunque deciso di far vedere a Bulma di cosa fosse capace?
«Senti... non ho affatto voglia di stare qui a discutere con te. Se vuoi farmi del male, io non posso impedirtelo. Fa' come ti pare. Sono stanca, me ne vado a dormire.»
Chichi diede le spalle al sayan e fece per andarsene, ma si sentì afferrare per un braccio.
«Io non ho finito. Che diavolo intendevi dire? Cosa sapresti tu di Bulma?»
«Assolutamente niente. Ma non sono mica stupida! Lo so che sei andato da lei, e so anche che subito dopo è andata da Balzar. Non conosco altri buoni motivi per recarsi dal gatto se non quello di prendere i Senzu. Ovviamente, se le mie conclusioni fossero errate, sarei la donna più felice del mondo, ma...» La donna, senza mostrare alcun apparente timore, fissò dritto negli occhi il potente guerriero, avvicinando addirittura di qualche centimetro il suo viso a quello del sayan.
«... ma so di averci visto giusto. E ora lasciami.»
«Tu e Bulma per certi versi siete davvero molto simili. Diamine! Non credo che esistano in tutte l'Universo delle donne più cocciute e spavalde di voi! Si vede che avete avuto a che fare con dei sayan.»
«E la cosa ti stupisce così tanto?»
«Più che altro mi infastidisce.»
«L'avevo notato. Tu di Goku e Vegeta non hai proprio niente! Siamo state entrambe delle sciocche a credere che tu potessi sentirti in colpa nei nostri confronti.»
«Probabilmente ne avevate tutto il diritto! Ma la realtà è ben diversa da quella che immaginavate entrambe... e Bulma ha giocato col fuoco! Non volevo farle del male, forse... in realtà nemmeno lo so con certezza! Sicuramente la situazione mi è sfuggita di mano, e per colpa mia se l'è vista brutta. Potrei giurarti su tutto ciò che vuoi che mi dispiace per ciò che è successo, ma probabilmente non mi crederesti.»
«Esatto, non ti crederei. Quindi falla finita! Sono stanca di te e di tutta questa storia... voglio andare a dormire.»
«Non ancora.»
«Ma si può sapere che accidenti vuoi ancora da me? Ti diverti a torturare psicologicamente le persone? Beh, mi dispiace ma è tutta fatica sprecata! Non riuscirai a mettermi i piedi in testa, non ci è riuscito nemmeno Goku! Sono abituata ormai...»
Si interruppe. Stupore e angoscia si erano impossessati di lei. Vegeku non aveva prestato la benché minima attenzione a ciò che avevo detto fino a quel momento, almeno in apparenza. In una frazione di tempo appena sufficiente allo sbattere delle ciglia, lo aveva visto avvicinarsi ancora di più, e i loro visi distavano ormai solo un paio di centimetri.
Sorrideva quel maledetto. E la teneva immobile con una sola mano stretta intorno al suo esile braccio. I loro corpi erano ormai in contatto: per quanto Chichi tentasse di allontanarsi da lui, le era impossibile divincolarsi dalla presa del sayan, né tanto meno avrebbe potuto impedire che i loro petti si toccassero.
Dentro di lei si scatenò una tempesta di sentimenti contrastanti: doveva opporre resistenza, accidenti! Peccato che l'uomo che la stava abbracciando era, oltre che potentissimo, anche decisamente affascinante. E somigliava a Goku.
Vegeku lasciò il braccio della donna, ma non si mosse ulteriormente, né lei tentò a quel punto di allontanarsi. In quel momento le cinse la vita, delicatamente, senza far sentire a Chichi la pressione delle sue dita.
«Cosa stavi dicendo, Chichi? Avanti... continua!»
«La... lasciami, per favore!»
«Se servisse a qualcosa, lo farei. Ma, te l'ho già detto, ho intenzione di andarmene per sempre, e di certo non posso lasciare i discorsi a metà!»
«Ok, ora inizi a spaventarmi sul serio... vuoi andartene? Vattene! E lasciami andare subito!»
«Sei una sciocca. Non voglio farti del male!»
«Non mi importa che diavolo vuoi fare! Sparisci!»
Vegeku non si mosse, e continuò a guardare la donna dritta negli occhi. Chichi non riusciva a penetrarvi dentro: era come se dietro quelle iridi scure non ci fosse alcunché di vagamente simile alle emozioni. Eppure sapeva che quel sayan si stava beffando di lei e della sua fragilità di semplice umana. Lo detestava! Goku non si era mai permesso un simile atteggiamento nei suoi confronti, e la cosa peggiore era che lei ci stava cascando in pieno, che non era sicura di volere davvero che lui allentasse la presa. E di certo Vegeku lo aveva capito.
La guardava come se volesse cogliere in lei qualche evidente segno di cedimento. Ma quella donna era davvero cocciuta! Sebbene il sayan avesse capito che Chichi era rimasta ammaliata da lui, si era perfettamente reso conto che stava comunque tentando di mantenere il più possibile il controllo di sé stessa. La ammirava per questo, e un simile atteggiamento, tutto sommato, non poteva non far piacere ad un guerriero del suo calibro.
«Non voglio fare proprio niente che tu non gradiresti.»
Si sentiva in trappola. Non aveva vie di fuga. Avrebbe voluto urlare a squarciagola il nome di Goku e convincersi che lui sarebbe giunto ad aiutarla, ma tutto ciò che ancora esisteva del marito era racchiuso nell'essere che le stava accarezzando il viso con la mano ancora libera. Dentro di lei si sentiva scoppiare: il cuore batteva ad una velocità fuori dal normale, eppure non aveva paura a sufficienza da rischiare uno svenimento.
«Lasciami, per favore!»
Inaspettatamente, il sayan mollò la presa e si voltò di scatto in direzione ovest, come se avesse percepito qualcosa.
«Sei un pazzo! Ma che diavolo ti è saltato in mente, eh? Tu hai qualche problema serio!»
«Sta' zitta!»
Chichi iniziò a guardarlo sconcertata. Che razza di atteggiamento era quello? Non aveva senso! Niente in quel guerriero aveva senso. Improvvisamente, il volto di Vegeku apparve quasi sconvolto, mentre continuava a guardare fisso in quella direzione. La donna ci rifletté sopra qualche secondo, poi un'idea le balzò in testa.
«Lì c'è l'obelisco, vero? Cosa sta succedendo?»
«Gohan...»
«Go... Gohan? Che... che vuoi dire?»
«La sua aura è scomparsa.»


«Insomma Kaioshin, si rilassi! Non è poi così terribile come ci aspettavamo!»
«Forse, come ti aspettavi tu! Adesso mi spieghi cosa accidenti facciamo qui dentro?»
Gohan si guardava intorno con aria perplessa e vagamente incuriosita. Lo stomaco di Bu non era certo il posto più accogliente del mondo e c'era una puzza terribile di acido e bile. Ma, se non altro, grazie alle barriere protettive che lui e Kibithoshin avevano creato intorno ai loro corpi, sembrava che il demone buono non potesse in alcun modo dare avvio ad un processo anche involontario di digestione.
«Bene, e adesso che si fa?»
Kibithoshin strabuzzò gli occhi.
«Come sarebbe a dire e adesso che si fa!? Ion non ne ho la più pallida idea!»
«Cosa?! Ma come... il dottor Brief non aveva un piano?»
«Non lo so! Penso di sì... a me però non ha spiegato un bel niente!»
«Sta scherzando?! E noi come accidenti facciamo a trovare il meccanismo per sciogliere la fusione?»
«Sempre ammesso che esista, caro Gohan!»
«Oh, cavolo! Ehi, mi sentite lì fuori?»
«Non urlare, non serve. Piuttosto, mettiti in comunicazione telepatica con loro toccandomi.»
«Non posso! C'è una barriera protettiva intorno al suo corpo!»
«Fantastico! Allora siamo venuti qui per niente!»
Kibithoshin si sedette a terra sconsolato. Per un attimo aveva creduto davvero di poter aiutare in qualche modo i suoi amici a liberarsi del problema Vegeku, ma evidentemente la questione era più grande di lui. D'altra parte il dio aveva sempre sospettato che sarebbe stato complicato portare a termine una missione tanto ardua, e nemmeno il suo essere una creatura superiore avrebbe giovato in quella situazione così anomala. Era sconsolato e abbattuto, e tra l'altro non osava immaginare attraverso quale "via d'uscita" lui e Gohan sarebbero tornati nel mondo esterno.
«Suvvia, non faccia così! Ci deve per forza essere una soluzione! Certo, se restiamo qui impalati non la troveremo mai!»
«E dove vorresti andare?»
«Nel cervello!»
«Oh, certo! Mi dispiace deluderti, ma non credo che troveresti chissà quanta materia grigia! Fidati, semmai esista un modo per sciogliere la fusione, Bu non è assolutamente consapevole.»
Improvvisamente, tutto intorno a loro iniziò a tremare. Entrambi i guerrieri erano balzati da un punto all'altro dello stomaco, come se Bu stesse saltellando.
«Ehi, Bu! Ma che stai combinando?! Fermati!» urlò Gohan dopo essersi schiantato su qualcosa di viscido.
Di lì a poco sentirono distintamente la voce di Kaioshin il Sommo rimbombare nelle  loro orecchie.
«Riuscite a sentirmi? Beh, spero per voi di sì, tanto lo so che non potete comunicare con me... comunque vi ho contattati per dirvi che state facendo venire il mal di pancia a Bu! Poverino... ha delle fitte terribili allo stomaco e non riesce a calmarsi! Temo proprio che sia colpa delle vostre barriere protettive! Dovete liberarvene in fretta o Bu sarà costretto ad espellervi!»
La comunicazione si interrupe lì.
«No! Non ci posso credere! Pensavo che questo mostro fosse un po' più resistente!»
«Non stupirti troppo, Gohan... Bibidi non era un artigiano perfetto!»
Il giovane sayan rise forzatamente alla battuta non proprio divertente del dio. Beh, se non altro aveva riacquistato un po' di buonumore!
«Comunque, per quel che mi riguarda, ci può anche espellere. Non sappiamo né dove né cosa cercare!» disse ancora Kibithoshin.
«Io non credo sia una buona idea. Che ci costa provare? Togliamo un momento la barriera e vediamo che succede!»
«Secondo me è una ossa inutile.»
«D'accordo, facciamo così: la tolgo prima io, e se non dovesse succedere niente, dopo se ne sbarazzerà anche lei.»
«Non sono convinto.»
«E dai... cosa le costa? Io intanto provo...»
In pochi secondi, la barriera che fino a quel momento aveva avvolto il corpo del giovane guerriero smise di essere attiva. Gohan si guardò intorno e provò a muoversi.
«Tutto ok, Kibithoshin! Come vede sono ancora tutto intero!» esclamò il giovane sorridendo.
«Ora tocca a lei!»
«Io... io non me la sento!»
«Ma che accidenti stai combinando, Shin! Come mio sottoposto dovresti essere un po' più coraggioso! Togli immediatamente quella barriera, hai capito? Non fingere di non riuscire a sentirmi! So benissimo che mi stai ascoltando! Togli la barriera, subito!»
«Ah, accidenti! Ma perché il Sommo non la smette di urlare?»
«Senta, io credo che dovrebbe ascoltarlo... insomma, cosa può accadere di così terribile? Io sto benissimo! E Bu non è cattivo... starà attento a non farci del male.»
«E... e va bene. Ma questo è l'ultimo favore che vi faccio! La faccenda sta diventando troppo pericolosa!»
«La ringrazio! Avanti... si liberi della barriera!»
Il dio titubò ancora per qualche istante, poi si fece coraggio. Senza nemmeno rendersene conto, aveva liberato il proprio corpo dalla protezione necessaria per rimanere lì dentro. Ma chi glielo aveva fatto fare? Non poteva nascere bruco invece che dio? Non poteva

La mente di Kibithoshin non poté mai completare quel pensiero: in quello stesso istante, infatti, quella creatura cessò di esistere.
Gohan spalancò gli occhi: ciò che aveva davanti superava di gran lunga le migliori aspettative che la sua mente avrrebbe mai potuto immaginare.
Una volta eliminata la barriera protettiva, infatti, Kibithoshin si era di nuovo sdoppiato.
Ora, davanti agli occhi stupefatti del giovane sayan non c'era più un solo dio, ma i due esseri che lo avevano creato attraverso la fusione dei loro spiriti e dei loro corpi: Kaioshin il Superiore e Kibith.

CONTINUA...


________________
Angolo dell'autrice: salve a tutti! Finalmente i nostri eroi sono riusciti a concludere qualcosa di buono. Onore al grande dottor Brief e al ben poco impavido Kibithoshin che hanno reso possibile la soluzione del problema! Ora, per,ò bisogna trovare Vegeku e convincerlo a dividersi. Eh... Vegeku... Che personaggio singolare! Secondo voi sarà lui a raggiungere gli altri a palazzo o saranno i nostri eroi ad andare da lui? (Sempre ammesso che qualcuno si renda conto che si trovi a casa di Chichi!) E Chichi cosa farà?
Chissà chissà chissà...
Lo scoprirete molto presto, miei cari ^_^ Vi adoro! :*******
 

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Gioie e dolori ***


gioia e dolore Aggiornamento arrivato!
Scusate se non sono stata tanto rapida, ma i tempi purtroppo sono questi, e non posso in alcun modo velocizzarli. Ci eravamo lasciati con Vegeku preoccupato che non riusciva più a percepire l'aura di Gohan, e con quest'ultimo al settimo cielo perché aveva finalmente scoperto il segreto per sciogliere la fusione.
Non vi tartasso più... buona lettura!


«Kibith... Kaioshin! Vi sentite bene?»
Gohan guardava i due esseri davanti a sé come se fossero fantasmi. Incredulità e gioia lo avevano completamente paralizzato e il ragazzo non riusciva a esternare quel sorriso di circostanza che sarebbe stato lecito aspettarsi da lui. Le due divinità giravano gli occhi con una lentezza esasperante, quasi faticassero a capire cosa realmente stesse succedendo. Che avessero perso la memoria? Il giovane saiyan iniziò a temere che i due non ricordassero affatto tutto ciò che era avvenuto nel periodo in cui erano uniti in un solo corpo.
«Ehi, non spaventatemi... perché avete quelle facce stralunate? Kaioshin, lei ricorda cosa è successo, non è vero? Kibith, almeno tu...»
«Certo che lo ricordo!» proferì la divinità superiore. «Dobbiamo uscire di qui alla svelta e trovare Vegeku!»
Gohan avrebbe voluto saltare per la felicità, ma sapeva che così facendo avrebbe fatto venire il mal di pancia a Bu. Iniziò a guardarsi intorno nel tentativo di trovare una via d'uscita, ma la cosa gli sembrò improvvisamente complicata. Quel demone rosa era un vero e proprio labirinto gommoso, e sarebbe stato complicatissimo capire come muoversi.
«Senta, non mi dica che dobbiamo raggiungere l'apparato escretore!»
A Gohan era improvvisamente venuto il voltastomaco: possibile che prima di allora non avesse minimamente pensato all'eventualità di dover passare attraverso quella repellente via d'uscita?
«Sta' traquillo! Non ho più la barriera e posso mettermi in contatto sia con Bu che con chiunque altro.»
Il saiyan vide Kaioshin chiudere gli occhi e concentrarsi. Improvvisamente gli venne il dubbio che il demone rosa non riuscisse a sentirlo. E se fosse successo così? Beh, tutto sommato, avebbero potuto parlare con una qualsiasi delle persone ancora lì fuori!
«Ehi, Bu! Mi senti? Sono Kaioshin!»
«Uh, ma davvero? Sei già tornato?»
«Sì, ascoltami ora... come dobbiamo fare per uscire dal tuo corpo?»
«Beh, veramente... non saprei!»
«Cosa?! Ehi, non scherzare! Suvvia... un modo ci deve essere! Come fai a cacciare fuori dal tuo corpo il cibo che non ti piace?»
«Ma, Kaioshin! Cosa dici? Non esiste nessuna cosa da mangiare che a me non piace!»
«Ah, sei un caso disperato! Insomma... se dovessi mangiare per sbaglio Mister Satan, come faresti a farlo tornare indietro?»
«Mmh, vediamo... lo sputerei fuori attraverso un poro!»
«Perfetto! Vedi che lo sai, allora? Fa' la stessa cosa con noi tre, avanti!»
Kibith e Gohan si guardavano perplessi: come poteva il dio superiore fidarsi di un essere tanto ingenuo? E se Bu non fosse stato davvero in grado di espellerli volontariamente? I due però non ebbero il tempo di esternare ad alta voce le loro perplessità: un potente vortice d'aria li risucchiò in poco meno di un istante, e in breve tempo si ritrovarono catapultati a tutta velocità verso l'epidermide del demone rosa. Tutti e tre iniziarono a temere di doversi schiantare contro la pelle di Bu, dimenticando quanto in realtà fosse flaccida e gommosa.
Gohan tentava in tutti i modi di opporsi a quella forza travolgente, ma sembrava che la sua aura si fosse terribilmente indebolita da quando era entrato in quel corpo grasso ed elastico.
Urlarono, e gli occhi di ognuno di loro si spalancarono notando quanto si stessero avvicinando alla pelle.
«Cavolo, Bu! Ci schianteremo!» esclamò Kaioshin in preda al panico.
«Ma no! Vi sto facendo uscire, come mi hai chiesto!»
Fu dopo l'aver udito quelle parole, che i tre impavidi avventurieri notarono uno spiraglio di luce che filtrava attraverso l'epidermide del demone.
Il volto di Gohan si illuminò di un sorriso raggante.
«Eccolo! Quello è il poro!»
Tra urla di gioia e paura, i tre venero catapultati uno alla volta attraverso quella stretta fessura. Kaioshin e Kibith chiusero gli occhi: come avrebbero fatto a passare attraverso un'apertura tanto stretta?
Ma il tempo che ebbero a disposizione per elebarore un simile pensiero fu sufficiente perché tutti e tre si ritrovassero già fuori, abbagliati dai raggi della luna piena.

Junior guardava con aria attonita il dio appallottolato vicino ai suoi piedi. Non sapeva come fosse possibile, ma Kibithoshin era sparito! Avrebbe voluto ridere a squarciagola, pregustando il momento in cui al posto del dio che giaceva goffamente a terra, avrebbe avuto davanti Goku, suo eterno amico e rivale, l'unico che avrebbe meritato di vivere per sempre un'esistenza pacifica e felice.
«Beh, lo sapevo... io! Ci avete... fatti scomodare... per niente: la... nostra presenza qui... era inutile fin dall'ini... inizio!» si lamentò Re Kaio dell'Ovest, ancora impossibilitato a parlare normalmente per colpa dell'alcol.
«Se vuoi puoi anche andartene!» rispose Kaioshin il Sommo, senza prestare troppe attenzioni alle parole del dio. «Allora Shin, vedo con piacere che sei di nuovo tra noi! E anche tu, Kibith... allora, come avete fatto a sciogliere la  fusione che vi legava?»
«Io, beh... ecco... senta, non è che prima potrebbe darmi una mano a rialzarmi?» esclamò il giovane dio.
Furono Gohan e Junior ad aiutare sia lui che Kibith. Entrambe le divinità parevano stordite e abbastanza confuse, quasi che faticassero a capire davvero cosa stesse succedendo intorno a loro.
«Senta, lei è davvero sicuro di stare bene?» chiese ansioso il saiyan.
«Ma certo! Solo che... beh, fa uno strano effetto essere me
«Ha bisogno di qualcosa? Magari un senzu potrebbe fale bene!»
«No, ma figurati! Devo solo riabituarmi al mio corpo. Credo sia una cosa normale! Per mesi sono stato un altro... anzi, ero in un altro! Accidenti... è una cosa così strana! Io ricordo cosa è successo, ma non c'ero! La mia mente non influenzava affatto quella di Kibithoshin!»
Il dio si voltò verso Kibith, cercando di capire che tipo di sensazione provasse lui. L'amico non parlava: si limitava a guardarsi intorno stupendosi di sentirsi di nuovo presente.
«Cosa intende dire con questo? Lei non aveva alcuna influenza su Kibithoshin?» si intromise Bulma mostrando una certa apprensione.
«Ma no! Assolutamente no! La mia mente era... spenta! Io ricordo tutto quello che ha fatto e detto Kibithoshin, ma non dipendeva assolutamente da me! D'altra parte, anche lui ricordava cose riguardati me e Kibith, eppure... sai, Bulma? Si stupiva delle loro scelte... è incredibile! Aveva una testa tutta sua!»
La donna si allontanò ghignando amaramente. Ora ne aveva l'assoluta certezza: il frutto di una fusione conservava i ricordi dei due esseri che si erano uniti, ma sviluppava una mente del tutto autonoma. Era stata una stupida a credere di potersi rapportare con Vegeku allo stesso modo che con Vegeta! Era stata stupida... e anche incosciente! Dentro la testa di quel saiyan poteva passare di tutto, e lei lo aveva apertamente sfidato senza nemmeno riflettere sulle possibili conseguenze. Ora capiva perché Vegeku sentiva di avere delle responsabilità nei confronti dei figli: i ricordi di Goku e Vegeta erano vivi e nitidi nella sua mente, e la consapevolezza che quelle creature erano parte di lui, lo aveva spinto in qualche modo a non lavarsene le mani. Certo, stando così le cose, probabilmente a quel saiyan importava davvero molto poco di loro! Si era ritrovato improvvisamente ad avere un'anima tutta sua, con una razionalità del tutto indipendente, e doveva far fronte a ciò che Goku e Vegeta si erano lasciati alle spalle: un nemico da sconfiggere, delle mogli a cui badare e dei figli da crescere. Non c'era da stupirsi che fosse andato fuori di testa! Era altamente probabile che lui non ritenesse Gohan, Goten e Trunks suoi figli, ma si era trovato in mezzo a questa spiacevole situazione, e ignorarla gli era stato impossibile. Chissà, se i ragazzi non lo avessero cercato, forse...
«Dobbiamo trovare Vegeku!»
Le parole di Junior avevano improvvisamente ridestato Bulma da quello che sembrava un sonno profondo. Già, trovare Vegeku... detta così sembrava la cosa più semplice del mondo! Come speravano di riuscire a capire dove fosse? E se lui non avesse avuto alcuna intenzione di farsi vedere? Poteva farlo: chi avrebbe potuto scovare il guerriero più potente dell'Universo se quest'ultimo avesse deciso di sparire davvero?
«La fai troppo facile, Junior. Non sappiamo dove sia!»
«Questo lo so benissimo, Bulma. Ma sarà lui a tornare, ne sono certo.»
«E cosa ti dà tutta questa sicurezza?»
Il namecciano si voltò verso Kibith e Kaioshin, sorridendo in maniera accattivante e sfacciata.
«Loro due!»

Vegeku era fermo, immobile, quasi pietrificato da una specie di sortilegio. Chichi lo guardava terrarizzata e non riusciva a capire che diavolo gli stesse succedendo. Perché si stava comportando in quel modo? Voleva nuovamente spaventarla? E perché poco prima aveva detto che l'aura di Gohan era sparita?
«Per l'ultima volta, vuoi dirmi cosa sta succedendo? Cosa significa che non senti più l'aura di Gohan?»
Vegeku alzò lo sguardo verso la donna davanti a sé: gli sembrava di impazzire! Alla fine ci erano riusciti: quei maledetti terrestri, con l'aiuto delle divinità, avevano trovato il sistema per sciogliere la fusione. Ora li percepiva benissimo: Kibith e Kaioshin erano tornati, e di Kibithoshin non c'era più alcuna traccia. Come diavolo avevano fatto? In miliardi di anni nessuno era mai riuscito a carpire il segreto, mentre dopo appena qualche mese di vita, lui era già condannato a dover fare i conti con le illusioni e le speranze degli amici di Goku e Vegeta.
Avrebbe voluto far saltare in aria l'intero pianeta, o, quantomeno, distruggere il palazzo del Supremo e tutti gli esseri che si trovavano lassù. La sua coscienza gli imponeva di mantenere la calma, ma la razionalità, già piuttosto precaria, lo stava totalmente abbandonando. I suoi infallibili sensi di saiyan gli avevano fatto percepire anche le aure più deboli presenti su quel dannato palazzo, e iniziò a sospettare che dietro il "miracolo" della fusione sciolta ci fosse lo zampino di Bulma e del dottor Brief. Possibile... anzi, quasi certo! Ma per quanto quei due terrestri fossero geniali, come diavolo avevano potuto annullare l'effetto di un potere sovrannaturale? Tutto ciò non aveva senso, non aveva logica, e non aveva un perché; ma di una cosa era sicuro: lo stavano aspettando.
«Vegeku, insomma...»
«Sta' zitta!»
La donna tacque, spiazzata e intimorita. Il saiyan davanti a lei era visibilmente in collera, e la cosa la stava facendo terribilmente agitare. Prese il telefono dalla borsa appoggiata sul divano, poi compose un numero.
«Chichi, tesoro! Non mi aspettavo una tua chiamata a quest'ora!»
«Papà, ho bisogno del tuo aiuto! Raggiungmi, ti prego! Devi accompagnarmi al palazzo del Supremo!»
«Cosa?! Ma che stai dicendo? Non ti sembra un po' tardi?»
«Insomma! Non ti avrei telefonato se non fosse stato urgente! Muoviti, non abbiamo molto tempo!»
«D'accordo ma... mi vuoi dire cosa sta succedendo?»
«Non lo so! Sbrigati!»
Riattaccò. Chichi iniziò a muoversi in maniera agitata e scomposta all'interno del piccolo salotto della sua casa. Aveva paura, e una strana sensazione d'anoscia si era imposessata di lei. Sperava che suo padre facesse in tempo ad arrivare prima che Vegeku potesse combinare qualcosa: per assurdo, sembrava più nervoso di lei, e non si sarebbe stupita affatto se in un attimo l'avesse presa e uccisa. Ormai sapeva di potersi aspettare di tutto da lui: non riusciva a capirlo, anche se si era illusa di poterlo fare, e ora la stava davvero spaventando.
Si sedette sul divano in tacita attesa che lui facesse o dicesse qualcosa, ma nulla nella sua espressione tradiva un qualsiasi intento di questo tipo. Non aveva idea di cosa fosse accaduto, ma doveva essere qualcosa di terribile se Vegeku stava reagendo in quel modo!
Improvvisamente, sul volto contratto del sayan si accennò un leggero sorriso: era malinconico, rabbioso, beffardo. Era un impercettibile cambiamento d'espressione su un viso teso e feroce, ma lei era riuscito a coglierlo ugualmente.
«Per favore, te lo chiedo ancora una volta... cosa è successo? Dimmi solo se Gohan sta bene!»
«Sta benissimo.»
Chichi spalancò gli occhi, ma non era affatto certa di voler credere a quelle parole stranamente proferite con estrema amarezza. Avrebbe voluto chiedergli altro, ma sapeva che sarebbe stato inutile e controproducente. Suo padre stava per arrivare, e se il saiyan non avesse avuto colpi di testa, l'avrebbe poi portata al palazzo del Supremo. Doveva attendere, e con lei ad aspettare c'era Vegeku.
«Se è questo che vogliono... bene, allora andrò.»
«Cosa? Ma di chi stai parlando? Vegeku... cosa...»
Di nuovo, così come era comparso, il sayan era sparito nel nulla.  
Chichi si alzò in piedi di scatto, quasi che ciò potesse servire in qualche modo a trattenerlo. L'aveva lasciata in balìa dei dubbi e della paura, e temeva che avrebbe raggiunto la dimora di Dende quando ormai sarebbe stato troppo tardi.

CONTINUA...

_______________
Angolo dell'autrice: siamo quasi giunti all'epilogo! Il prossimo capitolo molto probabilmente sarà l'ultimo. D'altra parte, il mistero della fusione è ormai stato svelato, e credo che questa storia si sia andata abbastanza per le lunghe. Ringrazio nuovamente tutti coloro che seguono/ricordano/preferiscono e, soprattutto, recensiscono! Ho notato che in molti hanno apprezzato questa storia dalla trama curiosa e un po' fuori dal comune, e spero vivamente che alla fine nessuno resti deluso! (in realtà ancora non so come farla concludere... ci penserò molto seriamente!)
  
 



Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Conclusione - parte prima ***


conclusione Ci siamo! Dopo estenuanti mesi di attesa, finalmente la storia arriva (quasi) ad una conclusione. Mi sembra quasi impossibile *.*
Non so come ringraziare tutti voi che avete letto/ricordato/preferito e recensito questa What if? dalla trama inverosimile e un po' fuori dal comune. Siete meravigliosamente meravigliosi! :')
Questa che state per leggere è la prima parte della conclusione. Per evitare di pubblicare un papiro immenso ho preferito infatti separarlo in due. Buona lettura!


Tutti ci speravano, ma in pochi ci credevano. D'altra parte, per quale assurdo motivo Vegeku avrebbe dovuto recarsi al palazzo del Supremo di sua spontanea volontà? Il fatto che qualche ora prima avesse dichiarato di voler sparire per sempre bastava a smorzare i miseri residui di speranza che ancora aleggiavano negli animi  dei presenti. Sicuramente già si era accorto che la fusione di Kibithoshin era stata sciolta, e questo poteva avere soltanto due conseguenze plausibili: o Vegeku avrebbe accettato di farsi vivo e di sdoppiarsi, oppure quella sarebbe stata la scusa in più per sparire sul serio dalla circolazione.
Bulma iniziava seriamente a perdere la pazienza: la gioia generale liberata dai suoi amici nello scoprire che il piano del dottor Brief era perfettamente riuscito non l'aveva quasi per nulla scalfita. Continuava a chiedersi, infatti, come accidenti avrebbero potuto convincere o costringere Vegeku a sciogliere la fusione, ammesso e non concesso che fossero riusciti a localizzarlo. La donna faceva avanti e indietro lungo l'ampia piattaforma marmorea su cui era costruita la dimora del Supremo; si sentiva demoralizzata, in parte, perché l'aver scoperto il meccanismo che regolava lo scioglimento della fusione non conferiva alcuna garanzia del fatto che Vegeku avrebbe accettato di sottoporvisi.
«Bulma, che hai?»
«Niente, Crilin... è solo che... sì, insomma, mi chiedevo... qualcuno ha idea di dove andare a cercare Vegeku, e soprattutto di come costringerlo a entrare nel corpo di Bu?»
Il volto di Crilin raggelò. Ci aveva pensato anche lui ad una simile eventualità. Ci avevano pensato tutti, a dire il vero, ma nessuno osava dirlo apertamente. In effetti, c'era ben poco da festeggiare: se non fossero riusciti a trovare il saiyan, e se quest'ultimo non avesse accettato di sparire per sempre, tutto il gaudio del momento sarebbe risultato sciocco e patetico... inutile, insomma.
Lo sguardo di Crilin si spostò da quello preoccupato di Bulma a quello accigliato di Gohan. L'entusiasmo del primogenito di Goku era palesemente finto: voleva autoconvincersi che tutto sarebbe andato per il meglio, ma non poteva certo fingere che la situazione fosse a loro vantaggio.
Crilin poteva benissimo immaginare cosa stesse passando per la testa del ragazzo in quel momento: Gohan era stato il primo a dare fiducia a Vegeku avvicinandosi a lui e mostrandosi comprensivo, ma era stato ripagato con un pugno in faccia che aveva fatto molto più male al suo cuore che non al suo volto. Sebbene il migliore amico di Goku avesse sempre cercato di giustificare il comportamento del saiyan che aveva liberato il mondo da Majin Bu, non poteva di certo ignorare il suo modo di fare non proprio controllato, col dubbio che avrebbe prima o poi potuto rivelarsi pericoloso. Provava pietà per Gohan che stava silenziosamente soffrendo avvolto in un abbraccio della sua compagna, ma continuava anche a chiedersi cosa spingesse Vegeku a comportarsi così. La maggior parte dei suoi amici lo riteneva un pazzo, il frutto sbagliato di un potere magico ancora più sbagliato, eppure non credeva affatto che dentro quell'uomo così forte e temebile albergasse davvero solo brama di potere e disprezzo. Se davvero fosse stato così, che spiegazione si sarebbe dovuta dare al fatto che non aveva ancora ucciso nessuno al di fuori del demone rosa?
Crilin non poteva credere che Vegeku fosse l'essenza del male: nessun saiyan era di per sé l'essenza del male! Non lo era Goku e non lo era Vegeta, sebbene il passato non troppo recente di quest'ultimo avrebbe potuto insinuare pesanti dubbi. Il terrestre aveva sempre ritenuto che anche il comportamento assunto dal principe dei saiyan durante il suo primo viaggio sulla Terra fosse in qualche modo giustificabile dalla pesante oppressione subita per mano di Freezer. Ma tutto ciò, ormai, non aveva il benché minimo senso: Kibith e Kaioshin avevano dichiarato apertamente di non essere riusciti in alcun modo a condizionare il comportamento di Kibithoshin, per cui era altamente improbabile che nel profondo della coscienza di Vegeku le voci smorzate di Goku e Vegeta trovassero la forza di farsi sentire.

«Be', che stiamo aspettando ancora? Quando ce ne andiamo a dormire?»
«Dormire, eh? Ma ti sei guardato? Sei ubriaco come una spugna! Tra dieci minuti scarsi vai dritto in catalessi!»
«Ah, ma per carità! Non sia mai che mi perdessi il ritorno di Goku e Vegeta!»
La battuta sarcastica di Jirobay aveva innervosito un po' tutti, e a maggior ragione il suo interlocutore. Gohan era sempre stato un ragazzo allegro e di spirito, ma nelle occasioni che necessitavano di assoluta serietà detestava dover avere a che fare con gente che parlava a sproposito. Il rozzo cavernicolo, tra l'altro, sembrava anche piuttosto irritato: non aveva affatto l'aria di essere fiducioso in un presunto ritorno di Vegeku, e tutto sommato sperava proprio di non dover mai più rivedere la faccia del saiyan per il resto dei suoi giorni. Più di tutti gli altri, aveva il sentore che il potente guerriero non avesse la benché minima intenzione di sdoppiarsi, e la tacita speranza alla quale i suoi amici ancora volevano credere altro non era per lui se una ridicola ostinazione.
Gli girava la testa, e tutto intorno a lui pareva muoversi in una vorticosa danza: credeva di vedere distintamente il Sommo Kaioshin destreggiarsi in un elegante tango col dottor Brief, mentre Junior e Mister Satan volteggiavano a ritmo di Salsa.
«Ah, tutta questa allegria non ha senso! Siete patetici!»
«Tu non ci credi, vero?»
La voce del piccolo Goten aveva in parte ridestato Jirobay. Da quando lui e Trunks avevano scoperto cosa fosse successo a Gohan, i due bambini si erano chiusi in un mutismo assordante. I loro silenzi erano divenuti fonte di preoccupazione per Bulma e per gli altri adulti, sebbene nessuno avesse poi avuto il coraggio di spiegare loro cosa fosse successo e perché.
«Allora? Ci credi o no?»
«A cosa dovrei credere, scusa?»
«Al fatto che il mio papà e il papà di Trunks presto torneranno da noi!»
«Ma... che vuoi che ti dica? Se dipendesse da loro sarebbero qui già da un pezzo! Mi dispiace, sai? Mi dispiace davvero. Tutto sommato avrei preferito mille volte avere tra i piedi tuo padre e quel pazzoide del principe dei saiyan piuttosto che un tizio fuori controllo come Vegeku! Ci è andata male, purtroppo... ma perché invece di rattristarti non ti metti con Muten a guardare le gambe di C18? Lo so che per te è vecchia, ma è una gran bella gnocca! Come accidenti avrà fatto a mettersi insie... ahi! Ehi, Crilin, ma sei impazzito?»
«Ben ti sta! E smettila di importunare Goten con simili sciocchezze, altrimenti oltre a un pugno in testa ti tiro anche un calcio allo stomaco!»
«Crilin, secondo te Jirobay ha ragione?»
Lo sguardo evidentemente imbarazzato del terrestre non lasciava dubbi circa la sua posizione riguardo il ritorno di Goku e Vegeta. Pur nella sua ubriachezza, il cavernicolo aveva infatti detto una cosa drammaticamente vera: se fosse dipeso da loro, i due saiyan sarebbero già tornati da un pezzo.
«Io... io non lo so. Mi dispiace Goten, dobbiamo aspettare e sperare che Vegeku torni.»
«Illusi. Vi credevo un po' più svegli! Be', quasi quasi mi metto a ballare pure io!»
«Ba... ballare? Ehi, ma sei impazzito? Ehi!»
«Lascia perdere, Crilin... è unbriaco! Non capisce più niente!» proferì Bulma con un pizzico di rabbia.

Ciò che si stava materializzando davanti agli occhi increduli dei presenti era uno spettacolo patetico e indecente: il burbero cavernicolo aveva dato avvio ad una specie di danza folkloristica, accompagnato nei movimenti da un altrettanto ubriaco Muten. I loro corpi si muovevano disordinatamente al ritmo di una musica inesistente mentre dalle loro bocche uscivano parole di scherno e di ilarità.
«Su, ragazzi! Ballateci su! La vita è breve! Rischiamo di saltare in aria da un momento all'altro!»
«Oh, cavolo! Maestro! Ma che diavolo stai facendo?» esclamò quasi scioccato il povero Yamcha.
«Ehi, vecchio! Togliamoci la camicia!» proferì esaltato Jirobay mentre con un'abile manata strappava dalla propria pelle il leggero indumento.
«Questo è alla faccia vostra che ancora vi illudete che i vostri beniamini torneranno! Ah, quel fottuto imbecille di Vegeku se l'è già data a gambe!»
E subito dopo lanciò in aria i propri sandali logori, colpendo in pieno Mr Satan e Kaioshin il Sommo.
«Ma che acc... acc... acc...»
«Vieni a ballare anche tu, vecchio!»
«Vec... vec...»
«La prego, non si metta a discutere con quell'individuo. Ehi, ehi, Sommo Kaioshin, dove... dove sta andando?»
Sotto lo sguardo incredulo e imbarazzato di Kaioshin il Superiore, la divinità più importante dell'Universo si era già unita al duetto che ballava allegramente sull'ampio piazzale della dimora del Supremo.
In pochi secondi i tre ubriachi si erano sfilati anche i pantaloni e volteggiavano con brio intorno ai presenti destando sconcerto e ribrezzo in tutti, fuorché nella signora Brief, che anzi dimostrava di apprezzare molto l'esibizione di danza dei novelli ballerini.

«Fottetevi voi,» gridò con malsano entusiasmo Jirobay «e si fotta quel bell'imbusto di Vegeku!»
«Patetico. Vorrei che tornasse qui solo per spaccarvi la faccia!»
«Uh, come no, Junior! Perché non provi a esprimere il tuo desiderio al quel drago decerebrato che ogni volta che tu e i tuoi amici combinate qualcosa è costretto a risolvere i vostri casini? Sei... uno... sciocco! Non tornerà... non tornerà... non tornerà! Cantiamo una canzone? Non tornerà... quello scemo non... tornerà!» canticchiò in preda all'euforia abbassandosi le mutande quel tanto da mostrare il sedere a chi gli stava dietro.

Un silenzio assordante si materializzò all'istante. Sembrava che tutti avessero smesso di respirare. Persino Muten e Kaioshin il Sommo erano precipitati in un anomalo mutismo. Le facce sconvolte che Jirobay osservò nei suoi amici la dicevano lunga su quanto fossero scioccati. Il suo balletto doveva averli infastiditi parecchio! Rise tra sé di gusto, mentre ancora si trovava accucciato in una posizione tutt'altro che elegante con il posteriore in bella vista. Si compiacque di quegli sguardi persi, meravigliati, impauriti...
Impauriti?
Ora che osservava meglio i suoi amici, i loro occhi non erano puntati su di lui: sembrava che stessero guardando qualcosa dietro di lui.

***

Chihi era ormai diventata un fascio di nervi e il suo povero padre non riusciva a calmarla in nessun modo. Urlava come un'ossessa cose incomprensibili circa un qualcosa di altrettanto incomprensibile detto da Vegeku, ma per quanto Gyuma si sforzasse di dare un senso logico a quelle parole, non riusciva minimamente a capire cosa la figlia stesse cercando di comunicare. L'unica cosa certa era che voleva partire; per dove e per quale motivo faticava a capirlo.
«Metti in moto quella ferraglia e andiamo!»
«Tesoro, non ho capito dov...»
«Tu non devi capire! Limitati a obbedirmi!» sentenziò la donna già posizionata sul sedile del passeggero dell'elicottero paterno.
Gyuma temeva l'irruente rabbia che ogni tanto prendeva corpo nella figlia, ma in quel momento vedeva in lei qualcosa di più: terrore, disprezzo e agonia tralucevano dagli occhi scuri e ardendi dell'adirata Chichi, quasi che si stesse preparando ad affrontare ella stessa un nemico potentissimo.
Non aveva scelta: assecondare la richiesta della figlia era assolutamente necessario, altrimenti la donna avrebbe sicuramente spiccato il volo da sola.

Il lungo viaggio che seguì la discussione tra i due aveva una meta ben precisa. Per quanto Gyuma cercasse di capire come mai Chichi desiderasse tanto raggiungere il palazzo del Supremo, comunicare con la donna sembrava un'impresa impossibile. Non una sola parola usciva dalla sua bocca digrignata, e lo sguardo acceso e furente di lei era poggiato su di un punto indefinito dell'orizzonte.
Non c'era niente da fare: ogni tentativo di Gyuma di parlare aveva come unica risposta un urlo isterico e incontrollato.

***

«Tu qui? Ehi, giovanotto! Lo sai da quanto tempo ti stiamo cercando?»
Vegeku ignorò senza alcuno sforzo le parole di Kaioshin il Sommo. Quel dio era visibilmente fuori di sé e la colpa doveva essere del pregiato vino offertogli dalla signora Brief.
L'atteggiamento goffo di Jirobay, che in preda ad un improvviso attacco di puro terrore era indietreggiato di colpo inciampando sui propri indumenti, lo aveva innervosito parecchio: tutti, o quasi, sembravano intenti a festeggiare chissà che. Possibile che l'aver scoperto il segreto della fusione avesse mandato gli amici di Goku su di giri in quel modo? E chi diavolo lo aveva scoperto?
Uno ad uno, i volti sconvolti e confusi di Bulma, del dottor Brief, di Kibith e di Kaioshin il Superiore videro poggiarsi su di essi gli occhi severi e inespressivi del guerriero più potente che l'universo avesse mai conosciuto. Era uno sguardo di accusa quello che il saiyan stava rivolgendo loro: l'innaturale genialità della moglie di Vegeta e del padre di lei avevano di nuovo vinto contro la forza bruta; perché... sì, lui era l'essere più forte e temuto dell'universo, ma quei due con la loro acutezza avrebbero potuto farlo sparire per sempre.
Avrebbero potuto, certo, ma non era detto che Vegeku avrebbe accettato di farglielo fare. La consapevolezza di essere ancora padrone del proprio destino lo fece impercettibilmente sorridere, e il senso di sfida racchiuso nella sua espressione non poté non provocare un brivido di gelo sulla pelle di Bulma.

______________________
Angolo dell'autrice: doveva essere l'ultimo, lo so, ma avrei finito con lo scrivere un papiro! Mi sembrava già abbastanza lungo, e comunque, arrivati a più di trenta capitoli, uno in più o uno meno non avrebbe fatto ulcuna differenza. So di avervi lasciati in sospeso, ma l'epilogo della storia non poteva proprio essere sbrigativo! Spero mi perdoniate *.*
Un bacione, e grazie di cuore a tutti!

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Conclusione - parte seconda ***


conclusione, parte seconda Questo capitolo è davvero l'ultimo. Stavolta ci siamo! Anche se ci ho messo parecchio tempo per scriverlo (perdonatemi, ma in questa sessione ho dato ben sei esami!), spero che il risultato sia all'altezza delle vostre aspettative. Buona lettura!

Per quanto sembrasse difficile e in parte pericoloso cercare di parlare a quel saiyan, qualcuno avrebbe dovuto pur farlo. Il silenzio inquietante che aleggiava sulla dimora di Dende, reso ancor più acuto e terribile dal freddo della notte che ormai iniziava a farsi sentire, si ingigantiva sempre di più, lasciando tra i presenti lo strazio di non saper affrontare la situazione.
Iniziarono a guardarsi l'un l'altro lanciandosi occhiate furtive e veloci. Qualcuno avrebbe dovuto muoversi, agire, prendere quanto meno la parola.
Vegeku non sembrava intenzionato a parlare per primo, né tantomeno a muovere un passo dalla propria posizione. Sembrava non avesse nemmeno voglia di affrontare un discorso, o, comunque, pareva ben poco intenzionato a tirar fuori quell' argomento.
Di colpo, Crilin si sentì afferrare per la maglia e strattonare da qualcuno verso l'interno del palazzo.
Si voltò di scatto, una volta raggiunta la porta d'ingresso della Stanza dello spirito e del tempo; poi rivolse un'occhiata minacciosa all'intrepido dio che l'aveva trascinato fin lì.
«Ma si può sapere che le prende, gran maestro Re kaio? Pensa forse di darsela a gambe proprio ora?» proferì il terrestre con tono piuttosto infastidito.
«Ma no, certo che no,» rispose prontamente il vecchio, intimando al terrestre di abbassare la voce «il problema, ragazzo, è che quel saiyan mi pare piuttosto... nervoso.»
Crilin diede uno scossone alle spalle e si liberò dalla presa dell'anziana divinità. Si sedette a terra, incrociò braccia e gambe e socchiuse gli occhi, quasi fosse caduto in una profonda meditazione. Non era solito, lui, preoccuparsi più di tanto del comportamento dei saiyan, o, perlomeno, non lo era più da quando si era finalmente convinto che quegli esseri non costituissero più un pericolo. La consapevolezza di aver fatto un buco nell'acqua, di aver azzardato un pronostico scontato ma per nulla veritiero, era piombata sulla sua testa come un fulmine a ciel sereno, smorzando quel poco di fiducia in sé stesso che il giovane terrestre aveva faticosamente conquistato nel corso di lunghissimi anni.
Anche lui aveva notato qualcosa di preoccupante nel volto del saiyan, e anche lui, proprio come il gran maestro Re Kaio, era preoccupato per le possibili reazioni del guerriero. Vegeku aveva sicuramente percepito la presenza di Kibith e Kaioshin e questo, secondo l'interpretazione di Crilin, poteva aver spinto il saiyan a considerare Bulma, suo padre e Bu come delle minacce alla sua incolumità.
«Ehi, ha perso la lingua?»
Crilin alzò lo sguardo verso il dio, mostrandosi infastidito e accigliato.
«No, maestro. Semplicemente, sto cercando di riflettere!» sibilò il terrestre, mantenendo il più basso possibile il tono di voce.
Il dio non si scompose. Rimase a fissare l'uomo davanti a sé con ansia e speranza, senza sapere esattamente cosa aspettarsi da lui. Lo aveva trascinato lì per istinto; sapeva che un tempo lui e Goku erano molto legati e aveva intuito quanto quel giovane dall'aspetto buffo e fanciullesco avesse un temperamento forte e deciso. Nutriva profonda fiducia in lui, sebbene non lo conoscesse quasi per niente, e, tutto sommato, non pensava che qualcun altro, oltre a lui, avrebbe potuto in qualche modo sperare di parlare civilmente con il saiyan. Erano tutti troppo intimori, ubriachi o arrabbiati per avviare una conversazione, e Vegeku non sembrava proprio dell'umore adatto per intraprendere dialoghi sopra le righe.
In parte, il dio aveva anche intuito da dove provenisse tutto il disagio covato dal guerriero: quel saiyan aveva una sua anima, un suo cervello e un suo stile di vita, e la scoperta che Bulma e suo padre avevano fatto circa il potere di Bu di sciogliere le fusioni eterne aveva sicuramente messo in pericolo la sua incolumità, più quanto avrebbe potuto fare un qualsiasi altro mostro in giro per l'Universo.
«Prova a parlargli» suggerì la divinità al ragazzo ancora seduto a terra.
«Potrebbe non servire a niente, questo lo sa anche lei» rispose Crilin con tono afflitto.
«Male che va, moriamo tutti!»
«Mi permetta di correggerla, male che va, muoio io! Ma... la cosa non avrebbe poi tanta importanza. Forse ha ragione lei: magari io sarei il primo, ma voi fareste la mia stessa fine» sussurrò in tono amareggiato. «Ah, se solo fossi sicuro che Goku e Vegeta potessero ascoltarmi! Se solo ci fosse un minimo di possibilità, io...»
«Non ci sperare. Hai sentito cosa hanno detto Kibith e Kaioshin? Loro non avevano alcuna influenza sulla mente di Kibithoshin. Non c'è alternativa, ragazzo, devi sperare che sia Vegeku ad ascoltarti, e non altri!»
Il gran maestro Re Kaio parlava come se fosse ormai scontato il fatto che toccasse a lui tentare di rabbonire il saiyan. Crilin era afflitto dallo sconforto e da un velo di malinconia. In parte aveva anche paura, ma tutto sommato quella non rappresentava un ostacolo poi tanto insormontabile. Certo, il fatto che per la prima volta si trovasse a temere un essere che in teoria avrebbe dovuto considerare un amico lo metteva in crisi più di un qualsiasi altro demone o mostro. Lui aveva sempre avuto fiducia in Vegeku, e tutto sommato continuava a non essere convinto poi tanto che il guerriero fosse davvero pazzo. Se lo fosse stato, avrebbe già distrutto l'universo da un pezzo.
«Be', se proprio non c'è alternativa, proverò a parl...»
Il discorso, inaspettatamente, fu interrotto da una forte esplosione.

Chichi e suo padre erano riusciti ad arrivare a destinazione prima del previsto. Sembrava quasi che a guidare l'elicottero non fosse un normale essere umano, ma piuttosto un essere demoniaco invaso da una furia cieca. In realtà, il povero vecchio Gyuma aveva una paura terribile di sua figlia, e vederla nervosa in quel modo non aveva fatto altro che convincerlo ad accelerare il più possibile, sforzando oltre i limiti il suo velivolo.
Per questo non aveva retto.
A malapena i due intrepidi terrestri erano riusciti a scendere dall'elicottero, quando il loro mezzo di trasporto esplose sotto gli occhi terrorizzati dei presenti.
Eppure, l'intrepida Chichi sembrava non aver dato affatto peso a quell'incidente. Nella sua testa frullavano tanti di quei pensieri che la distruzione di uno stupido elicottero poteva passare senza alcun problema in secodo piano.
Goten, spaventato per quanto accaduto, si avvicinò immediatamente a sua madre, cercando di capire se stesse bene. Solo allora la donna si rese conto di quanto fosse davvero affollato in quel momento il palazzo del Supremo. A quanto ne sapeva lei, infatti, Goten e Trunks dovevano essere in giro per i boschi a caccia di dinosauri. Cosa ci facevano anche loro lì? Perché nessuno l'aveva avvertita di cosa stesse succedendo? E cosa stava succedendo realmente?
Ci mise un attimo a individuare il volto che cercava tra i tanti intorno a lei. Corse in un lampo da Gohan, gli si avvicinò e gli strinse il viso tra le mani. Sembrava stesse bene. Che ci fosse di nuovo lo zampino dei senzu?
«Mamma, cerca di calmarti. Va tutto bene.»
«Hai anche il coraggio di dirmi che è tutto ok? Oh, cavolo, Gohan! Si può sapere che diavolo ci fai qui? Anzi, che diavolo ci fate tutti quanti qui?»
Di nuovo, la donna prese a guardarsi intorno. Oltre ai suoi figli e a quell'essere fuori controllo di Vegeku c'erano anche Bulma e i suoi genitori, una serie di divinità che conosceva appena, mister Satan e Bu e...
«Kaioshin?! Lei... lei che diavolo ci fa qui? Non era unito a...»
Le parole le morirono in bocca. Chichi non ebbe più la forza di parlare quando si sentì toccare una spalla e voltandosi scorse il viso rude ma rassicuramente di Kibith. Si sentì svenire; credette di aver perso i sensi chissà quanto tempo prima e di essere immersa in un sogno meraviglioso. Non sapeva come, né quando, né tantomeno il perché, ma qualcuno doveva aver trovato il modo di annullare la terribile magia che teneva uniti in un solo corpo le due divinità.
Si girò di nuovo verso Gohan, stavolta lasciandosi andare a un pianto liberatorio. Abbracciò suo figlio, stringendolo a sé come non faceva da quando era ancora un bambino. Improvvisamente, tutto ciò che doveva essere accaduto prima, in quella incredibile e terribile giornata, aveva perso completamente importanza. Finalmente, Chichi era tornata a sperare; finalmente c'era di nuovo la possibilità per lei di riabbracciare suo marito.
«Mi spiace interrompere questo momento di felicità, Chichi, ma vista la tua reazione temo proprio che tu non abbia preso in considerazione un dettaglio fondamentale.»
Bulma non aveva mai amato il ruolo del guastafeste, ma stavolta era toccato proprio a lei ridestare la moglie di Goku da quello che poteva rivelarsi solo un patetico sogno a occhi aperti. Entrambe le donne nutrivano, nel profondo dei loro cuori, le stesse medesime speranze: desideravano con tutte sé stesse che i loro compagni tornassero indietro e si lasciassero difinitivamente alle spalle la brutta storia che li aveva coinvolti. Ma Bulma aveva sicuramente avuto modo di conoscere Vegeku più in profondità: aveva avuto l'ardire di sfidarlo, aveva tentato di ammansirlo come aveva fatto a suo tempo con Vegeta; ma i risultati erano stati quanto mai pessimi, e per poco non ci aveva rimesso persino la pelle.
«Cosa vuoi dire, Bulma? C'è qualcosa che non va, per caso? Mi sembra tutto molto chiaro: la fusione di Kibithoshin è stata sciolta, dunque...»
«Dunque bisogna sperare che Vegeku accetti di fare altrettanto.»
«E perché non dovrebbe, scusa? Goku e Vegeta desiderano senz'altro tornare indietro! Lo so, è così! Loro farebbero di tutto per...»
Avrebbe voluto continuare a parlare, ma il silenzio imbarazzante calato intorno a lei la fece desistere. Di nuovo, Bulma sembrò sul punto di prendere la parola, ma qualcuno fu più rapido e deciso di lei.
Nessuno aveva notato la momentanea assenza di Crilin, né tantomeno qualcuno si era preoccupato di andarlo a cercare. Vegeku aveva monopolizzato su di sé l'attenzione di tutti, e solo il brusco arrivo di Chichi aveva in qualche modo distolto la loro attenzione dal saiyan. Ma Crilin non era certo una persona qualunque, e la sua assenza e presenza avrebbero potuto senza dubbio dare una svolta agli eventi.
«Ci proverò io, Chichi» sussurrò il terrestre con poca convinzione.
«Proverò a parlare a Vegeku. Però non assicuro niente a nessuno. Non lo conosco affatto bene, ma ho il timore che potrebbere essere un'impresa disperata.»
Crilin si voltò verso Vegeku, che da un po' di tempo lo stava osservando. Non gli piaceva affatto la sua espressione: sembrava impassibile, totalmente indifferente a ciò che stava succedendo. Se al momento della sua comparsa sembrava che il volto del saiyan fosse contratto in una smorfia di irritazione, ora quel volto pareva totalmente inespressivo, inquietante.
Non aveva idea del perché in quel momento si sentisse tanto in colpa. Non gli era mai capitato di dover chiedere a qualcuno di sparire per far tornare qualcun altro. Era poi così vero che Vegeku meritasse di scomparire? Era davvero così pericoloso come la maggior parte dei suoi amici riteneva? Anche se, a malincuore, aveva dovuto rispondere a sé stesso con due , non era poi così convinto che spettasse a lui o a chiunque altro il compito di decidere dell'esistenza di un'altra persona. In fondo, Goku e Vegeta avevano deliberatamente scelto di unirsi in un solo corpo, senza costrizione alcuna. Che colpa poteva averne Vegeku? Nessuna, certo. Ma era pur vero che, per quanto la decisione dei due saiyan fosse stata ben ponderata, sicuramente non avevano previsto l'arrivo di un essere dalla potenza tale da poter costituire una nuova minaccia.
Camminando a passo lento, distratto da tali pensieri, Crilin andò a sbattere contro Vegeku. Per un attimo ebbe la tentazione di lasciar perdere, di far sì che fosse una delle divinità a occuparsi del saiyan; poi si rese conto che Bulma e Chichi contavano su di lui e che, forse, poteva davvero essere l'unica persona in grado di conversare civilmente col tanto temuto guerriero.
Tirò un sospiro di rassegnazione. Ormai era in ballo, e non poteva più tirarsi indietro.
«Ascoltami, Vegeku. So che non ho alcun diritto di dirti certe cose, ma... be', insomma, è inutile girarci attorno.»
«Inutile e controproducente, Crilin. Perché perdere altro tempo? Parla, avanti!»
Decisamente troppo tranquillo. Il tono di voce del saiyan era talmente pacato da incutere terrore. Crilin non aveva mai provato una sensazone del genere ascoltando la voce di un altro guerriero di quella razza, e neppure il modo di parlare dei vecchi nemici con cui aveva già avuto a che fare lo avevano fatto tremare a tal punto. Non c'era dubbio: quel saiyan era senz'altro l'essere più temibile che avesse mai conosciuto. Iniziò a rivalutare le parole di Jirobay che, seppur proferite in maniera un po' troppo colorita, tutto sommato non si erano allontanate poi tanto dal vero. Eppure quel saiyan non aveva detto niente di particolarmente inquietante. Possibile che il solo udire la sua voce e lo stare al suo cospetto gli mettessero tanta inquietudine in corpo?
Intanto, un'altra persona li aveva raggiunti.
Si sorprese non poco Crilin nel constatare che costui fosse mister Satan. Sgranò gli occhi dalla sorpresa, mentre Videl, da lontano cercava disperatamente di richiamarlo indietro.
«Senti, io... io tanto tempo fa ho avuto il piacere di conoscere i due saiyan che ti hanno creato» farfugliò il campione del mondo con tono un po' impacciato. «Devo ammettere che Vegeta era un soggetto un po' particolare e che magari non era proprio un essere innoquo, ma comunque anche lui, come Goku, ha fatto di tutto pur di salvare questo pianeta. Lo so, troppe volte mi sono preso dei meriti che non erano i miei, e forse fare la ramanzina a te è quanto di più sbagliato e patetico io possa fare, però... però, guarda in faccia tutte queste persone. Non credi che abbiano già sofferto abbastanza? Non ti rendi conto che grazie all'aiuto di Bu smettereste di soffrire tutti quanti?»
Mister Satan non ebbe risposta. Nonostante l'enorme sorpresa che le sue parole avevano destato in tutti i presenti, pareva che però su Vegeku non avessero sortito l'effetto sperato.
Il saiyan aveva scosso la testa, quasi a voler rimuovere a forza dal proprio cervello il discorso appena ascoltato, poi si era voltato dall'altra parte e aveva preso a camminare verso l'estremità della piattaforma.
«Be', io ci ho provato.»
Il volto afflitto di mister Satan lasciava trapelare amarezza e delusione. Per la prima volta in vita sua aveva tentato davvero di contribuire concretamente alla salvezza del mondo, eppure il suo sforzo era caduto nel vuoto, morto e sepolto sotto la corazza di muscoli di Vegeku.
Intanto, tutt'intorno sembrava che i presenti avessero ripreso vita. La sbornia era ormai passata, e tutti parevano aver recuperato quel briciolo di lucidità necessario per mettere in moto il cervello.  
Muten stava seduto a terra, le braccia incrociate e il volto crucciato. Il buio della notte che ormai imperava sul palazzo del Supremo sembrava non riuscire a nascondere le espressioni preoccupate che il vecchio maestro si lasciava di tanto in tanto sfuggire.
C18 sembrava ormai spazientita. Tutta quella storia l'aveva sempre preoccupata molto, fin dall'inizio, ma la possibilità che davvero l'unico a poter risolvere il problema di Vegeku fosse Vegeku stesso l'aveva fatta sentire per la prima volta davvero impotente. Cosa diavolo avrebbe potuto fare lei per aiutare quelle persone che tanti anni prima avevano deciso di darle fiducia, nonostante le sue malefatte? Il solo pensare che un tempo lei era molto più potente sia di Goku che di Vegeta le aveva scatenato un risata isterica, soffocata soltanto dall'assurdità della situazione in cui ora si trovava. Eppure pareva davvero che non ci fosse soluzione: né lei né nessun altro avrebbero potuto in qualche modo interferire sulla scelta di Vegeku.
Certo, nessuno oltre a lei, fino a quel momento, pareva aver preso in considerazione il fatto che in realtà il saiyan non si fosse ancora espresso. C18 ci aveva pensato fin dal momento in cui il guerriero si era chiuso in un esasperante mutismo. Forse aveva davvero deciso di prendere in considerazione l'ipotesi di affidarsi a Bu? O magari si stava solamente bleffando delle loro sciocche speranze?
Intanto, anche Dende si decise a parlare. Sebbene da diversi anni il giovane namecciano fosse stato nominato Supremo, il ragazzo aveva sempre avuto la sensazione di non aver mai avuto un ruolo determinante per la salvaguardia del pianeta. A parte la gestione delle Sfere del Drago, che comunque si erano sempre rivelate di fondamentale iportanza per la salvaguardia delle specie viventi, Dende aveva sempre dovuto delegare il compito di difendere la Terra dalle più svariate minacce a Goku e compagni, senza poter mai davvero intervenire in modo decisivo. Non che questo gli avesse mai provocato un complesso d'inferiorità, però era anche vero che in fondo lui aveva delle grandissime responsabilità nei confronti del pianeta che era stato chiamato a sorvegliare, e tuttavia non aveva mai avuto l'occasione di fare quel qualcosa in più che gli permettesse di sentirsi davvero utile. Quella, in fondo, poteva essere l'occasione giusta. Cosa avrebbe potuto fare di più se non prodigarsi affinché i veri, grandi eroi della Terra tornassero a proteggere gli esseri umani? Sentiva che quello era il suo dovere e, a costo di rischiare la vita, avebbe dovuto tentare il tutto per tutto pur di convincere Vegeku a fare un passo indietro.
«Vegeku, non ti stiamo chiedendo di scomparire nel nulla. Una parte di te tornerebbe a esistere in Goku e Vegeta. Loro sono te, capisci?»
«Oh, andiamo, Dende. Credi che non sappia come stanno davvero le cose? Se quei due fossero in qualche modo ancora presenti, credi che esiterei così tanto a entrare nel corpo di Bu? La verità è che tutto sommato la cosa mi è completamente indifferente. Non mi interessa niente se voi rivolete indietro i vostri beniamini, né tantomeno mi pare di avere qualcosa a che fare con loro. Io non sono Goku e Vegeta, è questo che dovete mettervi in testa!»
«E allora che diavolo hai intenzione di fare, eh?»
L'intervento inaspettato di C18 pareva aver di nuovo ridestato gli animi assopiti dei presenti. Anche lei si era avvicinata a Vegeku, forse più del dovuto, superando persino suo marito. Ora era faccia a faccia col guerriero, sul ciglio dellla piattaforma del palazzo. Non era mai stata una vigliacca e nessuno l'aveva mai considerata tale.
«Ehi, ma che ti salta in men...»
«Taci, Crilin.»
C18 sosteneva con fermezza lo sguardo del guerriero più potente dell'universo con assoluta caparbietà. Sapeva di doverlo temere più di un qualunque altro avversario con cui avesse avuto a che fare in precedenza, ma in fondo lei era una che aveva fatto del rischio il suo pane quotidiano. Aveva già conosciuto la morte per mano di Majin Bu e sapeva che, male che fosse andata, al massimo sarebbe tornata a bighellonare in Paradiso. Perché diavolo, dunque, avrebbe dovuto stare zitta? Perché mai non avrebbe dovuto affrontare a viso aperto quel saiyan?
«Ti sfido, Vegeku. Ti sfido a farci fuori tutti quanti! Fallo, se ne hai davvero il coraggio. E se non ce l'hai, abbi il buonsenso di entrare nel corpo di Bu e di restituirci Goku e Vegeta. Perché, per quanto tu possa essere folle e pericoloso, credo che già avresti distrutto l'universo se davvero in te non fosse sopravvissuto un barlume della coscienza di quei due guerrieri.»
Il silenzio che seguì le parole di C18 sapeva di terrore e di speranza, di gioia e di dolore. Nessuno, fino a quel momento, aveva avuto l'ardire di prendere la situazione di petto come aveva fatto la bionda guerriera. Eppure, quel discorso proferito con tanta fermazza e coraggio aveva in qualche modo ridestato un  po' tutti.
Muten si era alzato dalla sua postazione per raggiungere la donna e il saiyan. Non aveva molto da aggiungere a quelle intense parole, ma sentiva il dovere di dire la sua, di appoggiare concretamente la bella guerriera contro il potente eroe che aveva sconfitto Majin Bu.
«La penso come lei, Vegeku. Io sono pronto. Se hai davvero intenzione di non tornare sui tuoi passi, comincia a far fuori me.»
«E anche me. Sono stanco di tutta questa storia. Il mio compito è vegliare sulle sorti di questo pianeta, e con te in circolazione mi è impossibile farlo» proferì Dende, anch'egli incoraggiato dal discorso di C18. «Fatti un esame di coscienza, accidenti! Sei proprio certo che sia questo quello che vuoi? Cosa farai dopo che ci avrai eliminati tutti, o che comunque avrai deciso di andartene via? Sei stato creato da Goku e Vegeta! Non è possibile che siano morti del tutto in te... Deve esserci qualche cosa che ti riporti a loro!»

Per la prima volta sembrò che il saiyan si degnasse davvero di ascoltare i suoi interlocutori. Tutti ebbero la sensazione che qualcosa si fosse smosso nell'animo imperturbabile del guerriero più potente dell'universo. Una lieve speranza si accese tra i presenti, incoraggiati dalla fermezza di C18 prima e di Muten e Dende poi. Nel giro di qualche secondo, terrestri, divinità e giovani saiyan si portarono vicini al guerriero. Nessuno, ormai, aveva più paura di rimetterci la pelle. A cosa sarebbe servito vivere se sulle loro teste sarebbe poi dovuta gravare la minaccia di un guerriero incontrollabile? Tanto valeva farla finita subito; tanto valeva sfidarlo, come aveva fatto poco prima C18.

***

Dall'alto della sua postazione, Re Kaio riusciva a guardare tutto ciò che accadeva sotto di lui. Poco importava che Bubble continuasse, di tanto in tanto, a piazzarsi davanti a lui e a coprirgli la visuale. Quel poco che gli interessava scorgere era lì, sotto i suoi occhi, che si palesava con estrema semplicità.
Accadeva spesso, durante le eterne giornate che si trascinavano sempre uguali nel regno dell'Aldilà, che l'aureola che aveva sulla testa gli dolesse più del solito. Eppure, la prima volta che era passato a miglior vita per mano di Cell non aveva provato la stessa sensazione. Che la morte definitiva avesse un "peso" diverso? Che la possibilità di non poter più davvero tornare indietro si palesasse attraverso il peso dell'aureola?
Erano passati almeno cento anni da quando c'era stata la terribile esplosione che lo aveva portato di nuovo alla morte. Ogni tanto gli capitava di ripensare a quel momento, e quando lo faceva, si voltava a sbirciare tra i meandri del Paradiso alla ricerca dei terrestri che tanto aveva stimato e protetto.
Goku non cambiava mai. Quel suo sguardo da eterno bambinone un po' sciocchino era ormai il suo marchio distintivo. Tutti i beati avevano imparato ad affidarsi a lui per le cose più frivole e tutti gli volevano un gran bene. Sua moglie e i suoi figli erano sempre accanto a lui, anche se spesso Chichi non si esimeva dal fargli una delle sue terribili sfuriate.
L'ultimo torneo delle quattro galassie organizzato dal Gran Maestro Re Kaio aveva visto come vincitore il piccolo Trunks, rimasto bambino proprio come Goten. La morte aveva strappato loro l'adolescenza e l'età adulta, ma se non altro aveva preservato intatti i loro cuori fanciulleschi.
Bu e mister Satan riuscivano a dare spettacolo persino nell'altro regno. Era incredibile come quei due si fossero accaparrati tanti ammiratori! Sebbene ormai tutti i terrestri passati a miglior vita fossero a conoscenza del fatto che non fosse stato mister Satan a sconfiggere Cell, la vicinanza con Bu e la simpatia involontaria del sedicente guerriero avevano spinto tante anime beate a seguirlo e a riverirlo quasi fosse davvero un eroe. In fondo, non costava niente a nessuno credere che fosse davvero così: quello era il Paradiso e tutto ciò che aveva il fascino della simpatia e della cordialità aveva sulle anime buone una forte attrattiva.
Gohan e Videl erano sempre in giro per il serpentone. La ragazza aveva deciso di seguire le orme dei guerrieri che l'avevano preceduta, perciò aveva voluto farsi addestrare da Re Kaio. In realtà, aveva completato l'allenamento da più di mezzo secolo, ma Re Enma le aveva comunque dato il permesso di andare a trovare, di tanto in tanto, il suo vecchio maestro.
Tutti gli amici di Goku avevano finalmente trovato la pace che tanto avevano agognato. L'eterna primavera che imperava in Paradiso aveva fatto sì che tutti, a poco a poco, dimenticassero il rancore che dapprima li aveva accompagnati verso un'altra morte. Non aveva più importanza il perché Vegeku alla fine avesse accettato quella terribile sfida e avesse fatto saltare in aria il pianeta: ci aveva rimesso la pelle anche lui in quella esplosione, e la morte del suo corpo aveva finalmente sciolto il legame che teneva unite le anime di Goku e Vegeta.
Già, Vegeta.
Re Kaio aveva tentato il tutto per tutto pur di convincere Re Enma a salvare la sua anima e a mandarlo in Paradiso. Certo, nel corso della sua vita aveva sterminato popoli, ucciso innocenti, inseguito sogni di gloria per nulla consoni allo spirito paradisiaco. Ma era pur sempre cambiato in meglio, alla fine. Peccato che quella fine fosse giunta, secondo Enma, davvero troppo tardi.
La condanna agli inferi di Vegeta fu un fulmine a ciel sereno per tutti, tranne per Bulma, che fin da quando aveva accettato di vivere a fianco del principe dei saiyan aveva messo in conto una eventualità del genere. Nemmeno le buone parole di Goku e dei suoi amici fecero desistere il supremo giudice dell'altro Regno, che, forte dell'appoggio dei Kaioshin, aveva alla fine codannato all'inferno l'anima di Vegeta.
Pensando alla triste sorte del principe dei saiyan, Re Kaio allontanò lo sguardo dall'atmosfera celeste del Paradiso per portarlo verso il Regno degli inferi. Era incredibile come l'arrivo di quel guerriero avesse reso in qualche modo più facile la gestione dell'Inferno. Senza dubbio, Vegeta era l'essere più temuto che avesse mai messo piede in quel luogo. Persino quello che un tempo fu il Re dei saiyan sembrava finalmente portare verso il figlio un rispetto mai pienamente dimostrato in vita.
Ma a Vegeta, ormai, non importava nulla del potere: non c'era niente in quel luogo funesto che davvero potesse fargli tornare la voglia di essere di nuovo un guerriero sanguinario.
Il principe era lì, sulla riva del lago di sangue che ascoltava in silenzio le urla di alcuni dannati che lottavano tra loro. Non aveva né la forza né la voglia di parlare, ma le sue mani strette a pugno, sembravano voler in qualche modo ribellarsi a quella punizione forse un po' troppo dura. Bulma era lì, accanto a lui. Re Enma le aveva concesso il permeso di andarlo a trovare di tanto in tanto. In fondo, quella donna era l'unica persona che fosse riuscita a tirar fuori davvero qualcosa di buono dall'animo di quel principe spietato, e sarebbe stato un peccato se quel qualcosa si fosse disperso definitivamente tra i roghi infernali.
«Sai, Bulma, in fondo l'Inferno non è poi così male come sembra.» disse Vegeta tentando il più possibile di nascondere il velo di malinconia che si era steso sul suo viso ancora duro e attraente.
«Già, lo penso anch'io. Sarebbe stata decisamente peggiore una vita intera senza di te.»

FINE

________________________
Angolo dell'autrice: ovviamente, la prima cosa che devo fare è ringraziare tutti voi che con estrema pazienza mi avete supportata durante la stesura di questa storia. So di averci messo parecchio tempo prima di concluderla, ma, davvero, gli impegni sono stati tanti e il tempo era sempre poco.
Prima di chiudere, voglio precisare un paio di cose:  il personaggio di Vegeku si è evoluto praticamente da solo, senza che le mie intenzioni iniziali fossero in qualche modo rispettate (come sempre, si parte da un'idea e poi i personaggi fanno di testa loro!). Ciò è dipeso probabilmente dalla mia inesperienza, ma alla fine ho tirato fuori un personaggio enigmatico, difficile, impossibile da decifrare fino in fondo. Spero che la conclusione della storia, anche se non proprio lieta, vi abbia aiutato a sciogliere i diversi dubbi sul personaggio.
Fondamentalmente, e spero si sia capito, non ho mai avuto davvero l'intenzione di dipingere Vegeku come un mostro, né tantomeno gli amici di Goku come dei santi. Trovo infatti che il voler pretendere a tutti i costi la morte di qualcuno pur di far tornare indietro qualcun altro sia comuque meschino e moralmente discutibile. Il fatto è che adoro i personaggi sfaccettati, che pur nella loro apparente bontà/cattiveria abbiano comunque in sé le contraddizioni tipiche di tutti gli esseri umani.
Spero che la storia vi sia piaciuta (anche se temo che il finale sia stato per molti davvero "inaspettato") e che continuerete a leggere anche altre mie storie.

9dolina0

  
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1017245